L'arte rupestre delle Alpi occidentali: confronti con la tradizione rupestre camuna - 1995 - Angelo...

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Comune di CuneoMuseo Civico

Soprintendenza Archeologicadel Piemonte

Cooperativa ArcheologicaLe Orme dell'Uomo

Immagini dalla PreistoriaIncisioni e pitture mpestri: nuovi messaggi dalle rocce

delle Alpi occidentali

Mostra documentaria in San FrancescoCuneo 28 settembre - 22 ottobre 1995

La mostra e il catalogoIMMAGINI DALLA PREISTORIAsono stati promossi e realizzati daSoprintendenza Archeologica del PiemonteComune di Cuneo, Museo CivicoCooperativa Archeologica Le Orme dell'Uomo - Cerveno

in occasione della XXXII Riunione scientifica dell'IstitutoItaliano di Preistoria e Protostoria, Alba, 29-30 settembre ­IO ottobre 1995

con il contributo diRegione Piemonte - Assessorato alla culturaComune di EntracqueParco Naturale dell'ArgenteraPresa Cementi - Robilante~PRE~~iOO:!JnJ~FlOll'l-"N1{(C_1

il catalogo è stato realizzato da

testi:Andrea Arcà (M),Le Orme dell'UomoDaniele Arobba (DA),Museo Civico di Finale LigureGiuseppe Canavese (CC),Parco Naturale dell'ArgenteraChiara Conti (ChC),Museo Civico di CuneoAngelo Fossati (AF),Le Orme dell'UomoFilippo Maria Gambari (FMC),Soprintendenza Archeologica del PiemonteLivio Mano (LM),CuneoElena Marchi (EM),Le Orme dell'UomoAngelo Morisi (AM),CuneoAlberto Santacroce (AS),Torino

Giancarlo Soldati (CS),CuneoEmanuela Tognoni (ET),Le Orme dell'Uomo

fotografie:Andrea ArcàArchivio GRCM,TorinoArchivio Cooperativa Archeologica Le Orme dell'UomoArchivio Museo Civico di CuneoArchivio Soprintendenza Archeologica del PiemonteAngelo FossatiAngelo GhirettiLivio ManoGiorgio Olivero, l'Occhio di Cristallo, CuneoAlberto SantacroceGiuseppe Schiappacasse, GenovaArchivio Museo di Antropologia ed Etnografiadell'Università di Torino

rilievi:Soprintendenza Archeologica del PiemonteSoprintendenza Archeologica della LombardiaCooperativa Archeologica Le Orme dell'UomoGRCMAngelo Ghiretti

hanno inoltre collaborato:Antonio Baroncini, Lugo di RomagnaJack Belfiore, CervenoGian Maria Cametti, TorinoPaolo di Nola, CollegnoValter Gaveglio, RobassomeroPatrizia Meirano, TorinoLivio Manassero, MondovìDaniela Robbiati, CervenoSoci GRCMParco Naturale della Rocca di CavourIl personale del Museo Civico di CuneoSquadre economato ed elettricisti del Comune di Cuneo

PARTECIPANTI ALLE CAMPAGNE DI INDAGINE

E RILEVAMENTO SCIENTIFICO DELLE INCISIONI RUPESTRI

DEL LAGO DEL VEI DEL BOUC 1989 E 1990

Direzione scientifica:Soprintendenza Archeologica del Piemonte (F. M. Gambari)Museo Civico di Cuneo (L. Mano)

Carotaggi pollinici:Daniele Arobba, Museo Civico di Finale Ligure

Campionature biologiche:Angelo Morisi, Cuneo

Campionature geologiche:Giancarlo Soldati, Cuneo

Equipes di lavoro formate da:Andrea Arcà, TorinoOliviero Cima, Soc. Arkaia, TorinoGiorgio Fea, CuneoRiccardo Lerda, CaraglioFederico Magrì, PineroloFabio Martini, CaraglioMarcello Proietti, ValgranaRoberto Querio, Cuorgné

Prospezioni Subacquee:Cesare Battaglia, Soc. Sportiva CuneosubLuigi Fozzati, ServizioTecnico per l'Archeologia SubacqueaAntonino Giuliano, Società Sportiva CuneosubRoberto Jarre, Soc. Sportiva CuneosubNucleo Carabinieri Subacquei, Genova-VoltriFranco Russo, Soc. Sportiva CuneosubMarco Verra, Soc. Sportiva Cuneosub

Aspetti logistici:Alpini Battaglione SaluzzoNucleo Elicotteri Carabinieri, VolpianoResponsabili e Guardiaparco del Parco Naturaledell'Argentera, Valdieri

Sommario

Presentazione Liliana Mercando pago 7

Presentazione Elio Rostagno " 9

Parte I - Studi

L'arte rupestre in Piemonte:problerni di tutela ed indirizzi di ricerca F M. Gambari " 13

Scheda Internazionale per il censimento delle incisioni edelle pitture rupestri delle Alpi occidentali Alberto Santacroce " 21

Tecniche di incisione: il caso della regione del Monte Bego Livio Mano " 27

L'arte rupestre delle Alpi occidentali:confronti con la tradizione rupestre camuna Angelo Fossati " 33

Dalla ricerca all'interpretazione: il ruolo dell' archeologia rupestre Andrea Arcà " 43

Parte II - Siti

Tra Vei del Bouc e Monte Bego " 53In cima al pascolo " 816000 anni sulla roccia " 87Pitture alla Rocca " 91La Roccia della Fata " 97Alle falde del Rocciamelone " 101Arcieri a cavallo " 109I Cervi al Castello " 117Passaggio a nord: l'Alpe Veglia " 125Tavola cronologico - tematica dell'Arte Rupestre Alpina " 128

Valcamonica, Luine roccia 34: figura di cervo in stile paleolitico - epipaleolitico (elaborazione fotografica digitale Le Orme dell'Uomo)

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I più recenti studi ed approfondimenti dell' arte rupestredelle Alpi hanno mostrato l'esistenza di affinitàcronologiche e tematiche tra i vari siti. Soprattutto l'areaalpina occidentale, con i complessi rupestri della Valle diSusa, del Monte Bego e dell' Alta Moriana, e quella cen­tro-orientale, con la Valcamonica e la Valtellina, offronopuntuali comparazioni e similitudini nelle tecniche e nel­le tipologie di un vasto arco schematico e figurativo.L'arte rupestre della Valcamonica in particolare, con lasua ampia cronologia e varietà tema.tica, può essere uti­lizzata come termine di paragone valido per tutto l'arcol'alpino, per determinare somiglianze stilistiche ed affi­nità di datazione.

Dalle fasi più antiche all'età del Rame

Lo scioglimento dei ghiacciai alla fine del Paleoliticopermise l'accesso delle popolazioni umane ed animalinelle aree alpine dopo circa 80.000 anni di interdizione.A culture di cacciatori nomadi vanno probabilmente at­tribuite alcune figurazioni zoomorfe (alci e cervi) di stilenaturalistico e seminaturalistico, databili tra il XII ed il Vmillennio a.c., incise su alcune rocce del sito di Luine,presso Boario Terme in Valcamonica (1). Allo stato at­tuale delle ricerche dovrebbero essere queste, a nostro

Angelo Fossati

L'arte rupestre delle Alpi occidentali:confronti con la tradizione rupestre camuna

parere, le uniche raffigurazioni assegnabili ad .un'epocacosì antica nelle Alpi. Mentre, infatti, nelle Alpi occi­dentali non v'è nulla di simile, malgrado alcune figuresomiglianti ad alci in Val Germanasca (2), la presenzadelle figure zoomorfe ed antropomorfe dell' area del TotesGebirge va messa fortemente in dubbio (3). Si potrebbeforse ipotizzare che l'area camuna fosse tra le prime apermettere l'avanzamento delle popolazioni paleo­mesolitiche nella zona alpina, genti che trovarono nellerocce levigate dai ghiacciai pleistocenici i supporti idealiper realizzare le prime incisioni rupestri.La recente revisione della collocazione cronologica dellefigure di oranti schematici nell' arte rupestre camuna haridimensionato l'estensione dell' arte rupestre neoliticaanche delle altre aree (4). Gli oranti con stilema ad Udegli arti sarebbero infatti attribuibili a fasi tra il BronzoMedio ed il Bronzo Finale, mentre quelli con arti rigidi econtrapposti, sovrapposti a quelli con schema ad U e spes­so anche armati, vanno datati al Bronzo Finale, così comeappare anche dal complesso rupestre di Grosio inValtellina. Nelle Alpi, dunque, sarebbero riferibili al Ne­olitico solo gli oranti incisi sui menhir rinvenuti nel quar­tiere di St.Guerin a Sion nel Vallese svizzero: questi deli­mitavano una necropoli di tombe a cista del tipo

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Alta Valle dell'Ubaye: pugnali a lama triangolare e pomo semilunato

Chamblandes, databile ad un orizzonte della cultura diCortaillod-Lagozza, ma è anche ipotizzabile che le figuresiano state incise posteriormente sui menhir (5).Oltre agli oranti, sugli stessi menhir, sono visibili areemartellinate subcircolari e subrettangolari, probabilmenteinterpretabili come raffigurazioni topografiche, ed una fi­gura di ascia. Le raffigurazioni topografiche di questo tiposono confrontabili con rappresentazioni analoghe incisesulle rocce in Valcamonica sia nell'area di Foppe di Nadropresso Ceto, che in quella di Vite presso Paspardo. InValcamonica il Masso di Borno, un menhir istoriato del­l'età del Rame, presenta alcune figure topografiche di que­sto tipo sottoposte a tre pugnali a lama triangolare con basediritta e pomello semilunato, del tipo cosiddetto

"remedelliano", elementi datanti della composizione dellostile III A incisa sulla faccia B del menhir. Le incisionitopografiche devono pertanto porsi nella prima fase diistoriazione di questi massi, che potremmo probabilmenteattribuire a momenti finali dell'età neolitica o a quelle ini­ziali dell'eneolitica (6). L'associazione su Borno 1 deimotivi topografici a reticolo, a rettangolo, a semicerchiocon coppelle, con le figure subrettangolari riporta i primial medesimo orizzonte cronologico (7). Questo è impor­tante anche per la datazione delle rappresentazioni analo­ghe presenti al Monte Bego, soprattutto nell'area diFontanalba (ad. es. La roccia dei coscritti) (8). Problematicainvece l'attribuzione delle figure a rete e quadrangoli che,mentre al Bego o a Ponte Raut possono trovare una collo-

Valcamonica, Masso di Gemmo n. 2: pugnali a lama triangolare e pomo semilunato di tipo remedelliano, età del Rame

cazione all'età del Bronzo, in Valcamonica sembrano ap­partenere a fasi avanzate dell'età del Ferro, come è testi­moniato dalla mappa di Bedolina, e da altre raffigurazioniconsimili (9).Al medesimo orizzonte cronologico (Neolitico finale-inizidell'età del Rame) possono essere attribuite anche le pittu­re topografiche in colore crema dipinte sulle pareti vertica­li del Rocher de Chateau a Bessans. Qui, ma in colore ros­so scuro, compaiono anche figurazioni antropomorfe a T,tracciati digitali formanti segmenti paralleli verticali odobliqui, ed un gruppo di cervi maschi (10), elemento ricor­rente anche sui massi istoriati dell'età del Rame inValcamonica, ad es. su Cemmo 1 e 3. A Bessans però man­cano gli elementi datanti che caratterizzano le composizio-

ni figurative dell'età del Rame in Valcamonica: le armi, tracui soprattutto i pugnali del tipo remedelliano. Un'attribu­zione all'età del Rame delle pitture di Bessans resta dun­que del tutto ipotetica, essendovi anche ampie possibilitàdi comparazione con l'arte schematica iberica per i segnischematici e gli antropomorfi a T (11).Ma non sono solo questi i segni dipinti che abbiano unrapporto con l'arte schematica iberica: dobbiamo infatti quiricordare anche le problematiche pitture della Rocca diCavour e della Valle dell'Ubaye (Les Oullas), queste ulti­me sottoposte ad una figura antropomorfa incisa e a figuredi pugnali remedelliani perfettamente comparabili con gliesemplari camuni attribuibili all'età del Rame (12). La fi­gura antropomorfa ricorda da vicino lo schematismo tipi-

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co delle rappresentazioni camune dello stile III A: le brac­cia sono distese e aperte, con l'indicazione delle dita, par­ticolare evidente anche nei piedi, le gambe aperte a trian­golo, il sesso maschile evidenziato; il busto ricorda invecequello della figura di aratore del Masso Borno 1 oppurequello delle figure antropomorfe della roccia 36 di Vitepresso Paspardo (13). La testa circolare è a contorno nonchiuso per la presenza di una frattura: è un particolare deltutto atipico, ma potrebbe trattarsi anche di una figuravolutamente lasciata incompleta.Come abbiamo detto i segni pettiniformi dipinti in rossohanno certamente un rapporto con l'arte levantina, ma sonoanche comparabili con figure analoghe dell'arte megaliticairlandese o dello stile III A nelle stele incise dellaValcamonica (14). Ritornando brevemente alle figureantropomorfe sono attribuibili allo stile III A 1 (fasiremedelliane) camuno anche le rappresentazioni della Peradi} Cros in Val Chiusella, e della Roccia del Mago in ValGermanasca: su queste rocce la presenza di cruciformi ac­canto alle figure o di ribattiture delle stesse non deve im­pedire la collocazione cronologica di queste figure a fasiantiche dell'età del Rame, così come accade inValcamonica (emblematico il caso della Roccia del Solea Paspardo): le figure medievali sono infatti per lo più abusto largo, a linea di contorno e ricche di particolari (spes­so si tratta di armati), mentre lo stile schematico lineareresta tipico delle fasi preistoriche (15).Problematica invece la collocazione delle figure di spira­li in entrambe le aree rupestri: al Monte Bego (Fontanalba)non sono in contesti datanti, anche se pare che, nel com­plesso, la tradizione rupestre del Bega non oltrepassi gliinizi del Bronzo Medio; sia nell' Alta Moriana (ArcelleNeuve) che in Val di Susa (Mompantero) le spirali paio­no associate all' ampia fase dei meandri: a Mompantero,peraltro, i meandri sono sottoposti a figurazioni di asce alargo tranci ante della tarda età del Ferro (16). InValcamonica (Paspardo, In Valle) le spirali appaiono sot­toposte a figure di oranti schematici attribuibili al Bronzo

Roccia del Mago, Val Germanasca: figura antropomorfa schematicasottoposta a sigle moderne; croci

Valcamonica, masso di Gemmo n. 2: figure antropomorfeschematiche, pugnali di tipo remedelliano, età del Rame

Medio-Tardo; in Valtellina (Grosio, Rupe Magna) sonosottoposte a guerrieri della prima età del Ferro; aCharschenna sono coperte da canaletti, presumibilmenteappartenenti alla media età del Ferro. Le figure più anti-

che di spirali, in ambito europeo, compaiono nell'artemegalitica irlandese, dove peraltro sono spesso associateanche a cerchi concentrici e a meandri (17). Esse sonopresenti anche nel repertorio iconografico delle prime fasidelle incisioni rupestri del fiume Tago in Portogallo dovesono sottoposte a figurazioni zoomorfe (cervi e cavalli)delineati in stile a raggi X (18) probabilmente attribuibiliall' età del Rame o a fasi antiche dell' età del Bronzo. Comesi vede il problema di una più esatta definizione della col­locazione cronologica delle spirali rimane aperto.

L'età del Bronzo: armi, arature ed antropomorfi

Venendo al Bronzo Antico elemento comune nell' area oc­cidentale (Monte Bego, Valle d'Aosta) ed in quella camunaè la rappresentazione delle armi. Alabarde, asce e pugna­li ricorrono spesso associate fra loro o con altreraffigurazioni quali i bucrani e le scene di aratura. AlMonte Bego (soprattutto nell' area di Fontanalba) lealabarde sono rappresentate in modo più veristico rispet­to a quelle camune. Spesso, infatti, sono incisi anche iribattini, inseriti o accostati al tallone sernicircolare di lamedalla forma triangolare. Al Bego le alabarde, spesso im­pugnate da antropomorfi, si trovano in connessione conscene di aratura o bucrani, aspetto del tutto assente inValcamonica (19). Solo in una stele della Valtellina (Caven2), peraltro assegnabile all'età del Rame, una figuraantropomorfa regge un' alabarda foliata ben più antica diquelle dell'età del Bronzo. Per quanto riguarda le asce alMonte Bego queste sono un soggetto figurativo raro espesso impugnate da piccoli antropomorfi, del medesi­mo tipo di quelli che reggono le alabarde. Le lame di que­ste asce non sono ben definite: un tipo preciso non è benriconoscibile, ma l'associazione con le alabarde rendepossibile una loro collocazione cronologica al BronzoAntico. Anche le asce della roccia della Barmasse, inValtournenche, sono attribuibili a fasi recenti del BronzoAntico, essendo riconoscibile il tipo con taglio a paletta,

una morfologia ben presente anche sulle rocce dellaValcamonica a Foppe di Nadro e a Luine (20). Il medesi­mo tipo ricorre anche sulla roccia di Castelletto (21), sullago di Garda: si tratta perciò di un tipo molto diffuso nelBronzo Antico in Italia Settentrionale.L'area delle Meraviglie al Monte Bego presenta un im­pressionante numero di pugnali attribuibili all' antica etàdel Bronzo (e forse alcuni anche all'età del Rame, sia deltipo remedelliano che di quello Ciempozuelos). Il mede­simo fenomeno si osserva anche in Valcamonica sia aFoppe di Nadro che a Luine: qui come al Monte Bego,compaiono tipi con lama triangolare con spalla arroton­data e pomo piatto. In altri casi vi sono tipi che potrem­mo definire poladiani: pomo piatto, spalla a guardinaespansa. Rispetto al Bego, in Valcamonica non abbiamo,allo stato attuale delle scoperte, un tipo di pugnale conuna impugnatura costituita da linee parallele, un motivoche ricorda i manici compositi dei pugnali di tipo alpinocome quelli di Ledro e PoIada, formati da dischetti di bron­zo alternati da materiale deperibile quale corno di cervoo cuoio (22).Per quanto concerne le scene di aratura attribuibili all'etàdel Bronzo la Valcamonica può fornire alcune indicazio­ni utili per una migliore collocazione cronologica di al­cune scene del Monte Bego, dove il tema è ben presente:ad es. per quelle scene in cui l'aratore impugna la stegolacon una sola mano, mentre con l'altra impugna un pun­golo, che in Valcamonica sono attribuibili all'età del Fer­ro; nelle scene camune assegnate all'età del Bronzo o al­l'età del Rame gli aratri sono sempre condotti impugnan­do con due mani la stegola, in quanto i terreni non eranoancora stati messi a dimora e il tipo di aratro non permet­teva una facile conduzione. Il tema dell' aratura non è pre­sente al momento in altre aree alpine, ma si trova nellatradizione rupestre di alcuni siti scandinavi e danesi. Sinotano poi somiglianze tra i corniformi del Bego e dellaValcamonica con le incisioni di bucrani di alcune lastre

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di pietra di tombe a camera appartenenti allaWartbergkultur e di alcune rocce all'esterno della grottadi Escoural in Portogallo (23).Il Bronzo Medio-Tardo si caratterizza nell'area camuno­tellina per la presenza di raffigurazioni di oranti con sche­ma a U degli arti inferiori e superiori. La maggior partedelle figure è nella classica posizione dell' orante, cioècon le braccia levate verso l'alto e le gambe simmetrica­mente contrapposte. Tra le figure si trovano anche nume­rose rappresentazioni femminili con l'indicazione del ses­so e dei seni evidenziate da piccoli segni circolari tra legambe o in corrispondenza del busto. Gli antropomorficon gli arti superiori abbassati sono rari in Valcamonica,mentre nell' area alpina occidentale questa tipologia è piL!frequente: troviamo esempi sulle rocce del Gran Faetto(Val Chisone), della Valgrana e del Rocciamelone (Val diSusa). Tra queste figure si trovano anche alcune figurefemminili. Se si tiene conto che nell' arte rupestre del­l'età del Ferro della Valcamonica non si trovano mai fi­gure femminili sembra evidente che questo potrebbe es­sere un buon indicatore cronologico anche per lefigurazioni di altre aree.Gli antropomorfi schematici con gli arti rigidi e per lopiù simmetricamente contrapposti (a volte hanno però lebraccia abbassate) nell' area camuno-tellina sono difficil­mente databili all'età neolitica, come dimostrato dallasottoposizione delle figure antropomorfe con arti con sche­ma ad U con quelle con arti rigidi, e dal fatto che questeultime sono spesso armate (24). Lo schematismo di que­sti antropomorfi è in ogni caso confrontabile con le deco­razioni delle ceramiche hallstattiane, con l'arte delle urnea capanna villanoviana e, per restare ad un' area geografi­ca molto vicina alla Valcamonica, alle decorazioni a punti­ni degli schinieri di Pergine (Tn) (25). E' assai probabilequindi che possano essere collocati all'età del BronzoFinale o addirittura agli inizi della prima età del Ferro,come dimostra lo studio complessivo delle figure della

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Valcamonica, PIV 4 e FDN 23: schematismo comune ad arti simme­trici ortogonali e contrapposti tra figure di "oranti" e armati dell'età delBronzo Finale e della prima età del Ferro (rilievi Orme dell'Uomo)

Rupe Magna di Grosio. Nell'arte rupestre delle Alpi occi­dentali il contesto figurativo in cui appaiono le figure diantropomorfi con arti ortogonali non fornisce quasi maiinformazioni utili ad una loro datazione sicura. Lo stilefigurativo rimane pertanto l'unico appiglio cronologico.Una datazione al Bronzo Finale non è contraddetta peral­tro dalla comparazione possibile con le decorazioni delleceramiche del Bronzo Finale nella Francia meridionale incui appaiono anche figure antropomorfe schematiche (26).

Arte rupestre dell'età del Ferro: il linguaggiofigurativo comune degli aristocratici guerrieri

Ma è l'arte rupestre dell'età del Ferro che offre maggioripossibilità di confronti tra le due aree. L'Alta Moriana ela Val di Susa soprattutto mostrano affinità nelle tematichee nello stile figurativo che si presenta assai ricco nellefasi attribuibili alla prima età del Ferro.

Molte figure antropomorfe sia in Alta Moriana che inVal di Susa sono state realizzate nello stile cosiddetto"bi-triangolare" (27). In Valcamonica questo stilema èraramente utilizzato, e si trova soprattutto nelleraffigurazioni attribuibili al VII-VI sec. a.c., come inalcuni armati incisi sulla roccia 27 di Foppe di Nadropresso Ceto.Nelle figure dipinte del Rocciamelone gli armati paionoaffrontarsi non solo con la lancia ma anche con l'arco,che pare l'arma preferita dai guerrieri. La presenza del­l'arco non si presta ad alcuna considerazione cronologica,mentre può essere interessante rilevare che si tratta diun' arma da guerra e non da caccia, dato che il cavaliereche lo impugna tiene nell' altra mano uno scudo del tiposubrettangolare allungato di quelli in uso tra l'VIII ed ilVII sec. a.c. in Italia settentrionale ed in Valcamonica,ben presente nelle figurazioni di armati attribuibili allostile IV 1 (28). Il tema del cavaliere armato di arco siripete anche nelle pitture superiori, dove l'armato èequilibrista, come in alcune scene nell' arte rupestrecamuna (29).I confronti stilistici per lo stilema bitriangolare più vicinisi trovano nelle figure bitriangolari dell' arte ceramicahalstattiana delle Alpi occidentali o vicino alle Alpi, comea Kirchenreinbach, Pettenhofen, Niederhofen, nella Ger­mania meridionale, o a Nové Kosariska in Ungheria. Nellaceramica proveniente dal tumulo di Sopron, le figureumane sono triangolari ma gli animali (cavalli) sono raf­figurati con lo stilema bitriangolare (30).Il tema della caccia allo stambecco, ben presente sia adAussois che sulla Roccia degli Stambecchi all'ArcelleNeuve (Lanslevillard), pare una peculiarità dell' arterupestre dell' area occidentale delle fasi centrali dell' etàdel Ferro, mentre in quella centro-orientale (Valcamonica,Salisburghese) è assai più diffusa, in tutte le fasi, la cac­cia al cervo (31). Le modalità dell' attività venatoria nel­l'arte camuna sono comunque le medesime: il cacciato-

re, quando appare, è armato di lancia; più spesso si trova­no solo i cani ad inseguire cervi maschi forniti di unpossente palco, a testimonianza che erano cacciati solocervi adulti in età da riproduzione; rarissima la presenzadi cacciatori armati di arco, più spesso impegnati nell'in­seguimento di camosci (come a Seradina r. 12) o in atteg­giamento di corsa (Foppe di Nadro r. 23).La tarda età del Ferro è testimoniata in Val di Susa darappresentazioni di hellebardenaxt (ascia-alabarda),un' ascia a largo tranciante, ben presente nell' arte rupestrecamuna della tarda e finale età del Ferro (soprattutto nel­l'area di Naquane e Paspardo). In Valcamonica abbiamoentrambe le varianti di questo tipo d'ascia: quello a tagliodiritto, più antico, attribuibile al III sec. a.c. ed incisosempre a martellina, e quello a taglio semilunato, più re­cente (I sec. a.c. - I sec. d.C.), istoriato utilizzando latecnica del graffito (32). Anche in Val di Susa sono pre­senti le due varianti.Sia l'Alta Mariana (Lac de Sollieres) che la Val Cenischiae la Val di Susa presentano numerose raffigurazioniantropomorfe, spesso armate, attribuibili alla fine dell'etàdel Ferro: si tratta di figure a linea di contorno, pressochéidentiche a quelle attribuibili allo stile IV 5 camuno (ades. Dos Sottolaiolo, In Valle e altre aree di Paspardo) (33).Spesso il busto è caratterizzato da decorazioni a croceche rappresentano decorazioni su armature o i lacci deipettorali. In questa fase l'armamento tende ad impoverir­si progressivamente fino a ridursi a spada e scudo rettan­golare.Per quanto concerne le impronte di mani e di piedi benpresenti in quasi tutte le aree nelle Alpi occidentali(Aussois, Sollières, fino al recente riconoscimento delleincisioni della Valle dell' Albedosa), esse sono attribuibiliall'età del Ferro, come mostrano le associazioni con lefigure di guerrieri ed i confronti con l'arte rupestre camunadove il tema è ben attestato a partire dalla fase IV 2 (VII­VI sec. a.c.) (34). In Valcamonica le figurazioni di mani

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Haute Maurienne, Roccia degli Stambecchi: scena di caccia allo stambecco con guerriero armato di lancia e cane, media età del Ferro

sono assai rare, mentre i pediformi ripetono la forma del­le suole o gli intrecci dei calzari. La piccola dimensionedei pediformi camuni avvalora l'ipotesi che le impronterappresentino piedi o calzari di fanciulli, eseguiti proba­bilmente in occasione delle prove di iniziazione della gio­ventù aristocratica e guerriera. Si spiegherebbero cosìanche le associazioni che sembrano riguardare semprel'ambito degli armati.Come si è visto la tradizione rupestre camuna risulta cer­tamente importante per i confronti instaurabili con quella

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di altre aree con incisioni e pitture. Anche se l'arte rupestreha in ogni zona modalità espressive e peculiarità proprie,dall'analisi effettuata risulta indubbio che vi siano con­nessioni tra l'area alpina occidentale e quella centro-orien­tale, sia negli stili che nelle tematiche, e questo appareevidente in quasi tutti i periodi. Queste comparazioni sonoperciò importanti al fine di una miglior comprensione delfenomeno "arte rupestre" nell' arco alpino e sottolinea uncollegamento "culturale" insospettabile per tempi cosìremoti.

Valcamonica, Seradina roccia 12: scena di caccia al cervo con guerriero a cavallo armato di lancia e cane, prima età del Ferro

1- Assai dubbie le figurazioni a polissoir rinvenute a Mezzarro e secondo ilPriuli da considerarsi paleolitiche. Si veda PRIUU A., 1985. Incisioni Rupestridella Valcamonica, Ivrea.2 - SEGUE D., RICCHIARDI P., 1980. Recenti scoperte diflgure zoomorfesubnaturalistiche in Val Germanasca, in Studi di archeologia dedicati a PieroBarocelli, Soprintendenza Archeologica del Piemonte, pp. 21-26, Torino.3 - Allo stato attuale delle ricerche le figure risultano infatti irreperibili. Venne­ro pubblicate da BURGSTALLER E., 1972. Felsbilder in Osterreich,Landesinstitutfur Heimatpflege und Volksbildung, Linz.4 - A proposito si vedano: FERRARIO c., 1992. Leflgure di oranti schematicinell'arte rupestre della Valcamonica, in Appunti, 19, pp. 4 I-44, Breno. FOS­SATI A., 1992. Alcune rappresentazioni di "oranti" schematici armati del

Bronzo Finale nell'arte rupestre della Valcamonica, in Appunti, 19, pp. 45­50, Breno. DE MARINIS R., 1992. Problemi di cronologia dell'arte rupestredella Valcamonica, in XXVI/I Riunione Scientifica dell'IIPP, XXVIII, pp. 169­

195.5 - BLAIN A., 1975. Des gravures sur les menhirs du Chemin des CollinesSion, Valais, Suisse, in BCSP, XII, pp. 154-156.6 - FRONTINI P., 1994. Borno I, in Le Pietre degli Dei. Menhir e Stele del·l'età del Rame in Valcamonica e Valtellina, a cura di S. CASINI, pp. 192- I97,

Bergamo.7 - FOSSATI A, 1994. Le rappresentazioni topograflche, in Le Pietre degliDei. Menhir e Stele dell'età del Rame in Valcamonica e Valtellina, a cura diS. CASINI, pp. 89-91, Bergamo. e ARCA' A., 1995. Vite incisioni

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topograjie/le: primafase dell'arte rupestre camuna, NAB2 in stampa8 - MANO L., 1995.1pastori del Monte Bego, in Sui sentieri dell'arte rupestre,a cura di A. ARCA' - A. FOSSATI, pp. 17-24, Torino.9 - Ma BELTRAN LLOR[S M., 1972. Los grabados rtlpestre de Bedolina, inBCSP, 8, Capo di Ponte, ritiene la mappa di Bedolina di fasi tardi dell'età delBronzo.IO - NEHL G., 1980. Aperçu sur l'art rupestre de Hallle-Maurienne (73), inLes Cahiers du GERSAR, 2, Milly-Ia-Foret.[[ - Si vedano le comparazioni possibili in JESUS SANCHES de M., 1993.Les abris peints de Serra de Passos (Nord du Portugal) dans l'ensemble del'art rupestre de cette région, in Les representations humaines du Neolitique al'Age du Fer, Actes du 115 congrés national des Sociétés Savantes, pp. 57-69,Paris, e BELTRAN A., 1979. Da cacciatori ad allevatori: l'arte rupestre delLevante Spagnolo, Milano.12 - MULLER A.-JORDAN M.-GASSEND J.M.,1991. Les gravurespréhistoriques de la vallée de l'Ubaye (environ du lac du Longet et des modalitésdu peuplement de la zone intra-alpine, in Le Mont Bego, une montagne sacréede l'Age du Bronze, Tende e ARCA' A., 1995. Tra Piemonte e Valli d'Oc, inSui sentieri dell'arte rupestre, a cura di A. ARCA' e A. FOSSAT[, pp. 32-38,Torino.13 - FOSSAT[ A., [994. Lejigure antropomorfe, in Le Pietre degli Dei. Menhire Stele dell'età del Rame in Valcamonica e Valtellina, a cura di S. CASINI, pp.[27-130, Bergamo.[4 - CASINI S. - ODONE S., 1994. I motivi pettiniformi, in Le Pietre degliDei. Menhir e Stele dell'età del Rame in Valcamonica e Valtellina, a cura di S.CASINI, pp. 109-[ 14, Bergamo.15 - Ma di diverso parere sono ROSS[ M. - P. MICHELETfA, 1980. La Pera dijCros del vallone di Dondogna (Val Chiusella) alla luce delle più recenti ricer­che, in Bullettin d'Etudes préhistoriques alpines, voI. XII, pp. 89-116, Aosta.16 - Per l'area di Mompantero si veda: A. ARCA', 1992. Incisioni e pitturerupestri in Valle di Susa. Documentazione e progetti di studio, Comunicazionein occasione del Convegno "Archeologia e arte rupestre in Vallecamonica enell' Arco Alpino", Breno, Giugno 1992, Torino. TON[N[ Y., 1993. Graffiti.Segnalazione di ritrovamenti. Pendice est del Rocciamelone (Val di Susa), inSegusium, 33, 1992, Susa. FOSSAT[ A. - A. ARCA', 1993. Nuove pitturerupestri in Val di Susa, in Survey, V-VI, 7-8, pp. 135- 140, Pinerolo.17 - SHEE-TWOHIG E., 1981. The Megalithic Art ofWestern Europe, Oxford.

18 - Gomez Varela le ritiene per epipaleolitiche. Si veda GOMEZ VARELA,1989. A Mais antiga representaçao de equus do Vale do Tejo, in Almansor, 7,Montemor-o-Novo.19 - DE LUMLEY H., 1992. Le Mont Bego, Valles des Merveilles et deFontanalba, Guides Archeologiques de la France, Paris.20 - FOSSAT[ A. - RUGG[ERO G., in c.s., L'antica età del Bronzo nell'arterupestre della Valcamonica, in L'antica età del Bronzo in Italia, Atti del Con­gresso, Viareggio.21 - TOGNONI E., 1995.lliscioni del Benaco, in Sui sentieri dell'arte rupestre,a cura di A. ARCA' e A. FOSSATI, pp. 150- 157, Torino.22 - FOSSAT[ A. - RUGG[ERO G., in c.s.23 - Per Warburg eZuschen si veda: GNTHER K., 1990. Neolitische Bildzeichenan einelll ehemaligen Megalithgrab bei Warburg, Kreis Hxter (Westfalen), inGermania, 68; per Escoural: GOMEZ VARELA M., 1989. Arte rupestre econtexto arqueologico, in Almansor, 7, Monlemor-o-Novo.24 - FOSSATI A., 1992.25 - FOSSATI A., 1992.26 - GOMEZ de SOTO J., 1993. "Pictogrammes", jigurations anthropo­morphes et zoomorphes sur les cramiques de lajin de l'Age du Bronze, unerévision, in Les representations humaines du Neolitique a l'Age du Fer, Aclesdu 115 congrés national des Sociétés Savantes, pp. 149-164, Paris.27 - BALLET F. - RAFFAELLI P., 1993. Les gravures rupestres anthropo­morphes de Savoie: volution de la représentation humaine du Néolitique l'Agedu Fer, in Les représentations humaines du Neolitique a l'Age du Fer, Actes du115 congrés national des Sociétés Savantes, pp. 181-196, Paris.28 - FOSSATI A., 1991. L'età del Ferro nelle incisioni rupestri della Val­camonica, in AA.VV, Immagini di una aristocrazia dell'età del Ferro nell'ar­te rupestre camuna, Contributi in occasione della mostra, pp. 11-71.29 - FOSSAT[ A., 1991.30 - DOBIAT C., 1982. Menschendarstellungen auf ostalpiner Hallstat­tkeramik. Eine Bestandaufnahme, in Acta Archaeologica AcademiaeScientiarwn Hungaricae, 34, pp. 279-322.31 - BALLET F. - RAFFAELLI P., 1993.32 - DE MAR[N[S R., 1988. Le popolazioni alpine di stirpe retica, in ItaliaOmniulII terrarulll alwnna, a cura di P. CARRATELLI, Milano.33 - FOSSATI A., 1991.34 - FOSSATI A., 1991.

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