S. LULI - A.S. ROMANO (edd.), Mons. Pietro Farina. Orientamenti e Lettere pastorali - Omelie e...

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Rivista semestrale dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Pietro" di Caserta Anno IV - n. 2 dicembre 2013 8 Quaerite primum regnum Dei Quærite Et Resurrexit. I iister pastrae de Vescv Pietr Faria UER SPECIAE

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Rivista semestrale dell'Istituto Superiore diScienze Religiose "San Pietro" di Caserta

Anno IV - n. 2dicembre 20138

Quaerite primum regnum DeiQuærite

Et Resurrexit.Il Ministero pastorale delVescovo Pietro FarinaNUMERO SPECIALE

Rivista semestrale dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Pietro” di Caserta

Anno IV - n. 2 - dicembre 2013

Aut. Trib. di Santa Maria Capua Vetere n. 710 del 30.6.2008

QuæriteQuaerite primum regnum Dei

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La rivista adotta un sistema di valutazione degli articoli presentatibasato sulla revisione paritaria e anonima (peer-review).I criteri di valutazione adottati riguardano l’originalità del lavoro,la rilevanza scientifica e il rigore metodologico.

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In copertinaFrancesco Fracanzano, Pietro in lacrime, olio su tela, prima metà sec. XVII, (particolare). Episcopio.Immagine scelta dal Vescovo Farina per la sua ultima Lettera Pastorale Con gli occhi della fede.

Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica

Con il contributo del

Un ringraziamento particolare a M. Calabresi e M. G. Bambino, del Servizio per la promozione del sostegno economico alla ChiesaCattolica; a don E. Salvatore e a G. Biasi, della redazione di Clarus, e a L. Arrigo, direttore della Biblioteca Diocesana “S. Tommasod’Aquino”, della diocesi di Alife - Caiazzo; a S. Tagliafierro e a G. Giaquinto, della redazione de L’Eco di Caserta.

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EDITORIALE

Il Ministero pastorale del Vescovo Pietro Farina

«Cristo dà eternità a tutto il bene che l’umanità compie»1. Con questa speranzacristiana il Vescovo Pietro Farina è vissuto, ha operato e si è addormentato nelSignore il 24 settembre 2013. Questo numero speciale di Quaerite è stato ideatoquale segno di gratitudine al Signore per il dono della sua vita. Pensato qualchegiorno dopo il suo ritorno alla casa del Padre e realizzato in pochi mesi, esso nascedall’urgenza del cuore di una Chiesa chiamata, innanzitutto, a benedire il Signoreper tutto il bene che ha donato di compiere al nostro amato Pastore durante il suopellegrinaggio terreno. Noi tutti siamo opera delle sue mani2.

Ma è giusto e doveroso anche far memoria, come singoli e come comunità, delproprio vescovo. «Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Paroladi Dio»3. Il desiderio di voler raccogliere e far conoscere il bene da lui seminato,con la parola e con le opere, a cui Cristo dà valore eterno, e di trasmetterlo alle futu-re generazioni per continuare, con il dovuto discernimento, la necessaria edificazio-ne del Corpo di Cristo che è la Chiesa, trova, finalmente, la sua realizzazione conquesto testo.

Non è una pubblicazione celebrativa della persona di Pietro Farina. È un primotentativo di riflessione sistematica, invece, sul ministero di un vescovo che ha con-tribuito, di sicuro, a rendere «la nostra Chiesa sempre più bella, più generosa neldire il suo sì al progetto di Dio su di essa»4. Una pubblicazione che ha inteso racco-gliere, non senza difficoltà, innanzitutto, i suoi scritti pastorali. La raccolta in unicotesto del suo magistero permette, non solo, di evitarne, nel tempo, la dispersione,ma soprattutto di facilitarne ulteriori studi. La vita di un vescovo è intimamentecongiunta con quella del suo popolo. Pertanto, lo studio dei documenti del magiste-ro e della prassi pastorale di un Successore degli Apostoli diventa una chiave di let-tura importantissima per comprendere anche la storia di una Chiesa locale e delle

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1 Cf P. FARINA, Omelia, Festival della Comunicazione, Cappella Palatina della Reggia di Caserta,16 maggio 2010.

2 Cf Is 64, 73 Eb 13, 7.4 P. FARINA, «Al popolo santo di Dio che è in Caserta», in DIOCESI DI CASERTA (a cura di), Inizio

del ministero pastorale di S. E. Mons. Pietro Farina, Caserta 2009, 5.

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diverse comunità che la compongono, comunità variegate che insistono tutte su ununico territorio ben definito. Una storia fatta di stimoli e di spinte al rinnovamentomorale e spirituale, di riforme desiderate e, a volte, attuate, ma anche di resistenze,reazioni e opposizioni. Una storia che oggi ci appartiene.

Questo numero speciale di Quaerite è strutturato in due parti. Nella prima partesi trovano articoli che tratteggiano la ricca personalità del Vescovo Farina e la suainstancabile opera pastorale, di chiara ispirazione conciliare, sia mediante il ricordopersonale degli autori e sia attraverso un primo approfondimento dei suoi scritti. Laseconda parte, la più corposa, raccoglie, in ordine cronologico e di importanzapastorale, quei documenti che costituiscono il suo magistero: orientamenti e letterepastorali, omelie e articoli, relazioni ed interventi vari (interviste, saluti, presenta-zioni).

L’oblio della vita e dell’opera di quanti ci hanno preceduto nel cammino difede, oltre che approcci personali e, quindi, parziali, se non semplicistici, alla com-plessità e ricchezza di un servizio pastorale sono spesso ricorrenti nel nostro tempo.Giudizi temerari sulle persone e letture fuorvianti della realtà non corrispondentialla verità dei fatti, con non poca deresponsabilizzazione personale e colpevolizza-zione altrui, rappresentano, poi, una sorta di peccato originale non solo dei singolima anche delle nostre comunità ecclesiali.

Il merito di questa pubblicazione, frutto del lavoro di ricerca dei docentidell’ISSR “S. Pietro”, consiste nel mettere a disposizione di tutti un ampio e artico-lato materiale documentario, almeno quello fino ad oggi reperito, per offrire aglistudiosi documenti utili alla comprensione del ministero apostolico di un vescovoche ha contribuito, non poco, con la sua testimonianza di fede e con la sua prassipastorale alla costruzione del Regno di Dio nella Chiesa di Dio che è in Alife -Caiazzo (1999 - 2010) e in Caserta (2009 - 2013) ma anche in quella campana e ita-liana. Ha rivestito, infatti, diversi uffici di responsabilità e di servizio presso laConferenza Episcopale Campana (CEC) e quella Italiana (CEI).

Ancor prima di essere vescovo intrepido, Pietro Farina è stato presbitero zelan-te della Chiesa casertana. Ripercorrere sinteticamente il suo molteplice e variegatoapostolato presbiterale aiuta, di sicuro, a comprendere ancora meglio il suo ministe-ro episcopale.

Nato a Maddaloni, diocesi e provincia di Caserta, il 7 maggio 1942, PietroFarina diventa prestissimo alunno della Fondazione “Villaggio dei Ragazzi” dovematura la sua vocazione al sacerdozio. Compie il percorso di formazione al presbi-terato nel Seminario diocesano di Caserta, nel Pontificio Seminario regionale diBenevento e nel Pontificio Seminario francese in Roma. Viene ordinato presbitero

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il 26 giugno 1966 a Caserta da S. E. Vito Roberti. Continua, però, a studiare a Romadove consegue la Licenza in Teologia (1966) e il Baccellierato in Scienze Sociali(1969) alla Pontificia Università Gregoriana con corsi di specializzazione inSociologia Religiosa a Lovanio in Belgio. Ritornato a Caserta gli viene affidata laParrocchia “S. Maria Assunta” a Caserta, nel borgo di Mezzano, comunità che gui-derà per trenta anni (1969 - 1999). Durante il ministero sacerdotale è segretario delVescovo Roberti, sodale dell’Istituto secolare dei sacerdoti missionari dellaRegalità, docente di religione nei licei, presidente regionale dell’ANSPI, pro-assi-stente provinciale delle ACLI e assistente diocesano di AC, MEIC e UCSI, rettoredel Seminario minore diocesano, docente di ecclesiologia e mariologia pressol’Istituto di Scienze Religiose “S. Pietro”, priore della delegazione di Casertadell’Ordine equestre del Santo Sepolcro, direttore dell’Ufficio DiocesanoComunicazioni sociali. Nel 1985 viene nominato Vicario generale da Mons. VitoRoberti (1985 - 1987). È confermato, successivamente, da Mons. FrancescoCuccarese (1987 - 1990) e da Mons. Raffaele Nogaro fino all’elezione a vescovo diAlife - Caiazzo il 16 febbraio 1999 dove inizierà il ministero l’8 maggio.

Di lui, nell’annunciare alla Diocesi di Caserta la sua elezione episcopale, il suoVescovo, Mons. Raffaele Nogaro, affermava: «Era giusto che gli venisse conferitol’episcopato per il governo di una diocesi perché ne ha le doti e le qualità: la vivafede apostolica, la seria preparazione teologica e culturale, l’apprezzata predicazio-ne, la prudenza pastorale e la fedeltà al magistero della Chiesa in comunione con ilPapa»5.

Consacrato vescovo, inizia a guidare la Diocesi di Alife - Caiazzo cercando diconcretizzare nella sua comunità diocesana la visione teologica di Chiesa emersadal Concilio Vaticano II, che tanto gli sta a cuore. Il Concilio e la sua recezionesono motivi ricorrenti sia nei suoi scritti pastorali che nelle sue omelie. Punto di par-tenza del rinnovamento conciliare è per lui la pastorale ordinaria. Il rinnovamentoinveste le persone, in particolar modo i presbiteri e i laici impegnati, le struttureecclesiali (curia, uffici diocesani, seminario e parrocchie) e le articolazioni classi-che della prassi pastorale, i tria munera: profetico, sacerdotale, regale6.

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5 R. NOGARO, «Al popolo di Dio che è in Caserta», in Avvenire – Caserta sette, 21 febbraio 1999. 6 Cf. DIOCESI DI ALIFE - CAIAZZO (a cura di), “Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul

mio cammino”. Programmazione e orientamenti pastorali 2001 - 02, Piedimonte Matese 2001;DIOCESI DI ALIFE - CAIAZZO (a cura di), “Egli compiva il rito liturgico sugli altari, preparando l’of-ferta all’Altissimo Onnipotente”. Programmazione e orientamenti pastorali 2002 - 03, Piedimonte

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In ascolto docile della Parola di Dio, riferimento per lui imprescindibile di vitacristiana e apostolica, segue anche con fedeltà le indicazioni e gli orientamentipastorali della Santa Sede (il Grande Giubileo; le Giornate Mondiali della Gioventù,della Pace, Missionaria; Anno del Rosario, dell’Eucarestia) e della CEI cercando diattuarli nella sua Chiesa locale. Conciliare la dimensione universale e italiana dellaChiesa con quella locale sembra essere un punto fermo del suo magistero e ministe-ro pastorale, confermando, in tal modo, quanto lui stesso aveva dichiarato in un’in-tervista, pochi giorni prima della sua consacrazione episcopale: “non ho mai nutri-to un mio progetto privato. Il mio progetto di vita ha sempre coinciso con quellodella Chiesa”7.

Discepolo fedele di padre Nazareno Taddei S. J., nonché suo amico e alunnoprediletto, Mons. Pietro Farina è stato sempre attento alla dimensione comunicati-va. Istituisce subito nella Chiesa di Alife - Caiazzo il mensile diocesano Clarus, perfacilitare non tanto e non solo l’informazione nella sua Chiesa locale quanto lapiena comunione tra i suoi membri, tra le comunità ecclesiali e tra le istituzioniecclesiali, sociali e civili del territorio. Nello specifico organizza, poi, nel decenniodi guida pastorale della Diocesi, il Congresso Eucaristico Diocesano in occasionedell’Anno dell’Eucarestia (2005) e la Visita Pastorale che non riuscirà a completa-re per il trasferimento alla sede di Caserta.

Il suo “sentire cum ecclesia” lo ha reso degno di fiducia da parte dei confratel-li nell’episcopato. Ha ricoperto, a tal proposito, incarichi di responsabilità a livelloregionale e nazionale. Vescovo delegato della CEC per l’Evangelizzazione deiPopoli e la Cooperazione tra le Chiese e per l’8xmille nonché Economo della stes-sa CEC; a livello nazionale membro del Consiglio per gli Affari Economici dellaCEI (2007) e presidente del Comitato per la promozione del sostegno economicoalla Chiesa Cattolica (2008 – 2013). Sarà conosciuto in tutta Italia come il Vescovodell’8xmille e del Sovvenire.

La Santa Sede lo nomina, nel 2011, anche se per pochi mesi, AmministratoreApostolico della Diocesi di Aversa.

A Caserta, nella sua Diocesi di origine, dove viene trasferito il 25 aprile 2009,il Vescovo Pietro Farina continua, con maggiore impegno, la sua attività apostolicafatta di presenza continua ad ogni evento e di dialogo schietto e fraterno con tutti;

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Matese 2002; DIOCESI DI ALIFE - CAIAZZO (a cura di), “… E si prese cura di lui”. Programmazione eorientamenti pastorali 2003 - 04, Piedimonte Matese 2003.

7 Cf M. TAGLIAFIERRO (a cura di), «Intervista a Mons. Pietro Farina», in Avvenire – Caserta sette,11 aprile 1999.

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qualità che tutti gli riconosceranno. Si pone in un’ottica di continuità con il suo pre-decessore e vescovo Mons. Raffaele Nogaro inserendosi nel solco pastorale da luitracciato. Pubblica tre lettere pastorali in cui i temi di Chiesa, Regno di Dio, fede inCristo sono ricorrenti8. La recezione dei documenti e dello spirito del Vaticano II,in vista del 50° anniversario della conclusione del Concilio, diventa per lui fonda-mentale. È la «fonte a cui si abbevera tutta la Chiesa». Organizza, a tal proposito,un Convegno Diocesano, Vedo vivere la Chiesa. Per un cristianesimo ecclesiale esolidale (2011), a cui partecipa circa un migliaio di fedeli. Istituisce L’Eco diCaserta, supplemento settimanale ad Avvenire, con lo scopo di diffondere sia ilquotidiano della CEI che il settimanale diocesano. Quest’ultimo con la collabora-zione dei vescovi della provincia di Caserta aspirava ad essere interdiocesano e pro-vinciale per la formazione delle coscienze di Terra di Lavoro.

Ma è soprattutto nell’ambito della cultura che ha profuso maggiormente il suoimpegno mettendo a disposizione persone, strutture, risorse e fondi. Infatti, quantoaveva iniziato a svolgere, a livello culturale, nella Diocesi di Alife - Caiazzo, con lariapertura della Biblioteca diocesana “S. Tommaso d’Aquino” e la valorizzazionedel fondo antico (cinquecentine e seicentine), il potenziamento dell’Istituto diScienze Religiose, l’istituzione dell’annuale Settimana della cultura, la pubblicazio-ne delle pergamene dell’archivio vescovile di Caiazzo e di altri documenti utili allaconoscenza storica del territorio, a Caserta viene incrementato ancora di più.

L’impegno per ravvivare la cultura del territorio ha per lui, infatti, una valenzaparticolare. È tra gli obiettivi prioritari che la sua azione pastorale intende perseguirenella Diocesi di Caserta. Ha la convinzione profonda che il dedicarsi a ricerche e studisulle nostre comunità possa contribuire a recuperare un più nitido e responsabile sensodi appartenenza e di identità religiosa. «Siamo figli ed eredi di processi storici pluri-secolari e compositi, di cui non sempre si ha una chiara e diffusa coscienza»9.

Dà inizio alla nostra Rivista semestrale Quaerite. Accresce l’offerta formativadell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Pietro” con il biennio specialisticoe con master e percorsi accademici innovativi, corsi di formazione all’impegnosocio – politico e di lingua e cultura italiana per stranieri. Rende l’ISSR, di fatto,

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8 Cf P. FARINA, Vedo vivere la Chiesa, Lettera pastorale 2010 – 2011, Saletta dell’Uva, Caserta2010; ID., Una Chiesa per il Regno, Lettera pastorale 2011 – 2012, Saletta dell’Uva, Caserta 2011; ID.,Con gli occhi della fede, Lettera pastorale 2012 – 2013, Saletta dell’Uva, Caserta 2012.

9 Per il Vescovo Farina la cultura assolve a una «funzione fondamentale nell’orientare qualificatipercorsi di sviluppo in armonia con la tradizione e gli ideali più autentici e pregevoli dei territori in cuiviviamo». Cf P. FARINA, «Premessa», in F. DANDOLO – G. SABATINI (a cura di), I Carafa di Maddalonie la feudalità napoletana nel Mezzogiorno Spagnolo, Saletta dell’Uva, Caserta 2013, 11-13.

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punto di riferimento imprescindibile, a livello culturale, non solo nella città diCaserta, ma nell’intera Diocesi e Provincia. Mette a disposizione della BibliotecaDiocesana altri spazi del Palazzo vescovile quale sale studio per gli studenti e ricer-catori, con apertura quotidiana, antimeridiana e pomeridiana. Dota di nuovi arredile sale ma soprattutto di personale specializzato. Incrementa il patrimonio librariodonando la sua biblioteca personale, di circa 4.000 volumi. Promuove e favoriscemolteplici iniziative culturali: dal Festival della Comunicazione (2010) alle tre edi-zioni del Festival della Vita (2011 - 2012 - 2013), dai seminari di studio a cicli diconferenze con cadenza mensile. La sala conferenze della Biblioteca diventa, difatto, un vero e proprio “Cortile dei gentili”, luogo di confronto e di dialogo tra cre-denti e non, tra religioni e culture diverse.

Organizza lui stesso convegni a carattere storico. A titolo esemplificativo: Ilconvegno internazionale I Carafa di Maddaloni e la feudalità napoletana nelMezzogiorno Spagnolo (2012) e il convegno Caserta e la sua Diocesi in età medie-vale in occasione del 900° anniversario della Bolla di Senne (2013). Entrambi coneminenti studiosi di fama nazionale. Era fermamente persuaso che la conoscenzadei processi storici fosse un aspetto essenziale per la costruzione di un nuovo uma-nesimo, con al centro l’uomo, la sua dignità, il suo bisogno di vivere in una comu-nanza di destini.

Oltre all’impegno altamente culturale il Vescovo Pietro Farina non disdegnavadi favorire anche le forme più semplici di apostolato come la religiosità popolare.Ha promosso la devozione mariana e ha organizzato e partecipato a numerosi pel-legrinaggi e viaggi spirituali. Per lui ogni ambito umano andava evangelizzato.Nessuno escluso.

Anche lui come Papa Francesco ha sognato, per le Chiese che il Signore gli haaffidato, una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consue-tudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventassero uncanale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreser-vazione. Ha sognato una riforma delle strutture, una loro conversione pastorale, perfare in modo che esse diventassero tutte più missionarie, che la pastorale ordinariain tutte le sue istanze fosse più espansiva e aperta, che ponesse gli agenti pastoraliin costante atteggiamento di “uscita” e favorisse così la risposta positiva di tutticoloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. Era vitale per lui che la Chiesa uscisse adannunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio,senza repulsioni e senza paura perché la gioia del Vangelo è per tutto il popolo10.

10 Cf FRANCESCO, Evangelium Gaudium, nn. 20.27.

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Nella persona del vescovo Pietro abbiamo visto vivere una Chiesa in uscita,sempre; una Chiesa forse accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade.Di sicuro non abbiamo visto una Chiesa malata per la chiusura e la comodità diaggrapparsi alle proprie sicurezze11. Più della paura di sbagliare lo ha mosso lapaura di rinchiudersi. Più della sporcizia lo inquietava la pigrizia nella Chiesa.Infatti, egli amava ricordare a tutti che «chi non arde non accende».

In cammino verso la Pasqua eterna, l’apertura dell’Anno della Fede ha coinci-so con l’inizio dell’ultimo tratto del suo peregrinare terreno. Ancor più intensamen-te vissuto tra «le consolazioni di Dio e le tribolazioni del mondo» e «con gli occhidella fede», sempre più purificati, come l’apostolo Pietro, dal riconoscersi peccato-re e penitente. La malattia, progressivamente invalidante, non ha impedito il suodonarsi tutto a tutti. Come l’apostolo Paolo, sempre lieto delle sofferenze e dei dolo-ri che sopportava. Certo che avrebbero contribuito anche loro a favorire il Corpo diCristo che è la Chiesa12.

Nicola Lombardi

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11 Ibid., n. 49.12 Cf. Col 1, 24-25.

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SOMMARIO

PRIMA PARTE

S.E. Mons. Angelo SpinilloPRESENTAZIONE pag. 17

Francesco DandoloCENNI BIOGRAFICI DI MONS. PIETRO FARINA (1942-2013) pag. 19

Sergio TanzarellaDON PIETRO FARINA:UNA TESTIMONIANZA AFFIDATA AL RICORDO pag. 25

Lucia TammaroDON PIETRO PARROCO DI MEZZANO.UN PROGETTO PASTORALE LUNGO TRENT’ANNI pag. 29

Emilio Salvatore«ET RESURREXIT TERTIA DIE SECUNDUM SCRIPTURAS».IL VESCOVO FARINA E IL SUO RAPPORTOCON LA PAROLA DI DIO pag. 41

Edoardo ScognamiglioIMMAGINI DELLA CHIESANEL MAGISTERO DI PIETRO FARINA pag. 49

Nicola BuffolanoLE LETTERE PASTORALI DEL VESCOVO PIETRO FARINAALLA CHIESA CASERTANA pag. 63

Giuseppe Di BernardoL’ATTENZIONE DI MONS. PIETRO FARINA ALLA FORMAZIONE PERMANENTE DEL CLERO pag. 83 S

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Raffaele SantoroIL SOVVENIRE ALLE NECESSITÀ DELLA CHIESANEGLI SCRITTI DI MONS. PIETRO FARINA pag. 95

Luigi NunzianteMONS. PIETRO FARINA: CHIESA, CONCILIOE CULTURA DELLA COMUNICAZIONE pag. 105

Girolamo Dal MasoUN VESCOVO, IL CONCILIO E MARIA. APPUNTI SULLASPIRITUALITÀ MARIANA DI MONS. PIETRO FARINA pag. 117

Giuseppe BalidoL’AMORE DI MONS. PIETRO FARINAPER SANT’AGOSTINO E SANTA MONICA pag. 125

SECONDA PARTE

ORIENTAMENTI E LETTERE PASTORALI pag. 135

OMELIE E ARTICOLI pag. 233

RELAZIONI E INTERVISTE pag. 283

INTERVENTI VARI pag. 323

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SECONDA PARTE

Orientamenti e Lettere pastoraliOmelie e Articoli

Relazioni e Interventi vari a cura di Sarina Luli e Antonio Salvatore Romano