Rete di rapporti, influssi esterni e sviluppi originali nell’arcipelago di La Maddalena durante la...

14
RETE DI RAPPORTI, INFLUSSI ESTERNI E SVILUPPI ORIGINALI NELL’ARCIPELAGO DI LA MADDALENA DURANTE LA PREISTORIA. Tomaso Di Fraia 1 1 Dipartimento di Scienze Archeologiche, Università di Pisa, Via S. Maria, 53 - 56100 Pisa Tel. 050572697, e-mail: [email protected] Riassunto - Negli ultimi anni a La Maddalena e Caprera (Sardegna) sono stati scoperti nuovi tipi di strutture in pietra attribuibili alla preistoria. Sono stati individuati oltre 20 vani rettangolari, 13 capanne ellittiche, 4 ciste rettangolari, varie guardiole con un muro a semicerchio o a ferro di cavallo e molti cumuli artificiali di pietre. A Caprera un grande complesso, comprendente tre vani rettangolari e un sistema di canalette che alimenta una cisterna e un pozzo, presenta impressionanti somiglianze con quello di Ferrandell-Oleza nell’isola di Maiorca, abitato dal 2500 al 1300 a. C. Vari ciottoli di selce rinvenuti in una spiaggia di Caprera attestano l’esistenza di provviste di questa roccia proveniente dalla Sardegna interna per essere trasportata in Corsica. Ciò conferma l’intensità dei traffici che interessarono l’arcipelago fin dal Neolitico e ne decretarono l’importanza strategica nell’età del bronzo. Le strutture apparentemente prive di funzionalità pratica (lunghi e bassi muri, piccoli recinti megalitici, cumuli) sembrano svolgere il ruolo di contrassegnare il territorio, forse per distinguere zone di competenza di gruppi diversi. Le strutture peculiari (capanne ellittiche, ciste, cunicoli e guardiole) suggeriscono sviluppi autonomi e innovativi ad opera della popolazione locale. Abstract - In recent years in La Maddalena and Caprera (Sardinia) new types of stone structures attributable to the Prehistory have been discovered. Over 20 rectangular rooms, 13 elliptical huts, 4 rectangular cists, several observation posts with semicircle or horseshoe walls, and many artificial mounds of stone have been

Transcript of Rete di rapporti, influssi esterni e sviluppi originali nell’arcipelago di La Maddalena durante la...

RETE DI RAPPORTI, INFLUSSI ESTERNI E SVILUPPIORIGINALI NELL’ARCIPELAGO DI LA MADDALENA DURANTE

LA PREISTORIA.

Tomaso Di Fraia1

1 Dipartimento di Scienze Archeologiche, Università di Pisa, Via S.Maria, 53 - 56100 Pisa

Tel. 050572697, e-mail: [email protected]

Riassunto - Negli ultimi anni a La Maddalena e Caprera(Sardegna) sono stati scoperti nuovi tipi di strutture inpietra attribuibili alla preistoria. Sono stati individuatioltre 20 vani rettangolari, 13 capanne ellittiche, 4 cisterettangolari, varie guardiole con un muro a semicerchio o aferro di cavallo e molti cumuli artificiali di pietre. ACaprera un grande complesso, comprendente tre vanirettangolari e un sistema di canalette che alimenta unacisterna e un pozzo, presenta impressionanti somiglianze conquello di Ferrandell-Oleza nell’isola di Maiorca, abitatodal 2500 al 1300 a. C. Vari ciottoli di selce rinvenuti inuna spiaggia di Caprera attestano l’esistenza di provvistedi questa roccia proveniente dalla Sardegna interna peressere trasportata in Corsica. Ciò conferma l’intensità deitraffici che interessarono l’arcipelago fin dal Neolitico ene decretarono l’importanza strategica nell’età del bronzo.Le strutture apparentemente prive di funzionalità pratica(lunghi e bassi muri, piccoli recinti megalitici, cumuli)sembrano svolgere il ruolo di contrassegnare il territorio,forse per distinguere zone di competenza di gruppi diversi.Le strutture peculiari (capanne ellittiche, ciste, cunicoli eguardiole) suggeriscono sviluppi autonomi e innovativi adopera della popolazione locale.

Abstract - In recent years in La Maddalena and Caprera (Sardinia) new types ofstone structures attributable to the Prehistory have been discovered. Over 20rectangular rooms, 13 elliptical huts, 4 rectangular cists, several observation postswith semicircle or horseshoe walls, and many artificial mounds of stone have been

identified. In Caprera there is a large complex, comprising 3 rectangular roomsand a system of little canals that feed a cistern and a well, which has strikingsimilarities with that of Ferrandell-Oleza in Mallorca island, inhabited from 2500 to1300 a. C. Pebbles of flint found on a beach at Caprera prove the existence ofstocks of this rock, that from the interior of Sardinia was transported to Corsica.This confirms the intensity of traffic that involved the Archipelago since theNeolithic and decreed its strategic importance in the Bronze Age. The structureswithout any obvious practical utility (long and low walls, small megalithic fences,mounds) seem to play the role of marking out territory, perhaps to distinguishareas assigned to different groups. Original structures (elliptic huts, cists, littletunnels and observation posts) suggest independent and innovative developmentsby the local population.

Introduzione

La novità fondamentale rispetto al Simposio 2006 [3],oltre all’incremento delle evidenze di categorie già note(muri, recinti, pseudodolmen, tafoni murati), è la scopertadi nuovi tipi di strutture in pietra non lavorata e concaratteristiche tali da poter essere attribuite allapreistoria. Anche nell’ovvia eventualità che le varieevidenze non siano tutte contemporanee, la documentazione èimpressionante, tanto più se si considerano le distruzionicausate dalle numerose e imponenti opere militari che negliultimi due secoli hanno interessato i luoghi più strategicidelle due isole. A queste si deve aggiungere l’abusivismoedilizio che negli ultimi 50 anni ha devastato molte zonecostiere e interne.

I ritrovamenti sono frutto di esplorazioni condottedallo scrivente, dalla prof. Gianna Giannessi e da alcunicollaboratori locali; non è stato finora condotto nessunoscavo sistematico, ma solo qualche esiguo saggio esplorativo.

La nuova documentazione

A La Maddalena e Caprera sono stati individuati iresti di oltre 20 vani rettangolari. Nell’isola di Caprera,

oltre ad un vano in grossi blocchi in località Guardiole, visono resti di due vani in località Petraiaccio, vicino a unmuro, una canaletta foderata di pietre, un pozzo circolare,alcuni tratti lastricati e un piccolo vano costruito congrossi blocchi e un ampio gradino. Verso Poggio Zonza e CaseZonza si riconoscono le robuste fondamenta di vanisubrettangolari, che talora sfruttano alcune rocce naturali.

A La Maddalena presso Guardia del Turco vi sono duepiccoli vani formati da tre soli lati, a pochi metri didistanza l’uno dall’altro; una pietra trovata tra i due vanipresenta una cuppella con un solco esterno e ciò potrebbesuggerire un’utilizzazione rituale. Almeno una costruzioneanaloga è attestata a Caprera, sotto Casa Garibaldi.Punti di osservazione con guardiole, formate da un rozzo muroa semicerchio (Fig. 1) o a ferro di cavallo, si trovano sia aLa Maddalena, sia nella parte S di Caprera, in posizionidominanti con ampia visuale.

Figura 1 – Punti di osservazione con guardiole a Caprera e aLa Maddalena.

Figure 1 – Observation posts with shelter in Caprera and La Maddalena

Di particolare interesse un vano presso l’istmo delloStrangolato, a una ventina dimetri dal mare, in un’area rocciosa esposta ai ventidominanti di ponente (Fig. 2). A poca distanza una roccia prominente è contornata, verso ilmare, da un muro che delimita un

corridoio (Fig. 3); poco più a S si riconoscono i resti di un muro che tagliava l’istmo da E a W. La penisola di Abbatoggia, oltre tale istmo, presso cui nel 2003 rinvenni un frammento

Figure 2 e 3 – La Maddalena: vano rettangolare e roccia inparte contornata da un muro.Figures 2 and 3 – La Maddalena: rectangular room and rock with a semicircularwall.

di ceramica dipinta italo-micenea [4], è costellata ditumuli o cumuli artificiali (quadrangolari, troncoconici oirregolari) di pietre (Fig. 4), che in un’area quasitotalmente

Figura 4 – La Maddalena: cumulo di pietre. Figure 4 – La Maddalena:stone mound.

brulla non possono essere il risultato di dissodamenti, bensìdi interventi di altro tipo; alla sommità della penisola viè una piccola e massiccia costruzione di un unico vano, inparte collassata. Poiché si tratta della propaggine più a NWdi La Maddalena, cioè il punto più vicino al ponte di isoleminori che collega alla Corsica, è logico pensare a unsistema di punti di controllo e/o di segnalazione (magarianche con sovrastrutture in materiali deperibili) in funzionedi traffici marittimi e approdi; e si può anche inferirne chegruppi locali dovevano aver raggiunto un alto livello dicompetenza nel controllo dei traffici nell’arcipelago.

Un altro tipo di struttura sono le ciste litichesubrettangolari, le cui dimensioni (lunghezza internainferiore ai 2 m) e caratteristiche suggeriscono la solainterpretazione funeraria. La più interessante, vicina allungo muro a NE di Guardia del Turco, è un vano chiuso, maprivo di copertura, formato da tre lastroni di granitodisposti verticalmente, da un tratto di muro e da unospuntone. In località Boccalta vi sono i resti di altre treciste.

A Vena Longa, accanto agli pseudodolmen, due trinceelarghe 45-50 cm e profonde circa 50-80 cm sono scavate nelversante collinare nel senso della pendenza; l’aggiuntalaterale di pietre ha permesso di posizionare orizzontalmentele pietre di copertura. L’aspetto frontale assomiglia a unpiccolo tumulo in cui si apre un cunicolo, in un caso diritto

e lungo 2 m, nell’altro a “L” (Fig. 5). Per tali strutturenon ho trovato finora nessun confronto e nemmenoun’interpretazione plausibile.

Figura 5 – La Maddalena: cunicoloFigure 5 – La Maddalena: very little tunnel.

Sempre a Boccalta vi sono vari tumuli troncopiramidalidi pietre (lunghi 160-400 cm e alti 20-50 cm); un tumuloanalogo sorge a Caprera, a breve distanza dal mare.

A Boccalta sono state scoperte undici capanneellittiche realizzate con un singolo filare di pietre.L’elevato, conservato in alcuni tratti fino a 160-170 cm, èlievemente curvato verso l’interno. In una capanna (Fig. 6)ho raccolto qualche frammento di ceramica

Figura 6 – La Maddalena: capanna ellittica Figure 6 – La Maddalena: elliptical hut

d’impasto. A Caprera il dott. Gian Carlo Tusceri ha scopertodue capanne simili.

A Caprera, località Guardiole, un complesso delimitatoda un muro rettangolare contiene tre vani, aree lastricate eun sistema di canalette che alimenta una cisternarettangolare e un pozzo circolare (Fig. 7). Esso presentaimpressionanti somiglianze con quello di Ferrandell-Oleza(Fig. 8) nell’isola di Maiorca (2500 - 1300 a. C.) [5]: 1)l’ampiezza e la topografia generale, probabilmente collegatead attività connesse all’allevamento del bestiame; 2) lapresenza di depositi d’acqua e un sistema diapprovvigionamento e deflusso formato da canalette foderatedi pietre; 3) la presenza nel territorio circostante diripari sotto roccia utilizzati per varie attività (a Caprera13 tafoni recano tracce di frequentazioni preistoriche). Laforma allungata del recinto di Caprera (circa 120 x 24 m,contro i 70 x 50 m di Ferrandell-Oleza) è forse condizionatadalla conformazione del terreno, una stretta e lunga conca.La particolare robustezza della cinta muraria di Ferrandell-Oleza non ha riscontro nel complesso di Caprera, dove però unmuro che prolunga il lato occidentale ingloba trepiccolissimi vani, che sembrano quasi dei posti di guardia

(forse per la protezione delle risorse presenti nel complessorecintato?).

Figura 7 – Caprera, Guardiole: grande complesso Figure 7 – Caprera, Guardiole: wide complex

Figura 8 – Maiorca, Ferrandell-Oleza: complessoeneolitico (ricostruzione) Figure 8 – Mallorca, Ferrandell-Oleza: chalcolithic settlement(reconstruction).

Per quanto concerne i reperti mobili, il sig. TommasoGamboni ha trovato vari ciottoli di selce (Fig. 9) in unaspiaggia di Caprera: si tratta evidentemente dei resti diconsistenti provviste (probabilmente presenti anche presso

altri approdi) di questa roccia proveniente dalla Sardegnainterna per essere poi trasportata in Corsica. E’ possibileche esistessero anche analoghi “tesoretti” di ossidiana, lacui più facile riconoscibilità nonché il maggior valoreintrinseco potrebbero tuttavia averne favorito il recupero abantiquo anche dopo una loro eventuale dispersione. Un pezzo diossidiana piuttosto consunto (Fig. 9) trovato in un tafonedi Caprera può deporre a favore di questa ipotesi: sembratrattarsi infatti di un pezzo che, dopo essere rimastoesposto a consunzione meccanica, è stato poi recuperato,anche se non è mai stato utilizzato per ricavarne strumenti(le parti lucide, cioè le superfici di distacco “fresche”,possono corrispondere a un inizio di lavorazione oppure ad untest sulla qualità della roccia).

Figura 9 – Caprera: ciottoli di selce e pezzo diossidiana consunto

Figure 9 – Caprera: flint pebbles and a worn obsidian piece.

Recentemente il signor Danilo Presutti ha rinvenuto aCaprera, presso un tafone in località Poggio Zonza, cinqueframmenti ceramici di vasi con fondi piatti, la cuisuperficie esterna conserva l’impronta coprente di untessuto tipo tela (Fig. 10). Dello stesso lotto di

Figura 10 – Caprera: ceramicacon impronte di tessuto Figure 10 – Caprera: ceramics withtextile imprints

reperti fanno parte due frammenti di orli, uno dei qualiingrossato ed estroflesso; sia questo orlo, sia il tipo diimpasto della ceramica sembrano riconducibili all’età delbronzo.

Discussione

Gli pseudodolmen trovano confronti nel nord dellaSardegna [2], dove sono datati all’età del bronzo; ma mentrein Gallura esistono anche dolmen canonici (con montanti ecopertura costruiti appositamente), a La Maddalena questisono totalmente assenti. Le strutture del tutto peculiari(recinti, lunghi muri megalitici, vani con tre lati,guardiole, capanne ellittiche, ciste, tumuli, cunicoli), perle quali non vi sono confronti convincenti, suggerisconosviluppi autonomi e innovativi da parte di gruppi con unapropria identità culturale [1]. Le strutture prive difunzionalità pratica (lunghi e bassi muri, piccoli recintimegalitici, tumuli) sembrano svolgere il ruolo dicontrassegnare il territorio, forse per distinguere zone dicompetenza di gruppi diversi (ad es. indigeni pastori /indigeni agricoltori / indigeni o stranieri navigatori). Si

potrebbe ipotizzare che il complesso di Caprera - Guardiolesia stato realizzato o ispirato da gruppi di origine iberica,ma non si può escludere un processo inverso, anche perchéfinora il solo possibile indizio di rapporti con le Baleari èun frammento ceramico con impressioni simili a quelledocumentate a Ferrandell-Oleza. Comunque l’insieme dellestrutture individuate a La Maddalena e Caprera sembraindicare che da una parte la posizione strategica delle dueisole ha favorito i contatti anche a lunga distanza e quindigli apporti esterni, dall’altra un consolidato e continuativoinsediamento della popolazione locale ha prodotto una seriedi scelte e sviluppi originali nella realizzazione sia distrutture abitative sia di manufatti di altro tipo.

L’eccezionale ritrovamento dei frammenti ceramici conimpronte di tessuto rafforza la particolarità del recordarcheologico dell’arcipelago, caratterizzato appunto, a mioparere, da vari elementi peculiari autoctoni.

Infine lo scorso febbraio, grazie a un costantemonitoraggio dei fenomeni erosivi nella baia di Spalmatore,con la collaborazione del signor Gian Gaetano Laviano hopotuto individuare (in giacitura secondaria) e recuperareresti di un cranio umano in un lembo di terreno eroso dalmare (Figg. 11-13). Nel 1965, nella parte interna dellaspiaggia e in giacitura primaria, furono rinvenuti trescheletri, sui quali purtroppo non disponiamo di alcunadocumentazione scientifica. Tra i frammenti ceramicirecuperati a più riprese presso il punto di rinvenimento delcranio vi sono reperti di età romana, ma anche preistorici[4].

Figure 11-13 – La Maddalena: ubicazione delritrovamento di resti di cranio umano. Figures 11-13 – La Maddalena: the site of recovery of remains of a humanskull.

Conclusioni

1. Le isole dell’arcipelago, anche quelle minori,peraltro poco esplorate ( tuttavia Santo Stefano e Spargihanno finora restituito la maggiore quantità di repertimobili) erano abitate e capillarmente frequentate già nelNeolitico e ancora di più dovettero esserlo nell’età deimetalli, quando i traffici marittimi furono enormementeincrementati.

2. Una serie di costruzioni in pietra (come recinti,muri e cumuli) probabilmente serviva a segnalare la presenzadei gruppi umani insediati sul territorio, mentre altrestrutture potevano forse distinguere alcune aree destinate adattività specifiche e/o assegnate a determinati gruppi.

3. L’assenza di opere difensive o fortificazioniparticolari può suggerire due scenari, peraltro almeno inparte compatibili. Il primo è una situazione di pienocontrollo e dominio della terraferma e di gestione deltraffico marittimo, almeno locale, da parte degli abitantidell’arcipelago. La seconda possibilità è che la popolazione

insediata sulle isole concedesse approdi, spazi e sostegnologistico a chi navigava attraverso le Bocche di Bonifacio,in una situazione di sicurezza reciproca. In ambedue i casile attività connesse ai traffici marittimi dovevanocostituire un aspetto importante dell’economia locale, cheveniva ad aggiungersi alle risorse naturali, costituite dapesca, caccia, allevamento e quel po’ di agricoltura(probabilmente soprattutto cerealicola) consentita dallecaratteristiche pedologiche delle isole.

Infine occorre ribadire l’urgenza di interventi discavo e di salvaguardia delle varie evidenze, anche perché,grazie al nostro monitoraggio della situazione, abbiamoverificato che qualche stupido predatore di pietre ha giàsemidistrutto il recinto megalitico di Spalmatore e alcunisiti hanno subito tentativi di scavo.

Bibliografia

[1] Di Fraia T. - L’umanizzazione del paesaggio fra rispetto dell’ordinenaturale e volontà di affermazione identitaria: il caso del megalitismo preistoriconell’arcipelago di La Maddalena (Sardegna), in Diot M.-F. (a cura di)Le Paysage et l’Archéologie: méthodes et outils de la reconstitution des paysages(2011), Éditions du CTHS, Paris, 95-113. [2] Di Fraia T. - Un particolare caso di megalitismo associato ad aspettiipogeici nell’isola di La Maddalena (Sardegna), in Cámara Serrano J. A.,Afonso Marrero J. A., Spanedda L. (a cura di) Links betweenMegalithism and Hypogeism in Western Mediterranean Europe (2010), BARIS 2151, Oxford, 107-119. [3] Di Fraia T. - Nuove evidenze preistoriche nelle isole di La Maddalenae Caprera, Atti I Simposio Il monitoraggio costiero mediterraneo:problematiche e tecniche di misura, (2007), Copisteria San Gallo,Firenze, 323-328.[4] Di Fraia T. - Prospezioni e ricerche nell’Arcipelago di La Maddalena,in Tozzi C., Weiss M. C. (a cura di) Preistoria e protostoria dell’areatirrenica (2007), Felici Editore, Pisa, 177- 183, tav. XVII.[5] Waldren W. H. - The Beaker Culture of Balearic Islands (1998), BARIS 709, Oxford.