Il gruppo societario nell'ambito della normativa fallimentare e dell'amministrazione straordinaria...

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IL GRUPPO SOCIETARIO NELL’AMBITO DELLA NORMATIVA FALLIMENTARE E NELLA DISCIPLINA DELL’AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DELLE GRANDI IMPRESE Dott. Valentino Lenoci Giudice sezione fallimentare Tribunale di Bari MILANO, 4 aprile 2014 Grand Hotel et de Milan

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IL GRUPPO SOCIETARIO NELL’AMBITO DELLA NORMATIVA FALLIMENTARE E NELLA

DISCIPLINA DELL’AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DELLE GRANDI IMPRESE

Dott. Valentino LenociGiudice sezione fallimentare

Tribunale di BariMILANO, 4 aprile 2014

Grand Hotel et de Milan

Nozione di gruppo societario- Difficoltà di individuazione della nozione di gruppo societario

- Mancanza di nozione di gruppo societario nell’ambito della disciplina codicistica.

- Unici riferimenti:

a) art. 2359 c.c.

b) artt. da 2497 a 2497-septies c.c.

c) art. 2428, comma 3, n. 2), c.c.

Nozione di gruppo societario- Art. 2359 c.c.: controllo societario e collegamento societario.

- comma 1: sono considerate controllate: 1) le società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria; 2) le società in cui un’altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria; 3) le società che sono sotto un’influenza dominante dominante di un’altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali (es.: franchising, subfornitura, alcune ipotesi di finanziamenti).

Nozione di gruppo societario- art. 2359, comma 3: sono considerate collegate le società sulle quali un’altra società esercita un’influenza notevole. L’influenza si presume quando nell’assemblea ordinaria può essere esercitato almeno 1/5 dei voti ovvero 1/10 se la società ha azioni quotate in mercati regolamentati.

Nozione di gruppo societario- Art. 2497 c.c.: azione di responsabilità dei soci delle società controllate nei confronti delle società controllanti e degli amministratori delle stesse.

- Le società e gli enti che, esercitando attività di direzione e coordinamento di società, agiscono nell’interesse imprenditoria proprio o altrui in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale delle società medesime, sono direttamente responsabili nei confronti dei soci di queste per il pregiudizio arrecato alla redditività ed al valore della partecipazione sociale, nonché nei confronti dei creditori sociali per la lesione cagionata all’integrità della società.

Nozione di gruppo societario- Art. 2497, comma 3, c.c.: il socio ed il creditore sociale possono agire contro la società o l’ente che esercita l’attività di direzione e di coordinamento solo se non sono stati soddisfatti dalla società soggetta alla attività di direzione e coordinamento.

- Artt. da 2497-bis a 2497-septies c.c: disciplina particolari in tema di pubblicità, motivazione delle decisioni, diritto di recesso, finanziamenti nelle ipotesi di direzione e coordinamento delle società

Nozione di gruppo societario- Art. 2428, comma 3, n. 2), c.c.: la relazione sulla gestione degli amministratori unita al bilancio di esercizio deve contenere l’indicazione dei rapporti con le imprese controllate, collegate, controllanti e sottoposte al controllo di queste ultime

Nozione di gruppo societario- art. 25, comma 1, d. lgs. 9.4.1991, n. 127: obbligo di redazione del bilancio consolidato per le società per azioni, le società in accomandita per azioni e le società a responsabilità limitata che controllano un’impresa

- Art. 25, comma 2, d. lgs. n. 127/1991: lo stesso obbligo sussiste per gli enti pubblici, le società cooperative e le mutue assicuratrici che controllano una s.p.a., una s.a.p.a. o una s.r.l.

Nozione di gruppo societario- Il mero controllo sociale e il semplice collegamento, ivi incluso il collegamento orizzontale (che si verifica quando due società non sono controllate, ma hanno una medesima linea programmatica per l’identità degli amministratori o dei soci) non individuano il fenomeno del “gruppo societario”.

Nozione di gruppo societario- Necessità di un quid pluris rispetto al semplice controllo o collegamento.

- Necessità di “direzione” o “coordinamento” unitario.

- Le società controllate o collegate devono muoversi nella medesima “direzione” economica

- Necessità di una regia comune ed unitaria, per quel che riguarda le scelte strategiche dell’intero gruppo, come se fosse un unico soggetto economico ed imprenditoriale.

Gruppo societario ed autonomia giuridica dei partecipanti - La nozione di gruppo non esclude l’autonomia giuridica di ogni singola società

- Applicazioni giurisprudenziali:

a) Cons. Stato 11.4.2000, n. 588: nell’ambito dei procedimenti ad evidenza pubblica, il collegamento economico funzionale tra imprese non comporta il venir meno della distinta personalità giuridica, sicché non è consentito l’affidamento diretto dei servizi ad aziende dello stesso gruppo senza esperire gare aperte all’esterno;

Gruppo societario ed autonomia giuridica dei partecipanti b) Cass., sez. lav., 23.3.2004, n. 5808: il collegamento economico funzionale tra società di un medesimo gruppo non comporta il venir meno dell’autonomia delle singole società, alle quali continuano a far capo i rapporti di lavoro del personale in servizio presso le distinte e rispettive imprese.

Resta salva la prova dell’effettiva utilizzazione delle prestazioni lavorative da parte dell’impresa che effettua la direzione ed il controllo, per affermare la sussistenza del rapporto di lavoro in capo a quest’ultima.

Gruppo di società e stato di insolvenza- Ai fini della dichiarazione di fallimento di una società, che sia inserita in un gruppo, cioè in una pluralità di società collegate ovvero controllate da un’unica società “holding”, l’accertamento dello stato di insolvenza deve essere effettuato con esclusivo riferimento alla situazione economica della società medesima, poiché, nonostante tale collegamento o controllo, ciascuna di dette società conserva propria personalità giuridica ed autonoma qualità di imprenditore, rispondendo con il proprio patrimonio soltanto dei propri debiti (Cass. 18.11.2010, n. 23344)

Gruppo di società e stato di insolvenza- La competenza ad accertare lo stato di insolvenza di una

impresa commerciale appartiene al tribunale del luogo dove ha la sede principale, senza che a tale criterio possa derogarsi per ragione di connessione con altre procedure relative a società diverse facenti parte dello stesso gruppo (Cass. 31.8.2011, n. 17907).

- In tema di competenza territoriale nella procedura di concordato preventivo, la legge non riconosce rilievo giuridico (quanto meno in relazione al criterio della competenza per territorio) al gruppo di società, né nel fallimento, né nel concordato preventivo, né nella disciplina dell'amministrazione straordinaria ex d.lg. n. 270 del 1999, essendo la competenza stabilita dall'art. 161 comma 1 l. fall. (Trib. Milano 22.11.2012)

Concordato preventivo di gruppo- Assenza di una disciplina specifica nella legge fallimentare.

- Valutazione dello stato di crisi

- Valutazione unitaria

- Valutazione “parcellizzata”

Concordato preventivo di gruppo- Ammissibilità di un’unica procedura?

- Ammissibilità di un’unica procedura, ma con masse distinte?

- Necessità di più procedure?

Amministrazione straordinaria- art. 80 ss. d. lgs. 8 luglio 1999, n. 270: ammissibilità dell’amministrazione straordinaria di gruppo

- Distinzione tra procedura “madre” e procedure “secondarie”

Amministrazione straordinaria di gruppo

- Procedura madre: società appartenente al gruppo in possesso dei requisiti dimensionali ed oggettivi per l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria (artt. 2 e 27 d. lgs. n. 270/1999)

- Nozione di gruppo: comprende le società controllate da quella soggetta alla procedura madre, ovvero controllanti la stessa società, ovvero le imprese che, per composizione degli organi amministrativi o sulla base di altri concordanti elementi, risultano soggette ad una direzione comune con l’impresa assoggettata alla procedura madre.

Amministrazione straordinaria di gruppo- Procedure secondarie: ammissibilità dell’apertura della procedura di amministrazione straordinaria per le altre imprese del gruppo, quando sono assoggettabili a fallimento, pur non disponendo dei requisiti dimensionali per l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria (art. 81, comma 1, d. lgs. n. 270/1999).

- L’assoggettamento alla procedura di amministrazione straordinaria è alternativo al fallimento, cioè alla procedura liquidatoria, mentre non esclude che la singola impresa possa chiedere l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, che può consentire la ristrutturazione tramite accordo con i creditori.

Amministrazione straordinaria di gruppo- Art. 81, comma 2, d. lgs. n. 270/1999:  Le imprese del gruppo sono ammesse all'amministrazione straordinaria qualora presentino concrete prospettive di recupero dell'equilibrio economico delle attività imprenditoriali, nei modi indicati dall'articolo 27, ovvero quando risulti comunque opportuna la gestione unitaria dell'insolvenza nell'ambito del gruppo, in quanto idonea ad agevolare, per i collegamenti di natura economica o produttiva esistenti tra le singole imprese, il raggiungimento degli obiettivi della procedura.

 

Amministrazione straordinaria di gruppo.

- L'accertamento dei presupposti e delle condizioni per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria dell'impresa del gruppo è effettuato dal tribunale del luogo in cui essa ha la sede principale.

- Il ricorso per la dichiarazione dello stato di insolvenza dell’impresa del gruppo può essere proposto anche dal commissario straordinario della procedura madre. 

Amministrazione straordinaria di gruppo

- Unicità degli organi della procedura.

- Il piano relativo alle imprese dipendenti è predisposto dal commissario straordinario della procedura madre e può essere integrativo del piano della procedura madre, ove non sia possibile la ristrutturazione dell’impresa dipendente per mancanza dei requisiti di cui all’art. 27 d. lgs. n. 270/1999 (art. 86 d. lgs. n. 270/1999).

Amministrazione straordinaria di gruppo

- Conversione del fallimento in amministrazione straordinaria, quando il decreto che dichiara aperta la procedura madre è emesso dopo la sentenza di fallimento di una impresa del gruppo. In questi casi il tribunale che ha dichiarato il fallimento ne dispone la conversione in amministrazione straordinaria, qualora sussistano i presupposti stabiliti dall'articolo 81 d. lgs. n. 270/1999 e sempre che non sia già esaurita la liquidazione dell'attivo.

- Il tribunale provvede su istanza di chiunque vi abbia interesse o d'ufficio.

Amministrazione straordinaria di gruppo- Conversione dell’amministrazione straordinaria in fallimento: La conversione in fallimento e la chiusura della procedura madre a norma degli articoli 11, 69, 70 e 74, comma 1, d. lgs. n. 270/1999 determinano la conversione in fallimento della procedura di amministrazione straordinaria delle imprese del gruppo in rapporto alle quali non sussistono le condizioni previste dall'articolo 27 d. lgs. cit.  

Amministrazione straordinaria di gruppo- Revocatoria “aggravata” infragruppo

- Art. 91, comma 1, d. lgs. n. 270/1999: salvo quanto previsto dall’art. 49, comma 1 (ammissione della revocatoria soltanto nei casi di cessione di beni aziendali), il commissario straordinario ed il curatore dell'impresa dichiarata insolvente possono proporre l'azione revocatoria prevista dall'articolo 67 l. fall. nei confronti delle imprese del gruppo relativamente agli atti indicati nei numeri 1), 2) e 3) dello stesso articolo compiuti nei cinque anni anteriori alla dichiarazione dello stato di insolvenza, e relativamente agli atti indicati nel numero 4) e nel secondo comma dello stesso articolo compiuti nei tre anni anteriori.

Amministrazione straordinaria di gruppo

- Art. 90 d. lgs. n. 270/1999: Nei casi di direzione unitaria delle imprese del gruppo, gli amministratori delle società che hanno abusato di tale direzione rispondono in solido con gli amministratori della società dichiarata insolvente dei danni da questi cagionati alla società stessa in conseguenza delle direttive impartite

- Rapporti tra l’art. 90 cit. e l’art. 2497 c.c.

Amministrazione straordinaria di gruppo- Rilevanza del gruppo ai fini dell’applicazione della Legge Marzano (d.l. 23.12.2003, n. 347, conv. in l. 18.2.2004, n. 39).

Art. 3, comma 3, d.l. n. 347/2003: 3. Quando ricorrono le condizioni di cui all' articolo 81 del decreto legislativo n. 270, il commissario straordinario può richiedere al Ministro delle attività produttive l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria di altre imprese del gruppo , presentando contestuale ricorso per la dichiarazione dello stato di insolvenza al tribunale che ha dichiarato l'insolvenza dell'impresa di cui all' articolo 2, comma 1.

Amministrazione straordinaria di gruppo- Per "imprese del gruppo" si intendono anche le imprese

partecipate che intrattengono, in via sostanzialmente esclusiva, rapporti contrattuali con l'impresa sottoposta alle procedure previste dal presente decreto, per la fornitura di servizi necessari allo svolgimento dell'attività. Alle imprese del gruppo si applica la stessa disciplina prevista dal presente decreto per l'impresa soggetta alle procedure di cui al presente comma

- Le procedure relative alle imprese del gruppo possono attuarsi unitariamente a quella relativa alla capogruppo, a norma dell' articolo 4, comma 2 d.l. n. 347/2003, ovvero in via autonoma, attraverso un programma di ristrutturazione o mediante un programma di cessione.

Gestione unitaria dell’insolvenza

- Finalità della normativa sul gruppo nell’amministrazione straordinaria:

a) sottrarre le imprese del gruppo alla procedura ordinaria d’insolvenza, per assoggettare ad un’unica procedura;

b) assicurare una gestione comune o comunque coordinata tramite la nomina di un unico amministratore, la predisposizione di piani coordinati od integrati, la sottoposizione di tutte le procedure ad un’unica autorità di vigilanza costituita dal Ministero competente.

Gestione ordinaria dell’insolvenza

- Fallimento e concordato preventivo.

- Mancanza di una disciplina sull’insolvenza di gruppo, e sul coordinamento tra procedure.

- Valutazione autonomia delle procedure

- Separatezza degli organi.

Concordato preventivo di gruppo

- Prassi bancaria nella valutazione della sussistenza dei presupposti per la concessione di finanziamenti va nel senso di ritenere che la valutazione del rischio debba essere fatta con riferimento all’intero gruppo, laddove sussistano collegamenti fra soggetti affidati tali da far ritenere che le difficoltà di uno di essi comportino anche difficoltà per gli altri.

Concordato preventivo di gruppo- Tendenziale irrilevanza del gruppo societario.

- In tema di concordato preventivo, la legge non riconosce rilevanza al gruppo di impresa, per cui la competenza a decidere sul ricorso per l’ammissione alla procedura spetta al tribunale del luogo ove l’impresa ha la sede principale, ai sensi dell’art. 161, comma 1, l. fall., indipendentemente dall’inserimento del debitore in un gruppo d’impresa (Trib. Milano 22.11.2012, in Giur. merito, 2013, 2, 331).

Concordato preventivo di gruppo- Ma v. anche Trib. Roma 14.11.2012 (in Riv. dott. comm., 2013, 1, 161): Il tribunale del luogo ove la società capogruppo ha presentato la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo ha competenza a decidere anche sulle domande di concordato preventivo presentate dalle altre società appartenenti al gruppo qualora queste ultime, pur avendo sede legale in luogo diverso, abbiano sede effettiva nel circondario.

Concordato preventivo di gruppo

- Prassi di alcuni tribunali: ammissibilità di un concordato preventivo “di gruppo”.

- Opzioni:

a) procedura unica con pluralità di masse;

b) procedura unica con unica massa;

b) pluralità di procedure, coordinate sotto il profilo processuale, ma ontologicamente distinte, anche sotto il profilo delle “masse” patrimoniali e dell’elenco dei creditori (coordinamento di fatto tra procedure, mediante l’identità degli organi).

Concordato preventivo di gruppo- Procedura unica con masse distinte: “Con riferimento ad una domanda di ammissione al concordato preventivo, ciascuna società può fare riferimento ad un piano unitario e ad una proposta unitaria rivolta a tutti i creditori delle tre società, salva poi la separazione di ciascuna massa e l’approvazione separata da parte dei crediti di ciascuna società, con obbligo dell’osservanza degli obblighi imposti dal tribunale” (Trib. Asti 24.9.2012, in Fall., 2013, 1, 103).

Concordato preventivo di gruppo- Nello stesso senso Trib. Roma 7.3.2011 (www.ilcaso.it): “è ammissibile una domanda di concordato preventivo che consista in un unico ricorso riferibile alla impresa di gruppo e che sia supportato da un unico piano aziendale; detta domanda di concordato dovrà contenere distinte le masse patirmoniali delle singole società e, quando alla adunanza dei creditori, dovrà prevedere singole votazioni, e separate deliberazioni, in ragione di ciascuna organizzazione societaria e dell’insieme dei creditori ad esse riferibili”.

Concordato preventivo di gruppo- È ammissibile la proposta concordataria relativa ad un

gruppo di imprese a condizione che siano state rispettate le regole della competenza territoriale, che siano tenute distinte le masse attive e passive e che il calcolo delle maggioranze venga effettuato con riferimento ad ogni singola società. Si è quindi affermato che non è ammissibile la proposta di concordato che abbia natura liquidatoria, per violazione del principio di cui all’art. 2740 c.c., la proposta di concordato preventivo liquidatorio con cessione parziale dei beni, e anche quano, nell’ambito di concordato di gruppo, si destini l’eccedente della cessione parziale al soddisfacimento dei creditori altre società del gruppo (App. Roma 15.3.2013, in Giur. merito, 2013, 9, 1817).

Concordato preventivo di gruppo- Procedura unica con unicità di masse, ma con adunanze distinte: “qualora, con riferimento ad un gruppo di imprese, venga presentata un’unica domanda di concordato, con previsione di un’unica massa attiva da ripartire tra tutti i creditori di tutte le società, l’approvazione del concordato da parte dei creditori dovrà avere luogo in adunanze separate e votazioni distinte per ciascuna società, con conseguenti, rispettive e distinte maggioranze” (Trib. Benevento 18.1.2012, in www.ilcaso.it).

Concordato preventivo di gruppo- Procedura unica, con unicità di masse ed unica adunanza: “Il concordato preventivo relativo al gruppo si deve ritenere ammissibile, dal momento che la sua esistenza e quella dei consequenziali rapporti infragruppo giustificano e legittimano sia una valutazione sostanziale, sia una trattazione a livello procedurale unitaria del piano concordatario e, quindi, una gestione tendenzialmente unitaria del concordato con un’unica adunanza e con un computo delle maggioranze riferito all’unco programma concordatario (App. Genova 23.12.2011, in Fall., 2012, 3, 358)

Concordato preventivo di gruppo- In senso sostanzialmente analogo si è affermato che “deve

ritenersi ammissibile la gestione integralmente unitaria del concordato c.d. di gruppo – con unica adunanza dei creditori e computo delle maggioranze riferito all’unico programma concordatario – qualora il gruppo risponda alla definizione dottrinale di ‘aggregazione di imprese in forma individuale o collettiva, formalmente autonome e indipendenti l’una dall’altra, ma assoggettate tutte a direzione unitaria’, nonché alle connotazioni elaborate dalla giurisprudenza in termini di ‘unicità della struttura organizzativa e produttiva, con integrazione tra le attività esercitate dalle varie imprese, coordinamento tecnico, amministrativo e finanziario rimesso ad un unico soggetto direttivo’ (Trib. Terni 20.12.2010, in www.ilcaso.it; si trattava dell’ipotesi dell’intervento di un assuntore appositamente costituito al fine di rilevare tutte le attività, con con continuazione di tutte le attività del gruppo).

Concordato preventivo di gruppo- Soluzioni particolari:- Conferimento dei complessi aziendali delle società

del gruppo ad una s.n.c., della quale le singole società del gruppo divengono socie, in modo da beneficiare dell’effetto esdebitatorio previsto dall’art. 184, comma 2, l. fall. [App. Genova 23.12.2011, in Fall. 2012, 3, 358: la possibilità di soddisfacimento dei credito mediante “operazioni straordinarie” (art. 160 l. fall.) ed il principio di autonomia negoziale (art. 1322 c.c.) rendono ammissibile la proposta, avanzata da una s.n.c. costituita allo scopo di presentare un concordato preventivo di gruppo, risultante dal conferimento nella stessa dei complessi aziendali delle società appartenenti al medesimo gruppo, con estensione dell’effetto esdebitatorio alle società del gruppo, socie di tale s.n.c., ma che abbiano dichiarato di agire anche “in proprio”].

Concordato preventivo di gruppo

- estensione degli effetti del concordato al perimetro del gruppo mediante la fusione nella capogruppo o in altra società di tutte le società del gruppo, in modo da far venire meno le differenti strutture societarie e di poter presentare un’unica domanda di concordato corredata da un piano che si riferisca alle diverse aziende del gruppo.

- rischio, in questo caso, di opposizione dei creditori delle singole società.

Concordato preventivo di gruppo

- Soluzioni intermedie: coordinamento di fatto tra più procedure, tutte formalmente autonome ma con i medesimi organi (giudice delegato, commissario giudiziale, eventuale liquidatore).

Concordato preventivo di gruppo: criticità- difficoltà del superamento del principio della autonomia patrimoniale;

- difficoltà nella valutazione dello stato di crisi (che potrebbe non sussistere per una o più società del gruppo);

- rischio di “parcellizzazione” e contraddittorietà delle decisioni (approvazioni e/o omologazioni con esiti diversi, nel caso di pluralità di procedure coordinate, o anche di unica procedura con masse e/o adunanze distinte);

- conflitto di interessi per i crediti infragruppo

- questioni in tema di competenza territoriale

Concordato preventivo di gruppo: criticità- Trib. Roma 18.4.2013 (www.ilfallimentarista.it): è ammissibile,

tanto sotto il profilo sostanziale quanto sotto il profilo procedimentale, la presentazione da parte di più società appartenenti allo stesso gruppo di una proposta di concordato preventivo e di un piano nel segno della unitarietà, intesa nel senso dello stretto collegamento negoziale necessario frale proposte rispettivamente promananti da ciascuna società e da queste rivolte ai propri creditori, purché la proposta unitaria avanzata dai soggetti componenti il gruppo tenga separate le componenti dell’attivo e quelle del passivo di ciascuna persona giuridica da quelle delle altre e, in riferimento a una proposta concordato con cessione dei beni, preveda la disposizione a favore dei creditori di ciascuna società (e solo di costoro) di tutti gli elementi costituenti il patrimonio di questa.

- Solo l’omologazione dei concordati di tutte le società consente la formazione di un consenso soggettivamente complesso sulla proposta e la fattibilità del piano unitariamente predisposto, mentre l’eventuale impedimento all’omologazione del concordato anche per una delle società costituisce ex se impedimento all’omologazione del concordato di ciascuna delle altre società del gruppo

Concordato preventivo di gruppo: criticità

- Teoria dei vantaggi compensativi- Art. 2497, comma 1, c.c.: le società o gli enti che,

esercitando attività di direzione e coordinamento di società, agiscono nell’interesse imprenditoriale altrui in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoria, sono direttamente responsabili nei confronti dei soci di queste per il pregiudizio arrecato alla redditività ed al valore della partecipazione sociale, nonché nei confronti dei creditori sociali per la lesione cagionata all’integrità del patrimonio della società. Non vi è responsabilità quando il danno risulta mancante alla luce del risultato complessivo dell’attività di direzione e coordinamento ovvero integralmente eliminato a seguito di operazioni a ciò dirette (si pensi, ad es., ad una controllante che acquista i beni dalla controllata a prezzi inferiori a quello di mercato, ma fornisce gratuitamente o a condizioni di favore know-how, servizi amministrativi, contabili e finanziari)

Concordato preventivo di gruppo: criticità

- Nei concordati preventivi c.d. di gruppo si è ipotizzato di ricorrente alla teoria dei vantaggi compensativi, offrendo la cessione di alcuni assets di una società per soddisfare i creditori di altra società del gruppo.

- Sembra tuttavia arduo derogare al principio della responsabilità patrimoniale di cui all’art. 2740 c.c., e così “utilizzare” l’attivo di una società al fine di aumentare il trattamento da offrire ai creditori di altra società, a meno di non far emergere un valore di aggregato da ripartire fra le due masse.

Concordatao preventivo di gruppo: criticità

- Tutt’al più si potrà assoggettare a vendita congiunta beni di società diverse, al fine di realizzare il surplus di valore dell’aggregato; tale surplus potrà poi essere sì liberamente distribuito all’interno dei vari concordati; ciononostante a nessuno dei creditori di una società potrà essere distribuito, di quel ricavato, meno del valore dell’asset che faceva parte del patrimonio della “loro” società.

Concordato preventivo di gruppo: criticità- Trib. Roma 25.7.2012 (www.ilfallimentarista.it): è inammissibile la proposta di concordato che pianifichi la cessione degli attivi concordatari al soddisfacimento dei creditori di altra società appartenente al medesimo gruppo societario, in quanto contraria alla norma imperativa, di ordine pubblica, di cui all’art. 2740 c.c., a nulla valendo la prospettazione di pretesi vantaggi compensativi.

Conclusioni de iure condito- difficoltà dell’esistenza di un concordato preventivo con unicità di masse ed unicità di adunanza;

- ammissibilità di una procedura unica, ma con masse distinte e pluralità di adunanze;

- ammissibilità di pluralità di proposte tra loro funzionalmente collegate;

- ammissibilità di un piano “unitario”, che tenga conto però del superamento della crisi in riferimento alle singole società (e quindi si riferisca alle singole società), ed ammissibilità di un’unica relazione ex art. 172 l. fall.

Conclusioni de iure condito

- Ammissibilità di un collegamento sostanziale tra le proposte, che presupponga l’approvazione e l’omologazione di tutte le proposte di concordato, con la conseguenza che se una non viene omologata, anche le altre proposte decadranno.

Prospettive di riforma

- Tavolo tecnico presso il Ministero della Giustizia convocato nella primavera 2012.

- Proposte di inserimento di normativa, sia pure minimale, nella legge fallimentare

- Necessità di strumenti volti a favorire, quantomeno, il coordinamento tra le procedure (ammissibilità di ricorsi congiunti, criteri di competenza volti ad attrarre tutte le procedure presso un unico tribunale, ecc.)

- Unicità degli organi.

Prospettive di riforma- Estensione dell’aggravamento delle revocatorie alle operazioni infragruppo

- Rafforzamento della responsabilità degli organi di amministrazione e controllo nei casi di abuso della direzione unitaria

Insolvenza transfrontaliera

- Possibilità che il gruppo di società operi in diversi paesi

- Regolamento del Consiglio (CE) n. 1346/2000 del 29.5.2000: non contiene una disciplina dell’insolvenza dei gruppi d’impresa

- Distinzione tra procedura principale e procedure secondarie

- Competenza per la procedura principale: Center of main interest (COMI).

Insolvenza transfrontaliera- Individuazione del COMI: ai fini della determinazione della competenza giurisdizionale, quando il debitore è una società controllata la cui sede statutaria è situata in uno stato membro diverso da quello in cui ha sede la società madre, la presunzione contenuta nell’art. 3, n. 1, seconda frase, del Regolamento n. 1346/2000, secondo la quale il COMI di detta controllata è collocato nello stato membro in cui si trova la sua sede statutaria, può essere superata soltanto se elementi obiettivi e verificabili da parte di terzi consentono di determinare l’esistenza di una situazione reale diversa da quella che si ritiene corrispondere alla collocazione in detta sede statutaria (Corte giust. UE 2.5.2006, Eurofood).

Insolvenza transfrontaliera

- Lacuna del regolamento in tema di insolvenza di gruppo trasfrontaliera.

- Proposta di modifica del regolamento n. 1346/2000, approvata il 12.12.2012: nozione di gruppo, composto da parent company e dalle controllate

- Si prevede che il Regolamento debba assicurare il coordinamento dei procedimenti relativi alle varie società del gruppo, e ne debba garantire l’amministrazione efficiente