Acqua, Natura, Tecnica. a cura di Giorgio Azzoni e Carlo Simoni. Grafo ed. Brescia 2009

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Acqua, natura e tecnica

Questo libro raccoglie le relazioni dei docenti del corso di formazione per operatori dei musei di cultura materiale, promosso dalla Provincia di Brescia-Centro Servizi Musei, che si è svolto fra il 22 aprile e il 20 maggio 2008.

Progetto grafico e realizzazione editoriale:Grafo | IGB Group

© maggio 2009Provincia di Brescia - Centro Servizi MuseiISBN 978 88 7385 803 1

Con il contributo di

Acqua, natura e tecnicaIl Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo

a cura di Giorgio Azzoni e Carlo Simoni

Provincia di BresciaAssessorato Attivitàe Beni Culturalie Valorizzazione delle Identità,Culture e Lingue locali

Centro Servizi Museidella Provincia di Brescia

L’iniziativa per la formazione, campo di intervento privilegiato del Centro Ser-vizi Musei della Provincia di Brescia e in particolare del Sistema provinciale bre-sciano dei musei di cultura materiale, è passata, nel caso degli incontri di cui si raccolgono gli atti in questa pubblicazione, dalle tematiche generali ad un campo specifico e circoscritto, rivolgendosi innanzitutto agli operatori di musei della cul-tura materiale in Valle Camonica.

Il corso tenutosi nella primavera del 2008 presso diverse sedi, pertinenti rispet-to ai temi e alle attività proposte, è stato realizzato in collaborazione con il Sistema museale della Valle Camonica (e specificamente con i Musei di Bienno, Malegno e Cerveno) e con il Musil - Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia, e si colloca fra le iniziative volte alla erogazione e alla fruizione di servizi condivisi fra i mu-sei della cultura materiale nel Bresciano. In particolare, all’offerta di cicli di for-mazione specificamente dedicati a temi e territori che caratterizzano la provincia e i suoi poli museali.

Fra questi, il nuovo Museo dell’energia idroelettrica di Cedegolo, di recente inaugurato, nella convinzione che l’operatore di ogni polo museale debba esser aggiornato sui caratteri e le iniziative degli altri poli e rispecchiare così, nel suo stesso bagaglio culturale e professionale, l’intendimento di fondo del modello che nel rapporto organico e continuativo degli istituti individua una condizione prio-ritaria e irrinunciabile.

Si è dunque individuato nell’acqua e nei suoi usi produttivi il tema comune ai musei coinvolti, articolandolo secondo il percorso storico-tecnologico che il tito-lo del corso ha sintetizzato: “Dalla ruota idraulica alla turbina. L’acqua da risorsa energetica per le attività tradizionali a carbone bianco per la moderna industria”.

Gli scopi principali del corso di formazione sono stati, da un lato, l’acquisizio-ne delle conoscenze necessarie a individuare i nessi con il territorio e le sue ri-sorse, in particolare con quella idrica, che caratterizzavano gli insediamenti pro-duttivi, dai tradizionali agli industriali, e oggi collegano fra loro le testimonianze del lavoro nella Valle; d’altro lato, un’informazione aggiornata e diffusa fra tutti gli operatori museali circa i caratteri, le proposte e le attività dei musei della cultura materiale camuni.

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In continuità con il programma di attività formative e divulgative che da alcu-ni anni il Centro Servizi Musei della Provincia di Brescia propone al pubblico de-gli operatori museali e dei collaboratori di musei e istituzioni culturali, il Corso di sensibilizzazione alla pratica museale si è rivolto a tutti coloro il cui obiettivo è la valorizzazione del patrimonio culturale. Per mezzo di incontri e comunicazio-ni organizzate sul filo conduttore dell’acqua, intesa come risorsa e come motore energetico, il Corso si è proposto di far conoscere alcuni aspetti significativi della realtà museale bresciana e di Valcamonica, e in particolare il recentissimo Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo. Acqua quindi, tra natura e tecnica, tra la condizione di naturalità connaturata al concetto stesso di vita e la sua utilizzabi-lità per muovere congegni meccanici in grado di azionare macchine produttive o consentire la produzione di elettricità.

Acqua, natura e tecnica raccoglie le comunicazioni prodotte dai relatori, nello stesso ordine con il quale sono state presentate nelle due sessioni, per un totale di sei incontri.

La prima sessione si è occupata di delineare un quadro, pur sintetico, del si-stema museale provinciale e comprensoriale, sia sotto l’aspetto organizzativo che culturale. Due incontri hanno permesso di inquadrare gli aspetti organizzativi e gestionali, la ricchezza del patrimonio nelle forme e nei modi della sua valorizza-zione, con attenzione ad alcune realtà di piccole dimensioni e con la presentazione di tre musei di cultura materiale e la visita ad uno di essi.

La seconda parte è stata impostata sul nuovo Museo dell’Energia idroelettrica di Cedegolo, di cui si è fornita una prima illustrazione in merito alla progettualità e al funzionamento. Sono stati organizzati quattro incontri. Il primo ha permesso di inquadrare gli aspetti storici, tecnici, economici e paesaggistici del sistema di sfruttamento idroelettrico nell’area dell’Adamello. Il secondo e il terzo sono stati dedicati alla presentazione del progetto architettonico del Museo, al progetto del-l’allestimento espositivo e alla sua realizzazione, al funzionamento tecnico della Centrale idroelettrica e alla qualità architettonica dell’edificio e delle sue macchi-ne, con attenzione ai compiti culturali e divulgativi del nuovo museo. Il Corso si è concluso con la visita al Museo della Tecnica Elettrica di Pavia che ha unito aspetti culturali, scientifici, didattici ed espositivi.

Giorgio Azzoni | IntroduzioneResponsabile attività culturalidel Museo dell’EnergiaIdroelettrica di Cedegolo

Il Corso si è tuttavia aperto a insegnanti interessati a includere i musei coin-volti fra le mete delle loro visite o più in generale a tenere in considerazione i temi di cultura materiale che si tratteranno nell’organizzazione delle loro attività didat-tiche; a studenti universitari interessati alla identificazione, alla conservazione e alla musealizzazione dei beni di cui i musei coinvolti si occupano; a persone attive nel mondo del volontariato culturale interessate ai temi del corso.

Riccardo MininiAssessore alle Attività e Beni Culturali

e alla Valorizzazione delle Identità,Culture e Lingue locali della Provincia di Brescia

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L’organizzazione dei contributi offerti ai partecipanti è stata pensata in termini interdisciplinari, per offrire un’ampia articolazione del tema scelto, per fornire le informazioni di base e far nascere le curiosità necessarie per approfondire gli ar-gomenti presentati. Il Corso ha inteso rafforzare nei partecipanti la sensibilità nei confronti della pratica museale e della conservazione e valorizzazione delle risor-se materiali e culturali del territorio, dando consapevolezza sul significato di mu-seo e di bene culturale.

Il filo conduttore dell’acqua, bene indispensabile e fonte energetica caratteriz-zante la storia economica e sociale della Valcamonica, ha permesso di affrontare le tematiche museali a diversi livelli.

Innanzi tutto sul ruolo del museo di cultura materiale e di archeologia industria-le come luogo fisico e operativo di conservazione attiva della memoria collettiva che può avere una funzione decisiva nella promozione culturale e nel coinvolgimento dei cittadini, proprio per il suo radicamento nella storia e nella cultura locale. Carlo Simoni ha tracciato un quadro sintetico e lucido del lungo e affascinante percorso che, dalla prima valorizzazione dei luoghi e degli oggetti di lavoro delle comuni-tà, ha portato alla creazione di un sistema provinciale di coordinamento del musei della cultura materiale, con l’obiettivo di valorizzarne le specificità e facilitarne la gestione e la comunicazione in forma di sistema. Argomento ripreso da Sergio Cotti Piccinelli che ribadisce il ruolo che il patrimonio culturale può svolgere all’interno dello sviluppo locale, affermando la necessità di una gestione associata delle risor-se territoriali, come dimostrano le numerose iniziative promosse, attuate e proget-tate in Valle Camonica nel corso degli ultimi anni. Giancarlo Maculotti, utilizzando come esempio utensili della cultura locale preindustriale, sottolinea l’importanza di strutturare un metodo per decifrare la potenzialità conoscitiva contenuta negli strumenti d’uso, per farla acquisire come patrimonio culturale da tutelare, analo-gamente ad altre forme espressive.

I tre musei di cultura materiale di Valle Camonica hanno in comune, oltre alla realtà geografica e una società di riferimento, quella pre-industriale, la capacità di interpretare la forte identità delle piccole comunità di riferimento. Angelo Fossati nel presentare il Museo “Le Fudine” di Malegno ricorda, tra gli obiettivi dell’azio-ne culturale intrapresa, la necessità di instaurare un dialogo tra il museo e il ter-ritorio, sia nell’ambito di Malegno sia a livello comprensoriale per renderlo punto di riferimento per gli studi etnografici. Lucia Morandini ha illustrato il museo del-le Fucine di Bienno e il sistema del Vaso Re come realtà strettamente legate alla storia economica e sociale del paese e in grado di poterne interpretare la speci-ficità nel corso di alcuni secoli di storia. Carlo Simoni, illustrando e guidando la visita alla recente Casa Museo, ha trasmesso l’identità della comunità di Cerveno

attraverso la raccolta dei segni, delle attività e delle ritualità nell’ambito della re-ligiosità popolare, presentati mediante forme espositive diversificate, inusuali ed evocative, che utilizzano i linguaggi coinvolgenti della fotografia, della scenografia e dell’allestimento.

Questi ecomusei sono luoghi della comunità, forme moderne di custodia delle identità storiche locali, ma anche loro espressione attiva perché sentiti, partecipati e vissuti attivamente come luoghi di appartenenza.

La seconda sessione, strutturata sullo sfondo storico dell’industrializzazione della Valle Camonica, si è aperta con il quadro storico delineato da Mimmo Franzi-nelli, che ha messo chiaramente in evidenza sia l’evoluzione storica dell’industria-lizzazione idroelettrica, sia i metodi, gli strumenti e le strategie utilizzate, oltre ai costi sociali pagati dalle comunità locali. Dario Baccanelli ha delineato il quadro generale del sistema tecnico produttivo di produzione idroelettrica con riferimenti quantitativi, geografici e tecnici, mentre un mio intervento ha affrontato i diversi aspetti del rapporto problematico tra tecnica e natura nella relazione tra paesaggio e industria idroelettrica nell’area dell’Adamello. Andrea Poggi ha riassunto la re-cente presenza Enel in Valle Camonica utilizzando dati quantitativi e inserendo la situazione locale all’interno della problematica energetica nazionale, con il ruolo decisivo degli impianti moderni di San Fiorano e di Edolo.

Gli incontri dedicati alla presentazione del progetto del Museo dell’Energia Idroelettrica si sono tenuti al suo interno, e sono stati aperti da Claudio Gasparotti che, a nome del gruppo di progettazione, ha elencato i criteri architettonici, tecnici e funzionali che hanno guidato le soluzioni adottate nella realizzazione dell’opera, pensata sul filo conduttore della goccia d’acqua che si trasforma in energia elet-trica. Leonardo Sangiorgi, di Studio Azzurro, ha presentato la filosofia e le scelte adottate nella progettazione degli exhibit, in equilibrio tra la fisicità evocativa de-gli oggetti (le macchine) e la virtualità delle videoambientazioni, al fine di ottene-re un coinvolgimento mentale ed emotivo dello spettatore. Maurizio Morelli e Ste-fano Scarani (Tangatamanu) hanno raccontato la Metamorfosi dell’energia, ovvero la colonna sonora che completa le installazioni e accompagna il visitatore lungo tutto il percorso museale in stretta relazione con lo spazio architettonico. Natascia Gaglioti di Euphon ha spiegato metodi e fasi operative della realizzazione tecnica degli allestimenti multimediali.

Un altro gruppo di interventi ha concentrato l’attenzione sulla ex Centrale idroe-lettrica di Cedegolo, da me letta come architettura del primissimo Novecento in grado di rappresentare modernità e tecnica mediante un linguaggio sobrio e funzio-nale. Battista Tiberti, con la competenza del tecnico, ha chiarito il funzionamento dei gruppi produttivi installati nell’edificio, sviluppando una descrizione tecnica,

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scientifica e funzionale in grado di presentare sinteticamente tutti gli aspetti del funzionamento del sistema tecnologico. Pier Paolo Poggio ha delineato la mission del Museo e del sistema museale musil, nella sua articolazione composta da quat-tro sedi in Brescia e provincia. In particolare ha raccontato come il visitatore del Museo possa scoprire l’elettricità nelle vicende storiche, tecniche e scientifiche che riguardano la sua filiera produttiva, in un ambiente espositivo ricco di sugge-stioni e informazioni.

Nel corso della visita finale al Museo della Tecnica Elettrica, Antonio Savini ha ospitato i corsisti nelle sale dedicate alle tappe storiche del percorso tecnico scien-tifico di scoperta e produzione dell’elettricità, permettendo loro di confrontare il Museo di Cedegolo con una struttura espositiva scientifica di tipologia diversa.

Il Corso ha costruito un percorso di progressivo avvicinamento a un museo di nuova generazione, rivolto a coloro che presumibilmente, a diverso titolo e ruolo, saranno interessati a partecipare alla sua vita e alle sue attività. Le comunicazioni di diverso taglio disciplinare e tematico corrispondono alla complessità del Museo, che potrà diffondere la cultura tecnico-scientifica in ambiti diversi: socio-culturale, divulgativo-didattico, turistico-promozionale. Questo avverrà in relazione alla sto-ria, alla realtà e all’ambiente locale, oltre che sull’orizzonte globale dell’innovazio-ne tecnico-scientifica e delle stringenti problematiche energetiche e ambientali.

Il Corso, inizialmente riservato a un numero ristretto di partecipanti, in segui-to alle numerose richieste è stato allargato a cinquanta iscritti. Si è trattato di un gruppo eterogeneo, quasi tutti provenienti dalla Valcamonica, la grande maggio-ranza giovani, in possesso di titoli di studio diversi, in buona parte già occupati in un’attività lavorativa. La maggior parte dei corsisti si è dichiarata molto interessata al Corso per i suoi contenuti, alcuni anche in previsione di una possibile attività lavorativa, altri per interesse culturale.

È stato predisposto e distribuito un questionario di valutazione, sia del Corso che delle attività previste all’interno del Museo. Il riscontro è stato decisamente positivo. I partecipanti che hanno seguito i tre quarti delle comunicazioni hanno ottenuto un attestato di frequenza, rilasciato dal Centro Servizi Musei della Pro-vincia di Brescia.

Il corso è stato organizzato dall’Assessorato alle Attività e Beni culturali della Provincia di Brescia e dal Centro Servizi Musei, con il contributo della Regione Lombardia e la collaborazione di musil, del Comune di Cedegolo e della Comunità Montana di Valle Camonica.

I musei di cultura materialenel sistema comprensoriale

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Il Museo ha il compito di trasmettere informazioni e creare suggestioni che pos-sano stimolare approfondimenti e curiosità, di fornire un metodo di lettura dei fe-nomeni e dei fatti, di comunicare le complessità e le connessioni interdisciplinari e, soprattutto, di stimolare un comportamento etico ed eco-logico di risparmio delle risorse, naturali (acqua) ed energetiche (elettricità).

Il percorso di visita è accompagnato da ambientazioni sonore che, attivando al-tri recettori percettivi, contribuiscono all’immersione del visitatore nello spirito e nel luogo degli ambienti.

Il Museo dell’Energia Idroelettrica si sviluppa, per ora, interamente al piano terra dell’edificio, occupando lo spazio della ex sala macchine e la proiezione del corpo alto dei trasformatori. Gli uffici e l’archivio sono collocati su un piano am-mezzato, di nuova realizzazione, posto tra il piano terra e il primo livello esistente del corpo a quattro piani. In questo primo stralcio è stato realizzato anche il secon-do soppalco (da quota +6.50 a quota +7.30 ) nella sua struttura essenziale, quindi disponibile per un ampliamento del museo.

L’allestimento è concepito in modo tale da prevedere in diversi settori sistemi di proiezione video che per una buona resa necessitano di una quantità di luce ri-dotta e costante. Per questo è stato predisposto un sistema di filtraggio della luce naturale mediante posa di tende esterne.

L’ambiente della centrale ha portato a selezionare un materiale per il mobilio con caratteristiche particolari: un MDF colorato in pasta dal colore grigio scuro

Museo di Cedegolo: pianta del piano terra.

Museo di Cedegolo: sezione longitudinale e trasversale.

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cipali ambienti del nostro pianeta: l’aria e l’acqua/terra. La prima è rappresentata dalla semicalotta superiore e la seconda da quella inferiore. Negli 8 minuti richie-sti i filmati, i suoni e la musica sono stati sincronizzati in modo che le due calotte potessero formare un unico elemento di comunicazione.

Le manifestazioni temporalesche e gli eventi naturali sono stati ricercati nei no-stri archivi avendo cura di selezionare sequenze che potessero essere assimilabili agli ambienti naturali della Val Camonica.

Stanza delle dighe

L’argomento ha imposto un’approfondita fase di ricerca riguardante la costruzio-ne delle dighe. Sono state raccolte soprattutto immagini per spiegare il principio statico di funzionamento di uno sbarramento di cemento armato, le diverse tipolo-gie e quindi l’approfondimento dell’inserimento nel territorio.

La presenza di una voce fuori campo interpretata da uno speaker, professionista di settore, racconta le fasi di messa in funzione della diga e le attività necessarie per la tenuta in esercizio di una centrale idroelettrica.

La condotta

Riproduzione sonora interattiva che riproduce lo scroscio dell’acqua, collocata nella struttura a tubo della condotta, attivata automaticamente dal passaggio del pubblico. La fornitura e messa in opera dell’installazione è composta dalle attrez-zature hardware audio adeguate per garantire la suggestione richiesta.

Il lavoro raccontato

La realizzazione dei filmati è stata preceduta da un lavoro di pre-produzione di notevole entità. Una stretta sinergia tra il Comitato Scientifico e i nostri operatori, ha garantito la realizzazione di filmati perfettamente rispondenti alle aspettative di progetto e di qualità. Tutte le informazioni relative a persone, luoghi, situazio-ni e ambienti sono state preventivamente individuate e condivise dalla DL; i no-stri operatori si sono recati nei luoghi prestabiliti per intervistare i personaggi che fanno parte del video.

Le immagini dei luoghi e del contesto geografico in cui si è sviluppata l’attivi-tà della centrale di Cedegolo, sono state riprese direttamente dai nostri operatori, previa indicazione e accordo con la committenza.

Una voce fuori campo, interpretata da uno speaker professionista di settore, rac-conta le fasi di messa in funzione della diga e le attività necessarie per la tenuta in esercizio di una centrale idroelettrica.

L’interno del Museo e, in alto, le postazioni dei “giochi di forze” (foto L. Milani).

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museodell’energiaidroelettricacedegolovalcamonicamusil

Direttore del sistema musil:Pier Paolo PoggioResponsabile attività culturali:Giorgio Azzoni

Assistenza tecnica: Marco ParolettiVisite guidate: coop. Inexodus

RealizzazioneCommittenza: Comune di CedegoloIdeazione: Studio Aura, Studio AzzurroProgetto architettonico: Studio Aura: architetti Claudio Gasparotti, Giorgio Azzoni, Marina Tonsi, Darfo Boario TermeProgetto statico: Ing. Mario Cottinelli, Lovere, coll. Ing. Lorenzo Canobbio, PisogneProgetto impianti: Ing. Renato Zanoni, Breno; consulenza illuminotecnica: Fabio Bornati, BresciaProgetto acustico: Ing. Paolo Oliaro, MilanoProgetto strutture e risorse multimediali: Studio Azzurro, MilanoRealizzazione strutture e risorse multimediali: Euphon, TorinoProgetto e realizzazione suoni e musiche: Tangatamanu, MilanoRealizzazione opere edili e impianti:3+ Costruzioni, EdoloConsulenza museografica: Massimo Negri, Kriterion, Milano; Carlo Simoni, BresciaProgrammazione culturale: Giorgio Azzoni, SelleroConsulenza tecnica: Franco Pelosato,

Sonico; Battista Tiberti, Ponte SavioreConsulenza storica: Mimmo Franzinelli, CedegoloImmagini storiche: Fondazione Negri, BresciaCollaborazione tecnica: Daniele Mor, Fondazione Micheletti, Brescia; Fabio Ghidini, Fondazione musil, BresciaConsulenza finanziaria: Europartner Finance Srl, BresciaResponsabile Unico del Procedimento: Luigi Salvetti. Dal 1/1/09 Giovanna Pelloli, CedegoloCoordinamento: Pier Paolo Poggio, Fondazione musil, Brescia

I partner del progetto• Regione Lombardia• Provincia di Brescia• Comune di Brescia• Comune di Cedegolo (Bs)• Comunità Montana di Valle Camonica• Comune di Rodengo Saiano (Bs)• Università degli Studi di Brescia• A2A SpA• Fondazione Luigi Micheletti• Fondazione Civiltà Bresciana

• Ministero Istruzione Università e Ricerca• Fondazione Museo dell’Industria e del Lavoro “Eugenio Battisti” – musil (ente gestore del Museo)

• in collaborazione con Enel

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Indice

7 Introduzione Giorgio Azzoni

I musei di cultura materiale nel sistema comprensoriale

13 Il Sistema provinciale bresciano dei musei di cultura materiale Carlo Simoni

16 Strumenti, materiali, ideologie nella società contadina Giancarlo Maculotti

19 Reti e sistemi verso il distretto culturale della Valle Camonica Sergio Cotti Piccinelli

26 La Casa Museo di Cerveno Carlo Simoni

31 Il Museo Etnografico del Ferro delle Arti e delle Tradizioni Popolari di Bienno Lucia Morandini

39 I Musei etnografici di Malegno Angelo Eugenio Fossati

Il Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo

49 Il settore idroelettrico nell’economia della Valle Camonica Mimmo Franzinelli

57 Il sistema tecnico produttivo dell’energia idroelettrica Dario Giovanni Baccanelli

61 Paesaggio alpino e industria idroelettrica in Adamello: l’irruzione della tecnica Giorgio Azzoni

76 La presenza Enel sul territorio Andrea Poggi

81 Il progetto architettonico del Museo Claudio Gasparotti

86 La progettazione e l’allestimento Leonardo Sangiorgi

94 La Metamorfosi dell’Energia Alberto Morelli, Stefano Scarani

97 La realizzazione dell’allestimento museale Natascia Gaglioti

102 Fabbrica d’energia: la Centrale idroelettrica Seb di Cedegolo Giorgio Azzoni

107 La Centrale idroelettrica: funzionamento del sistema Battista Tiberti

115 Acqua ed elettricità, un binomio ricorrente nel Museo della Tecnica Elettrica di Pavia Antonio Savini

117 Le sfide del musil di Cedegolo: emozioni e stimoli intellettuali Pier Paolo Poggio

125 Il Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo

Questionario ai corsistiData della rilevazione: 20 maggio 2008

1. Corso

1. Utilità di questo corso Insuffic. Parziale Suffic. Buono Eccellente

2. Adeguatezza della durata dell’attività

3. Chiarezza delle informazioni e dei contenuti

4. Completezza delle informazioni e dei contenuti

5. Come valuti complessivamente questo corso

6. Gli argomenti trattati sono stati adeguati alle tue esigenze? SI NO

7. Quali sono gli altri argomenti che vorresti fossero trattati in un prossimo corso di formazione?

8. I contenuti messi a tua disposizione all’interno delle comunicazioni sono stati adeguati? SI NO Se no, per quale motivo?

9. Secondo te qual è stato l’aspetto migliore di questo corso? Secondo te qual è l’aspetto migliorabile di questo corso?

2. Museo

10. Quale idea ti sei fatto/a del Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo?

11. Secondo te quali attività dovrebbe svolgere il Museo?

12. Secondo te quali possono essere i fruitori del Museo?

13. Secondo te quali sono gli aspetti di criticità del Museo?

14. Secondo te quali sono gli aspetti convincenti del Museo?

15. Osservazioni personali

Finito di stampare nel maggio 2009da Staged, San Zeno Naviglio (BS).