Appunti sull'argento come strumento monetario e finanziario nell'economia del Vicino Oriente Antico...

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UNIVERSITA DI DIPARTIMENTO ROMA (LA SAPIENZA> DI STUDI ORIENTALI RIVISTA DECLI STIJDI ORIENTALI NUOVA SERIE VOLUME LXXIX Fesc. 7-4 (zoo6) ESTRATTO OFFPRINT PISA ROMA FABRIZIO SERRA . EDITORE

Transcript of Appunti sull'argento come strumento monetario e finanziario nell'economia del Vicino Oriente Antico...

UNIVERSITA DIDIPARTIMENTO

ROMA (LA SAPIENZA>

DI STUDI ORIENTALI

RIVISTAD E C L I

STIJDI ORIENTALI

N U O V A S E R I E

VOLUME LXXIX

F e s c . 7 - 4

(zoo6)

E S T R A T T O O F F P R I N T

P I S A R O M A

FABRIZIO SERRA . EDITORE

APPUNTI SULL 'ARGENTO COME STRUMENTOMONETARIO E F INANZIARIO NELL 'ECONOMIA

DEL V IC INO ORIENTE ANTICO *

Onoenoo BulcenEl , I , r

uMERosr furono gli strumenti "monetari e finanziari" presenti nel-l'economia del Vicino Oriente Antico e in particolare della Mesopota-

mia dei tre millenni a.C. Molte migliaia di testi ci informano che sin dal rrrmillennio a.C. in particolare argento e orzo erano usati sia come rnezzi dipagamento, sia per erogare prestiti sui quali potevano essere corrisposti in-teressi a tassi che non di rado si discostavano da quelli usuali del zo e 33,3per cento, rispettivamente per argento e orzo, prescritti nelle leggi mesopo-tamiche (come, si ritrova nella Serie ana ittishu, nel Codice di Eshnunna enel Codice di Hammurabi).

Tra i prestiti del III millennio a.C., centinaia provengono dal periodo neo-sumerico (zttz-zoo4 a.C.); essi sono stati trovati per lo più nella città santa diNippur (oltre che a Ur, Lagash, Umma e Drehem) e sono per la quasi tota-lità in argento o orzo. A proposito di questi prestiti Pomponio (zoo3) nota:"Contro l'assoluta prevalenza dell'argento come rnezzo di pagamento neicontratti di compravendita, il rapporto tra argento e otzo risulta, invece,paritario nei contratti di prestito". A Ur III il tasso di interesse di quelli inargento è normalmente del zo per cento, ma non mancano tassi del 73,33 -

t6,66 e del z4,io per centoi per I'orzo abbiamo anche tassi, oltre quello usua-le del 33J pef cento, del 6,6 - 73,33 - 20 e del 3o per cento. Di nuovo centinaiadi contratti di prestito li ritroviamo nella successiva epoca antico-babilone-se. Anche qui, accanto a prestiti infruttiferi, abbiamo prestiti i cui tassi pos-sono variare da quelli usuali del zo e 33,3 per cento.l Queste tavolette pro-vengono non solo da molti siti della Babilonia ma anche dai siti delle areeperiferiche di Eshnunna, Mari e Elam. Per le epoche successive possiamo ri-cordare i prestiti, anche numerosi, provenienti da Nuzi (xv-xrv secolo a.C.),dove i tassi di interesse erano del 5o per cento,2 o dai territori assiri del xlv-xur secolo a.C.3 Numerosi anche i prestiti - il cui importo è sovente moltoelevato - di epoca neo-assfta(x-6tz a.C.) dei quali Fales (zoor) ci dice che il

* Chi scrive è grato a F. D'Aagostino e F. Pomponio per aver riletto il dattiloscritto dell'articolo eaver fornito alcuni interessanti suggerimenti.

I Si veda in generale Skaist (tggq).Sul calcolo dei tassi di interesse abbiamo anche alcuni eserciziscolastici per scribi che riguardano prestiti in argento e orzo. Tale circostanza evidenzia di per sé cometali operazioni (nelle quali interveniva argento e orzo) dovessero essere di rilievo nella vita economicadi quei tempi, tanto da rientrare nel corso di formazione scolastica degli scribi.

2 Tra gli altri vedasi Owen Ggzo) e Wilhelm GSSz).3 Saporetti (tsz8-zù. Nei casi citati da questo Autore raramente di parla di interessi.

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tasso di interesse era spesso attestato sul z5 - 33 - 5o e fino al roo per centoper quelli in argento.a Insomma contratti di prestito (in argento e non solo)li troviamo durante tutti i tre millenni a.C. il fenomeno dei prestiti (bancario meno che fossero) sfociò sovente nell'usura che i sovrani del periodo an-tico-babilonese tentarono di combattere ponendo limiti ai tassi di interesse(leggi) e prendendo periodici prowedimenti di annullamento dei debiti (de-finiti in accadico rúíarum).s

Sin dal III millennio a.C., e per tutto il periodo successivo, si assiste all'af-fermarsi di un'attività "bancaria" svolta da privati e da templi, mentre menodocumentata è l'attività bancaria svolta dar palazzi. A esempio van de Mie-roop (rggz) ha ritenuto che nel periodo antico-babilonese vi fosse a Ur unasorta di centro finanziario (poremmo dire a Wall Street di quel tempo) nelquale operavano individui come Dumuzi-gamil, Shumi-abiya, Iddin-Ea, Sîn-nashi e altri. In generale tra le famiglie di banchieri privati possiamo ricorda-re quelle di Enlile-maba di Nippur (intorno al xxrv secolo a.C.), SI.A-a (xxrsecolo a.C), Idin-Lagamal di Dilbat (xrx-xvrrr secolo a.C), di Iddin-Kubela diAssur (epoca medio-assira), di Ea-iluta-bani di Borsippa (vu-v secolo a.C), diEgibi di Babilonia (vu-v secolo a.C.) e di Murashu di Nippur (v secolo a.C.),che sovente operarono per diversi decenni. Una delle figure più discusse, cheritroviamo nell'arco dei tre millenni a.C., è quella del tamkarum che alme-no secondo alcuni non sarebbe stato un semplice mercante ma una sorta dimercante-banchiere dedito anche, e non sporadicamente, a concedere presti-ti per lo più in argento. Sono state trovate anche tavolette nelle quali si par-la di depositi fatti in argento.6 Significativa appare I'attività bancaria svoltadai templi e santuari. Ad esempio, Saporetti (zooz), ma non solo,7 ritieneche nel periodo antico-babilonese queste strutfure religiose (in particolare, itempli di Shamash o di Sin) svolgessero, accanto ad una importante attivitàeconomico-commerciale, un ruolo di vere e proprie banche dedite a conce-dere non solo prestiti caritatevoli ma anche prestiti commerciali non disde-gnando di fare utili con interessi anche in misura pari a quella di mercato. Dirilievo è poi il fatto che numerosi testi facciano ad esempio riferimento a unnon meglio precisato "tasso del tempio di Shamash", con ciò facendo sorge-

a Fra questi prestiti neo-assiri ne possiamo ricordare una ventina provenienti da Assur; essi, fattodel tutto inusuale, sono scritti su piccole tavolette di argilla di forma triangolare che recavano un foroattraverso il quale passava una cordicella con la quale queste tavolette venivano legate a una pergame-na che riportava nella sua tnterezza I'atto di prestito. Anche in questi casi i prestiti erano per lo più inargento e, fatto interessante, si trattava di prestiti concessi a società dai propri soci.

5 Prowedimenti di remissione di debiti furono presi da: Ishme-Dagan Q9y-t935 a.C.); Lipit-IshtarGglq-ry2a, a.C.);Ur-Ninurta(t94-t8q6 a.C.); Erra-imitti (1868-186r a.C.);Enlil-bani (186o-1837 a.C.);lter-pisha (r833-r83r a.C.), re di Isin; Ilushuma (intorno al95o a.C.) ed Erishum I (t94o-t9to a.C.), re di Assiria; Abi-madar (intorno al ry5o a.C.); Naram-Sin (vgq-q85 a.C.) e Ibal-piEl ll (t784lro a.C.), re di Esh-nunna; Sumula-El (r88o-r845 a.C.); Apil-Sin (r83o-r8r3 a.C.); Sin-muballit (t8tz-t7St a.C.); Hammurabi(r792-t75o a.C.);Samsu-iluna(ry4g-tZpa.C.);Abi-eshukh (t7tt-r684 a.C.);Ammi-ditana 0682-úqz a.C.) eAmmi-saduqa (t646-r626 a.C.), re di Babilonia; Rim-Sin (t8zz-t763 a.C.), re di Larsa; Kashtiliash (ca. qooa.C.);Ammirabikh (fine prima metà del xvII a.C.) e Shunukhru-Ammu (ca. ú5o a.C.), re di Khana.

6 Sui depositi di argento vedasi ad esempio Charpin (r98o).7 Vedasi tra l'altro Harris (t96o), van de Mieroop (rssz), Robertson (992) e Charpin (zoo5).

lz)

tEl A P P U N T I S U L L A R G E N T O C O M E S T R U M E N T O M O N E T A R I O

re il dilemma se i templi fissassero anche dei propri tassi di interesse ai qualile parti potevano (o dovevano) fare riferimento nello stipulare i loro contrat-ti di prestito.s Charpin (zoo5) ci dice che le casse del tempio erano soggemead una puntuale contabilità e che l'argento veniva conservato in sacchetti dicuoio che venivano sigillati con etichette d'argilla da cui poteva desumersi lastessa provenienza dell'argento. Sempre per il periodo antico babilonese, manon solo, vogliamo ricordare l'attività economico-finanziaria svolta a Sippardalle sacerdotesse-nadîtu collegate con l'Ebabbar della città, cioè con il luo-go sacro residenza del dio Shamash. Gli archivi personali di queste sacerdo-tesse, ritrovati nelle loro abitaziom (gagum), evidenziano come la loro attivi-tà economico-finanziaria fosse molto attiva; esse provenivano normalmenteda nobili famiglie (si pensi che tra le sacerdotesse vi era Ilteni, la sorella diHammurabi) per cui disponevano di ingenti risorse che impiegavano in at-tività economiche di diversa natura tra le quali vi era anche I'erogazione diprestiti in argento, orzo e altri beni. Lipinski Ggzù sottolinea che nel perio-do neo-assiro il tempio di Arbela, tra gli altri, garantiva la qualità, il titolo eil peso dell'argento awalendosi di propri saggiatori e prowedendo a fonderel'argento in lingotti di peso standard per cui sembrerebbe essersi comporta-to come una Banca di Stato.e

Cosa ancor più sorprendente è che sin da quei tempi esistessero titoli alportatore e cambiah (promissory notes). Secondo molti studiosi quegli cheera creditore di una somma di argento poteva cedere questo credito ad unterzo consegnandogli semplicemente la tavoletta sulla quale era scritto que-sto credito per cui alla scadenza il debitore doveva pagare il suo debito (e gliinteressi) dando l'argento a chiunque gli presentasse la tavoletta. Szlechter(rgs8), ad esempio, ci riporta alcuni di tali testi nei quali viene detto che ildebito sarà rimborsato a chi presenterà la tavoletta. Dal canto suo van deMieroop (tggz) ci dice che nel periodo antico-babilonese la prassi di proce-dere alla compravendita di tavolette di credito doveva essere un fatto usualenella città di Ur - sebbene non molto esteso - che poteva riguardare anchetavolette nelle quali non vi era l'esplicita previsione che il debito sarrebbestato rimborsato a chi avesse presentato alla scadenzala tavoletta; in partico-lare, si ricorda il caso di Annfr (abitante nel quartiere finanziario di Ur al n.r5 del Vicolo della Chiesa) che avrebbe acquistato da due persone, Enanedue Namtinigbani, una tavoletta relativa ad un prestito di 36,4 gî. d'argento chequesti avevano concesso ad altre sei persone. Si ritiene che questa tavoletta,nella quale non figura il nome di Annù, fosse giunta nell'archivio di Annù inquanto questi aveva acquistato il relativo credito. Van de Mieroop cita ancheil caso di un prestito di 5 anni concesso al banchiere Dumuzi-gamll e a un

8 Sul tema dei templibanche si può vedere ad esempio Lafont (zoor)." Sulle banche nel Vicino Oriente Antico vedasi anche Bogaert Q966).In definitiva si awerte la man-

canza di uno studio complessivo e organico sul ruolo delle banche-tempio che partendo da quelle delVicino Oriente Antico attraversi il mondo delle banche-tempio del periodo greco, ellenistico, romano,medioevale, ecc. per giungere ai tempi nostri

222 O D O A R D O B U L G A R E L L I lql

suo socio, prestito che alla scadenza sarebbe stato rimborsato non pagandoil creditore originario, bensì altre due persone che evidentemente dovevanoaver acquistato il credito. Comunque il fenomeno riguardò non solo il perio-do antico-babilonese ma anche altri periodi come quello medio-assiro.lo

Rilevante il ruolo dell'argento nelle compravendite dei beni più diversicome terreni, case, schiavi, beni vari, animali, ecc.11 Centinaia e centinaia

10 Per le cambiali - promissory note (note di credito) vedasi tra gli altri, anche Charpin QgSz).11 Steinkeller (1989), Gelb, Steinkeller e Whiting (1989) e molti altri si sono interessati al tema perl'epoca accadica e di Ur III. Per quest'ultimo periodo possiamo ricordare, a titolo di esempio, un grup-po di alcune decine di testi provenienti da Umma che riguardano rendiconti semestrali di argento ebeni vari (orzo, pesci, datteri, fichi, ecc.) che I'amministrazione consegnava ai mercanti affinché essiacquistassero con questi beni altre merci, non di produzione locale, di cui l'amministrazione necessi-tava. In proposito vedasi a esempio Snell (1982 e 1988). Sempre per il periodo di Ur III possiamo ricor-dare due importanti rendiconti pubblicati da D'Agostino-Pomponio (zoo5); anche essi provengono daUmma e vi figurano movimenti di argento per alcune decine di mine; le entrate di argento nelle cassedell'amministrazione di Umma sono dovute alla vendite di beni vari come datteri, mele, farina, canne,penne d'uccello, pecore, capre, buoi, ecc., mentre le uscite erano dovute alla necessità di fare anelli, dicambiare argento con oro, oftire doni a funzionari, preparare stendardi e, infine, fornire assegnazionia mercanti per innestare questi procedimenti di acquisti, cui abbiamo sopra accennato. Per il periodoantico-babilonese Simonetti (zoo6) ha analizzato 95o contratti di compravendita di terreni e case pro-venienti da una ventina di siti tra cui Larsa, Sippar, Nippur, Ur, Nebertum. In particolare da Terqa iro-viene un piccolo, ma interessante archivio privato delle famiglia Puzurum i cui documenti datano allafine del xvrrr sec. a.C. Tra l'altro vi sono alcuni contratti di acquisto di campi (iJcuiprezzo va da unminimo di 5 sicli ad un massimo di zl3 mina e I sicli di argento), l'acquisto di una casa (per tl3 minae + sicli di argento) e un prestito ottenuto dal Tempio di Shamash di s % sicli di argento in cui è dettoche "egli restituirà al (tempio del dio) Shamash l'argento e l'interesse quando egli sarà in buona salutee solvibile", clausola questa che ricorre anche in altri testi della specie. Nei contratti di acquisto di Terqasono previste pesanti sanzioni (anche ro mine di argento) per coloro che avessero impugnato l'atto. E'anche previsto che nessun reclamo poteva essere a'vaîzato nel caso di prowedimento di annullamentodi debiti; quest'ultima condizione si presta a non univoche interpretazioni. Sono anche previste inden-nità in argento a favore di terui e talvolta degli stessi testimoni; in alcuni casi è indicata la somma inargento da corrispondere allo scriba che ha redatto l'atto, somma che poteva essere di %, y2 o r siclo diargento. Come si può constatare l'argento entra in molteplici aspetti dell'attività economica di questafamiglia, attività che d'altronde non doveva essere dissimile da quella di altre famiglie del tempo.

Tra i documenti antico-babilonesi provenienti da Larsa ne abbiamo un gruppo nel quale si parla dellaraccolta e della vendita di pesci, datteri, aglio e lana regolate sempre in argento. Questi testi sono stati og-getto di ampie discussioni sulle quali si può vedere Stol (r9sz). Sempre di questo periodo possiamo ricor-dare un altro gruppo di tavolette provenienti da Sippar che riguarda somme in argento (talvolta in altribeni) pagate da proprietari terrieri a intermediari che dovevano impegnarsi a procurare a tali proprietariterrieri, per il tempo del raccolto, un certo numero di mietitori. Sull'argomento si può vedere Stol (1976).Da Tell Sifr provengono un centinaio di testi, che datano dalla metà del xrx alla fine del xvur secolo a.C,che trattano dell'acquisto di terreni, fitti, eredità, donaztoni, ecc. In essi è sempre l'argento a fungere damezzo di pagamento. Gli studiosi ritengono che almeno una parte di questi testi appartenesse all'archiviodella famiglia di SilliEshtar. Tra i molti sfudiosi che si sono interessati a questo archivio possiamo ricor-dare Rawlinson, Smith, Strassmaier, ecc. e Charpin (r98o). Interessanti anche le lettere (più di una venti-na) del xvrrl secolo a.C. che Sidqum-Lanasi (forJe il gran visir del regno di Karchemish)ìnvia al sovranodi Mari, Zimn-Lim. Egli, con adulazioni, raffinatezzama anche minacce, svolge una importante attivitàcommerciale trattando direttamente con il re di Mari l'approwigionamento di legno, vino, cereali e al-tri prodotti. I quantitativi sono notevoli; in una di queste lettere si parla ad esempio di 18.6oo gur di grano(oltre z.ooo tonnellate) per trasportare le quali sarebbero occorsi una sessantina di battelli della stazza di36 tonnellate. Anche qui gli acquisti di tali merci aweniva pagando con argento; in proposito vedasi La-font (r99r). Per avere qualche indicazione sul ruolo che l'argento ha svolto nel periodo successivo al r5ooa.C. si può vedere Pedersén (1998) dove si danno sintetiche notizie sul ritrovamento dei testi di numerosis-simi archivi datati tra il r5oo e il 3oo a.C. Di nuovo da queste notizie è possibile trarre importanti spunti diriflessione sull'uso dell'argento per regolare le più diverse operazioni, tra cui nuovamente numerosi pre-stiti. A titolo di esempio ricordiamo per tutti che, per il periodo medio-assiro, nelle diverse zone della cittàdi Assur sono stati scoperti 14 archivi tra i quali vi è, ad esempio, quello della famiglia Kidin-Adad le cui r4otavolette sono da assegnare prevalentemente dal r4zo ah3oo a.C.; di esse circa la metà sono prestiti, anchegarantiti da terreni; vi sono poi acquisti di campi, ricevute, testi legali, adozioni, eredità, ecc.; in questo ar-chivio, come negli altri, è nuovamente di rilievo la funzione dell'argento coÍnemezzo di pagamento.

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di testi dei tre millenni a.C. ci dicono che questi beni venivano sovente ac-quistati contro argento. In alcuni casi (acquisto di schiavi) l'unico rnezzo dipagamento usato nei tre millenni a.C. è l'argento. Si tenga presente che nel-le compravendite (e non solo) figurano anche clausole con le quali le partisi impegnano a non contestare il contratto stipulato; tali clausole potevanoprevedere - come ad esempio a Emar e nel periodo neo-assiro - pesantissimesanzioni da pagare in argento e oro per coloro che avessero impugnato taliatti o fossero stati a loro riguardo inadempienti.

L argento era in parte usato anche nei fitti dei campi e molto spesso inquelli di case. Pomponio (1978), ad esempio, fa un'analisi molto dettagliatadi piu di duecentocinquanta contratti di fitti di terreni del periodo antico-babilonese destinati alla produzione cerealicola nei quali, se è vero che il ca-none era normalmente pagato in orzo (salvo alcuni casi in cui era pagato inargento), è pur vero che molto spesso questi atti prevedevano anche un pa-gamento anticipato in argento.

Pieni di riferimenti all'uso dell'argento come rnezzo di pagamento sonoanche i testi riguardanti imposte e tasse, vertenze giudiziane, sanzioni,donazioni, adozioni, matrimoni, ecc., insomma tutti i momenti più im-portanti della vita quotidiana.rz

A partire da Ur-Namma le stesse "l.ggi" della Mesopotamia parlano del-l'argento e dell'orzo come mezzo di pagamento in una pluralità di casi. Adesempio, nei z7o articoli del Codice di Hammurabi più del ZZo/o delle sanzio-ni fanno riferimento all'argento, mentre 1l ryo/o parla dell'orzo. Essi fissano inargento risarcimenti, remunerazioni, noli, prestiti e una molteplicità di altrefattispecie a conferma della funzione, non certo secondaria, svolta da que-sto rnezzo di pagamento, oltre che dall'orzo.Tale Codice giunge financo aprevedere che se un creditore prende un tasso di interesse superiore a quel-lo stabilito dal decreto reale, perde ogni diritto sulla somma data in presriro(art. 9r); è anche prescritto che deve essere considerato nullo il versamentodi argento a un mercante se questi non ne rilasciava ricevuta (art. ro5).

Le stesse iscrizioni reali dei sovrani babilonesi e assiri (nelle quali indub-biamente il fine propagandistico ha fortissima influ enza) danno 1l prezzo inargento di alcuni dei principali beni di quel tempo (orzo, olio, lana, datreri,lardo, vino e rame).13 Ora si deve ritenere che, per raggiungere la finalità di

12 In tema di tasse possiamo ricordare un gruppo di testi provenienti da Mari (xvrrr secolo a.C.).Tali tavolette documentano come a Terqa esistesse un posto doganale nel quale si riscuotevano le tasse(normalmente in argento) sia sul commercio fluviale interno che su quelló proveniente da altri regni.Le.aliquote erano diverse a seconda della merce trasportata (per lo più olio,ìino e grano).

13 Per le iscrizioni del periodo antico-babilonese ricordiamo quella di Nur-Adad éi La.t" (1865-185oa.C.): "Durante il mio regno felice,,secondo Ilprezzo di mercato vigente, si poteva comprare per r sicio

{.a1gen19 z gur d'orzo, zo litri di olio, ro mine di lana e 10 gur di dàtteri". ù sono poi quelle'analoghedi Sin-iddinam di Larsa (t849-t84 a.C.), Sin-kashid di Uruk-(rao5-rg3 a.C.) e di Shàmshì-Adad t air-sur (r8rz-r78o a.C.). Per il perido neo-assiro possiamo ricordare i due noti prismi (A e B) di Assurbanipa l@aa-aze a .C . ) i ncu iè t ra l ' a l t rode t to : "Tzemarud io rzo ,2emarud iv ino , zsa t id io l i o . r ta len todi lana dovunque nelle mie terre il tasso di cambio è eccellente, (ogri cosa) si può acquistare con r si-clo d'argento".

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esaltare la politica regale, il messaggio dovesse avere una certa diffusione; ma

è proprio per perseguire il suo scopo che il messaggio doveva far riferimento

a fatti reali del vivere quotidiano, fatti cioè che la gente ben conosceva, come

appunto dovevano essere quelli che riguardavano rprezziin argento che essi

dovevano pagare per acquistare le principali merci del tempo; in caso con-

trario i destinatari del messaggio non lo avrebbero compreso, o addirittura

1o avrebbe ritenuto fallace, ed esso non avrebbe conseguito lo scopo prefisso

o addirittura ne avrebbe procurato uno opposto.

Purtroppo la vastità dell'argomento non ci permette di fare neppure un

breve cenno sui numerosi altri casi in cui l'argento funge da mezzo di pa-

gamento; gli stessi riferimenti qui fatti sono stati necessariamente sintetici;

anche i riferimenti bibliografici non possono essere esaustivi, né dare una

visione completa delle opinioni espresse dagli sfudiosi sui temi trattati. Pur

con questi limiti, appare evidente che la presenza non marginale di un rnezzo

di pagamento, di una "moneta", incide profondamente sul tipo di economia

con la conseguenza che la stessa economia va vista sotto una luce diversa

anche per riguardo alla società.

L argento condivise questa sua funzione con I'orzo e, in alcuni periodi,

con il rame e lo stagno (annaka) o altri beni più raro fu l'impiego dell'oro

come mezzo di pagamento presente, ad esempio, in epoca cassita. Fu però

l'argento il "vero" strumento monetario di quel tempo; esso fu rnezzo dr

pagamento, misuratore di valore dei beni, mezzo per tesaunzzare ricchez-

za; rnaneegevole da usare, richiedeva poco spazio per la sua detenzione e

poteva essere conservato per un periodo di tempo indeterminato senza de-

perire. Insomma esso fu la "moneta", il "denaro", di quel tempo; con esso

si compravano terre, case, schiavi e beni di ogni genere, si facevano prestiti,

si trasferivano crediti, si pagavano tasse, sanzioni e fitti, si svolgeva un'attivi-

tà bancaria; esso interveniva in donaziottr, matrimoni, divorzi; insomma era

presente in una straordinaria pluralità di operazioni.la

Vale la pena di richiamare qui la funzione dell'argento come misuratore

di valore dei beni, questione che ha a che fare con il problema del 'baratto"

Si tende troppo spesso a enfatizzare tale ruolo per sostenere che in effetti l'ar-

gento non circolava, o circolava poco tra la gente. Secondo questa tesi il rife-

rimento all'argento fatto nelle tavolette sarebbe servito molto spesso sempli-

cemente per fornire un valore di riferimento ai beni venduti, mentre in realtà

il compratore non pagava con argento ma con "altri beni" (utll:z;zando cioè

la forma del baratto). Ma quali erano questi "altri beni" e in quali quantità si

sarebbero dovuti dare se sulla tavoletta non era scritto alcunché a questo ri-

guardo? Si può dawero pensare che uno "scriba-notaio", la cui tavoletta do-

veva garantire la corretta esecuzione dell'operazione, non annotasse una par-

te così importante (determinante) dell'operazione che si stava compiendo?

t' Sull'argento-denaro si può tra l'altro vedere Radner Oggù; Caccamo Caltabiano-Radici Colace(tssz) ; Cribb (zoo4) ; Bulgarelli (zoot-zooz-zoo5).

[6]

lzl A P P U N T I S U L L A R G E N T O C O M E S T R U M E N T O M O N E T A R I O 225

Quella tavoletta doveva servire da prova (da esibire eventualmente dinanzi aun giudice) su come si era svolta I'operazione; e come avrebbe fatto il giudi-ce a dare un giudizio sulla coîfettezza dei comportamenti delle parti se dallalettura della tavoletta non era possibile ricavare tutti gli aspetti del dare e del-l'avere tra le parti? E ancora, sulla base di quali accordi non scritti le parti rego-lavano I'operazione? Per le parti e per lo scriba non sarebbe stato più semplicescrivere I'operazione così come si stava realmente svolgendo evitando possi-bili contestazioni tra le parti al momento di regolare I'operazione, cioè al mo-mento di scambiarsi concretamente i beni? D'altronde molto spesso lo scribausa, come nelle leggi, i termini "pesera", "vuserà" (o formule simili) l'argen-to; ciò signifca, inequivocabilmente, che I'operazione doveva essere regolatadando materialmente argento e non altri indefiniti beni. Ciò è chiaro anchein altri testi in cui non si ricorre esplicitamente a tali termini. I casi suddettisono questi normalmente ricorrenti con la conseguenza che il numero delletavolette nelle quali l'argento funge da misuratore di valore dei beni - pur nonmancando - si riduce a ben "poca cosa" rispetto alle migliaia e migliaia di testinei quali l'argento funge da vero e proprio rnezzo di pagamento, funge cioèda moneta.15 Che l'argento circolasse è dimostrato dal fatto stesso che i testici parlano sovente dei "pesatori dell'argento", soggetti che secondo Steinkel-ler (1989: g2-g3), ad esempio, sarebbero stati presenti in ogni operazione di ac-quisto contro argento. Tali "pesatori dell'argento" potevano fungere anche dasaggiatori di questo metallo prezioso, con ciò confermando la loro importan-za nel gar antire un a corretta circ ol azione dell' argento.

E ora il caso di esaminare i testi ritrovati nelle case private del karum di Ka-nish (Anatolia) a chiara comprova del ruolo frnanziario svolto dall'argentonel commercio a lunga distanzatra Kanish e Assur nel xrx-xvlr secolo a.C.16

La scelta è caduta sulla documentazione di questo sito perchè esso ci ha"donato" uno degli archivi più interessanti dell'antichità sotto il profilo mo-netario e finanziario. Il numero delle tavolette pervenute è rilevante, piùdi zz.ooo testi di cui solo una parte (circa un quarto) pubblicate, ma nono-stante ciò l'archivio si presenta già ricchissimo di informaziom sugli scambicommerciali di natura privata tra la città assira di Assur e quella anatolicadi Kanish; vi figurano contraffi, rendiconti, prestiti, interessi, debiti, tasse,decime, spese, doni, costituzione di società e associazionicommerciali,lT di-

tt Sul problema dell'uso dell'argento come misuratore di valore dei beni piuttosto che come mez-zo dipagamento, si può tra l'altro vedere Oppenheim Qgzù; Powell (tszù; Snell (1982); anche Curtis-Hallo (re59); Hallo Q996) e Lambert Gg6ù.

1ó Gli utili prodotti da questa commercio, che si snodava lungo un percorso di circa r.ooo chilome-tri. variavano dal roo al zoo oer cento.

17 Rilevante sotto il profiio economico è la presenza di società e associazioni commerciali presentinon solo al tempo di Kanish, ma anche in epoche precedenti e successive. Lo stesso art. gg del Codicedi Hammurabi dichiara: "Se un uomo a un (altro) uomo argento per una società ha dato, il guadagnoe la perdita che ci sono, davanti al dio in parti uguali divideranno". Quindi si tratta della costituzionedi una società il cui capitale era costituito con versamenti di argento e i cui utili sono ripartiti in par-ti uguali tra i soci.

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stribuzione utili, ecc. che riguardano i mercanti assiri che, insediatisi nellacolonia assira di Kanish, importavano (tramite carovane di asinirs) tessuti estagno da Assur pagandoli essenzialmente con argento. La merce giunta aKanish veniva poi smistata in tutta l'Anatolia awalendosi di una rete di altrecolonie assire (una trentina) chiamate anch'esse kLrum (se avevano una vastaautonomia) o wabartum (se dipendevano da un karum).re

Purtroppo non sono stati ritrovati gli archivi di Assur (e delle altre colo-nie) che sarebbero stati straordinariamente utili per poter meglio ricostruirei rapporti commerciali e frnanziari tra le due città e ie altre colonie, sui qua-li però abbiamo già molte informazioni.Inoltre, Liverani Ogg) suggerisceche altre reti commerciali di questo tipo potessero esservi in quel tempo nelVicino Oriente Antico, il che confermerebbe una ancor maggiore espansio-ne del ruolo monetario dell'argento il quale risulta comunque già ben do-cumentato in tutta la Mesopotamia dal ritrovamento di migliaia tavoletteanche se non collegate a reti commerciali del tipo di quella Kanish/Assur.Si tenga anche presente che gli ingenti quantitativi di argento giunti ad As-sur (si tratta di decine di tonnellate di questo metallo preziosozo), almeno inparte, dovevano essere usati da questa città per acquistare beni come lo sta-gno da inviare a Kanish che, non essendo presente in Assiria, doveva esserea sua volta importato dall'Elam che, verosimilmente, doveva essere pagatodagli Assiri in argento. Si consideri, inoltre, che l'altro bene di esportazione,i tessili, se in parte era prodotto localmente, era anche acquistato, per gliesemplari di maggior pregio, dalla Babilonia, e anch'esso pagato con ogniprobabilità in argento. L Elam e la Babilonia, a loro volta dovevano, almenoin parte, usare questo argento per fare altri acquisti (dentro o fuori il proprioterritorio), e così via di seguito.

Vediamo quindi come l'argento, scavato nelle miniere dell'Anatolia e invia-to ad Assur, andava ad alimentare un circuito monetario sia all'interno, siaall'esterno dell'Assiria e sia all'interno e probabilmente all'esterno dell'Elame della Babilonia, per cui la circolazione monetaria dell'argento tendeva sem-pre più ad espandersi "a cascata" pet effetto di tale commercio.

Detta attività non vedeva coinvolti solo privati, ma anche autorità pubbliche ("Rappresentante del dio Assur",

'Assemblea della città", ecc.), il che con-

ferma come essa fosse di primaria importanza per quel tempo. Un'ulteriore

18 In un testo si parla di una carovana formata da 3oo asini e 3oo uomini. Michel (zoor) ci dice che lacarovana più importante attestata nei documenti di Kanish trasportava un carico superiore a 4oo talen-ti di stagno (lz tonnellate) per il quale fu impiegato un capitale di ben 3o talenti di argento (9oo chili),una somma imponente.

le In verità dai testi sinora pubblicati emerge che l'argento e lo stagno - e talvolta l'oro, il rame ela lana - svolsero in questo commercio una funzione di mezzi di pagamento. In particolare l'argento,l'oro e lo stagno furono il denaro usato negli scambi commerciali e finanziari tra Kanish e Assur, men-tre all'interno dell'Anatolia furono spesso usati come mezzi di pagamento rame e lana.

20 Notevoli quantitativi di metalli preziosi, anche se minori rispetto a quelli di Kanish, li ritroviamo5oo anni prima nei testi di Ebla. Successivamente, altri ingenti quantitativi di oro e argento li troviamonei documenti assiri dell'vrrr-vrr secolo a.C.

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conferma deriva poi dal fatto stesso che attorno a questo commercio insi-stevano una pluralità di soggetti: ditte commerciali, mercanti, spedizionieri,trasportatori, capi carovana, prestatori di fondi e banchieri, garanti, agenti,rappresentanti, impiegati, scorte e sorveglianti, ecc.

Durante il percorso le carovane sostenevano spese e pagavano tasse di va-ria natura che potevano arrivare anche a qualche decina di mine d'argento(e stagno); per non pagare le tasse i mercanti ricorrevano talvolta al con-trabbando, evitando i posti doganali o corrompendo i funzionari, fenome-no questo attestato in diversi documenti di Kanish che confermano come ilcontrabbando abbia origini lontane; pesantissime multe e anche l'imprigio-namento attendevano i colpevoli scoperti di questo reato o dell'importazio-ne-esportazione di merci proibite al commercio privato, come il ferro me-teorico o alcuni tipi di pietre.

Insomma abbiamo testimonianza di un'importante, complessa e articolatastruttura economica in cui il ruolo dell'argento come mezzo di pagamento(e talvolta come misuratore di valore dei beni) appare di primaria importan-za. Quindi è l'argento ciò che fa "girare" questo commercio ed è l'argentoprestato dai singoli e dai banchieri che agevola questi scambi nei quali inter-vengono, come si è visto una pluralità di soggetti diversi (privati e pubblici)tra cui società ed associazioni.zl

Ne deriva uno spaccato di una società che in epoca paleo-assira, per svol-gere questa attività commerciale, si era dotata di strumenti economico-fi-nanziari alla cui base vi era l'uso dell'argento-moneta.

In definitiva quel che abbiamo inteso porre in evidenza è che l'argentosvolse in quei tre millenni a.C. un ruolo monetario superiore, forse moltosuperiore, a quello che talvolta si è portati a credere. Come abbiamo vistola documentazione dice che esso era presente nei diversi momenti della vitadi quelle genti; i templi e i privati se ne awalevano per fare prestiti e ognigenere dt operazioni; i privati lo usavano nelle cessioni di crediti, costituzio-ne di società di ogni tipo, acquisto di beni, pagamento tasse e sanzioni, perfare offerte ai templi, per pagare talvolta salari, ecc.; lo usava 1l palazzo perriscuotere tasse, fare acquisti, ecc. La presenza dibanche (private e non), an-che se "primordiali", integra questo quadro economico-finanziario nel qualesono presenti importanti strumenti economici efinanziari che, seppur in for-me indubbiamente più evolute, troviamo poi presenti nei nostri tempi con laconseguenza che, se noi vogliamo indagare sulle le origini di tali strumentimoderni, dobbiamo rifarci al Vicino Oriente Antico di molti millenni fa.

2r La funztone svolta dai diversi tipi di società e associazioni, e più in generale quella dei mercanti,è oggetto di analisi ed approfondimenti e tutt'ora non si è giunti ad opinioni univoche. Ad esempio,negli ultimi 3o anni si è ampiamente discusso sul ruolo dei mercanti durante la III dinastia di Ur. Sru-diosi come Englund, Limet, Neumann, Powell, Sigrist-Butz, Snell, Steinkeller, van de Mieroop e Younghanno analizzato il problema non pervenendo però ad univoche conclusioni; vedasi anche Mièhel Gggl-zoor) e Weenhof Qgzz).Sui molteplici prestiti di questo periodo si può inoltre vedere Rosen Q9v) cheha studiato 19o contratti della specie.

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