Giovanni Purpura, Daniele Anselmo – Regine, Ritratti di nobildonne siciliane (1905-1914), Palermo...

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collana diretta daDaniele Anselmo

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Daniele Anselmo, Giovanni Purpura (a cura di)

Regine. Ritratti di Nobildonne Siciliane (1905-1914)

TORRI DEL VENTO EDIZIONI di Terra di Vento s.r.l.

www.torridelventoedizioni.it - [email protected]

Collana - I CAPPERI

Impaginazione - TORRI DEL VENTO EDIZIONI

Stampa - FOTOGRAF s.n.c.

ISBN - 978-88-904673-3-2

Prefazione

Il cinque maggio 1904, a Napoli, per i tipi della Socie-tà Editrice Meridionale, e sotto gli auspici di Edoardo Scar-foglio, grande scrittore e giornalista (nonché marito di Ma-tilde Serao), venne pubblicato il primo numero di una del-le riviste che avrebbe fatto la storia dei periodici femminilidel Novecento: Regina. Rivista per le Signore e per le Si-gnorine.La stampa femminile aveva già una lunga storia in Italia,

che la vedeva protagonista fin dai primi anni del secolo pre-cedente. Il Corriere delle Dame (1804-1874), La DonnaItaliana: giornale politico-letterario (1848), Il Circolo del-le Donne italiane: foglio della sera patriottico, politico, se-rio-faceto (1848), sono, infatti, solo alcuni tra i maggioriperiodici italiani dedicati alle donne.

Tali pubblicazioni, lungi dall’essere mere riviste di modaper signore, erano ricche di cronache letterarie e politiche, pri-me avvisaglie di una rivoluzione culturale che tardò poi ad es-sere messa in atto. La letteratura, la storia e la politica nonavevano più un appannaggio esclusivamente maschile, ma

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iniziavano ad essere declinate al femminile e pertanto veni-vano narrate le gesta o le idee portate avanti con ardore e vo-lontà di ferro dalle prime eroine nobili o borghesi, deposita-rie di antichi valori e al contempo di idee rivoluzionarie chesi distinguevano nella società maschilista di allora.Regina si pone nel solco di questa tradizione ottocentesca,

ma anticipa per certi versi le riviste patinate e più frivole cheverranno pubblicate a partire già dai primi anni del Nove-cento. Di certo non si può parlare di una rivista esclusiva-mente di moda, o esclusivamente letteraria e ancor meno diuna rivista politica, la Nostra è piuttosto una pubblicazioneche voleva offrire al pubblico femminile, e ancor di più a quelpubblico che frequentava il bel mondo, un compendio di tut-to ciò che una donna avrebbe dovuto conoscere nel campo del-la cultura, dell’arte, della moda, del tempo libero, dello sport,dell’igiene e di quant’altro fosse necessario a vivere in società.Tutto ciò, in altri termini, che poteva servire ad una donnamoderna ed emancipata.

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Entrata della Villa Reale della Favorita

Come simboli viventi di questa emancipazione, venivanoritratte, in ogni numero, le maggiori dame italiane: princi-pesse, contesse, baronesse, marchese e signore dell’high socie-ty della belle époque, modelli cui tutte le lettrici avrebberopotuto con facilità ispirarsi e delle quali, nel frattempo, avreb-bero, di certo, sognato di eguagliare le gesta mondane.Sull’elegante copertina Liberty, stampata su carta pregia-

ta, venivano incorniciate di volta in volta le “signore” più bel-le e affascinanti, a partire ovviamente dalla Regina Marghe-rita di Savoia, dedicataria della rivista e prima ispiratricedelle donne italiane.Per loro, per le donne italiane, scrivevano le migliori fir-

me di allora, da D’Annunzio a Pascoli e Pirandello, da Bel-

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L’automobile di Donna Franca Florio

tramelli a Di Giacomo per non parlare di coloro che si fir-mavano con pseudonimi comeTérésah, Jolanda, Regina, Bra-da, La Dama della Pazienza o Fidelia Labruna.Tra le dame più prestigiose non potevano, di certo, man-

care quelle siciliane, note in tutta Europa per i modi elegan-ti, la generosità del cuore e la superba ospitalità.Donna Franca Florio e Donna Annina Alliata di Monte-

reale, le Principesse di Trabia, di Ganci, di Cerami e di Pa-ternò, le Marchese Capizzi e De Seta, la Baronessa Zappalà-Grimaldi, la Contessa Trigona di Sant’Elia, la Duchessa del-l’Arenella e tante altre nobildonne palermitane e catanesi chesi distinsero nel bel mondo per bellezza, fascino, intelligenzae mondanità.Tutte egualmente esaltate come emblemi di femminilità

siciliana, come madri amorevoli, amanti delle belle arti, spo-

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La calèche della Contessa di Mazzarino

se accorte e premurose e ancora nobili nell’animo più che nelcasato, prodighe verso i deboli, i poveri e gli afflitti, semprepronte ad adoperarsi in opere di bene, sempre al servizio del-l’altro, esempi di virtù e di altruismo non comuni. In altreparole Donne, nel senso più compiuto del termine, ed inquanto tali creature da esaltare e portare ad esempio per lemigliaia di giovani e meno giovani signore che allora comeoggi hanno bisogno di modelli cui ispirare la propria con-dotta di vita.La prosa aulica della rivista non fa altro che aumentare il

fascino di queste Signore, esaltate oltre maniera, ma riman-da anche ad un tempo ormai scomparso, dove per trasforma-re una cena in un evento mondano, bastava semplicementeinserire tra le proprie invitate una di queste dame, magariaccompagnata dal suo gentile consorte. Dalle parole di Regi-

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Contessa Calamaro, Baronessa Inguaggiati, Principessa Furnari,Contessa Mazzarino, Principessa Deliella, Contessa Trigona, Mad. Castebreale

na traspare in modo chiaro come il detto “dietro un grandeuomo vi è sempre una grande donna” sia ampiamente giusti-ficato in ogni epoca, dall’antica Roma alla belle époque, aigiorni nostri. I mariti di queste nobildonne, uomini politici,grandi armatori o rinomati gentiluomini, infatti, venivanospesso ritratti a fianco delle loro compagne che risultavano es-sere parte integrante del successo dei propri uomini.

Ma ciò che più colpisce è l’attenzione agli interessi e allavita privata delle signore ritratte, un’attenzione che divienequasi curiosità impertinente, quando, tra le pagine patinatee le belle cornicette Liberty, vengono pubblicate le fotografiedei luoghi più intimi frequentati dalle nostre nobildonne. Edè così che possiamo scoprire le meraviglie racchiuse in salotti-ni, boudoir e camere da letto, straripanti di quadri di anti-chi maestri, mobili e preziosi tessuti, oppure rovistare tra le fo-

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Principessa Deliella, Contessa Mazzarino, Mad. Castebreale

tografie di viaggio, affascinati da signore elegantemente ve-stite a cavallo di alti dromedari, in posa di fronte le Pirami-di d’Egitto. Documenti visivi di come una signora dell’altasocietà viveva circondata dai fasti delle proprie ricchezze e go-deva di privilegi che poche altre donne avrebbero potuto per-mettersi.Tale valenza di documentazione, ormai difficile da rin-

tracciare se non per un pubblico di assidui e caparbi colle-zionisti, ci ha spinto a ripubblicare questi ritratti che appar-vero sulle pagine di Regina tra il 1905 e il 1914, corredatidalle fotografie dell’epoca, per testimoniare una Sicilia mo-

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Senatore Paternò, Comm. Ignazio Florio,Donna Franca Florio e il Ministro Mirabello all’arrivo dei Reali

derna e mondana, dove le donne, per utilizzare proprio le pa-role della rivista “non vivono più la vita ristretta di una vol-ta ma spaziano col pensiero e affrontano con intelligenza imoderni problemi sociali, alla cui soluzione in tanti modi di-retti o indiretti contribuire non solo nelle organizzazioni dibeneficenza, ma in mille altre maniere”.Una testimonianza, quella di Regina, che ritrae con ele-

gante maestria una belle époque declinata solo al femmini-le, un’epoca in cui l’aristocrazia e la borghesia siciliane, ras-sicurate da un periodo di pace in Europa, guardavano con fi-ducia e ottimismo al futuro, consapevoli che questo momen-to di stabilità le avrebbe condotte verso nuovi traguardi.Eventi mondani, ricevimenti sfarzosi, balli con ‘ricchi pre-

mi e cotillons’, tornei storici in abiti d’epoca, tableaux vi-vants, ‘corsi dei fiori’, gare ippiche alla Favorita, passeggiate

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La folla elegante allo “sbarcatoio”, all’arrivo dei Sovrani

in eleganti carrozze al Foro Umberto I o in via Libertà, co-stituivano il leitmotiv di quel breve periodo che si estese dal-l’ultimo decennio dell’800 fino all’inizio della Prima Gran-de Guerra.

Palermo insieme ad altre capitali europee (Parigi, Lon-dra, Berlino, Vienna, Pietroburgo, etc.) costituiva una delletappe di un circuito mondano cui faceva riferimento granparte dell’elitè internazionale: le più autorevoli famiglie ari-stocratiche e borghesi siciliane usavano compiere durantel’anno lunghi viaggi attraverso le principali capitali euro-pee, sia per acquistare capi d’abbigliamento alla moda (ri-nomati erano gli ateliers parigini diWorth, Paquin e Lan-vin) e raffinati gioielli nelle più pregiate boutique (si narrache Franca Florio possedesse un collier gemello di quello cheil re Edoardo VII d’Inghilterra regalò alla consorte Alessan-dra), sia per ritrovarsi nelle più note stazioni climatiche coni rappresentanti dell’alta società internazionale e delle fami-glie regnanti. Parimenti accadeva di frequente che sovranidi tutt’Europa venissero a Palermo, ospiti delle nobildonne dicui Regina ci offre i ritratti, spesso per ragioni di cure medi-che, approfittando del buon clima, ma anche per coltivarequelle amicizie che pian piano si erano costituite e rafforza-te, anche per ragioni di opportunità politica o economica, inun momento storico caratterizzato da instabili e precariequilibri.E così scopriamo che l’immancabile Donna Franca Florio

venne invitata a partecipare, nel 1911, ai festeggiamenti perl’incoronazione di Re Giorgio V e della Regina Mary o ai fu-nerali per la morte dell’Imperatore d’Austria Francesco Giu-seppe (1916) o che insieme alla Principessa di Trabia e alla

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Contessa di Mazzarino si recò a Londra per unirsi al cordo-glio per la morte della Regina Vittoria (1901).Ogni grande evento, funesto o gioioso, rappresentava sem-

pre e comunque un momento di aggregazione e di dimostra-zione di appartenenza alla migliore high society internazio-nale. Per ingraziarsi i favori dei ricchi e dei potenti del mon-do, poi, le grandi famiglie siciliane, non solo non badavanoa spese, ma cercavano sempre di organizzare eventi di ampiavisibilità, in modo da promuovere l’immagine della propriaterra all’estero. Esempio tra gli altri fu il grande torneo stori-co organizzato domenica 16 Maggio 1897 presso il parco rea-le de La Favorita a Palermo. Un evento mondano cui prese-ro parte i rappresentanti delle principali famiglie aristocrati-che siciliane, abbigliati a guisa di cavalieri e valletti in uni-formi d’epoca, conducenti le insegne storiche delle famiglie ei gonfaloni delle principali città siciliane, in memoria del-l’incoronazione di Pietro d’Aragona a Re di Sicilia nell’anno1282. Tra il plauso delle nobildonne, il festeggiamento si con-cluse in serata con l’inaugurazione del Teatro Massimo, unevento memorabile per la città e di risonanza europea, cele-brato con l’esecuzione del Falstaff di Verdi tra i fragorosi ap-plausi di un pubblico numerosissimo ed eletto che gremiva lasala sfolgorante di luce e di magnificenza. Palermo avevadunque anche un teatro in grado di rivaleggiare con i mag-giori teatri d’opera europei. Adesso, mancava solo un GrandHotel che fosse in grado di accogliere teste coronate e signoriblasonati provenienti da mezzo mondo. E fu così che mentrea Parigi si apriva il XX secolo con una nuova EsposizioneUniversale, in cui la borghesia emergente celebrava i risulta-ti raggiunti nelle tecniche, testimonianza di un’epoca ricca e

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in continuo sviluppo (tapis roulant, tram elettrici, torri pa-noramiche e ruote girevoli), la haute palermitana festeggiaval’inaugurazione di Villa Igiea, maestoso edificio voluto daIgnazio Florio ed elegantemente decorato da maestri della pit-tura Liberty quali Ettore De Maria Bergler, Luigi Di Gio-vanni e Michele Cortegiani, su progetto di uno degli espo-nenti più significativi dello stile floreale, Ernesto Basile. Co-me si legge anche sulle pagine del nostro Regina, il grande Al-bergo divenne immediatamente il centro della vita mondanacittadina, luogo in cui Donna Franca amava ricevere le no-bildonne amiche, organizzare grandiose feste e ricevimenti,ospitare esponenti delle famiglie reali e dell’elitè internazio-nale.

Daniele AnselmoGiovanni Purpura

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Anno II - n. 3 30 Marzo 1905

Donna Franca Florio

È bellissima. Anche all’Estero essa appare come una pu-ra, incantevole incarnazione della bellezza e della graziadelle donne italiane.Donna Franca Florio, nel fulgore della sua giovinezza,

naturalmente doveva tentare lo spirito degli artisti più ce-lebri, più desiosi di cogliere entro le movenze flessuosed’un agile corpo o nell’ambiguo mistero di un volto lapsicologia intima, ascosa, non rivelata, della donna mo-derna.Il Boldini, ritrattista femminile in gran voga, esaltato a

Parigi fra i più sottili e più audaci artefici del genere, vol-le ritrarre l’immagine di Donna Franca Florio e il ritratto,che fu il frutto di quella brama, è ora noto a tutti, perchéfu esposto alla Mostra mondiale di Venezia.In quel ritratto le sembianze di Donna Franca Florio

non sono né caratteristicamente, né definitivamente fissa-te; la bella signora è forse troppo vaga, troppo imprecisa,

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Donna Franca Florio

troppo impersonale in quel quadro, che pure ha notevolipregi di esecuzione, di rapidità, di movimento.Ben presto essa apparirà in piena luce, effigiata fisica-

mente, intuita spiritualmente, in un’opera d’arte di un’ar-tista nobile, altissimo.Questo sarà il vero ritratto di Donna Franca Florio. Lo

sta ora dipingendo un grande maestro della moderna arteitaliana: Francesco Paolo Michetti.Il padre di Donna Franca Florio perì annegato al-

l’Ardenza, sorpreso in una barca a vela da un terribilefortunale.Questo triste ricordo rimase, si capisce, tristemente im-

presso nell’anima della figlia, ma non impedì che essa ere-ditasse dal padre la passione del mare.Viaggiatrice intelligente, ansiosa di impressioni e sen-

sazioni sempre rinnovate, ama tutte le forme dello “sport”:la caccia, la navigazione a vela, le corse e anche la pesca.Donna Franca Florio è una mondana deliziosa, ma ciò

non dissecca in lei il culto per l’arte e la comprensione delvalore degli artisti. Non manca mai alle più fulgide festedella mondanità, ma è pur sempre presente alle prime rap-presentazioni importanti, e per assistervi non esita un mo-mento a lasciar la città dove si trova per recarsi colà dovesi rappresenta un’opera nuova tragedia d’Annunziana, odove s’inaugura una Esposizione di arte.Moderna e amante delle peregrinazioni, l’automobili-

smo naturalmente la doveva sedurre, attrarre, affascinare.Fu tra le prime grandi signore che si dedicassero con ar-dore in Italia a questo “sport”, ora così diffuso e generalein tutta la penisola.

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Seguì in ciò le grandi iniziative di suo marito, il com-mendatore Florio, uno dei più possenti, più attivi suscita-tori di energie industriali, uno dei più intelligenti creato-ri di prosperità e di ricchezza che abbia l’Italia.Una delle nostre fotografie rappresenta Donna Franca

Florio, al braccio dell’Imperatore Guglielmo, nella propriaVilla all’ “Olivuzza”.Per quella Villa e nella Casa, in cui figurano i mobili del

Ducrot che per la loro estetica originalità destarono tanta am-mirazione all’Esposizione di Venezia, sono passati tutti i per-sonaggi illustri delle Corti, della diplomazia, dell’arte che ab-biano fatto un soggiorno anche solo di poche ore in Palermo.Donna Franca Florio è dama della Regina Elena.Questa nomina fu fatta quando il Re venne a visitare la

Esposizione di Palermo.

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La camera da letto di Donna Franca Florio (mobili Officine Ducrot di Palermo)

Essa è dolce madre adorabile di una adorabile bambinache ha nome Costanza, ma in famiglia la chiamano Igea.Donna Franca Florio irradia col suo fascino tutta la casaFlorio e la rappresenta davvero stupendamente, così allaCorte come quando si trova presso all’Imperatore di Ger-mania, o, in lancia come in una delle nostre fotografie, ac-canto all’Imperatrice Eugenia.È veramente degna di incarnare il gusto e la grazia in

una Casa così operosamente consapevole di tutte le ener-gie, così fortemente vivificata e mossa da tutte le pulsa-zioni della vita moderna.In mezzo all’ardente tumulto, all’incrocio fremente di

tante attività così diverse, ma così armoniche nello scopodi dare al Mezzogiorno una sua libera e salda esistenza eco-nomica, Donna Franca Florio passa serena nella sua per-

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Donna Franca Florio a Venezia nel cortile del Palazzo Ducale

fetta bellezza. Essa attende che F. Paolo Michetti, il gran-de artista, la faccia, quale è nella vita anche nell’arte.E con lei tutti gli italiani attendono il capolavoro del

nobilissimo pittore abruzzese.Sarà questa l’immagine precisa, ideale di una bella si-

gnora, di una eletta, appassionata adoratrice dell’arte.

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Indice

Prefazione 5Donna Franca Florio 17La principessa di Paternò 23La Contessa Trigona di Sant’Elia 31La Duchessa dell’Arenella 35La Principessa di Trabia 41La Principessa di Petrulla 47Donna Anna Florio di Montereale 53La Marchesa Donna Adele De Seta 61La Principessa di Cerami 69Donna Valentina Lanza di Scalea 75La Principessa di Castelreale

Donna Giuseppina Notarbartolo 81La Marchesa di Capizzi 87La Baronessa Anna Zappalà - Grimaldi 93La Marchesa Giacomo Carrega-Bertolini

Moncada di Paternò 99Donna Raffaella di Giorgi Ballestreros 105Donna Giulia Mantegna di Montereale

Principessa di Gangi 109

Stampato in digitaleDicembre 2010

Fotograf s.n.c. - Palermo