Su alcuni coperchi con decorazioni impresse da Iasos, “Bollettino dell’Associazione Iasos di...

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14 A Iasos sono stati ritrovati, nel corso di diverse campagne di scavo, frammenti di coperchi in ceramica priva di rivestimento 1 , con presa (mai conservata per intero) centrale o decentrata, decorati con motivi molto semplici impressi o incisi, dei quali qui si presentano venti esemplari, ri- trovati in aree diverse della città 2 . Si tratta di un gruppo piuttosto eterogeneo per dimensioni e tipo di decorazione. Nessuno è conservato per intero. Il coperchio è di forma circolare, con diametro, dove ricostruibile, compreso tra 11,4 e 14 cm; il profilo è piatto o con faccia interna lievemente concava, e bordo rilevato. Alcuni coperchi sono privi di presa (figg. 11-13-14-15-2), altri sono muniti di una presa centrale e verticale, piena (a sezione rettangolare figg. 19 e 5 3 ) oppure vuota (figg. 8, 10), in un caso a forma di pomello circolare internamente cavo (fig. 1); due esemplari (figg. 9-12) presentano una presa centrale ad arco, semicircolare, a sezione ovale. Riguardo alla tecnica di foggiatura, se alcuni dei coperchi mostrano evidenti linee di tornitura (figg. 1, 11), è possibile che altri (fig. 10) siano stati modellati manualmente. Su diversi pezzi, probabilmente realizzati senza l’ausilio del tornio (figg. 20, 10, 3, 6, 13), sono visibili, sempre sul lato interno, delle linee grossomodo parallele e ravvicinate, disposte a gruppi, molto leggere, pro- babilmente tracce della lisciatura seguita alla foggiatura. Tracce di fumigazione da cottura sono visibili sul lato interno dei pezzi, ma in alcuni casi (figg. 5a, 1) anche su quello esterno, indice forse dell’inserimento in un focolare ‘chiuso’. L’impasto è di colore rosato, con micro-inserti micacei; si distingue un frammento (fig. 11) dall’im- pasto rosso e più depurato, al quale è abbinata una decorazione più regolare rispetto a quella degli altri pezzi. La decorazione è stata impressa con un punzone a foggiatura ultimata, quando l’argilla non era ancora completamente essiccata. Si definisce “diritto” la faccia superiore del coperchio e “rovescio” quella inferiore, che era posta a contatto con il recipiente; la decorazione sembra essere impressa in prevalenza sul diritto dei pezzi, ma il dato non è certo perché della maggior parte si conservano soltanto porzioni di bordi. Una costante per quasi tutti i motivi, eccetto due coperchi (figg. 2, 4), è la forma circolare dell’impressione. Il motivo più frequente è il cerchio semplice, definito dalla sola circonferenza (figg. 1, 5, 7, 8, 9, 10, 14, 18), di diametro abbastanza variabile (medio 0,5 cm). Spesso i cerchi sono disposti su linee concentriche al bordo, a cadenza sempre irregolare (figg. 1, 7, 8, 10, 18). Nel frammento di fig. 1 sono distribuiti su linee concentriche abbastanza regolari che non combaciano con quelle a rilievo della tornitura; la cresta della seconda linea di tornitura dall’esterno presenta impronte sub-circolari (diam. ca 0,5 cm; impresse col mignolo?), più ravvici- nate rispetto ai cerchietti incisi della decorazione principale. In un caso (fig. 5) il centro del cerchio inciso (diam. 1 cm) è stato impresso con maggiore pressione; questo frammento è uno dei pochi a presentare una decorazione anche sulla faccia opposta, dove sono incise con stecca, manualmente, delle linee radiali, profonde e irregolari, a cadenza non costante, che vanno dal bordo al limite della presa. Linee sono incise anche sul rovescio di un altro frammento (fig. 19) a disegnarne un’irregolare “V”. In uno/due coperchi la circonferenza del cerchio non è una linea continua ma è scomposta in diversi dentelli (figg. 11-13). Altro motivo decorativo è quello delle impressioni circolari campite. Il più frequente è quello Iasos, stoà sud dell’agorà: fornaci di epoca tarda (foto archivio SAIA). Su alcuni coperchi con decorazioni impresse da Iasos di Valentina Cabiale

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A Iasos sono stati ritrovati, nel corso di diverse campagne di scavo, frammenti di coperchi in ceramica priva di rivestimento1, con presa (mai conservata per intero) centrale o decentrata,

decorati con motivi molto semplici impressi o incisi, dei quali qui si presentano venti esemplari, ri-trovati in aree diverse della città2. Si tratta di un gruppo piuttosto eterogeneo per dimensioni e tipo di decorazione. Nessuno è conservato per intero. Il coperchio è di forma circolare, con diametro, dove ricostruibile, compreso tra 11,4 e 14 cm; il profilo è piatto o con faccia interna lievemente concava, e bordo rilevato. Alcuni coperchi sono privi di presa (figg. 11-13-14-15-2), altri sono muniti di una presa centrale e verticale, piena (a sezione rettangolare figg. 19 e 53) oppure vuota (figg. 8, 10), in un caso a forma di pomello circolare internamente cavo (fig. 1); due esemplari (figg. 9-12) presentano una presa centrale ad arco, semicircolare, a sezione ovale.Riguardo alla tecnica di foggiatura, se alcuni dei coperchi mostrano evidenti linee di tornitura (figg. 1, 11), è possibile che altri (fig. 10) siano stati modellati manualmente. Su diversi pezzi, probabilmente realizzati senza l’ausilio del tornio (figg. 20, 10, 3, 6, 13), sono visibili, sempre sul lato interno, delle linee grossomodo parallele e ravvicinate, disposte a gruppi, molto leggere, pro-babilmente tracce della lisciatura seguita alla foggiatura. Tracce di fumigazione da cottura sono visibili sul lato interno dei pezzi, ma in alcuni casi (figg. 5a, 1) anche su quello esterno, indice forse dell’inserimento in un focolare ‘chiuso’. L’impasto è di colore rosato, con micro-inserti micacei; si distingue un frammento (fig. 11) dall’im-pasto rosso e più depurato, al quale è abbinata una decorazione più regolare rispetto a quella degli altri pezzi. La decorazione è stata impressa con un punzone a foggiatura ultimata, quando l’argilla non era ancora completamente essiccata. Si definisce “diritto” la faccia superiore del coperchio e “rovescio” quella inferiore, che era posta a contatto con il recipiente; la decorazione sembra essere impressa in prevalenza sul diritto dei pezzi, ma il dato non è certo perché della maggior parte si conservano soltanto porzioni di bordi. Una costante per quasi tutti i motivi, eccetto due coperchi (figg. 2, 4), è la forma circolare dell’impressione. Il motivo più frequente è il cerchio semplice, definito dalla sola circonferenza (figg. 1, 5, 7, 8, 9, 10, 14, 18), di diametro abbastanza variabile (medio 0,5 cm). Spesso i cerchi sono disposti su linee concentriche al bordo, a cadenza sempre irregolare (figg. 1, 7, 8, 10, 18). Nel frammento di fig. 1 sono distribuiti su linee concentriche abbastanza regolari che non combaciano con quelle a rilievo della tornitura; la cresta della seconda linea di tornitura dall’esterno presenta impronte sub-circolari (diam. ca 0,5 cm; impresse col mignolo?), più ravvici-nate rispetto ai cerchietti incisi della decorazione principale. In un caso (fig. 5) il centro del cerchio inciso (diam. 1 cm) è stato impresso con maggiore pressione; questo frammento è uno dei pochi a presentare una decorazione anche sulla faccia opposta, dove sono incise con stecca, manualmente, delle linee radiali, profonde e irregolari, a cadenza non costante, che vanno dal bordo al limite della presa. Linee sono incise anche sul rovescio di un altro frammento (fig. 19) a disegnarne un’irregolare “V”. In uno/due coperchi la circonferenza del cerchio non è una linea continua ma è scomposta in diversi dentelli (figg. 11-13). Altro motivo decorativo è quello delle impressioni circolari campite. Il più frequente è quello

Iasos, stoà sud dell’agorà: fornaci di epoca tarda (foto archivio SAIA).

Su alcuni coperchi con decorazioni

impresse da Iasos

di Valentina Cabiale

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1. Inv. 3897.

2. Inv. 4758.

3. Inv. 5698. 4. Inv. 5833.

5. Inv. 5835 A.

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della croce equilatera inscritta nel cerchio, ricorrente sia da sola (figg. 3, 5, 15, 16, 19) sia asso-ciata ad altre impressioni (v. fig. 12, dove è accompagnato da cerchietti semplici e fiori a 11 petali inscritti in un cerchio). L’impressione è determinata da un punzone a quattro punte che definisce, in positivo, la croce. È poi presente il motivo del fiore a 11 (fig. 12) o 8 petali (fig. 17); nel secon-do caso il fiore è accompagnato da un soggetto privo di confronti nel gruppo, una sorta di ‘sole’ inscritto in un cerchio.Sono presenti anche due motivi non inscritti in un cerchio, riconoscibili ognuno su un solo esemplare: una stella a 5 punte (fig. 4) e una sequenza di tacche semicircolari (fig. 2): nel secondo esemplare si riconoscono un gruppo di cinque file sub-orizzontali di tacche e un gruppo di tre file ortogonale al primo; la decorazione è molto fitta, con meno di 0,5 cm di distanza tra una fila e l’altra, mentre la distanza tra una tacca e l’altra (impresse con l’unghia?) è irregolare.Profondità e incisione delle decorazioni variano, anche sullo stesso manufatto. In alcuni esemplari le impressioni sono piuttosto profonde e determinano un forte chiaroscuro; nel pezzo in fig. 4 le stelle impresse sono simili ma non perfettamente uguali, probabilmente a causa del diverso ritiro dell’argilla, ancora morbida quando è stata eseguita la decorazione. Per tutti gli esemplari (con l’eccezione, forse, di quello in fig. 11), si può parlare di una forma di decorazione molto semplice, artigianale, ‘popolare’, priva di simmetria e regolarità. Se talvolta le impressioni si dispongono in file più o meno regolari, radiali o concentriche al bordo, su alcuni pezzi (v. ad esempio fig. 8) è evidente un disinteresse nella distribuzione dei cerchietti (alcuni distanti quasi 1 cm, altri tangenti o parzialmente sovrapposti) e un ritmo compositivo decisamente irregolare, in apparenza casuale. Nel frammento in fig. 9 i cerchietti seguono linee curve, sinuose, realizzate ‘istintivamente’ a mano libera (l’ordine di esecuzione è ricostruibile). Nei due esemplari di cerchio ‘scomposto’ in dentelli e nei casi d’impressioni circolari campite era necessario un punzone specifico, mentre le semplici impressioni circolari potrebbero essere state realizzate con qualsiasi stilo o attrezzo non destinato espressamente all’uso decorativo della cera-mica. Lungo il bordo del frammento in fig. 13 sono state incise, senza seguire la curvatura del pezzo, quattro profonde linee parallele (la fascia è di ca 1,5 cm), composte da un doppio segmento rettili-neo: sembrano essere state realizzate insieme, mediante un attrezzo a punta multipla (una sorta di pennello un po’ rigido), che ha lasciato tra una linea e l’altra delle tracce parallele più fini; potrebbe trattarsi dello stesso strumento utilizzato, premendolo con maggiore delicatezza, per la lisciatura del pezzo (v. tracce sul margine inferiore del frammento, vicino ai cerchietti).In certi frammenti è evidente un horror vacui, una tendenza a ricoprire tutta la superficie dispo-nibile, ma nella maggior parte dei pezzi i motivi impressi sono maggiormente spaziati, disposti a cadenza sempre irregolare. Non è chiaro, a causa delle ridotte dimensioni dei frammenti, se le decorazioni siano presenti solo sulla faccia superiore del coperchio o anche sul lato interno, quello che era a contatto con il recipiente.

I confronti per i coperchi ritrovati a Iasos non sono numerosi tra i contesti editi. Frammenti di coperchi assimilabili sono stati ritrovati nelle stratigrafie medievali di alcuni siti fortificati dell’Alto Eufrate. Da Tille Höyük, situato poco a nord di Urfa, provengono esemplari decorati con motivi sia a rilievo, sia incisi o impressi (soprattutto linee o gruppi di linee), alcuni dei quali presentano confronti soprattutto con il coperchio in fig. 1, con diritto decorato da linee o anelli concentrici a rilievo; in due frammenti il bordo è modellato con piccole impressioni semicircolari digitali, una caratteristica assente nei coperchi di Iasos4. Un’ansa e una parete di contenitore da dispensa sono decorate con il motivo della croce equilatera inscritta5. I coperchi di Tille Höyük (ne sono stati ritrovati anche non decorati, oltre a un frammento di coperchio in pietra calcarea, molto grande, diam. 36 cm, ornato vicino al bordo, sulla parte bassa dell’ansa e intorno al centro, da doppi cerchi regolari, tangenti6) provengono da tutti e tre i livelli medievali del sito, la cui occupazione, pro-babilmente non continua, va dall’inizio del XII alla metà del XV secolo, quando l’insediamento sembra essere abbandonato, con la fase di occupazione principale supposta nel XIII secolo; la data-zione, stabilita soprattutto sulla base dei confronti con la ceramica invetriata, è comunque incerta.

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7. Inv. 5835 C.

6. Inv. 5835 B.

8. Inv. 5839.

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Frammenti di coperchi abbondano in tutti i livelli anche a Gritille, situata a sud-ovest di Tille, a ovest dell’Eufrate, vicino a Urfa; il sito fortificato, in posizione strategica come Tille Höyük, controllava un attraversamento minore del fiume e gli accessi settentrionali alla valle intorno a Samosata. La decorazione è dipinta o impressa a punzone: quest’ultima sembra essere stata più elaborata nei livelli antichi7. La combinazione più comune prevede un coperchio a profilo piano, ad anelli concentrici (cfr. fig. 1), decorato con pitture rosse a sprazzi e orlo pinzettato da impres-sioni digitali; sono presenti, comunque, anche decorazioni a stampo e motivi geometrici incisi, per lo più circolari8. I coperchi erano abbinati a recipienti da cottura, brocche e pithoi. Il sito, di cronologia iniziale simile a quella di Tille Höyük, sembra già declinare a partire dalla metà del XII secolo (dopo la conquista ayyubide di Urfa a scapito dei crociati della contea di Edessa), con gli ultimi livelli di occupazione risalenti al secondo quarto del XIII secolo9. Diversi coperchi, usati in combinazione con forme chiuse, sono stati ritrovati anche a Zeytinli Bahçe, situata a sud-ovest di Gritille, sul lato est dell’Eufrate, pochi km a sud della moderna Bire-cik; la ceramica, in prevalenza priva di rivestimento, è databile tra il tardo XII e primo XIV secolo ed è abbinata a una decorazione dipinta o a linee incise10. I coperchi, piatti e con presa semicir-colare verticale e decentrata, sono simili, ancora una volta, al tipo di fig. 1 di Iasos decorato con linee concentriche, ma l’orlo è ondulato e pinzettato come in molti esemplari11 di Tille Höyük, Gritille o anche Taşkun Kale, e la presa è “a fascia” laterale. Nessuno dei pezzi presenta decorazioni circolari, mentre rosette impresse sono visibili su alcune pareti di recipienti chiusi12 (cfr. soprat-tutto il coperchio in fig. 12), datati per confronti al tardo XII e primo XIII secolo. Il coperchio piatto, con linee concentriche regolari sul diritto e presa verticale “a fascia” si ritrova anche tra i materiali della seconda fase medievale (XII-XIII secolo) di Aşvan Kale, sito a nord-est di Malatya13, dal quale provengono anche frammenti di coperchi piatti privi di decorazione14 e, soprattutto, per quanto riguarda il confronto con i nostri esemplari, un frammento di coperchio15 estremamente simile per la decorazione a piccoli semplici cerchi disposti irregolarmente senza campire l’intera superficie e associati a linee incise irregolari che seguono l’andamento del bordo, a quello in fig. 10 (decorazione simile, eccetto il particolare delle linee incise, anche a quella delle figg. 7, 9, 14). Il coperchio di Aşvan Kale proviene dai più recenti livelli medievali di occupazione del sito (due fasi: ca. 1275-1335; XIV-XVI? secolo). Ancora da Taşkun Kale proviene un coperchio con superficie (diritto) e presa decorate con cer-chietti sparsi, che in un altro frammento sono limitati alla base della presa (verticale semplice) e lungo il bordo16; i materiali ceramici del sito appartengono soprattutto ai secoli XII e XIII, anche se la fortezza medievale, sulla base dei ritrovamenti numismatici, sembra essere stata costruita, occupata e abbandonata in un periodo più tardo e ristretto agli anni 1300-1350.Nel complesso questi confronti con siti sorti in età medievale rimandano a un orizzonte selgiuchi-de (XII-XIII secolo) o più tardo. Sono peraltro riconoscibili differenze tra i coperchi ritrovati nelle fortezze dell’alto Eufrate e quelli di Iasos: ad esempio nei coperchi iasei la presa laterale “a fascia” non è attestata. Altri confronti in Asia Minore sono sparsi e di datazione problematica. Un coperchio ritrovato ad Anaia/Kadıkalesi, dotato di grande presa laterale semicircolare, presenta decorazione simile a quel-la dell’esemplare in fig. 3, ma con cerchietti semplici, senza croci, disposti in file lungo il bordo e su raggi irregolari; è datato al XII-XIV secolo17. Dai livelli di X-XI secolo di Amorium proviene un coperchio simile a quello di fig. 118, mentre al X secolo daterebbero alcuni frammenti di coperchi con piccole croci impresse ritrovati a Hierapolis, inediti19.L’assenza di confronti in contesti archeologici più prossimi a Iasos, in particolare nei siti la cui principale fase di occupazione si situa in periodo ellenistico-romano, potrebbe essere dovuta più alla non pubblicazione dei materiali tardi, e in particolare della ceramica priva di rivestimento, che a una loro effettiva mancanza. Si citano, per completezza, alcuni esemplari più antichi, di età bizantina o più tarda, presenti al di fuori dell’Asia Minore. A Egina, nel riempimento di una fossa circolare all’interno del complesso architettonico c.d. Attaleion (Westannex I)20, insieme a ceramica da cucina e ad anforacei datati tra i secoli VII/VIII e X, è stato ritrovato un frammento di coperchio decorato: l’esemplare è piatto

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9. Inv. 5847.

10. Inv. 6818.

11. Inv. 8148.

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(diam. 13 cm), era dotato in origine di manico semicircolare centrale ed è decorato su una faccia da cerchi stampati, a cadenza irregolare. A Gortina (Creta) sono stati ritrovati alcuni coperchi piatti di epoca tardo antica, di produzione locale, per i quali si è ipotizzato un utilizzo per arnie e pithoi. Due degli esemplari presentano una decorazione impressa (impressioni circolari campite a reticolo o con 8 raggi), che viene confrontata con frammenti analoghi da un contesto di VII secolo a Chio21. Al periodo turco (tardo XV-XVIII secolo), invece, sono datati i coperchi piatti per pithoi ritrovati in diversi siti rurali della Beozia22. I coperchi (diametro compreso tra 12 e 20 cm), anche in questo caso prodotti in loco, presentano una delle facce decorata con impressioni circolari, con inscritta una croce (v. frammento di Iasos in figg. 6, 15, 16) o una stella a 8 punte.

In conclusione: la semplicità decorativa delle impressioni, dal punto di vista formale ed esecutivo, ne spiega la diffusione piuttosto ampia, in periodi e in contesti geografici diversi23, e non facilita la datazione dei pezzi su cui è applicata in assenza di correlazione con classi ceramiche o altri ma-teriali ben databili. Questo studio non si è avvalso di dati stratigrafici o perché indisponibili (è il caso dei materiali provenienti dalle prime ricerche condotte a Iasos) o, nel caso dei ritrovamenti più recenti, perché non ancora analizzati. Non sappiamo a quali tipi di contenitori appartenessero i coperchi; infatti è impossibile, allo stato attuale, verificarne la pertinenza ai contestuali frammenti di vasi di forma chiusa.Sulla base dei confronti più stringenti sembrerebbe verosimile ascrivere i coperchi di Iasos al perio-do medievale, ovvero ai secoli XII-XIV, sebbene contrasti con ciò l’assenza di ritrovamenti simili nel castello dell’acropoli, le cui stratigrafie datano proprio ai secoli XIII-XIV24. Per alcuni degli esemplari considerati non si può comunque escludere una datazione più antica25. A Iasos sono state ritrovate anche anse di anfore (figg. 20-24; 26) o di contenitori per derrate di forma non ricostruita (figg. 25, 27) che presentano nella parte alta, vicino al bordo, un piccolo cerchio impresso (in numero di tre in due casi, figg. 20, 22) semplice oppure con croce o rosetta a 6/7 punte inscritte; anse con bolli simili, provenienti dagli scavi di Panaztepe (Izmir), sono datate tra la metà del X e la prima metà del XII secolo26. Una datazione più precisa e, soprattutto, il contesto di utilizzo dei coperchi, rimangono quindi questioni aperte.

1 Si tratta dei manufatti con numero d’inventario: 3895, 3897, 4758, 5698, 5833, 5835A, 5835B, 5835C, 5839, 5847, 6818, 8148, 8149, 8150, 8162, 8163a, 8163b, 8164, 8361, 8406. Ringrazio Fede Berti per avermi dato la possibilità di studiare questi manufatti durante la mia permanenza a Iasos nel 2007. I disegni sono stati eseguiti da Anna Maria Monaco, le fotografie da Maurizio Molinari.2 Due esemplari provengono dagli scavi del quartiere presso la Porta Est, nove dagli scavi nell’agorà; cinque dall’area della necropoli preistorica; tutti sono stati ritrovati negli strati superficiali, il che non agevola (come si vedrà) il compito di datarli.3 Sul pezzo in fig. 5b è visibile la traccia della presa centrale, spezzata alla base, di dimensioni 3x2,4 cm.4 Moore 1993, fig. 44, n. 170 (diam. 16,5 cm); n. 171 (diam. 23,5 cm); fig. 45, n. 180 (diam. 23, 5 cm). I pezzi presen-tano un manico-ansa laterale, semicircolare; coperchi più piccoli sono dotati di presa verticale, v. fig. 44, nn. 162-163. L’impasto, come quello della maggior parte della ceramica da cucina ritrovata a Tille Höyük, è di colore grigio, a matrice granulare, con numerosi inclusi, cotto in atmosfera riducente.5 Moore 1993, fig. 40, nn. 104 e 113.6 Moore 1993, p. 170, fig. 86.7 Redford 1986, p. 118. Per i coperchi v. ibid, p. 119.8 Redford 1986, p. 129, fig. 11, C, dove il motivo è costituito da cerchietti irregolari ripartiti internamente da linee parallele e diagonali (probabilmente sul diritto del coperchio, ma non è indicato), mentre il bordo è segnato da piccoli irregolari cerchietti incisi uno accanto all’altro. La decorazione è abbinata a spruzzi di pittura rossa; piccoli cerchietti incisi anche sul pezzo in fig. 11, B. I coperchi, come quelli di Tille Höyük, sono dotati di ansa laterale semicircolare. 9 Redford 1986, pp. 113-118.

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13. Inv. 8150.

12. Inv. 8149.

14. Inv. 8162.

15. Inv. 8163 A.

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10 Alvaro, Balossi, Vroom 2004, pp. 204-212. L’impasto impuro presenta inclusi medio-grandi; i recipienti più fre-quenti sono forme chiuse per cottura o giare con fondo piatto, orli estroflessi e mono- o bi-ansati, databili tra tardo XII e primo XIII secolo.11 Alvaro, Balossi, Vroom 2004, fig. 16, in particolare n. d, uguale a Moore 1993, fig. 45, n. 180. Per gli esemplari di Taşkun Kale con “piercrust” indentations lungo il bordo e presa a fascia laterale: McNicoll 1983, nn. 188, 189, 211. 12 Alvaro, Balossi, Vroom 2004, p. 206 e fig. 13, c-d. 13 Mitchell 1980, fig. 98, n. 1157 e fig. 105, n. 1302; nel primo caso il bordo non è pinzettato ma decorato con una successione di brevi linee incise parallele, dal quale provengono anche frammenti di coperchi piatti privi di decorazione.14 Mitchell 1980, fig. 98, n. 1162; fig. 105, n. 1302 (fase di XII-XIII secolo). 15 Mitchell 1980, fig. 111, n. 1452. 16 McNicoll 1983, fig. 73, n. 202; fig. 72, n. 195. Il tipo di decorazione più comune sulla ceramica da cucina di Taşkun Kale è quello dipinto, ma non mancano motivi a rilievo o impressi. Impressioni ovali campite da un motivo a graticcio sono visibili intorno al collo di una forma chiusa (p. 129, n. 3; diam. imboccatura 22 cm).17 Doğer 2011, cat. no. 311, pp. 414-415. La dott. Lâle Doğer mi ha segnalato anche la presenza di un coperchio simile dagli scavi di Bey Bağ (Stratonikeia).18 Boehlendorf-Arslan 2010 e 2012.19 La presenza dei coperchi e la loro datazione mi è stata riferita dal prof. Paul Arthur.20 Wille 2007, pp. 373-374; per il coperchio cat. no. 33, fig. 9, p. 374.21 Albertocchi 2001, p. 209; fig. 57 a p. 206. Mancano indicazioni dimensionali, ma si tratta di coperchi in media più grandi di quelli di Iasos. Per arnie a Iasos, ma in tombe di bambini e di età tardo ellenistica: Baldoni 2013.22 Vroom 2003, pp. 179-180; p. 168, fig. 6.14, W 38.2-5; Vroom 1997, p. 208, fig. 5a. L’impasto dei coperchi è lo stesso di quello di grandi vasi per liquidi ritrovati insieme. L’A. porta confronti con altri contesti tardo o postmedievali (Didymoteicho, siti rurali in Lakonia, Panakton), oltre che con un esemplare contemporaneo, una giara con coperchio (presa ad ansa centrale come negli esemplari di Iasos figg. 9-12) vista in uno dei monasteri di Meteora (Vroom 2003, p. 226, fig. 6.46, W 38. ex1).23 Sulla ceramica foggiata a matrice e a stampo nel medioevo italiano v. Paoletti 1987. Si tratta di frammenti di anse e orli, databili intorno al XIII secolo e non oltre, decorati con bolli circolari a graticcio, a girandola, a ruota dentellata, a rosetta; sono stati ritrovati in diverse località della Toscana costiera. Compaiono spesso su brocche, boccaletti, anforette, olle e anche su forme aperte; la funzione dei bolli sembra essere stata prevalentemente decorativa ma in alcuni casi si è supposto un utilizzo come marchi da fabbrica o indicatori di capacità.24 Berti, Mengoli, Molinari 2010; dai settori scavati del castello dell’acropoli provengono esemplari ricostruibili di tegami da fuoco e pentole che potevano essere muniti di coperchio. Nei recenti scavi dell’agorà (2011-2012: stoà nord) sono stati rinvenuti alcuni frammenti di coperchi (forse relativi ad anforacei da dispensa) in associazione con invetriate del tipo Zeuxippus Ware (XIII-inizio XIV secolo), simili a quelli pubblicati dalla Vroom (v. nota 22). I materiali sono in corso di studio; ringrazio la dott.ssa Paola Tagliente per le informazioni.25 I coperchi più tardi di età ottomana sembrano essere stati di tipologia diversa; quelli ritrovati ad Afrodisia sono piatti, con presa centrale molto rilevata, vuota o piena, oppure troncoconici con ansa laterale, privi di decorazione o con poche linee, spesso muniti di fori per permettere l’evacuazione del vapore (François 2001, pp. 155-158).26 Mimaroğlu 2010, tav. 1,6, p. 450. Un frammento di spalla di contenitore da dispensa da Akko in Galilea, provenien-te da un contesto di XII-XIII secolo, presenta impressioni circolari, disposte irregolarmente, con croce interna (Stern 2012, p. 93, fig. 4.41), molto simili a quelle che decorano i coperchi delle figg. 3, 6, 12, 15, 20 e l’ansa di anfora in fig. 24.

18. Inv. 8361.17. Inv. 8164.16. Inv. 8163 B.

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20. Inv. 8406.

19. Inv. 8395.

21. Inv. 6015.

22. Inv. 6022.

24

23. Inv. 8520.

24. Inv. 4782. 25. Inv. 5768.

26. Inv. 5829. 27. Inv. 6021.

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BIBLIOGRAFIA

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