Raniero Grassucci_"SITAR -MPic: un primo tentativo di interoperabilità tra sistemi"

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143 SITAR - MPic: un primo tentativo di interoperabilità tra sistemi R. Grassucci [R.G.] (Professionista Progettazione MPic) Gli obiettivi Il primo esperimento di collegamento diretto tra il SITAR e MPic, (strumento GIS in uso preso il Comune di Roma), prende corpo da due esigenze diverse nate dall’inevitabile e interessante processo di accrescimento avuto nel tempo dallo stesso SITAR. La prima è di tipo quantitativo, derivata dall'estensione della banca dati spaziale del SITAR e dalla stimolante metodologia adottata nella gerarchizzazione delle entità e delle classi di entità geografiche. La seconda necessità scaturisce dal bisogno di integrare e rappresentare ter- ritorialmente grandi quantità di informazioni anche di tipologie differenti da quella spa- ziale. Questa seconda tipologia di dati, caratterizzando automaticamente le features, ampliano al contempo la possibilità e produzione di tematismi e di analisi territoriale. La densità e la varietà delle informazioni contenute infatti permettono, attraverso l’ado- zione di un sistema con un parco servizi più esteso e quindi più funzionale, il duplice obiettivo di organizzare e gestire una mole consistente e diversificata di dati e di produrre informazioni aggiuntive di livello superiore non ottenibili altrimenti se non con lunghe e complesse procedure tradizionali. Una terza necessità, derivata in parte dallo sviluppo delle prime esigenze, riguarda l’op- portunità di trasformare il SITAR, da esclusivo sistema GIS a strumento di lavoro quo- tidiano, adottando iter per l’amministrazione del territorio e le attività ad esso connesse, procedure a servizio della istruzione di pratiche amministrative. L’esigenza del SITAR è quindi quella di sviluppare il suo già denso patrimonio informa- tivo secondo un orizzonte più ampio sia dal punto di vista sia delle basi dati che dei ser- vizi offerti. In pratica il processo oramai avviato prevede lo sviluppo della base dati spaziale riprogettando ed estendendo le funzionalità del GIS esistente e l’implementa- zione del sistema per la gestione di informazioni anche relazionali, con l’adozione di si- stemi SIT. Per la varietà delle informazioni contenute ed alla luce del processo avviato e dei servizi in corso di realizzazione, in realtà il SITAR si sta trasformando, da riservato e forse elitario sistema GIS a sistema misto GIS/SIT in cui convivono in maniera organica dati geografici ed informazioni territoriali, connessi anche in servizi di tipo gestionale per la conduzione amministrativa del territorio. È necessario a questo punto -senza scomodare approfondite ed erudite definizioni- ram- mentare che si considerano GIS i sistemi che realizzano la rappresentazione geografica delle informazioni. A differenza dei primi i SIT invece trattano maggiormente dati di tipo relazionale, più propriamente alfanumerici e caratterizzati dal punto di vista terri- toriale ma che possono anche prescindere dall’aspetto cartografico. Nel prosieguo si par- lerà di GIS nella sua accezione più ampia di GIS/Sit. SITAR 2010 16_grassucci_LAST:sitar 12/10/2011 18.51 Pagina 143

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SITAR - MPic: un primo tentativo di interoperabilità tra sistemi

R. Grassucci [R.G.](Professionista Progettazione MPic)

Gli obiettivi

Il primo esperimento di collegamento diretto tra il SITAR e MPic, (strumento GIS in usopreso il Comune di Roma), prende corpo da due esigenze diverse nate dall’inevitabile einteressante processo di accrescimento avuto nel tempo dallo stesso SITAR. La prima èdi tipo quantitativo, derivata dall'estensione della banca dati spaziale del SITAR e dallastimolante metodologia adottata nella gerarchizzazione delle entità e delle classi di entitàgeografiche. La seconda necessità scaturisce dal bisogno di integrare e rappresentare ter-ritorialmente grandi quantità di informazioni anche di tipologie differenti da quella spa-ziale. Questa seconda tipologia di dati, caratterizzando automaticamente le features,ampliano al contempo la possibilità e produzione di tematismi e di analisi territoriale. La densità e la varietà delle informazioni contenute infatti permettono, attraverso l’ado-zione di un sistema con un parco servizi più esteso e quindi più funzionale, il dupliceobiettivo di organizzare e gestire una mole consistente e diversificata di dati e di produrreinformazioni aggiuntive di livello superiore non ottenibili altrimenti se non con lunghe ecomplesse procedure tradizionali. Una terza necessità, derivata in parte dallo sviluppo delle prime esigenze, riguarda l’op-portunità di trasformare il SITAR, da esclusivo sistema GIS a strumento di lavoro quo-tidiano, adottando iter per l’amministrazione del territorio e le attività ad esso connesse,procedure a servizio della istruzione di pratiche amministrative. L’esigenza del SITAR è quindi quella di sviluppare il suo già denso patrimonio informa-tivo secondo un orizzonte più ampio sia dal punto di vista sia delle basi dati che dei ser-vizi offerti. In pratica il processo oramai avviato prevede lo sviluppo della base datispaziale riprogettando ed estendendo le funzionalità del GIS esistente e l’implementa-zione del sistema per la gestione di informazioni anche relazionali, con l’adozione di si-stemi SIT. Per la varietà delle informazioni contenute ed alla luce del processo avviato edei servizi in corso di realizzazione, in realtà il SITAR si sta trasformando, da riservatoe forse elitario sistema GIS a sistema misto GIS/SIT in cui convivono in maniera organicadati geografici ed informazioni territoriali, connessi anche in servizi di tipo gestionaleper la conduzione amministrativa del territorio.È necessario a questo punto -senza scomodare approfondite ed erudite definizioni- ram-mentare che si considerano GIS i sistemi che realizzano la rappresentazione geograficadelle informazioni. A differenza dei primi i SIT invece trattano maggiormente dati ditipo relazionale, più propriamente alfanumerici e caratterizzati dal punto di vista terri-toriale ma che possono anche prescindere dall’aspetto cartografico. Nel prosieguo si par-lerà di GIS nella sua accezione più ampia di GIS/Sit.

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Nel processo di condivisione tra i sistemi è risultato quindi importante strutturare unGIS in grado di essere contemporaneamente strumento di lavoro e creatore di cultura1,dove sia possibile gestire dati tipologicamente eterogenei ma soprattutto in grado di “rap-presentare per conoscere” o meglio di “aumentare la conoscenza”, poiché la creazionedi nuove informazioni rappresenta la funzione fondamentale di un GIS2. Gli obiettivi principali del progetto derivano direttamente da quanto illustrato prece-dentemente. Il nuovo sistema quindi deve possedere le seguenti caratteristiche:1. un sistema capace di integrare l’ampio ed eterogeneo ventaglio di informazioni cheappartengono al patrimonio del SITAR (sia spaziali che alfanumeriche e prodotte peresigenze e da uffici diversi) e da cui derivare strumenti di analisi che tengano conto,ovviamente con pesi e metodologie diversi, delle diverse esigenze-utente e dei differentimetodi di creazione, gestione ed uso delle stessi dati.

2. Un sistema in grado di presentare schemi di pubblicazione delle informazioni con mo-dalità anche molto difformi l’una dall’altra e derivati dagli stessi dati: tabelle statisti-che, testi, immagini, file vettoriali e in futuro anche video o rappresentazionitridimensionali.

3. Un sistema in grado di diventare anche strumento di gestione a disposizione dell’utentee non un semplice pubblicatore di cartografie, ovvero fornendo servizi logici e capacinon solo di analizzare il territorio ma di consentirne l’amministrazione e di stimolareprocessi di analisi superiori.

Le ragioni e i vantaggi di una reciproca integrazione

Il contatto tra i sistemi è favorito dalle finalità reciproche di scambio dati.Dalla parte del SITAR il processo di condivisione deve fondamentalmente permettere in-fatti:- di concentrare e assumere in se funzioni di base oggi sparse su più sistemiCAD/GIS/alfanumerici

- di supportare lo sviluppo progressivo di operazioni di analisi archeologica sul territo-rio, che trova utilizzo, ad esempio, nella realizzazione delle Partizioni Archeologichee delle successive ipotesi di creazione di Unità Archeologiche.

Dall’altro lato la “mappa del patrimonio immobiliare comunale (MPic)” è un sistemaGIS/SIT in ambiente web, realizzata inizialmente nel 2002 da professionisti esterni conla assistenza di un gruppo di lavoro interno all’Amministrazione. Il progetto MPic realizzala rappresentazione, l’inquadramento e la localizzazione del patrimonio immobiliare co-munale e il suo inserimento in un sistema capace di gestirne le informazioni associate.Obiettivi che essenzialmente realizza quotidianamente attraverso tre diversi ambienti: - un robusto geodatabase capace di integrare ed uniforme archivi cartografici disalli-neati, disomogenei e tipologicamente diversi, ed in grado di sostenere i 129.000 ha disuperficie del territorio comunale;

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1 Una definizione di GIS culturale è stata data da Maurizio Forte nel suo volume sui sistemi informativi geo-grafici in archeologia «un sistema e un modello spaziale di archiviazione ed elaborazione di dati, eventi eattività spaziali, finalizzato all’interpretazione del paesaggio storico e archeologico, dal sito al territorio, dalcostruito all’insediato, dalla microscala alla macroscala; nel sistema il tutto è maggiore della somma delleparti, cioè il valore informativo delle itìnterazioni fra le varie parti del sistema è superiore al contributo diciascuna di esse» (FORTE 2002, pp. 13-14).

2 Ibid.; FRONZA et al. 2009, p. 47.

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- un ambiente di produzione che annovera funzioni per la rappresentazione dei dati pa-trimoniali e la correlazione dei beni alla base geografica;

- una applicazione idonea alla pubblicazione in ambiente web/intranet di quanto pro-dotto ed in grado di consentire ricerche, consultazioni ed elaborazioni cartografiche/al-fanumeriche ad un ambito allargato di utenti.

Il sistema territoriale si articola in archivi spaziali-relazionali implementati nel tempoquali la cartografia catastale e il suo database censuario, la toponomastica e numerazionecivica, la carta tecnica comunale vettoriale, il piano regolatore generale con i suoi stru-menti urbanistici attuativi, le restituzioni fotografiche aeree, satellitari e pictometrichedel territorio3.La iniziale urgenza di ricognizione, seguita immediatamente dalla conseguente necessitàdi rappresentazione del patrimonio immobiliare comunale contenuta nel database dbpic,che contiene e caratterizza alfanumericamente l’intero patrimonio comunale di proprietà,e che comprende l’ubicazione, la consistenza ed i caratteri dei beni e degli atti di prove-nienza, ha stimolato la costruzione di uno strato informativo geografico patrimoniale,dinamico e indipendente e di diretta derivazione dai precedenti layers, nel quale è de-scritto e rappresentato il patrimonio comunale. Attualmente MPic, che nella sua nuova versione 3.0 ha assunto il nome di SICT-MPic,

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3 Anche se già illustrato in altra relazione dei presenti atti e per completezza di illustrazione è utile ricordarela definizione tecnologica di MPic. Il sistema è costituito di quattro ambienti diversi:1. Geodatabase Oracle contenente gli archivi geografici ed alfanumerici2. l’Applicazione di gestione per il collegamento degli archivi in forma integrata in un unico ambientegrafo/attributo3. ambiente di aggiornamento del dataset patrimoniale composto da funzioni di editing cartografico richia-mabile direttamente da MPic sulla rete intranet4. ambiente di editing composto da stazioni grafiche AutocadMap/ArcView per la gestione e l’aggiornamentodelle banche datiIl geodatabase Oracle contiene, in forma georeferenziata ed uniformata, i seguenti strati informativi:Catasto (cartografia e censuario)- ca. 2500 fogli catastali vettoriali;- circa 2 milioni di particelle- circa 28 milioni di recordPatrimonio Immobiliare Comunale (connessione al dbpic attraverso MS SQL Server)- ca. 15.000 I.B.U. e 68.000 U.I.B.- 250.000 record gestiti da una applicazione collegata al sistemaCarta Tecnica Comunale- 12 classi di oggetti - 120 livelli cartografici e 50 tabelle di attributi alfanumericiToponomastica- 80.127 archi di grafo stradale- 14.860 toponimi, numeri civici- 376.557 numeri civici collegati al grafo ed al corrispondente edificioOltre agli strati informativi del geodatabase citati, MPic pubblica in formato vettoriale:- dati relativi agli strumenti urbanistici attuativi (piani di zona, piani particolareggiati per il recupero dellezone abusive)in formato raster:- ortofoto satellitare in scala 1:10.000, con risoluzione pari a 1 metro; - aerofoto in scala 1:10.000, con risoluzione pari a 50 cm,ed infine il collegamento dinamico in forma strutturata (con gestione diretta della trasformazione dei sistemidi coordinate) al database delle foto pictometriche del sistema Virtual Earth della Microsoft. La gestione del sistema è demandata all’insieme integrato composto dal software MapGuide per la pubbli-cazione dei dati e dall’applicazione MPic, l’interfaccia “client” appositamente realizzata secondo le necessitàdell’ufficio, che si occupa di amministrare procedure e compiti.

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essendo diventato uno dei moduli del più ampio sistema SICT (Sistema Informativo co-munale Territoriale) dedicato alla Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, ha assuntoed integrato funzioni che inizialmente erano esclusivo appannaggio dei soli “portali web”.In pratica si protrae quel processo di integrazione, inizialmente avviato tra GIS e SIT, incui gli stessi sistemi geografici divengono un unico “sistema portale”. Un andamento av-valorato e soprattutto rafforzato ormai da anni anche dai più conosciuti portali web dellaGoogle e Microsoft in cui i rispettivi motori di ricerca hanno da tempo integrato avanzatericerche e ragguardevoli rappresentazioni geografiche. Un approccio multidisciplinare e“multi rappresentativo” quello di MPic, in grado di supportare le operazioni di ricogni-zione, localizzazione e successiva gestione dimensionale del patrimonio e di rappresen-tazione e pubblicazione dei beni. Impostazione che ha poi originato un processo dicoinvolgimento delle strutture comunali che permette ad MPic di essere il sistema terri-toriale con più utenti nel contesto comunale.Approfittando quindi dell’esperienza realizzata negli anni anche su progetti simili, in se-guito la nuova versione 3.0 di MPic ha implementato e integrato appieno tali caratteri-stiche combinando in una sola applicazione funzioni proprie dei GIS, dei SIT, insiemeai corrispondenti processi più strettamente relazionali. Processo grazie al quale, estendoil concetto, oggi MPic costituisce in definitiva un vero e proprio portale web dedicato alpatrimonio immobiliare, nel quale i beni sono rappresentati, descritti e caratterizzati conprocedure e servizi realizzati secondo i più avanzati dettami del web2.0, capaci di an-nullare la differenza tra l’informazione geografica e quella relazionale alfanumerica.

Il modello procedurale di interazione tra SITAR e MPic

Come già affermato, dal punto di vista tecnico il SITAR usufruisce della maggiore ma-turità di MPic in tema di trattamento di dati spaziali relazionali. Il protocollo di condi-visione si basa sull’utilizzo, in modalità più o meno dinamica, dei suoi strati informativie delle sue capacità di gestione avanzata delle classi di oggetti cartografici.Dal punto di vista dell’utilizzo, il sistema utente di MPic si incentra su una avanzata in-terfaccia utente ad alto grado di personalizzazione e adotta, come tutto l’insieme d’al-tronde, sistemi di base open-source conformemente a quanto previsto da normativenazionali ed europee in tema di assunzione di sistemi informativi da parte di enti pub-blici. La sua interfaccia ed i servizi utente (come tutto il sistema SICT di cui MPic rap-presenta il modulo per la gestione immobiliare) si basano su metodologie e concettipensati per permettere anche ad utenti non esperti il massimo impiego e sfruttamentosia delle procedure integrate che delle avanzate caratteristiche del suo database Oracle,che costituisce il supporto dell’intero apparato spaziale-relazionale e contemporanea-mente anche l’unico ambiente tecnologico non open-source utilizzato dal sistema.Il sistema è realizzato completamente in ambiente web. L’interfaccia utente è gestitacon la raffinata libreria sencha 3.1., a cui il sistema si appoggia anche per i colloqui conil server tramite il modello Ajax. L’interfaccia è dotata del modulo più affermato ed uti-lizzato per la visualizzazione e gestione delle mappe prodotte da un server cartografico,derivazione diretta del sistema allora denominato MapGuide. I servizi sono realizzati tramite script php che girano sul web-server, si appoggiano aduna banca dati che viene in parte condivisa con il motore cartografico. La tecnologia e il modello di sviluppo adottato ha previsto sin dall’inizio la possibilità diuna successiva eventuale condivisione di servizi e banche dati tra sistemi, consentono di

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condividere appunto diverse funzioni base del sistema (quali ricerca territoriale, via ecivico, visualizzazione integrata tridimensionale, ecc.) con sistemi esterni o uffici anchenon coinvolti direttamente dal processo di sviluppo, ipotizzando future evoluzioni di in-terscambio tra sistemi esperti. Dal punto di vista tecnologico, i principali contenuti sui quali si basa il modello del pro-cesso di condivisione sono stati i seguenti:- utilizzo del grande impianto informativo di MPic che si basa su molteplici viste e layercartografici realizzati nel tempo, quali lemappe catastali inerenti gli anni dal 2003 al 2010, dataset di aerofoto/ortofoto sa-tellitari comprese tra il 2003 e il 2011, strumenti di pianificazione urbanistica co-munale (piani di zona, ecc.), dataset informativo inerente la toponomastica e lanumerazione civica comunale, layer del patrimonio immobiliare comunale, ecc.

- Capacità di multi rappresentazione di un bene (che sia patrimoniale, monumentale oarcheologico) attraverso l’utilizzo di descrizioni cartografiche (definizione catastaledi un'area archeologica o vincoli urbanistici in cui l’area stessa è soggetta), rappre-sentazioni con viste pictometriche tridimensionali collegando automaticamente portaliweb esterni, rappresentazioni satellitari storicizzate, rappresentazioni amministrative(elenchi di intestatari catastali coinvolti), ecc.

- Massima semplicità d’uso ed integrazione dei servizi utente grazie all’estrema inte-grazione delle funzioni attraverso innovative procedure capaci di offrire costantementeil massimo dettaglio informativo della ricerca sia in termini di ricognizione e ricercadi un'area che di definizione spaziale e amministrativa; interfaccia utente semplicepensata per l’utilizzo di utenze anche di tipo amministrative.

- Capacità di analisi e tematizzazione del territorio, grazie a funzioni di analisi territo-riale fino ad oggi presenti solo in costosi software commerciali e soprattutto desktop,e possibilità d'integrazione con i servizi di analisi ed interpretazione delle aree e unitàarcheologiche.

- Forte orientamento al web-open source basato sull’utilizzo di sistemi e librerie predi-sposti al web, compresi sistemi Web-GIS di pubblicazione cartografica e di semplicepersonalizzazione; forte predisposizione, ove possibile all’uso di sistemi open-source

Il processo in definitiva si basa sul seguente schema:- fornitura da MPic a SITAR della cartografia di supporto (cartografia catastale, topo-nomastica, etc.) e integrazione con i dataset proprio del SITAR

- fornitura da MPic a SITAR dei servizi di ricerca e di base per la gestione dei datasetcartografici di supporto (funzioni di ricerca catastale, ricerca toponomastica, visurecatastali, etc.)

- implementazione di servizi avanzati ad esclusivo utilizzo del SITAR utilizzando e per-sonalizzando le funzioni di base di MPic.

Metodologie, funzioni e caratteristiche tecniche

Come già affermato, il processo di interscambio e collegamento con il SITAR si basasulla condivisione dei principi fondamentali che sono alla base dello sviluppo di MPic,le innovative metodologie di interfaccia utente e di gestione dati ed informazioni.I concetti su cui si basa il sistema tendono a fornire funzioni integrate in cui l’utente puòdecidere in qualunque momento se utilizzare funzioni in base al consueto processo co-

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mando-oggetto oppure, compatibilmente ai sistemi windows, secondo il processo og-getto-comando nel quale speciali menù contestuali presentano le funzioni possibili inbase alle features selezionate. Metodologia che si basa sulla precisa caratterizzazione inmaniera trasparente di ogni oggetto (per classi di oggetti) e funzione (per classi di servizi)esistente; ogni feature è suddivisa ed inserita nelle classi corrispondenti, ogni servizio ècatalogato secondo le proprie caratteristiche. Al contempo il sistema utilizza le caratte-ristiche assegnate ad ogni classe di oggetti e servizi per stabilire specifiche classi di cor-rispondenza, ovvero la definizione di una matrice dinamica “n-n” in cui ad ogni classedi oggetti sono attribuiti i corrispondenti servizi, e viceversa, ad ogni funzione sono as-segnate particolari classi di oggetti.Il risultato pratico di tale metodologia consente al sistema di essere costantemente in-formato su quali funzioni sono attivabili per ogni oggetto ricercato, estratto, selezionatoo elencato dall’utente. È anche assolutamente necessario sottolineare che, dal punto di vista tecnologico, per ilsistema SITAR-MPic elementi cartografici ed informazioni alfanumeriche hanno identicamodalità d’uso e di gestione. Questa apparentemente trascurabile affermazione contri-buisce invece in maniera significativa a quel processo “sistema portale” nel quale qual-siasi dato (spaziale o alfanumerico- relazionale che sia ed intimamente connesso a tuttigli altri dati, di qualsiasi natura siano) contribuisce alla “multi rappresentazione” deglioggetti reali dello spazio; attraverso i quali (informazione geografica, dato alfanumericoo documento amministrativo) è possibile ricostruirne la rappresentazione, produrre ipo-tesi ed analisi tematiche e consentirne la amministrazione del territorio.Un esempio può spiegare meglio i concetti appena illustrati e la procedura del processo:si considerino due oggetti tipici: un dispositivo di tutela (già vincolo archeologico) per ilquale, nell’attimo della sua stessa creazione, il sistema riconosce automaticamente la de-finizione spaziale e i suoi corrispondenti attributi relazionali, e una particella catastale,per la quale la solita matrice possiede il collegamento ai suoi servizi principali. Per laclasse di oggetto vincolo archeologico la matrice funzionale possiede il collegamento allesue due funzioni corrispondenti, ovvero la ricerca spaziale del poligono che lo caratterizzae la pubblicazione della relativa scheda anagrafica. Per la particella catastale, corrispon-dentemente, la matrice possiede i servizi di ricerca spaziale del poligono che la caratte-rizza e la pubblicazione della visura catastale.Il processo diventa rilevante nel momento in cui l’utente costruisce il vincolo disegnan-done materialmente i confini sul terreno, nel preciso attimo della chiusura del poligono,il sistema riconosce calcola e memorizza automaticamente le particelle o parti di parti-celle coinvolte dall’area, assegnando alla stessa un collegamento all’elenco delle particellecatastali in essa ricomprese. L’esempio si conclude nel momento in cui l’utente, senza alcun onere aggiuntivo in ter-mini di lavoro, si rende conto che può effettuare:

1. la ricerca automatica dell’area di tutela appena creata anche attraverso l’indicazionedegli estremi catastali di ognuna delle particelle che la compongono (dalle particelleautomaticamente estratte e connesse all’area)

2. l’estrazione automatica del particellare, cioè la lista delle particelle (o parti di parti-celle) incluse dall’area, ognuna con la sua corrispondente visura catastale e lista diintestatari.

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Si consideri, nel semplice esempio illustrato, la quantità di lavoro risparmiato nel calcolodelle aree catastali da vincolare e nella ricerca degli intestatari a cui inviare l’avviso, e alcontempo il grado qualitativo di tutta l’operazione.È di fondamentale importanza sottolineare che la metodologia della matrice oggetti-ser-vizi lavora sia su elementi grafici che dati relazionali alfanumerici presentati ad esempioin una tabella di dati. Un ulteriore vantaggio derivante dal perfetto e costante allineamento tra il dato e l’elencodelle funzioni associate è stato quello di consentire facili implementazioni di funzioni eprocedure utente anche e soprattutto nei processi di collegamento (fondamentali nelSITAR), tra un elemento cartografico e informazioni esterne come ad esempio le fre-quenti e quotidiane operazioni di collegamento tra le rappresentazioni cartografiche e lecorrispondenti Origini Informative.Il trasferimento della metodologia illustrata verso il SITAR, allo scopo della creazionedella matrice oggetti-servizi, è stata eseguita secondo il seguente schema logico-tempo-rale:1. classificazione delle classi di oggetti gestite dal SITARa. classificazione degli oggetti del modello logico secondo il SITAR: Unità Archeolo-

giche, Partizioni Archeologiche, Origini dell'Informazione, etc.; definizione dellarispettive rappresentazioni grafiche e dei corrispondenti attributi; analisi degli ele-menti grafici di base che compongono le relative rappresentazioni grafiche (singoleclassi di features come particelle catastali) e relazionali (singole informazioni alfa-numeriche) e primo esame delle funzioni attivabili per ogni singola classe di oggettisia grafica che testuale

2. elencazione e classificazione dei servizia. analisi e classificazione di tutte le funzioni associabili agli elementi cartografici e

alfanumerici presenti nell’elenco precedente; distinzione delle funzioni in classi diservizi di base e classi di servizi complessi (per oggetti compositi come le Unità Ar-cheologiche)

3. creazione della matrice di collegamentoa. creazione delle relazioni tra oggetti e funzioni, in cui secondo il rapporto “n ad n”,

sono stabilite le attinenze e le corrispondenze tra oggetti/funzioni, e create le ne-cessarie connessioni e dipendenze

4. personalizzazione dei servizi in base all’associazioni stabilite nella matricea. processo di personalizzazione delle funzioni elencate: personalizzazione delle inter-

facce e delle metodologie d’uso5. creazione delle classi di servizi SITARa. creazione definitiva dell’elenco dei servizi SITAR utilizzando direttamente dove

possibile, i servizi di base di MPic e componendo invece nuovi servizi integrandofunzioni di base di MPic con le interfacce e funzioni personalizzate realizzate ap-positamente.

I punti di forza tecnologici sui quali si è imperniato gran parte del lavoro di condivisionetra sistemi e che parallelamente rappresentano i principali elementi di novità del sistemaSITAR-MPic, sono le “Collection” sistemi avanzati di gestione e pubblicazione dati, “In-tellipick”, avanzata interfaccia utente, e gli strumenti per il disegno di aree ed elementicartografici direttamente sul browser web. 1. la “collection” è un elemento chiave, altamente personalizzabile, per la produzioneed estrazione di informazioni anagrafiche, liste di dati, statistiche strutturate, dia-

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grammi di diverse tipologie, implementazione ed integrazione di viste tridimensionalie/o pictometriche quali Virtual Earth, Google Street View, etc. Dal punto di vistadell’utente si tratta di una serie di finestre di dialogo personalizzabili nel quale è pos-sibile indicare quali informazioni, dati ed elementi è possibile pubblicare. Tecnica-mente invece la collection è in grado di recuperare dati di qualsiasi tipologia e formatodal geodatabase formattandoli secondo numerosi schemi tipici come liste e tabelle,immagini ed elenchi di immagini, link a documenti di qualsiasi natura e link a data-base anche esterni al sistema (via Intranet o web) come ad esempio la possibilità dipubblicare la definizione fotografica territoriale (pictometry tridimensionali) diun’area selezionata attraverso il collegamento dinamico al sito Microsoft Virtual Earth.Nel nuovo sistema SITAR-MPic vengono implementate tre tipologie di collection: Col-lection Base, Collection Avanzate e Collection Personalizzate. Esempi di collectionbase, che pubblicano informazioni di primo livello, sono: scheda anagrafica origineinformativa, vista tridimensionale partizione archeologica, definizione dimensionalearea archeologica, estratto di mappa di una area. Le collection Avanzate sono ad esem-pio il dispositivo di tutela compreso dell’elenco delle particelle catastali coinvolte, incui sono pubblicati dati di primo livello (informazioni anagrafiche del vincolo di tu-tela) e informazioni di secondo livello cioè estratte dal sistema in base al dataset in-formativo geografico di livello inferiore (in questo caso l’elenco delle particellecoinvolte dal vincolo). Infine le Collection Personalizzate sono particolari ricerche otematizzazioni di dati che l’utente può salvare a piacere e riporre per un successivoutilizzo; le Collection Personalizzate sono specifiche definizioni delle Collection Avan-zate.

2. “Intellipick” è lo strumento personalizzabile che permette di estrarre informazioni,produrre ricerche e creare tematismi direttamente dalla selezione di features sumappa; consiste in specifici menu contestuali che offrono all’utente le possibili proce-dure attivabili in base all’oggetto selezionato su mappa. Una applicazione tipica del-l’Intellipick è fornita dalla selezione su mappa di una particella catastale: nel menùcontestuale ad esempio l’utente troverà non solo il link alla corrispondente visura eestratto di mappa, ma anche l’elenco (con relativi link) della Unità archeologiche sullaquale insistono, delle partizioni archeologiche contenute o dei dispositivi di tutela chela vincolano in cui la particella è parte integrante. Intellipick contiene per ogni ele-mento selezionato, anche le eventuali collection personalizzate salvate dall’utente ereplicabili con un solo click.

3. Il disegno direttamente su browser web è un’altra principale novità. Il modulo con-sente il disegno delle principali classi di oggetti quali Unità o partizioni archeologiche.Semplici procedure, utilizzabili anche da personale amministrativo come nel caso dellearee di tutela, permettono la definizione di aree ed elementi grafici lineari e puntuali.Per ogni features sono memorizzate caratteristiche di base come aree e lunghezze edinformazioni avanzate come il descritto elenco di particelle catastali contenute. Glielementi grafici sono memorizzati nel geodatabase ed hanno identiche caratteristichedelle altre features geografiche.

Idee di condivisione future

Il collegamento dinamico tra sistemi, inizialmente da molti annoverato come via speri-mentale e di difficile attuazione, ha preso corpo nel nuovo sistema SITAR, in cui la rea-

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lizzata condivisione di esperienze sta rendendo possibile il riuso di progetti tanto richiestodalla amministrazioni centrali dello Stato. In questo caso, il processo avviato sembra li-mitato più dai limiti tecnologici imposti dalle infrastrutture pubbliche di collegamento edi interscambio dati che dalle effettive disponibilità degli uffici coinvolti e dalle collabo-razione delle aziende esterne che hanno realizzato sia l’MPic che il nuovo SITAR. Si au-spica che il progetto di interoperabilità tra sistemi possa contribuire nel suo piccolo, acostruire la futura condivisione tra sistemi informativi, nei quali la rappresentazione geo-grafica metodologica potrebbe essere condivisa e soprattutto esprimere la somma di vi-sioni diverse dello stesso territorio e in cui far convergere i diversi interessi e le prassidella gestione amministrativa.

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Fig.1 - Il processo di interoperabilità allo stato iniziale: i sistemi MPic e SITAR integratinello stesso ambiente web (Autore: Raniero Grassucci, Andrea Vismara)

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Fig.2 - Prime ipotesi di personalizzazioni degli strumenti di ricerca del SITAR sulla basedella mappa di MPic (Autore: Raniero Grassucci, Andrea Vismara)

Fig.3 - Esempi di collection: collection base (scheda anagrafica decreto di tutela) e col-lection avanzata (verifica particelle catastali vincolate) (Autore: Raniero Grassucci, An-drea Vismara)

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Fig.4 - Il nuovo SITAR: l’interfaccia definita con un esempio di una collection (vista tri-dimensionale) (Autore: Raniero Grassucci, Andrea Vismara)

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