Mon. De Bray

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MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI © BOLLETTINO D’ARTE CASA EDITRICE LEO S. OLSCHKI Estratto da ARNOLFO DI CAMBIO: IL MONUMENTO DEL CARDINALE GUILLAUME DE BRAY DOPO IL RESTAURO Volume Speciale (2009 -Serie VII) LORENZO LAZZARINI IL MONUMENTO DE BRAY NELLA CHIESA DI SAN DOMENICO AD ORVIETO. IDENTIFICAZIONE DELL’ORIGINE DEL MARMO DELLE SCULTURE

Transcript of Mon. De Bray

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI ©

BOLLETTINO D’ARTE

CASA EDITRICE LEO S. OLSCHKI

Estratto da

ARNOLFO DI CAMBIO:IL MONUMENTO

DEL CARDINALE GUILLAUME DE BRAYDOPO IL RESTAURO

Volume Speciale (2009 -Serie VII)

LORENZO LAZZARINI

IL MONUMENTO DE BRAY NELLA CHIESADI SAN DOMENICO AD ORVIETO.

IDENTIFICAZIONE DELL’ORIGINE DELMARMO DELLE SCULTURE

Introduzione

Il monumento al Cardinale De Bray appariva, anchead un sommario esame autoptico, costituito da marmidiversi, facendo così sorgere il sospetto di un riutilizzoe riassemblaggio di marmi di recupero da manufattiantichi. Allo scopo di comprovare questa evidenza, poiaccertata, venne eseguita nel 1995 una campionaturadalle principali parti scolpite; i campioni così raccoltifurono sottoposti a indagini di laboratorio, essenzial-mente di tipo minero–petrografico, condotte dalloscrivente, ed isotopico, eseguite dal prof. Bruno Turidel Dipartimento di Scienze della Terra di Roma.1)

Metodologie utilizzate per l’identificazione della prove-nienza dei manufatti marmorei esaminati

Tutte le determinazioni sono state eseguite sullamedesima piccola scheggia di marmo campionatamediante uno scalpellino ben affilato da parti lasciategrezze, o nascoste, di ciascun manufatto, e comunquein modo da procurare il minimo danno possibile, e ilmeno visibile. Dalla scheggia si è ricavato un fram-

mento minuto che è stato ridotto in polvere in mor-taio di agata per l’analisi diffrattometrica (Rad. CuKa/Ni a 40 KV, 20 mA) finalizzata alla determinazionedell’eventuale presenza di dolomite e, successivamen-te isotopica. Il frammento più grosso è stato inveceinglobato in resina poliestere, sezionato, e di seguitoutilizzato per la preparazione di una sezione sottilestandard, successivamente studiata petrograficamentein dettaglio al microscopio polarizzatore. Questo stu-dio è servito ad evidenziare i minerali accessori esecondari diversi dalla calcite/ dolomite, cioè dei prin-cipali costituenti di tutti i marmi, nonché gli altriparametri dei cristalli di calcite/dolomite e della strut-tura cui essi danno luogo, utili alla determinazionedelle cave di origine. Sono stati così determinati:

– MGS (Maximum Grain Size), dimensione massi-ma dei grani di calcite, parametro di notevole impor-tanza diagnostica come evidenziato da recenti studi(MOENS ET ALII, 1988), essendo legato al grado meta-morfico (temperatura) raggiunto dai marmi;

– forma dei contorni dei grani, anch’essa collegataal tipo di evento/i metamorfico/i che ha/hanno gene-rato il marmo;

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LORENZO LAZZARINI*

IL MONUMENTO DE BRAYNELLA CHIESA DI SAN DOMENICO AD ORVIETO.

IDENTIFICAZIONE DELL'ORIGINE DEL MARMO DELLE SCULTURE

1 – MICROGRAFIE DELLE SEZIONI SOTTILI DELLA CAMPIONATURA DELLE PRINCIPALI PARTI SCOLPITE ESEGUITA NEL 1995:a) CAMPIONE L1 – STRUTTURA OMEOBLASTICA POLIGONALE = MARMO DI CARRARA

b) CAMPIONE UB–2 – STRUTTURA ETEROBLASTICA A CALCESTRUZZO = MARMO PROCONNESIO

In entrambi i casi, il lato lungo dell’immagine, su formato 13,5 × 10 cm, è pari a 2 mm.

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– tipo di struttura (omeoblastica = con grani isodia-metrici, eteroblastica = con grani di diverse dimensio-ni, e a mosaico, a calcestruzzo, lineata, stressata, ecc.),in diretta relazione con il tipo e le modalità di svilup-po ed evoluzione del metamorfismo.

Per il dettaglio dell’indagine petrografica si è tenutoconto soprattutto di studi specifici sui marmi antichi(LAZZARINI ET ALII, 1980), nonché di trattati classici dipetrotettonica (SPRY, 1976) (figg. 1 a–b)

Le analisi isotopiche sono state eseguite medianteuno spettrometro di massa dedicato secondo il meto-do introdotto da McCrea (1950). Sono stati determi-nati i valori dei rapporti 18 O / 16 O e 13 C / 12 C espres-si rispettivamente come d18O e d13C propri dei varimarmi impiegati in età greca e romana. La composi-zione isotopica dell’ossigeno e del carbonio, così comequella di altri elementi a basso numero atomico, vieneconvenzionalmente espressa in termini della “unità d”,definita come :

δcamp = ( Rcamp / Rstd – 1) x 1000

dove Rcamp e Rstd rappresentano il rapporto isotopi-co considerato (18 O / 16 O e 13 C / 12 C rispettivamenteper l’ossigeno ed il carbonio ) nel campione ed in unopportuno standard di riferimento (CRAIG, 1957). Peril C e l’O, lo standard internazionale adottato è notocon la sigla PDB (calcite del rostro della BelemnitellaAmericana della formazione Pee Dee della Carolinadel Nord).

I risultati degli esami petrografici e delle analisi iso-topiche sono stati confrontati con la banca dati attual-mente più aggiornata per i principali marmi usati inantico (GORGONI ET ALII, 2002); in particolare, i datiisotopici sono stati inseriti nei diagrammi di riferi-mento colà riportati.

I risultati ottenuti e loro discussione

I risultati dell’esame minero–petrografico e isotopi-co sono riportati in Tabella 1, dove è anche indicata laprovenienza del marmo. Come si può vedere, la stra-grande maggioranza dei manufatti esaminati è costi-tuita da marmo lunense dalle cave di Carrara; solodue di essi, la statua della Madonna e il listello sopra-

TABELLA 1 – RISULTATI DELLE ANALISI DI LABORATORIO DEI MARMI

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stante la lastra della camera ove è disposto il giacente,sono di marmo proconnesio, proveniente cioè dall’iso-la di Marmara nel mare omonimo (attuale Turchia).Quest’ultimo marmo, essendo stato largamente utiliz-zato in età romana e bizantina (MONNA, PENSABENE,1977), è quasi sicuramente di reimpiego da spolia anti-che. Tutti gli altri manufatti invece, a giudicare dallanotevole omogeneità dei loro valori isotopici che stan-no quasi sempre in un intervallo di 0.5 d, dovrebberoavere una unica origine, probabilmente dalla stessacava. Essendo stata, nei successivi studi, provata laprovenienza di spoglio della gran parte dei marmiimpiegati nel monumento, la loro omogeneità potreb-be testimoniare la provenienza da un unico monu-mento antico, smantellato e riutilizzato.

* Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi, Dipartimentodi Storia dell’Architettura, Università IUAV di Venezia.

1) Il collega è nel frattempo mancato e dunque mi è d'obbli-go integrare al mio testo i risultati dei suoi studi.

BIBLIOGRAFIA

CRAIG, 1957 = CRAIG H. (1957), Isotopic standards for car-bon and oxygen and correction factor for mass–spectromet -

ric analyses of carbon dioxide. Geoch. Cosmochim. Acta,12, pp. 133–149.

GORGONI ET ALII, 2002 = GORGONI C., LAZZARINI L., PAL-LANTE P., TURI B. (2002), An updated and detailedmineropetrographic and C–O stable isotopic referencedatabase for the main Mediterranean marbles used inantiquity, in Asmosia 5. Interdisciplinary studies onancient stone, J. J. Herrmann, N. Herz, R. Newman eds.,pp. 115–131.

LAZZARINI ET ALII, 1980 = LAZZARINI L., MOSCHINI G.,STIEVANO A. (1980), A contribution to the identification ofItalian, Greek and Anatolian marbles throug a petrologi-cal study and evaluation of Ca/Sr ratio. Archaeometry, 22,1, pp. 173–183.

MCCREA, 1950 = McCREA, J. M. (1950), On the isotopicchemistry of carbonates and a paleotemperature scale.J.Chem. Phys., 18, pp. 849–857.

MOENS ET ALII, 1988 = MOENS L., ROOS P., DE RUDDER J., DEPAEPE P., VAN HENDE J., WAELKENS M. (1988), Amulti–method approach to the identification of white mar-bles used in antique artifacts, in Classical Marble: geo-chemistry, technology, trade, Herz N. & Waelkens M. Eds.,NATO ASI series, Dordrecht.

MONNA, PENSABENE, 1977 = MONNA D., PENSABENE P. (1977),Marmi dell’Asia Minore, Roma.

SPRY, 1976 = SPRY A. (1976), Metamorphic textures.

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S O M M A R I O

Presentazione di ROBERTO CECCHI VII

Premessa di MARIO SERIO IX

ANGIOLA MARIA ROMANINI: La sconfitta della morte. Arnolfo e l’antico in una nuova lettura XIdel monumento De Braye

Nota introduttiva XXIX

Tavole a colori XXXIII

LUCIANO MARCHETTI: Il restauro del monumento De Bray: ipotesi e verifiche LXI

Il monumento De Bray nel contesto dell’opera di Arnolfo

ARTURO CARLO QUINTAVALLE: L’antico, il mondo cristiano, le ideologie, un problema 1storico nel Medioevo occidentale

GIUSI TESTA: Stratigrafia di un monumento: innovazioni metodologiche e nuove scoperte 21

RAFFAELE DAVANZO: Chiesa di San Domenico e monumento De Bray: una progettazione coordinata? 37

JULIAN GARDNER: The Tomb of Cardinal Guillaume De Bray in its European context 52

GERT KREYTENBERG: Il concetto scenico nell’opera scultorea di Arnolfo di Cambio 67

ENRICA NERI LUSANNA: Da Orvieto a Firenze: strategie compositive nelle opere 77fiorentine di Arnolfo

FRANCESCA POMARICI: L’iconografia della Vergine nell’opera di Arnolfo di Cambio: 97il sepolcro De Bray e la facciata di Santa Maria del Fiore

ANNA MARIA D’ACHILLE: Il posto del monumento De Bray nella critica arnolfiana: 111acquisizioni certe e problemi aperti

Il restauro del monumento De Bray

PAOLO MARTELLOTTI: Il monumento al cardinale De Bray in San Domenico in Orvieto. 130Progetto di ricomposizione

GIOVANNA MARTELLOTTI: Per una metodologia di studio dei materiali 173

CARLA BERTORELLO: Cronistoria ed esiti del restauro delle superfici 187

MARISA LAURENZI TABASSO: Tomba del cardinale De Bray: lo studio delle malte 204

LORENZO LAZZARINI: Il monumento De Bray nella chiesa di San Domenico ad Orvieto. 211Identificazione dell’origine del marmo delle sculture

PIETRO MOIOLI, CLAUDIO SECCARONI: Studio mediante analisi XRF delle paste vitree 214e delle tracce di policromia sul monumento De Bray e confronti con altre decorazionicosmatesche coeve

PETER ROCKWELL: L’uso degli strumenti nel monumento di Arnolfo di Cambio 226

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Il monumento De Bray ed altri monumenti funebri tra ’200 e ’300: problematiche di restauro

†FABRIZIO MANCINELLI, PAOLO LIVERANI: Il restauro del monumento Annibaldi 239

MARIA GRAZIA CHILOSI: Il monumento del cardinale Guillaume Durand a Santa Maria sopra 249Minerva. Lo spostamento, i restauri e alcuni dati sulla tecnica esecutiva

PAOLA POGLIANI: Il mosaico del monumento del cardinale Guillaume Durand nella chiesa 255di Santa Maria sopra Minerva a Roma. Indagini sulla tecnica d’esecuzione

CLARIO DI FABIO: Gli scultori del monumento del cardinale Luca Fieschi 263nella Cattedrale di Genova. Precisazioni e proposte

GIANNI BOZZO: Considerazioni sullo smontaggio e la ricomposizione nel chiostro di San Lorenzo 289a Genova del monumento funebre del cardinale Luca Fieschi. Il luogo: il chiostro di San Lorenzoe i cicli di affreschi medievali

FRANCESCO NEGRI ARNOLDI: Qualche opportuna riflessione storica ed estetica in tema di 299restauro di monumenti funerari antichi

MARIA TERESA GIGLIOZZI: Le imprese architettoniche e urbanistiche a Orvieto 307al tempo della curia pontificia e della corte angioina

AGGIORNAMENTO BIBLIOGRAFICO 319

PROGRAMMA DELLE GIORNATE DEL CONVEGNO 320

Abstract 323

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