Palazzo Bonaffari, pp. 302-307

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PADOVA: ARCHITETTURE MEDIEVALI PROGETTI DI ARCHEOLOGIA a cura di Alexandra Chavarría Arnau Progetto ARMEP (2007-2010) SAP Società Archeologica

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a cura di Alexandra Chavarría Arnau

Progetto ARMEP (2007-2010)

SAPSocietàArcheologica

In copertina: Palazzo Zabarella, particolare del prospetto meridionale

Design: Paolo Vedovetto

Composizione: SAP Società Archeologica s.r.l.

Stampa: La Serenissima, Vicenza

© 2011 SAP Società Archeologica s.r.l. Viale Risorgimento 14, Mantova

ISBN 978-88-87115-71-0

A. Chavarría Arnau Il progetto ARMEP: obiettivi, metodologia e primi risultati

A. Chavarría Arnau Case solarate e domus incastellate: architettura residenziale a Padovatra l’alto medioevo e il XII secolo

G.P. Brogiolo Architetture religiose a Padova alla fine dell’XI secolo

A. Chavarría Arnau Edilizia residenziale a Padova in età comunale

F. Boaretto Un documento inedito sull’organizzazione urbanistica di Padovamedievale

A. Chavarría Arnau, G. Russo, S. Schivo Il lessico architettonico dell’edilizia residenziale di Padova

A. Scillia La mensiocronologia dei laterizi e le tecniche murarie di Padova

V. Valente La gestione GIS del progetto ARMEP

F. Boaretto, V. Valente Lottizzazioni nella Padova medievale: tra fonti scritte e GIS analysis

V. Achilli, D. Bragagnolo, M. Fabris A. Menin Metodologie geomatiche integrate per il rilievo 3D di architetture medievali

A. Corrà, G. Salemi Edilizia residenziale medievale di Padova: modellazione 3D

F. Benetti Il progetto di valorizzazione: gli itinerari tematici

Schede dei palazzi

Palazzo Emo-Capodilista A. Chavarría Arnau, F. Franceschini

Palazzo Zabarella A. Chavarría Arnau

Torre del Bo S. Trivellato

Torre degli Anziani A. Baruffato, E. Scabio, I. Zamboni

Torre dei Dotto L. Di Stefano

Casa-torre in via Gritti F. Boaretto

Casa-torre Bibi P. Moschini, P. Vedovetto

Via Vescovado 43-47 S. Trivellato

Palazzo cosiddetto di Ezzelino S. Trivellato

Casa Dondi S. Trivellato

Case in via Vescovado 69-71 G. Russo, S. Schivo

Presunto palazzo Buzzaccarini S. Trivellato

Casa dell’Angelo M. Pavan

Palazzo Montorsi M. D’Alba

Via Santa Lucia 35 S. Trivellato

Casa con barbacani e forno S. Trivellato

Palazzo Bonaffari S. Trivellato

Palazzo detto dei Podestà F. Boaretto

Hospitia di via Dante L. Di Stefano

Collegio Lambertino L. Di Stefano, S. Trivellato

Palazzo Savonarola L. Di Stefano

Palazzo Cittadella-Vigodarzere L. Di Stefano

Bibliografia

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INDICE

L’edificio denominato “palazzo Bo-naffari” è ubicato in piazza Duomo,all’angolo con via dei Soncin. L’areadella piazza risultava in antichitàchiusa da case e palazzi che ven-nero demoliti agli inizi del Nove-cento per aprire l’attuale viaVandelli come continuazione di viaMonte di Pietà. Dall’esame del Catasto Napoleo-nico (numero di mappale 471) sipuò notare come già nell’Otto-cento l’edificio fosse consideratoun unico corpo di fabbrica, nono-stante la diversità dei portici ne ri-veli l’origine da due differenti edifici.Il palazzo è costruito con laterizi eha tre livelli fuori terra. Il prospettoovest (su piazza Duomo) è carat-terizzato da un portico non uni-forme con sei archi a tutto sestorisultato dell’unione di due corpi difabbrica differenti. I tre archi sullaparte sinistra del prospetto pre-sentano maggiore luce, ghiera ebardellone semplici e poggiano supilastri; gli altri tre (più bassi e didimensioni ridotte) hanno doppiaghiera, capitello scantonato e pog-giano su colonne che si innalzanoda un plinto. Al primo piano siaprono tre bifore a tutto sesto inlaterizi con colonnina e capitello acrochet in pietra e con arco di rac-cordo a sesto acuto in lateriziposti di taglio e bardellone sem-plice; il semigiro è decorato apunta di diamante nelle prime duebifore e con un motivo bicroma-tico a squame di pesce nella terza.La bifora a sinistra del palazzo èinserita tra due erri in pietra; men-tre tra le altre due bifore è pre-sente una traccia di ghierasemplice a tutto sesto tamponata.Sempre al primo piano vi sono treaperture a tutto sesto con ghiera

semplice in laterizio; quella cen-trale è caratterizzata da un bal-concino e da una copertura adoppio spiovente in marmobianco. Il secondo piano è contrad-distinto da sei aperture rettango-lari sormontate da una fascia diarchetti pensili con peducci in pie-tra da cui scendono quattro pic-cole lesene che scandiscono ilfronte dell’edificio. La fascia di mu-ratura, situata tra la metà supe-riore delle finestre e gli archetti, èintonacata con tracce di affresco.Il coronamento è costituito da unadoppia cornice con motivo a rombinella parte inferiore e a torciglionein quella superiore.Il fronte sud presenta al pianter-reno: un arco a tutto sesto consemplice ghiera in laterizi facenteparte del portico che si sviluppa supiazza Duomo; una piccola aper-tura e due monofore a tutto sestotutte con ghiera di mattoni e bar-dellone semplice; due porte rettan-golari con stipite superiore inpietra e portone a sesto ribassatocon ghiera in laterizi. Vi sono inol-tre una porta a sesto acuto e unapiccola monofora a tutto sesto en-

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1. Catasto Napoleonico del 1810 (Pa-vanello 1977). In rosso: la piantadell’edificio.

2. Piazza del Duomo quando il lato me-ridionale era chiuso. Sulla sinistra unoscorcio di palazzo Bonaffari, con i suoicaratteri cinquecenteschi, prima deirifacimenti di XX secolo (Semenzato1986, p. 66).

3. Bifora nel prospetto ovest.

4. Capitello scantonato ed arcate condoppia ghiera nel prospetto ovest.

5. Mensole in pietra murate nel pro-spetto sud.

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trambe murate e tre porzioni dighiere di aperture precedenti. Ilprimo piano è costituito da unapiccola apertura e da tre mono-fore a tutto sesto, di dimensionimaggiori, con ghiera in laterizi; visono inoltre tre bifore a tuttosesto con arco di raccordo asesto acuto. Tutte queste aper-ture riprendono per motivi decora-tivi e materiali il prospetto ovest. Èinoltre visibile la traccia dellaghiera di un’apertura più anticatamponata. Anche il secondopiano riprende la facciata supiazza Duomo con una serie dinove finestre rettangolari, la fasciaintonacata, la serie di archetti pen-sili e il coronamento in soluzione dicontinuità col fronte ovest. Dallafascia di archetti discendono trelesene di dimensioni differenti edue canne fumarie in laterizio de-corate nella parte inferiore con pe-ducci. La parte più orientale delprospetto presenta sei mensole inpietra.Nel 1370 il palazzo era proprietàdi Jacobello da Milano ed in se-guito di Baldo de’ Bonaffari celebregiureconsulto, oratore e consi-gliere di Francesco Novello da Car-rara (Brentari 1891, p. 138). Nel1909 risulta dell’orfanotrofio fem-

ghiera al piano superiore, le por-zioni inferiori delle canne fumarie,la lesena centrale, tre archetti infacciata e sei elementi in pietrache venivano usati probabilmentecome base per le mensole.La seconda fase corrisponde-rebbe nel prospetto ovest al tam-ponamento delle aperture di primafase. Nel prospetto sud, oltre cheal tamponamento di parte di que-ste aperture, è ipotizzabile la rea-lizzazione di una porta a sestoacuto e quella che sembrerebbeessere una finestra ad arco constipiti in laterizio. La terza fase non è visibile nel pro-spetto occidentale ma si ritrova inquello meridionale. In questo mo-mento venne plausibilmenteaperta una porta rettangolare constipite superiore in pietra e venneaggiunto il medesimo stipite sullaporta di prima fase, inoltre vennetamponata la porta a sesto acuto. Un cambiamento di tessitura nel-l’apparecchio murario (nel pro-spetto ovest) sembrerebbe indi-care il tamponamento diun’apertura rettangolare oggi nonpiù visibile. Nel prospetto sud siipotizza in un momento non defi-nito tra la terza e la quarta fasel’apertura di finestre rettangolariin pietra di Nanto (visibili dalle fo-tografie storiche di inizio XX secolo

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minile di Santa Maria delle Graziee al pian terreno sono documen-tate attività commerciali (AGCD,Commissione d’Ornato, Atti Ammi-nistrativi per Categorie, b. 349,fasc. 113).

Analisi stratigrafica

L’analisi stratigrafica, nonostante ipesanti rimaneggiamenti, ha per-messo di identificare sette fasi.

Descrizione delle fasi

Nel prospetto ovest sono in fasecon la muratura originaria le seiarcate del portico con la ghierasemplice o doppia, i capitelli, le co-lonne, i plinti e i pilastri in pietra sucui poggia l’edificio, nonché laghiera di un’apertura a tutto sestodel primo piano. Sul prospetto sudsono ascrivibili alla prima fasel’arco a tutto sesto del portico, lozoccolo in pietra che caratterizzatutta la base dell’edificio, due aper-ture a tutto sesto con ghiera in la-terizi, una porta (di cui rimangonoi fili laterali poiché modificata nellefasi successive), un lacerto di

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e da un progetto conservatopresso l’Archivio Generale del Co-mune di Padova). In un ulteriore momento l’edificiovenne sopraelevato; lo dimostra,su entrambi i prospetti, un cambia-mento del materiale costruttivoche si differenzia da quello di primafase per tessitura, colore e dimen-sione dei laterizi. In questa fase sa-rebbero state realizzate anchedelle piccole aperture quadrango-lari di cui oggi non resta alcunatraccia poiché obliterate dalleaperture delle fasi successive, mache sono riscontrabili nelle foto-grafie storiche.Successivamente entrambe lefacciate furono interessate da pe-santi rimaneggiamenti: vennerodecorate alla sommità con unaserie di archetti pensili sotto iquali si aprono le aperture rettan-golari terminanti a bifora (sei sullafacciata verso piazza Duomo enove verso via Soncin), le facciate

vennero scandite da lesene (quat-tro a ovest e due a sud) e l’edificiovenne terminato con il doppio cor-nicione visibile ancor oggi. Nelprospetto ovest vennero aperte letre bifore con arco di raccordo asesto acuto, le due monofore atutto sesto, e la porta-finestra atutto sesto con il suo balconcinoe la copertura a doppio spiovente.Nel prospetto sud vennero realiz-zate le tre bifore con arco di rac-cordo a sesto acuto, le cinquemonofore a tutto sesto, nonché ilportone a sesto ribassato pre-sente all’estremità destra dellafacciata. In questa fase si riscon-trano anche una serie di inter-venti di ristrutturazione dellecanne fumarie. Infine vennero effettuati una seriedi piccoli risarcimenti ed interventidi ristrutturazione su entrambe lefacciate e vennero rivestiti di into-naco i pilastri del portico su piazzaDuomo.

Cronologia

La prima fase, comprendente lazona del portico, è riferibile all’iniziodel Trecento per la tipologia archi-tettonica delle arcate e delle aper-ture dell’edificio. La seconda fase potrebbe esseredi XIV secolo per la tipologia delleaperture, inserite in un momentosuccessivo alla prima fase.La terza, la quarta e la quinta fasesi sviluppano dal Trecento al XX se-colo.Dopo il 1920, anno del progetto diMoschetti, venne effettuato l’am-pio rimaneggiamento delle fac-ciate identificato come sesta fase:risulta infatti inventata tutta laserie di aperture del primo e se-condo piano che andarono a sosti-tuire la fase cinquecentesca diripristino del palazzo.L’ultima fase è databile ad un mo-mento non ben definito del XX se-colo.

Citazioni

AGCP, Commissione d’Ornato, AttiAmministrativi, b. 349, fasc. 113.“L’orfanotrofio femminile di SantaMaria delle Grazie è proprietario in Pa-dova sita fra P.za del Duomo e via deiSoncin. Alla bottega sottoposta all’an-golo di detta casa necessita per arieg-giarla, far fare un foro di finestra a latodi via dei Soncin. Più che una finestrasi tratta di collocare una pietra trafo-rata togliendola al posto dove presen-temente si trova per trasportarla unpo’ più avanti e precisamente a m.5.80 in luogo di m. 4.60 a partire dalmuro di prospetto della bottega. Pertale lavoro si chiede alla S. V. Ill. il ne-cessario permesso per norma dell’uf-ficio tecnico municipale si traccia quitergo il tipo di parte del fianco dellacasa dove si dovrebbe fare il lavoro.Con l’avvertenza che la pietra traforarata con una croce è quella che do-vrebbe essere tolta via”.

F. ZULIANI 1977, L’edilizia privata traDuecento e Trecento, in L. PUPPI, F. ZU-LIANI, Padova: case e palazzi, Vicenza, p.26: “Pressoché in giudicabile è la notacasa Bonaffari in piazza del Duomo,frutto di un completo ripristino”. Nota17: “La casa Bonaffari è stata restau-rata dal Moschetti all’inizio del secolo:la facciata, in precedenza, mostravaun carattere cinquecentesco. La casanel 1370 era di Jacobello da Milano,e poi di Baldo de Bonaffari, consiglieredi Francesco Novello. La parte destra

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del portico, ha un carattere duecente-sco: ma per tutta la parte superiorel’intervento di ripristino appare senz’al-tro eccessivo, e così anche sul lato divia dei Soncin. Risulta infatti inventatol’apparato decorativo delle finestre,tutto il secondo piano, con le aperturericavate sotto la fila di archetti pensili.

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6. Monofora a tutto sesto e sulla sini-stra monofora più antica del pro-spetto sud.

7. Il progetto di rifacimento del frontesu piazza Duomo (scala 1:50). Si no-tino sulla parte sinistra le finestrecinquecentesche, e sulla parte cen-trale la trifora lombardesca che ca-ratterizzava il prospetto. Sulla partedestra, invece, il progetto presentale bifore e il sistema ad archetti chesarebbero stati aggiunti all’edificio(Piazza Duomo, 2, casa trecentescagià Bonaffari poi Milan, RIP, PiazzeXI 41, XI-6557).

8. Palazzo Bonaffari, progetto di mo-difica del prospetto su via Soncin(AGCP, Atti Amministrativi per ca-tegorie, b. 349, fasc. 113).

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