Livello uno. Abbecedario del numero in "To play" anno 4, n.15 agosto-ottobre 2014 [ roots§routes...

8
To Play Livello uno Abbecedario del numero a cura di Paola Bommarito martedì, settembre 30, 2014 Con il contributo di: Paola Anziché, Elena Bellantoni, Valerio Berruti, Gea Casolaro, Francesco Costantino, Massimiliano Di Franca, Laura Estrada Prada, Emiliano Maggi, Manuela Mancioppi, Isabella Mara, Matteo Nasini, Alessandro Nassiri Tabibzadeh, Giancarlo Norese, Mattia Pellegrini, Luana Perilli, Luca Pozzi, Silvia Puja, Massimo Ricciardo, Sara Rossi, Serena Vestrucci, Valentina Vetturi. . Il numero To Play affronta il giocare nelle sue differenti e complesse declinazioni che vanno dalla possibilità attraverso esso di creare nuovi meccanismi di aggregazione al suo aspetto corporeo e performativo, dal suo inscindibile legame con l’immaginazione al suo poter essere veicolo di un sapere. Partendo dall’asserzione situazionista che intende il gioco come l’attività creativa pura liberata da costruzioni socioculturali (…) lo spontaneo svilupparsi e arricchirsi della vita quotidiana 1 , sono stati invitati 21 artisti a costruire un abbecedario sul gioco che si configurasse come l’editoriale del numero. Abbiamo chiesto loro di raccontarci cosa è il gioco, non esattamente di descrivere la pratica del gioco in se stessa, ma soprattutto di raccontarci come è possibile per loro giocare nel lavoro e nella vita quotidiana, quali nuove regole si possono inventare o quali modalità si possono trovare per uscire fuori da queste regole. A ciascuno è stata assegnata una lettera dell’alfabeto ed è stato chiesto di elaborare un intervento composto da tre differenti piccole azioni: azione 1 : scegliere una parola che abbia come iniziale la lettera che ti è stata assegnata (può essere un nome, il titolo di un video, un film, una parola inventata o un nome di un gioco esistente). azione 2 : esplicare la tua scelta attraverso una breve descrizione, frase o citazione. azione 3 : associare alla parola scelta un’immagine (di un tuo lavoro, di un oggetto o una situazione). Osservando ogni lettera, ogni intervento, non è visibile qualcosa che sia comune a tutti, ma ci sono somiglianze, parentele, diversi livelli, tanti quanto i modi in cui abbiamo inteso il gioco in questo numero del magazine. Ogni intervento è una tessera che compone l’abbecedario, strumento solitamente inteso come il primo step del sistema educativo, necessario per acquisire le prime nozioni, i primi rudimenti di una disciplina: il livello uno. A volte la costruzione di questo editoriale è stato un gioco di coincidenze, altre la descrizione di un momento di svago a cui si è assistito durante un lungo viaggio. Il gioco è stato inteso come il modo in cui si riesce a ridisegnare il proprio lavoro, a definire le nuove norme, a creare diverse dinamiche di apprendimento e partecipazione. A volte è entrato in gioco qualcosa di intimo, altre volte si è giocato con i doppi sensi linguistici, sovvertendo le regole che definiscono l’agire e la sostanza delle cose. Il gioco è stato un qualcosa di divertente, un’imitazione dove l’identità è continuamente affermata e contraddetta, un’esplosione che a volte può essere il frutto della nostra immaginazione. . . HOME [ ARCHIVIO [ CALL 4 SUBMISSION [ CHI SIAMO [ CONTATTI [ LINK [ NON ABBONAMENTO Pagine

Transcript of Livello uno. Abbecedario del numero in "To play" anno 4, n.15 agosto-ottobre 2014 [ roots§routes...

To  Play

Livello  uno

Abbecedario  del  numeroa  cura  di  Paola  Bommarito

martedì,  settembre  30,  2014

Con   il   contributo   di:   Paola   Anziché,   Elena   Bellantoni,   Valerio   Berruti,   Gea   Casolaro,   Francesco   Costantino,   Massimiliano   Di   Franca,   Laura

Estrada  Prada,  Emiliano  Maggi,  Manuela  Mancioppi,   Isabella  Mara,  Matteo  Nasini,  Alessandro  Nassiri  Tabibzadeh,  Giancarlo  Norese,  Mattia

Pellegrini,  Luana  Perilli,  Luca  Pozzi,  Silvia  Puja,  Massimo  Ricciardo,  Sara  Rossi,  Serena  Vestrucci,  Valentina  Vetturi.

.

Il   numero  To  Play  affronta   il  giocare   nelle   sue  differenti   e   complesse  declinazioni   che  vanno  dalla  possibilità  attraverso  esso  di   creare  nuovimeccanismi  di  aggregazione  al  suo  aspetto  corporeo  e  performativo,  dal  suo  inscindibile  legame  con  l’immaginazione  al  suo  poter  essere  veicolo

di  un  sapere.

Partendo  dall’asserzione  situazionista  che   intende   il   gioco  come   l’attività   creativa  pura   liberata  da  costruzioni   socioculturali   (…)   lo   spontaneo

svilupparsi   e   arricchirsi   della   vita   quotidiana1,   sono   stati   invitati   21   artisti   a   costruire   un   abbecedario   sul   gioco   che   si   configurasse   comel’editoriale  del  numero.  Abbiamo  chiesto  loro  di  raccontarci  cosa  è  il  gioco,  non  esattamente  di  descrivere  la  pratica  del  gioco  in  se  stessa,  ma

soprattutto  di   raccontarci  come  è  possibile  per   loro  giocare  nel   lavoro  e  nella  vita  quotidiana,  quali  nuove  regole  si  possono   inventare  o  qualimodalità   si   possono   trovare   per   uscire   fuori   da   queste   regole.   A   ciascuno   è   stata   assegnata   una   lettera   dell’alfabeto   ed   è   stato   chiesto   di

elaborare  un  intervento  composto  da  tre  differenti  piccole  azioni:

azione  1:  scegliere  una  parola  che  abbia  come  iniziale  la  lettera  che  ti  è  stata  assegnata  (può  essere  un  nome,  il  titolo  di  un  video,  un  film,  una

parola  inventata  o  un  nome  di  un  gioco  esistente).

azione  2:  esplicare  la  tua  scelta  attraverso  una  breve  descrizione,  frase  o  citazione.

azione  3:  associare  alla  parola  scelta  un’immagine  (di  un  tuo  lavoro,  di  un  oggetto  o  una  situazione).

Osservando  ogni   lettera,  ogni   intervento,  non  è  visibile  qualcosa  che  sia  comune  a  tutti,  ma  ci  sono  somiglianze,  parentele,  diversi   livelli,   tanti

quanto   i   modi   in   cui   abbiamo   inteso   il   gioco   in   questo   numero   del   magazine.   Ogni   intervento   è   una   tessera   che   compone   l’abbecedario,

strumento   solitamente   inteso   come   il   primo   step   del   sistema   educativo,   necessario   per   acquisire   le   prime   nozioni,   i   primi   rudimenti   di   una

disciplina:  il  livello  uno.  A  volte  la  costruzione  di  questo  editoriale  è  stato  un  gioco  di  coincidenze,  altre  la  descrizione  di  un  momento  di  svago  a

cui  si  è  assistito  durante  un  lungo  viaggio.  Il  gioco  è  stato  inteso  come  il  modo  in  cui  si  riesce  a  ridisegnare  il  proprio  lavoro,  a  definire  le  nuove

norme,  a  creare  diverse  dinamiche  di  apprendimento  e  partecipazione.  A  volte  è  entrato  in  gioco  qualcosa  di  intimo,  altre  volte  si  è  giocato  con  i

doppi   sensi   linguistici,   sovvertendo   le   regole   che   definiscono   l’agire   e   la   sostanza   delle   cose.   Il   gioco   è   stato   un   qualcosa   di   divertente,

un’imitazione  dove  l’identità  è  continuamente  affermata  e  contraddetta,  un’esplosione  che  a  volte  può  essere  il  frutto  della  nostra  immaginazione.

.

.

HOME [  ARCHIVIO [  CALL  4  SUBMISSION [  CHI  SIAMO [  CONTATTI [  LINK [  NON  ABBONAMENTO

Pagine

Tags:  abbecedario,  Paola  Bommarito,  to  play

.

.

.

1  Contributo  ad  una  definizione  situazionista  del  gioco,  in  ‹‹Internazionale  Situazionista››,  n°1,  1958.

©  2014  Roots-­Routes.  All  Rights  Reserved Developed  by  PSD  to  Wordpress  .  Designed  by  Wordpress  Theme  Designer