120716 Linee guida

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Regione Friuli Venezia Giulia, Province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine ARPA FVG-Catasto regionale dei rifiuti Indicazioni per la presentazione delle domande di autorizzazione per gli impianti di recupero e smaltimento di rifiuti ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/2006 e del D.P.G.R. 2 gennaio 1998 01/Pres. Bozza Regione Friuli Venezia Giulia, Province di Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine, ARPA FVG- Catasto regionale dei rifiuti Fac-simile di domanda per la realizzazione e gestione di impianti di smaltimento/recupero rifiuti Aggiornamento luglio 2012

Transcript of 120716 Linee guida

Regione Friuli Venezia Giulia,Province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine

ARPA FVG-Catasto regionale dei rifiuti

Indicazioni per la presentazionedelle domande di autorizzazioneper gli impianti di recupero e

smaltimento di rifiutiai sensi dell’art. 208 del D.Lgs.

152/2006e del D.P.G.R. 2 gennaio 1998

01/Pres.

Bozza

Regione Friuli Venezia Giulia, Province di Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine, ARPA FVG-Catasto regionale dei rifiuti

Fac-simile di domanda per la realizzazione e gestione di impianti di smaltimento/recuperorifiuti

Aggiornamento luglio 2012

Indice

1. Premessa..................................................32. Principali normative di riferimento.......................33. Informazioni di carattere generale sul procedimento.......34 Varianti sostanziali e varianti non sostanziali...........4

5. Informazioni di carattere generale e formale riguardanti ladocumentazione...............................................66. Elenco della documentazione da allegare alla domanda per l’autorizzazione unica per i nuovi impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti ai sensi dell’art. 208 del. D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152 e del D.P.G.R. 2 gennaio 1998, n. 01/Pres..............................................................86.1 La documentazione (1/3). Quadro programmatico e di compatibilità urbanistica - Inquadramento territoriale......86.2 La documentazione (2/3). Quadro progettuale e gestionale.............................................................86.3 La documentazione (3/3). Quadro paesaggistico – ambientale.................................................12

7. La definizione degli impianti............................148. Oneri istruttori.........................................158.1 Discariche.............................................158.2 Veicoli fuori uso......................................16

9. Garanzie finanziarie ed indennizzo.......................1710. Autorizzazione paesaggistica............................1911. Documentazione da presentare per l’approvazione di un progetto di un nuovo impianto o di una variante sostanziale. 1912. Documentazione da presentare per il rinnovo dell’autorizzazione alla gestione...........................2013. Documentazione da presentare per la volturazione di un’autorizzazione...........................................20

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1. Premessa

Le presenti indicazioni sono state elaborate al fine diagevolare Società ed Enti che intendano presentare progetti diimpianti di recupero e/o smaltimento rifiuti ai finidell’approvazione ai sensi dell’artt. 208 e 211 del D.Lgs.152/2006.

La stesura delle linee guida e della relativa modulistica èstata effettuata in accordo tra il Settore Disciplina GestioneRifiuti della Regione e i competenti settori delle Province diGorizia, Pordenone, Trieste e Udine, con il supporto delCatasto regionale dei rifiuti istituito presso l’ARPA FVG.

Il presente documento deve considerarsi provvisorio emeramente indicativo. Fa fede la normativa di settore.

2. Principali normative di riferimento

- D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” -art. 208, 209 e 211;

- L.R. 7 settembre 1987, n. 30 “Norme regionali relative allosmaltimento dei rifiuti”;

- D.P.G.R. 2 gennaio 1998, n. 01/Pres. “Regolamento per lasemplificazione ed accelerazione dei procedimenti amministrativi in materiadi smaltimento dei rifiuti.”;

- D.P.G.R. 8 ottobre 1991 n. 502 “Regolamento di esecuzione dellalegge regionale 7 settembre 1987, n. 30 e successive modifiche edintegrazioni.”

- D.P.Reg. 11 agosto 2005, n. 0266/Pres. “Regolamentoconcernente le garanzie finanziarie per le discariche ai sensi dell’articolo 5della legge regionale 7 settembre 1987, n. 30 (Norme regionali relative allosmaltimento dei rifiuti) e successive modifiche ed integrazioni.”

3. Informazioni di carattere generale sul procedimento

Ai fini dell’attivazione dello sportello unico, la Societào l’Ente che intende realizzare un nuovo impianto di recuperoe /o smaltimento di rifiuti, o una variante sostanziale ad unimpianto esistente, deve consegnare l’istanza corredata dallarelativa documentazione tecnica in numero di copie cartacee da8 a 13, più 1 copia su supporto informatico, in relazione agli

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enti coinvolti in base all’art. 5 del D.P.G.R. n. 01/1998, conallegato lo specifico studio di impatto ambientale1 redatto epubblicato ai sensi degli articoli 10, commi 2 ed 11 dellaL.R. 43/1990, fatto salvo quanto previsto ai commi 5 e 7 delD.P.G.R. n. 01/1998.

Compete al proponente, in fase di presentazione dell’istanza:

- la corretta individuazione degli enti coinvolti nellaprocedura autorizzativa. Nessuna imputazione oresponsabilità può essere assunta dalla Provincia aifini di eventuali ritardi dovuti alla necessità diprocedere all’integrazione, correzione, giustaindividuazione della composizione della Conferenzatecnica provinciale. La Provincia nell’ambito delprocedimento non assume altresì alcuna responsabilitàper eventuali ritardi derivanti da adempimenti o pareriin capo a soggetti o enti coinvolti nel procedimentostesso.

- essere in possesso dei requisiti e dei titoli necessariper inoltrare l’istanza e produrre tutta ladocumentazione (di cui alle presenti linee guida);

- produrre, alla presentazione dell’istanza, tutta ladocumentazione atta a consentire alla Provincial’attivazione dello Sportello Unico.

- il versamento dei diritti di istruttori e del depositocauzionale cui la Provincia può attingere per le ragionidi istituto (ai fini di svolgere eventuali sopralluoghi,indagini, analisi e controlli);

- fornire delega chiara e inequivoca rispetto al mandatodi ordine professionale nei confronti del tecnicoabilitato e idoneo a svolgere l’incarico di redazione epresentazione delle pratiche. Il Legale rappresentante(proponente) e il professionista (o capogruppo di nucleodi progettazione) restano gli unici interlocutori neiconfronti dello Sportello Unico della provincia.

1 Qualora in base alla vigente normativa in materia di valutazione dell’impatto ambientale, ilprogetto da approvare fosse sottoposto a procedura di verifica di assoggettabilità, analogamente aquanto previsto per la VIA, il pertinente provvedimento può essere acquisito dal proponente prima dipresentare domanda di approvazione del progetto alla Provincia. In alternativa, i termini delprocedimento di competenza della Provincia saranno sospesi sino alla pronuncia della Regione. A talfine, alle copie allegata all’istanza dovrà aggiungersene una da trasmettere alla Regione.

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La Provincia dà luogo all’avvio del procedimento ai sensidella art. 8 della Legge 7 agosto 1990 n. 241.

In caso in cui si evinca la mancanza di elaborati oincompleta redazione ritenuta sostanziale dall’ente procedenteProvincia e non sanabile con la semplice consegna ointegrazione delle parti mancanti, la Provincia stessaprovvederà ai sensi dell’art 10 bis della Legge 241/1990 acomunicare l’avvio del procedimento per l’archiviazionedell’istanza.

Trascorsi infruttuosamente i termini previsti dall’art. 10bis della Legge 241/1990 la Provincia avrà titolo per ritenereimprocedibile l’istanza e restituire all’istante tutte lecopie presentate (tranne una e il cd informatico).

4 Varianti sostanziali e varianti non sostanziali

Il D.P.G.R. 2 gennaio 1998, n. 01/Pres. all’art. 5(Procedura autorizzativa) Co. 16. stabilisce testualmente che“La procedura prevista dal presente articolo (ovvero per l’approvazione dinuovi impianti) si applica, altresì, alle varianti sostanziali di progetti giàapprovati. L’accertamento della non sostanzialità delle singole varianti èmotivatamente dichiarato dal competente Ufficio dell’Amministrazione provinciale.Per la definizione di varianti sostanziali si fa riferimento all’articolo 11, comma 3 bis,della legge regionale 30/1987, così come introdotto dall’articolo 11, comma 2, dellalegge regionale22/1996. “

Si ribadisce che la valutazione di sostanzialità o menocompete alla Provincia, non all’interpretazione del proponenteo del professionista.

Il Servizio ambientale provinciale (nelle sue declinazioni)si esprime sulla valutazione della variante in fase di pre-istruttoria in base ai contenuti generali, anche sintetizzatidella scheda di sintesi, prima di avviare il procedimento.

Le modalità di valutazione si esplicano ai sensi della L.R.7 settembre 1987, n. 30 Art. 11 comma 3 bis. ”Le varianti sostanzialiper le quali è necessaria la predisposizione dello studio di cui all'articolo 12 bis sonoesclusivamente quelle relative ad aumenti di potenzialità di impianti giàautorizzati, quelle che comportano una modificazione dei materiali da conferire

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agli impianti stessi, ovvero quelle che comportano una modifica della tecnologiagenerale applicata all'impianto.”

Secondo l’esplicitato riferimento normativo, le variantivanno analizzate e ricondotte alla categoria “sostanziale e non” aseconda che la tipologia dell’intervento progettuale propostovada a proporre la modifica della natura e/o della praticadell’impianto rispetto l’esistente (non necessariamente conincremento positivo o negativo della tecnologia). Lavalutazione richiamata dalla norma, che necessariamente deveessere tradotta secondo le buone prassi correnti, deveconsiderare, attraverso il più ampio panorama giuridico ilsenso generico dei seguenti presupposti criteriali:

- aumenti di potenzialità (Criterio quantitativo): è un aumentodi materia o meglio di rifiuto effettivamente trattabileche comporti la variazione di un valore di soglia traquelli autorizzati. Nell’autorizzazione vengono fissatela capacità e la potenzialità di trattamento checorrispondono alla dimostrazione (validata in sedeprogettuale dai proponenti e tecnici firmatari delprogetto) che l’impianto è capace di supportare egestire i dati dichiarati. Alla gestione dellapotenzialità di progetto concorrono non solo i mezzi e imacchinari presenti, ma anche l’insieme dei fattori diproduzione quali gli operatori presenti, gli orari dilavoro che dovranno essere descritti in un documentotecnico quale un “manuale di gestione” o in un altrodocumento progettuale;

- modificazione dei materiali (Criterio qualitativo):modificazione dei materiali. La norma necessità di unalettura secondo l’attualità. La definizione “materiale”viene ora a dover essere letta in modo contestualizzatocome “rifiuto” trattato in impianto. La richiesta diintrodurre in autorizzazione rifiuti in ingresso concaratteristiche merceologiche diverse da quelleautorizzate rappresenta una modifica sostanziale.

- modifica della tecnologia generale (Criterio tecnico):rappresenta una variazione del ciclo produttivo. Ilciclo produttivo di un impianto inizia con l’accessonell’impianto, prosegue già con lo stoccaggio e di

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seguito con processo di trattamento (recupero osmaltimento), chiudendosi con chiusura del ciclo(uscita). La tecnologia generale è il complesso di mezzitecnici atti a produrre beni o a trasformare/trattarerifiuti in modo utile all’uomo con processi (tecnologie)di vario genere facenti parte di una più ampiaorganizzazione in un allestimento impiantistico. Sonoquindi: le dotazioni strumentali per consentire il

funzionamento per raggiungere lo scopo finale inpresenza di diverse tipologie di prestazioni;

insieme di azioni che supportano e definiscono insequenze il processo operativo (filiera).

Anche gli ampliamenti volumetrici e di aree a disposizionevanno valutati ai fini della sostanzialità.

L’approvazione di una variante non sostanziale, nonripercorre l’iter del vigente D.P.G.R. 2 gennaio 1998, n.01/Pres. Non compie per tanto i passaggi dello sportellounico.

L’atto di approvazione della variante non sostanziale,quindi non sostituisce, se non nelle parti precisamentestabilite nello stesso, alcun altro titolo o parereriguardante materie o competenze esterne alle competenzeprovinciali in materia dei rifiuti. Il proponente saràobbligato a formulare tutte le dovute istanze di parte perottenere autorizzazioni o permessi prima di iniziare i lavoridi variante.

5. Informazioni di carattere generale e formale riguardanti ladocumentazione

L’art. 208, comma 1 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 el’art. 4 del D.P.G.R. n. 01/1998 prevedono che la domanda siaaccompagnata dal progetto definitivo dell’impianto (per laRegione Friuli Venezia Giulia il riferimento di definizionedegli elaborati è la L.R. 14/2002), che dovrà essere corredatodella documentazione tecnica prevista per la realizzazione delprogetto stesso dalle disposizioni vigenti in materia di

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urbanistica, salute e sicurezza dei lavoratori, igienepubblica e tutela ambientale.

Ai sensi dell’art. 4, comma 3 del richiamato D.P.G.R. ilmedesimo progetto definitivo corredato dello Studio di ImpattoAmbientale deve essere contestualmente depositato a curadell’istante, oltre che presso la Provincia, anche presso ilComune, sede dell’impianto per un periodo di 30 giorni entro iquali chiunque può presentare alla Provincia osservazioni epareri.

La documentazione da presentare deve essere raffrontata alquadro di riferimento programmatico in rapporto a legginazionali e regionali, ai piani regionali e provinciali disettore, agli atti di riferimento territoriale o altroevidenziando l’attualità del progetto e la motivazione delleeventuali modifiche apportate.

La Provincia, che agisce come sportello unico,contestualmente all’avvio del procedimento autorizzativo dicompetenza che avviene entro 20 giorni dal ricevimentodell’istanza, trasmette copia del progetto e dell’allegatostudio di impatto ambientale agli enti ed istituti individuatiai sensi dell’art. 5 del D.P.G.R. n. 01/1998.

La suddetta documentazione deve recare sul frontespiziol'oggetto a cui fa riferimento, il titolo del progetto, ladata di esecuzione, la firma del/i progettisti e delrappresentante la committenza per presa visione (legalerappresentante o suo delegato).

Tutti gli elaborati relativi alla documentazione tecnicadevono essere firmati, timbrati e datati da tecnici inpossesso dei relativi titoli di studio e di abilitazione, inbase alla complessità dell’impianto, secondo quanto previstodalle specifiche leggi vigenti e dalle disposizioni sullecompetenze professionali, in particolare gli elaboratirelativi al progetto dell'impianto dovranno esser firmati daprofessionisti abilitati alla redazione di progetti. Leregolarità tecnica generale, la veridicità delle affermazioni,i calcoli di specifica, il rispetto delle norme sono attestatedalle firme dei professionisti. L’approvazione dei progettirisponde alla conformità dell’iter tecnico-amministrativo.

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Gli elaborati geologici e geotecnici dovranno essereredatti da professionisti abilitati secondo quanto previstodal parere del Ministero LL.PP. n. 183 (Consiglio Superioredel 13 aprile 1989).

L’esecuzione delle indagini geotecniche e quindi laresponsabilità dei risultati contenuti nella relativadocumentazione, fa carico interamente al progettista il quale,se ne riconosce l’esigenza, può farsi coadiuvare, nelleoperazioni, da consulenti esperti in materia, purconservandone la completa responsabilità.

La documentazione sopra indicata va rapportata allecaratteristiche dell’impianto; al riguardo, il grado diapprofondimento della documentazione richiesta e l’eventualemancata presentazione di alcuni elaborati sarà valutato edadeguatamente motivato nella relazione tecnica daiprofessionisti firmatari del progetto in base alla tipologiadell’impianto stesso ed alle relative esigenze ambientali.

È facoltà della Provincia richiedere integrazioni pereventuali parti mancanti o carenti.

Considerato che, ai sensi dell’art. 208, comma 6, delD.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 sostituente l’art. 27, comma 5,del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 “l’approvazione sostituisce ad ognieffetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali ecomunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico comunale ecomporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dei lavori” eche ai sensi dell’art. 5, comma 11, del D.P.G.R. 2 gennaio1998, n. 01/Pres. “La Conferenza tecnica, nell’assumere le funzioni delComitato tecnico regionale e dei Comitati tecnici provinciali in relazioneall’approvazione del progetto dell’impianto di smaltimento proposto, acquisisce lavalenza e produce gli effetti di cui all’articolo 27, comma 5, del decreto legislativo22/1997” al progetto dovrà essere allegata anche tutta ladocumentazione richiesta dall’ente titolare della procedurasostituita. Pertanto, al progetto dovrà essere allegata ladocumentazione richiesta dal Comune in cui è collocatol’impianto necessaria per il rilascio del permesso dicostruire.

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La delibera di Giunta prende atto delle conclusioni dellaConferenza tecnica e motiva l’approvazione o il rigetto delprogetto.

(Conclude quindi l’iter di approvazione e individua la nomina delprofessionista incaricato all’eventuale attività di collaudo, insostituzione il certificato di regolare esecuzione a firma del Direttoredei lavori Il collaudatore nominato dalla deliberazione di giuntaprovinciale è figura di garanzia e terzietà.) Parte non concordata tra leProvince

La prestazione avverrà a regolarmente liquidata a carico edonere della Ditta/Società o ente a cui fa capo l’impianto.

Il certificato di collaudo (o certificato di regolareesecuzione) è documento che correda la successiva richiesta dimessa in esercizio e costituisce assieme al contratto distipula delle garanzie finanziarie elementi sostanziali diprocedibilità per la successiva decretazione di messa inesercizio.

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6. Elenco della documentazione da allegare alla domanda perl’autorizzazione unica per i nuovi impianti di recupero esmaltimento dei rifiuti ai sensi dell’art. 208 del. D.L.vo3 aprile 2006, n. 152 e del D.P.G.R. 2 gennaio 1998, n.01/Pres.

6.1 La documentazione (1/3). Quadro programmatico e dicompatibilità urbanistica - Inquadramento territoriale.

1. Compatibilità con gli strumenti di pianificazioneregionale e provinciale (Piano regionale di gestione deirifiuti, Programma Provinciale di attuazione),evidenziando la distanza dai centri abitati, la presenzedi aree di tutela particolari, punti diapprovvigionamento idrico pubblici ecc.;

2. Studio di inserimento urbanistico (art 17 c.2 lett. e DPReg165/2003). Evidenziare se il progetto è conforme alladestinazione urbanistica vigente, oppure richiedereautorizzazione in variante al PRG indicando la nuovadestinazione urbanistica proposta (tra quelle previstedalle leggi) evidenziando la conformità ad essa;

3. Stralcio delle Norme Tecniche Attuazione relativeall’area interessata;

4. Disponibilità delle aree o immobili da utilizzare,modalità di acquisizione, prevedibili oneri e situazionedei pubblici servizi;

5. Titoli abilitativi alla realizzazione delle opereesistenti (DIA, permesso a costruire…);

6. Elenco autorizzazioni necessarie per la realizzazionedell’opera (CPI, scarichi, ecc…) ;

7. Studio e scelta della viabilità di conferimento e diaccesso proposta risolutiva, stima quali-quantitativa dei mezzi in transito da e per

l’insediamento con riferimento specifico alla viabilitàdi accesso ed agli insediamenti produttivi e/oabitativi interessati.

carta della viabilità con localizzazionedell’intervento ed indicazione delle abitazioni o altrieventuali insediamenti vulnerabili presenti in unadeguato raggio intorno all'area interessatadall’impianto.

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8. Cartografia della zona interessata dall’intervento, subase CTRN. (specificare scala 1:10 000)

9. Planimetria di inquadramento urbanistico individuazione di eventuali vincoli ed ambiti di tutela acarattere ambientale e/o urbanistico e/o paesistico,fasce di rispetto o servitù insistenti sull’aread’intervento (militare, d’infrastruttura stradale,ferroviaria od altro).

10. Mappa catastale con indicazione del foglio, dei mappaliinteressati e dell’assetto proprietario

6.2 La documentazione (2/3). Quadro progettuale e gestionale.

1. Relazione tecnica articolata nei seguenti punti:

Rifiuti gestiti e tipologia di trattamento:a. quantità, caratteristiche chimico/fisiche e

classificazione dei rifiuti (con l’ausilio delle schedeallegate all’istanza) indicare: elenco dei codici CER dei rifiuti gestiti e relativa

descrizione; operazione di recupero/smaltimento (R o D) per

ciascun CER; potenzialità massima di trattamento annua (Mg/a) e

giornaliera (Mg/g), in relazione ai macchinari e aglistoccaggi presenti, numero giorni/anno lavorati;

potenzialità massima di trattamento oraria (Mg/ora)dei macchinari, ore/giorno lavorate;

capacità massima istantanea di stoccaggio, in metricubi ed in tonnellate, ripartita tra rifiuti inentrata e rifiuti prodotti;

capacità di deposito dei materiali e dei prodottigenerati in uscita dall’impianto;

b. descrizione del ciclo tecnologico direcupero/smaltimento: evidenziare le varie fasi lavorative; allegare diagramma a blocchi;

c. diagramma dei flussi, in base alla tipologiadell’impianto (la descrizione dei rifiuti deve avvenirein modo accurato): codice CER, quantitativi e ciclo produttivo di

provenienza dei rifiuti in entrata;

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codice CER e quantitativi dei rifiuti trattati; codice CER e quantitativi dei rifiuti in uscita e da

inviare a smaltimento o destinare a riutilizzo; quantitativi dei materiali prodotti con indicazione

delle verifiche di conformità effettuate.

Caratteristiche dell’impianto:a. descrizione degli aspetti impiantistici, esistenti o di

progetto, dell'intervento da realizzare e delletecnologie adottate, con i calcoli preliminari dellestrutture e degli impianti (compresi descrizione edimensionamento rete fognaria, di drenaggio delle acquemeteoriche, eventuale impianto di depurazione, reteelettrica, antincendio, ...);

b. descrizione delle aree di stoccaggio dei rifiuti:pavimentazione, gestione acque, limiti dimensionaliecc.;

c. le misure adottate per garantire la sicurezza dell’areadi stoccaggio o di messa in riserva (fattori dirischio, incompatibilità con altri rifiuti e cautela daassicurare alla movimentazione);

d. descrizione delle risorse utilizzate, compresa acqua edenergia, precisando la fonte di approvvigionamento, conindicazione degli impianti di approvvigionamentoidrico;

e. descrizione idoneità delle reti esterne dei servizi(energia, fognatura, gas…), verifica sulle interferenzedelle reti aeree e sotterranee con i nuovi manufatti;

f. superamento delle barriere architettoniche (qualoranecessario);

g. descrizione sintetica in rapporto alla sicurezza dellavoro;

h. modalità con cui viene garantito il ricircolo generaledell’aria degli ambienti confinanti ed eventualmentecaratteristiche degli impianti relativi;

i. schede tecniche dei macchinari da utilizzare, dandoriscontro della conformità degli stessi ai "requisitiminimi di sicurezza delle macchine" (marcatura CEE,ecc….);

j. idoneità dei contenitori e dei sistemi di contenimentofissi utilizzati in relazione alle caratteristiche deirifiuti;

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k. sistemi di abbattimento di eventuali emissioni inatmosfera diffuse e convogliate (descrizione dei puntidi emissione, inquinanti previsti, limiti di legge ecaratteristiche tecniche del sistema di abbattimento,con indicazione della possibilità di convogliamentodelle emissioni diffuse);

l. sistemi di contenimento del rumore; emissioni sonorecon riferimento alle abitazioni vicine (Relazioneprevisionale di impatto acustico L. n.447/1995 edecreti attuativi),

m. misure da adottare per la limitazione di eventualiemissioni odorifere (qualora necessario);

2. Piano di gestione, monitoraggio e controllo recante tutte leinformazioni relative ai criteri ed alle misure adottate perla conduzione dell’impianto, finalizzate alla prevenzione eriduzione dell’inquinamento ed alla minimizzazione ed alcontrollo degli impatti durante la conduzione degliimpianti. In particolare il piano di gestione, monitoraggioe controllo deve contenere:

a. il piano di prevenzione e riduzione dell’inquinamento,con la descrizione e le prestazioni dei sistemi diprotezione delle componenti ambientali e conl’indicazione delle precauzioni adottate nellamanipolazione dei rifiuti, al fine di assicurare ilcontenimento dei rischi per l'ambiente e per l'uomo,nonché il piano di monitoraggio e controllo;

b. informazioni sulle procedure di accettazione deirifiuti da trattare e descrizione dei controllianalitici sui rifiuti in ingresso ai fini dellaverifica della compatibilità con il processo ditrattamento:

c. tempi e modalità di stoccaggio dei rifiuti e, per leoperazioni D15 ed R13, tempi di stoccaggio e dirotazione previsti per essi, nonché la destinazioneprevista ;

d. criteri e modalità di miscelazione ed omogeneizzazionedei rifiuti da trattare, ove previsto;

e. modalità e frequenza dei campionamenti e delle analisidei rifiuti trattati in relazione alla destinazione(recupero e/o smaltimento);

f. procedure di monitoraggio e di controllodell’efficienza del processo di trattamento, dei

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sistemi di protezione ambientale e dei dispositivi disicurezza installati;

g. piano di monitoraggio delle emissioni di processo delleeventuali matrici ambientali interessate (parametri,frequenza di controllo, modalità di prelievo, analisi,etc.).

h. definizione dei sistemi di intervento nell’ipotesi incui si manifestino emergenze ambientali

i. organizzazione del lavoro, procedure operative,modalità di manutenzione ordinaria e straordinaria

j. al fine della verifica di funzionalità dell’impianto daparte del Collaudatore nella fase di esercizioprovvisorio, con relativa emissione del certificato dicollaudo funzionale finale, predisposizione di unprogramma di prove predisposto dal proponente

k. nel caso di attività di recupero, individuazione dellaresa d’impianto per linea di trattamento e dell’utilitàdell’impianto ai sensi dell’art. 183 del D.Lgs.152/2006

3. Piano di ripristino finaleDescrizione delle modalità di ripristino e delle verificheambientali del sito al termine della gestione operativa,finalizzate ad accertare la non assoggettabilità alleprocedure di bonifica disciplinate dalla Parte IV, Titolo Vdel D.Lgs. 152/2006

4. Relazioni tecniche e specialistiche Ove la progettazione implichi la soluzione di particolariquestioni specialistiche, queste formano oggetto di appositerelazioni che definiscono le problematiche e indicano lesoluzioni adottate (gestione RAEE, D.Lgs.209/2003 suidemolitori…)Nel caso in cui non siano rispettati i vincoli paesaggisticidi cui all’art. 142 del D.Lgs. 42/2004, presentazionerelazione paesaggistica con i contenuti di cui al D.P.C.M.12 dicembre 2005 e dell’Allegato 1 all’Accordo tra RegioneAutonoma FVG e Ministero per i beni e le attivitàculturali.Relazione forestale (ove necessario) Nel caso in cui non sia rispettato il vincolo di distanzadai centri abitati e/o dalle abitazioni isolate, al fini

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della valutazione di concessione di deroga per gli impiantiricadenti sul territorio provinciale di Udine, presentazionedi due relazioni (una di sintesi ed una estesa), secondo icriteri di indirizzo riportati in Allegato 1 all’“Aggiornamento delle norme di attuazione del piano provinciale smaltimentorifiuti speciali” (approvato con deliberazione della GiuntaProvinciale n. 91 del 15/12/2003, successivamente modificatocon deliberazione della Giunta Provinciale n. 30 del21/11/2005).

5. Computo metrico estimativo e quadro economico (art.17 c.k), l), art.27DPReg165/2003) - Quadro prestazionale - (che evidenzi il costo industriale digestione di 1 tonnellata di rifiuti conferiti presso l’impianto)

6. Documentazione fotografica delle aree oggetto dell'interventocon visioni panoramiche di maggior interesse ed indicazionein planimetria dei punti di ripresa e dell’angolo divisuale.

7. Per le discariche devono essere previsti il Piano di gestioneoperativa, di ripristino ambientale, di gestione postoperativa, di sorveglianza e controllo e finanziario secondole specifiche riportate nell’Allegato 2 de D.Lgs. 36/2003

8. Elaborati grafici comprendenti:a. planimetria stato di fatto con rilievo;b. planimetria dell'impianto in scala non inferiore a 1:500,

con le indicazioni delle curve di livello dell'areainteressata all'intervento, con equidistanza nonsuperiore a cinquanta centimetri, delle strade, dellaposizione, sagome e distacchi delle eventuali costruzioniconfinanti e delle eventuali alberature esistenti con laspecificazione delle varie essenze;

c. planimetria generale dell'insediamento in idonea scala dirappresentazione dei corpi di fabbrica, con l’indicazionedell’uso di ogni edificio, con l’individuazione dellezone di deposito per la messa in riserva e dellalocalizzazione degli impianti e dei macchinari utilizzatiper l’attività di recupero e con l'indicazione dellerecinzioni e del tipo di utilizzo delle aree scoperte; èaltresì integrata da una tabella riassuntiva di tutti glielementi geometrici del progetto: superficie dell'area,

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volume dell'edificio, superficie coperta totale e deisingoli piani e ogni altro utile elemento;

d. piante, sezioni e prospetti dei corpi di fabbrica inidonea scala di rappresentazione, indicando per ciascunlocale la destinazione d'uso, le caratteristiche diilluminazione e aerazione, le uscite, nonché i serviziigienico-sanitari ed assistenziali (in base alleprescrizioni imposte dai singoli Comuni);

e. particolari costruttivi significativi dell’impianto;f. planimetria in idonea scala di rappresentazione recante

gli schemi delle reti impiantistiche con particolareriferimento alla rete di smaltimento acque (siameteoriche che di processo, con indicazione del corporicettore) e del sistema antincendio; planimetria,particolari e sezioni ove siano indicate le pendenze, isistemi di convogliamento acque, reflui o sversamenti, ipozzetti di raccolta e di campionamento, le eventualivasche di accumulo, i muretti di contenimento,particolari delle eventuali vasche di raccolta acque diprima pioggia, degli impianti di depurazione odisoleazione, in opportuna scala, etc.;

g. elaborati grafici nella diversa scala prescritta danormative specifiche e comunque non inferiore a 1:200atti ad illustrare il progetto strutturale nei suoiaspetti fondamentali, in particolare per quanto riguardale fondazioni;

h. per interventi su opere esistenti, gli elaboratiindicano, con idonea rappresentazione grafica, le particonservate, quelle da demolire e quelle nuove.

9. Diagramma e quadro temporale con la definizione:- dei tempi tecnici per la realizzazione dell’intervento

(inizio e fine dei lavori);- dei tempi per la messa in esercizio;- della durata tecnica presunta dell’intervento

6.3 La documentazione (3/3). Quadro paesaggistico – ambientale

1. Studio geologico, comprensivo di disciplinegeomorfologiche, idrogeologiche e geotecniche firmato da unesperto in scienze geologiche, che dimostri l'idoneità delsito anche in termini di compatibilità paesistico

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ambientale, garantendo comunque quanto stabilito dallanormativa vigente, articolato in:a. Relazione geologica generale estesa ad un’area

geografica significativa e comprensiva del sitoprescelto con adeguata cartografia geologica,geomorfologica ed idrogeologica, basata sui rilevamentidi grande dettaglio sul territorio individuando:- sorgenti, pozzi, zone umide, reticolo drenante, zone

esondabili, paludi e loro massimo livello acquifero,etc.;

- assenza/presenza di punti di captazione di cui alD.P.R. 24 maggio 1988, n. 236 in una fascia di 200metri dall’impianto;

- reticolo idrografico e relativo bacino di impluvio;- condizioni di inondabilità dell'area e, comunque,

delle reali o potenziali interferenze con le acquedi scorrimento superficiale;

- geodinamica superficiale basata sulla geologia egeomorfologia attuale, dati relativi all'uso deisuoli, piovosità e franosità.

La relazione geologica comprende lo studio dei tipilitologici, illustra e caratterizza gli aspettistratigrafici, strutturali, idrogeologici,geomorfologici, litotecnici e fisici nonché ilconseguente livello di pericolosità geologica e ilcomportamento in assenza ed in presenza delle opere.

b. Relazione geologica-geotecnica2 specifica del sito (inrelazione al progetto) . Sulla base dei risultatiottenuti devono essere eseguite una serie di indaginigeognostiche dirette ad una relazione geologico-tecnicache deve contenere:- indagini geognostiche dirette ad eventuali

prospezioni geofisiche con relative planimetrie esezioni esplicative;

- prove geotecniche in situ e/o in laboratorioregolarmente certificate dal responsabiledell'esecuzione delle prove, compresa lapermeabilità;

- calcoli di stabilità con riferimento al rapportofondazioni-terreno;

- piezometria chimica delle acque.

2 Obbligatoria per le discariche.1

Le relazioni idrologica e idraulica riguardano lostudio delle acque meteoriche, superficiali esotterranee.

Gli studi devono indicare le fonti dalle qualiprovengono gli elementi elaborati ed i procedimentiusati nella elaborazione per dedurre le grandezze diinteresse.

2. Studio di previsione della qualità dell’aria,considerazione di eventuali fenomeni di sinergia e/osommatoria con altre fonti di inquinamento già esistenti.

3. Relazione di compatibiltà ambientale con le specifichepreviste dal Servizio Paesaggistico della Regione

4. Studio di impatto ambientale ove previsto dalle vigentinormative ovvero studio di fattibilità ambientale- all’art.21 c.2 delDPReg165/2003

Qualora dall’impianto si generino emissioni soggette adautorizzazione ai sensi della parte V del D.Lgs. 152/2006 es.m.i., per consentire le valutazioni necessarie, ladocumentazione di progetto dovrà comprendere anche quantorichiesto dal competente Servizio provinciale, scaricabiledal sito web della ProvinciaQualora dall’impianto si generino scarichi industrialisoggetti ad autorizzazione ai sensi dell’art. 124 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i., per consentire le valutazionisull’adeguatezza dell’impianto di depurazione, deve esseretrasmessa la documentazione richiesta dal competenteServizio provinciale, scaricabile dal sito web dellaProvincia.

1

7. La definizione degli impianti

INQUADRAMENTO IMPIANTOFISSOMOBILEDI RICERCA E SPERIMENTAZIONESEMPLICECOMPLESSO (NEL CASO IN CUI LE ATTIVITA’ SVOLTE SIANO RICONDUCIBILI A PIU’ DI UNA DELLE CATEGORIE IMPIANTO DI TABELLA SUCCESSIVA)PRODUTTIVODEDICATO

DEFINIZIONE TIPOLOGIA IMPIANTOTipologia ImpiantoSISTRI

Tipologia Impianto ISPRA Categoria Attività Operaz

ione

DISCARICA DISCARICA

INERTI D1NON PERICOLOSI D1PERICOLOSI D11°categoria D1 2°categoria tipo A D1

2°categoria tipo B D1

2°categoria tipo C D1

3°categoria D5RECUPERO - SMALTIMENTO STOCCAGGIO STOCCAGGIO Messa in riserva R13

Deposito preliminare D15

SELEZIONE

FISICO - MECCANICO

Selezione, cernita, riduzione volumetrica

D13R12

RECUPERO Accorpamento/riconfezionamento

D14R12

Recupero carta R3Recupero legno R3Recupero plastica R3Recupero pneumatici R3Recupero metalli R4Recupero inerti R5Recupero vetro R5Rottamazione R12

Frantumazione R4R12

TERMICO Fusione in acciaieria R4AMBIENTALE Recupero morfologico-

ambientale R10

Spandimento fanghi R10

2

CHIMICO - FISICO

Rigenerazione/recuperosolventi R2

Rigenerazione degli acidi e delle basi R6

Recupero dei prodotti che servono a captare gli inquinanti

R7

Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori

R8

Rigenerazione o altri impieghi degli oli R9

Produzione di gas di sintesi, da processi quali pirolisi e gassificazione

R3

Inertizzazione D9R12

ENERGETICOBiogas da digestione anaerobica R1

Biogas da discarica R1

INFRASTRUTTURALE Rilevati e sottofondi stradali R5

COMPOSTAGGIO

MECCANICO -BIOLOGICO

Compostaggio ACM R3Compostaggio ACV R3

DIGESTIONE ANAEROBICA Digestione anaerobica R3

TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO, CDR

Condizionamento fanghi R3Produzione fertilizzanti R3

Produzione di CDR R3

TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO EBIOLOGICO

TRATTAMENTO CHIMICO FISICO - BIOLOGICO

Produzione biostabilizzato

D8 R3

Separazione secco umido D13

Trattamento depurativorifiuti liquidi

D8D9

Sterilizzazione D9

MISCELAZIONE

Miscelazione non in deroga con CER diverso

D13R12

Miscelazione in derogaai sensi dell’art 187 del D.Lgs. 152/2006

D9

R12

TRATTAMENTO RAEE TRATTAMENTO RAEE TRATTAMENTO RAEE

Messa in riserva R13Deposito preliminare D15Messa in sicurezza e selezione

R12D13

Recupero RAEER3R4R5

DEMOLIZIONE – ROTTAMAZIONE VEICOLI FUORI

TRATTAMENTO VEICOLI FUORI USO

AUTODEMOLIZIONE R12AUTOROTTAMAZIONE R12

2

USO

AUTODEMOLIZIONE,ROTTAMAZIONE,

FRANTUMAZIONE VEICOLI FUORI USO

FRANTUMAZIONE R12-R4

INCENERIMENTO -COINCENERIMENTO

INCENERITORE

INCENERIMENTO D10

INCENERIMENTO

Incenerimento con recupero di energia secondo quanto previsto alla nota R1 di cui all’All. C D.Lgs. 152/2006

R1

COINCENERITORE COINCENERIMENTO R1ALTRO

8. Oneri istruttori

Per alcune tipologie di impianti, al momento le discarichee gli impianti che trattano veicoli fuori uso, sono previstidegli oneri istruttori.

8.1 Discariche

Per le discariche si deve fare riferimento al Decreto delPresidente della Regione 7 ottobre 2005, n. 0348/Pres.“Regolamento per l’individuazione delle tariffe per le spese di istruttoria finalizzataal rilascio ed al rinnovo dell’autorizzazione, e ai successivi controlli relativi allediscariche ai sensi dell’articolo 4, commi 10 e 11 della legge regionale 21 luglio 2004,n. 19 (assestamento del bilancio 2004)”.

Per il rilascio dell’autorizzazione, l’art. 5 prevede che“Le tariffe per le spese di istruttoria finalizzata al rilascio delle autorizzazioni di cuiagli articoli 27 e 28 del decreto legislativo 22/1997 sono determinate negli importidella tabella A, per scaglioni successivi, in base al costo dell’importo progettualedell’intervento”, mentre per il rinnovo dell’autorizzazione l’art.6 prevede che “Le tariffe per le spese di istruttoria per il rinnovodell’autorizzazione all’esercizio di cui allo articolo 28 del decreto legislativo 22/1997sono pari al cinquanta per cento delle tariffe previste nella tabella A”.

Tabella A (riferimento articolo 5) Tariffe per spese di istruttoria

Importo progettuale intervento Tariffa Fino a 500.000 € 1.000 €

Da 500.001 € a 3.000.00 € 1.500 € Da 3.000.001 € a 6.000.000 € 2.000 €

2

Da 6.000.001 € a 9.000.000 € 2.500 € Oltre 9.000.000 € 3.000 €

Il versamento delle tariffe dovute alle Amministrazioni per le attività previste dall’articolo 4 comma 1, è corrisposto dai

soggetti obbligati con le seguenti modalità:

GoriziaPordenone c.c. postale n. 220590 o sul c.c. bancario n.

IT48V0533612500000041085746 (Banca Popolare FRIULADRIAS.P.A. Piazza XX Settembre 19 33170 PORDENONE),intestato all’Amministrazione Provinciale di Pordenone -Servizio tesoreria con causale “Oneri istruttori ai fini del rilasciodell’autorizzazione per una discarica ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/06– Capitolo 3586”

TriesteUdineRegione a. mediante versamento diretto

alla Tesoreria regionale v. Mercadante n. 1, 34100 Trieste, da attribuirsi alla Direzione centrale ambiente e

lavori pubblici, Servizio disciplina gestione rifiuti, U.P.B. 3.6.992 sul capitolo di entrata n. 127 indicando

sulla causale la seguente dicitura: «Rientri di spese di istruttoria e di controllo per gli impianti di discarica»;

b. mediante versamento sul c/c postale n. 238345, intestato alla Unicredit Banca S.p.A.,

Tesoreria regionale, v. Mercadante 1, 34100 Trieste, da attribuirsi alla Direzione centrale ambiente e lavori

pubblici, Servizio disciplina gestione rifiuti, U.P.B. 3.6.992 sul capitolo di entrata n. 127 indicando sulla causale la seguente dicitura: «Rientri di spese di

istruttoria e di controllo per gli impianti di discarica»;c. mediante versamento a mezzo

bonifico bancario, beneficiario Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Tesoreria regionale, v. Mercadante n. 1,

34100 Trieste, presso Unicredit Banca S.p.A, codice ABI 2008, CAB 02230, Conto di Tesoreria n. 0055, da attribuirsi

alla Direzione centrale ambiente e lavori pubblici, Servizio disciplina gestione rifiuti, U.P.B. 3.6.992 sul capitolo di entrata n. 127 indicando sulla causale la seguente dicitura: «Rientri di spese di istruttoria e di controllo per gli impianti di discarica».

8.2 Veicoli fuori uso

Per i veicoli fuori uso si deve fare riferimento Decretodel Presidente della Regione 11 agosto 2005, n. 0265/Pres.“Regolamento per l’individuazione degli oneri per le ispezioni, le prestazioni ed i

2

controlli effettuati dai pubblici uffici relativi ai veicoli fuori uso ai sensi di quantoprevisto dall’articolo 4 comma 10 della legge regionale 21 luglio 2004, n. 19(Assestamento del bilancio 2004 e dei bilanci pluriennali per gli anni 2004-2006 aisensi dell’articolo 18 della legge regionale 16 aprile 1999, n. 7)”.

Per il rilascio dell’autorizzazione, l’art. 5 prevede che“L’attività di istruttoria relativa alle prestazioni effettuate dalla Provincia competenteper territorio è posta, in applicazione dell’articolo 14 del decreto legislativo209/2003, a carico del soggetto destinatario della stessa. Tale attività è subordinataal versamento degli importi definiti nella tabella A allegata al presente regolamento,per scaglioni successivi, in base all’ammontare riportato.”

Tabella A Oneri per l’attività istruttoria Importo progettuale intervento Oneri istruttori

Fino a 300.000,00 € 800,00 € Da 300.001,00 € a 500.000,00 € 900,00 € Da 500.001,00 € a 1.000.000,00 € 1.000,00 € Da 1.000.001,00 € a 1.500.000,00 euro 1.100,00 € Da 1.500.001,00 € a 2.000.000,00 € 1.200,00 €

Oltre 2.000.000.00 € 1.300,00 €

Il versamento degli oneri dovuti alle Amministrazioni per le attività previste, è corrisposto dai soggetti obbligati con le seguenti modalità:

GoriziaPordenone c.c. postale n. 220590 o sul c.c. bancario n.

IT48V0533612500000041085746 (Banca Popolare FRIULADRIAS.P.A. Piazza XX Settembre 19 33170 PORDENONE),intestato all’Amministrazione Provinciale di Pordenone -Servizio tesoreria con causale “Oneri istruttori ai fini del rilasciodell’autorizzazione per un impianto che tratta veicoli fuori uso dell’art. 208del D.Lgs. 152/06 – Capitolo 3585”

TriesteUdine

9. Garanzie finanziarie ed indennizzo

L’art. 1 del D.P.G.R. 8 ottobre 1991 n.502 prevede che “Iprivati operatori che gestiscono impianti di recupero o di smaltimento di rifiutidevono prestare, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettere l) ed m) della leggeregionale 7 settembre 1987, n. 30 e successive modifiche ed integrazioni e con lemodalità stabilite nel presente Capo, apposite garanzie finanziarie a favore delComune sede dell'impianto”

2

L’art. 3 del medesimo D.P.G.R. determina gli importi comesegue:

“L’importo delle garanzie finanziarie viene determinato in base alla potenzialità autorizzatadell’impianto tecnologico, calcolata come potenzialità teorica massima di progetto ovvero in basealla capacità autorizzata del deposito preliminare o della messa in riserva, calcolata come capacitàmassima di progetto ed in base alla tipologia dei rifiuti, secondo i criteri di seguito indicati:

a) per impianti tecnologici per lo smaltimento o il recupero di rifiuti urbani con potenzialitàautorizzata: 1) fino a 100 t/g : euro 152.705,98; 2) superiore a 100 t/g e fino a 300 t/g : euro 152.705,98 + euro 381,76 per ogni t/g eccedente

le prime 100; 3) superiore a 300 t/g . euro 229.057,98 + euro 190,88 per ogni t/g eccedente le prime 300;

b) per impianti tecnologici per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti non pericolosi conpotenzialità autorizzata : 1) fino a 25 t/g : euro 76.352,99; 2) superiore a 25 t/g e fino a 100 t/g : euro 76.352,99 + euro 1.527,06 per ogni t/g eccedente

le prime 25 t/g; 3) superiore a 100 t/g : euro 190.882,49 + euro 763,53 per ogni t/g eccedente le prime 100;

c) per impianti tecnologici per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti pericolosi conpotenzialità autorizzata:

1) fino a 25 t/g : euro 152.705,98; 2) superiore a 25 t/g e fino a 100 t/g : euro 152.705,98 + euro 3.054,12 per ogni t/g eccedente

le prime 25 t/g; 3) superiore a 100 t/g : euro 381.764,98 + euro 1.527,06 per ogni t/g eccedente le prime 100;

d) per deposito preliminare o messa in riserva di rifiuti non pericolosi con capacitàautorizzata: 1) sino a 100 metri cubi : euro 7635,30; 2) superiore a 100 metri cubi e fino a 500 : euro 7635,30 + euro 57,27 per ogni metro cubo

eccedente i primi 100; 3) superiore a 500 metri cubi : euro 30.541,30 + euro 38,18 per ogni cubo eccedente i primi

500; e) per deposito preliminare o messa in riserva di rifiuti pericolosi con capacità autorizzata:

1) sino a 100 metri cubi : euro 15.270,60: 2) superiore a 100 metri cubi e fino 500: euro 15.270,60 + euro 114,53 per ogni metro cubo

eccedente i primi 100; 3) superiore a 500 metri cubi : euro 61.082,60 + euro 76,35 per ogni metro cubo eccedente i

primi 500”

L’art. 2 comma 1 del D.P.Reg. 11 agosto 2005, n. 0266/Pres,prevede che “I soggetti pubblici e privati autorizzati alla gestione della discaricasono obbligati alla prestazione di garanzie finanziarie per l’attivazione, la gestioneoperativa e le procedure di chiusura, nonché per la gestione successiva alla chiusura,come previste dall’articolo 14 del decreto legislativo n. 36/2003” L’art. 3 delmedesimo D.P.Reg. prevede che “Le garanzie finanziarie, (…), devono essereprestate a favore della Provincia competente per territorio”.

2

Tabella A (Art. 4 Determinazione delle garanzie) a) Discariche di rifiuti non pericolosi: 1) L’ammontare delle garanzie finanziarie da prestarsi per gli obblighi

derivanti dall’attivazione e la gestione operativa della discaricacomprese le operazioni di chiusura e di sistemazione e recuperodell’area occupata dall’impianto chiuso, deve prevedere:

– euro 10,00 al mq. per la superficie effettiva finale diricopertura;

– euro 15,00 al mc. corrispondente alla capacità totale diriempimento autorizzata.

2) L’ammontare delle garanzie finanziarie da prestarsi per il periodo digestione successiva alla chiusura per una durata di 30 anni, deveprevedere:

– euro 10,00 al mq. per la superficie effettiva finale diricopertura;

– euro 10,00 al mc. corrispondente alla capacità totale diriempimento autorizzata;

b) Discariche di rifiuti pericolosi: 1) L’ammontare delle garanzie finanziarie da prestarsi per gli obblighi

derivanti dall’attivazione e la gestione operativa della discaricacomprese le operazioni di chiusura e di sistemazione e recuperodell’area occupata dall’impianto chiuso, deve prevedere:

– euro 20,00 al mq. per la superficie effettiva finale diricopertura;

– euro 30,00 al mc. corrispondente alla capacità totale diriempimento autorizzata.

2) L’ammontare delle garanzie finanziarie da prestarsi per il periodo digestione successiva alla chiusura per una durata di 30 anni, deveprevedere:

– euro 20,00 al mq. per la superficie effettiva finale diricopertura;

– euro 10,00 al mc. corrispondente alla capacità totale diriempimento autorizzata;

c) Discariche di rifiuti inerti: 1) L’ammontare delle garanzie finanziarie da prestarsi per gli obblighi

derivanti dall’attivazione e la gestione operativa della discaricacomprese le operazioni di chiusura e di sistemazione e recuperodell’area occupata dall’impianto chiuso, deve prevedere:

– euro 2,5 al mq. per la superficie effettiva finale di ricopertura;– euro 5,00 al mc. corrispondente alla capacità totale di

riempimento autorizzata. 2) L’ammontare delle garanzie finanziarie da prestarsi per il periodo di

gestione successiva alla chiusura per una durata di almeno 5 anni dalladata di comunicazione di cui all’articolo 12 comma 3 del decretolegislativo 36/2003, deve prevedere:

– euro 2,5 al mq. per la superficie effettiva finale di ricopertura; – euro 2,5 al mc. corrispondente alla capacità totale di riempimentoautorizzata.

3) Per le discariche autorizzate allo smaltimento dei rifiuti inerti dicui alla tabella 1 del decreto ministeriale 3 agosto 2005 non èprevista la prestazione della garanzia finanziaria per la gestionesuccessiva alla chiusura.

2

L’art. 15 del D.P.G.R. 8 ottobre 1991 n. 502 prevede che “IComuni, nel cui territorio sono in attività impianti di recupero o di smaltimento dirifiuti, provenienti anche da altri Comuni, hanno titolo ad essere risarciti dei relatividisagi mediante la corresponsione, da parte del proprietario dell'impianto, di unapposito indennizzo”.

L’art. 16 del medesimo D.P.G.R determina gli importi comesegue:

“a) per impianti tecnologici per il recupero o lo smaltimento di rifiuti urbani eassimilabili: euro 1,27 per tonnellata;

b) per impianti tecnologici per il recupero o lo smaltimento di rifiuti non pericolosinonché discariche per rifiuti non pericolosi: euro 1,91 per tonnellata;

c) per impianti tecnologici per il recupero o lo smaltimento dei rifiuti pericolosi nonchédiscariche per rifiuti pericolosi : euro 3,82 per tonnellata;

d) per deposito preliminare o messa in riserva di rifiuti non pericolosi: euro 1,91 per metrocubo;

e) per deposito preliminare o messa in riserva di rifiuti pericolosi: euro 3,82 per metrocubo.”

Si evidenzia che la L.R. 17/2010 Art. 136 (Modificaall'articolo 28 della legge regionale 30/1987), comma 1 hastabilito che “Il comma 3 bis dell'articolo 28 della leggeregionale 30/1987 è sostituito dal seguente: <<3 bis. L'indennizzodi cui al regolamento di esecuzione della legge regionale 30/1987,emanato con decreto del Presidente della Giunta regionale 8 ottobre1991, n. 0502/Pres., si applica esclusivamente agli impianti cheeffettuano le operazioni di smaltimento di rifiuti ai sensidell'articolo 2, comma 1, lettera a).>>”.

10. Autorizzazione paesaggistica

Quando l’impianto ricade in ambito di tutela di cui alD.Lgs. 42/04, l’intervento è soggetto ad autorizzazionepaesaggistica.

Per il rilascio della predetta autorizzazione paesaggisticail Comune, in applicazione dell’art. 146 del D.Lgs. 42/04,accerta la compatibilità paesaggistica dell’intervento edacquisito il parere della commissione per il paesaggio,trasmette la proposta, corredata dal progetto e della relativadocumentazione, alla competente Soprintendenza per i beni ambientaliarchitettonici archeologici artistici e storici del Friuli. La Soprintendenza siesprimerà nei tempi e modi di cui al predetto art. 146.

2

L’autorizzazione paesaggistica, come previsto dall’art. 146del D.Lgs. 42/2004, è un atto autonomo che deve essereprodotto dal Comune sede dell’impianto o dal ServizioRegionale competente, prima della convocazione dellaConferenza tecnica di cui all’art. 6 del D.P.G.R. 01/1998.

Il proponente dovrà pertanto attivarsi con il Comune sededell’impianto, o con la Regione in relazione alle tipologia diintervento (si vedano gli art. 58 e 60 della L.R. 5/2007),trasmettendo apposita istanza corredata dalle copie necessariedella relazione paesaggistica.

11. Documentazione da presentare per l’approvazione di unprogetto di un nuovo impianto o di una variante sostanziale

La documentazione da presentare per l’approvazione di unprogetto per un nuovo impianto o di una variante sostanzialedi un impianto esistente è la seguente:

1. Istanza di autorizzazione;

2. Documentazione progettuale;

3. Modello 1- Scheda impianto;

4. Modello 2 - Vincoli ed autorizzazioni;

5. Modello 3 - Dichiarazione sostitutiva iscrizione;

6. Modello 4 - Dichiarazione sostitutiva antimafia;

7. Modello 5 - Requisiti soggettivi;

8. Modello 6 - Requisiti societari.

12. Documentazione da presentare per il rinnovodell’autorizzazione alla gestione

La documentazione da presentare per il rinnovodell’autorizzazione alla gestione di un impianto esistente èla seguente:

2

1. Domanda di rinnovo dell’autorizzazione;

2. Relazione tecnica attestante l’efficienza dell’impianto,

la corrispondenza al progetto approvato e breve sintesi degli

ultimi 5 anni di gestione;

3. Modello 3 - Dichiarazione sostitutiva iscrizione;

4. Modello 4 - Dichiarazione sostitutiva antimafia;

5. Modello 5 - Requisiti soggettivi;

6. Modello 6 - Requisiti societari.

13. Documentazione da presentare per la volturazione diun’autorizzazione

La documentazione da presentare per la volturazione diun’autorizzazione di un impianto è la seguente:

1. Domanda di voltura dell’autorizzazione;

2. Modello 3 - Dichiarazione sostitutiva iscrizione;

3. Modello 4 - Dichiarazione sostitutiva antimafia;

4. Modello 5 - Requisiti soggettivi;

5. Modello 6 - Requisiti societari.

2