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Gianluigi Buffon a Vanity Fair: “Nondate al calcio la colpa dell’odio”.Posted by provincia on 10 gennaio 2019 at 22:33

È vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia?

«È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello

c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io.

Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci

di solidarietà nei confronti di un amico. Anche di un amico che sbaglia».

A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva a Vanity Fair, che gli

dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 gennaio, aprendo le porte della sua casa di Parigi –

dove gioca come portiere per il Paris Saint-Germain – e spalancando quelle sul suo passato. A partire dalla

militanza giovanile tra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazione della curva («Incontravo gente di

cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e

qualche deficiente»), esperienze che gli danno un punto di vista non del tutto politicamente corretto sulla

recente polemica scatenata dai cori razzisti e dagli scontri sanguinosi a San Siro: «Se affonda un barcone a

Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani,

ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile

provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non

solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto».

«Da ragazzo», racconta Buffon a Vanity Fair, «covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo

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Tags: Gianluigi Buffon

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indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo… Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei

vent’anni… Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non

essermene dimenticata neanche una». Per esempio, la volta in cui, proprio negli anni del Parma, rispose male

al suo allenatore Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai più fatto. Era

furibondo e aveva tutte le ragioni». Un errore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: «Non drogarsi, non

doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni,

quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no». Giusto forse «un

tiro di canna fatto da ragazzo», e il ricordo della «nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia

provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora».

Nell’intervista a Vanity Fair, Buffon ricorda la depressione che lo colpì più di quindici anni fa: «Per qualche

mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che

incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni,

cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi

avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me

la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara». Ne uscì, racconta,

parlandone con gli altri: «Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre

persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque

tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di

piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto».

Tornando sull’eliminazione dell’Italia dal recente Mondiale, a sorpresa difende l’ex Ct Giampiero Ventura: «Che

noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale. Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e

lo abbiamo difeso in ogni occasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso

avrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebbero

dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo». A proposito di calcio, Buffon dice a

Vanity Fair che spera di giocare almeno ancora un altro anno: «L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella». Si

descrive come «uno strano figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sogni e ambizioni

di quanti ne avesse da ragazzo». E tra dieci anni? «Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e

ai sogni che avevo, non commuovermi è impossibile».

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28 marzo 2017

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FOOTBALL GIGI BUFFON RACONTE SONSPLEENLe mythique gardien italien s'est «confessé» lors d'un entretien choc accordéau magazine «Vanity Fair». Morceaux choisis.

(Image Reuters)

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L'ISLANDE, SES PAYSAGES MAGIQUESET SES FEMMES INSPIRANTESPour son premier film, la Vaudoise Anne-FloreMarxer tire les portraits de femmes qui ontfaçonné l'histoire.

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Gianluigi - alias Gigi - Buffon a beau être l'un des meilleursgardiens du monde, toutes époques confondues, il n'en reste pasmoins un homme à la sensibilité à eur de peau. Cette véracités'est encore véri ée dans ses déclarations au magazineinternational «Vanity Fair».

Le dernier rempart italien, qui aura 41 ans le 28 janvier prochain,est revenu sur ses joies - le titre de champion du monde, entreautres - mais aussi sur les périodes sombres qui ont marqué sonquart de siècle de professionnalisme. Extraits:

Sur ses déboires à la Juventus

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2. Bâle 18 34:33 1 30

3. Thoune 18 36:27 9 28

4. Zürich 18 26:25 1 25

5. Lucerne 18 29:33-4 25

6. St-Gall 18 27:34-7 23

7. Sion 18 28:30-2 21

8. Lugano 18 26:32-6 19

9. GC 18 21:34-13 17

10. Xamax 18 26:42-16 13

Sion 1:2 (1:2) Bâle

Thoune 1:0 (1:0) GC

Xamax 1:4 (1:4)

Lucerne 2:1 (2:1) St-Gall

Zürich 0:0 (0:0) Lugano

Young

Boys

Classement

Résultats

équipe Joué B +/- P

Description de l'erreur*

envoyer

«Pendant des mois, tout a perdu son sens. J’avais l’impressionque les autres ne s’intéressaient pas à moi, mais seulement à ceque je représentais. Tout le monde en voulait après Buffon, maispersonne après Gigi. C’était une période très compliquée. J’avais25 ans, je surfais sur la vague du succès et de la gloire. Un jour, àquelques minutes d’un match de championnat, je suis allé voirIvano Bordon, le coach des gardiens, et je lui ai dit: «LaisseChimenti s’échauffer et jouer, je n’en ai pas envie».

»J’ai fait une crise de panique. Je ne supportais plus lacompétition. Si je n'avais pas partagé cette expérience, cebrouillard et cette confusion avec d'autres personnes, je neserais peut-être pas parti. Je comprenais bien que ce momentreprésentait un tournant décisif entre la reddition et letraitement des faiblesses que nous avons tous. Je n'ai jamais eupeur de leur montrer ou de pleurer, quelque chose qui m'arriveet dont je n'ai pas honte du tout.»

Sur l'échec 2018 de l'Italie

«Les footballeurs se sont opposés à une possession de ballecolossale. Ventura (ndlr: Gian Piero, le sélectionneur italien lors de lanon quali cation pour la Coupe du monde de 2018 en Russie) avaitnotre disponibilité maximale et nous l'avons défendu à chaqueoccasion. À un moment donné, il est vrai, il s'est senti seul. Maispeut-être un soutien différent aurait-il dû être apporté par lespersonnes qui en avaient le devoir. Évidemment, beaucoup dechoses n’ont pas fonctionné comme elles auraient dû. En tantque professeur de football, Ventura adorait ça.»

Sur la drogue

«Ne prenez pas de drogue! Ne prenez pas de dopage! Necherchez pas ce qui ne vous appartient pas. Ce sont desprincipes que mes parents m'ont donnés. Quand j'ai mis uncomprimé dans ma bouche dans une discothèque à l'âge de 17ans, je savais comment et pourquoi je devrais dire non.»

Sur son avenir

«Continuer au moins une autre année ? C’est l'idée si le ParisSaint-Germain est d’accord.» (nxp)

Créé: 10.01.2019, 14h36

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La inesperada confesión de Buffon

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El portero italiano relata en una entrevista cómo un día se sintió incapaz de jugar por «ataques de pánico»

S. D.@abc_deportes

Actualizado: 10/01/2019 02:28h

Son muchos los deportistas de élite que han hecho públicos sus problemas con la

ansiedad o la depresión durante su carrera, siendo algunos tan relevantes como el

nadador Michael Phelps o el futbolista Andrés Iniesta. Sin embargo, sigue

sorprendiendo que algunos de los personajes más importantes y más conocidos del

Buffon, en el Santiago Bernabéu - IGNACIO GIL

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10-01-2019

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mundo del deporte confiesen haber tenido problemas de este tipo.

El último ha sido el portero italiano del París Saint-Germain Gianluigi Buffon, que

en una entrevista en 'Vanity Fair' desveló los apuros que pasó durante un momento de

su carrera cuando padeció problemas psicológicos.

«Durante algunos meses, todo paró de tener sentido, parecía que todos preguntaban por Buffon pero

nadie quería saber de Gianluigi, fue una época muy difícil», relató el guardameta.

«Tenía 25 años y estaba en el punto más alto de mi carrera, pero un día antes de un partido en la Serie A, fui a Ivano

Bordon (entrenador de porteros) y le dije: 'Ivano, pide a Chimenti que se caliente y juegue, no me siento

capaz de hacerlo'. Había sufrido un ataque de pánico», explicó.

«Tuve la capacidad de percibir que estaba en una encrucijada entre desistir o lidiar con una debilidad que todos

tenemos. Nunca tuve miedo de mostrar mis emociones, de llorar. No debemos tener vergüenza de

hacerlo», agregó.

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Andrés Iniesta explica su polémica foto con los Reyes Magos1

La depresión de Iniesta:«Deseaba que llegara lanoche para tomarme lapastilla»

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Gianluigi Buffon, portiere della Nazionale e del Paris Saint Germain oggi tra i più famosi

al mondo, racconta un momento difficile vissuto ormai quindici anni fa, quando cadde in

una brutta depressione. "Per qualche mese, ogni cosa perse di senso - spiega in

un'intervista a 'Vanity Fair' - Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il

campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un

momento complicatissimo". Depressione Buffon: il racconto del portiere Buffon ricorda

quel periodo difficile. A causarlo, il complicato rapporto con la popolarità e il modo in

cui quest'ultima arrivi all'improvviso nella vita di un campione. "Avevo 25 anni - dice -

cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita

di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore...

Fonte & Immagini: http://www.today.it/gossip/vip/gianluigi-buffon-depressione-

intervista.html

Buffon e la depressione: "Mi parevache ogni cosa perdesse senso"by Today.it > Gossip 7 ore, 40 minuti, 24 secondi

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Sport Fussball

Buffon spricht offen über seineDepressionenDer ehemalige italienische Nationalgoalie hat nicht nur gute Zeiten hinter sich.Er erzählt in einem Interview von Panikattacken und Drogen.

Gianluigi Buffon ist einer dieser allseits beliebten Spieler. Ein

Sympathieträger, ein Captain, ein Leader, der aber für jeden seiner

Gegner noch so viele Umarmungen übrig hat. Und Gianluigi Buffon

ist einer der grössten Goalies unserer Zeit, nur wenige bewegten sich

konstant auf diesem Niveau. Doch auch Buffon hat dunkle Zeiten

hinter sich. Das verriet er in diesen Tagen dem Magazin «Vanity Fair».

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2019-01-09 15:33 von Marcel Rohner

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Gigi Buffon e l’intervista a “Vanity Fair”: “Lamanganellata ricevuta dalla polizia? Ero al caselloe…”

di Redazione BlitzPubblicato il 9 gennaio 2019 9:48 | Ultimo aggiornamento: 9 gennaio 2019 9:48

Gigi Buffon e l’intervista a “Vanity Fair”: “La

manganellata ricevuta dalla polizia? Ero al casello e…”

(foto Ansa)

ROMA – Intervistato da “Vanity Fair”,

Gigi Buffon si racconta tra ricordi

d’infanzia e… situazioni al limite:

“Ero ultrà – racconta il numero uno del

PSG – del Commando Ultrà Indian Tips, il

nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui

miei guanti. Incontravo gente di cui si

parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi

normali, sognatori, idealisti. Alcune

persone interessanti e qualche deficiente…

Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo

indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta

la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie cazz…, ne ho assaporato il gusto e in un

certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una”.

“La manganellata ricevuta dalla polizia? È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una

partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto di blocco della

polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io”.

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09-01-2019

“Droghe? Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo una canna.

Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia

provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la

vedessi ora”.

Capitolo depressione. Lui ha ammesso di

averne sofferto all’apice della carriera,

quando aveva 25 anni e giocava nella

Juventus: “Per qualche mese ogni cosa

perse di senso. Mi sembrava che alle

persone non interessasse Gigi, ma solo

Buffon: il campione che incarnavo. È stato

un momento davvero complicato, anche se

avevo 25 anni e avevo successo e

notorietà”. Anche in questo caso Buffon

racconta un episodio in particolare: “Pochi

minuti prima di una partita di campionato

mi avvicinai al preparatore dei portieri, Bordon, e gli chiesi di far scaldare Chimenti. Gli

dissi che non me la sentivo di giocare, perché avevo avuto un attacco di panico e non

potevo sostenere la partita. Ne uscii – spiega Buffon – condividendo quella nebbia con

gli altri. Capii che quel momento era uno spartiacque e non dovevo avere paura di

mostrare le mie debolezze, né di piangere”.

Capitolo Nazionale. “Ventura? Dire che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla

colossale, da parte nostra c’è sempre stata massima disponibilità: lo abbiamo difeso in

ogni occasione. È vero – aggiunge Buffon – che a un certo punto si è sentito solo. Ma

forse un sostegno doveva esserci da chi di dovere. Ma come insegnante di calcio a me

Ventura è piaciuto tantissimo”.

Buffon non teme di parlare anche di argomenti più seri ed attuali come l’accoglienza dei

migranti: “Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci

commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non

affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a

fare”. Parole forti anche sugli scontri di Milano che hanno causato la morte di un ultrà,

Daniele Belardinelli: “È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano.

L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio perché ho il

forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto”.

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09.01.2019

Buffon, anche le botte nelpassato da ultrà «Tutto l’odio èosceno»

«È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano.L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in unostadio. Perchè ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, recitisoltanto da pretesto». In una lunga intervista a Vanity Fair,Gianluigi Buffon parla della violenza negli stadi e della suaesperienza giovanile da ultrà. «Commando Ultrà Indian Tips, ilnome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’hostampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tantosenza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcunepersone interessanti e qualche deficiente». Buffon parla anche ditemi sociali - «se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300persone ci commuoviamo, ma se non affonda ci lamentiamodell’ingresso di 300 immigrati» - e di come una volta prese qualchemanganellata dalla polizia. (...)

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09 gennaio 2019 SPORTSPORT

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09-01-2019

Il calcio, per fortuna, non è rappresentato soltanto dai pugni alzati di gentagliasempre pronta nel fare a botte o dalle invettive di sciagurati i quali nonperdono occasione per dimostrare il proprio grado di imbecillità. Il calcio èanche il contenitore di sentimenti puliti e onesti dei quali gli stessi protagonistidel gioco si fanno portabandiera con parole ed esempi concreti. Sorsate diacqua fresca nel torrido deserto della sragione con le quali placare, di tanto intanto, l’arsura dell’anima.

Si chiamano buoni esempi. Materiale sempre più raro che gli iscritti al “Clubdei pugni” confondono con buonismo e retorica perché evidentementesoltanto attraverso la pratica della violenza, fisica o verbale, riescono a dare unsenso alla propria esistenza e stemperare le proprie frustrazioni. Eppure, aconti fatti, la verità è che solamente un atteggiamento cristiano, badate nonnecessariamente cattolico, verso il prossimo e verso se stessi può produrreserenità e talvolta gioia. Nelle ultime ore sono accaduti tre eventi, minimali

del 09 gennaio 2019 alle 18:30di Marco Bernardini

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ma molto significativi, attraverso la cui lettura è possibile rendersi conto dicome e di quanto quei pugni siano in grado di dischiudersi per trasformarsi daminaccioso segno di offesa in autentiche carezze. Tre uomini di calcio e disport i protagonisti di altrettanti episodi capaci di confortare un poco e direndere meno invasivo e contaminante il frastuono delle guerre tra bande.Dino Zoff, Gigi Buffon e Paul Pogba, i loro nomi.

Vi pregherei di collegarvi con la Rete in modo che possiate trovare, in mezzo atante porcherie o semplici menzogne per gonzi, tre perle di umanità spontaneae non richiesta. Sentimenti non propaganda. Sarà bello, per voi come lo è statoper me, guardare il breve filmato che mostra le immagini di Dino Zoff il quale,a settantasei anni e fisicamente in forma giovanile, allena la ragazzina ecampionessa disabile di scherma Bebe Vio lanciandole la palla e attendendo larisposta. Lei, leggera come uno stupendo fenicottero, in bilico su una delle duegambe artificiali. Lui, sorridente come il nonno con la nipotina, che si ponenelle stesse condizioni della ragazza zampettando con una sola gamba. Unascena che non necessita di commenti perché da sola accarezza l’anima. Pocheore prima, sul sito della rivista Vanity Fair, era stata pubblicata per intero lalunga intervista a cuore aperto che Gigi Buffon aveva rilasciato all’inviato delgiornale a Parigi. Significativo il fatto che l’ex portiere della Juventus, ora inforza al PSG, abbia scelto un media non sportivo per esternare in manieraapprofondita e sincera il film della sua vita. Una successione di episodi e diemozioni che coprono l’intero percorso esistenziale di Gigi, dai giorni della suainfanzia sino a quelli del suo autunno professionale e umano. Una lungaconfessione senza rete dove si dimostra che è possibile essere ultrà senzadover essere violenti oppure che ci si può anche fare le “canne” da ragazzinisenza per questo cadere nella trappola della droga rifiutando le pasticche indiscoteca e anche che ideologicamente è possibile schierarsi senza il bisognodi essere fascisti perché in realtà si è soltanto anarchici nel senso di libertari.Un gesto di sincerità e di onestà intellettuale che, purtroppo, è stato un pococome il classico dar da mangiare caviale ai porci. Sconfortante, infatti, lareazione delle bande dei “pugni chiusi” le quali hanno commentato l’intervistain maniera vergognosa. Unico alibi per queste persone il fatto di aver lettosenza capire nulla di ciò che diceva Buffon.

Infine è bello poter dire anche di Paul Pogba e del suo piccolo amico Bryanche il giocatore aveva conosciuto durante il suo periodo torinese. Bryan,ivoriano nato in Italia e cresciuto calcisticamente nei Pulcini della Juventus,aveva un tumore di quelli che spesso non lasciano scampo. Pogba diventò ilsuo più caro amico oltreché idolo. Oggi il ragazzino è guarito ed ha esorditocon l'Under 15. Pogba, che vive in Inghilterra ma che avrebbe tanto voglia ditornare a Torino, ha “twittato” tenere frasi per Bryan promettendogli che

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presto sarà da lui per vederlo giocare e per bere una cioccolata calda con lapanna.

Non ci vuole poi così molto e non costa alcuna fatica essere uomini tra gliuomini, protagonisti e non, anche in questo calcio dove con un pizzico dibuona volontà i pugni chiusi possono distendersi per diventare mani tese chesanno dare una carezza. O tre, come in questo caso. Alla faccia di chistraparlerà per accusarmi di retorica e di buonismo.

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09-01-2019

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Gennaio 09 04:562019

By Alma Stellato

Buffon: "Inter-Napoli? Difficile provare acontestualizzare quanto successo"

L'ex portiere della Juventus racconta poi un episodio

avvenuto con la polizia. Nemmeno alle soglie dei 41 anni,

che il portiere di Carrara celebrerà il prossimo 28 gennaio.

Anche ben oltre il rettangolo di gioco.

"Da ragazzo", racconta Buffon a Vanity Fair, "covavo una

sensazione di onnipotenza e invincibilità". Buffon si è

soffermato sulla sua gioventù, quando non era ancora

protagonista in campo e con i guantoni. Tifoso affezionato,

vicino ai gruppi ultras.

Ero ultrà del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del

gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho

stampato sui miei guanti.

Buffon ripercorre alcune fasi della sua gioventù, a partire da

una in particolare: quella in cui frequenta ambienti ultrà:

"Incontravo gente di cui si parla tanto ma senza saperne nulla". Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone

interessanti e qualche deficiente. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra

l'arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti.

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Senza filtri, ma anche senza rimpianti. "Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono

contento di non essermene dimenticata neanche una".

I racconti si riferiscono anche alle tante trasferte al seguito della Carrarese, vissute da tifoso fino a qualche anno prima

dell'esordio in Nazionale, datato 29 ottobre 1997. I miei genitori me l'hanno subito insegnato, così quando a 17 anni capita

che qualcuno ti mette una pasticca sulle labbra, sai come e perché dire di no. Al massimo ho fatto un tiro di canna da

ragazzo... ricordo ancora quella nuvola di fumo provocata da 200 canne fumate tutte assieme ai tifosi della Casertana.

Dal tifo alle sue derive, il passo è breve. Parole forti anche sugli scontri di Milano che hanno causato la morte di un ultrà,

Daniele Belardinelli: "È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, da

qualsiasi parte spiri, ma ho il sospetto che il calcio reciti soltanto da pretesto".

Sulla polemica dei cori razzisti e della violenza a San Siro: "Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone

ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di

300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È stato un momento davvero complicato, anche se avevo 25 anni e

avevo successo e notorietà". Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l'allenatore

dei portieri, e gli dissi: "Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento". "Non ero in grado di sostenere la gara".

Ne uscii - spiega Buffon - condividendo quella nebbia con gli altri. "Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere,

una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto", ha chiuso Buffon.

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09-01-2019

// SPORT

L’EX CAPITANO DELLA JUVENTUS

Le confessioni di Buffon: «Salvatodalla depressione a 25 anni»Il portiere della Psg ritorna sulle crisi di panico in gioventù. E ricorda a Vanity Fair le suefrequentazioni con gli ultrà ai tempi della Carrarese: «L’odio è un vento osceno»

di Redazione Sport

Gigi Buffon, 41 anni (Ap)

A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno (il 28 gennaio) Gigi Buffon è incopertina sul numero di Vanity Fair uscito mercoledì 9 gennaio. La rivista gli dedicala copertina aprendo le porte della sua casa di Parigi - dove gioca come portiere per ilParis Saint-Germain - e spalancando quelle sul suo passato. Lo aveva già fatto con ilCorriere alla fine dell’anno scorso. Qui racconta anche della militanza giovanile tra gliultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano laCarrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazione dellacurva («Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali.Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente»). Esperienzeche gli fanno esprimere un punto di vista sulla recente polemica scatenata dai corirazzisti e dagli scontri a San Siro: «Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimastiorfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci

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9 gennaio 2019 (modifica il 9 gennaio 2019 | 11:28)© RIPRODUZIONE RISERVATA

chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare a contestualizzare quanto successoa Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in unostadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto dapretesto».

INFINITO BUFFON

«Non venderò mai i miei ideali» l’Intervista di Paolo Tomaselli

Buffon racconta anche degli errori fatti, ad esempio quando rispose male al suoallenatore al Parma Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessun altroha mai più fatto», e quelli evitati: «Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuorida te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto». Giusto forse «untiro di canna fatto da ragazzo». Nell’intervista ricorda poi la depressione che lo colpìpiù di quindici anni fa: «Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva cheagli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tuttichiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti dauna partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e glidissi: «Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento». Avevo avuto unattacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara». Ne uscì, racconta,parlandone con gli altri: «Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia equella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità dicapire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare iconti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né dipiangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto».

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09-01-2019

AKTUALISIERT AM 09.01.2019 - 10:39

TORWARTLEGENDE

Buffon litt unter Depressionen

Ein scheinbar Unantastbarer berichtet über eine Leidenszeit: Gianluigi Buffon

spricht erstmals über eine Zeit der Depressionen. Heute fühle er sich aber als

40 Jahre alter Torwart wie 20.

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09-01-2019

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D ie italienische Torhüter-Ikone Gianluigi Buffon hat

offenbart, in seiner Zeit bei Juventus Turin unter

Depressionen gelitten zu haben. „Ein paar Monate lang

erschien mir alles sinnlos. Es fühlte sich so an, dass andere

sich nicht für mich interessieren, sondern nur für das, was ich

verkörpere“, sagte der Weltmeister von 2006 dem Magazin

Vanity Fair: „Alle fragten nur nach Buffon, niemand nach Gigi.“

Den Tiefpunkt erlebte Buffon nach eigenem Bekunden im Alter

von 25 Jahren, als er seinen damaligen Torwarttrainer Ivano

Bordon vor einem Ligaspiel darum bat, nicht spielen zu

müssen, da „ich dazu nicht in der Lage war. Wenn ich diese

Erfahrung nicht gemacht hätte, diese Vernebelungen und Konfusionen mit anderen Menschen

nicht geteilt hätte, wäre ich dort vielleicht nicht rausgekommen“, sagte Buffon.

Seine sportliche Zukunft sieht der Torhüter, der sich selbst als „merkwürdige 40 Jahre alte

Figur, die aufs Spielfeld geht, denkt er wäre 20, und mehr Träume und Ehrgeiz hat, als er als

Junge hatte“ bezeichnet, weiter beim französischen Tabellenführer Paris St. Germain.

Quelle: sid Hier können Sie die Rechte an diesem Artikel erwerben.

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Die Vorbereitung auf die Rückrunde

hat bei Borussia Dortmund nicht

ohne Hindernisse begonnen: Im

Trainingslager in Marbella blickt der

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Bundesliga aber nach vorne. Wie der

BVB sich gegen die Widrigkeiten

stemmt.

ROLAND ZORN, MARBELLA

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Ausfälle, Aufbau undein Angebot

Vom 10. bis 27. Januar spielen 24

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Dänemark um den Titel. Als

Favoriten gelten Frankreich und

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Teamkoordinator Oliver Roggisch

traut auch der deutschen

Mannschaft in diesem Jahr einiges

zu.

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09-01-2019

Home Spettacolo Gigi Buffon lo confessa per la prima volta: ‘Mi hanno ferito…’

Spettacolo

Gigi Buffon lo confessa per laprima volta: ‘Mi hanno ferito…’

L’ex portiere di calcio della Juventus si è confessatoa Vanity Fair

Molto presto Gigi Buffon compierà 41 anni e per questo motivo l’ex portiere della

Juventus ha fatto un primo bilancio della sua vita. Dopo 17 anni trascorsi a difendere

Di Calogero Latino - 9 Gen , 2019

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la porta della Vecchia Signora, lo sportivo è passato al Paris Saint-Germain e proprio

nella capitale francese ha iniziato ha radicalmente cambiato la sua esistenza.

Nel nuovo numero di Vanity Fair, Gigi ha rilasciato una lunga intervista e addirittura il

magazine gli ha dedicato la copertina. L’ex marito di Alena Seredova ha confessato

che ha vissuto un’adolescenza ribelle imponendo agli altri la sua forte personalità. Sin

da quando era bambino amava il calcio e col passar degli anni è diventato il suo

lavoro.

Gigi Buffon parla della depressione che lo ha colpitoanni fa

Gigi Buffon si è mostrato sempre come un uomo con un grande carisma e carattere,

ma dietro a questa corazza si cela una persona che ha delle fragilità. Il portiere ha

rivelato di aver trascorso un periodo buio delle sua vita e addirittura ha sofferto di

depressione. Tutto questo risale nel periodo tra il 2003 e il 2004.

Lo sportivo ha spiegato a Vanity Fair, è riuscito a reagire anche grazie alla presenza

della nuova compagna Ilaria D’Amico. Ricordiamo che quest’ultima è una giornalista

e conduttrice televisiva di programmi calcistici su Sky.

Gigi Buffon confessa che molte persone lo hannoferito

In oltre vent’anni di onorata carriera come portiere di calcio sia alla Juventus che nella

Nazionale italiana, Gigi Buffon ha dovuto affrontare anche lui dei momenti di crisi. Il

calciatore, però, è stato bravo a reagire e ad uscirne a testa alta. Nel corso di

un’intervista a Vanity Fair ha detto questo:

“Quando mettono in dubbio la tua onestà o rovistano violentemente nel tuo

privato come i topi farebbero nella spazzatura, possono farti molto male. Se

però hai coscienza di chi sei e nutri fiducia in te stesso, alla lunga ti

rassereni e capisci che a giudicare un altro essere umano può essere solo

chi sta più in alto di tutti noi“.

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HOT TOPICS 09/01/2019 | ITALIANI SEMPRE PIÙ SINGLE MA ANCHE MENO BAMBOCCIONI CERCA

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Le confessioni di Buffon: «Salvato dalladepressione a 25 anni»

A p o c h i g i o r n i d a l q u a r a n t u n e s i m ocompleanno (il 28 gennaio) Gigi Buffon è incopertina sul numero di Vanity Fair uscitomercoledì 9 gennaio. La rivista gli dedica lacopertina aprendo le porte della sua casa diParigi – dove gioca come portiere per ilParis Saint-Germain – e spalancando quellesul suo passato. Lo aveva già fatto con il

Corriere alla fine dell’anno scorso. Qui racconta anche della militanza giovaniletra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi cheseguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dallafrequentazione della curva («Incontravo gente di cui si parla tanto senza sapernenulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualchedeficiente»). Esperienze che gli fanno esprimere un punto di vista sulla recentepolemica scatenata dai cori razzisti e dagli scontri a San Siro: «Se affonda unbarcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamoanche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamodell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficileprovare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno,da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto cheil calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto».

Buffon racconta anche degli errori fatti, ad esempio quando rispose male al suoallenatore al Parma Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessunaltro ha mai più fatto», e quelli evitati: «Non drogarsi, non doparsi, non cercarealtro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto».Giusto forse «un tiro di canna fatto da ragazzo». Nell’intervista ricorda poi ladepressione che lo colpì più di quindici anni fa: «Per qualche mese, ogni cosaperse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campioneche incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento

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Corriere della Sera

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L’ex portiere della Juventus Gigi Buffon si è “raccontato” a Vanity Fair. Nell’intervista ha ricordato

anche la depressione che lo colpì più di 15 anni fa. «Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi

pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo Che tutti chiedessero di

Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del

successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a

Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non

me la sento”.Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara». Il grande

campione ne uscì, racconta, parlandone con gli altri. «Se non avessi condiviso quell’esperienza,

quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di

capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le

debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, non mi vergogno

affatto».

Buffon si rivela a Vanity Fair: “Ho vissuto la depressione, cosìl’ho superata”

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Gianluigi Buffon si racconta. Il portiere del Psg, ha rilasciato una lunga intervista ai

microfoni di Vanity Fair soffermandosi soprattutto sul suo passato: “Ero ultrà, del

Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese,

ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne

nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche...

la provenienza: Tutto Napoli

Buffon svela tutto: "Ero un ultras, ho fattocaz... di ogni tipo. Droghe? Una canna, maricordo i tifosi della Casertana..."

Sentite Buffon: "Uso di droghe? Ricordo 200 canne tutteinsieme, erano i tifosi della Casertana"

Gigi Buffon, portiere del PSG, ha rilasciato un'intervista a Vanity Fair. Ecco alcuni interessanti

passaggi: "Se ho fatto uso di droghe? Al massimo un tiro di canna da ragazzo. Semmai ricordo

la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni,

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Buffon: 'Ero un ultrà, ho fatto le mie cazzate. Droghe? Almassimo una canna. Sulla morte di Belardinelli...'

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Gianluigi Buffon spricht über den Auslöser seiner Depressionen: «Allefragten nur nach Buffon, niemand nach Gigi.» (Bild: Marko Djurica / Reuters)

2003 gewinnt Gianluigi Buffon mit Juventus Turin zum zweiten Maldie italienische Meisterschaft. Er wird zum Welttorhüter gewählt undist der Liebling der Presse. Es ist die schlimmste Zeit im Leben vonBuffon. Was damals niemand weiss: Buffon leidet an Depressionen.Darüber sprach er nun in einem Interview mit dem Magazin «VanityFair».

Er sei 25 Jahre alt gewesen und auf einer Erfolgswelle geritten, sagtBuffon. Trotzdem habe er an Depressionen gelitten, und eines Tages,vor einem Spiel in der Serie A, habe er eine Panikattacke gehabt. SeineBeine hätten gezittert. Er sei zum Torhütertrainer Ivano Bordongegangen und habe gesagt: «Ivano, hol Antonio Chimenti(Ersatztorhüter bei Juventus Turin, Anm. Red.), er soll sich aufwärmen.Er muss spielen, ich fühle mich dazu nicht in der Lage.»

Buffon sagt, er habe sich allein gefühlt. Er sei vor dem Computergesessen, habe im Internet gesurft und sei vertrottelt. Er sei in einLoch gefallen und hätte sich nicht mehr erheben können. In einemInterview mit «La Repubblica» hatte er einst gesagt: «Ich sass imBett, umschlang meine Knie und weinte. Weder der Fussball noch diePsychoanalyse konnten mir helfen.»

Fussballer erkranken überdurchschnittlichhäufig

Buffon ist keine Ausnahme. Eine Studie der Profifussballer-Vereinigung Fifpro zeigte 2015, dass Fussballer deutlich häufiger anDepressionen erkranken als der Durchschnitt der Bevölkerung. In der

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/ NZZ-Sportredaktion / 9.1.2019, 11:42 Uhr

Buffon spricht über Depressionen: «Allefragten nur nach Buffon, niemand nachGigi»Claudia Rey / 9.1.2019, 12:06 Uhr

Aktualisiert

Gianluigi Buffon erzählt in einem Interview, dass er einst wegen einer Panikattacke undDepressionen ein Spiel von Juventus Turin verpasst habe. Er ist kein Einzelfall. Laut einerStudie leiden 37 Prozent der Fussballer an psychischen Problemen.

Buffon spricht über Depressionen:«Alle fragten nur nach Buffon,niemand nach Gigi»

Claudia Rey9.1.2019, 12:06 Uhr

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Studie gaben 37 Prozent der befragten Spieler an, an Depressionenoder Angstzuständen zu leiden. Vergleichbare Studien belegen, dassdurchschnittlich 14 bis 17 Prozent der Bevölkerung betroffen sind.

Die Macher der Fifpro-Studie glauben, die Häufigkeit vonDepressionen bei Fussballern hänge mit Verletzungen undOperationen zusammen. Die Studie legt dar, dass Spieler, die in derKarriere mindestens eine schwere Verletzung erlitten haben, zwei- bisviermal häufiger Symptome psychischer Erkrankungen aufwiesen alsjene, die nie ernsthaft verletzt waren.

Buffon: «Alles erschien mir sinnlos»

Die Kommerzialisierung des Fussballs beschert den Fussballern einvolles Bankkonto, aber sie hat auch einen Nachteil: Die Spieler sindeine Ware, mit der auf dem Transfermarkt gehandelt wird. Einekaputte Ware verliert schnell an Wert, das wissen auch die Fussballer.Buffon sagt: «Ein paar Monate lang erschien mir alles sinnlos. Ichhatte das Gefühl, dass sich die Leute nicht für mich interessieren,sondern nur für das, was ich verkörpere. Alle fragten nur nach Buffon,niemand nach Gigi.»

Im Juni 2004 an der Fussball-EM fühlt sich Buffon wieder besser. Ende 2003war er an Depressionen erkrankt. (Bild: Luca Bruno / AP)

Buffon, 40 Jahre, sagt, dass er den Weg aus den Depressionen nurgefunden habe, weil er dem Torhütertrainer von seinen psychischenProblemen erzählt habe: «Dann habe ich verstanden, dass das derMoment ist, in dem ich entscheiden muss, ob ich aufgeben oder michden Unsicherheiten stellen will.» Buffon machte eine Therapie. Nachsechs Monaten sei es im bessergegangen. In einem Interview mit der«Sport-Bild» sagte Buffon einst: «Ich habe begonnen, mich mit mirselbst zu befassen und mir neue Interessen zu suchen. Ich begann, zureisen und mich für Kunst zu interessieren.»

Heute liest Buffon jeden Tag Zeitung, er spielt Gitarre und beschäftigtsich mit Kunstmalerei. Wenn ihn Gedanken belasten, redet er mit derFamilie darüber oder schreibt sie auf Reisen in ein Notizbuch. Buffonsagt, er fühle sich heute gesund. Nur eine Frage bereitet ihm Sorgen:Wie wird es ihm gehen, wenn er vom Spitzensport zurücktritt?

Depressionen sind im Profifussball ein Tabu-Thema.Aber Fakt ist, Fussballer erkranken deutlich öfter anDepressionen als der Durchschnitt der Bevölkerung.Eine Studie findet eine Erklärung dafür.

Claudia Rey / 13.10.2015, 11:05

Machos und Depressionen

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Gianluigi Buffon, Torhüter der Weltklasse, symbolisiertperfekt, was in Italien die bella figura genannt wird: dieEinheit naturgegebener Eleganz mit traumhafter Physis.

Rod Ackermann / 7.8.2018, 10:00

Der grosse Maestro Gianluigi Buffon verlässt mit 40Jahren Juventus Turin und Italien. Er sucht seineZukunft

Peter Hartmann / 18.5.2018, 06:00

Buffon, der Prinz im Prinzenpark

Buffon, der Goalie mit den kurzenÄrmeln

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PSG : Buffon se confie sur sadépression

A lire aussiRédaction , publié le mercredi 09 janvier 2019 à 16h01

Dans un entretien accordé à Vanity Fair, GianliugiBuffon se confie sur sa période de dépression pendantsa carrière.

Rares sont les footballeurs qui acceptent de se confiersur leurs tourments personnels durant leur carrière. A40 ans, et avec le recul nécessaire sur ses expériencespassées, Gianluigi Buffon est revenu dans

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une interview accordée à Vanity Fair sur la dépressionqu'il a connue plus jeune lorsqu'il évoluait à laJuventus Turin. "Pendant quelques mois, plus rienn'avait de sens (...) J'avais l'impression que pluspersonne ne s'intéressait à ma personne, seulement lefootballeur que je représentais. C'est comme si tout lemonde se posait des questions sur Buffon, maispersonne sur Gigi", a confié l'actuel gardien du PSG.

"J'ai eu une crise de panique"

Alors âgé de 25 ans au moment de cet épisode,l'ancien international italien a même dû renoncer àdisputer une rencontre : "Je suis allé voir Ivano Bordon,le coach des gardiens, et je lui ai dit va chercherAntonio Chimenti (le deuxième gardien, ndlr) pourl'échauffer et le faire jouer. Je ne me sens pas de lefaire (...) J'ai eu une crise de panique et je n'étais pasen état de jouer ce match" ". Buffon confie que cettepériode lui a permis de mieux appréhender le reste desa carrière : "Sans cette expérience je ne m'en seraispeut-être jamais sorti".

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Home Primo Piano Le confessioni di Buffon: «Salvato dalla depressione a 25 anni»

Primo Piano

Le confessioni di Buffon: «Salvato dalla depressione a25 anni»

14 Di Redazione - 09/01/2019 0

Il portiere della Psg ritorna sulle crisi di panico in gioventù. E ricorda a Vanity Fair le sue

frequentazioni con gli ultrà ai tempi della Carrarese: “L’odio è un vento osceno»

Fonte: https://www.corriere.it/sport/19_gennaio_09/confessioni-buffon-salvato-

depressione-25-anni-2a5aeee8-13f0-11e9-a1d4-fccd11181ebe.shtml

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MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 2019

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Gigi Buffon: "L'odio è un vento osceno, il calcio è un pretesto. Ho sofferto di depressione

e ho saputo dire no alla droga" Di Fabio Morasca martedì 8 gennaio 2019 Gigi Buffon è

stato intervistato da Vanity Fair. L'eterno Gigi Buffon , dopo una carriera intera da portiere

vissuta in Italia tra Parma e, soprattutto, Juventus, sta giocando la sua prima stagione

all'estero, nelle fila del Paris Saint-Germain, in Francia, all'età di 40 anni. Buffon, che non

ha escluso di giocare anche nella prossima stagione, è stato intervistato da Vanity Fair.

Con quest'intervista, il portierone Campione del Mondo con la nazionale azzurra nel 2006

si è lasciato andare a tanti aneddoti, affrontando, però, anche argomenti spinosi come il

sempiterno problema della violenza negli stadi. Gianluigi Buffon ha affrontato

l'argomento odio in senso più...

Fonte & Immagini: http://www.gossipblog.it/post/592360/gigi-buffon-intervista-vanity-

fair-odio-calcio-depressione-droga

Gigi Buffon: "Ho sofferto didepressione a 25 anni, ho saputo direno alla droga"by Gossipblog.it 2 ore, 43 minuti, 36 secondi

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09-01-2019

Le notizie del giorno – “E’ vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia?

E’ una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del

Parma. Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si

dileguo’. A confronto con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei piu’

quelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarieta’ nei

confronti di un amico. Anche di un amico che sbaglia”. Sono le parole di Gigi Buffon in

esclusiva a Vanity Fair. Sulle ultime vicende che riguardano il calcio: “Se affonda un

barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad

adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300

immigrati e ci chiediamo...

Fonte & Immagini: https://www.calcioweb.eu/2019/01/notizie-giorno-retroscena-

buffon/10281409/

Le notizie del giornoby CalcioWeb 3 ore, 8 minuti, 38 secondi

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09-01-2019

Home In primo piano Buffon svela: ‘Sono stato ultrà. Depressione e mancata qualificazione ai Mondiali? Ecco...

Buffon svela: ‘Sono stato ultrà.Depressione e mancataqualificazione ai Mondiali? Ecco laverità’L'ex portiere della Juventus ha parlato del suo passato in curva e dei problemi con ladepressione, soffermandosi anche sulla mancata qualificazione al Mondiale

Di Armando Areniello - Gennaio 9, 2019

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Italia Under 21 ko control’Inghilterra: al Mazza vincono ibritannici

Spettacolo e gol allo stadio Paolo Mazza di Ferrara

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Andrea Colucci - Novembre 15, 2018

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09-01-2019

L’addio di Gigi Buffon alla Juventus ha fatto molto discutere la scorsa estate. Si è

discusso molto sul fatto che il portiere potesse restare in bianconero ma alla fine la

società ha fatto altre scelte, puntando su Szczesny e Perin. L’estremo difensore, alla

fine, si è accasato al Paris Saint Germain, firmando un contratto biennale, ed è

ritenuto uno degli elementi fondamentali a disposizione del tecnico dei parigini, Tuchel.

In questa stagione, in Ligue 1 Buffon ha disputato 8 partite, mentre in Champions

League sono 3 le presenze, giocando tutte le partite dopo aver scontato le tre

giornate di squalifica.

Buffon e la vita da ultrà

Il portiere del Psg, Gigi Buffon, ha parlato del suo passato da ultrà e di tanto altro ai

microfoni di Vanity Fair. Queste le sue parole:

Vita da ultrà: “Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi

che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente

di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune

persone interessanti e qualche deficiente. Da ragazzo covavo una sensazione di

onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare

quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie

cazz.., ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non

essermene dimenticata neanche una”.

Droghe e doping: “Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono

principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi

mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no”. Mai fatto uso di

droghe? “Un tiro di canna fatto da ragazzo. Semmai ricordo la nuvola di fumo che

avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200

canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora”.

La morte dell’ultrà interista: “È difficile provare a contestualizzare quanto successo

a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio

perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto”.

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TAGS Buffon Buffon su depressione e Nazionale Buffon sulla depressione PSG

Depressione e Mondiale

Gigi Buffon ha parlato anche del periodo della depressione e della mancata

qualificazione al Mondiale:

La depressione: “Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli

altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di

Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo

l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di

campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai

scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento”. Avevo avuto un attacco di panico.

Non ero in grado di sostenere la gara. Come ne uscii? Se non avessi condiviso

quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne

sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno

spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho

mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi

vergogno affatto”.

La mancata qualificazione al Mondiale: “Ventura ha avuto la nostra massima

disponibilità e lo abbiamo difeso in ogni occasione. A un certo punto, è vero, si è

sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere.

Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come

insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo”.

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©Martin Rickett / DPA

09. Januar 2019 16:21 Uhr

Die italienische Torhüter-Ikone Gianluigi Buffon hat während

seiner Zeit bei Juventus Turin mit Depressionen zu kämpfen

gehabt. Das berichtete er nun dem Magazin "Vanity Fair". "Für

ein paar Monate verlor alles an Bedeutung", sagte der heute 40-

Jährige über seinen Zustand vor rund 15 Jahren. "Es sah für mich

so aus, dass sich niemand um mich kümmerte, sondern nur um

den Fußballer, den ich darstellte. Alle fragten nur nach Buffon,

niemand nach Gigi", sagte der Weltmeister von 2006.

Er habe sich alleine gefühlt. Er sei vor dem Computer gesessen,

habe im Internet gesurft und sei vertrottelt, erzählte er nun. Den

Tiefpunkt erlebte er ausgerechnet unmittelbar vor einem Spiel.

Eine Panik-Attacke habe ihn außer Gefecht gesetzt. "Ich bin zu

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Home > Sport > Fußball > Gianluigi Buffon: Torwartlegende spricht über seine Depressionen

Überraschendes Geständnis

Torwartlegende Buffon spricht über seineDepressionenGianluigi Buffon gilt als Torhüter-Ikone. Doch trotz all seiner Erfolge litt er als junger Mann unterDepressionen und Panik-Attacken. Jetzt sprach der Torhüter über die schwere Zeit.

Gianluigi Buffon feiert derzeit neue Erfolge mit dem französischen Tabellenführer Paris St. Germain

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Ivano Bordon, dem Torwarttrainer, gegangen und sagte ihm:

'Ivano, lass [Torwart Antonio] Chimenti aufwärmen und spielen:

Ich fühle mich nicht bereit.'"

Doch dieser Tiefpunkt sei auch gleichzeitig eine

Wende gewesen. "Wenn ich diese Erfahrung

nicht gemacht hätte, diese Vernebelungen und

Konfusionen mit anderen Menschen nicht

geteilt hätte, wäre ich dort vielleicht nicht

rausgekommen", sagte Buffon. "Ich verstand,

dass dieser Moment eine Messerschneide

zwischen der Kapitulation und dem Umgang

mit den Schwächen, die wir alle haben, war."

Gianluigi Buffon feiert neue Erfolge

Doch es habe auch schöne Zeiten gegeben, erzählte Buffon

weiter. "Als Junge hatte ich ein Gefühl der Allmacht und

Unbesiegbarkeit. Ich fühlte mich unzerstörbar, ich dachte, ich

könne zu weit gehen, ich dachte, ich könne tun, was ich wollte."

Heute sehe er sich selbst als eine "merkwürdige 40 Jahre alte Figur,

die aufs Spielfeld geht, denkt sie wäre 20, und mehr Träume und

Ehrgeiz hat, als sie als Junge hatte."

Buffon erlebt derzeit beim französischen Tabellenführer Paris St.

Germain neue Erfolge. Unter Trainer Thomas Tuchel feiert die

Torwart-Legende einen Sieg nach dem anderen. Erst in der

vergangenen Woche gelang seiner Mannschaft in der französischen

Fußball-Meisterschaft der zwölfte Sieg im zwölften Spiel in Folge.

Wenig verwunderlich also, dass Buffon seine Zukunft in Paris

sieht.

ivi

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spiri. Non solo in uno stadio.

Perché ho il forte sospetto che il

calcio, in tutto questo, reciti

soltanto da pretesto". In una lunga

intervista in esclusiva a Vanity

Fair, Gianlui Buffon parla della

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esperienza giovanile da ultrà.

"Commando Ultrà Indian Tips, il

nome del gruppo di tifosi che

seguivano la Carrarese, ancora

ce l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza

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Buffon: "Non date al calcio lacolpa dell'odio"

A pochi giorni dal suo 41esimo compleanno, il portiere siracconta a Vanity Fair: "È difficile spiegare quanto successo aMilano. L'odio è un vento osceno da qualunque parte spiri,non solo in uno stadio. Io manganellato dalla polizia? È unastoria che risale a vent'anni fa, oggi non farei più certe cose,come quel tiro di canna fatto da ragazzo"

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in diretta su DAZN

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20.01 Spal - Bologna

in diretta su DAZN

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20.01 Cagliari - Empoli 0 - 0 18:30

20.01 Napoli - Lazio 0 - 0 20:30

21.01 Juventus - Chievo 0 - 0 19:00

21.01 Genoa - Milan 0 - 0 21:00

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La confessione di Bu on: "Caduto indepressione, mi pareva che ogni cosaperdesse senso"Il portiere italiano più famoso del mondo si confessa a cuore aperto, tra i momenti difficili vissuti in passato e leambizioni del futuro: "Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi è impossibile"

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Redazione09 gennaio 2019 17:07

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G ianluigi Buffon, portiere della Nazionale e del Paris Saint Germain oggi

tra i più famosi al mondo, racconta un momento difficile vissuto ormai

quindici anni fa, quando cadde in una brutta depressione. "Per qualche

mese, ogni cosa perse di senso - spiega in un'intervista a 'Vanity Fair' - Mi

pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo.

Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento

complicatissimo".

Depressione Buffon: il racconto del portiere

Buffon ricorda quel periodo difficile. A causarlo, il complicato rapporto con la

popolarità e il modo in cui quest'ultima arrivi all'improvviso nella vita di un

campione. "Avevo 25 anni - dice - cavalcavo l’onda del successo e della

notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai

a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: 'Ivano, fai scaldare

Chimenti, di giocare io non me la sento'. Avevo avuto un attacco di panico.

Non ero in grado di sostenere la gara".

Depressione Buffon, il portiere: "Così ne sono uscito"

Ne uscì parlandone con gli altri: "Se non avessi condiviso quell’esperienza,

quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito.

Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra

l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto

paura di mostrarle né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi

vergogno affatto".

Gianluigi Buffon, 40 anni

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Il futuro di Buffon

Ma oggi che quel brutto momento è passato, cosa riserva il futuro? Nelle

speranze del campione, c'è l'idea di giocare ancora un altro anno: "L’idea, se il

Psg sarà d’accordo, è quella". Buffon sidescrive come "uno strano figuro di 40

anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sogni e ambizioni di

quanti ne avesse da ragazzo". E tra dieci anni? "Spero di essere in piedi. Se

ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi è

impossibile".

Gigi Buffon e Alena Seredova, tesissimo incontro tra ex: cos'è successo

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di Redazione Tvzap

SI PARLA DI

L’ex capitano della Nazionale haraccontato del suo periodo più buio,quando non riusciva a giocare a causadegli attacchi di panico, dellemanganellate subìte quando giocava nelParma e dell’odio (non solo) razzialenegli stadi

09 gennaio 2019

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Gigi Buffon e la depressione: ‘Senon l’avessi condivisa forse nonne sarei uscito’

Gigi BuffonGUARDA ANCHE da Taboola

Prima mette incinta lafidanzata, poi lamamma, la zia e lasorella di lei

Sesso mattutino, perchégli uomini dicono sì e ledonne no. Laspiegazione delsessuologo

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Serie A19 gennaio | 20:30

“Se non avessi condiviso l’esperienza con la depressione con altre

persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel

momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le

debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle”, lo

racconta candidamente Gigi Buffon, portierone attualmente in forza al

Paris Saint-Germain ma ex capitano di Juventus e Nazionale (per non

parlare del Parma, dove tutto è cominciato). L’estremo difensore ha

raccontato del suo momento più difficile, quando non riusciva nemmeno a

giocare: “Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la

gara”, ricorda il compagno di Ilaria D’Amico. E conferma che, vent’anni fa,

persino lui s’è preso le manganellate della polizia: “Oggi non commetterei

più quelle leggerezze”.

Gigi Buffon tra onnipotenza edrogaEppure qualche difetto e qualche scheletro nell’armadio li ha persino Buffon,

se ripensa soprattutto alla sua giovinezza: “Covavo una sensazione di

onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter

eccedere, di fare quel che volevo…“. Un giovanotto esuberante, il

Gianluigi teenager, dunque. Al punto che fece perdere le staffe a Nevio

Scala come mai nessun altro: “Si girò verso di me e mi guardò come

nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni” confida

il numero uno nel corso di una intervista concessa a Vanity Fair. Tuttavia

l’ex capitano della Juventus ha saputo dribblare – per quanto sia portiere –

una tentazione che invece spesso inganna molti ragazzi: “Non drogarsi,

non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi che i miei

genitori mi hanno passato presto (…) Ho forse fatto un tiro di canna fatto da

Lacrime al Volo delmattino. Fabio leggecommosso la poesia "Lamorte non è niente"

“Noi siamo Afterhours”,in uscita il 25 gennaio

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Gigi Buffon e Ilaria D'Amico, vacanze daportiere col figlio di lei

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09-01-2019

Gigi Buffon calcio , sport

ragazzo”.

Gigi Buffon: l’odio negli stadi ele manganellate a vent’anniE dire che Gianluigi Buffon ha persino preso delle manganellate dalla

polizia. “È una storia che risale a vent’anni fa”, ammette lui. “Dopo una

partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto

di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con

loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle

leggerezze ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di

solidarietà nei confronti di un amico. Anche di un amico che sbaglia”

racconta il portierone del Paris Saint-Germain. Che sui recenti cori razzisti

sentiti a Milano nei confronti del giocatore del Napoli Kalidou Koulibaly

commenta: “L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in

uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo,

reciti soltanto da pretesto“.

Gigi Buffon e la lotta contro ladepressioneOltre al razzismo, c’è un’altra questione molto spinosa che spesso e

volentieri è trattata come un tabù nel mondo del calcio e più in generale

dello sport professionistico, ossia le questioni legate alla pressione emotiva

e psicologica e in particolare all’ansia da prestazione, fino ad arrivare alla

depressione vera e propria. Ne ha sofferto anche Gigi: “Per qualche mese,

ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io

ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e

nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni,

cavalcavo l’onda del successo e della notorietà”. Il problema fu talmente

grave che l’estremo difensore rinuncò addirittura a giocare una partita:

“Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara”,

ricorda lui. “Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e

quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la

lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque

tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai

avuto paura di mostrarle né di piangere” ha aggiunto poi Buffon. Che rivela

anche come si vede tra dieci anni: “Spero di essere in piedi. Se ripenso al

ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi è

impossibile“, conclude.

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Home / Calcio / Buffon, ero un ultras, ho fatto le mie cavolate

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Buffon, ero un ultras, ho fattole mie cavolateCovavo un senso di onnipotenza

08 gennaio 2019

Gianluigi Buffon parla del suo passato da... ultrà, raccontando una serie dianeddoti curiosi. "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppodi tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti -spiega il portiere del Paris Saint Germain a Vanity Fair -. Incontravo gente di cui siparla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcunepersone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo covavo una sensazione dionnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere,di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Hofatto le mie cazz..., ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contentodi non essermene dimenticata neanche una".

L'ex capitano della Nazionale e della Juventus prosegue, ricordando quandoricevette una manganellata dalla polizia: "Vi racconto una storia che risale avent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Alcasello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui sidileguò. A confronto con loro rimasi solo io...".

Sull'uso di droghe nelle curve: "Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuorida te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quandoin discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire dino".

Mai fatto uso di droghe? "Un tiro di canna fatto da ragazzo. Semmai ricordo lanuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata nondai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora".

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Giacomini: Okakanon è un veroacquisto

Tra calcio e basket, a'Bianconero' ieri sera si èdiscusso delle due realtàsportive più seguite dellaregione, l'Udinese e l'Ap...

Dall'Austria incurva a tifareUdinese

Impossibile non notare oggila coreografia della Nord,che si è tinta di viola.

Giovanili: i risultatidelle amichevoli

Il fine settimana dell’Epifaniaè stato caratterizzato dauna serie di incontriamichevoli disputati dallenostre formazioni giovanili.

Primavera incampo sabatocontro il Chievo

La Primavera torna incampo sabato alle 14,30 alComunale di Manzano perdisputare la 14esimagiornata del girone diandata.

Ufficiale: Pinzi harescisso con ilPadova

E' finita anzitempo lastagione di Giampiero Pinzia Padova. L'excentrocampista dell'Udineseha rescisso il suo contrattocon il club biancoscudato.

Sulla morte dell'ultrà interista Daniele Belardinelli: "È difficile provare acontestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, daqualunque parte spiri, non solo in uno stadio perché ho il forte sospetto che ilcalcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto".

Nell'intervista, c'è spazio per un altro tema di grande attualità, quello dei migranti:"Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamoe pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda cilamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare".

Sulla depressione: "Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva cheagli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tuttichiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo.Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, apochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon,l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io nonme la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere lagara. Come ne uscii? Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia equella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità dicapire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare iconti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarlené di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto".

Infine, sulla mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali del 2018:"Ventura? Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale.Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ognioccasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegnodiverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cose nonhanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, a meVentura è piaciuto tantissimo".

AUTORE: calciomercato.com

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Tuesday January 8 2019

NEWS

Buffon: 'I plan to play on at PSG'By Football Italia staff

Gianluigi Buffon spoke about his experiences from “invincible” teen to panicattacks, but “my idea, if PSG agree, is to play on for another year.”

The legend turns 41 later this month and has been through tough times aswell as the highs of winning the 2006 World Cup.

“As a kid, I had a sense of being indestructible, omnipotent and invincible,”he confessed to Vanity Fair Italia.

“I felt that I could go over the top, do whatever I wanted. In a way, Iembrace the madness of when I was 20 years old. I did my fair share ofdumb things, relished them and am to a degree happy to have ticked everybox.

“I did studiously avoid taking drugs or doping. At the age of 17, whensomeone puts a pill on my lips, I already know how and why to say no.

“Having said that, at most I had a couple of tokes on a spliff when I was alad. I still remember the cloud of smoke that surrounded the Casertana fans,but it was smoke not from fireworks or pyrotechnics, but 200 spliffs allsmoked together: I can see it now…

“Around 15 years ago, for a few months, everything just stopped makingsense. It felt like people weren’t interested in me, just in the champion that Irepresented. Everyone asked after Buffon, nobody asked about Gigi.

“It was a really tough time. I was 25 years old, at the height of my careersuccess and one day, just before a Serie A game, I went over to the Juventusgoalkeeping coach Ivano Bordon and told him: ‘Ivano, ask Chimenti to warmup and play, because I’m not feeling up to this.’

“I’d had a sudden panic attack. I was simply unable to handle the game.

“If I hadn’t shared that experience, that mental fog and confusion, with otherpeople, then perhaps I wouldn’t have emerged from it. I had enough clarityto realise that was a crossroads between giving up and dealing with theweaknesses we all have. I’ve never been afraid of showing my emotions orof crying, it’s nothing to be ashamed of.”

Buffon went from the verge of giving up to embracing the sport withnewfound vigour at Paris Saint-Germain.

“My idea, if PSG agree, is to play on for another year. I might seem strange atthe age of 40 on the field, thinking I’ve got more dreams and ambitions thanI did when I was 20.

“Where I hope to be in 10 years is just still on my feet!”

Buffon has always had a strong rapport with the fans and gave his views onthe recent racist chants aimed at Napoli defender Kalidou Koulibaly by Interultras.

“I was part of the Commando Ultra Indian Tips, a group who followedCarrarese around. I still have their name printed on my gloves. I met lots ofpeople who are talked about without many knowing who they are. These arenormal guys. Dreamers. Idealists. Some interesting, some idiots.

“The problem is that if a boat sinks in Lampedusa and 300 people die, we aremoved to tears, think of adopting the children who remain orphaned and askwhat we can do to help.

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“If the boat doesn’t sink, we complain about 300 immigrants coming in andwonder what they are doing here.

“It’s difficult to provide context to what happened in Milan with Koulibaly.Hate is an ill wind, no matter where it comes from. I have the suspicion thatfootball is just an excuse to express that hate.”

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Edicola – “Vanity Fair” #2/2019: “Gianluigi Buffon” 9 Gennaio 2019

Autore: Antonio GennaCategorie: Calcio, Vanity Fair Italia. trackback

Ecco la copertina ed un’anticipazione relativa al numero 2 (16 gennaio 2019) delsettimanale “Vanity Fair”, edito da Condè Nast e in vendita nelle edicole da oggi al prezzo di2,40 € (salvo promozioni a livello locale).

Gianluigi Buffon: «Non date al calcio la colpa dell’odio»

di Simone Marchetti e Malcom Pagani

L’infanzia in Friuli, l’esperienza da ultrà, la depressione. A pochi giorni dai suoiprimi 41 anni, il più famoso calciatore italiano in attività racconta passato, presentee futuro

È vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia?«È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma.Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confrontocon loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle leggerezze, ma riconoscoancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di un amico. Anche di un amicoche sbaglia».

A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva a VanityFair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 gennaio, aprendo le portedella sua casa di Parigi – dove gioca come portiere per il Paris Saint-Germain – e spalancandoquelle sul suo passato.

A partire dalla militanza giovanile tra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di

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tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazionedella curva («Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali.Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente»), esperienze che gli dannoun punto di vista non del tutto politicamente corretto sulla recente polemica scatenata dai corirazzisti e dagli scontri sanguinosi a San Siro: «Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se nonaffonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. Èdifficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, daqualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tuttoquesto, reciti soltanto da pretesto».

«Da ragazzo», racconta Buffon a Vanity Fair, «covavo una sensazione di onnipotenza einvincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo… Mitengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni… Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato ilgusto e in un certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una». Peresempio, la volta in cui, proprio negli anni del Parma, rispose male al suo allenatore Nevio Scala:«Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte leragioni». Un errore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: «Non drogarsi, non doparsi, noncercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no».Giusto forse «un tiro di canna fatto da ragazzo», e il ricordo della «nuvola di fumo che avvolge itifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutteinsieme: è come se la vedessi ora».

Nell’intervista a Vanity Fair, Buffon ricorda la depressione che lo colpì più di quindici anni fa:«Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo ilcampione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momentocomplicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochiminuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e glidissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento”. Avevo avuto un attacco dipanico. Non ero in grado di sostenere la gara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «Se nonavessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse nonne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tral’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarlené di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto».

Tornando sull’eliminazione dell’Italia dal recente Mondiale, a sorpresa difende l’ex CtGiampiero Ventura: «Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale. Ventura haavuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ogni occasione. A un certo punto, èvero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere.Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante dicalcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo». A proposito di calcio, Buffon dice a Vanity Fair chespera di giocare almeno ancora un altro anno: «L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella». Sidescrive come «uno strano figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sognie ambizioni di quanti ne avesse da ragazzo». E tra dieci anni? «Spero di essere in piedi. Seripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi è impossibile».

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Ieri e oggi in TV 08/01/2019 — Ascoltiitaliani di lunedì 7 gennaio 2019: 5,8milioni (24,02%) per l’esordio della serieitaliana La Compagnia del Cigno; 2,5milioni (11,94%) per la prima parte del filmTitanic

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Edicola – “Focus Storia” n°147, gennaio2019: “Chi era davvero Leonardo”

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Gennaio 09 04:562019

By Alma Stellato

Buffon: "Inter-Napoli? Difficile provare acontestualizzare quanto successo"

L'ex portiere della Juventus racconta poi un episodio

avvenuto con la polizia. Nemmeno alle soglie dei 41 anni,

che il portiere di Carrara celebrerà il prossimo 28 gennaio.

Anche ben oltre il rettangolo di gioco.

"Da ragazzo", racconta Buffon a Vanity Fair, "covavo una

sensazione di onnipotenza e invincibilità". Buffon si è

soffermato sulla sua gioventù, quando non era ancora

protagonista in campo e con i guantoni. Tifoso affezionato,

vicino ai gruppi ultras.

Ero ultrà del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del

gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho

stampato sui miei guanti.

Buffon ripercorre alcune fasi della sua gioventù, a partire da

una in particolare: quella in cui frequenta ambienti ultrà:

"Incontravo gente di cui si parla tanto ma senza saperne nulla". Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone

interessanti e qualche deficiente. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra

l'arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti.

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09-01-2019

Senza filtri, ma anche senza rimpianti. "Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono


I racconti si riferiscono anche alle tante trasferte al seguito della Carrarese, vissute da tifoso fino a qualche anno prima

dell'esordio in Nazionale, datato 29 ottobre 1997. I miei genitori me l'hanno subito insegnato, così quando a 17 anni capita

che qualcuno ti mette una pasticca sulle labbra, sai come e perché dire di no. Al massimo ho fatto un tiro di canna da

ragazzo... ricordo ancora quella nuvola di fumo provocata da 200 canne fumate tutte assieme ai tifosi della Casertana.

Dal tifo alle sue derive, il passo è breve. Parole forti anche sugli scontri di Milano che hanno causato la morte di un ultrà,

Daniele Belardinelli: "È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, da

qualsiasi parte spiri, ma ho il sospetto che il calcio reciti soltanto da pretesto".

Sulla polemica dei cori razzisti e della violenza a San Siro: "Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone

ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di

300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È stato un momento davvero complicato, anche se avevo 25 anni e

avevo successo e notorietà". Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l'allenatore

dei portieri, e gli dissi: "Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento". "Non ero in grado di sostenere la gara".

Ne uscii - spiega Buffon - condividendo quella nebbia con gli altri. "Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere,

una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto", ha chiuso Buffon.

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Oggi 03:49







ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne

nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche...

la provenienza: Tutto Napoli

Buffon svela tutto: "Ero un ultras, ho fattocaz... di ogni tipo. Droghe? Una canna, maricordo i tifosi della Casertana..."





ma da 200










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Buffon svela tutto: "Ero un ultras,

ho fatto caz... di ogni tipo. Droghe?

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Gigi Buffon: "L'odio è un vento osceno, il calcio è un pretesto. Ho sofferto di depressione

e ho saputo dire no alla droga" Di Fabio Morasca martedì 8 gennaio 2019 Gigi Buffon è

stato intervistato da Vanity Fair. L'eterno Gigi Buffon , dopo una carriera intera da portiere

vissuta in Italia tra Parma e, soprattutto, Juventus, sta giocando la sua prima stagione

all'estero, nelle fila del Paris Saint-Germain, in Francia, all'età di 40 anni. Buffon, che non

ha escluso di giocare anche nella prossima stagione, è stato intervistato da Vanity Fair.

Con quest'intervista, il portierone Campione del Mondo con la nazionale azzurra nel 2006

si è lasciato andare a tanti aneddoti, affrontando, però, anche argomenti spinosi come il

sempiterno problema della violenza negli stadi. Gianluigi Buffon ha affrontato

l'argomento odio in senso più...

Fonte & Immagini: http://www.gossipblog.it/post/592360/gigi-buffon-intervista-vanity-

fair-odio-calcio-depressione-droga

Gigi Buffon: "Ho sofferto didepressione a 25 anni, ho saputo direno alla droga"by Gossipblog.it 2 ore, 43 minuti, 36 secondi

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Le notizie del giorno – “E’ vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia?

E’ una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del


dileguo’. A confronto con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei piu’

quelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarieta’ nei

confronti di un amico. Anche di un amico che sbaglia”. Sono le parole di Gigi Buffon in

esclusiva a Vanity Fair. Sulle ultime vicende che riguardano il calcio: “Se affonda un



immigrati e ci chiediamo...

Fonte & Immagini: https://www.calcioweb.eu/2019/01/notizie-giorno-retroscena-

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09-01-2019

Mai banale. Le interviste di Gianluigi Buffon sono sempre molto interessanti.

L'ex portiere della Juventus, ora al Paris Saint-Germain, ha sempre qualcosa da

raccontare. Un episodio dell'infanzia, un aneddoto sportivo o altro. Insomma, le

chiacchierate con l'estremo difensore italiano sono sempre cariche di argomenti.

Questa volta Gigi si è raccontato sulle pagine di Vanity Fair. L'intervista integrale

(che va al di là del calcio) uscirà domani (mercoledì 9 gennaio ndr), ma sono già

state lanciate alcune dichiarazioni.

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Buffon su Vanity Fair: "Lemanganellate, la vita da ultrà, lecanne. Vi racconto tutto"

di Marco

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Da ragazzo ha vissuto l'ambiente ultras

"In gioventù ero un ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, ossia il nome del

gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei

guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi

normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente..

Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo

indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quello che volevo. Mi tengo

stretta la sana follia dei miei vent'anni. Ho fatto le mie cazzat* e ne ho assaporato

il gusto. In un certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche

una".

Tra manganellate e droghe leggere

"In passato ho ricevuto delle manganellate. È una storia che risale a vent'anni fa.

Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c'era un

posto di blocco della Polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto

con loro rimasi solo io... Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle

leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei

confronti di un amico. Anche di un amico che sbaglia".

"Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi. Al massimo una canna.

Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una

nebbia provocata non dai fumogeni ma da 200 canne fumate tutte insieme: è

come se la vedessi ora".

Sulla questione migranti e accoglienza

"Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo

e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci

lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare.

Caso razzismo? È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milan.

L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio,

perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto ciò, reciti solo da pretesto".

La depressione e gli attacchi di panico

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"90MIN.COMData

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08-01-2019

"Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non

interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di

Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni,

cavalcavo l'onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da

una partita di campionato, mi avvicinai a Bordon (allenatore dei portieri) e gli

dissi di far scaldare Chimenti. Quel giorno non me la sentivo di giocare. Avevo

avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere quella partita. Se non

avessi condiviso quell'esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre

persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento

rappresentava uno spartiacque tra l'arrendersi e fare i conti con le debolezze che

abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che

mi capita e di cui non mi vergogno affatto".

Il rapporto con Ventura, un aneddoto su Scala e il suo futuro

"Un giorno risposi male a Nevio Scala. Si girò verso di me e mi guardò come

nessun altro ha mai fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni".

"Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale. Ventura ha

avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ogni occasione. A

un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe

dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cose non hanno funzionato

come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto

tantissimo".

Dove sarò tra 10 anni? Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero

e ai sogni che avevo, non commuovermi è impossibile".

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MIRABELLI: “DISSI NO AIBRAHIMOVIC PERCHÉ…”.IL VIDEO

MIRABELLI : “IL MIO UNICOOBIETTIVO ERA PRENDEREAUBAMEYANG, MAMONTELLA…” LA SCALATA DELL’INTER

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Gianluigi Buffon si racconta. Il portiere delPsg, ha rilasciato una lunga intervista ai

microfoni di Vanity Fair soffermandosi soprattutto sul suo passato: “Ero ultrà, delCommando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora cel’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi

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Buffon: “Vi racconto la mia vita diultrà, ho fatto ca…te di ogni tipo.Droghe? Al massimo una canna”

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Buffon: “Non date al calcio la colpa dell’odio”A pochi giorni dal suo 41esimo compleanno, il portiere si racconta a Vanity Fair: "È difficile spiegarequanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio.Io manganellato dalla polizia? È una storia che risale a vent'anni fa,...

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Buffon: «Scontri di Inter-Napoli? L’odio è un vento osceno»Il portiere del Psg si racconta a Vanity Fair: le manganellate, le canne e la voglia di non smettere digiocare

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ANSA.it Sport Calcio Violenza: Buffon, odio è un vento osceno

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08 gennaio 201916:08

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(ANSA) - ROMA, 8 GEN - ''È difficile provare a contestualizzare quantosuccesso a Milano. L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri.Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tuttoquesto, reciti soltanto da pretesto''. In una lunga intervista a Vanity Fair,Gianlui Buffon parla della violenza negli stadi e della sua esperienzagiovanile da ultrà. ''Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo ditifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui mieiguanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla.Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente". Buffonparla anche di temi sociali ("se affonda un barcone a Lampedusa emuoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche adadottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamodell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare") e

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Gianluigi Buffon, portiere della Juventus, in una sua

intervista a Vanity Fair ha parlato, tra le altre cose,

del suo passato.

Gianluigi Buffon, portiere del Psg, in passato alla Juventus, ha rilasciato alcune

dichiarazioni ai microfoni di Vanity Fair: "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il

nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei

guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali,

sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo

covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo

di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei

vent’anni. Ho fatto le mie c***ate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono


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c***ate di ogni tipo. E quella

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di mercato

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Alfonso Signorini: è la nuova

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dai tempi di Napoli", poi

passato, la manganellata ricevuta dalla polizia ("È una storia che risale a vent’anni fa.

Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto di

blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi

solo io") e il suo "no" costante alle droghe ("Ho accuratamente evitato di drogarmi e

doparmi, al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi

della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate

tutte insieme: è come se la vedessi ora").

Buffon non teme di parlare anche di argomenti più seri ed attuali come l'accoglienza dei

migranti: "Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci

commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non

affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a

fare". Parole forti anche sugli scontri di Milano che hanno causato la morte di un ultrà,

Daniele Belardinelli: "È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano.

L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio perché ho il

forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto".

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08-01-2019

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Il portiere del PSG si confessa: "Non ho mai avuto

paura di mostrare le difficoltà nè di piangere, una

cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto".

Gigi Buffon, portiere del PSG, ha rilasciato un'intervista a Vanity Fair. Ecco alcuni

interessanti passaggi: "Se ho fatto uso di droghe? Al massimo un tiro di canna da

ragazzo. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una

nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se

la vedessi ora".

Poi Buffon racconta anche i momenti difficili: "La depressione? Per qualche

mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il


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Sentite Buffon: "Uso di droghe? Ricordo 200canne tutte insieme, erano i tifosi dellaCasertana"

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Scritto da Redazione in Interviste 8 GEN 2019 ORE 19:56

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Sentite Buffon: "Uso di

droghe? Ricordo 200 canne

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momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della

notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano

Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: ‘Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io

non me la sento’. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la

gara. Come ne uscii? Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella

confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che

quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le

debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una

cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto”.

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Gianluigi Buffon: Paris St-Germaingoalkeeper reveals he had depressionand panic attacks at Juventus 56 minutes ago

Gianluigi Buffon left Juventus for Paris St-Germain in 2018

Paris St-Germain goalkeeper Gianluigi Buffon has revealed hesuffered with depression and once missed a Juventus game afterhaving a panic attack.

Former Italy international Buffon, 40, spent 17 years at Juventus,playing 656 times and winning nine Serie A titles, before his 2018move to PSG.

But in an interview with Vanity Fair , Buffon says he struggled duringhis early years with the Italian giants.

"For a few months, everything lost meaning," he said.

He added: "It seemed like no-one cared about me, just the footballer Irepresented.

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08-01-2019

"It was like everyone was asking about Buffon and nobody aboutGigi."

Buffon, who won the World Cup with Italy in 2006, says the turningpoint came at the age of 25 when he told Juve's goalkeeping coachhe couldn't play in a Serie A match.

"I went to Ivano Bordon, the goalkeeper coach, and told him: 'Ivano,get [goalkeeper Antonio] Chimenti to warm up and play. I'm notfeeling up to it.'

"I had suffered a panic attack and was in no state to play the match.

"If I had not gone through this experience, that cloud and that turmoilwith other people, I may have never have got out of it."

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08.01.2019 Tags: ROMA , Violenza

Violenza: Buffon, odio è unvento osceno

(ANSA) - ROMA, 8 GEN - ''È difficile provare a contestualizzarequanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, da qualunqueparte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che ilcalcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto''. In una lungaintervista a Vanity Fair, Gianlui Buffon parla della violenza neglistadi e della sua esperienza giovanile da ultrà. ''Commando UltràIndian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese,ancora ce l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui siparla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori.Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente". Buffonparla anche di temi sociali ("se affonda un barcone a Lampedusa emuoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche adadottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamodell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare") edi come una volta prese qualche manganellata dalla polizia.

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08-01-2019

Gianluigi Buffon parla del suo passato da... ultrà, raccontando una serie dianeddoti curiosi. "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi cheseguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti - spiega ilportiere del Paris Saint Germain a Vanity Fair -. Incontravo gente di cui si parlatanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune personeinteressanti e qualche deficiente... Da ragazzo covavo una sensazione dionnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di potereccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei mieivent’anni. Ho fatto le mie cazz..., ne ho assaporato il gusto e in un certo sensosono contento di non essermene dimenticata neanche una".

L'ex capitano della Nazionale e della Juventus prosegue, ricordando quandoricevette una manganellata dalla polizia: "Vi racconto una storia che risale avent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al

del 08 gennaio 2019 alle 18:00

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Buffon: 'Ero un ultrà, ho fatto le miecazzate. Droghe? Al massimo una canna.Sulla morte di Belardinelli...'


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casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui sidileguò. A confronto con loro rimasi solo io...".

Sull'uso di droghe nelle curve: "Non drogarsi, non doparsi, non cercare altrofuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni,quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perchédire di no". Mai fatto uso di droghe? "Un tiro di canna fatto da ragazzo. Semmairicordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbiaprovocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è comese la vedessi ora".

Sulla morte dell'ultrà interista Daniele Belardinelli: "È difficile provare acontestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, daqualunque parte spiri, non solo in uno stadio perché ho il forte sospetto che ilcalcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto". Nell'intervista, c'è spazioper un altro tema di grande attualità, quello dei migranti: "Se affonda unbarcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamoanche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamodell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare".

Sulla depressione: "Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva cheagli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tuttichiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo.Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, apochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon,l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare ionon me la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado disostenere la gara. Come ne uscii? Se non avessi condiviso quell’esperienza,quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito.Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tral’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avutopaura di mostrarle né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mivergogno affatto".

Infine, sulla mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali del 2018:"Ventura? Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale.Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ognioccasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegnodiverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cosenon hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, ame Ventura è piaciuto tantissimo".

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Gianluigi Buffon, attuale portiere del PSG, ha svelato alcuni retroscena a Vanity Fair. Ecco i passaggisalienti della sua intervista:

"Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese,ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla.Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente… Da ragazzocovavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di potereccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le miecazz… di ogni tipo, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non essermenedimenticata neanche una. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’eraun posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi soloio…

La depressione? Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri noninteressassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi.Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Ungiorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore deiportieri, e gli dissi: ‘Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento’. Avevo avuto unattacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara. Come ne uscii? Se non avessi condivisoquell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbila lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conticon le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosache mi capita e di cui non mi vergogno affatto”

REDAZIONE

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08-01-2019

LE INTERVISTE08-01-2019 20:20

di Redazione

PSG, Buffon: "Ero ultrà della Casertana,mi sentivo invincibile ed ho fatto caz**te.Droga? Una canna, una volta il panico..."

Gianluigi Buffon, portiere del PSG ed ex portiere della Juventus, ha parlato ai microfoni diVanity Fair. Ecco le sue dichiarazioni:

“Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi cheseguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gentedi cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti.Alcune persone interessanti e qualche deficiente… Da ragazzo covavo unasensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo dipoter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei mieivent’anni. Ho fatto le mie cazz… di ogni tipo, ne ho assaporato il gusto e in uncerto senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una. Dopo unapartita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto di bloccodella polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi soloio…

Uso di droghe nelle curve? Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da tesono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quando indiscoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no. Seho fatto uso di droghe? Al massimo un tiro di canna da ragazzo. Semmai ricordola nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non daifumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora.

La depressione? Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che aglialtri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedesserodi Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni,cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da unapartita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e glidissi: ‘Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento’. Avevo avuto unattacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara. Come ne uscii? Se nonavessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altrepersone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momentorappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze cheabbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che micapita e di cui non mi vergogno affatto”

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08-01-2019

Buffon a 360°: «Io, giovaneultrà che faceva c*****e diogni tipo. E quella canna…»

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Gigi Buffon si racconta a Vanity Fair tra ricordid’infanzia e situazioni al limite: «Come quellavolta della manganellata della polizia»

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Gigi Buffon si racconta e racconta aneddoti di ogni genere e tipo

Di Andrea Cerrato - 8 Gennaio 2019

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martedì 8 gennaio 2019 Accedi Registrati

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a Vanity Fair. Il numero uno del Paris Saint German ha ricordatola sua infanzia legata a qualche episodio al limite del consentito:«Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppodi tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato suimiei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza sapernenulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune personeinteressanti e qualche deficiente… Da ragazzo covavo unas e n s a z i o n e d i o n n i p o t e n z a e i n v i n c i b i l i t à . M i s e n t i v oindistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel chevolevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Hofatto le mie cazz…, ne ho assaporato il gusto e in un certo sensosono contento di non essermene dimenticata neanche una».

E racconta anche due aneddoti più o meno noti del suo passato,la manganellata ricevuta dalla polizia. «È una storia che risale avent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso delParma. Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appenavide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io»e il suo no secco e costante alle droghe: «Ho accuratamenteevitato di drogarmi e doparmi, al massimo una canna. Semmairicordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana,una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 cannefumate tutte insieme: è come se la vedessi ora».

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Ma Buffon non teme di parlare anche di argomenti spinosi comel’immigrazione e gli sbarchi: «Se a f fonda un barcone aLampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo epensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se nonaffonda ci lamentiamo dell ’ ingresso di 300 immigrati e cichiediamo cosa vengano a fare». Parole forti anche sugli scontridi Milano che hanno causato la morte di un ultrà: «È difficileprovare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio èun vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in unostadio perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo,reciti soltanto da pretesto».

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Buffon ed i retroscena: le manganellatedalla polizia, la canna e tutte le ‘cazzate’Di Stefano Vitetta 17:36 08.01.19

Bu on si racconta a 360°, le ultime importanti dichiarazioni che riguardano ilcalciatore del Psg ed ex Juventus, l'intervista

AFP/LaPresse

“E’ vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia? E’ una storia che risale a

vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un

posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguo’. A confronto con loro

rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei piu’ quelle leggerezze, ma riconosco

ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarieta’ nei confronti di un amico. Anche di un

amico che sbaglia”. Sono le parole di Gigi Buffon in esclusiva a Vanity Fair. Sulle ultime

vicende che riguardano il calcio: “Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300

persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se

non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a

fare. E’ difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio e’ un vento

osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perche’ ho il forte sospetto che il

calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto”.

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AFP/LaPresse

Buffon

“Da ragazzo covavo una sensazione di

onnipotenza e invincibilita’. Mi sentivo

indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di

fare quel che volevo… Mi tengo ben stretta la

sana follia dei miei vent’anni… Ho fatto le

mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in

un certo senso sono contento di non

essermene dimenticata neanche una”. Per

esempio, la volta in cui rispose male al suo

allenatore Nevio Scala: “Si giro’ verso di me e mi guardo’ come nessun altro ha mai piu’

fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni”. Un errore di gioventu’, uno grosso, ha saputo

evitarlo: “Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi che i miei

genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca

sulle labbra, io so come e perche’ dire di no”. Giusto forse “un tiro di canna fatto da

ragazzo”, e il ricordo della Nell’intervista a Vanity Fair, Buffon ricorda la depressione che lo

colpi’ piu’ di quindici anni fa“nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una

nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: e’ come se la

vedessi ora”.

Poi parla della depressione: “Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che

agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di

Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo

l’onda del successo e della notorieta’. Un giorno, a pochi minuti da una partita di

campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai

scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non

ero in grado di sostenere la gara. Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e

quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidita’ di capire che

quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze

che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle ne’ di piangere, una cosa che mi

capita e di cui non mi vergogno affatto”. Sull’eliminazione dell’Italia dal recente Mondiale:

“Ventura? Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato e’ una balla colossale. Ventura ha

avuto la nostra massima disponibilita’ e lo abbiamo difeso in ogni occasione. A un certo

punto, e’ vero, si e’ sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi

di dovere. Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come

insegnante di calcio, a me Ventura e’ piaciuto tantissimo”.

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La rivelazione di Gigi Buffon: “Ricordoquella nuvola di fumo al Pinto delle cannedegli ultras della Casertana” 08 Gen 2019

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Gianluigi Buffon

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CASERTA – È un ricordo che riaffiora in un’intervista rilasciata al magazine Vanity Fair quello che

Gigi Buffon, portierone campione del mondo nel 2006 ed ora in forza al Paris Saint Germain, dedica alla

Casertana ed al suo tifo: “Covavo una sensazione d’onnipotenza, da ragazzo. Di invincibilità. Mi

sentivo indistruttibile e pensavo di poter eccedere, di fare quello che volevo. Quella sana follia

dei vent’anni me la tengo stretta, ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo

senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una. Scala? La risposta garbata, sì.

Si girò verso di me, mi guardò come nessuno ha mai fatto: era furibondo, e aveva ragione. Non

drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno

passato. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e

perché dire di no. Giusto forse un tiro di canna fatto da ragazzo, e quella nuvola di fumo che

avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne

fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora”.

Red. Cro.

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Buffon e la trasferta da ultrà a Caserta:"Ricordo il fumo, non erano fumogeni..."Il portiere campione del mondo si confessa a Vanity Fair

Sport

Redazione08 gennaio 2019 18:00

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U n campione del mondo con un passato da ultrà. Gianluigi Buffon si

racconta in un’intervista a Vanity Fair e ricorda alcuni aneddoti che lo

hanno visto protagonista da ragazzo.

“Ero ultrà del Commando Ultrà Indian Tips il nome del gruppo di tifosi che

seguivano la Carrarese - svela - ancora ce l’ho stampato sui miei guanti.

Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali,

sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente. Da

ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo

indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben

stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie cazz..., ne ho assaporato

il gusto e in un certo senso sono contento di non essermene dimenticata

neanche una".

E poi ricorda anche una trasferta a Caserta, allo stadio Pinto: "Ho

accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo una canna. Semmai

ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia

provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se

Gianluigi Buffon e lo stadio Pinto

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Gli Italiani Sono Nei Guai - Gli Euro Non Valgono NienteSe Sei Italiano Non Ti Piacerà Quello Che È Stato Trapelato Nelle Notizie sterpress.info

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la vedessi ora".

Argomenti: buffon carrarese casertana

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Buffon: «Scontri di Inter-

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Il portiere del Psg si racconta a Vanity Fair: le manganellate,le canne e la voglia di non smettere di giocare

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Verratti: "Buffon è felice a Parigi"

calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto''. In unalunga intervista a Vanity Fair, Gianluigi Buffon parla dellaviolenza negli stadi e della sua esperienza giovanile da ultrà.''Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosiche seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato suimiei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senzasaperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcunepersone interessanti e qualche deficiente".

LE MANGANELLATE - Buffon parla anche di temi sociali ("seaffonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone cicommuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambinirimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamodell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa venganoa fare") e di come una volta prese qualche manganellatadalla polizia. ''È una storia che risale a vent'anni fa - ricordaBuffon - Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso delParma. Al casello c'era un posto di blocco della polizia.Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con lororimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei più quelleleggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace dislanci di solidarietà nei confronti di un amico. Anche di unamico che sbaglia''. Un errore di gioventù, uno grosso, hasaputo evitarlo: ''Non drogarsi, non doparsi, non cercarealtro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hannopassato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettonouna pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no''.

L'ADDIO DI VENTURA - Giusto forse ''un tiro di canna fattoda ragazzo'', e il ricordo - aggiunge Buffon - della ''nuvola

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di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbiaprovocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutteinsieme: è come se la vedessi ora''. Tornandosull'eliminazione dell'Italia dal recente Mondiale, il portieredel Paris Saint Germain difende l'ex Ct Giampiero Ventura:''Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una ballacolossale. Ventura ha avuto la nostra massima disponibilitàe lo abbiamo difeso in ogni occasione. A un certo punto, èvero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbedovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cosenon hanno funzionato come avrebbero dovuto. Comeinsegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo''. Aproposito di calcio, Buffon assicura di voler giocare almenoancora un altro anno: ''L'idea, se il Psg sarà d'accordo, èquella''.

Buffon rimprovera MbappéBuffon: «Potevo andare al Napoli»

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Il portiere si racconta in una lunga intervista a Vanity Fair

di Gianni Pampinella

08 gennaio 2019 - 17:15

Buffon: “Ho evitato di drogarmi edoparmi, al massimo una canna. Sugliscontri di Milano…”

In una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, Gianluigi Buffon racconta alcuni

aneddoti del suo passato, come la manganellata ricevuta dalla polizia: “È una

storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del

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dileguò. A confronto con loro rimasi solo io“. Poi racconta: “Ho accuratamente evitato

di drogarmi e doparmi, al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo che

avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200

canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora“. Sugli scontri di Milano che

hanno causato la morte di un ultrà, Daniele Belardinelli, il portiere aggiunge: “È

difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno,

da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio perché ho il forte sospetto che il calcio, in

tutto questo, reciti soltanto da pretesto“.

(Gazzetta dello Sport)

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Buffon: "Non date al calcio la colpadell'odio"E spera di giocare almeno ancora un altro anno: "L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella"

08.01.2019 16:02 di Chiara Biondini Twitter: @ChiaraBiondini articolo letto 815 volte

Fonte: Vanity Fair

A pochi giorni dal quarantunesimo

compleanno, Gigi Buffon si racconta in

esclusiva a Vanity Fair, che gli dedica

la copertina del numero in edicola da

mercoledì 9 gennaio, aprendo le porte

della sua casa di Parigi – dove gioca

come portiere per il Paris Saint-

Germain – e spalancando quelle sul

suo passato. A partire dalla militanza

giovanile tra gli ultrà («Commando

Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di

tifosi che seguivano la Carrarese,

ancora ce l’ho stampato sui miei

guanti») e dalla frequentazione della

curva («Incontravo gente di cui si parla

tanto senza saperne nulla. Ragazzi

normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente»),

esperienze che gli danno un punto di vista non del tutto politicamente corretto sulla

recente polemica scatenata dai cori razzisti e dagli scontri sanguinosi a San Siro: «Se

affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e

pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo

dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare a

contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque

parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto

questo, reciti soltanto da pretesto».

«Da ragazzo», racconta Buffon a Vanity Fair, «covavo una sensazione di onnipotenza e

invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che

volevo... Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni... Ho fatto le mie cazzate,

ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non essermene

dimenticata neanche una». Per esempio, la volta in cui, proprio negli anni del Parma,

rispose male al suo allenatore Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come

nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni».

Nell’intervista a Vanity Fair, Buffon ricorda la depressione che lo colpì più di quindici anni

fa: «Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non

interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e

nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del

successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi

avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare

Chimenti, di giocare io non me la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in

grado di sostenere la gara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «Se non avessi

condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse

non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno



vergogno affatto».

A proposito di calcio, Buffon dice a Vanity Fair che spera di giocare almeno ancora un

altro anno: «L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella». Si descrive come «uno strano

figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sogni e ambizioni di

quanti ne avesse da ragazzo». E tra dieci anni? «Spero di essere in piedi. Se ripenso al

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Aktualisiert am: 08.01.19 - 22:50

TORWART-LEGENDE OFFENBART

Buffon spricht offen über Depressionen:„Niemand fragte nach Gigi“Die italienische Torhüter-Ikone Gianluigi Buffon hat offenbart, in seiner Zeit bei Juventus Turin

unter Depressionen gelitten zu haben.

Paris - "Ein paar Monate lang erschien mir alles sinnlos. Es fühlte sich so an, dass andere sich nicht für mich

interessieren, sondern nur für das, was ich verkörpere", sagte der Weltmeister von 2006 dem Magazin

Vanity Fair: "Alle fragten nur nach Buffon, niemand nach Gigi."

Den Tiefpunkt erlebte Buffon nach eigenem Bekunden im Alter von 25 Jahren, als er seinen damaligen

Torwarttrainer Ivano Bordon vor einem Ligaspiel darum bat, nicht spielen zu müssen, da "ich dazu nicht in

Gianluigi Buffon sprach in einem aktuellen Interview über Depressionen während seiner Karriere. © AFP / FRANCKFIFE

Sport Fussball Buffon litt unter Depressionen: "Niemand fragte nach Gigi"

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der Lage war. Wenn ich diese Erfahrung nicht gemacht hätte, diese Vernebelungen und Konfusionen mit

anderen Menschen nicht geteilt hätte, wäre ich dort vielleicht nicht rausgekommen", sagte Buffon.

Seine sportliche Zukunft sieht der Torhüter, der sich selbst als "merkwürdige 40 Jahre alte Figur, die aufs

Spielfeld geht, denkt er wäre 20, und mehr Träume und Ehrgeiz hat, als er als Junge hatte" bezeichnet,

weiter beim französischen Tabellenführer Paris St. Germain.

Buffon erlebt derzeit in Paris seinen zweiten oder dritten Frühling. Mit dem PSG feiert die Torwart-Legende

unter Trainer Thomas Tuchel einen Sieg nach dem anderen.

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Buffon: "Io, giovane ultrà che facevacazz... di ogni tipo. E quella canna..."Il numero uno del Psg si racconta a Vanity Fair tra ricordi d'infanzia e situazioni al limite: "Comequella volta della manganellata della polizia"

08 GENNAIO 2019 - MILANO

Gigi Buffon esulta coi tifosi del Psg. Ap

Come sempre, quando Gigi Buffon, rilascia un'intervista, è difficile trovare il

titolo. Difficile perché se vuole racconta aneddoti d'ogni tipo e se crede, parla

di ogni argomento, con lucidità e spesso senza alcuna banalità. È il caso

dell'intervista a Vanity Fair della quale riportiamo alcuni brani. Partendo dal

suo modo di intendere la gioventù: "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian

Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho

stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza

saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone

interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo covavo una sensazione di

onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter

eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei

vent’anni. Ho fatto le mie cazz..., ne ho assaporato il gusto e in un certo senso

sono contento di non essermene dimenticata neanche una". Secco e sincero,

as usual.

MANGANELLATE E... CANNE — E racconta anche due aneddoti più o meno noti

del suo passato, la manganellata ricevuta dalla polizia ("È una storia che

risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del

Parma. Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci

Gigi Buffon esulta coi tifosi del Psg. ApAPPROFONDIMENTI

Buffon diventa "profeta"

"Io in politica? Mai dire mai"

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blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io") e il suo "no" costante

alle droghe ("Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo

una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della

Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate

tutte insieme: è come se la vedessi ora").

MIGRANTI E ACCOGLIENZA — Ma Buffon non teme di parlare anche di

argomenti più seri ed attuali come l'accoglienza dei migranti: "Se affonda un

barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo

anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo

dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare". Parole

forti anche sugli scontri di Milano che hanno causato la morte di un ultrà,

Daniele Belardinelli: "È difficile provare a contestualizzare quanto successo a

Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in uno

stadio perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto

da pretesto".

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Gigi Buffon si guarda indietro e svela alcuni aneddoti del suopassato: "Ho sempre evitato le droghe, al massimo una canna...".

Sui campi di calcio è tutt'ora un vero e proprio esempio, ma Gigi Buffon svelaqualche particolare aneddoto del suo passato: dai tempi della curva ad unagioventù vissuta a volte anche sopra le righe. Alla soglia dei 41 anni lo storicoportiere italiano condivide i suoi ricordi.

Segui il PSG di Buffon in Ligue su DAZN: attiva il mese gratuito

Nel corso di un'intervista concessa a 'Vanity Fair', Buffon ripensa alle giornatevissute da vero e proprio ultrà.

"Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo ditifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui mieiguanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla.Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti equalche deficiente...".

Buffon si racconta: “Ero un giovane ultrà, hofatto tante cazzate”

Redazione Goal Italia

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Qualche errore di gioventù e qualche episodio di sana follia, Buffon si mostrasenza filtri.

"Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Misentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel chevolevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fattole mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sonocontento di non essermene dimenticata neanche una".

L'ex portiere della Juventus racconta poi un episodio avvenuto con la polizia.

"È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi unpassaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto di bloccodella polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto conloro rimasi solo io. Droghe? Ho accuratamente evitato di drogarmi edoparmi, al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumoche avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non daifumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se lavedessi ora".

Non poteva mancare un commento sugli scontri avvenuti a margine di Inter-Napoli.

"È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano.L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in unostadio perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, recitisoltanto da pretesto".

Più di 15 anni fa Buffon fu colpito da una pericolosa depressione conconseguenti attacchi di panico.

"Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione cheincarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu unmomento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda delsuccesso e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita dicampionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e glidissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento”.Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere lagara. Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quellaconfusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi lalucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacquetra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Nonho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che micapita e di cui non mi vergogno affatto".

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Gigi Buffon: "L'odio è un vento osceno,il calcio è un pretesto. Ho sofferto didepressione e ho saputo dire no alladroga"Di Fabio Morasca martedì 8 gennaio 2019

Gigi Buffon è stato intervistato da Vanity Fair.

L'eterno Gigi Buffon, dopo una carriera intera da portiere vissuta in Italia traParma e, soprattutto, Juventus, sta giocando la sua prima stagione all'estero,nelle fila del Paris Saint-Germain, in Francia, all'età di 40 anni.

Buffon, che non ha escluso di giocare anche nella prossima stagione, è statointervistato da Vanity Fair. Con quest'intervista, il portierone Campione delMondo con la nazionale azzurra nel 2006 si è lasciato andare a tanti aneddoti,affrontando, però, anche argomenti spinosi come il sempiterno problema dellaviolenza negli stadi.

Gianluigi Buffon ha affrontato l'argomento odio in senso più ampio, noncircoscrivendolo soltanto all'interno del mondo del calcio:

Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone, cicommuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfanima se non affonda, ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e cichiediamo cosa vengano a fare. L’odio è un vento osceno, da qualunqueparte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il sospetto che il calcio siaun pretesto.

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Di seguito, invece, Buffon ha riassunto la propria vita da ragazzo e da calciatorecon tre serie di dichiarazioni emblematiche. Nel primo, il portiere del PSG haparlato dell'episodio in cui ricevette manganellate dalle forze dell'ordine:

È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita, diedi unpassaggio a un tifoso del Parma. Al casello, c’era un posto di blocco dellapolizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasisolo io. Oggi, non commetterei più quelle leggerezze ma riconoscoancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà.

Gianluigi Buffon: 'Entrare in politica? Maidire mai'Il calciatore Gianluigi Buffon si rivela tra amore, sport,impegno civile e lettura.

Nel corso della propria vita, Gigi Buffon non ha mai avuto la curiosità delladroga, tantomeno la tentazione del doping:

Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi chei miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quando in discotecami mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no. Hofatto giusto un tiro di canna da ragazzo.

Un episodio spartiacque nella sua vita è stata sicuramente la depressione che locolpì a 25 anni, dalla quale riuscì ad uscire, non nascondendo il problema edesternando senza remore le proprie debolezze:

Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri noninteressassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedesserodi Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochiminuti da una partita, mi avvicinai all’allenatore dei portieri e gli dissiche non me la sentivo di giocare. Avevo avuto un attacco di panico. Nonero in grado di sostenere la gara. Se non avessi condivisoquell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone,forse non ne sarei uscito.

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08/01/2019 16:20 CET | Aggiornato 46 minuti fa

"Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non

interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di

Buffon e nessuno di Gigi". Quindici anni fa il portiere del Paris Saint-Germain

venne colpito dalla depressione. Più volte ha raccontato quel difficile periodo e

in una nuova intervista rilasciata a Vanity Fair è tornato sull'argomento.

Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l'onda del

successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di

campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l'allenatore dei portieri, e gli dissi:

'Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sent'". Avevo avuto un

attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara".

Confrontandosi con altre persone, chiedendo aiuto, riuscì a superare la

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Buffon svela: ”Droghe? Una canna, maricordo i tifosi della Casertana…”Dichiarazioni rilasciate a Vanity Fair

Pubblicato il 08/01/19 alle 21:44 da Redazione IamNaples.it •




ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza

saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e

qualche deficiente… Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità.

Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo

ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie cazz… di ogni tipo, ne ho

assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non essermene dimenticata

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neanche una. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello

c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto

con loro rimasi solo io… Uso di droghe nelle curve? Non drogarsi, non doparsi, non

cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17

anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché

dire di no. Se ho fatto uso di droghe? Al massimo un tiro di canna da ragazzo. Semmai

ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata

non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora. La

depressione? Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non




avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: ‘Ivano, fai scaldare

Chimenti, di giocare io non me la sento’. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in

grado di sostenere la gara. Come ne uscii? Se non avessi condiviso quell’esperienza,

quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la

lucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e

fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle

né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto”, ha

chiuso Buffon.

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PSG, Buffon: “Difficile contestualizzarequanto successo a San Siro in Inter-Napoli.L’odio è un vento osceno…”"Ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto"

Pubblicato il 08/01/19 alle 17:20 da Redazione IamNaples.it •

A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva

a Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 gennaio,

aprendo le porte della sua casa di Parigi – dove gioca come portiere per il Paris Saint-

Germain – e spalancando quelle sul suo passato. A partire dalla militanza giovanile tra

gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazione della curva

(«Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori.

Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente»), esperienze che gli danno un

punto di vista non del tutto politicamente corretto sulla recente polemica scatenata dai

cori razzisti e dagli scontri sanguinosi a San Siro: «Se affonda un barcone a Lampedusa e

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muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti

orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo

cosa vengano a fare. È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano.

L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il

forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto».



volevo… Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni… Ho fatto le mie cazzate,



rispose male al suo allenatore Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessun

altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni».

Nell’intervista a Vanity Fair, Buffon ricorda la depressione che lo colpì più di quindici

anni fa: «Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non







condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non

ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno

spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai

avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno

affatto».






Fonte: Tmw

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Marco Gentile - Mar, 08/01/2019 - 18:41

Tag: Psg Juventus

Persone: Gianluigi Buffon

Buffon a ruota libera: "Da giovaneero un ultrà ed ho fatto tante caz..."Il numero uno del Psg Gigi Buffon ha toccato diversi argomenti in una lungaintervista concessa a Vanity Fair: dal suo passato da ultrà, agli scontri prima diInter-Napoli fino ad arrivare al tema migranti"

Gianluigi Buffon, quando parla, non è mai banale e in una lunga intervista concessa a

Vanity Fair ha toccato diversi punti tra cui il suo passato da "curvaiolo": "Ero ultrà, del


ancora ce l’ho stampato sui miei guanti.

Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori,

idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo covavo una

sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter

eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni.

Ho fatto le mie cazz..., ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di

non essermene dimenticata neanche una".

Buffon ha poi svelato come abbia sempre evitato ogni tipo di droga, tranne quella

leggera:"Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo una canna.

Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia

provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la

vedessi ora". Inoltre, l'ex numero uno della Juventus ha poi affondato il colpo sul tema

migranti: "Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo

e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo

dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare". Infine, il 40enne di

Carrara ha commentato gli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli: "È difficile provare a


parte spiri, non solo in uno stadio perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo,

reciti soltanto da pretesto".

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SPORT - CALCIO - CALCIO INTERNAZIONALE - Buffon e gli incidenti negli stadi: «Non &e...

«Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo epensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda cilamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. Èdifficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un ventoosceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospettoche il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto». Lo dice il portiere del ParisSaint Germain, Gigi Buffon, in merito agli scontri del 26 dicembre scorso a Milano,prima di Inter-Napoli costati la vita al tifoso Daniele Belardinelli. A pochi giorni dalquarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva a Vanity Fair, chegli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 gennaio, aprendo le portedella sua casa di Parigi e spalancando quelle sul suo passato. A partire dallamilitanza giovanile tra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo ditifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei guanti») e dallafrequentazione della curva («Incontravo gente di cui si parla tanto senza sapernenulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualchedeficiente»). «È vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia? È unastoria che risale a vent'anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso delParma. Al casello c'era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui sidileguò. A confronto con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei piùquelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietànei confronti di un amico. Anche di un amico che sbaglia».

«Da ragazzo», racconta Buffon a Vanity Fair, «covavo una sensazione di

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Buffon e gli incidenti negli stadi:«Non è calcio, da ultrà feci cazz...»

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onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di farequel che volevo... Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent'anni... Ho fatto lemie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di nonessermene dimenticata neanche una». Per esempio, la volta in cui, proprio negli annidel Parma, rispose male al suo allenatore Nevio Scala: «Si girò verso di me e miguardò come nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni». Unerrore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: «Non drogarsi, non doparsi, noncercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come eperché dire di no». Giusto forse «un tiro di canna fatto da ragazzo», e il ricordo della«nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non daifumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora». L'exportiere della Juventus ricorda la depressione che lo colpì più di quindici anni fa: «Perqualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io,ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno diGigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l'onda delsuccesso e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato miavvicinai a Ivano Bordon, l'allenatore dei portieri, e gli dissi: »Ivano, fai scaldareChimenti, di giocare io non me la sento«. Avevo avuto un attacco di panico. Non eroin grado di sostenere la gara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «Se nonavessi condiviso quell'esperienza, quella nebbia e quella confusione con altrepersone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momentorappresentava uno spartiacque tra l'arrendersi e fare i conti con le debolezze cheabbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che micapita e di cui non mi vergogno affatto».

Tornando sull'eliminazione dell'Italia dal recente Mondiale, a sorpresa difende l'ex CtGiampiero Ventura: «Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale.Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ognioccasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diversoavrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cose non hannofunzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura èpiaciuto tantissimo». A proposito di calcio, Buffon dice che spera di giocare almenoancora un altro anno: «L'idea, se il Psg sarà d'accordo, è quella». Si descrive come«uno strano figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sogni eambizioni di quanti ne avesse da ragazzo». E tra dieci anni? «Spero di essere inpiedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi èimpossibile».

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Buffon: "Vi racconto la mia vita da ultrà.Droghe? Al massimo una canna"–a cura di Datasport |

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I ntervistato dal settimanale Vanity Fair, il portiere del PSG

Gianluigi Buffon ha raccontato alcune cose fin qui inedite del

suo passato. "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il

nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce

l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto

senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune

persone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo covavo una

sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile,

pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben

stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie cazz..., ne ho

assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non

essermene dimenticata neanche una", ha dichiarato Buffon della sua

vita da ultrà che gli ha provocato anche una manganellata da un

poliziotto: ""È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita

diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto di

blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto

con loro rimasi solo io". In conclusione, Buffon ha parlato anche del

suo rapporto con le droghe: "Ho accuratamente evitato di drogarmi e

doparmi, al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo

che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai

fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la

vedessi ora"

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Di Luca Stamerra44 minuti fa | Aggiornato 30 minuti fa

Buffon: "Fatti Inter-Napoli? Non datecolpe al calcio! Ero un ultrà, ora ho tantisogni"

In un'intervista fiume a Vanity Fair, il portiere del PSG ha parlato di tutto e di

più. Da gli anni di gioventù quando era un ultrà della Carrarese, al periodo

della depressione. Buffon spera di continuare un altro anno al PSG e su

Ventura...

Il 2019 in Francia è partito con la classica Coppa di Francia. Ancora qualche giorno di riposo

però per Buffon che a Vanity Fair ha raccontato qualcosa di sé, soprattutto per quello che

succese fuori dal campo di calcio...

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BUFFON "IL CALCIO NON C'ENTRA CON L'ODIO"

8 gennaio 2019

"È vero che una volta prese qualchemanganellata dalla polizia? È una storiache risale a vent’anni fa. Dopo una partitadiedi un passaggio a un tifoso del Parma.Al casello c’era un posto di blocco dellapolizia. Appena vide le luci blu, lui sidileguò. A confronto con loro rimasi solo io.Oggi, ovviamente, non commetterei piùquelle leggerezze, ma riconosco ancoraquel ragazzo capace di slanci di solidarietànei confronti di un amico. Anche di unamico che sbaglia». A pochi giorni dalquarantunesimo compleanno, Gigi Buffon

si racconta in esclusiva a Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 gennaio,aprendo le porte della sua casa di Parigi – dove gioca come portiere per il Paris Saint-Germain – e spalancando quellesul suo passato. A partire dalla militanza giovanile tra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo ditifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazione della curva(«Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune personeinteressanti e qualche deficiente»), esperienze che gli danno un punto di vista non del tutto politicamente correttosulla recente polemica scatenata dai cori razzisti e dagli scontri sanguinosi a San Siro: «Se affonda un barcone aLampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma senon affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare acontestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in unostadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto».

«Da ragazzo», racconta Buffon a Vanity Fair, «covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivoindistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo... Mi tengo ben stretta la sana follia dei mieivent’anni... Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non essermenedimenticata neanche una». Per esempio, la volta in cui, proprio negli anni del Parma, rispose male al suo allenatoreNevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte leragioni». Un errore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: «Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da tesono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticcasulle labbra, io so come e perché dire di no». Giusto forse «un tiro di canna fatto da ragazzo», e il ricordo della «nuvoladi fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutteinsieme: è come se la vedessi ora».

Nell’intervista a Vanity Fair, Buffon ricorda la depressione che lo colpì più di quindici anni fa: «Per qualche mese, ognicosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tuttichiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda delsuccesso e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon,l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento”. Avevo avuto unattacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «Se non avessicondiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi lalucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze cheabbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergognoaffatto».

Tornando sull’eliminazione dell’Italia dal recente Mondiale, a sorpresa difende l’ex Ct Giampiero Ventura: «Che noicalciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale. Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamodifeso in ogni occasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto

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averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnantedi calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo». A proposito di calcio, Buffon dice a Vanity Fair che spera di giocarealmeno ancora un altro anno: «L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella». Si descrive come «uno strano figuro di 40anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sogni e ambizioni di quanti ne avesse da ragazzo». E tra diecianni? «Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi èimpossibile».(ITALPRESS).

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Gigi Buffon si racconta

di redazionejuvenews

08 gennaio 2019 - 16:39

Buffon: “Da ragazzo covavo unasensazione di onnipotenza, Ma poi lamia vita non ha più avuto senso”

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In un’intervista a Vanity Fair l’ex portiere bianconero Gigi Buffon, ha parlato

della sua carriera sin dagli esordi e parla anche del suo percorso in Francia.

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“Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si

parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune

persone interessanti e qualche deficiente”. Da qui, inevitabile l’analisi sui fatti di

Milano prima di Inter-Napoli. “Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono

300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti

orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci

chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare a contestualizzare quanto

successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo

in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti

soltanto da pretesto. De invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter

eccedere, di fare quel che volevo… Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei

vent’anni… Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso

sono contento di non essermene dimenticata neanche una. La risposta sgarbata a

Nevio Scala? Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai più fatto.

Era furibondo e aveva tutte le ragioni”. Quindici anni fa il portierone della

Nazionale attraversò una dura crisi: “Per qualche mese, ogni cosa perse di senso.

Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo.

Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento

complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà.

Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano

Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di

giocare io non me la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di

sostenere la gara. Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella

confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire

che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti

con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di

piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto”. Infine qualche

retroscena sul suo futuro: “L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è giocare ancora un

altro anno. Sono uno strano figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne

venti e ha più sogni e ambizioni di quanti ne avesse da ragazzo. Tra dieci anni?

Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non

commuovermi è impossibile”. In casa Juve arriva una notizia clamorosa: ecco il

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08-01-2019

TUTTI I CONTENUTI DI QUESTA SEZIONE

L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perchého il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto''. In unalunga intervista a Vanity Fair, Gianlui Buffon parla della violenza negli stadi e dellasua esperienza giovanile da ultrà. ''Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppodi t ifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l 'ho stampato sui miei guanti.Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori.Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente". Buffon parla anche di temis o c i a l i ( " s e a f f o n d a u n b a r c o n e a L a m p e d u s a e m u o i o n o 3 0 0 p e r s o n e c icommuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se nonaffonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano afare") e di come una volta prese qualche manganellata dalla polizia.

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08-01-2019

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08-01-2019

Accueil Football Ligue 1

Par La rédaction

Mis à jour le 08/01/2019 à 22h41 – Publié le 08/01/2019 à 22h40

Nul besoin de le présenter, Gianluigi Buffon fait partie du panthéon du

football mondial. Le gardien du PSG, 40 ans, a remporté 23 trophées majeurs dont une Coupe du monde.

Mais la carrière «Gigi», magnifique soit elle, a rencontré des zones d'ombre. Dans un entretien accordé à

Vanity Fair, qui paraîtra mercredi, l'ancien joueur de la Juventus de Turin s'est confié sur sa dépression, qu'il a

connu plus jeune et une crise de panique subie juste avant une rencontre de Série A, avec la Juve. «Pendant

des mois, tout a perdu son sens. J'avais l'impression que personne ne se souciait de ma personne, mais juste

du footballeur que j'étais. Tout le monde en avait après Buffon et personne après Gianluigi, avoue l'Italien,

c’était une période très difficile. J’avais 25 ans, je surfais sur la vague du succès et de la gloire. Un jour, à

quelques minutes d’un match de championnat, je suis allé voir Ivano Bordon (entraîneur des gardiens, ndlr) et

je lui ai dit : «Laisse Chimenti s’échauffer et jouer, je n’en ai pas envie». J’ai fait une crise de panique. Je ne

supportais plus la compétition, poursuit-il, si je n'avais pas vécu ce passage, entouré d'autres personnes, je ne

m'en serais, peut-être, jamais sorti».

BUFFON SE CONFIE SUR SA

DÉPRESSION ET UNE CRISE DE

PANIQUE SUBIE AVANT UN MATCH DE

SÉRIE A

PARTAGES

Le PSG au complet pour son stage au Qatar

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08-01-2019

Oggi 17:34

La Gazzetta Dello Sport Oggi 17:10

Calcio Mercato Roma Oggi 18:28



Gianluigi Buffon, portiere del Psg, in passato alla Juventus, ha rilasciato alcune

dichiarazioni ai microfoni di Vanity Fair: "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il

nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei

guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali,

sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo covavo

una sensazione di onnipotenza e...

la provenienza: Area Napoli

Buffon spiazza tutti: "Io, giovane ultrÃ chefaceva c***ate di ogni tipo. E quella canna..."

Buffon: "Io, giovane ultrà che faceva cazz... di ogni tipo. Equella canna..."

Come sempre, quando Gigi Buffon, rilascia un'intervista, è difficile trovare il titolo. Difficile

perché se vuole racconta aneddoti d'ogni tipo e se crede, parla di ogni argomento, con lucidità

e spesso senza alcuna banalità. È il caso dell'intervista a Vanity Fair della quale riportiamo










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08-01-2019

Oggi 17:10

Area Napoli Oggi 17:34

Tutto Mercato Web Ieri 20:01

BsNews 2019-01-05 23:04

Come sempre, quando Gigi Buffon, rilascia un'intervista, è difficile trovare il titolo.

Difficile perché se vuole racconta aneddoti d'ogni tipo e se crede, parla di ogni argomento,

con lucidità e spesso senza alcuna banalità. È il caso dell'intervista a Vanity Fair della quale

riportiamo alcuni brani. Partendo dal suo modo di intendere la gioventù: "Ero ultrà, del


ancora ce l’ho stampato sui...

la provenienza: La Gazzetta Dello Sport

Buffon: "Io, giovane ultrà che faceva cazz... diogni tipo. E quella canna..."

Buffon spiazza tutti: "Io, giovane ultrÃ che faceva c***ate diogni tipo. E quella canna..."

Gianluigi Buffon, portiere del Psg, in passato alla Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai

microfoni di Vanity Fair: "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di

tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti.

Padova, dopo Minelli altri quattro colpi in canna

Dopo l’ufficializzazione del portiere Stefano Minelli il Padova si appresta a chiudere altri due

colpi di mercato. Si tratta di Jerry Mbakogu in attacco, domani le visite mediche e la firma, e

Sinisa Andelkovic in difesa, oggi incontro per chiudere l’affare con il centrale del Venezia.

Fiamme e fumo dalla canna fumaria, un altro incendio inFranciacorta

Così come il 2018 si è chiuso con una lunga serie di incendi che hanno colpito abitazioni

private, ristoranti e alberghi, il 2019 è iniziato con altrettanti roghi.

L’ultimo episodio ha avuto luogo in una villa di Monterotondo di Passirano, in via Silvio

Pellico.

Anche in

Passirano, guasto alla canna fumaria: va in fiamme tetto diuna casa

Ultime notizie a La Gazzetta

Dello Sport

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17:10

Milan, Leonardo: "Higuain? Si

prenda le sue responsabilità"

Oggi

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Milan, Leonardo: "Higuain? Si

prenda le sue responsabilità"

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Buffon: "Io, giovane ultrà che faceva

cazz... di ogni tipo. E quella canna..."

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Serie A, Web Reputation dei

presidenti: anche a dicembre Cairo

resta in testa

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energia e clima, alza target per auto

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Elevate: al Ces di Las Vegas Hyundai

presenta il mezzo di soccorso “a

quattro zampe”

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Paquetà: “Al Milan spero di fare

come il mio idolo Kakà”

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Francesco: “I giovani abbiano la

forza di sognare e di lavorare per la

pace”


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08-01-2019

Oggi 16:01

La Nazione Oggi 08:25

Corriere dello Sport 2019-01-05 22:46

Roma Notizie 2019-01-05 22:43

A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva a

Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 gennaio,

aprendo le porte della sua casa di Parigi – dove gioca come portiere per il Paris Saint-

Germain – e spalancando quelle sul suo passato. A partire dalla militanza giovanile tra gli

ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei...

la provenienza: Tutto Mercato Web

Buffon: "Non date al calcio la colpa dell'odio"

«Deliri da sensi di colpa pregressi». Cacciatori raccontaMarzia Corini

La Spezia, 7 gennaio 2019 - La trascrizione dell’intercettazione telefonica pesa come un

macigno nel processo: «Tu hai capito che se io non avessi sedato Marco quel giorno lui non

sarebbe morto?», le domandava Marzia Corini il 21 gennaio 2016. La risposta di Susanna

Buffon: «Dopo aver giocato contro Federico Chiesa hopensato di smettere»

Gigi Buffon ha ripercorso alcuni momenti della sua lunga carriera nella trasmissione di

Eurosport, Les Boghoss, intervistato dal suo ex compagno Alain Boghossian. Tra i passaggi più

interessanti c'è il racconto delle sue sensazioni dopo una gara giocata ai tempi della

TUTTA COLPA DEL CUORE Di Cinzia Berni e Luca Nanninial TEATRO MARCONI

TEATRO MARCONI

TUTTA COLPA DEL CUORE

Di Cinzia Berni e Luca Nannini Regia Felice Della Corte

Compagnia Mania Teatro Con Felice Della Corte, Tiziana Sensi, Maria Vittoria Argenti, Titti

Cerrone, Thomas Santu Aiuto Regia: Marco Pratesi

Dal 27 dicembre 2018 al 6

Ultime notizie a Tutto Mercato

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TMW - Monza, altro colpo per la

mediana. Arriva Di Paola dall'Entella

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Samp, Audero: "Non penso al futuro.

Juve favorita anche in Champions"

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16:01

Bologna, la Coppa Italia come

pretesto per parlare di Spinazzola

Oggi

16:01

Inter, Gagliardini e Vecino rischiano

la cessione

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terzino Sperotto


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Anche Atene sotto la neve, il

Partenone come una fiaba

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Al Ces di Las Vegas Hyundai

presenta l’auto che cammina

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Aggressione fascista a giornalista e

fotografo dell’Espresso, denunciati

Castellino e Nardulli

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Le associazioni chiedono un

incontro urgente a Conte su Sea Eye

e Sea Watch


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08-01-2019

Oggi 16:58

Tuttosport 2019-01-05 22:49

Tuttosport 2019-01-06 13:31

Tuttosport 2019-01-06 14:34

Il portiere del Psg si racconta a Vanity Fair: le manganellate, le canne e la

voglia di non smettere di giocare

''È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno,

da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in

tutto questo, reciti soltanto da pretesto''. In una lunga intervista a Vanity Fair, Gianluigi

Buffon parla della violenza negli stadi e della sua esperienza giovanile da ultrà. ''Commando

Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che...

la provenienza: Corriere dello Sport

Buffon: «Scontri di Inter-Napoli? L'odio è unvento osceno»

Scontri Inter-Napoli: indagati otto ultrà del Napoli,scarcerato Da Ros

Ascoltati i passeggeri della Volvo V40 che ha investito e ucciso Belardinelli: omicidio

volontario è l'ipotesi di reato. Concessi intanto i domiciliari al giovane tifoso nerazzurro che ha

collaborato alle indagini









Scontri Inter-Napoli: salgono a 23 gli indagati

Salgono a 23 gli indagati nell'inchiesta milanese sugli scontri tra ultrà interisti e napoletani del

26 dicembre scorso, che videro la morte del tifiso di Varese Daniele Belardinelli. Per tutti

l'accusa è di rissa aggravata ma anche di omicidio volontario: un passaggio

Ultime notizie a Corriere dello

Sport

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Serie A Sampdoria, Ramirez vicino

al rientro in gruppo

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Serie A Torino, allenamento

personalizzato per Moretti

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Serie A Sassuolo, differenziato per

Di Francesco, Adjapong e Ferrari

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Calciomercato, i bookmaker ci

credono: quotato il colpo Juve-

Mbappé

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vecchie”, bufera su Yann Moix

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contemporanea: benvenuti a

Mougins

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autorità saudite: “non mangiatele”

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ristorante nudista di Parigi

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08-01-2019

Oggi 17:01


Tutto Mercato Web Oggi 16:01

La Stampa 2019-01-06 10:07

«Vorrei giocare ancora un altro anno. Scontri di Inter-Napoli? L'odio è un

vento osceno»

TORINO - 'È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un

vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto

che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto''. In una lunga intervista a Vanity

Fair, Gianluigi Buffon parla della violenza negli stadi e della sua esperienza giovanile da

ultrà. ''Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che...

la provenienza: Tuttosport

Buffon: «Ventura grande insegnante dicalcio. Si è sentito solo»

Corbo: "Sentito cosa ha detto Salvini? C'Ã¨ un morto a terra!Il calcio non Ã¨ messa cantata"

Antonio Corbo, giornalista di Repubblica, a Radio Marte, ha rilasciato alcune considerazioni

commentando le parole del Ministro Salvini: "Penso che abbia confuso il calcio con una messa

cantata, chissà se ha capito che c'è ancora un morto a terra (riferito ai fatti del 26 dicembre


A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva a Vanity

Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 gennaio, aprendo le porte

della sua casa di Parigi – dove gioca come portiere per il Paris Saint-Germain – e spalancando

quelle

Assolto l’insegnante che diede un cane in pasto a unatartaruga azzannatrice in una scuola media

Robert Crosland non ha compiuto atti di crudeltà verso gli animali. È questo il verdetto finale

che la giuria di un tribunale statunitense ha deciso nei confronti di un’insegnante di scienze di

Preston, nello stato dell’Idaho.

I fatti risalgono al marzo dello

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dura ma proveremo a vincere lo

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Fabian Ruiz sfida la Juventus: «E'

dura ma proveremo a vincere lo

scudetto»

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Terzi. Bettarini conferma: "In Egitto

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residenti, i vigili arrivano in corso

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3 anni: "Adesso imparerà a

mangiare. È forte"

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quattro zampe”

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Paquetà: “Al Milan spero di fare

come il mio idolo Kakà”

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08-01-2019

Oggi 21:19

Corriere dello Sport Oggi 16:58


Tuttosport 2019-01-05 22:49

Buffon parla degli scontri durante Inter-Napoli: “L’odio è un vento osceno. Ricordo le 200

canne fumate dai tifosi e le manganellate della Polizia…”

Il Buffon che non ti aspetti è quello che al mensile Vanity Fair, parla di razzismo, canne e

manganellate. Gianluigi Buffon parla della violenza negli stadi e della sua esperienza

giovanile da ultrà. L’ex Juventino si sofferma sulla questione razzismo e violenza negli

stadi, il suo pensiero è molto...

la provenienza: Napoli Piu

Buffon: “200 canne fumate , le manganellatee gli scontri di Inter-Napoli…”

Buffon: «Scontri di Inter-Napoli? L'odio è un vento osceno»

''È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, da

qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto

questo, reciti soltanto da pretesto''. In una lunga





ma da 200









Ultime notizie a Napoli Piu

Oggi

21:19

Buffon: “200 canne fumate , le

manganellate e gli scontri di Inter-

Napoli…”

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nome di Cerbarano, tra amici e

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gennaio sarebbe clamorosa,

conosciamo la storia del club..."

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Ancelotti, parla l'amico Bucci:

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Picchiato selvaggiamente a Brema

deputato di ultradestra Magnitz


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08-01-2019

Oggi 18:28

La Gazzetta Dello Sport Oggi 17:10

ASKA Oggi 13:04


Gianluigi Buffon parla del suo passato da... ultrà, raccontando una serie di aneddoti

curiosi. "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che

seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti - spiega il portiere del Paris

Saint Germain a Vanity Fair -. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla.

Ragazzi normali,...

la provenienza: Calcio Mercato Roma

Buffon: 'Ero un ultrà, ho fatto le mie cazzate.Droghe? Al massimo una canna. Sulla mortedi Belardinelli...'

Buffon: "Io, giovane ultrà che faceva cazz... di ogni tipo. Equella canna..."

Come sempre, quando Gigi Buffon, rilascia un'intervista, è difficile trovare il titolo. Difficile

perché se vuole racconta aneddoti d'ogni tipo e se crede, parla di ogni argomento, con lucidità

e spesso senza alcuna banalità. È il caso dell'intervista a Vanity Fair della quale riportiamo

Salgono a 23 gli indagati per la morte dell’ultrà Belardinelli

Milano, 8 gen. (askanews) – Sale ancora il numero degli indagati nell’inchiesta milanese sugli

scontri scoppiati il giorno di Santo Stefano poco lontano dallo stadio San Siro di Milano poche

ore prima della partita tra Inter e Napoli. I pm

Buffon spiazza tutti: "Io, giovane ultrÃ che faceva c***ate diogni tipo. E quella canna..."

Gianluigi Buffon, portiere del Psg, in passato alla Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai

microfoni di Vanity Fair: "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di

tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti.

Morte Belardinelli, il capo UltrÃ interista segue "regoled'omertÃ " e resta in carcere

La “scelta” di Marco Piovella di non collaborare “nonostante il dolore mostrato per la morte di

Daniele Belardinelli, costituisce un forte ostacolo per l’accertamento di chi ne sia il

responsabile”, perché il capo ultras “si è rifiutato anche di

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Buffon: 'Ero un ultrà, ho fatto le mie

cazzate. Droghe? Al massimo una

canna. Sulla morte di Belardinelli...'

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08-01-2019

/ SFOGLIO

Gigi Buffon, il passato da ultrà: "Hofatto cazz*** e preso manganellate.E sulla droga..."

TIFOSO

8 Gennaio 2019

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Nel passato di Gigi Buffon c'è stato anche un momento in cui l'ex juventino allostadio ci andava sì, ma da tifoso radicale. Il giovanissimo Buffon insomma eraun ultras, come ha raccontato in un'intervista a Vanity Fair: "Ero ultrà delCommando ultrà indian tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano laCarrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui siparla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcunepersone interessanti e qualche de ciente... Da ragazzo - ricorda Buffon -covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile,pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sanafollia dei miei vent'anni. Ho fatto le mie caz***, ne ho assaporato il gusto e in uncerto senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una".

Leggi anche: Buffon: "Quando ho s dato il glio di Chiesa ho pensato di smettere"

L'ultrà Buffon ha anche passato qualche piccolo guaio, le avventure al seguitodella squadra non sono mancate, a cominciare dalla famosa manganellataricevuta dalla polizia: "Vent'anni fa diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Alcasello c'era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui sidileguò. A confronto con loro rimasi solo io".

Su una cosa però Buffon è sempre stato categorico, cioè il suo ri uto netto alledroghe: "Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo unacanna. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana,una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme:è come se lo vedessi ora".

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L’attuale estremo difensore del Psg si racconta attraverso le colonne di Vanity Fair

08 gennaio 2019 - 18:12

Psg, Buffon si racconta: “Da ragazzo eroun ultrà incallito, anche io ho fattodelle ca…te”

Gigi Buffon si racconta attraverso le colonne di Vanity Fair.

L’estremo difensore azzurro in forza al Psg, con un passato importante alla

Juventus, si è lasciato andare nel corso dell’intervista concessa al celebre

periodico. I racconti legati alla sua giovinezza però non sono l’unico argomento

trattato.

“Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto

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#Buffon #Buffon PSG #gigi buffon #intervista Buffon

#JUVENTUS #parma #psg #vanity fair

senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e

qualche deficiente… Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità.

Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo

ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie cazz…, ne ho assaporato il

gusto e in un certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una”.

L’ex portiere di Parma e Juventus ha anche raccontato alcuni episodi curiosi

accaduti durante la sua avventura in gialloblu e poi sulla questione migranti…

“È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del


dileguò. A confronto con loro rimasi solo io. Ho accuratamente evitato di drogarmi e

doparmi, al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi

della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte

insieme: è come se la vedessi ora. Questione migranti? Se affonda un barcone a

Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i

bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e

ci chiediamo cosa vengano a fare”.

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Martedì 8 Gennaio 2019

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Home Sport Buffon: «Così superai una brutta depressione»

Buffon: «Così superaiuna brutta depressione»

Mar, 08/01/2019 - 17:50

CALCIO A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta inesclusiva a Vanity Fair, che gli dedica la copertina, aprendo le porte della sua casa diParigi - dove gioca come portiere per il Paris Saint-Germain - e spalancando quellesul suo passato. A partire dalla militanza giovanile tra gli ultrà («Commando UltràIndian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'hostampato sui miei guanti») e dalla frequentazione della curva («Incontravo gente dicui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcunepersone interessanti e qualche deficiente»). Esperienze che gli danno un punto divista non del tutto politicamente corretto sulla recente polemica scatenata dai corirazzisti e dagli scontri sanguinosi a San Siro: «Se affonda un barcone a Lampedusa emuoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambinirimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e cichiediamo cosa vengano a fare. E' difficile provare a contestualizzare quantosuccesso a Milano. L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in

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uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltantoda pretesto».

Buffon racconta quindi degli errori fatti, ad esempio quando rispose male al suoallenatore al parma Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessun altroha mai più fatto», e quelli evitati: «Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuorida te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto». Giusto forse «untiro di canna fatto da ragazzo».

Nell'intervista ricorda poi la depressione che lo colpì più di quindici anni fa: «Perqualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io,ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno diGigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l'onda del successoe della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato miavvicinai a Ivano Bordon, l'allenatore dei portieri, e gli dissi: "Ivano, fai scaldareChimenti, di giocare io non me la sento". Avevo avuto un attacco di panico. Non eroin grado di sostenere la gara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «Se nonavessi condiviso quell'esperienza, quella nebbia e quella confusione con altrepersone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momentorappresentava uno spartiacque tra l'arrendersi e fare i conti con le debolezze cheabbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che micapita e di cui non mi vergogno affatto». A proposito di calcio, Buffon dice a VanityFair che spera di giocare almeno ancora un altro anno: «L'idea, se il Psg saràd'accordo, è quella».

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Violenza: Buffon, odio è un ventooscenoL'ex n.1 azzurro 'se Psg d'accordo voglio giocare un altro anno'

08.01.2019 21:12 di Matteo Calcagni Twitter: @matt_calcagni articolo letto 271 volte

Fonte: ANSA

(ANSA) - ROMA, 8 GEN - ''È difficile

provare a contestualizzare quanto

successo a Milano. L'odio è un vento

osceno, da qualunque parte spiri.

Non solo in uno stadio. Perché ho il

forte sospetto che il calcio, in tutto

questo, reciti soltanto da pretesto''.

In una lunga intervista a Vanity Fair,

Gianlui Buffon parla della violenza

negli stadi e della sua esperienza

giovanile da ultrà. ''Commando Ultrà

Indian Tips, il nome del gruppo di


ancora ce l'ho stampato sui miei

guanti. Incontravo gente di cui si

parla tanto senza saperne nulla.

Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti.

Alcune persone interessanti e qualche deficiente". Buffon parla anche di temi sociali

("se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e


dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare") e di come una volta

prese qualche manganellata dalla polizia.


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Washington, contro il Torino. E poi, naturalmente

benvenuto a Paquet&agra...

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operante da più di 100 anni - dedicato alla

salute e al...

VIOLENZA: BUFFON, ODIO È UN VENTO OSCENO 21:00

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Gianluigi Buffon

















saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti

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Serie A calcio e razzismo Paris Saint-Germain gianluigi buffon

Buffon parla anche di temi sociali ("Se affonda un barcone a Lampedusa e

muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini

rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e

ci chiediamo cosa vengano a fare") e di come una volta prese qualche

manganellata dalla polizia. "È una storia che risale a vent'anni fa - ricorda Buffon

- Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c'era un

posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto

con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle



Un errore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: "Non drogarsi, non doparsi,

non cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato

presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io

so come e perché dire di no". Giusto forse "un tiro di canna fatto da ragazzo", e il

ricordo - aggiunge Buffon - della "nuvola di fumo che avvolge i tifosi della


tutte insieme: è come se la vedessi ora".

Tornando sull'eliminazione dell'Italia dal recente Mondiale, il portiere del Paris

Saint Germain difende l'ex Ct Giampiero Ventura: "Che noi calciatori lo abbiamo

osteggiato è una balla colossale. Ventura ha avuto la nostra massima


sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di

dovere. Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebbero

dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo". A

proposito di calcio, Buffon assicura di voler giocare almeno ancora un altro anno:

"L'idea, se il Psg sarà d'accordo, è quella".

© Riproduzione riservata 08 gennaio 2019

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Buffon su Vanity Fair: "Le manganellate, la vita da ultrà, lecanne. Vi racconto tutto"

90min 35 minuti fa Marco Deiana

Mai banale. Le interviste di Gianluigi Buffon sono sempre molto interessanti. L'ex portiere della Juventus, ora al Paris Saint-Germain, hasempre qualcosa da raccontare. Un episodio dell'infanzia, un aneddoto sportivo o altro. Insomma, le chiacchierate con l'estremo difensoreitaliano sono sempre cariche di argomenti. Questa volta Gigi si è raccontato sulle pagine di Vanity Fair. L'intervista integrale (che va al di là delcalcio) uscirà domani (mercoledì 9 gennaio ndr), ma sono già state lanciate alcune dichiarazioni.

Da ragazzo ha vissuto l'ambiente ultras

"In gioventù ero un ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, ossia il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'hostampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune personeinteressanti e qualche deficiente.. Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di potereccedere, di fare quello che volevo. Mi tengo stretta la sana follia dei miei vent'anni. Ho fatto le mie cazzat* e ne ho assaporato il gusto. In uncerto senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una".

Tra manganellate e droghe leggere

"In passato ho ricevuto delle manganellate. È una storia che risale a vent'anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Alcasello c'era un posto di blocco della Polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io... Oggi, ovviamente, noncommetterei più quelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di un amico. Anche di unamico che sbaglia".

"Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi. Al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi dellaCasertana, una nebbia provocata non dai fumogeni ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora".

Sulla questione migranti e accoglienza

"Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma senon affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. Caso razzismo? È difficile provare acontestualizzare quanto successo a Milan. L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio, perché ho il forte sospettoche il calcio, in tutto ciò, reciti solo da pretesto".

La depressione e gli attacchi di panico

"Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tuttichiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l'onda del successo e della notorietà. Ungiorno, a pochi minuti da una partita di campionato, mi avvicinai a Bordon (allenatore dei portieri) e gli dissi di far scaldare Chimenti. Quel giornonon me la sentivo di giocare. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere quella partita. Se non avessi condivisoquell'esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momentorappresentava uno spartiacque tra l'arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né dipiangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto".

Il rapporto con Ventura, un aneddoto su Scala e il suo futuro

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"Un giorno risposi male a Nevio Scala. Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni".

"Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale. Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ognioccasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentementemolte cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo".

Dove sarò tra 10 anni? Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi è impossibile".

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Buffon: "Io, giovane ultrà Ho fatto cazz... di ogni tipo"

La Gazzetta dello Sport Un'ora fa Gasport

Come sempre, quando Gigi Buffon, rilascia un'intervista, è difficile trovare il titolo. Difficile perché se vuole racconta aneddoti d'ogni tipo e secrede, parla di ogni argomento, con lucidità e spesso senza alcuna banalità. È il caso dell'intervista a Vanity Fair della quale riportiamo alcunibrani. Partendo dal suo modo di intendere la gioventù: "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano laCarrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori,idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivoindistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie cazz..., neho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una". Secco e sincero, as usual.

manganellate e... canne

E racconta anche due aneddoti più o meno noti del suo passato, la manganellata ricevuta dalla polizia ("È una storia che risale a vent’anni fa.Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò.A confronto con loro rimasi solo io") e il suo "no" costante alle droghe ("Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo una canna.Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutteinsieme: è come se la vedessi ora").

migranti e accoglienza

Ma Buffon non teme di parlare anche di argomenti più seri ed attuali come l'accoglienza dei migranti: "Se affonda un barcone a Lampedusa emuoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare". Parole forti anche sugli scontri di Milano che hanno causato la morte di un ultrà, DanieleBelardinelli: "È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in unostadio perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto".

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ROMA - "È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in unostadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto". In una lunga intervista in esclusiva a Vanity Fair,Gianlui Buffon parla della violenza negli stadi e della sua esperienza giovanile da ultrà. "Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosiche seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali.Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente".

Buffon parla anche di temi sociali ("Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche adadottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare") e di comeuna volta prese qualche manganellata dalla polizia. "È una storia che risale a vent'anni fa - ricorda Buffon - Dopo una partita diedi un passaggio aun tifoso del Parma. Al casello c'era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io.Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di unamico. Anche di un amico che sbaglia".

Un errore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: "Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mihanno passato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no". Giusto forse "un tirodi canna fatto da ragazzo", e il ricordo - aggiunge Buffon - della "nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata nondai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora".

Tornando sull'eliminazione dell'Italia dal recente Mondiale, il portiere del Paris Saint Germain difende l'ex Ct Giampiero Ventura: "Che noicalciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale. Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ogni occasione. Aun certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cose nonhanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo". A proposito di calcio, Buffon assicuradi voler giocare almeno ancora un altro anno: "L'idea, se il Psg sarà d'accordo, è quella".


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Gigi Buffon: "Ogni cosa perse senso. Mi pareva che aglialtri non interessassi io, ma il campione che incarnavo"

HuffPost 35 minuti fa Vanity Fair

"Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tuttichiedessero di Buffon e nessuno di Gigi". Quindici anni fa il portiere del Paris Saint-Germain venne colpito dalla depressione. Più volte haraccontato quel difficile periodo e in una nuova intervista rilasciata a Vanity Fair è tornato sull'argomento.

TI POTREBBE INTERESSARE: Dal pallone al cinema: i calciatori che sono "diventati" attori

Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l'onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da unapartita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l'allenatore dei portieri, e gli dissi: 'Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io nonme la sent'". Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara".

Confrontandosi con altre persone, chiedendo aiuto, riuscì a superare la depressione.

"Se non avessi condiviso quell'esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi lalucidità di capire che quel momento rappresentava uno spartiacque tra l'arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti.Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto".

Buffon è prossimo a compiere 41 anni e Vanity dedica al campione la sua copertina del numero in uscita il 9 gennaio. A lui ha chiesto un pareresui cori razzisti negli stadi e sugli scontri sanguinosi a San Siro.

Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimastiorfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare acontestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho ilforte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto

Da giovane, militò tra gli ultrà e frequentò la curva, dove incontrò "ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualchedeficiente". Messa da parte l'arroganza dei 20 anni, si tiene stretta la "sana follia" propria della giovinezza. Di quel periodo, ricorda la volta in cuiprese qualche manganellata dalla polizia.

È una storia che risale a vent'anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c'era un posto di bloccodella polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei più quelleleggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di un amico. Anche di un amico chesbaglia.

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Buffon si racconta: “Ultrà, canne edepressione” 8 Gennaio 2019 Redazione

Buffon si racconta: “Ultrà, canne e depressione”

In un’intervista a Vanity Fair, il portiere del Paris Saint-Germain si racconta trapassato, presente e la voglia di giocare ancora un altro anno. Un viaggio tra ilBuffon calciatore e il Buffon uomo: "Da ragazzo ho frequentato ambienti ultrà.La depressione? Per qualche mese ogni cosa perse di senso. Oggi ho ancorasogni e ambizioni"

BUFFON RIVELA: "QUANDO HO SFIDATO CHIESA HO PENSATO DI SMETTERE"

Parole chiave: ligue 1,paris saint-germain,gianluigi buffon,gigi buffon,psg

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saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti

e qualche deficiente".

Buffon parla anche di temi sociali ("Se affonda un barcone a Lampedusa e

muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini

rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e

ci chiediamo cosa vengano a fare") e di come una volta prese qualche

manganellata dalla polizia. "È una storia che risale a vent'anni fa - ricorda Buffon

- Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c'era un

posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto

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Un errore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: "Non drogarsi, non doparsi,

non cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato


so come e perché dire di no". Giusto forse "un tiro di canna fatto da ragazzo", e il

ricordo - aggiunge Buffon - della "nuvola di fumo che avvolge i tifosi della


tutte insieme: è come se la vedessi ora".

Tornando sull'eliminazione dell'Italia dal recente Mondiale, il portiere del Paris

Saint Germain difende l'ex Ct Giampiero Ventura: "Che noi calciatori lo abbiamo

osteggiato è una balla colossale. Ventura ha avuto la nostra massima


sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di


dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo". A

proposito di calcio, Buffon assicura di voler giocare almeno ancora un altro anno:

"L'idea, se il Psg sarà d'accordo, è quella".

© Riproduzione riservata 08 gennaio 2019

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CALCIO, BUFFON: IL NOSTRO MONDO NONC'ENTRA NULLA CON L'ODIOA pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva a Vanity Fair,che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledi' 9 gennaio, aprendo le porte dellasua casa di Parigi. "Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone cicommuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda cilamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati - dice il portiere del Psg - e ci chiediamo cosa venganoa fare. E' difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio e' un vento osceno,da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perche' ho il forte sospetto che il calcio, in tuttoquesto, reciti soltanto da pretesto".

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Il 2019 in Francia è partito con la

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qualche giorno di riposo però per Buffon

che a Vanity Fair ha raccontato qualcosa

di sé, soprattutto per quello che succese

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pedigree" ; " Ero un ultrà, del Commando


tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. Incontravo

gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti.

Alcune persone interessanti e qualche deficiente.. Da ragazzo covavo una sensazione di

onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare

quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei...

Buffon: "Fatti Inter-Napoli? Non datecolpe al calcio! Ero un ultrà, ora hotanti sogni" - Serie A 2018-2019 - Calcioby Eurosport - *Top infos - Calcio 1 ora, 26 minuti, 22 secondi

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Jan, 2019 A pochi giorni dal quarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in

esclusiva a Vanity Fair , che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9

gennaio, aprendo le porte della sua casa di Parigi – dove gioca come portiere per il Paris

Saint-Germain – e spalancando quelle sul suo passato. A partire dalla militanza giovanile

tra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazione della curva

(«Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori.

Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente»), esperienze che gli danno un

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cori razzisti e dagli scontri...

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Buffon: "Io, giovane ultrà che faceva cazz... di ogni tipo. E quella canna..."

Il numero uno del Psg si racconta a Vanity Fair tra ricordi d'infanzia e situazioni al limite: "Come quella volta dellamanganellata della polizia"

Buffon

Martedì 08 gennaio 2019

Come sempre, quando Gigi Buffon, rilascia un'intervista, è difficile trovare il titolo. Difficile perché se vuole racconta aneddotid'ogni tipo e se crede, parla di ogni argomento, con lucidità e spesso senza alcuna banalità. È il caso dell'intervista a Vanity Fairdella quale riportiamo alcuni brani. Partendo dal suo modo di intendere la gioventù: "Ero ultrà, del Commando Ultrà Indian Tips,il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parlatanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzocovavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel chevolevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent'anni. Ho fatto le mie cazz..., ne ho assaporato il gusto e in un certosenso sono contento di non essermene dimenticata neanche una". Secco e sincero, as usual.

MANGANELLATE E... CANNE — E racconta anche due aneddoti più o meno noti del suo passato, la manganellata ricevutadalla polizia ("È una storia che risale a vent'anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c'eraun posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io") e il suo "no" costantealle droghe ("Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo cheavvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se lavedessi ora").

MIGRANTI E ACCOGLIENZA — Ma Buffon non teme di parlare anche di argomenti più seri ed attuali come l'accoglienza deimigranti: "Se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare ibambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare".Parole forti anche sugli scontri di Milano che hanno causato la morte di un ultrà, Daniele Belardinelli: "È difficile provare acontestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri, non solo in uno stadio perchého il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto".

Fonte: Gazzetta dello Sport

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Buffon si racconta e difende gli ultrà:anche io ho preso manganellate dallapolizia…

martedì 8 gennaio 19:57 - di Redazione

“L’odio è un vento osceno, da qualunqueparte spiri. Non solo in uno stadio.Perché ho il forte sospetto che il calcio,in tutto questo, reciti soltanto dapretesto”. Lo dice il portiere del ParisSaint Germain, Gigi Buffon, in merito

agli scontri del 26 dicembre scorso aMilano, prima di Inter-Napoli costati lavita al tifoso Daniele Belardinelli. A pochigiorni dal quarantunesimo compleanno,Gigi Buffon si racconta in esclusiva aVanity Fair, che gli dedica la copertinadel numero in edicola da mercoledì 9

gennaio, aprendo le porte della sua casa di Parigi e spalancando quelle sul suo

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passato. A partire dalla militanza giovanile tra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips,il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato suimiei guanti») e dalla frequentazione della curva («Incontravo gente di cui si parla tantosenza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune personeinteressanti e qualche deficiente»). “È vero che una volta prese qualche manganellatadalla polizia?”, alla domanda Buffon risponde: “È una storia che risale a vent’anni fa.Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un postodi blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con lororimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle leggerezze, mariconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di unamico. Anche di un amico che sbaglia”.

L’errore da evitare: la droga e il doping

«Da ragazzo», racconta Buffon a Vanity Fair, «covavo una sensazione di onnipotenzae invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel chevolevo… Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni… Ho fatto le miecazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di nonessermene dimenticata neanche una». Per esempio, la volta in cui, proprio negli annidel Parma, rispose male al suo allenatore Nevio Scala: «Si girò verso di me e miguardò come nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni». Unerrore di gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: «Non drogarsi, non doparsi, noncercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come eperché dire di no».

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PSG, Buffon si racconta: "Gliambienti ultrà, la depressione, lavoglia di giocare ancora: vi dicotutto"

In un'intervista a Vanity Fair, il portiere del Paris Saint-Germain si raccontatra passato, presente e la voglia di giocare ancora un altro anno. Un viaggiotra il Buffon calciatore e il Buffon uomo: "Da ragazzo ho frequentatoambienti ultrà. La depressione? Per qualche mese ogni cosa perse di senso.Oggi ho ancora sogni e ambizioni"

BUFFON RIVELA: "QUANDO HO SFIDATO CHIESA HO PENSATO DISMETTERE"

Il Buffon uomo e il Buffon calciatore si intrecciano in un’intervista rilasciata dal numero uno delParis Saint-Germain al settimanale Vanity Fair Italia. L’ex portiere della Juventus e dellaNazionale affronta molte tematiche, sia personali che di pubblico interesse, e non nasconde lavoglia di continuare a giocare anche l’anno prossimo: “L’idea – ammette Buffon – è quella, se ilPSG è d’accordo. Oggi mi vedo come uno strano figuro di 40 anni che va in campo e pensa diaverne 20, ma ha più sogni e ambizioni di quanti ne avesse da ragazzo. Se ripenso al ragazzinoche ero e ai suoi sogni, non commuovermi è impossibile” – dice Buffon.

Le frequentazioni ultràBuffon ripercorre alcune fasi della sua gioventù, a partire da una in particolare: quella in cuifrequenta ambienti ultrà: “Incontravo gente di cui si parla tanto ma senza saperne nulla.Ragazzi normali, alcuni sognatori, altri interessanti, altri deficienti. Da tifoso della Cararrese, ilnome del gruppo era Commando Ultrà Indian Tips, ce l’ho ancora stampato sui guanti”. E svelaun episodio: “Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma, che però si dileguò adun posto di blocco. Così rimasi solo io a confronto con la polizia. Fu uno slancio di solidarietànei confronti di un amico che aveva sbagliato, ma oggi non commetterei più questeleggerezze”. L’argomento è un assist per parlare anche dei recenti scontri fuori San Siro:“Difficile contestualizzare quanto accaduto a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunqueparte spiri. Non solo in uno stadio. Tuttavia sospetto fortemente che il calcio, in tutto questo,sia soltanto un pretesto”.

La gioventù e l’onnipotenzaLa gioventù è stata per Buffon anche l’età “in cui covavo una sensazione di onnipotenza einvincibilità. Mi sentivo indistruttibile, sentivo che potevo eccedere e fare ciò che volevo. Una

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sana follia che mi tengo stretta, che mi ha portato a fare cazzate di cui ho assaporato il gusto:sono felice di non essermene scordata nemmeno una. Una cosa però non l’ho mai fatta –ammette Buffon – drogarmi o doparmi. I miei genitori me l’hanno subito insegnato, cosìquando a 17 anni capita che qualcuno ti mette una pasticca sulle labbra, sai come e perché diredi no. Al massimo ho fatto un tiro di canna da ragazzo… ricordo ancora quella nuvola di fumoprovocata da 200 canne fumate tutte assieme ai tifosi della Casertana. Sembra di vederlaancora adesso”.

La depressioneUn tasto dolente che però Buffon non nasconde nelle sue interviste è quello che riguarda ladepressione. Lui ha ammesso di averne sofferto all’apice della carriera, quando aveva 25 anni egiocava nella Juventus. Ne parla anche a Vanity Fair: “Per qualche mese ogni cosa perse disenso. Mi sembrava che alle persone non interessasse Gigi, ma solo Buffon: il campione cheincarnavo. È stato un momento davvero complicato, anche se avevo 25 anni e avevo successoe notorietà”. Anche in questo caso Buffon racconta un episodio in particolare: “Pochi minutiprima di una partita di campionato mi avvicinai al preparatore dei portieri, Bordon, e gli chiesi difar scaldare Chimenti. Gli dissi che non me la sentivo di giocare, perché avevo avuto un attaccodi panico e non potevo sostenere la partita. Ne uscii – spiega Buffon – condividendo quellanebbia con gli altri. Capii che quel momento era uno spartiacque e non dovevo avere paura dimostrare le mie debolezze, né di piangere”.

L’esclusione dal Mondiale e VenturaMai banale, Buffon torna anche su l’evento calcistico che in negativo ha segnato l’ultima partedella sua carriera. È passato più di un anno dalla notte di San Siro che ha sancito l’esclusionedell’Italia dal Mondiale 2018, ma l’ex n.1 azzurro precisa: “Ventura? Dire che noi calciatori loabbiamo osteggiato è una balla colossale, da parte nostra c’è sempre stata massimadisponibilità: lo abbiamo difeso in ogni occasione. È vero – aggiunge Buffon – che a un certopunto si è sentito solo. Ma forse un sostegno doveva esserci da chi di dovere. Ma comeinsegnante di calcio a me Ventura è piaciuto tantissimo”.

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Gigi Buffon torna a parlare della suadepressione"A un certo punto non ero più in grado di sostenere la gara. E ora invecevorrei giocare un altro anno ancora...".

Gigi Buffon a pochi giorni dal suo 41esimo compleanno si è confessato inun'intervista a cuore aperto a Vanity Fair. Il portiere del Paris Saint Germainha raccontato gli anni turbolenti in cui era un ultrà della Carrarese:"Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano laCarrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti. A ragazzo covavo unasensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavodi poter eccedere, di fare quel che volevo… Mi tengo ben stretta la sana folliadei miei vent’anni… Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e inun certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una".

Il momento buio della depressione, a 25 anni, nel suo primo periodo allaJuve: "Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altrinon interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedesserodi Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo. Avevo 25 anni,cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti dauna partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei

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portieri, e gli dissi: 'Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento'.Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara".

Ne uscì condividendo il problema: "Se non avessi condiviso quell’esperienza,quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne sareiuscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava unospartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che abbiamo tutti.Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che micapita e di cui non mi vergogno affatto".

Ora spera invece di prolungare la sua ultraventennale carriera di un altroanno: "L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella. Come mi vedo tra 10 anni?Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo,non commuovermi è impossibile".

Sulla polemica dei cori razzisti e della violenza a San Siro: "Se affonda unbarcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamoanche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamodell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficileprovare a contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un ventoosceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il fortesospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto".

SPORTAL.IT | 08-01-2019 17:10

TAG: Buffon

Fonte: Getty Images

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Buffon: Io e la depressione, chiesi dinon giocare perchè non ce lafacevo

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08/01/2019 16:31

Il suo passato come ultrà nelle curve, il razzismo, la depressione che lo colpì, il futuro. Parla

di tutto Gigi Buffon a Vanity Fair, nel numero in edicola domani, a partire dalla militanza

giovanile tra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che

seguivano la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazione

della curva («Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali.

Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente»), e sulla scorta di

questo dà un giudizio sull'attualità legata ai cori razzisti negli stadi: «Se affonda un



immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare a contestualizzare quanto

successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno

stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto».


fa: «Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io,

ma solo il campione che incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un

momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà.

Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon,

l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la

sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara». Ne uscì

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parlandone con gli altri: «Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella

confusione con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel

momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze che

abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che mi capita

e di cui non mi vergogno affatto». L'ex portiere della Juve spera di giocare almeno ancora

un altro anno: «L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella». Si descrive come «uno strano

figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sogni e ambizioni di quanti

ne avesse da ragazzo».

Tags: juventus buffon psg

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Dai barconi nel Mediterraneoalla stima per Ventura,Buffon a cuore aperto a pochigiorni dal suo 41° compleanno

AFP/LaPresse

Gianluigi Buffon a Vanity Fair: “non date al calcio lacolpa dell’odio”

È vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia? «È una storia

che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del

Parma. Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu,

lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non

commetterei più quelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace

di slanci di solidarietà nei confronti di un amico. Anche di un amico che

sbaglia».

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AFP/LaPresse

AFP PHOTO / Thomas SAMSON

A pochi giorni dal

quarantunesimo compleanno,

Gigi Buffon si racconta in

esclusiva a Vanity Fair, che gli

dedica la copertina del numero

in edicola da mercoledì 9

gennaio, aprendo le porte della

sua casa di Parigi – dove gioca come portiere per il Paris Saint-Germain – e

spalancando quelle sul suo passato. A partire dalla militanza giovanile tra gli

ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano

la Carrarese, ancora ce l’ho stampato sui miei guanti») e dalla frequentazione

della curva («Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla.

Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche

deficiente»), esperienze che gli danno un punto di vista non del tutto

politicamente corretto sulla recente polemica scatenata dai cori razzisti e

dagli scontri sanguinosi a San Siro: «se affonda un barcone a Lampedusa e

muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i

bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300

immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare a

contestualizzare quanto successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da

qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il

calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto».

«Da ragazzo», racconta Buffon a

Vanity Fair, «covavo una

sensazione di onnipotenza e

invincibilità. Mi sentivo

indistruttibile, pensavo di poter

eccedere, di fare quel che volevo…

Mi tengo ben stretta la sana follia

dei miei vent’anni… Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un

certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una». Per

esempio, la volta in cui, proprio negli anni del Parma, rispose male al suo

allenatore Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro

ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni». Un errore di

gioventù, uno grosso, ha saputo evitarlo: «non drogarsi, non doparsi, non

cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato


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so come e perché dire di no». Giusto forse «un tiro di canna fatto da ragazzo»,

e il ricordo della «nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una

nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è

come se la vedessi ora».

Nell’intervista a Vanity Fair,

Buffon ricorda la depressione

che lo colpì più di quindici anni

fa: «per qualche mese, ogni cosa

perse di senso. Mi pareva che agli

altri non interessassi io, ma solo il

campione che incarnavo. Che tutti

chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento complicatissimo.

Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un giorno, a

pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon,

l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io

non me la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di

sostenere la gara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «se non avessi

condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone,

forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento

rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze

che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una

cosa che mi capita e di cui non mi vergogno affatto».

Tornando sull’eliminazione

dell’Italia dal recente Mondiale, a

sorpresa difende l’ex Ct

Giampiero Ventura: «che noi

calciatori lo abbiamo osteggiato è

una balla colossale. Ventura ha

avuto la nostra massima

disponibilità e lo abbiamo difeso in ogni occasione. A un certo punto, è vero, si

è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di


dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo». A

proposito di calcio, Buffon dice a Vanity Fair che spera di giocare almeno

ancora un altro anno: «l’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella». Si descrive

come «uno strano figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne venti e

ha più sogni e ambizioni di quanti ne avesse da ragazzo». E tra dieci anni?

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«Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo,

non commuovermi è impossibile».

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17:20 | 08/01/19 | di Giulia Galletta

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PSG, Bu on: “Calcio pretesto per l’odio.Voglio giocare ancora un anno”Di Pasquale La Ragione - 08/01/2019

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Buffon ha parlato a Vanity Fair

Gianluigi Buffon si racconta a Vanity Fair. Il portiere del ParisSaint-Germain ha toccato molti argomenti, alcuni anche moltopersonali.

Fra pochi giorni Gianluigi Buffon compirà 41 anni. Sarà il primo, dopo17 anni, lontano dalla sua Juventus. Oggi è al Paris Saint-Germain,dove spera di giocare ancora un anno: “Se la società è d’accordo… L’ideaè quella“, ha dichiarato ai microfoni di ‘Vanity Fair’. Il portiere ha rispostoad alcune domande molto personali, fra qui anche la depressioneaffrontata circa 15 anni fa. Poi ha detto la sua anche su quanto successoil 26 dicembre a San Siro.

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PSG, Buffon: “Calcio pretesto perl’odio. Voglio giocare ancora unanno”Pasquale La Ragione - 08/01/2019

Gianluigi Buffon si racconta a Vanity Fair. Ilportiere del Paris Saint-Germain ha toccatomolti argomenti, alcuni anche molto personali.Fra pochi giorni Gianluigi Buffon...

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DEPRESSIONE – “Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi parevache agli altri non interessassi io, ma solo il campione che incarnavo. Chetutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momentocomplicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e dellanotorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato miavvicinai a Ivano Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano,fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento”. Avevo avuto unattacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara. Se nonavessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione conaltre persone, forse non ne sarei uscito”.

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BUFFON, 'INCIDENTI INTER-NAPOLI?CALCIO UN PRETESTO, PURE IOSONO STATO UN ULTRA'

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la 20esima giornata di Serie A, dal primo anello arancio. Un'iniziativaimportante per lanciare un segnale forte e chiaro contro ogni forma didiscriminazione e violenza". "Se affonda un barcone a Lampedusa emuoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottarei bambini r imast i orfani , ma se non affonda ci lamentiamodell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. Èdifficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano. L'odio èun vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio.Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltantoda pretesto". Lo dice il portiere del Paris Saint Germain, Gigi Buffon, inmerito agli scontri del 26 dicembre scorso a Milano, prima di Inter-Napoli costati la vita al tifoso Daniele Belardinelli. A pochi giorni dalquarantunesimo compleanno, Gigi Buffon si racconta in esclusiva aVanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola damercoledì 9 gennaio, aprendo le porte della sua casa di Parigi espalancando quelle sul suo passato. A partire dalla militanza giovaniletra gli ultrà («Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosiche seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei guanti») edalla frequentazione della curva («Incontravo gente di cui si parla tantosenza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcunepersone interessanti e qualche deficiente»). "È vero che una volta presequalche manganellata dalla polizia? È una storia che risale a vent'annifa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Alcasello c'era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu,lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente,non commetterei più quelle leggerezze, ma riconosco ancora quelragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di un amico. Anchedi un amico che sbaglia". «Da ragazzo», racconta Buffon a Vanity Fair,«covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivoindistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo... Mitengo ben stretta la sana follia dei miei vent'anni... Ho fatto le miecazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contentodi non essermene dimenticata neanche una». Per esempio, la volta incui, proprio negli anni del Parma, rispose male al suo allenatore NevioScala: «Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai piùfatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni». Un errore di gioventù,uno grosso, ha saputo evitarlo: «Non drogarsi, non doparsi, noncercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hannopassato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono unapasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no». Giusto forse «untiro di canna fatto da ragazzo», e il ricordo della «nuvola di fumo cheavvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non daifumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se lavedessi ora». L'ex portiere della Juventus ricorda la depressione che locolpì più di quindici anni fa: «Per qualche mese, ogni cosa perse disenso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campioneche incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu unmomento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l'onda delsuccesso e della notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita dicampionato mi avvicinai a Ivano Bordon, l'allenatore dei portieri, e glidissi: ''Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la sento''.Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere lagara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «Se non avessicondiviso quell'esperienza, quella nebbia e quella confusione con altrepersone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quelmomento rappresentava uno spartiacque tra l'arrendersi e fare i conticon le debolezze che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura dimostrarle né di piangere, una cosa che mi capita e di cui non mivergogno affatto». Tornando sull'eliminazione dell'Italia dal recenteMondiale, a sorpresa difende l'ex Ct Giampiero Ventura: «Che noi

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calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale. Ventura haavuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ognioccasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse unsostegno diverso avrebbe dovuto aver lo da chi d i dovere.Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebberodovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciutotantissimo». A proposito di calcio, Buffon dice che spera di giocarealmeno ancora un altro anno: «L'idea, se il Psg sarà d'accordo, èquella». Si descrive come «uno strano figuro di 40 anni che va incampo, pensa di averne venti e ha più sogni e ambizioni di quanti neavesse da ragazzo». E tra dieci anni? «Spero di essere in piedi. Seripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi èimpossibile».

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Violenza: Buffon, odio è un vento osceno

di ANSA

(ANSA) - ROMA, 8 GEN - ''È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano.

L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte

sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da pretesto''. In una lunga intervista a

Vanity Fair, Gianlui Buffon parla della violenza negli stadi e della sua esperienza giovanile

da ultrà. ''Commando Ultrà Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la

Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto

senza saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e

qualche deficiente". Buffon parla anche di temi sociali ("se affonda un barcone a Lampedusa

e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti

orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa

vengano a fare") e di come una volta prese qualche manganellata dalla polizia.

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Buffon a Vanity Fair: "La depressioneun momento complicatissimo. Vogliogiocare un altro anno. Da ragazzo misentivo invincibile. Sui fatti diMilano..."08.01.2019 16:30 di Giovanni Spinazzola Twitter: @Gi_Spinazzola articolo letto 3538 volte

Gigi Buffon, portiere del PSG, si è

raccontato a Vanity Fair a pochi

giorni dal suo 41mo compleanno.

L'estremo difensore dei parigini ha

parlato a 360° nel numero che sarà

in tutte le edicole domani. L'ex

capitano di Juve ed Italia ha anche

parlato dei suoi trascorsi giovanili da

ultrà e curvaiolo. "Commando Ultrà

Indian Tips, il nome del gruppo di



guanti. Incontravo gente di cui si

parla tanto senza saperne nulla.

Ragazzi normali. Sognatori.

Idealisti. Alcune persone interessanti

e qualche deficiente". Da qui,

inevitabile l'analisi sui fatti di Milano prima di Inter-Napoli. "Se affonda un barcone a

Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i

bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati

e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare a contestualizzare quanto

successo a Milano. L’odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno

stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto da

pretesto".

"Da ragazzo covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo

indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo... Mi tengo ben stretta

la sana follia dei miei vent’anni... Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in

un certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una. La risposta

sgarbata a Nevio Scala? Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai più

fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni".

Gigi, però, racconta anche la depressione di cui fu vittima oltre 15 anni fa. "Per qualche

mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il


momento complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della

notorietà. Un giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano

Bordon, l’allenatore dei portieri, e gli dissi: “Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io

non me la sento”. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la

gara». Ne uscì, racconta, parlandone con gli altri: «Se non avessi condiviso

quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse non ne

sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno



vergogno affatto".

Buffon, poi, racconta i suoi progetti immediati e futuri. "L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è

giocare ancora un altro anno. Sono uno strano figuro di 40 anni che va in campo, pensa

di averne venti e ha più sogni e ambizioni di quanti ne avesse da ragazzo. Tra dieci

anni? Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo,

non commuovermi è impossibile".


IL PUNTO di Ivan Cardia

SUPERCOPPA A GEDDA, LA RETORICA AOROLOGERIA. BRAVO MALAGÒ. RAMSEY PERGIUGNO, PJACA VERSO IL RITORNO. TRINCAO,MENDES E IL SOGNO ESTIVO

''Sul caso della Supercoppa a Gedda c'e' il

trionfo dell'ipocrisia da parte di tante persone’’.

Bene, bravo, bis. Così ha parlato Giovanni

Malagò, presidente del CONI, sulla polemica

relativa alla Supercoppa Italiana. Di fronte, a

Gad...

ESCLUSIVE TJ di Massimo Pavan

TJ - POGBA SEMPRE CARO, LO UNITED CHIEDESEMPRE UN CALCIATORE

Secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra

redazione, per la Juventus non cade l'idea di

arrivare a Paul Pogba. Impossibile a gennaio,

se ne parla per giugno, il problema riguarda il

valore del calciatore che lo United ritiene

essere sui cento milioni di euro. I Re...

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Buffon: "Non date al calcio la colpadell'odio"E spera di giocare almeno ancora un altro anno: "L’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella"

08.01.2019 16:02 di Chiara Biondini Twitter: @ChiaraBiondini articolo letto 815 volte

Fonte: Vanity Fair

A pochi giorni dal quarantunesimo

compleanno, Gigi Buffon si racconta in

esclusiva a Vanity Fair, che gli dedica

la copertina del numero in edicola da

mercoledì 9 gennaio, aprendo le porte

della sua casa di Parigi – dove gioca

come portiere per il Paris Saint-

Germain – e spalancando quelle sul

suo passato. A partire dalla militanza

giovanile tra gli ultrà («Commando




guanti») e dalla frequentazione della

curva («Incontravo gente di cui si parla

tanto senza saperne nulla. Ragazzi

normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente»),

esperienze che gli danno un punto di vista non del tutto politicamente corretto sulla

recente polemica scatenata dai cori razzisti e dagli scontri sanguinosi a San Siro: «Se



dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a fare. È difficile provare a


parte spiri. Non solo in uno stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto

questo, reciti soltanto da pretesto».



volevo... Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni... Ho fatto le mie cazzate,



rispose male al suo allenatore Nevio Scala: «Si girò verso di me e mi guardò come

nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni».


fa: «Per qualche mese, ogni cosa perse di senso. Mi pareva che agli altri non







condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione con altre persone, forse

non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel momento rappresentava uno



vergogno affatto».






EDITORIALE DI: FABRIZIO BIASIN

QUANTI NOMI ATTORNO ALL'INTER, MASOLO AL PREZZO GIUSTO (CON DUEPAROLE SU ROBBEN). JUVE, RONALDOPORTA RAMSEY. E RAMSEY PORTA... WIL MERCATO, ANCHE SE A GENNAIOVINCE SEMPRE... IL FAIRPLAYFINANZIARIO

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Buffon svela tutto: "Ero un ultras, hofatto caz... di ogni tipo. Droghe? Unacanna, ma ricordo i tifosi dellaCasertana..."Gianluigi Buffon si racconta. Il portiere del Psg, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni

di Vanity Fair soffermandosi soprattutto sul suo passato

08.01.2019 19:43 di Redazione Tutto Napoli.net Twitter: @tuttonapoli articolo letto 2192 volte

Fonte: alfredopedulla.com

Gianluigi Buffon si racconta. Il

portiere del Psg, ha rilasciato una

lunga intervista ai microfoni di Vanity

Fair soffermandosi soprattutto sul

suo passato: “Ero ultrà, del

Commando Ultrà Indian Tips, il


seguivano la Carrarese, ancora ce

l’ho stampato sui miei guanti.

Incontravo gente di cui si parla tanto

senza saperne nulla. Ragazzi

normali, sognatori, idealisti. Alcune

persone interessanti e qualche

deficiente… Da ragazzo covavo una

sensazione di onnipotenza e

invincibilità. Mi sentivo indistruttibile,

pensavo di poter eccedere, di fare

quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni. Ho fatto le mie

cazz… di ogni tipo, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non

essermene dimenticata neanche una. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso

del Parma. Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui

si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io… Uso di droghe nelle curve? Non

drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi

hanno passato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle

labbra, io so come e perché dire di no. Se ho fatto uso di droghe? Al massimo un tiro di

canna da ragazzo. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della

Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte

insieme: è come se la vedessi ora. La depressione? Per qualche mese, ogni cosa

perse di senso. Mi pareva che agli altri non interessassi io, ma solo il campione che

incarnavo. Che tutti chiedessero di Buffon e nessuno di Gigi. Fu un momento

complicatissimo. Avevo 25 anni, cavalcavo l’onda del successo e della notorietà. Un

giorno, a pochi minuti da una partita di campionato mi avvicinai a Ivano Bordon,

l’allenatore dei portieri, e gli dissi: ‘Ivano, fai scaldare Chimenti, di giocare io non me la

sento’. Avevo avuto un attacco di panico. Non ero in grado di sostenere la gara. Come

ne uscii? Se non avessi condiviso quell’esperienza, quella nebbia e quella confusione

con altre persone, forse non ne sarei uscito. Ebbi la lucidità di capire che quel

momento rappresentava uno spartiacque tra l’arrendersi e fare i conti con le debolezze

che abbiamo tutti. Non ho mai avuto paura di mostrarle né di piangere, una cosa che

mi capita e di cui non mi vergogno affatto”, ha chiuso Buffon.

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COPERTINA di Redazione Tutto Napoli.net

RETROSCENA CANALE 8 - BARELLA AI TIFOSI DELCAGLIARI IN ESTATE: "OVUNQUE TRANNENAPOLI? TRANQUILLI, NON CI VADO!"

Nicolò Barella (21) resta uno dei principali

indiziati per il mercato del Napoli. Sul giocatore,

come raccontato nelle scorse ore, ci sarebbero

gli occhi di vari club importanti come il Chelsea

di Maurizio Sarri. Il problema del possibile

approdo di Barella in azzurro, per...

ZOOM

Kouame in settimana sarà del Napoli! Contrattigià ai legali per le firme: solo ADL puòripensarci Tutto definito per l'acquisto di ChristianKouame....UFFICIALE - Promo speciale: biglietti Sassuolo a3, 5 o 6€ acquistando anche il tagliando per laLazio, i dettagli I biglietti per la gara di Coppa...

CdM - Kouame-Napoli, è fatta: contratti pronti, spunta laRetroscena - Insigne rigenerato in vacanza, caricaRetroscena Il Mattino - Barella da Sarri, ma Giuntoli aveva

BUFFON SVELA TUTTO: "ERO UN ULTRAS, HO FATTO CAZ... DI OGNI TIPO. DROGHE? UNA CANNA, MA RICORDO I TIFOSI DELLA CASERTANA..."

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Buffon: «Ventura grandeinsegnante di calcio. Si è sentitosolo»«Vorrei giocare ancora un altro anno. Scontri di Inter-Napoli? L'odio è un vento osceno»

martedì 8 gennaio 2019

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TORINO - 'È difficile provare a contestualizzare quanto successo a Milano.L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno stadio.Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto dapretesto''. In una lunga intervista a Vanity Fair, Gianluigi Buffon parla della

violenza negli stadi e della sua esperienza giovanile da ultrà. ''Commando UltràIndian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora cel'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senzasaperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune personeinteressanti e qualche deficiente".

LE MANGANELLATE - Buffon parla anche di temi sociali ("se affonda unbarcone a L a m p e d u s a e muoiono 300 persone ci commuoviamo epensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda cilamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano afare") e di come una volta prese qualche manganellata dalla polizia. ''È unastoria che risale a vent'anni fa - ricorda Buffon - Dopo una partita diedi unpassaggio a un tifoso del Parma. Al casello c'era un posto di blocco dellapolizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io.Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle leggerezze, ma riconoscoancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di un amico.Anche di un amico che sbaglia''. Un errore di gioventù, uno grosso, ha saputo

evitarlo: ''Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principiche i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quando in discoteca mimettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no''.

L ' A D D I O D I V E N T U R A - Giusto forse ''un tiro di canna fatto da ragazzo'', e il

ricordo - aggiunge Buffon - della ''nuvola di fumo che avvolge i tifosi dellaCasertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumatetutte insieme: è come se la vedessi ora''. Tornando sull'eliminazione dell'Italia

dal recente Mondiale, il portiere del Paris Saint Germain difende l'ex Ct Giampiero

Ventura: ''Che noi calciatori lo abbiamo osteggiato è una balla colossale.Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ognioccasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegnodiverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cosenon hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, ame Ventura è piaciuto tantissimo''. A proposito di calcio, Buffon assicura divoler giocare almeno ancora un altro anno: ''L'idea, se il Psg sarà d'accordo, èquella''.

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Violenza: Buffon, odio è unvento oscenoL'ex n.1 azzurro 'se Psg d'accordo voglio giocare unaltro anno'

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(ANSA) - ROMA, 8 GEN - ''È difficile provare a contestualizzare quanto successo

a Milano. L'odio è un vento osceno, da qualunque parte spiri. Non solo in uno

stadio. Perché ho il forte sospetto che il calcio, in tutto questo, reciti soltanto dapretesto''. In una lunga intervista a Vanity Fair, Gianlui Buffon parla della

violenza negli stadi e della sua esperienza giovanile da ultrà. ''Commando Ultrà

Indian Tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce

l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza

saperne nulla. Ragazzi normali. Sognatori. Idealisti. Alcune persone

interessanti e qualche deficiente". Buffon parla anche di temi sociali ("se


pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci

lamentiamo dell'ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo cosa vengano a

fare") e di come una volta prese qualche manganellata dalla polizia.

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SPORT - CALCIO Oggi alle 16:28, aggiornato oggi alle 17:02

IL NUMERO UNO DEL PSG A SORPRESA

La confessione di Buffon: "Ero un ultrà... Ho fattotante ca***te""L'ex portiere della Nazionale si racconta. Attualmente milita nel Paris Saint Germain

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"Da giovane ero un ultrà del Capo Comando Indian Tips della Carrarese.Ce l'ho ancora stampato sui miei guanti...Ho fatto tante ca***te".

Gianluigi Buffon sorprende tutti durante una lunga intervista rilasciata aVanity Fair.

L'ex portierone della Nazionale, e attuale estremo difensore del Psg, ha

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raccontanto alcuni aneddoti della sua carriera, da calciatore e non: "Incurva ho incontrato tanti ragazzi normali e per bene, poi c'è qualchedeficiente...Mi sentivo invincibile e mi tengo la sana follia dei miei 20 anni".

Poi un commento sull'omicidio di Davide Belardinelli, morto in seguitoagli scontri di Inter-Napoli del 26 dicembre 2018: "Penso sia difficilecontestualizzare quanto successo a Milano. L'odio è un vento osceno, daqualsiasi parte spiri, ma ho il sospetto che il calcio reciti soltanto dapretesto".

Infine sulla questione migranti: "Se affonda un barcone a Lampedusa cicommuoviamo e pensiamo anche ad adottare bambini orfani, ma se nonsuccede ci lamentiamo di 300 migranti e chiediamo cosa vengono a fare".

Insomma parole forti che faranno discutere.

Il campione del mondo 2006 ha lasciato la Juventus nella scorsa stagioneper trasferirsi in Francia al Paris Saint Germain. Con Neymar e compagniè alla ricerca della Champions league, unico trofeo in carriera che glimanca.

(Unioneonline/M)

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HOME » NEWSTICKER » SPORT (AFP - SID) » Fußball: Buffon litt unter Depressionen: "Niemand fragte nach Gigi"

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Buffon litt unter Depressionen: "Niemandfragte nach Gigi"

Stand: 08.01.2019

Buffon litt während der Zeit in Turin unter DepressionenQuelle: PIXATHLON/SID

ie italienische Torhüter-Ikone

Gianluigi Buffon hat offenbart, in

seiner Zeit bei Juventus Turin unter

Depressionen gelitten zu haben. "Ein paar Monate

lang erschien mir alles sinnlos. Es fühlte sich so

an, dass andere sich nicht für mich interessieren,

sondern nur für das, was ich verkörpere", sagte der

Weltmeister von 2006 dem Magazin Vanity Fair:

"Alle fragten nur nach Buffon, niemand nach

Gigi."

Den Tiefpunkt erlebte Buffon nach eigenem Bekunden im Alter von 25 Jahren, als er

seinen damaligen Torwarttrainer Ivano Bordon vor einem Ligaspiel darum bat, nicht

spielen zu müssen, da "ich dazu nicht in der Lage war. Wenn ich diese Erfahrung

nicht gemacht hätte, diese Vernebelungen und Konfusionen mit anderen Menschen

nicht geteilt hätte, wäre ich dort vielleicht nicht rausgekommen", sagte Buffon.

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