Il territorio dell'acqua: Saragozza dopo l'Expo 2008, in Agathón, Università degli Studi di...

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Transcript of Il territorio dell'acqua: Saragozza dopo l'Expo 2008, in Agathón, Università degli Studi di...

In copertina:D. Lo Faso Pietrasanta: Metopa del Tempio Cnell’Acropoli di Selinunte (da Le Antichità dellaSicilia, litografia Tav. XXVII, dis. C. La Barbera, dir.Serradifalco, lit. Cuciniello e Bianchi, Palermo 1834).

Università degli Studi di PalermoDipartimento di Architettura

Centro Documentazione e Ricerche MediterraneeDEMETRA Ce.Ri.Med.

Pubblicazione effettuata con fondi degli Autori

a cura di Alberto Sposito

Comitato ScientificoAlfonso Acocella, Tarek Brik (Université de Tunis),Tor Broström (Gotland University, Svezia), JosephBurch I Rius (Universidad de Girona), GiuseppeDe Giovanni (Università di Palermo), Maurizio DeLuca, Gillo Dorfles, Petra Eriksson (GotlandUniversity, Svezia), Maria Luisa Germanà(Università di Palermo), Giuseppe Guerrera(Università di Palermo), Cesare Sposito (Universitàdi Palermo), Maria Clara Ruggieri Tricoli(Università di Palermo)

Redazione Alberto Sposito

Editing e Segreteria Starlight Vattano e Giorgio Faraci

Editore OFFSET STUDIO

Progetto grafico Giovanni Battista Prestileo

Traduzioni Andris Ozols

Collegio dei DocentiGiuseppe De Giovanni (Coordinatore), ValentinaAcierno, Antonino Alagna, Giuseppe Alaimo,Tiziana Campisi, Simona Colajanni, RossellaCorrao, Giuseppe De Giovanni, Antonio De Vecchi,Ernesto Di Natale, Giovanni Fatta, Tiziana Firrone,Raffaello Frasca, Maria Luisa Germanà, LauraInzerillo, Marcella La Monica, Renzo Lecardane,Alessandra Maniaci, Antonino Margagliotta,Giuseppe Pellitteri, Silvia Pennisi, Alberto Sposito,Cesare Sposito, Giovanni Francesco Tuzzolino,Rosa Maria Vitrano.

Finito di stamparenel mese di Dicembre 2013da OFFSET STUDIO S.n.c., Palermo

Per richiedere una copia di AGATHÓN in omaggio,rivolgersi alla Biblioteca del Dipartimento diArchitettura, tel. 091\23896100; le spese di spedi-zione sono a carico del richiedente.AGATHÓN è consultabile sul sito www.contestiantichi.unipa.it

AGORÁAlberto SpositoARCHEOLOGIA E RESTAURO: IL THÉATRON DI PIETRABBONDANTE ........................................................................ 3

Salvatore Cimino, Giovan Battista ScadutoLA CAPPELLA PALATINA DI PALERMO: ARCHITETTURA E APPARATI ...................................................................... 19Francesco RispoliARCHITETTURA E FILOSOFIA: ERNESTO NATHAN ROGERS, ENZO PACI .........................................................................29

STOÁ Alberto SpositoCOOPÉRATION TRANSFRONTALIÈRE: DU PROJET APER AU-DELÀ DE LA MÉDITERRANÉE..............................................37

Renzo LecardaneIL TERRITORIO DELL’ACQUA: SARAGOZZA DOPO L’EXPO 2008 .........................................................................41

Cesare Sposito, Francesca ScalisiSOSTENIBILITÀ E SOCIAL HOUSING: ALCUNI MODELLI DI RIFERIMENTO...............................................................47

GYMNÁSIONAntonio MarsoloLA REGGIA DI VENARIA: PROCESSI, RESTAURO E GESTIONE................................................................................. 51

Antonella ChiazzaPROGETTO URBANO FRA STORIA E INNOVAZIONE......................................................................................................57

SEKÓS Starlight VattanoEILEEN GRAY: LO SPIRITO PLASTICO DI UN DISEGNO SFUGGENTE..............................................................................61

EPILEKT ÁAntonietta Iolanda LimaVINCENZO CUCCHIARA: L’HANGAR DI PANTELLERIA PORTAEREI DEL MEDITERRANEO..................................................69

Luisa PastoreESPERIENZE DI RETROFIT IN EUROPA: I CONTRIBUTI DELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II.........................73

Alberto SpositoLETTERA A UN AMICO: L’ARCHITETTO VINCENZO MELLUSO....................................................................................75

EDITORIAL by Alberto Sposito

With this issue of AGATHÓN 2013 a collaboration has been initiated with the Centro Documentazionee Ricerche Mediterranee (DEMETRA CE.RI.MED.), with consequent modifications to the runningheadline for the Sylloge, and the traditional arrangement of the Sections remaining unaltered. My owncontribution regarding archaeology and restoration appears at the beginning of the Agorá section; it citesthe most significant schools and deals with the recently-restored, late-Hellenistic Theatrum complex atPietrabbondante, which belongs in the historical-topographic context of the Samnite region. This isfollowed by an article by Salvo Cimino and Giovanni Scaduto regarding the architecture and otherelements in the Cappella Palatina in Palermo, particular attention being devoted to the iconography,recently restored with the aid of the sponsorship of the German WÜRTH Foundation. Agorá concludeswith an article by Francesco Rispoli analyzing the relationship between Ernesto Nathan Rogers and EnzoPaci, mid-point between architecture and philosophy, indicating the influences that this debate in the1950s produced on architecture in subsequent years.

In the section titled Stoá, following the article by Renzo Lecardane about EXPO 2008 in Saragozza,Cesare Sposito and Francesca Scalisi describe several reference models for the sustainability of socialhousing; this is followed by my own article, presented at the Italian Cultural Institute of Tunis in October2013, regarding research prospects in the Mediterranean area. In Gymnásion there are articles byAntonio Marsolo regarding the restoration of the Venaria Reale in Turin and by Antonella Piazza regar-ding an urban project for Palermo, divided between conservation of the historical heritage and thedrive towards innovation and valorization. In the section titled Sekós Starlight Vattano deals with theIrish architect Eileen Gray with regard to an unaccomplished project. AGATHÓN 2013 concludes withEpilektá and three reviews: one by Iolanda Lima about Pier Luigi Nervi’s Hangar on the island ofPantelleria, another by Luisa Pastore regarding three volumes that deal with the theme of retrofit, andone by myself regarding a project by the architect Vincenzo Melluso, a House built in Puglia, and issuedin a stylish presentation.

Da circa trent’anni, molti progetti diriqualificazione urbana punteggianole città fluviali d’Europa, rivelando

come la lettura del territorio urbano e periurbanofaccia riferimento alle questioni che riguardano inparticolare lo sviluppo ecologico di qualità e lasostenibilità ambientale. Questa relazione pone lamaggior parte dei grandi progetti delle città flu-viali tra le nuove pratiche ambientali, che sonosolite associarsi ai grandi eventi, accolti comestrumenti di trasformazione del territorio e del-l’immagine della città che li ospita. In questocontesto, le città fluviali sono sempre più con-sapevoli del loro ambiente naturale che caratte-rizza l’identità dei luoghi e che richiede opera-zioni di riqualificazione ordinaria e straordinaria.

L’obiettivo di questo testo1 è di ritracciare lemolteplici declinazioni del progetto ambiziosodella città spagnola di Saragozza che, nel 2008,ha accolto l’Expo Internazionale2 (Fig. 1), inte-grato a una strategia orientata alla trasformazio-ne del suo territorio fluviale, attraverso la rela-zione di due tematiche: il territorio dell’acquacome oggetto d’indagine e il progetto urbano del-l’evento. Il caso di studio selezionato è emble-matico di questi due fenomeni, soprattutto per laposizione di Saragozza al crocevia di quattro cittàspagnole (Madrid, Barcellona, Bilbao e Valencia),che ha consentito il suo sviluppo fin dall’iniziodegli anni ’80; il decennio successivo, dal ‘90 aiprimi anni del 2000, ha inoltre segnato una nuo-va tappa per la città e la valle del fiume Ebro conl’arrivo del treno ad Alta Velocità e la selezionedella candidatura di Saragozza per ospitarel’Esposizione Internazionale nel 2008 (Fig. 2).

La definizione propria dell’evento, effimeroper sua natura e permanente nella durata delletrasformazioni, struttura il contributo dell’Expo diSaragozza alla rigenerazione del suo territorio.Elaborato per durare e capitalizzare, l’Expo, daltema L’acqua e lo sviluppo sostenibile, ha datoprova delle capacità che si possono sperimenta-re in queste occasioni; attraverso questi eventi èinfatti possibile non soltanto mostrare la città nelsuo insieme, ma anche interessare la dimensionefisica della città e del suo territorio, combinandoa questi i valori ambientali, sociali e culturali.Saragozza ha così proposto una Expo lungo lasponda sinistra del fiume Ebro, su di una super-ficie di 125 ettari del Meandro palustre diRanillas, le cui principali virtù risiedono nellacapacità di lavorare alle diverse scale d’inter-

vento, nel rapporto con il fiume Ebro e gli altricorsi d’acqua, nella costruzione di un sistema diparchi lineari in ambito urbano (Fig. 3). Connessoalla città, visivamente e fisicamente, attraversonuovi ponti stradali e passerelle pedonali a stra-piombo sull’acqua, la riva del fiume connette lepiazze tematiche e il Parco dell’acqua a un ambi-zioso progetto globale che combina gli spazi ver-di alle attività ricreative (Fig. 4).

Questo progetto non soltanto ha dato vita auno spazio per il divertimento, ma è divenutoanche un luogo di attività all’interno di un ampioparco urbano. Gli usi agricoli del suolo sono sta-ti rimpiazzati da nuove operazioni alla scala delpaesaggio per riattivare, da una parte, una vastaarea del territorio palustre alla dinamica fluvialee, dall’altra, per ripristinare e valorizzare gli eco-sistemi delle rive del fiume. I corsi d’acqua lun-go il tracciato urbano, sono divenuti gli elemen-ti naturali e culturali dei nuovi assi strutturantiil progetto del Parco metropolitano dell’acqua,che costituisce l’elemento maggiore al quale col-legare i nuovi processi di risanamento naturale eurbano della città. Aderendo al fenomeno globa-le dell’organizzazione di grandi eventi culturali,l’Expo di Saragozza riassume il reciproco rap-porto fra l’evento, che mira a trasformare il ter-ritorio dell’acqua, e le sue risorse che questo stes-so territorio ha valorizzato per rilanciare la suaidentità. Il tema e il messaggio selezionati dallacittà, così come la riflessione sulle risorseambientali e urbane, hanno alimentato i temi delriciclo delle materie urbane, della ri-naturazionedegli argini fluviali e del più complesso tema delrinnovamento della città.

La strategia dell’evento sostenibile - Riferirsi alcontributo delle grandi Esposizioni3 nelle cittàche le hanno accolte permette di inserireSaragozza nel più ampio contesto nazionale einternazionale che, dal 1888, ha visto la Spagnatra le Nazioni più coinvolte nell’organizzare talieventi culturali di grande portata. Destinate a unpubblico quasi esclusivamente locale, leEsposizioni Universali, Internazionali e regiona-li succedutesi in Spagna, annunciavano la ricer-ca di uno stile architettonico e le tendenze loca-li nelle città che le hanno accolte. In questo con-testo, l’Esposizione Internazionale di Saragozzadel 2008, seconda dopo l’Esposizione Hispano-Francese del 1908 (Fig. 5) e sesta in Spagnadopo quelle di Barcellona (1888 e 1929),

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ABSTRACT - Several European cities have based theirdevelopment and their international promotion on cultu-re as an instrument for urban renewal. In Spain the expe-rience of Zaragoza is polymorphic and projects itself intothe future thanks to the different proposals, which it aimsto realise, as well as to the scale of the projects in the ter-ritory. After the Expo 2008, Zaragoza distinguished itselfby its dynamic activity in the recent candidatures aimed toorganise new international events. Indeed the city throu-gh the events aspires to reinforce its role as a event city atnational and international level. It undertakes to comple-te the diverse projects included in the Strategic Plan, whi-ch supported the Expo, and to design its new metropolitanvision before 2020. Despite the current economic crisis, theExpo experience demonstrates the effectiveness of the cul-tural actions as important accelerator of future projects.

Fig. 2 - Rete ferroviaria dell’Alta Velocità (AVE) e ripar-tizione demografica provinciale, 2012.

Fig. 1 - Logo dell’Esposizione Internazionale di Saragozza.

Renzo Lecardane*

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Valencia (1909) e Siviglia (1929 e 1992), ha svi-luppato, così come dichiarato dal ConsortiumZaragoza Expo 20084, una strategia a sostegnodel Piano Integrato all’Expo e dell’azione dimessa in valore dei corsi d’acqua.

Saragozza ha acquisito tardivamente l’espe-rienza del progetto strategico, così come è statosperimentato negli ultimi decenni da diverse cittàspagnole e europee. Il suo modello di crescitaispirato dalla prima legge del suolo, valida finoalla fine degli anni ‘80, ha causato un’estensionecompatta e radiocentrica della città, a cui ha fat-to seguito un incremento demografico che havisto, negli ultimi 50 anni, raddoppiare la popo-lazione residente, da 244.000 a 571.855 abitanti.La stabilità demografica degli ultimi decenni hainvece coinciso con la diffusa occupazione delsuolo e con l’assenza di un valido strumentourbanistico anche al di là del territorio comuna-le. Questa recente condizione ha determinato unaduplice espansione urbana: la prima, attestata incorrispondenza della terza e della quarta cinturaurbana, ha saturato gli spazi liberi all’interno deiconfini amministrativi; la seconda, attestatalinearmente lungo le direttrici di collegamentoextraurbano, ha determinato un’estesa dilatazio-ne metropolitana anche in corrispondenza dei

Fig. 3 - Vista aerea della zona ovest della città diSaragozza con il fiume Ebro, 2013.

nuovi poli di attività economica e commerciale.È in questo contesto che si predispone l’arrivo

del Treno ad Alta Velocità (AVE) proprio nel cen-tro della città, con la nuova stazione progettata daCarlos Ferrater e da José María Valero (Fig. 6),che consente di collegare le grandi città alla reteterritoriale delle città di media grandezza comeSaragozza. L’opportunità offerta dall’alta velocità,come occasione inedita di trasformazione delPaese, si indirizza alla costruzione di nuove sta-zioni adeguate ad accogliere i treni superveloci,di nuovi poli di attività terziarie, tecnologiche ecommerciali, inoltre alla riqualificazione di alcu-ni obsoleti corridoi ferroviari. Altri interventi inmateria di infrastrutture per il trasporto pubblico eprivato migliorano, infine, l’inadeguatezza dei col-legamenti con l’ammodernamento di alcune infra-strutture primarie, quali: l’aeroporto internazio-nale, i collegamenti navigabili sul fiume Ebro, ilrisanamento del Canal Impérial, così come il com-pletamento delle strade e delle circonvallazioniperiferiche. È attraverso la realizzazione delle ope-re programmate che Saragozza contribuisce inmaniera efficace a potenziare la sua centralità geo-grafica, sia a scala Regionale che Nazionale, e afissare i principi della modernizzazione: migliorarela qualità e la quantità delle infrastrutture di tra-sporto pubblico e rinnovare l’economia della cittàaprendo alla partecipazione dei fondi privati edegli investimenti pubblici.

La sfida della città consiste pertanto nel con-solidare il suo ruolo Regionale e si fonda sull’e-vidente ambizione di rinnovare la sua centralitàattraverso operazioni urbane di grande portatanazionale, innovative e nel rispetto delle qualitàambientali. Questi orientamenti sono sostenutidalla scelta strategica di indirizzare la riqualifi-cazione ambientale in sintonia con l’urbanizza-zione lungo le sponde dei corsi d’acqua e dellavalle del fiume Ebro (Fig. 7). La spina dorsale delsistema dei corsi d’acqua e della vegetazionespontanea lungo l’Ebro, i fiumi Gállego, Huervae il Canal Impérial con i due grandi parchi diValdespartera e Arcosur, configurano di fatto unsistema naturale ancora visibile che si è oppostoall’occupazione dei suoli della recente espansio-ne urbana. Sulla scorta di tale resistenza, ha pre-so avvio l’interesse di riqualificare il lungofiumee di collegare a esso il progetto dell’EsposizioneInternazionale, su di un vasto territorio palustre delMeandro di Ranillas, a ovest di Saragozza (Fig. 8).

In accordo con la rilevanza attribuita all’im-patto e all’eredità dell’evento, Saragozza ha pro-posto che l’Expo divenisse la parte la più impor-tante del mosaico delle operazioni previste sul-

Fig. 4 - Il Meandro di Ranillas prima e dopo l’Expo 2008.

l’ambiente naturale e urbano della città, per idecenni successivi; l’Expo ha infatti mobilitatorisorse straordinarie nazionali, regionali e comu-nali.5 Il Governo di Aragona si è infatti impe-gnato a realizzare le infrastrutture culturali e dicollegamento, come il Palazzo dei Congressi(Fig. 9), lo Spazio Goya, il miglioramento delsistema viario metropolitano e urbano. Anche peri progetti ambientali il Governo di Aragona e laComunità aragonese hanno partecipato congiun-tamente alla riqualificazione degli argini dei fiu-mi, del paesaggio e della specificità ambientaledell’Alfranca. La città di Saragozza ha inveceacquisito i terreni del Recinto dell’Expo, circa25 ettari, costruendo gli edifici dell’evento, i nuo-vi accessi con i ponti e le passarelle pedonali dicollegamento sul fiume (Fig. 10). L’Expo diSaragozza, che s’iscrive oggi nella storia dellegrandi Esposizioni, è divenuta uno strumentochiave per le trasformazioni future della città,capaci di generare cambiamenti anche struttura-li, quasi impossibili da realizzare attraverso glistrumenti di pianificazione ordinaria. Per la suaposizione geografica, in prossimità del centrourbano e della nuova stazione intermodale,l’Expo si configura pertanto come una nuovacentralità strutturante di un più esteso progettodi rigenerazione urbana.6

Il vasto sito dell’Expo occupa oggi circa 145ettari della zona agricola del Meandro diRanillas (Fig. 11); al suo interno il Recinto, este-so circa 25 ettari, progettato dagli architettiEnric Batle e Joan Roig, è aperto sull’Ebro e siricongiunge alla sponda destra del fiume attra-verso i nuovi ponti stradali, le passerelle e ilPadiglione-Ponte (Fig. 12), principale accessoal Recinto progettato da Zaha Hadid. Numerosisono gli edifici degli architetti spagnoli e difama internazionale al suo interno: i PadiglioniInternazionali di Azcárate y Banbó, ilPadiglione della Spagna di Francisco Magnado(Fig. 13), il Padiglione Aragon di Olano yMendo, il Palazzo dei Congressi di Nieto ySobejano, le Piazze tematiche di Batlle y Royg(Fig. 14), l’Edificio Expo di Basilio Tobías,l’Acquario fluviale di Planchuelo y Coutant, laTorre dell’acqua di Enrique de Teresa (Fig. 15),il Padiglione Città d’acqua di Italo Rota, ilPadiglione digitale di Carlo Ratti; la Funiviadi Hualde y Ramos e ancora molte altre costru-zioni tematiche punteggiano il Parco dell’ac-qua nell’esteso Meandro di Ranillas (Fig. 16).Se a questi edifici emblematici dell’Expoaggiungiamo inoltre il territorio del Parco del-l’acqua, risulta evidente che il contributo del-

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Fig. 5 - Il Manifesto dell’Esposizione Hispano-Francese di Saragozza, 1908.

l’evento, con tutti i mezzi politici, economici efinanziari che ha saputo mettere in moto, hadeterminato in maniera trainante la riqualifica-zione del territorio fluviale della città, proiet-tando i nuovi orientamenti verso un vasto Pianodi trasformazione ambientale.

Verso il 2020 - Scartata l’ipotesi di realizzare unparco tematico, la scelta del sito dell’Expo si ècontrapposta ai principi sperimentati in occasio-ne dell’Expo di Siviglia del 1992.7 La vocazioneambientale8, supportata dall’esperienza acquisi-ta in occasione dell’Expo di Lisbona del 19989, eil tema dell’acqua strutturano gli obiettividell’Expo di Saragozza, basati su di un ambizio-so progetto ambientale e urbano lungo le spondedel fiume. Se la vicinanza del sito dell’Expo allacittà è stata determinante per la riuscita del pro-getto, la sua collocazione all’interno del prezio-so ecosistema agricolo del Meandro di Ranillasha tuttavia generato una forte opposizione da par-te degli investitori privati.

Il Piano Guida dell’Expo ha infatti esclusol’urbanizzazione, seppur rispettosa dell’ambien-te, all’interno dell’area agricola sfuggita fino allo-

ra alla speculazione immobiliare, assumendoinvece l’integrazione del fiume con la città inmaniera irreversibile attraverso il principio dellacrescita diffusa della città lungo i suoi marginifluviali.10 Questa ambigua strategia, che ha pre-visto di salvaguardare soltanto una parte del ter-ritorio agricolo ad ovest della città, a discapitodella facciata urbana sul fiume sollecitata dallaforte pressione speculativa, doveva invece esse-re arrestata e invogliata altrove. A questa siaggiunge inoltre la programmazione flessibile,prima e dopo l’evento, di tutte le operazioni diriqualificazione urbana, sulla base del principiodella doppia temporalità, innescando un proces-so di riconversione e di attualizzazione delle ope-re realizzate. Inoltre, analogamente a quanto pre-disposto dalle città che hanno accolto simili even-ti, Saragozza ha elaborato un Piano Guidadell’Expo e del dopo Expo, che ha permesso diprevedere nuove operazioni in futuro e annun-ciare le successive fasi operative11 (Fig. 17).

È in questo ambito programmatico che siinserisce il progetto del Parco dell’acqua, dellapaesaggista Christine Dalnoky: si tratta infatti diun frammento di un’ampia operazione urbana,

finalizzato a consolidare la relazione della cittàcon il fiume, attraverso la creazione di un ecosi-stema di spazi verdi collegati e inclusi in unambiente naturale. L’idea tradizionale del Parcoè qui associata allo spazio aperto e destinato allapromenade che collega gli spazi verdi con le atti-vità ricreative (Fig. 18); non si tratta soltanto diun luogo destinato allo svago e al divertimentoma soprattutto di un «parco ecologico, un luogospecifico della vita e non un parco aneddotico»12,un condensato di attività per il tempo libero del-la società urbana, in un luogo caratterizzato da unesteso spazio verde che ospita al suo internonumerose aree per il tempo libero.

Molte sono state le aspettative prima e soprat-tutto dopo l’Expo, come rivela l’entità finanzia-ria erogata dalle amministrazioni pubbliche coin-volte nel progetto. In un articolo del Periódico deAragón13 si afferma infatti che l’investimentopubblico destinato alle infrastrutture ammonta a700 milioni di euro e che alcune di queste sonooggi in disuso o sottoutilizzate. Soltanto due annidopo l’Expo, l’impresa incaricata della gestionee proprietaria delle infrastrutture realizzate in situaccumulava una perdita di circa 500 milioni di

Fig. 7 - Progetto di riqualificazione degli spazi pubblici e nuovi edifici lungo le sponde del fiume Ebro, 2008.

Fig. 6 - Interno della Stazione dell’Alta Velocità, archh. C. Ferrater e J. M. Valero, 2004.

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Fig. 8 - Saragozza e i fiumi Ebro, Gállego, Huerva e il Canal Impérial d’Aragon.

Fig. 11 - Vista aerea del Meandro di Ranillas dopo l’Expo, 2013. Fig. 12 - L’interno del Padiglione Ponte, 2008.

euro e dichiarava che la maggior parte degli edi-fici di servizio e dei padiglioni espositivi eranoormai vuoti. I due edifici simbolo dell’evento, laTorre dell’Acqua e il Padiglione Ponte, non han-no ancora una nuova destinazione d’uso e l’inte-ra rete della funivia è ormai obsoleta, in perditaeconomica e destinata ad essere smontata.

Questo è lo stato dei luoghi attuale, a segui-to dalla crisi economica che si è abbattuta nelPaese Iberico e che grava soprattutto sul settorepubblico, principale finanziatore dell’evento pale-semente tradito dall’involuzione delle aspettati-ve che avevano indotto a credere nel plus valoredella rivendita delle opere realizzate. Per evitarel’immagine di abbandono dell’area espositiva e ilsuccessivo rischio della fuga delle poche attivitàin loco, le autorità pubbliche hanno deciso recen-temente di consolidare la relazione con l’areaespositiva, trasferendo nell’immediato alcuni uffi-ci amministrativi e assicurando in futuro lacostruzione della nuova Città della Giustizia.14

Negli anni successivi dalla fine dell’evento sonostate sollevate alcune critiche sugli obiettivi rag-ginti, soprattutto su quotidiani e riviste; alcune diqueste, successivamente alla chiusura dell’Expo,fanno riferimento alla scarsa affluenza di visita-tori, circa 5,65 milioni contro i 7,5 attesi. I mag-Fig. 10 - Vista aerea del Padiglione Ponte (arch. Zaha-Hadid) e del Ponte del Terzo Millennio (arch. Juan José

Arenas), 2008.

Fig. 9 - Il Palazzo dei Congressi, arch. Nieto y Sobejano, 2008.

Fig. 14 - Le Piazze tematiche all’interno del Recintodell’Expo, arch. Batlle y Royg, 2008.

Fig. 17 - Viste aeree della riqualificazione del fiume Ebro prima (1990) e dopo l’Expo 2008.

giori detrattori dell’Expo hanno in seguito criticatol’eredità dell’evento nella città, rimarcando il man-cato riuso dei numerosi edifici realizzati (Fig. 19).

Alla situazione attuale, evidentemente in stal-lo soprattutto a causa della crisi economica, siriconosce la difficoltà di concretizzazione dellaproposte del progetto dopo l’Expo elaborato pri-ma e attualizzato durante lo svolgimento dell’e-vento (Fig. 20). Si rileva tuttavia che la città hacomunque dimostrato di avere tratto le sue rifles-sioni dalle precedenti esperienze delle città spa-gnole che avevano accolto simili eventi, elabo-rando una strategia d’interventi di lunga durata,orientati ad attivare virtuosi processi di sviluppourbano. Inoltre, nonostante la crisi, l’Expo nonè per la città un episodio isolato, si configurainvece come un avvio di un processo di rigene-razione che ha reso di fatto imprescindibile ilrapporto tra il fiume e la riqualificazione urbana,costituendo una prima tappa delle future trasfor-mazioni. Dal Plan General de OrdenaciónUrbana, approvato nel 1986 e sottoposto a revi-sione nel 2002, la città si è infatti dotata di unagriglia di operazioni sulla quale sono stati ela-borati i successivi strumenti di pianificazione urba-na, le trasformazioni e il Piano Strategico15 del2006, che ha stabilito le operazioni dell’Expo 2008.

Includendo nella prospettiva temporale ildopo Expo, il Piano Strategico ha proposto diguidare lo sviluppo della città fino al 2010 e diindividuare un sistema di indicatori per verifica-re il raggiungimento degli obiettivi prefigurati, inmodo da potere reindirizzare la strategia previstasulla scorta degli esiti conseguiti. Al di là di alcu-ni dati positivi, riportati a seguito delle verifichesubito dopo l’Expo, contrariamente a quanto ipo-tizzato, si rivela che la crisi economica ha inve-stito sia le problematiche socio-economiche chequelle relative alla trasformazione urbana chesembravano non preoccupare. È proprio a parti-re da queste osservazioni che si assiste, nel 2011,all’elaborazione di un nuovo documento strate-gico, definito Estrategia 2020, che si propone diindirizzare lo sviluppo della città e dell’areametropolitana per un decennio e con una pro-spettiva trentennale. L’attuale visione strategicadi Saragozza propone così di creare un quadrodi orientamenti sulla base di alcuni principi gui-da: la partecipazione, il consenso, la sostenibi-lità, la collaborazione pubblico-privato, l’indivi-duazione di strategie prioritarie nel tempo e nelterritorio. Parallelamente a tale visione si puòaltresì rintracciare un ulteriore processo di pro-mozione e di riscatto della città che, prendendospunto proprio da quel fenomeno che è comune-mente indicato come effetto evento, mira a posi-zionare la capitale aragonese soprattutto in ambi-to internazionale (Fig. 21).

In questo senso si spiega la scelta dell’am-ministrazione municipale di candidare Saragozzaagli ambìti eventi europei che si succederannonei prossimi anni: Giochi Olimpici invernaliPirineos 2022 e Capitale europea della cultura2016. La città inoltre si è recentemente propostaper concorrere all’assegnazione del premioCapitale verde europea 2016, attraverso la qua-le porta avanti l’esperienza acquisita con l’Expo,evidenziando nel dossier di candidatura presen-tato gli esiti raggiunti durante gli ultimi diecianni, finalizzati a migliorare la sostenibilità e la

Fig. 13 - Il Padiglione della Spagna, arch. FranciscoMagnado, 2008.

Fig. 15 - La Torre dell’acqua, arch. Enrique de Teresa,2008.

Fig. 16 - Il Parco dell’acqua e l’Expo 2008.

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* Renzo Lecardane è Professore Associato diComposizione Architettonica e Urbana presso la Facoltàdi architettura di Palermo. Membro del Dipartimento diArchitettura e del Laboratoire Infrastructure Architectureet Territoire - ENSA Paris Malaquais è Componente delCollegio del Dottorato di Ricerca in Architetturaall’Università degli Studi di Palermo.

qualità dell’ambiente urbano, così come riporta-to nei quattro obiettivi prioritari fissati dal PianoStrategico di Saragozza: integrare la natura incittà e nella sua area di influenza, migliorare laqualità dell’aria, potenziare lo sviluppo di tec-nologie pulite, adottare sistemi operativi per lagestione dei rifiuti, migliorare la qualità dell’ac-qua e ridurne il consumo.

Infrastructure Architecture Territoire (LIAT)dell’ENSAPM. Cfr. LECARDANE R., «Fleuve en ville.Infrastructure touristiques à l’Expo 2008 Saragosse», inROUILLARD D. (a cura di), L’Infraville / Futurs des infra-structures, Archibooks, Parigi 2011, pp. 242-251.2) La proposta dell’Esposizione internazionale a Saragozzaha preso forma e ha raggiunto la sua notorietà ufficialedurante le elezioni municipali del 1999, attraverso le pro-messe elettorali di Juan Alberto Belloch, candidatoSindaco.3) Cfr. LECARDANE R., «Le grandi esposizioni: territori del-l’immaginario», in Agathón, n.1, settembre 2010, pp. 37-42.4) Organismo incaricato del coordinamento dell’insiemedelle amministrazioni pubbliche coinvolte dall’Expo. Cfr.Bollettino EXPOAGUA 2009.5) Lo Stato ha detenuto il controllo della maggior parte delprogetto attraverso l’«Amministrazione Generale delloStato Saragozza EXPO 2008 Spagna» con il 70% del capi-

Fig. 18 - Il Parco dell’acqua, 2013. Fig. 19 - Situazione attuale del Recinto dopo l’Expo, 2013.

Fig. 21 - Loghi delle recenti candidature di Saragozza per organizzare altri eventi internazionali.

NOTE

1) Il testo sviluppa parti di un saggio pubblicato nel volu-me degli atti del Colloque Internationale «L’Infraville»che si è svolto presso l’Ecole Nationale Supérieured’Architecture Paris-Malaquais à Parigi, 15-16 ottobre2010, nell’ambito delle attività scientifiche del Laboratoire

Fig. 20 - Progetto di riuso dei Padiglioni Internazionali dentro il Recinto, 2008.

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tale; le Amministrazioni autonome e locali detengono cia-scuna il 15% del capitale.6) La definizione dei diversi spazi del Recinto è stata rea-lizzata a partire dal progetto di candidatura, presentatonel dicembre del 2004, che prevedeva anche il successivoriuso dei luoghi in un Parco culturale e scientifico. Cfr.BLASCO J., MONCLÚS J., «Un nuevo polo cultural, lúdicoy de servicios en Ranillas», in El Urbanismo de la Expo elPlan de Planeamento, Ed. Expoagua, Saragozza, 2008,pp. 236-245.7) Cfr. LECARDANE R., CIMADOMO G., «Las grandes expo-siciones en Europa 1992-2002. Efectos duraderos sobre laciudad y apropriación por parte de la ciudadanía», in Attidell’International Seminar on World Events and UrbanChange, Grupo de Investigación HUM-700, Siviglia,2012, pp. 372-383.8) Cfr. MASSAD F., GUERRERO YESTE A., « El futuro pro-gramático », in Arquitectura Expo 2008 Zaragoza.Proyecto Urbano, Actar, Barcellona, 2008, pp. 10-15.9) Cfr. LECARDANE R., «Expo, ville, architecture. Lisbonneet l’héritage de l’Expo’98», in Cahiers thématiques -L’architecture et l’événement, n° 8, Gennaio 2009, pp.127-135.10) Cfr. EZQUIAGA J.M., « El lugar: Zaragoza y la Expo »,in Arquitectura viva, numero monografico Pabellón deEspa!a Expo Zaragoza 2008, 2008.11) L’Associazione per lo Sviluppo Strategico di Saragozza(Ebrópolis), incaricata di elaborare il Piano Guidadell’Expo, riunisce i più importanti agenti sociali diSaragozza e dei suoi dintorni; consente inoltre la parteci-pazione dei cittadini alla formulazione degli obiettivi stra-tegici della città. L’Associazione ha approvato due Pianistrategici per Saragozza, il primo nel 1998 e il secondo nel2006.12) Cfr. DALNOKY C., «Paysage», in El Parque del Agua,cat. exp., Expoagua Zaragoza 2008 S.A., Saragozza, 2008,pp. 48-56.13) Cfr. EL PERIÓDICO DE ARAGÓN (08/04/2010) La Expode Zaragoza acumula unas pérdidas de 502 millones deeuros.14) Cfr. HERALDO. ES (15/05/2012) Expo Zaragoza ponea la venta los edificios Ebro 4 y 5, Dinamiza y el Cubo.15) Il progetto è articolato su otto obiettivi strategici:Sviluppo sostenibile, Progresso Culturale ed Educativo,Progresso Economico, Sviluppo Territoriale, SviluppoAmbientale, Sviluppo dell’accessibilità, SviluppoIdentitario e Sviluppo Relazionale. Cfr. EBROPOLIS, 2006,Plan Estratégico de Zaragoza y su entorno, Zaragoza.

Gennaio 2012

Febbraio 2012

Marzo 2012

Maggio 2012

Ottobre 2012

Novembre 2012

Dicembre 2012

Aprile 2013

Maggio 2013

Giugno 2013

Ottobre 2013

Novembre 2013

ISBN 978-88-89683-47-7

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Metodologia e Assiologia in un progetto di ricerca.

Ricerche bibliografiche e bibliografie.

Una certa innocenza.

Esprit de recherche: note di metodo sulla ricerca in Francia.

La ricerca archivistica e gli studi costruttivi per la conoscenza dell'architettura storica.

Architettura e Memoria, Lectio Magistralis*.

Presentazione del libro Morgantina, il teatro ellenistico: storia e restauri*.

Cooperazione per la salvaguardia e la messa in valore del patrimonio*architettonico: il progetto APER.

Cuspidi maiolicate in Sicilia.

In difesa del paesaggio.

Case sospese.

Architettura, contesto, prefabbricazione.

Morgantina. Il Teatro Ellenistico. Storia e Restauri.

Capaci Piccolo e Capaci Grande a Sousse in Tunisia, secc. XIX-XX.

La grande tradizione dell’intonaco Li-Vigni: un’impresa di successo.**

Verso un nuovo Illuminismo?***Presentazione dell’International Symposium di MilanoEast-west: artistic and technological contaminations.

Tradizione e modernità nell’Architettura di Aris Konstantinidis

Enhancing environmental citizenship and reducing energy consumption ofbuilding user on social media.

One utility for sustainable communities: modelling and optimisation ofutility service provision.

Città e Architettura nel Marocco Antico.

Patterns and Layering: japanese spatial culture, nature and architecture.

Sostenibilità: dal progetto all’implementazione.

Il progetto del suolo: città di pietra, città di latta, green city.

Archeologia Industriale in Sicilia: la fornace di pietra a Marsa Siklah.

Conservazione dell’architettura contemporanea Monte degli Ulivi diLeonardo Ricci. Metodologia e prassi per un intervento conservativo

Il progetto architettonico nell’era digitale: l’esperienza olandese.

Exhibition design nei musei inglesi.

Manutenzione e Manutenibilità nei siti archeologici spagnoli en plen air.

Esperienze di Eco-Renovation tra Italia, Brasile e Danimarca.

Esperienze di Ricerca in Francia.

Il territorio dei giochi: l’architettura di Londra 2012.

Contaminazioni architettoniche fra la Sicilia e la Tunisia.

Progettazione del Retrofit Tecnologico in ambito urbano.

* Seminari svolti presso il Polo Universitario della Provincia di Agrigento** Relazione presentata al Convegno Calce 2012 allo Steri di Palermo.*** Relazione introduttiva all’International Symposium di Milano 2012:

East-West: Artistic and Technological Contaminations.

Prof. Alberto SpositoOrdinario, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Prof.ssa Maria Clara Ruggieri TricoliOrdinario, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Arch. Flavio Albanese

Prof. Renzo LecardaneAssociato, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Prof.ssa Tiziana CampisiRicercatore, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Arch. Mario Botta

Prof. Alberto SpositoOrdinario, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

I Seminario Internazionale Italia Tunisia

Prof. Giovanni FattaOrdinario, Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Palermo

Prof. Carlo TruppiOrdinario , Polo Universitario di Siracusa

Prof. Marcello PanzarellaOrdinario, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Prof. Alberto SpositoOrdinario, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Prof. Alberto SpositoOrdinario, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Arch. Toumadher AmmarDottoranda dell’ENAU Tunis e dell’ENSA Grenoble

Prof. Giovanni FattaOrdinario, Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Palermo

Prof. Alberto SpositoOrdinario, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Prof.ssa Laura MarinoFacoltà di Architettura, Università degli Studi di Reggio Calabria

Arch. Monica PianosiPhD Student de Montford University

Arch. Anna StrezleckaPhD Student de Montford University

Prof. Arch. El Arby En-NachioujUniversità “Mohammed I di Oujda”, Marocco

Prof. Salvator-John LiottaSenior Researcher, University of Tokyo

Prof. Alfonso SenatoreProfessor in Sustainable Building Design, Politecnico di Milano

Prof.ssa Zeila TesoriereAssociato, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Prof.ssa Tiziana FirroneAssociato, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Arch. Pietro ArtalePhD, Università degli Studi di Palermo

Arch. Alessia RiccobonoPhD Student Università di Palermo

Arch. Paola La ScalaPhD Student Università di Palermo

Arch. Giorgio FaraciPhD Student Università di Palermo

Ing. Luisa PastorePhD Student Università di Palermo

Ing. Luigi FaillaPhD Student Università di Palermo

Prof. Renzo LecardaneAssociato, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo

Prof. Tarek BrikProfesseur de Architecture du Patrimoine à l’Université de Tunis

Prof. Mario R. LosassoOrdinario, Facoltà di Architettura

Università degli Studi di Napoli “Federico II”