SCHEDA A CURA DI SALVATORE VENTO REDATTA IN

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SCHEDA A CURA DI SALVATORE VENTO REDATTA IN OCCASIONE DEL GEMELLAGGIO TRA LE CITTA DI SAN NICOLAS DE LOS ARROYOS (PROV. DI BUENOS AIRES ) E CAMPOMORONE (PROV. DI GENOVA). SABATO 5 OTTOBRE 2013 1-STRUTTURA GEO POLITICA DELL'ARGENTINA Popolazione. 40.276.000. Superficie: 2.780.400 kmq, 14 ab. per kmq. Circa 25 milioni di argentini hanno antenati italiani. In Italia abbiamo 301.400 kmq di superficie e 60 milioni di ab. (quasi 200 ab. per kmq). Concentrazione della popolazione: su 30.573.000 elettori circa 14 milioni risiedono a Buenos Aires e Provincia (45%). Grandi aree geo climatiche e paesaggistiche: - Cordigliera andina, che segna il confine con il Chile - Al Centro la Pampas, sterminata distesa pianeggiante, clima steppico e arido. - Al Sud Patagonia, stepposa e poco abitata, clima desertico e freddo La provincia di Buenos Aires è situata tra las Pampas e il Mar del Plata (oceano Atlantico) L'attuale Presidente è Cristina Fernandez Kirchner. Le prossime elezioni si volgeranno il 27 ottobre. PIL: 9% Agricoltura, 26% Industria, 65% Terziario Gruppi etnici: 86% europei, meticci il 6,5%, amerindi 3,4% L'Argentina è una Repubblica federale di tipo presidenziale, comprende 23 Province (con relativi governatori e assemblea), la Capitale federale di Buenos Aires e 24 distretti della Provincia di Buenos Aires. L'indipendenza ufficiale dalla Spagna viene proclamata il 9 luglio 1816 ad opera di José de San Martin, anticipata dalla Revolucion de Mayo del 25.5.1810 di Manuel Belgrano che destituì i governanti spagnoli e costituì la Prima giunta argentina. Manuel Belgrano, era figlio di un commerciante di 1

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SCHEDA A CURA DI SALVATORE VENTO REDATTA IN OCCASIONE DEL GEMELLAGGIOTRA LE CITTA DI SAN NICOLAS DE LOS ARROYOS (PROV. DI BUENOS AIRES ) ECAMPOMORONE (PROV. DI GENOVA).

SABATO 5 OTTOBRE 2013

1-STRUTTURA GEO POLITICA DELL'ARGENTINA

Popolazione. 40.276.000. Superficie: 2.780.400 kmq, 14 ab. perkmq. Circa 25 milioni di argentini hanno antenati italiani. InItalia abbiamo 301.400 kmq di superficie e 60 milioni di ab.(quasi 200 ab. per kmq).

Concentrazione della popolazione: su 30.573.000 elettori circa 14milioni risiedono a Buenos Aires e Provincia (45%).

Grandi aree geo climatiche e paesaggistiche:

- Cordigliera andina, che segna il confine con il Chile

- Al Centro la Pampas, sterminata distesa pianeggiante, clima steppico e arido.

- Al Sud Patagonia, stepposa e poco abitata, clima desertico e freddo

La provincia di Buenos Aires è situata tra las Pampas e il Mar delPlata (oceano Atlantico)

L'attuale Presidente è Cristina Fernandez Kirchner. Le prossime elezioni si volgeranno il 27 ottobre.

PIL: 9% Agricoltura, 26% Industria, 65% Terziario

Gruppi etnici: 86% europei, meticci il 6,5%, amerindi 3,4%

L'Argentina è una Repubblica federale di tipo presidenziale,comprende 23 Province (con relativi governatori e assemblea), laCapitale federale di Buenos Aires e 24 distretti della Provinciadi Buenos Aires. L'indipendenza ufficiale dalla Spagna vieneproclamata il 9 luglio 1816 ad opera di José de San Martin,anticipata dalla Revolucion de Mayo del 25.5.1810 di Manuel Belgranoche destituì i governanti spagnoli e costituì la Prima giuntaargentina. Manuel Belgrano, era figlio di un commerciante di

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Oneglia emigrato nel Rio de la Plata nel ‘700 (vedistatua/monumento in Piazza Tommaseo).

2- STORIA/EMIGRAZIONE

In Italia, abbiamo avuto due grandi ondate emigratorie versol’estero:

- periodo della Grande Emigrazione transoceanica fra Otto eNovecento. Da notare che allora vi era una parte rilevante dianalfabeti e le “catene emigratorie” originariamente eranomaschili.

- periodo della Seconda ondata (a partire dal dopoguerra)verso i paesi europei (in particolare Germania e Francia).

Dal 1951 al 1990 hanno lasciato la terra 6.500.000 lavoratoriagricoli.

Complessivamente in Italia nel secondo dopoguerra (1946-70)emigrano 6.712.000 e rimpatriano 3.572.000. Tra il 1876 e il 1976emigrarono 25 milioni di italiani, mentre i rimpatri dai primianni del Novecento al 1976 sono stati di 8.500.000. L’emigrazioneitaliana a livello di massa si concluse nel 1973.

Nel 1910 in occasione del centenario della Repubblica Argentina1810-1910 viene redatta una Relazione statistico-geografica nellaquale l'Argentina viene presentata come un paese favorevoleall’immigrazione europea:

“Qui non abbiamo né il problema degli indiani, né quello deinegri, né quello dei cinesi. Gli indiani che avevamo si sonoconvertiti al cattolicesimo…i negri che abitavano il territoriosono quasi scomparsi, soppressi da una legge biologicainflessibile, che condanna a sparire gli esseri inferiori. Questifurono gli alleati dei bianchi nella lotta d’indipendenza…peròsono scomparsi. La Costituzione impone al Congresso il dovere difomentare la immigrazione europea, in opposizione all’immigrazionegialla. …Nella Repubblica vi è ancora spazio per 50 milioni diabitanti; ad ogni modo altri 100 milioni potrebbero viverci bene”.Ecco altre considerazioni:

- La vite si coltiva principalmente nelle provincie di Mendoza

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e di San Juan.

- Gli immigranti vengono alloggiati all’Hotel de Inmigrantes,alloggio e mantenimento gratuito per cinque giorni in ampisaloni suddivisi per maschi e femmine (compresi i bambini). Larazione giornaliera prevede 600 grammi di carne e 500 di pane.

El hotel dejó de funcionar en 1953 y en 1995 fue convertido enmonumento histórico nacional. El antiguo Hotel de Inmigrantesfue convertido en el Museo Nacional de la Inmigración «MuseoHotel de Inmigrantes» (Vedi wikipedia).

- Immigrati entrati dal 1857 fino al 1908 sono 3.178.456, di cui1.800.000 italiani, 795.000 spagnoli e 188.000 francesi.

- Gli abitanti sono 6.300.000

-Tra il 1857 e il 1926 gli immigrati rappresentavano l’80%della popolazione argentina.

- Tra il 1945 e il 1960 giunsero annualmente oltre 60.000europei

- Tra il 1876-1914 gli emigranti italiani erano cosìsuddivisi: 1.787.154 provenivano dal Sud Italia (38,8%), dalNord ovest il 34,4%, ma nel periodo 1876-1895 al primo postotroviamo l’Italia Nord occidentale (Liguria, Piemonte, Lombardia)col 47% del totale emigrati. Il 45% degli immigrati sono diorigine rurale. L'evoluzione dei flussi migratori regionali hadirette conseguenze sui porti d'imbarco: a partire dai primi annidel Novecento aumentano gli emigranti meridionali e il gliimbarchi dal porto di Napoli superano quelli di Genova.

- Nel 1914: in alcune zone gli italiani rappresentavano il 20%della popolazione e il 49% del totale degli immigrati.

Il primo libro sull’emigrazione: Jacopo Virgilio, Migrazionitransatlantiche alle regioni del Plata, Genova 1868.

Jacopo Virgilio (1834-1891), fu tra i principali fondatore ePresidente della “Società di letture e Conversazioniscientifiche”, la cui sede oggi si trova a Palazzo Ducale. Dal suostudio evidenziamo alcuni temi di particolare interesse:

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- La Legge del 1866 destina tutto il territorio tra i fiumi Paranàe Saladillo alla fondazione di colonie agricole. Concede 40 leghedi terreno in proprietà perpetua alle famiglie che si presentanoper coltivarle nella zona di Santa Fé; oltre al terreno forniscecibo ai coloni per un anno e parecchi capi di bestiame.

- Il Segretario della Commissione Emigrazione di Buenos Aires(25.2.1868) scriveva:

“Qualunque emigrante che vuol lavorare troverà nel giro di 3 o 4giorni dopo il suo arrivo, un impiego secondo la sua capacità e unsalario competente, vi è una società di mutuo soccorso, non si èmai dato il caso che un emigrante sia ritornato per mancanza dilavoro”.

- Alla Banca di Buenos Aires ogni 100 depositanti 30 sonoitaliani, 18 argentini, 13 spagnoli.

- Nel solo ano1867 arrivarono 27 bastimenti e partirono 47.

- Secondo la Costituzione federale del 1853: “ottengono lanazionalità argentina dopo due anni di residenza non interrottanella Confederazione, ma le autorità possono abbreviare questotermine per chi la richiedesse dando prove di aver reso servizialla repubblica.

Il motto che aveva coniugato Juan Bautista Alberdi, padre dellaCostituzione, era:

Gobernar es poblar.

Alberdi era un grande ammiratore della civiltà europea:

“Tenemos suelo hace tres siglos, y sólo tenemos patriadesde 1810. La patria es la libertad, es el orden, lariqueza, la civilización organizados en el suelo nativo,bajo su enseña y en su nombre. Todos estos elementos noshan sido traídos de Europa, desde las ideas hasta lapoblación europea”.

In Italia, tra l'Ottocento e il Novecento vi fu un accesodibattito sull’emigrazione. Alcuni sostenevano che bisognasseprivilegiare l'emigrazione in Africa per rafforzare la presenza

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colonialista dell'Italia (1885 occupazione di Massaua/Eritrea,1905 occupazione della Somalia, 1911/12 occupazione della Libia),altri invece propagandavano l'emigrazione in America latina e inparticolare in Argentina e Uruguay.

Da una lettera scritta a Jacopo Virgilio, nel 1885, dopol'occupazione di Massaua, leggiamo: “il voler distogliere i nostriemigranti dal recarsi alla Plata per avviarli verso le aridespiagge di Africa sarebbe un grave ed irreparabile errore. Ipopoli moderni hanno bisogno non di popoli sommessi e governatimilitarmente, ma di popoli che abbiano con loro affinità dibisogni e necessità di scambi commerciali”.

Dal porto di Genova, che era il primo porto del Regno, partival’emigrazione diretta nelle Americhe:

- dal 1876 al 1901: il 61% (1.992.968 su un totale di3.129.430) del flusso di emigranti parte da Genova; sitratta, in larga misura, di emigrazione povera sulla qualesi riversano gli speculatori di ogni tipo;

- il 68% degli emigranti imbarcati a Genova scelgono diandare a vivere nelle regioni del Rio de la Plata(Argentina, Uruguay). Nel 1883 su 44.036 imbarcati a Genovaper il Sud America oltre 31.000 vanno in Argentina 3.472in Uruguay e quasi 8.000 in Brasile. Il quartiere la Bocadi Buenos Aires è stato costruito dai genovesi;

- in Perù tra il 60-70% degli emigrati italiani sono liguri.

- - En 1909 sobre el total de la población de la ciudad deBuenos Aires, había: 29,3% italianos; 17,1% argentinos;11,2% españoles; 0,4% franceses; 0,4% americanos; 0,1%rusos y 41,5% otros (www.tintaroja-tango.com)

Lo scrittore Edmondo De Amicis (l'autore del libro Cuore) nel1884 s’imbarca sulla nave “Galileo” per descrivere direttamente lesue impressioni sul viaggio degli emigranti che poi racconta nellibro Oceano (scritto nel 1889):

“l’infermeria è un bugigattolo, i luoghi che dovrebbero essere piùpuliti, fanno orrore, e pei millecinquecento viaggiatori di terza

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classe non c’è un bagno…la carne umana è troppo ammassata, e cheuna volta si facesse peggio, non scusa: oggi è una cosa che facompassione e muove a sdegno”.

L’emigrazione diede un forte impulso all’economia marittimo-portuale genovese. Nel 1906, anno di grande afflusso emigratorio(oltre 500.000 persone), furono costruiti 57 piroscafi.Nell’Ottocento sono i velieri a trasportare gli emigranti eimpiegano più di due mesi per raggiungere le coste del Rio de laPlata. Con l’introduzione e lo sviluppo del vapore si accorciano itempi (35 giorni fino a Rio de Janeiro), negli ultimi vent’annidell’Ottocento si accentua la competizione tra gli armatori peraccaparrarsi quote di traffico verso le Americhe: Rubattino,Cerruti, Bruzzo, Lavarello, Piaggio, sono i nomi più noti.

Il quartiere La Boca, localizzato sul fiume, era il centro delleattività nautiche dei genovesi presenti sia come imprenditori checome operai qualificati del settore (marinai, velieri,carpentieri, fabbri ferrai, ecc.). Già negli anni trentadell'Ottocento oltre tremila liguri sono presenti nella zona delRio della Plata come proprietari, marinai di bastimenti e barcheper la navigazione interna. Ci sono anche veri e propriesploratori per la ricognizione geografica del territorio (vedistudi di F. Surdich).

A Balvanera, area estesa all’ovest della città prevalevano invecele attività commerciali ortofrutticole.

Le catene migratorie sono legate a specifiche attività localizzatenelle diverse città e quartieri. La percentuale di liguri sposaticon donne dello stesso comune d’origine era il 77% a La Boca e il61% a Balvanera.

Per far fronte alle nuove necessità nascono le società di mutuosoccorso. L'élite italiana promuove la pubblicazione di diversigiornali (L’operaio italiano, La patria, La patria degliitaliani). Il “Banco di Genova” nel 1871 favorisce l'insediamentodel “Banco de Italia y Rio de la Plata” in modo da coinvolgeretutti gli italiani e non soltanto i genovesi/liguri. Iprotagonisti furono Giovanni Battista Bacigalupo e AntonioDevoto.

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Negli anni 80/90 dell’Ottocento emerge già la seconda generazionedegli italo-argentini.

Il 15 febbraio 1890 “Il Secolo XIX” dà grande risalto ad unevento eccezionale:

“Tre liguri in gamba a Buenos Aires fondano un ospedale per gliitaliani”.

Si tratta del progetto per la costruzione di un ospedale di 400posti letto, il più grande dell'epoca.

Nel 1892, in occasione del IV centenario della scopertadell’America (1492), Genova diventa la protagonista della primaesposizione italo-americana.

3- CULTURA – La mescolanza di lingue e culture regionali trova lasua espressione anche nel campo dell'arte e del teatro: dal“cocoliche” scritto e parlato in criollo-napoletano al “giacumino”in criollo-genovese (vedi “Los amores de Giacumina” del 1885).

Il tango, sarà il ballo più popolare conosciuto in tutto il mondo;esso deriva da diversi intrecci socio culturali e da processi diinterazione (tra immigrati e società d'accoglienza) dal basso. Iprimi balli risalgono al 1880 quando i diversi gruppi di immigratiche frequentavano i bar e i postriboli dei quartieri malfamatiesprimevano le loro nostalgie e le loro passioni con movimentibruschi del corpo. Da esibizioni iniziali con evidenticaratteristiche plebee, il tango col tempo si trasforma in ballopiù raffinato, emigra nella colta Parigi e quando ritorna inArgentina diventa oggetto di culto. Nascono numerose scuole es'impone il mito di Carlos Gardel. Due musicisti d'origineitaliana – Pasquale De Rogatis e Armando Discepolo -contribuiscono all'evoluzione del tango argentino. Il tangodiventa uno stile di vita che favorisce i processi d'integrazionesociale.

Da: www.todotango.com:

“Los criollos se italianizaron y los italianos se acriollaron”

“En síntesis, los inmigrantes italianos y sus descendientesasumieron desde los inicios del tango una presencia notoria. Sus

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problemas, la exclusión de la que fueron víctimas, sus angustias,sus fracasos, decantaron en poesía y en música.

En palabras de Ernesto Sabato, discriminar hasta qué punto los criollos se italianizaron o los italianos se acriollaron, no es fácil, y resulta una tarea bizantina.

Cantaron la angustia de la patria lejana, de la infancia perdida. Cantaron el desgarramiento del amor distante, de eso que se fue para siempre.

El tango, como tantas otras manifestaciones culturales, sociales ypolíticas de nuestro país, le debe mucho a nuestros ancestros “tanos”.

Il poeta Jorge Luis Borges (1899-1986), costituisce l'esempio piùesaltante di un autore che di quell'Argentina imbevuta di culturaletteraria europea, riesce a dialogare col mondo fino a diventareun classico della cultura mondiale.

Un “emigrante” imprenditore di successo: Ferdinando Maria Perrone (1847-1908) emigrò nel 1895 in Argentina con la moglie e due figli“per studiare tutto ciò che riflette il presente e l’avvenire delcommercio vinicolo a Buenos Aires” per conto della società di viticoltori italiani rappresentante in Sud America di questa industria.

Proprio per testimoniare il contributo del porto di Genova all’emigrazione, il 12 ottobre 2001, è stato inaugurato, alla Stazione Marittima, il monumento di Gio Pomodoro dedicato agli italiani nel mondo (attualmente sono 5 milioni, i discendenti sonooltre 50 milioni).

Oggi in Argentina risiedono 700 mila persone con cittadinanza italiana, di cui 360 mila a Buenos Aires; i liguri sono 9 mila.

4 – GLI ULTIMI ANNI

Il periodo 1976-83 è caratterizzato dalla dittatura militare, dalla violenta repressione (desaparecidos) e dal conseguente sviluppo del movimento di protesta delle “ Madres de Plaza de Mayo” . Oggi “Abuelas de Plaza de Mayo”.

Dopo la dittatura abbiamo i seguenti governi democratici:

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> 1983-89 Raúl Alfonsin

> 1989-99 Carlos Menem

> 1999-2001 Fernando de la Rua

> 220-2003 Eduardo Duhalde

> 2003-2007 Nestor Kirchner

> 2007-2013 Cristina Fernandez de Kirchner

Tra il 2002-2003, il paese attraversa una grave crisi economica e sociale iniziata nel 1998. Nel gennaio 2002 viene abbandonata la parità col dollaro (che era entrata in vigore nel 1991 durante il governo Menem). Dal piano di austerità del ministro dell’economia Domingo Cavallo si è passati alla proclamazione dello Stato d’assedio e alle dimissioni, nel dicembre del 2001, del PresidenteFernando de la Rúa. Le manifestazioni popolari, alle quali parteciparono molte donne e casalinghe, presero il nome di “cacerolazos”.

5- CAMPOMORONE/VALPOLCEVERA

L'area della Valpolcevera comprende tre circoscrizioni (Rivarolo,Bolzaneto, Pontedecimo) che fanno parte del Municipio 5 dellacittà di Genova (62 mila abitanti) e cinque comuni autonomi(Ceranesi, Campomorone, Mignanego, Serra Riccò, Sant'Olcese) dicirca 32 mila abitanti.

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Le maggiori notizie sull'emigrazione in Argentina di numerosefamiglie residenti nelle frazioni di Campomorone le ricaviamodal libro del giornalista argentino Walter Alvarez (Il vinonicoleño. Cento anni di vitivinicoltura a San Nicolas). Nel1881 la popolazione di San Nicolas era composta da 12.228nativi e 3.000 stranieri, di cui 1.500 italiani. Oggi virisiedono 150mila abitanti. In quegli anni, a partire dallaseconda metà del secolo XIX, la vitivoltura (1.200 ettari divigneti, dai quali 403 produttori ricavavano più di undicimilioni di litri di vino) si è potuta sviluppare grazie alduro lavoro degli emigranti italiani, in particolareprovenienti dalle zone rurali della Valpolcevera.

I pionieri di questa attività agricola avevano cognomi a noi bennoti: CAMPORA – PONTE – VIGO – LANZA – MONTALDO – LAGOSTENA –COSTA – PARODI e provenivano da SANTO STEFANO DI LARVEGO,GALLANETO, ISOVERDE, CAMPOMORONE, CERANESI. Come abbiamo visto sopra, si tratta della prima generazionedella Grande Emigrazione italiana nelle Americhe. Ilprincipale pioniere fu Carlos Campora, di Santo Stefano diLarvego, che arrivò nel 1868.

Un documento prezioso, già pubblicato nel volume “Campomorone quie là” (2010, a cura di M. Angelini) è quello di Mario Lanza,che nel 1930 racconta i suoi “Ricordi da Rosario”: sono versiscritti in dialetto genovese con precise citazioni deinomignoli con i quali erano conosciuti i suoi compaesani.

Diverse furono le attività agricole dei nostri emigranti: dallacoltivazione di frutta e verdura all'allevamento di bestiame finoa superare le numerose difficoltà per sviluppare la viticoltura ela produzione di vino. Erano famiglie numerose (dai cinque aidieci figli) e la formazione di tenute, che diventavano vere eproprie comunità agricole, dava a tutti la possibilità dilavorare. In questo contesto si sviluppano le “catene migratorie”:bastava la presenza di un compaesano o di un parente per decideredi emigrare. A tale proposito molti sono gli esempi illustrati daAlvarez: i Lagostena di Gallaneto cominciarono a lavorare comebraccianti nella tenuta dei Vigo, poi andarono a lavorare nellaconceria della famiglia Passaglia. Infine riuscirono a compraresedici ettari di terreno (ovviamente una tale dimensione sarebbestata impensabile a Campomorone) e si misero in proprio acoltivare verdura, frutta e uva. Nel frattempo ebbero ben quindicifigli! Un altro esempio che vorrei citare riguarda la particolare

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esperienza (secondo dopoguerra) dell'emigrazione in provincia diSante Fe (San Carlos) dei vetrai di Altare ( Savona): in questocaso si tratta di una categoria professionale altamentespecializzata che diffonde e sviluppa in Argentina una produzionedi alta qualità artigianale (vedi museo del vetro di Altare).Anche qui è stato firmato un gemellaggio tra Altare e la città diSan Carlos Centro.Un forte elemento di identità era rappresentato dalle pratichereligiose e in particolare la venerazione di Nostra Signora dellaGuardia. L'autore cita inoltre l'esperienza dei salesiani del donBosco. Ricordo che nella Chiesa di San Giovanni l'Evangelista(prima parrocchia salesiana) di Buenos Aires l'altare è dedicatoalla Madonna della Guardia. Inoltre è attiva la Fondazione Museostorico della Bocca. Nel 2011 è stato realizzato un bel video reportage (a cura diFrancesco Bollorino) sul quartiere della Bocca con interessantitestimonianze dei genovesi membri di associazioni (società dimutuo soccorso, vigili del fuoco, confraternite) nate tral'Ottocento e il Novecento. Tale documentario è visibile, via YouTube, nel sito web del Comune di Genova.Ma la trasmissione dell'identità non è un processo lineare perchéstrettamente legato a numerosi fattori: l'educazione famigliare,la lingua, le scelte matrimoniali, la presenza di associazioniricreative e culturali, i collegamenti col paese d'origine. Col tempo le identità si trasformano, prevalgono le contaminazionicon altri gruppi e l'assorbimento degli stili di vitadell'ambiente, soprattutto ad opera delle generazioni successive.A tale proposito l'Argentina ha una sua peculiarità per lapresenza di diverse nazionalità comunque europee: oltre l'80%della popolazione ha questa provenienza. E ciò la differenziaenormemente dagli altri paesi dell'America latina costituendo uninteressante laboratorio socio antropologico. Ricordo anche qui leopere di Borges che, per la forte interiorizzazione della culturaeuropea, distinguono lo scrittore argentino da qualsiasi altrointellettuale latinoamericano.Il cambiamento dell'economia determina il mutamento dellastruttura sociale e dell'organizzazione del lavoro. Il principaledi questi mutamenti, verificatesi in tutto l'occidente, riguardail radicale passaggio dall'agricoltura all'industria esuccessivamente al terziario. In Italia, per esempio, l'abbandonodelle campagne e l'urbanizzazione selvaggia delle città haprovocato enormi storture nella viabilità, nei servizi sociali,

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nell'equilibrio geologico e nella sostenibilità ambientale. Bastipensare che dal 1951 al 1991 avevano abbandonato la terra6.500.000 lavoratori agricoli.

Nel caso dell'area della Valpolcevera dopo l'abbandonodell'agricoltura vi sono stati diversi insediamenti industriali (eanche depositi petroliferi), ma negli anni '80 è subentrata lacrisi con la dismissione delle aree industriali e il conseguenteprocesso di terziarizzazione (centri commerciali e servizi vari).

Il caso dell'emigrazione della gente della Valpolcevera in Argentina riproduce gli schemi generali dei processi migratori: catene migratorie, dissonanze e integrazione nel nuovo paese, mescolanza delle culture, mutamenti dell'economia e delle relazioni di comunità, trasmissione e rotture tra passato e presente.

Lo studio di questi processi sociali s' identifica con la storia dell'intera umanità e dei suoi cicli storici.

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