Attestazioni di culti orientali

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esperie Studi di storia del col le/ioni sino e della storiografia artistica Rivista telematica semestrale L'ORIENTE NEL COLLEZIONISMO Roma 2012, fascicolo I Universltatta

Transcript of Attestazioni di culti orientali

esperie

Studi di storia del col le/ioni sinoe della storiografia artistica

Rivista telematica semestrale

L'ORIENTE NEL COLLEZIONISMO

Roma 2012, fascicolo I

Universltatta

IHorti Hesperidum

Studi di storia del collezionismoe della storiografia artistica

Rivista telematica semestrale

L'ORIENTE NEL COLLEZIONISMO

atti del WorkshopII collezionismo di antichità classiche e orientali nella

formazione dei musei europei(frascati, Scuderie Aldobrandini, 13-14 dicembre 2010)

a cura di BEATRICK PALAIA VENETUCCI

Roma 2012, fascicolo I

Universltalia

Il pivsenff volumi.1 riproduce il fascicolo I dell 'anno 2012 Lidia rivista telcmatic.iSCITI entrale Horli Hesperidiu?/. Studi di storia del collezionismo e della stari sarà fi a artìstica.

Cluni reda/ìonalc: !''ilippo Spalatura

Diruttore responsabile: C \R\Il.l.oOcuill 'lMlComitati} di redazione: Ci.u PIO C \ s i l . l J . i : n I, MARCO MO//.O,

I I . \RI \ Yu.muA K. GKNOVKSKAutorix/axione del tribunale di Ruma n. ÌI5/2U1H del 14 luglio 2 i l l l t

Sito internet: \v\v\v.horti-hespendum.com/

La rivista è pubblicata sotto il patrocinio di

Università degli Stadi di Roma "L'or Vergata "Dipartimento Beni Culturali Musica e Spettacolo

Serie monografica: ISSN 2239-4133Rivista Telematica: ISSN 2239-4141

PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA€> Copyright 2012 - Universltalia - Roma

ISBN 978-88-6507-286-8

A norma della legge sul diritto d'autore e del codice civile è vietata la riproduzione diquesto libro o parte di esso con qualsiasi mc//o, elettronico, meccanico, per mexxodi fotocopie, microfilm, registrazioni o altri».

INDICE

BKATKICK P \] ,MA VKNI 'TUOCI, Editoriale,

PEDRO RODidGUEZ OUVA, O4wirà«Rfde los itglos XI 7 al X\ en Màlaga 15

MARIA GRA/IA PICOX/,I, Aeg\ptiaca delle col/elioni Vìtelksdn

e I 'erospi tra X\-'l! e X\ secolo, .... .. . 67

JOSKBN.TRAN FORTES,JOSÉ RAMÓN LOPEZ RODRÌGUEZ/ Ustoria de las coleaiones del Museo arqueológico de Sevilla, 95

MARIA MANCIALKSTA, Gusto esotico nelle collezioni Estensifra antico e moderno 127

R( ìSI-lU .A CARI X )KI, L'Oriente egli acquisti del MuseoPÌo-Clementìno. li ruolo dei fornitori, dei mediatori e dei restauratori,,, 151

SlMf >M-: CAl'C )CASA, Gli Aegjptiaca della collezione Palagi. 175

J( )iu;i'; GARCÌA SANCÌ II;/, La arqueologia dedmonónica espanolaen próximo Oriente, entre la emdidón y el colecàonìsmo 193

MARIA GRA/IA MAR/1, Alcuni doni dei consoli italiani in Greciaalle Gallerìe fiore/itine all'inizio dell'I ìnifà d'Italici 221

RJCARDO OtMOS, TfeNIDAD TORTOSA, ìli orientalismo através de los viajes y la esca/tura ibèrica eri el trànsito del sigio

XIXalXX,....'.. _ _ _ _ _ 245

279

Gì-ORIA MORA, Antigìiedades, repmducdones y falsos en las colecdoneseclécticas madrìlenas de fìnes del sigio XIX. IU'Museode josé I^j^aro Guidiamo y olros casos, .. 291

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ATTESTAZIONI DI CULTI E RINVENIMENTIDI ANTICHITÀ ORIENTALI TRA LE VIE APPIA E LATINA

NEL TERRITORIO DI BO1/7LL/1E E CASTRIMOENIUM

GIULIA Rocco

Nel settore compreso tra la via Appia e la via Latina, a partiredall'Vlll miglio circa, un'area corrispondente al territorio diBomllae e Castrìmoenium', il quadro offerto dalle attestazioni sia diculti orientali, che semplicemente di oggetti che riproduconoiconografie e motivi associabili alla sfera della religiosità dimatrice esotica è assai significativo per varietà e consistenzadella documentazione (fig. 1).Si tratta, per la maggior parte, di materiali venuti alla luce nelcorso di scavi condotti non sempre in forma sistematica, di cuisi hanno notizie a partire dal 1700, con la conseguente

Desidero ringraziare, per l'autorizzazione allo studio ed il permesso adaccedere ai materiali, le dott.sse Rosanna Fnggeri, Rita Paris e Mina Roghi,per le loro pre/iose indicazioni e la possibilità di discutere molti aspetti diquesta ricerca la prof.ssa Giovanna Pisano, i dott. Alessandro Bedetti, ElisaFiore Marochetti, Andrea Pancotti, Massimiliano Valenti ed il sig. F.Brunelli. Alla gentile cortesia della contessa Carla Senni devo la possibilità diesaminare la statua egizia appartenente alla collezione di famiglia.1 Per il quadro generale riguardo al territorio antico e alla sua viabilità,DAICOVld 1930, p. 248 ss.; Quil.lCl 1978; Di', Rossi 1979, p. 19 ss.;M.\C;NK;R.\SSO 2010.

dispersione dei reperti, acquisiti da musei e collezioni private diRoma e dintorni ed all'estero. Le testimonianze sonorappresentate da resti monumentali, materiale archeologico edepigrafico e si cercherà di esaminarle tenendo conto della naturadei contesti e delle diverse fasi cronologiche cui possono esserericondotti.

Le aree di rinvenimento si collocano lungo i principali assistradali, rappresentati dalla via Latina, dal tracciato della anticavia Castrimoeniensis, dalla via Appia e su una serie di diverticoliantichi.

•1. Via Iantina.

Lungo un tracciato antico, che attraversava la via Latina al km2,7 delTAnagnina e piegava a SE verso la tenuta di Morena, traCasaletto e il Casale di Morena (fig. 1, 1), venne rinvenuta, nelcorso di scavi compiuti nel 1932 nella Vigna Gentilini, unastatua di Iside seduta, databile nella prima metà del I sec. d.C.2(fig. 2): reca la ruota e la cornucopia, caratteristiche della fusionesincretistica con Fortuna , ed è accompagnata da una sfinge oun cane, simbolo di Sirio, l'astro che annunciava la piena delNilo e attributo di Isìde-Sothis. Nell'area insistono le ville diGasai Morena4 e quella su cui ora sorge la torre di Morena,esistente già dal I sec. a.C.5, ed altre strutture antiche, tra cui unimpianto termale'1.

2 Roma, Museo Nazionale Romano inv, 113213; H. 36 cm. Di- ROSSI 1979,pp. 19,63 ss. (89), fig. 61.3 MALAISK 1972A, p. 179 ss. con bibl.; TRAN T.\ TlNH 1990, pp. 792-793,794-795; MAI.AISK 2000, p. 1 ss.; MAI.AISK 2004, p. 6 ss.; A] ,HI :RSMI:M. ;R2005-2006, p. 310 ss. Per Iside-Forruna v. anche TRAN T.\ T i N I I 1964, p.78 ss.; RAUSA 1997, pp. 136-137, 141, Per il simbolo della mota, o forsepiuttosto della phiale sulla statua al MNR, si veda il confronto con gli oggetticultuali dipinti sulla parete orientale del sacello nel peristilio della Casa degliamorini dorati di Pompci, SKIJJW 1992, pp. 40-46, taw. 250, 270-275.4 TOMASSIi'm IV, p. 145 ss., per l'area in generale; Di' ROSSI 1979, p. 98 ss.(103); NF.UDKCKKR 1988, p, 206 ss.5 Di-; ROSSI 1979, p. 59 ss. (75).f 'Dl-: Rossi 1979, p. 64.

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ANTICl HTA ORIENTALI TRA I.K V I I - ; APPI A I1', LATINA

Una scultura simile al Museo di Marino, di provenienza ignotama, come tutti i materiali confluiti nella collezione di PalazzoColonna, rinvenuta nel territorio circostante e databile al I sec.d.C. (fig. 3), pur priva di attributi specifici, potrebbe essereidentificata con Iside o Cibele', sulla base del confronto conesemplari analoghi", come quello ai Musei Vaticani"1. Il culto diCibele è, tra l'altro, documentato da una iscrizione dal Foro diCastrìmoenium con dedica alla Metter Deum ed anche a Eomllaeesisteva un sacello con un bosco di pini a lei consacrato ".Statue di piccole dimensioni di questo tipo è probabile avesserouna funzione votiva o di arredo sacro di sacelli e piccoli santuaridestinati alla devozione privata11, come il Serapide e la divinitàfemminile dal larario di Via Giovanni Lanza sull'Hsquilino, il cuiapprestamento originario è documentato dalle incisioni di LuigiRonci1", o le sculture dal santuario di Zeus Bronton lungol'Appia Pignatelli, nei pressi della villa dei Quintili11.

7 Marino, Museo Civico M. Mastroianni inv. 168263. IL 37 cm. Si vedanoCAl'l'IU.I.I 1989, p. 27, n° 7 e BKDiaTl 2010, p. 184.8 Cfr. anche quella al MN di Bucarest: BoRDKNAC! m 1968, p. 34, n° 48, tav.XXIII e ad Ameni, X'KRMASKRKN 1977A, p. 43, n° 151, tav. XCIII. Cfr. per imodelli classici utilizzati per queste figure in piccolo formato di destinazionevotiva, AC.NOI.I 2002, p. 115 ss., n° I. 30.tj Cfr. la statua di Cibele ai Musei Vaticani, YKKMASKRKN 1977B, pp. 67-68,n° 256; SlNN 2006, n° 173, p. 291 ss.1(1 Y. infra note 53 e 63.11 Per la funzione di queste statuette come offerte votive nei santuari o statuedi culto nei larari, ORR 1978, pp. 1581-82, 1587; YON HKSBKRCÌ 1981, p.1035; PKTRO<;i!K!I,OS 1992, pp. 40 ss., 60 ss. Per statue di Iside utilizzatecome decorazione di ninfei, cfr. quello a Roma nei pressi della chiesa di S.F.usebio, MAI.AISK 1972H, p. 178 ss.; VKRSIAJYS 2002, pp. 346-347. Per ilruolo dell'acqua nei culti ìsiaci, Wll.D 1981.12 Per la prima pubblicazione, VISCONTI 1885, p. 27 ss.; Iside 1997, p. 585,VI. 48, con bibl. prec. (ultimi decenni del II sec. d.C.). Per il larario v. infranota 72.n II culto di Iside era ivi associato a quello di altre divinità orientali, tra cuiCibele, cui in epoca tarda si affiancherà anche Mitra: ANNIBALDI 1935, p. 76ss., pp. 95-96, n° 28, fig, 18, per la statua di Cibele, p. 91, n° 19, per dueframmenti di un bassorilievo mitriaco; VlERMASEREN 1956, p. 237 ss., conbibl. prec; MALAISK 1972B, p. 233; PARIS, Pl ' / r r iNAU 2008, p. 190 ss.

liortiHesperidum, i l , 2012, 1 603

La statua di Iside dalla tenuta di Morena è un rinvenimentoisolato e non è quindi possibile precisarne la pertinenza ad uncontesto di culto privato o piuttosto ad un piccolo santuario,mentre le caratteristiche dell'iconografìa ed il suo piccoloformato tenderebbero a far escludere una sua funzione comesemplice arredo decorativo. La mancanza di altri materialiassociati e la vicinanza con gli impianti delle ville di GasaiMorena e della torre dì Morena potrebbero far propendere perla sua originaria collocazione in un ambito residenziale.Procedendo lungo la via Latina, nella villa dei Ccntroni14, èdocumentata l'esistenza di un mitreo (figg. 1, 2). Va localizzatoprobabilmente in uno degli ambienti del fronte SE della villa, inprecedenza utilizzato come cisterna e poi riadattato alla nuovafunzione'3. A testimoniarne l'esistenza vi sono una epigrafe conla raffigurazione di Sol Invictus che ne ricorda il restauro16 e unframmento pertinente ad un rilievo mitriaco a scene multiple digrandi dimensioni, che doveva illustrare la genesi del cosmo(fig. 4). Sulla lastra è incisa in alto la testa radiata di Helios, al disotto una stilizzazione dei raggi destinati ad illuminare la grottain cui Mitra uccideva il toro; nei pannelli laterali scenesovrapposte raffigurano la battaglia tra Zeus ed un giganteparzialmente emergente dal suolo, Saturno recumbente con latesta coperta da un velo e la nascita di Mitra dalla roccia1 .Inizialmente si era pensato ad una lastra di destinazionefuneraria, ma il confronto con il rilievo rinvenuto negli ambientisotterranei della villa dei Quintili e soprattutto quello da Piazza

14 TOMASSK1TI IV, p. 141 ss.; Di: ROSSI 1979, p. 70 ss. (101); Di M.V1TKO2002, p. 243 ss., con completa bibl. prec.; Di MviTI-O 2002-2003, p. 257 ss.'5 Di MAìTKO 2002-2003, pp. 297-298, figg. 49, 53, a-b, d.1(1 Di MATl'l'.O 2002-2003, p. 298, in particolare per la menzione ed il testodell'epigrafe con la rappresentazione di Sol Invictus che ricorda il restaurodel mitreo: "'A.ulacrum resiitutum dea Soli Invido acrafis speleuspatet-d\7 Collezione privata, 44 x 31 cm; Di', ROSSI 1979, pp. 97-98, fig. 145. Per le

raffigurazioni nei pannelli e la loro in terp re fazione, VERMASEREN I960, p. 63ss.;V[-RMASliRKN 1982, pp. 9 ss., 67 ss.; TURCAN 1989, p. 217 ss.18 TURCAN 1993, p. 109 ss.; PARIS. PKTTINALI 2008, p. 191, fig. 4. Per iframmenti di un rilievo mitriaco dal santuario di Zeus Bronton sulJ'AppiaPignatelli, v. supra nota 13. Per altri materiali con soggetti riferibili ai culti

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ANTIU 111 A OKII' .N 1AJ . I 1 KA 1,1', VIfc,AWiA 1'. L A M I N A

Dante sulI'Esquilino", scoperto in un ambiente utilizzato comeMitreo e lavorato in maniera simile, incidendo in negativo lefigure, Ìndica che si trattava dell'arredo di quel luogo di culto.La sequenza e le iconografie delle scene sono identiche a quellesu un rilievo da Nersae (Nursia), in Abruzzo, datato in base delladedica al 172 d.C.2", che si ripetono anche sull'affresco delMitreo di Marino del 200 d.C.21 e del Mitreo Barberini a Roma,databile al III secolo d.C.2. Dovrebbe quindi dipendere dalmedesimo modello, fornendo una interessante documentazionedella sua circolazione e, quanto meno in rapporto a Marino, untermine di riferimento generico per una datazione tra la fine delli e gli inizi del III secolo d.C. Il frammento riveste una certaimportanza, aggiungendosi alle rare attestazioni a Roma" e inItalia dei rilievi mitriaci a scene multiple, che trovarono inveceun'ampia diffusione in ambiente renano.Altre testimonianze di culti orientali provengono dall'area delCasale di Ciampino, oggi villa Senni, al confine tra il territorio diMarino e Grottaferrata (fig. 1, 3), all'altezza del decimo migliodella via Latina, ove doveva trovarsi la slatto di Ad Decimum, neipressi nell'antico mas Angusculanu^, La prima riguarda unipotetico mitreo, che sarebbe stato scoperto casualmente negliscavi effettuati nel 1888 in un luogo non determinato di villaSenni: le notizie della scoperta riportate dal Lugari menzionanoun ambiente sotterraneo, il cui ingresso era chiuso da tegole ed

orientali dalla villa dei Quintili, PISANO 2008, p. 199 ss.; PISANO 2009, p. 215ss." Musei Capitolini, inv. 1205; Vl'RMASKRKN 1956, p. 159, n° 350, fig. 98;LAVACiNi ; 1974, p. 489 ss., fig. 5; Voi.l.KOMMKR 1992, p. 602, n° 177, tav.346.2(1 LAVAC.NI', 1974, pp. 491-492, fig. 6; VKRMASKRKN 1982, p. 15 ss., tav. 20.21 YKRMASKRKN 1982, p. 9 ss., per l'esame delle scene in rapporto al MitreoBarberini, pp. 17 ss., 37 ss. per la cronologia22 Vl-RMASI-RI ' .N 1982, pp. 12 ss., 39 ss.21 Oltre a quello dall'Esquilino citato, con bibl. in nota 19, si veda anchequello dai pressi di Ostia: YKRMASKRKN 1956, p. 146, n° 321, fig. 88;LAVAGNE 1974, p. 489,24 Sull'area QUIL1U 1978, p. 137 ss., tav. IV; Dli ROSSI 1979, p. 160 ss,;

-y. MARTINI-:/ 2006, p. 20 ss.; PANCOTTI 2011, p. 132 ss.

i {orti Hespeiidum, II, 2012, 1 605

i. ROCCO

accessibile mediante una scala, con un bancone a sinistra e al cuiinterno fu rinvenuta una piccola ara25. Recenti studi potrebberoin realtà suggerire una diversa in terpre fazione dei restimonumentali, identificabili forse con una parte dell'ipogeo delleGhirlande, appartenuto a membri della famiglia degli Aelnttii,per via delle coincidenze topografiche e della identificazionedell'ara scoperta nel 1888 con quella di C. Aebutius Romanusconservata a villa Senni, che riporterebbe quell'ambiente aiproprietari dello stesso sepolcro26 e quindi ad una suadestinazione funeraria.Nella vigna Gentilini, corrispondente all'attuale terreno che sistende a SE di villa Senni2', fu rinvenuta una statua acefala, digranito o diorite nera2", di cui si ha notizia dal 1898 nellacollezione della famiglia Senni (fig. 5): raffigura non Iside, comeproposto nella sua presentazione preliminare, bensì undignitario, addossato ad un pilastrino quadrangolare e vestito diuna corta tunica su cui è gettato un lungo scialle sottile confrange alle estremità che fascia la figura, secondo una tipologia

25 TOMASSKITIIV, p. 156 ss.; DK Rossi 1979, p. 163 (121); Gì U N I KT ALII2005, pp. 246-247.2fl PANCO'ITI 2007, p. 54 ss.; P,\NCOTn 2011, p. 134, con disamina dellefonti relative agli scavi ed alle scoperte della fine dell'800 nel sito. Sullascoperta dell'ipogeo delle Ghirlande, Gì UNI KT Al.II 2005, pp. 246-257.27LANCIAN1 1886, p. 159;LANO.\NI 1905, pp. 133, 135ss.; ASIIBY1907, pp.130-131, per l'ubicazione della Vigna Gentilini ed i rinvenimenti ivieffettuati; Di' Rossi 1979, pp. 162, 169 ss., fig. 269; PANCOTM 2011, pp.132-134, in particolare nota 10, per una possibile provenienza della statuadalla struttura tagliata durante la costruzione della galleria di Ciampino, in cuisarebbero stati scoperti anche gli ex voto fittili. TOMASSKTM, IV, p. 158riferisce che una statua simile dovrebbe provenire dalla Vigna Gentilini, masecondo il De Rossi si tratterebbe della stessa statua, che già Tomasseftiricorda proveniente dalla villa Ciampini-Senni. Per altre statue egizie dalterritorio, v. nota 30. Gli ex voto sono ora conservati in parte nellacollezione della famiglia Senni, in parte nel Museo dell'Abbadia diGrottaferrata.28 H. conservata, 75 cm. Larg. 21 cm. Base: 24 x 16 cm. Un foroquadrangolare (mortasa) all'altezza delle spalle potrebbe suggerire che la testafosse stata lavorata a parte.

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ANTICI I ITAORII 'NTAI . ITRA] , ] ' V I I ' , AI'I 'IA I', LAI INA

frequente in età tolemaica29. Dalla stessa vigna Gentiliniproviene anche l'epigrafe funeraria con il nome di RufinusVinicitts Qpimianus, consul suffectus del 123 d.C, che dovevapossedere una villa nelle immediate vicinanze, prossima alsepolcro di famiglia, dato documentato anche dalla continuitànel medioevo del toponimo fìniANON-Opimanon-Oppinianum inquel sito1". Sebbene non si possa risalire alla destinazione dellascultura ed al suo contesto, tenuto conto del soggetto, vaconsiderata anche la sua possibile pertinenza all'arredo di unavilla, forse rifunzionalizzata per pratiche cultuali, come è statoproposto per la statua di Sethi I, la cosiddetta Faraonessa,rinvenuta nel vicino Borghetto (Castel Savelli) e recentementericongiunta con una testa acquisita nelle collezioni del MuseoBarracco, proveniente dallo stesso sito1 '. Opere egizie edegittizzanti di questo tipo non rivestivano probabilmente solo

-' Per il tipo cui appartiene la statua, Sì'RICKKR 1960, p. 29, fig. 23, 3;BlANCi I I 1978, p. 95 ss. Cfr. anche Iside 1997, p. 390, V.7; Ckopatra's Egypf, p.134, cat. n° 29 (50 a.C.) (R.S. BIANCHI); Ckopatra Regina rì'iigitto 2000, p. 250,IV. 24 e p. 131,11. 24.511 TOMASSl-rm IV, pp. 158-159, 266, 268 ss.; LANC1ANI 1905, pp. 141-142;V \ I , I : N T I 2003, p. 285 ss., nn. 592-599, 289, pp. 83-84, con bibl. ediscussione. Per il problema dell'identificazione della villa con quella di L.Funimlanus Vettontanus o piuttosto di Ruftnus \'imdus Qpimìanus, ipotesi per laquale sembra propendere VAIANTI 2003, pp. 73-74, e 83-84, condiscussione. Sul problema della distinzione tra questa villa all'altezza del Xmiglio della via Latina e quella a Borghetto-Castel Savelli, all'XI miglio circa,v. VAIANTI 2003, pp. 283 ss., nn° 581-583, con bibl., per la quale propone ilnome degli lavoleni Capitoni.i l TOMASSK'ITI IV, p. 326 ss.; VAI.KNTI 2003, p. 282, fig. 280, che proponecome possibile luogo di rinvenimento le due ville limitrofe al X e all'XImiglio della via Latina citate, p. 283 ss., nn° 581-583 e p. 285 ss., nn° 592-599 con bibl. e discussione. Per il rinvenimento anche CAl'Klorn VlTlO//,!2008, p. 50 ss., n° 33; CAPRiorn \TiTO//i 2010, pp. 40-45, per laricongiunzione del frammento al Museo Barracco con quello al Museo diGrortaferrata. Per il collegamento con la villa dei Funisulani Vettulli,CAPRIO'ITI Vl'lTO/./] 2009, p. 59 ss. VAIANTI 2003,p. 282, nota 773, riportache nel Castello di Borghetto sarebbe stata rinvenuta negli anni '80 una testadi basalto, donata al museo dell'Abbazia di Grottaferrata, di cui non vi è piùtraccia.

Hort; \\efyeridum. II, 2012, 1 607

una funzione decorativa, ma potevano anche contribuire aricreare una ambienfazione consona allo svolgimento di ritualiin onore di divinità orientali.

2. Via Castrìmoeniensìs.

Lungo il probabile tracciato dell'antica via Castrimoenùnsis, latestimonianza più significativa è rappresentata dal sacello dellavilla di Voconìus Po/Ho*2 (fig. 1, 4). L'ambiente XVIII, a NW, chesi affacciava sul giardino, era molto probabilmente dedicato alculto di Iside e Serapide . L'iscrizione dedicatoria del sacello,intitolato alle due divinità e recante anche il nome delproprietario della villa, Q.Voconius Poi/io^, è stata datata su baseepigrafica alla prima metà del II secolo d.C.Al sacello erano pertinenti anche una serie di antefisse, alcunerinvenute negli scavi del Lanciarli del 1882, che ne fece ancheuno schizzo15 (fig. 6, a-b), una confluita collezione di PalazzoColonna a Marino16 (fig. 6, e). Nel campo riproducono una

ì2 Sulla villa, l'area circostante ed i rinvenimenti, TOMASSKTIÌ IV, pp. 171 ss.,245 ss.; Di- ROSSI 1979, p. 190 ss. (173), con ampia bibl. prec.; NKUDHCKKK1988, pp. 37, 168 ss., con ampia bibl. prec.; Picoxxi 1990, pp. 33 ss., 57,nota 250, 252, con bibl.; GRANINO CliCliRK 1995, p. 375 ss., nota 46; TORO2001, pp. 147-182; BKKUKR, GATIKR, XlQUKT KT Al.ll 2001, pp. 17-25. Pergli schizzi del Lanciarli, BoNOCORK 2001, p. 255 ss. Per i nuovi scavi,Ciampino archeologica.•" MAJ.ALSK 1972H, p. 62,1, 1; MAI.AISK 1972A, pp. 362-366.34 Museo Nazionale Romano inv. 77296: FIORI-IJ,I 1884, p. 193; C!L, XIV,1, 2427; VIDMAN 1969, p. 242, n° 525; MALAISK 1972B, p. 62; GRANINOCHCKRK 2005, p. 206, n° 227, con bibl. prec.; Ciampino anheohgica, p. 7<J, cat.n° 19.15 Museo Nazionale Romano inv. nn° 11214, 11215, 11216; I-ÌORKJJ.I 1884,pp. 154-155, DI- ROSSI 1979, p. 195, fig. 297; MAJ.A1SK 1972W, p. 62, I, 1;BONOCORI- 2001, p. 265, f. 353; Ciampino archeologica, pp. 23, 80-81, n° 20,con bibl. prec.; pp. 82-83, per altre antefisse pertinenti al sacello.10 Marino, Museo Civico M. Mastroianni inv. 168255; CAPPI il ,U 1989, p. 23.La decorazione a bassorilievo su questa antefissa appare sologrossolanamente rifinita, affidando forse al colore una migliore definizione

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coppia di urei ai lati di un fiore di loto sormontato dal discosolare, rappresenta/ione che ricorda quella della coronafaraonica afef, sebbene la resa degli clementi figurati sia assaisemplificata, in particolare nel caso dell'esemplare di Marino, loschema iconografico della decorazione ricorda quello di alcuneantefisse conservate ai Musei Vaticani, datate al I sec. d. C., inun primo tempo ritenute di provenienza ostiense, ma poiconvincentemente riportate alla decorazione dell'IseoCampcnse, in base al confronto con un esemplare ivi rinvenutodal Kirchcr e disegnato da Cassiano dal Pozzo3 . Piùsignificativo è Ìl confronto con alcuni esemplari da Ostia,pertinenti ad un edificio di culto dell'età dei Severi dedicato adivinità alessandrine'".l'rammenti di lastre Campana documentano, anche prima del IIsecolo d.C., la presenza in quell'area di riferimenti a divinitàorientali: su alcune di esse compaiono infatti sfingi maschili efemminili (fig. 7, b) associate all'immagine di Bcs (fig. 7, a),secondo tipologie ben documentate in questa produzione4" (fig.7, c-d). Dalla villa proviene anche un numero consistente dilastre di età giullo-claudia a soggetto dionisiaco, probabilmente

dei dettagli o permettendo di ipotizzarne una sua collocazione meno in vistarispetto alle altre.17 L lvMBKK 1994, p. 195, n° 30, tav. 10, 2, con bibl. prec., in cui si sottolineail valore puramente ornamentale degli urei come decorazioni egittizzantì inambiente romano; Iside 1997, p. 236, nn° IV, 234, 235, con bibl. Cfr. anchequelli della Colle/ione Borgia al Museo Nazionale di Napoli, Iside 1997, p.235, nn° IV. 232-233, con bibl. prec. ENSOJJ 1998, pp. 420-427, per le fasisevcriane del complesso.w V U ; U K R I 1912, p. 133 ss., fig. 1; FLORIAM SOUAKCIAPINO 1962, p. 36,nota2;MAl,A[SKl972H,p . 86, n° 116.VJ inv. MNR 11112, 11082 e SBAL 144589. LANCIAN1 1884, tav. XVII-XIX,1; Rixxo 1976-77, gruppo 12, pp. 20, 24, p. 13, nota 43; HÀ'UBKR 1990, p.30, nota 61; MICI l i - M 2002, p. 106; per un nuovo ritrovamento di unframmento di lastra della stessa serie, Ciampino archeologica, p. 109, n° 46."' Per il tipo: VON Roi lDKN W i N N i ' N ' m 1911, pp. 164, fig. 315, 261, 274,tav. XLIV, fig. 307, 15; Doi./ANI 1975, p. 97 ss.; STRAX/UU.A 1990, p. 85ss. Cfr. anche la lastra da Roma, Campo V'erano, Ckopatra regina d'iigitto200(J,p. 245, IV. 18.

HortiHesperìdum, II, 2012, 1 609

. HOCCO

non del tutto estraneo rispetto ai temi esotici, tenuto conto dellaidentificazione, già dall'età ellenistica, di Dionysos conOsiride . Vi è poi anche un frammento di lastra Campana conscena nilotica42 (fig. 7, e). La cronologia di queste lastre sicolloca ancora nella prima età imperiale (prima metà del Isecolo d.C.), sulla base del confronto con quelle rinvenute nelperistilio del tempio di Apollo Palatino41 ed in accordo con lafase delle strutture dell'area settentrionale della villa, con muri inopera reticolata che si datano nel tardo I secolo a.CI e nellaprima età imperiale. Non è possibile precisare se le lastreCampana con motivi orientali e scene nilotiche, vista l'ampiadiffusione di tali tematiche, siano un indizio di un interesse per iculti egizi già nella prima metà del I secolo d.C., né se lastruttura, poi rinnovata nel II secolo d.C., fosse nata findall'origine come sacrario privato della villa. 11 proprietario, trala metà del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C., dovevacomunque essere legato al culto di Demetra, e forse iniziato aisuoi misteri, come ipotizzato da ME. Micheli per spiegare lapresenza di una copia fittile del grande rilievo di età classica con

41 RI//0 1976-77, p, 13 ss.; P1CO//I 1990, pp. 34, 74-75, cat. n° 11, p. 92,cat. 11° 36, p. 95, cat. n° 41; Ciampino archeologica, pp. 106-108, nn° 43-45. Perquesta lettura sincretistica, MAI .AISK 1972A, p. 196 ss.; Bl 'RKKRT, 1977, p.254; BURKKRT 1987, pp. 84-86, 160, nota 119; TURCAN 1989, pp. 89-90.Dalla villa proviene anche una lastra con Cureti e Zeus bambino, PlCOX/l1990,pp. 70-73, cat. n° 9.4 2MNRmv. I l i 18: RI//0 1976-77, p. 12, n° 10, nota 41 (framm. di pilastrocon testa di coccodrillo); R A U C l l 1999, p. 263, N 54. Per il tipo, YONRoi IDI'N-WINNI'FKLD 1911, pp. 155 ss., 305-306, tav. CXL, 2. V. SlST 2008,p. 65 ss. per gli arredi a carattere esotico in quei contesti e VKRSLUYS 2002,pp. 87-90, 294-297; VntSU'YS 2008, p. 351 ss., con bihl., sul problema di uneventuale rapporto o meno tra i soggetti nilotici e culti egizi nel mondoromano.43 STSAZZUIXA 1990, p. 127 ss., per il loro uso come decorazioni delperistilio, p. 101 ss. Vi sono poi alcuni frammenti con figure femminilisospese tra girali e racemi, che nel caso specifico non presentano alcunattributo particolare, sebbene altri esemplari da Roma documentino una loroassimila/ione di attributi isiaci, C\ WALK 1993, pp. 71-82.

610

la triade Kleusina44. Una eventuale associazione tra un culto diIside e quello di Demetra, se non già nel I secolo a.C., potrebbeessere interpretato nell'ottica del sincretismo tra le duedivinità45. La presenza di Serapidc accanto ad Iside, nel sacellodel II secolo d.C., è ugualmente dovuta alla sua identificazionecon Osiride, sposo di Iside e alla sua venera/ione nel mondogreco-romano come Serapide-Hclios '. Il quadro, giàparticolarmente significativo, dell'interesse dei proprietari dellavilla per i culti orientali sarebbe ulteriormente arricchito sepotesse essere definitivamente confermata la provenienza, daquello stesso contesto, di una statua di Iside in basalto nero,oggetto di un recente sequestro ed ora esposta alle Scuderie,\ldobrandmi di Frascati .Lungo il tracciato della via Castrìmotniensis altre lastre Campana asoggetto isiaco, databili nella prima metà del I secolo d.C.,provengono da una villa sulla sinistra della via dei Laghi, a circa100 m. dal Km 3, 100, il cui impianto risale alla tarda etàrepubblicana e che Lanciani proponeva di attribuire alla gensCaplia sulla base di due iscrizioni4" (fig. 1, 5). Raffigurano ilbusto di una sacerdotessa o della dea Iside con l'attributo delsistro affiancata da sfingi (fig. 7, f), un tipo documentato anche

•u MICI Il' ' ,].i 2002, pp. 95-102; MICI IK1.1, in PICO//I 2010, cat. n° 70, pp. 326ss., 330-331 con altra bibl., ed in particolare per l'ipotesi di ricondurre alcontesto della villa un puteale, ora negli appartamenti di Palazzo Colonna,decorato con tematiche eleusinie, che andrebbe ad arricchire i riferimenti alculto di Demetra e Kore nel programma decorativo delPedihcio.I 5HKR()1) . 11,59, 1; TRAM T.\ T I N I ! 1964, nn° 2, 9, 11, 12,74,78,99, 100,per l'assimilazione iconografica dei rispettivi attributi nelle immagini di Isidecoronata dal modio; MALAISK 1972 \ pp. 180 ss., 187. Sulla questionereligiosa, ToBlN 1991, p. 187 ss.4(1 Per la sua venerazione nella forma ellenizzata di Sarapis-Helios, TRAMT \ TINI I 1964, p. 84 ss.; MALA1SI-: 1972A, p. 464 ss.; CLF.KC, Ll lCl .ANT1994, pp. 666-667, 689-692; ENSOi,! 2000, p. 268 ss.17 Scuderìe A/dobrandìnì, p. 37; Ctampìno Archeologica, p. 55; PALMA Yl-;Nl "l'ucci2010, fig. a p. 10.4M Di: ROSSI 1979, pp. 199 ss. (179), 202, n° 14, fig. 312, 10. Per gli appuntinei Codici Lanciani, BONncoRI- 2001, p. 270 ss., f. 358.

Mori Hesfteridiim. 11.2012, 1 611

G. R< x :< x >

nell'area di Velletri49 e con confronti tra quelle del tempio diApollo Palatino (fig. 7, d)5"; come già nel caso delle lastreCampana dalla villa di Voconìus Poi/io, si tratta di tematiche la cuiampia diffusione impedisce tuttavia di precisare un eventualerapporto con aspetti cultuali in assenza di ulteriori elementiofferti dal contesto.Per quanto riguarda Castrìmoenium, l'attestazione più significativaè rappresentata dal Mitreo, decorato con affreschi e databile trala metà e la fine del II secolo d.C. (fig. 1, 6; cfr. qui Ronannofig. 6). Rinvenuto lungo le pendici meridionali dello sperone sucui sorge l'attuale centro abitato, è stato messo in rapporto conil personale attivo nello sfruttamento delle antistanti cave dipeperino, tra cui, dopo il 193 d.C., vi erano anche i legionaridella kgìo H Parfbica. Non si conosce a sufficienza la topografìadel luogo per poter determinare se fosse un monumento isolatooppure, tenuto conto del suo inserimento in una cisternapreesistente, si trovasse all'interno di un complesso residenziale,di cui già l'Ashby segnalava l'esistenza51, né è possibile precisareil suo eventuale rapporto con esso.Sempre da Marino, e precisamente dalla Vigna Settimi,localizzabile in località Castagnana o Castellano (fig. 1, 7), ove siè proposto di ubicare il foro di CastrimoemHm^, proviene unaiscrizione con dedica alla Metter DeutiF «hlatri dentri J ex iitssttAbiti riiis Genia/Ih fecìt». Formule imperative quali «ex lussa»indicano che la dedica o il sacrificio erano stati compiuti, a

49 Per esemplari del tutto simili, forse dalla cosiddetta villa degli Ottavi aVelletn, Cl ' .CCARlNI 2005, pp. 247-248, fig. 10; PKl'Kll. l . l 2007, pp. 148-140.S"STRA//U1.].A 1990, p. 81 ss. Per il tipo, YON RoilDKN, WiNNr.n'.LD 1911,pp. 165,295, taw. CXIY, 2.51 Per il mitreo, VKRMASI'.RKN 1982; ANTONI-,],],!, Sl'.NSl, GNOR \TI 1994;BKDI'TTl 2003. Cfr. A S I I H V 1910, p. 277. Per l'ubicazione dell'antico abitatodi Castrimoeniitm sulla base della locali/zazione del I-oro, v. infra, nota 52.32 CAPI>KLJ.! 1989, p. 13;MODU(;NOTOI'TNI 1992-1993, pp. 50-52; PlCO/./i2010, pp. 33-35, note 83, 86. Per altre iscrizioni a carattere pubblico,provenienti dall'area della vinea Sept'imìi, CIL, XIV, 2459, 2461, 2460, 2462." CIL, XIV, 2457; TOMASSIi'lTl IV, p. 174; X ' i - R M A S l - R l - N 1977, p. 151, n°463. Per l'ìdentifica/ione del foro o comunque del centro della città nellavigna Settimi, CoARlUJ.I 1981, pp. 112-113; MoDUGNO Toi-INl 1992-93, p.45 ss.

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I', J.,.\ I!M.\o pubblico o privato, per volontà della divinità,

manifestatasi con visioni o sogni. L'iscrizione costituisce unaimportante attestazione delle pratiche cultuali alla dea aCas/rìmoenìi/m, pratiche che dall'età di Claudio erano entratedefinitivamente a far parte della religione di stato, conistituzioni religiose di carattere ufficiale e pubblico54.

3. Via,-Ippici.

Un altro consistente nucleo di attestazioni proviene dagli scavi aTor Colombaro o Casale del Palombaro, condotti nel 1771 daG. Hamilton nel sito della cosiddetta villa di Gallieno, nei pressidi Frattocchie (Boi>i//aej* (fig. 1, 8).Uno dei reperti più significativi, il busto colossale di Serapide-Helios di età antonina56, venne acquistato da Clemente XIV nel1772 per i Musei Vaticani, ed è ora esposto nella Sala Rotonda(fig. 8). L'associaxione di Serapide con Iside può essefesuggerita anche dal rinvenimento, nello stesso sito, di un vaso diterracotta con l'impronta di un sistro5 . Parte di un arredodestinato a ricostruire una ambientazione esotica era forseanche un airone di rosso antico (fig. 9), entrato ugualmente a farparte delle Collezioni Vaticane58. La tipologia degli oggettirinvenuti potrebbe far pensare all'arredo di un ambientedestinato agli dei alessandrini, o comunque all'interesse delproprietario per quelle divinità.

54 Per un quadro riassuntivo, VAN HAl-PKRKN 2006, pp, 40-47, con bibl.55 CANINA 1853, p. 186 ss.; TOMASSKITI, 11, p. 162 ss.; Di', Rossi 1979, p.250 ss. (220); N'KUDKCKI' .R 1988, p. 189 ss.^ DRI ' ,XI , I ' ,R 1890-1H94, col. 409, in particolare per il vaso con il sistro;HKI.BK; 1963, pp. 36-37, n° 44 (H. voN STKUBKN). MAI.AISK 1972B, pp. 59-60; TRAN TAM TINI! 1983, p. 14, nota 8; CU-RC, LKU.ANT 1994, p. 678,n°118, d; Sl ' INOl.A 1999, p. 259, con bibl. prec.* DRKXLKR 1890-1894, col. 409; MALAISK 1972B, pp. 59-60, 2. Si è tentatodi rintracciare senza risultato il reperto, di cui non viene precisato in qualemuseo sia confluito.* » N l ' , U ) K ( : K K U 1988, p. 190. n° 38.14; S lMNOl .A 1999, pp. 175-174, n° 148.

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In scavi eseguiti nel 1926-1927 nello stesso sito sono emersealtre testimonianze che attestano la presenza di devoti ai cultiorientali. Una testa marmorea di bambino (fig. 10) presentainfatti l'acconciatura caratteristica dei fanciulli consacrati adIside, dopo la morte affidati alla sua protezione; i capelli lunghisul capo e la treccia annodata sulla nuca indirizzano alla primaetà imperiale611, sulla base del confronto con un ritratto dibronzo a Mosca, Puschkin Museum, un tempo della collezionePourtalés ' . Pur in assenza di un contesto di rinvenimento, èprobabile che, come la maggior parte degli esemplari analoghi diepoca successiva, si trattasse di un ritratto a destinazionefuneraria, collocato nel santuario della divinità cui il bambinoera consacrato, oppure sulla tomba, ipotesi quest'ultima piùprobabile, tenuto conto della prossimità di un'area di necropolilungo l'adiacente via Appia.A nomllae, in località Casa Rossa62, sulla sinistra della via AppiaAntica, tra il XVII e XVIII chilometro (fig. 1, 9) vennerinvenuta nel 1926 una iscrizione datata al 5 aprile 147 d.C,periodo dell'anno coincidente con quello dello svolgimento deiLW/' Megalenses a Roma (tra il 4 e PI I aprile), con dedica allaMater Dmm, prò salute degli imperatori Antonino Pio e Marco

59 Di' ROSSI 1979, pp. 250-251, n° 1, fig. 411.f>( ) Per i fanciulli con acconciatua isiaca, ed in particolare il ritratto bronzeoun tempo nella Collezione Pourtalés, VON GoN/l-NBACI I 195~, pp. 33 ss.,133 ss., tav. 3, K2, p. 105 ss., anche per il significato di queste immagini ed ilruolo dei fanciulli effigiati nell'ambito dei rituali isiaci; Goi-Tìi: 1989, p. 216,n° D 2, p. 209 ss., sulla funzione dei ritratti di fanciulli con acconciaturaisiaca e sul significato dei queste immagini, con la revisione della teoria diVON GONZENBACH che vi riconosceva dei my$tai\l problema v. ancheFKM.F/rn M.\ 1953, p. 146, s.n° 291, p. 78, s.n° 137 e DKRRIKS 1998, p. 101ss. per il significato di queste pratiche nei culti sincretistici del mondo greco-romano.M VON GON/ l -NBACi r 1957, K 2, p. 133 ss, tav. 3, del I secolo a.C;Goi<;iTl<: 1989, p. 216, n° D 2, con bibl. Cfr. un ritratto a Berlino, SraatlicheMuseen R 109, con acconciatura simile, ma più tardo: Gol'.'ITI • 1989, p. 216,D 1, con bibl. prec.«TOMASSK'mlI.p. 168 ss.

ANTICHITÀ ORIENTALI TRA LE VIE APPIA E .LATINA

Aurelio63, che testimonia l'esistenza a Qowllae di un cultopubblico dedicato a Cibclc. Il testo menziona la costruzione diun sacello, indicato con il termine sanctum come sostitutivo diìepóv per indicare il luogo di culto della dea, da parte di uncolleginni sahitaris, da identificare nel collegio locale deiDendrofbri, che vi fece anche piantare all'intorno un boschettodi pini. Mene ricordato Dissenim b'uscus, curator reipi-ihlicaeftomlknsiam, già noto da altre testimonianze epigrafiche, checonferma il collegamento dell'iscrizione con quel centro. J.Carcopino interpretava la dedica come la costruzione di unsacello e l'impianto di un bosco sacro in un preesistente metroondedicato alla dea, e quindi probabilmente anche più antico del IIsecolo d.C/'4. A ftovillae questa è una attestazione assaiinteressante, per il legame tra il culto di Venere Genitrice,protcttrice degli Eneadi e quindi anche dei Giulli, originali diftomllat in quanto erede di Alba Ijwga, e quello di Cibele,adottata ugualmente come loro protettrice e legata alle origini diRoma'0. Il culto di Cibele godette di una particolare fortunasotto gli imperatori del II secolo d.C/'6, epoca in cui si datal'epigrafe, che spiega probabilmente anche le iniziativepromosse dai magistrati di Eomliae.

Sulla base della rassegna di materiali presentati si possonoproporre alcune considerazioni. Un aspetto di cui tener conto èquello dell'interpretazione dell'oggetto come indicatore dellapresenza di un culto. Una parte del materiale è rappresentatainfatti da scoperte isolate o fuori contesto ed in molti casi si puòsolo parlare di testimonianze di manufatti di gusto esotico, chehanno svolto forse un ruolo estraneo alle pratiche cultuali,

M MNR, mv. 107684: PAR1BKN1 1926, p. 206 ss, fig. 1; CAKCOI'INO 1926, p.233 ss.; Di: ROSSI 1979, p. 322; VKRMASKRKN 1977, pp. 151-152, n° 464;GR \ N I N O CKCKRK 1991, pp. 241-241, nota 8.M CARCOPINO 1926, pp. 239, 246.(li FU)Rl \ SQUARCUPINO 1962, p. 13, con bibl.Wl Rotti \NI S C J U A R C I A I M N O 1962, p. 1 ss.

614 615

C). Rocco

sebbene sia in genere problematico precisare il rapporto tral'uso ed il significato di questo tipo di oggetti' .Spesso, tuttavia, la particolare apologià dei manufatti, il lororinvenimento in insiemi consistenti o le iscrizioni permettono didocumentare con una maggiore sicurezza la pratica dei cultiorientali.Se si considera la apologià di questi culti in rapporto alla lorodistribuzione cronologica, si evidenzia come, tra il I e il IIsecolo d.C, sì concentri la documentazione archeologicarelativa ad Iside e Serapide6*. Per quel che riguarda la sfera dipertinenza di queste divinità, i rinvenimenti di Morena, nellavilla di Voconius Poi/io^ di Ad Dedmum riferibili ad una delle villeromane nelle immediate vicinanze e della cosiddetta villa diGallieno a l'or Colombaro permettono di ipotizzare l'esistenzadi pratiche cultuali in ambito privato.La tipologia delle attestazioni comprende sacelli, statue emateriali di altro tipo (lastre Campana) destinate alle pratichecultuali, di destinazione votiva o semplicemente componenti diun arredo finalizzato a creare una atmosfera esotica. Vi sonoanche reperti che indirettamente testimoniano la presenza didevoti a tali culti, ad esempio la testa di fanciullo conacconciatura isiaca, sempre dalla cosiddetta villa di Gallieno.Gli esempi dal suburbio presentano significative coincidenzecon la documentazione di Roma, ove sono ugualmente diffusisantuari privati di devoti agli dei alessandrini. Il ruolosignificativo che rivestono le divinità orientali nel cultodomestico, in particolare Iside con Arpocrate ed Osiride, è statomesso in rapporto con l'ìnterpretazione dei loro caratteri diviniin ambito romano, in cui vengono riconosciuti non solo comecustodi della famiglia, dei suoi membri defunti e della casa, maanche protettori dell'agricoltura, non diversamente da Vesta, i

67 In tal senso esemplare, l'impostazione del problema discussa da M A l . M S I .2007, p. 19 ss. Ctr. l'esempio offerto dalla documentazione di Pompei edErcolano, GU//O 1997.\ p. 344 ss.; C.U//O 1997H, p. 346 ss.(|M Per Ì culti orientali nell'età di Caligola e poi con Antonino Pio e nel 11 sec.d.C., GRIMM 1997, p. 120 ss.; MALAISI-: l972A,p. 427 ss.

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Penati ed ì Lari. Una testimonianza di questa nuova sensibilitàreligiosa è stata colta nell'elegia scritta da Tibullo (TlB. I, 7, 23-54, 49-54) per il compleanno di M. Valerio Messala Corvino:ricordando l'itinerario dei viaggi di Messala, il poeta sì soffermasull'Kgitto, per celebrare in maniera entusiastica Osiride,identificandolo con Dionysos, dio protettore dell'agricoltura,che con l'invito a prendere posto accanto al Genius delpersonaggio, viene associato alle divinità tradizionali del cultodomestico romano ' .A Roma la presenza di sacelli loro dedicati e documentata nelladomits 'liberiana '", nella domus Flavìa in età domizianea e nelladomux in via Giovanni Lanza, presso San Martino ai Montisull'Esquilino, residenza ricavata all'interno degli borii diMecenate, ove il culto di Iside e Serapide si assocerà più tardi aquello di Mitra , e probabilmente nella domm degli Aradii allependici del Monte d'Oro, presso Porta Latina' , mentre non èprecisabile se l'arredo egizio di alcuni spazi degli borii Sallustianisia indicativo per l'attestazione di pratiche di religiositàorientale 4. Vi è poi il larario isiaco in un'aula della domus erettatra fa fine dell'età di Adriano ed Antonino Pio nell'area delle'l'erme di Caracalla, rinvenuta negli scavi del 1867 nella Vigna

<f} TUKCAN 1989, p. 90, per la congettura, già formulata da A. Cartault,C \ R T U i | , T 1909, p. 49, sulla base del testo poetico, che Valerio Messalaavesse riportato dall'I'^itto il culto di Osiride, associando un suo idolo aquello dei Penati nel larario della propria dimora; SWKTMAN-BURl.AND 2007,p. 113 ss.; A I A 1 \ 2008, p. 192.711 P.\VOI.INI, TOMl' l 1994, p. 89 ss.71 Per i materiali isiaci dalla Domus Flavia, MALAISK 1972B, p. 219 ss., conbibl. prec. e p. 120, n° 24, per una iscrizione di un liberto dell'imperatore condedica a Serapide dal Palatino. Cfr. per un quadro generale, GRIMM 1997, p.120 ss.72 Y K K M A S K K K N 1956, p. 160 ss., n° 356 ss.; MAINISI - : 1972K, p. 176 ss.;lìNSOhl 1993, p. 221 ss.; KNSO1.I 1997, p. 576 ss. Per l'associazione tra ilculto di Serapis e Mitra, M A J . A I S K 1972A, p. 466, nota 1; TlMCAN 1994, p.475 ss.7 1 C A N D I ] . K > 2 0 t O , pp. 243-244.74 MALA1SK 1972, pp. 182-183; HARTSWICK 2004, pp. 130-138, con bibl.

t 11,2012, 617

Guidi, ove vennero messi in luce affreschi raffiguranti Isìde-Cerere, Serapide, Arpocrate ed Anubi .Per il III secolo d.C. le testimonianze relative a culti orientalinell'area di ftomllae e Caslrimoenium sono offerte prevalentementedai mitrei. Anche in questo caso si tratta di luoghi di cultoinseriti in strutture di tipo privato, come la villa dei Centroni,con un parallelo nel mitreo all'interno della villa dei Quintili,secondo una consuetudine che vede l'impiantarsi in epoca tardadi mitrei in luoghi in cui erano in precedenza venerate altredivinità orientali, favorita probabilmente dal sincretismo tra iculti di Serapide e di Mitra a parure dall'età di Caracalla'6; in talsenso è indicativo il mitreo della domm scavata in via GiovanniLanza e quello installato nel santuario di Zeus Brontonsull'Appia Pignatelli.Per Marino non vi sono al momento nuovi elementi, ma quantoriportato a suo tempo dall'Ashby e la diversa ubicazionedell'abitato dì Castrìmoenìum permetterebbe, anche in quel caso,di ipotizzare una contcstualizzazione del mitreo in un ambitoresidenziale.I monumenti ed i reperti citati permettono di ricostruire unquadro generale di quelli che erano gli interessi per i culti misticidi derivazione orientale dell'aristocrazia residente nel territoriodi Eomllae e Castrimoenìum, cui doveva corrispondere anche unaforte partecipazione da parte dell'elemento servile e delpersonale di servìzio nelle domiti, per tradizione rappresentanteun consistente numero di adepti. Sono note le finalitàescatologiche e salvifìche del culto di queste divinità adorate incontesti privati ed il sincretismo che caratterizza le pratiche delculto trova un ampio riscontro nella documentazione offertadai contesti dell'Urbe.Rispetto agli esempi citati, diverso è invece il caso di Cibcle: letestimonianze di tipo epigrafico da Castrìmoeniitm e lìovillaesembrano riportare ad un ambito prevalentemente pubblico per

75 MAI.AISK 1972B, p. 224, n° 409, con bibl. prec.76 MALAISli 1972A, p. 464 ss., con ampia bibl.; MAMISi: 1978, pp. 668-669;TlJRCAN 1989, p. 94.

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le pratiche cultuali; per ftomllae, considerando il suo legame conAlba }j)nga e con le origini della gens lu/ia, sarebbe interessanteapprofondire quando venne istituito ed i suoi eventuali legamicon quello sul Palatino.L'alta concentrazione dei culti orientali in questo settore tra lavia Appia e la via Latina pone una serie di problemi, soprattuttoper la ricostruzione dei contesti e delle pratiche cultuali acarattere privato, che saranno oggetto di un futuroapprofondimento.

I larti I {esperitili/fi. I I , 2012, 1 619

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Didascalie

Fig. 1. IGM Frascati. Siti di rinvenimento di manufatti attestanti lapratica dei culti orientali o con soggetti ad essi relativi.

Fig. 2. Roma, Museo Nazionale Romano. Statua di divinità (Iside oCibele) inv. n° 113213 (su concessione del Ministero per i Beni e leAttività Culturali. Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologicidi Roma).

Fig. 3. Marino, Museo Civico M. Mastroianni. Statua di Iside, inv.168263. (su concessione del Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali. Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici diRoma).

Fig. 4. Roma, collezione privata. Frammento di rilievo mitriaco (daDl<; ROSSI 1979).

F'Ìg. 5. Roma, collezione privata. Statua di dignitario egizio (fotoautore).

Fig. 6 a-b, e. Roma, Museo Nazionale Romano e Marino, MuseoCivico M. Mastroianni. Antefissc dalla villa di \'oconins Pallio inv.MNR 11215, 11216 e 168255 (su concessione del Ministero periBeni e le Attività Culturali. Soprintendenza Speciale per i BeniArcheologici di Roma).

Fig. 7 a-b, e. Roma, Museo Nazionale Romano. Lastre Campana dallavilla di Voconìus Polito, a) Bes inv. 11082 b) sfingi e) paesaggionilotico inv. 11188 (su concessione del Ministero per i Beni e leAttività Culturali. Soprintendenza Speciale per Ì Beni Archeologicidi Roma).

F'ig. 7, e. Riproduzione di lastra Campana con Bes e sfingi (da VONRonni';N,WiNNi<:H<;i,i:> 1911).

F'ig. 7 d. Riproduzione di lastra Campana con Iside e sfingi (da YONROHDEN, WlNNEFELD 1911).

Fig. 7, f. Roma, Museo Nazionale Romano. Lastra Campana dallavilla cosiddetta dei Capiti (da Di-: ROSSI 1979).

F'ig. 8. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Pio dementino.Testa di Serapide inv. 245 (foto Musei Vaticani).

Fig. 9. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Pio Clementine.Ibis inv. 414 (foto Musei Vaticani).

Fig. 10. Roma, Museo Nazionale Romano. Testa di fanciullo conacconciatura isiaca (da DK ROSSI 1979).

Marti ttetyendurn, 11,2012, 1

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