Il cantare di Drusiano dal Leone: introduzione e saggio di commento

68
Le vicende di Drusiano dal Leone CANTO PRIMO Un nipote di Gano di Maganza, Gallerano, medita di vendicarne la morte, tradendo i cristiani e diventando re di Francia. Gano, infatti, era stato fatto uccidere da Carlo Magno che ne aveva scoperto il tradimento, cioè l’accordo segreto con il re pagano Marsilio, causa della morte di Orlando e degli altri paladini, sorpresi dai Mori a Roncisvalle. Gallerano si reca così a Baiona per far consiglio con la sua gente e lì decide di chiedere al gigante Organtino, discendente di Mambrino (re ucciso a suo tempo da Rinaldo), di aiutarlo nell’impresa, promettendogli in cambio metà del regno. Organtino, informato da un messo, accetta di allearsi con Gallerano, e subito raduna cinquantamila cavalieri, insieme ai quali si mette in cammino. Dopo un lungo viaggio, finalmente, arriva in “cristianitade”; giunge ai piedi di un nobile castello, dove trova la figlia del paladino Olivieri, la bellissima Polisena, cui manda un ambasciatore per chiederle la resa. Nel frattempo Gallerano, sul punto di occupare Parigi, manda il figlio Dusmarco da Organtino per ordinargli di partire alla conquista di Roma. Organtino si avvia dunque verso Roma lasciando diecimila cavalieri ad assediare il castello, mentre Polisena si reca da re Brazzaleante, nel reame della Stella, in cerca d’aiuto. Trova al suo posto Drusiano, il figlio minore di costui (suoi fratelli sono Buovo, Terise, Sinibaldo,Guidone e Bernardo), il quale la avverte che il padre si trova a Lione con Bernardo, Guidone e Terise per partecipare a un importante torneo. Polisena decide così di andare a cercare Brazzaleante a Lione. Alla fine però Drusiano, innamoratosi di lei, deciderà non solo di raggiungerla, accompagnato dal balio Sismondo, ma anche di partecipare al torneo, nonostante la sua giovane età ed inesperienza. Il canto si chiude con l’arrivo di Drusiano all’osteria dove Polisena si è fermata per riposare. CANTO SECONDO L’oste, sperando in una cospicua ricompensa, escogita un piano per rapire Polisena e portarla al suo signore, il conte 1

Transcript of Il cantare di Drusiano dal Leone: introduzione e saggio di commento

Le vicende di Drusiano dal Leone

CANTO PRIMOUn nipote di Gano di Maganza, Gallerano, medita di vendicarne lamorte, tradendo i cristiani e diventando re di Francia. Gano,infatti, era stato fatto uccidere da Carlo Magno che ne avevascoperto il tradimento, cioè l’accordo segreto con il re paganoMarsilio, causa della morte di Orlando e degli altri paladini,sorpresi dai Mori a Roncisvalle.Gallerano si reca così a Baiona per far consiglio con la suagente e lì decide di chiedere al gigante Organtino, discendentedi Mambrino (re ucciso a suo tempo da Rinaldo), di aiutarlonell’impresa, promettendogli in cambio metà del regno.Organtino, informato da un messo, accetta di allearsi conGallerano, e subito raduna cinquantamila cavalieri, insieme aiquali si mette in cammino. Dopo un lungo viaggio, finalmente,arriva in “cristianitade”; giunge ai piedi di un nobilecastello, dove trova la figlia del paladino Olivieri, labellissima Polisena, cui manda un ambasciatore per chiederle laresa.Nel frattempo Gallerano, sul punto di occupare Parigi, manda ilfiglio Dusmarco da Organtino per ordinargli di partire allaconquista di Roma.Organtino si avvia dunque verso Roma lasciando diecimilacavalieri ad assediare il castello, mentre Polisena si reca dare Brazzaleante, nel reame della Stella, in cerca d’aiuto. Trovaal suo posto Drusiano, il figlio minore di costui (suoi fratellisono Buovo, Terise, Sinibaldo,Guidone e Bernardo), il quale laavverte che il padre si trova a Lione con Bernardo, Guidone eTerise per partecipare a un importante torneo. Polisena decidecosì di andare a cercare Brazzaleante a Lione.Alla fine però Drusiano, innamoratosi di lei, deciderà non solodi raggiungerla, accompagnato dal balio Sismondo, ma anche dipartecipare al torneo, nonostante la sua giovane età edinesperienza.Il canto si chiude con l’arrivo di Drusiano all’osteria dovePolisena si è fermata per riposare.

CANTO SECONDOL’oste, sperando in una cospicua ricompensa, escogita un pianoper rapire Polisena e portarla al suo signore, il conte

1

Spinabello di Maganza, che ne è innamorato. Nel cuore dellanotte, infatti, mentre tutti dormono, la convince a fuggire conlui e una ventina di suoi scudieri armati, facendole credere diessere in pericolo. La moglie dell’oste, però, vedendo il maritoallontanarsi con la fanciulla, avverte Drusiano, che va acercarla immediatamente. Cavalca tutta la notte e all’albagiunge a un castello davanti alla porta del quale trova laregina di Bretagna, alcuni baroni, e Terise, un tempo scudierodi Orlando, i quali lo informano di aver visto passare dellagente armata. Udendo ciò, subito si rimette in cammino e pocolontano trova il maganzese conte d’Altafoglia contro cui sibatte. Il conte viene colpito e ferito da Drusiano, ma alla fineriesce comunque a scappare. Alla scena assistono anche la reginae Terise, il quale chiede il permesso di seguire Drusiano, cheverso mezzogiorno finalmente raggiunge i traditori ad unafontana. Lì combatte valorosamente e li uccide tutti (tranneuno, che riesce a fuggire), riuscendo così a liberare Polisena.Intanto Terise, nascosto nel bosco, lo avverte dell’arrivo didue giganti armati con grandi bastoni. Drusiano subito sirimette l’elmo, monta a cavallo, impugna la spada e taglia latesta a uno dei giganti; raggiunge poi e taglia in due l’altro,in fuga con Polisena. Terise rivela a Drusiano la sua identità e la sua inimiciziaverso i Maganzesi, e i due si avviano verso Lione, perpartecipare al torneo.Nella città Drusiano trova Spinabello e lo uccide.

CANTO TERZOIl conte maganzese di Travallo viene informato della morte diSpinabello, inflittagli da un cavaliere di straordinario valore,quasi un redivivo Orlando. Decide così, insieme ad altri setteconti maganzesi, di andare a Lione per vendicarlo. Nessuno diloro però avrà scampo: Drusiano infatti li uccide tutti e otto.Alcuni giorni dopo finalmente ha inizio il torneo, organizzatodalla fata di Organia per trovare marito alla figlia Spinabella.Il primo a partecipare è re Caradoro, che sconfigge tutti,tranne Drusiano. Bernardo, accorgendosi della sconfitta diCaradoro, monta a cavallo armato e corre verso il fratello, maverrà anche lui battuto, come pure Guidone, Terise e lo stessoBrazzaleante, tutti ancora ignari dell’identità di quelcavaliere di incredibile valore. Drusiano è dunque il trionfatore del torneo di Lione; ma,essendo innamorato di Polisena, rifiuta il matrimonio conSpinabella e la propone in moglie a suo fratello Bernardo.

2

Tre giorni dopo arriva al castello un ambasciatore pagano,mandato da Organtino per informare la fata delle intenzioni diconquista di Gallerano. Non appena il messo lascia il castello, la fata dona a Drusianodelle armi magiche e un cavallo incantato, Brigliadoro,chiedendogli di andare a cercare Gallerano e di portarglielovivo o morto.Drusiano decide così di partire immediatamente accompagnato daSismondo, chiedendo a Polisena di rimanere nel castello dellafata insieme al padre e ai suoi fratelli ancora per qualchetempo, sotto la protezione di Terise, con la promessa diritrovarsi poi nel reame della Stella.

CANTO QUARTO Drusiano, avviatosi alla ricerca di Gallerano insieme aSismondo, giunge ad un castello, vicino al quale c’è un lago,nei cui fondali vive un serpente che di tanto in tanto escesulla terraferma per cibarsi. Proprio nel momento in cui siavvicinano, improvvisamente il serpente esce “di fuoco e diveleno infiammato”. In quell’istante, sentendo dei ruggiti,Drusiano si accorge che Sismondo è sparito e che un leone correverso di lui cercando di sfuggire al serpente. Drusianointerviene e colpisce con la sua lancia la gola del dragone,ferendolo a morte e salvando così il leone. Riconoscente,l’animale gli fa festa. Drusiano taglia la testa del serpente e,montato a cavallo la appende all’arcione. Il leone d’ora inavanti diventerà il suo fedele compagno accompagnandolo eproteggendolo nelle sue avventure, tanto che d’ora in poiDrusiano sarà noto come Drusiano dal leone.Essendosi reso conto che il castello è stato abbandonato,probabilmente già da alcuni anni, a causa della presenza delserpente nei dintorni, Drusiano, in cerca di un posto doveriposarsi e passare la notte, si reca assieme al leoneall’osteria, dove precedentemente era stata rapita Polisena. Lìinaspettatamente ritrova Sismondo, che credeva essere statosbranato dal dragone. Il balio gli spiega come l’osteria siastata abbandonata dopo l’uccisione dell’oste, e quindi nonrimane altra scelta che riprendere il cammino e tornaredirettamente nel reame della Stella.Quando arrivano a palazzo anche Brazzaleante e tutti gli altri,le nozze tra Drusiano e Polisena possono essere celebrate.Subito dopo un ambasciatore pagano, Aquilante, si presenta aBrazzaleante come inviato di Gallerano e Organtino peringiungergli la resa, che Brazzaleante rifiuta.

3

Un messo di Carlo Magno, assediato e impossibilitato adifendersi, chiede loro aiuto.Brazzaleante si prepara così a partire alla volta di Parigi peraffrontare Gallerano, potendo contare sull’appoggio anche dialtri sette re: Adriano, signore della città di Mascona,Nuvolose, re di Cardona, Fieravante, Chiarello, Manibello,Maccabeo e Sorgato.

CANTO QUINTODrusiano viene invece incaricato dal padre di andare, conAdriano e Manibello, a portare soccorso al castello di Olivieri,per recarsi poi a Roma per affrontare Organtino.Sconfitti i pagani, Drusiano incontra la madre di Polisena e leracconta del matrimonio con la figlia. Dopo essersi riposati,riprendono il viaggio.Intanto Organtino viene informato da Aquilante che il castello èstato liberato da Drusiano, giovane figlio di Brazzaleante,sempre accompagnato da un leone, che si trova già a Roma e sista preparando a combattere.Dusmarco, non appena viene a conoscenza dell’arrivo di Drusiano,decide di fuggire durante la notte per raggiungere il padreGallerano a Parigi e metterlo così al corrente della situazione.Il mattino successivo i cristiani sono pronti per la battaglia.Drusiano, avendo disposto già le schiere, monta armato acavallo, imbraccia lo scudo, impugna la lancia, e conBrigliadoro corre verso il campo nemico. Medita di andare dasolo da Organtino per ucciderlo, facilitando così l’assaltocontro i pagani..Drusiano riuscirà nel suo intento: colpito a morte il gigante,Terise, Sismondo, Manibello, Adriano e Fieravante entrano inbattaglia. In breve tempo gli avversari vengono sbaragliati.Aquilante, rendendosi conto di non avere scampo, preferiscefuggire. La battaglia è dunque terminata e i cristiani possonodirigersi a Parigi.Nel frattempo Gallerano, messo al corrente della sconfitta diOrgantino a Roma, decide con il figlio Dusmarco di non aspettarel’arrivo di Drusiano per dare inizio alla guerra, ma diattaccare quella stessa notte i nemici , vendicando cosìSpinarello.Udendo ciò, il conte d’Altafoglia entra di nascosto nel campocristiano per riferire a Brazzaleante le intenzioni di

4

Gallerano, spiegandogli di volerlo aiutare per amicizia neiconfronti di Drusiano.Brazzaleante allora fa subito schierare la sua gente: la guerraha così inizio. Re Nuvolone va ad attaccare Gallerano, che peròha la meglio, mentre Dusmarco uccide Sorgato e Fieravante.

CANTO SESTODrusiano giunge a Parigi proprio nel momento in cui il padre staaffrontando Gallerano; uccide principi, conti, baroni escudieri, fin quando si scontra direttamente prima conGallerano, e poi con Dusmarco, che nel frattempo aveva uccisoManibello; sconfiggendoli entrambi, ottiene la vittoria contro iMori. Drusiano ordina poi che i corpi di Gallerano e Dusmarcosiano portati alla fata di Organia.Finita la guerra, Carlo Magno si prepara a ricevere a corte chigli ha dato aiuto.Mentre tutti trionfano e festeggiano, una “gentil donna”,Galeranza, si avvicina a Drusiano. Gli spiega di essere stata lamoglie di Ivonetto, il cui padre era Rinaldo, e di aver avutocon lui due figli, Verochiere e Lionetto. Chiede a Drusiano dipotergli affidare Verochiere, poiché i Maganzesi hannointenzione di ucciderlo, e di aiutarla a ritrovare Lionetto,rapito tre anni prima da Dudone di Maganza. Immediatamente egliparte insieme a Sismondo, Terise e altri trentamila cavalieri,tra i quali il conte d’Altafoglia che, nonostante l’originemaganzese, promette assoluta fedeltà.Dopo aver liberato Lionetto e ucciso durone di Ma ganza, che loteneva prigioniero, ritornano a Parigi, dove ricevono la notiziadella morte di carlo Magno, il cui corpo viene sepolto nellaChiesa di San Dionigi. Dopo i funerali si incorona il nuovo re,Ansuise, figlio di Carlo, e si riorganizza la corte, nominando inuovi dodici paladini: Drusiano, Terise, Bernardo, Guidone,Sinibaldo, Buovo, Rizardo, Alardo, Mettallia da Mullione,Liombordo, Lionetto e Verochiere.Tutti possono ora ritornare nei rispettivi paesi, mentre la fatadi Organia porta il corpo di Gallerano alle forche, sulle qualifa incidere un’epigrafe che recita: “Son Gallerano senzapietade, che tradì Carlo e la cristianitade. Di casa di Maganzaio m’appello, miei figlioli son questi qui da lato. Elcristianesimo io misi a ribello”.Intanto Aquilante, tornato nella sua terra, informa re Rubionedella sorte del fratello Organtino. Egli decide allora di andarenel Levante per vendicarlo. Vengono in suo aiuto Pantasilicor,re della valle di Rossia, Pantaleone, re persiano, con i figli

5

Parise e Troiano, Nembroth, figlio di re Braviere, rePantaliseo, Brandolina, dall’India, re Bradamonte, il giganteRubicante, proveniente dal mar di Rossia.

CANTO SETTIMO Il gigante Rubicante arriva a piedi, non essendoci cavallo almondo in grado di portarlo, carico di armi. Ha uno scudo fattodi ossa di schiena di balena, in mano regge un bastone, dellefrecce avvelenate e catene.Giungono anche il re di Tartaria, Lucisania, con il figlioFebur, l’imperatore della Trabisonda, e re Pantalisse.Aquilante spiega a Rubione come agire una volta raggiunta la“cristianitade”: deve innanzitutto uccidere Brazzaleante,Drusiano, e i suoi fratelli. È quindi opportuno dirigersi primaverso Roma, visto che Brazzaleante e Polisena vi stanno facendoritorno.Drusiano invece si trova ancora a Parigi da Ansuise conMaccabeo, Chiarello, Adriano e il conte d’Altafoglia. Lì sonoraggiunti dalla notizia dell’arrivo imminente di re Rubione. Ilconte, conoscendo il grande valore del re pagano, è convinto chei cristiani non abbiano alcuna possibilità di vittoria, e decidedi tradire Drusiano, alleandosi con i pagani e aiutandoli nellaguerra contro i cristiani. Rivela così le sue intenzioni aglialtri tre re, convincendoli ad escogitare un piano per eliminareDrusiano.Raccontano dunque a Drusiano di un castello dorato, sorvegliatoda un Minotauro, mezzo uomo e mezzo serpente, con due branchie,due ali, due mani e tre occhi, e da due giganti nascosti sopraun monte lì vicino che uccidono chiunque passi nei dintorni, ameno che non si tratti di un cavaliere di grandissimo valore.Alla fine riescono a convincerlo a tentare la conquista delcastello, accompagnato dal conte, (il piano prevede però chequest’ultimo abbandoni l’impresa con un pretesto).Il giorno dopo si mettono in viaggio. Drusiano chiede anche lacompagnia di Terise, nonché dell’immancabile leone. Lungo lastrada incontrano Ansuise, figlio di Viviano (a sua volta figliodi Buovo d’Agrismonte, e fratello di Malagigi), che li invita alsuo castello, a Mongrato, dove cenare e trascorrere la notte.

CANTO OTTAVOGiunti a Mongrato, il conte si rifiuta di cenare spiegando diessersi ammalato. La mattina dopo, dicendo di sentirsi in fin divita, farà addirittura chiamare un prete per potersi confessare.Drusiano quindi, vedendo le condizioni del conte, è indeciso se

6

proseguire la sua avventura, ma verrà convinto proprio daquest’ultimo a continuare il suo viaggio, nonostante i tentatividi dissuaderlo da parte di Terise, che inizia a insospettirsi.Si rimettono così in cammino, lasciando il conte al castello conAnsuise, il quale dopo alcuni giorni ne capisce il tradimento elo uccide.Intanto Drusiano e Terise si ritrovano a dover attraversare unbosco sconosciuto, dall’aspetto sinistro; cavalcano senza sostaper tre giorni poiché non ci sono villaggi né osterie. Sonoormai sfiniti per la stanchezza e per la fame, quandoimprovvisamente compaiono due grifoni, uno dei quali afferraTerise, lo porta sulla cima di un monte dove lo squarta. L’altroprende il leone e lo fa a pezzi. Drusiano impugna subito laspada e, colpendolo al collo, lo uccide. Nel frattempo ritornal’altro ma Drusiano, al riparo sotto un pino, gli conficca lalancia nel petto.Prosegue quindi da solo, crede di morire di fame, fino a che nonvede del fumo uscire da una grotta, da cui esce un gigante conun cervo morto in mano. Drusiano riesce ad ucciderlo, quandoesce dalla caverna anche una gigantessa che, vedendo il cadaveredel marito, inizia ad urlare e a colpire Drusiano con unbastone. Salvatosi anche dalla gigantessa, l’eroe entra nellagrotta dove finalmente trova del cibo con cui sfamarsi.Ripreso il viaggio, trova su un sentiero moltissimi cavalierimorti. Compare una serpe col volto di una fanciulla, che sirivela essere una fata, che come ha fatto con gli altricavalieri passati di lì, aggredisce Drusiano. Non riuscendo asconfiggerlo, capisce che si tratta di colui che è destinato aconquistare il castello dorato. Gli spiega allora di essere lafiglia della fata che signoreggia sul castello d’oro e loinforma che nel Minotauro è stata imprigionata l’anima di Ganodi Maganza.

CANTO NONOQuando arriva nei presi del castello dorato, Drusiano sente unrumore infernale, provocato da due giganti che colpiscono lamontagne con delle mazza di ferro, che si arrestano all’arrivodi Drusiano, il cavaliere predestinato alla conquista, cheinfatti subito affronta il Minotauro custode del castello.Drusiano con la spada gli colpisce l’occhio e la fronte,uccidendolo.Finalmente l’anima di Gano viene portata all’inferno.Drusiano può ora entrare nel castello. L’interno è cosparso dismeraldi, rubini, perle e diamanti, mentre nel salone vi è una

7

tavola riccamente imbandita. Dopo aver cenato, va in camera ariposare, e lì appare la fata. La mattina seguente scende dinuovo nella sala dove ci sono delle bellissime fanciulle che glichiedono di essere battezzate. Più tardi egli si appresta apartire per tornare a casa. La fata gli dona allora un mantelloricamato con pietre preziose e un anello d’oro fatati edestinati ad aiutarlo nelle sue avventure.Nel frattempo Rubione giunge a Roma. Inizia il combattimento:Brazzaleante si scontra con Bradamonte, lo ferisce e lo fa suoprigioniero. Erculeone ferisce Guidone, e combatte con Sinibaldoe Buovo; Brazzaleante, Terise e Bernardo alla fine riescono adimprigionarlo. Egli rivela che Rubione è venuto nel Levante pervendicare il fratello Organtino, ucciso da Drusiano.

CANTO DECIMOBrazzaleante si preoccupa per Drusiano, del quale non si hannopiù notizie.Alla ripresa della battaglia, Brazzaleante affronta il giganteRubicante, che lo atterra. Rubione uccide Buovo, mentre Terise,informato che il padre è stato fatto prigioniero, va insieme aBernardo e altri diecimila cavalieri a liberarlo. UccidendoPantalisse, riescono a salvarlo e lo riportano palazzo. Lasituazione dei cristiani inizia ad essere critica. Senza l’aiutodi Drusiano sarà impossibile vincere i pagani. Brazzaleanteincarica Sismondo e Erculeone (in cambio della salvezza) diandare a cercare Drusiano, ciascuno per proprio conto. QuandoSismondo trova l’armatura e lo scudo di Terise, la testa delleone, e i due grifoni uccisi, immagina che cosa sia successo,pensando però che anche Drusiano sia morto. Al ritorno, passaper Mongrato, per avvertire Ansuise, amico di Drusiano. Egli asua volta gli rivela di aver ucciso il conte, avendone scopertoil tradimento. Decidono allora di partire insieme per la Franciadove radunare più soldati possibile per poi tornare a Roma adaiutare Brazzaleante. Il giorno dopo si mettono in viaggioall’alba. Fanno tappa prima a Mullione, dove ci sono trepaladini (Alardo, Liombordo, Mettallia), poi a Montalbano, cittàdi Verochiere e Lionetto, per arrivare infine a Parigi da reAnsuise.Intanto Bramonte, figlio del conte d’Altafoglia, volendovendicarne la morte, si reca da Rubione con l’intenzione diallearsi con lui.Re Ansuise giunge a Roma con settantamila cavalieri. Subito siscontra con Pantaleone e riesce ad ucciderlo.

8

CANTO UNDICESIMO Quando viene informato dell’arrivo a Roma di Ansuise e deglialtri paladini, Rubione manda Bramonte di Maganza e Forzone, repagano appena giunto per portare aiuto, ad assediare Parigi concentomila cavalieri.Ansuise nel frattempo fa prigionieri Febur e Brandolina, mentreVerochiere è assalito da Nembroth. Il paladino colpisce ripetutamente col bastone il gigante ma nonriesce a farlo cadere. Il sole sta tramontando e i due esercitisi ritirano. Tornato in città per riposare, Ansuise sposaBrandolina, che rivela a Verochiere che Nembroth, figlio di reBraviere, può essere ucciso solo per annegamento.Alcuni giorni dopo, Rubione si reca da Brazzaleante, il qualegli parla della presunta morte di Drusiano. All’alba labattaglia riprende. Ansuise prepara tre schiere di cui una èguidata da lui, mentre le altre sono affidate a Brazzaleante eVerochiere.L’amostante e Pantaliseo vengono uccisi da Ansuise, mentreRubione sconfigge Alardo, Brazzaleante e Guidone. Rubicante sichina su di lui per togliergli le armi dorate, appoggiando aterra il suo bastone e una freccia. Ansuise , approfittandodella circostanza, raccoglie il dardo per colpire il gigante,che però fugge gettandosi nell’acqua. Egli lancia ugualmente lafreccia, ferendo il gigante alla schiena. Quest’ultimosentendosi morire chiede ad Ansuise di avvicinarsi per donargliil dardo e la camicia, oggetti magici, che gli serviranno pervincere ogni battaglia.

CANTO DODICESIMOAnsuise torna al palazzo per farsi medicare ma, quando siaccorge che i cristiani stanno fuggendo, le insegne sono tuttecadute, e il campo è quasi completamente abbandonato, tornasubito a combattere.Al tramonto, rientrando in città dal campo di battaglia, Ansuisemuore.Nel frattempo Drusiano, di ritorno dal castello dorato, giunge auna fonte dove incontra erculeone, gli racconta tutti gliaccadimenti, e insieme raggiungono la rocca Maltagliata abitatada un duca pagano, Sorgano, che li ospita per la notte. Luciana,la figlia del duca, li mette però in guardia, avvertendolidell’abitudine del padre di uccidere gli ospiti per poiderubarli, tanto da possedere ormai una torre colma d’oro.Attaccati da Sorgano e da altri diecimila pagani, Drusiano edErculeone riescono ad avere la meglio, decidendo così di usare

9

il tesoro per assoldare soldati e portare quindi ulteriore aiutoa Roma, verso cui si rimettono in viaggio dopo il matrimonio traErculeone e Luciana.Tornati a casa, tutti li accolgono festosamente. Drusiano,venuto a sapere della morte del padre per mano di Rubione, giuravendetta.La mattina dopo raggiunge il campo insieme a Liombordo,Verochiere, Lionetto, Sismondo, Metallia, Sinibaldo, Terise, eBernardo, distinguendosi immediatamente per il suo valore euccidendo Pantalisse.Rubione, appena si accorge del ritorno di Drusiano, fa mandarerinforzi da Parigi.Ricevuta la richiesta d’aiuto, Forzone si rimette subito inviaggio verso Roma, dove sarà però sconfitto da Erculeone.Intanto Brandolina viene colpita a morte dalla lancia di Rubionee il pagano Aquilante si trova in campo davanti a Drusiano.

CANTO TREDICESIMOTrovandosi di fronte a Drusiano, Aquilante si dà alla fuga.Inseguendolo, Drusiano nota un cavaliere con l’insegna di undrago a due teste incoronato e, credendo si tratti di Rubione,lo uccide. Verochiere invece è di nuovo impegnato a combatterecol gigante Nembroth, sul quale però questa volta riesce adavere la meglio, facendo tesoro dei consigli di Brandolina. Loafferra infatti per la gola e lo trascina al fiume dove loaffoga.Drusiano avanza sempre di più tra le schiere pagane fino a chetrova Rubione e lo sconfigge. Dopodiché, come impazzito, corregiù per la collina facendo una vera e propria strage.Aquilante si arrende e passa dalla parte dei cristiani, cheriescono infatti ad ottenere la vittoria.Drusiano decide di partire alla conquista dell’Oriente, dovediventa signore di tutte le terre che incontra.La prima città che viene occupata è quella di Udante, dovesconfiggono anche colui che dopo la morte di Rubione è diventatore del Levante e cioè Polidoro, figlio di Organtino.Finita la battaglia, i cristiani vengono però assaliti da unamoltitudine di serpenti. Drusiano allora si ricorda dell’anellomagico donatogli dalla fata Bianca, con il quale riesce asalvare tutti coloro che sono stati morsi.

CANTO QUATTORDICESIMO

10

Dopo aver battuto anche re Carcastagno, i cristiani si dirigonoverso la città di Leonoro, nel regno Feminoro, un regno abitatoda sole donne, tanto che ogni uomo che vi entra viene uccisodopo al massimo tre giorni. Tuttavia la regina Cherubina fasapere a Drusiano di essere disposta a cedergli il comando seriuscirà a liberarla da un gigante importuno.Drusiano passa la notte nel castello della regina e la mattinadopo manda la sua gente alla ricerca del gigante. Lo troverannomentre sta ancora dormendo su un ponte, che svegliandosi faràcrollare.Il gigante annega cadendo nel fiume.Informato dell’accaduto, Drusiano deciderà di completare laconquista dell’Oriente dirigendosi verso il regno dellagigantessa Soadria.

CANTO QUINDICESIMOUn certo Ricardo di Maganza, intanto, venuto a conoscenzadell’imminente ritorno di Drusiano dal Levante, e temendo unasua possibile vendetta nei confronti dei Maganzesi, si riuniscein consiglio con settanta conti, i quali decidono di recarsi benarmati a Parigi dal re, sperando che quest’ultimo, amico diDrusiano, riesca a convincerlo a perdonarli. E infatti cosìaccadrà, anche se in cambio dovranno cedere le chiavi delle lorocittà.Drusiano può finalmente tornare a Roma dove viene incoronatoimperatore.Nel frattempo Ricardo ha escogitato un piano per tradire ipaladini. Una mattina, infatti, mentre Drusiano è in consigliocon trenta re, Ricardo riesce a far crollare il palazzo,distruggendo le colonne che lo sorreggono.Quando Polisena, Liombordo, Terise e Verochiere ritornano dacaccia, scoprono l’accaduto.Ricardo sarà ucciso da Verochiere, mentre Polisena muore vedendoil cadavere di Drusiano, che verrà sepolto a Parigi, nellachiesa di San Dionigi.

11

La tradizione del cantare

Tradizione manoscritta

Drusiano dal Leone, Landau finaly 212, XV secolo (Firenze,Biblioteca Nazionale Centrale).

Tradizione a stampa

Qui di seguito si segnalano le edizioni a stampa del cantareconservate1:

Drusian dal Lion, el qual tratta de le bataglie da poi la morte di paladini & de molte& infinite battaglie scrivando d’amor et di molte cose bellissime, Venezia, perIo. Baptista Sessa, 1504 (Gorizia, Biblioteca del Seminarioteologico centrale).

Incomencia il libro de Drusiano dal Lion. Et tratta in questo primo canto comeGallerano & Organtino pagani poseno lasedio a Roma & a Parise da poi la morte dipaladini & come Polisena da la zoioisa guarda andò per soccorso al reame dellastella, Milano, per Gotardo da Ponto, ad instantia de domino Jo.

1 Le edizioni italiane del XVI secolo. Censimento nazionale, Roma, Istituto Centrale per ilCatalogo Unico, 1985-. (http://edit16.iccu.sbn.it).

12

Jacobo et fratello da Legnano, 1516 (Milano, BibliotecaNazionale Braidense, Rari Castiglioni 48).

Incomincia il libro de Drusian dal Leone & tratta in questo primo canto comeGallerano & Organtino poseno lasedio a Roma & a Parise da poi la morte dipaladini. Et come Polisena dala zoiosa guarda ando per soccorso al reame delastella & c., Venezia, per Melchior Sessa e Piero Ravani compagni,1516 (Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, 7 M VI75).

Drusian dal Leone, el qual tratta le battaglie da poi la morte di Paladini. Et de molte& infinite battaglie scrivendo di amore & di molte cose bellissime. Novamenteristampato, Milano, per Valerio e Hieronimo fratelli da Meda,1550 (Milano, Biblioteca Trivulziana, Triv. G2369).

Drusian dal Leone, el quale tratta delle battaglie dapoi la morte di paladini. Et demolte & infinite battaglie scrivendo di amore, & di molte cose bellissime,Venezia, per Bartholameo detto l’Imperatore e Francesco suogenero, 1555 (Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, RariCastiglioni 49).

Drusian dal Leone nel quale si tratta delle battaglie dopo la morte de’paladini.Nuovamente ristampato con le dichiarazioni alli suoi canti, et ornato di variefigure, Venezia, appresso Santo Guerrino, [1550-1559]2 (Milano,Biblioteca Trivulziana, Triv. L39).

Drusiano dal Leon el quale tratta de le battaglie dopo la morte de paladini.Novamente con le sue dichiarazioni. Stampato, & corretto, Venezia, perAlessandro de Viano, 1562 (Bologna, Biblioteca comunaledell’Archiginnasio, 8 R V20).

Drusian dal Leone nello qual si tratta delle battaglie doppo la morte de li paladini.Novamente con sue dechiarationi stampato, & corretto, Venezia, perVincenzo de Viano, 1576 (Fermo, Biblioteca comunale).

Drusian dal Leone nel quale si tratta delle battaglie dopo la morte de’ paladini. Dinuovo con le sue dichiarazioni, & figure stampato, & ricorretto, Venezia,appresso Domenico Imberti, 1600 (Palermo, Biblioteca centraledella Regione siciliana Alberto Bombace, 11 5 A 4).

Il Drusian dal Leone, nel quale si tratta delle battaglie dopo la morte de’paladini. Dinuovo con le sue dichiarazioni, e ricorretto, Venezia, per Antonio

2 La data risulta incompleta nella stampa, ovvero vengono riportati solo inumeri 155. Evidentemente la stampa va collocata nel decennio 1550-1559.

13

Remondini, con licenza de’ superiori, [1650-1725]3 (Milano,Biblioteca Nazionale Braidense, Rari Castiglioni 50).

Edizioni a stampa irreperibili4:

Drusiano dal Leone el quale tracta dele battaglie dapoi la morte di paladini. Et demolte & infinite bataglie scrivendo damore, & di molte cose bellissime, Venezia,1513.

Drusian dal Lion el qualtracta dele bataglie dapoi la morte di Paladini et de molteet infinite bataglie scrivando damore…, Milano, per Rocho et fratelloda Valle dicti li Ruspini, ad instantia de miser Nicolo daGorgonzola, 1521.

Drusiano dal Leone, Venezia, per Alessandro di Vian, 1553.

Drusiano dal Leone, Milano, appresso Valerio da Meda, 1575.

3 La stampa non è datata. Sapendo che l’editore Antonio Remondini fu attivodal 1650 al 1725, l’edizione viene fatta risalire a tale periodo. 4 GAETANO MELZI - PAOLO TOSI, Bibliografia dei romanzi di cavalleria in versi e in prosa italiani, operapubblicata nel 1820 da G. Melzi rifatta nella edizione del 1838 da P. A. Tosi ed ora dal medesimoriformata ed ampliata con appendice di varietà bibliografiche, Milano, G. Daelli e C.Editori, 1865.In questa bibliografia viene segnalato che vi sono ristampe di Venezia,Vincenzo Viano, 1576, in 8. Ivi, Pietro donato, 1580, in 8. - Ivi, 1587,1604, 1616, 1620 sempre in 8. - Verona, Merlo, 1627. Venezia, Miloco, 1669.Ivi, Conzatti, 1670 e Bassano, Remondini, senz’anno, tutte in 8.

14

Relativamente alla storia della tradizione di questo testo, èimportante la lettera del 28 agosto 1491, nella quale Isabellad’Este chiede a Francesco Donati di avere un libro intitolatoDrusiano dal leone5 :

Francesco, haveremo charo che subito ce vogliati mandare quellovostro libro che se chiama Drusiano de lione, perché desideramovederlo. L’è adesso venuto lì uno cavallaro nostro da magisteroZacharia: potereti mandarlo per lui. Et quando fusse partito,richiedetene uno a Rainaldo di Fanti, sotto fede de questanostra, perché sapemo ve lo darà, et aviaticelo incontinente collibro, che non ce poteresti fare magiore piacere. Offerendone ali piaceri vostri. Ex palatio nostro Portus, 28 Augusti 14916.

Nella lettera di risposta, datata 31 agosto, Francesco Donatispiega a Isabella di avere smarrito il libro in questione:

Illustrissima patrona. Per una vostra io ‹ho› visto el grandeapiacere averia Quella avere uno mio libro dito Drusiano dalLione, el quale me ha dato e dà tanta pasione che Dio el sa, peraverlo smarito non so a che modo; ma l’arò prestato a qualchedunoe non me l’aricordo. Ma non finirò de pensare tanto che loatrovarò, e trovato che l’abia, subito lo mandarò. E quando nonavesse meso, montaria mi a cavalo e portarolo. Apreso recordo aVostra Signoria li vole che ho abuti li quinterni de loInnamoramento de Horlando, zioè quelo che ha fato el chonte MatieMaria Boiardo. E se Vostra Signoria li vole, schrieve al signoredon Alphonse, che chredo li mandarà. E se Voi non aviti elvecchio, avisitime: Ve mandarò el mio. Prego Vostra signoria meperdoni, ma se dovesse andare da Ciarlo Sosena che mel faziatrovare per via del spirito, l’haverò.Me recomando per mile volte a Vostra Signoria. Data in Ferara, adì 31 agosto 1491. El fedelissimo servidore de Quella, Francescode Donato7.

Dunque il Drusiano dal leone circolava già nel 1491 non sappiamo semanoscritto o a stampa. Il dato è comunque rilevante perchéanticipa in modo consistente la collocazione cronologica deltesto rispetto alla prima stampa a noi nota.

5 ANTONIA TISSONI BENVENUTI, Il mondo cavalleresco e la corte estense, in I libri di OrlandoInnamorato, Modena, Pagnini, 1987 (pp. 23-24).6 ASMn, AG 2991, f.36v.7 Le due lettere del Donati in CATALANO 1931, pp. 286 e 297.

15

Il testo trascritto nel presente lavoro deriva dall’edizionedel 15508, conservata oggi alla Biblioteca Trivulziana: la stampa non presentacaratteristiche di particolare pregio, le ottave sono distribuite su due colonne e le pagine contengonomediamente 12 ottave. Il testo presenta errori evidenti che nell’edizione del 1516 non compaiono. Èdi formato 20x15.

Nell’ultima pagina è presente la marca tipografica: un alberofrondoso piantato su piedistallo e sostenuto da mano uscente danube; motto: ‘Mith zaiht’.

I rapporti con la tradizione cavalleresca

All’inizio del canto quarto viene spiegato il motivo per cui ilprotagonista del cantare, Drusiano, presentatoci nel primo cantocome il figlio minore di re Brazzaleante e discendente dellastirpe di Chiaramonte, ad un certo punto diventa noto comeDrusiano dal leone:

Io vi lascia’ ne l’altro cantare9

8 Ho visualizzato, anche se non me ne sono servita per un puntuale confronto,anche le seguenti edizioni:

l’edizione milanese di Gotardo da Ponto presenta una legatura in cuoio confregio impresso a freddo e cornice impressa in oro. Le ottave sonoriportate su due colonne e vi sono mediamente nove ottave per pagina. Ilformato è 15x10,5;

l’edizione veneziana di Bartholameo detto l’Imperatore presenta unalegatura in cuoio rosso e piatti con fregi impressi a freddo e corniciimpresse in oro. Il frontespizio è stampato in rosso e in nero e vi è unavignetta xilografica. Il testo è riportato su due colonne e mediamente visono dieci ottave per pagina. il formato è 16x10,5;

la stampa veneziana di Jo. Jacobo et fratello da Legnano non presentaaspetti di pregio. Il testo è disposto su due colonne, e ogni paginariporta mediamente dieci ottave. Il formato è 15x10,5. L’ultima paginacontenente le ultime due ottave è pressoché illeggibile;

la stampa veneziana del Remondini presenta una legatura in mezza pelleverde, carta decorata, e un frontespizio in cornice tipografica convignetta xilografica. Il testo è su due colonne e vi sono circa dieciottave per pagina. Il formato è 16x12.

9Per la trascrizione dei passi di Drusiano dal leone qui e in seguito sonointervenuta a separare le parole secondo l’uso moderno, a regolarizzare lemaiuscole e le minuscole, a modernizzare l’interpunzione e l’accentazione, adistinguere la u dalla v, a sciogliere le abbreviazioni, a mantenere l’hetimologica e pseudo-etimologica, a distinguere e’ (egli o essi) da earticolo, a mantenere la forma della congiunzione et e -ti- davanti a vocale. Hosegnalato inoltre le ipermetrie e le ipometrie rispettivamente con il segno +e - a fianco dei versi.

16

come el re Brazaleante era partitoda quella fada, e come e’ fe’ pigliarea Spinabella Bernardo per marito;come cavalcando hebbe a trovarequei giganti ognun morto e fino.Poi vi disse de Drusian quel vago, -come il gionse ad un castel presso un lago

per riposarsi. El franco Drusiano verso il castel col bailo cavalcava,e cavalcando quel guerrier sopranoun fortunoso tempo se levava;del piover allagava monte e pianocon gran tuoni e baleni si intonavae era in quella parte tal furore che l’uno ne l’altro si vedea scurore.

In questo lago stava un serpenteche longo tempo v’era nutricato,quando ha fame lasciava fieramente; +uscìa del lago e veniva nel prato a pasturar quel drago mordente,di foco e di veleno era infiammato.E Drusian da Sismondo era smarrito,un gran rumor hebbeno sentito. Così nel bosco d’intorno guardandofuggendo vide un gran leon venire. -Il fiero drago el venìa seguitandoper pigliarlo e farlo morire; -vedendo Drusian Iddio chiamando:«Deh non me abbandonare, o iusto Sire».Così dicendo el leone arrivava,sotto el destrier correndo seguitava.

El fier dracone con la bocca apertagittò fuoco vampo e gran veleno,e Drusiano con la faccia espertael maledisse quel donzel sereno,signolo vedendo che facia offerta.Signato el drago cade sul terreno,soffiando batte l’ale, a terra vola,ma Drusiano el ferì entro la gola. Così la sua lanza quel drago feriae quel leon allhora se lanzava sopra quel drago: ne l’ala el percotia, +con la sua branca un pezzo ne levava,

17

e morto cade el drago in su la via;e Drusiano Christo ringratiava,ma quel leon un salto hebbe pigliato,sopra la groppa del cavalo è saltato. +

Morto el serpente l’aere rischiaravae quel leone, per festa mugiando,con le branche el donzello abracciava:basare el volea, la coda menando.E Drusiano intorno si miravae per lo bailo andava riguardando, e riguardando nol vede in niun lato,pensoe che ’l drago l’havesse divorato. + Poi dismontava a terra del destriere,tagliò la testa a quel sozzo serpente.Poi a cavallo montò quel guerrieree quella testa ataccò amantinentea l’arzon del cavallo senza pensiere.E del suo bailo si chiamò dolente,poi verso quel castello cavalcava,e quel leone dritto el seguitava. ( IV, 1-8 )

Nel canto quinto Drusiano, accompagnato dal leone, dopo averliberato il castello di Olivieri dall’assedio dell’almansore, sidirige verso Roma per affrontare Organtino. Prima dellabattaglia però Drusiano lega il leone per evitare che muoia incombattimento:

Dicendo: «Mostra valore e gagliardiasì come fece quel che la portava».El conte Orlando: «Sopra la Paganiadimostra tua forza -li parlava-e abassarai l’oltrazo e vilania».Drusiano allhor le schiere ordinava,ligò il leon perché non fusse morto,a sua gente parlò con gran conforto. (

V, 22 )

Dopo che Drusiano è riuscito a sconfiggere Organtino, i cristiani sbaragliano i nemici pagani senza difficoltà. Il leonenel frattempo, preoccupato per la sorte di Drusiano, cerca di slegarsi.

18

Quando finalmente la catena si spezza, il leone corre in campo esi rallegra nel vedere che Drusiano è salvo e che i pagani sono sconfitti:

Già era tutto il campo sbaratato,fugiva chi poteva per scampare.L’insegna de’ pagani era abassato.In questa el fier leon hebbe arivare,che la cathena per forza hebbe spezzato +e per lo campo tanto hebbe a cercare +che Drusian trovò con molta festa che li pagani amazza con tempesta. ( V, 35 )

Il leone però andrà in contro alla morte nel canto ottavo, doveinfatti vediamo Drusiano, il leone e Terise, un tempo scudierodi Orlando, in cammino verso la conquista di un castello doratosorvegliato da un Minotauro. Era stato il maganzese conted’Altafoglia a convincere Drusiano ad intraprendere questaavventura, nella speranza che non ne tornasse vivo.

Hora ritorno al franco damiselloche con Terise cavalca fortemente +per un diverso bosco, brutto e fello.Passando valle e coste, gran corrente,ripe, montagne, rive e grossi giazzi,tre giorni cavalcòn con tal impazzi,

non trovando vilagi né hostariaaltro che gran boschi e lochi diserti.Le sopraveste rimasen per viastrazati da quelli boschi aspri e erti.Essendo fra due alpe, vi appariadui gran grifoni con li ungioni aperti.E ferocemente l’un prese Terise,lui el cavallo portò in su le pendise.

Di sopra l’alpe el portò quel griffone,poi con li ongione tutto lo squartava +e dègli morte, e così al ronzone.L’altro griffone con furia volavae con le ungie prese quel leone.Dégli morte e tutto lo stracciava,e mentre ch’el griffone a quello abada, +Drusian presto cavò fuor la spada.

19

E quel griffon ferì fra ’l busto el collo,e morto cadde tosto sul terreno.L’altro griffon che stava sopra un collo,che de Terise se havea el corpo pieno, +el suo cavallo guardando, lassollomezzo mangiato e volò con gran lenode cima l’alpe calandosi al pianoper dar la morte al franco Drusiano.

Ma Drusiano, che ’l vedea venire,discese del cavallo sotto un pino,e quel griffone non potea ferire.Percosse quel cavallo un pocotino,non li fe’ male niente né mattire,però ch’era affadato a tal latino,ma contra quel griffone se voltonecon calci morsi e non cura d’ongione.

Ma Drusian, c’havea la lanza in mano,presto la corla sopra quel griffone.E dégli nel petto e conficolo al piano, +con calci percotea el suo ronzone.Sentendo el colpo, quel griffon sopranomorto cade su lo sabione. -Ma Drusiano Christo ringratiava,e una delle granfe li tagliava.

Et attacola da lato all’arzone,e a quell’altro un altro ne tagliava:ambedue le dritte lui piglione.E fortemente fra sé lamentava,piangendo Terise, quel gentil barone.Vedea el leon che in terra morto stava.Chiamò Terise allora piangendo forte: «Ahimè che me dicesti che haresti morte!» +

Poi el sotteroe e così sbudellato,lamentandosi dica quel campione:«Dove ti lasso compagno mio presiato?» +Montò a cavallo quel magno barone,e col cavallo si sera lamentato,dicendo: «Caval mio morto, e il lionemorto, e Terise, la fidel compagnia! Io mi moro di fame in questa via».

( VIII, 13 3-8, 14-20 )

20

Drusiano continuerà a vagare per quella valle disperato e incerca di cibo, fino a quando si scontrerà con un gigante e dopoaverlo ucciso si sfamerà col cervo catturato dal gigante.E proseguirà così il suo viaggio verso il castello dorato.

All’inizio del quarto cantare del Morgante10 ritroviamo un episodio analogo a quello nel canto quarto del Drusiano dal leone. Rinaldo, Ulivieri e Dodone si congedano dall’abate di Chiaramonte, per proseguire il loro viaggio alla ricerca di Orlando.

Rinaldo si partì da Chiaramonte,ed Ulivieri e Dodon, sospirando;va cavalcando per piano e per monte,per la gran voglia di vedere Orlando:«Quando sarà quel dì, famoso conte,»dicea fra sé, «ch’io ti rivegga, quando?Non mi dorrà per certo poi la morte,s’io ti ritruovo e riconduco in corte». Era dinanzi Rinaldo a cavallo,ed Ulivier lo seguiva e Dodone,per un oscuro bosco, senza fallo,dove si scuopre un feroce dragone,coperto di stran cuoio verde e giallo,che combatteva con un gran lïone.Rinaldo al lume della luna il vede,ma che quel fussi drago ancor non crede.

Ed Ulivier più volte avea detto,sì come avvien chi cavalca di notte:Io veggo un fuoco appiè di quel poggetto:gente debbe abitar per queste grotte.Egli era quel serpente maledetto,che getta fiamma per bocca ta’ dotte,ch’una fornace pareva in calore,e tutto il bosco copria di splendore.

E il lïon par che con lui s’accapigli,e colle branche e co’ denti lo roda,ed or pel collo, or nel petto lo pigli;e ’l drago avvolta gli avea la coda,e presol colla bocca e cogli artigli,per modo tal che da lui non si snoda;e non pareva al lïone anco giuoco,

10 Qui e in seguito faccio riferimento all’edizione del Morgante di LUIGI PULCI a cura di Franca Ageno, Milano-Napoli, Ricciardi, 1955.

21

quando per bocca e’ vomitava fuoco.

Baiardo cominciò forte annitrire,come e’ conobbe il serpente da presso;Vegliantin d’Ulivier volea fuggire,quel di Dodon si volge addrieto spesso,ché ’l fiato del dragon si fa sentire.Ma pur Rinaldo innanzi si fu messo,e increbbegli di quel lïon, che perdea poco a poco, e rimaneva al verde.

E terminò di dargli alfin soccorso, e che non fussi dal serpente morto:Baiardo sprona e tempera col morso,tanto che presso a quel drago l’ha porto,che si studiava co’ graffi e col morso,tal che condotto ha il lïone a mal porto;ma invocò prima l’aiuto di sopra, che cominciassi sì terribile opra.

Ed adorando, sentiva una voceche gli dicea: Non temer, baron dotto,del gran serpente rigido e feroce:tosto sarà per tua mano al disotto.Disse Rinaldo: O signor mio, che in crocemoristi, io ti ringrazio di tal motto;e trasse con Frusberta a quel dragone,e mancò poco e’ non détte al lïone.

Parve il lïon di ciò fussi indovino,e quanto può dal serpente si spicca, veggendosi in aiuto il paladino.Frusberta addosso al dragon non s’appicca,perché il dosso era più che d’acciaio fino;trasse di punta, e ’l brando non si ficca,che solea pur forar corazze e maglie:sì dure aveva il serpente le scaglie.

Disse Rinaldo: «E’ fia di Satanassoil cuoio che ’l serpente porta addosso,poi che di punta col brando nol passo,e che col taglio levar non ne posso»;e lascia pur la spada andare in basso,credendo a questo tagliare alfin l’osso:Frusberta balza e faceva faville;così de’ colpi gli diè forse mille.

E quel lïon lo teneva pur fermo,

22

quasi dicessi: «S’io lo tengo saldo,non arà sempre a ogni colpo schermo».Ma poi che molto ha bussato Rinaldo,e cognoscea che questo crudel vermol’offendea troppo col fiato e col caldo,se gli accostava, e prese un tratto il collo,e spiccò il capo, che parve d’un pollo.

Fuggito s’era Ulivieri e Dodone,che i loro destrier non poteron tenere.Come e’ fu morto quel fiero dragone,balzato il capo, e caduto a giacere,verso Rinaldo ne venne il lïone e cominciava a leccare il destiere:parea che render gli volessi grazia;di far festa a Rinaldo non si sazia.

Ed avvïossi con esso alla briglia.Rinaldo disse: Virgin grazïosa,poi che mostrata m’ hai tal maraviglia,ancor ti priego, Regina pietosa,che mi dimostri onde la via si piglia,per questa selva così paürosa,di ritrovare Ulivieri e Dodone,o tu mi fa fare scorta al lïone.

Parve che questo il lïone intendessie cominciava innanzi a caminare,come se: «Dietro mi verrai» dicessi.Rinaldo si lasciava a lui guidare,ché i boschi v’eran sì folti e sì spessi,che fatica era il sentiero osservare;ma quel lïone appunto sa i sentieri, e ritrovò Dodone ed Ulivieri. ( IV,

6-18 )

D’ora in poi il leone, in segno di riconoscenza, accompagnerà eguiderà i paladini nelle loro avventure. Ritroveremo il leonenel canto sesto, quando Rinaldo sarà sfidato da Orlando che nonlo ha riconosciuto:

Rinaldo irato a Orlando dicìa:«Io ti farò, cavalier, villania.

Aspettami, se vuoi, tanto ch’io vadaa qualche cosa a legar quel lïone,poi proverremo e la lancia e la spadaper quel c’ha fatto il gigante ghiottone».

23

Rispose Orlando: «Fa come t’aggrada:o lancia o spada, a cavallo o pedone».Rinaldo smonta e la bestia legava,poi verso Orlando in tal modo parlava: «Non potrai nulla del lïon più dire.Oltre, provianci colle lance in mano:

( VI, 39 7-8, 40, 41 1-2 )

Ha inizio dunque il combattimento, che viene però interrotto improvvisamente:

Ma Cristo volle un miracol mostrare,acciò che ignun di lor non abbi errato;e perché de’ suoi amici si ricorda,il fer lïone spezzava la corda.

Venne a Rinaldo, ed Orlando dicìa:«Per Dio, baron, di te mi maraviglio:questa mi par da chiamar villania.Ma questa volta non hai buon consiglio,ché a te e lui caverò la pazzia».Rinaldo indrieto volgea presto il ciglio:vide il lïone e funne mal contento,e cominciò questo ragionamento:

«Aspetta, cavalier, tanto ch’io possiquesto lïon rimenar alla terra.La mia intenzion non fu, quand’io mi mossi,di venir qui col lïone a far guerra».Rispose Orlando: «Qual cagion si fossinon so, ma infine è l’errato chi erra:s’io ti volessi guastare il lïone,guarda battaglio che ha quel compagnone».

Disse Rinaldo: «Noi farem ritorno,tu al tuo re, ed io nella cittade;e domattina, come scocca il giorno,ritornerò per la mia lealtade,e chiamerotti, com’io fe’, col corno,e proverremo chi arà più bontade:questo di grazia, baron, ti domando»;tanto che fu contento il conte Orlando.

24

E torna con Morgante al padiglionee per la via si doleva con quello,e dice: «Maladetto sia il lïone!S’avessi Vegliantin come ho Rondello,partito non saria questo barone;o segnato l’arei del mio suggello,s’avessi la mia spada Durlindana»;e duolsi assai ch’egli aveva Cortana.

( VI, 45 5-8, 46-49 )

In questo caso dunque il leone riesce miracolosamente a spezzarela corda e a intervenire per porre fine al duello tra Rinaldo eOrlando.Rossella Bessi11 prende in esame questi passi del Morgante,rifacendosi e tenendo in considerazione una precedente analisirelativa a questi episodi condotta da Paolo Orvieto12. La Bessi giunge, in accordo con Orvieto, a sostenerel’opportunità di una lettura simbolica della figura del leone.Orvieto infatti invita a soffermarsi sul “sovrasensotradizionale del leone come immagine di Cristo o dei suoimessi”. Del resto sono molti i luoghi della tradizione cavalleresca doveduelli impossibili si risolvono o si interrompono grazie adinterventi di natura quasi divina, come il duello tra Orlando eUlivieri in merito ad Aldabella narrato nel capitolo CLVI delIII libro dell’Aspramonte13 di Andrea da Barberino, interrotto da“uno sprendore e una mano che prese quella spada in aria eparlò: «Non fare, Orlando, ché a Dio non piace, ma rafrena latua ira; e tu, Ulivieri, per comandamento di Dio gli dà la tuasorella per moglie, e fate pace insieme sì che acquistiate ilcamino di Sa’ Jacopo». Sentite queste parole, ongnuno di lorogittò la spada in terra, e smontorno da cavallo, e abraccioronsicon grande tenerezza, e giurarono il parentado col santoacquisto; e ongnuno tornò per la sua spada, e cavoronsi gli elmidi testa”.

11 ROSSELLA BESSI, Santi, leoni e draghi nel Morgante di Luigi Pulci, «Interpres», 12, 1992, pp.57-96.

12 PAOLO ORVIETO, Pulci medievale. Studi sulla poesia volgare fiorentina del Quattrocento, Roma,Salerno Editrice, 1978.13 ANDREA DA BARBERINO, L’Aspramonte, romanzo cavalleresco inedito, edizione critica conglossario a cura di M. Boni, Bologna, Antiquaria Palmaverde, 1951, p.294.

25

Nei Cantari di Rinaldo14 un combattimento tra Orlando e Rinaldo vieneinterrotto da un’improvvisa coltre di nebbia, mentre nei Cantaridel Danese il duello tra Grifone e Aquilante è interrottodall’orsa protettrice di quest’ultimo.Nel canto LIII del II libro dei Reali di Francia ritroviamo di nuovo,come nel Morgante, la figura del leone. In questo caso il leoneinterviene per arrestare i due fratelli Ottaviano del Leone eGisberto dal Fier Visaggio mentre combattono. Si tratta dellostesso leone che ha protetto Ottaviano e la madre Drusolina perdiciotto anni:

E l’altra mattina tornarono alla battaglia con migliori scudi; erotte le lance, el lione fece tre mugghi. Balante disse: «Questolione significa gran misterio. Balain ci aiuti!» […] Ottavianodiceva: «Tu adorerai lo Dio di mia madre, ch’egli è sì buonoiddio, ch’egli m’aiuta quando lo chiamo». E Gisberto diceva: «Tuadorerai Jesù Cristo, che volle morire per noi in sulla croce». E’l lione a ogni assalto mugghiava. Lo re Balante domandò suoiindovini che significava il mugghiare del lione d’Ottaviano. Unodisse: «La nostra parte o la loro rinnegherà suo Iddio». […]Drusolina disarmò Ottaviano; Fioravante e Riccieri disarmaronoGisberto, e ’l lione faceva non meno festa a Gisberto che aOttaviano. In questo giunse Balante, e domandò se Gisberto eraprigione, e maravigliavasi ch’el lione faceva festa a ognuno.Quando si puosono a cena, molti dell’oste dicevano l’unoall’altro: «Pe’ nostri iddei, che questi due campioni paionofratelli e figliuoli del lione e di Rosana!» E la mattinas’armarono, e feciono patto che ’l re Balante e la reina, mogliedi Balante, e la madre d’Ottaviano e ’l lione e Fioravante eRiccieri fossono a buona guardia a vedere la battaglia; e così diconcordia furono in sul campo. Ottaviano e Gisberto presono delcampo, e rupponsi le lance a dosso.Allora il lione mugghiò sì forte, che a fatica si poteronoritenere gli spaventati cavalli; e fatto tre mugghi e raffrenatie’ cavalli, e’ due fratelli, tratte le spade, accesi di grandeardire, si tornarono per ferire in mezzo de’ sopra detti signorie di diecimila armati. E come s’appressorono, el lione entrò inmezzo di loro due e aperse le braccia, ed era maggiore che fu unogrande giogante, e parlò con grande boce: «Non vi ferite più:udite le mie parole. Sappiate che voi siete fratelli e figliuolidi Fioravante e di Drusolina; e io sono santo Marco, che hoguardata questa donna anni diciotto». E subito sparì via, elasciò uno grande splendore15.

14 I Cantari di Rinaldo da Monte Albano, edizione critica con introduzione e glossarioa cura di E. Melli, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1973. 15 ANDREA DA BARBERINO, I Reali di Francia, a cura di G. Randelli e G. Gambarin, Bari,Laterza, 1947, II, LII, pp. 241-242.

26

La Bessi giunge a sostenere come la figura del leone del Morgantevada considerata come un “duce divino inviato dalla VergineMaria: un duce divino che guida Rinaldo e i compagni fino alricongiungimento con Orlando, impedendo il duello tra i due escomparendo improvvisamente non appena Rinaldo, Dodone,Ulivieri, Orlando e Morgante, finalmente ricongiunti, siaccomiatano da re Caradoro e da Meridiana”16:

Pur finalmente toccò lor la mano,e quanto può di nuovo a lor s’è offerto.Via se ne vanno per paese strano;e come e’ furno entrati in un deserto,subitamente quel lïon silvanoda lor fu disparito, e questo è certo,e volse a tutti in un punto le spallee fuggì via per una oscura valle.

Disse Rinaldo: «Caro cugin mio,vedi il lion come è da noi sparito!Questo miracol ci dimostra Iddio:non è sanza cagion così fuggito;ma quel Signor ch’è in ciel, verace e pio,a qualche fine buon l’ha consentito».Rispose orlando: «Se ’l tuo dir ben noto,molto se’ fatto, al mio parer, divoto.

Lascialo andar con la buona ventura,che ’l suo partir più che ’l venir m’è caro,ché molte volte m’ha fatto paura».

( IX 14-16 1-3 )

Nel cantare decimo riappare di nuovo il leone a fermare Orlandoe Rinaldo che si sfidano a causa di una beffa da parte diMalagigi. In seguito a ciò re Erminione, cognato di Mambrino,decide di battezzarsi:

Ma quello Iddio che regge il mondo e’ cielimostrò ch’ Egli è di giustizia la fonte

16ROSSELLA BESSI, Santi, leoni, draghi nel Morgante di LuigiPulci, «Interpres», 12, 1992, pp. 69-70.

27

e quanto Egli ama i suoi servi fedeli:mentre che Vegliantin va inverso il conte,par che in un tratto se gli arricci i peli,e volse indrieto a Rinaldo la frontecome se ’l suo signor riconoscessie d’andar contra a lui si ritenessi.

Gridò Rinaldo: «Che diavolo è questo?Vòltati indrieto! Che fai tu, rozzone?»Orlando gittò via la lancia presto.In questo apparve alla riva un lïone,il qual poi ch’ognun vide manifesto,ebbe di questo fatto ammirazione;il fer lione a Orlando n’andòe ed una zampa in alto sú levòe;

nella quale era una lettera scritta,che Malagigi a Orlando mandava.Orlando la pigliò colla man dritta,e come e’ l’ebbe letta, sogghignava.Rinaldo colla mente irata e afflittadi Vegliantin di sùbito smontava;vide il lïon, che gli pareva strano,e come Orlando il brieve aveva in mano:

maravigliato inverso lui venìa.Orlando a dir gli cominciò discostocome Malagigi ingannati gli avia,e tutto il fatto gli contava tosto:e poco men che per la lor follianon avea l’un di lor pagato il costo.Quando Rinaldo la lettera intende,tosto il cavallo e ’l brando al conte rende;

e ringraziò l’etterno e giusto Iddioch’avea questo miracol lor mostrato;e disse: «Or mi perdona, cugin mio,e Carlo e gli altri, ch’io ho troppo errato.Ma Gesù Cristo nostro, umile e pio,veggo ch’al fin m’ha pur alluminato!».E riguardando ove il lione era ito,non lo riveggon, ch’egli era sparito.

( X, 111-115 )

28

Paolo Orvieto rimanda inoltre a ulteriori episodi analoghipresenti nel Bestiaro toscano, nell’Ugone di Alvernia e nell’ Yvain ou lechevalier au lion.Nell’ Yvain di Chrètien de Troyes infatti il destino delprotagonista, Yvain, è quello di essere accompagnato da forzesoprannaturali: incontrerà un leone e ne farà il suo fedelecompagno e amico, diventando il Cavaliere del Leone. Mentre staattraversando una foresta, Yvain si imbatte in un leone chelotta con un serpente. Quest’ultimo sembra avere la meglio maYvain decide di intervenire a favore del leone (la beste gentil etfranche, v. 3371). In segno di gratitudine il leone si inchinadavanti al cavaliere, gli fa festa e d’ora in avanti lo seguirà,proteggendolo, in tutte le sue avventure:

Messer Ivano procede pensoso attraverso una foresta profondafinché, in mezzo al folto, ode levarsi un grido di dolore. Subitosi dirige da quella parte, là dove ha udito il richiamo, e quandovi è giunto vede, in una radura, un leone tenuto per la coda daun serpente, che gli bruciava le reni con la sua fiamma ardente.Messer Ivano non si attarda a rimirare quel prodigio, ma subitoriflette tra sé a quale dei due animali vorrà prestare soccorso.Decide che si terrà dalla parte del leone, ché alle creaturevelenose e fellone si deve solo far del male; e il serpente èinvero tanto velenoso e pieno di fellonia che dalla sua boccascaturisce il fuoco. Perciò messer Ivano pensa che lo uccideràper primo. Trae la spada e si fa innanzi, lo scudo davanti alviso perché la fiamma che la bestia vomitava dalla gola, e cheera più larga di una olla, non gli rechi danno. Se poi il leonelo attaccherà, non gli mancherà certo la battaglia. Ma, qualsiasicosa accadrà in seguito, ora egli lo soccorrerà, ché la pietà gliingiunge e lo esorta a recare aiuto e soccorso a quell’animalenobile e leale.Con la spada ben tagliente si slancia contro il serpentetraditore e lo spacca in due fino ad arrivare a terra; poi faaltri tronconi delle due metà, e taglia e ritaglia, e gli assestatali colpi che lo spezza e lo sminuzza tutto quanto. Ma deve puretrinciare un pezzo della coda del leone, perché la bocca delserpente malvagio lo teneva in quel punto: così ne ha tagliatoquanto doveva, ma meno che ha potuto.Credeva che il leone, ormai libero, l’avrebbe attaccato e che glisarebbe toccato affrontarlo. Ma la fiera non vi pensò affatto.Ascoltate dunque ciò che fece, in qual modo nobile e cortese sicomportò, come cominciò a palesare la propria sottomissione:protese le zampe unite verso Ivano, inclinò la testa verso terra,si drizzò sulle zampe posteriori e poi si inginocchiò in segno diumiltà, mentre le lacrime bagnavano tutto il muso. In veritàmesser Ivano sa che il leone lo ringrazia e che si inchina

29

davanti a lui perché, uccidendo il serpente, egli l’ha liberatodalla morte. Tale avventura gli è molto gradita!Asciuga la spada macchiata del veleno e della lordura delserpente; poi la ripone nel fodero e riprende il cammino. Ma illeone gli si pone allato: d’ora innanzi non lo abbandonerà più, elo accompagnerà in ogni momento, ché vuole proteggerlo eservirlo17.

In realtà il motivo del “compagnonaggio del leone” risaleall’Owein e Lunet, derivante con molta probabilità da una fontecomune all’Yvain.Heinrich Zimmer sostiene che Yvain scopre nel leone il suototem animale:

Se l’animale interiore è ucciso da una moralità eccessivamenterisoluta, o se viene semplicemente ridotto all’ibernazione da unaperfetta routine sociale, la personalità cosciente non verrà maivivificata dalle forze nascoste che stanno alla sua base esicuramente la sostengono. L’animale interiore chiede di essereaccettato, di avere il permesso di vivere con noi come ilcompagno un po’ bizzarro che spesso ci sconcerta18.

Il cantare si presenta come una continuazione delle vicende allacorte di Carlo Magno dopo la Rotta di Roncisvalle (come recitaanche il titolo: Drusian dal Leone, el qual tratta delle battaglie da poi la mortedi paladini); si apre infatti con l’immagine del re affranto eaddolorato per la morte dei paladini e la volontà di Galleranodi Maganza (personaggio presentatoci qui come nipote di Gano eche comunque ritroviamo anche nel Morgante alla corte diMarsilio, XXV, 27; a Roncisvalle, XXVI, 76; XXVII, 46; ferito daRinaldo, XXVII, 91) di vendicare la morte di Gano, chiedendoaiuto a tal proposito al gigante Organtino, discendente di reMambrino. Entrambi però verranno sconfitti. Poco dopo Carlo muore, gli succede il figlio Ansuise, siriorganizza la corte e si nominano nuovi dodici paladini; primotra tutti Drusiano, protagonista del cantare, figlio diBrazzaleante, discendente della stirpe di Chiaramonte e di Buovod’Antona, che ha contribuito notevolmente, grazie al suostraordinario valore, alla sconfitta di Gallerano e Organtino. Possiamo notare come nel cantare ci sia tutta una serie dipersonaggi discendenti dei protagonisti appartenenti alla

17 CHRÉTIEN DE TROYES, Ivano, traduzione italiana a cura di Gabriella Agrati e MariaLetizia Magini, Milano, Mondadori, 2001, pp. 51-52.18 HEINRICH ZIMMER, Il Cavaliere dal Leone, in Il re e il cadavere, p. 149.

30

tradizione cavalleresca. Oltre a Drusiano, che ho già citato,incontriamo Polisena, figlia del paladino Olivieri, Terise, untempo scudiero di Orlando e che qui accompagnerà Drusiano,Ansuise, amico di Drusiano nonché figlio di Viviano ( a suavolta figlio di Buovo d’Agrismonte, e fratello di Malagise),Lionetto e Verochiere, figli di Galeranza e Ivonetto, e nipotidi Rinaldo.Inoltre le vicende del cantare prendono le mosse da tradimentida parte dei Maganzesi. Dopo il tentativo di vendetta diGallerano, infatti, il conte d’Altafoglia escogiterà senzasuccesso un piano per eliminare Drusiano. Nel canto ottavovediamo Drusiano, spinto dal conte d’Altafoglia, in viaggioverso la conquista di un castello dorato sorvegliato da unMinotauro. Lungo il cammino Drusiano ha modo di incontrare lafiglia della fata che signoreggia sul castello, che gli spiegacome l’anima di Gano di Maganza sia stata imprigionata nel corpodel Minotauro:

Mostra che in vita el traditor de Gano19

sua gran servitio fosse al deatrico,e qual el caza per monte e per piano,venendo a morte Gano, de Dio inimico.Quano lo fece squartar carlo mano, el deatrico aparve a lui come amico.Parve che Gano allora el dimandasseche se l’ha forza allora l’ha mostrasse.

Rispose el detricolo e così disse:«In bocca a Sathanas sei menatoper tradimenti ch’al mondo hai comisse, +da cento demoni e più accompagnato». +Pel servitio recevuto a lui promisse +come gratia per lui harà domandato, +perché del diavol costui è figliuolo,che un gran tempo el trarebbe di duolo.

E par che ’l deatricol gratia avesseche al diavol barbaro da l’infernol’anima di Gano in sua possa desse;e che in questo mondo lui fusse governo, +nel corpo al Minotauro sempre stesse,e state gel debbia in sempiterno.Questo Minotauro a loro fe’ fareDa nui el castel per arte lavorare.

19 Cfr. nota 1 a p. 8.31

( VIII, 44-47 )

Drusiano sconfigge il Minotauro e l’anima di Gano finalmentetorna all’inferno:

Se non fusse che ’l destriere era fatato +morto seria caduto sul terreno.E Drusian le orecchie li havea turato +che niente sentia, poi tirava el frenoal suo cavallo e fusse relevato.Inani più presto che un ballenocade el Minotauro sopra el piano. Fu portata all’inferno l’alma de Gano. +

( IX, 4-7 )

Tuttavia i tradimenti da parte dei Maganzesi non sono terminatiinfatti il cantare si conclude con la morte di Drusiano causatada Ricardo di Maganza:

E cominciata la colona a segare,per modo che non si potea sentirecosì in questo el chiaro giorno aparegiunse Sismondo al suo franco sirea Drusiano s’andoe a presentare in questo modo gli cominciò a dire:«Fa’ tuo conseglio, o alto Imperatore, di’ ciò ch’io vi conterò el tenore».…

Ricardo la colona ha già segato. +

Così al consiglio stando Drusianoe riguardando dentro ne l’anelloche la fada gli de’ che l’havea in mano. +Videlo lachrimar quel giglio bello,e forte piangendo quel re sopranolevò di sedia presto dicendo ello:«Io son tradito», e l’arme dimandando.Così dicendo el palagio cascando.

Segata la colonna di presenteper terra quel palagio ruinava.Morire dentro tutta quella genteche nel consiglio lui s’aritrovava.

32

Morto giaceva Drusian valente. -El dia Ricardo via portava, -e fu sì grande quello fracassareche ciascun l’odi ch’era ito a caciare. (XV,

34, 42, 7-8, 43-44)

33

Drusiano dal leone

Incomincia el libro de Drusiano dal leone, el qual tratta inquesto primo canto come Gallerano e Organtino pagani posenol’assedio a Roma e a Parise, da poi la morte di paladini; e comePolisena da la Gioiosa Guarda andò per soccorso al reame dellaStella.

CANTO PRIMO

1 Benigno Padre, re e Signor beato,doname gratia in questo comenzare,che ben possa seguire in ogni latoe sempre ti harò a ringratiare. Col to bel nome harò seguitato,e con tua madre de nobile affare, +la bella  historia e de magni barone,ma sopra tutti Drusian dal leone.

34

1, 6. e con tua ] e con la tua

1, 1-8. L’ottava di apertura è interamente riservata alla consuetainvocazione a Dio, affinché conceda al poeta di compiere l’operaintrapresa. - 3. in ogni lato : ‘in ogni particolare (del racconto)’.Potrebbe però anche essere una zeppa. - 4. harò a : dovrò. - 5. haròseguitato : forma analitica di futuro. - 6. de nobile affare : ‘di altadignità’. - 7. de magni barone : degli illustri nobili cavalieri.

2 Anchor ricorro a Dio supernoche ne dia gratia poter racontaredopo morì Gano, che andò all’inferno,e dopo morì Orlando d’alto affare,Carlo rimase vecchio per governodel christianesmo, come dovea faresconsolato di paladin la lor morte, +che giorno e notte piange e crida forte.

2, 1-8. In questa ottava l’autore spiega come il suo proposito sia quellodi narrare cosa sia accaduto alla corte di Carlo Magno dopo la morte diGano di Maganza e di Orlando, cioè dopo la rotta di Roncisvalle. Ilcantare si propone dunque di essere una sorta di continuazione dellevicende del ciclo carolingio dopo la morte dei dodici paladini. - 3. dopomorì : dopo che morì. Gano : Gano di Maganza, personaggio del ciclo

35

carolingio della “chanson de geste” che narra la leggendaria e sfortunataimpresa di Carlo Magno per scacciare gli arabi dalla Spagna (778). Iltradimento di Gano porta alla tragica sconfitta di Roncisvalle, dovemoriranno tutti i paladini di Carlo.Nel primo libro dei Reali di Francia di Andrea da Barberino viene spiegato chela casa di Maganza ha origine con il matrimonio tra Sanguigno e Soriana,figlia di Fiorenzo, re di Francia. Nei poemi cavallereschi italiani lacasa di Maganza, a cui Gano apparteneva, è tradizionalmente consideratauna famiglia di traditori: nell’ Inamoramento de Orlando di Boiardo la mortedi Ruggiero per tradimento, inizialmente annunciata in II, I, 4, 8 («chefo ad inganno il gioveneto morto»), sarà profetizzata dal mago Atlante inII, XVI, 35, 7-8 («Tuto ’l ciel te minacia, et io l’assento, / che inguera sarai morto a tradimento») e in II, XXI, 54, 6-8 sarà attribuitaesplicitamente alla Casa di Maganza («Ahi traditrice casa di Maganza! /Ben te sostien il Cielo in tera a torto: / al fin sarà Rugier poi per temorto»). Nel libro III, I, 3, 5-8 viene poi specificato che il traditorein questione sarà proprio Gano («Come Rugier, che fu nel mondo unfiore, / fosse tradito: e Gano di Maganza, / pien de ogni fellonia, piende ogni fiele, / lo occise a torto, il perfido crudiele»). Cfr. ancheAriosto, Orlando furioso, II, 67, 1-4 : «Tra casa di Maganza e di Chiarmonte/ era odio antico e inimicizia intensa; / e più volte s’avean rotta lafronte, / e sparso di lor sangue copia immensa …». andò all’inferno : iltradimento di Gano lo condanna inevitabilmente alla pena eterna. Anche altermine del poema La Spagna, dopo che che nell’ottava 39 si racconta cheGano viene fatto squartare per ordine di Carlo Magno, nell’ottava 40viene espresso il concetto che i traditori vanno incontro necessariamentealla punizione («Piacesse a Dio così punito fusse / chi usa tradimenti,inganni e frodi, / che già Troia la grande si distrusse / per Sinon grecoche tenea tal modi: /donne e fantine a vituper condusse / e morti comecani gli uomin prodi. / Re Tolomeo, Giuda ed il re di Tracia / di cotalearte fer lor mente sazia»). A tal proposito si veda anche CarloDionisotti, Boiardo e altri studi cavallereschi, pp. 37 e 38.- 4. d’alto affare : cfr. ott. 1, 6. Zeppa. - 5. Carlo… christianesmo : Carlodovette governare, benché vecchio, per tutelare la cristianità, senza piùpoter contare sull’aiuto dei dodici paladini. - 7. verso ipermetro.sconsolato di paladin la lor morte : addolorato per la morte dei paladini. - 8.crida : grida.

3 Un nepote de Gan in corte usava,mostrandosi de’ paladin dolente,e spesse volte Carlo visitava sì che in corte egli era il magiorente :Galleran di Maganza si chiamava.Di tradir Carlo pensó con sua gente,e far vendeta  de Gan che fu morto,e farsi re di Franza a cotal porto.

36

4 Vedeva Gallerano veramenteche da Christiani non pò haver corona.Prese consiglio così con sua gente,essendo un giorno andato a Baiona.Essi pensò e di mandar prestamente, e nel Levante, pensando, rasonaa quel possente gigante Organtino,che descendente fu del re Mambrino.

3, 1. usava : frequentava. - 2. Il nipote di Gano, che appartiene alla casatraditrice dei Maganzesi, finge di essere addolorato per la morte deipaladini, per acquistare credito e autorità presso Carlo. - 5. Galleran diMaganza : questo personaggio, che nel cantare ci viene presentato comenipote di Gano, lo ritroviamo anche nel Morgante di Pulci ( alla corte diMarsilio, XXV, 27; a Roncisvalle, XXVI, 76; XXVII, 46; ferito da Rinaldo,91. 5 e 8 ). - 8. Franza : ‘Francia’ con assibilazione. a cotal porto : a tal proposito.4, 1-8. Gallerano, volendo vendicare la morte di Gano e diventare re diFrancia, decide, in accordo con gli altri Maganzesi, di chiedere aiuto algigante Organtino, discendente del re Mambrino. - 8. Re Mambrino : re diSpagna, che, stando a quanto tramandano altri poemi del ciclo carolingio,era stato ucciso in duello da Rinaldo, che poi si era impossessatodell’elmo. Cfr. Cantari di Rinaldo da Monte Albano (I), XXVI, in particolare ott. 5,1-8 :«Non poteva Rinaldo tanto dire / che di tornarlo a Dio vi fussemodo; / anzi dicea Mambrin: “Macon, mio sire, / a te mi vo’ ch(i)amare, eio te lodo”. / A Rinaldo diceva: “Io vo’ morire, / prima che a Macomettofar tal frodo!” / Rinaldo il vide sì rio destinato, / l’elmo in testa gliebbe dilacciato.»; Ariosto, Orlando furioso, I, 28, 1-5 : «Ma se desir purhai d’un elmo fino, / trovane un altro, et abbil con più onore; / un talne porta Orlando paladino, / un tal Rinaldo, e forse anco migliore: /

37

l’un fu d’Almonte, e l’altro di Mambrino…». Nel Morg. Gano spinge il resaraceno Erminione a vendicare la morte di Mambrino.

5 E subitamente un messo mandavaa Organtino, facendo asapere se con gente in Christiana passavae aiuto gli desse al suo potere,di mezza christianità l’incoronava, +el resto per sí volea tenere,e darli tributo ancho a tal tenoree far vendetta de Gan, suo signore.

6 El messo si partì subitamente,senza tardare si misse in caminotanto che l’arivoe in Orïenteinel Levante a lo re Organtino; e la lettra gli dè in man presente,e ben la lesse il franco Saracino,e ben gli piacque ciò che la contava, e prestamente sua gente adunava:

5, 7. tal tenore ] del tenore6, 1. el ] et; - 7. ciò ] io

38

5, 2. facendo asapere : facendogli sapere. - 3-4. passava/desse : incoerenzadei modi verbali. - 4-5. e aiuto… l’incoronava : Gallerano promette a Organtinometà del regno cristiano in cambio del suo aiuto. - 5. christianità : probabilmente la pronuncia christiantà sanava l’ipermetria. -6. sí : sé. - 7. a tal tenore : in questo modo. 6, 1-2. si partì subitamente/senza tardare si misse : espressioni sinonimichedisposte a chiasmo. - 3. arivoe : vocale paragogica finale. - 4. inel:raddoppiamento nella proposizione ‘innel’, frequente in questi testi. - 5. lettra : “lettera”, forma sincopata. - 6-7. e ben/e ben : ripetizione. -7-8. e… adunava : a Organtino piacque molto il contenuto della letteraportatagli dal messo, e cioè la proposta di Gallerano, tanto che decidedi radunare subito i suoi soldati. - 5-8. e…e…e…e : costruzioneelementare, giustapposizione di elementi con una sorta di polisindeto.

7 cinquanta millia franchi cavallieri,di francha gente tutti in arme usati.E in via si misse con questi guerrierire Organtino d’arme covertati, e cavalcava un possente destrieripassando monti e valle, coste e prati.Tanto cavalcò con sue masnade,che un giorno gionse in Christianitade.

8 E gionse a piè d’un nobile castello,il qual signoreggiava una vecchiarda:mai non si vide sì forte e sì belloche si chiamava la Zogliosa Guarda. La donna di Olivier portò l’anello e già fu il fior della gente gagliarda.Havea una figliuola detta Polisena che d’ogni bellezze avanzava Helena.

.

39

7, 4. covertati ] conertati8, 4. che si chiamava ] che chiamava; -7. figlia ]figliuola

7, 2. usati : abituati, abili. arme : plurale. - 3. in via si misse : si mise inviaggio. - 5. destrieri : ‘destriero’; cavallo da sella usato nel Medioevo inbattaglia o nei tornei. - 7. masnade : truppe. 8. gionse: ‘giunse’, assenzadi anafonesi secondo la koiné settentrionale.8, 1. a piè : ai piedi. - 2. vecchiarda : ‘donna anziana’, soggetto. - 4. che… Guarda : il castello è chiamato “Zoiosa (o Gioiosa) guardia”. Zoiosa :‘Gioiosa’, forma settentrionale assibilativa. - 5. portò l’anello : si sposò.- 7. Polisena : nel cantare è presentata come la figlia del paladinoOlivieri (cfr. ott. 9, 1-2), ma in realtà la precedente tradizionecavalleresca non ce ne parla. Sappiamo che Olivieri ebbe da Gismonda duefigli gemelli, Aquilante e Grifone ( cfr. Boiardo, In. de Orlando, I, XIV,46, 5-6 : «Prima fôr presi i figli de Olivieri, / L’uno Aquilante, el’altro fo Grifone» ). Per la storia di Aquilante e Grifone nellatradizione cavalleresca si veda Anna Montanari, Aquilante e grifone, «StudiItaliani», 18, 1997, IX, 2, pp. 5-25.

9 Figliola fu del franco paladino,gagliardo e bello, chiamato Olivieri.Fugita era lì per tal latino,per paura de quelli da Pontieri;Viena manteneva al suo dominoGalleran di Maganza e’ suoi guerrieri;e la vecchiarda era lì fuggitacol suo thesoro e sua figlia fiorita.

10 E fu più bella che Helena troiana,che di beltà portò tanto valore,o Dido gentil regina soprana,o Polisena sorella di Hettore,o Deianira , quella stella dianache moglie fu di Hercule signore.Se insieme fussen sue bellezze tutte,al lato a costei serian parse brutte.

40

9, 1-8. In questa ottava viene spiegato chi è Polisena e qual è la suastoria. Si è infatti rifugiata con la madre alla Zogliosa guardia persfuggire alla minaccia dei Maganzesi. - 2. gagliardo : prode, valoroso. -3. per tal latino : zeppa; qui vale ‘per tale ragione’. - 4. Pontieri :Ponthieu. - 5. manteneva al suo domino : teneva sotto la sua autorità. - 8.fiorita : aggettivo tipico della tradizione cavalleresca.10, 1-8. Questa ottava, come la seguente, è dedicata all’esaltazionedella bellezza di Polisena, che non è paragonabile a quella di nessun’altra. Elena, Didone, Polisena, sorella di Ettore, Deianita, Ginevra,Isotta, Drusiana e Alda bella non possono reggere il confronto con lafiglia di Olivieri. - 1. E… troiana : ripetizione di 8, 8. - 5. stella diana :una delle stelle che si vedono al mattino prima del sorgere del sole. -7-8. Se … brutte : tutte le bellezze di tali donne messe insieme avrebberosfigurato se paragonate a quella di Polisena. - 7. sue : qui ha valore plurale. - 8. serian : sarebbero.

11 Ginevra mai non fu di tal bellezze,né Isota bella, col viso soprano:brutte serïan parse sue adornezze. Contare non potrebbe viso humano: più che Drusiana havea gentilezze,

41

dama che fu de Bovo per certano;più bella fu anchora ch’Alda bella. Per ogni parte de lei si favella.

12 Dico di quel castel chi domandasseperchè sì forte era tal disalto.D’altezza el cielo parea che toccasse, sopra d’un monte egli era posto in alto; balestro non fu mai che vi arrivasse,né di bombarde potea haver assalto:le ripe son sì crude, che animale non vi poteria montar senza ale.

12, 7. crude ] crudel; montar ] montare

11, 2. soprano : cfr. 10, 3; epiteto cavalleresco. - 3. brutte… adornezze :cfr. 10, 8. sue adornezze : sinalefe. adornezze : bellezze. - 4. Contare…humano : non si potrebbero raccontare, enumerare le sue bellezze. - 5.Drusiana : moglie di Buovo, duca d’Antona. Nel quarto libro dei Reali di Franciadi Andrea da Barberino si narra la fuga di Buovo in Oriente dove divieneschiavo e s’innamora di Drusiana, figlia di re Erminione. Dal loromatrimonio nascono due figli, Guido e Sinibaldo. Drusiana è costretta afuggire con i bambini in braccio a causa dell’ assalto di due leoni. Nonriuscendo a ritrovarli, Buovo parte per la Francia e, persa ormai ognisperanza di ritrovare viva la moglie, decide di sposare in seconde nozzeMargherita d’Ungheria, ma Drusiana torna in tempo per impedire ilmatrimonio. Lei e Buovo vivono insieme felici per alcuni anni. Buovoverrà ucciso a tradimento da Galione di Maganza. Drusiana morirà pocodopo per il dolore provocatole dalla perdita del marito. gentilezze :tratti delicati. - 6. per certano : certamente, senza dubbio. - 7. fu anchora :dialefe. Alda bella : sorella del paladino Oliviero e moglie di Orlando. -8. favella : parla.12, 1-2. Dico… disalto : descrivo quel castello per coloro che si chiedonocome mai sia così difficile conquistarlo.- 2. disalto : termine di significato non perspicuo. - 3. Inizia ladescrizione del castello e del luogo dove esso è situato, e tale

42

descrizione occupa anche le ott. 13 e 14. - 4-6. Il castello è situatoin cima a un monte e si trova talmente in alto che non può essereattaccato con le balestre né bombardato. - 7-8. ‘I fianchi del monte sonocosì erti e scoscesi che solo gli uccelli, quindi solo chi è dotato diali, possono raggiungere il castello’. Cfr. la descrizione del castellodi Atlante: In. de Orlando, II, XVI, 20, 8 :«lì su senza ale non si puòsalire»; Orlando furioso, II, 44, in particolare i versi 7e 8 :«Erto è quelsasso sì, tale è il castello, / che non vi può salir chi non è augello»;Idem, IV, 12, 5 :«Non faccia, chi non vola, andarvi stima;». - 8. poteria :potrebbe. senza ale : sinalefe.

13 Ma ben vi parea una piccola via, che per viva forza fu fatta fare,che era larga quanto un homo potriacon un caval l’un dopo l’altro andare.Da lato del pogio el mar battia, con un bel porto da non poter noiare. +Dispietato era il monte da ogni lato,se non da quello ove il mar gli è dato.

14 In cima questo monte era il castello:uno più bello non fu mai trovato!De alte e grosse mure intorniato ello,e de mirabil torre circondato.Ma quando re Organtino vide quello,di tal fortezza il fu maravigliato,e disse: « Ahi, Macon, signor di’ pagani, com’ tal fortezza conciede a’ cristiani?»

43

14, 7. signor di’ ] signori di; - 8. com’ ] come

13, 1. parea una : sinalefe. parea : appariva. -2. che… fare : che fuottenuta con grave sforzo. - 3-4. che… andare : era larga quel tanto chebastava a far passare un uomo a cavallo. - 3. potria : potrebbe. - 5. pogioel : dialefe. pogio : poggio, luogo elevato, di altezza più modesta diquella di un colle. battia : batteva, s’infrangeva. - 6. verso ipermetro. da non poter noiare : piacevole, bello da vedere. - 7-8. Dispietato… dato : inaccessibile era il monte da tutti i lati tranne daquello che si affaccia sul mare. 14, 3-4. De… circondato : il castello è attorniato da alte mura difensive ecircondato da elevate torri. - 6. il : pronome pleonastico. maravigliato : sorpreso, stupito. - 7-8.Organtino si rivolge a Maometto chiedendogli come mai permetta che icristiani abbiano una così bella e inaccessibile fortezza. - 7. Macon :Maometto. pagani : si definiscono così tutti i non-cristiani.

15 Poi scamporno lì in quel contorno,e conquistarno borghi e gran spianate,sì che mangiare havea lor soggiorno,con paviglion e trabache drizate;e così li hebbe quel pagan adorno.Chiamò uno amostante e disse: «Andatea quel castello a cui el signoreggia,

che presto ame render sì lo deggia!

16 E mai non mi partirò con mia gente,che de ‘sto castello serò signore.Hor tosto ti parti e dirai el conveniente».L’amostante si partì con un servidore. +Suso al castello n’andò di presente,quando alla porta gionse a tal tenore,chiamò e disse che volea intrare,ch’era manda’ per ambasciata fare.

44

16, 8. manda’ ] mandato

15, 1. scamporno : perfetto; ‘ trovarono rifugio, si accamparono’. in quelcontorno : lì nei dintorni. - 2. conquistarno : ‘conquistarono’; perfetto. spianate : spazi di terrenopiuttosto ampi, liberi e piani; spiazzi. - 3. sì … soggiorno : così che avevano ampio spazio per mangiare. - 4.paviglion e trabache : dittologia pulciana: cfr. Pulci, Morg., VII, 32, 1; X,27, 1, ecc.; Ariosto, Orlando Furioso, VII, 35, 4 :«cercandone e trabacche epadiglioni». paviglion : ‘padiglioni’; tende da campo di grandi dimensionie riccamente ornate, destinate ad accogliere personaggi importantidurante campagne militari e spedizioni. trabache : strutture costituite daun telaio in legno ricoperto con tessuto di pelli usate comealloggiamenti da campo. - 5. li : pronome riferito a paviglion e trabache.adorno : epiteto tradizionale cavalleresco, dal significato generalmentepositivo; in questo caso l’aggettivo si riferisce a pagan, termine chesolitamente ha una valenza negativa. Cfr. In. de Orlando, I, I, 5, 7 :«Cosìbramava quel Pagan gagliardo». - 6. amostante : antico titolo digovernatore presso gli Arabi e i Saraceni. Pulci, Morg., XII, 39, 1-8 :«Avea già cavalcato più d’un mese, / e finalmente in Persia sitrovava; /… / una città famosa ivi mirava, / là dove era assediatol’amostante / dal gran Soldano e da un fer gigante». Idem, XII, 72, 3-8 :«È ‘nverso la città poi se n’andaro, / dov’era l’amostante e suacorona, / e del palazzo real domandaro; / poi inverso quello ognun diloro sprona, / tanto che sono al palazzo arrivati / e innanziall’amostante appresentati». Idem, XV, 72, 1-4 : «Preso la porta, levornoil romore: “A sacco, a sacco! Alla morte, alla morte! / E muoial’amostante traditore / e’ suoi seguaci e tutta la sua corte”». Ariosto,Orlando Furioso, VIII, 85, 5-7 : «Portar volse (Orlando) un ornamento nero; /e forse acciò ch’al suo dolor simigli: / e quello avea già tolto a unoamostante». = Dall’arabo al – mustahlaf (col suff. –ante). - 8. che… deggia : chepresto me lo debba consegnare. 16, 1-2. E mai… signore : non mi allontanerò con i miei soldati fino a chenon sarò signore di questo castello. serò : sarò. - 3. dirai el conveniente :parlerai come si conviene; spiegherai le mie intenzioni. - 4. versoipermetro. servidore : ‘servitore’, lenizione della vocale sordaintervocalica. - 5. di presente : subito. - 6. a tal tenore : ‘in questo modo’;zeppa.

1745

Con tal ambasciata alla donna andoee prestamente fe’ la porta aprire,e l’amostante nel castello introe.Alla vecchiarda gionse allo ver dire e primamente sì la salutoe.Poi disse: «A voi mi manda lo mio sireche render ve debbiate a tal appello,e in le sue mane dargli lo castello».

18 Al parlamento gionse Polisena che ben parea una stella diana,che de beltà e gentilezza era piena.L’amostante inver lei l’ochio spianae richiamò Macon con molta pena,tanto era colei di bellezza soprana.Lassò el parlare e a lei pone mentetuto infiamato de quel lucente.

.

18, 1. al ] a quel

46

17, 1. andoe : andò. - 2. prestamente : immediatamente. fe’ : fece. - 3. introe: entrò. - 4. allo ver dire : zeppa. - 5. salutoe : salutò. - 7-8. che… castello :affinché vi arrendiate a questo avvertimento, e consegnate il castellonelle sue mani.18, 1. parlamento : conversazione. parea : sembrava. - 4. spiana : spalanca.- 5. e …pena : e invocò Maometto con grande trasporto. - 6. soprana :eccelsa. - 7-8. Lassò… lucente : tralasciò il discorso e pensa a lei tuttoinfiammato da quella bellezza folgorante. lucente : aggettivo con valoresostantivato.

19 Rispose la donna a quel pagano:«Tornate al vostro re, sì li diretech’io non lo temo e che stia nel piano,che mai sto castello non haverete.Da mangiar per vinti anni per certanoio ho con questa gente che vo’ vedete».Per sua gagliardia quella donna teneacavallier cinquecento ch’ella havea.

20 Lo amostante da lei s’accomiatoe.Al suo signore tornò al paviglionee tutto il fatto ben gli recontoe,di Polisena per cotal sermone,come di sue bellezze si infiammoe.Udendo questo il re s’inamorone.Sentendo contar sue bellezze grande,rafermò il campo in tutte quelle bande.

47

19, 1-8. Polisena risponde all’amostante che non ha alcuna intenzione diarrendersi. - 3. stia nel piano : resti pure nella pianura sottostante. - 5.Da… certano : ho scorte di cibo sufficienti per i prossimi vent’anni. vinti :‘venti’, metafonesi. - 7. gagliardia : forza.20, 1. s’accomiatoe : si congedò. - 3-5. e… infiammoe: l’amostante raccontò aOrgantino l’esito della sua ambasciata alla Zoiosa guardia, l’incontrocon Polisena e l’incredibile bellezza di lei. - 6-8. s’inamorone : ‘se neinnamorò’; Organtino si innamora di Polisena solamente sentendodescrivere dall’amostante la sua bellezza. Decide così ostinatamente diprolungare l’assedio nonostante l’intenzione di Polisena di nonarrendersi.

21 Vedendo Gallerano che Organtinoera in christianitade arrivato,con la sua gente il franco Saracinoe la Zogliosa Guarda ha assediato,tosto adunò sua gente a suo domino;secretamente assai n’hebbe assoldato.Nissun sapea quel che volesse fare,ma molta gente presto havea assoldare.

22 Fra la sua gente e altre ch’assoldava, e’ radunoe cento milia christiani.Ai tre figlioli c’havea un ne chiamava.Dusmarco chiamò e disse: «Passa i pianie va al re Organtino - così parlava -con vinti milia cavallier soprani.E di’ che vada Roma assediaree tu con lui sempre debbe stare!

48

22, 4. piani ] pianti

21, 1-6. Nel frattempo Gallerano, saputo dell’arrivo di Organtino in“cristianitade” e dell’assedio alla Zoiosa guardia si affretta a radunarei suoi uomini. - 5. a suo domino : a suo comando. - 7-8. Nessuno ancoraconosceva esattamente le sue intenzioni, si sapeva solamente che stavaradunando in fretta molti soldati. havea assoldare : doveva assoldare.22, 1-8. Gallerano raduna cento mila soldati, dopodiché incarica uno deisuoi tre figli, Dusmarco, di raggiungere Organtino per ordinargli dipartire alla conquista di Roma. - 1. Fra… assoldava : Gallerano recluta isuoi e altri soldati, in segreto; cfr. 21, 6. - 3. Ai : dei. - 4. piani :‘le pianure’. - 4-5. disse/così parlava ; ripetizione (zeppa). - 8. debbe :devi.

23 Et io Parise haverò assediato.Voi pigliarete Roma prestamente,che non lì v’è che tu habbia contrastato, e poi qua ne verite immantinente.Parise piglieremo in ogni lato».Dusmarco si partì di presente.Gallerano Parise assediavae ottanta millia cavallier menava.

24 Con vinti millia Dusmarco in caminosi misse, di giorno in giorno cavalcando, +tanto che gionsen a quel re Organtino,

49

con quella gente a lui appresentando.Grande honore gli fece il Saracino.Quel Dusmarco a lui vien contandoche Galerano Parise ha assediato,che tosto andiàn a Roma a tal mercato.

24, 1. vinti ] ninti

23, 1-3. Io… contrastato : Io (Gallerano) assedierò Parigi mentre voi(Dusmarco e Organtino) procederete alla conquista di Roma in breve tempoperché lì non incrosterete particolare resistenza. Parise : Parigi. pigliarete: conquisterete. prestamente : in poco tempo. - 4. verite immantinente :tornerete immediatamente. - 5. piglierem in ogni lato : circonderemo. - 8. menava : conduceva.24, 2. si misse : si mise. - 3. tanto… Organtino : finché raggiunse quel reOrgantino. - 4. appresentando : presentando. - 6-8. Quel… mercato : Dusmarcoriferisce a Organtino che Gallerano ha assediato Parigi e che bisognaprocedere subito alla conquista di Roma. andiàn : ‘andiamo’, congiuntivoesortativo; cambia la forma, da narrazione a discorso diretto. a tal mercato: a tal proposito.

25 «Conquistarete Roma immantinente,

50

ivi non v’è che s’habbia a contrastare. A Parise torneren di presente».

Re Organtino senza altro fare,che già non parve né stolto né lento, fece sua gente di campo levare.Chiamò quello amostante e l’almansoree diece millia cavallier di fede allhore. +

26 E disse: «Rimante qui al castello!Non ti partir s’io non ti mando a direche per mi voglio costei dal viso bello».L’ amostante rimase a tal desire. Re Organtino e Dusmarco fellocon la lor gente se hebbeno a partire.Verso di Roma ne van cavalcandoper poggi e valle, pianure passando.

25, 3. A Parise ] Poi a Parise; - 5. né stolto né lento ] stolto né lento26, 4. L’amostante ] Quello amostante

25, 1-2. Dusmarco riprende esattamente ciò che il padre dice all’ott.23, 2-4. - 7. almansore : Capo di Saraceni; principe d’ Oriente. Boiardo,In. De Orlando, I, 5, 35, 1-2: «Proprio parea di Persia uno almansore con laspada di legno e col gran corno».

51

= Dal nome occidentalizzato (fr. Al manso[u]r, provenz. Alma[n]sor) di al– Mansūr ibn abī ‘Àmir, famoso principe di Bagdad della fine del sec. X. - 8. verso ipermetro. di fede : di fiducia. 26, 1. Rimante: rimani. - 2-3. Non… bello : non partire a meno che io nonti ordini che voglio per me Polisena. - 3. mi : me. costei dal viso bello : Polisena. - 4. Quello… desire : ‘L’amostanterispettò il volere, l’ordine di Organtino’. - 5. fello : fellone, malvagio.- 6. se hebbeno a partire : dovettero patire. - 7. ne van : vanno.

27 E tanto cavalcòn per lor giornate,che arrivaron a Roma veramente;acamparonse atorno per li prati.Preson assai prigioni di presente,scorrendo molte ville le brigate,e case assai missen a foco ardente.E gente assai el Papa fece armare,per ogni canto Roma fe’ guardare.

28 Hora ritorno alla Zogliosa Guardache l’amostante tenea assediato.Vedendo questo, la donna vecchiardala bella Polisena hebbe chiamato.Disse: «Figlia, i’ vo che senza tarda di qualche gran signore habbi cercato,che soccorso ne dia per sua pietade:faralo forse per sua dignitade.

52

28, 4. chiamato ] chiamaro; - 5. Figlia, i’ vo ] Figlia mia, i’vo; tarda ] tardo

27, 1. cavalcòn : ‘cavalcarono’; perfetto. - 3. acamparonse: ‘siaccamparono’; legge di Tobler-Mussafia. atorno per li prati : nei prati lìattorno. - 4. preson : presero. prigioni : prigionieri. di presente : subito. - 5. brigate : ‘truppe’, soggetto. - 6. e… ardente : le truppe che arrivanosaccheggiano e mettono a ferro e fuoco la terra che vogliono conquistare,secondo la consolidata tradizione dei conquistatori. missen : misero.- 8. canto : angolo. guardare : difendere. 28, 1-8. La madre di Polisena, vedendo che l’amostante è rimasto adassediare il loro castello, manda la figlia cercare aiuto. - 1. ritorno : ilpoeta parla in prima persona, annunciando il cambio “di scena”. - 8.faralo… dignitade : lo farà forse per accrescere la sua dignità, il suoonore. faralo : lo farà.

29 Primamente nel reame della Stella +voglio che vadi al re Brazzaleanteche tien sette reami - disse quella - Benché sia vecchio, el è forte, aitante.D’una pagana nascete, tal appella; +di Bernardo figliolo nel sembiante,di Chiaramonte descendette e Bovo duca d’Antona, secondo ch’io trovo.

30 Carlo Mano non volse mai vederepel ditto di quei de ca’ di Maganza. Alla madre e’ tornò con mio sapere, come regina è di molta possanzadègli per forza di suo gran potere,sette reami per la sua baldanzaacquistati, e a lui ogni hom tributo rende: ciascun adora so fede come intende.

53

29, 2. al re ] alire; -3. reami ] reame; - 7. e Bovo ] e di Bovo30, 3. tornò ] ritornò; - 7. tributo ] triburo

29, 1. verso ipermetro. - 5. verso ipermetro. tal appella : chiama quello. - 6. di… sembiante : in questo verso viene spiegato che Brazzaleante èfiglio di Bernardo. sembiante : aspetto. - 7-8. di… trovo : Discende da Bernardo di Chiaramonte, figlio di Guido, ilcui padre era Buovo duca d’Antona. Bernardo di Chiaramonte ebbe ottofigli: Ottone, padre di Astolfo, Meliconte, Milone, padre di Orlando,Aimone, padre di Rinaldo, Alardo, Guicciardo, e Ricciardetto, Gerardo daRoncilione, Papa Leone, Guido de Leone, e Buovo d’Agrismonte, padre diMalagise e Viviano. Nel canto settimo del cantare verrà spiegato che unodei figli di Brazzaleante, Drusiano, è legato da una profonda amicizia adAnsuise, figlio di Viviano. 30, 1-2. ‘Carlo Magno non vide mai di buon grado i Maganzesi’; vieneancora una volta ribadita l’inimicizia con i Maganzesi. - 3. con mio sapere: secondo quanto io ne so. - 4. come : siccome. possanza : potere. - 5. per forza : grazie a. - 6-7. enjambement. - 6. baldanza : forza,coraggio. - 7. acquistati : conquistati. - 8. so : sua. come intende : comecrede.

31 A tutti quanti el se fa ben voleree a molti signor della pagania.Fidel christiano egli è di gran potere,Carlo non chiede mai né sua genia,onde che anchora non lo vol vedere,sì ch’ a lui n’andarai, figliuola mia,e diragli come io son assediata,dolcemente a lui si sia aricomandata». +

54

32 In compagnia delli quatro scudieri,con doi camereri accompagnata,dinari portò e ciò che fa mestieri.Partisse Polisena alla celataper un secreto e celato sentieri,che noiar non li pò niuna brigata.Per selve e boschi usciron di tal loco,e caminando sempre a poco a poco.

31, 1. el : Brazzaleante. - 3. Fidel cristiano : Brazzaleante; soggetto. - 4.Carlo : complemento oggetto. genia : insieme dei nemici. - 6. andarai :andrai. - 8. ‘come con bel modo io mi sia raccomandata a lui’; versoipermetro.32, 3. ciò che fa mestieri : ciò che serve, che è necessario. - 4-5.celata/celato : ripetizione. - 4. Partisse : partì. alla celata : di nascosto. - 6.noiar : dare fastidio. - 8. che… brigata : in modo che nessun soldato puòtrovarli. niuna : nessuna.

55

33 E cavalcando la gentil donzelladi giorno in giorno, per molte giornate,in verso quel reame della Stella,molti assentiti vanno tutte fiate,perché de christiani città e castellaerano in guerre assai ribellate.E tanto cavalcòn che gli arivòno,e nel reame della Stella entròno.

34 E cavalcando per un gran sentiereper un gran bosco, arivòn suso un prato,dove era gente con bracchi e sparviere e cani allani; ogn’huomo apresiatocon belli assai veltri e levriere.Falconi astori ciascuno impugnato,grifalchi e smerli con esso millioneper piar cervi, fiere e gatti maimone.

34, 3. sparviere ] spariviere

33, 3-8. In questi versi viene descritta una tipica scena di caccia. -4. assentiti : termine di significato non perspicuo. - 7. cavalcòn :cavalcarono. arivòno : arrivarono. entròno : entrarono.

56

34, 1. gran sentiere : largo sentiero. - 2. gran : vasto. - 3. sparviere :‘sparviero’, uccello falconiforme della fam. Accipitridi. - 4. allani :alani. apresiato : pregiato, nobile. - 5. veltri : cani dal corpo agile esnello, molto veloce nell’inseguire la selvaggina. levriere : levrieri. - 6.Falconi… impugnato : si tratta di caccia col falcone. astori : uccellifalconiformi della fam. Accipitridi, simili allo sparviero ma didimensioni minori. - 7. grifalchi : ‘girifalchi’, uccelli falconiformi della famiglia Falconidi.smerli : merli. con esso millione : espressione dal significato non perspicuo. -8. gatti maimone : scimmie di grandi dimensioni; anche mostro fiabesco.Pulci, Morg., XIV, 79, 7-8 e 80, 1-2 : « Èvvi la lontra … », «gattomammon,bertuccia e babbuino, / mufo, camoscio, moscato e zibetto». piar :pigliare.

35 A una fonte se stanno a rinfrescare. Preso havean de molta salvadisina:era ivi el fior del re de grande affare,per suo piacer cazzava la matina.Drusian per nome si facea chiamare,giovane era con sua persona fina. Sei figliuoli havea re Brazzaleante: questo era el minor, più forte e aitante.

36 E di bellezze uno angelo parea,cavalcava un abiliante cavallo; un falcon pelegrino in man tenea.E Polisena venne a risguardalloe inamorosi de lui quando el vedea,e lui pose mente nel riscontrarloe inamorossi de lei risguardando;e Polisena el venne salutando.

57

35, 1. A una ] Ad una; 6. giovane ] giovenetto; - 7. re Brazzaleante ] elre Brazzaleante36, 2. cavalcava ] e cavalcava

35, 1. A una : sinalefe. - 2. salvadisina : selvaggina. - 3. c’era lì ilfior fiore della nobiltà. - 4. per… matina : per suo piacere cacciava dimattina. cazzava : cacciava, assibilazione. - 6. fina : ‘elegante, distinta’.36, 2. abiliante : termine di significato non perspicuo, si può presumere‘abile’ o ‘strabiliante’.- 3-7. Polisena non appena vede Drusiano si innamora di lui e a sua voltaDrusiano incrociando lo sguardo di lei si innamora. - 3. falcon pelegrino :tipo di falco molto veloce utilizzato fin dal Medioevo per la caccia. -8. E…e…e…e…e : giustapposizione di elementi con una sorta dipolisindeto. - 5. inamorossi : ‘s’innamorò’, legge di Tobler-Mussafia.

37 Tutti li fanno reverentia e honoreperché di gran parazzo dimostrava,sí come l’era e fermo el corridore.Poi piacevolmente el domandava:«Io vo cercando un re de gran valore:Brazzaleante per nome si chiamava,re della Stella: se a voi è in piacere, di trovarlo mi date lo sapere».

38 Respose allhora el franco Drusiano,che Absalone avanzò di bellezze:«Io son figliolo di quel re sopranoche voi cercate, o piena di adornezze!»E lei allhora gli toccò la mano,e sì gli disse con gran piacevolezzechi era e come era assediata

58

dal re Organtino e dalla sua brigata.

37, 2. di gran parazzo dimostrava : sembrava appartenere a una famiglia nobile.- 4. el domandava : lo interrogava. - 7. se a voi è in piacere : se per voi non èdisturbo. - 8. di… sapere : ditemi dove posso trovarlo. 38, 2. Absalone :‘Assalonne’, figlio di David, che con l’appoggio delle tribù di Giuda ed’Israele si ribellò al padre. Fu sconfitto e ucciso da Ioab, generaledel padre. - 3-4. Io…soprano : Drusiano dice di essere figlio di reBrazzaleante. - 4. o piena di adornezze : espressione riferita a Polisena. -6-8. e… brigata : Polisena si presenta a Drusiano e gli spiega cosa èaccaduto alla Zoiosa guardia.

39 «Io son venuta per soccorso havereda vostro padre, re Brazzaleante».Disse Drusian: «Donzella de piacere, el re non c’è. Hor sappi lo sembiante:a Lionise è gito per vederegente che vien da Ponente e Levante

59

ad un torniamento  di vigoriache far lo fa lo re de Organia».

40 E lei rispose: «Ivi  voglio andare!»Drusian disse: «Così far potrete:la fada vol sua figlia maritare; chi la conquistarà voi el vedrete,e vostra ambasciata potrete fare. Prima nella città nostra verreti, e ivi pigliate rinfrescamentoparecchi giorni al vostro piacimento».

39, 3. Drusian ] Drusiano; - 6. che vien ] che vi vien40, 3. sua figlia ] la sua figlia; - 5. ambasciata potrete ] ambasciata ben potrete; - 6. Prima ] Ma prima

39, 1-2. Io… Brazzaleante : Polisena rivela a Drusiano il motivo per cui èandata nel reame della Stella a cercare Brazzaleante. - 3-4. Disse… c’è :Drusiano risponde a Polisena che il padre ora non si trova lì. - 4. Horsappi lo sembiante : sappi come stanno le cose. - 5-8. a… Organia : è andato aLione per vedere gente che vi arriva da Ponente e da Levante perpartecipare a un torneo organizzato dal re di Organia. - 5. Lionise : Lione.- 7. torniamento di vigoria : torneo che richiede forza e destrezza. - 8. che …Organia : che è organizzato dal re di Organia. re de Organia : in tutte lealtre edizioni da me consultate ho trovato fada de Organia. Altrimenti nonsi spiegherebbe chi è la fada a cui viene fatto riferimento all’ott. 40, 3.

60

40, 3. fada : ‘fata’, sonorizzazione della consonante sorda intervocalica.-6. verreti : ‘verrete’, produce rima imperfetta con potrete e vedrete. - 7.rinfrescamento : ristoro. - 8. parecchi… piacimento : tutti i giorni chevorrete.

41 Così partirno tutti de quel prato, inver la terra vano, rasonando, ma Drusiano già forte innamorato,e lei lui sì n’andò risguardando:ciascuno se sente nel core infiamato.Alla città gionse dentro, entrando,al palazzo s’andorno a riposare,ma grande honore gli fe’ Drusian fare.

42 Un bailo havea el franco Drusiano:savio, gagliardo, Sismondo chiamato,che mantenea la corte, el sir soprano,intanto che’l re fusse ritornato. Con soi figliuoli el nobel christiano,la sua donna  ha Drusian nutricato.S’accorse de Drusian el grande amoreche l’uno volea a l’altro di ben cuore.

61

41, 1. partirno ] se partirno; - 2. inver ]inverso42, 4. intanto ] tanto

41, 1. partirno : partirono, se ne andarono. - 2. terra : città. rasonando :parlando. - 3. forte : ‘fortemente’, ha valore avverbiale. - 7. s’andorno ariposare : andarono a riposarsi. - 8. ma… fare : Drusiano ordina che aPolisena siano riservati grandi onori.42, 1. bailo : balio. - 3-4. Sismondo si occupava della corte e diDrusiano in assenza di Brazzaleante. - 3. el sir soprano : come luogotenente supremo. - 5-6. Con… nutricato :‘Sismondo ha cresciuto Drusiano con sua moglie e i suoi figli’; sintassiincerta. - 7. s’accorse : il soggetto è Sismondo.

43 Re Brazzaleante havea sei figliuoli:Bovo, Terise, Sinibaldo, e Guidone,e Bernardo ch’andato era con lor stuolicol padre al torniamento. Alla questionepassando più giorni così, con tal parole, +da lor Polisena comiato piglione, ringratiò Drusian del grande honore. Partir non sa perché è presa d’amore.

44 Pur se partì con la sua campagniain verso Lionisse cavalcando,e Drusian, con gran malinconia,inver del bailo così rasonando: «Io voglio andare per la fede miaa Lionisse con l’arme e col brando.Provarmi voglio a quel torniamento,o vincerò la giostra o harò tormento».

62

43, 6. lor ] loro; - 7. Drusiano ] Drusian44, 4. inver ] inverso; - 8. o ] over

43, 1. Re... figliuoli : cfr. ott. 35, 7. - 3. lor stuoli : loro schiere. - 5.verso ipermetro. parole : produce rima imperfetta con figliuoli e stuoli. - 8.Dopo qualche giorno passato al reame della Stella, Polisena decide diraggiungere Brazzaleante a Lione per chiedergli aiuto; tuttavia lapartenza è dolorosa perché significa allontanarsi da Drusiano. 44, 1. campagnia : compagnia. - 2. Lionisse : Lione. - 5-7. Io… tornamiento :Drusiano rivela a Sismondo di voler andare anche lui a Lione epartecipare al torneo. - 8. o… tormento : ‘o vincerò la giostra o saròtormentato’.

45 Sismondo così rispose a Drusiano: «Ahi figliol mio!Tu sei inamorato!Ben me comandò el padre tuo sopranoch’io ti guarda’ tanto che sia tornato.sei troppo garzon, gentil christiano! Giostrar vòi e mai non te sei provato contra cavalliere usato in guerra,sì che, figliol, sta’ qui nella tua terra!»

46 Respose Drusiano: «Posso andareche non si saperà celatamente.Potrò più tosto che mio padre tornare». + Vedendo el bailo el suo voler presente,rispose: «Da poi che ti piace l’andare,io non ti voglio lassar per niente».

63

Un fidel amico lassorno in cortea bona guardia con lor gente accorte.

45, 1. così rispose ] rispose; - 4. che sia ] ch’ io sia; -5. garzon,gentil ] garzone, o gentil; -6. giostrar ] giostare46, 6. io non ti ] non ti

45, 4. guarda’ : guardassi. che sia tornato : finché Brazzaleante non siatornato. - 5. garzone : ‘giovane’. - 6. vòi : “vuoi”. - 6-8. Sismondo cerca di convincere Drusiano a nonpartecipare al torneo poiché è ancora troppo giovane e inesperto perpoter combattere. 46, 2. saperà : saprà. - 3. Potrò… tornare : ‘Potrò tornare prima di miopadre’; verso ipermetro. - 7. lassorno : lasciarono.

47 Tre sopraveste el bailo fe’ portare:bianche, vermiglie, verde di cendato.Ciascun di loro se hebbe armare. Di notte se partì ogniun celatoinver Lionisse senza restare la notte, havendo el giorno cavalcato

64

infino al terzo giorno, con gran lena,per ritrovar la gentil Polisena.

48 E una sera gionseno a una hostaria,dove era Polisena a riposarea una finestra con sua compagnia,che aspettava di voler cenare.Grande allegrezza ciascun di lor faccia, +e da cavallo scendi senza tardare.Da mal vi guardi il mio Signor di gloria,ne l’altro canto seguirò la historia.

Come Drusiano combattè con l’hostiero e amazolo, el quale menavavia Polisena tradita per darla a Spinabello de Maganza, e quellaliberò a la fontana.

47, 3. armare ] ben armare; - 5. inver ] inverso

47, 3. bianche, vermiglie, verde di cendato : colori che distinguono il reame diappartenenza. - 5. restare : fermarsi.- 5-6. enjambement. -7. con gran lena : dibuona lena.

65

48, 1. gionseno : giunsero. - 5. verso ipermetro. -7-8. Tipica formula dichiusura che rimanda al canto successivo. -7. Da… gloria : formulabenaugurante.

Bibliografia di riferimento

Manuali, opere di consultazione generale

Dizionari storici:

Battaglia, SALVATORE BATTAGLIA, Grande Dizionario della Lingua Italiana,Torino, UTET, 1961.

Tommaseo-Bellini, NICCOLÒ TOMMASEO E BERNARDO BELLINI, Dizionario dellalingua italiana, Torino, Pomba (UTET), 1861-79.

Repertori:

GAETANO MELZI - PAOLO TOSI, Bibliografia dei romanzi di cavalleria in versi e inprosa italiani, opera pubblicata nel 1820 da G. Melzi rifatta nella edizione del 1838da P. A. Tosi ed ora dal medesimo riformata ed ampliata con appendice di varietàbibliografiche, Milano, G. Daelli e C. Editori, 1865.

Le edizioni italiane del XVI secolo. Censimento nazionale, Roma, IstitutoCentrale per il Catalogo Unico, 1985-. (http://edit16.iccu.sbn.it)

Storie della lingua e grammatiche:

GERHARD ROHLFS, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti,Torino, Einaudi, 1966-69.

Testi

LUDOVICO ARIOSTO, Orlando Furioso, a cura di Cesare Segre, Torino,Oscar Mondadori, 2004.

MATTEO MARIA BOIARDO, Inamoramento de Orlando, edizione critica acura di Antonia Tissoni Benvenuti e Cristina Montagnani, con

66

il commento di Antonia Tissoni Benvenuti, Milano-Napoli,Ricciardi, 1999.

Chanson de Roland, edizione critica a cura di Cesare Segre,Milano-Napoli, Ricciardi, 1971.

I Cantari di Rinaldo da Monte Albano, edizione critica conintroduzione e glossario a cura di Elio Melli, Bologna,Commissione per i testi di lingua, 1973.

ANDREA DA BARBERINO, I Reali di Francia, a cura di G. Gambarin, Bari,Laterza, 1947.

CHRÉTIEN DE TROYES, Yvain ou le chevalier au lion, Paris, Champion, 1974.

CHRÉTIEN DE TROYES, Ivano, traduzione italiana a cura diGabriella Agrati e Maria Letizia Magini, Milano, Mondadori,2000.

LUIGI PULCI, Morgante, edizione a cura di Franca Ageno, Milano-Napoli, Ricciardi, 1955.

Studi

ROSSELLA BESSI, Santi, leoni e draghi nel «Morgante» di Luigi Pulci,«Interpres», 12, 1992, pp. 142-166.

DOMENICO DE ROBERTIS, Cantari novellistici dal Tre al Cinquecento, Roma,Salerno editore, 2002.

CARLO DIONISOTTI, Boiardo e altri studi cavallereschi, Novara, Interlinea,2003.

JEAN FRAPPIER, Etudes sur «Yvain ou le Chevalier au Lion» de Chrétien de Troyes,Paris, SEDES, 1969.

THOMAS HUNT, Chrétien de Troyes, Yvain, London, Grant & Cutler, 1986.

MARIO MANCINI, Chrétien de Troyes e il romanzo, in La letteratura francesemedievale, a cura di Mario Mancini, Bologna, Mulino, 1997, pp.159-212.

ANNA MONTANARI, Aquilante e Grifone, «Studi italiani», 18, 1997, IX,2, pp. 5-25.

67

ANNA MONTANARI, Il libro de l’Ancroia e il Boiardo, «Rivista di letteraturaitaliana», 1995, XIII, 1-2, pp. 225-243.

ANNA MONTANARI, «Sì come mi raconta el gran poeta». Le storie di Enea nei cantariin ottave a stampa, «Libri & documenti», Anno XXX, n. 173, 2004,pp. 1-17.

ANNA MONTANARI, Il «Libro de l’Ancroia», «Libri & documenti», AnnoXVIII, n. 3, 1993, pp. 1-15.

ANNA MONTANARI, Le Elegie ed Epigrammi di Piattino Piatti: contributo alcensimento dei testimoni, «Libri & documenti», Anno XIV, n. 2,1998, pp. 56-82.

ANTONIA TISSONI BENVENUTI, Il mondo cavalleresco e la corte estense, in I libridi Orlando innamorato, Modena, Pagnini, 1987, pp. 13-33.

MARCO VILLORESI, La letteratura cavalleresca. Dai cicli medievali all’Ariosto,Carocci, Roma, 2000.

MARCO VILLORESI, La fabbrica dei cavalieri, Salerno Editore, Roma,2005.

68