Presentazione della mostra di Mauro Penna dal titolo «Spaesaggi. Raccolta opere 2000-2014»...

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SPAESAGGI MAUROPENNA RACCOLTA OPERE 2000-2014

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SPAESAGGIMAUROPENNARACCOLTA OPERE 2000-2014

SPAESAGGIMAUROPENNARACCOLTA OPERE 2000-2014

2014

Una coppia di freak passeggia con il suo cane. Una figura fantastica e mostruosa in guêpière, vagamente perversa, si intrattiene in compagnia: su un divano che sarebbe tranquillizzante se non fosse incongruo, en plein air. Dove stanno andando quelle figure altere, con i loro lampadari illuminati a mo’ di copricapo? E perché fissano i loro occhi nei nostri, perché ci scrutano così?

Straniamento. Le opere che oggi Mauro Penna presenta sono mondi sospesi, in equilibrio inquieto tra pensiero e visione. Che si tratti di esterni o di interni, contemporanei o con suggestioni storiche, sono le scenografie in cui – su piani successivi – si stratificano figure, oggetti, concetti. Colorate e seducenti, al contempo disorientano e sconcertano.Descrivono situazioni, più spesso le suggeriscono soltanto. Ci inducono a immaginare storie che però non vengono raccontate. Rimaniamo in attesa che il significato di ciò che vediamo ci venga svelato.Una vaga inquietudine aleggia.

Due specchiere ovali riflettono arredi e suppellettili alle nostre spalle e ci introducono in ambienti sontuosi e disabitati. Le salsicce bruciano dentro un barbecue, mentre una donna,sullo sfondo, osserva le fiamme di un camino in una villa californiana.È forse la stessa architettura modernista in cui, in un’altra scena, una donna dal volto sfatto, a gambe larghe e con bikini multicolore,mangia il suo cheeseburger?

Messa in scena. Le situazioni narrate, all’interno di ambienti complessi e perfettamente ricreati o evocati, sono illustrate fin nei più minuti particolari.Sono set teatrali in cui tecniche e materiali si ammassano e si sovrappongono, in una sorta di ready made alterato e di rocaille minuziosissima. Sono assemblaggi tridimensionali di sfondi, tappezzerie e tendaggi, personaggi di plastica e di carta, piccoli manufatti decontestualizzati.Attraverso successive stratificazioni, va in scena il mistero dei contrasti. Vi si trova il gusto delle epoche,il loro scarto reciproco e le successive mutazioni – compresenti – di colori, tappezzerie, abiti, acconciature,arredi, edifici. Sono il frutto dell’incontro di tempi e di spazi lontani, dell’immaginario mediato dall’occhio di fotografi, illustratori, stilisti, designer. Sono architetture in cui oggetti e figure umane fuoriescono dalla cornice del quadro, debordano indifferenti ai confini spaziali dell’opera.

In un bar americano le banconote frusciano sotto i tacchi di un corpo di donna seminuda, mentre il suo pubblico la contempla e, insieme, si espone alla nostra osservazione. Perché quelle apparecchiature, rotte e abbandonate, sono accatastate in quel deposito stipato di pacchi? Osserviamo un giocatore di hockey nella sua vasca da bagno, colto di sorpresa e intimidito. È lo stesso campione che, poco prima, sfrecciava audace sul ghiaccio?

Fermo immagine. Le composizioni di Mauro Penna sono fotogrammi che stabilizzano una vicenda più complessa. Non mostrano oggetti, ma sono oggetti. Non descrivono eventi, ma sono eventi. Il movimento è latente, suggerito. Induce alla tensione dello spettatore, alla sua proiezione all’interno della scena, nella profondità dello spazio fisico dell’opera e in quello evanescente dei suoi protagonisti e delle loro vicissitudini. Le presenze umane sono consuete e ordinarie – le donne in cucina, la ragazza con gli occhiali da sole – oppure fantastiche e di assoluta invenzione, o ancora, sono tratte dall’immaginario pop americano, dal mondo della moda, dallo sport agonistico, da un passato astorico, fuori dal tempo.

Una casalinga lava i piatti, lo sguardo perso nel vuoto, il cestino pieno di rifiuti sotto il lavello. C’è anche un ratto. Una bionda platinata ammicca da una vasca da bagno, di cui sono svelati i meccanismi tecnici sottostanti. Le due figure nel bosco, mappa alla mano, si sono forse perse? O sono appena scese dall’auto apparentemente abbandonata, da cui provengono le voci di una stazione radio tedesca?

(S)paesaggi. Sono opere che trovano piena realizzazione attraverso la perlustrazione degli spazi, grazie a zoom successivi, a graduali processi di avvicinamento. La scala della rappresentazione è quella in cui i personaggi umani entrano a figura intera. Oppure privilegia il particolare, il viso ingrandito, i piedi e le gambe in primo piano, il lavandino, una candela, la bottiglia di champagne, un foglio di giornale, la buccia di una banana. Manca del tutto la vista d’insieme, complessiva, da lontano: quella che tutto abbraccia e che, sola, costringerebbe a dire tutto e a spiegare, in maniera definitiva. Quella che, forse, potrebbe consentirci di comprendere luoghi, significati, rapporti. Ma qui si suggerisce, non si descrive.Il lavoro di Mauro non è didascalico, non è assertivo. Non risolve e non chiarisce. È visivamente ricco e gioioso ma destabilizzante. Sollecita dubbi e, sempre, spinge alla ricerca di un senso che – ne siamo coscienti – con ogni probabilità non sarà possibile trovare.

Alessandro Martini

54 x 34 cmSTUPINIGI

35 x 30 cmLAMPADARIO

63 x 41 cmSOFÀ

25 x 35 cmRAYBAN

30 x 45 cmICE HOTEL

36 x 52 cmVASCA DA BAGNO

24 x 52 cmDONNA IN CUCINA

24 x 18 cmBREAKFAST

25 x 31 cmUOMO CHE SPALA

24 x 42 cmBORSA DELL HOCKEY

41 x 30 cmNIGHT

20 x 30 cmCHAMPAGNE

20 x 28 cmTOILET

20 x 25 cmMEAL

40 x 29 cmMARSHALL 1

28 x 30 cmMARSHALL 2

MAGGIORDOMO50 x 30 cm

33 x 33 cmBIGNÈ

50 x 20 cmMISTER HOCKEY

GIOCATORE DI FOOTBALL24 x 28 cm

50 x 35 x 25 cmBOSCO

41 x 26 cmBARBECUE

18 x 30 cmDONNA IN PISCINA

Mauro Penna nasce a Milano il primo settembre 1965. Trascorre un periodo a Buenos Aires con la famiglia che, seppur breve, segna la sua infanzia e stimola la sua fantasia.Si trasferisce a Torino, dove frequenta le scuole e il liceo artistico.Vorrebbe studiare Scenografia, ma arrivato in ritardo alle iscrizioni, decide di frequentare il Politecnico di Torino e si laurea in Architettura nel 1991.Si presentano poi due interessanti esperienze come progettista,da Renzo Piano a Genova nel 1992e da Herman Hertzberger ad Amsterdam nel 1993.Al rientro a Torino, parallelamente alla sua professione, si dedica alla produzione artistica. Così, incoraggiato dall’amico Matteo Pastore, che lo mette in contatto con il gallerista Guido Carbone e con il collezionista-architetto Corrado Levi, espone in alcune mostre collettive in compagnia di scultori come Paolo Cassarà e Shmidlin, rappresentando un mondo di architetture fantastiche, eccentriche e cosmopolite. Nel 1999 si sposa con Enrica e tra il 2000 e il 2005 nascono Carlo, Rosetta e Clara. In questi anni Mauro si allontana dall’attività espositiva e si concentra sulla professione con i suoi amici e colleghi dello studio “Negozio Blu Architetti Associati”. Ma l’invenzione di mondi e storie continua nel privato, anzi è influenzata dal corso della sua esistenza:Mauro fa via via emergere nelle sue opere elementi più intimi e introversi.

Oggi ha nuovamente il piaceredi esporre.

TestiAlessandro Martini

Fotografie Giulia BonettoEmilio Bianco

Stampa Colorlife

Grafica Supermaxistudio

si ringraziano

Atelier C&CMinassopietreValentina BuonincontiElena PacielloEnrica Pagliano

©2014 Torino

SPAESAGGI2000-2014