263 - 264) Il villaggio medievale di Zignago. Un cantiere di archeologia globale. Progetto Accessit....

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il villaggio medievale di zignago il villaggio  medievale di zignago LE VILLAGE MéDIEVALE DE ZIGNAGO LE VILLAGE MéDIEVALE DE ZIGNAGO

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PReSenTazione

Itinéraires des Patrimoines Accessibles

nell’ambito del progetto strategico “accessit”, Programmaitalia-Francia marittimo, la Regione liguria (dipartimentoagricoltura, Sport, Turismo e Cultura) ha voluto intrapren-dere attività a carattere esemplare e sperimentale, definite“Cantieri”, ritagliandosi un ruolo sicuramente importante einnovativo nel campo della progettazione comunitaria. Si èdeciso, infatti, di organizzare due “Cantieri” sperimentali dedi-cati a giovani con specifica formazione: uno relativo alla tema-tica dell’archeologia, con la possibilità di partecipare ad unoscavo archeologico; l’altro incentrato sul recupero e sulla va-lorizzazione del patrimonio culturale architettonico. il cantieresperimentale archeologico che si è svolto nel mese di luglio2012 nel Comune di zignago (SP), nell’entroterra ligure dilevante, ha avuto lo scopo di fornire a giovani laureati in ar-cheologia, provenienti da diverse regioni, una serie di me-todi per lo studio globale di un territorio montano privo di “ec-cellenze” finalizzato non solo alla pura e semplice indaginearcheologica tradizionale ma alla valorizzazione di un terri-torio “povero” utilizzando la storia dell’attività dell’uomo inquel territorio e le modificazioni che le attività umane, neisecoli, hanno apportato all’ambiente. il lavoro svolto duranteil cantiere è stato documentato in video e nella presentepubblicazione. Tali prodotti fanno parte di una azione com-plessiva di valorizzazione del patrimonio archeologico regio-nale (Rete dei musei e delle aree archeologiche della ligu-ria) che è stata realizzata nell’ambito del “Sottoprogettoarcheologia” del progetto strategico accessit e che confluirànel grande itinerario Tirrenico accessit e verrà dotata di pro-dotti multimediali per la divulgazione e promozione turistica.

Luca Fontana

direttore generaledipartimento agricoltura, Sport, Turismo e Cultura

della Regione liguria

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Ringraziamenti

Comune di zignago, nadia Campana della soprintendenza per i Beni ar-cheologici della liguria, mauro d'archi, Severino Fossati, matteo Sicios,Chiara davite dello Studio archieo, Silvia Bellè, daniela Pagella, diego Rus-so e tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento del cantere pilota ealla realizzazione della presente pubblicazione

Coordinamento delle attività

Comune di zignago ed istituto diStoria della Cultura materiale (iSCUm)

Realizzazione editoriale

Sagep editori Srl - genova (www.sagep.it)

il villaggio medievale di zignago Un cantiere di acheologia globale

le villagemédievale de zignago Un chantier d’archéologie globale

Claudio Burlando Presidente

angelo Berlangieri Assessore alla Cultura

luca FontanaDirettore Generale

maria Franca Floris Dirigente

Fondazione per la Cultura e lo Spettacolomaria Teresa orengo, Amministratore Unico

Stefano Scarpa, Direttore

donatella Buongirolami, Responsabile progetti

Progetto strategico accessitCoordinamento generale

maria Teresa orengo

a sein du projet stratégique « accessit », Programme italie-France maritime, la Région ligurie (département agriculture,Sport, Tourisme et Culture) a voulu entreprendre des activitésayant valeur d’exemple et d’expérimentation, appelées « Chan-tiers », jouant un rôle, sans aucun doute, important et innova-teur, au sein du projetcommunautaire. il a, en effet, été décidéd'organiser deux « Chantiers » expérimentaux dédiés auxjeunes ayant une formation spécifique : l’un relatif au thème del’archéologie, avec la possibilité de participer à un véritablechantier de fouilles archéologiques ; l’autre basé sur la sauve-garde et la valorisation du patrimoine culturel. le chantier ex-périmental archéologique qui a eu lieu en Juillet 2012 dans lacommune de zignago (SP) dans l’arrière-pays ligure de l’est,avait pour but de fournir aux jeunes diplômés en archéologie,provenant de différentes régions, un certain nombre de mé-thodes pour l’étude globale d’un territoire de montagne sans «excellences » qui peut les amener non seulement à l’enquêtearchéologique traditionnelle simple, mais à la valorisation d'unterritoire « pauvre » en utilisant l’histoire de l’activité humainedans ce domaine et les changements qui les activités hu-maines, au fil des siècles, ont fait de l’environnement. le travaileffectué pendant le chantier a été documenté en vidéo et danscette publication. Ces produits feront partie d’une mise en va-leur plus complète du patrimoine archéologique régionale (Ré-seau des musées et des sites archéologiques de la ligurie) quia été réalisée dans le cadre du Sous-projet archéologie du Pro-jet Stratégique accessit et qui s’intégrera dans la grande RouteTyrrhénienne accessit et sera équipé avec des produits multi-médias pour la diffusion et la promotion touristique.

Luca Fontana

direttore generaledipartimento agricoltura, Sport, Turismo e Cultura

della Regione liguria

C OMUNE DI ZIGNAGO

Itinéraires des Patrimoines Accessibles

nell’ambito del progetto “accessit” (azione pilota Cantieri)del Programma operativo di Cooperazione Transfrontalie-ra italia-Francia marittimo 2007-2013, la Regione liguriaed il Comune di zignago (SP), sotto la direzione scientificadell’istituto per la Storia della Cultura materiale (iSCUm)su concessione ministeriale, ha progettato e realizzato uncantiere pilota di indagine archeologica e applicazione dimetodologie specifiche per la conoscenza e valorizzazionedel patrimonio delle aree interne della liguria montana. il cantiere, organizzato logisticamente e amministrativa-mente dalla Fondazione Regionale in collaborazione conil Comune di zignago e con l’iSCUm, che ne ha avuto an-che la direzione scientifica e la conduzione sul campo, haprevisto la realizzazione di un cantiere di conoscenza e va-

5il canTieRe · le cHanTieR Marco Biagini

au sein du projet « accessit » (action Pilote Chantiers) du Pro-gramme opérationnel de Coopération Transfrontalière italie-France maritime 2007-2013, la Regione Liguria et la Com-mune de zignago (SP), ont conçu et réalisé, sous la directionscientifique de l’institut pour l’Histoire de la Culture matérielle(iSCUm) et sur concession du ministère, un chantier-piloted’enquête archéologique et application de méthodologies spé-cifiques pour la connaissance et la mise en valeur du patri-moine des zones internes de la ligurie de montagne. le Chantier, organisé aux niveaux logistique et administratifpar la Fondation Régionale, en collaboration avec la Com-mune de zignago et l’iSCUm qui en avait, également, la di-rection scientifique et la gestion sur le terrain, prévoyait la réa-lisation d’un chantier de connaissance et de mise en valeur

Studenti delle Università di genova e milano hanno partecipato alla realizzazione dello scavo.alcuni membri dell’iSCUm in un momento di riposo.

Il cantiere · Le chantier

Itinéraires des Patrimoines Accessibles

nilo Cabona.· durante il cantiere sono state affrontate tematiche meto-dologiche su problemi specifici dello scavo e della valoriz-zazione delle aree di montagna e sono state realizzate at-tività propedeutiche alla interpretazione dei dati acquisitinello scavo;

Fossati, danilo Cabona.· durant le Chantier, des thématiques méthodologiques surdes problèmes spécifiques à ces fouilles et à la mise en valeurdes zones de montagne ont été affrontées et on a réalisé desactivités propédeutiques à l’interprétation des données ac-quises sur le terrain ;

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Progetto ACCESSIT

Itinerari del Patrimonio Identitario

lorizzazione delle fasi di vita di un villaggio abbandonato dietà medievale dell’alta val di vara e delle sue dinamiche dipopolamento in relazione all’ambiente circostante. nellesue linee essenziali, il cantiere ha avuto le seguenti carat-teristiche:· l’attività si è svolta nel Comune di zignago (SP) nell’areaarcheologica dell’omonimo borgo medievale abbandonato,già noto da precedenti scavi degli anni ’80, sita a pochecentinaia di metri dall’attuale Pieve di zignago;· il cantiere ha avuto una durata di quattro settimane con-tinuative, dal 2 al 28 luglio 2012 in cui si sono alternate dueturni di lavoro ciascuno di due settimane;· Ha visto la partecipazione di quindici giovani provenientiin parte, due delle regioni partner del progetto selezionati,in base al curriculum, attraverso un appello a manifestareinteresse al progetto (13/2/2012) – oltre a membri del-l’iSCUm – che sono stati coinvolti in ogni operazione svoltasul campo. Per questo, si ringrazia per la partecipazioneFederico ansaldo, marta Bagnasco, Federico Balzano, lu-crezia Crovo, eleonora Fiodi, eleonora Fornelli, gionatanSangiovanni, luca Secchi, (Corso di Beni Culturali dell’Uni-versità di genova); Chiara Bozzi, Barbara Brescianino, lu-ca Cordara, denise Faciocchi, alessandro madau, letiziaTurconi (Corso di metodologia archeologica dell’UniversitàCattolica di milano); Simone Palizzi, Severino Fossati, da-

des phases de la vie d’un village abandonné d’époque médié-vale dans la haute val di vara et de ses dynamique de peu-plement en relation avec l’environnement. le Chantier avait,dans ses grandes lignes, les caractéristiques suivantes :· l’activité s’est déroulée sur la Commune de zignago (SP)dans la zone archéologique du bourg médiéval abandonnéportant le même nom, déjà connu grâce à des fouilles effec-tuées durant les années 80, située à quelques centaines demètres de l’actuel Pieve di zignago ;· le Chantier a duré quatre semaines de suite, du 2 au 28 juil-let 2012, et s’y sont alternée deux périodes de travail de deuxsemaines chacune ;· Y ont participé quinze jeunes étudiants provenant de deuxdes régions partenaires du projet (ligurie et Sardaigne), sé-lectionnés sur la base de leur curriculum, à travers un appel àmanifester leur intérêt pour le projet (13/2/2012) – outre, bienentendu, les membres de l’iSCUm – et ils ont participé auxopérations effectuées sur le terrain. nous remercions de leurparticipation Federico ansaldo, marta Bagnasco, FedericoBalzano, lucrezia Crovo, eleonora Fiodi, eleonora Fornelli,gionatan Sangiovanni, luca Secchi, (Cours de Biens Cultu-rels à l’Université de gênes); Chiara Bozzi, Barbara Brescia-nino, luca Cordara, denise Faciocchi, alessandro madau, le-tizia Turconi (Cours de méthodologie archéologique del’Université Catholique de milan) ; Simone Palizzi, Severino

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attività di rilevo e di scavo negli ambienti scoperti.il lavoro sullo scavo viene meticolosamente documentato.Studentessa alle prese con il rilievo di uno strato.

Il cantiere · Le chantier

Itinéraires des Patrimoines Accessibles

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Progetto ACCESSIT

Itinerari del Patrimonio Identitario

· intervento e progettazione sono stati concordati con laSoprintendenza ai Beni archeologici della liguria con cuisono state concordate le linee di azione e conservazione.vogliamo ringraziare a questo proposito la dott.ssa nadiaCampana che ha seguito con noi il lavoro e ha discussosui risultati dello stesso.

· les activités et la préparation ont été définies d’un communaccord avec la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Li-

guria avec qui on a concordé les lignes d’action et de conser-vation. nous désirons remercier, à ce propos mme nadia Campanaqui a suivi avec nous le travail et en a discuté les résultats.

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attività di scavo in una delle strutture rinvenute nello scavo.

il lavaggio dei reperti rinvenuti è stata una delle tante attività svolte dai partecipanti al cantiere.attività di rilievo e documentazione delle strutture rinvenute.Partecipanti al secondo turno di attività in un momento di meritato riposo.i partecipanti hanno affinato le tecniche dello scavo stratigrafico e della documentazione sul cantiere.

Il villaggio medievale: come si è arrivati alla sua conoscenza? · Le village médievale : comment l’a-t-on retrouvé ?

Itinéraires des Patrimoines Accessibles

Uno dei primi problemi da risolvere era quello di deter-minare quale fosse la provenienza del toponimo zignagoche attualmente non indica alcun centro abitato attuale,ma abbraccia l’areale più alto del contrafforte che all’al-tezza di monte Fiorito si diparte dal crinale principale ver-so la media valle del vara, comprendendo otto borghi enumerose frazioni minori.durante uno dei tanti sopraluoghi di archeologia di su-perficie, i ricercatori dell’iSCUm trovarono i resti di quelloche poi faranno parte del borgo di “zignago”.lungo la strada carrabile Pieve-Serò che ricalca la vec-

fouilles archéologiques.Un des premiers problèmes à affronter concernait l’origine dutoponyme zignago qui n’indique, aujourd’hui, aucun centre ha-bité actuel mais est le nom de la zone la plus haute du contre-fort qui, à la hauteur du mont Fiorito, se sépare de l’arête prin-cipale et va vers la moyenne vallée du vara ; elle comprendhuit bourgs et de nombreux lieux-dits plus petits.durant l’une des nombreuses recherches archéologiques ef-fectuées en surface, les chercheurs de l’iSCUm ont trouvé lesvestiges de ce qui sera, plus tard, reconnue comme faisantpartie du bourg de “zignago”.

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Progetto ACCESSIT

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nel 1977 è maturato nell’iSCUm (istituto di Storia dellaCultura materiale) l’idea di un progetto organico di ricercafinalizzato a elaborare la storia del territorio di zignagosenza preconcetti di limitazioni temporali né d’importanzatramite i vari aspetti della cultura materiale. l’indagine sul terreno si è valsa di metodi propri dell’ar-cheologia montana sia nell’aspetto della ricognizione disuperficie che dello scavo archeologico.

Itinerari del Patrimonio Identitario

en 1977, l’iSCUm – Istituto di Storia della Cultura Materiale

– (institut d’Histoire de la Culture matérielle) a eu l’idée d’unprojet de recherche ayant pour but d’élaborer l’histoire du ter-ritoire de zignago sans poser de limites temporelles ou d’im-portance entre les différents aspects de la culture matérielle. l’enquête sur le terrain s’est appuyée sur des méthodespropres à l’archéologie de montagne, aussi bien pour cequi concerne la connaissance des superficies que pour les

il villaggio medievale: come Si è aRRivaTi alla Sua conoScenza?le village médiévale : commenT l’a-T-on ReTRouvé ?Danilo Cabona

l’area dove sorgeva il villaggio medievale di zignago al momento dei primi scavi (da notare l’assoluta mancanza di alberi, al contrario di oggi). il Presidente dell’iSCUm, onofrio Pizzolo, sul cantiere di scavo.

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Itinéraires des Patrimoines Accessibles

(graffita arcaica, maiolica arcaica, grezze).Contemporaneamente si è cercato di avere conferma delritrovamento anche attraverso i documenti scritti. il sito“locus zignaculi” è documentato nei Liber Iurium nel 1273e nel 1276 insieme al “locus serre maioris”.Questi due insediamenti dovevano assolvere un ruolomolto importante, non solo amministrativo e territorialema anche politico e militare. infatti in essi è documentatauna curia retta dal castellano o dai consoli con poteri de-cisionali sia in ordine a questioni di interesse civile − qualiil commercio del sale, del grano, della carne, del formag-gio e del lino − sia in operazioni strategiche come la de-

que de la comparaison des techniques de maçonnerie, desfragments de céramique retrouvés le long des lignes de ruis-sellement des eaux (graffite archaïque, maïolique archaïque,grossières).dans le même temps, on recherchait une confirmation de ladécouverte du village à travers les documents écrits. le site“locus zignaculi” est indiqué dans les Liber Iurium de 1273 etde 1276 ainsi que le “locus serre maioris”.Ces deux habitats devaient avoir un rôle très important, passeulement administratif ou territorial, mais également politiqueet militaire. en effet, y est documenté l’existence d’une cour,dirigée par le châtelain ou des consuls qui avait un pouvoir de

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Progetto ACCESSIT

Itinerari del Patrimonio Identitario

chia mulattiera, lungo la scarpata nord di monte zignagosono stati individuati resti di paramenti murari. Questi ap-parivano privi di malta, in pietre locali sbozzate dispostein modo da formare piani regolari ogni due-tre corsi sfrut-tando anche un certo numero di scaglie di lavorazioneimpiegate come zeppe. di questi paramenti murari ne so-no stati localizzati almeno due facenti parte di diversi edi-fici. inoltre, sempre lungo la scarpata nord, sono state ri-levati diversi coni di macerie e tracce di paleosuoli.Una prima attribuzione al periodo medievale poggiava,oltre che sui confronti di tecnica muraria, anche sui fram-menti ceramici rinvenuti lungo le linee di ruscellamento

le long de la route carrossable Pieve-Serò, qui suit l’ancienchemin muletier, le long du talus nord du monte zignago, on atrouvé des restes de parements muraux. Ces derniers ne por-taient pas de traces de mortier, et avaient été fabriqués avecdes pierres locales dégrossies et disposées de façon à formerdes méplats réguliers toutes les deux ou trois files, et en utili-sant, également, des fragments de pierre détachés lors du tail-lage de celles-ci et servant de coins. on a trouvé au moinsdeux de ces parements muraux, qui faisaient partie d’édificesdifférents. de plus, on a remarqué, toujours le long du talusnord, plusieurs cônes de détritus et des traces de paléosols.Une première attribution à la période médiévale naissait, outre

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attività di scavo in una delle case rinvenute. lo scavo dello strato carbonioso legato all’incendio e distruzione di uno degli edifici rinvenuti.

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Itinéraires des Patrimoines Accessibles

cianos… et autori tate consiliorum suorum” stringonoun’alleanza con la Compagna del comune genovese do-po che gli uomini di zignago ebbero scosso il dominio delmarchese malaspina da essi ucciso ed incendiato il ca-stello ed essersi governati due anni da sé.anche le fonti orali sono state prese in considerazione.diversi anziani di Pieve hanno affermato – per memoriatramandata − che sul monte zignago si ergeva un tempoun castello con grossi archi, di cui restavano numerosiruderi e ricordavano come, affianco ad essi, non molti an-ni or sono (anni ’40) si dirigeva nella festività la proces-sione parrocchiale durante la quale veniva impartita unaspeciale benedizione.nell’agosto del 1978, su concessione del ministero deiBeni Culturali e grazie all’interessamento del Comune dizignago e del Corpo Forestale dello Stato, l’iSCUm ini-ziava uno scavo preventivo nell’area dove la costruzionemessa in luce dal mezzo meccanico era più esposta alladistruzione totale. le strutture murarie erano costituiteda pietre locali legate tra di loro con terra. la stratigrafia,invece, si presentava con una sequenza abbastanzasemplice: sotto l’humus era presente un ammasso dimacerie in pietre scistose (probabilmente scivolate dal-l’alto), pietre arrossate per l’alterazione provocata dallalunga esposizione al dilavamento; al di sotto di questoerano presenti lastre di argilloscisto frammiste a spez-zoni di travi carbonizzati (probabile copertura dell’edifi-cio), terra nera e chiazze di argilla cotta. il pavimentoera in parte in argilla e in parte con una massicciata dipietre, al di sotto del quale, infine, era presente la rocciaspiana in cui era scavata una canaletta di scolo delle ac-que. i reperti ceramici ritrovati nella stratigrafia (testelli,olle, maiolica arcaica) hanno permesso di datare la fre-quentazione della struttura nel corso del Xiv secolo.Questo tipo di stratigrafia poi si ripeterà per ogni strutturascavata a monte zignago. l’assenza di un consistentepiano di calpestio e di tracce di focolare escludevanol’ipotesi di un utilizzo della costruzione a scopo abitativo.la canaletta e due pietroni forse usati come sedili infissinel paleosuolo, fanno piuttosto pensare ad un annessofunzionale per il ricovero degli animali domestici (stalla).a conforto di questa tesi sta anche la vicinanza dellastruttura alla mulattiera che transitava poco più a valle.

mandat des anciens et des conseillers du lieu “ procuratoris

universitatis hominum Zignaculi et Serre Maioris et pertinen-

cium ad dicta loca... costituiti per ancianos... et autori tate

consiliorum suorum” signent une alliance avec la Compagna

de la Commune génoise après que les hommes de zignagoont secoué le joug du marquis malaspina, tué de leurs mains,et après qu’ils ont incendié le château et se sont gouvernésseuls pendant deux ans. les sources orales ont, elles-aussi, été consultées. Plusieursanciens habitants de Pieve ont affirmés – grâce à des souve-nirs passés de générations en générations – que, sur le montezignago, se dressait, autrefois, un château ayant de grossesarches, dont il restait de nombreuses ruines et ils se rappe-laient que, c’est vers celles-ci que se dirigeaient, il y a déjàquelques années encore (durant les années 40), au cours dela fête, la procession de la paroisse durant laquelle une béné-diction toute spéciale était donnée. en août 1978, sur concession du Ministero dei Beni Culturali

(ministère des Biens Culturels) et grâce à l’aide de la Com-mune de zignago et du Corpo Forestale dello Stato (gardesForestiers), l’iSCUm commençait des fouilles préventives dansla zone où la construction trouvée par un engin de chantier étaitla plus exposée à une possible destruction totale. les mursétaient construits avec des pierres du lieu, liées entre elles parde la terre. la stratigraphie était, quant à elle, assez simple :sous l’humus se trouvait un amas de ruines en pierres schis-teuses (qui avaient probablement glissées depuis le haut),pierres rougie par des altérations dues exposition dégradationshydrologiques prolongées ; au-dessous, se trouvaient desplaques de roches ardoisières mêlées à des tronçons carbo-nisés de poutres (probable toiture de l’édifice), de la terre noireet des plaques d’argile cuite. le plancher était, en partie, faitd’argile et en partie d’un empierrement ; sous celui-ci, se trou-vait la roche vive, qui avait été aplanie et dans laquelle une ri-gole d’écoulement des eaux avait été creusée. les restes decéramiques retrouvés dans les différentes couches (testelli,marmites de terre cuite, maïolique archaïque) ont permis dedater la fréquentation de la structure au Xive siècle).Ce type de stratigraphie se retrouvera, ensuite, dans chaquestructure fouillée à monte zignago. l’absence d’un véritableplancher, ainsi que le manque de trace indiquant la présenceun foyer, permet d’exclure l’hypothèse de l’utilisation de lastructure comme habitation. la rigole d’écoulement ainsi que

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Progetto ACCESSIT

Itinerari del Patrimonio Identitario

cisione di inviare un contingente di uomini in appoggio alComune di genova.nel primo volume del Liber Iurium viene infatti citato che,il 10 marzo del 1273, Cepello del fu Piperello e vivaldodi giovanaccio da zignago Forabosco e albertone di Ser-ra maggiore, sindaci e procuratori degli uomini dei duepaesi, per mandato degli anziani e dei consiglieri del luo-go “procuratoris universitatis hominum Zignaculi et Serre

Maioris et pertinencium ad dicta loca… costituiti per an-

décision pour ce qui regardait les questions d’ordre civil – telque le commerce du sel, du blé, de la viande, du fromage, dulin – mais également des opérations stratégiques telle que ladécision d’envoyer un contingent d’homme pour soutenir laCommune de gênes.dans le premier volume du Liber Iurium on indique, en effet,que, le 10 mars 1273, Cepello del fu Piperello, vivaldo di gio-vanaccio da zignago Forabosco et albertone di Serra mag-giore, maires et procurateurs des hommes des deux pays, sur

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Sezione con la sequenza stratigrafica formatasi con la distruzione ed abbandono di uno degli gli ambienti.

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Itinéraires des Patrimoines Accessibles

naturalmente, alla fine di tutte le campagne di scavo, neimesi invernali, responsabili dell’iSCUm tenevano lezioninelle scuole del Comune sui risultati ottenuti, cercandodi provocare nei giovani l’interesse alla storia del loro ter-ritorio.

aussi étrangers ; les leçons pratiques de fouilles alternaientavec des leçons de théorie qui abordaient les thèmes de lastratigraphie, de la céramique, de l’étude du territoire et de lamise en valeur des pièces archéologiques.a la fin de chaque saison de fouilles, durant les mois d’hiver,les responsables de l’iSCUm proposaient, dans les écolesde la Commune, des leçons illustrant les résultats obtenusafin de faire naître, chez les jeunes, l’intérêt pour l’histoirede leur territoire.

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Progetto ACCESSIT

Itinerari del Patrimonio Identitario

dal 1978 gli scavi archeologici effettuati su concessionedel ministero dei Beni Culturali proseguirono sino al1986.in conseguenza di questi ritrovamenti, venne anche svi-luppata una scuola di archeologia montana a cui parte-ciparono una serie di studenti sia italiani che stranieri do-ve a lezioni pratiche di scavo si unirono lezioni di teoriariguardanti la stratigrafia, la ceramica, lo studio del terri-torio e la valorizzazione dei reperti.

deux grosses pierres, peut-être utilisées comme siège fixédans le paléosol, suggèrent plutôt l’idée d’une annexe fonc-tionnelle servant à abriter les animaux domestiques (étable).Cette thèse est confortée par le fait que la structure se situetout près du sentier, qui passe un peu plus bas. de 1978, lesfouilles archéologiques effectuées sur concession du Ministero

dei Beni Culturali, se sont poursuivies jusqu’en 1986.grâce à ces découverte, une école d’archéologie de montagnes’est développée et y ont participé des étudiants italiens mais

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Particolare del crollo del tetto in lastre di pietra di una delle abitazioni scavate. l’area di uno dei magazzini in corso di scavo (lo scavo dell’ambiente è stato completato nel recente cantiere).

Zignago e la storia dei metodi · Zignago et l’histoire des méthodes

Itinéraires des Patrimoines Accessibles

definirsi senza maestri. nel senso che si trattava, non di in-competenti, ma di persone che si erano dovute creare unapropria cultura attraverso percorsi più complessi di quellistrettamente accademici. Spesso interessandosi, oltre chedi archeologia e storia antica, anche di geografia, geologia,scienze naturali, economia. e, in tal modo, riconoscendo checonveniva voltare pagina, allontanandosi dai vecchi inse-gnamenti impartiti nelle Università, per cercare nel mondoreale nuovi saperi, nuove fonti, nuove problematiche stori-che da affrontare. nacquero così l’archeologia urbana, lescienze sussidiarie dell’archeologia (poi definite archeome-tria), la storia della cultura materiale intesa come ambito incui era possibile studiare le condizioni reali del processo sto-rico: in pratica, le condizioni in cui si erano attuate produzio-ne, scambio e consumo dei beni che, ad esempio, si trova-vano durante ricognizioni e scavi in qualsiasi territorio. nonsolo presso siti archeologici di fama, come potrebbero rite-nersi Roma Pompei o, nello specifico ligure, luni, ma inqualsiasi sito frequentato in passato dall’uomo. in misura diversa tutto questo avvenne non solo in italia, main più parti d’europa e un forte contributo ad un nuovo mododi fare ricerca storica venne dagli archeologi polacchi (con ilconcetto di cultura materiale e l’attenzione per le ricostruzio-ni economiche), da quelli francesi (sempre attenti a coltivarein maniera preferenziale il rapporto con gli storici), dagli in-glesi che perfezionarono i metodi di scavo, in cui erano giàmaestri, “normalizzando” procedure, modi di redigere la do-cumentazione, criteri per ordinare, in funzione del tempo, ciòche si rinviene (unico modo per poter poi procedere a farestoria). agli inglesi, si deve anche il successo di pratiche diricognizione territoriale non più finalizzate alla scoperta dinuovi siti archeologici da scavare, ma ad una approfonditaconoscenza del territorio. Quindi, studio delle tracce di anti-chi insediamenti, ma anche delle evidenze geomorfologichedi avvenuti cambiamenti del paesaggio e di quanto distingueun’area da altre (ad esempio, la fertilità del suolo, la pen-denza dei versanti, la natura dei corsi d’acqua, il clima).

la Rivoluzione stratigrafica

Con riferimento a quel periodo, e nello specifico, al mutarerapido dei metodi di indagine sul campo ormai è opinionecondivisa che si trattò di una rivoluzione, detta Rivoluzione

stratigrafica. l’elemento di maggior innovazione fu, difatti,

ver durant des recherches ou des fouilles sur tout territoire.et pas seulement sur des sites archéologiques célèbres,comme Rome ou Pompéi ou, pour ce qui concerne la ligurie,luni, mais dans tout lieu autrefois fréquenté par l’homme. Ce processus n’a pas seulement touché l’italie, mais, aussiplusieurs autres pays d’europe ; une contribution particuliè-rement importante est venue des archéologues polonais(pour le concept de culture matérielle et l’attention pour lesreconstructions économiques), des français (très attentifs aurapport préférentiel qu’ils ont avec les historiens), des anglaisqui ont perfectionné les méthode de fouilles, dont ils étaientdéjà les maîtres, et “normalisé” les procédures, les façons derédiger la documentation, les critères de classification, enfonction du temps, ce qui a été découverts (unique façon depouvoir ensuite continuer à faire de l’histoire). on doit, éga-lement, aux anglais le succès des pratiques de reconnais-sance territoriale, n’ayant plus pour but de découvrir de nou-veaux sites archéologiques à fouiller mais, au contraire,d’approfondir la connaissance du territoire. il s’agit, donc,d’étudier les traces d’anciennes zones d’installation, maisaussi des preuves géomorphologiques de changementsconcernant le paysage et de ce qui permet de différencier unezone d’une autre (par exemple : la fertilité du sol, la pente desversants, la nature des cours d’eau, le climat).

la Révolution stratigraphique

en référence à cette période et, plus particulièrement, auxchangements rapide des méthodes d’investigation sur le ter-rain, l’opinion générale qui prévaut, aujourd’hui, veut qu’ils’est agit d’une révolution, surnommée Révolution stratigra-

phique. l’élément le plus innovateur a, en effet, été l’abandondes fouilles, comprise comme le fait de creuser à la recherchede murs ou vestiges, pour l’adoption d’une méthode qui“ feuillette », couche après couche, le terrain en distinguant,par exemple, un plancher de terre d’une chaussée d’uneroute, ou associant, dans une même phase, des vestiges dif-férents : la construction d’un mur, la présence d’un foyer, laperte de quelque objet. Une façon de faire qui permettait decomprendre en détail, ce qui, dans un cas contraire, auraitété confondu pour toujours. Un jeune étudiant en archéologie peut, par rapport à cettegénération d’archéologues “fondateurs” d’une nouvelle mé-thode de travail, être considéré comme faisant partie de la

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Progetto ACCESSIT

zignago e la SToRia dei meTodi zignago eT l’HiSToiRe deS méTHodeSEnrico Giannichedda

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Quasi mezzo secolo fa, negli anni Settanta del secolo scor-so, l’archeologia italiana provava a rialzare la testa. eranodifatti passati gli anni della guerra, con la crisi che ne eraconseguita in tutti i settori, e il boom economico consentivadi guardare al futuro con ottimismo. ancora vivo era il cultodella romanità che tanto era piaciuto (e servito) al regimefascista, ma il suo fascino si era appannato, così comel’idea che l’archeologia fosse lo studio di opere d’arte, pezzipregevoli, siti eccezionali. Per tanti motivi si era ormai giuntia capire che l’archeologia poteva essere un metodo ecce-zionale per ricostruire, basandosi su dati materiali, la storiadi territori e persone che non erano mai, o quasi mai, stateconsiderate da chi, in un passato lontano, redigeva docu-menti a carattere, ad esempio, notarile. e, neppure, da chi,ancora in tempi recenti, scriveva manuali storici o altre ope-re attente ai grandi avvenimenti (le guerre, i grandi signori),ma non al mutare delle reali condizioni di vita delle persone. Protagonisti di quegli anni, e anche delle ricerche nello zi-gnago, furono una generazione di archeologi che potrebbe

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il y a presqu’un siècle de cela, dans les années Soixante dusiècle dernier, l’archéologie italienne essayait de sortir la têtede l’eau. les années de guerre étaient loin, avec la crisequ’elles avaient provoquée et qui avait touché tous les sec-teurs, et le nouveau boom économique permettait de se tour-ner avec optimisme vers le futur. le culte de la romanité, quiavait tant plu (et servi) au régime, était encore vivace, maisson charme s’était terni, ainsi, d’ailleurs, que l’idée qui faisaitde l’archéologie l’étude des œuvres d’art, pièces de valeur,sites exceptionnels. Bien des motifs avaient permis de com-prendre que l’archéologie pouvait être une méthode excep-tionnelle pour reconstituer, en se basant sur des matériels dé-couverts, l’histoire des territoires et des personnes quin’avaient jamais, ou presque jamais, été jugés dignes d’inté-rêt par les personnes qui, dans un lointain passé, rédigeaientles documents, par exemple, notariés. mais, pas non plus parcelles qui, plus récemment, écrivaient les manuels d’histoireou d’autres œuvres s’intéressant aux grands évènements (lesguerres, les hauts personnages) mais pas aux changementsdes réelles conditions de vie des gens. les protagonistes de ces années Soixante, mais aussi desrecherches menées dans la zone de zignago, étaient une gé-nération d’archéologues que l’on pourrait définir sans maître.il ne s’agissait, bien sûr, pas de personnes incompétentes,mais plutôt d’individus qui avaient dû acquérir leur culture àtravers des parcours plus complexes de ceux strictementacadémiques. ils étaient souvent intéressés, outre que parl’archéologie et l’histoire antique, par la géographie, la géo-logie, les sciences naturelles, l’économie ; ils se rendaient,alors, compte qu’il fallait tourner la page pour s’éloigner duvieux savoir dispensé par les Universités, pour rechercherdans le monde réel de nouveaux savoirs, de nouvellessources, de nouveaux thèmes historiques à affronter. C’estainsi qu’est née l’archéologie urbaine, les sciences subsi-diaires de l’archéologie (plus tard définies « archéométrie »),l’histoire de la culture matérielle comprise comme le domainedans lequel il était possible d’étudier les conditions réellesdes processus historiques : dans la pratique, les conditionsdans lesquelles étaient mis en œuvre production, échange etconsommation des biens que l’on peut, par exemple, retrou-

Prime esperienze di archeologia urbana a genova. membri dell’iSCUm sulcantiere di Piazza matteotti (foto marco milanese).

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l’abbandono dello scavo, inteso come sterro finalizzato allaricerca di resti murari o reperti, a favore di un’indagine chesfogliava, appunto strato per strato, la terra distinguendoad esempio una pavimentazione in terra da un battuto stra-dale, o associando, nella medesima fase, resti diversi: lacostruzione di un muro, l’accensione di un focolare, l’avve-nuta perdita di un qualche reperto. Un modo di procedereche consentiva di capire nel dettaglio ciò che, altrimenti,sarebbe stato confuso per sempre. oggi, rispetto a quella generazione di archeologi “fondatori”di un nuovo modo di procedere, un giovane studente di ar-

troisième génération : une génération stratigraphique, scien-tifique, multidisciplinaire. entre les deux se situe une géné-ration intermédiaire de chercheurs, que l’on reconnaît àleurs cheveux blancs et, peut-être aussi, à leurs nostalgies(de celle des Pink Floyd aux inti illimani, des vespas auxdisques de vinyle, des vacances en camping au fait des’échanger des photocopies et non des dossiers informa-tiques). Si la première génération était sans maître et a dûconstruire sa propre discipline archéologique (on date, eneffet, des années Soixante, la naissance de nombreux ins-tituts de recherche indépendants des Universités et capa-

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archeologi inglesi e italiani sullo scavo di San Silvestro a genova.

Un giovane Tiziano mannoni durante la documentazione fotografica sul cantiere di zignago.Prospezioni magnetometriche condotte sul sito di zignago.

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fortuna, contare su quella che definiremo una minestra giàpronta e collaudata: un mix di metodo stratigrafico, contributiscientifici, attenzione interdisciplinare al territorio, consape-volezza che l’archeologia è una scienza storica. Questa se-conda generazione di maestri ne ebbe difatti tanti quante so-no le “province” archeologiche italiane: riguardo al medioevoe con riferimento allo zignago, certamente Riccardo Franco-vich che fu però attivo sul campo quasi soltanto in Toscanae Tiziano mannoni, che di Francovich fu amico, e fu il veroprotagonista della ricerca nello zignago. non devo essere ioa ricordare chi fu Tiziano mannoni, ma certamente fu un

était l’ami de Francovich et a été le véritable protagonistede la recherche dans la zone de zignago. Ce n’est pas àmoi de rappeler qui était Tiziano mannoni, un maître re-connu pour sa compétence, sa capacité d’innovation, sondésir de partager avec d’autres son propre savoir. Un maîtrequi a invité des archéologues anglais à venir fouiller à zi-gnago, intéressé qu’il était par une confrontation avec uneréalité que l’on savait innovatrice. Comme toute ouvertureaux autres, ce rapport a certainement été profitable à tous,même si mannoni s’est aperçu, comme il l’avait déjà fait du-rant les fouilles dans le centre de gênes, que, dans bien

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cheologia può essere visto come la terza generazione: unagenerazione stratigrafica, scientifica, multidisciplinare. Fral’una e l’altra si pone difatti una generazione di studiosi inter-media, riconoscibile dai capelli bianchi e, forse, da svariatenostalgie (dai Pink Floyd agli inti illimani, dalle vespe al vinile,dalle vacanze in tenda allo scambiarsi, non file, ma fotoco-pie). Se la prima generazione fu senza maestri e dovette co-struire in proprio la disciplina archeologica (ad esempio, sidata agli anni Settanta la nascita di un gran numero di istitutidi ricerca indipendenti dalle Università e capaci di dare vitaalla cosiddetta società civile), la seconda poté, per propria

bles de faire naître de que l’on appelle la société civile), ladeuxième a pu, par chance, compter sur une “ macédoine »déjà prête et éprouvée : un mélange de méthode stratigra-phique, contributions scientifiques, attention interdiscipli-naire pour le territoire, prise de conscience que l’archéologieest une science historique. Cette deuxième génération a pucompter sur autant de maîtres qu’il y a de “provinces” ar-chéologiques italiennes : pour ce qui concerne le moyen-âge et, tout particulièrement, la zone de zignago, on peutcertainement citer Riccardo Francovich qui n’a, pourtant,travaillé sur le terrain qu’en Toscane et Tiziano mannoni, qui

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Prime attività di scavo nel sito di zignago. muro di fondo dell’edificio residenziale rinvenuto negli anni ’80 a zignago.

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estensione e complessità, ma con la consapevolezza che bi-sognava prestare la medesima attenzione ad ogni testimo-nianza, alla necessità di ottenere dallo scavo datazioni atten-dibili, al non trascurare ciò che al momento sembravasfuggente o non si capiva appieno. Una consapevolezza cheera propria degli archeologi preistorici (e, a zignago, guardacaso, le prime indagini furono condotte sul Castellaro inda-gandone le tracce di frequentazione preistorica), ma che al-l’epoca non era ancora molto diffusa in italia. zignago, con i suoi scavi, fu, quindi, sul finire degli anniSettanta inizi anni ottanta, un laboratorio metodologico acielo aperto, un luogo di incontro degli archeologi della pri-ma generazione con studiosi di altre scuole (gli inglesi) econ i primi precoci allievi. Per ragioni evidentemente ana-grafiche, altri e più numerosi allievi si sarebbero poi aggiun-ti in seguito, in particolare quando mannoni e la sua equipesi spostarono a scavare da zignago a Filattiera, ma quelche conta è che nel 2012 la ripresa dei lavori a zignago havisto sul sito del vecchio scavo un ben strano e inconsuetoconvergere: archeologi di “prima generazione” cresciuti sulcampo con mannoni – archeologi di seconda generazioneche hanno avuto mannoni come docente universitario –giovanissimi studenti che solo ora si stanno affacciando almondo dell’archeologia. Purtroppo per loro, in un momentoben diverso dagli anni Settanta.

il tempo attualela recente crisi economica ha fatto tramontare molto diquell’ottimismo conseguente al boom postbellico e alle con-quiste scientifiche e, oggi, si fatica a non dubitare che l’ar-cheologia possa, in futuro, sempre meglio, tutelare e inda-gare il territorio e avere un ruolo importante per il futuro delpaese (per la qualità della vita in questo paese e non per ilturismo inteso come fonte di vantaggi economici e nulla più).il compito che aspetta i giovani archeologi italiani certamentenon sarà semplice, ma, paradossalmente, si deve notare unfatto che può dare la forza di elaborare nuove idee e propo-ste: grazie ai grandi maestri del passato, che inesorabilmentestanno scomparendo, i giovani hanno di fronte un ambito di-sciplinare ampio come non mai. Un ambito già parzialmentedissodato stabilendo criteri che solo trenta o quaranta annifa erano tutt’altro che ovvi: necessità di ricerche condotte conmetodo (anche con nuovi metodi, ovviamente); attenzione a

ment sur le Castellaro que les premières fouilles ont été ef-fectuées, dans le but d’y retrouver des traces de fréquenta-tions à l’époque préhistorique), mais qui n’était pas encoretrès répandue en italie. a la fin des années Soixante-dix – début des années Quatre-vingt, zignago a donc été, avec les fouilles qui y ont été ef-fectuées, un laboratoire méthodologique en plein-air, un lieude rencontre des archéologues de la première générationavec les chercheurs d’autres écoles (les anglais) et avec lespremiers élèves. Pour d’évidentes raisons d’âge, d’autres etde plus nombreux élèves allaient s’ajouter plus tard, en par-ticuliers lorsque mannoni et son équipe sont partis de zi-gnago pour aller fouiller Filattiera, mais ce qui compte, c’estque la reprise des travaux à zignago a permis, sur le site del’ancien chantier, une bien étrange et inhabituelle rencontre :celle d’archéologues de la “première génération”, ayantgrandi sur le terrain avec mannoni, avec des archéologuesde la deuxième génération, qui ont eu mannoni comme pro-fesseur à l’Université, et de très jeunes étudiants qui fontleurs tous premiers pas dans le monde de l’archéologie. mal-heureusement pour eux, elle a eu lieu à un moment bien dif-férent des années Soixante.

aujourd’huila récente crise économique a fait disparaître beaucoup del’optimisme né du boom économique de l’après-guerre etdes conquêtes scientifiques et, aujourd’hui, on a du mal àcroire que l’archéologie pourra, dans le futur, protéger etfouiller toujours mieux le territoire et avoir un rôle importantpour le futur du pays (pour la qualité de la vie et pas seule-ment pour le tourisme compris comme source d’avantageséconomiques et rien de plus). la tâche qui attend les jeunesarchéologues italiens ne sera certainement pas simple mais,dans le même temps, il convient de signaler un fait qui peutdonner la force d’élaborer de nouvelles idées et proposi-tions : grâce aux grands maîtres du passé, qui disparaissentinexorablement les uns après les autres, les jeunes géné-rations voient s’ouvrir devant eux un cadre disciplinaire plusvaste qu’il ne l’a jamais été. Un domaine déjà partiellementdéfriché par l’adoption de critères qui, il y a seulement trenteou quarante ans n’étaient en rien évidents : la nécessité deconduire les recherches avec méthode (y compris avec denouvelles méthodes, bien sûr) ; l’attention portée à toutes

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maestro riconosciuto per competenza, capacità d’innovare,disponibilità a condividere con altri il proprio sapere. Un mae-stro che portò a zignago, a scavare, perfino archeologi in-glesi interessati a confrontarsi con una realtà che si ricono-sceva innovativa. Come ogni apertura agli altri, quel rapportofu certamente proficuo per tutti anche se mannoni, come eragià successo durante gli scavi nel centro di genova, si ac-corse che in molti casi il “metodo” di cui i britannici erano imaestri riconosciuti era un mettere in “bella copia” proceduree osservazioni che già si facevano anche in italia. non conlo stesso rigore, quasi sempre solo indagando siti di limitata

des cas, la fameuse “ méthode » dans laquelle les anglaisétaient passés maîtres, consistait à mettre « au propre » desprocédures et observations que l’on pratiquait également enitalie. Pas avec la même rigueur, presque toujours en fouil-lant des sites d’extension et complexité limitées, mais enayant parfaitement à l’esprit le fait qu’il fallait prêter la mêmeattention à tous les témoignages, à la nécessité d’obtenir,au cours de ces fouilles des datations sûres, au fait de nepas négliger ce qui sur le moment semble fuyant ou que l’onne comprend pas pleinement. Une lucidité qui était le propredes archéologues préhistoriques (et, à zignago, c’est juste-

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Prime attività di scavo dell’iSCUm nel sito di Filattiera (mS).

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tive dell’edilizia storica ad architettura e questo certamentefrenò lo sviluppo delle ricerche di scavo. Secondariamente,influì sulla valorizzazione del sito anche la mancata pub-blicazione definitiva dei risultati di tutte le ricerche condottenegli anni a zignago e che, tuttora, sono disperse su piùriviste, dalla Rivista di scienze preistoriche, alla Rivista distudi liguri, fino ad archeologia medievale e agli atti di di-versi convegni. Poco, ad esempio, nei decenni recenti è stato fatto in liguriaper indagare altri villaggi abbandonati (villaggi noti anchenell’area stessa dello zignago), poco per affrontare il tema,altrove così dibattuto, dell’incastellamento o, per periodi piùantichi, della cristianizzazione delle campagne e della con-trapposizione bizantini – longobardi (le questioni del cosid-detto limes). Con questo non si vuole negare che ricercheimportanti siano state condotte in più siti, ma è evidente chesi tratta di ricerche puntuali, dell’impegno di singoli e non digrandi e organici progetti di ricerca paragonabili a quelli chetuttora caratterizzano l’archeologia medievale, non solo in To-scana, ma in Puglia, in Sardegna e in altre regioni.

il metodo e, quindi, i risultatiSe, quanto sopra ha a che fare con la politica della ricerca,e non è questa la sede per discuterne, ragionare dei modicon cui si condussero le ricerche a zignago ha a che farecon la storia dei metodi archeologici: sia dal punto di vistadella progettazione delle indagini, sia riguardo alle proce-dure con cui condurle. in breve, credo si possa sostenereche la forza del “progetto” zignago fu unire lo scavo di al-cuni importanti siti campione alla ricognizione sistematicadel territorio, comprensivo dello studio delle case rurali edell’edificato storico con un metodo che aveva già dato im-portanti frutti nelle valli aulella e Rosaro, in lunigiana. dal punto di vista del metodo, invece, se si osservano leplanimetrie dello scavo risulta evidente la precisione “chi-rurgica” con cui quasi ogni area coincise, esattamente, conun edificio o una struttura. Tutto ciò dipese da alcune condizioni oggettive e da alcunescelte. all’epoca degli scavi, diversamente da oggi, montezignago era quasi completamente privo di vegetazione ar-borea e questo doveva rendere visibili, in superficie, le pie-tre crollate delle abitazioni. Pertanto, forse anche a seguitodi considerazioni sulle forze disponibili, è presumibile si

dans les années qui ont suivi, l’archéologie du territoire ruralmédiéval en ligurie n’a pas eu le développement que la pré-cocité des recherches conduites dans la zone de zignago fai-sait espérer. les motifs sont nombreux. Pour en citer unique-ment deux, disons que, premièrement, mannoni a étécontraint d’enseigner, dans un premier temps, non pas l’ar-chéologie, mais les gisements miniers à la faculté deSciences géologiques et, dans un deuxième temps, les Tech-niques d’edification de la Construction Historique à la facultéd’architecture, ce qui a, certainement freiné le développe-ment des fouilles. deuxièmement, la non-publication défini-tive des résultats de toutes les recherches effectuées durantces années à zignago a influé sur la valorisation du site, lescomptes rendus sont encore aujourd’hui, dispersés dans plu-sieurs magazines, de la Rivista di scienze preistoriche, à laRivista di studi liguri, jusqu’à Archeologia medievale et dansles actes de différents congrès. Bien peu a, par exemple, été fait, au cours des dernières dé-cennies, pour effectuer des recherche dans d’autres villagesabandonnés (villages connus y compris dans cette mêmezone du zignago), ou pour affronter le thème, ailleurs si dé-battu, de l’incastellamento (« enchâtellement ») ou, pour despériodes plus anciennes, de la christianisation des cam-pagnes et de l’opposition entre Byzantins et lombards (leproblème du fameux limes). on ne veut, évidemment, pasnier que des recherches importantes ont été effectuées surplusieurs sites, mais il est évident qu’il s’agit de recherchesponctuelles, dues à quelques personnes, et non pas d’un pro-jet vaste et organisé comme ceux qui caractérisent, au-jourd’hui encore, l’archéologie médiévale, non seulement enToscane, mais également dans les Pouilles, en Sardaigne etdans d’autres régions.

la méthode et ses résultatsSi ce qui précède concerne la politique en matière de re-cherche, et ce n’est certes pas le lieu pour en discuter, rai-sonner sur la façon dont les recherches ont été effectuéesdans la zone de zignago concerne, au contraire, l’histoiredes méthodes archéologiques : aussi bien du point de vuedu projet avant les fouilles, que des procédures selon les-quelles les mener. en résumé, je pense pouvoir dire que laforce du « projet zignago» a été d’unir les fouilles de cer-tains importants sites-échantillons à la reconnaissance sys-

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tutti i periodi e testimonianze (quella che, semplificando, sidice archeologia globale); consapevolezza che l’archeologiaè sì scienza storica, e quindi imprecisa, congetturale, basatasull’interpretazione delle evidenze, ma è anche disciplina chedeve continuare ad avere un impatto sociale e gli archeologinon possono perciò esimersi, altra lezione di mannoni, dalconfrontarsi (e litigare quando serve) con amministratori, po-litici, urbanisti, architetti, economisti, organizzatori di eventi econ tutti quelli che, in molti casi, vedono nelle tracce del pas-sato o un elemento di disturbo in territori da cementificare(dove oggi “cementificazione” va inteso anche come erosionedei versanti e varie forme di degrado) o come un giacimentoculturale da vendere al miglior offerente svilendone le carat-teristiche pur di renderlo appetibile. Tenendo conto di quanto sopra, tornare a scavare partedel villaggio abbandonato di zignago nel 2012 ha portatoa sviluppare alcune considerazioni relative alle modalità econseguenze delle indagini condotte quasi quarant’anni fa.la prima considerazione è che per la generazione di mez-zo, zignago è stato, per certi versi un luogo mitico; non unsemplice sito archeologico di cui si sentiva spesso parlare,ad esempio nelle riunioni dei membri iscum, ma un interoterritorio sottoposto ad indagine. Questo, ovviamente, neamplificava l’importanza e, se non bastasse, zignago, nellediscussioni fra archeologi era un nome ricorrente al pari dialtri grandi scavi medievali dell’epoca: fra i maggiori, Ca-stelseprio in lombardia, Rocca San Silvestro in Toscana,Brucato in Sicilia, Rougiers in Provenza.nello specifico, il villaggio medievale di zignago fu oggettodi particolare interesse, non solo perché occuparsi di villaggiabbandonati e mai più abitati era, all’epoca, un tema di mo-da, ma perché il rinvenimento di manufatti integri (e le traccedi incendio) facevano ipotizzare un abbandono improvvisodelle case, forse a seguito di un fatto bellico legato alla presadi possesso della zona da parte dei genovesi. Questo ciòche si pensava negli anni ottanta e novanta. diversamente da quanto avvenuto ad esempio in Toscana,negli anni successivi l’archeologia del territorio rurale me-dievale in liguria non ha avuto lo sviluppo che la precocitàdelle indagini nello zignago poteva fare auspicare. i motivisono molteplici. Per citarne solo due, mannoni fu costrettoad insegnare, non Archeologia, ma Giacimenti minerari

nella facoltà di Scienze geologiche e, poi, Tecniche costrut-

les périodes et à tous les témoignages (ce que, pour simpli-fier, on appelle l’archéologie globale) ; la pleine conscienceque l’archéologie est une science historique, et donc impré-cise, conjecturale, basée sur l’interprétation des preuves,mais est aussi une discipline qui doit continuer à avoir unimpact social et que les archéologues ne doivent pas sesoustraire, autre leçon qui nous vient de mannoni, à la dis-cussion (et même à la dispute quand cela est nécessaire)avec les administrateurs, politiciens, urbanistes, architectes,économistes, organisateurs d’évènements et tous ceux qui,ne voient, dans les traces du passé, qu’un élément de gênesur un territoire à couvrir de constructions (où chaque vaguede construction doit être comprise comme érosion des ver-sants et autres formes de dégradation) ou comme un « gi-sement » culturel à vendre au plus offrant en en développantles caractéristiques, si nécessaire, pour le rendre plus inté-ressant pour un éventuel acheteur. Compte tenu de ce qui précède, retourner, en 2012, fouillerune partie du village abandonné de zignago a permis de dé-velopper certaines réflexions concernant les modalités et lesconséquences des recherches effectuées il y a presque qua-rante ans. la première est que, pour la génération du « mi-lieu », zignago était, d’une certaine façon, un lieu mythique ;pas un site archéologique normal dont on entendait souventparler, par exemple durant les réunions des membres de l’is-cum, mais plutôt un territoire entier soumis à des recherches.Ce qui en amplifiait, comme on peut bien l’imaginer, l’impor-tance ; de plus, dans les discussions entre archéologues,c’était un nom qui revenait souvent, à l’égal de celui desgrands chantiers de fouilles de l’époque médiévale d’alors :citons, parmi les plus importants, Castelseprio en lombardie,Rocca San Silvestro en Toscane, Brucato en Sicile, Rougiersen Provence.en l’occurrence, le village médiéval de zignago a été l’objetd’un intérêt particulier, non seulement parce que s’occuperde villages abandonnés et jamais plus habités étaient à lamode, alors, mais également parce que retrouver des objetsintacts (et des traces d’incendie) permettait de formuler l’hy-pothèse d’un abandon subi des maisons, peut-être à la suited’un fait de guerre lié à la prise de possession du territoirepar les génois. C’est, du moins, ce que l’on pensait dans lesannées Quatre-vingts et Quatre-vingt-dix. Contrairement à ce qui s’est passé en Toscane, par exemple,

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sato dove, come minimo, devono distinguersi le vicendeche interessarono le case a schiera, che non sono tutteuguali fra loro, una casa più grande, forse d’uso signorile,il magazzino e la stalla, l’area sommitale dove sono emersii resti di una probabile torre. infine, la breve campagna di scavo 2012 evidenzia altri fatti.Primo fra tutti, il non avere scavato completamente il villaggiomedievale trenta e più anni fa, ha consentito di tornare a in-dagarlo, un po’ come fa un investigatore che torna sul luogodel delitto più volte, e ottenere risultati in parte nuovi e impor-tanti. Risultati, si noti bene, che ancora non esauriscono lepotenzialità informative del sito anche perché ottenuti conquello stesso metodo stratigrafico che era già proprio dellevecchie ricerche (e, quindi, nel concreto con uno scavo deltutto tradizionale condotto senza particolari strumenti di rilievoo elaborazione dati), senza cioè gli strumenti, ad esempio diprospezione e analisi, tipici dei tempi correnti.Più in generale, la storia recente delle ricerche a zignago,nonostante gli investimenti di risorse destinati alla conser-vazione del sito avutisi negli ultimi anni, rende evidente cheun sito archeologico, così come una tematica di ricerca, èimportante, dal punto di vista culturale soltanto se è partedi un sistema più ampio. Un sistema che preveda nuove ri-cerche, il ricorso a metodi e discipline non sperimentate, ilcoinvolgimento di altri studiosi, la partecipazione al dibattitostoriografico, l’interesse delle istituzioni locali per una poli-tica del territorio in cui l’archeologia abbia senso (e, quindi,conoscenza, gestione, valorizzazione). altrimenti l’interessedecade indipendentemente dall’importanza del sito. Forsesi può sostenere che vale la similitudine fra la storia del vil-laggio medievale, che era importante ma venne abbando-nato, e quella del sito archeologico: importantissimo quandofu scavato e progressivamente dimenticato. il futuro non èdato saperlo, ma, forse, si può cercare di progettarlo sapen-do che investire sul sito ha senso solo se significa investiresul territorio e su progetti di ricerca che, per avere un qual-che significato, dovrebbero essere duraturi. il tempo può,difatti, avere il sopravvento su qualsiasi buona pratica diconservazione (i muri medievali, nel concreto, finiranno pri-ma o poi con il crollare), ma è invece di aiuto nel costruirela conoscenza, un processo cumulativo a cui è auspicabilesi possano dedicare gli archeologi di terza generazione,eredi degli eredi degli scavatori di zignago.

être appartenant à un noble, l’entrepôt et l’étable, la zonedu sommet de la colline où l’on a retrouvé ce qui pourraientêtre les ruines d’une probable tour. enfin, la brève campagne de fouilles de 2012 a mis à jourd’autres faits. le premier est que ne pas avoir fouillé complè-tement le village médiéval, trente ans plus tôt, a permis d’yretourner faire des fouilles, un peu comme un enquêteur re-tourne sur les lieux du délit, plusieurs fois, et obtient des ré-sultats, en partie nouveaux, importants. des résultats quin’épuisent pas les potentialités d’informations du site car,même si obtenues grâce à la même méthode stratigraphiquequi était le propre des anciennes fouilles (et donc, plus préci-sément, avec des fouilles tout à fait traditionnelles, effectuéessans instruments particuliers de relevé ou d’élaboration desdonnées), c’est-à-dire sans les instruments, par exemple, deprospection et d’analyses, typiques de nos jours.Plus généralement, l’histoire récente des recherches à zi-gnago rend évident, malgré les investissements de res-sources destinées à la conservation du site effectués ces der-nières années, qu’un site archéologique, tout comme unethématique donnée de recherche, est important, du point devue culturel, seulement s’il fait parti d’un système plus vaste.Un système qui prévoit de nouvelles recherches, le recoursà des méthodes et disciplines pas encore expérimentées, lacontribution d’autres chercheurs, la participation au débat his-toriographique, l’intérêt des institutions locales pour une po-litique du territoire pour laquelle l’archéologie compte (et,donc, la connaissance, la gestion, la mise en valeur). dansle cas contraire, l’intérêt s’évanouit, quelque soit l’importanceintrinsèque du site. on peut voir une similitude entre l’histoiredu village médiéval, important mais abandonné, et celui dece site archéologique : très important quand il a été fouillé etpuis progressivement oublié. nous ne savons rien du futurmais nous pourrions essayer de le planifier en sachant qu’in-vestir dans ce site n’a de raison d’être que si l’on investit surle territoire et sur des projets de recherche qui, pour avoir dusens, devraient se prolonger dans le temps. le temps peut,en effet, rendre vain toute bonne pratique de conservation(les murs médiévaux, à la fin, finiront bien par s’écrouler),mais sert à augmenter la connaissance ; un processus d’ac-cumulation auquel, cela est souhaitable, pourraient se dédierles archéologues de la troisième génération, héritier des fouil-leurs de zignago.

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procedette a partire da tali materiali per “disegnare” i saggidi scavo. la bontà delle osservazioni di superficie fu pre-miata e, per certi versi si ottenne il massimo risultato con ilminimo sforzo. Si evitarono pertanto le problematiche tipi-che di uno scavo estensivo che, da un lato, porta ad espor-re ampie superfici, spesso poco informative, ma dall’altroavrebbe consentito di stabilire (o, perlomeno, ricercare)quali erano i rapporti fra le case e che cosa esisteva fraqueste. Se, ad esempio, negli spazi aperti esisteva ancorastratificazione o qualche residua evidenza. lo scavo condotto nel 2012, al proposito, ha evidenziatoche ben poco sembra essersi conservato di quanto esiste-va fra casa e casa, ma, almeno in una zona, si è anche vi-sto che quelle che sembravano case separate erano in re-altà strutture a schiera, allineate lungo le curve di livello econ alcuni muri in comune. Una maggiore superficie di sca-vo ha anche modificato l’idea di un abbandono determinatodall’incendio generalizzato del villaggio. in molte case, di-fatti, sono stati trovati oggetti di pregio abbandonati, manon vi è alcuna traccia di incendio. e, se non bastasse, benpochi manufatti ceramici sono risultati ricostruibili a partiredai frammenti raccolti, a dimostrazione che si tratta di og-getti già rotti, e in parte dispersi, quando le case crollarono.Un quadro, quindi più complesso di quello ipotizzato in pas-

tématique du territoire, y compris des maisons rurales et del’édifice historique, à travers une méthode qui avait déjàdonné d’excellents résultats dans les vallées aulella et Ro-saro, en lunigiana. du point de vue de la méthode, on peut remarquer, si l’on ob-serve les planimétries des fouilles, la précision “chirurgicale”avec laquelle chaque zone coïncide, de façon parfaitementexacte, avec un édifice ou une structure. C’est le fruit de certaines conditions objectives et de certainschoix. a l’époque des précédentes fouilles, contrairement àla situation d’aujourd’hui, le monte zignago était presqu’en-tièrement dépourvu d’arbres, ce qui permettait d’observer, ensuperficie, les pierres tombées des habitations écroulées. ilest, donc, à supposer que l’on est parti de ces matériaux, àcause, également, de réflexions sur les forces disponibles,pour définir les méthodes de fouilles. la justesse des obser-vations des superficies a été récompensée et, d’une certainefaçon, on a obtenu le meilleur des résultats avec des effortsminimums. on a, ainsi, évité, les problèmes typiques desfouilles extensives qui, d’un côté, portent à exposer de vastessuperficies, qui apportent souvent peu d’informations, maisauraient, de l’autre, permis d’établir (ou, du moins, de recher-cher) quels étaient les rapports entre les maisons et ce qu’ily avait entre elles : si, par exemple, il y avait d’autres stratifi-cations ou quelques vestiges résiduels. les fouilles effectuées en 2012 ont, à ce propos, découvertque bien peu de chose semble avoir été conservé de ce quise trouvait entre les maisons, mais a permis de comprendreque, au moins dans un endroit, ce qui semblaient être desstructures séparées étaient au contraire des constructionsmitoyennes, alignées le long de la courbe de niveau, et pos-sédant quelques murs en commun. Une plus grande super-ficie de fouilles a, également, modifié l’idée qu’un incendiegénéral était à l’origine de l’abandon du village. dans cer-taines maisons, on a, en effet, retrouvé des objets de valeurabandonnés, mais aucune trace d’incendie. de plus, bienpeu d’objets de céramiques ont pu être reconstruits à partirdes fragments recueillis, ce qui semble démontrer qu’ils’agissait d’objets déjà cassés et jetés, quand les maisonsse sont effondrées. Un tableau, donc, plus compliqué quecelui imaginé dans le passé, dans lequel il faut distinguerles évènements qui ont concerné les maisons mitoyennes,qui ne sont pas toutes semblables, une plus grande, peut-

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Scavo all’interno di uno degli ambienti rinvenuto nelle passate campagne.

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versità Cattolica di milano − è così ripartita dall’allargamen-to verso ovest di quest’area e contemporaneamente con ilsuo ampliamento verso monte, dove una vasta area quasipianeggiante faceva pensare alla presenza di altre struttu-re. il risultato finale è stato l’apertura di una grande area discavo di forma rettangolare di circa 120 m2 e di un’altra didimensioni inferiori a poca distanza, entrambe indagate inmodo stratigrafico. nella parte superiore a nord-est lo scavo ha evidenziato,subito sotto la coltre erbosa, la presenza della roccia, cheappare in buona parte spianata artificialmente e abbastan-za regolare; la completa erosione del deposito rende diffi-cile ricostruire eventuali presenze dell’insediamento in que-

de gênes et de l’Université Catholique de milan – sont doncreparties de l’élargissement vers l’ouest de cette zone et, dansle même temps, de son développement vers la montagne, oùune vaste zone presque plane permettait de penser qu’onpourrait y découvrir d’autres structures. le résultat final s’estconcrétisé par l’ouverture d’une grande zone de fouilles deforme rectangulaire de près de 120 m2 et d’une autre plus pe-tite, tout près de la première, toutes deux fouillées selon la mé-thode stratigraphique.dans la partie supérieure du nord-est, les fouilles ont mis enévidence, juste sous la couche herbeuse, la présence deroche, dont une partie a visiblement été aplanie artificiellementet est plutôt régulière ; l’érosion complète du dépôt ne permetguère de reconnaître l’éventuelle présence d’un habitat danscette zone. C’est dans la partie au sud-est que se sont termi-nés les fouilles de 1986, et il faut encore retrouver le mur ex-térieur est d’une construction. la petite portion de terrain quireste encore ôter pour dégager le mur extérieur, renferme lespreuves d’une série d’effondrements qui se sont succédés aufil du temps, et contient également des plaques de pierre quiservaient de toit au bâtiment. le nettoyage de cet endroit apermis de constater qu’une autre pièce se trouvait dans sonprolongement, le long de la pente. en continuant les fouilles,on a pu découvrir une série de pièces qui pourraient être, maisc’est une hypothèse, une ou plusieurs habitations dont la par-

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i nuovi ScavileS nouvelleS fouilleSMarco Biagini (ISCUM)

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dopo venticinque anni gli archeologi sono tornati a scavarenell’area del villaggio di zignago e lo hanno fatto iniziandoproprio da dove il lavoro era stato interrotto. nell’ultimacampagna di scavo del 1986 erano stati parzialmente postiin luce una serie di ambienti affiancati lungo la linea di pen-dio a sud-est del rilievo il cui fronte a valle era franato conparte del versante e che apparentemente continuavano aldi sotto del terreno, in allineamento verso ovest. l’attività dello scavo connesso al cantiere – a cui hannopartecipato studenti dell’Università di genova e dell’Uni-

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après vingt-cinq ans d’interruption, les archéologues ont reprisles fouilles dans la zone du village de zignago et ont recom-mencé à l’endroit exact où les travaux précédents avaient étéinterrompus. durant la dernière campagne de fouilles de 1986,on avait fouillé, en partie, une série de locaux placés côte àcôte le long de la ligne de pente au sud-est du massif dont lapartie en aval s’était éboulée avec une partie du versant et quicontinuait selon toute évidence sous le terrain, dans un ali-gnement allant vers l’ouest. les activités de fouilles liées auchantier – auxquelles ont participé les étudiants de l’Université

gli scavi degli anni ’80 alla ripresa dei lavori.Studenti durante lo scavo. l’esperienza ha permesso di imparare o affinare le tecniche dello scavo stratigrafico.attività di rilevo delle strutture rinvenute. Tutti gli studenti hanno partecipato al rilievo e alla ricostruzione grafica di strati e strutture.

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Planimetria aggiornata del sito del villaggio di zignago dopo gli scavi del2012. in rosso le strutture rinvenute in precedenza e in nero quelle scavaterecentemente.Panoramica dell’area di scavo più ampia della campagna 2012.Particolare della roccia spianata su cui si sono impostate direttamente lestrutture del villaggio.

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biente si estendesse un altro vano allineato lungo la lineadi pendio. la prosecuzione dello scavo in estensione hapermesso di individuare una serie di vani che sembranoipoteticamente configurare una o più abitazioni di versantecon ampia parte residenziale a monte e una serie di am-bienti di servizio (magazzini, laboratori) nella fascia più avalle. al momento sono stati individuati completamente, ol-tre a quello scavato negli anni ’80, altri due vani mentre unterzo verso est è stato scavato in minima parte, sviluppan-dosi oltre il limite dello scavo. Poco è rimasto della parte residenziale nella fascia a mon-te dove sono stati rinvenuti parzialmente i muri nord ed estdella struttura. lo scavo ha permesso di comprendere chequesta parte era stata realizzata mediante l’erezione di unmuro a valle e colmando il dislivello tra la parte a nord equella a sud con pietre e terra in modo da ottenere un pia-no di calpestio alla quota del piano di passaggio esterno allato nord della casa. Questo vano, che doveva essere quel-lo abitativo, si è conservato in minima parte in quanto conil crollo del muro perimetrale sud anche il riempimento èfranato verso valle, trascinando con se buona parte dellapavimentazione e riempiendo i sottostante vani a sud uti-lizzati come magazzini. Per questo motivo è stato possibilerecuperare solo una porzione limitata del piano pavimen-

amont où l’on a retrouvé une partie des murs au nord et à l’estde la structure. les fouilles ont permis de comprendre quecette zone a été réalisée par la construction d’un mur en avalet en remplissant la cavité entre la partie au nord et celle ausud avec des pierres et de la terre, de façon à obtenir une sur-face au même niveau que celui du passage extérieur au nordde la maison. Cette pièce, qui devait être celle habitée, n’a étéconservée qu’en partie, à cause de l’effondrement du mur ex-térieur au sud qui a entraîné une partie du remplissage versla vallée avec une bonne partie du plancher et remplissant decette façon les locaux placés au sud et qui servaient d’entre-pôts. C’est pour ce motif que l’on a seulement pu récupéréeune portion limitée du plancher de la pièce d’habitation, celle

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sta parte dell’area. nella parte a sud-est dell’area, invece,si è concluso lo scavo del 1986, dato che rimaneva ancorada individuare il muro perimetrale est di un ambiente. il li-mitato lembo di stratigrafia ancora rimanente prima dellascoperta del muro perimetrale, ha mostrato una serie dicrolli che si sono susseguiti nel tempo contenenti anche al-cune lastre di pietra relative al tetto dell’ambiente. la puli-zia dell’angolo individuato ha indicato come ad est dell’am-

tie habitée serait tournée vers la montagne tandis qu’une sériede pièces de services (entrepôts, ateliers) se trouveraient surla terrasse plus en aval. Pour le moment, on a dégagé entiè-rement, outre ce qui a été reporté à la lumière dans les années’80, deux autres pièces, tandis qu’une troisième, située à l’est,ne l’a été que partiellement puisqu’elle s’étend au-delà des li-mites de la zone fouillées. il reste bien peu de la partie résidentielle dans la terrasse en

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lo scavo recente ha concluso di indagare una struttura già nelle campagne precedenti. era rimasta ancora un lembo di stratigrafia lungo il suo lato occidentale.l’inizio dello scavo ha scoperto la presenza di un ambiente allineato a quello rinvenuto nelle campagne precedenti.lo scavo ha messo in luce una serie di ambienti allineati lungo la linea di versante.

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mement significative. dans l’une de ces pièces, avaient étéplacées, dans les coins du mur du fond, deux grandes pierresen forme de parallélépipède qui devaient servir de surfacesd’appui ou de sièges sur lesquels effectuer confortablementles activités pour lesquelles le lieu était prévu. Une autre deces grosses pierres est présente dans une pièce plus à l’est,et a été réutilisée, durant une phase successive, comme élé-ment structurel à l’intérieur d’un mur. le mur du fond s’est conservé uniquement dans sa partieadossé à la roche qui s’élève derrière, tandis que la partie res-tante s’est effondrée à l’intérieur de la pièce entraînant danssa chute une partie du remplissage de pierre et de terre de lazone d’habitation qui y était appuyée. en effet, le remplissagedes pièces situées plus en aval, est constitué de matériauxtrop fins pour faire partie des mur extérieurs des locaux et ildoit donc s’agir de la couche créée pour niveler et construirele sol de la pièce d’habitation, qui s’est conservée seulement

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tale del vano abitativo, conservato lungo il muro perimetra-le nord, costituito da un battuto in terra sistemato su un ve-spaio acciottolato con pietre, in relazione a cui è stata rin-venuta una moneta della zecca di genova del Xiv secolo.la continuazione del muro verso est suggerisce che l’abi-tazione non fosse isolata ma affiancata ad un’altra struttu-ra, o abitativa o di appoggio alla stessa. Purtroppo, di que-sta, non si è conservato niente altro se non il suo angolonord-occidentale e un lembo di stratigrafia con ancora ilcrollo delle lastre di pietra di copertura in posto. dal latoopposto, invece, la totale erosione del versante non ha ne-anche permesso di individuare l’angolo nord-est dell’edifi-cio e l’eventuale presenza di altre strutture contigue. nonsi conosce il lato d’ingresso all’abitazione in quanto i pochiresti sono ridotti ad un filare di pietre e su questi non sem-bra riconoscersi un varco.il muro sud della casa era allo stesso tempo utilizzato comemuro di una fascia, posta più in basso, in cui il terreno èstato spianato e utilizzato per la costruzione di una serie diambienti legati alle attività economiche o di servizio per gliabitanti del villaggio. Si tratta di almeno quattro ambientiallineati lungo la quota di versante di cui tre scavati total-mente ed un quarto individuato solo in prossimità del limiteovest dell’area di scavo. Tutti gli ambienti si appoggiano alcitato muro di fascia, da cui partono muri perpendicolari indirezione nord-sud a delimitare gli spazi degli ambienti. la larghezza di questi vani varia dai 3 e 3,5 m. mentre laprofondità è sconosciuta in quanto il muro a sud, dove do-vevano aprirsi le porte di accesso agli ambienti, è franatocon il versante della collina. la profondità massima con-servata è di circa 3,5 m.Tutti questi ambienti erano impostati direttamente sul tagliodella roccia ed avevano unicamente un battuto di terra co-me piano di calpestio. Su questo sono stati rinvenuti fram-menti di lastre di pietra relative alla copertura dei vani edalcuni oggetti che aiutano a identificare i vani come ma-gazzini in cui riporre attrezzi e condurre alcune attività le-gate alla vite degli abitanti. la mancanza di tracce d’incen-dio e la sporadicità degli indicatori di copertura e vita,suggerisce un abbandono prolungato degli ambienti primadella loro definitiva distruzione. Per quanto riguarda il loroutilizzo, è estremamente significativa la presenza sulle pa-vimentazioni e nei crolli, di fusaiole in steatite e di parte di

conservée le long du mur extérieur nord, constituée de terrebattue placée au-dessus d’un vide sanitaire revêtu de pierres,où l’on a retrouvé une pièce du Xive siècle battue par la mon-naie de gênes.le prolongement du mur vers l’est suggère que l’habitationn’était pas isolée mais adossée à un autre bâtiment, maisonou structure de soutien. malheureusement, on n’a conservéde celui-ci que son coin nord-occidental et une partie de terrainde stratigraphie qui contient, lui aussi, les vestiges de l’effon-drement des plaques de couverture du toit. du côté opposé,la totale érosion du versant, n’a même pas permis de trouverl’angle nord-est de l’édifice ou de déceler la présence de bâ-timents contigus. on ne sait pas où se trouvait l’entrée de lamaison car ses vestiges se réduisent à une file de pierres danslaquelle on ne décèle pas d’ouverture.le mur sud de la maison était également utilisé comme le murd’une terrasse, placée plus bas, dont le terrain a été aplani etutilisé pour la construction d’une série de locaux liés aux acti-vités économiques ou de services pour les habitants du vil-lage. il s’agit d’au moins quatre pièces alignées le long du ver-sant, dont trois ont été fouillées complètement tandis que laquatrième a été retrouvée à proximité de la limite ouest de lazone de fouille. Toutes les pièces s’appuient contre le mur deterrassement cité plus haut, d’où partent les murs perpendi-culaires, en direction nord-sud, qui délimitent les locaux. lalargeur de ces pièces varie de 3 à 3,5 m. mais leur longueurest inconnue car le mur au sud, où devait se trouver les portespermettant d’accéder au lieu, s’est éboulé en même tempsque le versant de la colline. Toutes ces pièces étaient directement construites sur la rocheet leur sol n’était recouvert que d’une couche de terre battue.Sur cette dernière, on a retrouvé des fragments de plaquesde pierres appartenant à la couverture des locaux et quelquesobjets qui permettent de comprendre qu’il s’agissait d’entre-pôts dans lesquels était rangé le matériel, mais qui permet-taient aussi de réaliser des activités utiles à la vie des habi-tants. l’absence de traces d’incendies et le peu d’indicateursde couverture et de vie, suggèrent que les lieux étaient aban-donnés depuis longtemps au moment de leur destruction dé-finitive. Pour ce qui concerne leur utilisation, la présence surle sol et dans les partie éboulée de fuseaux en stéatite et d’unepartie d’une meule circulaire en grès, qui était probablementutilisée pour affuter les couteaux, faux et serpettes est extrê-

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ambiente rinvenuto con il suo crollo all’interno.Scavo all’interno degli ambienti ritrovati.il lavoro sullo scavo viene meticolosamente documentato.

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parte di una mola circolare in arenaria, probabilmente usa-ta come affilatoio per coltelli, falci e falcetti. in uno di questiambienti erano stati collocati due grandi pietroni di formaparallelepipeda in corrispondenza degli angoli del muro difondo che dovevano servire o come piani di appoggio o co-me sedili su cui poter più comodamente condurre le attivitàche si svolgevano in questi ambienti. Un analogo pietroneè presente nell’ambiente più ad est, riutilizzato probabil-mente in una seconda fase come elemento strutturale al-l’interno di una muratura. il muro di fondo di questi ambienti è conservato solo perl’altezza in cui taglia e si appoggia alla retrostante roccia,mentre il resto dell’elevato è collassato all’interno dei vani,portandosi con se parte del riempimento in pietra e terra

partiellement. le peu de pierres équarries et taillées dans ledépôt créé par éboulement et remplissage des pièces semblesuggérer qu’une partie de ces matériaux a été triée et lespierres les plus utiles emportées pour être, ensuite, réutiliséesdans les maisons des habitats voisins, à la suite de l’abandonet de l’effondrement des structures, ce qui est confirmé par latradition orale qui définit le site comme une énorme carrièrepour la récupération de pierres servant à la construction denouvelles habitations mais aussi de l’église du village. le mur de soutien en rejoint un autre, vers l’est, qui suit lacourbe de niveau jusqu’à la deuxième zone de fouilles de laprésente campagne. Cette zone a été trouvée grâce au creu-sement d’une tranchée d’exploration qui, de la terrasse supé-rieure où se trouvent les édifices servant d’habitation, descend

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l’angolo nord-est della parte abitativa, in gran parte franata a valle dopo l’abbandono.Crollo delle lastre del tetto in un ambiente abitativo.

l’area della casa (a monte) e dei magazzini (a valle), l’area dei magazzini a fine scavo.i muri delle strutture appoggiavano direttamente sullo spianamento accurato della superficie rocciosa.Crollo in posto delle lastre di copertura di uno dei magazzini.

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successiva asportazione delle pietre più utili ad essere riu-tilizzate nelle case degli insediamenti vicini al momento del-l’abbandono e del collasso delle strutture, in linea con latradizione orale che ricorda il sito come enorme cava per ilrecupero di pietre per la costruzione di nuove abitazioni edella chiesa del paese.il muro di fascia si collega verso est con un altro muro difascia che continua a seguire la curva di livello e si con-giunge con la seconda area di scavo di questa campagna.Quest’area è stata individuata attraverso una preliminareapertura di una trincea esplorativa che dal pianoro supe-riore, dove sono stati individuati gli edifici abitativi, scende

sant, le mur du fond – dont l’état de conservation ne permetd’observer que quelques files restantes à cause des fortespoussées du versant qui se trouve derrière - s’appuyait direc-tement sur la coupure verticale opérée dans la roche pour ob-tenir la terrasse, et son plancher s’ancrait directement sur lapartie aplanie de la roche située au-dessous. au-dessus avaitété posée une mince couche de terre sur laquelle on a re-trouvé une partie des plaques de la toiture en roche ardoisière.on ne trouve pas, dans cette pièce, de traces d’incendie oude charbons, comme dans d’autres structures fouillées dansles années 80. l’effondrement du bâtiment était scellé par uneimportante couche de terre qui a coulé du versant, rempli la

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della retrostante area abitativa. il riempimento dei vani piùa valle, infatti, è costituito in parte da materiale troppo mi-nuto per far parte delle murature perimetrali degli ambientie che deve essere riferito allo strato creato per livellare ecreare la pavimentazione del vano abitativo, solo in minimaparte conservata. la scarsità, infine, di pietre sbozzate elavorate nel deposito di crollo e riempimento degli ambientisembra suggerire una selezione dei materiali di crollo con

jusqu’à la terrasse où ont été construits les entrepôts. dansun niveau près de ces derniers, les fouilles ont permis de dé-couvrir les vestiges d’une structure et la zone de recherche a,aussitôt, été agrandie pour englober tout le périmètre de lapièce et obtenir une lecture optimale de ce qui en reste. il s’agitd’un local à plan rectangulaire, dont les caractéristiques sonten tout similaires à celle des entrepôts : la partie en aval s’esteffondrée pour les mêmes raisons que l’autre partie du ver-

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Rinvenimento di parte di mola in pietra all’interno di uno dei magazzini.negli angoli di alcuni vani erano presenti grossi pietroni usati come sedili o ripiani.attività di rilievo del nuovo ambiente rinvenuto ad est dei magazzini.

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vata ha permesso di individuare parte di una fondazione asacco di una grossa muratura, probabilmente identificabilecome uno dei lati di una torre. la prosecuzione degli scavipotrà fornire indicazioni più precise sulla natura ed identi-ficazione del ritrovamento.

structure et remodelé l’apparence originelle du site. Une dernière opération de fouilles a eu lieu sur le sommetsurplombant du village. la recherche dans la partie la plushaute a permis de mettre à jour les fondations d’un puissantmur, qui appartenait probablement à l’un des côtés d’unetour. la poursuite des fouilles apportera vraisemblablementdes indications plus précises sur leur nature et permettrad’identifier ces vestiges.

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ad intercettare le quote della fascia dei magazzini. a unaquota vicina a quella di questi ultimi, lo scavo ha individua-to la presenza dei resti di una struttura; lo scavo si è im-mediatamente allargato a comprendere tutto il perimetrodel vano per ottenere una lettura ottimale di quanto era ri-masto. Si tratta di un ambiente a pianta rettangolare concaratteristiche del tutto analoghe a quelle evidenziate peri magazzini: la parte a valle era franata a causa di analoghifenomeni di versante, il muro di fondo − il cui stato di con-servazione risultava ridotto a pochi filari a causa delle fortispinte del retrostante versante − si appoggiava direttamen-te al taglio verticale operato nella roccia per creare la fasciae il piano si impostava direttamente sullo spianamento del-la roccia sottostante. Su di essa era depositato un sottilebattuto di terra, al di sopra del quale era presente parte delcrollo delle lastre di copertura in lastre di argilloscisto. non sono presenti, in questo ambiente, tracce di incendioo di carboni come testimoniato in altre strutture scavate ne-gli anni ’80. il crollo della struttura appariva sigillato da unpotente strato di terra dilavata dal versante, che ha riempitol’ambiente e rimodellato il profilo del sito. Un’ultima attività di scavo è stata condotta sull’area som-mitale dell’area del villaggio. lo scavo nella parte più rile-

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Paramento murario del muro nord dell’ambiente.l’ambiente a est dei magazzini a fine scavo (si noti la deformazione per la spinta del terreno sul muro a monte).Resti di lastre di copertura dell’ambiente. la stratigrafia formatasi dopo l’abbandono dell’ambiente.

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i nuovi daTi · leS nouvelleS donnéeSMarco Biagini (ISCUM)

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la nuova campagna di scavo ha cambiato in parte l’ideache le prime campagne avevano dato di un centro caratte-rizzato da abitazioni presenti in modo casuale la cui posi-zione era determinata dalla conformazione fisica del rilievocollinare. lo scavo – pur con le lacune nella conoscenza econ le cautele del caso − suggerisce una pianificazione del-lo sfruttamento degli spazi individuando almeno un’area re-sidenziale con case affacciate su un percorso interno chedalla strada portava all’area sommitale. Tali abitazioni, al-meno nel caso dell’area scavata recentemente, potevanoessere anche diverse e disposte con un allineamento aschiera. in una fascia sottostante, artificialmente creata dal-lo scavo e dallo spianamento della roccia, si dovevano si-tuare una serie di ambienti di servizio disposti a schiera ea cui si doveva accedere da uno spazio antistante, total-mente divorato dai fenomeni erosivi a cui il versante è statopesantemente soggetto. in una zona più periferica ed ec-centrica, più vicina al percorso stradale di allora (e anchedi adesso), si collocavano invece le stalle ed i ricoveri pergli animali.gli ambienti rinvenuti sembrano tutti ad unico piano e concopertura in lastre di pietra; il piano di vita era in terra bat-tuta direttamente sopra la roccia per quanto riguarda i ma-gazzini o con un rudimentale acciottolato di preparazione,nell’unico esempio abitativo degli scavi recenti. la tecnicamuraria dei magazzini prevede l’impiego di corsi regolaridi pietre lavorate nella parte a vista e con la presenza dizeppe ed elementi di minori dimensioni per regolarizzarel’andamento della tessitura, con uso scarso o nullo di maltacome legante, a volte sostituito da argilla. Spesso negli ambienti sono state rinvenute una o due gros-se pietre quadrangolari, ubicate negli angoli interni, usateprobabilmente come aree d’appoggio particolarmente so-lide o come sedili per le varie attività che dovevano svol-gersi nel vano. inoltre, contrariamente a quanto osservatonelle campagne di scavo precedenti, nessuna delle strut-ture indagate sembra essere stata distrutta per incendio;questo ridimensiona le ipotesi iniziali relative alle cause cheportarono all’abbandono del villaggio il quale, per quantoimprovviso, potrebbe essere stato il frutto di un’operazione

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la nouvelle campagne de fouilles a, en partie, modifié l’opi-nion qui s’était formée à l’issu de la première : celle d’uncentre caractérisé par des habitations construites au ha-sard et placées en suivant la conformation physique de lacolline. les fouilles - bien qu’il reste des points lacunaireset qu’il faille formuler toutes les réserves nécessaires –suggèrent une planification de l’exploitation de l’espace etpermettent de remarquer, au moins, une zone résidentielleconstruite avec des maisons donnant sur un parcours in-terne qui, de la route, conduisait au sommet de la colline.Ces habitations, au moins pour ce qui concerne la partiefouillée récemment, étaient probablement un certain nom-bre et mitoyennes. Sur une terrasse artificiellement crééeau-dessous, par creusement et aplanissement du rocher,devaient se trouver une série de locaux de services, euxaussi mitoyens et auxquels on devait accéder par un es-pace se situant au-devant mais qui a complètement dis-paru à cause de l’importante l’érosion qui a touché le ver-sant. dans une zone périphérique et décalée, plus près dela route qui passait alors (et passe toujours) en aval setrouvaient les étables accueillant les animaux. les locaux retrouvés semblent tous n’avoir qu’un seulétage et être couverts de plaque de pierre ; le sol était deterre battue posée directement sur la roche, pour ce quiconcerne les locaux servant d’entrepôts, ou sur unecouche de préparation rudimentaire en galets dans la seulehabitation fouillée durant la récente campagne. la tech-nique de construction des murs des entrepôts prévoyaitl’emploi de files régulières de pierres travaillées, pour cequi concerne la partie visible et la présence de coins oud’éléments de plus petites dimension per régulariser l’as-pect, et un emploi parcimonieux ou nul de mortier pour lierl’ensemble, mortier parfois remplacé par de l’argile. on a, parfois, retrouvé, dans ces pièces, une ou deuxgrosses pierres quadrangulaires, placées dans les coinsintérieurs, et probablement utilisées comme zones d’appui,particulièrement résistantes, ou comme sièges pour effec-tuer les différentes activités réalisées en ces lieux. de plus,et contrairement à ce qui avait été observé durant les pré-cédentes campagnes de fouilles, aucune de ces structures Ricostruzione dell’abitazione con annessi magazzini rinvenuta nell’ultima campagna di scavo (disegno Silvia Bellé).

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almeno parzialmente pianificata. i materiali rinvenuti confermano invece quanto noto dagliscavi precedenti. Sono presenti numerosi frammenti di te-stelli − bassi tegami in terra refrattaria per la cottura di fo-caccette − fra il vasellame domestico, mentre è esiguo ilnumero di olle da fuoco e di vasellame da acqua. il vasel-lame fine da mensa è circoscritto a scodelle in ceramicagraffita arcaica savonese e a forme aperte e rari boccali inmaiolica arcaica pisana, mentre assolutamente rara è lapresenza di frammenti di forme aperte spagnole di produ-zione ispano-moresca. nello scavo sono state rinvenute alcune monete, tutte da-tabili tra la fine del Xiii ed il Xiv secolo inoltrato. Tutte que-ste monete provengono dalla zecca del Comune di genovae comprendono quartari e denari in mistura. il loro rinveni-mento rappresenta un importante aiuto per la definizionecronologica delle ultime fasi di vita dell’abitato. Significative, infine, le testimonianze di piccole attività pro-duttive di cui sono prova, oltre a numerose fusaiole, ancheaffilatoi di diversi tipi, probabilmente non riconducibili sol-tanto alla pratica di affilare gli attrezzi agricoli.

ne semble avoir été détruite par le feu, ce qui oblige à re-penser, en partie, les raisons pour lesquelles ce village aété abandonné, ce qui, bien que soudain, aurait pu être lefruit d’une décision, au moins en partie, planifiée. les matériaux récupérés confirment, au contraire, ce quiavait été découvert au cours des fouilles précédentes. detrès nombreux fragments de « testelli » - plat à bords basde terre cuite réfractaire servant à la cuisson des galettes(de type fougasses) – qui composaient la vaisselle domes-tique ont été retrouvés mais plus rarement des marmites àfeu ou de la vaisselle pour contenir l’eau. la vaisselle finepour les repas est principalement composée d’écuelles decéramique graffite archaïque de Savona, de forme ouverte,ainsi que de rares pichets en maïolique archaïque de Pise ;la présence de fragments de forme ouverte espagnole deproduction hispano-moresque est des plus rares. durant les fouilles, quelques pièces de monnaie ont été dé-couvertes, elles datent toutes de la fin du Xiiie siècle et duXive siècle. elles proviennent toutes de la monnaie de laCommune de gênes et comprennent des quartari

(« sous » en cuivre de très peu de valeur) et des denari

(deniers) en métaux mélangés. leur découverte est uneaide précieuse, qui permet de définir la chronologie desdernières phases de vie de l’habitat. Significative, enfin, le témoignage de petites activités deproduction apporté par de nombreux fuseaux, et d’anciensaffutoirs, de différents types, qui ne servaient probablementpas seulement à aiguiser les outils agricoles.

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moneta della zecca di genova.Ricostruzione dell’abitazione con annessi magazzini rinvenuti nelle precedenti campagne di scavo (disegno Silvia Bellé).

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rentes. C’est un indice indirect qui montre que le site n’étaitpas seulement habité par des agriculteurs ou des pasteurs,mais également par des personnes s’adonnant au com-merce.

ccase. Si conoscono al momento solo pochissime abitazio-ni e alcune strutture di servizio o stalle relative al villaggioma la loro disposizione sembra suggerire una pianificazio-ne dello sfruttamento degli spazi. le abitazioni potevanoessere singole o affiancate e disposte a schiera. la mura-tura era completamente in pietra con copertura ad unicospiovente in ciappe d’argilloscisto. all’interno, i piani di vitaerano in semplice terra battuta o al massimo in acciottolato.

maisons. on n’a retrouvé, à ce jour, que bien peu d’habi-tations et quelques structures de service ou étables appar-tenant au village. leur disposition semble, toutefois sug-gérer une planification de l’utilisation des espaces. leshabitations pouvaient être isolées ou placées côte à côteet mitoyennes. les murs étaient entièrement de pierre, latoiture était à un seul versant et fait de plaques de rocheardoisière. a l’intérieur, les sols étaient de simple terre bat-tue ou, dans le meilleur des cas, pavés.

collare anti lupo. la concatenazione di più elementi inferro appuntiti è interpretabile come collare anti lupo graziea stringenti confronti con simili oggetti ancora in uso in etàmoderna. il collare, evidentemente, serviva a proteggereun cane impegnato nel controllo delle greggi; è interessan-te notare che una concatenazione è anche quella interpre-tativa che, dal reperto di scavo, rinvia a cane – lupi – greggi– pascolo brado e, quindi, rilevanza economica della pa-storizia nello zignago medievale.

collier anti-loup. l’enchaînement de plusieurs élémentsde fer pointus est interprétable comme un collier anti-loupgrâce à des comparaisons avec des objets très semblablesencore utilisés à l’époque moderne. le collier, servait selontoute évidence, à protéger un chien occupé à surveiller letroupeau ; il est intéressant de constater qu’un autre en-chaînement est celui de l’interprétation qui, du vestige re-trouvé, renvoie à : chien – loup – troupeaux – pâturagesauvage et donc importance de l’élevage dans l’économiede la zone du zignago médiéval.

ddocumenti. Pochissimi documenti medievali informanodella vita nello zignago. il più antico ricorda che, nel 1204,la zona era di proprietà dei signori di vezzano, poi, in varieoccasioni, gli uomini liberi di zignago sono menzionati per-ché hanno a che fare con genova da cui, nel 1273, otten-gono l’esenzione da alcune tasse che riguardavano il com-mercio di carne, formaggio e lino.

documents. Très peu de documents nous informent de lavie dans la zone du zignago. le plus ancien rapporte que,en 1204, la zone était la propriété des seigneurs de vez-zano, puis, à plusieurs occasions, il est fait mention deshommes libres de zignago et de leur rapport avec gênesde qui ils obtiennent, en 1273, l’exemption de certainestaxes portant sur le commerce de la viande, des fromageset du lin.

eelsa. l’elsa di pugnale in bronzo è un oggetto particolareper molte ragioni. Perché a prima vista costituisce, insiemead alcune armi da lancio (frecce e una lancia), la dotazionedi quella che si potrebbe ipotizzare una piccola guarnigio-ne. ma anche, per la bellezza dell’oggetto in sé. la formaromboidale, forse, non è particolarmente funzionale ma èdi notevole bellezza e lo stesso può dirsi dei decori. Su unlato un leone coronato sormontato da un fiore a quattro pe-tali, sull’altro un giglio che suggerisce la fattura fiorentina.Un’ipotesi è, però legittima anche considerando che l’og-getto è stato rinvenuto privo della lama. Forse si trattava

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dalla a allo zignago · de a à zignagoEnrico Giannichedda e Marco Biagini

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di seguito, quasi fosse un dizionario, alcune parole chiaverelative allo zignago, alle ricerche archeologiche che vi so-no state condotte o ai manufatti rinvenuti.

Ci-dessous, classés comme dans un dictionnaire,quelques mots-clés concernant la zone du zignago, lesfouilles archéologiques qui y ont été effectuées, ou les ob-jets retrouvés.

aarcheologia. È la disciplina che studia le testimonianzemateriali del passato. in pratica, i manufatti, intesi nel modopiù ampio possibile: dal territorio antropizzato, ad esempioi pianori coltivati in antico, alle costruzioni, siano esse ca-panne preistoriche o edifici in pietra, fino alle cose di qual-siasi tipo esse siano purché informative di fatti storici. Unadisciplina ricca di partizioni disciplinari e specialismi, maglobale per l’intenzione di contribuire alla ricostruzione sto-rica a tutto tondo, senza privilegiare periodi, siti o produ-zioni ritenute di pregio.

archéologie. C’est la discipline qui étudie les témoignagesmatériels du passé ; dans la pratique, les vestiges (dansle sens le plus large possible) : du territoire modifié par laprésence de l’homme – par exemple les plaines cultivéesautrefois-, en passant par les constructions – cabanes pré-historiques ou édifices de pierre - jusqu’aux choses de toustypes à condition qu’elles apportent des informations surdes faits historiques. Un domaine riche d’une palette dedisciplines et spécialismes, mais global dans son désir decontribuer à la reconstruction historique dans son ensem-ble, sans privilégier de périodes, sites ou productionsconsidérés comme de majeure valeur.

BBilancia. negli scavi è stata rinvenuta la parte sommitaledi una bilancia in ferro di discrete dimensioni, con il ganciodi sospensione e il fulcro. Questo reperto è un tipo fra i me-no consueti negli abitati rurali. insieme a questo oggetto,

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un piccolo peso del tipo spesso definito monetale e alcunemonete testimoniano pratiche di mercatura che prevede-vano il controllo del peso di merci di un qualche pregio, for-se metalli o monete riferibili a zecche diverse. indirettamen-te è un indizio di un sito non abitato solo da agricoltori opastori, ma anche da persone dedite al commercio.

Balance. durant les fouilles, on a retrouvé la partie supé-rieure d’une balance de fer, assez grande, avec son an-neau de suspension et son axe. Ce vestige est l’un desmoins courants dans les habitats ruraux. avec cet objet, unpetit poids de type souvent défini monétaire (dénéraux oupondéraux) et quelques pièces de monnaie témoignent depratiques de commerce qui entraînaient le contrôle dupoids de marchandises d’une certaine valeur, peut-être dumétal ou encore des pièces provenant de monnaies diffé-

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grattugia. (Râpe) Une plaque de fer trouée appartenaitune râpe assez semblable à celles d’aujourd’hui. on nepeut, en effet, pas exclure le fait qu’elle ait été appuyée surun tiroir qui permettait de recueillir ce qui avait été râpé ;on reconnaît facilement les trous destinés à la fixer sur unmanche de bois. on remarque, également, que les trousne sont pas disposés au hasard. a quoi servait-elle ? Pro-bablement à râper du fromage séché et non pas du painsec qui ne semble pas avoir été produit dans le village.

HHistorical archaeology. la rivoluzione stratigrafica discuola britannica ha portato ad adottare nel vocabolariodegli archeologi molte parole inglesi. Per designare l’ar-cheologia dell’età storica, ma anche le ricognizioni territo-riali (survey), le cazzuole da scavo (trowel), la più piccolaporzione di depositi distinta in corso di scavo (Stratigraphic

unit). gli anglismi ovviamente non sono indispensabili,spesso sono solo una moda o un vezzo, ma, al tempo stes-so, ricordano di quali apporti si fece forza l’archeologia me-dievale delle origini.

Historical archaeology. la révolution stratigraphique del’école britannique a conduit les archéologues à adopter,dans leur vocabulaire, beaucoup de mots anglais. Pour des-igner l’archéologie d’époque historique, mais également la

reconnaissance du terrain (survey), les truelles de fouilles(trowel), la plus petite portion de dépôt distinguée aux coursdes fouilles (Stratigraphic unit). les anglicismes ne sont, évi-demment, pas indispensables, souvent il s’agit d’une modeou d’une manie, mais, dans le même temps, ils nous rap-pellent les apports qui ont permis à l’archéologie médiévalede se développer, au tout début de son histoire.

iingegno. Si definisce ingegno la parte terminale della chia-ve, quella che aziona il meccanismo interno alla serratura.Un termine usato, in antico, anche per altri manufatti com-

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di un oggetto rubato a un viandante o recuperato in qual-che modo ma non usato dagli abitanti di zignago che loconservavano per il suo rilevante valore.

elsa (garde). la garde de poignard en bronze est un objetparticulier à bien des égards. il constitue, à première vue,en même temps que certaines armes de jet (flèches et unelance), l’armement de ce que l’on pourrait penser être celled’une petite garnison. de plus, cet objet est très beau. Saforme rhomboïdale n’est peut être pas particulièrementfonctionnelle mais elle est très belle et l’on peut dire lamême chose de sa décoration. d’un côté, un lion couronnésurmonté d’une fleur à quatre pétales, de l’autre un lys quisuggère qu’il est de fabrication florentine. Une hypothèsepeut, toutefois, être légitimement formulée puisque l’objeta été retrouvé sans sa lame. il s’agissait peut-être, d’un ob-jet volé à quelque voyageur ou récupéré d’une façon oud’une autre mais qui n’était pas utilisé par les habitants dezignago qui le conservait pour son importante valeur.

ffalci e falcetti. nell’immaginario medievale la morte im-pugna una grande falce, lo stesso strumento rinvenuto azignago insieme a due falcetti. Sono tutti attrezzi simili, mail primo è adatto allo sfalcio, mentre i restanti sono più ido-

nei a tagliare l’erba su appezzamenti poco estesi o a mie-tere senza disperdere grani preziosi. da notare che la falcefu riparata con un lamierino ripiegato e fissato ribattendolo.

faux et faucilles. dans l’imaginaire du moyen-âge, la morttient une grande faux à la main, le même instrument quecelui retrouvé à zignago en même temps que deux fau-cilles. Ce sont deux outils similaires mais le premier sert àfaucher tandis que les deux autres sont plus adaptés à lacoupe de l’herbe sur des terrains peu étendus ou à mois-sonner sans rien perdre du blé précieux. notons que lafaux a été réparée avec une plaque de métal repliée etfixée en la reforgeant.

ggrattugia. Un lamierino di ferro forato è riferibile ad unagrattugia non troppo diversa da quelle usate ai giorni nostri.non si può, difatti, escludere che appoggiasse su un cas-setto per raccogliere il grattugiato e ben riconoscibili sonoi fori destinati al fissaggio di un manico. da notare la dispo-sizione non casuale dei fori. Cosa si tratteggiava? Proba-bilmente un formaggio stagionato, difficilmente il pane sec-co che non sembra venisse prodotto nel villaggio.

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questo servizio da tavola,semplice ma robusto.Certamente adatto acontenere acqua e vinirobusti.

maïolique archaïque.Par ce terme, les archéo-logues désignent la plusancienne poterie émail-lée qui a connu une largediffusion en ligurie etToscane entre le Xiiie siè-cle et le Xve siècle. le re-vêtement blanchâtre etimperméable, était appli-qué par le potier à l’inté-rieur de bols ou d’écuelle ou à l’extérieur de pichets quiétaient vitrifiés à l’intérieur. de cette façon, les décorsétaient particulièrement bien visibles pour les utilisateursqui, pendant des siècles, ont apprécié ces services de vais-selle, simples mais solides. ils pouvaient certainementcontenir de l’eau ou des vins puissants.

nnotte. al calar delle tenebre a zignago doveva fare buiodavvero. lo scavo non ha difatti restituito alcuna lucerna ebenché resti possibile l’uso di candele di sego è evidenteche all’epoca, anche guardando dal villaggio verso la valle,perfino di notte il panorama era ben diverso dall’attuale.

nuit. a la tombée de la nuit, il devait faire vraiment noir àzignago. les fouilles n’ont pas permis de retrouver delampes de terre cuite et, bien que l’on n’exclue pas l’utili-sation de bougies de suif, il est évident, même en regar-dant du village vers la vallée, que le paysage devait êtrebien différents, de nuit également, de celui d’aujourd’hui.

oolle. le pentole in terracotta grezza rinvenute a zignagosono tutte di piccole dimensioni e con il fondo arrotondato.evidentemente erano poste su dei sostegni a lato del fo-colare e servivano per preparare, contemporaneamente,più porzioni di minestre in cui possiamo immaginare la pre-sente di verdure e, forse, piccoli pezzi di carne.

olle. (marmites) les casseroles de terre cuite grossièresretrouvées à zignago sont toutes de petites dimensions etleur fond est arrondi. elles étaient, évidemment posées surdes supports à côté du feu et servaient pour préparer, dansle même temps, plusieurs portions de soupes, préparées,nous pouvons l’imaginer, avec des légumes et, peut-être,de petits morceaux de viande.

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plessi e che ricorda come, chiave e serratura, siano, perl’epoca medievale, il più importante esempio di due oggettidistinti ma costruiti, non senza complicazioni, l’uno per l’al-tro. a zignago, in più abitazioni, sono state trovate chiavi eserrature di bauli, l’unica mobilia in cui si conservavano glioggetti all’interno delle case.

ingegno. (Panneton) on appelle « panneton » la partieterminale de la clé, celle qui actionne le mécanisme internede la serrure. Un terme utilisé – en italie –, anciennement,pour désigner d’autres produits d’artisanat complexes etqui rappelle que clé et serrure étaient, au moyen-âge, lemajeur exemple de deux objets construits, non sans com-plications, l’un pour l’autre. a zignago, on a retrouvé, dansplusieurs habitations, des clés et des serrures de coffre,l’unique meuble dans lequel on conservait les objets, à l’in-térieur des maisons.

l lana. Purtroppo nessuna evidenzia diretta testimonia conquali materiali fossero realizzati gli abiti in uso. il rinveni-mento di molte fusaiole in pietra locale, la steatite, o in ter-racotta testimonia, però, lo svolgersi in loco di attività di fi-latura, quasi certamente, della lana. nelle case di zignago,

si compiva, quindi, il primo passaggio di un ciclo produttivoche poteva poi concludersi con tessitura, tintura, taglio ecucito.

laine. nous n’avons aucun témoignage direct nous indi-quant avec quel matériel étaient fabriqués les vêtementsd’usage commun. la découverte de nombreux fuseauxfaits avec une pierre locale, la stéatite, ou en terre cuite,montre, toutefois, que des activités de filage étaient prati-quées sur ce site, il s’agissait, presque certainement, delaine. dans les maisons de zignago, on effectuait donc, lepremier passage d’un cycle productif qui pouvait ensuitese conclure avec le tissage, la teinture, la coupe et la cou-ture.

mmaiolica arcaica. Con questo termine gli archeologi desi-gnano il più antico vasellame smaltato che abbia avuto am-pia diffusione in liguria e Toscana fra Xiii e Xv secolo. ilrivestimento biancastro, ed impermeabile, era steso dal va-saio all’interno di ciotole e scodelle o all’esterno di boccaliche, all’interno, erano invetriati. in tal modo i decori eranoben visibili agli utilizzatori che, per secoli, apprezzarono

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questo motivo di molte delle case scoperte negli scavi ri-mane solo qualche filare o addirittura sono scomparse letracce dei muri. i numerosi smottamenti del terreno e altrifenomeni erosivi quali pioggia ed altro hanno infine con-corso alla quasi totale scomparsa del villaggio.

Ruines. au moment des premières fouilles archéologique,aucune structure n’était plus visible. de la présence d’unvillage dans la zone ne restaient que quelques traces dansles traditions locales qui racontaient que l’église paroissialeet de nombreuses maisons encore habitées aujourd’huiavaient été construites avec des pierres récupérées dansl’ancien village médiéval. Pour ce motif, il ne reste souventdes maisons retrouvées durant les fouilles que quelquesrangées de pierres, quand les murs n’ont pas totalementdisparus. de nombreux mouvements de terrain et des phé-nomènes d’érosion telle que les pluies et autres, ont en-traîné la quasi-totale disparition du village.

SStratigrafia. Scavare per strati significa, in maniera figu-rata, sfogliare a ritroso ciò che si è depositato in un sito.nel villaggio medievale di zignago la situazione può essereschematizzata in maniera semplice. Sulla roccia affioranteo spianata furono appoggiate le pietre costituenti i muri e,quindi, all’interno degli edifici, si depositarono strati d’uso(la terra portata con le scarpe, qualche oggetto rotto, i car-boni di un focolare), poi coperti dal crollo del tetto (travi elastre di pietra). il tutto in qualche caso fu rimaneggiato dachi voleva recuperare qualche oggetto, altrimenti è rimastosepolto per circa seicento anni.

Stratigraphie. Fouiller par couches signifie, de façon ima-gée, feuilleter à l’envers ce qui s’est déposé sur un site.dans le village médiéval de zignago, la situation peut êtreschématisée de la simple façon suivante. Sur la roche af-fleurant ou nivelée, ont été posées les pierres des murset, donc, s’est déposée, à l’intérieur des édifices, lescouches d’usage (la terre apportée par les chaussures,quelques objets cassés, les charbons d’un foyer), recou-vertes, plus tard, par l’effondrement du toit (poutres etplaques de pierre). le tout a été remué, dans quelques

cas, par des personnes désireuses de récupérerquelques objets ; ailleurs, tout est resté enterré pendantsix cents ans environ.

Stalla. È un edificio non molto diverso dalle abitazioni, mail cui uso è riconoscibile per la presenza di una canalettache serviva a scaricare a valle i liquami. la presenza di al-cuni sedili in pietra suggerisce attività di mungitura di tre oquattro mucche.

Stalla. (etables) C’est un bâtiment peu différent des habi-tations destinées aux hommes mais que l’on reconnaîtgrâce à la rigole qui servaient à l’écoulement, en aval, dupurin. la présence de quelques sièges de pierre suggèreque l’on y trayait trois ou quatre vaches. TTestelli o testi. Si tratta di bassi contenitori in ceramica dafuoco diffusi, a partire grossomodo dal X-Xi secolo, nellaliguria orientale e in lunigiana (ma non altrove). Testimo-niano la produzione locale di un oggetto indispensabile perla cottura di focaccette, di farina di grano o di castagne, di-rettamente sul focolare. Un piatto che quotidianamente do-veva essere consumato in tutte le case del borgo e la cui

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PPunta di lancia. assolutamente ec-cezionale è una punta di lancia inferro, lunga circa 70 cm. alla basedella lama è impresso un marchio difabbrica riconosciuto anche suun’ascia trovata a londra. indiretta-mente è un altro indizio del fatto, cheseppur lontani dalla costa e dei cen-tri urbani, gli abitanti di zignago era-no partecipi di un sistema che, alme-no a livello europeo, potrebbe dirsiglobale. le stesse armi si usavanoqui e a londra e, in ambedue le si-tuazioni, chi le portava doveva incu-tere timore e rappresentare istituzio-ni centrali tanto forti quantoramificate sul territorio.

Pointe de lance. Une pointe delance de fer retrouvée, longue de 70cm, est absolument exceptionnelle.a la base de la lame est impriméeune marque de fabrique reconnue,également, sur une hache décou-verte à londres. C’est un autre in-dice indirect nous permettant decroire que, bien que loin de la côteet des centres urbains, les habitantsde zignago était partie prenante d’unsystème que, pour le moins au ni-veau européen, l’on pourrait appelerglobal. les mêmes armes étaientutilisées ici et à londres et, dans lesdeux cas, celui qui les portait devaitprovoquer la crainte et représenterdes institutions centrales fortes etcouvrant le territoire.

QQuantificare. lo studio dei reperti rinvenuti, oltre che perdefinirne i tipi, è stato volto anche a ricostruire le associa-

zioni di materiali in uso prima dell’abbandono del sito. Si èperciò cercato di quantificare che cosa si trovava nelle di-verse case e, semplificando, si può sostenere che in ognu-na esistevano una o due brocche, una pentola da fuoco,diversi testelli, rarissime scodelle in ceramica sostituite dameno costosi recipienti di legno. Quasi del tutto assenti ibicchieri in vetro.

Quantifier. l’étude des vestiges, outre que pour la défini-tion des types, a également servi à reconstituer les asso-ciations de matériaux utilisés avant l’abandon du site. ona, dons, essayé de quantifier ce que l’on trouvait dans lesdifférentes maisons et, pour simplifier, on peut dire que,dans chaque d’elles, se trouvaient un ou deux pichets, unemarmite à feu, plusieurs testelli, quelques rares écuellesde céramique remplacées, souvent, par des récipients debois moins couteux. les gobelets de verres étaientpresque complètement inexistants.

RRuderi. al momento dei primi scavi archeologici nessunastruttura era più visibile. della presenza di un villaggionell’area rimaneva solo il ricordo nella tradizione locale chericordava come la chiesa parrocchiale e numerose dellecase ancora oggi in uso erano state realizzate con le pietrerecuperate dalle case dell’antico villaggio medievale. Per

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ricchezza dipendeva da ciò che lo accompagnava: in qual-che caso forse solo un bicchiere di latte, ma certamenteformaggi e salumi per i più ricchi.

Testelli ou testi. il s’agit de récipients bas, de céramiqueà feu, qui se sont diffusés, à partir des X-Xie siècles dansla ligurie orientale et dans la lunigiana (et nul part ail-leurs). ils témoignent de la production locale d’un objetindispensable pour cuire les galettes (de type fougasse)de farine de blé ou de châtaignes, directement sur le feu.Un plat qui devait être consommé quotidiennement danstoutes les maisons du bourg et dont la richesse dépendaitde ce qui les accompagnait : dans certains cas, seule-ment un verre de lait, mais certainement également desfromages ou de la charcuterie pour les plus riches.

uutensili. in quantità e varietà gli utensili rinvenuti a zignagocostituiscono un insieme che raramente si rinviene negliscavi medievali. l’abbandono del sito ha fatto ritrovare inloco un raschiatoio, un succhiello, un bulino, un ago, un in-consueto scalpello a due punte. oggetti che testimoniano,come minimo, la lavorazione di legno, metalli, tessuti.

ustensiles. Pour ce qui concerne quantité et variété, lesustensiles retrouvés à zignago composent un ensembleque l’on a rarement vu durant des fouilles concernant lemoyen-âge. l’abandon du site nous a permis de retrouver,sur place, un racloir, une vrille, un burin, une aiguille, uninhabituel scalpel à deux pointes. des objets qui témoi-gnent, pour le moins, que l’on y travaillait le bois, les mé-taux, les tissus.

vviabilità. Per certi versi zignago doveva essere un borgostradale. Pur non trovandosi lungo la principale viabilitàstorica, a valle del borgo medievale passava la mulattierache da levanto, passando per Brugnato, conduceva aPontremoli e alle valli emiliane.

viabilité. zignago devait être, pour certains aspects, unbourg de bord de route. même s’il ne se dresse pas le longde la plus importante voie de communication d’alors, lechemin muletier, qui, de levanto, portait à Pontremoli etaux vallées de l’emilie via Brugnato, passait un peu en avaldu bourg.

zzignago. zignago non è solo un villaggio ma un compren-sorio montano che da epoca imprecisata ha una propriaidentità che, dal punto di vista geografico − ed è singolare −non coincide con una valle ed ha confini naturali che potreb-bero apparire incerti. a determinare tale situazione non fu,quindi, la geografia, ma la storia. non il carattere del territo-rio, come avviene per un’isola, ma le scelte degli uomini.

zignago. zignago, ce n’est pas seulement un village mais,avant tout, une zone de montagne qui, depuis une époqueimprécisée, a une identité propre qui, du point de vue géo-graphique – et c’est singulier - ne coïncide par avec unevallée et dont les frontières naturelles pourraient semblerincertaines. C’est l’histoire et non la géographie qui a dé-terminé cette situation. non le caractère du territoire,comme cela se passe pour une île, mais bien le choix deshommes.

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indice · TaBle de maTièReS 59

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Per saperne di più: una breve bibliografia sull’archeologiaa zignago.

Pour approfondir l’argument : une brève bibliographie surl’archéologie à zignago.

R. SCaRani, T. mannoni, Lo scavo del Castellaro di Zi-

gnago, in “atti della Xvi Riunione Scientifica dell’istituto ita-liano di Preistoria e Protostoria in liguria 3-5 novembre1973”, Firenze 1974, pp. 159-176.T. mannoni, zignago, in Archeologia in Liguria. Scavi e

scoperte 1967-75, genova 1976, pp. 79-86.i. FeRRando CaBona, a. gaRdini, T. mannoni,1978, Zignago 1: gli insediamenti e il territorio, “archeo-

logia medievale”, v, pp. 273-374.T. mannoni, m. Tizzoni, Lo scavo del Castellaro di Zi-

gnago (La Spezia), in “Rivista di Scienze Preistoriche”,XXXv, 1-2 (1980), pp. 249-256.m. BiaSoTTi, d. CaBona, g. ConTi, i. FeRRando Ca-Bona, l. gamBaRo, m. giaRdi, R. giovinazzo, o.Pizzolo, 1985, Scavo dell'area Ovest del villaggio ab-

bandonato di Monte Zignago: Zignago 3, “archeologia me-dievale”, Xii, 213-244.a. BoaTo, d. CaBona, S. FoSSaTi, e. gianniCHed-da, R. giovinazzo, o. Pizzolo, 1990, Scavo dell'area

est del villaggio abbandonato di Monte Zignago: Zignago

4, “archeologia medievale”, Xvii, pp. 355-410.iSCUm (a cura di), I liguri dei monti. Le origini della civiltà

contadina nell’Appennino, genova 1987

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PReSenTazione 3

il canTieRe · le cHanTieR 5

Marco Biagini

il villaggio medievale: come Si è aRRivaTi alla Sua conoScenza? 10

le village médivale : commenT l’a-T-on ReTRouvé ?

Danilo Cabona

zignago e la SToRia dei meTodi · zignago eT l’HiSoTieR deS mèTHodeS 18

Enrico Giannichedda

i nuovi Scavi · leS nouvelleS fouilleS 30

Marco Biagini

i nuovi daTi · leS nouvelleS donnèeS 44

Marco Biagini

dalla a allo zignago · de a à zignago 48

Enrico Giannichedda, Marco Biagini

BiBliogRafia · BiBliogRaPHie 58

BiBliogRafia · BiBliogRaPHie

Finito di stampare nel mese di aprile 2014da grafiche g7 sas, Savignone (ge)