Bucchero de Chiusi

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Transcript of Bucchero de Chiusi

“Lautus erat tuscis Porsena fictilibus”

Studi e ricerche sul buccherodell’area chiusina per Luigi Donati

a cura di

Stefano Bruni

Edizioni ETS

www.edizioniets.com

© Copyright 2014EDIZIONI ETS

Piazza Carrara, 16-19, I-56126 [email protected]

ISBN 978-884673797-7

Il presente volume è stato pubblicato con il contributodel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara

INDICE

Tabula gratulatoria IX

Pubblicazioni di Luigi Donati XI

“...vasellame nero chiusino...”Materiali per una storia del bucchero dell’area chiusinaStefano Bruni XIX

Le bucchero de Chiusi, une étonnante richesse et une forte spécificitéJean Gran-Aymerich 1

Un kyathos di bucchero da Tolle (Chiusi)Adriano Maggiani 19

Il kyathos della tomba 232 della necropoli di Tolle.Un contributo alla classificazione del più antico bucchero chiusinodecorato a stampoAlessandro Maccari 41

Nota su alcuni calici di bucchero da Tolle (Chianciano Terme)Giulio Paolucci 51

Alla ricerca delle “regole del gioco” nei buccheri a cilindretto chiusini:un nuovo motivo processionaleAndrea Martelli 59

Il «Maestro della Sfinge».Sull’inizio della decorazione a stampo nel bucchero tra Vulci e ChiusiLuca Cappuccini 79

Sui “foculi” con set di vasi in bucchero chiusino. Nuovi dati sulla funzione alla luce del rinvenimento dalla tomba 500 di TolleLaura Ambrosini 99

VI “LAUTUS ERAT TUSCIS PORSENA FICTILIBUS”

La “Bottega della Maschera Umana”:Una tomba a camera chiusina (loc. Fornaci di Marcianella) e qualcheconsiderazione sulla produzione dei foculi in buccheroMaria Angela Turchetti 131

I buccheri del Molinello di AscianoElisabetta Mangani 183

A torto ritenute chiusine. Su una coppia di anfore stamnoididel Museo Archeologico di Firenze Stefano Bruni 205

Medusa-Potnia Theron nella produzione etrusca dell’orientalizzante e dell’arcaismoGiovannangelo Camporeale 247

Il piatto su alto piede. Nota su una forma di buccherodell’Etruria settentrionale internaMaria Chiara Bettini 265

“Lautus erat tuscis Porsena fictilibus”

TABULA GRATULATORIA

Luciana Aigner Foresti ViennaLaura Ambrosini RomaFederica Aminti FirenzeJean Gran-Aymerich ParigiGiovanna Bagnasco MilanoGilda Bartolini RomaMartin Benz BonnLuigi Beschi GreciaMaria Chiara Bettini FirenzeMarisa Bonamici PisaLarissa Bonfante New YorkMaria Bonghi Jovino MilanoPietro Bruni DicomanoStefano Bruni FirenzeGiovannangelo Camporeale FirenzeLuca Cappucini Firenze Loredana Capuis PadovaAlessandra Coen UrbinoGiovanni Colonna RomaRichard Daniel De Puma Iowa CityFilippo Delpino RomaLuciana Drago RomaMarkus Egg MainzValter Fattorini FirenzePaul Fontaine BruxellesPaolo Giulierni CortonaElisabetta Govi BolognaGruppo Archeologico Dicomanese DicomanoSybille Haynes OxfordMaurizio Harari PaviaHenner von Hesberg RomaLucia Lepore FirenzePaolo Liverani RomaFulvia Lo Schiavo Roma

X “LAUTUS ERAT TUSCIS PORSENA FICTILIBUS”

Alessandro Maccari SarteanoAdriano Maggiani FirenzeElisabetta Mangani RomaMarinella Marchesi BolognaAndrea Martelli ChuisiAnnadanuta Marx ScandicciVittorio Mascelli FirenzeMaurizio Michelucci FirenzeHeide Mommsen StuttgartAllessandro Naso RomaClaudia Noferi FirenzeLaura Paoli FirenzeGiulio Paolucci Chianciano TermeRaffaella Pierobon NapoliChiara Pizzirani BolognaFriedhelm Pravon TübingenAnnette Rathje CopenhagenChristoph Reusser ZürichSandra Ristori EmpoliEsther Rogmans LeidenLisa Rosselli PisaMaurizio Sannibale AricciaGiuseppe Sassatelli BolognaRosalba Settesoldi Campi BisenzioElizabeth Jane Shepherd RomaStephan Steingräber RomaSimonetta Stopponi PerugiaPietro Tamburini BolsenaMario Torelli PerugiaMaria Angela Turchetti FirenzeJean Macintosh Turfa Lansdale, PAGiovanni Uggeri FirenzeBouke L. van der Meer LeidenGuido Vannini Firenze

Deutsches Archaelogisces Institut Bibliothek - RomaDipartimento di Scienze Beni Culturali - Università degli Studi di ViterboDipartimento di Studi Umanistici - Università degli Studi di FerraraIstituto di studi sulle civiltà italiche e del mediterraneo antico (ISCIMA) - Roma

PUBBLICAZIONI DI LUIGI DONATI

Buccheri decorati con teste plastiche umane - zona di Vulci, «Studi Etruschi», XXXV, 1967, pp. 611-632.

Vasi di bucchero decorati con teste plastiche umane - zona di Chiusi, «Studi Etruschi», XXXVI, 1968, pp. 319-355.

Vasi di bucchero decorati con teste plastiche umane - zona di Orvieto, «Studi Etruschi», XXXVII, 1969, pp. 443-462.

Recensione del volume di L. Banti “Il mondo degli Etruschi”, ed. 1969, «Atene e Roma», 1969, pp. 29-31.

Frammento di bucchero con rappresentazione di cavalieri, «Studi Etruschi», XXXIX, 1971, pp. 307-311.

Ager Volcentanus: Saturnia, «Rivista di Epigrafia Etrusca, Studi Etruschi», XXXIX, 1971, pp. 356-357.

Ceramica etrusca ellenistica con ornati vegetali. Il “Gruppo delle Bacche” di Tarquinia, «Archeo- logia Classica», XXVIII, 1976, pp. 88-98.

Skyphoi chiusini di bucchero con anse piatte, «Studi Etruschi», XLV, 1977, pp. 85-108.

Casa b, in Roselle, gli scavi e la mostra, Pisa, s.d. [1978], pp. 41-45.

Saggio i, in Roselle, gli scavi e la mostra, Pisa, s.d. [1978], pp. 45-49.

Buccheri grigi stampigliati di una bottega rosellana, in Roselle, gli scavi e la mostra, Pisa, s.d. [1978], pp. 49-51.

Pozzetto a, in Roselle, gli scavi e la mostra, Pisa, s.d. [1978], pp. 51-54.

Ceramica orvietana arcaica con fregi ornamentali, «Atti e Memorie dell’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”», XLIII, 1978, pp. 3-49.

Sfingi con braccia nell’arte etrusca orientalizzante ed arcaica, in Studi per Enrico Fiumi, Pisa, 1979, pp. 47-60.

Recensione del volume di L. Bonfante “Etruscan Dress”, «Studi Etruschi», XLVI, 1978, pp. 623-628.

XII “LAUTUS ERAT TUSCIS PORSENA FICTILIBUS”

(con M. Michelucci) La Collezione Ciacci nel Museo Archeologico di Grosseto, Roma, 1981.

Un nuovo tipo di coperchio antropoide a Saturnia, in Studi di Antichità in onore di Guglielmo Maetzke, Roma, 1984, pp. 273-279.

The Antiquities from Saturnia in the University of California Museum at Berkeley, «Atti e Me-morie dell’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”», NS XXXV, 1984, pp. 3-43.

Documenti e materiali di Saturnia nel Lowie Museum di Berkeley, in Quaderni de La Ricerca Scientifica, CNR, 1985, pp. 473-480.

Tarquinia. Poggio Gallinaro, tomba a fossa n. 8, in L’Etruria Mineraria, catalogo della mostra Portoferraio-Massa Marittima-Populonia 1985, Firenze-Milano, 1985, pp. 74-81.

Massa Marittima. Lago dell’Accesa. Instrumentum domesticum, in L’Etruria Mineraria, cata-logo della mostra Portoferraio-Massa Marittima-Populonia 1985, Firenze-Milano, 1985, pp. 131-166.

Massa Marittima. Lago dell’Accesa. La necropoli dell’area B, in L’Etruria Mineraria, catalo-go della mostra Portoferraio-Massa Marittima-Populonia 1985, Firenze-Milano, 1985, pp. 175-177.

Buccheri, in Case e Palazzi, catalogo della mostra Siena 1985, Firenze-Milano, 1985, pp. 131-132.

Recensione del volume di S. Stopponi “La tomba della Scrofa Nera”, «Studi Etruschi», LII, 1986, pp. 554-557.

Bucchero, in Artimino (Firenze). Scavi 1974. L’area della Paggeria medicea: relazione prelimi-nare (a cura di G. Capecchi), Firenze, 1987, pp. 82-97.

Ceramica etrusco-corinzia, in Aa.Vv., Artimino (Firenze). Scavi 1974. L’area della Paggeria medicea: relazione preliminare (a cura di G. Capecchi), Firenze, 1987, pp. 98-100.

Ceramica fine a decorazione lineare, in Aa.Vv., Artimino (Firenze). Scavi 1974. L’area della Paggeria medicea: relazione preliminare (a cura di G. Capecchi), Firenze, 1987, pp. 100-102.

Roselle (Grosseto). - Le ceramiche di due pozzetti in roccia sulla collina settentrionale, «Notizie degli Scavi», 1984-5, [1988], pp. 69-94.

Le Tombe da Saturnia nel Museo Archeologico di Firenze, Firenze, 1989.

Il patrimonio disperso. Reperti archeologici sequestrati dalla Guardia di Finanza. Catalogo del-la Mostra di Piombino 1989, Roma, 1989, p. 79, n. 88; p. 80, n. 89; p. 81, nn. 90-91; p. 86, n. 102; p. 94, n. 113.

Roselle, Collina nord, quadrati E 7 e F 7/8, «Studi Etruschi», LV, 1989, pp. 488-491.

PUBBLICAZIONI DI LUIGI DONATI XIII

La casa di Roselle, «Archeologia Viva», Anno IX, n. 9, pp. 24-31.

L’Atelier delle Rosette, «Studi e Materiali», VI, 1991, pp. 82-99.

Roselle: la casa con impluvium, «Studi e Materiali», VI, 1991, pp. 340-341.

Considerazioni su un’oinochoe da Ullastret, in La presencia de material etrusco en la peninsula Ibérica (a cura di J. Remesal e O. Musso), Atti del Convegno, Barcelona 24-27 aprile 1990, Barcelona, 1991, pp. 577-585.

Rappresentazioni etrusche della capra e del cervo di tipo “scita”, in Miscellanea etrusca e italica in onore di Massimo Pallottino, «Archeologia Classica», XLIII, 1991, pp. 919-937.

Dalla Plumpe- alla Schnabelkanne nella produzione ceramica etrusca, in La civiltà di Chiusi e del suo territorio, Atti del XVII Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Chianciano Terme, 28 maggio - 1° giugno 1989, Firenze, 1993, pp. 239-263.

Necropoli orientale. Tomba 4, in Museo Archeologico di Massa Marittima (a cura di G. Campo-reale), Firenze, 1993, pp. 89.

Necropoli orientale. Tomba 5, in Museo Archeologico di Massa Marittima (a cura di G. Campo-reale), Firenze, 1993, pp. 89-90.

Populonia. Località Poggio della Guardiola, «Studi Etruschi», LVIII, 1993, pp. 606-607.

La Casa dell’Impluvium. Architettura etrusca a Roselle, Roma, 1994.

Doro Levi e l’Etruria, in Mnemeion. Ricordo triestino di Doro Levi. Atti della giornata di studio, Trieste, 16 maggio 1992, Roma, 1995, pp. 87-90.

Poggio Civitella (Comune di Montalcino, Siena), «Studi Etruschi», LXI, 1996, pp. 469-471.

Roselle, in Enciclopedia dell’Arte Antica, Suppl. II, vol. V, 1997, pp. 182-186.

La ceramica grigia arcaica di Iasos, «Rassegna di Archeologia», 14, 1997, pp. 223-236.

Le necropoli. Tomba 5, a camera, in L’abitato etrusco dell’Accesa (a cura di G. Camporeale), Roma, 1997, pp. 390-396.

Le necropoli. Tomba 4, a cassone, in L’abitato etrusco dell’Accesa (a cura di G. Camporeale), Roma, 1997, pp. 405-406.

Sul simposio etrusco: osservazioni in margine al restauro di un rilievo chiusino, in In memoria di Enrico Paribeni, Roma, 1998, pp. 153-168.

Roselle. Dagli Etruschi all’età romana, in Roselle. Guida al parco archeologico (a cura di F. Nico-sia e G. Poggesi), Siena, 1998, pp. 29-31.

Roselle. La Casa dell’Impluvium, Roselle. in Roselle. Guida al parco archeologico (a cura di F. Nicosia e G. Poggesi), Siena, 1998, pp. 64-68.

Ancora sulla “Casa dell’Impluvium” di Roselle, «Archeologia Classica», L, 1998, pp. 337-342.

XIV “LAUTUS ERAT TUSCIS PORSENA FICTILIBUS”

Gli Etruschi su Poggio Civitella, «Archeologia Viva», Anno XVII, n. 68, 1998, pp. 64-69.

(con A. Parrini), Resti di abitazioni di età arcaica ad Adria. Gli scavi di Francesco Antonio Bocchi nel Giardino Pubblico, in Protostoria e storia del “Venetorum angulus”, Atti del XX Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Portogruaro-Quarto d’Altino-Este-Adria, 16-19 ottobre 1996, Pisa-Roma, 1999, pp. 567-614.

Poggio Civitella (Montalcino, Siena), From Etruscan Village to Fortress, in Classical Archaeo-logy towards the third millennium. XVth International Congress of Classical Archaeology, Amsterdam, 1998, pp. 84-85.

Excavations at Poggio Civitella (Montalcino, Siena) 1993-1998, «Etruscan Studies, Journal of the Etruscan Foundation», 6, 1999, pp. 145-161.

Sull’Heroon di Iasos, «Parola del Passato», LIV, 1999, pp. 316-332.

Architettura civile, sacra e domestica, in Gli Etruschi, catalogo della mostra Venezia, Palazzo Grassi, 20 novembre 2000 - 26 aprile 2001, Milano, 2000, pp. 313-333.

(con R. Luti, P.L. Aminti, E. Pranzini), Ricerche sul territorio di Roselle per l’individuazione degli approdi esistiti dall’età etrusca a quella moderna, «Science and Technology for Cul-tural Heritage», 9, 2000, pp. 15-65.

Clelia Laviosa, «Studi Etruschi», LXIV, 2001, pp. 359-360.

Gli Etruschi e la Corsica, in Gli Etruschi fuori d’Etruria (a cura di G. Camporeale) Venezia, 2001, pp. 272-277. (Edizione inglese: The Etruscans outside Etruria. The J. Paul Getty Mu-seum, Los Angeles 2004, pp. 274-279.

(con L. Ceccarelli), Poggio Civitella (Montalcino, Siena). Le ricerche sull’insediamento etrusco, «Rassegna di Archeologia», 19 B, 2002, pp. 9-43.

Vèra da pozzo, in L’acqua degli dei. Immagini di fontane, vasellame, culti salutari e in grotta, catalogo della mostra, Montepulciano, 2003, p. 59.

(con A. Parrini), Epinetra nel Delta Padano. I ritrovamenti di Adria e Spina, in L’Alto e Medio Adriatico nel VI e V sec. a.C., Atti del convegno di Adria, Pisa-Roma, 2003 («Padusa», XXXVIII N.S.), pp. 139-160.

(con L. Ceccarelli), Poggio Civitella (Montalcino, Siena), Le campagne di scavo 1993-2000, in Ilcinensia. Nuove ricerche per la storia di Montalcino e del suo territorio, Atti del convegno di studi, Montalcino, 19 maggio 2001, Roma, 2004, pp. 11-36.

(con M. Martinelli), Dallo scavo alla ricostruzione virtuale. Architetture etrusche civili e sacre, «Arkos. Scienza e restauro delle architetture», 6, 2004, pp. 31-45.

Una fortezza di confine, «Archeo», Anno XX, n. 11, 2004, pp. 42-51.

(con S. Rafanelli), Il sacrificio nel mondo etrusco, in Thesaurus Cultus et Rituum Antiquorum, I, 2004, pp. 138-186.

PUBBLICAZIONI DI LUIGI DONATI XV

(con F. Aminti et Alii), Indagini sulle attività metallurgiche espletate nel villaggio etrusco di Poggio Civitella (Montalcino, Siena), in Riassunti delle comunicazioni del III Congresso Na-zionale AIAr “L’Archeometria in Italia: la Scienza per i Beni Culturali”, Bressanone 2004, Padova, 2004, pp. 159-160.

La coppia di figure sedute incise sui cinerari biconici: gli esempi di Tarquinia, in Dinamiche di Sviluppo delle Città nell’Etruria Meridionale: Veio, Caere, Tarquinia, Vulci, Atti del XXIII Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Roma-Veio-Cerveteri/Pyrgi-Tarquinia- Tuscania-Vulci-Viterbo, 1-6 ottobre 2001, Pisa-Roma, 2005, pp. 371-382.

(con G. Poggesi et Alii), Prato-Gonfienti: Un nuovo centro etrusco sulla via per Marzabotto, in Culti, forma urbana e artigianato a Marzabotto. Nuove prospettive di ricerca. Atti del Con-vegno di Studi, Bologna, 3-4 giugno 2003, Bologna, 2005, pp. 433-435.

(con F. Aminti), Una sofisticata “carbonaia” etrusca con annesso impianto metallurgico a Poggio Civitella (Montalcino), «Science and Technology for Cultural Heritage», 15 (1-2), 2006, pp. 29-40.

Il cosiddetto “Plutone”, in Chiusi Siena Palermo. Etruschi. La Collezione Bonci Casuccini, ca-talogo della mostra, Siena e Chiusi, 21 aprile - 4 novembre 2007, Siena 2007, pp. 335-336.

(con F. Aminti), Una “carbonaia” e un impianto metallurgico a Poggio Civitella, «Studi Etru-schi», LXXI, 2007, pp. 253-263.

(con L. Cappuccini), Gavorrano (GR). Santa Teresa, «Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana», 2/2006 [ma 2007], pp. 506-509.

Anatolian Contributions to Etruscan Culture, «Human Evolution», 22, 2007, pp. 139-143.

Recensione del volume di M. Cavalieri, Dei, eroi ed offerenti. La collezione dei bronzetti etrusco-italici del Museo Archeologico Nazionale di Parma, Bruxelles-Roma 2006, «Revue Belge de Philologie et d’Histoire», 84, 2007, pp. 202-203.

Presentazione del volume di M. Martinelli, Spettacolo e sport in Etruria, Firenze, 2007, pp. 13-14.

Materiali dimenticati. Memorie recuperate. Restauri e acquisizioni nel Museo Archeologico Nazionale di Chiusi (a cura di M. Iozzo), Chiusi, 2007, pp. 42-45.

(con L. Cappuccini), Poggio Civitella: la fortezza ellenistica e le testimonianze cultuali nel sito, in La città murata in Etruria, Atti del XXV Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Chiusi-Montalcino-Sarteano, 30 marzo - 3 aprile 2005, Pisa-Roma, 2008, pp. 221-244.

(con L. Cappuccini), Aristocrazie Agricoltura Commercio. Etruschi a Santa Teresa di Gavorra-no, catalogo della mostra di Gavorrano, Viterbo, 2008, pp. 1-174.

(con L. Cappuccini), Gavorrano (GR). Santa Teresa, «Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana», 3/2007 [ma 2008], pp. 679-682.

XVI “LAUTUS ERAT TUSCIS PORSENA FICTILIBUS”

(con L. Cappuccini), Poggio Civitella, in Montalcino. Fondazione Musei Senesi. Guide / 7, Cinisello Balsamo-Milano, 2008, pp. 20-29.

L’etrusco con gli orecchini, in Etruria e Italia preromana. Studi in onore di Giovannangelo Cam-poreale (a cura di S. Bruni), Pisa-Roma, 2009, pp. 319-326.

(con L. Cappuccini), Poggio Civitella: considerazioni sull’abitato arcaico, «Studi Etruschi», LXXIII, 2009, pp. 31-51.

(con G. Barbieri e S. Vilucchi), Montalcino (SI). Allestimento e apertura al pubblico della Sezio-ne Archeologica dei Musei e dell’area di Poggio Civitella, «Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana», 4/2008, Firenze, [2009], pp. 753-755.

(con L. Cappuccini), Gavorrano (GR). Mostra “Aristocrazie Agricoltura Commercio”, «No-tiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana», 4/2008, Firenze, [2009], pp. 763-765.

(con L. Cappuccini), Postazioni per segnali luminosi a Punta Ala?, «Journal of Ancient Topo-graphy», XIX, 2009, pp. 381-388.

Il ruolo di Chiusi nella cultura di Arezzo, in Arezzo nell’antichità (a cura di G. Camporeale e G. Firpo), Roma, 2009, pp. 105-111.

(con L. Cappuccini), Roselle, Poggio Civitella, Santa Teresa di Gavorrano: realtà abitative a confronto, in Etruskisch-italische und römisch-republikanische Häuser, Studien zur antiken Stadt, 9 (a cura di M. Bentz e Ch. Reusser), Wiesbaden, 2010, pp. 137-172.

Roselle, in Gli Etruschi delle città. Fonti, ricerche e scavi (a cura di S. Bruni), Cinisello Balsamo, Milano, 2010, pp. 132-137.

Saturnia, in Bibliografia Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle isole tirreniche, diretta da G. Nenci-G. Vallet, XVIII, Pisa-Roma-Napoli, 2010, pp. 410-428.

Ai confini del territorio chiusino: il caso di Poggio Civitella, in L’Étrurie et l’Ombrie avant Rome. Cité et territorie. Actes du colloque international. Louvain-la-Neuve, 13-14 febbraio 2004, [2010], pp. 83-102.

Doro Levi a Chiusi e Chianciano, in Grandi archeologi del Novecento. Ricerche tra Preistoria e Medioevo nell’Agro Chiusino, Collana Toscana Beni Culturali, 13, 2010, pp. 33-35.

Guglielmo Maetzke a Sarteano, in Grandi archeologi del Novecento. Ricerche tra Preistoria e Medioevo nell’Agro Chiusino, Collana Toscana Beni Culturali, 13, 2010, pp. 101-104.

Ager Saenensis: Poggio Civitella, «Rivista di Epigrafia Etrusca, Studi Etruschi», LXXIV- MMVIII, [2011], p. 258.

La pesca in Etruria, in Thesaurus Cultus et Rituum, Troisième niveau (Occasions et circumstan-ces des activités cultuelles et rituelles), 2011, pp. 388-394.

PUBBLICAZIONI DI LUIGI DONATI XVII

Considerazioni sul Poggio di Moscona (Roselle), in Il ruolo degli oppida e la difesa del territorio in Etruria: casi di studio e prospettive di ricerca (a cura di F. Cambi), «Aristonothos» 5, 2012, pp. 311-346.

Le rappresentazioni della oinochoe a becco nell’arte etrusca arcaica, in Interpretando l’antico. Scritti di archeologia offerti a Maria Bonghi Jovino, Milano 2012 (ma 2013), pp. 237-257.

Agora: the fountains and the Archaic period, in Iasos e il suo territorio. Cinquanta anni della Missione Archeologica Italiana di Iasos, Atti del Convegno Internazionale Istanbul, 26-28 febbraio 2011, Roma, 2013, pp. 21-36

Sulla capanna che ha preceduto la Casa dell’Impluvium di Roselle, in Scritti in memoria di Fran-cesco Nicosia, Firenze, 2013, pp. 67-72.

Su una coppa di bucchero a cilindretto al Museo di Torino, in Δόσις δ’oλίγη τε φίλη τε. Studi per Antonella Romualdi, Firenze, 2013, pp. 289-297.

Aux origines de la technique de l’estampage au cylindre à Caere, in Les potiers d’Étrurie et leur monde: contacts, échanges, transferts. Hommages à Mario A. Del Chiaro, Paris, 2014, pp. 191-199.

In corso di stampa

Town and countryside in archaic Etruria: Comparing dwelling realities, in Housing and habitat in the Mediterranean World: responses to different environments. International Archaeo-logy Conference organized by the Centre for Archaeology and Ancient History, Monash University, Prato 29 giugno - 1 luglio 2011, in corso di stampa.

Il simposio “all’etrusca” ad Aleria, in La Corsica e Populonia. La Corse et Populonia, Atti del XXVIII Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Bastia-Aléria-Piombino-Populonia, 25-29 ottobre 2011, Roma, in corso di stampa.

LE BUCCHERO DE CHIUSI, UNE ÉTONNANTE RICHESSEET UNE FORTE SPÉCIFICITÉ

Jean Gran-Aymerich

Longtemps Paris a été un observatoire propice aux études étruscologiques et aux synthèses1. En ce qui concerne la céramologie, le musée du Louvre, le Cabinet des Antiques de la Biblio-thèque nationale et le Musée national de la céramique à Sèvres rassemblent un riche échantillon-nage de vases étrusques dont l’étude a été et reste toujours fructueuse. Par ailleurs, le Musée de Saint-Germain-en-Laye possède une belle série de vases protohistoriques italiques réunis pour faciliter les recherches comparatives. L’essentiel de ces collections de poteries étrusco-italiques et grecques était en place à la fin du XIXe siècle, date à laquelle «on constate qu’à Paris seule-ment, le nombre des monuments exposés au public dépasse le chiffre respectable de 8,000»2. Sous l’impulsion de Léon Heuzey, conservateur des Antiquités orientales et de la Céramique antique, Edmond Pottier a fait des vases antiques du Louvre le laboratoire idéal pour envisager l’ensemble de la science céramographique3. Après la publication des catalogues qui sont toujours de référence4, le projet culmine avec la création du programme international du Corpus Vaso-rum Antiquorum en 1922, parrainé par l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres5.

Le Louvre se fixe alors pour but la présentation globale des vases antiques qui doit assurer la base de l’enseignement et de la recherche céramographiques. Edmond Pottier procède au remaniement complet de l’ancien fonds de la galerie Charles X et de la collection Campana. Les collections fusionnées sont désormais exposées en onze salles, au premier étage de la Cour carrée côté Seine6. L’éminent céramologue déclare ouvertement que le choix d’une méthode de classement est particulièrement délicat et «qu’un système de groupement en exclut néces-sairement beaucoup d’autres qui auraient, eux aussi, des avantages sérieux»7. Le plan adopté repose sur un double principe de classification, géographique et chronologique. Cependant, la très grande majorité des vases dont dispose le Louvre ne fournissent pas de données précises sur

1 Je tiens à exprimer ma vive satisfaction à participer à ce recueil d’hommages offert à notre collègue et ami Luigi Donati. Nous avons l’un et l’autre beaucoup œuvré sur l’imagerie du bucchero et en une certaine occasion, lors d’un aparté dans une rencontre internationale, nous eûmes une vision fugace que nous ne sommes pas prêts d’oublier.

2 Pottier 1896, p. 12. 3 Pottier 1896, pp. 41-58: Comment s’est constitué la science céramographique, et pp. 11-40: À quoi sert un Musée

des vases antiques. 4 Pottier 1896, 1897, 1899. 5 Voir en particulier: Gran-Aymerich 2007, pp. 227-232, 868-869, 1073-1075. 6 Les salles ont été désignées de A à M et les vases ont reçu une numérotation spéciale. Pottier 1896, p. 65, pl. I:

A-H pour la galerie Campana, I et J «étant omis pour laisser place aux deux salles de verrerie, peinture et petits marbres antiques qui pourront éclairer la série céramique», K-M correspondent aux salles de vases à l’emplacement de l’ancienne Galerie Charles X.

7 Pottier 1896, p. 66.

2 LE BUCCHERO DE CHIUSI, UNE ÉTONNANTE RICHESSE ET UNE FORTE SPÉCIFICITÉ

le contexte de découverte. Pour l’ensemble de la collection Campana, on sait seulement qu’il s’agit du résultat de fouilles entreprises dans les nécropoles d’Étrurie méridionale, principale-ment à Caeré mais aussi Vulci, Tarquinia, Véies, et pour l’Étrurie interne dans les nécropoles de Chiusi et son territoire.

E. Pottier porte une grande attention à l’apparition et à l’évolution des classes céramiques, à l’origine et aux transformations suivies dans leur fabrication. Cet objectif est présent tout au long de la rédaction de ses Études sur l’histoire de la peinture et du dessin dans l’Antiquité8. Ainsi s’expliquent le choix et la progression des vases de la salle C, destinés à illustrer la longue évolution du bucchero italico et du bucchero nero en Étrurie. Et il conclut ainsi: «Mais qu’est-ce que tout cela, si ce n’est le mélange nécessaire des diverses influences … L’impasto des âges précédents se transforme en bucchero»9.

La fabrication: impasto, bucchero fin, bucchero épais ou pesante

Les vases d’impasto tourné résultent de l’amélioration technique de l’impasto modelé de l’âge du Fer, notamment par l’adoption de la roue de potier, et depuis les travaux d’Oscar Montelius, d’Edmond Pottier et de Paolo Mingazzini, on considère comme acquis que les vases fins d’impasto tourné assurent la continuité entre l’impasto non tourné et le bucche-ro10. Ainsi les vases d’impasto grossolano, impasto depurato, impasto sottile, seraient suivis de l’impasto nero-lucido o buccheroïde, du bucchero sottile ou fin, du bucchero lucido, moyen ou de transition, du bucchero pesante ou épais et du bucchero comune. Cette séquence chronologique d’évolution technique, parallèle aux changements de destination et de fonction des vases, est acceptable dans ses grandes lignes et peut servir pour une orientation générale mais s’avère trop schématique pour la datation précise d’un objet pris individuellement.

Alors qu’en Étrurie méridionale, à Caeré, les vases d’impasto buccheroïde du début du VIIe siècle sont rapidement suivis par le bucchero fin dans un contexte historique et artistique très innovant, par contre en Étrurie septentrionale, les catégories traditionnelles perdurent. Au VIe siècle se généralise partout en Étrurie la production du bucchero épais, mais c’est désormais en Étrurie interne que l’on observe de nombreuses innovations, principalement à Chiusi. La mul-tiplication des vases en bucchero épais est attestée par des séries très standardisées sans décor ou au décor très limité, mais aussi par des pièces de prestige abondamment ornées de reliefs moulés. Le terme de bucchero épais, bucchero pesante, a été longtemps synonyme de bucchero chiusino, car traditionnellement on rattache ces vases à la cité et au territoire de Chiusi. Au-jourd’hui, «bucchero épais» sert à désigner les séries lourdes et à l’aspect robuste du bucchero, indépendamment de leur centre de fabrication.

8 Il s’agit du sous-titre même de son Catalogue des vases antiques: Pottier 1896, 1899. 9 Pottier 1896, p. 314. Étaient exposés dans la salle C pas moins de 723 vases, catalogués en trois catégories

(Pottier 1896, pp. 292-309): l’impasto des tombes à puits, l’impasto des tombes à fosses, C1 à C102 (Pottier 1896, pp. 329-337), le bucchero des tombes à chambre, C103 à C723 (Pottier 1896, pp. 337-354). Au centre trônaient des jarres d’impasto à engobe rouge et au décor estampé.

10 Montelius 1895; Pottier 1896; Mingazzini 1930. Voir à ce sujet: Gran-Aymerich 1982, pp. 19, 23, 37-38; Tamburini 2004.

JEAN GRAN-AYMERICH 3

Les vases à reliefs estampés et moulés

Le bucchero et plus précisément les vases à reliefs ont été collectionnés et publiés dès les XVIIe-XVIIIe siècles à partir des trouvailles faites dans les nécropoles de Chiusi et de l’Étrurie interne et ces collections furent longtemps le principal sinon le seul témoignage des vases noirs étrusques11. Le développement des fouilles en Étrurie maritime et la découverte à Cerveteri des plus anciennes et plus variées fabrications de bucchero ont fait perdre aux vasi chiusini leur primauté. Actuellement, l’étude des vases dans les tombes du VIIe siècle progresse sur le terri-toire de Chiusi12, parallèlement aux découvertes faites en contexte d’habitat13.

La couleur sur les vases en bucchero, qu’elle soit peinte ou incrustée, demeure un sujet en suspens et en particulier parmi les vases à reliefs14. En revanche, la multiplication de décors plastiques de faciès toreutique est clairement perçue pour le bucchero comme l’une des réa-lisations les plus caractéristiques des Étrusques. Les inscriptions et les signes gravés, les repré-sentations figurées incisées et celles en relief sont très abondantes sur les vases en bucchero et constituent un fonds iconographique et documentaire immense.

Le bucchero épais multiplie les séries de vases décorés avec les possibilités répétitives que permettent les reliefs obtenus mécaniquement. Il s’agit d’une part des reliefs estampés avec un sceau, plaqué ou déroulé, et d’autre part des reliefs obtenus à partir d’un moule sur lequel on comprime la paroi du vase ou à partir duquel on obtient des plaquettes collées à la barbotine15. Ces différents procédés pour obtenir des reliefs figurés ont connu un grand développement en Étrurie interne, mais leurs antécédents semblent se trouver parmi les nombreuses expériences réalisées en Étrurie méridionale, tout comme pour les figurines en ronde bosse16.

Les vases à reliefs tracés à main levée, estampés et moulés sont connus en Étrurie maritime à Caeré, Tarquinia et Vulci, mais sans parvenir à la surproduction et à la surabondance baroque des décors d’applique que l’on constate pour les vases de Chiusi17. À Caeré, les vases à reliefs

11 Tusa 1951; Barni, Paolucci 1985; Paolucci 2004; Id. 2007; Becker, 2008; Camporeale 2007. Mar-tha 1889, chap. Les vases de bucchero nero, pp. 462-478, 24 pièces en bucchero (fig. 295, 301-322), dont 22 sont des vases à reliefs et un seul du musée du Louvre (fig. 32, notre fig. 4).

12 Martelli, Nasorri 1998 (2000); Rastrelli 1998; Paolucci 1998 (2000), pp. 11-26.13 Del Verme 1998 (2000); Gastaldi 1998 (2000); Paolucci 1998 (2000), pp. 173-192; Moretti Giani,

S. 1998 (2000); Gastaldi éd. 2009; Martelli 2009; Cappuccini 2011.14 Gran-Aymerich 1995, pl. 1, premier essai de restitution de la couleur rouge sur le bucchero à décor incisé et

pointillé. Pour la couleur sur les vases en bucchero épais et reliefs estampés de Caeré: Gran-Ayerich 1982, pl. 39, fig. 26-27, pour les premières analyses des pigments, p. 81-85; voir aussi Gran-Aymerich 1995, pl. 4-5. Parmi les vases à décor moulé, voir l’hydrie de la collection Casuccini, certaines retouches en rouge et vert seraient en partie modernes: Catalogue Sienne 2007, p. 269, fig. coul. V.4. Voir aussi: Paolucci 1997, p. 108, n° 16, kyathos (de Tarquinia), et deux amphores avec chevaux ailés en relief sur la panse et retouches en blanc et rouge, de la tombe Pedata 20, datées du troisième quart du VIe siècle: Paolucci, Rastrelli 1999, pp. 58, 125, n. 20.12-13.

15 Pour une vision générale: Actes Milan 1990, en particulier Gran-Aymerich 1993a, pp. 91-99, voir aussi Id. 1995.

16 Gran-Aymerich 1972; Id. 1976; Id. 1999; Id. 2005; Bruni 1989; Sciacca di Blassi 2003.17 Au XIXe siècle, de nombreux vases à reliefs ont subi des montages abusifs, pasticci. Pour le moins, des éléments

plastiques étrangers ont été ajoutés et les vases recouverts d’une épaisse couche de vernis noir. Pour un exemple de démon-tage: Gran-Aymerich 1982, pl. 44, fig. 33, pp. 91-92, ici notre fig. 1; Voir aussi: Bruni 2002, p. 37, note 55; Sanni-bale 2003.

4 LE BUCCHERO DE CHIUSI, UNE ÉTONNANTE RICHESSE ET UNE FORTE SPÉCIFICITÉ

estampés et moulés sont représentés par trois formes sorties des ateliers à un grand nombre d’exemplaires et avec de nombreuses variantes: amphores avec reliefs sur les anses plates, oe-nochoés avec reliefs sur l’attache de l’anse et calices à caryatides aux supports recouverts de reliefs18. Parmi les poteries caractéristiques de Caeré, il faut aussi signaler les jarres et les bas-sins-braseros d’impasto à engobe rouge et ornés de reliefs estampés19.

La diffusion régionale d’objets, le jeu d’influences entre ateliers et les transferts culturels et des personnes sont des sujets fort débattus. Si la règle générale admise pour le bucchero est la diffusion d’objets et de procédés à partir de Caeré vers Tarquinia et Vulci, puis de ces villes vers Orvieto et Chiusi, voire de Caeré directement à Chiusi20, des actions en retour sinon même des phénomènes inverses semblent possibles. Cette question a été posée pour les rap-ports Tarquinia-Orvieto, ou encore pour les liens Tarquinia-Chiusi, mais elle pourrait être posée encore pour les rapports Tarquinia-Caeré et Tarquinia-Vulci. Ainsi, certains vases à re-liefs de Tarquinia ont été considérés comme un effet d’influence de l’Étrurie interne21. Nous avons par le passé évoqué plusieurs cas particuliers de vases moulés à Caeré, comme l’amphore Calabresi du Vatican qui représente la légende de Troïlos22. Nous avons rappelé aussi le cas de l’oenochoé de Hanovre avec scènes de jeux et celui de l’oenochoé du Louvre avec scène de banquet23. La présence à Chiusi d’un alabastron décoré d’un triple masque de femme en relief près de l’embouchure est identifiée comme une importation ou du moins une influence directe de Vetulonia24. L’action en retour à ce courant semble attestée par un canthare caractéristique de Chiusi découvert à Vetulonia25.

Chiusi un centre créateur majeur

La richesse des tombes orientalisantes de Chiusi est connue par les dépositions de bronzes, d’orfèvrerie, d’ivoires et de vases en bucchero fin au décor incisé géométrique, aux reliefs mo-delés à main levée et aux palmettes pointillées en éventail de la deuxième moitié du VIIe siècle. Ces vases en bucchero fin de production locale, ou pour certains d’importation, sont examinés dans les publications récentes comme pour l’ensemble de Poggio alla Sala26. Quant aux vases à reliefs moulés, ils apparaissent au début du VIe siècle et se multiplient rapidement sous la forme

18 Pour les amphores: Gran-Aymerich 1982, pl. 28-41, pp. 68-87. Pour les oenochoés avec masques: Gran-Ay-merich 1992, pl. 38-39, 95-98. Pour les calices: Capecchi, Gunnella 1975.

19 Respectivement: Serra Ridgway 2010; Pieraccini 2003.20 Banti 1969, p. 217; Camporeale 1977; Rasmussen 1979, p. 157; Gran-Aymerich 1993b.21 Batignani 1965, pp. 313-315; Camporeale 1972b, p. 149; Id. 1974b.22 Gran-Aymerich 1980, p. 405, fig. 2; Id. 1988, p. 48; Id. 1999, p. 394, fig. 6; Sciacca, Di Blasi 2003,

pp. 159-169, avec bibliographie.23 Pour l’oenochoé de Hanovre: Giglioli 1935, pl. 51.4. Pour l’oenochoé du Louvre: Gran-Aymerich 1988,

p. 50; Id. 1992, pp. 102-103, pl. 41.4-5, fig. 35-36.24 Camporeale 1981, pl. LXXXVI, a-b; Catalogue Florence 1985, p. 163, n° 6.39.7.25 Camporeale 1981, p. 396. 26 Catalogue Cortone 1992; Paolucci 1998 (2000), pp. 11-26; Minetti, 1998 (2000); Id. 2004.

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de réalisations souvent très particulières27.Le bucchero de Chiusi présente en général des sur-

faces luisantes, «savonneuses», et une épaisseur rela-tivement importante des parois. La production évolue au début du VIe siècle vers des vases aux dimensions importantes, certaines  amphores, hydries et oeno-choés atteignant 30-40 cm de hauteur et 50-60 cm de diamètre. Une partie des vases en bucchero épais des anciennes collections présente des surfaces d’un noir terne sous des encaustiques modernes, qui souvent masquent des restaurations abusives et des éléments plastiques surajoutés (Fig. 1)28. La plupart du temps il s’agit d’un bucchero gris noir peu compact dont les analyses physico-chimiques mettent en évidence des modifications dans la fabrication par rapport au pre-mier bucchero noir29.

Des vases en bucchero épais et avec reliefs sem-blables à ceux de Chiusi ont été produits dans une grande partie de l’Étrurie interne et septentrionnale. Les séries les plus communes pourraient être de pro-duction locale30, tandis que les vases les plus richement décorés ou aux formes particulières proviendraient des ateliers de Chiusi31. Les vases avec registres estampés de Chiusi offrent de nombreuses compositions nar-ratives. Ces décors au sceau-cylindre se caractérisent par l’absence de motifs encadrant en haut et en bas les registres, par les figures au contour imprécis et par leur relief arrondi32. On compte de nombreuses études consacrées aux collections et aux décors de plusieurs modèles de formes33 et de diverses séries de motifs34. Parmi les motifs particuliers figurent les personnages à tête animale, rares dans le monde étrus-que, dont l’un des plus connus est le célèbre «Anubis», de l’oenochoé conservée à Palerme35.

27 Rastrelli 1993, pp. 122-125.28 Gran-Aymerich 1982, p. 41, fig. 33, pl. 44. 29 Gran-Aymerich et alii 1985; Burkhardt 1991, pp. 58-64, 105, 119, 124, 128 et 134.30 Caffarello 1993, p. 313; Gran-Aymerich 1993b; Tamburini 2004.31 Grifoni 1997, p. 452; Capponi, Ortenzi 2006.32 Scalia 1968, p. 357; Camporeale 1970, p. 197.33 Sunkowsky 1953; Camporeale 1962; Pecchiai 1967; Batignani 1965; Cimino 1986; De Puma 1976;

Id.1986; Donati 1977; Id. 1993; Paolucci 1991; Id. 1997.34 Donati 1968; Valentini 1969; Bruni 1988; Cappuccini 2007.35 Giglioli 1935, pl. LIII; Tusa 1956, pp. 147-152; Batignani 1965, pp. 307-308; Camporeale 1968,

pp. 28-31, pl. IVb; Catalogue Sienne 2007, pp. 128-129, fig. coul.

Fig. 1. Amphore délivrée des reliefs d’ap-plique surajoutés au XIXe siècle, musée du Louvre, Paris (C619).

6 LE BUCCHERO DE CHIUSI, UNE ÉTONNANTE RICHESSE ET UNE FORTE SPÉCIFICITÉ

Un personnage à tête animale analogue, associé à un cavalier et un oiseau en vol, figure sur une oenochoé du musée du Louvre (Fig. 2a-b)36.

Les boutiques de Chiusi ont exporté leur production vers des centres importants de l’Étru-rie interne où elles ont exercé une forte influence. Parmi les centres périphériques ayant produit de tels vases en bucchero, on compte Solaia, près de Sarteano, Murlo, Castelnuovo Berardenga et Asciano37. Cortone constitue un cas d’étude bien particulier pour ce qui est des vases en bucchero et ses rapports avec Chiusi, si l’on considère d’une part les découvertes faites dans cette cité et d’autre part les collections conservées au Museo dell’Accademia.

Les trouvailles céramiques, impasto et bucchero, à Cortone intra muros restent très spo-radiques38. Les nécropoles par contre ont livré de très beaux vases à la Camucia et au second tumulus du Sodo. Les pièces de ces tombes princières présentent pour la plupart des caracté-ristiques communes au bucchero de Chiusi, et sont considérées sinon comme des importa-tions, tout au moins comme des productions très proches. Une remarquable exception à Chiusi comme à Cortone est celle de certains vases de la fin du VIIe siècle qui semblent correspondre à des importations d’Étrurie méridionale, Véies ou Caeré39. Les services les mieux attestés dans les tombes de Cortone correspondent à ceux de Chiusi, comme pour le présentoir-brasero à

36 Gran-Aymerich 1992, pl. 43, fig. 40, p. 107.37 Banti 1969, p. 225; Catalogue Sienne 1985, pp. 157-159, n° 4.21-23, pp. 161-162; Mangani 1991, p. 60;

Id. 1993, p. 422, fig. 1, pl. I-VI, p. 431; Id. 1994, p. 39, fig. 23; Camporeale 2000, p. 323.38 Neppi Modona 1977; Camporeale 2000, pp. 324-330.39 Pour la forme oenochoé: Catalogue Cortone 1992, p. 67, fig. 30; Catalogue Francfort 1988, p. 288,

fig. 35. Pour le calice: Catalogue Cortone 1992, p. 67, fig. 31; Catalogue Francfort 1988, p. 288, fig. 36.

Fig. 2a. Oenochoé dérestaurée et remontée, musée du Louvre (C641).Fig. 2b. Id. détail du motif principal décorant la panse du vase.

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caisse rectangulaire et masques en relief accompagné de petits vases et objets. Certaines œuvres en bucchero de Cortone sont assez particulières et semblent de production locale. Cela semble être le cas pour une amphore monumentale aux anses repliées biforées et un couvercle à pom-meau en forme de quadrupède, tous deux ornés de scènes estampées au sceau-cylindre40, ou encore le très peu ordinaire support à fines baguettes et la coupe-calice avec anses horizontales au milieu de la vasque en grand tronc de cône inversé ornée de registres au sceau-cylindre41. Plusieurs expositions et le nouveau musée de Cortone ont révélé un grand nombre de vases en bucchero rattachés à Chiusi42.

Le Museo dell’Accademia etrusca de Cortone, fondé en 1727, conserve une remarquable collection de vases en bucchero dont la plupart sont de Chiusi ou de provenance régionale43. Cet ancien fonds détient des pièces très remarquables, comme le présentoir-brasero de dimen-sions exceptionnelles qui est décoré d’un registre de figures en relief représentant une compo-sition narrative.

Une création originale en bucchero: le présentoir-brasero

Cette forme du bucchero épais, communément désignée par le terme focolare, est exclusive de Chiusi et de son aire d’influence; elle est connue sous sa version rectangulaire ou circulaire, décorée sur le bord et sur les parois de masques et figures plastiques, et datée au milieu et dans la deuxième moitié du VIe siècle44. On trouve ce conteneur associé à un service d’objets en bucchero de petites dimensions: godets, palettes, cuillères, louches, spatules, plaquettes, et l’ensemble est considéré d’usage funéraire45.

La forme circulaire avec anses verticales se rapproche des braseros d’impasto et pourrait correspondre à la même fonction de réchaud à température modérée. Le terme souvent em-ployé de piatto ansato ou vassoio privilégie la fonction liée à la présentation de petits objets et denrées. Pourtant, une partie des pièces circulaires comporte un fond convexe apte à se poser sur un lit de cendres (Fig. 3)46. À partir du service d’une tombe de Chiusi, conservée à Chicago, on a proposé de placer l’un de ces présentoirs sur un support cylindrique, qui est lui aussi une

40 Neppi Modona 1977, pl. IXa; Catalogue Cortone 1992, p. 40, fig. 15, pl. IV; Catalogue Francfort 1988, p. 296, fig. 52, pl. coul. p. 74.

41 Support: Neppi Modona 1977, pl. VIIIc; Catalogue Cortone 1992, p. 104, fig. 6. Coupe-calice: Monte-lius 1895, pl. 174, fig. 3; Neppi Modona 1977, p. 73; Catalogue Cortone 1992, p. 41, fig. 16.

42 Catalogue Francfort 1988; Catalogue Cortone 1992; Iozzo 2007; Iozzo, Galli 2008.43 Catalogue Cortone 1985; Id. 1996, p. 7; Id. 2005.44 La forme du présentoir-brasero est aussi bien attestée à Orvieto: Bianchi Bandinelli 1925, pp. 301, 326, 532;

LEVI 1935, pp. 101, 104, 109-110, 132, 141; Donati 1968, p. 336-338, 344, 351; Capponi, Ortenzi 2006, pp. 339-347, fig. n° 390-394.

45 Milani 1903, p. 33; Cristofani 1976a, n° 126, et de Cortone n° 193; Id. 1976b; Catalogue Sienne 2007, p. 130, 138, fig. coul. Voir pour une brève synthèse sur la présence de cette forme en habitats et son usage: Capponi, Ortenzi 2006, p. 339.

46 Notre fig. 3 du Louvre (C634). Donati 1968, n° 116, 119 (du Louvre: Cles-Reden 1955, fig. 37), p. 339, pl. LXXV, f, masques gr. BI; n° 207-208, p. 344, pl. LXXVIIId, masques gr. BII; n° 269, p. 352, masques gr. D; Catalogue Florence 1985, p. 163, n° 6.39.4, fig. p. 164. Vers 560-530.

8 LE BUCCHERO DE CHIUSI, UNE ÉTONNANTE RICHESSE ET UNE FORTE SPÉCIFICITÉ

création du bucchero épais de Chiusi47. La forme circulaire avec anses horizontales re-pose en général sur un fond plat et plusieurs pieds bas48.

La forme rectangulaire présente une caisse quadrangulaire soutenue par quatre ou six pieds, certains en forme de griffes, qui peut atteindre des dimensions importantes49. On remarque toujours deux robustes anses laté-rales et une large échancrure trapézoïdale sur l’un des grands côtés (Figg. 4-6)50. Ces récep-tacles sont ornés de masques d’applique aux

quatre angles, parfois aussi sur les côtés, et des reliefs sur les parois (masques, lions, sphinx...)51. Un seul exemple nous est connu qui présente une scène narrative, celui qui est conservé au Mu-seo dell’Accademia de Cortone52 (Fig. 7). À première vue, il ressemble à une plaque de terre cuite recuite et noircie, mais selon toute vraisemblance, il s’agit bien des fragments démontés de la première restauration d’un présentoir-brasero rectangulaire en bucchero53. Plusieurs éléments recollés correspondraient au côté ininterrompu de la caisse, aux dimensions plus grandes que la moyenne. Les reliefs des figures semblent bien moulés et non pas modelés à main levée, mais il faudrait procéder à un examen approfondi. Le registre est compris entre deux métopes lisses et le tout est encadré par des bandeaux droits. En commençant par la gauche, on trouve deux couples assis l’un après l’autre sur une banquette, tournés à droite et soulevant de petits objets (flacons, fruits, collier); d’un troisième groupe également orienté à droite, on reconnaît un drapé de tissus et un personnage soulevant un flabellum.  La dernière composition est partiellement conservée: il s’agit d’un personnage de plus grandes dimensions, assis et tourné vers les groupes précédents. Cette composition narrative, unique dans le contexte des braseros en bucchero, a ses plus proches parallèles parmi les scènes figurées au sceau-cylindre des vases en bucchero et peut se comparer avec les scènes figurées de certaines plaques architecturales moulées54.

47 Pour Chicago: De Puma 1986, p. II, pl. 20a-b, fig. 16, p. 62. Pour l’exposition au Musée de Florence d’un bassin-bra-sero possé sur un support cylindrique: Martha 1889, p. 471, fig. 309.

48 Donati 1968, p. 336, n° 75, pl. LXXVf, masques gr. BI. Vers 560-530.49 Jusqu’à 73 cm de longueur, 43 cm de largeur et 31 cm de hauteur.50 Fig. 4-6 du Louvre, le premier (C651) mesure 55 cm de long et 28 de haut: Martha 1889, fig. 322, p. 477;

Pottier 1897, p. 33; Donati 1968, n° 88. Catalogue Cortone 1992, p. 82 fig. et n° 62; Catalogue Francfort 1988, pp. 306-308, fig. 77; Catalogue Hambourg 1997, pp. 318-320, fig. 77; Catalogue Sienne 2007, p. 138.

51 Donati 1968, n° 66, p. 337, (musée du Louvre C 651), aux quatre angles masque de femme du gr. BI, n° 85-87, pl. LXXVIb, masques du gr. BI, n° 204, pl. LXXVIIIc, masques du groupe BI, n° 218, avec masques du groupe BIII. Vers 560-530.

52 Cette pièce a été longtemps exposée dans la salle XII, vitrine 1. Le Catalogue Cortone 1996, p. 34, en fait mention mais sans description ni illustration. Mesures approximatives: long.: 80cm; haut.: 30cm.

53 Les angles du fragment principal présentent des perforations et des traces d’agrafes d’une restauration moderne. Plusieurs fragments, non jointifs, exposés ensemble pourraient correspondre au même objet: pieds en forme de griffes de félin et reliefs d’applique en forme de têtes de bélier et de palmettes.

54 Pecchiai 1967; Scalia 1968; Camporeale 1972a; Id. 1972b.

Fig. 3. Présentoir-brasero circulaire, musée du Louvre (C634).

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Fig. 4. Présentoir-brasero rectangu-laire, musée du Louvre (C551).

Fig. 5. Présentoir-brasero, musée du Louvre (S4088).

Fig. 6. Présentoir-brasero, musée du Louvre (S4089).

Fig. 7. Registre figuré, présentoir-brasero, Museo dell’Accademia, Cortone.

10 LE BUCCHERO DE CHIUSI, UNE ÉTONNANTE RICHESSE ET UNE FORTE SPÉCIFICITÉ

Une création originale du bucchero de Chiusi et l’œuvre d’un faussaire du XIXe siècle

Parmi les premières collections de vases en bucchero à reliefs moulés, on remarque de nombreuses restaura-tions abusives et des montages arbitraires, pasticci. C’est le cas par exemple pour deux vases du Musée national de Copenhague, une oenochoé en forme de poisson et une oenochoé dont la panse est occupée par un visage de femme55. Nous avons eu l’occasion d’enquêter à propos du premier de ces deux cas et d’examiner la dérestau-ration réalisée sur l’une des deux oenochoés en forme de poisson conservées au musée du Louvre: (Fig. 8) au masque de femme (C717) (Figg. 9-12) au masque bar-bu (C718). On connaît une demi-douzaine de vases de cette forme étrange: la panse est formée d’un cylindre en forme de corps de poisson, est cerclée de larges lamelles et présente un masque humain à l’avant; trois nageoires dressées soutiennent le vase sur lequel sont encastrés le col et l’anse d’une oenochoé56. Tous les exemplaires qui ont été examinés de près montrent des traces de montage

et sont couverts d’une épaisse couche d’enduit noir57. Les deux vases “poisson” du Louvre sont entrés avec la collection Campana, en 1862, et sont de facture moderne, l’un avec masque de femme et l’autres avec masque d’homme barbu. Le démontage de ce dernier révèle clairement qu’il s’agit d’un pastiche, le corps étant constitué d’un agglomérat mosaïqué de petits fragments de bucchero noyés dans un ciment grisâtre recouvert à l’extérieur d’enduit noir (Figg. 9-12). Le col, l’embouchure et l’anse d’oenochoé sont les seules pièces authentiques et ont été adaptés à coups de râpe. Aucun de ces vases-poissons n’ayant été jusqu’ici reconnu comme authentiques, il s’agirait d’un cas exceptionnel de forme inventée par les faussaires au XIXe siècle58. Néanmoins, les fouilles du tumulus II du Sodo à Cortone ont livré un fragment de vase plastique en bucchero qui semble correspondre à une queue d’oiseau … ou peut-être de poisson59.

55 Blinkenberg, Friis Johansen 1937, pl. 214; Batignani 1965, p. 301, n° 125.56 Pour une première approche générale de ces vases: Camporeale 1974a.57 À Florence, Museo archeologico, de Chiusi: Camporeale 1974a, p. 119, n° 2, pl. XXXI.2, XXXII.3; Martha

1989, fig. 310. Lieu de conservation inconnu: Noël Des Vergers 1862, pl. XVII.3; Camporeale 1974a, p. 119 n° 5 et n° 6, il pourrait s’agir d’un même objet. À Copenhague, Nationalmuseet, de Cortone: Camporeale 1974a, p. 119, n° 4, pl. XXXI.3, XXXII.2; Blinkenberg, Friis Johansen 1937, pl. 214.7. À Paris, Louvre C717, coll. Campana: Cam-poreale 1974a, p. 119, n° 3, pl. XXXI.1, XXXII.1; Pottier 1896, p. 352, masque de femme. À Paris, Louvre C718, coll. Campana: Camporeale 1974a, p. 119, n° 1; Pottier 1896, p. 352, Id. 1897, p. 34, pl. 28, masque d’homme, ce vase a été démonté au Louvre en 1982; seul le col, l’embouchure et l’anse appartiennent à une forme identifiable comme du bucchero.

58 Le modèle pourrait être la femme-poisson du char en bronze de Castel San Mariano: Martha 1889, fig. p. 513; WITTE 1865, p. 52 et dans Annales de l’Institut archéol. XXIV, pl. G; Bruni 2002, p. 36, note 53 avec bibliographie.

59 Catalogo Cortona 1992, p. 158, fig. n° 15. Bucchero nero-grigiastro. Haut.: 3; long.: 4. Ce fragment est décrit comme: parte posteriore del corpo di un galletto plastico, a tutto tondo.

Fig. 8. Oenochoé-poisson au masque de femme, musée du Louvre (C717), mon-tage du XIXe siècle.

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Fig. 9. Oenochoé-poisson au masque d’homme, musée du Louvre (C718), dé-montée.

Fig. 10. Id. L’intérieur du corps, fragments de bucche-ro noyés dans un ciment (à l’extérieur enduit noir).

Fig. 11. Id. Vue externe du masque d’homme. Fig. 12. Id. Vue interne du masque d’homme.

12 LE BUCCHERO DE CHIUSI, UNE ÉTONNANTE RICHESSE ET UNE FORTE SPÉCIFICITÉ

La diffusion sur de longs parcours des vases à reliefs figurés

La présence de vases en bucchero sur les longs circuits méditerranéens est connue dès l’ex-trême fin du XIXe siècle par les découvertes de Marseille et de Carthage. Pourtant, ce n’est que récemment que l’on a identifié, parmi ces exportations, des vases étrusques à reliefs figurés. Les exemples reconnus à Marseille s’identifient aux vases de Caeré de la première moitié du VIe siècle: il s’agit d’une oenochoé en bucchero robuste décorée sur l’attache supérieure de l’anse de masques de lion, d’une tasse en bucchero à Maschera umana et d’un bassin-réchaud d’im-pasto avec engobe rouge décoré au sceau-cylindre60.

Quant aux vases à reliefs de Chiusi, ils ne sont clairement attestés hors de son territoire que par une diffusion régionale en Étrurie interne et septentrionale ou par des pièces qui at-teignent très exceptionnellement les villes étrusques du littoral. Les travaux à Florence ont permis d’identifier, dans la nécropole de via Strozzi, un caractéristique présentoir-brasero en bucchero avec décor de masques en relief certainement importé de Chiusi. Il s’agit d’un des rares exemples de ces objets très particuliers qui ait été exporté à une si longue distance61.

Deux cas très exceptionnels de diffusion de vases en bucchero avec reliefs estampés ont été signalés au nord des Alpes, mais correspondent à des trouvailles sporadiques qui restent suspectes en attente d’une confirmation ou de nouvelles découvertes. Il s’agit des trouvailles signalées pour Lauriacum à Enns, près de Lorch sur le haut Danube, et pour le Alte Gleisberg, près d’Iéna en Thuringe62. Par ailleurs, aucun des très exceptionnels signalements de vases en bucchero dans l’hinterland celtique n’a été jusqu’ici confirmé63.

Chiusi et le haut archaïsme dans l’hinterland étrusqueMême si Chiusi est située en Étrurie septentrionale, sa position centrale dans la vallée du

Chiana a favorisé ses relations à la fois vers l’Étrurie tyrrhénienne, vers la vallée du Tibre (voir l’épisode de Porsenna à Rome), et en direction de la plaine padane et l’Europe continentale (voir l’épisode d’Arruns et les Gaulois). Malgré l’éloignement des ports maritimes, les objets d’importation sont nombreux à Chiusi et peuvent prendre un caractère exceptionnel, comme pour le vase François. Cette cité s’est largement étendue au-delà de son enceinte et a multiplié des ateliers qui ont assuré une forte production. De son dynamisme innovant au VIe siècle témoignent les ivoires et les vases de bucchero que nous venons d’évoquer.

60 Pour l’oenochoé en bucchero avec masques en relief de Marseille (Bourse) et l’imitation en céramique grise de l’oppidum de Saint-Marcel: Gran-Aymerich 1995d, p. 73, pl. 11.1-2; Id. 1998, p. 219, fig. 2a-2d, fig. 9; Id. 2004, fig. 12-13; Id. 2006a, fig. 4, 6; Id. 2006b; Id. 2008; Id. 2009. Pour la tazza a maschera umana en bucchero de Marseille (rue de la Cathédrale): Id. 2006a, fig. 5. Pour le bassin-réchaud décoré au sceau-cylindre de Marseille (îlot de la Madeleine): Gran-Aymerich s.p.

61 Camporeale 2000, p. 317, pl. 314.62 Rupprechtsberger 1982; Simon 1999, p. 83, fig. 19, pp. 63-64, fig. 3-4 ; Gran-Aymerich 2006b; Id.

2008; Id. 2009.63 Gran-Aymerich 1998, pp. 231-232; Hase 1998, fig. 1, p. 313, la carte Verbreitung etruskischer Buccherokera-

mik situe pour information ces trouvailles extrêmes, ainsi que les vases en bucchero de Saxon-Sion, Meurthe-et-Moselle, France (calice) et de Koscielec en Pologne (canthare) qui sont des découvertes tout aussi improbables; Camporeale 2001, pp. 102-129.

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[email protected] - www.edizioniets.comFinito di stampare nel mese di dicembre 2014