Sri Aurobindo - L'ORA DI DIO

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    The Hour of God

    I brani raccolti in questo libro furono scritti da Sri Aurobindo

    tra il 1910 ed il 1940. Nessuno di essi venne pubblicatomentre egli era ancora in vita e nessuno sub la revisionefinale a cui sottopose le sue opere maggiori. La maggiorparte dei brani vennero inizialmente stampati su diversepubblicazioni dell' Ashram ed in seguito nelle diverseedizioni di The Hour of God, la prima delle quali risale al1959. I brani qui riuniti non sono mai stati considerati daSri Aurobindo parti di un'unica opera. Alcuni furono scritti agruppi di due, tre o quattro ma molti sono brani separati

    senza alcuna relazione tra loro. Il lavoro di selezione e diarrangiamento stato svolto dagli editori. Nel riunire i branisono stati considerati tre fattori, la relazione fisica(ricavabile dai manoscritti), quella tematica e stilistica equella cronologica. I brani scritti sullo stesso taccuino sonostati stampati assieme rispettando l'ordine in cuicomparivano. Come nelle precedenti edizioni di The Hourof God, i brani sono stati raggruppati in categorietematiche: lo Yoga, l'Uomo ed il Superuomo (l'Evoluzione),

    ecc. Tali categorie sono sufficientemente consistenti da unpunto di vista cronologico, da permetterci di consideraretutte le sezioni tranne la prima come un singolo periodotemporale e da consentirci di disporre tutte le sezionieccetto la prima nel naturale ordine cronologico dalla piremota alla pi recente.

    A cura di Paola Bertoldi

    Prima Sezione

    L'ORA DI DIO

    Vi sono momenti in cui lo Spirito abita tra gli uomini ed ilRespiro del Signore aleggia sulle acque del nostro essere;

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    ve ne sono altri nei quali si ritira e gli uomini vengonolasciati agire con la forza o nella debolezza del loroegoismo. I primi sono periodi nei quali anche un piccolosforzo produce grandi risultati e cambia il destino; i secondi

    quelli in cui anche un grande lavoro porta scarsi risultati. E'vero forse che gli ultimi sono preludio per i primi; forsel'alito del sacrificio che sale fino al cielo fa scendere lapioggia della bont di Dio. Infelice l'uomo o la nazione cheal giungere del momento divino addormentato oimpreparato a riceverlo, perch la lucerna non stataalimentata per accogliere l'ospite e le orecchie sono sordeal suo richiamo. Ma guai a coloro che pur essendo forti epronti sprecano la loro forza o fanno cattivo uso del

    momento; vanno incontro ad una perdita irreparabile o aduna grande distruzione.Nell'ora di Dio monda la tua anima da ogni autoinganno, daogni ipocrisia e da ogni vano autocompiacimento per potervedere chiaramente nel tuo spirito e udire la sua chiamata.Tutta la falsit della tua natura, una volta protezione dallosguardo del Maestro e dalla luce dell'ideale, diviene ora unosquarcio nella tua armatura e ti espone ai fendenti. Seanche vinci per un momento peggio per te, perch ilcolpo pu giungere in seguito ed abbatterti nel mezzo deltrionfo. Piuttosto restando puro scaccia ogni paura, perchl'ora spesso terribile, come un incendio, un turbine e unatempesta, come l'azione del torchio del furore divino; macolui che resiste fermamente, fedele al suo scopo, rimarrsaldo; anche se cadr si rialzer di nuovo; anche sesembrer svanire sulle ali del vento, ritorner. Non lasciareche la prudenza del mondo mormori al tuo orecchio, poich giunta l'ora dell'inatteso, dell'incalcolabile,dell'incommensurabile. Non misurare il potere dello Spiritocon i tuoi strumenti insignificanti, ma abbi fiducia eprosegui nel cammino. Soprattutto mantieni libera la tuaanima, anche solo per un po', dal clamore dell'ego. Alloraun fuoco illuminer per te la notte, la tempesta ti saramica e il tuo stendardo sventoler sulle altezze sublimidella grandezza finalmente conquistata.

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    LA LEGGE DEL SENTIERO

    Per prima cosa sii certo della chiamata e della risposta dellatua anima. Infatti se la chiamata non autentica, se non si

    tratta del tocco del potere di Dio o della voce dei suoimessaggeri ma di un richiamo del tuo ego, il tuo impegnoporter ad un vano fallimento spirituale o ad un grandedisastro. E se solo il consenso e l'interesse mentale e non ilfervore dell'anima rispondono alla chiamata divina, o sesolamente i desideri vitali inferiori si lasciano attrarre daifrutti del potere e del piacere che derivano dallo Yoga, oancora se soltanto un'emozione passeggera saltella comefiamma instabile mossa dall'intensit, dalla dolcezza o dallamaestosit della Voce, pericoloso percorrere il difficilesentiero dello Yoga.

    Gli strumenti esteriori dell'uomo mortale non hanno la forzadi fargli vincere gli austeri ardori di questo viaggiospirituale e la sua Titanica battaglia interiore, di fargliaffrontare le traversie terribili ed i continui cimenti, nhanno la capacit di temprarlo e fortificarlo perch possaaffrontare e superare i pericoli sottili ed immensi delviaggio. Solo la volont maestosa ed incrollabile del suo

    spirito, il fuoco inestinguibile e l'ardore invincibile della suaanima possono compiere questa difficile trasformazione edassolvere questo compito improbo. Non pensare che lastrada sia facile: il cammino lungo, arduo, pericoloso edifficile. Ogni passo nasconde un agguato, ogni svolta unpericolo. Migliaia di nemici visibili ed invisibili siscaglieranno contro di te, terribilmente astuti contro la tuaignoranza, enormemente potenti contro la tua debolezza. Equando con dolore li avrai distrutti altre migliaia ne

    sorgeranno e li sostituiranno. L'Inferno vomiter le sue ordeper opporsi a te ed il Cielo ti si far incontro con le sueprove impietose ed i suoi dinieghi freddi e splendenti. Saraisolo nella tua angoscia: i demoni furiosi sul tuo sentiero egli Dei riluttanti sopra di te. Antichi, potenti, crudeli edinvitti, vicini ed innumerevoli sono i Poteri oscuri e tremendiche prosperano nel regno della Notte e dell'Ignoranza,invariabilmente ostili. Distaccati, lenti ad arrivare e lontanisono gli Esseri di Luce che hanno la volont o il permesso di

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    soccorrerti con apparizioni brevi e rare. Ogni passo avanti una battaglia. Il cammino si compie attraverso disceseprecipitose, con scalate infinite e sempre nuove vette daconquistare. Ogni altopiano scalato soltanto un passo sul

    cammino, che rivela nuove, infinite, altezze. Ogni vittoriache appare come l'ultima lotta trionfale non che ilpreludio di centinaia di battaglie feroci e pericolose Ma tudirai: "Non forse la mano di Dio accanto a me persoccorrermi e la Madre Divina al mio fianco con il suosorriso pieno di grazia?" Non sai allora che la grazia di Dio pi difficile da ottenere e da conservare del nettare degliImmortali o dei tesori inestimabili di Kuvera?

    Chiedilo ai suoi eletti e loro stessi ti diranno quanto spessol'Eterno ha nascosto il suo volto, quanto spesso si allontanato da loro ammantandosi del suo velo misterioso,lasciandoli soli nella morsa dell'Inferno, nell'orroredell'oscurit, nudi ed indifesi nell'angoscia della battaglia.Ed anche quando riesci a percepire la sua presenza dietroal velo, essa simile al sole invernale coperto dalle nuvole,che non ti ripara dalla pioggia e dalla neve, n dai pericolidella tempesta, dal vento sgradevole e dal gelo pungente,n dal grigiore di un'atmosfera colma di dolore, o daun'ottusit scialba e noiosa. Senza dubbio l'aiuto presenteanche quando sembra mancare ma l'apparenza quelladella notte totale, senza sole che sorge o stelle di speranzaa perforare l'oscurit. Bello il volto della Madre Divina, maaltrettanto duro e terribile. E' forse l'immortalit un gioco,da mettere con leggerezza nelle mani di un bambino, o lavita divina un bottino da conquistare senza sforzo, lacorona dei deboli? Combatti rettamente e l'avrai; abbi fedee la tua fede sar infine premiata, ma questa la dura

    legge del sentiero e nessuno la pu abrogare.

    IL SUPERUOMO DIVINO

    Questo il tuo compito, lo scopo del tuo essere e la ragioneper la quale sei qui: diventare il superuomo divino ed unveicolo perfetto della Divinit. Qualunque altra cosa ti trovia fare solo una preparazione, una gioia lungo il camminoo una deviazione dal tuo proposito. Questa la meta e

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    questo lo scopo, ed il tuo essere trova la propriagrandezza ed il proprio diletto nella gioia della meta e nonnel potere o nella gioia del cammino. Il cammino uncammino di gioia perch ci che ti attira anche tuo

    compagno di viaggio ed il potere di arrampicarti ti statodato perch tu possa giungere alle tue stesse sommit. Sehai un dovere da compiere, questo il tuo dovere; se tichiedi quali sia il tuo scopo, fa che questo sia lo scopo; secerchi il piacere, non c' gioia pi grande, perch ogni altragioia frammentaria e limitata, come quella del sogno, delsonno o dell'oblio di s. Questa invece la gioia del tuointero essere.Perci se ti chiedi cosa sia il tuo essere, questo il tuo

    essere, il Divino, ed ogni altra cosa solo la sua immagineframmentata e distorta. Se cerchi la Verit, questa laverit. Ponila dinanzi a te ed in ogni cosa e restale fedele.Disse bene colui che, intravedendo la verit attraverso ilvelo e scambiandolo per il vero volto, afferm che il tuoscopo divenire te stesso; giustamente disse anche che nella natura dell'uomo trascendere se stesso. Questa davvero la sua natura e quello veramente lo scoposupremo del suo trascendere se stesso. Che cos' dunque ils che devi trascendere e che cos' il s che devi divenire?Proprio nel comprendere questo non devi commetterealcun errore, perch tale errore, il non conoscere te stesso, la fonte di tutto il tuo dolore e la causa di ogni difficolt.Ci che devi trascendere il tuo s apparente, l'uomo percome lo conosci, il Purusha apparente. E che cos'quest'uomo? E' un essere mentale, schiavo della vita edella materia, e quand'anche non schiavo della vita edella materia lo della propria mente. Schiavit,quest'ultima, grave e pesante perch essere schiavi dellamente significa esserlo di ci che falso, limitato edillusorio. Il s che devi diventare ci che gi interiormentesei, dietro al velo della mente, della vita e della materia. E'l'essere spirituale, il divino, il superuomo, il vero Purusha.Proprio ci che oltrepassa l'essere mentale il superuomo.Essere il superuomo significa divenire il maestro della tuamente, della tua vita e del tuo corpo; regnare sulla Naturadella quale ora sei lo strumento; innalzarti al disopra di Leiche ora ti schiaccia sotto i suoi piedi. Significa essere libero

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    e non schiavo, essere uno e non diviso, immortale e nonlimitato dalla morte, splendente di luce e non immersonell'oscurit, colmo di gioia e non soggetto ad angoscia esofferenza; significa essere innalzato al potere e non

    abbattuto nella debolezza. Significa vivere nell'Infinito epossedere il finito, vivere in Dio ed essere uno con Lui.Diventare te stesso significa tutto questo e ci che nederiva. Sii libero in te stesso e perci libero nella mente,nella vita e nel corpo. Perch lo Spirito libert. Sii uno conDio e con tutti gli esseri; vivi nel tuo s e non nel tuopiccolo ego. Perch lo Spirito unit. Sii te stesso,immortale, e non credere nella morte, perch la morte nonriguarda te ma il tuo corpo. Perch lo Spirito immortalit.

    Immortale significa infinito nell'essere, nella coscienza enella gioia, poich lo Spirito infinito ed ogni cosa finitavive grazie alla sua infinit. Tu sei tutto questo e perci lopuoi divenire; se gi non fossi tutto questo non potresti maidiventarlo. Solo ci che dentro di te pu esseremanifestato nel tuo essere. Sembri diverso da tutto ci, mavuoi forse vivere schiavo delle apparenze?Piuttosto svegliati, trascendi te stesso e divieni te stesso.Tu sei uomo e la vera natura dell'uomo superare sestesso. E' stato l'animale uomo, deve diventare pi chel'uomo animale. E' il pensatore, l'artigiano, il cercatore dibellezza. Dovr trascendere il pensatore ed essere ilveggente della conoscenza; dovr superare l'artigiano perdiventare il creatore ed il maestro della sua creazione;dovr andare oltre il cercatore della bellezza per gioire diogni bellezza e di ogni gioia. Limitato essere fisico anelaalla sua sostanza immortale; essere vitale cerca la vitaimmortale ed il potere infinito del suo s; mentale eparziale nella conoscenza anela alla luce perfetta ed allavisione assoluta. Possedere tutto ci divenire ilsuperuomo, cio ergersi oltre la mente nella supermente.Chiamatela mente divina o Conoscenza o supermente, ilpotere e la luce della volont e della coscienza divine. Permezzo della supermente lo Spirito vide e cre se stesso neimondi; tramite la supermente vive in essi e li governa. Permezzo della supermente Svarat Samrat, colui che regolas stesso ed ogni cosa. La supermente il superuomo,perci andare oltre la mente la condizione necessaria.

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    Essere il superuomo significa vivere la vita divina, essereun dio, poich gli dei sono i poteri di Dio. Sii un potere diDio nell'umanit. Vivere nell'Essere divino e lasciare che lacoscienza, la gioia, la volont e la conoscenza dello Spirito

    prendano possesso di te, questo il senso, il significato.Questa la tua trasfigurazione sulla montagna. E' scoprireDio in te stesso e riconoscerlo in ogni cosa. Vivi nel suoessere; risplendi della sua luce; agisci con il suo potere egioisci della sua gioia. Sii quel Fuoco, quel Sole equell'Oceano. Sii quella gioia, quella grandezza e quellabellezza. Quando avrai fatto questo anche solo in parteavrai compiuto i primi passi nel cammino verso la'superumanit'.

    Seconda Sezione

    Sullo Yoga

    CERTEZZE

    Nelle profondit si celano ulteriori profondit, nelle altezzeun'altezza ancora maggiore. L'uomo giunger pivelocemente ai confini dell'infinito che alla pienezza delproprio essere, poich quell'essere l'infinito, Dio.Aspiro ad una forza infinita, ad una conoscenza senza limitie ad una gioia infinita. Potr mai ottenerla? Si, ma la naturadell'infinito non avere fine.Perci non puoi dire io la ottengo, ma piuttosto io ladivento. Solo cos l'uomo pu ottenere Dio, diventando Dio.prima di giungere a divenire Dio l'uomo pu entrare inrelazione con Lui. Entrare in rapporto con Dio Yoga,l'estasi pi grande e l'occupazione pi nobile. Esistonorapporti tipici dello stadio attuale di evoluzionedell'umanit, chiamati preghiera, venerazione, adorazione,sacrificio, riflessione, fede, scienza e filosofia. Esistono altre

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    relazioni che superano le nostre attuali capacit edappartengono ad uno stadio evolutivo ancora daraggiungere. Tali sono le relazioni alle quali si giungeattraverso le pratiche conosciute sotto il nome di Yoga.

    Possiamo conoscerlo come Dio, come Natura, come ilnostro S Superiore, come Infinito o come una qualchemeta ineffabile. Cos lo avvicin Buddha, cos lo avvicina ilrigido Advaitin. Anche l'ateo pu entrare in contatto conLui. Al materialista Egli si rivela nella materia. Per ilnichilista attende in agguato nel cuore dell'annichilimento.In qualunque modo gli uomini vengano a Me, cos vengonoaccolti dal Mio Amore.

    CONCETTI E DEFINIZIONI INIZIALI

    Quattro sono i poteri e gli strumenti dello Yoga: purezza,libert, beatitudine e perfezione. Chiunque abbia portato apienezza questi quattro poteri nel trascendentale,nell'universale, nel lilamaya e nel Dio individuale lo Yoginperfetto ed assoluto.Tutte le manifestazioni di Dio sonomanifestazioni del Parabrahman. Il Parabrahman Assoluto

    per noi inconoscibile, non perch sia la negazione di tuttoci che siamo - perch, al contrario, qualunque cosa siamo,in realmente o apparentemente, altro non cheParabrahman - ma perch Egli preesistente e sovrastaanche i metodi pi elevati e puri e gli strumenti pi potentied illuminati di cui l'anima incarnata dispone. NelParabrahman la conoscenza cessa di essere conoscenza ediviene un'identit inesprimibile. Divieni Parabrahman sevuoi e se Quello te lo permetter, ma non cercare di

    conoscerLo, perch non potrai avere successo con questimezzi e questo corpo.In realt tu sei gi Parabrahman, lo sei sempre stato e losarai per sempre. Per diventare Parabrahman in qualunquealtro senso devi trascendere completamente il mondo dellamanifestazione e persino oltrepassare il concetto ditrascendenza. Perch dunque dovresti anelare atrascendere la manifestazione come se il mondo fosse unmale? Non si forse Quello manifestato in te e nel mondo e

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    sei forse tu, anima incarnata, vittima dell'inganno mentale,pi saggia, pura e migliore dell'Assoluto? Quando Quello tiriassorbir dovrai andare, ma finch la Sua forza abiter inte non potrai andare oltre, per quanto la tua mente possa

    lagnarsi o desiderarlo ardentemente. Perci non desideraree non evitare il mondo, ma piuttosto cerca la gioia, lapurezza, la libert e la grandezza di Dio qualunque siano iltuo stato e le tue circostanze. Finch nutrirai un qualunquedesiderio, fosse anche quello della non-nascita o dellaliberazione, non potrai raggiungere Parabrahman. Quello,infatti, non ha desideri, n di nascere, n di non nascere, ndi appartenere al mondo, n di lasciare il mondo. L'Assolutonon limitato dai tuoi desideri, come non accessibile alla

    tua conoscenza. Se tu volessi conoscere ParatparaBrahman lo conosceresti come sceglie di manifestarSi nelmondo e trascendendo il mondo stesso - poich anche latrascendenza una relazione con il mondo e non con ilpuro Assoluto - dato che in altro modo inconoscibile.Questa contemporaneamente la conoscenza e la nonconoscenza del Vedanta. Di Parabrahaman non dovremmodire che Egli trascende il mondo o immanente al mondo,o che o non in relazione con il mondo, perch tuttequeste idee di mondo e non-mondo, di trascendenza, diimmanenza e di relazione sono espressioni del pensierotramite il quale la mente impone i propri valori allamanifestazione di Parabrahman, al Suo principio diconoscenza. Non possiamo asserire che qualcuno di essi,nemmeno il pi elevato, sia la vera realt di ci che altempo stesso ogni cosa ed oltre ogni cosa, nulla ed oltre ilnulla.Un silenzio profondo e privo di pensieri l'unica attitudineche l'anima manifestata nel mondo dovrebbe assumere neiconfronti dell'Assoluto.Di Parabrahman sappiamo che E', in un modo in cui nessunoggetto o stato pu essere nel mondo, perch ogni voltache raggiungiamo gli estremi limiti dell'esperienzadell'anima, della mente o del corpo, giungiamo sull'orlo diQuello e lo percepiamo esistere, in modo inconoscibile,senza alcuna capacit da parte nostra di sperimentare su diesso una qualunque verit. Quando la tua animascendendo di profondit in profondit ed espandendosi di

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    vastit in vastit si erge nel silenzio del proprio esseredavanti ad uno sconosciuto inconoscibile, origine e metadell'esistenza del mondo, non materialmente reale, nmentalmente reale, n sogno o falsit, sappi allora che sei

    alla presenza del Santo dei Santi, dinanzi al Velo che nonpu essere lacerato. Abitando il tuo corpo mortale non puoilacerarlo, n in un altro corpo, n come s incarnato enemmeno come puro s, n in stato di veglia, n durante ilsonno, e nemmeno in trance, in nessuno stato ed innessuna circostanza, perch devi essere oltre qualunquestato prima di poter entrare in Paratpara Brahman. Quello il Dio sconosciuto al quale non pu essere innalzato alcunaltare e che non pu essere oggetto di adorazione;

    l'universo il Suo unico altare e l'esistenza la Sua solaadorazione. Che noi siamo, sentiamo, pensiamo ed agiamoo che siamo ma non sentiamo, n pensiamo o agiamo indifferente per Quello. Per Quello il santo uguale alpeccatore, l'attivit all'inattivit, l'uomo al mollusco, perchtutti egualmente Sue manifestazioni. Tutte le differenzesono al pi sfumature del Parabrahman e Para Purusha(Anima Suprema, Dio), che il Supremo che noiconosciamo ed il pi prossimo all'Assoluto. Ma che Quellosia dietro al velo o come dietro al velo consideri Se stesso ele Sue manifestazioni qualcosa che nessuna mente puconoscere o di cui pu parlare; egualmente presuntuoso colui che Gli innalza e Gli dedica un altare e chi vuoledescrivere lo Sconosciuto a coloro che sanno di non poterloconoscere. Non confondere il pensiero, non disorientarel'anima nel suo cammino di crescita; piuttosto rivolgitiall'Universo per conoscere Quello, tad va etad, perch soloin questi termini si manifestato per farsi conoscere dacoloro che appartengono all'universo. Non lasciartiingannare dall'Ignoranza; non farti ingannare dallaconoscenza; non esiste schiavit, n libert, n ricercadella libert, ma solo Dio che gioca con queste cosenell'immenso potere della Sua consapevolezza, para maya,mahimanam asya, che noi chiamiamo universo.

    LO SCOPO DEL NOSTRO YOGA

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    Lo scopo del nostro Yoga la perfezione di S e nonl'annullamento di S.Esistono due sentieri che lo Yogin pu percorrere, quellodel ritiro dall'universo e quello della perfezione

    nell'universo; il primo il risultato dell'ascetismo, ilsecondo si compie attraverso tapasya; il primo ci accogliequando ci lasciamo sfuggire Dio nell'Esistenza, il secondo compiuto quando perfezioniamo l'esistenza in Dio. Che ilnostro sia il cammino della perfezione e non della resa; cheil nostro scopo sia la vittoria nel combattimento e non lafuga da ogni conflitto. Buddha e Shankara ritennero ilmondo fondamentalmente falso e miserabile, perci la fugadal mondo fu per loro l'unica forma di saggezza. Ma questo

    mondo Brahman; il mondo Dio; il mondo Satyam; ilmondo Ananda; solo la nostra errata interpretazione delmondo, filtrata dall'egoismo mentale, ad essere una falsite la nostra relazione sbagliata con Dio nel mondo ad esserefonte di sofferenza. Non esiste altra falsit, n altra fonte didolore.Dio ha creato il mondo in Se Stesso attraverso Maya, ma ilsignificato Vedico di Maya non illusione, bens saggezza,conoscenza, potere, ampia estensione della coscienza.Prajna prasrta purani. La saggezza onnipotente cre ilmondo; il mondo non l'errore grossolano di un SognatoreInfinito; il Potere onnisciente vi si manifesta o cela con tuttoSe Stesso e con tutta la Sua Gioia. Il mondo non un pesoimposto al Brahman libero e assoluto dalla Sua stessaignoranza. Se il mondo fosse l'incubo che il Brahman haimposto a se stesso, svegliarsi e porre fine all'incubosarebbe la meta unica e naturale del nostro sforzosupremo; se la vita nel mondo fosse irrevocabilmentevotata al dolore, qualunque mezzo per sfuggire a questovincolo sarebbe l'unico segreto degno di essere svelato. Mala verit perfetta nella vita del mondo possibile, perchDio vede ogni cosa con l'occhio della verit; la gioiaperfetta nel mondo possibile perch Dio gioisce di ognicosa nella pi completa libert. Anche noi possiamo gioiredi questa verit e di questa beatitudine, che i Vedachiamano amrtam, Immortalit, se immergendo la nostraesistenza egoica nella perfetta unit con il Suo essereacconsentiamo a ricevere la percezione divina e la divina

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    libert. Il mondo un movimento di Dio nel Suo stessoessere; noi siamo centri e nodi della coscienza divina checomprende e sostiene il processo del Suo movimento. Ilmondo il Suo gioco in cui gioisce di Se Stesso, Egli che il

    solo ad esistere, libero, infinito e perfetto; noi siamo lemoltiplicazioni di quella gioia cosciente, catapultatinell'esistenza per essere i Suoi compagni di gioco. Il mondo una formula, un ritmo, un sistema di simboli che rivelaDio a Se Stesso nella propria coscienza; non ha una realtmateriale perch esiste solo nella Sua coscienza e nella Suaespressione. Noi, come Dio, siamo nel nostro essereinteriore la Realt espressa e nel nostro essere esterioretermini di quella formula, note di quel ritmo, simboli di quel

    sistema. Facciamo in modo di assecondare il movimento diDio; giochiamo il Suo Gioco; interpretiamo la Sua formula esuoniamo la Sua armonia; esprimiamoLo in noi stessi nelSuo sistema. Questa la nostra gioia e la nostrarealizzazione; a tale scopo noi che trascendiamo e siamopi vasti dell'universo, siamo entrati nell'esistenzadell'universo. Lo scopo trovare la perfezione eraggiungere l'armonia. L'imperfezione, la limitazione, lamorte, il dolore, l'ignoranza, la materia sono soltanto i primitermini della formula, incomprensibili finch non abbiamoscoperto i termini pi vasti e reinterpretato la formulastessa; sono le dissonanze iniziali dell'accordaturamusicale. Oltre l'imperfezione dobbiamo costruire laperfezione; oltre la limitazione scoprire l'infinito; oltre lamorte trovare l'immortalit; oltre il dolore riscoprire la gioiadivina; oltre l'ignoranza ritrovare la consapevolezza divina;oltre la materia rivelare lo Spirito. Perseguire questo fineper noi stessi e per l'umanit lo scopo della nostra praticaYogica.

    IL GRANDE INTENTO DELLO YOGA

    Per mezzo dello Yoga possiamo passare dalla menzognaalla verit, dalla debolezza alla forza, dal dolore e dallasofferenza alla gioia, dalla schiavit alla libert, dalla morteall'immortalit, dall'oscurit alla luce, dalla confusione alla

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    chiarezza, dall'imperfezione alla perfezione, dallaframmentazione all'unit, da Maya a Dio. Qualunque altroutilizzo dello Yoga porta solo vantaggi parziali eframmentari, non sempre degni di essere ottenuti. Solo ci

    che aspira a possedere la pienezza di Dio purna yoga ed ilsadhaka della Perfezione Divina il purna yogin. Il nostroscopo deve consistere nell'essere perfetti come lo Dio nelSuo essere e nella Sua gioia, puri come Egli puro, beaticome Egli beato e, divenuti noi stessi siddha nel purnayoga, condurre tutta l'umanit alla stessa perfezionedivina. Non ha importanza se al momento ci sentiamoinadeguati alla grandezza del nostro scopo, se comunque ciconsacriamo con tutto il cuore al nostro compito e lo

    viviamo costantemente; se compiamo solo pochi passilungo il cammino anche quel poco aiuter l'umanit aduscire dalla lotta e dal crepuscolo in cui si trova, perentrare nella Gioia luminosa che Dio le ha riservato.Qualunque sia il nostro successo immediato, il nostro scopoinvariabile deve essere quello di compiere l'intero viaggio,evitando di fermarci soddisfatti lungo il sentiero in un luogodi riposo imperfetto. Tutto lo Yoga che astraecompletamente dal mondo una sfaccettatura elevata malimitata e parziale del tapasya divino. Dio nella Suaperfezione abbraccia ogni cosa ed anche noi dobbiamodiventare onnicomprensivi. Dio nella Sua vera essenza,oltre ogni manifestazione e possibilit di conoscenza, ilParabrahman Assoluto. In relazione al mondo eglitrascende l'esistenza universale, sia che si volga verso diessa, sia che distolga da essa lo sguardo. Egli ci checontiene e sostiene l'universo; Egli ci che divienel'universo; l'universo e tutto ci che contiene. E' anchel'Individualit Assoluta e Suprema che agisce nell'universoe come universo. Nell'universo appare come la sua Animaed il suo Signore; come universo egli il moto della Volontdel Signore ed il risultato oggettivo e soggettivo di talemoto. Tutti gli stati del Brahman, il trascendente,l'immanente, l'universale, l'individuale sono informati esostenuti dalla Personalit divina. Egli contemporaneamente l'Esistente e l'esistenza. Chiamiamol'esistenza il Brahman Impersonale e Colui che Esiste ilBrahman Personale. Non c' tra loro alcuna differenza se

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    non per il loro ruolo nei confronti della nostra coscienza;infatti ogni stato impersonale dipende da una Individualitmanifesta o segreta e pu rivelare la Personalit chesostiene e vela, ed ogni Personalit si appoggia e si

    immerge in un'esistenza impersonale. Ci possibileperch il Personale e l'Impersonale sono soltanto diversistati di autocoscienza di un unico Essere Assoluto.Le filosofie e le religioni discutono sull'importanza deidiversi aspetti di Dio, e vari Yogin, Rishi e Santi hannoprivilegiato una filosofia o una religione rispetto ad un'altra.A noi non interessa discutere di tutto ci ma piuttostocomprendere e divenire tutto questo; non vogliamoprivilegiare un aspetto particolare escludendo gli altri;

    vogliamo invece abbracciare Dio in tutti i Suoi aspetti edoltre ogni manifestazione. Dio disceso nel mondo in varieforme ha portato a compimento su questa terra la formamentale e fisica che chiamiamo umanit. Egli, tramitel'azione dell'Anima che governa ogni cosa con la propriaVolont creatrice, ha creato nel mondo un ritmoesistenziale con la Materia quale termine inferiore ed ilpuro essere come termine superiore. Mente e Vita sitrovano al di sopra della Materia (Manas e Prana al di sopradi Annam) e costituiscono l'emisfero inferiore dell'esistenzamanifestata nel mondo (aparardha) ; la coscienza pura e lagioia perfetta emanano dal puro Essere ( Cit e Anandaemanano da Sat) e costituiscono l'emisfero superioredell'esistenza manifestata nel mondo. L'idea pura (Vijnana) il collegamento tra i due emisferi. Questi sette principi olivelli di esistenza sono la base dei sette mondi dei Purana(Satyaloka, Tapas, Jana, Mahar, Swar, Bhuvar e Bhur).L'emisfero inferiore di questo spettro di coscienza costituito dai tre vyahrti del Veda, "Bhur, Bhuvar, Swar"; sitratta di stati di coscienza nei quali i principi del mondosuperiore vengono espressi o cercano di esprimersi inmodo limitato. Puri nel proprio luogo d'origine, in questopaese straniero sono soggetti a distorsioni, interferenze eperversioni. Lo scopo ultimo della vita liberarsi dalleperversioni, dalle impurit e dalle interferenze per poterliesprimere perfettamente anche nelle condizioni ordinarie.La nostra vita sulla terra la traduzione di un poema divinoin linguaggio terrestre, un'armonia musicale espressa in

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    parole.L'Essere in Sat uno nella molteplicit, l'uno che osserva lapropria molteplicit senza perdersi o confondersi in essa; la molteplicit che si riconosce come unit senza perdere il

    potere di manifestarsi in forme innumerevoli nell'universo.Con la comparsa della mente, della vita e del corpo nasceahamkara e la forma di coscienza soggettiva o oggettivaviene erroneamente considerata un essere separato, ilcorpo una realt autonoma e l'ego una personalitindipendente. L'uno in noi si perde nella sua molteplicit equando ritrova la propria unit, a causa della natura dellamente, gli riesce difficile mantenere la sua manifestazionedi molteplicit. Perci quando siamo assorbiti dal mondo

    perdiamo Dio nella Sua Essenza e quando vediamol'Essenza di Dio ce lo lasciamo sfuggire nel mondo. Il nostrocompito dissolvere l'ego mentale e ritrovare l'unit divinasenza perdere il nostro potere di esistenza individuale emolteplice nell'universo.La coscienza in Cit luminosa, libera, immensa ed efficace;la consapevolezza di Cit (Jnana-Sakti) si realizzainfallibilmente come Tapas (Kriya-sakti), perch Jnana-saktie Kriya-sakti altro non sono rispettivamente se nonl'aspetto statico, onnicomprensivo ed avvolgente e lamanifestazione del dinamismo creativo di un unico EssereCosciente che trae da Se Stesso il proprio splendore. Sitratta un unico potere di forza cosciente di Dio (Cit-sakti delSat Purusha). Al contrario, nell'emisfero inferiore,assoggettata ai limiti della mente, della vita e del corpo, laluminosit si divide e si spezza in raggi irregolari; la libert ostacolata dalla presenza dell'ego e di forme diseguali el'efficacia velata da un gioco di forze non equilibrate. Intal modo abbiamo stati di coscienza, di non-coscienza, e difalsa coscienza; esistono stati di conoscenza, di ignoranza edi falsa conoscenza, di forza efficace, d'inerzia e di forzainefficace. Nostro compito fondere la nostra capacit diazione e di pensiero individuale, divisa e dall'andamentoirregolare, nella Cit-sakti universale e indivisa di Kali, persostituire alle attivit del nostro ego l'azione della Kaliuniversale nel nostro corpo e trasformare cos la cecit el'ignoranza in conoscenza e l'inefficace forza umana nellapotente Forza divina. La gioia in Ananda perfetta, pura,

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    una e contemporaneamente molteplice. Assoggettata ailimiti della mente, della vita e del corpo divieneframmentaria, limitata, confusa e deviata, ed a causa degliurti tra forze diseguali e della sua distribuzione non

    equilibrata, soggetta alla dualit di movimenti positivi enegativi: sofferenza e gioia, dolore e piacere. Nostrocompito dissolvere queste dualit rimuovendone la causaper immergerci nell'oceano della gioia divina, una,molteplice, equamente distribuita (sama), che trae piacereda ogni cosa e non rifugge da nulla.In breve, dobbiamo sostituire la dualit con l'unit,l'egoismo con la coscienza divina, l'ignoranza con lasaggezza divina, trasformare il pensiero in conoscenza

    divina; dobbiamo sostituire la debolezza, la lotta e lo sforzocon la forza divina paga di se stessa, il dolore ed il piacereillusorio con la gioia divina. Tutto ci nel linguaggio delCristo far scendere il regno dei cieli sulla terra, ed inlinguaggio moderno realizzare e portare a compimento Dionella realt del mondo. L'umanit , sulla terra, la forma divita prescelta per realizzare questa aspirazione e giungereal compimento divino; ogni altra forma di vita o non nesente la necessit o non in grado di giungere a tutto ci,se non entrando a far parte dell'umanit. Di conseguenza lapienezza divina l'unico scopo autentico dell'umanit. Talepienezza deve realizzarsi nell'individuo per divenireeffettiva nell'intera razza. L'essere umano un'esistenzamentale in un corpo vivente; il suo fondamento lamateria, il suo centro e strumento la mente ed il suo mezzola vita. Questa la condizione media tipica dell'umanitnaturale. In ogni essere umano giacciono nascosti(avyakta) i quattro principi pi elevati. Mahas, idealit purain Vijnana, non un vyahrti ma la sorgente di ogni vyahrti,il punto di origine di ogni azione mentale, vitale e fisica, labanca nella quale l'infinita ricchezza dell'esistenzasuperiore viene cambiata nelle monete di piccolo tagliodell'esistenza inferiore. Essendo Vijnana il collegamento tralo stato divino e l'animale umano, essa la porta attraversola quale l'uomo pu giungere allo stato di umanitsoprannaturale o divina. Il genere umano inferiore gravitaverso il basso, dalla mente verso la vita ed il corpo;l'umanit media vive costantemente nella mente limitata

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    ed attratta dalla vita e dal corpo; l'umanit superiore tendeverso un'esistenza mentale idealizzata o verso l'idea pura,verso la verit della conoscenza diretta e la veritspontanea dell'esistenza. L'umanit suprema si innalza fino

    alla beatitudine divina e da quel livello sceglie di salireverso il puro Sat e Parabrahman o di rimanere a beneficiodi coloro che sono pi indietro nel cammino per innalzarefino alla divinit questa esistenza umana in se stessa enegli altri. L'uomo che abita nell'emisfero superiore odivino, nell'emisfero nascosto della propria coscienza,l'uomo che ha scostato il velo, il vero superuomo ed ilrisultato ultimo della manifestazione progressiva di Dio nelmondo, della manifestazione dello Spirito che emerge dalla

    Materia, che viene oggi chiamata principio evolutivo.Giungere all'esistenza, alla forza, alla luce ed alla gioiadivine e ricreare in quello stampo l'intera esistenza delmondo l'aspirazione suprema della religione ed il veroscopo pratico dello Yoga. Il fine realizzare Dionell'universo, ma tale scopo non pu essere raggiuntosenza trovare il Dio che trascende l'universo.

    PARABRAHMAN, MUKTI ED I SISTEMI DI PENSIERO UMANI

    Parabrahman l'Assoluto, e proprio per questo non puessere ridotto a termini che permettano di conoscerLo. Inqualche modo puoi conoscere l'Infinito, mai l'Assoluto. Ognicosa nell'esistenza o nella non-esistenza un simbolodell'Assoluto, creato nell'autocoscienza (Cid-Atman).Attraverso i Suoi simboli l'Assoluto pu essere conosciutoper quello che i simboli rivelano o indicano di Lui, ma la

    conoscenza della somma dei simboli non equivale alla veraconoscenza dell'Assoluto. Puoi divenire Parabrahman; nonpuoi conoscerLo. Divenire Parabrahman significa ritrovareParabrahman attraverso l'autocoscienza, perch tu sei giQuello; soltanto, nella tua coscienza, hai proiettato testesso verso l'esterno nei Suoi termini o simboli, Purusha ePrakriti, tramite i quali sostieni l'universo. Perci perdivenire Parabrahman privo di termini o simboli devismettere di sostenere l'universo. Divenendo Parabrahman

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    privo di simboli non diventi nulla che tu gi non sia, nl'universo cessa di esistere. Soltanto Dio ritira dall'oceanodella coscienza manifestata un rivolo, un aspetto, di SeStesso immergendolo in Ci da cui ogni coscienza

    scaturita. Non tutti coloro che escono dalla coscienzadell'universo vanno necessariamente in Parabrahman.Alcuni entrano a far parte della Natura indifferenziata(Avyakrita Prakriti), altri si perdono in Dio, altri passano inuno stato di non esistenza e di oblio dell'universo (Asat,Sunya), altri ancora in uno stato di oblio luminoso, PuroAtman Indifferenziato, Puro Sat o Esistenza-Basedell'Universo; alcuni attraverso uno stato temporaneo disonno profondo (Sushupti) vanno nei principi impersonali di

    Ananda, Cit o Sat. Tutte queste sono forme di liberazione el'ego riceve da Dio, tramite la Sua Maya o Prakriti, l'impulsoche lo spinge verso una di esse, quella verso la quale ilsupremo Purusha sceglie di dirigerlo.Quelli che desidera liberare tenendoli nel mondo li rendeJivanmukta o li emette nuovamente come propri Vibhuti,con il consenso da parte loro ad indossare per lo scopodivino un velo temporaneo di Avidya, velo che non lioffusca affatto e che possono scostare o eliminare confacilit.Perci desiderare ardentemente di diventareParabrahaman una specie di splendida illusione o di giocosattvico di Maya, poich in realt nessuno schiavo enessuno libero, non c' nessuno che ha bisogno di essereliberato e tutto solamente il Lila di Dio, il gioco dimanifestazione di Parabrahman. Dio usa questa Mayasattvica per spingere certuni verso l'alto in accordo al Suoscopo particolare e per tali individui quello l'unicosentiero possibile. Lo scopo del nostro Yoga Jivanmuktinell'universo; non perch abbiamo bisogno di essereliberati o per altre ragioni simili, ma perch tale il voleredi Dio in noi; dobbiamo perci vivere liberi nel mondo e nonal di fuori di esso. Il Jivanmukta deve, in virt della propriaconoscenza perfetta e della completa realizzazione di s,rimanere sulla soglia di Parabrahman, senza oltrepassarla.La convinzione che riporta dallo stare sulla soglia cheQuello E' e noi siamo Quello, ma ci che Quello o non non pu essere espresso in parole, n compreso dalla

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    mente. Essendo Egli l'Assoluto non possibile applicare aParabrahman alcuna definizione, n alcun concetto. Non l'Essere o il non-Essere, ma qualcosa di cui l'Essere e ilNon-Essere sono simboli primari; non Atman o Non-Atman

    o Maya; n Personalit o Impersonalit, n Qualit o Non-Qualit, n Coscienza o Assenza di Coscienza, n Gioia oAssenza di Gioia, n Purusha o Prakriti; non dio, n uomoo animale, n libert o schiavit, ma qualcosa di cui tuttoci un simbolo primario o derivato, generale o particolare.Perci quando diciamo che Parabrahman non n questo,n quello, intendiamo dire che nella sua essenza non pulimitarsi a questo o a quel simbolo, n ad una qualunquesomma di simboli; in un certo senso per Parabrahman

    tutto questo e tutto questo Parabrahman. Non esistenient'altro che possa essere tutto ci. Essendo l'Assoluto,Parabrahman non soggetto alla logica, perch la logica siapplica solamente a ci che determinato. Creiamoconfusione se diciamo che l'Assoluto non pu manifestare ildeterminato e quindi che l'universo falso o non esistente.La vera natura dell'Assoluto tale per cui non sappiamo ciche l'Assoluto o non ; non sappiamo ci che pu fare eci che non pu fare; non c' ragione di supporre che ci siaqualcosa che non pu fare o che la sua Assolutezza sialimitata da una qualunque forma di impotenza.Sperimentiamo spiritualmente che quando oltrepassiamoogni altra cosa arriviamo all'Assoluto; sperimentiamospiritualmente che l'universo nella natura stessa dellapropria manifestazione procede dall'Assoluto, ma tuttequeste parole sono meri tentativi intellettuali di esprimerel'inesprimibile. Dobbiamo renderci conto che facciamo delnostro meglio per vedere, senza bisogno di discutere ciche altri vedono o affermano; piuttosto dovremmoaccettare la loro opinione e cercare a modo nostro di capiree verificare ci che hanno visto o affermato. Dovremmoargomentare solamente con coloro che denigrano la visionealtrui o negano la libert di visione ed il valore delleaffermazioni altrui, non con coloro che si limitano adaffermare il proprio modo di vedere. Un sistema filosofico oreligioso soltanto una definizione di un certo modo dimanifestarsi dell'esistenza nell'universo, modo che Dio ciha rivelato in relazione al nostro stato d'essere. Esiste per

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    fornire alla mente qualcosa su cui appoggiarsi mentreagiamo in Prakriti. La nostra visione non devenecessariamente coincidere con la visione altrui, n il tipodi pensieri che si adattano ai nostri schemi mentali devono

    necessariamente adattarsi ad una mentalit diversa. Percila nostra visione intellettuale dovrebbe essere basata sullafermezza di adesione al nostro sistema, senza cadere neldogmatismo, unita alla tolleranza priva di debolezza versogli altri sistemi.Qualcuno potr mettere in discussione il tuo sistemabasandosi sul fatto che non consistente con questo oquest'altro Sastra, con la visione di questa o quest'altragrande autorit, filosofo, santo o Avatar. Ricorda allora che

    soltanto l'esperienza e la realizzazione sono importanti. Ciche Shankara afferm o Vivekananda concepintellettualmente riguardo all'esistenza, e persino ci cheRamakrisha stabil dall'alto delle sue molteplici esperienzespirituali, ha valore per te soltanto se, guidato da Dio, loaccetti e lo rinnovi attraverso la tua esperienza personale.Le opinioni dei pensatori, dei santi e degli Avatardovrebbero essere accettate come aiuti e non trasformarsiin ceppi. L'importante per te quello che tu stesso hai vistoo ci che Dio, nel suo aspetto Personale o Impersonale, oattraverso l'azione di un insegnante, un guru o unricercatore della verit, decide di mostrarti lungo ilcammino dello Yoga.

    IL FINE EVOLUTIVO DELLO YOGA

    Nella Katha Upanishad compare una delle frasi potenti e

    pregnanti, cos frequenti nelle Upanishad, che racchiudonoin poche parole un mondo di significati,: Yogah hiprabhavapayayau, che significa lo "Lo Yoga il principio ela fine di ogni cosa". Nei Purana il significato della fraseviene chiarito ed approfondito. Per mezzo dello Yoga Diocre il mondo; con lo Yoga lo riassorbir in Se Stesso allafine. Non soltanto la creazione e la dissoluzione finaledell'universo, ma tutti i grandi cambiamenti, le creazioni, leevoluzioni e le distruzioni sono influenzate dal processo

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    fondamentale dello Yoga, tapasya. In questa antica visionelo Yoga considerato il movimento essenziale, la vera forzaesecutiva della Natura, responsabile di tutti i suoi processi.Se ci vale per le operazioni generali della Natura, se cio

    una Conoscenza ed una Volont divine insite in ogni cosasono la vera causa di ogni forza e di ogni efficacia, la stessaregola deve valere a maggior ragione per le attivit umane.Deve applicarsi in particolare a quei processi consci evolontari della disciplina psicologica denominati sistemiYogici. Lo Yoga non davvero altro che un processonaturale, volontario e consapevole per raggiungererapidamente obiettivi ai quali il movimento naturaleordinario tende lentamente, al ritmo tranquillo di

    un'evoluzione secolare o addirittura millenaria.Apparentemente sembra esserci una differenza. Lo scopoche ci proponiamo nello Yoga Dio; lo scopo della Natura di rendere effettiva la supernatura, ma tali scopi sono ledue facce della stessa medaglia. Dio e la supernatura sonol'uno l'aspetto reale e l'altra quello formale di unarealizzazione, di una completezza inaccessibile, verso laquale diretto il cammino ascendente dell'umanit. LoYoga per l'uomo il cammino ascendente della Natura,liberata da una lenta evoluzione e da lunghe ricadute, econsapevole di S nella conoscenza divina o umana. Dio ilTutto ed al tempo stesso supera il Tutto e Lo Trascende;non c' nulla nell'esistenza che non sia Dio, ma Dio non lasomma di tutto ci che esiste, n qualcosa che appartieneall'esistenza, se non simbolicamente, nell'immagine dellaPropria coscienza. In altre parole, tutto ci che esiste, presoseparatamente, un simbolo particolare e l'intera sommadell'esistenza un simbolo generale che cerca di tradurrel'esistenza intraducibile, Dio, nel linguaggio della coscienzadel mondo.Il simbolo progettato per tentare e non per riuscire,perch nel momento in cui riuscisse cesserebbe di essereci che e diverrebbe esso stesso quel qualcosa diintraducibile da cui partito e cio Dio. Nessun simbolo pensato per esprimere Dio perfettamente, nemmeno il pielevato; ma privilegio dei simboli pi elevati perdere inLui la propria definizione separata, cessare di esseresimboli e divenire nella coscienza ci che rappresentano.

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    L'Umanit un tale simbolo o immagine di Dio; siamo fatti,secondo la frase Biblica, a Sua immagine. Con ci non siintende un'immagine formale, ma l'immagine del Suoessere e della Sua personalit; siamo fatti dell'essenza e

    della qualit della Sua divinit; siamo formati nello stampoe portiamo l'impronta di un essere divino e di unacoscienza divina.In tutto ci che esiste a livello fenomenico, o per megliodire, simbolicamente, esistono due parti dell'essere, la cosain s ed il simbolo, il S e la Natura, res (ci che ) efactum (ci che creato o costruito), l'essere immutabileed il divenire mutevole, ci che oltre la natura e ci che naturale. Ogni stato di esistenza ha in s una forza che lo

    porta a trascendere se stesso. La Materia tende a divenireVita; la Vita si muove per diventare Mente; la Mente aspiraa divenire Verit ideale, la Verit si innalza fino a diventareSpirito divino ed infinito. La ragione di ci che ognisimbolo, essendo un'espressione parziale di Dio, siprotende e cerca di realizzare la propria realt completa;aspira a divenire il proprio s reale trascendendo la proprianatura apparente. Ci che creato attratto da ci cheesiste in s; il divenire tende verso l'essere, il naturaleverso il soprannaturale, il simbolo verso la 'cosa-in-s' e laNatura verso Dio.Di conseguenza, il movimento ascendente la via per larealizzazione di s in questo mondo, ma non unimperativo per ogni cosa. Infatti esistono tre condizioni incui ogni esistenza mutevole pu trovarsi: il movimentoascendente, lo stato di arresto e la caduta verso il basso. Lanatura nei suoi stadi inferiori si muove verso l'alto a livellocollettivo, cercando la salvezza finale solo per un numerolimitato dei suoi membri. Non da ogni forma di materianasce la vita, nonostante ogni forma di materia brulichidello spirito di vita e sia pregna del suo urgente bisogno diliberarsi e di manifestarsi. Non ogni forma di vita d originealla mente, anche se la mente presente in ogni forma divita, insistente, alla ricerca della propria liberazione emanifestazione. Neppure ogni essere mentale adatto amanifestare la Verit ideale, nonostante in ogni esserementale, - nel cane, nella scimmia e nel verme non menoche nell'uomo -, lo spirito di verit e di conoscenza

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    imprigionato cerchi la via per la liberazione e perl'espressione di s. La natura per ogni piano della propriacostruzione cerca in primo luogo di assicurare l'esistenzadelle sue creature di quel piano; solo dopo che questo

    obiettivo primario stato raggiunto cerca attraverso lecreature pi adatte di superare la propria opera, di rompereci che ha costruito per andare oltre e raggiungerequalcos'altro. E' solo quando giunge all'uomo che disponedi un genere nel quale ogni individuo essenzialmente ingrado di realizzare dentro s non solo ci che naturale maanche ci che trascende la natura, ed anche questo verocon le dovute eccezioni ed in gradi diversi a seconda degliindividui. Di tutto ci conviene per parlare

    dettagliatamente in un altro momento.Ci nonostante, rimane vero che il movimento ascendente la tendenza primaria della natura; lo stato di arresto una realizzazione inferiore, e se perfetta, una perfezionepasseggera, transitoria. Si tratta di una perfezione neireami della lotta e nell'ambito delle forme mutevoli, unarealizzazione nel regno di Ashanaya Mrityu, la Fame che morte, la Fame che crea e si nutre delle proprie creature. Ilmovimento ascendente quello che ci conduce dalla morteall'immortalit e realizza su questa terra e nel corpo ilRegno dei Cieli luminoso e beato; la caduta verso il basso distruzione, l'Inferno, la grande perdizione, mahativinastih. La Gita indica l'esistenza di tre gati o stati finalidel divenire, uttama, madhyama, adhama, superiore,intermedio ed inferiore, tra i quali l'umanit pu scegliere.Ognuno di noi deve scegliere. A seconda di comescegliamo, Dio si realizzer in noi attraverso unasoddisfazione umana passeggera, una perfezione divina ouna decomposizione della nostra umanit nel fecondomateriale di scarto della Natura. Ogni stato naturale quindi un passo verso un qualche stato soprannaturale,verso qualcosa di per se stesso naturale ma superiore a ciche lo precede. La Vita soprannaturale per la Materia; laMente soprannaturale per la Vita; l'Essere Ideale soprannaturale per la Mente e lo Spirito Infinito soprannaturale per l'Essere Ideale. Perci dobbiamoaccettare come nostra meta il soprannaturale, perch latendenza della nostra natura verso la supernatura che la

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    sovrasta un imperativo del Potere del Mondo, al quale sideve obbedire in modo indiscusso e senza ribellione.E' a questo punto che la Fede diventa importante, e laReligione, se non corrotta, diviene di grande utilit, poich

    la nostra mente cerca di restare ancorata alla proprianatura ed scettica riguardo alla possibilit di superarla. Lafede e la religione furono un dono della SaggezzaUniversale per abituare l'uomo naturale e puramentementale ai richiami della sua anima ideale, che cercasempre di uscire dal crepuscolo nella luce del giorno, diemergere dall'oscurit nella quale brancola verso la verit,di lasciare le impressioni dei sensi ed il ragionamento perarrivare alla visione e all'esperienza diretta. La tendenza

    ascendente imposta su di noi e non possiamo resisterleper sempre; prima o poi Dio imporr su di noi le Sue mani eci spinger a salire lungo il pendio scosceso cos difficoltosoper i nostri passi non ancora rigenerati. Allo stesso modo incui l'animale tende verso l'umanit e nei suoi esemplari piflessibili raggiunge un certo tipo di umanit, con la stessasicurezza con cui la comparsa della scimmia e della formicaha portato inevitabilmente alla venuta dell'uomo, cosl'uomo evolve verso il divino ed attraverso gli individui picapaci si avvicina sempre pi alla divinit ottenendo unaforma deit, e poich il genio ed il santo sono una realtl'uomo costretto a sviluppare dentro e fuori di s ilsuperuomo, il siddha purusa. Per giungere a questaconclusione non occorrono poteri profetici o rivelazioni; l'inevitabile corollario delle precedenti dimostrazioni che laNatura ha fornito nel suo vasto laboratorio. Dobbiamotrascendere la Natura, per divenire la Supernatura, ma daquanto detto in precedenza si deduce che dovremmoprocedere servendoci di qualcosa che ancoraimprigionato nella Natura stessa, seguendo la strada che laNatura stessa sta tentando di aprire per noi. Cedendo allanostra natura ordinaria ci allontaniamo dalla Natura stessae da Dio; trascendendo la Natura soddisfiamo il suo impulsopi forte; realizziamo tutte le sue possibilit e ci innalziamoverso Dio. L'umano dapprima tocca il divino e poi diviene ildivino stesso.Esistono uomini che cercano di uccidere la Natura perdivenire il S. Dovremmo forse seguirli? Certamente no, per

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    quanto sublime ed elevato sia il loro sentiero e per quantopossente e splendida sia la loro aspirazione, perch ci non il volere di Dio per l'umanit e quindi non il nostro verodharma. Lasciate pure che qualcuno dica, se vuole, che

    abbiamo operato una scelta inferiore. Risponderemo nellinguaggio della Gita sreyan svadharmo vigunah: migliore la legge del nostro essere sebbene inferiore, perch troppopericolosa la legge superiore di un altro essere. Obbedirealla volont di Dio in noi senz'altro pi gioioso, e forseanche pi divino, che innalzarsi fino alle austere altezzedell'Advaitin e giungere all'ineffabile annullamento di s inun'Esistenza indefinibile. A noi basta l'abbraccio di Krishnae la gloria del grembo possente di Kali. Dobbiamo

    trascendere e possedere la Natura, non certo ucciderla.Ad ogni modo, qualunque possa essere la scelta riservataad individui eccezionali, ci che noi cerchiamo senzadubbio o esitazione alcuna, un sentiero di realizzazionesuprema per l'umanit in generale, perci non ti propongoattraverso lo Yoga un cammino individuale incurante delresto dell'umanit. N le esagerazioni della spiritualit, nquelle del materialismo sono il nostro autentico sentiero.Qualunque movimento umano che neghi la Natura, sia essoreligioso, nobile o ascetico, pur se di una spiritualit e diuna purezza accecante, ha sempre portato e sempreporter con s fallimento, frustrazione, disillusione eperversione, perch per sua stessa natura rappresenta perla massa dell'umanit un impulso passeggero versol'esagerazione, in quanto contraddice ci che Dio hastabilito facendo della Natura un elemento indispensabileper la Sua realizzazione nell'universo e di noi deglistrumenti prescelti e dei collaboratori per l'opera dellarealizzazione divina sulla terra.Qualunque movimento umano che ci inviti ad accontentarcidella nostra Natura ordinaria, a soggiornare sulla terra, acessare di aspirare al nostro Cielo interiore ed a scegliere divivere come animali protesi verso il nostro futuro mortaleed attratti verso il basso dalla terra che coltiviamo e nonverso l'alto da Dio e dalla nostra aspirazione inappagata, destinato a portare noia, stagnazione, a finire ben presto oa suscitare una reazione repentina e violenta verso ilsoprannaturale, perch anche questo rappresenta per la

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    massa dell'umanit un impulso passeggero versol'esagerazione ed contrario al piano di Dio che entratoin noi ed abita segretamente nella nostra natura perattirarci verso di S con una forza istintiva, globale e

    travolgente. I movimenti materialisti sono pi innaturalidelle religioni ascetiche e delle filosofie basate sullanegazione, perch queste almeno ci spingono ad innalzarci,anche se vanno troppo veloci e conducono troppo lontanoper la nostra umanit; il materialista invece con la pretesadi farci ritornare alla Natura ci separa completamente dalei. Egli dimentica o non vede che la Natura Tale solo alivello fenomenico, ma in realt Dio. L'elemento divino inlei ci che veramente ed essenzialmente ; il resto solo

    una condizione accessoria, parte del processo di rivelazioneprogressiva della divinit segreta. Egli dimentica anche chela natura in evoluzione, e non pienamente evoluta, equindi ci che siamo ora non pu mai essere un termine diparagone per stabilire ci che saremo domani. Ilsoprannaturale non pu che essere la vera logica dellecose, lo scopo e la meta del divenire. Perci, la prima cosache dobbiamo imparare, se vogliamo essere yogin completie procedere con sicurezza verso la nostra perfezione divina, non essere intrappolati, non rimanere impantanati evincolati dalla Natura e nello stesso tempo non accanircicontro di lei e distruggerla. Tutti gli esseri, anche i saggi,seguono la propria natura e che vantaggio potranno maiprocurare la costrizione e la tortura? Prakrtim yanthibhutani, nigrahah kim karisyati? Ed tutto talmente inutile!Ti senti intrappolato da lei e desideri ardentemente laliberazione? Solo nelle sue mani troverai la chiave chescioglier i tuoi ceppi. Si frappone forse tra te ed il Signore?Lei Sita; pregala, e si far da parte per mostrarti il Suovolto; non credere per di poter separare Sita da Rama, dipoterla relegare prigioniera in qualche lontana Lanca perpossedere Rama tutto per te in Ayodhya. Lotta con Kali, sevuoi; Kali ama un buon combattente; ma non combatterecon lei in modo freddo e distaccato o con odio eripugnanza, perch la sua irritazione terribile e distruggegli Asura, pur amandoli. Piuttosto studiala attentamente eponiti sotto la sua protezione; avvicinati a Lei con la giustacomprensione e con Volont pura e risoluta; ti condurr

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    magari girando intorno, ma nel modo pi sicuro e saggioverso la Persona Beata e la Presenza Ineffabile. La Natura il Potere stesso di Dio che guida la moltitudine degli esseriattraverso la notte ed il deserto, oltre le linee nemiche,

    verso l'eredit segreta che stata loro promessa. Lasupernatura, quindi, il vero scopo del nostro Yoga;rimanere naturali nel mondo e trascendere la naturanell'interiorit in modo tale da poter, sia interiormente cheesteriormente, prendere possesso della Natura e godere dilei come esseri liberi e signori, svarat e samrat ; restandoun simbolo in un mondo di esseri-simbolo raggiungere ciche il simbolo rappresenta, comprendere il simbolo;continuando ad essere un membro dell'umanit, un uomo

    tra gli uomini, un corpo vivente tra corpi viventi, manus, unessere mentale ospitato dalla materia vivente tra altriesseri mentali rivestiti di materia vivente, essendo erestando uguali nei nostri aspetti esteriori, oltrepassaretutto ci e divenire nel corpo quello che in realt siamo nelnostro s segreto: Dio, spirito, essere supremo ed infinito,pura Beatitudine fatta di gioia divina, pura Forza di azionedivina, pura Luce di conoscenza divina. La nostra vitaapparente ha soltanto un valore simbolico ed buona enecessaria nel divenire; ma ogni divenire ha l'essere comeproprio fine e come propria realizzazione, e Dio l'unicoessere. Diventare divini nella natura del mondo e nelsimbolo dell'umanit la perfezione per la quale siamostati creati.

    LA PIENEZZA DELLO YOGA NEL LIMITE

    Dobbiamo oltrepassare la nostra condizione umana ediventare divini; per poter fare questo dobbiamo primacomprendere Dio, perch l'ego la parte inferiore edimperfetta del nostro essere e Dio l'aspetto superiore eperfetto. Egli colui che detiene la nostra supernatura esenza il Suo permesso non pu esserci alcuna verarinascita. Il finito non pu diventare infinito se nonpercepisce la propria infinit segreta e non attirato da everso di essa; n pu l'essere-simbolo, a meno che non

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    intuisca, ami e persegua in se stesso il Vero Essere,superare con le sue sole forze i limiti della sua naturaapparente. E' una forma particolare del divenire ed limitato alla natura del simbolo che deve diventare; solo il

    tocco di ci che comprende ed oltrepassa ogni divenire puliberarlo dai vincoli della sua Natura limitata. Dio Tutto etrascende il Tutto. Di conseguenza soltanto la conoscenza,l'amore ed il possesso di Dio possono renderci liberi.Soltanto il Trascendente pu renderci capaci di trascenderenoi stessi; solo Colui che universale pu renderci vasti,facendoci oltrepassare i limiti della nostra esistenzaparticolare. Tutto ci giustifica l'esistenza di quella forzadella Natura, potente ed indistruttibile, che il Razionalismo

    ha disprezzato ingiustamente e stupidamente: la Religione.Sto parlando di religione - non di un credo, di una chiesa odi una visione teologica, perch queste sono forme esterioridi religiosit piuttosto che l'essenza della religione o la suavera azione, - di quella religione intima e personale,questione di temperamento, spirito e vita, non di opinioni oazioni rituali, che trascina l'uomo completamente edappassionatamente verso la sua personale visione delSupremo o verso l'idea di qualcosa di superiore a se stesso,che egli sente di dover seguire o diventare. Senza unafervente adorazione del Supremo nel cuore, una potenteaspirazione nella volont o una sete veemente di Lui neltemperamento, non possiamo avere l'impulso di diventarequalcosa di diverso da noi stessi o la forza di fare qualcosadi cos difficoltoso come trascendere la nostra naturaumana radicata e possessiva. I profeti hanno parlato e gliAvatar sono scesi sulla terra sempre ad unico scopo:richiamare la nostra attenzione su Dio, farci tendere contutte le nostre forze verso questa chiamata e predisporrequalcosa nel mondo in grado di avvicinare l'umanit allameta del suo difficile cammino ascendente. A prima vistapu sembrare che la religione e lo spirito religioso nonsiano necessari. Se lo scopo superare l'uomo ed evolvereverso il superuomo, se il paradigma evolutivo corrisponde averit, - e l'uomo si evoluto dalla scimmia, la scimmiadagli animali inferiori, questi a loro volta da molluschi,protoplasmi, meduse e forme tra l'animale ed il vegetale -,che necessit c' di qualcosa di diverso dall'addestramento,

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    meglio se il pi intelligente e scientifico possibile, dellenostre energie mentali, morali e fisiche, fino a che nonsiano trasformate dall'alchimia psichica della Natura nelgenere superiore che deve venire? Il problema non

    davvero cos semplice. In questa domanda scettica sinascondo tre errori basilari. Con essa fraintendiamo ilgenere di operazioni da effettuare, le caratteristiche delpotere e del processo che le compie e la natura di ci cheutilizza il potere e che progetta il processo.La Natura non propone all'uomo di elaborare un esemplaresuperiore a livello mentale, morale e fisico variando ilmodello dell'attuale essere umano, del simbolo che siamo;propone di spaccare il modello generale della specie per

    arrivare ad un nuovo essere-simbolo che sarsoprannaturale per l'uomo attuale come l'uomo lo perl'animale. E' opinabile che la Natura possa migliorare ilmodello puramente umano pi di quanto non abbia fattofinora; che possa generare ad esempio un modello mentalemigliore di Newton, Shakespeare, Cesare o Napoleone, unmodello etico superiore a Buddha, Cristo o San Francesco,un modello fisico pi potente dell'atleta Greco antico, o perfare esempi moderni, di un Ramamurti. Pu cercare dicreare una migliore combinazione di energie mentali efisiche, ma pu davvero oltrepassare il livello raggiunto daConfucio e Socrate? E' pi probabile, e sembra essere vero,che la Natura cerchi di generalizzare un livello pi elevatoed una migliore combinazione di energie mentali, morale efisiche. Non dobbiamo per credere che il suo scopo siaportare tutti gli uomini allo stesso livello, poich ci puavvenire solo tramite un livellamento in basso. Nulla inNatura privo di diseguaglianze, tranne le forme inferiori emeno evolute. Maggiore lo sforzo compiuto e migliore ladotazione dell'organismo in una certa specie, maggiorisono le possibilit di disuguaglianza. In una specie evolutacome quella Umana, l'uguaglianza delle opportunitindividuali concepibile, ma l'uguaglianza delle capacit edei talenti naturali una vana chimera. N si pu dire chela diffusione delle conoscenze o l'aumento degli strumentimateriali influenzino le capacit naturali. Tutte le scopertedegli scienziati moderni e le innumerevoli conoscenzedisponibili non rendono l'uomo attuale mentalmente

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    superiore ad Aristotele o a Socrate, n gli danno maggioriacutezza e potenza mentali. Le diverse espressioni dellafilantropia moderna non lo rendono moralmente superiore aBuddha o a San Francesco; l'invenzione dell'automobile non

    gli restituisce l'agilit e la velocit perdute, n la ginnasticagli conferisce la prestanza fisica della razza negra o degliindiani d'America. Da ci vediamo i limiti delle possibilitdella Natura nel simbolo umano, imposti dallecaratteristiche intrinseche al simbolo stesso e riconosciutidalla Natura nel suo sforzo per la trasformazione.E' da stabilire se entro tali limiti la preoccupazioneprincipale della Natura sia quella di esaurire tutte lepossibilit del simbolo umano. Questa sembra piuttosto la

    preoccupazione dell'essere umano e quindi la direzione chela Natura sceglie quando l'intelletto umano interferisce conl'andamento naturale. Lasciata a se stessa, o soggettaall'interferenza umana, la Natura sembra pi occupata arompere lo stampo che a perfezionarlo, solamente nei suoiindividui pi avanzati e nelle sue sperimentazioni pi arditee con il dovuto riguardo per la salvezza del genere umanoin quanto tale; questo sempre il metodo che prediligequando vuole far emergere un nuovo simbolo senzadistruggere le specie preesistenti. Pi l'uomo divienecivilizzato, pi la Natura lo affligge con deformit morali,eccessi e mescolanza di vizi e virt; pi diviene intellettualee porta all'estremo la propria razionalit, pi la Natura simostra insoddisfatta e lo spinge a sviluppare piuttosto ipropri istinti e le proprie intuizioni; pi egli combatte per lasalute e l'igiene, pi lei moltiplica le malattie della mente edel corpo. Non appena l'uomo sembra aver trionfato sulsoprannaturale, riducendo la Natura a termini materiali,razionali ed umani ecco che quest'ultima se ne esceimprovvisamente ed aggressivamente con impensabiliondate di ritorno esagerato al soprannaturale. Qualunquesia l'opera che decide di intraprendere non si lascerostacolare dalla limitatezza della ragione umana.Nell'immensa vastit del proprio essere percepisce lapulsazione di un potere soprannaturale, l'opera ed il lavoriodi una conoscenza superiore alla ragione materiale; perciprorompe, obbliga ed insiste. Dovunque vediamo i suoitentativi di rompere il genere mentale, morale e fisico che

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    ha creato per oltrepassarlo e creare nuovi processi nonancora definiti. Attacca deliberatamente la pienezza dellasalute e dell'equilibrio del nostro essere intellettuale,morale e fisico. Soffre anche di una tendenza

    all'esagerazione: strutture colossali, combinazioni colossali,altezze e velocit colossali, sogni ed ambizioni colossalicompaiono un po' dappertutto, pi o meno chiaramente ovelatamente. Ancora incapace di realizzare il proprio volerenell'individuo, opera con le masse; non potendo agire nellamente manifesta il proprio potere attraverso formemateriali ed invenzioni; incapace di compimenti reali siesprime con sogni e speranze. Incapace di ricreare dei'Napoleoni' o creare dei 'Super-Napoleoni', innalza il livello

    generale delle capacit umane dal quale potrannoemergere pi facilmente dei tipi superiori, ed intanto creacorazzate e super corazzate, potenze mondiali dotate diarmi che possono seminare distruzione nel mondo intero esembra furiosamente decisa a fare a pezzi le limitazioni ditempo e spazio da lei stessa create. Come per indicare ciche intende raggiungere, riunisce i segni di questoprocesso di distruzione e ricostruzione nel genio. E' risaputoche difficilmente la genialit si manifesta priva, nella faseemergente o in ogni sua fase, di anomalie nel corpo, nelvitale e nella mente che la contiene; spesso si accompagnaa fattori degenerativi, a manifestazioni di follia, adanomalie nell'ereditariet , creando disordini e fenomenistraordinari nell'ambiente in cui si manifesta. La tendenzaspiccata a generalizzare in maniera affrettata porta aconcludere che il genio stesso un fenomeno morboso,connesso con la malattia mentale o con la degenerazione,ma la vera spiegazione di questi fenomeni piuttostochiara. Per instaurare il genio nel sistema umano la Natura costretta a disturbarne ed a romperne parzialmente lanormalit , perch sta introducendo in esso un elementoestraneo e superiore al genere che vuole arricchire. Il Genionon l'evoluzione perfetta di quell'elemento nuovo edivino; soltanto un inizio o, al massimo,un'approssimazione parziale. Procede in modo incostanteed incerto nell'enorme massa di disordine dell'atmosferamentale, dell'instabilit vitale e dell'animalit fisica umana.In se stessa la cosa divina; soltanto lo stampo in cui

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    opera che ,in misura maggiore o minore, frantumato oincrinato dalla forza non assimilata che lo riempie. Talvoltaun raggio dell'intruso divino si protende verso lo stampoper sostenerlo affinch non si rompa, n si incrini, o

    affinch si verifichino solo disordini lievi e trascurabili. Taleelemento era presente in Cesare, Shakespeare e Goethe.Talvolta si manifesta anche una forza che non possiamodefinire genio, se non commettendo un errore diterminologia. Allora coloro che hanno occhi per vedere siinchinano riconoscendo l'Avatar. La missione dell'Avatar spesso quella di incarnare, completamente o soloparzialmente, ci che la Natura non ancora riuscita arealizzare nelle masse o nemmeno nel singolo individuo,

    cos da poterlo imprimere nell'etere materiale in cuiviviamo. Qual dunque questo nuovo tipo a cui la grandeMadre sta lavorando? Che cosa nascer dalle grida e dalledoglie di questa gravidanza prolungata e potente? Forse ungenere superiore di umanit, ma per capire ci che stiamodicendo dobbiamo prima comprendere chiaramente checos' questa umanit che la grande Madre sta cercando disuperare. Il simbolo umano attuale un essere mentalecon un ego mentale che agisce in un rivestimento vitalesempre attraverso la mente, ma sulla materia, nellamateria ed attraverso la materia. E' limitato nelle sue operepi elevate dai suoi strumenti inferiori; il fondamento dellasua mente egoistico, legato alle sensazioni e determinatodall'esperienza e dall'ambiente, perci la sua conoscenza siallarga e si restringe ciclicamente in un intervallo rigido elimitato. Similmente il suo temperamento morale e le sueazioni sono egoistiche, legate alle sensazioni e determinatedall'esperienza e dall'ambiente; quindi legato sia alpeccato che alla virt e tutti i tentativi di moralizzareradicalmente la razza entro i limiti della sua naturaegoistica si sono dimostrati, nonostante cambiamenti inparticolari individui, inutili e destinati a fallireirrimediabilmente. L'umanit non soltanto un generecomposito, ma anche confuso, con il corpo ed il vitale cheinterferiscono con la mente e la mente che ostacolata edal tempo stesso ostacola il vitale ed il fisico.La sua ricerca di conoscenza, basata sul contatto con isensi, un brancolare, simile a quello dell'uomo che ha

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    smarrito la strada nella foresta di notte. Entra in contattocon l'ambiente tastando, cozzando ed inciampando in ciche lo circonda e, seppur dotato della luce incerta dellaragione che compensa parzialmente questa incapacit,

    dato che la ragione deve comunque partire dai sensi chefalsificano i dati in maniera consistente, la sua conoscenzarazionale non solo limitata, ma anche zeppa diimprecisioni ed incertezze persino in ci che ritiene di avercompreso. Mette al sicuro rari fiori di verit in un grovigliospinoso di dubbi ed errori. Anche le sue azioni sono undistricarsi a fatica nella foresta, un incedere ottimista etormentato, costellato di ostacoli, verso grandi fallimenti osuccessi temporanei e parziali. Immensamente superiore a

    tutto ci che la Natura ha realizzato finora, questo genere ancora cos carico di limiti ed incapacit che se non fossepossibile rompere la sua forma e proseguire, dovremmo darragione alle filosofie pessimiste che disperano della Vita evedono nella Volont di non vivere l'unica via di fuga perl'umanit, non concependo per quest'ultima nessun'altraforma di salvezza. Ma la Natura la volont del Dio diInfinita Saggezza e non sta lavorando per ridurre il mondoall'assurdo. Conosce la propria meta e sa che l'uomoattuale solo un essere di transizione e, compatibilmentecon la sopravvivenza del genere umano, spinge verso ciche sta oltre, prefigurato nella conoscenza eterna di Dio.Dalla parzialit dell'ego procede verso una coscienzauniversale, dalle attuali limitazioni verso un movimentolibero nell'infinito, da questa mente che brancola nelcrepuscolo verso la visione diretta della cose, visionerischiarata dalla piena luce del sole, da questa lotta senzafine tra vizio e virt ad un incedere che seguespontaneamente il sentiero indicato da Dio, da questo agireframmentario e costellato di dolore ad un'attivit gioiosa elibera, da questa lotta caotica tra le nostre membra ad unacoordinazione pura, libera ed armoniosa, da questa menteimmersa nella materia ad una vita, un corpo ed una menteideale ed illuminata; dal simbolo alla realt; dall'uomoseparato da Dio all'uomo in Dio e Dio nell'uomo. In breve,come la Natura ha desiderato con successo il passaggiodalla materia alla vita, dalla vita alla mente ed all'egomentale, cos ora aspira con successo gi decretato ad un

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    elemento che va oltre la mente, il vijnana degli Ind, l'Idealuminosa in se stessa o il Vero S, attualmente nascosto esupercosciente per l'uomo e per il mondo, allo stesso modoin cui la vita sempre stata nascosta nella materia e la

    mente nella vita. Ancora non sappiamo In cosa consistaquesto vijnana , ma per suo tramite la Natura sa che pureggersi fermamente su quel termine supremo che larealt di tutti i simboli, nello Spirito in Saccidananda.Lo scopo della Natura anche quello dello Yoga. Lo Yoga,come la Natura ai propri vertici, cerca di rompere questostampo dell'ego, questa forma di corpo e vitalementalizzati, per conseguire l'azione ideale, la verit idealee la libert infinita nel nostro essere spirituale. Per

    raggiungere un fine cos grande si devono usare processigrandiosi e pericolosi. Coloro che si sono lanciati su questastrada o hanno aperto nuovi sentieri verso la meta hannodovuto affrontare la possibilit, spesso realizzatasi, diperdere la ragione, la vita e la salute o di perdere il proprioessere morale. Non devono essere compatiti o derisi anchese soccombono; piuttosto considerati martiri del progressodell'umanit, molto pi del navigatore sperduto o delloscienziato ucciso dai pericoli della sua ricerca. Costoropreparano coscientemente la suprema realizzazionepossibile, verso la quale il resto dell'umanit procedeistintivamente ed inconsciamente. Lo Yoga il mezzod'elezione che la Natura riserva per il raggiungimento delproprio fine, dopo che avr finito di portare almeno unaparte dell'umanit ad un livello di temperamento adattoallo sforzo, intellettualmente, moralmente e fisicamentepreparato per avere successo. La Natura procede verso lasupernatura, lo Yoga si muove verso Dio; l'impulso delmondo e l'aspirazione umana sono un unico movimento ela medesima avventura.

    LA NATURA

    Se tale l'opera da compiere, non il perfezionamento dellaforma umana attuale ma la sua rottura per giungere ad ungenere superiore, quali sono dunque il potere ed il processo

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    che la realizzano? Cos' questa Natura di cui parliamotanto? Abitualmente ne parliamo come di qualcosa dipotente e consapevole che vive ed capace di progetti; leattribuiamo un fine, unitamente alla saggezza necessaria

    per perseguirlo ed al potere di realizzarlo. Il nostrolinguaggio veramente giustificato dalla realt cheosserviamo nell'universo o non dovuto soltanto dellanostra inveterata abitudine di attribuire ad ogni cosacaratteristiche umane e di considerare intelligenti processiche non lo sono, processi che si verificano solo perch ci nella loro natura e quindi devono avvenire e non perchesista un qualche atto di volont, e creano questomeraviglioso universo ordinato per qualche necessit cieca

    e bruta, di natura ed origine inconcepibile per gli esseriintelligenti? Se cos questa forza cieca e bruta haprodotto qualcosa di superiore a se stessa, qualcosa chenon stato concepito nel suo grembo e che non leappartiene in alcun modo. Non possiamo comprendere checosa siano l'essere e la Natura, non perch ancora troppopiccoli e limitati ma perch ci troviamo troppo al di sopradell'essere e della Natura. La nostra intelligenza unamacchiolina luminosa immersa in un'oscurit dalla qualenon pu essere stata generata, dato che in quell'oscuritnulla viene considerato la causa delle proprie creazioni. Ameno che la mente non fosse insita nella materia bruta, edin tal caso si pu parlare di materia bruta solo inapparenza, sarebbe stato impossibile per la materia dareorigine alla mente. Tutto ci ci porta a trarre conclusioniassurde e quindi non pu essere vero. Dobbiamo quindiconcludere che se la materia bruta lo anche la mente.L'intelligenza un'illusione; non esiste altro che unoscontrarsi di impulsi materiali che creano vibrazioni ereazioni nella materia, reazioni che si traducono infenomeni apparentemente intelligenti. La conoscenza soltanto una relazione tra materia e materia e non sostanzialmente diversa, n in qualche modo superiore alleinterazioni ed agli urti tra atomi o allo scontro tra due tori alpascolo. Gli agenti materiali coinvolti ed i fenomeni prodottisono diversi e perci non riteniamo il contraccolpo cheognuno dei tori riceve durante lo scontro corna a corna unatto di conoscenza o dettato dall'intelligenza, ma ci che si

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    verifica intrinsecamente la medesima cosa. L'intelligenza essa stessa inerte e meccanica, mero risultato fisiologicodi un movimento fisiologico e non ha nulla di psichico omentale nel senso da sempre attribuito alle parole anima e

    mente. Tale la visione del moderno razionalismoscientifico, espressa a dire il vero con parole diverse daquelle tipiche dello scienziato, parole che ne rendonoevidenti le conseguenze e le implicazioni logiche, ma inogni caso la moderna spiegazione dell'esistenzadell'universo. Nell'ambito di tale visione una cosa costituita dalla sua composizione, dalle propriet tipichedella composizione e dalla leggi di funzionamento imposteda tali propriet; ad esempio il ferro composto da certe

    sostanze elementari, a causa della sua composizionechimica possiede determinate propriet, come ad esempiola durezza, e si comporter in un dato modo in certecircostanze proprio in virt delle sue propriet.Trasponendo questo ragionamento su vasta scala vediamol'universo come un insieme di forze brute che agiscono indeterminate sostanze materiali, forze dotate in se stesse enelle sostanze su cui agiscono di propriet primarie esecondarie, generali e particolari e la cui azione ilrisultato di tendenze invariabili e processi determinati chechiamiamo, con un'espressione chiaramente antropomorfa,"Leggi di Natura". Ad un'analisi attenta la Natura apparecome il gioco di due entit: Forza e Materia; ma entrambe,se la visione unitaria dell'universo corretta, sarannoriconosciute come un'unica entit, o solamente Materia osolamente Forza. Anche accettando questa visionemoderna dell'universo, visione che scomparir certamentenell'arco di un secolo, inglobata in una sintesi pi ampia,resta ancora qualcosa da aggiungere circa la presenza ol'assenza di intelligenza nella Natura. In che cosa consistedopotutto l'intelligenza, quali sono le propriet e le leggiinerenti alla sua composizione? Che cos' dunquel'intelligenza umana, il solo tipo di intelligenza che siamo ingrado di studiare intimamente e quindi di comprendere? E'contraddistinta da tre qualit o processi che le sono propri:il potere di cambiare, di adattarsi per raggiungere unoscopo, la capacit di distinguere i diversi stimoli checolpiscono i suoi sensi ed il potere di comprendere

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    coscientemente a livello mentale. In breve, l'intelligenzaumana teleologica, capace di discriminazione ementalmente cosciente. Riguardo a tutto ci che non umano, animali, alberi, metalli e forze, non possiamo

    asserire nulla dall'interno, ma soltanto inferire la presenzao l'assenza di elementi di consapevolezza dall'evidenzaprodotta dall'osservazione esterna. Non possiamo dire concertezza, non potendo sperimentare l'essere albero, chel'albero non sia in realt una mente imprigionata nellamateria, incapace di esprimersi con i mezzi a suadisposizione; non possiamo dire che non provi emozioni dipiacere o di dolore; ma da quanto ci appare dall'esternotraiamo la conclusione contraria. La nostra conclusione

    negativa probabile, non certa; potrebbe essere negata asua volta con l'avanzare della conoscenza. Comunque,anche attenendoci strettamente all'evidenza, quali sono ifattori che si evidenziano in questo paragone tra ci che inNatura riteniamo intelligente e la Natura che consideriamopriva di intelligenza?In primo luogo la Natura possiede una capacit teleologicaed una conoscenza dei processi che ne derivanodecisamente superiore a quella umana; in grado di porsiun fine, di combinare, di adattare, modificare ed unificarestrumenti e processi per raggiungerlo; possiede la capacitdi lottare e di superare le difficolt, di scovare mezzi peraggirare gli ostacoli quando non in grado di superarli equesto proprio uno degli aspetti ritenuti pi nobili e divinidell'intelligenza umana, ma la manifestazione di questafacolt nell'essere umano soltanto una specializzazionedella sua azione universale nella Natura. Questa facoltdella Natura si manifesta parzialmente nell'uomo attraversola ragione, negli animali attraverso un raziocinio scarso erudimentale ed in gran parte attraverso istinto, memoria,impulso e sensazione, nella piante ed in altri oggettitramite un raziocinio scarsissimo e soprattutto attraversoimpulso o azione meccanica, cosiddetta involontaria. Ma inogni cosa presente un fine e la tensione verso di esso, edin ogni cosa i mezzi usati sono gli stessi. Anche nell'uomo laNatura si serve della ragione solo per identificare gli scopied i processi, continuando ad utilizzare ampiamente mezzitipicamente animali, memoria, impulso, sensazione, istinto;

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    forse si tratta un istinto meno direttivo e pi generico diquello tipicamente animale, ma sicuramente indirizzato adun fine ed a scopi ben precisi; per altri aspetti utilizza glistessi impulsi meccanici e lo stesso tipo di azione

    involontaria tipici di ci che erroneamente definiamoesistenza inanimata. Asteniamoci dal pensare che laprodigalit della Natura, il suo spreco di materiali, ifrequenti fallimenti, le apparenti bizzarrie o i suoi frequentisgambetti siano la dimostrazione dell'assenza in Lei diintenzionalit e di intelligenza. L'uomo con la sua ragione colpevole delle stesse negligenze e deviazioni, ma nl'Uomo, n la Natura sono per questo privi di intenzionalite di intelligenza. E' la Natura che costringe l'Uomo stesso a

    superare la propria tendenza fortemente utilitaristica,perch conosce molto di pi dell'economista o del filosofoutilitarista. Si tratta di un'intelligenza universale che devebadare ad ogni effetto universale e particolare,prendendosi cura dell'intero senza trascurare alcundettaglio; deve curarsi di ogni dettaglio a livello di gruppo,di genere e dell'insieme di tutte le specie esistenti almondo. L'uomo, intelligenza specifica limitata dalla propriaragione, non capace di una tale vastit; egli pone davantia s i propri fini e non comprende quando questi minano ilsuo benessere generale, n riesce ad intuire se i suoi scopicontrastano con il fine universale. I fallimenti della Naturahanno una loro utilit, e con il tempo vedremo quantogrande ed importante essa sia; le sue bizzarrie nascondonouna grande seriet. Soprattutto la Natura ricorda che, al dil di ogni fine formale, il Suo unico scopo ritrovare la gioiauniversale, utilizzando accomodamenti successivi comestrumenti d'azione, ma superando poi qualunque mezzo; laNatura procede verso quella gioia e gioisce del cammino,gioisce del lavoro da compiere e di ci che lo supera.Da quanto detto finora, considerando la Natura comecosciente si se stessa, arriviamo a concludere che la Natura teleologica in modo pi ampio e perfetto di quanto non losia l'uomo e l'essere umano capace di porsi un fine solo inquanto parte della Natura e dotato degli stessi mezzielementari tipici delle piante e degli animali e di mezzinuovi propri della mente. Si potr obiettare che tutto cinon Intelligenza, perch l'intelligenza non solo

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    teleologica ma anche capace di discriminare ementalmente cosciente. La Natura possiede al massimogrado la capacit di discriminazione meccanica, infatti insua assenza qualsiasi processo teleologico risulterebbe

    impossibile. Il viticcio che si protende dritto nell'aria, acontatto con una fune, un paletto di legno o lo stelo di unapianta immediatamente lo afferra come se avesse le dita emuta la propria crescita rettilinea in un movimento aspirale, sinuoso, avvolgendosi strettamente attorno alsupporto. Che cosa provoca il cambiamento? Che cosainduce il riconoscimento del supporto e della possibilit diun nuovo modo di muoversi? L'istinto del viticcio che non sostanzialmente diverso dall'istinto del neonato che afferra

    il seno della madre o dagli istinti dell'uomo nei suoi bisognie nelle sue azioni pi meccaniche. Vediamo il 'loto dellaluna' aprire i propri petali per salutare la luce lunare erichiuderli all'arrivo del giorno. In che modo questomovimento discriminante differisce dalla reazione istintivache fa ritrarre la mano dal contatto con il fuoco o dallasensazione di disgusto e di irritazione che ci fa allontanaremeccanicamente da una scena orribile, o ancora dallareazione mentale di chiusura e rifiuto di un'idea oun'opinione sgradevole? A livello intrinseco non sembraesserci alcuna differenza, ma c' una diversit dicircostanze. L'azione del loto non eseguita conconsapevolezza mentale, mentre le altre azioni sonoaccompagnate da questo elemento estremamenteimportante. Riteniamo erroneamente che non esistavolont nell'azione del viticcio e del loto e nemmenodiscernimento. Al contrario esiste una volont , ma non unavolont mentalizzata; esiste un potere di discernimento, manon un discernimento mentalizzato. Diciamo che si tratta diqualcosa di meccanico, ma capiamo veramente ci chestiamo dicendo? E adoperiamo cos altri termini, chiamandoforza la volont e reazione naturale o tendenza organica ildiscernimento. Tutti questi termini sono solo maschere chenascondono un'identit intrinseca. Anche se non potessimoproseguire nel nostro ragionamento avremmo gi compiutoun enorme passo in avanti; infatti gi concepiamo ci a cuidiamo il nome di Natura come dotato, contenente ocoincidente con una grande Forza o una grande Volont,

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    protesa verso un grande fine e verso un complessoinnumerevole di scopi incidentali, tendente a raggiungerliattraverso fantasiose invenzioni, adattamenti,aggiustamenti e stratagemmi, per mezzo di un'infallibile

    capacit di discernere ed ampiamente capace di compiereil suo lavoro cos complesso. L'intelligenza umana solo unaspetto limitato ed inferiore di questa grande Forza,guidato ed usato da essa, al servizio dei suoi scopi anchequando sembra ostacolarli. Potremmo sempre negare adun tale Potere la facolt dell'Intelligenza, dato che nonmostra segni di consapevolezza mentale e non utilizza peril proprio lavoro un'intelligenza di tipo umano, ossiamentale, ma la nostra obiezione sarebbe soltanto una

    distinzione metafisica. Praticamente, ponendoci sul pianodella vita e non su quello del pensiero astratto, possiamoritenere che i risultati di questo potere di discriminazioneprivo di intelligenza siano gli stessi che sarebbero raggiuntida un'Intelligenza universale e che gli scopi ed i mezzi tipicidella volont meccanica siano identici a quelli cheverrebbero scelti da una Saggezza Onnipotente. Giungendoad una simile conclusione, non forse la stessa Ragione achiederci di ammette nella Natura o dietro ad essa lapresenza di un'Intelligenza universale e di una SaggezzaOnnipotente? Sei i risultati sono quelli che proprio queipoteri sarebbero capaci di creare, non dobbiamoammettere l'esistenza di tali poteri come