il mestiere di raccontare storie

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Nicoletta Salvatori 2014-2015 Nicoletta Salvatori - 2014 Scrittura creativa 2bis L’arte di raccontare storie 1 The basic challenge for the writer can be very simply explained: it is to create an imaginary world and then draw the reader into that imaginary world. Ken Follett “Schiaccia quei tasti, è la migliore pazzia che possa esserci, i secoli chiedono aiuto, la specie aspira spasmodicamente alla luce, e all'azzardo, e alle risate. Regalateglieli. Ci sono abbastanza parole per noi tutti”. Charles Bukowski, Confessioni di un codardo, 1996

Transcript of il mestiere di raccontare storie

Nicoletta Salvatori 2014-2015

Nicoletta Salvatori - 2014

Scrittura creativa 2bis

L’arte di raccontare storie

1

The basic challenge for the writer can be very simply explained: it is to create an imaginary world and then draw the reader into that imaginary world.

Ken Follett

“Schiaccia quei tasti, è la migliore pazzia che possa esserci, i secoli chiedono aiuto, la specie aspira spasmodicamente alla luce, e all'azzardo, e alle risate. Regalateglieli. Ci sono abbastanza parole per noi tutti”.

Charles Bukowski, Confessioni di un codardo, 1996

La sceltaOgni opera letteraria veicola dei messaggi e dei valori, è nostro dovere in quanto autori sapere che tipo di messaggi stiamo veicolando e se questi sono in linea con quanto abbiamo intenzione di comunicare. Questa è la scelta: decidere ed essere coscienti di ciò che stiamo raccontando ai nostri lettori, indipendentemente dalla storia in sé. In secondo luogo, scegliere una particolare struttura narrativa, di un genere letterario, di una situazione o caratterizzazione di un personaggio influisce fortemente anche sull’efficacia di ciò che andremo a raccontare,la scrittura è comunicazione e scegliere di farlo in un certo modo piuttosto che in un altro aumenterà o diminuirà sensibilmente la nostra efficacia comunicativa.

La sceltaOgni opera letteraria veicola dei messaggi e dei valori, è nostro dovere in quanto autori sapere che tipo di messaggi stiamo veicolando e se questi sono in linea con quanto abbiamo intenzione di comunicare. Questa è la scelta: decidere ed essere coscienti di ciò che stiamo raccontando ai nostri lettori, indipendentemente dalla storia in sé. In secondo luogo, scegliere una particolare struttura narrativa, di un genere letterario, di una situazione o caratterizzazione di un personaggio influisce fortemente anche sull’efficacia di ciò che andremo a raccontare,la scrittura è comunicazione e scegliere di farlo in un certo modo piuttosto che in un altro aumenterà o diminuirà sensibilmente la nostra efficacia comunicativa.

Giallo Horror

Fantascienza

La storia narra di un gruppo di amici che raggiunge una cittadina in campagna. Dopo un primo momento di assestamento in cui i protagonisti imparano a conoscere

questa piccola realtà rurale, vengono a scoprire che tutti gli abitanti

sono assassini…..

La riscrittura❖ Uno dei modi per costruire la storia è la cosiddetta

riscrittura ovvero: l’elaborazione una trama sulla base di una idea anche molto semplice

L’idea di base è per sua natura scarna e priva di contenuti, non è una storia, è solo – appunto – un’idea. Per approfondire l’idea e renderla più vicina a una storia vera e propria è necessario svilupparla

La tecnica consiste semplicemente nello scrivere e riscrivere l’idea di base, aggiungendo dettagli ad ogni riscrittura. Non c’è una vera regola sul numero di dettagli da aggiungere volta per volta, bisogna lasciar libera la fantasia.

La riscrittura❖ Uno dei modi per costruire la storia è la cosiddetta

riscrittura ovvero: l’elaborazione una trama sulla base di una idea anche molto semplice

L’idea di base è per sua natura scarna e priva di contenuti, non è una storia, è solo – appunto – un’idea. Per approfondire l’idea e renderla più vicina a una storia vera e propria è necessario svilupparla

La tecnica consiste semplicemente nello scrivere e riscrivere l’idea di base, aggiungendo dettagli ad ogni riscrittura. Non c’è una vera regola sul numero di dettagli da aggiungere volta per volta, bisogna lasciar libera la fantasia.

1. Una barca risale un fiume

2. In Africa, una barca risale un fiume verso la giungla oscura, in cerca di un disperso.

3. In Africa, un giovane capitano conduce una barca, nell’impresa di risalire un fiume e insinuarsi nei misteri della fitta giungla,

in cerca di un disperso.

4. Il giovane capitano Marlow, spinto dal desiderio di emancipazione e di avventura, conduce una barca, in Africa, nell’impresa di risalire un fiume e insinuarsi nei misteri

della fitta giungla, assoldato da una compagnia commerciale, in cerca del misterioso disperso di nome Kurtz….

Un esempio

Aggiungere dettagliNon è una storia, ma è una prima traccia da seguire per elaborare la storia vera e propria. Questa traccia di base permette a Joseph Conrad di scrivere “Cuore di Tenebra” È un esempio pratico di come funziona la riscrittura. Più aggiungiamo dettagli, più la nostra trama di base si articola e si sviluppa fino all’elaborazione di una storiaMan mano che i dettagli aumentano, la storia e i personaggi si delineano e il nostro racconto prende forma.

Aggiungere dettagliNon è una storia, ma è una prima traccia da seguire per elaborare la storia vera e propria. Questa traccia di base permette a Joseph Conrad di scrivere “Cuore di Tenebra” È un esempio pratico di come funziona la riscrittura. Più aggiungiamo dettagli, più la nostra trama di base si articola e si sviluppa fino all’elaborazione di una storiaMan mano che i dettagli aumentano, la storia e i personaggi si delineano e il nostro racconto prende forma.

costruzione per accumulo successivo di dettagli

a partire da una singolaidea scatenante

La piramide rovesciata

idea minima

dettagli 1

dettagli 2

dettagli 3

Proviamoci

Idee minime per esercizi di riscrittura:

❖ Due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva…..

❖ Sei bambini sulle loro biciclette si avventurano nella campagna rovente…

❖ Un avvocato bianco è incaricato di difendere un nero accusato di violenza

❖ Cristo torna sulla terra e cammina per le strade di un cittadina spagnola del 1500

Proviamoci

Idee minime per esercizi di riscrittura:

❖ Due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva…..

❖ Sei bambini sulle loro biciclette si avventurano nella campagna rovente…

❖ Un avvocato bianco è incaricato di difendere un nero accusato di violenza

❖ Cristo torna sulla terra e cammina per le strade di un cittadina spagnola del 1500

Lo story conceptLo story concept è in linguaggio cinematografico l’idea della storia o l’esposizione del contenuto del film sotto forma di racconto sintetico, quello che gli addetti ai lavori chiamano “telegramma”: 25 parole per raccontare l’intero succo del film o romanzo. Ad esempio:

Due jazzisti spiantati, testimoni del massacro di San Valentino, per sfuggire ai gangster si travestono da donna ma si innamorano

della cantante di una band.

(A qualcuno piace caldo, Billy Wilder, 1959)

Cosa succederebbe se…?❖ In alcuni casi il punto di partenza può essere la stessa domanda

drammaturgia centrale al romanzo

Cosa succederebbe se un investigatore dalle incredibili doti deduttive fosse portato sulla scena di un delitto incomprensibile…. (Uno studio in Rosso, A.C.Doyle)

❖ In altri casi può essere il messaggio che l’autore vuole mandare al suo pubblico che fa nascere l’idea di un soggetto/trama

Se riuscissimo a guardare il mondo con gli occhi dei bambini forse scopriremmo le cose per le quali vale davvero la pena vivere… (Il Piccolo Principe Antoine De Saint-Exupéry)

Dal concept - al soggetto❖ L’autore parte in tutti i casi da una idea

drammatica abbastanza scarna e poi ci ricama attorno un soggetto sempre più ampio e complesso.

Un pilota è costretto ad un atterraggio di fortuna in pieno deserto del Sahara. Mentre cerca di riparare l’aereo, arriva un bambino misterioso che come un angelo gli insegnerà molto del valore della vita

Dal concept - al soggetto❖ L’autore parte in tutti i casi da una idea

drammatica abbastanza scarna e poi ci ricama attorno un soggetto sempre più ampio e complesso.

Un pilota è costretto ad un atterraggio di fortuna in pieno deserto del Sahara. Mentre cerca di riparare l’aereo, arriva un bambino misterioso che come un angelo gli insegnerà molto del valore della vita

I cerchi concentrici

story concept

dettagli 1

dettagli 2

dettagli 3

costruzione per ampliamento successivo

di una idea drammaturgica

La trama❖ Il personaggio del pilota (che altri non è che

l’autore stesso) viene così a sapere che il «Piccolo Principe» viene dall’asteroide B 612 dove si trovano tre vulcani e una rosa.

❖ Prima di arrivare sulla Terra il Piccolo Principe ha visitato altri pianeti e incontrato strani personaggi: Ogni pianeta visitato dal Piccolo Principe può essere considerato una metafora della natura umana.

❖ Il Re – asteroide B 325

❖ Il vanitoso – asteroide B 326

❖ L’ubriacone – asteroide B 327

❖ L’uomo d’affari – asteroide B 328

❖ Il lampionaio – asteroide B 329

❖ Il geografo – asteroide B 330

❖ Sulla Terra, ha già parlato con una volpe che gli insegnato che per conoscere si deve «addomesticare», il che rende le cose e le persone uniche e che «L’essenziale non è visibile agli occhi».

❖ Il Piccolo Principe si rende conto che la cosa più importante l’aveva già, era la sua rosa e vuole tornare a casa ma prima di partire viene morso da un serpente velenoso. Per questo deve abbandonare la sua «corteccia».

❖ Il pilota, che è finalmente riuscito a riparare l’aereo, parte anche lui lasciando dietro di sé il deserto, non prima di aver espresso il desiderio di imbattersi nuovamente nel Piccolo Principe

La trama❖ Il personaggio del pilota (che altri non è che

l’autore stesso) viene così a sapere che il «Piccolo Principe» viene dall’asteroide B 612 dove si trovano tre vulcani e una rosa.

❖ Prima di arrivare sulla Terra il Piccolo Principe ha visitato altri pianeti e incontrato strani personaggi: Ogni pianeta visitato dal Piccolo Principe può essere considerato una metafora della natura umana.

❖ Il Re – asteroide B 325

❖ Il vanitoso – asteroide B 326

❖ L’ubriacone – asteroide B 327

❖ L’uomo d’affari – asteroide B 328

❖ Il lampionaio – asteroide B 329

❖ Il geografo – asteroide B 330

❖ Sulla Terra, ha già parlato con una volpe che gli insegnato che per conoscere si deve «addomesticare», il che rende le cose e le persone uniche e che «L’essenziale non è visibile agli occhi».

❖ Il Piccolo Principe si rende conto che la cosa più importante l’aveva già, era la sua rosa e vuole tornare a casa ma prima di partire viene morso da un serpente velenoso. Per questo deve abbandonare la sua «corteccia».

❖ Il pilota, che è finalmente riuscito a riparare l’aereo, parte anche lui lasciando dietro di sé il deserto, non prima di aver espresso il desiderio di imbattersi nuovamente nel Piccolo Principe

La trama o soggetto racchiude: gli eventi di una narrazione

il protagonistai personaggi

il mondo narrativo (localizzazione spazio temporale)il tempo narrativo

Ma non è ancora un romanzo è solo una TRACCIA su cui lavorare

ProviamociCosa succederebbe se?…

❖ Il diavolo proponesse di dargli in pegno l’anima in cambio di quello che volete di più dalla vita?

❖ Una donna dovesse trovare il marito a 5 figlie femmine?

❖ Una serie di delitti inspiegabili avvenisse in un monastero benedettino del ‘300?

❖ Una ragazzina scoprisse la magia dei libri e della scrittura nella Germania nazista?

ProviamociCosa succederebbe se?…

❖ Il diavolo proponesse di dargli in pegno l’anima in cambio di quello che volete di più dalla vita?

❖ Una donna dovesse trovare il marito a 5 figlie femmine?

❖ Una serie di delitti inspiegabili avvenisse in un monastero benedettino del ‘300?

❖ Una ragazzina scoprisse la magia dei libri e della scrittura nella Germania nazista?

La struttura narrativaSono state elaborate delle vere e proprie TECNICHE utilizzabili per costruire una storia: i così detti schemi narrativi.

Non si tratta di regole da applicare in senso matematico

Questo genere di schemi e approcci “scientifici” alla narrativa non devono soppiantare l’originalità e l’ispirazione della creazione ma possono fornire utili suggerimenti, spunti, indicazioni che è bene conoscere quando ci si avvicina alla narrativa.

Esistono due scuole principali :

❖ Il Paradigma di Syd Field

❖ Il Viaggio dell’eroe di Champbell-Vogler

Dramma in tre attiIl paradigma di Syd Field è uno schema concettuale in 3 atti che serve per costruire la struttura narrativa

La storia si complica

La storia si complica

Il plot point è l’incidente, o l’ evento, che “uncina” l’azione e la porta in un’altra direzione. Ogni punto di svolta fa nascere o riaccende la storia e la rende interessante.

Il primo atto è dedicato all’IMPOSTAZIONE, cioè fornisce le informazioni necessarie sulla vicenda: chi sono i personaggi principali, dove si trovano e che cosa devono fare.

Il personaggio principale è l’EROE. La psicologia del personaggio viene definita da una motivazione profonda (aspirazioni, bisogni...). La storia coglie il personaggio in una fase circoscritta della sua vita, nel momento in cui un incidente o un evento drammatico (PLOT POINT 1 o PUNTO DI SVOLTA) la cambierà per sempre, innescando un processo di azioni a catena che spingerà la storia in un’altra direzione, opposta alla precedente.

Il plot point è l’incidente, o l’ evento, che “uncina” l’azione e la porta in un’altra direzione. Ogni punto di svolta fa nascere o riaccende la storia e la rende interessante.

Il primo atto è dedicato all’IMPOSTAZIONE, cioè fornisce le informazioni necessarie sulla vicenda: chi sono i personaggi principali, dove si trovano e che cosa devono fare.

Il personaggio principale è l’EROE. La psicologia del personaggio viene definita da una motivazione profonda (aspirazioni, bisogni...). La storia coglie il personaggio in una fase circoscritta della sua vita, nel momento in cui un incidente o un evento drammatico (PLOT POINT 1 o PUNTO DI SVOLTA) la cambierà per sempre, innescando un processo di azioni a catena che spingerà la storia in un’altra direzione, opposta alla precedente.

Nel film A qualcuno piace caldo di Billy Wylder (1959), i primi 30 minuti (ATTO 1) descrivono il dove e il quando (Chicago, durante la grande crisi economica e il proibizionismo) e la figura dei due personaggi principali (i due suonatori squattrinati e donnaioli). L’incidente (i due assistono al massacro di San Valentino) (PLOT POINT 1) li costringerà a compiere un’azione (i due si travestono da donna e si aggregano a una band femminile) che cambierà la loro storia

la pinza nel cinema è un conflitto o un ostacolo che mette in discussione il raggiungimento dello scopo dell’eroe. In ogni storia c’è un conflitto dominante e centrale e altri collaterali.

Nel SECONDO ATTO predomina l’azione. Il protagonista è ostacolato nel raggiungimento dell’obiettivo da un CONFLITTO, o da più conflitti (PINZE) che impediscono all’azione di perdere efficacia.

A metà del secondo atto avviene la svolta, il cosiddetto PUNTO DI NON RITORNO: il protagonista si trova di fronte a un evento dal quale non può più tornare indietro, e che lo cambierà per sempre.

Si arriva eventualmente al SECONDO PUNTO DI SVOLTA o PLOT POINT II: l’ennesimo ostacolo sembra voler chiuder ogni possibilità al lieto fine.

il punto di non ritorno è il clou della narrazione

la pinza nel cinema è un conflitto o un ostacolo che mette in discussione il raggiungimento dello scopo dell’eroe. In ogni storia c’è un conflitto dominante e centrale e altri collaterali.

Nel SECONDO ATTO predomina l’azione. Il protagonista è ostacolato nel raggiungimento dell’obiettivo da un CONFLITTO, o da più conflitti (PINZE) che impediscono all’azione di perdere efficacia.

A metà del secondo atto avviene la svolta, il cosiddetto PUNTO DI NON RITORNO: il protagonista si trova di fronte a un evento dal quale non può più tornare indietro, e che lo cambierà per sempre.

Si arriva eventualmente al SECONDO PUNTO DI SVOLTA o PLOT POINT II: l’ennesimo ostacolo sembra voler chiuder ogni possibilità al lieto fine.

Nel film A qualcuno piace caldo di Billy Wylder (1959), i due personaggi, seppur uniti nel conflitto contro i mafiosi, si ritrovano divisi per la conquista della bella cantante (PINZA). Uno dei personaggi inventa un nuovo travestimento (il miliardario romantico) per conquistare la cantante mentre l’altro si trova incastrato in una tresca con un vero miliardario (PUNTO DI NON RITORNO). Il dilemma è ora tra la fuga e l’amore (PINZA 2). Il 2° punto di svolta (PLOT POINT 2) è l’arrivo dei mafiosi nell’albergo.

il punto di non ritorno è il clou della narrazione

il climax è il culmine di un crescendo drammatico

Nel terzo atto il ritmo narrativo si intensifica, i conflitti si accentuano, fino ad un CLIMAX in cui il protagonista si prepara al confronto decisivo e raggiunge il suo obiettivo. Dopo una lotta “titanica” (simbolica o reale), il conflitto si estingue e l’escalation narrativa trova la sua RISOLUZIONE.

In questo processo il personaggio subisce un cambiamento non solo esterno, ma anche “interiore”, una maturazione che gli consente finalmente di conquistare l’obiettivo, che forse sarà un obiettivo diverso da quello inseguito fino ad allora.

la risoluzione è lo scioglimento di tutti i nodi della trama. The end.

il climax è il culmine di un crescendo drammatico

Nel terzo atto il ritmo narrativo si intensifica, i conflitti si accentuano, fino ad un CLIMAX in cui il protagonista si prepara al confronto decisivo e raggiunge il suo obiettivo. Dopo una lotta “titanica” (simbolica o reale), il conflitto si estingue e l’escalation narrativa trova la sua RISOLUZIONE.

In questo processo il personaggio subisce un cambiamento non solo esterno, ma anche “interiore”, una maturazione che gli consente finalmente di conquistare l’obiettivo, che forse sarà un obiettivo diverso da quello inseguito fino ad allora.

la risoluzione è lo scioglimento di tutti i nodi della trama. The end.

Nel sarcastico lieto fine di A qualcuno piace caldo i protagonisti passano dal maschilismo al rispetto dell’altro sesso, anche se con modalità ed aspettative differenti.

Ma d’altronde, nessuno è perfetto!

Il viaggio dell’eroeIl secondo metodo per pianificare la nostra storia è quello proposto dallo schema Campbell-Vogler. Joseph Campbell (1904-1987) è un antropologo e uno storico delle religioni. Nella sua monografia L’eroe dai mille volti, esaminando una grande quantità di miti provenienti da tutto il mondo e da diversi periodi storici, Campbell sostiene che tutte le costruzioni mitologiche esprimano una stessa struttura narrativa di base o MONOMITO. Un eroe si avventura dal mondo di tutti i giorni in una regione di meraviglia sovrannaturale: lì incontra forze favolose e ottiene una vittoria decisiva. L’eroe ritorna da questa misteriosa avventura con il potere di conferire doni favolosi agli altri uomini (J.Campbell)

Christopher Vogler è uno sceneggiatore e un insegnante di sceneggiatura statunitense. Grande nome della Disney, Vogler ampliò l’idea di Campbell, cogliendone le applicazioni pratiche e semplificandone la struttura e piegando la teoria antropologica al servizio della narrativa applicata al testo contemporaneo e alla sceneggiatura cinematografica.I buoni racconti ci fanno sentire di aver avuto un’esperienza soddisfacente e completa e alla fine della storia si ha la sensazione di aver imparato qualcosa sulla vita o su noi stessi.[...] Il viaggio dell’eroe è qualcosa di più di una semplice descrizione di modelli celati nella mitologia, è una guida idonea per la vita e soprattutto per lo scrittore. (C. Vogler)

3 atti 12 tappe

Lo schema del “monomito" si articola in 3 atti e in ben 12 tappe e comprende 7 di “personaggi” archetipici. “Ovviamente le tappe non devono essere seguite alla lettera, possono essere mescolate o sovrapposte oppure si può approfondire maggiormente una tappa, trascurando le altre, in base a come vogliamo raccontare la nostra storia. Prendiamole quindi come spunti”. (La bibbia della scrittura creativa - Jan Novak)

1. Ordinary World (mondo ordinario) 2. Call to Adventure (richiamo all’avventura) 3. Refusal Of The Call ( rifiuto del richiamo) 4. Meeting With the Mentor (incontro con il mentore) 5. Crossing The 1st Threshold (prima soglia) 6. Test, Allies, Enemies (prove, nemici, alleati) 7. Approach To Inmost Cave (Seconda soglia - avvicinamento al punto critico) 8. Supreme Ordeal (prova suprema) 9. Reward (Seizing The Sworld) (il premio – la spada) 10. The Road Back (la via del ritorno) 11. Resurrection (risurrezione) 12. Return With The Elixir (ritorno con l’elisir)

Le 12 tappe

Secondo lo schema Campbell-Vogler, il protagonista, eroe umile e riluttante, è chiamato ad un’avventura, viene aiutato da una varietà di personaggi, supera alcuni ostacoli e “cresce” piano piano compiendo un cammino fino alla sfida finale che richiede l’investimento di tutte le risorse interiori ed esterne. Le varie tappe di questo cammino portano alla luce la costruzione di un intreccio basato sul conflitto, sul combattimento e sull’ottenimento della vittoria

ATTO PRIMO

1. Mondo Ordinario. La narrazione si apre con il racconto del punto di partenza, del mondo di cui si muove il protagonista, presenta la sua quotidianità, la sua routine, il suo stile di vita, gli amici, ecc.In Harry Potter il piccolo Harry è un orfano undicenne che vive con gli zii che lo emarginano e lo vessano in tutti i modi

2. Richiamo all’Avventura. Accade qualcosa che spinge il protagonista a pensare di abbandonare il suo mondo ordinario, a intraprendere un’avventura, un compito, una particolare scelta che cambierà profondamente le sue abitudini.Harry riceve una lettera dalla scuola dei maghi di Hogwarts e quindi la visita del guardiacaccia Hagrid che gli rivela la sua vera natura di mago3. Rifiuto del Richiamo. Il protagonista non accetta subito questa “novità”. Sceglie di evitare il suo destino. Il rifiuto non è un passaggio necessario, dipende molto dal tipo di personaggio incarnato dal protagonista, ma al tempo stesso si tratta di un passaggio che dà personalità al protagonista. “ci deve essere un errore… io sono Harry solo Harry”4. Incontro col Mentore. Il protagonista si imbatte in qualcuno, o qualcosa, che gli fa cambiare repentinamente atteggiamento, spingendolo quindi a intraprendere questa nuova vita. Si tratta di un evento inatteso, sconvolgente, capace di portare a una presa di coscienza, oppure l’incontro fisico con un personaggio che funge – appunto – da mentore, richiamando il protagonista all’azione. Hagrid racconta a Harry la sua storia e il suo destino, lo mette a confronto con il suo passato, con il pericolo futuro Voldemort con il fatto di essere già famoso nel mondo dei maghi e quindi già “un eroe” da cui si attendono grandi cose (“il bambino che è sopravvissuto”.

5. Varco della Prima Soglia. Il protagonista accetta il suo destino e la sfida cui è sottoposto. Uscendo fisicamente dalla propria area di comfort (il mondo ordinario) per immergersi nella vicenda.

Harry si imbarca sul treno per Hogwarts

ATTO II

6. Prove, Nemici, Alleati. In questa fase appaiono i nuovi personaggi che caratterizzeranno il seguito del racconto, e il protagonista affronta delle piccole prove che ne temprano il carattere e ne giustificano maggiormente la decisione.

Harry è nella scuola fa amicizie, si contra con alcuni (Draco Malfoy di Serpeverde) si sente considerato da alcuni professori ed è inviso da altri…Intanto viene a sapere che un oggetto misterioso è conservato nel castello e che c’è qualcuno che lo vuole rubare

7. Seconda Soglia, o avvicinamento alla caverna più recondita. Il protagonista fronteggia la minaccia più grande, si trova davanti alla sfida più difficile e non è ancora pronto per affrontarla. Si rende quindi conto di avere necessità di una maturazione ulteriore.

Nella Foresta Proibita Harry incontra una figura incappucciata che bene sangue di unicorno, sotto quel cappuccio si trova Voldemort il suo vero arci-nemico. Harry capisce che è lui a voler rubare la pietra filosofale perché grazie all'Elisir di lunga vita prodotto dalla pietra potrebbe tornare in vita.

8. Prova Centrale. la sfida più imponente, dove il protagonista rischia di perdere tutto in cambio della maturazione necessaria a sostenere la prova finale. Qui egli fronteggia se stesso, le proprie paure, i propri desideri e necessità, facendo i conti con le sue grandezze e i suoi fallimenti. E rischia il tutto per tutto anche la morte.

Harry con i suoi due amici Ron ed Eroine decidono di impedire il furto della pietra e per farlo superano una serie di prove grazie all’amicizia e alla abilità di ciascuno. Ma l’ultima e la più grave delle prove la deve affrontare Harry da solo…

9. Ricompensa/Rivelazione. Il protagonista meditare sulla nuova consapevolezza acquisita o, semplicemente, festeggiare il conseguimento della prova centrale. Generalmente in questa fase del racconto trova spazio una scena d’amore, se ne è prevista una. Si tratta comunque di un momento di raccoglimento utile a spezzare il fiato prima della corsa verso il “gran finale”.

Harry è nel letto di ospedale lo va a trovare il preside Silente che gli spiega cosa è accaduto e come lui abbia potuto vincere la sfida impossibile contro Voldemort…

ATTO TERZO

10. La Via del Ritorno: l’eroe tornare al mondo ordinario, non senza affrontare nuovi pericoli, tentazioni e prove. L’eroe non è ancora fuori dalla “foresta”. La sfida per lui è prendere ciò che ha imparato ed integrarlo nella sua vita quotidiana. Si arriva trasformati.

Harry rientra a scuola, affronta il problema della competizione tra le case e ritrova il suo ruolo ma anche le sue responsabilità e le sue sfide e sa che la sua battaglia non è ancora finita

11. La Resurrezione/Climax: È il culmine, una sorta di esame per testare se si è imparata la lezione. L’adattamento al ritorno a volte prende la forma di un’ulteriore sfida. Gli alleati incontrati dopo la prima soglia possono intervenire per salvarlo dal pericolo. La resurrezione è anche il momento della catarsi, dove si porta il materiale emozionale in superficie, facendo sì che la consapevolezza dell’eroe diventi anche quella dello spettatore della storia. Qui l’eroe mostra le carte che ha in mano. Deve dimostrare che la sua vecchia personalità è morta e che la nuova identità è immune dalle tentazioni di cui prima era prigioniero. E’ diventato più forte e maturo, ed ha acquisito nuove facoltà.

A Harry e ai suoi amici, durante il banchetto di fine anno, vengono assegnati numerosi punti per le loro imprese eroiche, punti che permettono alla casa di Grifondoro, che era ultima, di superare Serpeverde e vincere la Coppa delle Case, lasciandoli più felici che mai.

12. Ritorno con l’Elisir: l’eroe conquista il tesoro, ma anche l’amore, la libertà, la saggezza e nuove conoscenze. Ritorna nel proprio mondo definitivamente cambiato, portandosi dietro qualche dono da usare, l’esperienza raggiunta o una lezione morale ottenuta nel mondo straordinario. Il vecchio sé è morto e il nuovo io è immune da tentazioni. La conclusione bilancia equamente la storia. È il momento in cui l’eroe, vinta l’ultima battaglia e conclusa la guerra può ritornare al mondo ordinario.

Harry torna infine a casa degli zii Babbani, ma con la gioia di sapere che all'inizio del nuovo anno scolastico tornerà a Hogwarts, che ora considera come la sua vera casa.

Personaggi - archetipi❖ Eroe

❖ Mentore

❖ Guardiano della soglia

❖ Messaggero

❖ Mutaforma

❖ Ombra

❖ Imbroglione

❖ ALLEATI

❖ EROINA/DAMA

❖ L'eroe (Hero): È colui che muove la storia, compie il viaggio, fisico o mentale. Ha in genere un punto debole su cui può essere colpito, e deve confrontarsi con la morte (spesso simbolica, e comunque l'eroe accetta la possibilità del sacrificio). Ha inoltre qualità con cui possiamo identificarci. Può anche avere impulsi contraddittori, ma cresce nel corso della storia ed è il più attivo dei personaggi, colui che fa l'azione più importante del racconto. Le imperfezioni lo rendono più reale e attraente. L'eroe è il simbolo dell'anima in trasformazione e spesso coincide con il protagonista della storia.

❖ Il mentore (Mentor): È la guida che aiuta, allena o istruisce l'eroe. Gli procura doni, lo convince o sospinge nell'avventura. Spesso il mentore è un ex-eroe, una persona saggia o maestro (che impara, anche, come fanno tutti gli insegnanti). È anche come una coscienza o codice di comportamento morale, e serve a motivare l'eroe. In senso lato ha a che fare con la figura del genitore che si deve fermare (o addirittura morire) prima della prova principale, che l'eroe deve affrontare solo. Ogni eroe è guidato da qualcosa e un racconto senza conoscenza di questa energia-guida è in qualche modo incompleto. Che sia espresso da un vero personaggio o interiorizzato, il mentore è un archetipo importante.

❖ Guardiano della soglia (Threshold Guardian): Mette alla prova l'eroe creandogli difficoltà: ne sonda la volontà e la rinforza. Apparentemente è un nemico, ma può anche essere sorpassato o trasformato in alleato. Ha a che fare con i demoni interni dell'eroe. Lo ferma perché lo riporta alle sue ferite emozionali, ai vizi, alle dipendenze, ai limiti che si pone da solo. Ma questa "resistenza" va riconosciuta come fonte d'energia, il demone va incorporato, come un'arma. A volte non è nemmeno un nemico, ma qualcuno che l'eroe incontra lungo il cammino e che deve conquistare, assorbendone l'energia. A volte vuole solo essere riconosciuto nel suo ruolo: è il guardiano. Naturalmente anche il guardiano può essere interno, un aspetto dell'eroe stesso con cui deve avere a che fare.

❖ Messaggero (Herald): Comunica l'inizio dell’avventura, il cambiamento che arriva, la sua necessità. È l'incidente scatenante. Può anche essere un oggetto, come una telefonata o un telegramma. Risveglia la motivazione nel portare notizie all'eroe (eventualmente anche solo dal proprio interno).

❖ Mutaforme (Shapeshifter): E’ un personaggio che cambia forma, si traveste. È l'archetipo instabile, il folletto leale ma non sincero o sincero ma non leale, l'amico che diventa nemico. Questa figura ha la funzione di seminare dubbi e suspense. È l'espressione dell'elemento maschile nell'inconscio femminile e il corrispondente femminile nell'inconscio maschile (il cui incontro è considerato un passo importante nella crescita per Jung). È un catalizzatore per il cambiamento ed è a servizio della storia.

❖ Ombra (Shadow): In genere è l'antagonista. Riflette tendenze negative inespresse e mette definitivamente l'eroe in pericolo. Anche gli opponenti hanno però bisogno di risultare umani, e non sono mai solo stereotipi di cattiveria (anche perché in fondo un nemico è un "eroe" di un suo proprio viaggio mitico, e Vogler suggerisce di attraversare o rileggere la storia almeno una volta dal punto di vista dell'ombra). È l'incontro-scontro ombra-eroe che muove il motore della storia.

❖ Imbroglione (Trickster): è la spalla e il momento goliardico. Crea contrattempi, stimola cambiamenti, anche in senso negativo. È un'energia infantile, incarnata in un personaggio in genere con caratteristiche di confusionario, nemico dello status quo, dell'ipocrisia e dell'egocentrismo. È il briccone che rimescola i problemi allargando o spargendo il conflitto, e può servire anche a offrire un momento di distensione e comicità prima di un’impresa.

❖ Chris Vogler, Il viaggio dell'eroe, Dino Audino, Roma 1992

Proviamo a scoprirli?

4 tipi di EROE

Ritmo della narrazione

Trasformazione dell’EROE

Linguaggio e StilePer semplificare la lettura lo scrittore deve usare un linguaggio semplice, facile, lineare, scorrevole e comprensibile. Un linguaggio che rispetta grammatica e sintassi.

La proposizione ha la struttura standard e che le sue parti sono disposte in ordine: soggetto (io), verbo (mangio) e complementi (una mela alla fine del pranzo).

Il periodo ha le stesse caratteristiche: meglio se è breve, composto da tre o quattro proposizioni (io porto sempre con me l’ombrello quando temo che piova).

Il lettore legge e capisce subito. Non è costretto a fermarsi e a rileggere perché non capisce. E non perde il filo del racconto.

Più ARTICOLATO COMPLESSO è IL LINGUAGGIO Più ALTO è IL TARGET DI RIFERIMENTO Più ESIGENTE è IL LETTORE

Alessandro Baricco - Novecento

Linguaggio e StilePer semplificare la lettura lo scrittore deve usare un linguaggio semplice, facile, lineare, scorrevole e comprensibile. Un linguaggio che rispetta grammatica e sintassi.

La proposizione ha la struttura standard e che le sue parti sono disposte in ordine: soggetto (io), verbo (mangio) e complementi (una mela alla fine del pranzo).

Il periodo ha le stesse caratteristiche: meglio se è breve, composto da tre o quattro proposizioni (io porto sempre con me l’ombrello quando temo che piova).

Il lettore legge e capisce subito. Non è costretto a fermarsi e a rileggere perché non capisce. E non perde il filo del racconto.

Più ARTICOLATO COMPLESSO è IL LINGUAGGIO Più ALTO è IL TARGET DI RIFERIMENTO Più ESIGENTE è IL LETTORE

Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la test e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire. Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi. Eppure c'era sempre uno, uno solo,

uno che per primo la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte, magari era lì

che si stava aggiustando i pantaloni, alzava la testa un attimo, buttava un

occhio verso il mare… e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il

cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l'America. Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che

l'aveva fatta lui, l'America.

Alessandro Baricco - Novecento

Registri diversi“Imboccai quella mi sembrò una strada maestra, anche se agli abitanti serviva solo come un sentierino per traversare un campo d’orzo, e mi inoltrai per qualche tempo, senza però riuscire a vedere nulla da ambo le parti, perché si era vicini alla mietitura e le spighe erano alte almeno dodici metri. Mi ci volle un’ora per attraversare tutto il campo, ch’era cintato con una siepe alta più di trentacinque metri, e da alberi così smisurati che non riuscii a calcolarne l’altezza.” (Jonathan Swift - Gulliver).

Lo scrittore usa periodi lunghi e predilige le proposizioni subordinate, la narrazione procede in maniera lenta.

“Al mattino feci a piedi il boulevard fino alla rue Soufflot, dove presi il caffè con delle brioches. Era una bella mattina. Gli ippocastani nel giardino di Lussemburgo erano in fiore. C’era la piacevole sensazione del mattino presto prima di un giorno caldo.” (Ernest Hemingwai - Fiesta).

In questo caso le frasi sono brevissime, intervallate dai punti e la narrazione è più dinamica e veloce.

Linguaggio e Stile 2LO STILE E’ L’ESSENZA STESSA DI UN’OPERA

riguarda sia il suo contenuto (il genere adottato) sia il linguaggio usato dai personaggi.

Ma quale linguaggio è meglio mettere in bocca ai personaggi? Quello che userebbero stando alla loro cultura, alla loro identità e condizione sociale? Quello che usa il lettore, che così si identifica più facilmente? Si possono/devono usare parolacce, dialetto, modi di dire?

Tocca sempre allo scrittore scegliere…e giustificare le sue scelte.

Andrea Camilleri mescola italiano e una forma di dialetto siciliano perfettamente comprensibile.

Salinger fa parlar il suo giovane Holden nel

linguaggio perfetto di un ragazzino sedicenne

Accurati ed essenzialiEzra Pound (1885 - 1972 poeta, saggista e traduttore statunitense, che ha trascorso gran parte della vita in Italia) affermava che “una fondamentale accuratezza d’espressione è il solo unico principio morale della scrittura”.

❖ Le parole devono essere scelte e usate con cura, mai con superficialità, ogni parola è il mattone della vostra costruzione: messo nel posto sbagliato può farla crollare. “Passò un’auto” “Passò una Jaguar E nera metallizzata come quella di Diabolik”

❖ Gli aggettivi e gli avverbi sono da usare con cautela perché appesantiscono lo stile. È facile infatti che gli aggettivi siano sovrabbondanti e gli avverbi non aggiungono niente di nuovo “una giovane ragazza” “una strada vuota e deserta” “una bella donna”

❖ Le frasi, quelle lunghe rallentano il ritmo, vanno bene per le descrizioni e i momenti più lirici. Quelle brevi sono intense e drammatiche. Quindi, usatele nei momenti di maggior tensione

❖ Il tempo: Le scelte possibili sono due: il passato remoto o perfetto che indica l’azione compiuta (egli partì) o il pre- sente storico (egli parte), che ha lo stesso valore. La prima soluzione colloca i fatti nel passato, la seconda nel presente, mentre avvengono.

❖ I verbi sono la forza di una proposizione, il motore dell’azione. Usare verbi forti, pieni di significato, originali non banali. I verbi forti diminuiscono il bisogno di avverbi o di perifrasi “guardò con occhi gelidi”, “la gelò con lo sguardo”

❖ “il postino Mario Jimenez prese alla lettera le parole del poeta e percorse la strada fino alla caletta scrutando l’andirivieni dell’oceano. Benché le onde fossero molte, il mezzodì immacolato, l’arena molle e la brezza lieve, non fiorì alcuna metafora. Tutto ciò che nel mare era eloquenza in lui fu mutismo. Una così assoluta afonia che al paragone persino le pietre gli parvero logorroiche” Antonio Skarmeta - Il postino di Neruda

❖ “Era un ometto vestito di verde scuro. Una giacca forse un po’ troppo grande per lui sembrava più una specie di redingote. Portava la Legion d’Onore, la pancia tendeva il gilet di seta ricamato ad api d’oro. Una mano infilata tra due bottoni del gilet riposava sullo stomaco, infastidito probabilmente dall’ulcera delle responsabilità. L’altra la dissimulava dietro la schiena, forse per nascondere le contrazioni delle dita…”. Daniel Pennac - Il Paradiso degli orchi