Post on 28-Apr-2023
I was blind, but now I see
Accenni di storia sociale, musicale e teologica delle chiese evangeliche afro-americane fino agli
arbori del movimento per i diritti civili, a partire dai testi e dalle musiche di alcuni Spirituals e di
alcune testimonianze dirette.
di Pier Giovanni Vivarelli
Le catene
Nobody knows the trouble I've seen
http://www.youtube.com/watch?v=rQzlzH5wymc
Nobody knows the trouble I've seen Nobody knows but Jesus Nobody knows the trouble I've seen Glory Hallelujah Sometimes I'm up and sometimes I'm down Yes lord, you know, sometimes I'm almost to the ground O yes, Lord, still If you get there before I do Oh, yes, Lord, don't forget to Tell all my friends I'm coming too O yes, Lord, still Although you see me Goin' on so, oh yes I have my trials here below Oh, yes, Lord
(Sometimes I feel like a) Motherless Child
http://www.youtube.com/watch?v=LiQjywH6V7Q
Sometimes I feel like a motherless child Sometimes I feel like a motherless child Sometimes I feel like a motherless child A long ways from home A long ways from home True believer A long ways from home Along ways from home
Sometimes I feel like a motherless child Sometimes I feel like a motherless child Sometimes I feel like a motherless child A long ways from home There’s praying everywhere
"Il commercio dei negri e le naturali conseguenze che ne derivano, si possono giustamente valutare come
un'inesauribile riserva di ricchezza e di potere navale per questa nazione [...] il principio primo e il
fondamento di tutto il resto, la molla principale che mette in movimento ogni ruota." (Malachy
Postlethwayt, saggista britannico della prima metà del '700)
Jameston, 1619: una nave olandese approda nel porto della città della Virginia. Nella stiva ha un carico
depredato da una nave spagnola. Tra la merce che finirà in vendita, una ventina di africani, tra i quali un
uomo il cui nome inglese sarà Anthony Johnson. Nelle colonie inglesi del Nord America inizia così quel
giorno, in sordina, una nuova pratica commerciale: la schiavitù.
Una pratica antica quanto la storia dell'umanità stessa, da oltre un secolo ampiamente diffusa anche nelle
colonie portoghesi e spagnole delle Americhe e non sconosciuta neanche agli stessi albionici sudditi del
Regno d'Inghilterra, che, in caso di indebitamento, potevano finire come schiavi agli ordini del creditore per
un certo numero di anni, fino all'estinguimento del debito.
Questo "rapporto di lavoro temporaneo" perdurò per un breve periodo anche per gli schiavi africani, che
potevano ottenere la libertà dopo qualche anno di lavoro o, dettaglio non trascurabile in questa sede, dopo
una loro eventuale conversione al cristianesimo. Ma ben presto la schiavitù in America cominciò a
rappresentare un ottimo investimento sia per i coloni che per i mercanti, cosicché non tardarono ad
arrivare neanche le prime leggi restrittive: la prima fu quella del Massachusetts nel 1641. Nel 1750 la
schiavitù era un'istituzione riconosciuta dalle leggi di tutte le colonie americane, ma solo venticinque anni
più tardi, nel 1775, Il Vermont proibiva il possesso di schiavi. Erano gli anni della Guerra di Indipendenza
Americana, gli arbori degli Stati Uniti d'America, ma con loro stavano nascendo anche due diverse
Americhe: quella del Nord industriale e quella del Sud agricolo. Dalla fine del '700 fino agli anni della Guerra
Civile (1861-1865) tutto il sud degli USA conobbe un periodo di grande sviluppo di uno specifico tipo di
piantagione: il cotone, e con esso la necessità sempre maggiore di mano d'opera.
Migliaia di navi salpavano dalle coste dell'Africa occidentale, stipate fino all'inverosimile di merce umana.
La traversata oceanica costituiva già di per sé un genocidio di massa, ma per i negrieri le migliaia di morti
che non sopravvivevano alle condizioni sub-umane del viaggio potevano essere considerati "margini di
rischio" preventivati e anzi, proprio le condizioni del viaggio garantivano dell'ottima salute e resistenza
fisica dei sopravvissuti.
Una volta giunti sul suolo americano iniziava un lungo iter di compravendita: gran parte degli uomini (la
maggioranza) e delle donne africane rapiti finivano al servizio dei ricchissimi e potenti proprietari terrieri
del Sud. Le condizioni di vita che si trovavano ad affrontare erano spaventose: incatenati a due a due nei
ceppi, venivano portati in colonna verso i campi. Qui dormivano a decine in capanne senza pavimento,
costretti ogni giorno a lavorare dall'alba al tramonto; ogni minima infrazione veniva punita con quaranta,
cinquanta, cento colpi di frusta dal sorvegliante, a volte lui stesso uno schiavo nero. Una volta la settimana
il padrone dava loro una razione di cibo e una volta l'anno della stoffa per farsi un vestito. Le condizioni di
vita miglioravano appena solo per gli schiavi a cui veniva concesso di avere un piccolo appezzamento di
terreno in cui coltivarsi qualche ortaggio o per coloro i quali imparavano un mestiere come il carpentiere o
il fabbro, che venivano appellati come "servi liberi".
Pur in questo orizzonte di totale umiliazione e repressione, molti schiavi neri ebbero la forza di resistere e
di sollevarsi, a volte attraverso delle rivolte, sempre soffocate nel sangue (la più drammaticamente celebre
fu quella guidata dallo schiavo-predicatore Ted Turner nel 1831), altre volte attraverso la fuga verso Nord
(dove ad attenderli c'era il lavoro nelle fabbriche delle grandi città industrializzate e condizioni di vita non di
molto migliori); nel periodo della Guerra di Secessione, una via di fuga era l'arruolamento nelle fila
dell'esercito del Nord (i soldati neri furono ben 200.000).
Dopo la vittoria degli stati dell'Unione sui Confederati del Sud la storia degli afroamericani giungerà a un
bivio: da una parte quelli del Nord, dove, seppur con un tormentatissimo percorso ancora oggi non del
tutto giunto al termine, possono godere quantomeno di condizioni di vita più accettabili; dall'altra quelli
degli stati del Sud, dove, (attraverso scappatoie legali che spesso aggirano quelle federali, ma soprattutto
attraverso una radicata, quasi inestirpabile cultura razzista) comincia per gli afroamericani un lungo e
dolorosissimo periodo di segregazione sotto la misera egida del motto "separati ma uguali".
Alle forme di resistenza di cui sono stati protagonisti gli afroamericani ne va però aggiunta una, di tipo
diverso, non fisica né direttamente sociale e politica, ma fin da subito presente nel cuore e nelle coscienze
di milioni di schiavi e di figli di schiavi: la fede in Cristo. Il primo tra loro a battezzarsi sarà il sopracitato
Anthony Johnson, uno dei venti sbarcati a Jamestown.
Il Battesimo
Amazing grace1
http://www.youtube.com/watch?v=E9ltv7M23XI
Amazing Grace, how sweet the sound, That saved a wretch like me. I once was lost but now am found, Was blind, but now I see.
T'was Grace that taught my heart to fear. And Grace, my fears relieved. How precious did that Grace appear The hour I first believed.
When we've been here ten thousand years Bright shining as the sun. We've no less days to sing God's praise Than when we've first begun.
Wade in the water
http://www.youtube.com/watch?v=8HT6DADgGI4
Wade in the water Wade in the water, children, Wade in the water God's a-going to trouble the water
See that host all dressed in white God's a-going to trouble the water The leader looks like the Israelite God's a-going to trouble the water
See that band all dressed in red God's a-going to trouble the water Looks like the band that Moses led God's a-going to trouble the water
Look over yonder, what do you see? God's a-going to trouble the water The Holy Ghost a-coming on me God's a-going to trouble the water
If you don't believe I've been redeemed God's a-going to trouble the water Just follow me down to the Jordan's stream God's a-going to trouble the water
1 La storia di questo inno, diventato poi lo Spiritual probabilmente più celebre di tutti, è particolarmente significativa
e merita quantomeno un accenno: fu composto intorno al 1779 dall'inglese John Newton, mercante di schiavi diventato in seguito pastore anglicano. Si è generalmente ritenuto che Newton lo abbia composto in seguito ad una conversione religiosa che lo aveva portato a non praticare più lo schiavismo, ma la realtà storica fu con ogni probabilità un'altra: "Fu dopo il suo risveglio religioso che Newton diventò il secondo e poi il capitano di una serie di navi negriere, e soltanto molto più tardi cominciò a mettere in dubbio la moralità di comprare e vendere i propri fratelli." (Niall Ferguson, Impero. Come la Gran Bretagna ha fatto il mondo moderno)
Nelle piantagioni di cotone si trovarono a convivere africani di diversa origine (anche se in maggioranza
provenienti dalle regioni sub-sahariana e della costa ovest)2 : uomini e donne che, considerati dai padroni
bianchi alla stregua di animali, provenivano invece da culture millenarie, culture nelle quali la religione
rivestiva grande importanza nella vita quotidiana. Inoltre: "Bisogna considerare che l'africano ha sempre
nutrito un tradizionale rispetto per gli dèi dei conquistatori; non è che li veneri, ma dà loro un posto nella
gerarchia della loro tribù. Senza dubbio anche una certa "consapevolezza sociale", nel senso che il nero si è
ben presto reso conto di vivere in un mondo non suo, ha spinto l'africano ad abbracciare la religione dei
bianchi, prima ancora che nei primi decenni del sec. XIX si mettessero all'opera missionari ed
evangelizzatori." 3 Anche perché ancor prima dei missionari e degli evangelizzatori gli schiavi si trovano a
quotidiano contatto con gli inservienti bianchi del padrone. Per oltre un secolo quindi le chiese protestanti
di quei territori non si occuparono dell'evangelizzazione degli schiavi; questo disinteresse consentì a coloro
che si convertivano (probabilmente ancora non moltissimi) di recepire e far proprio il cristianesimo secondo
la loro sensibilità africana, nonostante in questo primo periodo i padroni bianchi spesso non vedessero di
buon occhio queste conversioni, che potevano rappresentare ai loro occhi un pericolo per lo status quo.
Verso la metà del '700 però, tutta l'America del Nord fu attraversata da un imponente ondata evangelistica
nota come "Primo Risveglio" (a cui, nei primi dell'800, seguì un "Secondo Risveglio") legata alla predicazione
di personaggi come Jonathan Edwards o George Withfield e più in generale ad una notevole espansione
delle chiese battiste e metodiste. La fede da loro predicata provava a liberarsi dal formalismo anglicano e
dal rigore dogmatico del puritanesimo per promuoverne una più personale, redentrice e libera di
esprimersi, specie nella preghiera e nel canto. Venivano organizzate grandi riunioni evangelistiche dette
revival o, in ambienti più rurali, camp meeting, dove numerosi predicatori si alternavano per ore e ore. Fu
in queste occasioni che migliaia di neri si convertirono, ritrovando in quella spontaneità emotiva, spirituale
e fisica di partecipazione al culto e di apertura all'azione salvifica dello Spirito echi della propria spiritualità
africana. Nel caso del Battismo poi, essi coglievano appieno la forza simbolica dell'immersione nell'acqua.
La centralità delle Scritture nella teologia evangelica promosse inoltre un fondamentale processo di
alfabetizzazione e quindi di auto-coscienza per gli schiavi, in particolare per coloro i quali volevano iniziare a
fare qualcosa di assolutamente inedito fino ad allora: predicare. In breve tempo le cosiddette "Negro
Churches" diventarono un luogo di preghiera, di culto e di aggregazione sociale fondamentale per gli schiavi
afro-americani.
2 Questo per due ordini di motivi meramente economici: la maggiore vicinanza all'America di quelle coste e la
corporazione fisica media dei suoi abitanti, più robusta di altre popolazioni africane come, ad esempio, quelle del Corno d'Africa. 3 Amiri Baraka (LeRoi Jones), Il popolo del blues, Shake , 2007
La reazione dei padroni bianchi a questi fenomeni fu di due tipi: in alcuni casi, come già descritto, li
temevano e li proibivano, costringendo a volte gli schiavi a tenere dei culti segreti nei campi durante la
notte. In molti casi però i bianchi approvarono queste conversioni vedendole come una sorta di
"umanizzazione del selvaggio", purché questo non mettesse in discussione la bontà del sistema della
schiavitù, che anzi, era sostenuto anche teologicamente da buona parte delle chiese (anche se proprio
l'abolizionismo costituirà nei decenni successivi motivo di infinite scissioni) e, parodossalmente ma non
troppo, anche da molti predicatori neri come il metodista Jupiter Hammon, che proclamava: "Ottenere la
libertà in questo mondo non è niente rispetto ad avere la libertà dei figli di Dio"
I nuovi profeti dialogano con le loro chiese: gli Spirituals.
It's nobody's fault but mine
https://www.youtube.com/watch?v=Y_o4omd8T5c
Nobody's fault but mine, Nobody's fault but mine If I don't read it my soul be lost I have a bible in my home, I have a bible in my home If I don't read it my soul be lost Mmm, father he taught me how to read, Father he taught me how to read If I don't read it my soul be lost, nobody's fault but mine Ah, Lord, Lord, nobody's fault but mine If I don't read it my soul be lost Ah, I have a bible of my own, I have a bible of my own If I don't read it my soul be lost Oh, mother she taught me how to read, Mother she taught me how to read If I don't read it my soul be lost, nobody's fault but mine
Jesus is on the main line
https://www.youtube.com/watch?v=Ns8bum4civI
Jesus on the main line, tell Him what you want Jesus on the main line, tell Him what you want Jesus on the main line, tell Him what you want You can call Him up and tell Him what you want You can call Him up, call Him up and tell Him what you want You can call Him up, call Him up and tell Him what you want Call Him up, call Him up and tell Him what you want Go on, call Him up and tell Him what you want Hey, if you're sick and you want to get well, tell Him what you want Oh, if you're sick and you want to get well, tell Him what you want Oh, if you're sick and you want to get well, tell Him what you want Go on, call Him up and tell Him what you want
Essere chiamati a predicare, anche senza l'investitura ufficiale di una chiesa: era questa l'urgenza di molti
schiavi che non abbandonavano mai la loro Bibbia. Molti di questi erano "predicatori itineranti", che, a
cavallo, si spostavano nei campi di cotone e, più raramente, nelle città. Eredi della tradizione puritana della
Geremiade (una lunga lamentazione nella quale si elencavano i problemi, le calamità e i peccati della
comunità) questi predicatori si sentivano investiti di una vocazione analoga a quella dei profeti dell'Antico
Testamento.
Ma la loro predicazione sarebbe stata del tutto vana senza la costante interazione con le chiese, l'unico
luogo in cui ai neri fosse consentito di riunirsi in gruppi numerosi e di svolgere attività organizzate. Da
questo dialogo con i fedeli durante i culti nasceva una delle forme più alte della musica, della cultura e della
spiritualità cristiana moderne: gli Spirituals.
Gli schiavi deportati, come già accennato, rappresentavano una realtà razziale eterogenea e, una volta sul
suolo americano, si trovarono costretti a superare le differenze tribali che spesso li separavano. Lo
strumento principale con cui fu compiuta questa operazione di mediazione fu il canto, che in Africa, terra di
tradizione orale, pervadeva la vita quotidiana come fondamentale mezzo di comunicazione sociale (e
religiosa). Nei campi di cotone, spesso a grandi distanze tra di loro, gli schiavi comunicavano tra loro
attraverso gli shoutings (letteralmente: grida) e, durante il lavoro, intonavano delle Work Song: brani, in
gran parte improvvisati, dove un leader intonava una strofa e sceglieva il ritmo, strettamente connesso al
gesto del lavoro da svolgere, e gli altri schiavi gli rispondevano in coro; un elemento questo assolutamente
fondamentale per tutta la musica afro-americana e non solo chiamato Call & Response (e che sarà
direttamente ereditato dai detenuti afroamericani nelle Prison Songs4). Per un bianco che ascoltava, quella
musica rappresentava qualcosa di mai sentito prima e di assolutamente incomprensibile: la scala diatonica
occidentale era completamente sconosciuta agli africani, che invece usavno una scala pentatonica, priva di
semitoni (da cui la tendenza a glissare sulla terza e la settima nota, col caratteristico suono della blue note);
d'altronde:
"Nelle lingue africane si può mutare il significato di una parola semplicemente alterandone l'intonazione o
l'accento" 5.
Ancor più sconvolgente per un occidentale, da sempre abituato a privilegiare la melodia, era un altro
aspetto fondamentale della musica africana: il ritmo, più precisamente la poliritmia, con tutta l'enorme
ricchezza delle varianti ritmiche africane. Ed anche il ritmo aveva ed ha, nella cultura africana, uno
strettissimo, simbiotico legame con il linguaggio. Tale fu lo sconcerto dei bianchi di fronte a questi ritmi,
che ben presto proibirono agli schiavi il loro strumento principe: il tamburo.
4
Un esempio: https://www.youtube.com/watch?v=XnyS24-woTg&list=PL0F29331E5AA16B94
5 Amiri Baraka (LeRoi Jones), op. cit.
Ma, anche senza strumenti, gli schiavi portarono nelle loro chiese questo enorme patrimonio culturale. Il
ruolo del Call del leader fu preso dal pastore, il Response dai fedeli presenti che, appunto, rispondevano e
interagivano con le parole del predicatore attraverso ripetizioni di parole del pastore, battiti di mano, brevi
locuzioni come "Amen" "Dillo", oppure "Oh, si!" o anche semplici urla, in un continuo crescendo emotivo e
ritmico a tratti estatico. Un esempio6:
Oh, Gesù (Oh, Gesù), mia roccia
Sulla terra desolata (Si)
Nostro rifugio
Nella tempesta
Abbi pietà questa notte (Si)
Oh Signore (altre urla di angoscia, questa volta più acute). Signore (Signore).
Signore(Signore), Signore Gesù (urla) (Oh, Gesù) (urla di donne)
So che stamattina mi hai ascoltato,
quando ero nel peccato
(Battito di mani enfatico, con sofferenza. Prime forti risposte da parte delle donne e inizio dello shouting)
....
Dove non c'è più pianto (Siii), non più angoscia (Siii)
Non più dolore. Oo, portami a casa.
Fammi sedere, fammi riposare. 7
E quando questo tipo di "mentalità musicale" incontrava gli inni della tradizione evangelica europea (ma
anche molti di composizione di poco antecedente o coevi), quasi sempre eseguiti per sole voci e
improvvisando su ritmi, melodie e parole, lì nasceva lo Spiritual. E dopo di lui, il blues (almeno inizialmente
spiritual profani), il jazz, Il Rythm & Blues, il Gospel (passando per il Soul) e, in breve, buona parte della
musica del '900. Il grido di sofferenza, l'invocazione di aiuto e la speranza della redenzione: secondo una
consolidata ipotesi interpretativa può essere considerato questo il paradigma degli Spirituals. Redenzione
per lo schiavo voleva dire libertà, e libertà (anche solo intima) significava a sua volta riacquistare la propria
dignità di uomo, essere di nuovo -o essere per la prima volta- se stessi. Questa liberazione passa attraverso
la fede nel Dio liberatore. Se molti, troppi, "invitavano" gli afroamericani a credere che la schiavitù era
voluta da Dio e dalla Bibbia8, molti di loro compresero invece che la loro condizione era piuttosto una
contraddizione ed un rinnegamento della volontà di Dio.
6 Per un esempio audio invece: http://www.youtube.com/watch?v=6iggtqBVYGg
7 Alan Lomax, La terra del Blues, Il Saggiatore, 1993.
8 A questo proposito si adducevano come "fondanti", tra gli altri, la maledizione di Caanan in Gn 9: 25-27 o l'invito
paolino all'ubbidienza dei servi in Ef 6: 5-8.
"Il messaggio di liberazione negli Spirituals -dice James Cone, uno dei più autorevoli esponenti della
teologia nera- si fonda sull'affermazione biblica che la giustizia di Dio si rivela nella liberazione da Lui
effettuata degli oppressi dai ceppi della schiavitù umana. questo messaggio era espressione della fiducia
che gli schiavi avevano nel fatto che Dio avrebbe mantenuto fede alla sua promessa. Dio non è un
bugiardo". La manifestazione di questa promessa mantenuta da Dio è Gesù Cristo, il Gesù che ha vissuto e
sofferto in mezzo agli uomini. La resurrezione è vista innanzitutto come un ritorno al Padre, anzi -più
precisamente- alla casa del Padre, e viene riportata nelle categorie esistenziali dello schiavo: Gesù mi libera
e, anche se la mia vita è un viaggio infernale attraverso il peccato, il dolore e l'oppressione, Gesù è mio
amico, mio compagno di viaggio.
Spezzare le catene
Go down Moses
http://www.youtube.com/watch?v=TKQlgACeXng
Go down Moses Way down in Egypt land Tell ole Pharaoh To let my people go
When Israel was in Egypt land Let my people go Oppressed so hard the could not stand Let my people go
“Thus spoke the Lord”, bold Moses said “If not, I’ll smite your first born dead Let my people go
Glory glory, halleluja 9
http://www.youtube.com/watch?v=FHRbs7aKJb0
Glory glory Halleluja since I laid my burden down, Glory glory Halleluja since I laid my burden down I feel better, so much better, since I laid my burden down Feel like shouting Halleluja, since I laid my burden down I am climbing Jacob's ladder, since I laid my burden down Ev'ry round goes higher and higher, since I laid my burden down
9 Il ritornello riprende diversi brani biblici, fra cui: "In quel giorno avverrà che il suo carico sarà allontanato dalle tue
spalle e il suo giogo dal tuo collo; il giogo sarà distrutto dall'unzione dell'olio" (Is 10:27)
"Noi saremo come una città sulla collina. Gli occhi di tutti saranno su di noi. (John Wintrop, 1630)
Se i predicatori neri, come detto, potevano essere considerati novelli Osea o Isaia, non era solo perché
ammonivano i fedeli dai loro più meno improvvisati pulpiti, invitandoli energicamente ad allontanarsi dal
peccato, ma anche e soprattutto perché annunciavano un messaggio molto simile a quello della storia della
liberazione di Israele. Lo schiavo, così come era chiamato in prima persona a rispondere "musicalmente",
allo stesso modo si sentiva chiamato dalle parole del predicatore e della Bibbia, e a rispondere
interiormente. Il breve tempo l'intreccio tra le storie dell'Antico Testamento e l'immaginario collettivo delle
"Negro Churches" fu quasi simbiotico. Il cielo era la libertà, il Giordano diventava l'Ohio, che separava gli
stati schiavisti da quelli abolizionisti, le mura di Gerico erano le mura dell'oppressore.
...Questi Spiritual sono la musica migliore del mondo perché sono tutta la Bibbia raccontata in un canto...
Una delle più ostinate fantasie che i vecchi schiavi avevano care era che essi impersonificavano il popolo
d'Israele oppresso, i sudisti i crudeli egiziani e Caanan era la libertà: lo stato di sottomissione era
ovviamente la loro schiavitù. essi credevano che un giorno il mar Rosso sarebbe venuto come un mare di
sangue, il che si verificò durante la guerra civile. In molte loro canzoni essi applicarono a se stessi le profezie
e le idee bibliche"
(Testimonianza di una vecchia bambinaia afroamericana del Kentucky, 1899)10
Lo Spiritual, attraverso queste categorie bibliche, diventa naturalmente anche canto di protesta sociale (ma
non solo, la fede rimane sempre e comunque connaturata a questi canti).
Ed ecco allora, sempre legato al filo rosso delle utopie puritane della "Città sulla collina" o a quella della
"Ricerca della felicità" contenuta nella Dichiarazione d'Indipendenza, ecco arrivare Il Proclama di
Emancipazione di Lincoln; ecco arrivare, a cavallo tra XIX e XX sec. la teologia del "Social Gospel" di Gladden
e Rauschenbusch; qualche decennio dopo nasce invece la Higlander Folk School del Tennesse, un
importante luogo di formazione alla cultura della de-segregazione. Un insopprimibile desiderio di libertà e,
più di tutto, giustizia, matura lentamente ma inesorabilmente tra i neri degli stati di Jim Crow 11 per
deflagrare negli anni'60. E, di nuovo, i più autorevoli leader delle comunità afroamericane sono i pastori, in
gran parte battisti o metodisti.
10 Riportata in: P. Ribet e F. Gitti , Negro Spirituals - Musica e testi, Claudiana, 1982. 11
Tragica e bieca caricatura razzista dell'afroamericano negli stati segregazionisti del Sud 12
Nel Caso di M.L. King "figlio e nipote" anche in senso letterale: da parte di madre discendeva da una prestigiosissima
famiglia di pastori battisti che arrivava al suo bisnonno, gli Williams della Georgia.
Martin Luther King Jr. (troppo spesso tratteggiato in modo agiografico e fuorviante) è solo la vetta di questo
iceberg, il figlio, anzi il nipote di una nobilissima tradizione12
: nel 1910 nasceva la N.A.A.C.P. (National
Association for the Adavancement of Coloured People) ad opera anche di W.E.B. Dubois che, forse per nulla
a caso, fu anche uno studioso fondamentale per la riscoperta e la catalogazione dell'eredità degli Spirituals.
Poi vennero altri pastori come James Lawson, che -ben prima di M.L. King- si avvicina alla non-violenza
gandhiana e contribuisce alla nascita degli S.N.C.C. (Student Noviolent Coordianting Committee). Ci
saranno James Farmer e il suo C.O.R.E. (Congress of Racial Equality), i "Freedom Rides", Il "Delta Project", i
boicottaggi, Rosa Parks...
Bob Dylan (uno dei più grandi e geniali saccheggiatori della tradizione Spiritual e folk in generale) a quei
tempi cantava"I shall be released", io sarò liberato, o "For the times they are a-changin’". E i tempi stavano
davvero cambiando, o quantomeno ogni cambiamento sembrava possibile alle coscienze di molti, in tutto il
mondo occidentale, non solo negli States.
Oggi, nel panorama musicale odierno, la musica della tradizione folk americana tutta, a volte viene
etichettata come "Roots" (letteralmente: radici): è uno dei rarissimi casi in cui questo tipo di etichette
create ad uso e consumo dell'utente finale di un I-Pod ha un qualche senso, visto che in quell'inestimabile
patrimonio sono contenuti in nuce tutti i generi e i sotto-generi della musica occidentale popolare e non
solo dell'ultimo secolo. Allo stesso modo, anzi in parallelo, possiamo anche dire che negli Spiritual possiamo
trovare almeno alcune delle radici di un pensiero sociale, civile e -in primis- teologico, che ha condotto
milioni di persone, afroamericani e non, verso un cambiamento, collettivo ed individuale, temporaneo o
meno. Semplificando sicuramente un po', oggi (anche) sotto quest'ottica potremmo provare a dare
un'occhiata all'attuale Presidenza degli U.S.A.
Alan Lomax Mississippi and Texas Church Recordings 1948 link: http://research.culturalequity.org/get-audio-ix.do?ix=session&id=CR48&idType=abbrev&sortBy=abc
Altri link musicali:
http://www.youtube.com/watch?v=MUAsRm89WFg
http://www.youtube.com/watch?v=iEMirwb5eew
http://www.youtube.com/watch?v=tLc8YeXP8FY
http://www.youtube.com/watch?v=N_xaMUxgZiA
http://www.youtube.com/watch?v=SR2gR6SZC2M
http://www.youtube.com/watch?v=mxRCefkVBr8
http://www.youtube.com/watch?v=Lr-GDYGGyyw
https://www.youtube.com/watch?v=8W7Y8R1xQNk
http://www.youtube.com/watch?v=8Uy8cyVWU2A
http://www.youtube.com/watch?v=23sah6aWk3A
http://www.youtube.com/watch?v=LmXz9I0zI5w
http://www.youtube.com/watch?v=AOJ8M6LHQls
http://www.youtube.com/watch?v=UOE41qxBJ_E
http://www.youtube.com/watch?v=yDNH2SAOlAY
http://www.youtube.com/watch?v=InDjAMEsdAU
http://www.youtube.com/watch?v=1_NDH5H0RuE
http://www.youtube.com/watch?v=RLSJntvkgLk
Piccola discografia:
Various Artist - Sounds of the South (Recorded in the Field by Alan Lomax), 1993, Atlantic/Wea (CD 2 e
CD 3).
Various Artist - Afro-American Spirituals, Work Songs, And Ballads,1998, Rounder Select.
Various Artist - Preachin' the Gospel: Holy Blues, 1991, Sony.
Blind Willie Johnson - The Complete Blind Willie Johnson, 1993, Sony.
Golden Gate Quartet - Swing Down Chariot, 1991, Sony.
Mahalia Jackson - Gospels Spirituals & Hymns, 1993, Columbia /Legacy.
Sam Cooke and The Soul Stirrers - Specialty Profiles, 2003, Specialty.
The Staple Singers - Freedom Highway, Sony, 2008
Aretha Franklin - Amazing Grace - 1972, Atlantic/Rhino.
The Blind Boys of Alabama - Spirit Of The Century, 2001, Real World Records.
Web Links:
http://www.negrospirituals.com/
http://www.saintjohngospelchoir.it/Storia%20dello%20Spiritual.pdf
http://www.storiadellamusica.it/capitoli/dai_canti_di_lavoro_al_boogie.html
Bibliografia:
Amiri Baraka (LeRoi Jones), Il popolo del blues, Shake , 2007
Alan Lomax, La terra del Blues, Il Saggiatore, 1993
P. Ribet e F. Gitti , Negro Spirituals - Musica e testi, Claudiana, 1982
P.Naso, Come una città sulla collina, Claudiana, 2008
M. Cotto, Enciclopedia del blues e della musica nera, Arcana,1994