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I Social Media nell’università italiana:
Diffusione degli usi personali, didattici e
professionali negli Atenei italiani
Risultati dell’indagine effettuata presso il personale di ricerca delle
università italiane, finalizzata ad analizzare la diffusione dei Social
Media per utilizzo personale, didattico e professionale
Stefania Manca
CNR, Istituto per le Tecnologie Didattiche
Rapporto Tecnico ITD-CNR, Giugno 2014
I Social Media nell’università italiana
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Come citare il report: Manca S. (2014). I Social Media nell’università italiana. Diffusione degli usi personali, didattici e professionali
negli Atenei italiani. Rapporto Tecnico ITD-CNR, Giugno 2014.
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RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano Donatella Persico dell’Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR, Cinzia Cervato della Iowa State
University e Maria Ranieri dell’Università degli Studi di Firenze, per aver contribuito alla traduzione e adattamento del
testo dell’indagine. Un ringraziamento particolare a Maria Ranieri che ha collaborato all’analisi delle risposte aperte.
Un ringraziamento speciale a Carlo Chiorri, dell’Università degli Studi di Genova, per la consulenza statistica.
Un sentito ringraziamento a tutti i colleghi universitari che hanno partecipato allo studio. Sono consapevole che il carico
didattico e di ricerca che li vede impegnati quotidianamente lascia poche energie per altro. Aver deciso di dedicare un po’
di tempo a partecipare a questa indagine è un risultato di cui sono particolarmente grata. Un grazie di cuore a tutti.
Spero che la condivisione di questo report possa essere un utile strumento di riflessione sul tema proposto.
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Sommario
Summary ............................................................................................................................................................... 7
Premessa ............................................................................................................................................................... 9
Strumento e metodologia di somministrazione .......................................................................................... 10
Lo strumento ................................................................................................................................................................... 10
Individuazione dei destinatari.................................................................................................................................... 10
Procedura di somministrazione e di raccolta dei dati ............................................................................................ 11
Caratteristiche del campione .......................................................................................................................... 12
Risultati preliminari ......................................................................................................................................... 15
Informazioni personali ................................................................................................................................................. 15
Informazioni sull’ateneo di afferenza ....................................................................................................................... 20
Offerta di corsi tradizionali e in modalità e-learning ............................................................................................ 23
Frequenza di utilizzo dei Social Media ..................................................................................................................... 24
Dispositivi da cui si accede ai Social Media ............................................................................................................ 28
Uso personale dei Social Media ..................................................................................................................... 29
Utilità dei Social Media per uso personale............................................................................................................... 29
Motivazioni per usare i Social Media per uso personale ....................................................................................... 31
Uso didattico dei Social Media....................................................................................................................... 33
Utilità dei Social Media per uso didattico ................................................................................................................ 33
Motivazioni per usare i Social Media nella didattica ............................................................................................. 36
Modi d’uso dei Social Media per ragioni didattiche .............................................................................................. 38
Ostacoli all’uso dei Social Media nella didattica .................................................................................................... 41
Le piattaforme di e-learning ........................................................................................................................................ 43
Uso professionale dei Social Media .............................................................................................................. 46
Utilità dei Social Media per uso professionale ........................................................................................................ 46
Motivazioni per usare i Social Media per uso professionale ................................................................................ 48
Commenti finali ................................................................................................................................................ 50
Disponibilità a essere contattati in futuro ................................................................................................... 51
Limitazioni dello studio .................................................................................................................................. 52
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Bibliografia ......................................................................................................................................................... 53
Appendice. Testo completo del questionario .............................................................................................. 54
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Summary
L’indagine che viene qui presentata è stata realizzata nel periodo ottobre-dicembre 2013 ed è stata rivolta a tutto il personale
di ricerca delle università italiane, così come risultante in organico alla data di settembre 2013. L’obiettivo dello studio è
stato quello di rilevare l’uso dei Social Media per motivi personali, di insegnamento e di sviluppo professionale nel contesto
universitario italiano, con lo scopo di capire il grado di penetrazione che questi strumenti hanno attualmente nel nostro
paese. I diversi strumenti rispetto ai quali i rispondenti erano chiamati ad esprimersi comprendevano: Twitter, Facebook,
LinkedIn, Google Plus, Podcast, Blog e Wiki, YouTube e Vimeo, ResearchGate e Academia.edu, SlideShare.
Sono state raccolte un numero di risposte pari a 6139, con un tasso di restituzione del 10,5%. Il campione ha evidenziato
caratteristiche sovrapponibili a quelle della popolazione rispetto ad alcune variabili socio-demografiche e professionali
(genere, ruolo, area scientifico-disciplinare, tipologia di ateneo, area geografica della sede universitaria).
Per quanto riguarda l’uso personale, il 92,1% ha dichiarato di usare almeno un Social Media, con una frequenza variabile tra
Raramente e Almeno una volta al giorno. Gli strumenti più diffusi sono risultati YouTube-Vimeo (66,0%), Facebook (51,2%)
e Google Plus (49,6%).
Per quanto riguarda l’uso didattico, il 30,9% del campione ha dichiarato di non usare alcuno strumento. Tra quelli che li
usano, con una frequenza variabile tra Raramente e Almeno una volta al giorno, lo strumento più diffuso è risultato
YouTube-Vimeo (39,3%), seguito da Google Plus (29,6%) e Blog-Wiki (28,7%).
Infine, sull’uso professionale, il 79,7% dichiara di usare almeno un Social Media, con una frequenza variabile tra Raramente
e Almeno una volta al giorno. Gli strumenti più usati sono risultati ResearchGate o Academia.edu (50,4%), LinkedIn (37,9%)
e Google Plus (36,4%).
Se la percentuale relativa all’utilità di questi strumenti per uso personale si attesta sul 58,9%, quella specifica sull’uso per
scopi di insegnamento e di didattica è risultata del 38,6%; infine, l’utilità rilevata per scopi professionali è stata del 53,9%.
I Social Media considerati più utili per uso personale sono Facebook, YouTube-Vimeo e Google Plus. Quelli considerati più
utili per uso didattico sono YouTube-Vimeo, Google Plus e i Blog-Wiki. Per scopi di sviluppo professionale quelli più utili
risultano, invece, ResearchGate o Academia.edu e LinkedIn.
L’indagine ha approfondito in modo particolare l’esplorazione degli usi didattici e per l’insegnamento, con particolare
riguardo per le modalità attraverso cui questi strumenti vengono usati e per gli ostacoli che ne possono impedire l’uso.
La percentuale di chi li considera utili o interessanti scende quando ci si trova di fronte a quella degli abituali utilizzatori,
che è risultata del 35,2%. Tra le modalità di utilizzo, la visione di materiali già predisposti è stata privilegiata in ambienti
quali YouTube-Vimeo, SlideShare e ResearchGate-Academia.edu; il commento di materiali ha prevalso su Facebook e
Twitter, mentre la produzione di nuovi materiali o elaborati è stata affidata principalmente ai Blog-Wiki e a Google Plus.
In generale si sottolinea la proprietà di questi ambienti di fornire molteplici fonti informative e di varia natura (esperti,
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documenti, siti, ecc.) per la predisposizione e fruizione delle lezioni e la valenza dialogico-comunicativa nella misura in cui
sono in grado di supportare discussioni e scambi che si estendono oltre la lezione stessa.
Tra le ragioni di impedimento risultano, invece, soprattutto i problemi relativi all’accertamento dell’autenticità dei
contributi prodotti dagli studenti, la mancanza di funzionalità specifiche per la didattica e la carenza di buone pratiche per
alcuni strumenti.
Molte sono anche le posizioni critiche o contrarie che enfatizzano l’insuperabilità dell’efficacia della tradizionale lezione
frontale o di fonti di studio quali i libri cartacei, una spiccata preferenza per il rapporto diretto (faccia-a-faccia) tra docente
e studenti, mente si guarda ai Social Media come causa di un’eccessiva perdita di tempo e di indebolimento dei ruoli
tradizionali di studente e docente, oltre che come portatori di rischi per la privacy. Quando esiste un’apertura verso l’uso
di strumenti tecnologici, vengono privilegiate applicazioni non commerciali e soprattutto la piattaforma e-learning di
ateneo, che fornisce maggiori garanzie in termini di privacy e di neutralità dell’informazione.
Complessivamente dall’indagine emergono due principali tendenze. La prima riguarda un atteggiamento positivo che si
esprime soprattutto con l’importanza che questi strumenti possono avere per l’ambito personale e la crescita professionale,
mentre maggiori resistenze e scetticismo vengono riportate per un loro impiego didattico. La seconda evidenzia posizioni
di profondo scetticismo, di forti resistenze culturali o di vera e propria ostilità: dispersività, ridondanza, distrazione, perdita
o mancanza di tempo, assenza di supporto istituzionale, restrizioni nell’accesso ad alcuni siti da parte della rete telematica
di ateneo, mancanza di funzionalità didattiche specifiche e gap generazionale si confermano come fattori che generano
scarso interesse verso l’adozione dei Social Media nei contesti universitari.
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Premessa
Lo studio che viene qui presentato nasce dall’esigenza di effettuare una ricognizione sulla diffusione dei Social Media nel
panorama universitario italiano. In particolare, ci si è posti l’intento di tracciare una mappa degli usi personali, didattici e
professionali dei Social Media da parte del personale di ricerca di tutte le università italiane. A questo scopo è stato
predisposto il testo di un questionario che è stato implementato attraverso un software online, il cui indirizzo è stato inviato
agli account di posta elettronica che è stato possibile reperire. Nel presente rapporto vengono presentati le caratteristiche
dello strumento di rilevazione usato, la metodologia di somministrazione e i risultati raccolti, assieme ad alcune
considerazioni sulle limitazioni dello studio.
Lo scopo del presente rapporto è quello di presentare solo un’analisi descrittiva delle risposte. Analisi interpretative basate
su ipotesi di ricerca che sfruttino anche aggregazioni di dati e analisi statistiche di confronto verranno offerte in
pubblicazioni successive e specificamente orientate.
Lo studio non è stato commissionato da alcuna entità commerciale, né ha come obiettivo quello di rispondere a indagini di
mercato. La natura della presente ricerca è puramente scientifica e a carattere conoscitivo.
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Strumento e metodologia di somministrazione
Lo strumento
L’indagine è stata effettuata attraverso la somministrazione di un questionario tradotto e adattato a partire dal testo di una
survey che la casa editrice internazionale Pearson, specializzata nell’editoria scolastica e universitaria, in collaborazione con
il Babson Survey Research Group somministra da alcuni anni ai docenti delle università degli Stati Uniti (si vedano i report:
Tinti-Kane, Seaman, & Levy, 2010; Moran, Seaman, & Tinti-Kane, 2011; Moran, Seaman, & Tinti-Kane, 2012; Seaman &
Tinti-Kane, 2013). Lo scopo di queste indagini è quello di fare una ricognizione degli usi personali, didattici e professionali
dei Social Media da parte del personale universitario con incarichi di insegnamento.
Per lo scopo dell’indagine che viene qui presentata si è scelto di tradurre e adattare per il contesto italiano il questionario
che è stato somministrato nel 2012 (Moran, Seaman, & Tinti-Kane, 2012). In particolare, è stato necessario modificare alcune
domande preesistenti per colmare alcune differenze culturali e linguistiche tra il contesto statunitense e quello italiano (ad
es., si è preferito rendere con “Piattaforma e-learning” la dicitura “Learning Management System”, che in Italia è nota quasi
esclusivamente solo agli addetti ai lavori) o per aggiungere opzioni di risposta non contemplate nell’indagine originaria
(ad es., dato che uno degli obiettivi era quello di investigare gli usi professionali dei Social Media, sono stati aggiunti social
network accademici come ResearchGate e Academia.edu).
Inoltre, sono state introdotte nuove domande per dar conto delle specificità culturali-organizzative del contesto accademico
italiano. Sono state, infine, aggiunte una serie di domande finalizzate a indagare in maniera più approfondita alcuni aspetti
di utilizzo dei Social Media relativamente ai tre ambiti di riferimento (personale, didattico e professionale).
Il questionario finale contiene alcune domande di carattere socio-anagrafico e professionale, una sezione di informazioni
sull’ateneo in cui si insegna, una serie di sezioni dedicate a esplorare la frequenza, le motivazioni e le modalità d'uso di
diversi strumenti di Social Media per scopi personali, didattici e professionali. Per poter operare il confronto tra le tre
diverse tipologie d’uso, nella presentazione iniziale del questionario era precisato che questo si rivolgeva a coloro che,
operando sia in università statali che non statali, ricoprissero anche incarichi di insegnamento.
Lo strumento, prima di essere somministrato, è stato testato da un piccolo gruppo di ricercatori afferenti a università
diverse, con l’obiettivo di verificarne la comprensibilità e la completezza, oltre che per stimare i tempi di compilazione.
Questi ultimi sono stati calcolati nella misura dei 20 minuti circa.
Individuazione dei destinatari
Per poter avere un quadro della situazione italiana il più ampio possibile si è deciso di raggiungere tutto il personale di
ricerca di tutte le università, così come risultante in organico alla data di settembre 2013. I nominativi sono stati acquisiti
attraverso le informazioni presenti sul portale del MIUR dedicato all’università
(http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/universita/home). Da questi elenchi, scaricabili in formato Excel, che
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contengono informazioni relative alla fascia, la facoltà, il settore scientifico-disciplinare, le aree disciplinari e il dipartimento
di afferenza, sono stati ricavati 57590 nominativi.
Dal momento che nelle università telematiche il personale di ricerca in organico è spesso sottodimensionato rispetto alle
reali esigenze di copertura didattica, per cui ci si avvale spesso di professori a contratto, per non penalizzare la
rappresentanza di questi atenei si è deciso di reperire i loro nominativi attraverso la consultazione dei siti web degli atenei,
con la consapevolezza che fossero presenti eventuali lacune od omissioni. Sono stati, quindi, reperiti ulteriori 585 nominativi
che, sommati ai 57590 già individuati, hanno prodotto un totale di 58175 docenti/ricercatori.
Si è a questo punto proceduto al reperimento degli indirizzi di posta elettronica attraverso la consultazione dei siti web dei
singoli atenei, che normalmente rendono disponibili pubblicamente gli indirizzi email istituzionali del proprio personale
anche attraverso apposite rubriche, al fine di poter inoltrare l’invito di partecipazione all’indagine. Qualora non
direttamente rintracciabili nei siti web, gli indirizzi sono stati creati attraverso un algoritmo che poggiasse su quelli già noti
(es. nome.cognome@dominio.it, n.cognome@dominio.it, ecc.).
Procedura di somministrazione e di raccolta dei dati
Dopo essere stato testato, il questionario è stato messo online attraverso il software open source LimeSurvey
(http://www.limesurvey.org/), che consente la creazione di identificativi personalizzati associati agli indirizzi email. È stato,
quindi, possibile controllare chi avesse accesso al questionario, escludendo la partecipazione di persone non incluse nel
campione. Questa informazione è stata, però, tenuta scorporata dalle risposte, al fine di garantire la riservatezza sull’identità
dei compilatori. Chi era interessato a conoscere i risultati della ricerca e disponibile a essere contattato per ulteriori sviluppi
poteva inserire il suo indirizzo email nell’ultima pagina del questionario.
La compilazione è stata resa possibile dal 1 ottobre al 15 dicembre 2013. A metà di questo periodo di tempo è stato inviato
un promemoria a quanti non avevano riempito il questionario fino a quel momento. Nella mail di invito che ciascuno
riceveva era possibile decidere di non partecipare e di non essere ulteriormente contattati cliccando su un link apposito. Le
rinunce di questo tipo sono state 959.
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Caratteristiche del campione
Al termine del periodo di partecipazione all’indagine sono state raccolte 7388 occorrenze di compilazione, di cui 5632
complete e 1756 incomplete. Di queste ultime sono state considerate solo quelle che avessero completato almeno la prima
sezione di domande utili rispetto al tema dell’indagine (oltre a quelle a carattere socio-demografico e professionale), che
sono risultate pari a 507. Il numero totale di questionari compilati è stato di 6139, con un tasso di risposta pari al 10,5% degli
inviti spediti.
Una prima analisi ha riguardato il confronto tra la distribuzione del campione e quella della popolazione, si è proceduto
cioè a verificare che il campione presentasse caratteristiche sovrapponibili a quelle della popolazione rispetto ad alcune
variabili socio-demografiche e professionali. Sono stati effettuati, quindi, dei test del Chi-quadrato per verificare che la
stratificazione del campione riflettesse quella della popolazione rispetto alle variabili del genere (maschio, femmina), ruolo
(ricercatore, professore associato, professore ordinario), area scientifico-disciplinare (Scienze matematiche e informatiche,
Scienze naturali, Scienze applicate, Scienze umane, Arte e Spettacolo, Scienze sociali), tipologia di ateneo (statale, non
statale; tradizionale, telematico), area geografica della sede universitaria (nord, centro, sud, isole). Dal momento che il test
del Chi-quadrato ha come ipotesi nulla che la distribuzione osservata sia sovrapponibile con quella attesa, qualunque valore
di significatività maggiore a .05 consente di supportare l’ipotesi nulla e quindi di concludere che il campione e la
popolazione siano sovrapponibili rispetto a quella determinata variabile. Tuttavia, data l’elevata ampiezza campionaria, a
fronte di un risultato statisticamente significativo (p<.05) il calcolo della dimensione dell’effetto, che fornisce una misura
della sostanzialità dell’effetto, consente di valutare il reale scostamento tra le frequenze osservate e quelle attese (Chiorri,
2014). Questo significa che una dimensione dell’effetto trascurabile o molto bassa (r < .10-20) può indicare una sostanziale
sovrapponibilità tra il campione e la popolazione anche in presenza di un valore di significatività maggiore a .05.
Tutte le analisi statistiche sono state effettuate con il software IBM SPSS 18.0. Come vedremo nel seguito, il test sulle variabili
del genere, ruolo, settore disciplinare, tipologia di ateneo e area geografica ha consentito di supportare la sovrapponibilità
delle due distribuzioni. Solo il confronto tra atenei tradizionali e telematici ha evidenziato una sostanziale
sovrarappresentazione dei docenti delle università telematiche.
Nella Tabella 1 sono riportati i dati relativi alla distribuzione del campione rispetto alle caratteristiche socio-demografiche
del genere e del ruolo, i cui numeri sono stati confrontati con quelli della popolazione. Il test del Chi-quadrato sulla variabile
del genere ha evidenziato che le due distribuzioni presentano caratteristiche di stratificazione simili (X2(1) = 29.238, p < .01,
r = .07), così come ad analoghi risultati ha condotto il test sulla variabile di ruolo (X2(2) = 103.921, p < .01, r = .13).
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Campione Popolazione (N=58175)
Sesso Maschi 3727 (60,7%) 37245 (64,0%)
Femmine 2412 (39,3%) 20930 (36,0%)
Ruolo (N=6043)
Ricercatore 3130 (51,8%) 26824 (46,6%)
Professore associato 1704 (28,2%) 16086 (28,0)
Professore ordinario 1209 (20,0%) 14612 (25,4%)
Tabella 1: Caratteristiche socio-demografiche e professionali relative al genere e al ruolo (N=6139)
Nella Tabella 2 sono presentati i dati relativi ai settori scientifico-disciplinari, sia nel dettaglio che raggruppati per macro-
aree. Anche in questo caso il test del Chi-quadrato ha evidenziato che le due distribuzioni sono sovrapponili per quanto
riguarda la variabile accorpata delle macro-aree scientifico-disciplinari1 (X2(4) = 134.370, p < .01, r = .15).
Campione
Popolazione
(N=575902)
01. Scienze matematiche e informatiche 435 (7,1%) 3174 (5,5%)
02. Scienze fisiche 288 (4,7%) 2257 (3,9%)
03. Scienze chimiche 307 (5,0%) 2931 (5,1%)
04. Scienze della Terra 121 (2,0%) 1056 (1,8%)
05. Scienze biologiche 500 (8,1%) 4980 (8,6%)
06. Scienze mediche 653 (10,6%) 9871 (17,1%)
07. Scienze agrarie e veterinarie 336 (5,5%) 3040 (5,3%)
08. Ingegneria civile ed Architettura 332 (5,4%) 3623 (6,3%)
09. Ingegneria industriale e dell’informazione 636 (10,4%) 5290 (9,2%)
10. Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche 641 (10,4%) 5227 (9,1%)
11. Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche 639 (10,4%) 4689 (8,1%)
12. Scienze giuridiche 371 (6,0%) 4875 (8,5%)
13. Scienze economiche e statistiche 580 (9,4%) 4825 (8,4%)
14. Scienze politiche e sociali 300 (4,9%) 1752 (3,0%)
Scienze matematiche e informatiche (01) 435 (7,1%) 3174 (5,5%)
Scienze naturali (02-05) 1216 (19,8%) 2257 (19,5%)
Scienze applicate (06.09) 1957 (31,9%) 2931 (37,9%)
Scienze umane, Arte e Spettacolo (10-11) 1280 (20,9%) 1056 (17,2%)
Scienze sociali (12-14) 1251 (20,4%) 4980 (19,9%)
Tabella 2: Settori scientifico-disciplinari e macro-aree disciplinari (N=6139)
1 I 14 settori scientifico-disciplinari sono stati accorpati come segue: Scienze matematiche e informatiche (01. Scienze
matematiche e informatiche), Scienze naturali (02. Scienze fisiche, 03. Scienze chimiche, 04. Scienze della Terra, 05. Scienze
biologiche), Scienze applicate (06. Scienze mediche, 07. Scienze agrarie e veterinarie, 08. Ingegneria civile ed Architettura,
09. Ingegneria industriale e dell’informazione), Scienze umane, Arte e Spettacolo (10. Scienze dell’antichità, filologico-
letterarie e storico-artistiche, 11. Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche) e Scienze sociali (12. Scienze
giuridiche, 13. Scienze economiche e statistiche, 14. Scienze politiche e sociali). 2 In questo caso è stato possibile mettere a confronto solo i nominativi reperiti negli elenchi ufficiali del MIUR che, come
detto sopra, contenevano anche l’affiliazione in termini di area disciplinare e non quelli dei professori a contratto delle
università telematiche reperiti attraverso i siti web di ateneo.
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Un altro confronto è stato operato per quanto riguarda le caratteristiche degli atenei di afferenza. Il confronto delle due
distribuzioni sulla variabile Ateneo statale o Ateneo non statale e quella Ateneo tradizionale o Ateneo telematico hanno
evidenziato che le due distribuzioni sono simili per quanto attiene alla prima variabile (X2(1) = 0.340, p = .056, r = .01), mentre
il confronto sulla variabile relativa alla tipologia di ateneo tradizionale o telematico ha evidenziato una
sovrarappresentazione dei docenti degli atenei telematici (X2(1) = 652.796, p < .01, r = .37). Una possibile spiegazione può
essere attribuibile al fatto che i docenti delle università telematiche fossero più motivati a partecipare all’indagine dal
momento che hanno maggiore familiarità con le tecnologie di comunicazione a distanza.
Campione Popolazione (N=58175)
Statale 5737 (93,5%) 54257 (93,3%)
Non statale 402 (6,5%) 3918 (6,7%)
Tradizionale 5761 (93,8%) 57122 (98,2%)
Telematico 378 (6,2%) 1053 (1,8%)
Tabella 3: Caratteristiche socio-demografiche degli atenei di afferenza (N=6139)
Infine, è stata presa in esame la variabile relativa alla distribuzione geografica. In questo caso è stato possibile operare il
confronto solo in relazione alle macro-regioni. Poiché alcune università hanno più sedi, non si è potuto infatti attribuire la
regione a partire dagli elenchi del MIUR che non contengono l’indicazione di appartenenza ad una specifica sede. Il risultato
del confronto ha evidenziato che il campione e la popolazione presentano caratteristiche simili rispetto alla variabile
geografica (X2(3) = 63.061, p < .01, r = .10).
Campione Popolazione (N=58175)
Nord 2768 (45,1%) 24744 (42,5%)
Centro 1734 (28,2%) 15205 (26,1%)
Sud 1056 (17,2%) 11932 (20,5%)
Isole 581 (9,5%) 6294 (10,8%)
Tabella 4. Macro-aree regionali delle sedi universitarie (N=6139)
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Risultati preliminari
Informazioni personali
La prima sezione del questionario chiedeva una serie di informazioni di tipo socio-demografico e professionale, quali il
genere, l’età, il numero di anni di insegnamento, la tipologia di contratto professionale (dipendente o professore a contratto),
il ruolo e l’area scientifico-disciplinare. Di seguito vengono riportate i dati principali e le rappresentazioni grafiche relative
a queste risposte. I dati si riferiscono alla totalità del campione, ossia i 6139 rispondenti.
Per quanto riguarda il genere (Figura 1), il campione è costituito per il 60,7% (3727) da maschi e per il 39,3% (2412) da
femmine.
Figura 1. Distribuzione per genere (N=6139)
Riguardo la variabile dell’età (Figura 2), il questionario chiedeva di specificare la fascia di riferimento tra le seguenti: meno
di 25 anni, tra 25 e 34 anni, tra 35 a 44 anni, tra 45 e 54 anni, 55 anni e più. L’incidenza più alta è stata quella della fascia
d’età compresa tra i 45 e 54 anni con una percentuale del 35,6% (2185), seguita dalla fascia 35-44 (1939, 31,6%), da 55 anni e
più (1762, 28,7%) e da quella 25-34 anni (253, 4,1%). Nessuna risposta è stata ottenuta per la fascia meno di 25 anni.
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Figura 2. Distribuzione per età (N=6139)
Per quanto riguarda gli anni di insegnamento (Figura 3), le fasce di anzianità erano le seguenti: meno di un anno, da 1 a 3
anni, da 4 a 5 anni, da 6 a 9 anni, da 10 a 15 anni, da 16 a 20 anni, più di 20 anni. Le risposte hanno visto la maggiore
frequenza nella fascia più di 20 anni (1858, 30,3%), seguite dalla fascia 10-15 anni (1690, 27,5%), da quella 6-9 anni (1047,
17,1%), da quella 16-20 (822, 13,4%), per finire con la fascia 4-5 (358, 5,8%) e 1-3 (312, 5,1%). La fascia più bassa, meno di un
anno, ha totalizzato l’0,8% (52) delle risposte.
Figura 3. Distribuzione per anni di insegnamento (N=6139)
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Venendo ora alle tipologie di contratto professionale (Figura 4), i dipendenti universitari sono stati il 98,4% (6043), distribuiti
tra dipendenti a tempo indeterminato (5599, 91,2%) e dipendenti a tempo determinato (444, 7,2%). Il restante delle risposte
(96, 1,6%) è stato fornito da titolari di insegnamento a contratto.
Figura 4. Distribuzione per tipologia di contratto (N=6139)
Tra i titolari di contratto di lavoro dipendente (Figura 5), il 96,9% (5854) ha un contratto a tempo pieno, mentre il 3,1% (189)
ce l’ha a tempo parziale.
Figura 5. Distribuzione per contratto da dipendente (N=6043)
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Sempre per quanto attiene al personale con contratto di lavoro dipendente (Figura 6), questo si distribuisce tra ricercatori
(3130, 51,8%), professori associati (1704, 28,2%) e professori ordinari (1209, 20,0%).
Figura 6. Distribuzione per ruolo (N=6043)
Infine, la distribuzione relativa alle aree e alle macro-aree scientifico-disciplinari (Figure 7 e 8) ha evidenziato una
prevalenza delle scienze applicate (06. Scienze mediche, 07. Scienze agrarie e veterinarie, 08. Ingegneria civile ed
Architettura, 09. Ingegneria industriale e dell’informazione) con il 31,9% (1957) delle risposte, seguite dalle Scienze umane,
Arte e Spettacolo (10. Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, 11. Scienze storiche, filosofiche,
pedagogiche e psicologiche) con il 20,9% (1280) e dalle Scienze sociali (12. Scienze giuridiche, 13. Scienze economiche e
statistiche, 14. Scienze politiche e sociali) con il 20,4% (1251). Un ulteriore 19,8% (1216) delle risposte è stato fornito dalla
macro-area Scienze naturali (02. Scienze fisiche, 03. Scienze chimiche, 04. Scienze della Terra, 05. Scienze biologiche) e il
restante 7,1% (435) dalle Scienze matematiche e informatiche (01. Scienze matematiche e informatiche).
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Figura 7. Distribuzione per area scientifico-disciplinare (N=6139)
Figura 8. Distribuzione per macro-area scientifico-disciplinare (N=6139)
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Informazioni sull’ateneo di afferenza
Le informazioni relative all’ateneo di appartenenza chiedevano di specificare la tipologia (statale e non statale), se si
trattasse di un ateneo telematico o tradizionale, le dimensioni (mega, grande, medio, piccolo) e la regione della sede. Per
quanto riguarda la prima variabile (Figura 9), il 93,5% (5737) delle risposte è stato fornito da personale operante negli atenei
statali, mentre il 6,5% (402) da personale proveniente da atenei non statali.
Figura 9. Distribuzione per tipologia di ateneo (N=6139)
Inoltre, il 6,2% (378) delle risposte è stato dato da personale operante negli atenei telematici, contro il 93,8% (5761)
proveniente da atenei tradizionali (Figura 10).
Figura 10. Distribuzione per tipologia di ateneo (N=6139)
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Per quanto riguarda le dimensioni degli atenei di afferenza (Figura 11), il 29,6% (1815) delle risposte proviene da mega
atenei, il 27,4% (1681) da grandi atenei, il 24,6% (1509) da atenei di medie dimensioni e l’11,4% (699) da atenei piccoli. Un
restante 7,1% (435) dichiara di non sapere a quale tipologia appartenga la propria università.
Figura 11. Distribuzione per dimensioni dell’ateneo (N=6139)
Infine, per quanto attiene all’area geografica della sede principale (Figure 12 e 13), la distribuzione evidenzia una
preponderanza della Lombardia (15,3%, 939) e del Lazio (15,0%, 920), mentre per quanto riguarda il raggruppamento per
macro-aree l’incidenza maggiore è quella ottenuta dal Nord, con il 45,1% (2768) delle risposte.
I Social Media nell’università italiana
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Figura 12. Distribuzione per area geografica (N=6139)
Figura 13. Distribuzione per macro-area geografica (N=6139)
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Offerta di corsi tradizionali e in modalità e-learning
La sezione di domande a carattere socio-demografico e professionale conteneva anche due domande finalizzate a sondare
il tipo di offerta formativa erogata. Nello specifico si è chiesto di indicare quali tipologie di insegnamento (in presenza3,
online4 e blended5) fossero state erogate nell’ultimo anno accademico. Le risposte, illustrate nella Tabella 5, evidenziano
una prevalenza massiccia di corsi tradizionali in presenza nelle tre casistiche di corsi.
Insegnamento in
presenza
Insegnamento
online
Insegnamento
blended
Laurea triennale 4614 (76,9%) 173 (2,9%) 98 (1,6%)
Laurea magistrale, dottorato,
corsi post lauream 4789 (79,9%) 112 (1,9%) 122 (2,0%)
Altro (es. corsi di
aggiornamento professionale) 1355 (22,6%) 63 (1,1%) 87 (1,5%)
Tabella 5. Tipologie di insegnamenti tenuti nell’ultimo anno accademico (N=5997)
Questo dato può essere utilmente messo a confronto con quello della domanda successiva, che chiedeva di indicare le
tipologie di corsi offerti dall’università di appartenenza. Come si può vedere nella Tabella 6, secondo le risposte fornite
quasi la metà degli atenei italiani (48,5%) non offre alcun insegnamento online; questa percentuale si riduce, seppur di poco,
se si fa riferimento alla modalità blended (37,2%). Questo dato va, a nostro avviso, preso con molta cautela, dal momento
che andrebbe verificato con dati forniti da terze parti che abbiano fatto una ricognizione sistematica dell’offerta didattica
delle università italiane, oltre che per il fatto che un numero sensibilmente inferiore di rispondenti ha fornito risposte a
questa domanda.
Nessun
insegnamento
Solo singoli
insegnamenti
Insegnamenti,
corsi di laurea,
corsi post lauream
Online 1783 (48,5%) 746 (20,3%) 929 (25,3%)
Blended 1366 (37,2%) 565 (15,4%) 439 (11,9%)
Tabella 6. Tipologie di insegnamenti offerti dagli atenei (N=3674)
3 Per insegnamento in presenza si intende un insegnamento in cui tutte le lezioni avvengono in presenza. Può prevedere l’uso
di una piattaforma di e-learning o di un sito web dove pubblicare delle informazioni sul corso (programma, criteri di
valutazione, ecc.). 4 Per insegnamento online si intende un insegnamento in cui tutti o quasi tutti i contenuti vengono insegnati online. Di solito
non prevede lezioni in presenza. 5 Per insegnamento blended si intende un insegnamento in cui la componente online è tale da ridurre la durata delle lezioni
in presenza.
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Frequenza di utilizzo dei Social Media
La relazione tra Social Media e loro utilizzo in ambito personale6, didattico7 e professionale8 è stata investigata in una serie
di domande, a partire dalla frequenza d’uso di questi strumenti. La frequenza d’uso è stata autovalutata secondo una scala
Likert a 5 punti, che andava da Mai a Almeno una volta al giorno. La situazione, riferita al campione dei 6139 rispondenti,
è quella illustrata nelle Figure 14, 15 e 16.
Per quanto riguarda l’uso personale (Figura 14), il 92,1% (5657) usa almeno un Social Media. Gli strumenti più diffusi, con
frequenza variabile tra Raramente e Almeno una volta al giorno, sono risultati YouTube-Vimeo (4054, 66,0%), Facebook
(3142, 51,2%) e Google Plus (3042, 49,6%).
6 Per uso personale si intendono usi legati allo stare in contatto con familiari e amici, coltivare interessi extra-lavorativi, ecc. 7 Per uso didattico si intendono usi legati a compiti di insegnamento legati ad un corso (per fare una ricerca, anche durante
una lezione, come parte di un compito per gli studenti, ecc.). 8 Per uso professionale si intendono usi legati allo stare in contatto con i colleghi, aggiornarsi su aree di interesse professionale,
ecc.
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Figura 14. Frequenza d’uso dei Social Media per motivi personali (N=6139)
Per quanto riguarda l’uso didattico (Figura 15), il 30,9% (1896) del campione dichiara di non usare alcuno strumento. Tra
quelli che li usano, con una frequenza variabile tra Raramente e Almeno una volta al giorno, lo strumento più diffuso è
risultato YouTube-Vimeo (2410, 39,3%), seguito da Google Plus (1818, 29,6%) e Blog-Wiki (1761, 28,7%).
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Figura 15. Frequenza d’uso dei Social Media per motivi didattici (N=6139)
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Infine, sull’uso professionale (Figura 16), il 79,7% (4895) dichiara di usare almeno un Social Media. Tra gli strumenti più usati,
con una frequenza variabile tra Raramente e Almeno una volta al giorno, ResearchGate o Academia.edu (3097, 50,4%),
LinkedIn (2326, 37,9%) e Google Plus (2232, 36,4%).
Figura 16. Frequenza d’uso dei Social Media per motivi professionali (N=6139)
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Dispositivi da cui si accede ai Social Media
Una domanda chiedeva specificamente da quale dispositivo digitale si accede più frequentemente ai diversi Social Media.
La Figura 17 illustra come l’uso di dispositivi mobili sopravanzi quello dei computer da tavolo solo nell’accesso a Twitter
(783, 12,8%).
Figura 17. Dispositivi da cui si accede più frequentemente ai Social Media (6133<N<6136)
Nelle sezioni che seguono vengono riportati i risultati relativi alle tre sezioni specificamente dedicate ad approfondire le
tre tipologie d’uso.
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Uso personale dei Social Media
La sezione finalizzata a indagare le ragioni e le modalità d’uso dei Social Media per motivi personali si compone di alcune
domande miranti a esplorare la percezione d’utilità e le motivazioni principali per usare questi strumenti.
Utilità dei Social Media per uso personale
La prima domanda chiedeva se si ritenevano i Social Media utili per uso personale. Le risposte sono illustrate nella Figura
18, da cui si evince che su 6071 risposte più della metà (3574, 58,9%) è risultata positiva.
Figura 18. Distribuzione relativa all’utilità dei Social Media per uso personale (N=6071)
La domanda consentiva di motivare la risposta attraverso un campo aperto. Tra le ragioni riportate con maggiore frequenza
da chi li ritiene utili riportiamo le seguenti:
permettono di tenere i contatti con persone lontane, con amici e parenti
consentono l’allargamento delle conoscenze e delle relazioni interpersonali, oltre che l’approfondimento e il
miglioramento di rapporti già esistenti
riducono i tempi di comunicazione e di scambio rispetto ad altri strumenti di comunicazione (telefono, email)
sono fonti di informazione (a volte alternativi ai media tradizionali) che consentono l’aggiornamento veloce e
costante su temi di attualità, sia sociali che politici, oltre che di interesse personale
consentono lo scambio e la condivisione di informazioni su eventi di interesse comune
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possono essere strumenti di partecipazione politica e civile
sono strumenti di svago e divertimento
Coloro che, invece, hanno risposto negativamente alla domanda sull’utilità adducono le seguenti motivazioni:
costituiscono una grossa perdita di tempo
comportano molti rischi per la privacy
sono preferibili i contatti diretti con le persone
è di gran lunga più vantaggioso usare strumenti come la mail o Skype
sono fonte di spersonalizzazione e banalizzazione dei rapporti interpersonali
veicolano informazioni sbagliate o inattendibili
possono creare dipendenza
Una seconda domanda, visibile a chi avesse risposto positivamente alla domanda precedente, chiedeva quali Social Media
tra quelli elencati fossero ritenuti più utili. La Figura 19 evidenzia che i Social Media considerati più utili sono Facebook
(2255, 64,5%), YouTube-Vimeo (1526, 43,6%) e Google Plus (1452, 41,5%).
Figura 19. Distribuzione relativa all’utilità dei Social Media per uso personale (N=3497)
Tra le ragioni espresse per ciascuno strumento (anche in questo caso era possibile motivare la scelta del tipo di risposta)
riportiamo le seguenti.
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Twitter: aggiornamento veloce su temi di attualità e di interesse personale, anche attraverso i canali di organi di
informazione; conoscere le opinioni di personaggi pubblici e persone note; circolamento rapido di idee con persone con cui
si condividono degli interessi
Facebook: tenere i contatti con amici, parenti e conoscenti anche lontani; condivisione di interessi; restare in contatto
informale con i propri studenti e con i colleghi di altri paesi; strumento di svago e divertimento
LinkedIn: tenersi aggiornati sulla vita professionale di colleghi; mantenere e integrare la rete dei contatti professionali
Google Plus: tenersi aggiornati su temi di interesse personale; consente un’ottima integrazione con altri servizi Google;
condivisione di link, foto e altri materiali multimediali
Podcast: ascoltare programmi radiofonici in differita; ascoltare musica
Blog e Wiki: approfondimento, confronto e condivisione su temi di interesse personale; per mantenere il contatto con gli
studenti
YouTube e Vimeo: fruizione di film e musica; strumento di svago e intrattenimento
RsearchGate e Academia.edu: aggiornamenti sulle pubblicazioni e interessi di altri ricercatori; condivisione dei propri interessi
e risultati di ricerca; ricerca di ricercatori per collaborazioni
Slideshare: condividere i propri lavori; reperire materiali altrui su aree di interesse comune
Motivazioni per usare i Social Media per uso personale
Infine, una terza domanda chiedeva di indicare la motivazione principale per usare i diversi strumenti, a scelta tra le
seguenti: Restare in contatto con famigliari e amici, Restare in contatto con i colleghi di lavoro per questioni personali,
Conoscere nuove persone, Condividere interessi personali, Tenersi aggiornati su temi di interesse personale, Trascorrere
del tempo in maniera piacevole, Altro. Le risposte, riportate nel grafico di Figura 20, evidenziano che Twitter (N=1119),
Google Plus (N=2097) e i Blog-Wiki (N=1590) vengono usati principalmente per Tenersi aggiornati su temi di interesse
personale (rispettivamente, 678, 60,6%; 992, 47,3%; 1057, 66,5%); Facebook (N=2920) per Restare in contatto con famigliari e
amici (1877, 4,3%); LinkedIn (N=1945) per Restare in contatto con i colleghi di lavoro per questioni personali (1260, 64,8%);
YouTube-Vimeo (N=2630) sia per Tenersi aggiornati su temi di interesse personale (1114, 42,4%) che per Trascorrere del
tempo in maniera piacevole (1041, 39,6%). Infine, anche SlideShare, pur ottenendo un numero di risposte molto più basso
(N=594), viene usato principalmente per Tenersi aggiornati su temi di interesse personale (334, 56,2%).
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Figura 20. Motivazioni principali per l’uso dei Social Media per ragioni personali (594<N<2920)
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Uso didattico dei Social Media
La sezione dedicata ad indagare gli usi didattici dei Social Media si compone di una serie lunga e articolata di domande
finalizzate a capire come questi strumenti vengono usati nella didattica universitaria, oltre che a cogliere le ragioni di
eventuali ostacoli che ne impediscono l’uso. Inoltre, alcune domande erano dedicate ad analizzare l’uso di strumenti e-
learning nella propria didattica.
Utilità dei Social Media per uso didattico
Una prima domanda chiedeva se si ritenevano i Social Media utili per uso didattico. Le risposte sono illustrate nella Figura
21, da cui si evince che su 5833 risposte solo il 38,6% (2249) è risultata positiva. Una percentuale quasi analoga si è espressa
negativamente (2179, 37,4%), mentre la quota degli indecisi si è attestata sul 24,1% (1405).
Figura 21. Distribuzione relativa all’utilità dei Social Media per uso didattico (N=5833)
La domanda consentiva di motivare la risposta attraverso un campo aperto. Tra le ragioni espresse a favore nei commenti
troviamo alcuni dei motivi indicati anche nel questionario rispetto ai singoli strumenti (si veda sotto):
possono migliorare la motivazione e accrescere il coinvolgimento degli studenti
offrono l’opportunità di realizzare forme di didattica collaborativa e partecipativa
permettono di condividere in modo più facile e immediato materiali e informazioni
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consentono di offrire risorse sempre aggiornate e materiali didattici (soprattutto video) integrativi rispetto alla
lezione
sono strumenti che offrono la possibilità di comunicare in maniera veloce con gli studenti e di rimanere in contatto
con loro
Chi, invece, ha espresso una posizione negativa adduce motivazioni quali:
l’efficacia della tradizionale lezione frontale o di fonti di studio quali i libri cartacei è insuperabile
è di gran lunga preferibile sempre il rapporto diretto (faccia-a-faccia) tra docente e studenti
moltiplicano effetti di distrazione sugli studenti
comportano un’eccessiva perdita di tempo
sono portatori di rischi per la privacy
portano all’indebolimento dei ruoli tradizionali di studente e docente
Qualcuno evidenzia come gli studenti non siano affatto interessati ad utilizzare questi strumenti per attività di studio,
oppure sottolinea come l’impiego di social network alla Facebook possa condurre ad un globale impoverimento culturale
degli studenti o ad un appiattimento delle pratiche accademiche. In generale, ricorre con una certa frequenza l’osservazione
secondo cui, essendo il proprio Ateneo dotato di piattaforma di e-learning o di un sito istituzionale, non è necessario
avvalersi di altri strumenti. In particolare, per alcuni questa piattaforma consente di gestire la comunicazione con gli
studenti e la condivisione dei materiali in modo più efficace di altri strumenti, il cui uso frammentario potrebbe risultare
dispersivo. Per altri la piattaforma di Ateneo consente maggiori livelli di protezione e sicurezza, caratteristica che li
renderebbe preferibili.
Una seconda domanda, visibile a chi avesse risposto positivamente alla domanda precedente, chiedeva quali Social Media
tra quelli elencati fossero ritenuti più utili. La Figura 22 evidenzia che i Social Media considerati più utili sono
YouTube/Vimeo (1156, 53,5%), Google Plus (867, 40,1%) e i Blog/Wiki (817, 37,8%).
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Figura 22. Distribuzione relativa all’utilità dei Social Media per uso didattico (N=2162)
Tra le ragioni espresse per ciascuno strumento (anche in questo caso era possibile motivare la scelta del tipo di risposta)
riportiamo le seguenti.
Twitter: comunicazioni rapide con gli studenti, sia per gestire aspetti organizzativi che per segnalare iniziative o eventi di
interesse
Facebook: comunicazione rapida con gli studenti relativa ad aspetti del corso; segnalazioni di eventi o iniziative di interesse
per gli studenti; condivisione di materiali e idee; gestione di gruppi di lavoro
LinkedIn: mantenere i contatti con ex studenti
Google Plus: condivisione di materiale didattico e integrativo; gestione della comunicazione con gli studenti
Podcast: recupero di audio originali di conferenze o eventi scientifici; condivisione di lezioni registrate; serbatoio di materiali
didattici integrativi
Blog e Wiki: comunicazione rapida con gli studenti; condivisione di materiali didattici o integrativi per il corso; confronto e
scambio con gli studenti; produzione di testi e documenti condivisi
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YouTube e Vimeo: la ricchezza di materiali integrativi utili per la didattica (da documentari utili per l’insegnamento delle
scienze a filmati didattici esemplificativi di aspetti anche pratici delle discipline oggetto di studio, a contenuti in lingua
originale per l’insegnamento delle lingua straniere)
RsearchGate e Academia.edu: condivisione di articoli scientifici; ambiente per fare ricerche bibliografiche
Slideshare: condivisione di materiali didattici; reperimento di informazioni e documenti per la didattica
Motivazioni per usare i Social Media nella didattica
Una terza domanda chiedeva di indicare la motivazione principale per usare i diversi strumenti, a scelta tra le seguenti:
Accrescere la motivazione e il coinvolgimento degli studenti, Realizzare forme di didattica collaborativa e partecipativa,
Sfruttare la familiarità che gli studenti hanno già con questi strumenti, Migliorare la qualità della didattica, Sperimentare
nuovi strumenti, Condividere più facilmente materiali con gli studenti, Altro. Le risposte, riportate nel grafico della Figura
23, evidenziano che Twitter (N=332) viene usato principalmente per Accrescere la motivazione e il coinvolgimento degli
studenti (84, 25,3%); Facebook (N=911) per Accrescere la motivazione e il coinvolgimento degli studenti (232, 25,5%),
Sfruttare la familiarità che gli studenti hanno già con questi strumenti (205, 22,5%) e per Condividere più facilmente
materiali con gli studenti (202, 22,2%); LinkedIn (N=329) per Realizzare forme di didattica collaborativa e partecipativa (64,
19,5%) e per Accrescere la motivazione e il coinvolgimento degli studenti (60, 18,2%); Google Plus (N=1044) e i Podcast
(N=358) per Migliorare la qualità della didattica (rispettivamente, 303, 29,0%; 99, 27,7%) e per Condividere più facilmente
materiali con gli studenti (rispettivamente, 231, 22,1%; 89, 24,9%); i Blog-Wiki (N=1049) per Migliorare la qualità della
didattica (261, 24,9%), per Condividere più facilmente materiali con gli studenti (242, 23,1%) e per Realizzare forme di
didattica collaborativa e partecipativa (234, 22,3%); YouTube-Vimeo (N= 1577) per Migliorare la qualità della didattica (449,
28,5%) e per Accrescere la motivazione e il coinvolgimento degli studenti (395, 25,0%); ResearchGate e Academia.edu
(N=826) per Condividere più facilmente materiali con gli studenti (234, 28,3%) e per Migliorare la qualità della didattica
(228, 27,6%); infine, SlideShare (N=599) per Condividere più facilmente materiali con gli studenti (236, 39,4%) e per
Migliorare la qualità della didattica (191, 31,9%).
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Figura 23. Motivazioni principali per l’uso dei Social Media per motivi didattici (329<N<1577)
Altre motivazioni e modalità di utilizzo sono state indagate nelle risposte aperte a questa domanda. Le risposte hanno
evidenziato che i Social Media vengono usati per reperire informazioni e materiali utili per la preparazione delle lezioni.
Nello specifico, inoltre:
Twitter, Facebook e Google Plus vengono anche utilizzati per motivi pratici, ad esempio i primi due come strumenti
per comunicazioni rapide con gli studenti (avvisi su esami, lezioni, ricevimenti, orari, eventi), mentre il secondo
per la gestione del calendario
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Twitter è stato usato e analizzato anche come strumento di comunicazione politica e come ambiente di
comunicazione con studenti stranieri
Facebook insieme a Blog e Wiki vengono particolarmente apprezzati per creare gruppi di lavoro, anche informali,
mentre i Podcast per l’ascolto di lezioni registrate
LinkedIn viene usato soprattutto le possibilità di mantenere i contatti con studenti e laureati e per le implicazioni
per il job placement, oltre che per la certificazione di competenze
SlideShare è un risorsa utile per reperire materiali per preparare le lezioni
Infine, ResearchGate-Academia.edu vengono indicati come ambienti funzionali al reperimento del materiale
bibliografico e alla creazione di reti su scala internazionale.
Modi d’uso dei Social Media per ragioni didattiche
Una domanda apposita chiedeva quali fossero le modalità d’uso per ciascun Social Media, offrendo le seguenti opzioni di
risposta: Gli studenti dovevano visionare materiali, Gli studenti dovevano commentare materiali, Gli studenti dovevano
produrre elaborati, Altra modalità. La situazione, illustrata nella Figura 24, evidenzia come la visione di materiali già
predisposti sia stata privilegiata in ambienti quali YouTube-Vimeo (69,6%, 1273 su 1829 risposte), SlideShare (64,4%, 374 su
581 risposte) e ResearchGate-Academia.edu (58,8%, 415 su 706 risposte), il commento di materiali abbia prevalso su
Facebook (24,2%, 227 su 939 risposte) e Twitter (23,1%, 73 su 316 risposte), mentre la produzione di nuovi materiali o
elaborati sia stata affidata principalmente ai Blog-Wiki (21,4%, 258 su 1203 risposte) e a Google Plus (20,8%, 225 su 1083
risposte). I commenti alle risposte confermano sostanzialmente queste tipologie di utilizzo con qualche precisazione. Alcuni
enfatizzano la caratteristica di questi ambienti di fornire molteplici fonti informative e di varia natura (esperti, documenti,
siti, ecc.), alcune delle quali possono essere raccolte, archiviate e mostrate a lezione; altri invece ne sottolineano la valenza
dialogico-comunicativa nella misura in cui sono in grado di supportare discussioni e scambi che si estendono oltre la
lezione.
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Figura 24. Modalità di utilizzo didattico dei Social Media (233<N<1829)
Un’altra domanda mirava a sondare l’efficacia dei Social Media come strumenti per la costruzione di una comunità di
studenti/ex studenti (Figura 25). Su 5789 risposte totalizzate, il 65,2% (3775) ritiene che possano essere efficaci, contro l’11,2%
(646), mentre il 23,6% (1368) non ha una posizione né a favore né contraria.
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Figura 25. Efficacia dei Social Media per la costruzione di una comunità di studenti o ex studenti (N=5789)
Tra le ragioni favorevoli vengono annoverate motivazioni quali:
la facilitazione degli scambi
il superamento delle distanze
il supporto per i non frequentanti
la possibilità di mantenere attivi legami personali e favorire la conoscenza reciproca delle esperienze professionali
per future e/o inedite collaborazioni
la creazione di reti di laureati inseriti nel mondo del lavoro in grado di fornire consigli utili a chi ancora studia
l’aumento della fidelizzazione
È interessante notare come dai commenti emergano due visioni molto diverse sul modo in cui tali comunità dovrebbero
essere gestite. Da un lato, prevale l’idea secondo cui simili comunità dovrebbero essere gestite interamente dagli alunni o
ex-alunni senza alcun intervento dei docenti: ambienti come Facebook, del resto, sono nati come strumenti informali per
ritrovare vecchi compagni di scuola, generando comunità spontanee di ex-alunni. Dall’altro, c’è chi sostiene che la nascita
di comunità di questo tipo dovrebbe essere inquadrata nell’alveo delle iniziative istituzionali e regolata di conseguenza
sulla base di precise policy pubbliche. Da parte di molti emerge, comunque, in generale la necessità di non essere coinvolti
in quanto docenti, lasciando che siano iniziative autogestite interamente dagli studenti.
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I contrari argomentano perlopiù che si tratta di strumenti dispersivi e inutili che favoriscono solo lo sviluppo di relazioni
superficiali, mentre le comunità andrebbero favorite attraverso contatti diretti.
Gli indecisi, infine, commentano che la loro efficacia dipende dalla finalità e dal modo in cui sono utilizzati: da un lato, si
registrano indubbi vantaggi, ad esempio reperimento di informazioni, anche difficili da recuperare, dall’altro, rischi di
distrazione con conseguente perdita di tempo e ricadute negative sullo studio. Anche tra gli indecisi alcuni sottolineano la
necessità di ricondurre tali comunità al contesto istituzionale, avvalendosi di strumenti formalmente riconosciuti dagli
Atenei, come ad esempio le piattaforme di e-learning, meno dispersive e pertanto più efficaci.
Ostacoli all’uso dei Social Media nella didattica
Infine, è stato chiesto quali ostacoli possono impedire l’uso didattico dei Social Media (2960<N<3760). Tra le ragioni di
impedimento al primo posto risultano i problemi relativi all’accertamento dell’autenticità dei contributi prodotti dagli
studenti (3129, 83,2% su 3760 risposte), la mancanza di funzionalità specifiche per la didattica (2513, 74,8% su 3359) e la
carenza di buone pratiche per alcuni strumenti (2281, 73,3% su 3110 risposte). Ulteriori ragioni sono state individuate nella
dispersione dei partecipanti e delle informazioni nei diversi ambienti (2180, 69,1% su 3157 risposte) e nella difficoltà di
valutare le attività didattiche svolte (2218, 68,2% su 3250 risposte). Per una rappresentazione completa delle risposte a
questa domanda si veda la Figura 26.
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Figura 26. Ostacoli all’uso dei Social Media in ambito didattico (2960<N<3760)
Tra i commenti sono stati evidenziati ulteriori fattori di criticità quali:
mancanza di tempo
assenza di strutture e supporto organizzativo
aumento del carico di lavoro
mancato riconoscimento del carico di lavoro aggiuntivo sia per gli studenti che per i docenti
scarso interesse degli studenti ad utilizzare queste modalità comunicative e di lavoro a scopo accademico
necessità di tenere distinte identità personale e identità professionale
assenza di politiche sul copyright
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A monte, però, emerge come questione di fondo la seguente: in molti non ritengono che i Social Media siano funzionali alla
didattica o, meglio, alla propria specifica disciplina di insegnamento; alcuni evidenziano addirittura come essi siano
intrinsecamente diseducativi o incoraggino la superficialità. In questo caso, tuttavia, più che parlare di ostacoli all’adozione,
appare corretto ricondurre questi commenti alla categoria delle ragioni che spingono a non utilizzare i Social Media. Tra
queste ricorre frequentemente, qui come già prima (vedi commenti sui motivi di uso o non uso), anche la mancanza del
contatto diretto: la comunicazione faccia a faccia come medium privilegiato della lezione tradizionale rimane per molti
docenti irrinunciabile in quanto strumento essenziale per garantire la qualità dei rapporti con gli studenti e della didattica.
Viene ribadita, inoltre, l’inaffidabilità dei servizi social a fronte delle piattaforme e-learning istituzionali, che per molti
offrono più che a sufficienza gli strumenti richiesti per l’insegnamento e per gestire la comunicazione con gli studenti.
Le piattaforme di e-learning
La prima domanda di questa sezione (Figura 27) chiedeva di indicare se si fosse mai fatto uso della piattaforma di e-learning
(es. Blackboard, Moodle, WebCT, ecc.) della propria istituzione nell’ambito dei corsi e, in caso affermativo, in quali modi
fosse stata utilizzata. Su 5752 risposte, il 34,6% (1991) dichiara di aver usato la piattaforma e-learning del proprio ateneo,
contro il 58,0% (3335) che non l’ha mai usata. Un restante 7,4% (426) dichiara che la sua università non dispone di una
piattaforma di e-learning.
Figura 27. Utilizzo della piattaforma di e-learning di ateneo (N=5752)
Riguardo le modalità di utilizzo (Figura 28), chi l’ha usata se ne è avvalso principalmente per inserire il programma dei
corsi (1744, 87,6%), per inviare messaggi o avvisi agli studenti (1434, 72,0%), per consultare l’archivio delle risorse
multimediali e dei contenuti digitali (1003, 50,4%) e per gestire i compiti (916, 46,0%) e i voti (840, 42,2%) per gli studenti.
Infine, il 42,1% (839) dichiara di aver usato anche i forum di discussione con gli studenti.
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Figura 28. Modi di utilizzo della piattaforma di e-learning di ateneo (N=1991)
Nei commenti a questa domanda emerge che l’uso prevalente riguarda l’erogazione dei contenuti (ad esempio, fornire
materiale didattico, rendere disponibili le slide della lezione, caricare registrazioni audio o video delle lezioni, mettere a
disposizione materiali di approfondimento) o per gestire le iscrizioni agli esami. Molto più limitate le attività orientate allo
sviluppo di comunità di apprendimento attraverso la creazione di gruppi di lavoro o l’uso di test di verifica tramite quiz,
ecc.
È stato, inoltre, chiesto quali funzionalità generalmente non presenti in una piattaforma di e-learning fossero maggiormente
desiderabili (Figura 29). In una scala Likert a 4 punti da Non importante a Molto importante, i valori più alti sono stati
attribuiti all’accesso alle risorse bibliotecarie della propria università (1485, 75,2% tra Molto importante e Importante),
l’accesso a risorse open source (1456, 73,6% tra Molto importante e Importante) e l’accesso a materiali messi a disposizione
dall’editoria accademica (1298, 65,6% tra Molto importante e Importante). Minore interesse sembrano, invece, rivestire il
collegamento con Social Media esterni (718, 36,6% tra Molto importante e Importante) e la presenza di funzioni di supporto
alla socializzazione all’interno della piattaforma (607, 31,1% tra Molto importante e Importante).
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Figura 29. Desiderata di funzionalità all’interno della piattaforma e-learning di ateneo (1952<N<1979)
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Uso professionale dei Social Media
La sezione finalizzata ad indagare le ragioni e le modalità d’uso dei Social Media per motivi professionali si compone di
alcune domande miranti a esplorare la percezione d’utilità e le motivazioni principali per usare questi strumenti.
Utilità dei Social Media per uso professionale
La prima domanda chiedeva se si ritenevano i Social Media utili per uso professionale. Le risposte sono illustrate nella
Figura 30, da cui si evince che su 5672 risposte più della metà (3055, 53,9%) è risultata positiva.
Figura 30. Distribuzione relativa all’utilità dei Social Media per uso professionale (N=5672)
La domanda consentiva di motivare la risposta attraverso un campo aperto. Tra le ragioni riportate con maggiore frequenza
da chi ha espresso una valutazione di utilità positiva, ricordiamo:
possibilità di aggiornarsi rapidamente su temi di interesse professionale
condivisione di testi in elaborazione o già pubblicati, anche in alternativa ai canali editoriali tradizionali
possibilità di migliorare la propria visibilità nella comunità scientifica di riferimento
ampliamento della rete di contatti
valutare offerte di lavoro
reperimento di risorse bibliografiche
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Chi si è espresso negativamente adduce le seguenti motivazioni:
possono diventare cassa di risonanza di informazioni poco accurate o superficiali
sono luoghi di esibizionismo e di autopromozione narcisistica
sono sufficienti gli strumenti tradizionali (email, sito web dell’università)
costituiscono una grossa perdita di tempo
Una seconda domanda, visibile a chi avesse risposto positivamente alla domanda precedente, chiedeva quali Social Media
tra quelli elencati fossero ritenuti più utili. La Figura 31 evidenzia che i Social Media considerati più utili sono ResearchGate
o Academia.edu (1722, 58,8%) e LinkedIn (1664, 56,8%).
Figura 31. Distribuzione relativa all’utilità dei Social Media per uso professionale (N=2931)
Tra le ragioni espresse per ciascuno strumento (anche in questo caso era possibile motivare la scelta del tipo di risposta)
riportiamo le seguenti.
Twitter: favorisce la divulgazione dei risultati ottenuti; consente di restare aggiornati in tempo reale
Facebook: aggiornamento rapido su temi di interesse professionale; consente di mantenere e allargare le reti professionali;
favorisce la diffusione dei risultati del proprio lavoro all’interno della comunità scientifica
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LinkedIn: contattare colleghi nuovi e già conosciuti; diffondere attività e aree d'interesse all'interno di una comunità
scientifica; condivisione delle opportunità di lavoro e circolazione dei curricula; favorisce relazioni tra professionalità
diverse; mantenere contatti con ex-studenti; partecipare a diversi gruppi di discussione; ricerca di personale per contratti a
tempo; scoprire nuove opportunità di lavoro
Google Plus: condivisione interattiva di documenti editabili e di materiali; diffondere il proprio lavoro all'interno di una
comunità scientifica; presenza di community tematiche per la discussione su aspetti mirati di ricerca e didattica; tenersi
aggiornati sui temi di ricerca e dare maggiore visibilità alla propria ricerca; ricerche bibliografiche e di informazioni
scientifiche
Podcast: strumento di disseminazione della ricerca; circolazione delle idee in ambiti mirati; formazione e aggiornamento
Blog e Wiki: aggiornamento e informazione su temi di interesse professionale; strumenti di promozione professionale;
condivisione di informazioni e confronto
YouTube e Vimeo: formazione e aggiornamento professionali; strumenti di autopromozione; reperimento di risorse utili per
il proprio lavoro di ricerca; visualizzazione di conferenze e filmati storici
ResearchGate e Academia.edu: condividere informazioni sulle proprie pubblicazioni con i colleghi; consente la conoscenza e
il download di lavori scientifici del proprio settore scientifico; ricerca di informazioni bibliografiche; ampliamento della
propria rete professionale; tenersi aggiornati sulle attività professionali dei colleghi
Slideshare: condivisione di materiali di ricerca e di slide presentate ai convegni
Motivazioni per usare i Social Media per uso professionale
Infine, una terza domanda chiedeva di indicare la motivazione principale per usare i diversi strumenti, a scelta tra le
seguenti: Restare in contatto con i colleghi, Ampliare la rete di contatti professionali, Condividere interessi professionali,
Dare visibilità ai miei risultati professionali, Promuovere iniziative che riguardano il mio lavoro, Sentirmi parte di una
comunità professionale, Altro. Le risposte, riportate nel grafico di Figura 32, evidenziano che Twitter (189, 32,1%) viene
usato principalmente per Condividere interessi professionali, Facebook (500, 42,9%) per Restare in contatto con i colleghi,
LinkedIn (952, 51,0%) per Ampliare la rete di contatti professionali, Google Plus sia per Restare in contatto con i colleghi
(266, 23,8%) che per Condividere interessi professionali (262, 23,4%), i Podcast, i Blog-Wiki, YouTube-Vimeo per
Condividere interessi professionali (rispettivamente, 72, 34,4%; 252, 35,3%; 216, 28,8%), ResearchGate e Academia.edu (803,
40,4%) per Dare visibilità ai propri risultati professionali e SlideShare (151, 32,6%) per Condividere interessi professionali.
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Figura 32. Motivazioni principali per l’uso dei Social Media per ragioni professionali (209<N<1989)
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Commenti finali
Dai commenti finali al questionario emergono due principali tendenze relative alle reazioni dei rispondenti. Da un lato,
gran parte delle osservazioni riguardano apprezzamenti positivi verso l’area d’investigazione della presente indagine:
l’attualità dell’argomento, la diffusione dei Social Media tra le nuove generazioni, la mancanza di ricerche e riflessioni su
questi temi e le potenzialità percepite di questi strumenti per la didattica sono le ragioni tipicamente addotte per
argomentare a favore della positività dell’indagine.
Alcuni commenti enfatizzano l’opportunità, offerta dal questionario, di poter riflettere sulle implicazioni dei Social Media
e valutarli per scopi didattici. Inoltre, mentre molti sottolineano l’importanza che questi strumenti possono avere per
l’ambito personale e la crescita professionale, maggiori resistenze e scetticismo vengono riportate per un loro impiego
didattico.
Dall’altro, numerosi sono i commenti in cui si ribadiscono posizioni di profondo scetticismo, di forti resistenze culturali o
di vera e propria ostilità verso l’uso dei Social Media nelle attività accademiche. Dispersività, ridondanza, distrazione,
perdita o mancanza di tempo, assenza di supporto istituzionale, restrizioni nell’accesso ad alcuni siti (molti dei Social Media
presentati nell’indagine sono bloccati) da parte della rete telematica di ateneo, mancanza di funzionalità didattiche
specifiche e gap generazionale si confermano come fattori che generano scarso interesse verso l’adozione dei Social Media
nei contesti universitari.
Un ulteriore elemento che emerge riguarda il diffuso analfabetismo (spesso di ritorno) esibito da molti studenti, incapaci di
usare logiche espositive chiare e articolate così come di abilità di scrittura adeguate ad un contesto di formazione superiore.
I Social Media, secondo questa prospettiva, non farebbero che incentivare un impoverimento di queste abilità inducendo
peraltro all’annullamento della riflessione privata.
Inoltre, viene spesso sottolineato l’insostituibile valore del rapporto diretto e faccia a faccia con gli studenti, oltre che l’uso
di metodi di insegnamento tradizionali. Quando esiste un’apertura verso l’uso di strumenti tecnologici, vengono
privilegiate applicazioni non commerciali e soprattutto la piattaforma e-learning di ateneo, che fornisce maggiori garanzie
in termini di privacy e di neutralità dell’informazione.
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Disponibilità a essere contattati in futuro
Un’ultima domanda chiedeva se si era disponibili ad essere ricontattati per ulteriori domande. Su 5637 rispondenti (Figura
33), 2790 (49,5%) hanno risposto affermativamente.
Figura 33. Disponibilità ad essere ricontattati in futuro (N=5637)
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Limitazioni dello studio
Seppure la ricerca sia riuscita nell’intento di rivolgersi a tutta la popolazione di ricerca universitaria italiana, lo studio
presenta una serie di limitazioni importanti. La principale riguarda il tasso di risposta che, come abbiamo visto, è stato del
10,5%. Sebbene le indagini online ottengano un tasso di risposta mediamente inferiore dell’11% rispetto a somministrazioni
tradizionali, quali i questionari cartacei o le indagine telefoniche (Fan & Yan, 2010), nel nostro caso ci sono state una serie
di difficoltà oggettive relative al reperimento degli indirizzi email o all’effettiva ricezione delle mail inviate. Non tutti gli
indirizzi email presenti nei siti web delle università erano corretti e non sempre quelli generati secondo l’algoritmo
individuato sono correttamente arrivati a destinazione. Inoltre, con l’uso sempre più diffuso di tecniche di filtraggio di mail
indesiderate, le mail di invito possono essere state bloccate dai filtri anti-spam. A ciò si aggiunga che non tutti i docenti
universitari consultano la loro mail istituzionale, preferendo quella personale. Inoltre, nonostante la diffusione degli
strumenti digitali e l’accesso ad Internet possano essere dati per acquisiti specie in una popolazione come quella accademica,
si evidenziano ancora delle differenze di familiarità e di frequenza di accesso a strumenti di compilazione online in alcune
fasce della popolazione (cfr. Teo, 2013), oltre a caratteristiche socio-demografiche che possono predisporre o inibire la
volontà di partecipare ad una survey online (cfr. Diment & Garrett-Jones, 2007).
Ulteriori motivi per un tasso di risposte così basso possono essere ascrivibili alla mancanza di familiarità con il tema,
all’opposizione pregiudiziale nei confronti dell’argomento e al tempo richiesto per la compilazione (20 minuti).
Infine, dal momento che l’indagine richiedeva ai partecipanti di avere esperienza di insegnamento, questo requisito può
aver fatto desistere dalla compilazione una quota di quel 46,6% costituito dai ricercatori che non ricoprono incarichi di
insegnamento.
L’insieme di queste limitazioni ci rende consapevoli, inoltre, di aver individuato un campione di risposte con un forte bias
rispetto all’interesse (sia in termini positivi che negativi) e all’importanza del tema proposto.
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Bibliografia
Chiorri, C. (2014). Fondamenti di psicometria. Milano: McGraw-Hill.
Diment, K., & Garrett-Jones, S. (2007). How demographic affect mode preference in a postal/web mixed-mode survey of
Australian researchers. Social Science Computer Review, 25 (3), 410-417.
Fan, W., & Yan, Z. (2010). Factors affecting response rates of the web survey: A systematic review. Computers in Human
Behavior, 26 (2), 132-139.
Moran, M., Seaman, J., & Tinti-Kane, H. (2011). Teaching, Learning, and Sharing: How Today’s Higher Education Faculty Use
Social Media. Pearson Learning Solutions and Babson Survey Research Group.
Moran, M., Seaman, J., & Tinti-Kane, H. (2012). Blogs, Wikis, Podcasts and Facebook: How Today’s Higher Education Faculty Use
Social Media. Pearson Learning Solutions and Babson Survey Research Group.
Seaman, J., & Tinti-Kane, H. (2013). Social Media for Teaching and Learning. Pearson Learning Solutions and Babson Survey
Research Group.
Teo, T. (2013). Online and paper-based survey data: Are they equivalent?. British Journal of Educational Technology, 44 (6),
E196-E198.
Tinti-Kane, H., Seaman, J., & Levy, J. (2010). Social Media in Higher Education. Pearson Learning Solutions and Babson Survey
Research Group.
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Appendice. Testo completo del questionario
Social Media e università
Caro/a collega,
Stiamo svolgendo uno studio di respiro internazionale sulla diffusione dei Social Media presso i docenti universitari italiani
relativamente all’uso personale, didattico e professionale di questi strumenti. In questo contesto, per Social Media intendiamo quelle applicazioni Internet che consentono la creazione e lo scambio di contenuti digitali prodotti, discussi o
rielaborati dagli utenti. I Social Media possono assumere differenti forme e includono i blog, i wiki (ambienti di scrittura condivisa), i social network (es. Facebook, Twitter, Google+ ecc.), i servizi di condivisione di immagini o video (es. Flickr,
YouTube), ecc.
Lo studio è svolto in collaborazione con una ricercatrice della Iowa State University negli Stati Uniti e ha l’obiettivo di far
luce sull’uso dei Social Media da parte di chi insegna nelle università italiane e di confrontare la situazione del nostro paese con quella statunitense. Il questionario si rivolge quindi a chiunque insegni all’università, sia in qualità di docente dipendente
di un ateneo (pubblico o privato) sia in qualità di professore a contratto.
Il questionario contiene alcune domande socio-anagrafiche, una sezione di informazioni sull’ateneo in cui si insegna, una
serie di sezioni dedicate a esplorare la frequenza, le motivazioni e le modalità d'uso di diversi strumenti di Social Media per scopi personali, didattici e professionali.
Il questionario è anonimo e la sua compilazione richiede circa 20 minuti. Ti saremmo grate se potessi compilarlo entro il 15
dicembre. Le risposte che fornirai verranno utilizzate ad uso esclusivo di ricerca. Ti garantiamo che i dati raccolti rimarranno
assolutamente anonimi e saranno aggregati nelle elaborazioni statistiche con quelli degli altri partecipanti (ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati personali). Se sei interessato a
conoscere i risultati della ricerca e sei disponibile a essere contattato per eventuali ulteriori sviluppi della stessa, inserisci il tuo indirizzo email, come richiesto, nell’ultima pagina. Ciò ci consentirà di condividerne i risultati anche con te.
Ti ringraziamo per la tua gentile collaborazione.
Cordiali saluti,
Stefania Manca, ITD-CNR di Genova Donatella Persico, ITD-CNR di Genova
Maria Ranieri, Università di Firenze
Cinzia Cervato, Iowa State University
Per informazioni sulla ricerca:
Stefania Manca Istituto per le Tecnologie Didattiche
Consiglio Nazionale delle Ricerche
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Via de Marini 6
16149 Genova Email: manca@itd.cnr.it
Tel: 0106475325 Fax: 0106475300
LinkedIn: http://it.linkedin.com/in/stefaniamanca
ResearchGate: https://www.researchgate.net/profile/Stefania_Manca/
N.B.: le domande contrassegnate dall'asterisco sono obbligatorie. È necessario rispondere a tali domande prima di procedere con le successive sezioni del questionario.
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INFORMAZIONI PERSONALI
Genere
Maschio Femmin
a
Età
Meno
di 25
25-34
35-44
45-54
55+
Numero di anni di insegnamento
Men
o di 1
Da 1
a 3
Da 4
a 5
Da 6
a 9
Da
10 a 15
Da
16 a 20
Più
di 20
Seleziona le risposte che meglio descrivono la tua situazione in relazione all'incarico di insegnamento che svolgi presso
l‘università
Tipologia di contratto Contratto (se
dipendente dell’università)
Ruolo (se dipendente
dell’università)
Dipendente
universitario a tempo
indetermina
to
Dipendent
e universitari
o a tempo
determinato
Professore a
contratto
Tempo
parziale
Tempo
pieno
Ricercato
re
Profess
ore associa
to
Professo
re ordinari
o
Area scientifico-disciplinare
01. Scienze
matematiche e
informa
tiche
02. Scienze
fisiche
03. Scienze
chimiche
04. Scienze
della Terra
05. Scienze
biologiche
06. Scienze
mediche
07. Scienze
agrarie e
veterin
arie
08. Ingegn
eria civile
ed
Architettura
09. Ingegn
eria industri
ale e
dell’informazion
e
10. Scienze
dell’antichità,
filologic
o-letterari
e e storico-
11. Scienze
storiche,
filosofic
he, pedago
giche e psicolo
giche
12. Scienze
giuridiche
13. Scienze
economiche e
statistic
he
14. Scienze
politiche e
sociali
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artistich
e
INFORMAZIONI SULL’ATENEO
Seleziona le risposte che meglio descrivono la situazione dell’ateneo presso il quale svolgi attività di insegnamento
Tipologia Ateneo
telematico
Dimensioni
Statale Non
statale
Sì No Mega (oltre
i 40mila
iscritti)
Grande (fra
i 20mila e i
40mila iscritti)
Medio (fra i
10mila e i
20mila iscritti)
Piccolo
(meno di
10mila iscritti)
Regione della sede
Valle
d’Aos
ta
Piem
onte
Liguri
a
Lomb
ardia
Trent
ino-
Alto Adig
e
Vene
to
Friuli
-
Venezia
Giulia
Emili
a-
Romagna
Tosc
ana
Marc
he
Umbr
ia
Lazio Abru
zzo
Molis
e
Cam
pania
Basili
cata
Pugli
a
Calab
ria
Sicili
a
Sard
egna
TIPOLOGIE DI CORSI E INSEGNAMENTI
Quali delle seguenti tipologie di insegnamento hai tenuto nell’ultimo anno accademico?
Fai riferimento alle seguenti definizioni per rispondere:
Insegnamento online: Un insegnamento in cui tutti o quasi tutti i contenuti vengono insegnati online. Di solito non
prevede lezioni in presenza.
Insegnamento blended: Un insegnamento in cui la componente online è tale da ridurre la durata delle lezioni in
presenza. Insegnamento in presenza: Un insegnamento in cui tutte le lezioni avvengono in presenza. Può prevedere l’uso di una
piattaforma di e-learning o di un sito web dove pubblicare delle informazioni sul corso (programma, criteri di
valutazione, ecc.).
Insegnamento in presenza Insegnamento online Insegnamento blended
Laurea triennale
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Laurea magistrale, dottorato, corsi post lauream
Altro (es. corsi di aggiornamento professionale)
La mia università offre:
Nessun insegnamento Solo singoli insegnamenti Insegnamenti, corsi di laurea, corsi post lauream
Online
Blended
USO DEI SOCIAL MEDIA IN GENERALE
Quanto spesso usi i seguenti Social Media
Fai riferimento alle seguenti definizioni per rispondere:
Uso personale: Per stare in contatto con familiari e amici, coltivare interessi extra-lavorativi, ecc.
Uso didattico: Come parte di un corso in cui insegni (per fare una ricerca, anche durante una lezione, come parte di
un compito per gli studenti, ecc.)
Uso professionale: Per stare in contatto con i colleghi, aggiornarsi su aree di interesse professionale, ecc.
N.B.: Google+ o Google plus è un social network gratuito creato da Google Inc. nel 2011, https://plus.google.com/
Mai Raramente Almeno una
volta al mese
Almeno una
volta alla settimana
Almeno una
volta al giorno
Twitter – Uso personale
Twitter – Uso didattico
Twitter – Uso professionale
Facebook - Uso personale
Facebook - Uso didattico
Facebook - Uso professionale
LinkedIn - Uso personale
LinkedIn - Uso didattico
LinkedIn - Uso professionale
Google+ - Uso personale
Google+ - Uso didattico
Google+ - Uso professionale
Podcast - Uso personale
Podcast - Uso didattico
Podcast - Uso professionale
Blog o Wiki - Uso personale
Blog o Wiki - Uso didattico
Blog o Wiki - Uso professionale
YouTube o Vimeo – Uso personale
YouTube o Vimeo – Uso didattico
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YouTube o Vimeo – Uso professionale
ResearchGate o Academia.edu – Uso
personale
ResearchGate o Academia.edu – Uso didattico
ResearchGate o Academia.edu – Uso
professionale
Slideshare – Uso personale
Slideshare – Uso didattico
Slideshare – Uso professionale
Da quali dispositivi accedi più frequentemente ai seguenti Social Media?
Computer da tavolo o
portatile
Tablet, smartphone,
palmare
Non accedo
Google+
Podcast
Blog o Wiki
Youtube o Vimeo
Research Gate o Academia.edu
Slideshare
USO PERSONALE DEI SOCIAL MEDIA
Ritieni che i Social Media ti siano utili per uso personale?
Motiva la risposta
Sì
No
Non saprei
Seleziona dalla seguente lista i Social Media (se ce ne sono) che ritieni più utili per uso personale.
Motiva la risposta
Google+
Podcast
Blog o Wiki
Youtube o Vimeo
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Research Gate o Academia.edu
Slideshare
Per ciascuno dei seguenti Social Media, se ne fai uso personale, indica qual è la motivazione principale
(solo 1 risposta)
Restare in
contatto con famigliari e
amici
Restare in
contatto con i colleghi di
lavoro per questioni
personali
Conoscere
nuove persone
Condividere i
miei interessi personali
Tenermi
aggiornato su temi di
interesse personale
Trascorrere del
tempo in maniera
piacevole
Altro
Google+
Blog o Wiki
Youtube o Vimeo
Slideshare
USO DIDATTICO DEI SOCIAL MEDIA
Ritieni che i Social Media ti siano utili nella didattica?
Motiva la risposta
Sì
No
Non saprei
Seleziona dalla seguente lista i Social Media (se ce ne sono) che ritieni più utili nella didattica.
Motiva la risposta
Google+
Podcast
Blog o Wiki
Youtube o Vimeo
Research Gate o Academia.edu
Slideshare
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Per ciascuno dei seguenti Social Media, se ne fai uso didattico, indica qual è la motivazione principale (solo
1 risposta)
Accrescere la
motivazione e il coinvolgimento
degli studenti
Realizzare
forme di didattica
collaborativa e
partecipativa
Sfruttare la
familiarità che gli studenti
hanno già con
questi strumenti
Migliorare la
qualità della didattica
Sperimentare
nuovi strumenti
Condividere
più facilmente materiali con
gli studenti
Altro
Google+
Podcast
Blog o Wiki
Youtube o Vimeo
ResearchGate o
Academia.edu
Slideshare
Per ciascuno dei seguenti Social Media, se te ne sei avvalso all’interno di un corso, indica in che modo.
È possibile selezionare più di una risposta per riga
Gli studenti dovevano
visionare materiali
Gli studenti dovevano
commentare materiali
Gli studenti dovevano
produrre elaborati
Altra modalità
Google+
Podcast
Blog o Wiki
Youtube o Vimeo
Research Gate o Academia.edu
Slideshare
Se hai risposto in qualche caso con “Altra modalità”, specifica quale
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
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Pensi che i Social Media siano/possano essere efficaci per costruire una comunità di studenti/ex studenti?
Motiva la risposta
Sì
No
Non saprei
In che misura i seguenti aspetti costituiscono un ostacolo all’uso dei Social Media nei tuoi corsi?
Non importante
Abbastanza importante
Importante Molto importante
Problematiche legate alla privacy
Problematiche legate all’autenticità dei contributi degli
studenti
Mancanza di integrazione con la piattaforma di e-learning della mia istituzione
Mancanza di supporto tecnico o metodologico da parte della
mia istituzione
Bisogno di separare l’account personale da quello che uso per i miei corsi
Mancanza di tempo per imparare ad usarli
Impossibilità di misurarne l’efficacia
Difficoltà di valutare le attività svolte
Scarsa diffusione tra gli studenti
Mancanza di funzionalità specifiche per la didattica
Aumento del carico di lavoro
Indebolimento dei ruoli tradizionali di studente e docente
Effetti di distrazione sugli studenti
Perdita del calore dei contatti reali
Carenza di buone pratiche per alcuni strumenti (es. sull’uso
dei social network)
Dispersione dei partecipanti e delle informazioni nei diversi
ambienti
Se vuoi, commenta le risposte fornite
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Hai mai usato la piattaforma di e-learning (es. Blackboard, Moodle, WebCT, ecc.) della tua istituzione nei
tuoi corsi?
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Sì
No
La mia università non ha una piattaforma di e-learning
Se sì, in quali modi l’hai usata?
Ho inserito il programma del corso
Ho creato compiti per gli studenti
L’ho usata per inviare i voti
Ho usato l’archivio delle risorse multimediali e dei contenuti digitali
Ho usato i forum di discussione con gli studenti
Ho fornito feedback a singoli studenti
L’ho usato per inviare messaggi/avvisi a tutti gli studenti
Ho usato il wiki e/o il blog
Ho usato gli strumenti per la gestione del lavoro di gruppo
Ho usato gli strumenti di valutazione (es. quiz, test, ecc.)
Ho usato gli strumenti di comunicazione sincrona (es. chat,
videoconferenza, ecc.)
Ho acceduto da un dispositivo mobile
Altro
Quanto ti sembra importante poter disporre delle seguenti funzionalità in una piattaforma di e-learning?
Non
importante
Abbastanza
importante
Importante Molto
importante
L’accesso ai materiali degli editori accademici
L’accesso a risorse open source
L’accesso alla biblioteca della mia istituzione
L’inserimento di valutazioni e commenti sui materiali presenti in
piattaforma da parte di colleghi
La gestione dei miei account relativi a diversi siti di social media
Il collegamento con social media esterni (es. per incorporare video o altri materiali multimediali direttamente nelle pagine create in
piattaforma)
Funzioni social all’interno della piattaforma (es. creazione di profili, di gruppi, di liste di collegamenti, ecc.)
USO PROFESSIONALE DEI SOCIAL MEDIA
Ritieni che i Social Media ti siano utili per scopi professionali?
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I Social Media nell’università italiana
© Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR 64
Sì
No
Non saprei
Seleziona dalla seguente lista i Social Media (se ce ne sono) che ritieni più utili per scopi professionali.
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Research Gate o Academia.edu
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Per ciascuno dei seguenti Social Media, se ne fai un uso professionale, indica qual è la motivazione principale (solo 1 risposta)
Restare in contatto con i
colleghi
Ampliare la rete di contatti
professionali
Condividere interessi
professionali
Dare visibilità ai miei risultati
professionali
Promuovere iniziative che
riguardano il
mio lavoro
Sentirmi parte di una
comunità
professionale
Altro
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Academia.edu
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I tuoi commenti sono i benvenuti. Facci sapere cosa pensi sui temi presentati in questa indagine.
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Possiamo contattarti per ulteriori domande in futuro?