Le campagne dell'Italia settentrionale in età romana: dinamiche di frequentazione attraverso i...

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ATTI DEL a cura di Maria Grazia Melis

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ATTI DEL

a cura di Maria Grazia Melis

VOLUME PUBBLICATO CON IL CONTRIBUTO DI:

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARIFACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIACORSO DI LAUREA IN SCIENZE DEI BENI CULTURALI

Nuova Stampa Color07030 Muros, SassariTel. 079 345945 - 079 345999 fax 079 345634

Muros 2009

INDICE

Presentazione Attilio Mastino

Giovani archeologi tra entusiasmo, aspettative e incertezze.Maria Grazia Melis

SalutiErcole Contu, Giuseppe Meloni, Maria Margherita Satta, Luca Doro

SESSIONE PREISTORIA E PROTOSTORIA

COMUNICAZIONI

ALESSANDRO SPERA, Contributo allo studio delle società di cacciatori e rac-coglitori fra il Paleolitico medio avanzato e il Paleolitico superiore arcaiconella Puglia meridionale, ipotesi e modelli comportamentali.

GIUSEPPINA MUTRI, Approvvigionamento delle materie prime silicee e scelteinsediamentali durante il Pleistocene finale nell’area di Shakshuk (JebelGharbi, Libia).

RAMONA CAPPAI, Lo sfruttamento delle risorse litiche tra Paleolitico e Neoliticoantico in Sardegna.

FRANCESCO BELSITO - ROBERTO VANNATA, La prima neolitizzazionedell’Appennino campano: le vie di penetrazione e insediamenti.

STEFANIA PIRAS, Materie prime vegetali dalle zone umide tra etnologia e archeo-logia sperimentale.

ANTONELLA DEIANA, Materiali di cultura Ozieri dalla collezione Miele.

GRAZIANO DORE, La muraglia megalitica a Punta Corrales-Chiaramonti (SS).L’influenza dei fattori ambientali sulle scelte insediamentali.

VERONICA NICCOLAI - NEVA CHIARENZA, La facies eneolitica di Laterza: scel-te territoriali e viabilità.

GIOVANNA CONGIU, Modalità insediative preistoriche in Barbagia: il caso diSirilò (Orgosolo-NU).

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MARIA ANTONIETTA TADEU, Gli insediamenti preistorici nel territorio diLodè (NU).

GIACOMO PAGLIETTI, Origini del megalitismo nell’occidente mediterraneo:le tombe a circolo.

CLAUDIA PAU, Oggetti d’ornamento e bottoni della cultura del VasoCampaniforme in Sardegna e Sicilia.

CINZIA LOI, Modelli di insediamento nel territorio del Barigadu.

VALENTINA SANNA, Aspetti e problemi di preistoria e protostoria nel territoriodi Thiesi.

MICHELA DANESI - VALENTINA COPAT - ALESSANDRO DE DOMINICIS - CRISTIANARUGGINI, Modelli di popolamento durante l’età del Bronzo nellaValle delBiferno.

FEDERICA SULAS, Sviluppo archeologico nell’Etiopia settentrionale: note daAksum.

THIBAULT LACHENAL - KEWIN PECHE-QUILICHINI, Relazioni culturali nelMediterraneo nord-occidentale durante il Bronzo medio. Contributo delletipologie ceramiche.

CARMEN LOCCI, Il ruolo della risorsa idrica nell’Età del Bronzo in un’areacampione della Marmilla (Sardegna centro-meridionale).

DAVIDE DELFINO, Val Bormida: nuovi dati per lo studio della metallurgianell’età del Bronzo ligure.

SILVIA VIDILI, Relazioni territoriali tra tombe collettive e insediamenti nellaSardegna nuragica.

FABIO SERCHISU, Considerazioni sulla circolazione del rame in Sardegna e nelMediterraneo: i lingotti ox-hide.

DANIELA MANCINI, La valle del Sacco durante l’Età del Bronzo e la Prima etàdel Ferro: modelli insediamentali.

DANIELA MURPHY, Studio delle incisioni rupestri delle regioni del Cu-Ili e delKaratau, due casi di studio: Tamgaly e Arpauezen (Kazakistan meridionale).

NICOLA SANNA, I templi in antis protosardi e mediterranei: significato cultua-le e ruolo socio-economico.

EMILI GARCIA, Il processo costruttivo di un edificio dell’età del Bronzo a Minorca.

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Il caso di Son Marcer de Baix (Ferreries, Minorca).

VIVIANA ARDESIA, Dinamiche insediamentali e organizzazione territorialedella Val Pescara nell’età del Ferro.

SESSIONE PREISTORIA E PROTOSTORIA

POSTER

FRANCESCO BELSITO, Le ceramiche decorate del Neolitico antico da La Starza,Ariano Irpino.

ROBERTO VANNATA, La ceramica non decorata del Neolitico antico da La Starzadi Ariano Irpino (AV).

PAOLA MANCINI, Dinamiche di frequentazione della Gallura costiera in etàneolitica nell’ambito della diffusione dell’ossidiana e della selce.

FRANCESCO BELLU, Ipogeismo nella media valle del Tirso: la domus de janas n. 1in località Su Campu-Luzzanas – Benettutti (SS).

GIOVANNI FRAU, Aspetti dell’ipogeismo nel territorio di Ozieri.

LAURA SORO, Distribuzione degli idoli cicladici della Sardegna preistoria.

LUCA LAI, Territorio e risorse alimentari in Sardegna tra 4000 e 1900 a.C.circa: riesame dei dati e nuove prospettive.

LUCA DORO, L’uso delle grotte nella cultura eneolitica di Monte Claro.

ELISABETTA ALBA, Strategie di insediamento nella Sardegna protostorica.

ALICE MELONI, Architetture cultuali e culto delle acque in età nuragica:le rotonde.

EMANUELA ATZENI - MARIA LUCIA ATZENI - FELICITA FARCI, Monumenti nura-gici in territorio di Carlo Forte.

SARA PUGGIONI, Il contesto funerario nell’ambito delle dinamiche di insedia-mento della Gallura preistorica e nuragica. Un esempio di analisi territoriale.

SILVIA MADEDDU, Pugnale inedito dal nuraghe Coa ‘e Serra-Baunei.

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SESSIONE ANTICHITÀ ITALICHE, FENICIO-PUNICAE CLASSICA

COMUNICAZIONI

PIER MATTEO BARONE, Geoarcheologia ed “Antropocene”: esempi di conflit-tualità tra archeologia, geologia e sviluppo moderno in alcune zone dellacosta molisana di epoca sannitico-romana.

FABRIZIO VISTOLI, Tra Veio e Roma. Contributo all’individuazione dei markersterritoriali di due “comunità cittadine organizzate” dalla bassa valle del fiumeTevere.

SIMONA MARIANELLI, Magliano in Toscana. Dinamiche del popolamentorurale a nord dell’Albegna tra III e I secolo a.C.

ANGELO AMOROSO - PIETRO BARBINA - FABIOLA FRAIOLI, Etruria Meridionale,Lazio e Sabina, Abruzzo: l’esame di situazioni territoriali diverse dall’epocaarcaica alla romanizzazione.

ANDREA ROPPA, Impostazione metodologica ed esiti interpretativi nella rico-gnizione archeologica: il caso studio del transetto 17 nel Riu Mannu survey(Sardegna).

GIANLUCA MASTROCINQUE, Dinamiche di frequentazione del paesaggio urbanoa Taranto in età imperiale.

MARIA RAFFAELLA CIUCCARELLI, Dinamiche di popolamento e romanizzazionenel Piceno meridionale.

MARCO GERMANI, Casinum: una città su terrazze. Criteri di sfruttamentoe occupazione dell’area urbana.

STEFANIA CAPORALI, Il sito di Nora (CA): dinamiche di popolamento.

ANDREA GHIOTTO - LORENZA CAMPANELLA, Lo sfruttamento del sale marinonella Sardegna antica.

STEFANIA ATZORI, La viabilità sulcitana: l’esempio della “A Karalibus-Sulcos”.

PAOLO TOGNINELLI, Ager Nomentanus: modalità insediative, vie di comunica-zione ed attività produttive in rapporto alla geografia del territorio.

ELISA POMPIANU, Prospezione archeologica nel “Territorium Neapolitanum”(Sardegna).

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CINZIA OLIANAS, Il diaspro verde in Sardegna. I giacimenti, le caratteristichee il suo utilizzo nelle botteghe incisorie della Sardegna fenicio-punica.

MICHELE GUIRGUIS, Indicatori di attività rituale e diversificazioni dei corredinella necropoli fenicia di Monte Sirai (Sardegna). La campagna di scavo2006.

PIETRO BARBINA - GERARDO FRATIANNI, Il sistema di approvvigionamentoidrico di un complesso edilizio di epoca romana del suburbio nord-orientaledi Roma.

DOLORES TOMEI, Il tempio di Antas tra Sardegna e Libano.

FEDERICA DETTORI, Il nuraghe Nuracale: un esempio di controllo del territo-rio nel Montiferru.

FEDERICA MICHELA ROSSI, Nuove testimonianza di attività estrattive di tufonell’area sud-ovest del Palatino.

NADIA CANU, Dinamiche insediative nella media valle del Mascari (SS):tracce inedite della viabilità antica.

ROSITA GIANNOTTU, Aspetti dell’insediamento umano nel territorio di TurrisLibisonis in età romana. Un esempio di G.I.S. in archeologia.

MARCELLA GIULIA PAVONI, Le campagne dell’Italia settentrionale in età romana:dinamiche di frequentazione attraverso i rinvenimenti monetari.

FLORINDA CORRIAS, Il territorio di Villa Speciosa. Censimento e interpretazio-ne delle evidenze archeologiche in epoca romana.

SESSIONE ANTICHITÀ ITALICHE, FENICIO-PUNICAE CLASSICA

POSTER

NICOLETTA CAMEDDA, Insediamenti rurali nell’ager Tharrense: alcuni esempi.

GIANFRANCO CANINO, Un miliario di età romana da Villamassargia (CI, Sardegnasud-occidentale).

GIORGIO BAZZUCCHI - FRANCESCA LEZZI - MARINA MAIETTA - FRANCESCASANTINI - CARLO VIRILI, La villa dei Bruttii Praesentes: autori antichi e risor-se alimentari a confronto.

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CARLA CICCOZZI - ALESSANDRA GRANATA - WALTER GROSSI, Il territorio,l’uomo e la transumanza nell’Abruzzo interno in età romana. Testimonianzeepigrafiche.

MYRIAM GIANNACE - ANDREA MASI - CARMINE SANCHIRICO, La persistenzadel paesaggio vitinicolo di età protostorica ed estrusca in area medio-tirre-nica: il Progetto VINUM.

SESSIONE ARCHEOLOGIA CRISTIANA E MEDIEVALE

COMUNICAZIONI

CHIARA BRUNALE, Linee evolutive ed aspetti di archeologia medievale nel ter-ritorio di Agnone in Molise.

CLAUDIO FILIPPO MANGIARACINA, Uomo e territorio nelle divisae del monasterobenedettino di Santa Maria La Nuova di Monreale tra XII e XIII secolo.

GIUSEPPE MAISOLA, Note su alcuni villaggi abbandonati della Sardegnacentrale.

MICHELE CASTOLDI, Insediamenti dell’Ogliastra centro-orientale nell’altomedioevo.

PAOLO DAL MIGLIO - VINCENZO DESIDERIO - PAOLA DI GIUSEPPANTONIO DIFRANCO - TIZIANA FIORDIPONTI - NICOLETTA GIANNINI - SERENA ORAZI -ROBERTA TOZZI, Metodologie di approccio allo studio degli abitati rupestrimedievali nel Lazio.

ALESSANDRA SPINA, Territorio, dieta e stato di salute nel Medioevo: analisipaleopatologica della necropoli altomedievale di Ferento (VT).

SARA VIAN, Guerrieri, contadini e monaci nella valle Muzia (RI): dinamichedi popolamento ed ottimizzazione della montagna.

ANTONIETTA BUGLIONE, Paesaggi e risorsa animale in Puglia fra Tardoanticoe Altomedioevo: il contributo dell’archeozoologia.

GIOVANNI DE VENUTO, Economie d’allevamento in tre villaggi abbandonatid’età medievale in Puglia: analisi archeozoologiche ad Ordona (FG),Vaccarizza (FG) e Apigliano (LE).

GIOVANNA BALDASARRE, Produzione di materiali da costruzione nellaPuglia centro-settentrionale, in età tardoantica: i casi di Canosa ed Ascoli

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Satriano-Faragola.

ALBINA MOSCARIELLO, Un contributo per l’individuazione di alcune cave ditravertino e l’organizzazione del cantiere medievale di San Vincenzo alVolturno (IS).

DONATELLA DE BERNARDIS - MICHELE TOMMASO FORTUNATO - MADDALENAVOLPINI, Acquapendente (VT): studio interdisciplinare di 2 pozzi da butto.

SESSIONE ARCHEOLOGIA CRISTIANA E MEDIEVALE

POSTER

GIORGIO BAZZUCCHI - FRANCESCA LEZZI - MARINA MAIETTA - FRANCESCASANTINI - CARLO VIRILI, La villa dei Bruttii Praesentes (RI): frequentazionee trasformazione dall’età tardo-antica al medioevo.

GIOVANNA BENNI - BARBARA VENANTI - LUCA DONNINI - FILIPPO PACIOTTI,Insediamenti fortificati tra Tardo antico ed Altomedioevo in Umbria set-tentrionale: alcune precisazioni.

GABRIELE CARENTI, La fauna dello scavo in Largo Monache Cappuccinea Sassari.

BARBARA LIPPI - EMMANUELE PETITI, Per una osteoarcheologia del postme-dioevo.

SILVIA SERUGERI, Le vie di comunicazione e il territorio del nord Italia:la navigazione nel Lago di Garda in epoca medievale.

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Le campagne dell’Italia settentrionale in età romana:dinamiche di frequentazione attraverso

i rinvenimenti monetali

Marcella Giulia Pavoni*

Parole chiave: popolamento, territorio, villae, economia, numismatica Keywords: settlement, territory, villae, economy, numismatics

RIASSUNTO – LE CAMPAGNE DELL’ITALIA SETTENTRIONALE IN ETÀ ROMANA: DINAMICHE DIFREQUENTAZIONE ATTRAVERSO I RINVENIMENTI MONETALI – Il contributo intende affrontare laquestione del popolamento delle campagne dell’Italia settentrionale di età romana attraver-so l’analisi dei rinvenimenti monetali in villa e sporadici.Nell’Italia settentrionale, ad una fase preromana, testimoniata da monete greche o celtiche,in cui gli insediamenti si concentrano preferibilmente in zone d’altura, segue con la roma-nizzazione la discesa verso la pianura, documentabile attraverso la presenza capillare dimonete romane in bronzo, segnale di una circolazione intensa e regolare.

SUMMARY – LANDSCAPES IN NORTHERN ITALY IN THE ROMAN AGE: SETTLEMENT DYNAMICSTHROUGH COIN FINDS – This paper seeks to cast light on a new aspect of the ancient econo-my and re-examine the countryside through the presence of coins. Since they are a clear signof human presence, they can reflect the settlement dynamics in a territory.In the North of Italy, before Romans’ arrival, the territory was occupied by many differentCeltic groups: most of them, who used to live on hilltop, easier to defend, had their own cur-rency, the socalled “dramma padana di imitazione massaliota”, whose finds are obviouslyconcentrated in those sites where Celtic populations lived. Only with the Romanization didsettlements shift to the lowland and here coins of Roman mintage have been found, in smallfarms and in huge villae rusticae, while the ancient drachmas gradually disappeared.

INTRODUZIONEQuesta ricerca1 intende affrontare la questione del popolamento delle campagne dell’Italiasettentrionale di età romana, partendo non tanto dalla consueta analisi delle forme di inse-diamento tipiche della pianura Padana (Grassigli 1995; Scagliarini Corlaita 1997), quanto daquella dei numerosi rinvenimenti monetali che costellano l’ampio territorio dell’Italia setten-trionale.Tale proposito si giustifica con la convinzione che il legame tra moneta e territorio sia, e siasempre stato, fortissimo e che il reperto numismatico, quando studiato in profondità, soprat-tutto nel suo rapporto con il contesto di rinvenimento2, possa costituire una chiave di letturaper la storia di una regione. Se meno significativi per la nostra ricerca sono i casi di monetaproveniente da santuari, da tomba o da ripostiglio, frutto di una selezione volontaria3, quel-li che più ci possono dare informazioni sono i nominali rinvenuti in contesti insediativi

*Dipartimento di Discipline Storiche Artistiche Geografiche Archeologiche, Università degli Studi di Verona, viaSan Francesco 22, 37129, Verona - [email protected].

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extraurbani, e particolarmente nelle villae rusticae4, luogo centrale dal quale si dirigevano esi gestivano le attività agricole destinate sia all’auto-sussistenza che alla produzione su largascala: tali monete diventano, oltre che la traccia di una presenza umana e il segnale di fre-quentazione di un territorio, anche indizio di un tipo di economia, di un sistema giuridicoapplicato e di una tradizione assodata.Per l’analisi di questi contesti e del loro territorio, intesi quindi solo come insediamenti rura-li, e non villae d’otium, la cui natura era completamente diversa (Ortalli 2006; Sfameni2007), si è scelto come area da indagare quella corrispondente alle quattro regiones augustee(VIII, IX, X, XI) dell’Italia settentrionale (fig. 1).Tale scelta non è casuale, ma è legata alla storia della villa e dell’economia agraria nell’an-tichità romana, che vede una netta distinzione nell’ambito della penisola italica, tra il setto-re settentrionale, più vario nelle sue caratteristiche morfologiche, e quello centro-meridiona-le: distinguibili tra loro per diversità fisiche, legate al territorio, e storiche, per gli eventi cheportarono alla loro “formazione”, essi sono caratterizzati anche da un assetto agrario diffe-rente. In linea di massima, infatti, in Italia settentrionale non si affermò un’organizzazionefondiaria e produttiva basata sulle grandi ville a conduzione schiavistica, del tipo delineatodalle fonti letterarie, come accadde invece in Italia centrale5. Tra i siti presi in considerazione per questa analisi, selezionati con rigore sulla base dell’af-fidabilità della documentazione ad essi relativa6, sono comprese tutte le forme di insedia-mento rurale, dalla fattoria di ridotte dimensioni, alla villa rustica descritta dalle fonti anti-che, alla più ampia villa urbano-rustica7.

MONETA E TERRITORIOLa caratteristica più interessante dei rinvenimenti monetali nelle campagne dell’Italia setten-trionale è che si tratta in altissima percentuale di moneta romana. Tale dato, che potrebbeapparire scontato, è in realtà il riflesso di precise dinamiche insediative. In questo territorio, infatti, già dal IV sec. a.C., esisteva una realtà culturale assolutamentedisomogenea e variegata, in cui convivevano popolazioni celtiche di diversa natura, cherisentivano, in modo differente, di influssi etruschi e greci: gli Insubri, i Salluvii e i Libicinella parte occidentale, i Cenomani, i Reti e i Veneti in quella centro-orientale, avevano tuttiin comune l’utilizzo della medesima moneta, la cosiddetta “dramma padana di imitazionemassaliota”8: nella volontà di richiamarsi alla dracma pesante di Marsiglia, tali popolazioniconiavano un nominale con al dritto la testa di una divinità femminile, normalmente identi-ficata con Artemide, e al rovescio un leone gradiente a destra, con al di sopra una legendapropria o ad imitazione del MASSA delle monete di Massalia.Queste monete non si ritrovano però distribuite in modo uniforme su tutto il territorio, ma siconcentrano, non casualmente, in zone di altura, che dal IV-III secolo a.C. avevano gradual-mente ripreso ad essere occupate, dopo un abbandono durato più secoli, in seguito a sceltenon tanto condizionate da fattori ambientali e di risorse, quanto a più esplicite esigenze dicontrollo del territorio e di attivazione di assi viari. Il ripopolamento era andato ad interes-sare soprattutto le estremità delle principali dorsali prospicienti la pianura, nonché, in unafase successiva, i migliori ambiti endovallivi, concentrandosi in punti strategici o in prossi-mità di importanti vie di comunicazione. Tale paesaggio, a lungo invariato, si modifica nella sua struttura generale solo con la roma-nizzazione, momento in cui è documentata la rarefazione delle attestazioni sui rilievi ed èinvece la pianura ad accogliere gli insediamenti, che andavano in questo modo ad inserirsiin una fitta rete di traffici e scambi, facilitati dal sistema di direttrici viarie inaugurato dalla

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nuova politica imperiale: ciò detto, dal punto di vista numismatico, non stupisce affatto lapressoché totale assenza di esemplari di conio greco o celtico, in quanto sostituiti completa-mente da numerario romano, capillarmente distribuito su tutto il territorio. E’ infatti evidente per l’Italia settentrionale come la moneta dall’età augustea divenga segna-le di un radicale cambiamento di modello insediativo, che vede dunque lo spostamento deicentri abitativi da una posizione di altura ad una di pianura, dove si potenzia un’economiabasata su scambi commerciali sempre più intensi, favoriti dalla nuova rete stradale. Proprioda questo spostamento di asse risulta il paesaggio rurale dell’intera transpadana di età impe-riale e tale nuovo modello insediativo trova facilmente riscontro non solo nelle valli deigrandi fiumi, primi fra tutti il Po e l’Adige, e i loro affluenti9, ma anche in casi noti comequello della Valle d’Aosta, della Valcamonica, della Val Lagarina, della Val di Fiemme, dellaValtellina e della Valchiavenna, oltre che delle valli del Bellunese10: in tutti, l’orizzonte cro-nologico e le caratteristiche tipologiche e ponderali delle monete ritrovate sembrano riflette-re le principali tappe di presenza e di circolazione monetaria antica nel nostro territorio.Sarà solo dopo quasi cinque secoli di stabile presenza che si noterà una drastica diminuzio-ne di documentazione anche in pianura, parallelamente alla scomparsa degli insediamentipiù modesti e alla continuità di vita, anche se in forma diversa, di quelli maggiori11, per unritorno, forse e non sempre, ai siti d’altura.

CARATTERISTICHE DEI RINVENIMENTI MONETALI IN VILLASe dunque nell’ambito delle campagne di età romana le tracce numismatiche delle popola-zioni preesistenti rappresentano solo un ricordo fugace, indagando tra le emissioni documen-tate in villa, si notano ulteriori aspetti significativi, che ci portano a dire di più anche sugliabitanti di questi insediamenti rurali.

1. La distribuzione delle monete Nell’ambito dell’ampio territorio dell’Italia settentrionale, la principale distinzione che sidelinea è quella tra centri urbani ed aree rurali, che implica, dal punto di vista monetale, flus-si diversi di circolazione, il primo caratterizzato da regolarità ed omogeneità, il secondo,invece, più discontinuo e scarso. Le monete, comunque, non casualmente si vanno a dispor-re in stretta connessione con la presenza umana e con le divisioni agrarie apportate al terri-torio conquistato, quasi sempre rispecchiando la centuriazione e i principali nuclei insedia-tivi. La moneta penetra nel tessuto territoriale con il progredire dell’urbanizzazione, mentrela sua frequenza diminuisce notevolmente nei siti d’altura precedentemente abitati, ma orasolo sporadicamente frequentati.

2. La qualità delle moneteLe monete rinvenute nelle villae e sul territorio corrispondono quasi sempre ai nominali piùcomuni, emessi in quantità maggiore, e soprattutto dal minor valore intrinseco tra quelli incircolazione. Si tratta dunque di nominali in bronzo, come assi o quadranti, o al massimo inoricalco, come dupondi e sesterzi, nel corso del I e II sec. d.C. (fig. 2); di antoniniani inmistura d’argento, normalmente piuttosto sviliti, nel III sec. d.C. (fig. 3); di folles e di pic-coli bronzi dal IV sec. d.C. in poi (fig. 4).L’utilizzo della moneta vile non va inteso tanto come implicita assenza di metallo prezioso;essa è invece indice di un’economia su vasta scala, basata su circolante di basso valoreintrinseco cui viene quindi riconosciuto un alto valore fiduciario. Tale metallo, oltre ad esse-re il più utilizzato nella vita di ogni giorno, è anche, conseguentemente, quello più facilmen-

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te perduto e non recuperato. L’attenzione rivolta alla perdita di un asse è infatti senz’altrominore di quella dedicata ad un nominale di valore notevole; e anche tra i nominali di pococonto, è immaginabile che quelli dalle dimensioni maggiori, come sesterzi e dupondi, potes-sero essere con più facilità individuati e, quando possibile, recuperati.Un altro aspetto interessante è quello relativo alle zecche di emissione: nonostante la caren-za di documentazione al riguardo, si intravedono alcune ricorrenze nelle attestazioni e si notacome le monete, essendo un riflesso diretto del numerario in circolazione, giungessero attra-verso lo stesso canale di approvvigionamento che, a seconda della sua localizzazione, rifor-niva l’insediamento.E’ innanzitutto attestata più delle altre, almeno per il I e II sec. d.C., la zecca di Roma, men-tre dal III sec. d.C. si assiste ad un netto cambiamento in favore dei piccoli centri sorti intutto l’impero, in particolar modo Siscia, Aquileia e Costantinopoli, cui seguono Alessandriae Antiochia. Significativo è che tale presenza, accompagnata anche ai rari casi di moneta in metallo pre-zioso, si riscontra in particolar modo nelle villae di ampie dimensioni12, votate alla produ-zione e al commercio, e non negli insediamenti minori, volti principalmente all’auto-sussi-stenza13.

3. La quantità delle moneteLa quantità dei nominali rinvenuti in un insediamento rurale risulta direttamente proporzio-nale al tipo di conduzione applicato, al numero di persone implicate nel sistema e al livellodi inserimento del sito nella rete di traffici dell’impero.In linea di massima, però, si è riscontrata la tendenza delle monete ad aumentare gradual-mente nel corso dei secoli, ma sempre in rapporto con l’andamento dell’economia: da unaprima fase in cui la moneta è assente14 o utilizzata in modo molto moderato15, essa divienepiù abbondante in corrispondenza dell’età più florida degli insediamenti, per diminuire conla crisi di fine II - inizio III secolo e riprendere, anche se in tono leggermente minore, nellafase successiva16.

Tenendo dunque conto di questi dati, si arriva a ricostruire un panorama piuttosto variegatodel territorio rurale dell’Italia settentrionale di età romana, che vede accostati insediamentidi diversa entità e portata.Coloro che abitano le campagne possono essere coloni, privati cittadini, veterani dell’eser-cito, in un primo momento privi di mezzi e attirati nella regione dall’assegnazione di lotti diterreno. In una fase successiva, però, il contadino si sa anche trasformare in proprietario ter-riero, coinvolto nelle leggi del mercato e della produzione. E da questo momento in poi,l’imprenditore romano va a sfruttare tutti i territori migliori, più fertili, logisticamente piùraggiungibili e collegati ai grossi centri di mercato, lasciando pressoché disabitati i siti d’al-tura, ora solo sporadicamente frequentati per motivi di culto o per le operazioni di transu-manza. Sarà solo in una fase successiva, in età alto-medievale, che i colli e le cime, più difendibilie sicuri, torneranno ad essere oggetto di grande interesse, seppure le campagne continuino,in forma diversa, ad essere frequentate. E conseguentemente, anche in questo caso, la pre-senza monetale, con tutte le sue caratteristiche, tornerà ad essere un’importante testimonian-za di questa nuova dinamica insediativa.

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NOTE1 Questo contributo è una sintesi dell’argomento trattato nella mia tesi di Dottorato in Storia, discussapresso l’Università degli Studi di Padova. Al prof. G. Gorini, che ne ha seguito nel tempo l’evoluzio-ne, va la mia gratitudine.2 Sull’importanza del contesto di rinvenimento, cfr. Gorini 2002.3 Per il significato delle offerte nei santuari, cfr. Gorini, Mastrocinque 2005; per il cosiddetto “obolodi Caronte”, vedi Dubuis, Frey-Kupper, Perret 1999; sulla natura dei ripostigli, vedi Gorini 2000, pp.243-246.4 Per un’introduzione alla problematica, cfr. Pavoni 2004-2005; Pavoni cds.5 Per l’Italia settentrionale, vedi Buchi 1987, pp. 108-112; Grassigli 1995; Scagliarini Corlaita 1997.Per la realtà centro-italica, vedi Carandini 1985; 1989, pp. 102-200; 1994.6 Per la raccolta della documentazione, si è creato un data base, in continua elaborazione, in cui tutti isiti sono suddivisi per grado di affidabilità. In questa sede, per motivi di spazio, si farà solo qualcheaccenno ad alcune delle villae più significative, con rimandi alla bibliografia più recente.7 Per questo tipo di suddivisione, vedi Busana 2002, pp. 63-67.8 Pautasso 1966. Per una sintesi, cfr. Gorini 2005a.9 Per la problematica in generale, vedi i vari contributi in Santoro Bianchi 1999; per alcuni esempi spe-cifici, cfr. Gorini 2000; Pavoni 2003.10 Per la Valle d’Aosta, vedi Mulè 2003, pp. 61-63; per la Valcamonica, vedi Ferrari 1986, pp. 75-84;sulla Val Lagarina, cfr. Gorini 2005b; sulla Val di Fiemme, vedi Gorini 1991a, pp. 427-432; per laValtellina e la Valchiavenna, cfr. Muffatti Musselli 1988, pp. 9-24; 1997; per il Bellunese, vedi Gorini1991b, pp. 38-48; Marcer 2006.11 Per le trasformazioni del mondo rurale in età tardoantica e altomedievale, vedi da ultimo Brogiolo,Chavarria Arnau, Valenti 2005. Per un interessante approccio storico, cfr. Banaji 2001. 12 Come, a titolo esemplificativo, nei casi di Ariano Polesine e Corte Cavanella di Loreo, pressoRovigo (Callegher 2000, pp. 178-259; pp. 331-338) o di Russi, vicino a Ravenna (Morelli 2004).13 Casi rappresentativi sono quelli di Alba, vicino a Cuneo (Barello 1997, p. 566, nr. 87; PreaccoAncona 2004, pp. 180-181), di S. Pietro in Cariano, presso Verona, Archi (Pavoni 2005, pp. 245-247)o di Calderara di Reno, nel bolognese (Ortalli, Poli, Trocchi. 2000).14 Nel Sito 9 dell’Ager Lunensis, presso La Spezia (Gambaro 1999).15 Come a Pianezza, nel torinese (Barello 2004, pp. 214-215) o a S. Pietro in Casale, presso Bologna(Ortalli 1991).16 Casi significativi sono quelli di Zevio, vicino a Verona (Busana 2002, pp. 377-379), o del VarignanoVecchio, presso La Spezia (Gervasini, Landi 2002), per i quali è attestata, dopo la crisi, la ripresa del-l'afflusso monetario.

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Fig. 1 - L'Italia settentrionale in età augustea.

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9%

24%

12%

49%

2% 4%

denari sesterzi dupondi assi semissi quadranti

Fig. 2 - Monete in villa nel I-II sec. d.C.

68%

32%

antoniniani sesterzi

Fig. 3 - Monete in villa nel III sec. d.C.

33%

6%

61%

folles AE1-AE2 AE3-AE4

Fig. 4 - Monete in villa nel IV-V sec. d.C.

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