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ProTeCT-Cult WebGIS: uno strumento di conoscenza per la tutela e conservazione del territorio e del Patrimonio Culturale Viviana Lanza, Maurizio Lazzari Laboratorio di Ingegneria dei Sistemi Urbani e Territoriali Università degli Studi della Basilicata, 10, Viale dell’Ateneo Lucano, 85100, Potenza [email protected] CNR-IBAM C/da S. Loja, Tito Scalo (PZ) 85100 [email protected] Abstract: Il progetto ProTeCT-Cult, Progetto di Tutela e Conservazione del Territorio e del Patrimonio Culturale, alla luce delle tematiche di interesse regionale e nazionale di difesa del territorio e conservazione del Patrimonio culturale trova nel WebGIS lo strumento idoneo, interoperabile e trasparente, di divulgazione della conoscenza delle dinamiche di trasformazione naturale ed antropica del paesaggio e dell’impatto degli eventi calamitosi, quali frane, alluvioni e sismi sul patrimonio costruito, accrescendo non solo l’informazione, bensì l’interazione tra i livelli, istituzionali e non, coinvolti nella pianificazione. Keywords: WebGIS, Beni Culturali, Rischi geologici, Pianificazione territoriale 1. Introduzione Il presente contributo nasce dallo sviluppo di un progetto di ricerca del CNR-IBAM realizzato nella Basilicata centro-occidentale nel biennio 2008-2009. Il progetto, denominato ProTeCT- Cult, ovvero Progetto di Tutela e Conservazione del Territorio e del Patrimonio Culturale, s’inserisce nelle più ampie tematiche di interesse regionale e nazionale di difesa del territorio e conservazione del Patrimonio culturale (storico-monumentale ed archeologico), attraverso lo studio delle dinamiche di trasformazione naturale ed antropica del paesaggio e dell’impatto degli eventi calamitosi, quali frane, alluvioni e sismi sul patrimonio costruito. Il tema dell’impatto degli eventi calamitosi naturali, ed in particolar modo di quelli estremi, sul patrimonio culturale nasce dall’esigenza di minimizzarne gli effetti catastrofici in una visione globale che tenga conto di come la tutela di un patrimonio unico per qualità e quantità, qual è quello italiano, non possa prescindere dal riconoscimento di una sua forte integrazione nella dimensione paesaggistica. Questa constatazione è alla base dell'approccio conoscitivo da utilizzare per il riconoscimento delle cause e della sovrapposizione degli effetti nelle diverse manifestazioni di danno per il patrimonio derivanti dai dissesti che colpiscono il territorio. In relazione a queste prime considerazioni va sottolineato che, se gli eventi estremi non sono precisamente prevedibili, è invece possibile individuare i Beni e gli ambiti territoriali maggiormente esposti, e quindi operare preventivamente con un monitoraggio delle aree critiche e con un’azione costante di controllo del patrimonio; in questo contesto la finalità che si può perseguire è quella di limitare i fenomeni di degrado, di abbandono o gli interventi derivanti da errati comportamenti umani che certamente accentuano la vulnerabilità dei beni a

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ProTeCT-Cult WebGIS: uno strumento di conoscenza per la tutela e conservazione del territorio e del Patrimonio Culturale

Viviana Lanza, Maurizio Lazzari

Laboratorio di Ingegneria dei Sistemi Urbani e Territoriali Università degli Studi della Basilicata, 10, Viale dell’Ateneo Lucano, 85100, Potenza

[email protected] CNR-IBAM C/da S. Loja, Tito Scalo (PZ) 85100

[email protected]

Abstract: Il progetto ProTeCT-Cult, Progetto di Tutela e Conservazione del Territorio e del Patrimonio Culturale, alla luce delle tematiche di interesse regionale e nazionale di difesa del territorio e conservazione del Patrimonio culturale trova nel WebGIS lo strumento idoneo, interoperabile e trasparente, di divulgazione della conoscenza delle dinamiche di trasformazione naturale ed antropica del paesaggio e dell’impatto degli eventi calamitosi, quali frane, alluvioni e sismi sul patrimonio costruito, accrescendo non solo l’informazione, bensì l’interazione tra i livelli, istituzionali e non, coinvolti nella pianificazione. Keywords: WebGIS, Beni Culturali, Rischi geologici, Pianificazione territoriale

1. Introduzione

Il presente contributo nasce dallo sviluppo di un progetto di ricerca del CNR-IBAM realizzato nella Basilicata centro-occidentale nel biennio 2008-2009. Il progetto, denominato ProTeCT-Cult, ovvero Progetto di Tutela e Conservazione del Territorio e del Patrimonio Culturale, s’inserisce nelle più ampie tematiche di interesse regionale e nazionale di difesa del territorio e conservazione del Patrimonio culturale (storico-monumentale ed archeologico), attraverso lo studio delle dinamiche di trasformazione naturale ed antropica del paesaggio e dell’impatto degli eventi calamitosi, quali frane, alluvioni e sismi sul patrimonio costruito.

Il tema dell’impatto degli eventi calamitosi naturali, ed in particolar modo di quelli estremi, sul patrimonio culturale nasce dall’esigenza di minimizzarne gli effetti catastrofici in una visione globale che tenga conto di come la tutela di un patrimonio unico per qualità e quantità, qual è quello italiano, non possa prescindere dal riconoscimento di una sua forte integrazione nella dimensione paesaggistica. Questa constatazione è alla base dell'approccio conoscitivo da utilizzare per il riconoscimento delle cause e della sovrapposizione degli effetti nelle diverse manifestazioni di danno per il patrimonio derivanti dai dissesti che colpiscono il territorio.

In relazione a queste prime considerazioni va sottolineato che, se gli eventi estremi non sono precisamente prevedibili, è invece possibile individuare i Beni e gli ambiti territoriali maggiormente esposti, e quindi operare preventivamente con un monitoraggio delle aree critiche e con un’azione costante di controllo del patrimonio; in questo contesto la finalità che si può perseguire è quella di limitare i fenomeni di degrado, di abbandono o gli interventi derivanti da errati comportamenti umani che certamente accentuano la vulnerabilità dei beni a

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fronte delle calamita naturali. In questo senso il quadro ambientale di riferimento dell’edilizia monumentale non può considerarsi un semplice sfondo ed il tema della tutela del patrimonio non può essere scisso dal tema della difesa del suolo. L’insieme di questi effetti non può che valutarsi, quindi, globalmente in una prospettiva che veda il problema della conservazione del patrimonio legarsi fortemente alle questioni del territorio in tutti i suoi aspetti fisici ed antropici (pericolosità fisico-strutturale, ambientale, geomorfologica, antropica, strumenti di pianificazione, vincoli, ecc).

Tale premessa concettuale e metodologica costituisce la base su cui è stato sviluppato, dalla Regione Basilicata, dall'Autorità di Bacino della ed il CNR - Dipartimento Patrimonio Culturale, il progetto di comune interesse di tutela del territorio e conservazione del Patrimonio Culturale attraverso il rilevamento geomorfologico ed il controllo delle aree in frana, in un’area campione, quale quella compresa tra l’alta-media Val d’Agri, la Val Camastra, la Valle del Sauro e la Val Melandro, di interesse strategico per l’economia regionale in quanto sede di numerose attività petrolifere e, pertanto, particolarmente esposta a rischi ambientali ed antropici.

Le attività di studio e ricerca realizzate nell’ambito del progetto hanno interessato 30 territori comunali (Fig. 1) ricadenti in un settore della Basilicata (per una superficie complessiva di 1.919,70 kmq) compreso tra l’alta-media Val d’Agri, la Val Camastra-Sauro e la Val Melandro, di interesse strategico per le attività petrolifere in atto. In tali comuni la pressione antropica, determinatasi nell’ultimo decennio per il moltiplicarsi di dette attività petrolifere, risulta sempre più elevata e la conoscenza dei caratteri intrinseci del territorio è incompleta e frammentata, cosicché risulta sempre più elevato il rischio potenziale di inquinamento ambientale e di impatto sul patrimonio storico-monumentale.

Comuni interessati dal progetto: Alta e media Val d’Agri Aliano, Armento, Castelsaraceno, Gallicchio, Grumento Nova, Marsiconuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanova, Sant’Arcagelo, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano Val Camastra e valle del Sauro Abriola, Anzi, Brindisi di Montagna, Calvello, Corleto Perticara, Gorgoglione, Guardia Perticara, Laurenzana Val Melandro Brienza, Sasso di Castalda, Satriano

Fig. 1. Inquadramento geografico dell'area di studio e comuni interessati.

Il Progetto ha consentito il raggiungimento di diversi obiettivi, dallo studio dei rischi naturali ed antropici in relazione alla salvaguardia e la conservazione del Patrimonio storico-architettonico, monumentale ed archeologico nazionale, al censimento e mappatura dei fenomeni franosi mediante la metodologia prevista dal progetto Nazionale IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Italia), fin all’aggiornamento del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico

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della Basilicata mediante la rilevazione dei fenomeni franosi e delle situazioni di rischio idrogeologico nelle aree oggetto di studio.

Il quadro conoscitivo di partenza, ovvero l’insieme delle aree già interessate da informazioni inerenti i fenomeni franosi censiti ricadenti in prossimità delle aree urbane, è rappresentato dai dati cartografici derivanti dal PAI 2008 dell’AdB, dal progetto CARG 1:50000 e 1:100000, dal Progetto nazionale AVI e da cartografie presenti in pubblicazioni esistenti. Tale livello conoscitivo di base è stato integrato con nuovi rilevamenti realizzati nell'ambito delle aree di studio ed a un'accurata analisi della franosità storica, ottenuta dalla consultazione di fonti d archivio, quotidiani, rapporti tecnici inediti etc.

L’approccio metodologico seguito (Fig. 2) ha visto l’approfondimento e l’analisi di distinte fasi procedurali, integrabili tra loro, dall’analisi dei dati di franosità storica d’archivio, alla foto interpretazione multi temporale, ai rilevamenti geomorfologici originali, ai controlli e verifiche sul terreno. Parallelamente ai rilevamenti di terreno sono state compilate delle schede IFFI, relative a ciascun evento franoso, i cui dati ed informatizzati sono stati inseriti nel GIS. La predisposizione di un Sistema Informativo Territoriale, che ha visto la creazione dei dati secondo le direttive europee INSPIRE (Di Donato, 2008), ha, inoltre consentito l’individuazione delle aree urbane di particolare pregio storico-architettonico e monumentale, nonché di aree archeologiche di particolare importanza esposte ai rischi geomorfologici ed idrogeologici e sulle quali avviare successivamente delle attività di monitoraggio. La fase conclusiva del progetto ha, invece, interessato la pubblicazione dei dati mediante realizzazione di un WebGIS.

Fig. 2. Schema logico seguito per l’approccio metodologico del Progetto

2. Il WebGIS

La pubblicazione e diffusione dei dati costruiti per il progetto ProTeCT-Cult si è resa operazione indispensabile per dare trasparenza ed efficacia al progetto stesso. I delicati temi trattati nel progetto hanno fatto del WebGIS lo strumento idoneo per divulgare la conoscenza acquisita sulla tutela e conservazione del Patrimonio Culturale delle aree oggetto di studio. Il WebGIS realizzato per il progetto ProTeCT-Cult (http://protect-cult.ibam.cnr.it/login_cnr), infatti, è stato pensato per offrire un servizio innovativo di cartografia generale e tematica,

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consentendo una libera consultazione online dei dati di base e derivati delle attività di ricerca realizzate nell’ambito del progetto.

2.1. Il WebGIS del ProTeCT-Cult

La Banca Dati, realizzata per il progetto ProTeCT-Cult, è stata costruita secondo la Direttiva Europea INSPIRE (Direttiva 2007/2/CE): i dati territoriali sono stati raccolti, gestiti, resi disponibili e conservati al livello più idoneo, al fine di evitare duplicazioni di dati. Tale Direttiva, nell’ottica di creare una struttura comune che renda l’informazione territoriale compatibile ed utilizzabile in un contesto transfrontaliero, ha consentito di superare i problemi riguardo la disponibilità, la qualità, l’organizzazione e l’accessibilità dei dati.

Essendo l’interesse principale della Direttiva rivolto soprattutto alle politiche ambientali comunitarie e alle politiche o attività che possono avere ripercussioni sull’ambiente, ProTeCT-Cult ha assunto tutti i principi della Direttiva stessa ed ha proseguito il suo percorso con l’obiettivo di agevolare la ricerca dei dati spaziali attraverso il web, in altre parole tramite servizi di rete che ne permettano l’utilizzo in molteplici modi.

Rendere accessibile una quantità rilevante di dati geografici ad un pubblico più vasto dei soli specialisti è stato, dunque, l’obiettivo che il WebGIS del progetto ProTeCT-Cult si è prefisso fin dalla sua implementazione.

Il sistema di consultazione della cartografia interattiva, realizzata con l’ausilio di un motore cartografico e di un’interfaccia web (entrambi basati su soluzioni OpenSource) produce mappe in modo dinamico accedendo alle banche dati del Sistema.

Si è scelto di utilizzare il WebGIS principalmente per la sua gestione centralizzata, distribuzione immediata e per la sua diffusione generalizzata; inoltre, il WebGIS offre la possibilità di interazione in tempo reale e la gestione di diverse tipologie di accesso (profili utente, password, ...). Il vantaggio di utilizzare tale sistema WebGIS risiede principalmente nella gestione dell’informazione sulle reti (stato, manutenzione, lavori, modifiche del tracciato) e nell’aggiornamento in tempo reale delle stesse, nonché nell’utilizzo di strumenti Open Source.

Il WebGIS è stato strutturato ed organizzato in modo tale da offrire la possibilità di: 1. visualizzare ed interrogare per i Comuni oggetto dell’area di studio: il quadro

conoscitivo iniziale (Progetto AVI, CARG e PAI 2008), integrato con nuovi rilevamenti realizzati sull’intero territorio dei 30 Comuni (Fig. 1); lo stato di attività ed il movimento delle frane;

2. visualizzare informazioni di carattere generale, a livello conoscitivo e descrittivo, dell’area oggetto di studio, quali informazioni sull’idrografia, sull’uso del suolo e sulle aree naturali protette;

3. visualizzare informazioni geografiche di carattere generale sull’intero territorio dei comuni interessati dall’area di progetto;

4. integrare la cartografia di base con livelli tematici, quali l’uso del suolo, la carta pedologica, l’idrografia, …;

5. effettuare ricerche sulla base di interrogazioni predefinite; 6. visualizzare i beni storico-architettonici censiti e schedati e la loro relazione con le aree

a rischio idrogeologico (frane);

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7. visualizzare e consultare, tramite il servizio WMS del Portale Cartografico Nazionale, la cartografia dell’IGM al 25.000 e l’ORTOFOTO del 2006 della Basilicata.

2.2. Le caratteristiche del WebGIS

Il WebGIS, realizzato per il “Progetto di Tutela e Conservazione del Territorio e del Patrimonio Culturale in Basilicata”, rappresenta l’estensione al web del Sistema Informativo Geografico realizzato per il progetto stesso.

Le applicazioni GIS sviluppate sono state implementate su un web server (MapServer) consentendo l’interazione attraverso Internet con la cartografia e con i dati ad essa associati. Le applicazioni WebGIS sono utilizzabili attraverso i browser Internet. Le attività rese possibili attraverso un Internet browser dall’impiego del sistema WebGIS sono:

• la generazione e la visualizzazione di una mappa grafica sui dati del progetto in esito ad una interrogazione del database;

• il controllo della visualizzazione (zoom, spostamento, selezione dei temi), la generazione e la visualizzazione di un elenco testuale di attributi e di informazioni di natura geometrico-topologica in esito ad una interrogazione del database;

• l’esecuzione di query spaziali, cioè interrogazioni del database pilotate da selezioni in mappa;

• l’esecuzione di query non spaziali, cioè interrogazioni del database pilotate da input testuali.

Il processo di funzionamento del WebGIS può essere schematizzato nel seguente modo (Fig. 3):

• l’utente, tramite un’apposita interfaccia web, invia dal proprio client mediante un generico browser una richiesta nella quale è definita l’area di interesse (estensione geografica della zona da visualizzare) e i contenuti a cui si vuole accedere (elenco dei layer di interesse);

• in base ai dati ricevuti il motore del WebGIS ricerca nel proprio archivio le informazioni richieste (file, come shape, TIFF, …; effettuando una connessione al database, oppure mediante l’accesso ad altri server cartografici) estraendo la porzione di territorio specificata;

• sono quindi generate una o più immagini che saranno inviate al client.

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Fig. 3. Schema di funzionamento del WebGIS

In modo simile avviene l’interrogazione dei dati: in questo caso il client invia al server una coppia di coordinate (nel caso di interrogazione puntuale) o un insieme di coordinate per definire una regione ed il server interroga gli attributi degli oggetti cartografici presenti nella zona di interesse, restituendo un report con i valori estratti.

2.3. Le componenti e l’architettura del WebGIS

Le componenti principali del WebGIS possono essere riassunte in: • hardware; • software; • procedure applicative; • banche dati; • persone. Il sistema si sviluppa secondo un'architettura di tipo client-server in ambiente Web,

utilizzando tecnologie Open Source, sia come sistema operativo sia come software. L’hardware del lato server è composto dal server Web, cioè la macchina che permette la

connessione dei vari terminali, dai firewall di rete, dai Server database, per il contenimento delle informazioni, dal Server Map, macchina che permette la produzione delle mappe, dai

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cablaggi di rete ad alta velocità; nel lato client può essere presente invece il Web Browser, terminale per la visualizzazione del servizio o palmari per mobile users.

Il software è il vero motore del WebGIS (realizzato con la parte Server gestita da Apache) e può essere diviso in tre livelli: il software di base, il software per la gestione di dati geografici, il software per la gestione di database. Il software di base è composto dal sistema operativo (Ubuntu 9.0, nel caso in questione), dai linguaggi di programmazione (PHP) e dal software per il collegamento di rete (TCP/IP). Il software per la gestione dei dati geografici è la componente che distingue un WebGIS da un sistema informativo generico, esso deve avere caratteristiche peculiari e requisiti specifici.

Il software per la gestione di database (MySQL, PostgreSQL, Oracle,…) è il DBMS (DataBase Management System) ed usa come linguaggio l’SQL (Standard Query Language). Le procedure applicative vengono sviluppate all’interno del software WebGIS, usufruendo di opportune librerie di funzioni, attraverso l’uso di linguaggi di programmazione per predisporre sequenze di funzioni WebGIS. Le principali procedure si riferiscono all’acquisizione e restituzione dei dati, la gestione degli archivi, l’aggiornamento e l’elaborazione dei dati, i modelli di simulazione, di rappresentazione e le interfacce utente. Infine, l’ultima componente del WebGIS è quella umana, ossia l’organico tecnico che è deputato alla gestione dell’intero sistema.

Utilizzando il DBMS PostgreSQL con estensione spaziale PostGIS, è stato possibile avere la totalità delle informazioni, da quelle geografiche a quelle semantiche. L'estrazione delle entità geometriche e degli attributi ad esse associate avviene definendo interrogazioni basate sul linguaggio SQL standard. L'internet mapping è fornito dal software MapServer, che si interfaccia in modo efficiente e naturale sia con Apache che con PostgreSQL e le sue estensioni spaziali e topologiche. Infine, come front-end per la visualizzazione delle mappe sul web, è stato utilizzato il framework p.mapper (Lorenzetti et al 2006).

2.3.1. Il Mapserver Il funzionamento base del MapServer è legato ad un file ASCII di indicizzazione dei dati geografici disponibili su server, (mappa), che generalmente ha l’estensione .map.

Nel file .map i dati sono organizzati in layers, a loro volta divisi in una o più classi, per ognuna delle quali sono stati definiti i diversi stili di visualizzazione.

L’output di MapServer, a seconda della richiesta, può essere grafico (la mappa, la legenda, la scala metrica o la visione d’insieme) o alfanumerico (il risultato di una query sui dati alfanumerici o spaziali).

Il file .map prevede anche la possibilità di far confluire l’output del MapServer in un template HTML, in modo da generare una pagina web di lettura più agevole e gradevole.

2.3.2. P.mapper La scelta di P.mapper è stata dettata da due motivazioni principali: 1) è in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di Mapserver attraverso un layout pulito e molto intuitivo; 2) è una delle migliori interfacce per la consultazione e la condivisione dei dati geografici.

L’azzeramento dei costi di licenza e l’estrema facilità di utilizzo da parte dell’utente finale rendono il prodotto uno degli strumenti WebGIS più indicati per la pubblicazione di dati geografici sul Web. Le elevate potenzialità dello strumento, la ricchezza dei controlli e le

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funzionalità di stampa avanzata rendono inoltre il prodotto un buon strumento di consultazione all’interno di reti Intranet.

L’applicazione presenta le seguenti caratteristiche: • zoom/pan con interfaccia DHTML (DOM); • zoom interattivo mediante zoom box e pan dinamico; • zoom/pan mediante rotella centrale del mouse, tastiera, slider e immagine di riferimento; • interrogazione e ricerca sulla mappa mediante tre modalità: puntuale, per area e per

toponimi. È possibile, infatti, individuare un toponimo in modo manuale utilizzando i tasti di zoom, pan ed interrogazione, oppure inserendo il toponimo nella maschera di ricerca avendo come risultato l’evidenziazione della zona ricercata;

• i risultati delle interrogazioni possono contenere collegamenti a database ed a altre pagine Web;

• stampa di mappe generate sia in HTML che in PDF (solo se utenti registrati);configurazione di alcune funzioni, comportamenti e layout attraverso un file .ini di configurazione.

2.4. I contenuti del WebGIS

Prima dell’accesso al WebGIS, si accede ad un applicativo dove, in una pagina di avvio indipendente, viene richiesta una registrazione (Fig. 4).

La pagina di registrazione richiede la compilazione di alcuni semplici campi (Nome, Cognome, e-mail, Username e Password), in seguito alla quale l’utente riceve una mail di conferma dall’amministratore del sistema ed è così libero di accedere al WebGIS e navigare liberamente.

Fig. 4. Pagina di Registrazione, Login ed acceso al WebGIS (http://protect-cult.ibam.cnr.it/login_cnr)

La finestra del WebGIS, in seguito all’opportuna registrazione, si presenta suddivisa in tre zone fondamentali:

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1. una mappa principale generata da MapServer contornata da vari strumenti di controllo; 2. una legenda interattiva attraverso cui è possibile attivare e disattivare gli strati; 3. un’immagine di riferimento, anch’essa di tipo interattivo, che offre possibilità di

navigazione. La realizzazione del progetto mediante l’utilizzo dei fogli di stile permette di avere

un’elevata flessibilità; ad esempio l’applicazione è avviata ad una dimensione prestabilita che può essere modificata a piacimento dall’utilizzatore impostando con il mouse la larghezza e l’altezza della finestra, fino alla massimizzazione a tutto schermo. P.mapper, durante questo ridimensionamento, riadatta il layout alla nuova dimensione della finestra, calcolando anche la nuova estensione della mappa e il fattore di scala adeguato.

Questo tipo di operazioni naturalmente presenta delle limitazioni dovute fondamentalmente alla velocità di connessione al Web, e dunque funzione delle dimensioni delle mappe richieste a MapServer.

L’applicazione si apre con una finestra suddivisa in più sezioni (Fig. 5), la più grande delle quali visualizza la mappa (1) del territorio con relativa barra di scala (2) in alto a destra e con la barra delle funzioni (3). Sulla destra compare la lista degli Strati Informativi (4) suddivisi in macrogruppi, rappresentati con relativa legenda, ed in basso la vista panoramica (5) (overview).

Fig. 5. Schermata principale del WebGIS

Con una navigazione semplice e intuitiva, l’utente può visualizzare gli strati informativi presenti all’interno della banca dati ed effettuare interrogazioni (6) del database, per Comune o toponimo, visualizzando informazioni sul quadro conoscitivo generale, sull’attività e tipologia delle frane e sui Beni Culturali censiti, cui è associata una documentazione fotografica (Fig. 6).

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Il WEBGIS contiene, oltre agli strumenti di navigazione standard, altre funzionalità specifiche di visualizzazione e interrogazione dei livelli vettoriali, descritte nel precedente paragrafo 2.3.2. Per alcuni strati informativi, oltre alle informazioni presenti all’interno del risultato della ricerca, sono disponibili altri dati reperibili cliccando sul pulsante info.

Fig. 6. Strato informativo “Patrimonio Culturale “ con informazioni relative ad uno dei beni architettonici

3. Le statistiche degli accessi

Il successo del progetto ProTeCT-Cult e dei sui temi di interesse dipende dal traffico generato sul Web e può misurarsi in termini di maggiore o minore numero di accessi di utenti alle pagine del sito. Per conoscere le statistiche sugli accessi al sito si è sfruttato il supporto di strumenti dedicati che registrano il traffico web, fornendo giornalmente statistiche sul numero, la qualità e la provenienza delle visite effettuate dagli utenti dei siti internet.

Per il WebGIS sviluppato, dunque, è stato inserito un contatore degli accessi per avere il pieno controllo del traffico degli utenti sul web. Per processare e gestire questi dati in tempo reale, e nel modo più corretto, è stata utilizzata la piattaforma “browser based” di Web Analytics, accreditata da Audiweb per la certificazione del traffico web: ShinyStat Free.

ShinyStat Free, quale servizio di statistiche gratuite, permette di monitorare attraverso un contatore web le visite al sito e dispone di una vasta gamma di contatori di accessi, ed opzioni di visualizzazioni, quali: visitatori online (utenti connessi); record del numero di visite/pagine viste; visite/pagine viste totali, del mese corrente, dell’anno in corso e del giorno corrente.

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Il servizio di statistiche offre la possibilità di monitorare gli accessi, costituendo nel contempo un indice di interesse pubblico verso le tematiche richiamate dal progetto, nonché la possibilità di utilizzare il servizio mail per contattare lo sviluppatore, consentirebbe, inoltre, di ottenere dei feedback da parte degli utenti.

Il servizio, inoltre, consente di ottenere un riscontro misurabile, preciso e dettagliato all’amministratore del sito, per incrementarne la visibilità, verificarne l'usabilità, analizzare gli interessi e le preferenze dei navigatori.

Nel primo semestre 2010 (Fig. 7), a partire dall’implementazione del WebGIS ProTeCT-Cult, sono state registrate 644 visite con 1.529 pagine consultate. Il trend degli accessi, nel periodo di riferimento, ha registrato dei picchi nel mese di Aprile, ma con delle provenienze svariate, dall’Italia alla Germania, con una maggiore affluenza, nel primo caso, per le città di Catanzaro, Roma, Potenza, Lecce e Vibo Valentia.

Fig. 7. Sintesi degli accessi nel primo semestre 2010

4. Conclusioni

La conoscenza degli eventi calamitosi naturali, le dinamiche di trasformazione del paesaggio e la tutela del patrimonio ambientale rappresentano i requisiti indispensabili per la predisposizione di un quadro conoscitivo nell’analisi dello stato di fatto di un territorio, prima di valutarne le possibili trasformazioni; essi sono, infatti, tra gli elementi fondamentali per definire le vocazioni di un territorio.

Le tematiche legate alla difesa del territorio, pertanto, giocano un ruolo chiave nei processi di trasformazione del territorio e fanno della conoscenza l’aspetto principale. L’approccio conoscitivo da utilizzare per il riconoscimento delle cause e della sovrapposizione degli effetti nelle diverse manifestazioni di danno per il patrimonio ha bisogno di essere alimentato in tutte le fasi che accompagnano un processo di costruzione di governo di un territorio, il quale è da sempre chiamato ad affrontare ogni problema in termini di: conoscenza, interpretazione, valutazione, progettazione ed azione.

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Gli strumenti che, oggi, il territorio ha a disposizione sono molti e sono soggetti ad una continua innovazione. Un esempio arriva dall’Information and Communication Technology (ICT) che offre e supporta nuove forme di conoscenza e di comunicazione.

Il WebGIS, in questo senso, esplica la funzione determinante di divulgazione della conoscenza, stimolando ed accrescendo non solo l’informazione, bensì l’interazione tra i livelli, istituzionali e non, coinvolti nella pianificazione.

Il ProTeCT-Cult WebGIS consentendo di acquisire, integrare e divulgare la conoscenza, nonché di ampliare il concetto di interoperabilità e trasparenza del dato, diviene uno strumento idoneo per monitorare preventivamente le aree critiche di un territorio, per controllarne il suo Patrimonio Culturale e le sue interazioni con le dinamiche ambientali, evidenziando in molti casi la relazione tra distribuzione del danno e cause che lo determinano. Quest’ultimo elemento di valutazione diviene di fondamentale importanza nell’ambito della Pianificazione territoriale e soprattutto della Pianificazione dell’Emergenza.

Bibliografia

Direttiva 2007/2/CE del Parlamento Europeo del Consiglio del 14 Marzo del 2007 – Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità Europea (INSPIRE), Gazzetta Ufficiale Unione Europea., L 108 del 25/04/2007 (http://inspire.grc.it).

Di Donato P (2008) Infrastrutture di dati territoriali e la direttiva INSPIRE, in Murgante B (2008) Informazione geografica a supporto della pianificazione territoriale, FrancoAngeli, 212-225.

Lorenzetti W, Scarselli D, Venturato E, Cavallini P (2006) p.mapper Un front-end dinamico per MapServer, MondoGIS (luglio/agosto 2006), 60-63.

Portale Cartografico Nazionale (www.pcn.minambiente.it). Progetto Nazionale IFFI (Inventario Fenomeni Franosi Italiani) ISPRA,

(http://193.206.192.244/cartanetiffi/cartografia.asp).