A Formello un piccolo gioiello astronomico ; Il recupero di un antico orologio solare nella Chiesa...

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A Formello un piccolo gioiello astronomico Redazione | 25-Aprile-2009 | 9:00 Il recupero di un antico orologio solare nella Chiesa di S. Lorenzo Martire. In quest’epoca, dove l’elettronica fa da padrona, colpisce l’interesse di un parroco di un piccolo paese della provincia romana che sta ormai ultimando i lavori di restauro della antica meridiana da lui scoperta tre anni fa. L’interessante ritrovamento fatto da Don Luigi Peri, parroco della chiesa di S. Lorenzo Martire di Formello è dovuto alla capacità e soprattutto all’intuito del Padre, di capire che i frammenti marmorei abbandonati nella sacrestia della parrocchia appartenevano a qualcosa di eccezionale, ormai dimenticato.

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A Formello un piccolo gioiello astronomico

Redazione | 25-Aprile-2009 | 9:00 Il recupero di un antico orologio solare nella Chiesa di S. Lorenzo Martire.

In quest’epoca, dove l’elettronica fa da padrona, colpisce l’interesse di un parroco di un piccolo paese della provincia romana che sta ormai ultimando i lavori di restauro della antica meridiana da lui scoperta tre anni fa.

L’interessante ritrovamento fatto da Don Luigi Peri, parroco della chiesa di S. Lorenzo Martire di Formello è dovuto alla capacità e soprattutto all’intuito del Padre, di capire che i frammenti marmorei abbandonati nella sacrestia della parrocchia appartenevano a qualcosa di eccezionale, ormai dimenticato.

Padre Don Luigi e i frammenti della meridiana ritrovata

Dopo diversi studi e ricerche effettuate negli archivi della Chiesa il parroco ha ritrovato un antico manoscritto

Manoscritto

che raccontava la storia della meridiana costruita dal sacerdote Don Luigi De Sanctis e dall’Arciprete della Chiesa Don Francesco Volponi nel 1795 che si ispirarono per la sua realizzazione a quella già famosa costruita all’interno della Basilica romana di S. Maria degli Angeli, cosìdetta. ‘Certosa di Roma’.

la Basilica di S.Maria degli Angeli

Raccontiamo la storia della “sorella maggiore”. La meridiana di S. Maria degli Angeli fu costruita dall’astronomo Francesco Bianchini nel 1701. Essa fu chiamata anche “Gnomone Clementino“ in quanto commissionata da Papa Clemente XI essa fu considerata un forte segno del suo pontificato in quanto avrebbe dovuto chiudere la questione sulla definizione dei parametri della riforma gregoriana

Bolla Papale di Gregorio XIII

del calendario fino ad allora ancora male interpretato, dando dei riferimenti certi per la determinazione della Pasqua di Cristo . Fu indicato perciò sulla linea meridiana con la scritta “Terminus Paschae” (limite della Pasqua)

Terminus Paschae

il punto dove veniva proiettato il raggio di luce nel giorno dell’equinozio permettendo il calcolo esatto della festività.

Ancora oggi la meridiana di S. Maria degli Angeli è considerata dal mondo scientifico uno strumento astronomico di alta precisione e le sue dimensioni - 20 mt di altezza e 50 di lunghezza -, la classificano unica nel suo genere.

Linea Meridiana di S.Maria degli Angeli

Inoltre servì in passato per “rifasare” tutti gli orologi di Roma e fu utilizzata anche dall’Osservatorio del Collegio Romano come riferimento per attivare il meccanismo della famosa palla segnatempo che scivolando lungo un asta sul tetto della chiesa di S. Ignazio segnalava fino a metà dell’800 il mezzogiorno alla città.

Collegio Romano da notare il meccanismo della sfera

La meridiana solare della Chiesa di S. Lorenzo a Formello nacque in funzione della regolazione dell’orologio meccanico del campanile tarato col sistema orario italico.

Campanile della Chiesa di S. Lorenzo a Formello

Questo sistema si è diffuso in Italia nel corso del XIV secolo; i primi orologi meccanici da torre, o campanile, avevano il quadrante con numerazione romana da I a XXIV.

Alla fine del 1700, nei territori italiani conquistati da Napoleone Bonaparte, venne imposto l’uso dell’Ora Francese. Dopo il periodo della restaurazione, nella seconda metà del 1800 tutta l’Italia si uniformò a questa nuova maniera di contare le ore, oramai adottata da tutti i paesi del territorio europeo.

Nel Lazio la meridiana di Formello è la seconda esistente dopo quella romana e non ne esistono altri esemplari. Anche questa è definita a “camera oscura” in quanto funzionante in ambiente chiuso. Fu realizzata nella navata destra della Chiesa, e il raggio di sole filtrava attraverso un piccolissimo foro ancora presente su una finestra murata della parete interna all’altezza di 7 mt c.a.

Foro stenopeico meridiana di S.Lorenzo

La linea Meridiana attraversa il pavimento in maniera obliqua ed è lunga circa 15 mt.

Linea meridiana S.Lorenzo a Formello

Era affiancata da dodici riquadri ora in fase di ricostruzione rappresentanti i segni zodiacali.

Testata meridionale meridiana di S.Lorenzo

Segni zodiacali meridiana di S.Lorenzo

Essa permetteva di conoscere esattamente l’istante esatto del mezzogiorno, l’ora del sorgere del solee la durata del giorno. Sulla linea erano segnati tutti gli appuntamenti astrali, equinozi e solstizi i termini della Pasqua e le date delle varie ricorrenze religiose diventando così un riferimento perfettoper tutte le cadenze temporali, inoltre è stato possibile osservare attraverso la proiezione del sole eventi astronomici quali eclissi e macchie solari facendola considerare dalla Soprintendenza per i beni Architettonici del Lazio rara ed unica, in ambito regionale per la sua valenza di strumento storico scientifico. I lavori di ripristino dell’orologio solare sono quasi ultimati grazie all’impegno di Don Luigi Peri che ha cercato le risorse per affrontare questo difficile progetto di ricostruzione e del tecnico Dott. Mario Catamo che ha seguito tutto il restauro calcolando con perizia il riposizionamento dei vari frammenti superstiti e studiando la ricostruzione di quelli mancanti.

La testata settentrionale ricostruita della meridiana

Tra pochi mesi sarà possibile ammirare di nuovo il funzionamento della meridiana aggiungendo un elemento unico alla storia del nostro territorio.

Andrea Venier & Licia Capannolo

Riferimenti e note

Nota 1

Trascrizione dal manoscritto originale: ’Dall’Inventario della ven.Chiesa Parrocchiale di S.Lorenzo della terra di Formello diocesi di Nepi; Francesco Volponi Arciprete 1797. Articolo XIX Linea Meridiana: Di questa linea non possono far menzione gli altri inventari, perché non ci era in quei tempi. Esporremo dunque in quest’articolo,in che anno sia stata fatta questa linea,da chi fatta, e quanto costasse. Quanto lunga, e di che materia sia. Da chi fosse delineata,e da chi incesa.Sul spettro,da dove preso e quanto resti alto. Che regola si tenne per fissarla giustissima. Nel luogo di questa navata orientale, si stende la linea meridiana, fatta da noi nell’anno 1796, di liste di marmo bianco, incassata sul pavimento, larga oncie sei e lunga palmi 60, che prende il suo spettro da un forame cerchiato di ottone alto palmi 24. Fissa il solstizio estivo avanti la porticella minore della chiesa sopra la sepoltura Calandrelli e stende il solstizio invernale fino alla cappella dei SS. Apostoli Pietro e Paolo,tagliando la navata un po’ in obbliquo,dal che si rivela, che la chiesa è veramente rivolta a mezzogiorno ma guarda per 8 minuti all’occidente. In mezzo di questa lista vi è inciso il suo cordoncino intagliato,che quando viene giustamente illuminato dallo spettro solare,indica il mezzo giorno astronomico. Nel luogo della lista medesima vi sono incise le ore del mezzo giorno,in tutte le mutazioni che fa per ogni quarto di ora, tantoche lo spettro guardando in mezzo della linea, indica quotidianamente il mezzo giorno, e fa intendere ancora in che ora, e in chequarto egli sia; e per quanto sia passato, e quanto manchi per arrivare all’altro quarto, avendo riguardo, se il sole sia nei gradi ascendenti, o discendenti. Ai lati di questa lista, e precisamente dove sono incise le ore, ed i quarti del mezzo giorno, vi sono incassati alcuni quadrelli di marmo, e dove si è iscritto in quelli a sinistra, la levata del sole ed in quelli a destra, la quantità, o sia la lunghezza di quel dato giorno calcolato dalla levata fino all’accaso del sole. In guisa che, si vede in che ora sia il mezzo giorno ,in che ora sia levato o per quante ore si trattenga il sole in quel giorno sul nostro orizzonte. Vi sono ai lati della stessa linea, incassati sul pavimento, altri quadrelli di marmo bianco, più grandi dove si vedono incisi i dodici segni dello zodiaco, delineati dal pittore Luigi Procida, sul disegno di quelli della certosa di Roma, che indicano quando il sole entra in quelli, e perciò sono distanti uno dall’altro, il corso di un mese. Il R.do Sig. Rettore De Sanctis, ci diede il primo suggerimento per fare questa linea, i confini per esattezza della medesima con tutta lasua diligenza. Faticò in oltre non poco, nell’incidere egli solo, gratis, tutte la linea, numeri iscrizioni, e segni dello zodiaco, quindi tutta la spesa, frà marmi trasporto ed opera del muratore, non ci oltrepassò la somma di scudi 12. Il solstizio estivo,all’elevazione del nostro polo,si stende fino alle ore 15 e minuti 55 perché cade sulla lastra della sepoltura,ci sono scritti ai fianchi del tropico del cancro,questi due versi: = Inspice maximus ecce dies ubi desinit anni non licet hinc vita de brevitate queri=, per esprimere appunto ,una vita benché lunghissima ,va a finire in una sepoltura. Il solstizio invernale,che all’altezza del medesimo nostro polo non oltre passa le ore 18 e 59 minuti, sotto al tropico del Capricorno, ai fianchi della Figura dello Spettro ci sono scritti parimenti questi due versi.==Lux minimus radii protenditur usque dierum,== Tempora sic breviora, putantis ducere longa,== per esprimere che siccome quanto più l’ombra è lunga tanto più il giorno èbreve _ così tanto più la vita sarà breve quanto più uno se la crede lunga: Ivi si legge ancora, dalla parte destra ADM-R-D FRANCISCI ARCH.VULPONI EXP:ET CURA. Dalla parte destra si legge =Aloy R. De Sanctis. Francisci Arch. Vulponi, et cura, ma le lettere maggiori ,che si vedono nell’iscrizioni, esprimono il millesimo, o sia l’anno in cui è stata fatta, che sono MDCCXCV in cui veramente fu cominciata a disegnare. Quella figura ellittica, che resta in mezzo a dette iscrizioni fa

vedere quanto sia grande lo spettro del sole e dove deve guardare, nel giorno del SS.mo Natale,quando già a ricominciato a rialzarsi, poiché nel punto del solstizio che deve essere circa lì 21 dicembre, o giorno prima o giorno dopo secondo quanto manca all’anno bisestile, deve stendersi un poco più ed arrivare a toccare il segno del capricorno. Questa differenza dell’anno intercalare, ossia bisestile, si conosce ancora nella tavola delle ore,a quella incisa nel luogo della linea, poiché nei tre anni che intermediano al bisestile non deve e non può lo spettro solare illuminare quel punto,(iv) in cui si è scolpita l’ora del mezzo giorno, ma ci deve mancare, un pochetto, secondo gli anni che mancano al bisestile, in cui poi si ricompone lo spettro, col numero. Questo abbiamo voluto notarlo, acciò ogniuno sappia, che quella piccola differenza deve necessariamente provenire dall’esattezza della linea. Nel primo primo pilastro di questa navata,ci abbiamo ancora fatto stendere la tavola perpetua quotidiana che esprime ancora i minuti, del mezzo giorno lavorata dallo stesso pittore Procida, che abbiamo preso dall’ Effemeridi di Roma, in cui si vede calcolata all’altezza del nostro polo di Grad. 42. E perciò non poco differente dalle altre tavole che si leggononegli ordinari , le quali non sono calcolate precisamente al polo di Roma, ma sono comuni anche ad altri tre, o quattro gradi di variazione. Quindi un orologio di pendolo lungo e regolare nel punto del mezzo giorno , posto in quel minuto che esprime la tavola deve la sera indicare le ore ventitre e mezza giuste, quando il sole ha seppellito la metà del suo disco sotto il nostro orizzonte, e nei giorniappresso si deve sempre conformare con la d.a tavola,altrimenti non sarà giusto. Ci sono anche espressi,nella linea di marmo, quanti gradi è distante dal nostro vertice, nei suoi solstizi. Il punto degli Equinozi, i termini pasquali, dai quali non può uscire il sole, in qualunque giorno venga la S. Pasqua. Ed anche il punto dove si trovò il sole ,nel giorno dell’incarnazione del Verbo Eterno, e dove deve trovarsi sempre nel giorno della SS.ma Annunziata, eccetto quella piccola variazione, chedeve portare l’anno bisestile.Ed a tutto ci hanno dato regola le sudd.e Effemeridi di Roma. Qui si metta il paragrafo==== Il sig. Rett.re.’

Nota 2

Per recuperare lo sfasamento prodotto dal Calendario Giuliano che non seguendo l’anno solare accumulava circa 11 minuti di ritardo all’anno e un giorno ogni 128 anni, Papa Gregorio XIII dispose con una bolla papale detta “inter gravissimas” del 24 febbraio 1582, la soppressione nel mese di ottobre dello stesso anno di 10 giorni passando direttamente dal giorno 5 al 16 compensando così il problema che si era creato nel tempo.

Nota 3

La regola che fissa la data della Pasqua cristiana fu stabilita nel Sinodo indetto dall’imperatore Costantino nel 325 d.c. conosciuto come Concilio di Nicea dove fu deciso che la Pasqua doveva cadere la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera cioè dopo il 21 Marzo.

Nota 4

Ore Italiche: sono Ore Equinoziali con inizio del conteggio al tramonto d’ogni giorno, e il compimento della ventiquattresima ora al tramonto successivo secondo un’antica tradizione biblica.Col tramonto finiva un giorno e ne iniziava un altro, la notte apparteneva interamente al giorno successivo.