Presentazione a "Pineto d'inverno"

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Pineto d’inverno:la biografia territoriale come metodo per un progetto implicito

di Tosca Bertini

Con il contributo di:ARKEDI ASSOCIATIVia Spallanzani, 16 rosso - 50139 Firenze

Con il patrocinio del CITTÀ DI PINETO

Questa pubblicazione è un estratto della tesi di laurea “Pineto d’inverno: la biografia territoriale come metodo per un progetto implicito” discussa il 30 aprile 2014 presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, relatore prof. Giuseppe De Luca.

Edizione e stampa: La Cassandra Edizioni - 64025 Pineto (TE)Zona Ind.le Via dell’Artigianato, 7aTel. 085.9463084 - Fax 085.9461013www.lacassandraedizioni.com [email protected]

ISBN: XXXXXXXXXXXXXXX

Finito di stampare nel mese di settembre 2014

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PRESENTAZIONE

Scavare, selezionare, interpretare è una delle principali doti che viene richiesta ad un architetto. Nel notissimo libro Sei lezioni sulla storia (Einaudi 1966), Edward Hallett Carr, in modo assertivo dichia-ra che «Come qualsiasi scienziato, lo storico è un animale che si chie-de continuativamente: perché?». Perché come svelamento, del tipo “il passato spiega il presente"; perché come rassicurazione, del tipo "come si inserisce la nostra vita in un profilo di avvenimenti". Que-sta seconda prospettiva è quella più innovativa, secondo lo storico e filosofoGeorges Duby che, nel volume Donne nello specchio del Medioevo (Laterza 1995) scrive: «occuparci di storia significa anche, di fatto, rassicurarci, perché abbiamo bisogno di conoscere quali sono gli elementi del passato che possono infonderci fiducia».

Mi sono venuti in mente questi riferimenti quando un anno fa To-sca Bertini mi ha fatto conoscere i suoi primi appunti e i suoi primi la-vori sulla storia di Pineto. Riferimenti, in apparenza, troppo impegna-tivi per una storia locale, ma essenziali per interrogarsi su un luogo, per tentare di svelarne i momenti salienti, le alterità e le stratificazioni che via via si depositano nel tempo.

Come fare se non si è storici di formazione? Come tentare di sve-lare i fatti salienti che hanno strutturato e dato senso ad un luogo? Ricorrendo al metodo della biografia che, nel caso di Pineto, ha preso le sembianze di una biografia di un territorio.

Approccio di ricerca biografico che ha preso avvio nel campo so-ciologico negli anni Ottanta del Novecento, e ha poi via via investito anche altre discipline, fino a raggiungere, seppur timidamente, anche quelle dell’urbanistica e dell’architettura. L'obiettivo è stato sempre comune a tutte le discipline: applicare il metodo biografico come la-voro interpretativo di eventi, esperienze e strategie relative all'evolu-zione di una società o di un territorio. Proprio per questo la biografia

è, prima di tutto, un testo narrativo in cui si racconta, e si interpreta insieme, la storia di qualcuno o di qualcosa contestualizzandola in più ampi avvenimenti generali, o meglio interpretando le trasformazioni locali e le sue varianti alla ricerca di differenze, momenti di rottura, alterità.

Se applichiamo questo metodo ad un territorio, la biografia di-venta “territoriale” e il suo obiettivo principale è legato all’interpreta-zione delle trasformazioni che è possibile narrare, dei modi nei quali avvengono e sono avvenute, dei soggetti che le hanno promosse e li sostengono ancora, delle loro intenzioni, delle tecniche utilizzate, dei risultati stratificati che si possono osservare, degli esiti avuti, dei problemi che di volta in volta sono stati generati e come sono stati trattati.

Un approccio da pianificatore urbanista dunque, che si interroga sul presente alla ricerca del progetto implicito che lo ha generato e dei collegamenti seminali che nelle varie fasi del suo formarsi ha richia-mato, ha adattato, ha interpretato.

Per biografia territoriale non si deve intendere, dunque,un elenco di avvenimenti, né una selezione di documenti e di oggetti, e nem-meno un insieme di opere, di progetti, di norme o consuetudini che hanno preso corpo nello spazio, bensì le tracce di un vasto insieme di pratiche: quelle del continuo e consapevole modificare lo stato del territorio e della città come aiuto per interpretare assetti ed evoluzioni di fenomeni, tendenze, regole.

Il libro su Pineto si inscrive in questa tradizione, con un obiettivo: svelare i momenti salienti della sua formazione, evoluzione e assetto, sforzandosi anche di interpretare come questa formazione, evoluzio-ne e assetto avrebbe potuto accentuarne la sua immagine finale se solo le teorie e i modelli di riferimento fossero stati reinterpretati appieno e trasformati in “caratterizzazione” locale.

Giuseppe De Luca

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INDICE

p. 3 PRESENTAZIONE

p. 7 1. INTRODUZIONEPerché Pineto, perché l’UrbanisticaPerché una biografia territoriale e cos’è un progetto implicito

p. 11 2. MORFOLOGIA TERRITORIALE: NATURA E ARTIFICO La provincia di Teramo e lo “zoccolo collinare”

Aree Protette – Parchi naturali e artificialiBreve descrizione morfologica di Pineto

p. 18 3. SEZIONE DI VALLE ANTE ANNO ZEROIl cammino dal paleolitico all’età modernaParallelismi costieri

p. 26 4. MODELLI DI SVILUPPO NEL TEMPOAnno 1850 circaAnno 1918Anno 1958Anno 1973Anno 2013, oggi

p. 40 5. PERMANENZE URBANO-TERRITORIALIPerchè una storia a ritroso?2013: contemplazione del presente 1985: approvazione del PRG1973: gli effetti del ‘boom’1958: ultimi rapporti di produzione tra uomo e naturaChiodature urbane permanenti

p. 48 6. SCENARI URBANI ALTERNATIVIDi cosa stiamo parlando?Città giardino - 1850Città agricola - 1918Città industriale - 1918Villa Filiani - 1958Città Porto - 1958Città sul mare - 1973Metropoli - 1973Potenzialità e aberrazioni risultanti

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p. 58 7. IDENTITÀ - ALTERITÀ: IERI, OGGI, DOMANI

L’Abruzzo: dal monte al mareLe immagini di PinetoUna tradizione inventataPineto d’inverno

p. 65 8. DIREZIONI PROGETTUALIDa dove cominciareAzioni possibili volte alla valorizzazione del territorio2013: scenario positivo/scenario negativoStrumenti e metodiche

p. 73 9. QUESTIONI APERTE

p. 76 10. BIBLIOGRAFIA RAGIONATA

p. 80 TAVOLE