Largo Firenze e la Zona Dantesca. Dalle "tonalità sospese" al progetto urbano

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Comune di Ravenna Assessorato aii'Urbamsuca Assessorato alla Cultura La zona Dantesca e Largo Firenze: 60 anni di progetti a cura di France co Mo chini Il progetto di massima per la sua sistemazione definitiva di: Carlo Aymonino, Aldo Aymoni- no, Claudio Baldisserri , Roberto Evangeli ti , NuJJo Pirazzoli, Lorenzo Sarti, Maurizio Scarano. Edizioni Essegi

Transcript of Largo Firenze e la Zona Dantesca. Dalle "tonalità sospese" al progetto urbano

Comune di Ravenna Assessorato aiiUrbamsuca

Assessorato alla Cultura

La zona Dantesca e Largo Firenze 60 anni di progetti

a cura di France co Mo chini

Il progetto di massima per la sua sistemazione definitiva di Carlo Aymonino Aldo Aymonishyno Claudio Baldisserri Roberto Evangeli ti NuJJo Pirazzoli Lorenzo Sarti Maurizio Scarano

Edizioni Essegi

INDICE

LARGO FIRENZE E LA W~A DANTF$CA Dalle bull tonalitagrave sospese al progetto urbano Fnm~ ~1oscbini

l PIAM REGOLgtTORI DELLA CITTAgrave DI RAVEI~A

LETTURA FOTOGRAFICA DI LARGO FIRKLE

LARGO FlRENZE E LA ZONA DANTESCA IL LUOGO ED I MAESTRI

GIUUO ULJSSE AR ATA Il PALAZZO DELLA PROVINCIA 1925 1928

LUIgtOVlCO QUARONl LA NUOVA SEDE DELLA ESA TTORlA OELLA CASSA DI RISPARlll0 1962 1965

GIOVA~I fflCHELUCCI PRIMO PROGETIO PER LAUDITORIU~f (DISEGNI) 1963 E Il ) IODELLO DELLA SECONDA OLUZIONE 1965

L REA DEL CO~CORSO DEL 1982

bull ELEZIO~ DEI PROGETTI PRFSE T 11 AL CONCORSO DEL 1982

RELAZIOe PER IL PROGETIO DI CO~CORSO (1983)

RELAZIOE PER IL PROGETTO PRELIMINARE (1987)

TAVOLE DEL PROGETTO PRELIMINARE 1987

RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEL I11ANO 01 RECUPERO (MAGGIO 1988)

TAVOLE DEL PROGEITO DI P lANO DI RECUIbullERO

RE LAZIONE PER IL PROGETTO DI MASSIMA (MAGGIO 1988)

DESCRJZIOlE DEL PROGETTO

Il PROGETIO PER LARGO FJREZE COME IETA FORA DELLA C ITIAgrave Francesco ~1oschini

PROGETTO DI lIASSL-lA ELABORATI DI PROGETTO

VEDUTE DEL MODELLO

SCHIZZI Dl STUDIO DEL PROGETTO DI MASSIMA

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Francesco Moschini

LARGO FIRENZE E LA ZONA DANTESCA

Dalle ltlttonalitagrave sospeseraquo al progetto urbano

Larea di Largo Firenze e ladiacente zona dantesca a Ravenna si pongono come momenti significativi di quella che potremmo considerare una sorta di mancata sintesi di architettura e urbanistica e proprio in quanto irrisolti nodi urbanistici e architettonici ripropongono costantemente nel corso del tempo il problema della presenza della tomba di Dante e quindi della sua forma architettonica e quello della definizione di un vuoto urbano nel centro storico della cittagrave e dunque del ruolo che in esso assushymono presenze storiche ed architettoniche La storia dei progetti elaborati per quest area egrave infatti caratterizzata da un susseguirsi di prese di posizione conshytraddittorie ora unansia di conservazione a tutti i costi che interessa oltre al sepolcro di Dante anche la cinqueshycentesca casa Rizzetti ora una volontagrave di nuovo fondata sullo scarso rilievo di quelle stesse presenze incapace comunque di progettare oltre la mera immagine architettoshynica La piugrave volte proposta demolizione del tempietto del Morigia per esempio non si proporragrave altri obiettivi se non quello di laquosostituiregtgt l esistente con un oggetto di magshygiore rappresentativitagrave e bellezza in armonia con le retoshyriche monumentali delle varie epoche Comunque il desiderio di commemorare il Poeta la laquogiushystaraquo architettura capace di rappresentare sia Dante che la cittagrave l assetto urbanistico infine che nel rispetto delle proprie memorie storiche sia ancora in grado di rispondere alle esigenze di una cittagrave moderna e produttiva sono i proshyblemi ritenuti equivalenti nella difficile sintesi dei quali si bloccano tutti gli slanci e gli entusiasmi fino a preferire nelle scelte definitive l inerzia di alcune trasformazioni necessarie realizzate senza ambizioni o la mediocritagrave di alcune scelte proposte come provvisorie e destinate invece a durare Sebbene il primo aspetto della questione quello meramente celebrativo possa essere piugrave facilmente liquishydato oggi anche sulla base di considerazioni extra-discishyplinari magari ricorrendo alle giagrave note affermazioni di Giuseppe Verdi e Giosuegrave Carducci (1) non possiamo tutshytavia dimenticare limportanza nella storia della nostra disciplina e nella storia piugrave generale di una cultura dell arshychitettura funebre Se infatti laquonel cominciamento le architetture sono state erette per ospitare il soggiorno degli dei e dei mortiraquo oggi laquo il monumento funerario ricomshypone il regno del corpo non come referente ma come simushylacro come protesi del ricordo come supporto della speshyranza nella-mortalitagraveraquo (2) mentre lespressione di questa assenza che egrave il contrario di un negativo (G De1euze) determina un processo di individualizzazione e rappresenshytazione della morte TI caso della tomba di Dante esprime con particolare chiarezza la frattura tra funzione segno e simbolo che ne ha procrastinato la realizzazione fino ali eshypoca moderna Essa infatti si egrave sempre posta giagrave a partire dal 132 l anno della morte come un progetto costanteshymente perseguito e per ragioni diverse mai realizzato fino

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Fig l - La zona dantesca c la piazza S Francesco ricostruita sui documenti di don Carlo Ulbcrti (in G Ravaldini cit)

Fig 2 - Particolare della veduta assonometrica dellarea di Gaeshytano Savini

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all attuale sacello opera di Camillo Morigia del 1780 Mancano purtroppo anche i possibili progetti che avrebshybero dovuto essere eseguiti una prima volta subito dopo la morte di Dante per volontagrave di Guido Novello da Polenshyta nipote di quella Francesca da Rimini resa immortale nella Commedia che pochi mesi dopo perse la signoria di Ravenna poi nelle ambizioni di Leone X un Medici e dunque fiorentino che nel 1519 in un momento storico caratterizzato dal culto dell individualitagrave avrebbe voluto depome le ossa in Santa Croce ormai trasformata in Panshytheon Ad onta delle pratiche con cui il Boccaccio eccitograve la sua cittagrave Dante come ricorda Franco Sacchetti continuograve a dorshymire il suo sonno tranquillo presso S Francesco in Ravenshyna laquoCircondato da antichissimi sepolcri dimperatori e di santi in compagnia ben piugrave onorevole di quella che tu patria mia potessi mai offrirgliraquo (3) Luogo di passaggio tra antichitagrave romana e medioevo cristiano Pompei delleshypoca gotica e bizantina (4) Ravenna restograve praticamente impermeabile alla cultura rinascigravementale mentre la provshyvisoria e temporanea sepoltura del poeta entro unarca lapidea collocata nel cimitero dei Frati Minori con i cui abiti egli volle essere sepolto fu trasformata solo nel 1483 da Pietro Lombardi su commissione di Bernardo Bembo Il Lombardi riscalpellograve larca di marmo greco realizzando inoltre il bassorilievo che rappresenta Dante middot davanti ai volumi del suo poema (5) A protezione della tomba viene costruita una celletta quadrata collegata mediante un porshyticato alla cappella di Braccioforte Tuttavia l intervento voluto dal Bembo che provvederagrave anche a sistemare tutta larea circostante non riusciragrave a recuperare il luogo ad una funzione di rappresentativitagrave ma al contrario porteragrave ad un sempre maggiore concentrarsi degli interventi sul tema del sepolcro dantesco A questo intervento per altro rispettato nella definitiva sistemazione del Morigia seguirono piugrave modeste opere di sistemazione che vedono interessati al fine di ampliare la piazza antistante la chiesa di S Francesco i Frati Minori (6) Ma arriviamo alla sistemazione di C Morigia che rapshypresenta nonostante la freddezza compositiva unopera caratterizzata da una sua correttezza accademica Le critishyche giagrave dallepoca della realizzazione non furono rivolte infatti allarchitettura concordemente ritenuta laquonon priva di una certa graziaraquo ma alla sproporzione ed al contrasto con l austeritagrave del luogo e la grandezza del defunto sproshyporzioni e co11trasti rilevati da piugrave visitatori (7) fino a proshypome la demolizione e la ricostruzione di un monumento laquopiugrave degnoraquo Numerose sono le suggestioni architettoniche che confluiscono nellopera morigiana seppure risolte in chiave eccessivamente tecnica rendendo pertanto l opera un punto di riferimento decisamente ambiguo che sottolishynea la passivitagrave del Morigia ai condizionamenti dovuti alla preesistente sistemazione del Lombardi ed all angusta posishyzione a ridosso di un lato del chiostro di S Francesco reashylizzata per ragioni non ancora chiarite nel 1659-1660 Voluta dal cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga ad onta delle contese (8) tra il Comune di Ravenna e i Frati Minoshyri la tomba fu commissionata nel 1780 ed inaugurata nel 1782 Il sepolcro che sembrograve fare riferimento allimmashygine della romana chiesa di S Pantaleo del Va1adier nasce

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Fig 3 - Ricostruzione della zona dantesca nel sec XIV (plastico di Lamberto Bazzoni e Luisa Baldini) (in G Ravaldini cit)

Fig 4 - La tomba di Dante nella ricostruzione di Bernardo Bembo del 1483 (da V Coronelli Ravenna ricercata antica e moderna)

Fig 5 - Camillo Morigia Sepolcro di Dante 1780-1781 Ravenshyna

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dalla contaminazione tra la matrice palladiana della Chiesa delle Zitelle di cui alcuni hanno visto una sorta di ripeshytizione in scala riferimenti alla classicitagrave specialmente nella decorazione interna (9) e ancora la rielaborazione della contemporanea produzione dei tempietti di villa inglesi Lintervento del Morigia si colloca nellambito di una piugrave generale sistemazione urbanistica che renderagrave pur in ritardo Ravenna partecipe di quel fenomeno definito da A Emiliani laquoarchitettura delle legazioniraquo e di cui il Morishygia stesso saragrave uno degli architetti piugrave attivi anche se in questo caso lasceragrave la situazione dellarea sostanzialmente immutata Cosigrave come si egrave posto il problema della difficile risoluzione di un immagine architettonica consona al luogo ed al pershysonaggio non casualmente attestatasi nelle forme neoclasshysiche morigiane (le uniche cioegrave capaci di trovare forse la giusta astrazione intellettuale ed il sufficiente distacco emotivo in grado di operare fuori dei minacciati interventi retorici culminati nei progetti di mausolei redatti nella seconda metagrave dellOttocento con la maggiore libertagrave di intervento dovuta alla soppressione dell ordine francescashyno ed al conseguente passaggio delle loro proprietagrave alle Suore Tavelle) altrettanta problematicitagrave si pone il proshyblema della sistemazione dell area Le prime ipotesi delshyling Lodovico Nabmzzi elaborate nel 1845 consistenti in un laquoProspetto dell isolamento del sepolcro di Dante Alishyghieriraquo e in una laquoPianta dell isolamento del Sepolcro di Dante Alighieri mediante linterramento di un tratto del Chiostro del Convento di S Francesco e colloccupazione dell Orticello di Braccio Forteraquo miravano a dare enfasi retorica al monumento ricorrendo ad una soluzione urbashynistica che pur accettando la preesistenza mongiana per altro di difficile sostituzione tendeva attraverso l isolashymento del sepolcro ad una laquoambientazioneraquo dello stesso che indubbiamente costituiva una valida alternativa Egrave tutshytavia a partire dal I 865 anno del ritrovamento delle ossa di Dante che i progetti di sistemazione sia del sepolcro che dell area si susseguono a ritmo serrato proponendo ora soluzioni radicali quali il progetto di abbattimento della cappella di Braccio Forte delling Romolo Conti (l intervento delling Filippo Lanciani evitograve la demolishyzione della cappella trasformata nellattuale quadrarco) ora la sottoscrizione proposta da Luigi Falchetti un artishygiano ravennate per la costruzione di un monumento conshysistente in laquo una gradinata circolare composta di cento gradini i quali mettendo sopra un piano pure circolare innalzassero cento colonne coperte da cupola e nel mezzo sotto la gran cupola sorgesse la statua gigantesca di Dante Alighieri sopra grandioso piedistallo in ciascuna poi delle cento colonne si vedesse scolpito o inciso un canto della Divina Commedia Ai lati del piedistallo le opere minori di Dante espresse in modo simbolicoraquo (10) fino alla proshyclamazione ed ali inaugurazione avvenuta il 15 maggio 1890 del laquoGiubileo dantescoraquo Non mancano nel frattemshypo opere che indirettamente interessano larea tra il 1890 e il 1891 si costruisce la sede della Cassa di Risparshymio su progetto dell ing Giuseppe Melandri proprio nelshylarea dove sorgeva la chiesa di S Giorgio ai Portici menshytre si ripropone ancora nel 1902 Iinnalzamento di un Mausoleo alla Memoria del laquoDivino Poetaraquo Proposta

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Fig 6 - Camillo Morigia disegni per iJmiddot sepolcro di Dante proshyspetto e pianta (Nullo Pirazzoli-Paolo Fabbri Camillo Morigia 1743-1795 Architettura e Riformismo nelle legazioni Imola University Press Bologna 1976)

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questa dell ing arch Antonio Linati che nel 1908 in occasione de laquolinaugurazione della Sala Dantescaraquo preshysentava un suo disegno della laquoFacciata Principaleraquo secondo il quale il tempietto morigiano avrebbe dovuto essere inglobato in una eclettica costruzione sormontata da una sfera (il mondo) sospesa su esili colonne Evidentemente tutte queste iniziative cosigrave come le immanshycabili ipotesi di risistemazione o ricostruzione del sacello manifestano un vuoto progettuale solamente mascherato dagli eccessi simbolici e retorici che le accompagnano rispetto ai quali diviene senzaltro preferibile la sobria compostezza dell opera del Morigia che gli ha permesso di conquistarsi un posto di dignitoso rispetto nella storia della cittagrave oltre che in quella della disciplina Ma egrave solo a partire dagli anni laquo20raquo che i problemi rimasti sospesi cosigrave come le ambizioni e le velleitagrave frustrate troshyveranno nella retorica del regime una fase che si concreshytizzeragrave io unintensa attivitagrave edilizia soprattutto nelle aree adiacenti a quella fin qui considerata Nel corso di quella euforia per il rinnovamento che caratshyterizzeragrave tutto il ventennio nelle zone circostanti verranno realizzati il Palazzo della Posta quello della Provincia la casa del Fascio la piazza Corsica oltre alla redazione del piano regolatore e di ampliamento che presentato nel 1928 non ottenne lapprovazione in quanto formulava solo indicazioni di carattere generale e privo comera digrave norme tecniche di attuazione In particolare la zona danteshysca e largo Firenze tenderanno sempre piugrave a configurare un unico problema Per quanto riguardava la sistemazione della zona dantesca prevista dal piano del 1928 si chieshydeva lo s tudio di un piano particolareggiato al fine di isoshylare la tomba e di creare una laquoZona del silenzioraquo insieme allampliamento di alcune strade e allapertura di una piazza davanti alladiacente Palazzo della Provincia giagrave realizzato dallarcb Arata di una architettura che laquoechegshygia lo stile protoromantico proprio dei monumenti raveoshynati tra il VI e lXI secologtgt (Il) Giagrave nel dicembre delshylanno precedente il 1927 Gustavo Giovannoni incarishycato dalla Commissione Ministeriale per la laquoZona del Silenziogtgt instituita nel 1923 aveva presentato un primo progetto che prevedeva la demolizione del tempietto morishygiano e la sua sostituzione con un tempio piugrave imponente in continuitagrave con la tradizione tardo ottocentesca la chiushysura della zona sacra della tomba attraverso la realizzashyzione di un recinto colonnato in analogia con i vicini chioshystri (e quello della laquoSeparatezzaraquo dell isolamento saragrave una costante delle varie proposte che per la zona dantesca si succederanno nel tempo) e la realizzazione di un viale a lberato contornato da un muro fino ana strada L intervento che non stabilisce alcun rapporto con il conshytesto con lunica eccezione dellenfatico viale alberato per altro destinato a morire sulla via Corrado Ricci dagrave forma urbanistica alla nota teoria giovannon i an a dell laquoamshybienteraquo e del restauro conservativo Di fatto si propone un idea stalica di cittagrave impegnata a conservare in nome di un presunto laquocarattereraquo dovuto alla patina di antico se non decisamente di vecchio delle preesistenze ma che condizioneragrave anche stilisticamente i successivi interventi l limiti insiti nel progetto e la piugrave provocatoria proposta di demolire il sacello dantesco attirarono aspre critiche da

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Fig 7- Lodovico Nabruzzi Prospetto dell isolamento del Sepolshycro di Dante Alighieri (1845) (in G Ravaldini cit)

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Fig 8 - Antonio Linari Facciata principale del mausoleo Danshytesco (1908) (G Ravaldini cit)

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parte di molti fra i quali Corrado Ricci (che sembra nascondesse anche motivi personali di delusione verso il Ministero che laveva tenuto all oscuro dellincarico affishydato al Giovannoni ( 12) ) critiche che portarono ali elaboshyrazione l anno successivo di un secondo progetto che mentre conservava l opera del Morigia modificandone solo l orientamento si presentava identico al precedente Questo progetto comunque con lorientamento a ponente della tomba di Dante influenzeragrave le soluzioni successive in quanto tendeva a risolvere l eccentricitagrave della tomba e a definire una piugrave adeguata direttrice di sviluppo urbanistishyco Contestato anche questo secondo progetto facente esplicito riferimento a quello di Giovannoni ma forzanshydone alcuni elementi compositivi che la rigida impostashyzione teorica dj quello impediva di elaborare in particolare R Papini trasforma il recinto di Giovannoni in una sorta di chiostro analogo ai preesistenti aumentandone le proshyporzioni al centro la cappella di Braccioforte delinea un asse lungo il quale sono disposti da un lato lingresso al chiostro dallaltro un nuovo edificio che riprende forma e dimensioni di quello di Braccioforte destinato ad ospishytare la tomba di Dante Anche in questo progetto egrave prevista la demolizione del tempietto morigiano ma mentre il recinto giovannoniano lasciava immutato l assetto w-banishystico della zona questo si pone come elemento di cerniera su cui convergono ben tre collegamenti viari e quindi come regolatore dello sviluppo edilizio della zona Ancora nel l 93 1 il Podestagrave di Ravenna incarica l arch GU Arata di studiare un progetto di massima presentato nel 1932 TI sacello veniva mantenuto nella posizione orishyginaria mentre lo spazio antistante la chiesa veniva delimishytato da un nuovo edificio simmetrico al Palazzo della Proshyvincia dal quale riprendeva le tematiche giagrave discusse della rievocazione stilistica mentre riordinava la zona libeshyrandola da costruzioni ormai fatiscenti Il progetto Arata teneva conto delle indicazioni emerse nel piano del 1927 attraverso un sistema di cancelli dall Annoni ritenuti superflui pedonalizzava l intera zona ma cosa piugrave imporshytante ampliava larea d intervento creando un articolato sistema di piazze collegate fra loro per mezzo di porticati formalmente connesse con larea centrale urbana Finalshymente nel 1935 iniziano i lavori di sistemazione su proshygetto di una Commissione del Ministero dellEducazione Nazionale (formata dal Prefetto dal Podestagrave dal Presishydente della Provincia dal senatore Corrado Ricci dal senatore Rava dallingegnere Capo del Genio Civile e dal Direttore dellUfficio dei Monumenti arch Giorgio Rosi) laquo 13) Fortemente criticato per la sua mancanza di organishycitagrave fino a richiedere l intervento del Capo del Governo il progetto giagrave in avanzato stato di realizzazione fu abbandonato dalla Commissione stessa che Jomiddotaveva redatshyto che riprese in esame il progetto Arata n 13 settembre 1936 viene inaugurata la cosiddetta laquoZona del Silenzioraquo essa risultograve frutto di un compromesso tra quanto giagrave reaJizzato del progetto Rosi e la soluzione preshycedentemente scartata dellArata fu ricostrllita la casa Rizshyzetti ora casa Oriani fu montato il portichetto cinquecenshytesco sistemato il giardino abbassato il piano della piazshyza rimossa la cancellata in ferro battuto realizzata da Umberto Bellotto e rimontata intorno al quadrarco di

Fig 9 - Lodovico Nabruzzi Pianta dell isolamento del sepolcro di Dante (1845) (G Ravaldini cit)

Fig IO - Gustavo Giovannoni 1deg progetto

Fig I l - Idem 2deg progetto

Fig 12 - Roberto Papini progetto 1929

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Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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INDICE

LARGO FIRENZE E LA W~A DANTF$CA Dalle bull tonalitagrave sospese al progetto urbano Fnm~ ~1oscbini

l PIAM REGOLgtTORI DELLA CITTAgrave DI RAVEI~A

LETTURA FOTOGRAFICA DI LARGO FIRKLE

LARGO FlRENZE E LA ZONA DANTESCA IL LUOGO ED I MAESTRI

GIUUO ULJSSE AR ATA Il PALAZZO DELLA PROVINCIA 1925 1928

LUIgtOVlCO QUARONl LA NUOVA SEDE DELLA ESA TTORlA OELLA CASSA DI RISPARlll0 1962 1965

GIOVA~I fflCHELUCCI PRIMO PROGETIO PER LAUDITORIU~f (DISEGNI) 1963 E Il ) IODELLO DELLA SECONDA OLUZIONE 1965

L REA DEL CO~CORSO DEL 1982

bull ELEZIO~ DEI PROGETTI PRFSE T 11 AL CONCORSO DEL 1982

RELAZIOe PER IL PROGETIO DI CO~CORSO (1983)

RELAZIOE PER IL PROGETTO PRELIMINARE (1987)

TAVOLE DEL PROGETTO PRELIMINARE 1987

RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEL I11ANO 01 RECUPERO (MAGGIO 1988)

TAVOLE DEL PROGEITO DI P lANO DI RECUIbullERO

RE LAZIONE PER IL PROGETTO DI MASSIMA (MAGGIO 1988)

DESCRJZIOlE DEL PROGETTO

Il PROGETIO PER LARGO FJREZE COME IETA FORA DELLA C ITIAgrave Francesco ~1oschini

PROGETTO DI lIASSL-lA ELABORATI DI PROGETTO

VEDUTE DEL MODELLO

SCHIZZI Dl STUDIO DEL PROGETTO DI MASSIMA

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Francesco Moschini

LARGO FIRENZE E LA ZONA DANTESCA

Dalle ltlttonalitagrave sospeseraquo al progetto urbano

Larea di Largo Firenze e ladiacente zona dantesca a Ravenna si pongono come momenti significativi di quella che potremmo considerare una sorta di mancata sintesi di architettura e urbanistica e proprio in quanto irrisolti nodi urbanistici e architettonici ripropongono costantemente nel corso del tempo il problema della presenza della tomba di Dante e quindi della sua forma architettonica e quello della definizione di un vuoto urbano nel centro storico della cittagrave e dunque del ruolo che in esso assushymono presenze storiche ed architettoniche La storia dei progetti elaborati per quest area egrave infatti caratterizzata da un susseguirsi di prese di posizione conshytraddittorie ora unansia di conservazione a tutti i costi che interessa oltre al sepolcro di Dante anche la cinqueshycentesca casa Rizzetti ora una volontagrave di nuovo fondata sullo scarso rilievo di quelle stesse presenze incapace comunque di progettare oltre la mera immagine architettoshynica La piugrave volte proposta demolizione del tempietto del Morigia per esempio non si proporragrave altri obiettivi se non quello di laquosostituiregtgt l esistente con un oggetto di magshygiore rappresentativitagrave e bellezza in armonia con le retoshyriche monumentali delle varie epoche Comunque il desiderio di commemorare il Poeta la laquogiushystaraquo architettura capace di rappresentare sia Dante che la cittagrave l assetto urbanistico infine che nel rispetto delle proprie memorie storiche sia ancora in grado di rispondere alle esigenze di una cittagrave moderna e produttiva sono i proshyblemi ritenuti equivalenti nella difficile sintesi dei quali si bloccano tutti gli slanci e gli entusiasmi fino a preferire nelle scelte definitive l inerzia di alcune trasformazioni necessarie realizzate senza ambizioni o la mediocritagrave di alcune scelte proposte come provvisorie e destinate invece a durare Sebbene il primo aspetto della questione quello meramente celebrativo possa essere piugrave facilmente liquishydato oggi anche sulla base di considerazioni extra-discishyplinari magari ricorrendo alle giagrave note affermazioni di Giuseppe Verdi e Giosuegrave Carducci (1) non possiamo tutshytavia dimenticare limportanza nella storia della nostra disciplina e nella storia piugrave generale di una cultura dell arshychitettura funebre Se infatti laquonel cominciamento le architetture sono state erette per ospitare il soggiorno degli dei e dei mortiraquo oggi laquo il monumento funerario ricomshypone il regno del corpo non come referente ma come simushylacro come protesi del ricordo come supporto della speshyranza nella-mortalitagraveraquo (2) mentre lespressione di questa assenza che egrave il contrario di un negativo (G De1euze) determina un processo di individualizzazione e rappresenshytazione della morte TI caso della tomba di Dante esprime con particolare chiarezza la frattura tra funzione segno e simbolo che ne ha procrastinato la realizzazione fino ali eshypoca moderna Essa infatti si egrave sempre posta giagrave a partire dal 132 l anno della morte come un progetto costanteshymente perseguito e per ragioni diverse mai realizzato fino

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Fig l - La zona dantesca c la piazza S Francesco ricostruita sui documenti di don Carlo Ulbcrti (in G Ravaldini cit)

Fig 2 - Particolare della veduta assonometrica dellarea di Gaeshytano Savini

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all attuale sacello opera di Camillo Morigia del 1780 Mancano purtroppo anche i possibili progetti che avrebshybero dovuto essere eseguiti una prima volta subito dopo la morte di Dante per volontagrave di Guido Novello da Polenshyta nipote di quella Francesca da Rimini resa immortale nella Commedia che pochi mesi dopo perse la signoria di Ravenna poi nelle ambizioni di Leone X un Medici e dunque fiorentino che nel 1519 in un momento storico caratterizzato dal culto dell individualitagrave avrebbe voluto depome le ossa in Santa Croce ormai trasformata in Panshytheon Ad onta delle pratiche con cui il Boccaccio eccitograve la sua cittagrave Dante come ricorda Franco Sacchetti continuograve a dorshymire il suo sonno tranquillo presso S Francesco in Ravenshyna laquoCircondato da antichissimi sepolcri dimperatori e di santi in compagnia ben piugrave onorevole di quella che tu patria mia potessi mai offrirgliraquo (3) Luogo di passaggio tra antichitagrave romana e medioevo cristiano Pompei delleshypoca gotica e bizantina (4) Ravenna restograve praticamente impermeabile alla cultura rinascigravementale mentre la provshyvisoria e temporanea sepoltura del poeta entro unarca lapidea collocata nel cimitero dei Frati Minori con i cui abiti egli volle essere sepolto fu trasformata solo nel 1483 da Pietro Lombardi su commissione di Bernardo Bembo Il Lombardi riscalpellograve larca di marmo greco realizzando inoltre il bassorilievo che rappresenta Dante middot davanti ai volumi del suo poema (5) A protezione della tomba viene costruita una celletta quadrata collegata mediante un porshyticato alla cappella di Braccioforte Tuttavia l intervento voluto dal Bembo che provvederagrave anche a sistemare tutta larea circostante non riusciragrave a recuperare il luogo ad una funzione di rappresentativitagrave ma al contrario porteragrave ad un sempre maggiore concentrarsi degli interventi sul tema del sepolcro dantesco A questo intervento per altro rispettato nella definitiva sistemazione del Morigia seguirono piugrave modeste opere di sistemazione che vedono interessati al fine di ampliare la piazza antistante la chiesa di S Francesco i Frati Minori (6) Ma arriviamo alla sistemazione di C Morigia che rapshypresenta nonostante la freddezza compositiva unopera caratterizzata da una sua correttezza accademica Le critishyche giagrave dallepoca della realizzazione non furono rivolte infatti allarchitettura concordemente ritenuta laquonon priva di una certa graziaraquo ma alla sproporzione ed al contrasto con l austeritagrave del luogo e la grandezza del defunto sproshyporzioni e co11trasti rilevati da piugrave visitatori (7) fino a proshypome la demolizione e la ricostruzione di un monumento laquopiugrave degnoraquo Numerose sono le suggestioni architettoniche che confluiscono nellopera morigiana seppure risolte in chiave eccessivamente tecnica rendendo pertanto l opera un punto di riferimento decisamente ambiguo che sottolishynea la passivitagrave del Morigia ai condizionamenti dovuti alla preesistente sistemazione del Lombardi ed all angusta posishyzione a ridosso di un lato del chiostro di S Francesco reashylizzata per ragioni non ancora chiarite nel 1659-1660 Voluta dal cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga ad onta delle contese (8) tra il Comune di Ravenna e i Frati Minoshyri la tomba fu commissionata nel 1780 ed inaugurata nel 1782 Il sepolcro che sembrograve fare riferimento allimmashygine della romana chiesa di S Pantaleo del Va1adier nasce

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Fig 3 - Ricostruzione della zona dantesca nel sec XIV (plastico di Lamberto Bazzoni e Luisa Baldini) (in G Ravaldini cit)

Fig 4 - La tomba di Dante nella ricostruzione di Bernardo Bembo del 1483 (da V Coronelli Ravenna ricercata antica e moderna)

Fig 5 - Camillo Morigia Sepolcro di Dante 1780-1781 Ravenshyna

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dalla contaminazione tra la matrice palladiana della Chiesa delle Zitelle di cui alcuni hanno visto una sorta di ripeshytizione in scala riferimenti alla classicitagrave specialmente nella decorazione interna (9) e ancora la rielaborazione della contemporanea produzione dei tempietti di villa inglesi Lintervento del Morigia si colloca nellambito di una piugrave generale sistemazione urbanistica che renderagrave pur in ritardo Ravenna partecipe di quel fenomeno definito da A Emiliani laquoarchitettura delle legazioniraquo e di cui il Morishygia stesso saragrave uno degli architetti piugrave attivi anche se in questo caso lasceragrave la situazione dellarea sostanzialmente immutata Cosigrave come si egrave posto il problema della difficile risoluzione di un immagine architettonica consona al luogo ed al pershysonaggio non casualmente attestatasi nelle forme neoclasshysiche morigiane (le uniche cioegrave capaci di trovare forse la giusta astrazione intellettuale ed il sufficiente distacco emotivo in grado di operare fuori dei minacciati interventi retorici culminati nei progetti di mausolei redatti nella seconda metagrave dellOttocento con la maggiore libertagrave di intervento dovuta alla soppressione dell ordine francescashyno ed al conseguente passaggio delle loro proprietagrave alle Suore Tavelle) altrettanta problematicitagrave si pone il proshyblema della sistemazione dell area Le prime ipotesi delshyling Lodovico Nabmzzi elaborate nel 1845 consistenti in un laquoProspetto dell isolamento del sepolcro di Dante Alishyghieriraquo e in una laquoPianta dell isolamento del Sepolcro di Dante Alighieri mediante linterramento di un tratto del Chiostro del Convento di S Francesco e colloccupazione dell Orticello di Braccio Forteraquo miravano a dare enfasi retorica al monumento ricorrendo ad una soluzione urbashynistica che pur accettando la preesistenza mongiana per altro di difficile sostituzione tendeva attraverso l isolashymento del sepolcro ad una laquoambientazioneraquo dello stesso che indubbiamente costituiva una valida alternativa Egrave tutshytavia a partire dal I 865 anno del ritrovamento delle ossa di Dante che i progetti di sistemazione sia del sepolcro che dell area si susseguono a ritmo serrato proponendo ora soluzioni radicali quali il progetto di abbattimento della cappella di Braccio Forte delling Romolo Conti (l intervento delling Filippo Lanciani evitograve la demolishyzione della cappella trasformata nellattuale quadrarco) ora la sottoscrizione proposta da Luigi Falchetti un artishygiano ravennate per la costruzione di un monumento conshysistente in laquo una gradinata circolare composta di cento gradini i quali mettendo sopra un piano pure circolare innalzassero cento colonne coperte da cupola e nel mezzo sotto la gran cupola sorgesse la statua gigantesca di Dante Alighieri sopra grandioso piedistallo in ciascuna poi delle cento colonne si vedesse scolpito o inciso un canto della Divina Commedia Ai lati del piedistallo le opere minori di Dante espresse in modo simbolicoraquo (10) fino alla proshyclamazione ed ali inaugurazione avvenuta il 15 maggio 1890 del laquoGiubileo dantescoraquo Non mancano nel frattemshypo opere che indirettamente interessano larea tra il 1890 e il 1891 si costruisce la sede della Cassa di Risparshymio su progetto dell ing Giuseppe Melandri proprio nelshylarea dove sorgeva la chiesa di S Giorgio ai Portici menshytre si ripropone ancora nel 1902 Iinnalzamento di un Mausoleo alla Memoria del laquoDivino Poetaraquo Proposta

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Fig 6 - Camillo Morigia disegni per iJmiddot sepolcro di Dante proshyspetto e pianta (Nullo Pirazzoli-Paolo Fabbri Camillo Morigia 1743-1795 Architettura e Riformismo nelle legazioni Imola University Press Bologna 1976)

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questa dell ing arch Antonio Linati che nel 1908 in occasione de laquolinaugurazione della Sala Dantescaraquo preshysentava un suo disegno della laquoFacciata Principaleraquo secondo il quale il tempietto morigiano avrebbe dovuto essere inglobato in una eclettica costruzione sormontata da una sfera (il mondo) sospesa su esili colonne Evidentemente tutte queste iniziative cosigrave come le immanshycabili ipotesi di risistemazione o ricostruzione del sacello manifestano un vuoto progettuale solamente mascherato dagli eccessi simbolici e retorici che le accompagnano rispetto ai quali diviene senzaltro preferibile la sobria compostezza dell opera del Morigia che gli ha permesso di conquistarsi un posto di dignitoso rispetto nella storia della cittagrave oltre che in quella della disciplina Ma egrave solo a partire dagli anni laquo20raquo che i problemi rimasti sospesi cosigrave come le ambizioni e le velleitagrave frustrate troshyveranno nella retorica del regime una fase che si concreshytizzeragrave io unintensa attivitagrave edilizia soprattutto nelle aree adiacenti a quella fin qui considerata Nel corso di quella euforia per il rinnovamento che caratshyterizzeragrave tutto il ventennio nelle zone circostanti verranno realizzati il Palazzo della Posta quello della Provincia la casa del Fascio la piazza Corsica oltre alla redazione del piano regolatore e di ampliamento che presentato nel 1928 non ottenne lapprovazione in quanto formulava solo indicazioni di carattere generale e privo comera digrave norme tecniche di attuazione In particolare la zona danteshysca e largo Firenze tenderanno sempre piugrave a configurare un unico problema Per quanto riguardava la sistemazione della zona dantesca prevista dal piano del 1928 si chieshydeva lo s tudio di un piano particolareggiato al fine di isoshylare la tomba e di creare una laquoZona del silenzioraquo insieme allampliamento di alcune strade e allapertura di una piazza davanti alladiacente Palazzo della Provincia giagrave realizzato dallarcb Arata di una architettura che laquoechegshygia lo stile protoromantico proprio dei monumenti raveoshynati tra il VI e lXI secologtgt (Il) Giagrave nel dicembre delshylanno precedente il 1927 Gustavo Giovannoni incarishycato dalla Commissione Ministeriale per la laquoZona del Silenziogtgt instituita nel 1923 aveva presentato un primo progetto che prevedeva la demolizione del tempietto morishygiano e la sua sostituzione con un tempio piugrave imponente in continuitagrave con la tradizione tardo ottocentesca la chiushysura della zona sacra della tomba attraverso la realizzashyzione di un recinto colonnato in analogia con i vicini chioshystri (e quello della laquoSeparatezzaraquo dell isolamento saragrave una costante delle varie proposte che per la zona dantesca si succederanno nel tempo) e la realizzazione di un viale a lberato contornato da un muro fino ana strada L intervento che non stabilisce alcun rapporto con il conshytesto con lunica eccezione dellenfatico viale alberato per altro destinato a morire sulla via Corrado Ricci dagrave forma urbanistica alla nota teoria giovannon i an a dell laquoamshybienteraquo e del restauro conservativo Di fatto si propone un idea stalica di cittagrave impegnata a conservare in nome di un presunto laquocarattereraquo dovuto alla patina di antico se non decisamente di vecchio delle preesistenze ma che condizioneragrave anche stilisticamente i successivi interventi l limiti insiti nel progetto e la piugrave provocatoria proposta di demolire il sacello dantesco attirarono aspre critiche da

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Fig 7- Lodovico Nabruzzi Prospetto dell isolamento del Sepolshycro di Dante Alighieri (1845) (in G Ravaldini cit)

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Fig 8 - Antonio Linari Facciata principale del mausoleo Danshytesco (1908) (G Ravaldini cit)

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parte di molti fra i quali Corrado Ricci (che sembra nascondesse anche motivi personali di delusione verso il Ministero che laveva tenuto all oscuro dellincarico affishydato al Giovannoni ( 12) ) critiche che portarono ali elaboshyrazione l anno successivo di un secondo progetto che mentre conservava l opera del Morigia modificandone solo l orientamento si presentava identico al precedente Questo progetto comunque con lorientamento a ponente della tomba di Dante influenzeragrave le soluzioni successive in quanto tendeva a risolvere l eccentricitagrave della tomba e a definire una piugrave adeguata direttrice di sviluppo urbanistishyco Contestato anche questo secondo progetto facente esplicito riferimento a quello di Giovannoni ma forzanshydone alcuni elementi compositivi che la rigida impostashyzione teorica dj quello impediva di elaborare in particolare R Papini trasforma il recinto di Giovannoni in una sorta di chiostro analogo ai preesistenti aumentandone le proshyporzioni al centro la cappella di Braccioforte delinea un asse lungo il quale sono disposti da un lato lingresso al chiostro dallaltro un nuovo edificio che riprende forma e dimensioni di quello di Braccioforte destinato ad ospishytare la tomba di Dante Anche in questo progetto egrave prevista la demolizione del tempietto morigiano ma mentre il recinto giovannoniano lasciava immutato l assetto w-banishystico della zona questo si pone come elemento di cerniera su cui convergono ben tre collegamenti viari e quindi come regolatore dello sviluppo edilizio della zona Ancora nel l 93 1 il Podestagrave di Ravenna incarica l arch GU Arata di studiare un progetto di massima presentato nel 1932 TI sacello veniva mantenuto nella posizione orishyginaria mentre lo spazio antistante la chiesa veniva delimishytato da un nuovo edificio simmetrico al Palazzo della Proshyvincia dal quale riprendeva le tematiche giagrave discusse della rievocazione stilistica mentre riordinava la zona libeshyrandola da costruzioni ormai fatiscenti Il progetto Arata teneva conto delle indicazioni emerse nel piano del 1927 attraverso un sistema di cancelli dall Annoni ritenuti superflui pedonalizzava l intera zona ma cosa piugrave imporshytante ampliava larea d intervento creando un articolato sistema di piazze collegate fra loro per mezzo di porticati formalmente connesse con larea centrale urbana Finalshymente nel 1935 iniziano i lavori di sistemazione su proshygetto di una Commissione del Ministero dellEducazione Nazionale (formata dal Prefetto dal Podestagrave dal Presishydente della Provincia dal senatore Corrado Ricci dal senatore Rava dallingegnere Capo del Genio Civile e dal Direttore dellUfficio dei Monumenti arch Giorgio Rosi) laquo 13) Fortemente criticato per la sua mancanza di organishycitagrave fino a richiedere l intervento del Capo del Governo il progetto giagrave in avanzato stato di realizzazione fu abbandonato dalla Commissione stessa che Jomiddotaveva redatshyto che riprese in esame il progetto Arata n 13 settembre 1936 viene inaugurata la cosiddetta laquoZona del Silenzioraquo essa risultograve frutto di un compromesso tra quanto giagrave reaJizzato del progetto Rosi e la soluzione preshycedentemente scartata dellArata fu ricostrllita la casa Rizshyzetti ora casa Oriani fu montato il portichetto cinquecenshytesco sistemato il giardino abbassato il piano della piazshyza rimossa la cancellata in ferro battuto realizzata da Umberto Bellotto e rimontata intorno al quadrarco di

Fig 9 - Lodovico Nabruzzi Pianta dell isolamento del sepolcro di Dante (1845) (G Ravaldini cit)

Fig IO - Gustavo Giovannoni 1deg progetto

Fig I l - Idem 2deg progetto

Fig 12 - Roberto Papini progetto 1929

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Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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Francesco Moschini

LARGO FIRENZE E LA ZONA DANTESCA

Dalle ltlttonalitagrave sospeseraquo al progetto urbano

Larea di Largo Firenze e ladiacente zona dantesca a Ravenna si pongono come momenti significativi di quella che potremmo considerare una sorta di mancata sintesi di architettura e urbanistica e proprio in quanto irrisolti nodi urbanistici e architettonici ripropongono costantemente nel corso del tempo il problema della presenza della tomba di Dante e quindi della sua forma architettonica e quello della definizione di un vuoto urbano nel centro storico della cittagrave e dunque del ruolo che in esso assushymono presenze storiche ed architettoniche La storia dei progetti elaborati per quest area egrave infatti caratterizzata da un susseguirsi di prese di posizione conshytraddittorie ora unansia di conservazione a tutti i costi che interessa oltre al sepolcro di Dante anche la cinqueshycentesca casa Rizzetti ora una volontagrave di nuovo fondata sullo scarso rilievo di quelle stesse presenze incapace comunque di progettare oltre la mera immagine architettoshynica La piugrave volte proposta demolizione del tempietto del Morigia per esempio non si proporragrave altri obiettivi se non quello di laquosostituiregtgt l esistente con un oggetto di magshygiore rappresentativitagrave e bellezza in armonia con le retoshyriche monumentali delle varie epoche Comunque il desiderio di commemorare il Poeta la laquogiushystaraquo architettura capace di rappresentare sia Dante che la cittagrave l assetto urbanistico infine che nel rispetto delle proprie memorie storiche sia ancora in grado di rispondere alle esigenze di una cittagrave moderna e produttiva sono i proshyblemi ritenuti equivalenti nella difficile sintesi dei quali si bloccano tutti gli slanci e gli entusiasmi fino a preferire nelle scelte definitive l inerzia di alcune trasformazioni necessarie realizzate senza ambizioni o la mediocritagrave di alcune scelte proposte come provvisorie e destinate invece a durare Sebbene il primo aspetto della questione quello meramente celebrativo possa essere piugrave facilmente liquishydato oggi anche sulla base di considerazioni extra-discishyplinari magari ricorrendo alle giagrave note affermazioni di Giuseppe Verdi e Giosuegrave Carducci (1) non possiamo tutshytavia dimenticare limportanza nella storia della nostra disciplina e nella storia piugrave generale di una cultura dell arshychitettura funebre Se infatti laquonel cominciamento le architetture sono state erette per ospitare il soggiorno degli dei e dei mortiraquo oggi laquo il monumento funerario ricomshypone il regno del corpo non come referente ma come simushylacro come protesi del ricordo come supporto della speshyranza nella-mortalitagraveraquo (2) mentre lespressione di questa assenza che egrave il contrario di un negativo (G De1euze) determina un processo di individualizzazione e rappresenshytazione della morte TI caso della tomba di Dante esprime con particolare chiarezza la frattura tra funzione segno e simbolo che ne ha procrastinato la realizzazione fino ali eshypoca moderna Essa infatti si egrave sempre posta giagrave a partire dal 132 l anno della morte come un progetto costanteshymente perseguito e per ragioni diverse mai realizzato fino

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Fig l - La zona dantesca c la piazza S Francesco ricostruita sui documenti di don Carlo Ulbcrti (in G Ravaldini cit)

Fig 2 - Particolare della veduta assonometrica dellarea di Gaeshytano Savini

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all attuale sacello opera di Camillo Morigia del 1780 Mancano purtroppo anche i possibili progetti che avrebshybero dovuto essere eseguiti una prima volta subito dopo la morte di Dante per volontagrave di Guido Novello da Polenshyta nipote di quella Francesca da Rimini resa immortale nella Commedia che pochi mesi dopo perse la signoria di Ravenna poi nelle ambizioni di Leone X un Medici e dunque fiorentino che nel 1519 in un momento storico caratterizzato dal culto dell individualitagrave avrebbe voluto depome le ossa in Santa Croce ormai trasformata in Panshytheon Ad onta delle pratiche con cui il Boccaccio eccitograve la sua cittagrave Dante come ricorda Franco Sacchetti continuograve a dorshymire il suo sonno tranquillo presso S Francesco in Ravenshyna laquoCircondato da antichissimi sepolcri dimperatori e di santi in compagnia ben piugrave onorevole di quella che tu patria mia potessi mai offrirgliraquo (3) Luogo di passaggio tra antichitagrave romana e medioevo cristiano Pompei delleshypoca gotica e bizantina (4) Ravenna restograve praticamente impermeabile alla cultura rinascigravementale mentre la provshyvisoria e temporanea sepoltura del poeta entro unarca lapidea collocata nel cimitero dei Frati Minori con i cui abiti egli volle essere sepolto fu trasformata solo nel 1483 da Pietro Lombardi su commissione di Bernardo Bembo Il Lombardi riscalpellograve larca di marmo greco realizzando inoltre il bassorilievo che rappresenta Dante middot davanti ai volumi del suo poema (5) A protezione della tomba viene costruita una celletta quadrata collegata mediante un porshyticato alla cappella di Braccioforte Tuttavia l intervento voluto dal Bembo che provvederagrave anche a sistemare tutta larea circostante non riusciragrave a recuperare il luogo ad una funzione di rappresentativitagrave ma al contrario porteragrave ad un sempre maggiore concentrarsi degli interventi sul tema del sepolcro dantesco A questo intervento per altro rispettato nella definitiva sistemazione del Morigia seguirono piugrave modeste opere di sistemazione che vedono interessati al fine di ampliare la piazza antistante la chiesa di S Francesco i Frati Minori (6) Ma arriviamo alla sistemazione di C Morigia che rapshypresenta nonostante la freddezza compositiva unopera caratterizzata da una sua correttezza accademica Le critishyche giagrave dallepoca della realizzazione non furono rivolte infatti allarchitettura concordemente ritenuta laquonon priva di una certa graziaraquo ma alla sproporzione ed al contrasto con l austeritagrave del luogo e la grandezza del defunto sproshyporzioni e co11trasti rilevati da piugrave visitatori (7) fino a proshypome la demolizione e la ricostruzione di un monumento laquopiugrave degnoraquo Numerose sono le suggestioni architettoniche che confluiscono nellopera morigiana seppure risolte in chiave eccessivamente tecnica rendendo pertanto l opera un punto di riferimento decisamente ambiguo che sottolishynea la passivitagrave del Morigia ai condizionamenti dovuti alla preesistente sistemazione del Lombardi ed all angusta posishyzione a ridosso di un lato del chiostro di S Francesco reashylizzata per ragioni non ancora chiarite nel 1659-1660 Voluta dal cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga ad onta delle contese (8) tra il Comune di Ravenna e i Frati Minoshyri la tomba fu commissionata nel 1780 ed inaugurata nel 1782 Il sepolcro che sembrograve fare riferimento allimmashygine della romana chiesa di S Pantaleo del Va1adier nasce

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Fig 3 - Ricostruzione della zona dantesca nel sec XIV (plastico di Lamberto Bazzoni e Luisa Baldini) (in G Ravaldini cit)

Fig 4 - La tomba di Dante nella ricostruzione di Bernardo Bembo del 1483 (da V Coronelli Ravenna ricercata antica e moderna)

Fig 5 - Camillo Morigia Sepolcro di Dante 1780-1781 Ravenshyna

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dalla contaminazione tra la matrice palladiana della Chiesa delle Zitelle di cui alcuni hanno visto una sorta di ripeshytizione in scala riferimenti alla classicitagrave specialmente nella decorazione interna (9) e ancora la rielaborazione della contemporanea produzione dei tempietti di villa inglesi Lintervento del Morigia si colloca nellambito di una piugrave generale sistemazione urbanistica che renderagrave pur in ritardo Ravenna partecipe di quel fenomeno definito da A Emiliani laquoarchitettura delle legazioniraquo e di cui il Morishygia stesso saragrave uno degli architetti piugrave attivi anche se in questo caso lasceragrave la situazione dellarea sostanzialmente immutata Cosigrave come si egrave posto il problema della difficile risoluzione di un immagine architettonica consona al luogo ed al pershysonaggio non casualmente attestatasi nelle forme neoclasshysiche morigiane (le uniche cioegrave capaci di trovare forse la giusta astrazione intellettuale ed il sufficiente distacco emotivo in grado di operare fuori dei minacciati interventi retorici culminati nei progetti di mausolei redatti nella seconda metagrave dellOttocento con la maggiore libertagrave di intervento dovuta alla soppressione dell ordine francescashyno ed al conseguente passaggio delle loro proprietagrave alle Suore Tavelle) altrettanta problematicitagrave si pone il proshyblema della sistemazione dell area Le prime ipotesi delshyling Lodovico Nabmzzi elaborate nel 1845 consistenti in un laquoProspetto dell isolamento del sepolcro di Dante Alishyghieriraquo e in una laquoPianta dell isolamento del Sepolcro di Dante Alighieri mediante linterramento di un tratto del Chiostro del Convento di S Francesco e colloccupazione dell Orticello di Braccio Forteraquo miravano a dare enfasi retorica al monumento ricorrendo ad una soluzione urbashynistica che pur accettando la preesistenza mongiana per altro di difficile sostituzione tendeva attraverso l isolashymento del sepolcro ad una laquoambientazioneraquo dello stesso che indubbiamente costituiva una valida alternativa Egrave tutshytavia a partire dal I 865 anno del ritrovamento delle ossa di Dante che i progetti di sistemazione sia del sepolcro che dell area si susseguono a ritmo serrato proponendo ora soluzioni radicali quali il progetto di abbattimento della cappella di Braccio Forte delling Romolo Conti (l intervento delling Filippo Lanciani evitograve la demolishyzione della cappella trasformata nellattuale quadrarco) ora la sottoscrizione proposta da Luigi Falchetti un artishygiano ravennate per la costruzione di un monumento conshysistente in laquo una gradinata circolare composta di cento gradini i quali mettendo sopra un piano pure circolare innalzassero cento colonne coperte da cupola e nel mezzo sotto la gran cupola sorgesse la statua gigantesca di Dante Alighieri sopra grandioso piedistallo in ciascuna poi delle cento colonne si vedesse scolpito o inciso un canto della Divina Commedia Ai lati del piedistallo le opere minori di Dante espresse in modo simbolicoraquo (10) fino alla proshyclamazione ed ali inaugurazione avvenuta il 15 maggio 1890 del laquoGiubileo dantescoraquo Non mancano nel frattemshypo opere che indirettamente interessano larea tra il 1890 e il 1891 si costruisce la sede della Cassa di Risparshymio su progetto dell ing Giuseppe Melandri proprio nelshylarea dove sorgeva la chiesa di S Giorgio ai Portici menshytre si ripropone ancora nel 1902 Iinnalzamento di un Mausoleo alla Memoria del laquoDivino Poetaraquo Proposta

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Fig 6 - Camillo Morigia disegni per iJmiddot sepolcro di Dante proshyspetto e pianta (Nullo Pirazzoli-Paolo Fabbri Camillo Morigia 1743-1795 Architettura e Riformismo nelle legazioni Imola University Press Bologna 1976)

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questa dell ing arch Antonio Linati che nel 1908 in occasione de laquolinaugurazione della Sala Dantescaraquo preshysentava un suo disegno della laquoFacciata Principaleraquo secondo il quale il tempietto morigiano avrebbe dovuto essere inglobato in una eclettica costruzione sormontata da una sfera (il mondo) sospesa su esili colonne Evidentemente tutte queste iniziative cosigrave come le immanshycabili ipotesi di risistemazione o ricostruzione del sacello manifestano un vuoto progettuale solamente mascherato dagli eccessi simbolici e retorici che le accompagnano rispetto ai quali diviene senzaltro preferibile la sobria compostezza dell opera del Morigia che gli ha permesso di conquistarsi un posto di dignitoso rispetto nella storia della cittagrave oltre che in quella della disciplina Ma egrave solo a partire dagli anni laquo20raquo che i problemi rimasti sospesi cosigrave come le ambizioni e le velleitagrave frustrate troshyveranno nella retorica del regime una fase che si concreshytizzeragrave io unintensa attivitagrave edilizia soprattutto nelle aree adiacenti a quella fin qui considerata Nel corso di quella euforia per il rinnovamento che caratshyterizzeragrave tutto il ventennio nelle zone circostanti verranno realizzati il Palazzo della Posta quello della Provincia la casa del Fascio la piazza Corsica oltre alla redazione del piano regolatore e di ampliamento che presentato nel 1928 non ottenne lapprovazione in quanto formulava solo indicazioni di carattere generale e privo comera digrave norme tecniche di attuazione In particolare la zona danteshysca e largo Firenze tenderanno sempre piugrave a configurare un unico problema Per quanto riguardava la sistemazione della zona dantesca prevista dal piano del 1928 si chieshydeva lo s tudio di un piano particolareggiato al fine di isoshylare la tomba e di creare una laquoZona del silenzioraquo insieme allampliamento di alcune strade e allapertura di una piazza davanti alladiacente Palazzo della Provincia giagrave realizzato dallarcb Arata di una architettura che laquoechegshygia lo stile protoromantico proprio dei monumenti raveoshynati tra il VI e lXI secologtgt (Il) Giagrave nel dicembre delshylanno precedente il 1927 Gustavo Giovannoni incarishycato dalla Commissione Ministeriale per la laquoZona del Silenziogtgt instituita nel 1923 aveva presentato un primo progetto che prevedeva la demolizione del tempietto morishygiano e la sua sostituzione con un tempio piugrave imponente in continuitagrave con la tradizione tardo ottocentesca la chiushysura della zona sacra della tomba attraverso la realizzashyzione di un recinto colonnato in analogia con i vicini chioshystri (e quello della laquoSeparatezzaraquo dell isolamento saragrave una costante delle varie proposte che per la zona dantesca si succederanno nel tempo) e la realizzazione di un viale a lberato contornato da un muro fino ana strada L intervento che non stabilisce alcun rapporto con il conshytesto con lunica eccezione dellenfatico viale alberato per altro destinato a morire sulla via Corrado Ricci dagrave forma urbanistica alla nota teoria giovannon i an a dell laquoamshybienteraquo e del restauro conservativo Di fatto si propone un idea stalica di cittagrave impegnata a conservare in nome di un presunto laquocarattereraquo dovuto alla patina di antico se non decisamente di vecchio delle preesistenze ma che condizioneragrave anche stilisticamente i successivi interventi l limiti insiti nel progetto e la piugrave provocatoria proposta di demolire il sacello dantesco attirarono aspre critiche da

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Fig 7- Lodovico Nabruzzi Prospetto dell isolamento del Sepolshycro di Dante Alighieri (1845) (in G Ravaldini cit)

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Fig 8 - Antonio Linari Facciata principale del mausoleo Danshytesco (1908) (G Ravaldini cit)

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parte di molti fra i quali Corrado Ricci (che sembra nascondesse anche motivi personali di delusione verso il Ministero che laveva tenuto all oscuro dellincarico affishydato al Giovannoni ( 12) ) critiche che portarono ali elaboshyrazione l anno successivo di un secondo progetto che mentre conservava l opera del Morigia modificandone solo l orientamento si presentava identico al precedente Questo progetto comunque con lorientamento a ponente della tomba di Dante influenzeragrave le soluzioni successive in quanto tendeva a risolvere l eccentricitagrave della tomba e a definire una piugrave adeguata direttrice di sviluppo urbanistishyco Contestato anche questo secondo progetto facente esplicito riferimento a quello di Giovannoni ma forzanshydone alcuni elementi compositivi che la rigida impostashyzione teorica dj quello impediva di elaborare in particolare R Papini trasforma il recinto di Giovannoni in una sorta di chiostro analogo ai preesistenti aumentandone le proshyporzioni al centro la cappella di Braccioforte delinea un asse lungo il quale sono disposti da un lato lingresso al chiostro dallaltro un nuovo edificio che riprende forma e dimensioni di quello di Braccioforte destinato ad ospishytare la tomba di Dante Anche in questo progetto egrave prevista la demolizione del tempietto morigiano ma mentre il recinto giovannoniano lasciava immutato l assetto w-banishystico della zona questo si pone come elemento di cerniera su cui convergono ben tre collegamenti viari e quindi come regolatore dello sviluppo edilizio della zona Ancora nel l 93 1 il Podestagrave di Ravenna incarica l arch GU Arata di studiare un progetto di massima presentato nel 1932 TI sacello veniva mantenuto nella posizione orishyginaria mentre lo spazio antistante la chiesa veniva delimishytato da un nuovo edificio simmetrico al Palazzo della Proshyvincia dal quale riprendeva le tematiche giagrave discusse della rievocazione stilistica mentre riordinava la zona libeshyrandola da costruzioni ormai fatiscenti Il progetto Arata teneva conto delle indicazioni emerse nel piano del 1927 attraverso un sistema di cancelli dall Annoni ritenuti superflui pedonalizzava l intera zona ma cosa piugrave imporshytante ampliava larea d intervento creando un articolato sistema di piazze collegate fra loro per mezzo di porticati formalmente connesse con larea centrale urbana Finalshymente nel 1935 iniziano i lavori di sistemazione su proshygetto di una Commissione del Ministero dellEducazione Nazionale (formata dal Prefetto dal Podestagrave dal Presishydente della Provincia dal senatore Corrado Ricci dal senatore Rava dallingegnere Capo del Genio Civile e dal Direttore dellUfficio dei Monumenti arch Giorgio Rosi) laquo 13) Fortemente criticato per la sua mancanza di organishycitagrave fino a richiedere l intervento del Capo del Governo il progetto giagrave in avanzato stato di realizzazione fu abbandonato dalla Commissione stessa che Jomiddotaveva redatshyto che riprese in esame il progetto Arata n 13 settembre 1936 viene inaugurata la cosiddetta laquoZona del Silenzioraquo essa risultograve frutto di un compromesso tra quanto giagrave reaJizzato del progetto Rosi e la soluzione preshycedentemente scartata dellArata fu ricostrllita la casa Rizshyzetti ora casa Oriani fu montato il portichetto cinquecenshytesco sistemato il giardino abbassato il piano della piazshyza rimossa la cancellata in ferro battuto realizzata da Umberto Bellotto e rimontata intorno al quadrarco di

Fig 9 - Lodovico Nabruzzi Pianta dell isolamento del sepolcro di Dante (1845) (G Ravaldini cit)

Fig IO - Gustavo Giovannoni 1deg progetto

Fig I l - Idem 2deg progetto

Fig 12 - Roberto Papini progetto 1929

Il

Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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all attuale sacello opera di Camillo Morigia del 1780 Mancano purtroppo anche i possibili progetti che avrebshybero dovuto essere eseguiti una prima volta subito dopo la morte di Dante per volontagrave di Guido Novello da Polenshyta nipote di quella Francesca da Rimini resa immortale nella Commedia che pochi mesi dopo perse la signoria di Ravenna poi nelle ambizioni di Leone X un Medici e dunque fiorentino che nel 1519 in un momento storico caratterizzato dal culto dell individualitagrave avrebbe voluto depome le ossa in Santa Croce ormai trasformata in Panshytheon Ad onta delle pratiche con cui il Boccaccio eccitograve la sua cittagrave Dante come ricorda Franco Sacchetti continuograve a dorshymire il suo sonno tranquillo presso S Francesco in Ravenshyna laquoCircondato da antichissimi sepolcri dimperatori e di santi in compagnia ben piugrave onorevole di quella che tu patria mia potessi mai offrirgliraquo (3) Luogo di passaggio tra antichitagrave romana e medioevo cristiano Pompei delleshypoca gotica e bizantina (4) Ravenna restograve praticamente impermeabile alla cultura rinascigravementale mentre la provshyvisoria e temporanea sepoltura del poeta entro unarca lapidea collocata nel cimitero dei Frati Minori con i cui abiti egli volle essere sepolto fu trasformata solo nel 1483 da Pietro Lombardi su commissione di Bernardo Bembo Il Lombardi riscalpellograve larca di marmo greco realizzando inoltre il bassorilievo che rappresenta Dante middot davanti ai volumi del suo poema (5) A protezione della tomba viene costruita una celletta quadrata collegata mediante un porshyticato alla cappella di Braccioforte Tuttavia l intervento voluto dal Bembo che provvederagrave anche a sistemare tutta larea circostante non riusciragrave a recuperare il luogo ad una funzione di rappresentativitagrave ma al contrario porteragrave ad un sempre maggiore concentrarsi degli interventi sul tema del sepolcro dantesco A questo intervento per altro rispettato nella definitiva sistemazione del Morigia seguirono piugrave modeste opere di sistemazione che vedono interessati al fine di ampliare la piazza antistante la chiesa di S Francesco i Frati Minori (6) Ma arriviamo alla sistemazione di C Morigia che rapshypresenta nonostante la freddezza compositiva unopera caratterizzata da una sua correttezza accademica Le critishyche giagrave dallepoca della realizzazione non furono rivolte infatti allarchitettura concordemente ritenuta laquonon priva di una certa graziaraquo ma alla sproporzione ed al contrasto con l austeritagrave del luogo e la grandezza del defunto sproshyporzioni e co11trasti rilevati da piugrave visitatori (7) fino a proshypome la demolizione e la ricostruzione di un monumento laquopiugrave degnoraquo Numerose sono le suggestioni architettoniche che confluiscono nellopera morigiana seppure risolte in chiave eccessivamente tecnica rendendo pertanto l opera un punto di riferimento decisamente ambiguo che sottolishynea la passivitagrave del Morigia ai condizionamenti dovuti alla preesistente sistemazione del Lombardi ed all angusta posishyzione a ridosso di un lato del chiostro di S Francesco reashylizzata per ragioni non ancora chiarite nel 1659-1660 Voluta dal cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga ad onta delle contese (8) tra il Comune di Ravenna e i Frati Minoshyri la tomba fu commissionata nel 1780 ed inaugurata nel 1782 Il sepolcro che sembrograve fare riferimento allimmashygine della romana chiesa di S Pantaleo del Va1adier nasce

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Fig 3 - Ricostruzione della zona dantesca nel sec XIV (plastico di Lamberto Bazzoni e Luisa Baldini) (in G Ravaldini cit)

Fig 4 - La tomba di Dante nella ricostruzione di Bernardo Bembo del 1483 (da V Coronelli Ravenna ricercata antica e moderna)

Fig 5 - Camillo Morigia Sepolcro di Dante 1780-1781 Ravenshyna

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dalla contaminazione tra la matrice palladiana della Chiesa delle Zitelle di cui alcuni hanno visto una sorta di ripeshytizione in scala riferimenti alla classicitagrave specialmente nella decorazione interna (9) e ancora la rielaborazione della contemporanea produzione dei tempietti di villa inglesi Lintervento del Morigia si colloca nellambito di una piugrave generale sistemazione urbanistica che renderagrave pur in ritardo Ravenna partecipe di quel fenomeno definito da A Emiliani laquoarchitettura delle legazioniraquo e di cui il Morishygia stesso saragrave uno degli architetti piugrave attivi anche se in questo caso lasceragrave la situazione dellarea sostanzialmente immutata Cosigrave come si egrave posto il problema della difficile risoluzione di un immagine architettonica consona al luogo ed al pershysonaggio non casualmente attestatasi nelle forme neoclasshysiche morigiane (le uniche cioegrave capaci di trovare forse la giusta astrazione intellettuale ed il sufficiente distacco emotivo in grado di operare fuori dei minacciati interventi retorici culminati nei progetti di mausolei redatti nella seconda metagrave dellOttocento con la maggiore libertagrave di intervento dovuta alla soppressione dell ordine francescashyno ed al conseguente passaggio delle loro proprietagrave alle Suore Tavelle) altrettanta problematicitagrave si pone il proshyblema della sistemazione dell area Le prime ipotesi delshyling Lodovico Nabmzzi elaborate nel 1845 consistenti in un laquoProspetto dell isolamento del sepolcro di Dante Alishyghieriraquo e in una laquoPianta dell isolamento del Sepolcro di Dante Alighieri mediante linterramento di un tratto del Chiostro del Convento di S Francesco e colloccupazione dell Orticello di Braccio Forteraquo miravano a dare enfasi retorica al monumento ricorrendo ad una soluzione urbashynistica che pur accettando la preesistenza mongiana per altro di difficile sostituzione tendeva attraverso l isolashymento del sepolcro ad una laquoambientazioneraquo dello stesso che indubbiamente costituiva una valida alternativa Egrave tutshytavia a partire dal I 865 anno del ritrovamento delle ossa di Dante che i progetti di sistemazione sia del sepolcro che dell area si susseguono a ritmo serrato proponendo ora soluzioni radicali quali il progetto di abbattimento della cappella di Braccio Forte delling Romolo Conti (l intervento delling Filippo Lanciani evitograve la demolishyzione della cappella trasformata nellattuale quadrarco) ora la sottoscrizione proposta da Luigi Falchetti un artishygiano ravennate per la costruzione di un monumento conshysistente in laquo una gradinata circolare composta di cento gradini i quali mettendo sopra un piano pure circolare innalzassero cento colonne coperte da cupola e nel mezzo sotto la gran cupola sorgesse la statua gigantesca di Dante Alighieri sopra grandioso piedistallo in ciascuna poi delle cento colonne si vedesse scolpito o inciso un canto della Divina Commedia Ai lati del piedistallo le opere minori di Dante espresse in modo simbolicoraquo (10) fino alla proshyclamazione ed ali inaugurazione avvenuta il 15 maggio 1890 del laquoGiubileo dantescoraquo Non mancano nel frattemshypo opere che indirettamente interessano larea tra il 1890 e il 1891 si costruisce la sede della Cassa di Risparshymio su progetto dell ing Giuseppe Melandri proprio nelshylarea dove sorgeva la chiesa di S Giorgio ai Portici menshytre si ripropone ancora nel 1902 Iinnalzamento di un Mausoleo alla Memoria del laquoDivino Poetaraquo Proposta

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Fig 6 - Camillo Morigia disegni per iJmiddot sepolcro di Dante proshyspetto e pianta (Nullo Pirazzoli-Paolo Fabbri Camillo Morigia 1743-1795 Architettura e Riformismo nelle legazioni Imola University Press Bologna 1976)

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questa dell ing arch Antonio Linati che nel 1908 in occasione de laquolinaugurazione della Sala Dantescaraquo preshysentava un suo disegno della laquoFacciata Principaleraquo secondo il quale il tempietto morigiano avrebbe dovuto essere inglobato in una eclettica costruzione sormontata da una sfera (il mondo) sospesa su esili colonne Evidentemente tutte queste iniziative cosigrave come le immanshycabili ipotesi di risistemazione o ricostruzione del sacello manifestano un vuoto progettuale solamente mascherato dagli eccessi simbolici e retorici che le accompagnano rispetto ai quali diviene senzaltro preferibile la sobria compostezza dell opera del Morigia che gli ha permesso di conquistarsi un posto di dignitoso rispetto nella storia della cittagrave oltre che in quella della disciplina Ma egrave solo a partire dagli anni laquo20raquo che i problemi rimasti sospesi cosigrave come le ambizioni e le velleitagrave frustrate troshyveranno nella retorica del regime una fase che si concreshytizzeragrave io unintensa attivitagrave edilizia soprattutto nelle aree adiacenti a quella fin qui considerata Nel corso di quella euforia per il rinnovamento che caratshyterizzeragrave tutto il ventennio nelle zone circostanti verranno realizzati il Palazzo della Posta quello della Provincia la casa del Fascio la piazza Corsica oltre alla redazione del piano regolatore e di ampliamento che presentato nel 1928 non ottenne lapprovazione in quanto formulava solo indicazioni di carattere generale e privo comera digrave norme tecniche di attuazione In particolare la zona danteshysca e largo Firenze tenderanno sempre piugrave a configurare un unico problema Per quanto riguardava la sistemazione della zona dantesca prevista dal piano del 1928 si chieshydeva lo s tudio di un piano particolareggiato al fine di isoshylare la tomba e di creare una laquoZona del silenzioraquo insieme allampliamento di alcune strade e allapertura di una piazza davanti alladiacente Palazzo della Provincia giagrave realizzato dallarcb Arata di una architettura che laquoechegshygia lo stile protoromantico proprio dei monumenti raveoshynati tra il VI e lXI secologtgt (Il) Giagrave nel dicembre delshylanno precedente il 1927 Gustavo Giovannoni incarishycato dalla Commissione Ministeriale per la laquoZona del Silenziogtgt instituita nel 1923 aveva presentato un primo progetto che prevedeva la demolizione del tempietto morishygiano e la sua sostituzione con un tempio piugrave imponente in continuitagrave con la tradizione tardo ottocentesca la chiushysura della zona sacra della tomba attraverso la realizzashyzione di un recinto colonnato in analogia con i vicini chioshystri (e quello della laquoSeparatezzaraquo dell isolamento saragrave una costante delle varie proposte che per la zona dantesca si succederanno nel tempo) e la realizzazione di un viale a lberato contornato da un muro fino ana strada L intervento che non stabilisce alcun rapporto con il conshytesto con lunica eccezione dellenfatico viale alberato per altro destinato a morire sulla via Corrado Ricci dagrave forma urbanistica alla nota teoria giovannon i an a dell laquoamshybienteraquo e del restauro conservativo Di fatto si propone un idea stalica di cittagrave impegnata a conservare in nome di un presunto laquocarattereraquo dovuto alla patina di antico se non decisamente di vecchio delle preesistenze ma che condizioneragrave anche stilisticamente i successivi interventi l limiti insiti nel progetto e la piugrave provocatoria proposta di demolire il sacello dantesco attirarono aspre critiche da

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Fig 7- Lodovico Nabruzzi Prospetto dell isolamento del Sepolshycro di Dante Alighieri (1845) (in G Ravaldini cit)

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Fig 8 - Antonio Linari Facciata principale del mausoleo Danshytesco (1908) (G Ravaldini cit)

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parte di molti fra i quali Corrado Ricci (che sembra nascondesse anche motivi personali di delusione verso il Ministero che laveva tenuto all oscuro dellincarico affishydato al Giovannoni ( 12) ) critiche che portarono ali elaboshyrazione l anno successivo di un secondo progetto che mentre conservava l opera del Morigia modificandone solo l orientamento si presentava identico al precedente Questo progetto comunque con lorientamento a ponente della tomba di Dante influenzeragrave le soluzioni successive in quanto tendeva a risolvere l eccentricitagrave della tomba e a definire una piugrave adeguata direttrice di sviluppo urbanistishyco Contestato anche questo secondo progetto facente esplicito riferimento a quello di Giovannoni ma forzanshydone alcuni elementi compositivi che la rigida impostashyzione teorica dj quello impediva di elaborare in particolare R Papini trasforma il recinto di Giovannoni in una sorta di chiostro analogo ai preesistenti aumentandone le proshyporzioni al centro la cappella di Braccioforte delinea un asse lungo il quale sono disposti da un lato lingresso al chiostro dallaltro un nuovo edificio che riprende forma e dimensioni di quello di Braccioforte destinato ad ospishytare la tomba di Dante Anche in questo progetto egrave prevista la demolizione del tempietto morigiano ma mentre il recinto giovannoniano lasciava immutato l assetto w-banishystico della zona questo si pone come elemento di cerniera su cui convergono ben tre collegamenti viari e quindi come regolatore dello sviluppo edilizio della zona Ancora nel l 93 1 il Podestagrave di Ravenna incarica l arch GU Arata di studiare un progetto di massima presentato nel 1932 TI sacello veniva mantenuto nella posizione orishyginaria mentre lo spazio antistante la chiesa veniva delimishytato da un nuovo edificio simmetrico al Palazzo della Proshyvincia dal quale riprendeva le tematiche giagrave discusse della rievocazione stilistica mentre riordinava la zona libeshyrandola da costruzioni ormai fatiscenti Il progetto Arata teneva conto delle indicazioni emerse nel piano del 1927 attraverso un sistema di cancelli dall Annoni ritenuti superflui pedonalizzava l intera zona ma cosa piugrave imporshytante ampliava larea d intervento creando un articolato sistema di piazze collegate fra loro per mezzo di porticati formalmente connesse con larea centrale urbana Finalshymente nel 1935 iniziano i lavori di sistemazione su proshygetto di una Commissione del Ministero dellEducazione Nazionale (formata dal Prefetto dal Podestagrave dal Presishydente della Provincia dal senatore Corrado Ricci dal senatore Rava dallingegnere Capo del Genio Civile e dal Direttore dellUfficio dei Monumenti arch Giorgio Rosi) laquo 13) Fortemente criticato per la sua mancanza di organishycitagrave fino a richiedere l intervento del Capo del Governo il progetto giagrave in avanzato stato di realizzazione fu abbandonato dalla Commissione stessa che Jomiddotaveva redatshyto che riprese in esame il progetto Arata n 13 settembre 1936 viene inaugurata la cosiddetta laquoZona del Silenzioraquo essa risultograve frutto di un compromesso tra quanto giagrave reaJizzato del progetto Rosi e la soluzione preshycedentemente scartata dellArata fu ricostrllita la casa Rizshyzetti ora casa Oriani fu montato il portichetto cinquecenshytesco sistemato il giardino abbassato il piano della piazshyza rimossa la cancellata in ferro battuto realizzata da Umberto Bellotto e rimontata intorno al quadrarco di

Fig 9 - Lodovico Nabruzzi Pianta dell isolamento del sepolcro di Dante (1845) (G Ravaldini cit)

Fig IO - Gustavo Giovannoni 1deg progetto

Fig I l - Idem 2deg progetto

Fig 12 - Roberto Papini progetto 1929

Il

Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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dalla contaminazione tra la matrice palladiana della Chiesa delle Zitelle di cui alcuni hanno visto una sorta di ripeshytizione in scala riferimenti alla classicitagrave specialmente nella decorazione interna (9) e ancora la rielaborazione della contemporanea produzione dei tempietti di villa inglesi Lintervento del Morigia si colloca nellambito di una piugrave generale sistemazione urbanistica che renderagrave pur in ritardo Ravenna partecipe di quel fenomeno definito da A Emiliani laquoarchitettura delle legazioniraquo e di cui il Morishygia stesso saragrave uno degli architetti piugrave attivi anche se in questo caso lasceragrave la situazione dellarea sostanzialmente immutata Cosigrave come si egrave posto il problema della difficile risoluzione di un immagine architettonica consona al luogo ed al pershysonaggio non casualmente attestatasi nelle forme neoclasshysiche morigiane (le uniche cioegrave capaci di trovare forse la giusta astrazione intellettuale ed il sufficiente distacco emotivo in grado di operare fuori dei minacciati interventi retorici culminati nei progetti di mausolei redatti nella seconda metagrave dellOttocento con la maggiore libertagrave di intervento dovuta alla soppressione dell ordine francescashyno ed al conseguente passaggio delle loro proprietagrave alle Suore Tavelle) altrettanta problematicitagrave si pone il proshyblema della sistemazione dell area Le prime ipotesi delshyling Lodovico Nabmzzi elaborate nel 1845 consistenti in un laquoProspetto dell isolamento del sepolcro di Dante Alishyghieriraquo e in una laquoPianta dell isolamento del Sepolcro di Dante Alighieri mediante linterramento di un tratto del Chiostro del Convento di S Francesco e colloccupazione dell Orticello di Braccio Forteraquo miravano a dare enfasi retorica al monumento ricorrendo ad una soluzione urbashynistica che pur accettando la preesistenza mongiana per altro di difficile sostituzione tendeva attraverso l isolashymento del sepolcro ad una laquoambientazioneraquo dello stesso che indubbiamente costituiva una valida alternativa Egrave tutshytavia a partire dal I 865 anno del ritrovamento delle ossa di Dante che i progetti di sistemazione sia del sepolcro che dell area si susseguono a ritmo serrato proponendo ora soluzioni radicali quali il progetto di abbattimento della cappella di Braccio Forte delling Romolo Conti (l intervento delling Filippo Lanciani evitograve la demolishyzione della cappella trasformata nellattuale quadrarco) ora la sottoscrizione proposta da Luigi Falchetti un artishygiano ravennate per la costruzione di un monumento conshysistente in laquo una gradinata circolare composta di cento gradini i quali mettendo sopra un piano pure circolare innalzassero cento colonne coperte da cupola e nel mezzo sotto la gran cupola sorgesse la statua gigantesca di Dante Alighieri sopra grandioso piedistallo in ciascuna poi delle cento colonne si vedesse scolpito o inciso un canto della Divina Commedia Ai lati del piedistallo le opere minori di Dante espresse in modo simbolicoraquo (10) fino alla proshyclamazione ed ali inaugurazione avvenuta il 15 maggio 1890 del laquoGiubileo dantescoraquo Non mancano nel frattemshypo opere che indirettamente interessano larea tra il 1890 e il 1891 si costruisce la sede della Cassa di Risparshymio su progetto dell ing Giuseppe Melandri proprio nelshylarea dove sorgeva la chiesa di S Giorgio ai Portici menshytre si ripropone ancora nel 1902 Iinnalzamento di un Mausoleo alla Memoria del laquoDivino Poetaraquo Proposta

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Fig 6 - Camillo Morigia disegni per iJmiddot sepolcro di Dante proshyspetto e pianta (Nullo Pirazzoli-Paolo Fabbri Camillo Morigia 1743-1795 Architettura e Riformismo nelle legazioni Imola University Press Bologna 1976)

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questa dell ing arch Antonio Linati che nel 1908 in occasione de laquolinaugurazione della Sala Dantescaraquo preshysentava un suo disegno della laquoFacciata Principaleraquo secondo il quale il tempietto morigiano avrebbe dovuto essere inglobato in una eclettica costruzione sormontata da una sfera (il mondo) sospesa su esili colonne Evidentemente tutte queste iniziative cosigrave come le immanshycabili ipotesi di risistemazione o ricostruzione del sacello manifestano un vuoto progettuale solamente mascherato dagli eccessi simbolici e retorici che le accompagnano rispetto ai quali diviene senzaltro preferibile la sobria compostezza dell opera del Morigia che gli ha permesso di conquistarsi un posto di dignitoso rispetto nella storia della cittagrave oltre che in quella della disciplina Ma egrave solo a partire dagli anni laquo20raquo che i problemi rimasti sospesi cosigrave come le ambizioni e le velleitagrave frustrate troshyveranno nella retorica del regime una fase che si concreshytizzeragrave io unintensa attivitagrave edilizia soprattutto nelle aree adiacenti a quella fin qui considerata Nel corso di quella euforia per il rinnovamento che caratshyterizzeragrave tutto il ventennio nelle zone circostanti verranno realizzati il Palazzo della Posta quello della Provincia la casa del Fascio la piazza Corsica oltre alla redazione del piano regolatore e di ampliamento che presentato nel 1928 non ottenne lapprovazione in quanto formulava solo indicazioni di carattere generale e privo comera digrave norme tecniche di attuazione In particolare la zona danteshysca e largo Firenze tenderanno sempre piugrave a configurare un unico problema Per quanto riguardava la sistemazione della zona dantesca prevista dal piano del 1928 si chieshydeva lo s tudio di un piano particolareggiato al fine di isoshylare la tomba e di creare una laquoZona del silenzioraquo insieme allampliamento di alcune strade e allapertura di una piazza davanti alladiacente Palazzo della Provincia giagrave realizzato dallarcb Arata di una architettura che laquoechegshygia lo stile protoromantico proprio dei monumenti raveoshynati tra il VI e lXI secologtgt (Il) Giagrave nel dicembre delshylanno precedente il 1927 Gustavo Giovannoni incarishycato dalla Commissione Ministeriale per la laquoZona del Silenziogtgt instituita nel 1923 aveva presentato un primo progetto che prevedeva la demolizione del tempietto morishygiano e la sua sostituzione con un tempio piugrave imponente in continuitagrave con la tradizione tardo ottocentesca la chiushysura della zona sacra della tomba attraverso la realizzashyzione di un recinto colonnato in analogia con i vicini chioshystri (e quello della laquoSeparatezzaraquo dell isolamento saragrave una costante delle varie proposte che per la zona dantesca si succederanno nel tempo) e la realizzazione di un viale a lberato contornato da un muro fino ana strada L intervento che non stabilisce alcun rapporto con il conshytesto con lunica eccezione dellenfatico viale alberato per altro destinato a morire sulla via Corrado Ricci dagrave forma urbanistica alla nota teoria giovannon i an a dell laquoamshybienteraquo e del restauro conservativo Di fatto si propone un idea stalica di cittagrave impegnata a conservare in nome di un presunto laquocarattereraquo dovuto alla patina di antico se non decisamente di vecchio delle preesistenze ma che condizioneragrave anche stilisticamente i successivi interventi l limiti insiti nel progetto e la piugrave provocatoria proposta di demolire il sacello dantesco attirarono aspre critiche da

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Fig 7- Lodovico Nabruzzi Prospetto dell isolamento del Sepolshycro di Dante Alighieri (1845) (in G Ravaldini cit)

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Fig 8 - Antonio Linari Facciata principale del mausoleo Danshytesco (1908) (G Ravaldini cit)

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parte di molti fra i quali Corrado Ricci (che sembra nascondesse anche motivi personali di delusione verso il Ministero che laveva tenuto all oscuro dellincarico affishydato al Giovannoni ( 12) ) critiche che portarono ali elaboshyrazione l anno successivo di un secondo progetto che mentre conservava l opera del Morigia modificandone solo l orientamento si presentava identico al precedente Questo progetto comunque con lorientamento a ponente della tomba di Dante influenzeragrave le soluzioni successive in quanto tendeva a risolvere l eccentricitagrave della tomba e a definire una piugrave adeguata direttrice di sviluppo urbanistishyco Contestato anche questo secondo progetto facente esplicito riferimento a quello di Giovannoni ma forzanshydone alcuni elementi compositivi che la rigida impostashyzione teorica dj quello impediva di elaborare in particolare R Papini trasforma il recinto di Giovannoni in una sorta di chiostro analogo ai preesistenti aumentandone le proshyporzioni al centro la cappella di Braccioforte delinea un asse lungo il quale sono disposti da un lato lingresso al chiostro dallaltro un nuovo edificio che riprende forma e dimensioni di quello di Braccioforte destinato ad ospishytare la tomba di Dante Anche in questo progetto egrave prevista la demolizione del tempietto morigiano ma mentre il recinto giovannoniano lasciava immutato l assetto w-banishystico della zona questo si pone come elemento di cerniera su cui convergono ben tre collegamenti viari e quindi come regolatore dello sviluppo edilizio della zona Ancora nel l 93 1 il Podestagrave di Ravenna incarica l arch GU Arata di studiare un progetto di massima presentato nel 1932 TI sacello veniva mantenuto nella posizione orishyginaria mentre lo spazio antistante la chiesa veniva delimishytato da un nuovo edificio simmetrico al Palazzo della Proshyvincia dal quale riprendeva le tematiche giagrave discusse della rievocazione stilistica mentre riordinava la zona libeshyrandola da costruzioni ormai fatiscenti Il progetto Arata teneva conto delle indicazioni emerse nel piano del 1927 attraverso un sistema di cancelli dall Annoni ritenuti superflui pedonalizzava l intera zona ma cosa piugrave imporshytante ampliava larea d intervento creando un articolato sistema di piazze collegate fra loro per mezzo di porticati formalmente connesse con larea centrale urbana Finalshymente nel 1935 iniziano i lavori di sistemazione su proshygetto di una Commissione del Ministero dellEducazione Nazionale (formata dal Prefetto dal Podestagrave dal Presishydente della Provincia dal senatore Corrado Ricci dal senatore Rava dallingegnere Capo del Genio Civile e dal Direttore dellUfficio dei Monumenti arch Giorgio Rosi) laquo 13) Fortemente criticato per la sua mancanza di organishycitagrave fino a richiedere l intervento del Capo del Governo il progetto giagrave in avanzato stato di realizzazione fu abbandonato dalla Commissione stessa che Jomiddotaveva redatshyto che riprese in esame il progetto Arata n 13 settembre 1936 viene inaugurata la cosiddetta laquoZona del Silenzioraquo essa risultograve frutto di un compromesso tra quanto giagrave reaJizzato del progetto Rosi e la soluzione preshycedentemente scartata dellArata fu ricostrllita la casa Rizshyzetti ora casa Oriani fu montato il portichetto cinquecenshytesco sistemato il giardino abbassato il piano della piazshyza rimossa la cancellata in ferro battuto realizzata da Umberto Bellotto e rimontata intorno al quadrarco di

Fig 9 - Lodovico Nabruzzi Pianta dell isolamento del sepolcro di Dante (1845) (G Ravaldini cit)

Fig IO - Gustavo Giovannoni 1deg progetto

Fig I l - Idem 2deg progetto

Fig 12 - Roberto Papini progetto 1929

Il

Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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questa dell ing arch Antonio Linati che nel 1908 in occasione de laquolinaugurazione della Sala Dantescaraquo preshysentava un suo disegno della laquoFacciata Principaleraquo secondo il quale il tempietto morigiano avrebbe dovuto essere inglobato in una eclettica costruzione sormontata da una sfera (il mondo) sospesa su esili colonne Evidentemente tutte queste iniziative cosigrave come le immanshycabili ipotesi di risistemazione o ricostruzione del sacello manifestano un vuoto progettuale solamente mascherato dagli eccessi simbolici e retorici che le accompagnano rispetto ai quali diviene senzaltro preferibile la sobria compostezza dell opera del Morigia che gli ha permesso di conquistarsi un posto di dignitoso rispetto nella storia della cittagrave oltre che in quella della disciplina Ma egrave solo a partire dagli anni laquo20raquo che i problemi rimasti sospesi cosigrave come le ambizioni e le velleitagrave frustrate troshyveranno nella retorica del regime una fase che si concreshytizzeragrave io unintensa attivitagrave edilizia soprattutto nelle aree adiacenti a quella fin qui considerata Nel corso di quella euforia per il rinnovamento che caratshyterizzeragrave tutto il ventennio nelle zone circostanti verranno realizzati il Palazzo della Posta quello della Provincia la casa del Fascio la piazza Corsica oltre alla redazione del piano regolatore e di ampliamento che presentato nel 1928 non ottenne lapprovazione in quanto formulava solo indicazioni di carattere generale e privo comera digrave norme tecniche di attuazione In particolare la zona danteshysca e largo Firenze tenderanno sempre piugrave a configurare un unico problema Per quanto riguardava la sistemazione della zona dantesca prevista dal piano del 1928 si chieshydeva lo s tudio di un piano particolareggiato al fine di isoshylare la tomba e di creare una laquoZona del silenzioraquo insieme allampliamento di alcune strade e allapertura di una piazza davanti alladiacente Palazzo della Provincia giagrave realizzato dallarcb Arata di una architettura che laquoechegshygia lo stile protoromantico proprio dei monumenti raveoshynati tra il VI e lXI secologtgt (Il) Giagrave nel dicembre delshylanno precedente il 1927 Gustavo Giovannoni incarishycato dalla Commissione Ministeriale per la laquoZona del Silenziogtgt instituita nel 1923 aveva presentato un primo progetto che prevedeva la demolizione del tempietto morishygiano e la sua sostituzione con un tempio piugrave imponente in continuitagrave con la tradizione tardo ottocentesca la chiushysura della zona sacra della tomba attraverso la realizzashyzione di un recinto colonnato in analogia con i vicini chioshystri (e quello della laquoSeparatezzaraquo dell isolamento saragrave una costante delle varie proposte che per la zona dantesca si succederanno nel tempo) e la realizzazione di un viale a lberato contornato da un muro fino ana strada L intervento che non stabilisce alcun rapporto con il conshytesto con lunica eccezione dellenfatico viale alberato per altro destinato a morire sulla via Corrado Ricci dagrave forma urbanistica alla nota teoria giovannon i an a dell laquoamshybienteraquo e del restauro conservativo Di fatto si propone un idea stalica di cittagrave impegnata a conservare in nome di un presunto laquocarattereraquo dovuto alla patina di antico se non decisamente di vecchio delle preesistenze ma che condizioneragrave anche stilisticamente i successivi interventi l limiti insiti nel progetto e la piugrave provocatoria proposta di demolire il sacello dantesco attirarono aspre critiche da

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Fig 7- Lodovico Nabruzzi Prospetto dell isolamento del Sepolshycro di Dante Alighieri (1845) (in G Ravaldini cit)

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Fig 8 - Antonio Linari Facciata principale del mausoleo Danshytesco (1908) (G Ravaldini cit)

IO

parte di molti fra i quali Corrado Ricci (che sembra nascondesse anche motivi personali di delusione verso il Ministero che laveva tenuto all oscuro dellincarico affishydato al Giovannoni ( 12) ) critiche che portarono ali elaboshyrazione l anno successivo di un secondo progetto che mentre conservava l opera del Morigia modificandone solo l orientamento si presentava identico al precedente Questo progetto comunque con lorientamento a ponente della tomba di Dante influenzeragrave le soluzioni successive in quanto tendeva a risolvere l eccentricitagrave della tomba e a definire una piugrave adeguata direttrice di sviluppo urbanistishyco Contestato anche questo secondo progetto facente esplicito riferimento a quello di Giovannoni ma forzanshydone alcuni elementi compositivi che la rigida impostashyzione teorica dj quello impediva di elaborare in particolare R Papini trasforma il recinto di Giovannoni in una sorta di chiostro analogo ai preesistenti aumentandone le proshyporzioni al centro la cappella di Braccioforte delinea un asse lungo il quale sono disposti da un lato lingresso al chiostro dallaltro un nuovo edificio che riprende forma e dimensioni di quello di Braccioforte destinato ad ospishytare la tomba di Dante Anche in questo progetto egrave prevista la demolizione del tempietto morigiano ma mentre il recinto giovannoniano lasciava immutato l assetto w-banishystico della zona questo si pone come elemento di cerniera su cui convergono ben tre collegamenti viari e quindi come regolatore dello sviluppo edilizio della zona Ancora nel l 93 1 il Podestagrave di Ravenna incarica l arch GU Arata di studiare un progetto di massima presentato nel 1932 TI sacello veniva mantenuto nella posizione orishyginaria mentre lo spazio antistante la chiesa veniva delimishytato da un nuovo edificio simmetrico al Palazzo della Proshyvincia dal quale riprendeva le tematiche giagrave discusse della rievocazione stilistica mentre riordinava la zona libeshyrandola da costruzioni ormai fatiscenti Il progetto Arata teneva conto delle indicazioni emerse nel piano del 1927 attraverso un sistema di cancelli dall Annoni ritenuti superflui pedonalizzava l intera zona ma cosa piugrave imporshytante ampliava larea d intervento creando un articolato sistema di piazze collegate fra loro per mezzo di porticati formalmente connesse con larea centrale urbana Finalshymente nel 1935 iniziano i lavori di sistemazione su proshygetto di una Commissione del Ministero dellEducazione Nazionale (formata dal Prefetto dal Podestagrave dal Presishydente della Provincia dal senatore Corrado Ricci dal senatore Rava dallingegnere Capo del Genio Civile e dal Direttore dellUfficio dei Monumenti arch Giorgio Rosi) laquo 13) Fortemente criticato per la sua mancanza di organishycitagrave fino a richiedere l intervento del Capo del Governo il progetto giagrave in avanzato stato di realizzazione fu abbandonato dalla Commissione stessa che Jomiddotaveva redatshyto che riprese in esame il progetto Arata n 13 settembre 1936 viene inaugurata la cosiddetta laquoZona del Silenzioraquo essa risultograve frutto di un compromesso tra quanto giagrave reaJizzato del progetto Rosi e la soluzione preshycedentemente scartata dellArata fu ricostrllita la casa Rizshyzetti ora casa Oriani fu montato il portichetto cinquecenshytesco sistemato il giardino abbassato il piano della piazshyza rimossa la cancellata in ferro battuto realizzata da Umberto Bellotto e rimontata intorno al quadrarco di

Fig 9 - Lodovico Nabruzzi Pianta dell isolamento del sepolcro di Dante (1845) (G Ravaldini cit)

Fig IO - Gustavo Giovannoni 1deg progetto

Fig I l - Idem 2deg progetto

Fig 12 - Roberto Papini progetto 1929

Il

Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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parte di molti fra i quali Corrado Ricci (che sembra nascondesse anche motivi personali di delusione verso il Ministero che laveva tenuto all oscuro dellincarico affishydato al Giovannoni ( 12) ) critiche che portarono ali elaboshyrazione l anno successivo di un secondo progetto che mentre conservava l opera del Morigia modificandone solo l orientamento si presentava identico al precedente Questo progetto comunque con lorientamento a ponente della tomba di Dante influenzeragrave le soluzioni successive in quanto tendeva a risolvere l eccentricitagrave della tomba e a definire una piugrave adeguata direttrice di sviluppo urbanistishyco Contestato anche questo secondo progetto facente esplicito riferimento a quello di Giovannoni ma forzanshydone alcuni elementi compositivi che la rigida impostashyzione teorica dj quello impediva di elaborare in particolare R Papini trasforma il recinto di Giovannoni in una sorta di chiostro analogo ai preesistenti aumentandone le proshyporzioni al centro la cappella di Braccioforte delinea un asse lungo il quale sono disposti da un lato lingresso al chiostro dallaltro un nuovo edificio che riprende forma e dimensioni di quello di Braccioforte destinato ad ospishytare la tomba di Dante Anche in questo progetto egrave prevista la demolizione del tempietto morigiano ma mentre il recinto giovannoniano lasciava immutato l assetto w-banishystico della zona questo si pone come elemento di cerniera su cui convergono ben tre collegamenti viari e quindi come regolatore dello sviluppo edilizio della zona Ancora nel l 93 1 il Podestagrave di Ravenna incarica l arch GU Arata di studiare un progetto di massima presentato nel 1932 TI sacello veniva mantenuto nella posizione orishyginaria mentre lo spazio antistante la chiesa veniva delimishytato da un nuovo edificio simmetrico al Palazzo della Proshyvincia dal quale riprendeva le tematiche giagrave discusse della rievocazione stilistica mentre riordinava la zona libeshyrandola da costruzioni ormai fatiscenti Il progetto Arata teneva conto delle indicazioni emerse nel piano del 1927 attraverso un sistema di cancelli dall Annoni ritenuti superflui pedonalizzava l intera zona ma cosa piugrave imporshytante ampliava larea d intervento creando un articolato sistema di piazze collegate fra loro per mezzo di porticati formalmente connesse con larea centrale urbana Finalshymente nel 1935 iniziano i lavori di sistemazione su proshygetto di una Commissione del Ministero dellEducazione Nazionale (formata dal Prefetto dal Podestagrave dal Presishydente della Provincia dal senatore Corrado Ricci dal senatore Rava dallingegnere Capo del Genio Civile e dal Direttore dellUfficio dei Monumenti arch Giorgio Rosi) laquo 13) Fortemente criticato per la sua mancanza di organishycitagrave fino a richiedere l intervento del Capo del Governo il progetto giagrave in avanzato stato di realizzazione fu abbandonato dalla Commissione stessa che Jomiddotaveva redatshyto che riprese in esame il progetto Arata n 13 settembre 1936 viene inaugurata la cosiddetta laquoZona del Silenzioraquo essa risultograve frutto di un compromesso tra quanto giagrave reaJizzato del progetto Rosi e la soluzione preshycedentemente scartata dellArata fu ricostrllita la casa Rizshyzetti ora casa Oriani fu montato il portichetto cinquecenshytesco sistemato il giardino abbassato il piano della piazshyza rimossa la cancellata in ferro battuto realizzata da Umberto Bellotto e rimontata intorno al quadrarco di

Fig 9 - Lodovico Nabruzzi Pianta dell isolamento del sepolcro di Dante (1845) (G Ravaldini cit)

Fig IO - Gustavo Giovannoni 1deg progetto

Fig I l - Idem 2deg progetto

Fig 12 - Roberto Papini progetto 1929

Il

Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

- lill bulln rr bull(

Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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Braccioforte n centro storico egrave ancora interessato da una sistemazione che non cesseragrave di essere al centro di poleshymiche e nuovi progetti La presenza del sepolcro di Dante sembrava con il richiamo retorico cui veniva fatto bersashyglio il poeta nazionale subordinare alla propria sistemashyzione quella di tutto un brano di cittagrave e mentre denunshyciava un impegno teso a definire i rapporti dei singoli eleshymenti architettonici affacciantisi sulla piazza di S Franceshysco fra loro cosigrave come l immagine architettonica di ciashyscuno di essi trascurava la retrostante area di Largo Firenze trasformatosi in un indefinito luogo urbano In questo senso il Piano Regolatore Generale di Ravenna elashyborato nel 1943 dalling Domenico Filippone che nella stesura applicheragrave le norme della legge urbanistica del 1942 ridisegna Largo Firenze in funzione dellisolamento della zona dantesca attraverso un sistema di alberature che filtrano labside della chiesa di S Francesco e i chlostri francescani n successivo intervento del 1946 dovuto ancora al Filippone per la mutata situazione urbanistica causata dai bombardamenti pur nei limiti dovuti al rapshyporto gerarchico nella sistemazione delle due aree pone ora tuttavia in modo deciso al centro deliattenzione proshyprio la zona retrostante la chiesa fn questo ambito il tema dell intervento in un centro storico e il problema della ricoshystruzione trovano un interessante punto di saldatura nel coniugare le istanze del razionalismo significativa in tal senso la ricostruzione dei fronti con le nuove vocazioni prospettiche determinate dall apertura di assi virui colleshyganti attraverso la laquoStrada delle absidiraquo labside di S Francesco con quella di S Agata Lo squilibrio tra le due aree e il cambiamento di punto di vista portato dal Filippone saranno i temi del successivo PRG redatto nel 1962 da Ludovico Quaroni reduce dalla recentissima esperienza del PRG di Roma Nella sua Variante Specifica per il Centro Storico che perimetra una sorta di centro storico nel centro storico da sottoporre a vincolo totale la sistemazione di Largo Firenze egrave organizshyzata attraverso un ingresso da via Mariani segnato dalla presenza di due edifici equivalenti uno dei quali realizshyzato dallo stesso Quaroni ospita l Esattoria Comunale Pur difendendosi dagli attacchi dei sostenitori del laquomoderno ovunqueraquo il progetto Quaroni raccoglie gran parte degli elementi emersi nel progetto Filippone quali la ricostrushyzione del fronte su via Guaccimanni ed il disegno piuttosto irregolare della piazza mentre apre decisamente su via Mariani recuperando nellattraversamento di Largo Firenshyze larea alluso pubblico Ledificio dell Esattoria vero e proprio laquoframmentoraquo attraverso unopera realizzata delshyl intero progetto nel suo esibito contrasto tra storia della cittagrave evocata attraverso luso del mattone e istanze del moderno nelle elaboratissime aperture vetrate opera una inquietante sintesi culminante nella copertura a tetto di moderno e tradizione certo tra gli esiti migliori dellintera poetica quaroniana La parziale inadeguatezza del piano quaroniano che si riscattava nel singolo oggetto architettonico piuttosto che nella definizione piugrave complessiva di quella parte di cittagrave porta lAmministrazione comunale ad incaricare larch Giovanni Michelucci della redazione di un progetto di sistemazione dell intera zona nel 1964 nell imminenza

Fig 13 - Giulio Ulisse Arata Palazzo del la Provincia

Fig 14 - Giulio Ulisse Arata Pianta del progetto l 930-31

Fig 15 -Giorgio Rosi Ricostruzione di casa Rizzetti 1933

Fig 16 - Corrado Ricci ricostruzione di casa Rizzetti 1933

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delle celebrazioni per il VTI Centenario della nascita di Dante G Michelucci segue le linee generali del progetto planivolumetrico di L Quaroni pur prevedendo una magshygiore apertura e fruibilitagrave della zona e introduce l idea della costruzione sul lato est di Largo Firenze e in un angolo con via Francesco Negri di un laquoAuditoriumraquo che susciteragrave tuttavia polemiche per il suo essere ancora una volta piuttosto un pezzo d autore che un progetto volto a soddisfare le reali necessitagrave della cittagrave (14) Anche se di fatto i paralleli progetti eseguiti in piugrave riprese per la diversa pavimentazione della zona dantesca non fanno che testimoniare quella vocazione laquoorganicaraquo di Michelucci in nome di una vagheggiata integrazione tra oggetto architetshytonico ed il suo contesto Di fatto i limiti dei progetti succedutisi nel corso degli anni nascono e si consolidano allinterno di visioni parziali della situazione esistente Pur nella loro modestia gli interventi realizzati fungono da vincoli che impediscono qualsiasi sistemazione complessiva della zona sia nel corso dellOtshytocento che pure rappresenteragrave un periodo di trasformashyzioni urbanistiche radicali interessanti i centri storici italiashyni sia nell ancor piugrave spregiudicato periodo fasci sta Inolshytre se pure interessi speculativi e conflitti di proprietagrave hanno interessato le ipotesi di sistemazione di questarea non valgono tuttavia in questo caso a comprendere le ragioni di una ormai secolare precarietagrave della zona danteshysca La volontagrave di costruire un sepolcro grandioso la preshysenza di edifici storici anche se di modesta importanza quali la casa Rizzetti ridotta dopo i successivi rimanegshygiamenti a memoria di seacute stessa la presenza del quashydrarco di Braccioforte il complesso della chiesa di S Francesco la sistemazione del Lombardi prima e del Morigia poi hanno costituito pesanti vincoli per ogni iposhytesi di trasformazione offrendo piuttosto spazio a polemishyche di vario genere n risultato di ciograve egrave stato il succedersi di progetti legati a situazioni storiche ed urbanistiche conshytingenti dalle quali sono stati condizionati anche i piugrave recenti progetti degli architetti C Baldisserri G Grossi e B Minardi nel 1974 fino al piugrave recente intervento delshyl arch Alberto Munari imprigionati ancora in una logica piuttosto di laquocorrezione urbanaraquo piuttosto che di sistemashyzione urbanistica Si veda nella soluzione proposta ad esempio da Baldisserri-Orossi-Minardi l elenco degli oggetti architettonici formato dalla successione Braccioforshyte tempietto nuova edificazione che sembrano condanshynare l area ad una reiterazione infinita cui si affianca una piugrave decisa soluzione urbanistica costituita da un sistema di corti aperte Nel suo complesso il progetto dilata larea di intervento riordinandola attraverso un sistema di case a schiera formanti delle corti porticate la piazza articolata su due livelli l asse monumentale organizzato sulla sequenza tronco di cono-tomba di Dante-(smontata e ricostruita allinterno del chiostro)-cappelletta di Braccioforte Il 30 agosto 1982 infine il Consiglio Comunale di Ravenna approvava due concorsi uno relativo alla laquoSistemazione e arredo degli spazi e dei percorsi pubblici in alcune vie e piazze della zona pedonale del Centro storicoraquo l altro per il laquoProgetto del Piano di Recupero e progettazione di masshysima delle opere da esso previste dell area di Largo Firenze e della zona Dantescaraquo Vincitore di questo con-

Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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Fig 17 - Domenico Filippone Pianta e prospetto di Largo Firenshyze 1942

Fig J8 - Enrico Del Debbio l o progetto 1955

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Fig 19- Idem 2deg progetto 1957

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corso risulteragrave il gruppo coordinato dallarch Carlo Aymoshynino e formato dagli ingg Bruno Savoia e Paolo Zambelli dallarch Aldo Aymonino dallurbanista Gabriella Barbishyni dallarch Venere Scardovi e da Aida Morelli Allinshyterno di una logica che tende dichiaratamente ad unire finalmente urbanistica ed architettura il progetto del gruppo Aymonino sovrappone al tessuto preesistente un sistema di assi costruiti non ortogonali fra loro e laquodifferentiraquo alla laquointangibilitagraveraquo durata per troppi anni dellesistente rispetto al quale si pongono piuttosto in contrasto quale elemento forte ordinatore caratterizzato da una sua preshycisa immagine che mentre suggerisce la rievocazione del tema dellacquedolto romano trattato esso stesso come rudere progettato interviene con un costruito laquoforteraquo che disegna Largo Firenze e lascia ai margini rispettandone la toneacutellitagrave sospesa la zona dantesca n Punto di partenza del progetto di concorso del gruppo Aymonino e anche suo punto di forza egrave costituito da1Ja volontagrave di mettere in discussione la cittagrave di Ravenna caratterizzata daJla manshycanza di un luogo centrale capace di rappresentarla e insieme di costituirne il nucleo gerarchico dellorganizzashyzione urbana (Aymonino) Il lungo edificio porticatoshyacquedotto interseca lasse monumentale di collegamento tra via Da Polenta e S Apollinare Nuovo ponendo in sucshycessione S Apollinare Nuovo i chiostri Francescani la tomba di Dante il quadrilatero di Braccioforte fino alla Biblioteca Oriani e a Via Corrado Ricci Presupposto del progetto egrave inoltre l abbandono della laquomuseificazioneraquo di questa zona per la quale nel corso dellultimo secolo si era prevista la chiusura al traffico e la trasformazione in laquoZona di silenzioraquo e il suo recupero alla vita sociale e culturale Su questi contenuti si fonda dunque lultima e speriamo definitiva ipotesi di sistemazione di questa tormentata area urbana

Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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Fig 20 - Modello dell Ufficio Tecnico Comunale 1960

Fig 2 l - Veduta aerea delle proprietagrave della Cassa di Risparmio c del nuovo edificio della Esattoria-Tesoreria 1965

Fig 22 - Giovanni Michelucci foto del modello del progetto 1964

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