“Nuovi Scenari per la creazione di Servizi Turistici Locali legati alle Risorse Culturali,...

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Pag. 1 a 25 PROVINCIA DI COSENZA KROTONTUR Sistema informativo crotonese territoriale per il turismo e la cultura. Workshop intersettoriale “Nuovi Scenari per la creazione di Servizi Turistici Locali legati alle Risorse Culturali, all’Agricoltura e all’Enogastronomia Tipica: quali implicazioni nelle politiche dei territori?” Focus Group di lavoro su idee e percorsi operativi tra Amministratori, Tecnici e Ricercatori, Associazioni di volontariato, Imprese e mondo del lavoro 27 Maggio 2015 Rapporto risultati finali Lavori workshop condotti con metodo EASW® UE dal Dr. Salvatore Barresi

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PROVINCIA DI COSENZA

KROTONTUR

Sistema informativo crotonese territoriale per il turismo e la cultura.

Workshop intersettoriale

“Nuovi Scenari per la creazione di Servizi Turistici Locali legati alle Risorse Culturali, all’Agricoltura e

all’Enogastronomia Tipica: quali implicazioni nelle politiche dei territori?”

Focus Group di lavoro su idee e percorsi operativi tra Amministratori, Tecnici e

Ricercatori, Associazioni di volontariato, Imprese e mondo del lavoro

27 Maggio 2015

Rapporto risultati finali

Lavori workshop condotti con metodo EASW® UE dal Dr. Salvatore Barresi

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Promozione workshop:

Provincia di Cosenza, Calabria, Italia - Dott.ssa Gabriella FITTANTE

Tullio Romita (Università degli Studi della Calabria)

Comune di Crotone

Heraklion Development Agency S.A.

Organizzazione, facilitazione, report:

Agenzia Puzzle, Cosenza, Italia - Alessio Annamaria

Facilitatori:

Salvatore Barresi (1)

Eva Katsaraki, funzionaria dell'agenzia per lo Sviluppo di Heraklion

Maggio 2015

1 sociologo economista, project manager, esperto coordinamento e organizzazione di progetti complessi per la ricerca e lo sviluppo

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Sommario Introduzione ............................................................................................................................... 4

1. Focus Group - “Nuovi Scenari per la creazione di Servizi Turistici Locali legati

all’Enogastronomia Tipica, alle Risorse Culturali e all’Agricoltura: quali implicazioni nelle politiche

dei territori?” .............................................................................................................................. 5

2. Il “Seminario Europeo di Simulazione Partecipativa” (European Awareness Scenario

Workshop – EASW ®) ................................................................................................................ 10

2.1 Obiettivi di un workshop EASW .................................................................................. 10

2.2 Metodologia .............................................................................................................. 11

2.3 Fasi di lavoro .............................................................................................................. 11

3. I partecipanti al workshop ................................................................................................. 13

4. Prima sessione di lavoro – Gli Scenari per gruppi di settore ............................................... 13

5. Punti di forza e di debolezza dell’offerta turistica locale..................................................... 18

6. Risultati Finali .................................................................................................................... 22

Conclusioni ............................................................................................................................... 24

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Introduzione

Si chiama Krotontur ed è un progetto di gemellaggio destinato ad accomunare in un

sistema informativo territoriale al servizio del turismo le esperienze del Comune di

Crotone, della provincia di Cosenza e dell'agenzia per lo sviluppo di Heraklion (Creta).

Il Comune di Crotone ha scelto lo scenario del Museo Civico del Castello Carlo V,

testimonianza fattiva delle potenzialità del territorio dal punto di vista storico -

paesaggistico e culturale come base logistica del progetto finanziato dal Ministero dello

Sviluppo Economico con fondi AGIRE POR 2007/2013.

Un progetto voluto dall'assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Crotone

Antonella Giungata e dall'assessore al Turismo della Provincia di Cosenza Pietro Lecce,

con la partecipazione del Professore di Sociologia dell'ambiente e del territorio, presso

l'Università della Calabria, Tullio Romita e della Sig.ra Eva Katsaraki, funzionaria

dell'agenzia per lo Sviluppo di Heraklion, nonché sotto la supervisione del Dipartimento

per la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo Economico nella persona della

dr.ssa Claudia Friia e del Dr. Federico Lasco Dirigente della Direzione Generale per la

Politica Regionale Unitaria Comunitaria del Ministero dello Sviluppo Economico.

Il gemellaggio è finalizzato all'acquisizione da parte del Comune di Crotone di

metodologie, modelli e strumenti operativi attuati dai soggetti offerenti, la Provincia di

Cosenza e l'Agenzia per lo sviluppo di Heraklion ai fini della promozione e della

valorizzazione delle risorse turistiche territoriali locali (culturali, naturali, storico

artistiche, enogastronomiche).

L'adozione di un sistema informativo territoriale per il turismo costruito, tra l'altro,

utilizzando le più recenti tecnologie per l'informazione e la comunicazione, rappresenta

una importante vetrina per la città di Crotone e per l'amministrazione Comunale un

interessante strumento di governance territoriale del turismo.

Un sistema informativo territoriale per il turismo strutturato per ambiti tematici,

utilizzabile on line ed in totale autonomia ai fini dell'accoglienza turistica, della

programmazione e della progettazione di prodotti e soggiorni turistici.

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1. Focus Group - “Nuovi Scenari per la creazione di Servizi Turistici Locali

legati all’Enogastronomia Tipica, alle Risorse Culturali e all’Agricoltura:

quali implicazioni nelle politiche dei territori?”

Osservando il turismo enogastronomico nella sua dimensione quantitativa, si evidenzia in numeri la natura di un turismo dinamico, in piena fase di passaggio, ma, al contempo, carico di potenzialità.

Con un giro d'affari stimato dai 3 ai 5 miliardi di euro, il turismo enogastronomico in Italia può contare su almeno 30 milioni di turisti italiani e 20 milioni di stranieri che nel loro viaggio in Italia cercano opportunità enogastronomiche (fonte: Censis Servizi Spa, 2010).

L'enogastronomia è d'altronde compresente e parte essenziale dell’esperienza turistica in quanto tale. Elemento culturale cardine di una popolazione locale, l’enogastronomia rappresenta uno dei fattori attrattori di una destinazione al pari di un monumento famoso o di un’oasi naturale: “La sperimentazione di atti propri del turismo enogastronomico diventa un complemento rilevante di un viaggio, quello che in gergo di marketing si definirebbe un consumo d’impulso” (Osservatorio sul Turismo del Vino – IX Rapporto annuale – I nuovi dinamismi di un turismo di tendenza”, 2011).

La trasversalità del fattore enogastronomico emerge in tutta la sua rilevanza scorrendo i dati forniti dall’Osservatorio Nazionale del Turismo nell’Analisi dei prodotti turistici (su dati Unioncamere, 2011) sulla base di 13 tipologie delineate di turismo: della montagna; del mare; dei laghi; della cultura (città d’arte); religioso; della natura e faunistico; dell’enogastronomia; termale e del benessere; dello sport e del golf; business e congressuale; giovanile; del made in Italy; delle arti e dello spettacolo.

La base di dati elaborati dall’Osservatorio Nazionale del Turismo è relativa all’indagine di Unioncamere “Customer care turisti in Italia” 2011. Le dimensioni più interessanti per delineare il peso del fattore enogastronomico sui vari turismi delineati sono concentrate

intorno alle dimensioni rilevate di:

- Altra motivazione principale di soggiorno (interessi ricercati nelle varie tipologie, tra le quali è rilevata la voce “interessi enogastronomici”, possibili più risposte, percentuale calcolata sul totale turisti);

- Attività svolte (tra le quali possono essere indicati “partecipato ad eventi enogastronomici” e “ho degustato i prodotti tipici locali”, possibili più risposte, percentuale calcolata sul totale turisti);

- Quota di turisti che effettua ogni singola voce di spesa (percentuale); - Aspetti ritenuti più importanti durante il soggiorno (tra i quali possono essere

indicati “importanza qualità del mangiare e bere” e “costo della ristorazione”, possibili più risposte, percentuale calcolata sul totale turisti);

- Giudizio medio del soggiorno (tra i quali possono essere indicati “qualità del mangiare e bere” e “costo della ristorazione” possibili più risposte, votazione da 0 a 10);

- Quota di turisti che effettua una certa spesa (tra le quali possono essere indicati “ristoranti e pizzerie, “cibi e bevande acquistati in supermercati e negozi”, “acquisto prodotti enogastronomici tipici”, possibili più risposte, percentuale calcolata sul totale turisti).

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La trasversalità dell’enogastronomia è evidente, così come è anche chiaro che è un valore strettamente legato a vacanze con una forte componente “culturale” intesa in senso di interesse e stile di vita.

In un’ottica di assegnazione dei valori dell’esperienza, potremmo affermare che è un richiamo che tende a completare prodotti turistici che si pongono a cavallo tra le classi “educational” e “entertainment”.

Si nota anche che è un elemento richiesto più a livello internazionale che italiano, probabilmente perché il connazionale è più abituato all’uso di certi prodotti che trova facilmente anche nella grande distribuzione.

Tra i collegamenti trasversali enogastronomia / motivazioni principali di viaggio, è interessante quello riferito al Turismo Natura e Faunistico dove il valore supera l’8% per gli italiani e l’11% per gli stranieri.

Se da una parte il valore dell’enogastronomia non ha sempre grande importanza nella scelta, la qualità del mangiare e del bere è un fattore che può condizionare la valutazione della vacanza.

Un elemento che per certi aspetti viene dato per scontato, un “must” al quale non si può derogare, anche in questo caso più per gli stranieri che per gli italiani.

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La scala delle motivazioni non si allontana molto da quella rilevata nelle scelte: città d’arte, cultura e made in Italy guidano la classifica.

A parte la motivazione “enogastronomia”, per la quale il dato è scontato, si nota la presenza ai primi posti anche del turismo termale e di quello sportivo.

La causa potrebbe essere legata non tanto ad una “qualità” legata al valore di tipicità e unicità, quanto all’adeguatezza delle attività svolte.

Tuttavia sarebbe importante declinare la gastronomia italiana e regionale anche su questi valori per penetrare in fasce di mercato convertibili poi in flussi turistici.

A consuntivo l’attività legata al mondo dell’enogastronomia assume un ruolo importante nell’esperienza turistica.

Tra il 20% e il 50% dei turisti dichiarano di avere degustato un prodotto tipico locale e non si allontana dal 10% il valore medio totale di coloro che hanno partecipato ad eventi enogastronomici.

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Seppure non sempre il turista partecipi ad eventi legati all’enogastronomia, si nota invece una tendenza ad acquistare prodotti tipici.

È interessante il caso del turismo sportivo, che si mantiene a livelli medi per quanto riguarda l’importanza dell’enogastronomia nella scelta e durante la visita, ma diventa poi il primo per percentuale di praticanti italiani che hanno acquistato prodotti tipici.

Si conferma invece l’importanza commerciale del prodotto locale nel turismo montano e in quello legato alla natura.

Nei settori business, arte e spettacolo e montagna la quota più alta di stranieri che frequentano ristoranti, mentre per gli italiani oltre a quelli business e montagna, si segnalano made in Italy e cultura.

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In sintesi, il giudizio medio sui fattori enogastronomici è trasversalmente positivo con “voti” che, per gli italiani, vanno dal 7,9 del turismo business e congressuale all’8,6 di quello dei laghi, della cultura e della natura (valori da 0 a 10, media 8,3). Per gli stranieri invece l’ambito di variazione è tra 8,1 del “giovanile” e 8,8 del ”enogastronomico” (media 8,5).

Un po’ più bassa, seppur sempre positiva, la valutazione sul costo della ristorazione che però assume valori più alti nel rapporto costo/qualità proprio per lo specifico ambito enogastronomico.

In generale sembrerebbe quindi una ristorazione ritenuta non economica ma della quale gli esperti riconoscono l’elevata qualità rispetto al prezzo.

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2. Il “Seminario Europeo di Simulazione Partecipativa” (European

Awareness Scenario Workshop – EASW ®)

2.1 Obiettivi di un workshop EASW

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2.2 Metodologia

2.3 Fasi di lavoro

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3. I partecipanti al workshop

Tale metodo è stato particolarmente efficace, perché ha messo in rapporto i differenti soggetti; infatti, ai lavori hanno preso parte un numero predeterminato di persone, selezionate in base al grado di rappresentatività dei loro rispettivi ambiti socio-economici:

- Gabriella Fittante – Dirigente Provincia di Cosenza (CS); - Barretta Francesco – Assessore allo Sviluppo Comune di Crotone (KR); - Abbruzzino Giovanna – Assessore Comune di Cirò Marina (KR); - Lonetti Maria Teresa - Assessore Comune di Melissa (KR); - Aloe Paolo - Assessore Comune di Strongoli (KR); - Pavone Maria - Istituto di Istruzione Secondaria Polo Cutro (KR); - Naso Noemi – Consorzio Cultura & Innovazione - Crotone (KR); - Fazio Lino – Buone Prassi srl – Crotone (KR); - Liotti Gianni – Lega Navale Crotone (KR); - Mori Marta Rachele – Funzionario MIBAC; - Romita Tullio – Docente UNICAL (CS); - Federico Francesco – Funzionario Comune di Crotone; - Teresa Garrubba – Funzionario Comune di Crotone; - Giusy Trecozzi – Funzionario Comune di Crotone; - Pietro Ferrante – Funzionario Comune di Crotone;

Gli attori suddivisi nei gruppi d’interesse sono stati “invitati a proiettarsi nel futuro ed elaborare attraverso interviste reciproche scenari positivi e negativi del territorio in cui vivono e lavorano, sui temi dei Servizi Turistici Locali legati all’Enogastronomia Tipica, alle Risorse Culturali e all’Agricoltura.

4. Prima sessione di lavoro – Gli Scenari per gruppi di settore

Le visioni elaborate da ciascun gruppo sono state discusse in una sessione plenaria, dalla quale, tramite votazione, si sono scelte le “visione comuni” che hanno riscosso più adesioni.

N. VISIONI VOTI 1 IDENTITA’ E TERRITORIO - MKTG TERRITORIALE 10 2 BIODIVERSITÀ 9

3 LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO ATTRAVERSO RETI LOCALI DI PRODOTTI TIPICI

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4 IL SISTEMA DI QUALITÀ: LA FILOSOFIA DI VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI - COSA SI INTENDE PER PRODOTTI TIPICI LOCALI

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5 PERCHÉ FARE “RETE” - A COSA SERVE FARE “RETE” - COME SI FA A FARE “RETE” - QUANTO SI GUADAGNA A FARE “RETE”

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6 VALORIZZAZIONE RISORSE STORICHE E CULTURALI 8

7 COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI ECONOMICI PRODUTTIVI TERRITORIALI

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La 2° parte, dopo aver individuato i gruppi tematici, ha previsto, partendo dalla visione

prescelta, la formulazione di idee sulla implementazione della stessa.

Le diverse idee sono state votate e quelle che hanno ottenuto più voti hanno costituito

la base delle attività dei focus, il tutto elaborato dagli stessi partecipanti al Workshop.

IDEE PIÙ VOTATE

Graduatoria Idee dei Gruppi di tematici

IDEA COME VOTI

IDENTITA’ E TERRITORIO - MKTG TERRITORIALE

- Valorizzazione dell'insieme delle sue risorse, delle sue tradizioni, del suo stile di vita;

- Comunicare l’identità della destinazione enogastronomica:

- Promuovere un’immagine territoriale condivisa

- Orientare il visitatore - Rendere il turista più consapevole - Evidenziare il valore della risorsa turistica - Creare filoni di comunicazione differenziati. Essere in grado di: • attrarre l'attenzione del potenziale turista; • influenzare le sue opinioni sulla destinazione, i

suoi atteggiamenti e le sue preferenze di viaggio;

• suscitare una reazione emotiva nei confronti della destinazione;

• creare una relazione duratura con il visitatore, incentivandone la fedeltà.

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BIODIVERSITÀ - Le produzioni tipiche e di qualità giocano un ruolo fondamentale nella conservazione della biodiversità, in quanto intervengono:

· nella strutturazione dei paesaggi agrari; · nella prevenzione del degrado del suolo; · nella tutela di flora e fauna; · nella riduzione di perdita di variabilità genetica; · nel recupero di razze domestiche;

- Ma anche dal punto di vista economico e socio-culturale, in quanto:

· permettono il recupero di pratiche di lavoro tradizionali, legate alla cultura ; · stimolano la partecipazione di attori locali (produttori, trasformatori) con ricadute positive su turismo, artigianato e cultura; · costituiscono un’opportunità di reddito e occupazione per le diverse realtà locali;

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· consentono la permanenza di popolazioni nelle aree rurali garantendo il presidio del territorio

LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO ATTRAVERSO RETI LOCALI DI PRODOTTI TIPICI

- Far in modo che il territorio attragga e mantenga le componenti funzionali al suo sviluppo;

- con Chiarezza - in Collaborazione - con il Consenso - nella Continuità

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IL SISTEMA DI QUALITÀ: LA FILOSOFIA DI VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI - COSA SI INTENDE PER PRODOTTI TIPICI LOCALI

- La valorizzazione delle produzioni tipiche costituisce una strategia efficace per il conseguimento di molteplici obiettivi sia di carattere economico (rivitalizzazione delle colture tipiche, diversificazione delle produzioni, acquisizione di nuovi sbocchi di mercato, ecc.) sia socio-culturali (recupero delle tradizioni e della cultura locale, rafforzamento dell'identità locale, ecc.).

- Essa si fonda su potenzialità specifiche di un territorio: know how, tradizioni e culture locali che conferiscono alle produzioni la loro immagine specifica (tipicità) e rappresenta un'operazione economica che richiede l'individuazione precisa dei potenziali sbocchi di mercato, la definizione e l'attuazione di strategie commerciali ed il rispetto di un requisito essenziale: la qualità.

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PERCHÉ FARE “RETE” - A COSA SERVE FARE “RETE” - COME SI FA A FARE “RETE” - QUANTO SI GUADAGNA A FARE “RETE”

- Fare rete si intende creare una “catena di valore” per far si che la capacità, la creatività, le competenze tecniche e l’imprenditorialità delle imprese locali vengano potenziate in un programma di rete che configura un percorso strategico per la valorizzazione dei prodotti agro alimentari Tipici del Marchesato Crotonese.

- CREARE UNA “CATENA DI VALORE” - La RETE produce valore per due ragioni

fondamentali: - Permette di aggregare le competenze, senza

sovrapposizioni, disegnando una FILIERA AGROALIMENTARE che si estende dal produttore o allevatore agricolo, fino alla distribuzione del prodotto al cliente finale;

- Nell’ambito di una coesione di IMPRESE guidate da imprenditori emotivamente intelligenti, non solo tecnicamente preparati,

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vale sempre il principio che l’unione fa la forza e che l’unione deve per aver successo deve avvenire fra IMPRESE che già di per sé, a prescindere dalla RETE, dimostrano capacità che le distinguono: una alleanza tra deboli, sarà una debole alleanza ed i risultati mediocri. Il settore agroalimentare può essere redditizio, ma come ben sanno gli IMPRENDITORI AGRICOLI più avveduti, i margini operativi aziendali divengono interessanti solo se si riesce a collocare il prodotto secondo determinate modalità.

- La RETE serve ad aggregare IMPRESE valide e specializzate, in modo che la RETE metta a disposizione competenze del seguente tipo:

- Criteri evoluti e moderni di gestione aziendale; - Marketing e sviluppo di una politica di Brand

Image e di Company Image; - Politiche commerciali per lo sviluppo di una

qualificata distribuzione di fascia medio alta; - Organizzazione con competenza di Eventi per

la promozione dell’ INIZIATIVA e dei suoi contenuti;

- Assistenza formativa di carattere tecnico nelle colture e nell’allevamento, mediante lo sviluppo di collaborazioni con enti ed istituzioni;

- La RETE può accedere ad interessanti agevolazioni finanziarie: numerosi sono i BANDI che si stanno aprendo per favorire lo sviluppo di questa forma di aggregazione tra IMPRESE. Particolare attenzione dovrebbe essere riservata al settore agricolo, specie se orientato all’esportazione di prodotti TIPICI locali;

- Certificazione di autenticità e di tipicità dei prodotti, offrendo la garanzia al consumatore finale che il prodotto è realmente realizzato nel TERRITORIO del MARCHESATO CROTONESE da allevatori o coltivatori LOCALI.

- Altri aspetti potrebbero essere posti in evidenza, ma l’essenza del fare RETE è il creare un GRUPPO che si doti degli strumenti fondamentali per poter svolgere una imprenditoria moderna, efficiente, di valorizzazione del prodotto, orientata all’esportazione. Appare evidente, salvo alcuni

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casi “illuminati”, che la Brand Image ad esempio, o la Company Image, sono concetti che le piccole IMPRESE, pur magari avendo ottimi prodotti non conoscono e non sanno utilizzare.

- La RETE deve mettere al proprio interno questo tipo di competenze, indispensabili per collocare il prodotto in un giusto e redditizio posizionamento di mercato nazionale ed internazionale.

- La RETE deve servire a mettere in stretto rapporto di collaborazione il mondo agricolo della produzione, quello artigianale della trasformazione e quello ristorativo e del commercio al dettaglio con i consumatori e il mercato locale in generale.

VALORIZZAZIONE RISORSE STORICHE E CULTURALI

- Il prodotto territorio ha componenti di tipo fisico (monumenti, infrastrutture, ecc.) e componenti di tipo organizzativo e di servizio (promozione, comunicazione, risorse umane, coinvolgimento della collettività, ecc.).

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COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI ECONOMICI PRODUTTIVI TERRITORIALI

- Promozione di sistemi produttivi ad alta qualità (tecnologica, ambientale, sociale)

- Localizzazione razionale delle attività - Privilegio della filiera corta, delle imprese

piccole e dell’economia solidale

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5. Punti di forza e di debolezza dell’offerta turistica locale

Crotone, nonché tutta la Calabria è un territorio con bassa densità abitativa e modesti

rocessi di industrializzazione, ma ricca di risorse naturali, in parte incontaminate proprio

grazie alla povertà del tessuto produttivo ed alla perifericità della sua posizione

geografica. Un’elevatissima percentuale del territorio è destinata ad aree protette. La

ricchezza di risorse naturali rappresenta un punto di forza potenziale dal punto di vista

turistico, ma sino ad oggi ha costituito principalmente una debolezza, poiché l’offerta

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turistica si è incentrata su una delle risorse naturali, quella di cui la regione, essendo

circondata dal mare, è maggiormente dotata, cioè l’offerta balneare. Si tratta, fra l’altro,

dell’attrattiva più richiesta oggi dai turisti italiani. Ciò ha determinato un elevato

disinteresse, nella pianificazione turistica, per le altre risorse e, di conseguenza, una

modestissima conoscenza ed attenzione da parte dei turisti per altri elementi di

attrattiva.

La prevalenza delle presenze relative al segmento del turismo balneare estivo è la

determinante fondamentale dell’elevatissima stagionalità della domanda, che ha

evidenti effetti negativi, che innescano un vero e proprio circolo vizioso. Riduce, infatti,

l’interesse ad investire nel turismo ed impoverisce l’offerta di servizi nei periodi di bassa

stagione, aggravando ulteriormente il fenomeno stesso, con rilevanti conseguenze, quali

bassissimi valori degli indici di utilizzazione lorda e netta delle strutture ricettive, ridotti

tassi di ritorno sugli investimenti, difficoltà nel reperimento di personale qualificato e

numerosi altri problemi. Inoltre, determina scarso interesse dei policy makers e degli

imprenditori del comparto ad investire nella valorizzazione di risorse turistiche differenti

da quelle legate al turismo balenare, impoverendo ulteriormente, in termini di capacità

di attrazione, le aree interne della Calabria.

Anche la scarsa presenza di turisti stranieri nella regione accentua il fenomeno della

stagionalità, poiché gli italiani concentrano ancora notevolmente ed in misura maggiore

rispetto ad altri turisti i loro periodi di soggiorno nei mesi estivi.

Appare, quindi, necessaria l’adozione di politiche di posizionamento dell’offerta volte a

soddisfare l’evoluzione in atto nella domanda, che da modelli di vacanze tradizionali

(tutte sole e mare) si sposta verso soggiorni più attivi, con molteplici interessi e verso

forme diversificate e più complesse di fruizione turistica, oltre che verso una crescente

attenzione al rispetto delle risorse naturali ed all’autenticità dell’offerta turistico-

culturale.

Nella pianificazione di marketing va tenuto presente che si parte penalizzati da un

sistema turistico complessivo caratterizzato da scarso orientamento strategico al

mercato e da rilevanti carenze negli aspetti organizzativi ed informativi, a causa della

limitata programmazione che ha caratterizzato il passato e della scarsa cooperazione fra

gli operatori del comparto. A ciò si aggiungono evidenti carenze nell’offerta di servizi

turistici complementari ed ausiliari, quali intrattenimento, accoglienza, informazione,

soprattutto in periodi di bassa stagione, e di strutture e servizi specializzati, indirizzati a

specifici segmenti di mercato. Infine, altro elemento penalizzante appare la scarsità di

attrazioni turistiche di tipo primario con un bacino d’utenza extra-regionale, quali parchi

tematici, efficienti porti turistici e così via.

Per completare il quadro di riferimento è necessario, infine, segnalare che un altro

elemento che penalizza fortemente il sistema turistico locale è l’insufficiente livello

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quali-quantitativo delle infrastrutture di supporto al turismo e dei servizi pubblici in

generale. Crotone e la Calabria, infatti, presentano indicatori di dotazione

infrastrutturale notevolmente inferiori sia in termini qualitativi che quantitativi rispetto

al resto del territorio nazionale. In particolare, carente appare la situazione di reti

idriche, trasporti e viabilità, soprattutto relativamente alla mobilità interna. Si tratta,

come noto, di elementi che possono influire in modo determinante sullo sviluppo

turistico di un’area e che, se carenti, scoraggiano i potenziali turisti.

Un’ultima caratteristica del settore turistico nella territorio, da segnalare per le sue

implicazioni negative, è l’inesistenza di una filiera produttiva; si nota, in particolare,

un’interruzione sia a monte (nel reperimento di risorse produttive) che a valle

(nell’accesso ai canali distributivi) e ciò comporta una notevole difficoltà nella

commercializzazione. Per questo motivo spesso i turisti conoscono località e strutture

ricettive calabresi soprattutto tramite il “passaparola”, hanno difficoltà ad entrare in

contatto con le numerosissime imprese di piccole dimensioni (spesso a gestione

familiare) e acquistano la vacanza in Calabria autonomamente e non tramite tour

operators e agenzie di viaggio.

Infine, appare evidente come carenze nella programmazione e mancata pianificazione

delle presenze turistiche abbiano determinato in numerose località un notevole degrado

delle risorse naturali. La risorsa naturale sinora più importante dal punto di vista

turistico, vale a dire il mare, è minacciata, inoltre, dall’inquinamento, esclusivamente di

natura organica di origine civile in tutta la regione. Tale problema si manifesta

principalmente nei mesi estivi a causa delle presenze eccessive, che rendono

insufficienti impianti di depurazione e reti fognarie. L’elevata stagionalità della

domanda, infatti, fa sì che sia oltrepassata la capacità di carico del territorio.

Si pone, quindi, in modo sempre più pressante, nell’ottica del destination management,

il problema della valutazione dell’impatto ambientale dei flussi turistici e della necessità

di limitarli e di razionalizzarli, favorendo forme di turismo sostenibile, miranti alla

valorizzazione delle risorse locali nel rispetto però della capacità di carico o di

saturazione del territorio. Un primo passo verso risultati di questo tipo dovrebbe essere

una distribuzione maggiormente equilibrata delle presenze turistiche nel territorio

regionale. Tale obiettivo dovrebbe essere perseguito attraverso il coinvolgimento delle

aree interne e l’individuazione di zone ad alto interesse naturalistico e/o già a rischio, da

salvaguardare ed in cui favorire lo sviluppo di forme di soft tourism, vale a dire di un

turismo non di massa, dallo sviluppo graduale e non invasivo, basato sull’attività di

piccole imprese locali sensibili alle problematiche ambientali.

Per ridurre ulteriormente la stagionalità delle presenze turistiche ci si dovrebbe

indirizzare al turismo straniero, particolarmente interessante, oltre che per la minore

irregolarità della distribuzione delle presenze nell’arco dell’anno, anche per il maggiore

livello di spesa media giornaliera e la permanenza media più lunga. Bisognerebbe,

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inoltre, rivolgersi a nuovi bacini geografici di domanda, cercando di limitare l’attuale

dipendenza da flussi turistici “di prossimità”, ossia provenienti dalla regione stessa e dal

Mezzogiorno, e “di ritorno”, costituiti dalle famiglie degli emigrati calabresi.

Attente politiche di segmentazione della domanda potrebbero consentire

l’individuazione di segmenti e nicchie di mercato interessati a forme di vacanze diverse

da quelle tradizionali, rivolgendosi, in particolare, a target specifici e nuovi, quali il

turismo culturale, il turismo del week-end, il turismo verde, il turismo eno-

gastronomico, il turismo congressuale, il turismo della terza età, il turismo scolastico. Ciò

richiederebbe un incremento nell’offerta di strutture e di servizi specifici per le porzioni

di domanda ritenute potenzialmente più interessanti.

La scelta dello sviluppo di forme di turismo sostenibile richiederebbe uno sforzo in

termini di valorizzazione delle attrazioni turistiche secondarie, alternative al mare,

attraverso strategie finalizzate a recuperare e rendere accessibili specifiche attrattive

locali, promuovendole con la creazione di itinerari tematici e di pacchetti e con

l’organizzazione di eventi. Tali attrazioni, pur numerose, appaiono poco note e/o

difficilmente accessibili. Si tratta di beni artistici e culturali, tradizioni locali, patrimonio

naturalistico, folcloristico ed eno-gastronomico, borghi, attività artigianali e prodotti

tipici di cui Crotone e la Calabria è ricca. In particolare, le aree interne custodiscono veri

e propri tesori: territori ricchi di tradizioni antiche e di prodotti tipici ed artigianali, di

risorse culturali, naturali ed eno-gastronomiche, oltre che di biodiversità, affascinanti

centri storici e così via. Nel crotonese e in Calabria risorse di questo tipo potrebbero

divenire fruibili con specifici investimenti, miranti a favorirne l’accessibilità, e con attività

di promozione ad hoc, ma l’assenza di forme di collaborazione fra i soggetti locali e lo

scarso numero di operatori che fungono da connettori delle risorse stesse (agenzie

incoming, ecc.) rende difficile la realizzazione di strategie di questo genere.

La redazione di un piano di marketing turistico basato sulla valorizzazione di nuove

risorse dovrebbe tener conto del fatto che esse oggi non rappresentano ancora vere e

proprie attrattive turistiche, poiché non sono state adeguatamente valorizzate, rese

accessibili, promosse e vendute sul mercato. Inoltre, in Italia esistono altre regioni che

attraggono visitatori grazie a varie forme di offerta turistico-culturale, quindi l’offerta

turistico-culturale calabrese dovrebbe essere adeguatamente differenziata, per essere

competitiva sul mercato nazionale ed internazionale. Per far ciò dovrebbe essere

arricchita, anche puntando su elementi tipici, caratterizzati da richiami allo stile di vita,

alle tradizioni ed alla cultura locale, così da determinare veri e propri fattori di attrazione

per i turisti maggiormente interessati all’autenticità. La valorizzazione di queste risorse

potrebbe essere, inoltre, il punto di partenza per sviluppare forme di turismo

sostenibile, non invasivo e determinante nel favorire la riscoperta di cultura e tradizioni

locali anche da parte dei residenti e nel consentire la riaffermazione dell’identità locale.

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Per completare il quadro di riferimento, per quanto concerne l’immagine del Crotonese

e della Calabria, in primo luogo, si nota un posizionamento incerto della regione sul

mercato turistico, che determina un’immagine non ben delineata, oltre ad una scarsa

notorietà delle singole mete turistiche regionali. Inoltre, l’immagine stessa negli anni si è

deteriorata, anche a livello internazionale, a causa di una serie di episodi di criminalità e

di motivazioni di ordine economico e sociale e ciò, insieme alla modesta qualità media

dei servizi turistici offerti in passato, ha concorso a ridurre la capacità di attrazione della

regione. Infine, soltanto negli ultimi anni si sono attuate politiche di lancio del marchio

turistico Calabria su scala nazionale ed internazionale.

6. Risultati Finali

Nell'ambito della Focus è stata individuata una nuova possibilità di fare 'territorio' attraverso la possibilità di fare Rete, tenendo conto della mancata valorizzazione nell'area di percorsi turistici storico-culturali, ambientali, archeologici ed enogastronomici rispetto alle nuove caratteristiche della domanda di fruizione di codeste risorse territoriali.

La traduzione dei nodi territoriali in obiettivi progettuali ha centrato il focus riflettendo su di un duplice piano:

1. un'attività rivolta al territorio (azioni di sistema e accompagnamento) che attraverso analisi, studi e ricerche sia in grado di costruire un Sistema Informativo Territoriale sul Turismo locale (risorse storico-culturali, ambientali, archeologiche ed enogastronomiche, offerta di ricettività,

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ristorazione, animazione e servizi turistici con attenzione al particolare al turismo rurale e agriturismi).

2. Il secondo livello dovrà avere come finalità l'orientamento, la formazione e l'accompagnamento di giovani competenti in un percorso di creazione di impresa di servizi nel settore turismo culturale, rurale e ambientale, teso a favorire la costruzione dell'identità socio-culturale; sviluppare l'autostima; rendere operativa la cultura del fare, sviluppare cultura imprenditoriale in grado di acquisire:

CAPACITÀ DI MATURAZIONE E AUTONOMIA PERSONALE, in particolare di:

- analisi e valutazione per scegliere e decidere consapevolmente;

- valutare il contesto lavorativo e di mercato per individuare le strategie operative più opportune da adottare;

- saper scegliere il codice di comunicazione più appropriato e differenziare stili di comunicazione in base al ruolo svolto;

CONOSCENZE LEGATE AL TURISMO CULTURALE-AMBIENTALE E AL TERRITORIO, in particolare:

- del patrimonio ambientale culturale e monumentale e delle risorse turistiche del territorio;

- delle risorse eno-gastronomiche e artigianali dislocate sul territorio;

- della domanda turistico-culturale interna ed estera e delle sue caratteristiche (segmentazione, provenienza, bisogni, ecc.);

- delle caratteristiche dell'offerta turistica (in particolare dei pacchetti di turismo culturale e ambientale) provinciale, regionale e nazionale e di paesi concorrenti;

- del sistema distributivo e di marketing del turismo (Tour operator, tour organizer, agenzie di viaggi) e di promozione delle vendite;

CAPACITÀ DI SVOLGERE ATTIVITÀ DI SERVIZI TURISTICI, in particolare di:

- costruire e promuovere percorsi culturali ed itinerari turistici fruibili da target di pubblico diversificato;

- promuovere e organizzare una visita guidata a tema storico, archeologico-monumentale, ambientale;

- promuovere, organizzare, gestire un evento culturale;

- tradurre idee in progetti operativi finalizzati alla valorizzazione e fruizione turistica di un bene sul territorio in relazione al target di utenza;

CONOSCENZE E CAPACITÀ DELLA GESTIONE DI UNA MICRO-IMPRESA, in particolare:

- conoscenza delle norme le procedure e le strategie per la gestione di una micro azienda;

- conoscenze e capacità di usare le tecniche di controllo di gestione e di redazione di un bilancio;

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- capacità di usare gli strumenti tecnologici di comunicazione, anche a fini dell'autopromozione;

- capacità di usare l'inglese nella comunicazione promozionale e in colloqui di lavoro.

I Risultati da conseguire:

- Sviluppo di formule e percorsi innovativi nella progettazione/creazione di imprese come risposta concreta alla disoccupazione giovanile del territorio. - Sviluppo di capacità imprenditoriali e competenze professionali per l'avvio di

nuove iniziative imprenditoriali nel settore turistico; - Valorizzazione di professionalità d'importanza strategica con funzione di

raccordo tra le risorse del territorio (ambiente-storia-tradizioni-beni monumentali) e l'attività produttiva a fini di valorizzazione turistica; - Sviluppo dell'offerta di servizi professionali nel settore del turismo culturale-

ambientale dell'area; - Progettazione itinerari turistici e prodotti-servizi promozionali utili per la

comunicazione turistica globale del sistema locale; - Promozione e incremento della valorizzazione e fruizione del territorio.

Conclusioni

La prospettiva dell’economia delle esperienze suggerisce dunque di considerare un prodotto tipico locale come un sistema di offerta proposto da una o più imprese ed istituzioni radicate in un territorio geograficamente, culturalmente e storicamente delimitato che viene percepito dalla domanda come un pacchetto di elementi tangibili (prodotti agroalimentari, prodotti artigianali, manufatti), intangibili (informazioni, cultura, storia, saperi, tradizioni, ecc.) e di offerte di servizi ed esperienze (servizi di intrattenimento, eventi, folklore, ecc.) caratterizzato da un’immagine o da un’identità di marca unitaria.

Il processo di valorizzazione dei prodotti tipici è stato più volte presentato come un processo di natura collettiva e territoriale.

Una dimensione questa che, come abbiamo visto in precedenza, emerge sin dalla costruzione della qualità specifica dei prodotti, basata sulle conoscenze acquisite dalla comunità locale nell’interazione con il proprio ambiente e sull’incorporazione nei prodotti di risorse costruite e conservate collettivamente (il paesaggio, i valori culturali ed estetici, il patrimonio di tradizioni, l’eredità storica, l’identità e l’immagine dell’area ecc.).

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Pertanto, se esiste una consapevolezza totale di tutti gli attori alla realizzazione di una forte sinergia tra prodotto locale e territorio solo, in questo caso, si potrà avere un progetto di sviluppo basato sulla valorizzazione delle risorse locali, all’interno dei quali la produzione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari tipiche potranno rivestire una posizione centrale CREARE UNA “CATENA DI VALORE” e una «CONVENIENZA ECONOMICA».

Salvatore Barresi