Non c'è ragione di aver paura delle componenti Ciao Isabella

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20COM01A2003 20COM03A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 11 22:25:32 03/19/97 ICOMMENTI Giovedì 20 marzo 1997 l’Unità 17 PDS Non c’è ragione di aver paura delle componenti GIUSEPPE CHIARANTE UN’IMMAGINE DA... Il RICORDO Ciao Isabella «vecchia» bambina MAURIZIO COSTANZO A DISTANZA di poche setti- mane dal voto pressoché unanime con il quale il Con- gresso del Pds ha approvato il nuovo Statuto che non soloribadi- sce il principio del pluralismo inter- no, ma afferma il diritto delle iscritte e degli iscritti di «dar vita a compo- nenti culturali e politiche con una propria struttura organizzata», il di- battito che con tanta vivacità si è aperto intorno ai possibili rischi di un’articolazione per aree, compo- nenti o correnti richiede senza dub- bio qualche approfondimento. È evidente che si manifesta la com- prensibile preoccupazione per i guasti prodotti dalla degenerazio- ne lottizzatrice che soprattutto a partire dagli anni ‘60 caratterizzò la Dc e le altre principali formazioni politiche dell’area di governo. È al- trettanto vero, però, che la sop- pressione delle correnti e l’adozio- ne di un regime interno di tipo lea- deristico e plebiscitario che Craxi adottò nel Psi degli anni Ottanta, non eliminò affatto queiguasti. Simili precedenti storici debbo- no perciò mettere in guardia - lo sottolineo per la mia responsabilità di presidente del Consiglio nazio- nale dei Garanti - dall’illusione che possano esserci regole statuarie o soluzioni organizzative che di per sé siano sufficienti per scongiurare i ri- schi opposti della frantumazione correntizia o del fittizio unanimi- smo: ed anche per eliminare il peri- colo, che per un partito che viene dalla tradizione del centralismo de- mocratico è forse il più consistente, delle maggioranze che tendono a considerare le posizioni di mino- ranza come «dissenso» da emargi- nare. In realtà questi rischi si com- battono in un solo modo: ossia pro- muovendo una dialettica democra- tica e pluralistica che non si riduca agli aspetti organizzativi, ma anche sia innanzitutto aperto confronto. Queste considerazioni di metodo si collegano strettamente col proble- ma più sostanziale posto da Alfredo Reichlin nell’articolo pubblicato su l’Unità di sabato scorso: ossia il pro- blema della perdurante assenza, nel Pds, di una vera classe dirigente. Reichlin ha certamente ragione nel ritenere che una risposta a questo problema non può venire dal con- fuso dibattito fra partitisti e ulivisti. Ma la questione che Reichlin non si pone è perché continui a mancare nel Pds una classe dirigente all’al- tezza dei compiti. La verità è che in questi anni non sono mancati al partito né dirigenti capaci né maggioranze operative ampie e consistenti. Ciò che è man- cato è stata la capacità di colmare una carenza iniziale di cultura politi- ca, di elaborazione programmati- ca: una carenza alla quale non si può supplirecon soluzioni che rimango- no prevalentementeorganizzative, come quella che tende astratta- mente a identificare lafutura forma- zione politica con l’intera coalizio- ne di centrosinistra oppure quella (certamente più realistica, ma an- ch’essa di limitato respiro) che pun- ta a unificare in un solo partito altre forze e posizioni che praticamente già si sono schierate in un’unica lista col Pdsin occasione dellepolitiche. Costruire una cultura politica che contenda il campo alla dominante cultura neoliberista, elaborare una proposta che guardi non solo ai problemi immediati ma al futuro dell’Italia, dare fondamento ideale e programmatico alla formazione di un grande partito della sinistra, è impresa di ampio respiro, che va ben oltre le manovre tattiche. Ma proprio queste sono le questioni con le quali deve misurarsi il plurali- smo che occorre affermare come principio costitutivodel Pds. A VENTOTTO ANNI Isabella Ceola è morta di vecchiaia. Era stata ricoverata al San- t’Orsola di Bologna per una grave crisi. Già prima di Natale non era stata bene e l’avevano ricovera- ta al reparto di terapia intensiva do- ve le avevo parlato per l’ultima vol- ta, dopo che era stata ospite, a cin- que puntate del mio programma televisivo,trail1991eil1992. La malattia della quale soffriva questa ragazza straordinaria si chia- ma progerie, un invecchiamento precoce e irreversibile. È la una ma- lattia rarissima: quattro o cinque ca- si del mondo e Isabella sapeva che, pur essendo nello spirito una ven- tenne, il fisico era quello di una no- vantenne. Le sue cellule avevano comincia- to ad invecchiare quando aveva sei mesidivita. Mi aveva scritto, nel 1991, per partecipare al programma. Voleva dimostrare a se stessa e agli altri che la diversità era solo un incidente di percorso. E così è stato. Anche gli ospiti della mia trasmissione (nella seconda puntata era seduta accan- to a Dario Fo) si resero conto che Isabella era coinvolgente e affasci- nante. Assolutamente in grado di far dimenticare la terribile anoma- lia. Ha detto un suo medico: «Una intelligenza vivacissima, chiusa nel- lamalformazionesomatica». Dopo la sua prima partecipazio- ne televisiva, Isabella mi raccontò che a Bologna o altrove veniva salu- tata con simpatia e affetto e non più con inquietudine e fastidiosa curio- sità. Era iscritta a sociologia, fre- quentava con profitto l’università, amava l’astronomia e malgrado i problemi che l’affliggevano, si de- dicava al volontariato. U NA VOLTA mi disse che le sarebbe piaciuto vedere New York e tramite la tra- smissione le offrii questa opportunità. Desideravo che la sua curiosità venisse appagata. Come quando a Roma chiedeva a un re- dattore del programma di accom- pagnarla in discoteca. Questa è sempre stata la caratteristica di Isa- bella Ceola: voglia di vivere e ansia di farlo. Spesso mi ripeteva: «da quando ho dieci anni mi dicono che morirò presto, manessunopensava che avrei superato i vent’anni». I suoi amici si sono via via convinti che Isabella ce l’avrebbe fatta, che questa assurda malattia non avreb- be avuto ragione della sua vitalità e della sua intelligenza. A distanza di anni posto dire che ho fatto bene ad invitarla in trasmis- sione e a consentirle la soddisfazio- ne di ricevere in diretta una telefo- nata dell’allora Capo dello Stato, Francesco Cossiga e migliaia, dico migliaia di lettere e fax affettuosi e solidali. Diether Endlicher/Ap MONACO. Riccardo Cucci, pasticciere in un ristorante italiano di Monaco di Baviera, presenta la sua ultima creazione, un castello di zuc- chero. Il maniero, che è stato costruito con l’aiuto di un collega, è fatto di venticinquemila zollette e al giovane Riccardo è costato un anno di lavoro. È la copia del castello di Neuschwanstein, quello che compare più spesso negli spot pubblicitari dell’ente di turismo bavarese. L E ULTIME settimane ci hanno consegnato l’im- magine di una Europa che dopo un periodo di grandi sicurezze torna a mo- strarsi dubbiosa e smarrita. In- nanzitutto vi è oggi la vicenda di un’Unione Monetaria rimes- sa in discussione dai suoi stessi più strenui promotori. Dopo un periodo di generale consen- so, macchiato solo da pochi di- stinguo, la macchina dell’unifi- cazione monetaria pare infatti rallentare e sbandare, perché la stessa locomotiva tedesca si scopre infrangilita al suo interno da una disoc- cupazione e da un deficit, che tendenzial- mente tendono ad accrescersi, anziché dimi- nuire. La vicenda della unificazione moneta- ria si incrocia qui dunque, non solo in Italia, ma anche in Germania ed in Francia ed in tutti i paesi con il problema enorme della disoccu- pazione, cosicché riemergono tensioni ovun- que per delineare una via gradualistica che di fatto permetta di affrontare il problema della mancanza del lavoro, specialmente nel Mez- zogiorno, ove al ritardo strutturale aggiungo- no problemi di difficile internazionalizzazio- ne di una economia ancora troppo locale. A questi due temi si è aggiunto in questo ul- timo periodo il riemergere dello spettro della guerra sulle coste orientali del nostro mare e di nuovo l’immagine di una Europa che non riesce a sfuggire al destino di grande soggetto economico, che però non riesce ad essere protagonista politico dei propri giorni. Que- sta ultima vicenda albanese, così come la guerra civile in Algeria, così come il processo di pace in Medio Oriente sempre sul filo di una sanguinosa crisi di nervi, testimoniano della fragilità e della pericolosità della situazione mediterranea, per la quale ci sarebbe bisogno di una solida posizione europea, che invece proprio nella sua fase di integrazione econo- mica sembra attardarsi. E qui sta la pericolosi- tà della vicenda attualedellamoneta unica. L’uscita del ministro tedesco Waigel ed il rapporto mensile della Bundesbank hanno delineato uno scenario di difficoltà in cui la stessa Germania federale rischia di non riusci- re a rispettare gli impegni presi a Maastricht, l’esito di questa comunicazione è che i merca- ti finanziari si spaventano e di fronte ad una prospettiva di unificazione monetaria confu- sa ritornano ad investire in solidi marchi tede- schi. La moneta tedesca si rafforza e quindi le monete più deboli, come la lira perdono ter- reno e quindi si rilancia il gioco della divergen- za, che a sua volta vuol dire instabilità e mag- giori rischi di inflazione e questo spinge a sua volta i tedeschi a giustificare il ritardo dell’eu- ro in nome di una debolezza di altri e non pro- pria. Siamo di fronte alla profezia che si au- toavvera, cosicché oggi il rischio di una dero- sponsabilizzazione tedesca di fronte alla ne- cessità di mantenere gli impegni presi può co- stare a tutti molto caro, perché può implicare un ritorno indietro sulla realizzazione della nuova Europa. Tuttavia come si è più volte detto la nuova Europa non può ridursi solo alla moneta unica e agli accordi tra banchieri. La nuova Europa implica una Europa in grado di affrontare le tre emergenze interne, che pos- siamo chiamare le tre D di Maastricht, cioè di- soccupazione, disparità territoriali, divergen- ze macroeconomiche. In questo senso biso- gna affrontare assieme il problema della di- soccupazione, come grande impegno euro- peo, cuore esso stesso delle disparità regionali che segnano negativamente l’Europa ed in particolare il Sud Europa. Per fare tutto questo bisogna avere paesi che abbiano una sostan- ziale coerenza tra loro e quindi la moneta uni- ca sia strumento, non fine, dell’unificazione. Ma l’unificazione economica è stata usata nel- la storia europea come grimaldello per indur- re quella unità politica che non si riusciva ad ottenere per via diretta, ma ogni volta che la via dell’inte- grazione economica non ritro- vava i propri obiettivi politici, le proprie legittimazioni morali l’Europa si disperdeva in mille interessi conflittuali e ne usciva smarrita e confusa. In questo momento l’Europa ha grandi compiti da persegui- re, che è la pace nel Mediterra- neo, l’essere un punto di riferi- mento per una globalizzazione non schiacciata sugli interessi dei più forti, riuscire a trasfor- mare la nostra economia senza creare fratture nella nostra società. Questi obiettivi richiedono una buona dose di reali- smo, è certo, ma anche la necessità di vedere gli obiettivi lontani da inseguire, senza i quali ogni taglio sembra punitivo ed ogni tassazio- ne iniqua.In questa fase, il nostro paese sta af- frontando tutte assieme queste difficoltà: stiamo riordinando le nostre finanze, ma nel contempo dobbiamo riorganizzare la mac- china pubblica, favorire la competitività delle nostre imprese, ma anche sostenere un pro- cesso di ristrutturazione basato sulla necessità di ampliare lo spettro della nostra industria, ri- formare il sistema di sicurezza sociale senza disperdere le conquiste cumulate, affrontare la crisi albanese e più in generale la turbolenza mediterranea facendosi promotori di pa- ce.Tutto questo visto da troppo vicino offre certamente una immagine confusa, ma la strada da seguire è tuttavia ben chiara. Non solo la manovra di aggiustamento vacompiu- ta rapidamente ma va portata avanti comple- tando quella riforma amministrativa delinea- ta con il decreto Bassanini e con la riforma isti- tuzionale nelle mani della Bicamerale. In que- sto quadro risulta tuttavia necessario ristabili- re il senso del valore politico della sfida euro- pea. In questo momento una posizione ferma dell’Italia risulta necessaria per evitare che ai dubbi tedeschi si aggiunga una spirale specu- lativa che come dimostrato in passato po- trebbe pesantemente danneggiare tutti gli equilibri europei e favorire un atteggiamento di deresponsabilizzazione dei governi rispet- to agli obiettivi comuni di sviluppo economi- coe stabilitàpolitica internazionale. MAASTRICHT Ristabilire al più presto il senso politico della sfida europea PATRIZIO BIANCHI DALLA PRIMA to a una parte degli obiettivi che si vogliono raggiungere. E quindi se il semplice migliore non trova consen- si sufficienti, si può continuare ad es- sere coerenti ripiegando su un sem- plice meno semplice ma pur sempre semplice (mi scuso per la omofonia di questa frase).La proposta di Sarto- ri, comprendente anche l’altroaspet- to del semi-presidenzialismo «dolce» alla francese (elezione diretta del ca- po dello Stato, eventualmente con doppio turno, in tempi sfasati rispet- to alle elezioni del Parlamento, con poteri morbidi), è stata definita di stampo leninista, illuminista, acca- demico-astratto. Non riesco a vederci nulla di male in una proposta che permette ai politici di avere strumen- ti per decidere, scegliere, indirizzare i comportamenti dei cittadini (Lenin aveva forse torto anche su questo?), in una proposta che sia guidata dalla «razionalità» illuministica (connes- sione fra obiettivi estrumenti per rag- giungerli). Mi sembra invece di vede- re molta astrattezza in chi si è inna- morato di una formula, non importa se di estrazione coreana o americana o mitteleuropea, e continua a ripro- porla come un disco rotto senza cer- care di ascoltare i ragionamenti degli altri. E se non è astrattezzail ripropor- re il presidenzialismo statunitense o qualche altra diavoleria del genere, allora è concretezza di piccolo respi- ro, di bassa levatura. L’esito della di- scussione dell’altro giorno in Bica- merale è stato salutato da qualcuno con un’affermazione liberatoria: «È caduto un tabù», cioè il rifiutodi qua- lunque ipotesi di doppio turno fino ad allora avanzato dalla destra. Il che è indubbiamente vero, ma è ancora più vero che, forse, l’altro giorno si è trovato il bandolo della matassa. Non si sono ancora sciolti tutti i nodi, ma almeno, forse, si è cominciato a ragionare. Ai prossimi mesi, la sen- tenza. [Franco Cazzola] Stupisce, quasi commuove, l’at- tenzione - talora maniacale - dei let- tori de l’Unità. E quelli che al mat- tino telefonano al giornale per dire la propria sono, forse, una minoranza un po‘ «sfaccendata» (dalle 11 alle 13 la maggior parte è al lavoro) ma le idee ce le han- no chiare. La parola dunque a Franco Taturri, che ci dice le co- se più «incoraggianti». A Franco, impiegato della Usl di Molfetta, il nuovo giornale piace davvero, non riesce a pensare di poter co- minciare la giornata senza legge- re il «suo» Michele Serra. Se po- tesse si abbonerebbe, «ma perchè non esistono formule di abbona- mento semplici e sicure che coin- volgano le edicole?». Perfino sul punto dolente delle videocassette abbinate al giornale non ha di che lamentarsi. «Le compro tutte e mi sta bene l’obbligatorietà. Se potessi scegliere finirei col com- prare solo i film più conosciuti. Così invece, ho avuto l’opportu- nità di farmi una buona videote- ca». Nessuna lamentela? Una sì, anzi due. Franco vive a Bari e vor- rebbe che i baresi progressisti po- tessero non essere «schiavi» della Gazzetta del Mezzogiorno. «A quando un supplemento locale per la Puglia?». E poi il rapporto con il Pds. Va bene essere autono- mi «ma preferirei leggere il di- scorso di D’Alema da Gargonza sull’Unità piuttosto che sul Corrie- re della sera». Videocassette e gadget in gene- re sono un argomento molto di- scusso. Se Elisabetta Poggi da Genova, 45 anni, amante del buon cinema, ne è stufa e Anna Serego da Firenze neanche le guarda, quelli veramente arrab- biati sono i pensionati. Renzo Franga, 73 anni, un passato di partigiano e di «diffusore» dell’U- nità,e Delfino Martini da Carna- te, «5 kilometri da Arcore», pro- prio non ce la fanno più. Le 8.000 lire ogni sabato sono troppe. Carlo Brandi, 29 anni, da Torre An- nunziata invece l’U- nità la compra sol- tanto il sabato («per la cassetta natural- mente»), gli altri giorni passa a Repubblica. Non è il solo purtrop- po (il sabato nonostante l’obbli- gatorietà all’acquisto della video- cassetta le vendite del giornale raddoppiano) «Non che il giorna- le non mi piaccia. Lo trovo un po‘ faticoso...». Anche Livio Asperti, da Carna- te, è un appassionato raccoglitore dei nostri film. Il suo cruccio so- no quelli usciti tra Quinto potere e Otto e mezzo. È stato all’estero e li ha perduti. Non sa quali sono ma li vorrebbe ordinare (giriamo l’in- formazione all’ufficio rese). Del resto lui vive, come il signor Mar- tini, dalle parti di Arcore e di tv dice di intendersene. «L’etere de- ve essere solo della Rai», afferma senza neanche un dubbio. «Ber- lusconi passi sul satellite». Gadget a parte ecco altre criti- che alla rinfusa. Con una premes- sa però. Ai lettori il nuovo gior- nale nel complesso piace. Mar- cello Gaggetti, da Grottammare, provincia di Ascoli Piceno, vor- rebbe più spazio per i problemi dell’università. A Ivan, 21 anni, da Massafra, provincia di Taran- to, non piace Atinù e la parte cul- turale - che pure gli interessa - la trova un po‘ «dogmatica». Maurizio Bonacina da Pordenone è uno di quelli che lamenta la scomparsa dell’in- serto libri. Cirillo Lo- to, da Cagliari, è in- contentabile. Accan- to ai dati della Borsa, vorrebbe anche un breve commento. Luigi Soldi, da Torino, chiede più at- tenzione ai problemi della Sanità. Vittorio Obbiasotto, dalla pro- vincia di Treviso chiede che le pa- gine di economia assomiglino meno a quelle del Sole 24 ore e de- dichino più informazioni al mondo del lavoro e in particolare alle opportunità per i giovani. Daniele Valente, da Roma, è an- dato in pensione prima del 1980 dalla Banca d’Italia. E come tutti quelli nella sua condizione riceve un assegno forfettizzato perché la Banca d’Italia non ha più i «ri- scontri documentali» per fare i conti come dovrebbe. Enrico Martina, da Genova si chiede in- fine perché Adriano Sofri non scriva più sul nostro giornale. Per concludere, due note diver- se. La prima è seria: a Dario Avel- lis piacciono il giornale e perfino i politici; è la gente comune che lo ha deluso. La seconda è più amena. Abbiamo scritto sul gior- nale di ieri che la cometa Hale- Bopp volteggia nel cielo di Berli- no? Sbagliato, Emilio Pasquini, 59 anni, da Sassuolo, sono giorni che la vede invece dal balcone di casa. Dario Formisano AL TELEFONO CON I LETTORI Mandiamo le tv di Berlusconi sul satellite LA FRASE R = 1 4 7 2 5 3 6 8 9 # 0 * SEKR Oggi risponde Roberto Roscani dalle ore 11,00 alle 13,00 al numero verde 167-254188 Massimo D’Alema- Sergio Cofferati Anima mia/ torna a casa tua/ ti aspetterò dovessi odiare questa mura (Anima mia, I cugini di campagna)

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20COM01A2003 20COM03A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 11 22:25:32 03/19/97

I COMMENTI Giovedì 20 marzo 1997l’Unità17PDS

Non c’è ragionedi aver paura

delle componentiGIUSEPPE CHIARANTE

UN’IMMAGINE DA... Il RICORDO

Ciao Isabella«vecchia»bambina

MAURIZIO COSTANZO

A DISTANZA di poche setti-mane dal voto pressochéunanime con il quale il Con-gressodelPdshaapprovato

ilnuovoStatutochenonsoloribadi-sce il principio del pluralismo inter-no,maaffermaildirittodelle iscrittee degli iscritti di «dar vita a compo-nenti culturali e politiche con unapropria struttura organizzata», il di-battito che con tanta vivacità si èaperto intorno ai possibili rischi diun’articolazione per aree, compo-nenti o correnti richiede senza dub-bio qualche approfondimento. Èevidente che si manifesta la com-prensibile preoccupazione per iguasti prodotti dalla degenerazio-ne lottizzatrice che soprattutto apartire dagli anni ‘60caratterizzò laDc e le altre principali formazionipolitiche dell’area di governo. È al-trettanto vero, però, che la sop-pressione delle correnti e l’adozio-ne di un regime interno di tipo lea-deristico e plebiscitario che Craxiadottò nel Psi degli anni Ottanta,noneliminòaffattoqueiguasti.

Simili precedenti storici debbo-no perciò mettere in guardia - losottolineo per la mia responsabilitàdi presidente del Consiglio nazio-nale dei Garanti - dall’illusione chepossano esserci regole statuarie osoluzioniorganizzativechedipersésiano sufficienti per scongiurare i ri-schi opposti della frantumazionecorrentizia o del fittizio unanimi-smo: ed anche per eliminare il peri-colo, che per un partito che vienedalla tradizione del centralismo de-mocratico è forse il più consistente,delle maggioranze che tendono aconsiderare le posizioni di mino-ranza come «dissenso» da emargi-nare. In realtà questi rischi si com-battono in un solomodo: ossiapro-muovendounadialetticademocra-tica e pluralistica che non si riducaagli aspetti organizzativi,maanche

sia innanzitutto aperto confronto.Queste considerazioni di metodo sicollegano strettamente col proble-mapiù sostanzialepostodaAlfredoReichlin nell’articolo pubblicato sul’Unità di sabato scorso: ossia il pro-blema della perdurante assenza,nel Pds,diunaveraclassedirigente.Reichlin ha certamente ragione nelritenere che una risposta a questoproblema non può venire dal con-fuso dibattito fra partitisti e ulivisti.Ma la questione che Reichlin non sipone è perché continui a mancarenel Pds una classe dirigente all’al-tezzadeicompiti.

La verità è che in questi anni nonsono mancati al partito né dirigenticapaci né maggioranze operativeampie econsistenti. Ciò cheèman-cato è stata la capacità di colmareunacarenza inizialediculturapoliti-ca, di elaborazione programmati-ca:unacarenzaallaqualenonsipuòsupplireconsoluzionicherimango-noprevalentementeorganizzative,come quella che tende astratta-menteaidentificarelafuturaforma-zione politica con l’intera coalizio-ne di centrosinistra oppure quella(certamente più realistica, ma an-ch’essadi limitato respiro)chepun-ta a unificare in un solo partito altreforze e posizioni che praticamentegià si sonoschierate inun’unica listacolPdsinoccasionedellepolitiche.

Costruire una cultura politica checontenda il campo alla dominantecultura neoliberista, elaborare unaproposta che guardi non solo aiproblemi immediati ma al futurodell’Italia, dare fondamento idealee programmatico alla formazionedi un grande partito della sinistra, èimpresa di ampio respiro, che vaben oltre le manovre tattiche. Maproprio queste sono le questionicon le quali deve misurarsi il plurali-smo che occorre affermare comeprincipiocostitutivodelPds.

A VENTOTTO ANNI IsabellaCeola è morta di vecchiaia.Era stata ricoverata al San-t’Orsola di Bologna per una

grave crisi. Già prima di Natale nonera stata bene e l’avevano ricovera-ta al reparto di terapia intensivado-ve le avevo parlato per l’ultima vol-ta, dopo che era stata ospite, a cin-que puntate del mio programmatelevisivo,trail1991eil1992.

La malattia della quale soffrivaquesta ragazzastraordinariasichia-ma progerie, un invecchiamentoprecoce e irreversibile. È la una ma-lattia rarissima:quattroocinqueca-si del mondo e Isabella sapeva che,pur essendo nello spirito una ven-tenne, il fisico era quello di una no-vantenne.

Le sue cellule avevano comincia-to ad invecchiare quando aveva seimesidivita.

Mi aveva scritto, nel 1991, perpartecipare al programma. Volevadimostrare a se stessaeagli altri chela diversità era solo un incidente dipercorso. E così è stato. Anche gliospiti della mia trasmissione (nellaseconda puntata era seduta accan-to a Dario Fo) si resero conto cheIsabella era coinvolgente e affasci-nante. Assolutamente in grado difar dimenticare la terribile anoma-lia. Ha detto un suo medico: «Unaintelligenza vivacissima, chiusa nel-lamalformazionesomatica».

Dopo la sua prima partecipazio-ne televisiva, Isabella mi raccontòche aBolognao altrove veniva salu-tataconsimpatiaeaffettoenonpiùcon inquietudine e fastidiosa curio-sità. Era iscritta a sociologia, fre-quentava con profitto l’università,amava l’astronomia e malgrado iproblemi che l’affliggevano, si de-dicavaalvolontariato.

U NA VOLTA mi disse che lesarebbe piaciuto vedereNew York e tramite la tra-smissione le offrii questa

opportunità. Desideravo che la suacuriosità venisse appagata. Comequando a Roma chiedeva a un re-dattore del programma di accom-pagnarla in discoteca. Questa èsempre stata la caratteristica di Isa-bella Ceola: voglia di vivere e ansiadi farlo. Spesso mi ripeteva: «daquandohodieciannimidiconochemoriròpresto,manessunopensavache avrei superato i vent’anni». Isuoi amici si sono via via convintiche Isabella ce l’avrebbe fatta, chequesta assurda malattia non avreb-be avuto ragione della sua vitalità edellasuaintelligenza.

A distanza di anni posto dire chehofattobeneadinvitarla intrasmis-sione e a consentirle la soddisfazio-ne di ricevere in diretta una telefo-nata dell’allora Capo dello Stato,Francesco Cossiga e migliaia, dicomigliaia di lettere e fax affettuosi esolidali.

Diether Endlicher/Ap

MONACO. Riccardo Cucci, pasticciere in un ristorante italiano di Monaco di Baviera,presenta la sua ultima creazione, un castello di zuc-chero. Ilmaniero, che è statocostruito conl’aiuto di un collega, è fatto di venticinquemila zollette e algiovane Riccardo ècostato un annodi lavoro. È la copia del castellodi Neuschwanstein, quello che compare piùspesso negli spot pubblicitari dell’ente di turismobavarese.

L E ULTIME settimane cihanno consegnato l’im-magine di una Europache dopo un periodo di

grandi sicurezze torna a mo-strarsi dubbiosa e smarrita. In-nanzitutto vi è oggi la vicendadi un’Unione Monetaria rimes-sa in discussione dai suoi stessipiù strenui promotori. Dopounperiododigeneraleconsen-so, macchiato soloda pochidi-stinguo, la macchina dell’unifi-cazione monetaria pare infattirallentare e sbandare, perchéla stessa locomotiva tedesca siscopre infrangilitaal suo internodaunadisoc-cupazione e da un deficit, che tendenzial-mente tendono ad accrescersi, anziché dimi-nuire. La vicenda della unificazione moneta-ria si incrocia qui dunque, non solo in Italia,maanche inGermaniaed inFranciaedintuttii paesi con il problema enorme della disoccu-pazione, cosicchériemergono tensioniovun-que per delineare una via gradualistica che difatto permetta di affrontare il problema dellamancanza del lavoro, specialmente nel Mez-zogiorno, ove al ritardo strutturale aggiungo-no problemi di difficile internazionalizzazio-nediunaeconomiaancoratroppolocale.

A questi due temi si è aggiunto in questoul-timo periodo il riemergere dello spettro dellaguerra sulle coste orientali del nostro mare edi nuovo l’immagine di una Europa che nonriesceasfuggirealdestinodigrandesoggettoeconomico, che però non riesce ad essereprotagonista politico dei propri giorni. Que-sta ultima vicenda albanese, così come laguerra civile in Algeria, così come il processodipace inMedioOrientesempresul filodiunasanguinosa crisi di nervi, testimoniano dellafragilità e della pericolosità della situazionemediterranea,per laqualecisarebbebisognodi una solida posizione europea, che inveceproprio nella sua fase di integrazione econo-mica sembra attardarsi. Equi sta la pericolosi-tàdellavicendaattualedellamonetaunica.

L’uscita del ministro tedesco Waigel ed ilrapporto mensile della Bundesbank hannodelineato uno scenario di difficoltà in cui lastessa Germania federale rischiadinon riusci-re a rispettare gli impegni presi a Maastricht,

l’esitodiquestacomunicazioneèche imerca-ti finanziari si spaventano e di fronte ad unaprospettiva di unificazione monetaria confu-sa ritornanoad investire insolidimarchi tede-schi. La moneta tedesca si rafforza e quindi lemonete più deboli, come la lira perdono ter-renoequindisi rilancia ilgiocodelladivergen-za, che a sua volta vuol dire instabilità e mag-giori rischi di inflazione e questo spinge a suavolta i tedeschi a giustificare il ritardo dell’eu-ro innomediunadebolezzadi altri enonpro-pria. Siamo di fronte alla profezia che si au-toavvera, cosicché oggi il rischio di una dero-sponsabilizzazione tedesca di fronte alla ne-cessitàdimanteneregli impegnipresipuòco-stare a tutti molto caro, perché può implicareun ritorno indietro sulla realizzazione dellanuova Europa. Tuttavia come si è più voltedetto lanuovaEuropanonpuòridursi soloallamoneta unica e agli accordi tra banchieri. Lanuova Europa implica una Europa in grado diaffrontare le tre emergenze interne, che pos-siamochiamare le treDdiMaastricht,cioèdi-soccupazione, disparità territoriali, divergen-ze macroeconomiche. In questo senso biso-gna affrontare assieme il problema della di-soccupazione, come grande impegno euro-peo,cuoreessostessodelledisparitàregionaliche segnano negativamente l’Europa ed inparticolare il SudEuropa.Per fare tuttoquestobisogna avere paesi che abbiano una sostan-ziale coerenza tra loro e quindi lamoneta uni-ca sia strumento, non fine, dell’unificazione.Mal’unificazioneeconomicaèstatausatanel-la storia europea come grimaldello per indur-re quella unità politica che non si riusciva ad

ottenere per via diretta, maogni volta che la via dell’inte-grazione economica non ritro-vava ipropri obiettivipolitici, leproprie legittimazioni moralil’Europa si disperdeva in milleinteressi conflittuali e ne uscivasmarritaeconfusa.

Inquestomomento l’Europaha grandi compiti da persegui-re, che è la pace nel Mediterra-neo, l’essere un punto di riferi-mentoperunaglobalizzazionenon schiacciata sugli interessidei più forti, riuscire a trasfor-mare lanostra economia senza

creare fratture nella nostra società. Questiobiettivi richiedono una buona dose di reali-smo, è certo, ma anche la necessità di vederegli obiettivi lontani da inseguire, senza i qualiogni taglio sembra punitivo ed ogni tassazio-ne iniqua.In questa fase, il nostro paese staaf-frontando tutte assieme queste difficoltà:stiamo riordinando le nostre finanze, ma nelcontempo dobbiamo riorganizzare la mac-china pubblica, favorire la competitività dellenostre imprese, ma anche sostenere un pro-cessodi ristrutturazionebasatosullanecessitàdiampliare lospettrodellanostra industria,ri-formare il sistema di sicurezza sociale senzadisperdere le conquiste cumulate, affrontarelacrisi albaneseepiù ingenerale laturbolenzamediterranea facendosi promotori di pa-ce.Tutto questo visto da troppo vicino offrecertamente una immagine confusa, ma lastrada da seguire è tuttavia ben chiara. Nonsolo lamanovradiaggiustamentovacompiu-ta rapidamentemavaportataavanticomple-tando quella riforma amministrativa delinea-ta con il decretoBassanini econ lariformaisti-tuzionale nelle mani della Bicamerale. In que-sto quadro risulta tuttavia necessario ristabili-re il senso del valore politico della sfida euro-pea. Inquestomomentounaposizionefermadell’Italia risulta necessaria per evitare che aidubbi tedeschi si aggiunga una spirale specu-lativa che come dimostrato in passato po-trebbe pesantemente danneggiare tutti gliequilibri europei e favorire un atteggiamentodi deresponsabilizzazione dei governi rispet-to agli obiettivi comuni di sviluppo economi-coestabilitàpolitica internazionale.

MAASTRICHT

Ristabilire al più prestoil senso politico

della sfida europeaPATRIZIO BIANCHI

DALLA PRIMA

to a una parte degli obiettivi che sivogliono raggiungere. E quindi se ilsemplice migliore non trova consen-si sufficienti, si può continuare ad es-sere coerenti ripiegando su un sem-plice meno semplice ma pur sempresemplice (mi scuso per la omofoniadi questa frase).La proposta di Sarto-ri, comprendenteanchel’altroaspet-todel semi-presidenzialismo«dolce»alla francese (elezione diretta del ca-po dello Stato, eventualmente condoppio turno, in tempi sfasati rispet-to alle elezioni del Parlamento, conpoteri morbidi), è stata definita distampo leninista, illuminista, acca-demico-astratto.Nonriescoavedercinulla di male in una proposta chepermette aipoliticidi avere strumen-ti per decidere, scegliere, indirizzare icomportamenti dei cittadini (Leninaveva forse torto anche su questo?),

in una proposta che sia guidata dalla«razionalità» illuministica (connes-sionefraobiettiviestrumentiperrag-giungerli).Mi sembra invecedivede-re molta astrattezza in chi si è inna-morato di una formula, non importase di estrazione coreana o americanao mitteleuropea, e continua a ripro-porla come un disco rotto senza cer-care di ascoltare i ragionamenti deglialtri.Esenonèastrattezzail ripropor-re il presidenzialismo statunitense oqualche altra diavoleria del genere,allora è concretezza di piccolo respi-ro, di bassa levatura. L’esito della di-scussione dell’altro giorno in Bica-merale è stato salutato da qualcunocon un’affermazione liberatoria: «Ècadutountabù»,cioèil rifiutodiqua-lunque ipotesi di doppio turno finoad allora avanzato dalla destra. Il cheè indubbiamente vero, ma è ancorapiù vero che, forse, l’altro giorno si ètrovato il bandolo della matassa.Nonsisonoancorascioltitutti inodi,ma almeno, forse, si è cominciato aragionare. Ai prossimi mesi, la sen-tenza. [Franco Cazzola]

Stupisce, quasi commuove, l’at-tenzione - taloramaniacale - dei let-tori de l’Unità. E quelli che al mat-tino telefonano al giornale perdire la propria sono, forse, unaminoranza un po‘ «sfaccendata»(dalle 11 alle 13 la maggior parteè al lavoro) ma le idee ce le han-no chiare. La parola dunque aFranco Taturri, che ci dice le co-se più «incoraggianti». A Franco,impiegato della Usl di Molfetta, ilnuovo giornale piace davvero,non riesce a pensare di poter co-minciare la giornata senza legge-re il «suo» Michele Serra. Se po-tesse si abbonerebbe, «ma perchènon esistono formule di abbona-mento semplici e sicure che coin-volgano le edicole?». Perfino sulpunto dolente delle videocassetteabbinate al giornale non ha diche lamentarsi. «Le compro tuttee mi sta bene l’obbligatorietà. Sepotessi scegliere finirei col com-prare solo i film più conosciuti.Così invece, ho avuto l’opportu-nità di farmi una buona videote-ca». Nessuna lamentela? Una sì,anzi due. Franco vive a Bari e vor-rebbe che i baresi progressisti po-tessero non essere «schiavi» dellaGazzetta del Mezzogiorno. «Aquando un supplemento localeper la Puglia?». E poi il rapportocon il Pds. Va bene essere autono-

mi «ma preferirei leggere il di-scorso di D’Alema da Gargonzasull’Unità piuttosto che sul Corrie-re della sera».

Videocassette e gadget in gene-re sono un argomento molto di-scusso. Se Elisabetta Poggi daGenova, 45 anni, amante delbuon cinema, ne è stufa e AnnaSerego da Firenze neanche leguarda, quelli veramente arrab-biati sono i pensionati. RenzoFranga, 73 anni, un passato dipartigiano e di «diffusore» dell’U-nità, e Delfino Martini da Carna-te, «5 kilometri da Arcore», pro-prio non ce la fannopiù. Le 8.000 lireogni sabato sonotroppe.

Carlo Brandi, 29anni, da Torre An-nunziata invece l’U-nità la compra sol-tanto il sabato («perla cassetta natural-

mente»), gli altri giorni passa aRepubblica. Non è il solo purtrop-po (il sabato nonostante l’obbli-gatorietà all’acquisto della video-cassetta le vendite del giornaleraddoppiano) «Non che il giorna-le non mi piaccia. Lo trovo unpo‘ faticoso...».

Anche Livio Asperti, da Carna-te, è un appassionato raccoglitoredei nostri film. Il suo cruccio so-no quelli usciti tra Quinto potere eOtto e mezzo. È stato all’estero e liha perduti. Non sa quali sono mali vorrebbe ordinare (giriamo l’in-formazione all’ufficio rese). Del

resto lui vive, come il signor Mar-tini, dalle parti di Arcore e di tvdice di intendersene. «L’etere de-ve essere solo della Rai», affermasenza neanche un dubbio. «Ber-lusconi passi sul satellite».

Gadget a parte ecco altre criti-che alla rinfusa. Con una premes-sa però. Ai lettori il nuovo gior-nale nel complesso piace. Mar-cello Gaggetti, da Grottammare,provincia di Ascoli Piceno, vor-rebbe più spazio per i problemidell’università. A Ivan, 21 anni,da Massafra, provincia di Taran-to, non piace Atinù e la parte cul-

turale - che pure gliinteressa - la trova unpo‘ «dogmatica».Maurizio Bonacinada Pordenone è unodi quelli che lamentala scomparsa dell’in-serto libri. Cirillo Lo-to, da Cagliari, è in-contentabile. Accan-

to ai dati della Borsa, vorrebbeanche un breve commento. LuigiSoldi, da Torino, chiede più at-tenzione ai problemi della Sanità.Vittorio Obbiasotto, dalla pro-vincia di Treviso chiede che le pa-gine di economia assomiglinomeno a quelle del Sole 24 ore e de-dichino più informazioni almondo del lavoro e in particolarealle opportunità per i giovani.Daniele Valente, da Roma, è an-dato in pensione prima del 1980dalla Banca d’Italia. E come tuttiquelli nella sua condizione riceveun assegno forfettizzato perché laBanca d’Italia non ha più i «ri-scontri documentali» per fare iconti come dovrebbe. EnricoMartina, da Genova si chiede in-fine perché Adriano Sofri nonscriva più sul nostro giornale.

Per concludere, due note diver-se. La prima è seria: a Dario Avel-lis piacciono il giornale e perfinoi politici; è la gente comune chelo ha deluso. La seconda è piùamena. Abbiamo scritto sul gior-nale di ieri che la cometa Hale-Bopp volteggia nel cielo di Berli-no? Sbagliato, Emilio Pasquini,59 anni, da Sassuolo, sono giorniche la vede invece dal balcone dicasa.

Dario Formisano

AL TELEFONO CON I LETTORI

Mandiamo le tvdi Berlusconi sul satellite

LA FRASE

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=

1

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7

2

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3

6

8 9

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Oggi rispondeRoberto Roscanidalle ore 11,00 alle 13,00al numero verde167-254188

Massimo D’Alema- Sergio CofferatiAnima mia/ torna a casa tua/

ti aspetterò dovessi odiare questa mura(Anima mia, I cugini di campagna)

20CUL01A2003 ZALLCALL 12 01:00:33 03/20/97

LA CULTURAGiovedì 20 marzo 1997 2 l’Unità2

Uguaglianzae differenzadagli Usafino all’Italia«Le differenti uguaglianze»è un convegnointernazionale einterdisciplinareorganizzato da «Acoma»,la rivista di studi americanidiretta da Bruno Cartosio eAlessandro Portelli, pressol’università di Bergamo, daoggi al 22 marzo, con lacollaborazione della localeuniversità. Il nodoproblematico è quello delrapporto fra pensierocontemporaneo delladifferenza (come si èvenuto costituendosoprattutto nel pensierodelle donne e nelmulticulturalismo) e valoredell’uguaglianza come si èformato nella storia deimovimenti operai edemocratici. Il sottotitolo,«Diritti, soggetti ecomplessità sociale. Unariflessione a partire dagliStati Uniti», indicanell’esperienza americanaun punto di riferimento senon altro storico (sia per laproclamazione diuguaglianza che fonda ilpaese, sia per i rapportidifficili e conflittuali fra lesue interne differenze), maindica anche che dagli StatiUniti si partirà perinterrogarsi poi in modoaperto anche su noi stessi.Ilformato del convegnoprevede infatti quattrosessioni, con una relazionecentrata sull’esperienzaamericana seguita dacommenti e interventiprogrammati di studiosi didiverse nazionalità ediscipline, e poi discussioneaperta. Oggi pomeriggio,dopo la relazione diapertura a cura dellaredazione di «Acoma»,seguirà la relazione diDavid Abrahams; fra gliinterventi, quello suStefano Rodotà. Venerdìaprirà Janet Zandy(Rochester Institute ofTechnology) sul rapportoclasse e cultura negli studistorici e letterari inAmerica, seguita dainterventi di MarianneDebouzy (Parigi), PaulaRabinowitz (Minnesota),Sylvia Ullmo (Tours). RosiBraidotti (università diUtrecht) aprirà la terzasessione: risponderannoAnna Rossi Doria(università della Calabria) eBia Sarasini (dellaredazione di «Noi donne»).Sabato mattina, ultimasessione con la relazione diHenry Louis Gates jr.dell’università di Harvard einterventi di Myra Jehlen(Rutgers), Michael Frisch(Buffalo), Carla Cappelletti(New York).

Il famoso pittore è morto ieri all’età di 92 anni nel suo studio di East Hampton, sul mare di Long Island

Tra donne e città brulicanti di oggettila pittura feroce e umana di de KooningEsponente dell’espressionismo astratto e poi anticipatore del new dada e della Pop Art, l’artista non risolse mai definitiva-mente il contrasto tra astratto e figurativo cimentandosi con entrambi i generi.

Il libroErodoto,boom da OscarBoom di vendite per ErodotoinGranBretagnaeStatiUniti:lesue«Storie»divendonoali-velli record per il successo delPaziente inglese, il film diAnthony Minghella in lizzaper dodici Oscar. Fiutandol’affgare, l’editore ingleseDavid Cmpbell ha mandatouna montagna di copie delcapolavoro greco negli Usae ne ha già venduto dieci-mila copie. Nel film, il con-te ungherese interpretatoda Ralph Fiennes gira per ilSahara e per i mediorienteportandosi sempre con séun’edizione rilegata in pelledelle Storie di Erodoto cometalismano. Non basta: il pri-mo storico della civiltà oc-cidentale viene tirato inballo anche quando, nellapace del deserto, Katherinefa breccia nel cuore di unmagiaro raccontando unodegli episodi più boccacce-schi di Erodoto.

La mostraL’AmazzoniadivisaAll’IstitutoItaloLatinoameri-cano di Roma, in occasionedella Settimana della CulturaScientifica indetta dal mini-stero dell’Università, unamostrafotograficasull’Amaz-zonia aperta ancora finoado-mani. Vi sono esposte imma-gini di natura incontaminataed al tempo stesso di devasta-zioni prodotte da un irrazio-nale sfruttamento delle risor-se amazzoniche, immensema non infinite. A confrontole due facce di una realtàpreoccupante ed al tempostesso densa di prospettive diazionedapartedellacomuni-tàinternazionale.

FotografieCento clicdi Tina ModottiSi apre il 25 marzo, al Museodi Storia contemporanea invia Sant’Andrea, a Milano, lamostradedicataallafotografaTina Modotti. In tutto, circaduecento immagini, metàdelle quali scattate dall’autri-ce, metà in cui la stessa Mo-dotti viene ritratta da We-ston, Rivera, Hagemeyer. Lacelebre fotografa torna cosìdinuovo alla ribalta. Recente-mente è andato in scena inItalia uno spettacolo teatrale(con Ottavia Piccolo) che nerievocavailcoraggioelaliber-tà espressiva; ed è di pocotempo fa la notizia che Ma-donna, attratta dal carattere«eroico» della fotografa vor-rebbe interpretarla per ilgrandeschermo.

Willem De Kooning arriva a Ne-wport, in Virginia, nel1926;è un im-migrato clandestino e per vivere famille cose, tra cui - lui pittore beneducato - l’imbianchino. Dopo aversoggiornato in varie località della co-sta orientale, nel 1927 si trasferisce aNewYork enel giro di unpaiod’annientra nel giro dell’avanguardia ne-wyorkese. Incontra John Graham, alsecolo, IvanDombrovski, l’immigra-to russo che introduceva in Americalenovitàparigine; incontraediventamolto amico di Arshile Gorky, altropseudonimo dietro cui si nascondel’armeno Vosdanik Adoian, che ave-vaappenainiziatolasuamarciadiav-vicinamento verso la pittura moder-na attraverso l’ispirazione di Cézan-ne, di Picasso e dei Surrealisti france-si.Nelcorsodegliannitrenta,deKoo-ning dipinge indifferentementeastratto o figurativo: si va dalla rifini-tura accademica di ritratti come Mandel 1939, all’uso di forme astratto-biomorfiche del contemporaneoElegy, in cui sagome dai contornisinuosi galleggiano su uno sfondoazzurrino.

Il contrasto fra astratto e figura-tivo nella pittura di de Kooningnon si risolverà mai, costituisceanzi il motore di tutto il suo lavo-ro, la polarità entro cui scatta lascintilla creativa. De Kooning è in-fatti un artista per cui lo spaziopiatto della pittura moderna deveconciliarsi con l’esperienza delmondo esterno. Secondo il criticoDavid Anfam il problema di deKooning è quello di incorporarenel tessuto pittorico una serie dicifre che stiano a rappresentare va-lori esperienziali: immediatezza,azione, memoria, violenza. Tuttiaspetti che de Kooning affronta inmodo maturo per la prima voltanel quadro Pink Angels del 1945.

L’iconografia del quadro è trattadalla pittura del passato e precisa-mente dalla Diana e Atteone di Ti-ziano, ma rispetto al prototipo larappresentazione è violentementedisarticolata; la tensione tra il rosadel corpo e i segni automatici acarboncino che lo frantumano èfortissima; l’equili-brio difficile. Dopoquesto dipinto, deKooning riduce dra-sticamente il coloreal bianco e nero edal ‘46 al ‘48 dipingeimmagini nero subianco; negli ultimidue anni del decen-nio inverte i rappor-ti, dando vita a qua-dri in bianco su ne-ro. Sono opere vici-ne alle fotografie delsuo amico Aaron Si-skind, dedicate al te-ma della città, quasiun analogo degli asfalti lumine-scenti nelle notti descritte nei filmnoir, di cui de Kooning e Siskinderano divoratori accaniti. La città èintesa baudelaireianamente comerealtà frammentaria, brulicante

più che di figure umane di oggetti;una realtà alienante, simile nelsentimento, ma non nello stile, alpaesaggio urbano di Edward Hop-per. Questa fase della pittura di deKooning culmina in due capolavo-ri dell’Espressionismo astratto (co-me viene chiamata l’avanguardiaamericana degli anni quaranta ecinquanta, di cui de Kooning è fi-gura centrale), Attic ed Excavation,dipinti alla fine del decennio.

Poi le donne: dal ‘50 al ‘52 deKooning lavora su un quadro fon-damentale nella storia dell’artemoderna, Woman I : interrotto epoi terminato grazie alle insistenzedel critico Mayer Shapiro: de Koo-ning ritaglia un sorriso femminileda una pubblicità e vi dipinge in-torno, in modo sempre più india-volato, sino a rendere la figura del-la donna un’immagine grottesca eparodistica quanto si vuole, ma in-quietante.

In questo prendere in prestitoun’immagine dalla cultura di mas-sa, de Kooning anticipa di alcunianni l’atteggiamento degli artistidel New Dada e dalla Pop Art. Fa

quindi da ponte tra due fasi chiavedell’arte americana del dopoguer-ra.

Seguono altre donne, e poi pae-saggi di Long Island, figure, ritrat-ti, tutti trattati tutti con una pen-nellata liberissima, la vera ereditàche la fase della sincerità espressi-va dell’espressionismo astratto gliaveva lasciato, sino agli ultimi lun-ghi anni di crudele malattia e allamorte.

Claudio Zambianchi

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«Untitled XIII» un’opera di Willem De Kooning del 1982

Dall’infanzia in Olandaagli anni della malattia

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Il pittore Willem De Kooning è morto ieriall’alba nel suo studio vicino a East Ham-pton, una cittadina sul mare di Long Islanddove l’artista risiedeva da tempo. Aveva 92anni.Nato a Rotterdam in Olanda nel 1904 da unmodesto distributore di vini e una barista,nel 1926, dopo i primi anni di scuola d’arte,ilpittoresieratrasferitoaNewYork.A dispetto di una diagnosi di morbo di Al-zheimer, De Kooning aveva lavorato fino aquasi novant’anni. «Non dipingo per vive-re, vivo per dipingere», aveva detto ormaivecchio e mentre la sua arte continuava ad

evolvere. A causa della malattia nel 1989 un tribunale lo aveva di-chiaratoincapacedi intendereedioccuparsideisuoiaffari.Dipinge-re «è oggi un modo di vivere, uno stile di vita, un modo di parlare»,disse in un seminario al Museo di Arte moderna di New York nel1951.

Ieri a Venezia il candidato di Veltroni è passato con quattordici voti a favore su diciasette

Lino Miccichè eletto presidente della BiennaleDovrebbe rimanere in carica per poco: finché il Parlamento non approverà la riforma. Segretario generale è diventato Gianfranco Pontel.

DALL’INVIATO

VENEZIA. «So di essere qua per untempoche tutti auspichiamobreve».Sospira sornione, Lino Miccichè, fre-scodielezione:presidentedellaBien-nale, come previsto, presidente ditransizionefinché ilParlamentononapproverà la riforma-Veltroni. Alto-là: “breve” quanto? Altro sospiro:«Non sonoun mago,eper lequestio-ni parlamentari lamagiaèobbligato-ria: la legge, in commissione, è appe-na al secondo articolo, ci sono 300emendamenti...».

Insomma: e se diventasse unpresi-dente “temporaneo” come il prede-cessore Gianluigi Rondi, eletto nel1993? Pure allora c’era una riformagovernativa in ballo. Rondi dichiara-va: «Se entro novanta giorni non vainporto,midimetto.Saròilpresiden-te di minor durata nella storia del-l’ente». Se n’è andato il 14 febbraioscorso, dopo quattro anni, dieci gior-ni,sediciore,ecinquegoverni.

Ha un occhio a quell’esperienzaMassimo Cacciari, sindaco-vicepre-

sidente della Biennale, che avrebbepreferito per l’interregno un com-missariamento: «La riforma ci saràentro l’estate,diceVeltroni. Sperosiacosì, altrimenti non vedo con chefaccia l’amico Walter potrebbe pre-sentarsi a settembre alla Mostra delcinema...».

Miccichè, il candidato di Veltroni,o “uno dei” candidati, è comunquepassato senzasussulti.Deidiciassettemembri del nuovo direttivo manca-va solo Francesco Gentile, il filosofodi An - un vizio, era assente anche al-l’elezione di Rondi. Quattordici votia favore, uno per Duccio Trombado-ri,unastenuto.

E, ciliegina, un consigliere di ForzaItalia, il professor Giuseppe Maria Pi-lo, primo ed unico ad avanzare for-malmente la candidatura Miccichè.Pilo spiega: «Non pensate ad inciuci,è solo coerenza: serviva una figurarappresentativa, professionale, concapacità manageriali. Tutto qua, giu-ro», e intanto ammannisce sorrisi davolpone.

Il nuovo “presidente a tempo” ha

62 anni, una lunghissima carriera al-le spalle come critico cinematografi-co dell’Avanti! e di molte altre pub-blicazioni, autore di cortometraggi- il primo? «Nuddu pensa a nuau-tri» - docente universitario e fon-datore della «Mostra internaziona-le del nuovo cinema» di Pesaro.«Ha pubblicato circa 4.000 articoli,300 saggi e 30 libri», calcola la suanota biografica.

Non dice che è stato anche tra icontestatori storici della Bienna-le... «L’ho contestata solo per amo-re; adesso sono felice di abbracciar-la. La storia gioca scherzi sapienti»,e Miccichè si abbandona ai ricordi:«Pensate che sono arrivato a Vene-zia giovanissimo. Per sopravviverefacevo il traduttore dal francese,mangiavo panini, alle proiezioniandavo con una finta giacca blu...Era il 1957».

E adesso, passati i suoi primiquarant’anni? Il fine immediato «ègestire tutto al meglio come se fos-simo qua per l’eternità. E spingeròperchè le attività permanenti non

siano la cenerentola della Bienna-le». Piccolo conteggio: «La Bienna-le è un meraviglioso strumentoadoperato finora al 25% delle po-tenzialità. Noi speriamo di portar-lo al 26%. Arrivare al 100% toc-cherà ai nostri successori».

«Eh sì, noi dobbiamo fare daponte per i gestori del futuro. Ionon sono un laureato in ingegne-ria dei ponti, ma il mio segretario,qua, ha un cognome beneaugu-rante...»: e butta l’occhio su Gian-franco Pontel. Pontel, scaduto po-chi giorni fa il mandato di sovrin-tendente della Fenice - l’ha lasciataportandosi dietro un avviso di rea-to per incendio colposo - ieri è sta-to eletto segretario generale dellaBiennale al posto di Raffaello Mar-telli. È rimasto disoccupato appe-na una settimana, diavolo d’uo-mo. Avvocato, coetaneo di Micci-chè, è stato a lungo assessore socia-lista a Venezia.

Per lui ci sono volute due vota-zioni, alla seconda ha ottenuto 12voti. I cronisti, con un occhio ai la-

vori di ristrutturazione in corso aCà Giustinian, gli rivolgono un’u-nica perfida domanda: «Andrà mi-ca a fuoco anche la Biennale?».Quattro anni fa Pontel era stato alcentro di uno scandalo squassante.I democristiani lo avevano im-provvisamente imposto alla Fenicein cambio dei voti socialisti perRondi alla Biennale.

Massimo Cacciari, allora leaderdell’opposizione in consiglio co-munale, aveva scritto al ministroMargherita Boniver perchè noncontrofirmasse quella «candidatu-ra inaccettabile» e perfino lei, so-cialista, aveva concordato sull’«i-nopportunità della nomina». Ilgiudice Carlo Nordio aveva apertoun’inchiesta. Pian pianino, tutto siera assopito. Ieri Pontel ha avutoanche il voto di Massimo Cacciari.E si è alzata un’unica protesta per«l’estrema inopportunità di questascelta». È dell’assessore comunalealla cultura Gianfranco Mossetto.

Michele Sartori

20ECO01A2003 ZALLCALL 11 00:53:36 03/20/97

ECONOMIA E LAVORO Giovedì 20 marzo 1997l’Unità13ProduzioneA gennaioprezzi +0,9%I prezziallaproduzione deiprodotti industriali aumentanoagennaio ‘97 dello 0,3% rispetto almese precedente edello 0,9%rispetto al gennaio ‘96. Secondol’Istat la variazionecongiunturale èuguale a quellaregistrata anchenel mese digennaio ‘96.

MERCATI.............................................BORSA

MIB 1.097 0,73MIBTEL 11.724 1,51MIB 30 17.344 1,68

IL SETTORE CHE SALE DI PIÙDISTRIB 2,84

IL SETTORE CHE SCENDE DI PIÙAUTO -0,94

TITOLO MIGLIOREGEMINA 13,04

TITOLO PEGGIORESASIB R W -19,11

BOT RENDIMENTI LORDI

3 MESI 6,406 MESI 6,821 ANNO 6,96

LIRADOLLARO 1.688,82 -5,75MARCO 1003,76 -2,64YEN 13,726 -0,10

STERLINA 2.698,06 9,12FRANCO FR. 297,35 -0,83FRANCO SV. 1.168,01 -1,14

FONDI INDICI VARIAZIONI

AZIONARI ITALIANI -1,44AZIONARI ESTERI -0,35BILANCIATI ITALIANI -0,78BILANCIATI ESTERI -0,24OBBLIGAZ. ITALIANI -0,09OBBLIGAZ. ESTERI -0,17

Eccesso di ribassoScambi sospesia Wall StreetScambi sospesi pereccesso diribasso alla Borsa di NewYork.L’indice Dow Jones, dopo unbreve rialzo in apertura, haperso50 punti, collocandosi aquota6.844. Immediato il bloccoautomatico delle contrattazioni.Il calo è guidato dal compartotecnologico.

Non è emersa dai due rami parlamentari alcuna richiesta di cambiare il vertice prima della dismissione

Autostrade, dal Parlamentoil via libera alla privatizzazioneLe commissioni di Camera e Senato hanno espresso il loro parere favorevole. Chiesto un nocciolo di controllo pari al20%-25%. Previsto anche un tetto al possesso azionario del 5%. Entro il 30 giugno l’adeguamento tariffario.

Latte: scovatetruffedi produttoriinesistentiROMA. Il Senato avvia oggil’esame del decreto-leggesulle quote-latte, approvatomartedi alla Camera, con ilvoto di fiducia, chiesto dalgoverno per batterel’ostruzionismo della Lega.Sarà la commissioneAgricoltura a valutare, inprima battuta, il testovarato a Montecitorio. Laprossima settimana dovràobbligatoriamente avere ilvoto definitivo per laconversione in legge, penala decadenza (scade il 10

aprile).La Camera, dopo il voto,non ha però cessato dioccuparsi di quote-latte. Ierila commissione Agricolturaha esaminato i primi dati sulpagamento delsuperprelievo per losforamento dellaproduzione del latte. E sonosubito venute alla luce truffeclamorose, quelle che ilresponsabile per le politicheagricole del Pds, CarmineNardone, ha più voltedenunciato e ieri cofermatoGiovanni Di Stasi, Sd,relatore del decreto. Quotedi carta, come vengonochiamate, con produttorisenza mucche, latte inpolvere per uso zooctenicoriciclato come latte vaccinoe immesso sul mercato,sono questi alcune dellecose che sono emerse. PerNardone è stata denunciatauna produzione di 224 milatonnellate di latte da partedi aziende addirittura senzacapi.Il meccanismo è semplice.«Alcuni caseifici utilizzano illatte in polvere per usozooctenico facendolorisultare fornito daproduttori consenzienti chesono titolari di quote manon hanno le mucche,pagandoli sottobanco».Altro motivo di perplessità ilfatto che sono state pagatesinora soprattutto le multemiliardarie. Si è scoperto ilmotivo.Hanno pagato i caseifici pertimore che venganoscoperte le truffe.

N.C.

PetrolioFusione in vistatra Agip e IpLa Italiana Petroli (Ip) do-vrebbe presto essere incorpo-rata dalla controllante AgipPetroli. Il cda dell’Eni, secon-do fonti di settore, ha infattiavviato leprocedure per la fu-sione tra le sue due compa-gnie petrolifere presenti sullarete distributiva italiana. Ilconsiglio dell’Eni ha appro-vato l’orientamento espressodalla società Agip Petroli, ca-pofila del settore raffinazioneedistribuzionediprodottipe-troliferi.

AutoLa Palio compostain PoloniaLa «world car» della Fiat siprepara a sbarcare in Europa.Come giàannunciato laPalioWeekend, la station wagonfatta in Brasile, e la berlinaquattro porte Siena costruitain Argentina, saranno assem-blate negli stabilimenti po-lacchi della Fiat a Bielsko-Bia-la. La prima è destinata ai solimercati dell’Est europeo e sa-rà commercializzata dal pros-simo 15 giugno; la secondainvece è riservata all’Europaoccidentale Italia compresa apartire da fine settembre. Perla linea dimontaggio delle fa-migliari a Bielsko-Biala saran-no assunti 300 nuovi addetti.Altre 400 assunzioni vengo-no annunciate nella fabbricaFiatdi Tychy doveoggi sipro-duce laCinquecentoedovesifarà anche il modello che do-vràsostituirla.LaPoloniaèunmercato molto promettente:350.000 immatricolazioninel ‘96,un40%dicrescitaan-nuale. E la Fiat è in testa allaclassifica delle vendite, segui-tadallacoreanaDaewoo.

Financial TimesPremio «Europe»a Fiat e FerreroFiat e Ferrero si sono classifi-cate rispettivamente prima esecondatraleaziendeitalianevotate nell’indagine condot-tada«FinancialTimes»ePriceWaterhouse, mirata a pre-miare le «Europe most respe-cted companies». La gradua-toria è stata ottenuta in segui-to ad un’indagine condotta alivello europeo con oltre due-mila manager, contattati in11paesi.

ROMA. Il Parlamento apre i casellialla privatizzazione di Autostrade. Lecommissioni di Camera e Senatohanno dato semaforo verde alla ces-sione della società presieduta daGiancarlo Elia Valori. Con alcuni pa-letti, tuttavia. È stato chiesto che laprivatizzazione, da attuare in partecon offerta pubblica di vendita, pre-veda la formazione di un nocciolo dicontrollo attorno al 20%-25%. Gliazionisti del nucleo duro andrannopoi impegnati a non cedere le azioniper tre anni. Previsto anche un tettoalpossessoazionario (5%).Vannoal-tresì evitati conflitti di interesseescludendo dal gruppo degli azioni-stidiriferimentoaltreconcessionarieautostradali, società di costruzione oditlc.

La due commissioni hanno poichiestounacontabilitàseparatadelleattività non inerenti il core business,così da non caricare di oneri im-propri le tariffe autostradali. Vieneinoltre posta l’esigenza di valutareopportunità e convenienza di unoscorporo delle attività di telecomu-nicazione (Autostrade vanta diuna rete in fibra ottica lunga quasiquanto i 3.000 chilometri della re-te a pagamento) in una società se-parata, che potrebbe essere priva-tizzata a parte.

Fatto proprio l’impegno del go-verno di cedere Autostrade entro il30 giugno, Camera e Senato chie-dono che prima della cessione sia-no definiti i meccanismi di ade-guamento tariffario, il piano fi-nanziario, il rinnovo della conces-sione. A proposito di quest’ultima,il via libera viene subordinato adun preciso piano di investimenti.

Nei pareri delle due commissio-ni parlamentari non vi è alcuna ri-chiesta di cambiare il vertice diAutostrade prima della privatizza-zione, come invece sono tornatiad insistere ieri Verdi e della Lega.«È una questione distinta alla pri-vatizzazione. Al Senato non se ne èparlato, ha osservato il sottosegre-tario ai Lavori Pubblici, AntonioBargone, «soddisfatto» del via libe-ra ottenuto in Parlamento. AllaCamera c’è stata qualche discus-sione in più, ma alla fine ci si è li-mitati ad una generica constata-zione per cui la cessione di Auto-strade viene considerata come unaopportunità «per segnare un cam-biamento rispetto ad una gestioneinsoddisfacente». A questo punto,

sembra proprio che la privatizza-zione andrà al traguardo con Valo-ri alla guida di Autostrade. Ancheperche‘ di qui a fine giugno i tem-pi sono ormai stretti.

Il governo, del resto, ha tuttal’intenzione di rispettare il calen-dario. La conferma è venuta ieridallo stesso Bargone che ha an-nunciato l’approvazione del pianofinanziario-tipo: «È uno dei prere-quisiti indicati per la privatizzazio-ne. Siamo ora in condizione dichiedere il piano finanziario allasocietà. Ora approntiamo la con-venzione-tipo e, prima della ces-sione, la proroga della concessio-ne.

Stet. Mentre si avvicinano le as-semblee che a fine mese cambie-ranno gli statuti per preparare pri-vatizzazione e fusione tra Stet e Te-lecom nascono nuovi ostacoli po-litici. Se la Lega arriva persino achiedere la sospensione della fu-sione, sono i popolari a tenerenuovamente il banco dell’iniziati-va politica chiedendo formalmen-te l’audizione in Parlamento diCiampi e Maccanico. Il Ppi mettein dubbio la correttezza del trasfe-rimento della concessione telefo-nica da Telecom a Stet. Gli echi del«licenziamento» di Pascale e Agnesnon paiono, dunque, essersi anco-ra spenti in Parlamento. Quanto alfuturo nucleo duro, il sottosegreta-rio al Tesoro, Laura Pennacchi, hasottolineato l’esigenza di assicura-re stabilità societaria ma anche diconsentire in futuro «assetti socie-tari diversi». Stabilità, dunque, masenza blindature. In cifre, potrebbesignificare un gruppo di controlloattorno al 10%. Chi ne farà parte?«Grandi istituzioni con forte repu-tation, con capitali adeguati, nonportatori di interesse di parte macon altre esperienze in nuclei sta-bili» . L’identikit è pronto. Manca-no solo i nomi.

Enel. La privatizzazione dovràattendere il riassetto del settoreelettrico e che l’authority definiscagli oneri nucleari (oltre 6.000 mi-liardi). Comunque, ha detto LauraPennacchi, permane «l’impegnofondamentale alla privatizzazio-ne». Ma è importante, intanto, «la-vorare all’assetto dei mercati intro-ducendo concorrenza e regolenuove.

Gildo Campesato

Voci seccamente smentite di dimissioni dalla presidenza Antitrust

Benzina, Amato contro tutti«In Italia prezzi troppo alti»Il presidente dell’Autorità per la concorrenza scrive ai ministri segnalando chein Italia il prezzo del carburante supera di 70 lire la media dei paesi europei.

ROMA. Il prezzo medio industrialedellabenzina (escluse,cioè, le tasse)èsuperiore di circa 70 lire in Italia ri-spettoagli altripaesi europei:èquan-to ha segnalato ieri il presidente del-l’Antitrust Giuliano Amato in unalettera inviata al presidente del Con-siglioRomanoProdiedaiministridelTesoro edell’Industria,CarloAzeglioCiampi e Pierluigi Bersani. «I recentiincrementi del prezzo dei carburantiper autotrazione non motivati da ra-gioni fiscali ma decisi autonoma-mente dalle società petrolifere - scri-ve Amato - hanno ulteriormente ac-centuato il differenziale tra il prezzomedio industriale italiano e quellodeglialtriprincipalipaesieuropei:se-condo le rilevazioni del 10 marzo es-so risulta infatti superiore di 71 e dioltre 67 lire rispetto a quello medioeuropeo rispettivamente per la ben-zinasuperconesenzapiombo».

Secondo Amato - a proposito delquale sono ieri circolate voci di di-missioni decisamente smentite dal

suo portavoce - questo risulta infattiil più elevato rispettoagli altri princi-pali paesi europei e, per quanto ri-guarda labenzina,è«quasidoppiori-spetto a quello della Francia e quasitriplorispettoaquelloinglese».L’An-titrust sottolinea lanecessità che, perfavorire una completa liberalizzazio-nedelsettore,occorresuperareilregi-me concessorio tuttora in vigore perl’accessoalmercato.

SecondoAmatolaconcessionedo-vrebbe essere sostituita da una sem-plice autorizzazione a svolgere l’atti-vità di vendita di carburanti in retementre occorre estendere la gammadei prodotti venduti e gli orari diapertura e di turno degli impianti.Anche le modalità di fornitura deicarburanti - secondo l’Antitrust -vanno cambiate per evitare l’ostaco-lorappresentatodall’esistenzadiuna«forte asimmetria nella dotazione diforniture logistiche fra quella dispo-nibile presso il cosiddetto settoreAgip e le altre società oltre alla disci-

plina contrattuale vigente tra le so-cietà stesse in materia di permute diprodotti finiti». Il prezzo della benzi-na sta diventando una cosa moltodifficile da analizzare e forse «vale lapena di predisporre qualche inter-vento, inunachiave seppur sensataegraduata, di liberalizzazione», ha in-direttamente risposto ad Amato ilministro dell’Industria, Pier LuigiBersani,alterminedelsuointerventoalla conferenza dell’OMC in corso aRavenna.«Adesso-haaggiuntoilmi-nistro-stiamotrattandosuquesto».

In ultimo, una novità. La benzinaverdediventeràverdeperdavvero: fi-nora la benzina senza piombo erachiamata «verde» solo perché piùecologica della «super» con piomboma il suo colore era rosa come quellodella benzina tradizionale.Adesso,invece, diventerà anche verde di co-lore:lanovitàèprevistadaundecretodel ministro delle Finanze VincenzoVisco pubblicato ieri sulla GazzettaUfficiale»..

Da oggi alla Triennale di Milano in mostra cent’anni «per immagini» dei lavoratori

Operai, dal pugno chiuso a CipputiANGELO FACCINETTO

In BreveBarberini: «L’associazionismo è una risorsa»

Legacoop critica Prodi«Impegni non mantenuti»AEROPORTI ROMA. Un uti-

le netto pari a 90,2 mi-liardi, con un incrementodel 61 per cento rispettoal 1995, che si era chiusocon un utile di 56 miliar-di: questo a fronte di unfatturato di 1.160 miliar-di, con un più 11,3 percento sull’anno prece-dente. Sono queste le ci-fre più significative uscitedalla riunione di ieri delconsiglio di amministra-zione di Aeroporti di Ro-ma, che ha approvato ilprogetto di bilancio.

DE RIGO. Fatturato e utilein sensibile calo nel ‘96per la De Rigo Spa, unodei maggiori gruppimondiali fra i produttoridi occhiali da sole di qua-lità. Il valore delle vendi-te nette è diminuito da301 a 260,4 miliardi,mentre l’utile è passatodagli oltre 69 miliardi del’95 ai 51,4 miliardi delloscorso anno.

MILANO. Dallemani«in fede»,quel-le che si stringono in segno di solida-rietà, ai pugni chiusi, simbolo dell’u-nitànella lotta.DallostendardodellaCamera del lavoro di Milano, datato1902, con i simboli ricamati in orodellediverse«sezioni»(conquelladeimetallurgici edegli edili, anche quel-la dei cestai, degli orologiai, dei cap-pellai...) ai murales comparsi allaFalck, all’Innocenti, all’Alfa Romeonegliannisettanta,dopoilgolpecile-no.Daimanifestiallecanzoni.Dall’i-conografia dell’incudine e martellodi fine ottocento alle biro, le T-shirt,le borse, i cappellini di fine nove-cento. Cioè dagli archetipi al ga-dget, esteriorizzazione di un sinda-cato che si laicizza e si caratterizzasempre più come promotore diservizi a favore dei lavoratori.

Da oggi, e fino al primo maggio(compreso), alla Triennale di Mila-no va in mostra (ingresso libero) la«Cipputi Communication», cen-t’anni, o poco meno, di «immaginiforme voci per i lavoratori». Orga-nizzata dal Centro ricerche Giu-

seppe Di Vittorio e dall’Archiviostorico della Camera del lavoro diMilano, curata dal professor LuigiGanapini e da Giovanna Ginex, lamostra si pone un obiettivo preci-so. Raccontare le strategie e le for-me comunicative adottate dal mo-vimento dei lavoratori e dai sinda-cati per informare. I militanti, gliiscritti, ma anche il mondo ester-no, quello degli avversari, dellapolitica, degli spettatori indiffe-renti.

Limitato all’area lombarda, findall’ottocento peraltro uno deicentri più rilevanti nella storia delmovimento operaio italiano, ilmateriale in mostra racconta, nelmodo di proporsi, di cinque diver-si periodi. Così il visitatore entra(anche con Internet, se vuole, al si-to http://www.lomb.cgil.it/mo-stra_cipputi) e si imbatte in un pu-gno chiuso e in un Cipputi di Al-tan. Ma in principio era l’epocadelle bandiere e lo spazio è subitotutto per i vecchi stendardi di seta.Come quello (data 1911) dei me-

tallurgici di Luino con l’operaio atorso nudo che batte il ferro all’in-cudine, ma domina un paesaggiobucolico, fatto di prati verdi e dicielo blu. O l’arazzo - una delle po-che insegne sindacali con (aggiun-ta) la falce e martello, da semprequasi esclusivamente simbolo dipartito - dei lavoratori litografi. Oancora, abbagliante, lo stendardodelle Acli, tutto bianco e ricamidorati. Con il motto di Marx para-frasato a beneficio dell’anima inun «proletari di tutto il mondounitevi in Cristo» e tanto di crocetra spighe di grano e ciminiere fu-manti. Poi le bandiere, classiche,con le mani «in fede», simbolodelle società di mutuo soccorso, lemedaglie. E subito il salto negli an-ni della clandestinità, sintetizzabi-le per tutti da un volantino di AlbeSteiner. Data, 10 giugno ‘43.

È solo con la Liberazione che peril movimento operaio inizia l’eradei manifesti. Ai primi, bellissimi,collaborano artisti come Morlotti,Cassinari, Veronesi, ma è un lega-

me, questo, che non durerà moltoe che si rinnoverà solo - e per unbreve periodo - nel ‘68. Festeggia-no la ritrovata libertà, poco tempodopo scandiranno le polemiche fe-roci degli anni della scissione. Macominceranno, insieme, a batterela strada della modernità. Con i vi-si regolari, da impiegati, a prende-re il posto dei lineamenti duri de-gli operai di fonderia e con i temidella busta (paga, ovviamente) asovrastare - specie in casa Cisl e Uil- quelli, ideali e impalpabili, dell’e-guaglianza e della pace. Fino al’68, quando compaiono i primipugni chiusi, segno di una ritrova-ta unità di classe. Poi i murales, lecanzoni (è allestita una sezione au-dio), l’irrompere sulla scena sinda-cale delle donne. Coi loro drappicolorati, i loro slogan prima maiuditi (”La sessualità ha il suo valo-re/lavorare meno per fare più l’a-more”).

Oggi alle 17 l’inaugurazione.Con Sergio Cofferati, Pierre Carnitie Michele Serra.

Il Governo Prodi non presta ascol-to alle cooperative ed alle potenzia-lità dell’associazionismo per creareoccupazione e riformare il WelfareState. L’invito ad un dialogo più co-struttivo arriva da Ivano Barberini,presidentedellaLegaNazionaledel-le Cooperative e Mutue. «Il rappor-to che intercorre con il Governonon è soddisfacente -ha affermatoBarberiniinunaconferenzastampaa Roma- lo dico non per interessi dicategoria ma perché non avvertia-mo una spinta sufficiente, uno sti-moloadeguatoagli impegniassuntisu obiettivi strategici come l’occu-pazione e la riforma dello stato so-ciale».

Non cogliamo segnali di atten-zioneacrearecondizioni favorevoliper chi ha voglia di impegnarsi innuove attivitàimprenditoriali se-condo la forma di associazione nonprofit». Sonocinqueipuntisuiqua-li la Lega vorrebbe avere dal Gover-no risposte precise aconfermadellaconsiderazione del ruolo che il mo-vimento cooperativo può assumere

nel far uscire il paese dalla crisi. InunaletterainviataalGoverno,laLe-ga ha chiesto alcune misure urgentiper abolire la legge del ‘39 che permotivi razziali vietava l’associazio-nismo imprenditoriale tra i profes-sionisti.

La Legacoop vorrebbe inoltre l’e-stensione del prestito d’onore aquei giovani che intendano svolge-re la propria attività in forma asso-ciata. Sarebbe poi necessario incre-mentareilFondoperlosviluppoelapromozione cooperativa, in quan-to unico strumento di credito age-volato per lecooperative.Sidovreb-be quindi incentivare la costituzio-nedinuovecooperative,riducendoquei tributi che elevano il costo dicostituzione di quest imprese. Infi-ne,alLegaavevachiestoalGovernoun intervento legislativo per garan-tire ai soci lavoratori il godimentodel Tfr. Proprio su questo ultimopunto, grazie all’approvazione av-venuta ieri inSenato diun emenda-mento,laLegahapotutorilevareunprimopassopositivo.

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NEL MONDO Giovedì 20 marzo 1997l’Unità5

20EST01AF01

Il consiglio dei ministri ha varato il decreto sul dramma dei profughi. Scalfaro: «Non possiamo restare soli»

Stato d’emergenza in tutta ItaliaIl governo invierà aiuti in AlbaniaI marò del San Marco potrebbero sbarcare a Durazzo con cibo e medicine. Ma Dini preme ancora perché l’operazione siafatta insieme all’Unione Europea. Per i profughi arrivati a Brindisi il soggiorno sarà limitato ad un periodo di 60 giorni.

«Farò di tutto per tenerlilontani, non farò vivere allacittà un’altra invasione dialbanesi». Il sindaco leghistadi Milano, MarcoFormentini, ha ribadito lasua posizione, rispondendocosì a chi gli chiedeva dellepossibilità di accoglienzadei profughi albanesi chestanno uscendo dai confinidella Puglia. «Quello che staaccadendo è demenziale. LoStato italiano ha il dovere diproteggere i cittadiniitaliani» ha detto ancoraFormentini, sostenendo che«è ora di finirla conl’ipocrisia». Il sindaco haparlato del problemaAlbania a margine dimanifestazioni alle quali èintervenuto oggi a Milano.Le prime dichiarazioniFormentini le ha fatte amargine dellapresentazione della garapodistica «Stramilano».«L’Italia sta diventando unporto franco o meglio, loscarico del mondo - haaffermato parlando con igiornalisti -. Stiamoassistendo ad una invasionegestita da organizzazionicriminali. Ci sono navi dipaesi stranieri che stannofacendo la spola tra le costealbanesi e l‘ Italia scaricandoprofughi». «Milano èsolidale - ha aggiunto - masolo per casi di emergenza.Non negheremo aiuto oassistenza sanitaria. I nostriospedali saranno aperti,come è accaduto in altreoccasioni, ma Milano non èdisposta a subire unainvasione. Qui siamo inpresenza di una resa totale.Stiamo vivendo un altro 8settembre. La nostrarisposta ci porta fuori dall‘Europa». Alle criticherivoltegli dai candidatisindaci di Polo e Ulivo, per lasua posizione sul problemaalbanese Formentini hareplicato in questi termini:«Io faccio il sindaco e mipreoccupo dei problemidella città, loro fanno icandidati ed hanno solo ilcompito di farsi vedere enotare». A margine dellapresentazione del progettodi riqualificazione delgiardino pubblico dellaGuastalla, Formentini èquindi tornato sull‘argomento: «Se davvero loStato avesse volutomandare via gli albanesi,avrebbe dovuto tenerliraccolti. Basta conl’ipocrisia». «È ora di dire lecose come stanno - haproseguito il sindaco -. LoStato italiano ha il dovere inprimo luogo di proteggere icittadini italiani e quello chesta accadendo èdemenziale. Ma io, inquanto sindaco di Milano,mi sento responsabile dellasicurezza dei milanesi, e perquesto farò di tutto perimpedire che arrivi a Milanoanche un solo albaneseirregolare in più. Cercheròdi risparmiare a Milano laiattura di una nuovainvasione». Rispondendoalle domande deigiornalisti, Formentini nonha voluto commentare ledichiarazioni del segretariodella Lega Nord, UmbertoBossi, secondo il quale gliimmigrati vengono accolti«per mettere in ginocchio ilNord». «Bossi è il leader diuna forza politica, io mipreoccupo dei milanesi».

Formentini:«Milanonon ospiterài profughi»

ROMA. L’operazione potrebbe scat-tare nelle prossime ore, o al più tardinei prossimi giorni. L’arrivo massic-cio e disperato dei profughi sulle co-stepugliesi,ha impressoun’accelera-ta alle scelte del governo. Roma simuove si più fronti. Ieri mattina nelcorsodi unariunione urgentedel go-verno,èstatodeciso lo«statod’emer-genza su tutto il territorio nazionalefino al 30 giugno». E i marò del SanMarco si sono messi in mare sulla na-veSanGiustochecaricaanchedodicimezzi blindati. PotrebberosbarcareaDurazzo. Dini, dopo aver incontratoil collega albaneseStarova, ripetecheoccorre far presto per far giungereaiuti, ma che l’Italia preme ancorasull’UnioneEuropea.

Intanto il governo ha deciso lo sta-to d’emergenza. Il provvedimento,adottato in altre occasioni in presen-zadicalamitànaturali, fariferimentoalla legge 24 febbraio 1992 numero225 e permette alla protezione civiledi emanare ordinanze e disporre in-terventi urgenti per alloggiare i pro-fughi. La scelta del governo è netta e

decisa. Il capo dello Stato Scalfaro, alsuo ritorno dalla visita in Marocco,firmerà ildecreto-leggeapprovato ie-ri dall’esecutivo e che disciplina gli«interventi straordinari per fronteg-giare l’eccezionaleafflussodi stranie-riextracomunitari».

La permanenza in Italia dei10.619profughi scappati dal 13 marzo sullenostrecostesarà limitataadunperio-do di sessanta giorni, con un‘ even-tuale proroga di altri trenta. Soggior-no a tempo dunque ed estrema seve-rità verso gli affiliati alle cosche ma-fiose e ai sospetti delinquenti. Gli in-desiderati saranno immediatamenterimpatriati. E già ieri oltre trecentofuggiaschi giudicati «pericolosi» du-rante i controlli di polizia nei portipugliesi sono stati riportati in Alba-niadaglielicotterimilitari.

La filosofia dei provvedimentiadottati dal governo è stata illustrataieri allaCameradalMinistrodegli In-terni Napolitano: «La soluzione deiproblemi non sta in Italia, ma in Al-bania» - ha detto il titolare del Vimi-nale - l’obiettivo prioritario del go-

verno è quello di operare in ambitoUe per il ristabilimento in Albaniadell’eserciziodelpoterelegale.Aque-sto potrà concorre il nuovo governodi riconciliazione nazionale». Napo-litano ha parlato al telefono con ilpresidente Scalfaro in visita in Ma-rocco, che ha confermato l’atteggia-mento da adottare per affrontare l’e-mergenza: aiuto umanitario senzaindulgenze per«ipersonaggi legati alterrorismo, alla criminalità ed anchealle speculazioni». Scalfaro ha la-mentato lo scarso impegno della Ue:«Nonpuòesseresolol’Italia_hariba-dito ieri a Rabat _ ad affrontare l’e-mergenzaAlbaniaeadaiutarequestopaese a riprendersi». E ha aggiunto:«L’Italia mantiene la sua tradizioneumanitariamaunflussocomequellodelle ultime ore è un fenomeno chelo stato ha il diritto e il doveredi con-tenere».

Questa è dunque la linea adottatadal governo ed esposta dal ministrodegli Interni alla Camera: permessitemporanei di soggiornoagli albane-sichesi rifugianoinItalia,espulsione

e riaccompagnamento in patria dielementi ritenutipericolosi, rigorosoesame delle richieste di asilo politco,invio immediato di aiuti umanitariin Albania, apertura di flussi legali diimmigrazione temporanea, seque-stro dei mezzi navali che trasportanoin Italia fuggiaschi, intensa sorve-glianza delle acque territoriali concontrolli abordodeinatanti sospetti.Parallelamente il governo ha decisodi stanziare la somma di 61 miliardidi lire per l’accoglienza dei rifugiati. Iprovvedimenti adottati dal governoe illustrati da Napolitano hanno rac-colto anche il consenso del Polo, ilcui leader Berlusconi hadettoche«lasituazione è grave» e che la decisionepresa dal consigliodeiministri «èop-portuna».Intanto,mentreilgovernoaffronta l’emergenza-profughi, la di-plomazia tenta di aiutare l’Albania amuoversiconlesuegambe.Maledif-ficoltà sono enormi. L’ambasciatoreD’Ansembourg, che ha guidato lapattuglia della Ue e dell‘ Osce a Tira-na,hadettoche«l’apparatodelloSta-to, dalle dogane alle questure, è di-

sfatto». Un intervento militare «disupporto» potrebbe dunque scattarebenpresto.L’altraseralanaveanfibiaSan Giusto della Marina Militare halasciato ilportodiBrindisiperguada-gnare il largo. A bordo vi sono alme-notrecentocinquantafucilieridima-rina del battaglione San Marco. E allargo delle coste pugliesi ed in prossi-mitàdiquellealbanesi,visonoanchel’incrociatoreVittorioVenetoelafre-gata Aliseo. Sul San Giusto sono statiimbarcati anche dodici Vcc, mezziblindati utilizzati per il trasporto aterra delle truppe. Sempre a Brindisisi stanno preparando per un’even-tuale missione i carabinieri-paraca-dutisti del battaglione Tuscania e gliincursori del Col Moschin. Le pres-santi richieste di intervento ribaditeanche ieri a Roma dal ministro degliEsteri albanese Starova, accolto allaFarnesina assieme alla delegazioneUe e Osce, dal ministro Dini, potreb-bero dunque trovare una rispostanelle prossime ore. Gli esperti milita-ri stanno lavorando attorno a dueipotesi: l’apertura e quindi la prote-

zione di «corridoi umanitari» attra-verso i quali far giungere aiuti e lariorganizzazione delle polizia locale.I soldati italiani potrebbero sbarcarea Durazzo e presidiare lo scalo apren-do così la strada ai convogli con i vi-veri e gli aiuti. Nel complessosono instato di allerta oltre mille soldati ita-lianied ilgovernopotrebbeprenderel’iniziativa anche senza attendere ilsummitdeiministridegliEsterieuro-pei in programma solamente lunedìa Bruxelles. Al termine dell’incontrocon il collega albanese Starova, il mi-nistro Dini non ha sciolto questa ri-serva: «L’Albania ha bisogno rapida-mente di aiuti umanitari - ha detto iltitolaredellaFarnesina-servonociboemedicine,equestoaiutodovràesse-re accompagnato da una forza di si-curezza.L’Europadovràprenderepo-sizione su queste questioni molto ra-pidamente». Tra le forze politicheUmberto Ranieri del Psd ritiene cheoccorredare«incisivitàeconcretezzaall’iniziativaeuropea».

Toni Fontana

In primo piano

Tirana accusa Roma«Bloccate il rimpatrionon sono criminali»DALL’INVIATO

TIRANA. SpartakNgjelaèunsignoreche da una settimana è il ministrodella Giustizia albanese. Ieri sera hapreso la decisione più importantedella sua vita. Va bene che la repub-blica «schipetara» è sotto il controllodella comunità internazionale e cheil futuro del paese è nelle mani di Eu-ropa e America. Ma non bisogna esa-gerare - ha pensato il buon Spartak -quandosièaccortodellabuggeraturache stavano dandoa lui, alla nazionedelle aquile, al governo - con il «rien-tro» forzoso dei criminali evasi dallecarceri albanesi. Insomma, gli italia-ni gli hanno rimandato ragazzi checon la criminalità o con l’evasionenon c’entrano nulla. E, sicché, ha de-cretato il blocco del ritorno in patriadei compatrioti fuggiti. D’ora in poi,vuole vederci chiaro. Un’ennesimabrutta figura dell’Italia e dei suoi or-ganidipolizia?Probabilmenteècosì,a vedere le reazioni, nette, del gover-no.Cosahannofattogliinvestigatoriitaliani? Hanno pescato nel mezzo,tanto per far vedere al Viminale cheeranosolerti?

Un’altra giornata nervosissima etesa.Conmolti colpidi scena.Mave-diamo come sono andate le cose, oraper ora. Né guerra, né pace. Ecco lasensazione di metà mattinata. In Al-bania, si continua a morire - quattor-dici vittime nella sola capitale, nelleultime24 orea causa dipallottoleva-

gantioregolamentidiconti -esicon-tinua a sperare che gli aiuti interna-zionali arrivino presto in una situa-zione politica, estremamente confu-sa, dove continuano a convivere unpresidente delegittimato e un primoministro socialista che acquista viep-più consensi popolari. Ma il sud delpaese non demorde e minaccia dimarciare -masolamenteachiacchie-re - su Tirana se entro oggi non rasse-gnerà le dimissioni Sali Berisha men-tre bande di fedelissimi di quest’ulti-mospargonoveleniericatti.

È questa, in poche parole, la foto-grafia dell’Albania. La quale, però,corre un rischio molto maggiore: lafame, il cui spettro volteggia mici-dialmente sul nord come nel meri-dione. Non c’è pane. In ogni casa c’èunkalasnikoveunsaccodi farinade-predatoneimolini.Madell’unaedel-l’altra cosa, la stragrande maggioran-zadeglialbanesinonsacosafarsene.Iprezzi sono aumentati del doppio eanche del triplo e centosessantamilafamiglia, quelle al di sotto della lineadella povertà, assistite finora, dal go-verno, con 20 dollari al mese, si ritro-vano, ora, allo stremo.Scarseggianoimedicinali. Manca del tutto il carbu-rante, che, tuttavia, è reperibile almercatoneromaacostidacapogiro.

Cosa fare? La delegazione tecnicadell’Unione europea è stata qui duegiorni, ha visto tutto, riferirà. Ma - enonneavevacomunquei titoli -nonha preso impegni nè fatto promesse.

Ilpresidente, l’olandeseJand’Ansen-burg, ha battuto il tasto della «sicu-rezza, senzadellaquale»,hadettoieriin un incontro con la stampa, «nonpotrà esservi nessun’operazioneumanitaria». E solamente lunedì iministri degli Esteri dell’Unione de-cideranno l’architetturaufficialedel-lamissione,semprechecisia.Troppotardi, ma i tempi stringono dramma-ticamente. Ecco, allora, che l’Italia siè messa in movimento, un po‘ comeapripista per l’Europa, un po‘ per ri-mediare a brutte figurediplomatichee di «intelligence», e, infine, ancheper tentare di arginare l’esodo mas-siccio verso la nostre coste. Il batta-glione San Marco è pronto a sbarcarenel porto di Durazzo. La nave milita-re «San Giusto», colma anche di der-rate alimentari, è in rada. Forse, sta-mane,all’alba i«marò»prenderannopossesso dei docks e delle spiagge eforsedell’interacittà.

La giornata s’era aperta con la bef-fa, chehafattoandaresututte le furieil governo, come si è visto prima,delrientro, a Tirana, dei 289 albanesi,supposticriminaliocomunquedete-nuti fuggiti dai carceri, che erano sta-ti espulsi dall’Italia. Caricati sui cin-que «Chinook», i grandi elicotteridell’esercito, era stato detto loro cheladestinazioneeraMilano.Unpicco-lo raggiro, un po‘ come successe nel1991.Quandoalladiecidelmattinoiprimi velivoli erano apparsi all’oriz-zonte, l’aeroporto di Rinas era presi-datodaduefiledipoliziotti, alcuni inborghese,altriconladivisa,ealtrian-cora con tuta mimetica ma tutti conla pallottola in canna. In realtà, ci siaspettava che ci fossero dei «cellula-ri» a prenderli e a sbatterli, di nuovo,in qualche carcere. Invece, niente dituttoquesto. Il grupponedigiovaniegiovinastri, è uscito con i miseri sac-chetti di plastica in braccio,conte-nentiqualchebagnoschiuma,èstatostrattonato dai gendarmi che hanno

puntato, pure, i kalasnikov sulle lorospalle. Poi, però, al di fuori dello sca-lo, i «criminali» sono stati lasciati li-beri e a piedi, correndo, si sono in-camminati verso la città o verso lecampagne. Andranno ad ingrossarela «guardia» del nord, i pretoriani diBerisha? Non lo sappiamo. Ma eranodavvero i detenuti fuggiti dai peni-tenziari? Parecchi di loro, lo hannoescluso. «Ero senza lavoro, si sparavadatutteleparti,hotentatol’avventu-ra» ci ha detto, per esempio, Ismail.«Guardateci - ha continuato -vi sem-briamo criminali? Qui in Albania, sequalcunovaincarcereperprimacosagli tagliano i capelli a zero. Noi, inve-ce, abbiamo i capelli lunghi». Vero?Falso? Ma perché nonsonostati arre-stati? Misteri d’Albania, grovigli bal-canici.

La confusione, che è la dominantedi questi giorni, è poi continuata, av-volgendo di sé tutto e tutti, fino a se-ra. Il premier Bashkim Fino, che ieridoveva essere ad Argirocastro mache, all’ultimo momento, ha preferi-to rimanere a Tirana a difendere lasua postazione, ha respinto l’ultima-tum del sud ma ha invitato, al tempostesso e caldamente, il presidente Be-risha a «non interferire con l’attivitàdel governo». Si va allo scontro fina-le?

Easud?AdArgirocastro, i«comita-tidi salvezza»delleundicicittà insor-te hanno, di nuovo, chiesto le dimis-sionidelcapodelloStato.Oggi,tutta-via, ledelegazionideirivoltosi si rive-dranno a Tepelene. A questo punto,dopo l’appellodelpremier,cisembradaescludereunamarciaarmatasuTi-rana. Ilfattoècheilsudvuole«conta-re» nel dibattito politico e nelle deci-sioni e fino achenongli si riconosce-ràquesto«status»diforzaautonoma,non deporrà né le armi né attenueràlapressione.

Mauro Montali

20EST01AF022.025.0

Un bambino in braccio a suo padre su un’imbarcazione arrivata

La città ormai è militarizzata per paura di traffici di armi. Si cerca anche il materiale radioattivo trafugato a Fier

Scenari di guerra nel porto di BrindisiIeri è scattata l’operazione di rimpatrio per gli immigrati considerati «indesiderabili». In 211 sono stati riportati a Tirana a bordo di elicotteri..

Albrightall’ambasciata«L’argenteria...»

DALL’INVIATO

BRINDISI . È scattata ieri l’«Opera-zione pulizia», il rimpatrio forzatodegli «indesiderabili», una partedei 600 evasi dalle carceri albanesiche in questa settimana di sbarchisi sono confusi coniprofughiveri.In 211 sono stati caricati sugli eli-cotteri «Chinoox» nell’aeroportomilitare di Brindisi e riportati a Ti-rana. L’operazione è iniziata ierimattina all’alba, quando dagli al-berghi di Taranto sono stati prele-vati i finti profughi arrivati con lanave «San Giusto» nei giorni scor-si. Inquadrati,messi in fila e sorve-gliatidacentinaiadipoliziottieca-rabinieri (nell’operazione sonostati impegnati anche agenti delSisde, il servizio segreto civile), so-no stati imbarcati e rispediti in pa-tria. Occhi abbassati, facce torve epugni chiusi, voltidi genteabitua-ta ad essere lesta di mano. Molti diloro presero d’assalto la «San Giu-sto» quando era ancorata nelle ac-quealbanesipersoccorrerecittadi-

ni italiani e stranieri. Ci fu anchequalche sparatoria, forse delle vit-time - anche se la notizia è statasempre smentita dalle autorità ita-liane - eperevitare tensionisideci-se di caricarli comunque a bordo ediportarli inItalia.Maieri l’avven-tura è finita. Dopo ledichiarazioniallaCameradelministroNapolita-no e gli impegni presi dallo stessopresidentedelConsiglio,è iniziatala linea dura. Polizia, reparti spe-ciali di carabinieri e Guardia di Fi-nanza, ma nell’operazione sonoentrati anche i servizi segreti, stan-no procedendo all’identificazionein massa dei profughi che quoti-dianamentesbarcanoneiportipu-gliesi.

Operazione difficile, visto che il90 per cento degli arrivati è senzadocumenti di identità, e in Alba-nia, ormai, non esistono più sche-dari. Quelli della polizia sono statibruciati dai rivoltosi, le anagrafisono state distrutte, per questo lapolizia italiana sta ricorrendo aimetodi più diversi. Usando inpar-

te le schedature di criminali alba-nesi e ricorrendo all’aiuto di mili-tari, poliziotti ed ex agenti segretifuggiti inItalia.Lifannogirareperivari centri di accoglienza per indi-careglielementipiùpericolosi.Masi ricorre anche a metodi più case-recci. Alcuni evasi che si eranoconfusi tra lamassadiprofughiso-no stati scoperti dopo una attentaanalisidel loromododicammina-re: si muovevano apiccolipassi eapiedi stretti, nella camminata tipi-cadichihascontatoqualcheannoin carcere. Linea dura, quindi, an-che per i «Caronte» di carne uma-na. Ieri sono state arrestate 23 per-sone con l’accusa di «pirateria»:scatta per i comandanti delle naviche trainano le chiatte e i pesche-recci albanesi fino al limite delleacqueterritoriali facendoleandarealla deriva. Secondo la convenzio-ne di Manotago Bay, dicono allaGuardia di Finanza, questo vieneconsideratounattodipirateriave-ro e proprio. C’è allarme rosso inPuglia per i pericoli di uno sbarco

massiccio della criminalità alba-nese.

L’attenzione è concentrata so-prattutto sueventuali trafficidi ar-mi,quelle razziateneidepositimi-litari dai rivoltosi. Sisde e Sismi so-no alla caccia del materiale ra-dioattivo trafugato domenicascorsa nella «Vecchia Officina»,unaindustrianellazonadiFier.Se-condo informazioni non confer-mate dieci pericolosissime barret-te (emanano raggi beta) sarebberostatetrasportateinItalia.Brindisiela Puglia sono letteralmente mili-tarizzate. Ieri nel porto della cittàsalentina uno scenario da guerra,con la «Vittorio Veneto», la naveammiraglia della Marina militare,ancorata nella banchina civile. Se-condo indiscrezioni la nave, cheha fatto quaranta giornidinaviga-zione, avrebbe dovuto attraccareperunperiododi riposoaTaranto,ma è stata trasferita a Brindisi e ri-fornita.Dovràstare inmissioneal-triquindicigiorni.ObiettivoAlba-nia?L’interrogativoèpiùchelegit-

timo, dopo la partenza alle primelucidell’albadiieridellanavemili-tare «San Giusto». Imbarca mezzicingolati, carri armati e jeep delBattaglione San Marco, la nave sifermerà al largodelle costealbane-si in attesa del’ok del governo perl’avvio dell’operazione di poliziainternazionale. E sugli sbarchi in-daga la procura della repubblica diBrindisi:«Dietrol’esodoc’èunare-gìa ben definita», ha detto il sosti-tuto procuratore Lino Bruno, cheoggiparteciperàalverticedellaDi-rezione distrettuale antimafia aBari. Intanto anche ieri sono con-tinuatigli sbarchi,dallamotonave«Pantera» e dai due pescherecci«La Regina» e «Abdul Nvaeleni»sono arrivate 300 persone. Unviaggio reso ancora più rischiosodal mare a forza sei e da un ventoche soffiava a forza sette. «Ora - di-cono alla Capitaneria di Porto - c’èveramente il rischio concreto diqualchenaufragio».

Enrico Fierro

Giovedì scorso, mentre aTirana fischiavano lepallottole, da Washingtonun cablogramma firmatodal segretario di StatoMadeleine Albrightordinava all’ambasciatoreUsa Marisa Lino di salvarel’argenteria. Lo rivelava ieriil «Washington Post».«L’ambasciatore non l’hapresa bene, ve l’assicuro»,ha indicato una fonte dellamissione americana. Nelcablo si ricoradavano leregole per l’argenteria incaso di evacuazione di unasede diplomatica: «Deveessere messa al sicuro nellaresidenza o in consolato e incaso di chiusura della sede,va spedita con gli effettipersonali dell’ambasciatoreo del suo vice e consegnataimmediatamente al loroarrivo a Washington».

20INT01A2003 ZALLCALL 11 23:17:03 03/19/97

LE CRONACHEGiovedì 20 marzo 1997 10l’Unità

Gli autoferrotramvieri si fermano per l’intera giornata in tutta Italia per il rinnovo del contratto di lavoro.

Paralisi dei trasporti nelle cittàFermi tram, bus e metropolitanaLa protesta proclamata dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil dopo la rottura delle trattative con Federtrasporti. Ieriannunciato anche un nuovo sciopero generale per il 10 aprile. Chiesta la mediazione di Regioni, sindaci e Anci.

Una perizia decisa dalla Corte d’Appello

Stadio OlimpicoIrregolare l’appaltoalla Cogefarper la ristrutturazione

Londra, ventitreni su mortoper evitareritardiLONDRA. La puntualitàsoprattutto: i macchinisti diuna ventina di treni inglesihanno avuto l’ ordinetassativo di passare a pienavelocità sul cadavere di unadonna suicida, in modo danon provocare ritardi. LewAdams, segretariodell’Unione dei macchinistiferroviari, ha rivelato adessol’episodio sul giornalesindacale «LocomotiveJournal» e ha avuto paroledurissime: «È una cosaspregevole chiedere a gentecon famiglie di passaresopra un cadavere». Lavicenda risale al 6 febbraioscorso quando verso le06:00 una donna diventotto anni si è uccisagettandosi sotto un trenodella linea Shenfield-Southend, vicino Londra. Ilcadavere fu rimosso quattroore dopo. La compagniaprivata Great EasternRailway vista l’ora di puntadecise - di comune accordocon la polizia - di procederecome se nulla fosse. «Ladecisione - ha spiegato unportavoce di ‘Great EasternRailway - è stata presanell’interesse di circa 12.000pendolari. Altrimenti cisarebbero stati ritardi».

Ci si sposterà a fatica, oggi, e soloin auto o a piedi all’interno dellecinte murarie cittadine. Nientetram, niente autobus, niente me-tropolitane. Si prevede veramenteun giovedì nero per il trasportopubblicolocale.Scioperanoinfattiper tutta la giornata, anche se conorari e modalità che cambiano dacittà a città, i lavoratori della cate-goria degli autoferrotramvieri,cioèautisti, controllori,meccanicieimpiegati.

Lo sciopero è stato proclamatodai sindacati confederali dei tra-sportidopolarotturadelletrattati-ve per il rinnovo del contratto dei125milalavoratoridelsettore,sca-duto da oltre 14 mesi. Il tentativodi mediazione compiuto dal Go-verno non è riuscito ad ammorbi-dire le posizioni, che, anzi, sem-brano essersi addirittura allonta-nate.

Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasportihanno confermato ieri anche unaseconda giornata di sciopero na-zionale della categoria, previstoper giovedi’ 10 aprile. E hanno ac-compagnato l’annuncio dellanuovamobilitazionegeneraleconunaletteraaperta inviataallaCon-ferenza dei presidenti delle Regio-ni, all’Ancieaisindacidellegrandiaree metropolitane «affinché in-tervengano per sbloccare la ver-tenza contrattuale nel quadro del-le competenze che lo Stato delegaalleautonomielocali».

«Le ragioni della rottura - sostie-ne il segretario generale vicariodella Filt-Cgil, AlfonsoTorsello, inuna nota - vanno ricercate nellavolontàdelle associazioni datoria-li di applicare un diverso tratta-mento economico e normativoper i neo-assunti, ma se ci sono sa-crificidafareandrannofattidatut-ti i lavoratori, non possono esseresolo i giovani a pagare le conse-guenze del disastro finanziariodelleaziendeditrasportopubblicolocale». Per risanare - secondo ilsindacato - si dovrebbe invece in-

tervenire sulla gestione aziendale,sull’organizzazione del lavoro esullevariecomponentidelcostodiesercizio.

«Per la parte economica - ag-giunge Torsello - il sindacato haaderito alla proposta del governocheèsimileaquelladeimetalmec-canici. E si è reso disponibile a tro-vare soluzioni che riducano strut-turalmenteilcostodellavoroecherallentino la dinamica di crescitadelle retribuzioni». Nell’attualecontratto, insiste, «ci sonoflessibi-litànonutilizzatedalleaziendeperpropria incapacità, èprevisto unorario di 39 ore settimanali conuna flessibilità su 11 settimane esonoprevistetutte leformedicon-tratti atipici: formazione lavoro,tempodeterminato,part-time».

Secondo la Federtrasporti inve-ce la rottura non sarebbe da impu-tare ad una «posizione preconcet-ta delle associazioni datoriali»,«bensì per quattro motivi princi-pali». Ed elenca: minori risorse adisposizione del trasporto, la posi-zionedelsindacato(lecuirichiestecomporterebbero costi per millemiliardi) indisponibile a introdur-re strumenti che consentano unrecupero del costo del contrattoagendo sulla organizzazione dellavoro e su meccanismi retributividiversi per il personale da assume-re, la pressante esigenza di conte-nere il costo del lavoro (73milioniper addetto) e l’impossibilità perRegioni, Province e Comuni dimettereadisposizionerisorseperilcontratto.

A parte la questione del «salariod’ingresso»per ineo-assunti, ci so-no peròanchealtrimotividi scon-tro edipreoccupazionedei lavora-tori dei trasporti locali. E che ri-guardano appunto il restringersidelle risorse trasferite alle aziendedel trasporto locale. Per questo isindacati ieri hanno chiesto l’ap-poggio e la mediazione delle asso-ciazioni dei Comuni, dei sindaci edeirappresentantidelleRegioni.

ROMA La Cogefar Impresit, socie-tà del Gruppo Fiat, non avrebbedovutogestiregliappaltiperilavo-ri di ristrutturazione dello stadioOlimpico di Roma, in vista deicampionati mondiali di calcio diItalia‘90.

È questo il risultato che emergeda una perizia che porta la firmadell’ingegner Giuseppe Dolce, alquale la terza sezione penale dellaCorte d’Appello di Roma, il 12 di-cembre scorso, attribuì il compitodi stabilire se fu regolare la proce-dura adottata dal Coni. Procedurache decise di assegnare alla Coge-far quei lavori il cui costo, inizial-mente fissato intorno agli 80 mi-liardi di lire, «lievitò» fino a rag-giungere la quota di oltre 200 mi-liardi.

Per Dolce l’iter che è stato segui-to non fu regolare, perché era piùvantaggiosa l’offerta economicaavanzatadall’impresaIcori. Ilperi-to-cheillustreràlesueconclusioninell’udienza già fissata per il 28marzo prossimo - ha dovuto ri-spondere a tre quesiti che la Cortehapostoindibattimento,al finedipoter valutare la posizioneproces-sualedegli imputati, tra iquali l’at-tuale presidente del Coni, MarioPescante, e il suo predecessore Ar-rigo Gattai, già assolto in primogrado dall’accusa di abuso d’uffi-cio dai giudici del Tribunale di Ro-ma.

Oltre ai due massimi dirigentidel comitato olimpico, sono im-putati anche Maurizio Mondelli(anche membro della commissio-ne aggiudicatrice), Bruno Grandi,Primo Nebiolo, Agostino Omini,Gustavo Tuccinei, Enrico Vinci,Francesco Zerbi, Giorgio Besi, Ste-fano Bovis, Gino LoGiudiceMon-cada, Leo Finzi, Vincenzo Scionti,Franco Vollaro, e Luciana Vagno-ni,tuttiassoltiinprimogrado.

Nel ritenere sopravvalutati «in-giustificatamente e erroneamentei parametri relativi ai costi di ma-nutenzione rispetto al parametro

prezzo» compiuti dal Coni, l’inge-gner Dolce ha spiegatoche i criteridi valutazione furono predispostidalla commissione aggiudicatricein maniera incompleta e, in ognicaso, non tali dagarantire il rispet-to delle prescrizioni precedente-menteindicatenelbandodigara.

Per ilperito«lacommissionede-terminò i criteri di valutazione inviapreventivarispettoall’assegna-zione dei punteggi alle imprese ingara per aggiudicarsi l’appalto, matale determinazione fu effettuatainmodoincompleto»alpunto«dalasciare anche discrezionalità allevalutazioni che i commissariavrebbero successivamente effet-tuato».

L’ingegner Dolce ha quindi af-fermato, nella sua perizia, che «imetodi adottati nell’attribuzionedei punteggi e l’ordine decrescen-te di importanza attribuito dallacommissione ai parametri di valu-tazione delle offerte (prezzo, valo-retecnico,costodimanutenzione,tempo di esecuzione) presentatein concreto», non sarebbero statiregolari.

In sostanza, la commissionenonavrebbefattoinecessaricalco-li,dacuipoisarebbeemersaun’esi-gua differenza tra le offerte in garae avrebbe dovuto assegnare l’ap-palto all’impresa (la Icori,ndr) cheaveva presentato l’offerta econo-micapiùvantaggiosa».

Queste conclusioni saranno va-lutate dalla Corte d’Appello all’u-dienza del 28 marzo prossimo. In-tanto, la Cogefar Impresit si di-chiara «totalmente estranea allavicenda relativa alle irregolaritàdei lavori allo stadio Olimpico».Lo ha precisato la società con unanota diffusa, in cui sottolinea co-me all’epoca dei fatti «gli appaltifossero gestiti dalla Cogefar delgruppoRomagnoli.Lafusioneconla Fiatimpresit è successiva e quin-di improprio - conclude la notadella Cogefar Impresit - citare inpropositoilgruppoFiat».

Revocata agitazionecontrollori a CiampinoI sindacati (Cisl, Uil e Licta) hanno revocato lo sciopero deicontrollori di volo in programma dalle 11.30 alle 15.30 didomani, venerdì 21 marzo, nel centro regionale di assistenza alvolo di Roma Ciampino. Lo ha reso noto l’Enav, Ente nazionaledi assistenza al volo precisando che la revoca è giunta a seguitoalla ripresa di una trattativa in sede aziendale.Intanto l’Ibar, l’associazione dei vettori italiani e stranieri cheoperano in Italia proprio ieri si è appellata al ministro ClaudioBurlando per sottolineare come i frequenti annunci di scioperinegli scali italiani finiscano con il danneggiare in modo grave itrasporti anche quando, come nell’ultimo caso, le agitazionivengono revocate. L’effetto degli annunci di agitazionisarebbe infatti molto spesso negativo quanto un vero eproprio sciopero.

La Ford smette la produzione: «Non vende»

Thunderbird addioVa in pensionel’auto dei Beach Boys L’ANELLO D’ORO.

VIAGGIONELLE ANTICHECITTÀ RUSSE

(minimo 25 partecipanti)Partenza da Milano e da Roma il 20giugnoTrasporto con volo Alitalia e SwissairDurata del viaggio 10 giorni (9 notti)Quota di partecipazione L. 2.590.000Visto consolare L. 40.000(supplemento partenza da Roma Lire45.000)L’itinerario: Italia/Mosca-Kostroma-Vladimir (Sudzal)-Mosca-Novgorod-SanPietroburgo/ItaliaLa quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali in Italia eall’estero, i trasferimenti interni conpullman privati, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 4 e 3 stelle,la pensione completa, tutte le visitepreviste dal programma, unaccompagnatore dall’Italia.

VIAGGIONELL’INDIA DEL SUD

(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Roma il 27 aprile - 1°giugno - 21 settembre e 5 ottobreTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 17 giorni (15 notti)Quota di partecipazione L. 4.470.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Bombay-Goa-Badami(Hampi)-Hospet (Belur-Halebid)-Mysore-Bangalore-Madras (Kanchipuram-Mahabal ipuram)-Madurai-Per iyar(Kottayam-Allepey)-Cochin-BombayItaliaLa quota comprende:Volo a/r, leassistenze aeroportuali a Roma eall’estero, il visto consolare, itrasferimenti interni in aereo, in pullmanprivati con aria condizionata, lasistemazione in alberghi a 5 e 4 stelle, lasistemazione in guest house statale a

Hospet, la mezza pensione, tutte le visitepreviste dal programma, l’assistenzadelle guide locali indiane di linguaitaliana e inglese, un accompagnatoredall’Italia.

BERLINO LIPSIADRESDA E PRAGA

IGRANDI MUSEI DELL’EST EUROPEOE LA DIVINA MUSICA DI BACH

(minimo 25 partecipanti)Partenza da Milano il 12 luglio e il 23agosto.Trasporto con volo di linea.Durata del viaggio 8 giorni (7 notti).Quota di partecipazione L. 2.250.000.supplemento partenza da RomaL. 100.000Itinerario: Italia/Berlino (via Zurigo)(Potsdam)-Dresda-Lipsia-Praga/Italia(via Zurigo).La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano, aRoma e all’estero, i trasferimenti internicon pullman privato, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 3 e 4 stelle,la prima colazione e tre giorni in mezzapensione, gli ingressi al PergamonMuseum e alla Gemäldegalerie diBerlino, al Museum der Bildelden Kunstedi Lipsia, alla Gemäldegalerie di Dresda,alla Narodni Galerie e al Klaster Sv. Jir diPraga, tutte le visite delle città previstedal programma, una serata di musicabachiana a Lipsia, un accompagnatoredall’Italia.Il viaggio sarà accompagnato ancheda un giornalista de l’Unità espertod’arte.

VIAGGIONEL SUDAFRICA DI

Nelson Mandela(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Milano il 1° agostoTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 12 giorni (9 notti)

Quota di partecipazione L. 5.100.000Tasse aeroportuali L. 45.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Johannesburg (viaFrancoforte) (Soweto-Pretoria)-Mpumalaga-Sabi Sabi (Parco Kruger)-Johannesburg-Cape Town (Capo diBuona Speranza)/Italia (via Francoforte)La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano eall’estero, i trasferimenti interni in aereo econ pullman privati, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 4 e 3 stelle,in bungalows di categoria lusso nellariverva Sabi Sabi, la prima colazioneall’inglese (eccettuato nella riserva),quattro giorni in mezza pensione e duegiorni in pensione completa, tutte levisite previste dal programma,l’assistenza delle guide locali di lingua edi ranger nel Parco Krüger, unaccompagnatore dall’Italia.

VIAGGIOIN NEPAL E IN TIBET

(minimo 15 partecipanti)

Partenze da Roma l’11 giugno - 6agosto e 6 settembreTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 15 giorni (13 notti)Quota di partecipazione:giugno e settembre L. 5.200.000agosto L. 5.900.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Roma eall’estero, il visto consolare tibetano, itrasferimenti interni in aereo e in pullmanprivati, la sistemazione in camere doppiein alberghi a 5 e 4 stelle, in lodge (3stelle) al Gaida Naturalistic Park, lapensione completa in Nepal e in Tibet, laprima colazione a Karachi, tutte le visitepreviste dal programma, l’assistenzadelle guide locali pachistane, tibetane enepalesi, un accompagnatore dall’Italia.

VIAGGIONELLA CINA

DELLE GRANDIDINASTIE

(minimo 15 partecipanti)Partenza da Milano e da Roma il 14giugno - 12 luglio 9 agosto e 4 ottobreTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 12 giorni (10 notti)Quota di partecipazionegiugno e luglio L. 3.500.000agosto L. 3.920.000Partenza di ottobre L. 3.520.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Pechino-Xiang-Shanghai-Nanchino-Pechino/ItaliaLa quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano, aRoma e all’estero, il visto consolare, itrasferimenti interni in treno, aereo e inpullman privati, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 4 e 3 stelle,la pensione completa (la mezzapensione il giorno di arrivo), tutte le visitepreviste dal programma, l’assistenzadella guida nazionale cinese di linguaitaliana e delle guide locali, unaccompagnatore dall’Italia.

PRAGA(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Milano il 24 Aprile - 1°maggio - 14 agosto - 30 ottobreTrasporto con volo di linea SwissairDurata del viaggio 5 giorni (4 notti)Quota di partecipazioneaprile e maggio L. 1.465.000agosto e ottobre L. 1.400.000supplemento partenza da Roma L. 40.000L’itinerario: Italia/Praga (via Zurigo)(Karlestejn-Konopiste)/Italia (via Zurigo)La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Roma, Milanoe all’estero, i trasferimenti interni conpullman privati, la sistemazione incamere doppie presso l’hotel Holiday Inn(4 stelle), la mezza pensione (compresa

la cena in battello), tutte le visite previstedal programma, un accompagnatoredall’Italia.

ITINERARION ATURALISTICO

IN IRLANDA(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Milano il 22 giugno - 20luglio - 10 e 31 agostoTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 8 giorni (7 notti)Quota di partecipazione L. 2.400.000Supplemento partenza luglio e agostoL. 100.000Tasse aeroportuali lire 15.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Dublino (Wicklow-Wexford)-Waterford (Cork)-Baltimore-Killarney (isola di Skelling)-Limerich(Burren)-Dublino/ItaliaLa quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano eall’estero, i trasferimenti interni conpullman privati e traghetti, ilpernottamento in camere doppie inalberghi a 3 stelle, la mezza pensione, lavisita guidata del Killarney National Park,tutte le visite previste dal programma,l’assistenza della guida locale irlandesedi lingua italiana in Irlanda per tutta ladurata del viaggio.

I VIAGGI PER I LETTORII PAESI, LE GENTI, LE STORIE, LE CULTURE, LE CURIOSITÀ E I GRANDI MUSEI

E-MAIL: L’UNITA’[email protected]

MILANO - Via Felice Casati, 32Tel. 02/6704810 - 6704844

NEW YORK. Tramontodi un mito: laleggendaria Thunderbird che neglianni cinquanta fece sognare milionidi giovani americani è stata mandatain pensione dalla Ford. «Non vende-vapiùabbastanza»sisonogiustificatigli executive della casa automobili-stica di Detroit annunciando il ritirodallacircolazionedellamiticadecap-pottabile cantata dai Beach Boys. In-trodotta nell’epoca aurea del secon-do dopoguerra la Thunderbird si eraguadagnata l’affettodi interegenera-zioni. Era diventata un simbolo dellaspensieratezza anni cinquanta sul-l’ondadellamusicadelcomplessoca-liforniano che la immortalò in unacanzone: «She’ll have fun, fun, funtill her daddy takes the T-birdaway».Ma i capelli dei Beach Boys ingrigi-scono, i figli del baby-boom invec-chianoeanchesullaThunderbirdpe-sano gli anni: dopo oltre quattro de-cenni digloria, le esigenzedelmerca-to hanno prevalso e la produzionedella decappottabile è arrivata al ca-polinea: il modello 1997 sarà l’ulti-mo.Eraentrata inservizionel1954:asettembre, congliultimibaglioridel-l’estate.«Diversamentedallealtrede-cappottabili prodotte in catena dimontaggio aveva il doppio tettucciodimetalloedistoffa»,ricordaEugeneNelson, ingegnere alla Ford e tesorie-redell’AmericanThunderbirdClub.

Inizialmentenonfuunsuccesso: il

primo anno del modello a due postise ne vendettero appena 14 milaesemplari. La Ford rispose introdu-cendo nel 1958 il sedile posteriore.Nel 1960 lo acquistarono in 90 mila,che nel 1977 arrivarono al record dei322 mila al volante. Nel 1996, dopoquasi 20 anni di successi, nel 1996 levendite di Thunderbird hanno subi-to un netto calo: 80 mila auto, il 24per cento in meno rispetto all’annoprecedente. E i dirigenti della Fordnon hanno avuto dubbi sull’oppor-tunità di ritirarla dalla circolazionenel quadro di un programma di ri-strutturazione del colosso di Detroitche porterà a 2500 licenziamenti.Con la decappottabile del baby-boom se ne sono andate anche laMercury Cougar, il furgone AerostarelaProbe:«Quattromodelli inunan-no solo: a mia memoria non era maisuccesso, ma è così che vuole il mer-cato», ha commentato amaramenteil presidente della Ford auto JacquesNasser. Ai fan in lutto della Thunder-bird i dirigenti di Detroit hanno la-sciatounospiraglio:«Ilsuonometor-nerà in una forma o nell’altra». Ma ipareri raccolti non incoraggiano allasperanza: «Se la resusciteremo saràper esigenze di mercato», ha com-mentato Nasser.E semai tornerà«onthe road» la mitica Thunderbird deiBeach Boys sarà «un modello sporti-voaproduzionemoltolimitata».

PRECISAZIONEPer un errore di battitura di cui ci scusiamo con i lettori e con l’inte-ressato, ieri nel box sulle reazioni alla concessione degli arresti domi-ciliari a Priebke il parere di Riccardo Pacifici, consigliere della Comu-nità ebraica di Roma, è stato involontariamente travisato in un pun-to. «Vorremmo - risultava dire Pacifici sul nostro giornale - che l’exufficiale nazista, prima delle prossime celebrazioni delle Fosse Ardea-tine, si rechi a rendere omaggio alle vittime». In realtà Pacifici avevadichiarato il contrario. Ed in particolare detto: «Siamo a sei giornidall’anniversario delle Ardeatine e non vorremmo che prima dellariapertura del processo il signor Priebke vada ad inginocchiarsi al sa-crario per un’azione strumentale».

20MIL01A2003 20MIL01A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 12 01:17:28 03/20/97

MILANOGiovedì 20 marzo 1997 18l’Unità

ScioperoSi fermanoi trasportipubbliciTrasporti pubblici fermi,oggi, a Milano e in tutta laLombardia nel quadrodello sciopero nazionaleper il rinnovo del contrattodi lavoro ormai scaduto daquindici mesi. Queste lemodalità e gli orari.MILANO - Atm e Metrò,dalle 8.45 alle 15 e dalle 18a fine servizio; FerrovieNord, da inizio turno alle 6;dalle 9 alle 16.30; dalle19.30 a fine servizio; Fnm(autoservizi) da inizioturno alle 6; dalle 9 alle12.30 e dalle 15.30 a fineservizio. Autolinee privatesciopero di 24 oreconcordate a livello locale.BERGAMO, urbano edextraurbano. Dalle ore 9alle 12.30 e dalle 16 a fineservizio.BRESCIA - urbano, da inizioturno alle 6; dalle 9 alle11.30 e dalle ore 14.30 afine servizio; extraurbano,da inizio turno alle 6; dalle9 alle 12 e dalle 15 a fineservizio. Lacuale (Garda)dalle 11.20 alle 15.20MONZA - urbano edextraurbano, dalle 9 alle 15e dalle 18 a fine servizio.COMO - urbano edextraurbano, dalle 8.30 alle16.30. Lacuale (Como)dalle 9 alle 17.CREMONA - urbano, dainizio turno alle 6; dalle 9alle 11.30 e dalle 14.30 afine servizio.LECCO - urbano edextraurbano, dalle 8.30 alle12 e dalle 15.30 a fineservizio.LODI - autolinee Star dalle8 alle 13.30 e dalle 16.30 afine servizio; autolinee Sisadalle 9 alle 12.30 e dalle14.30 a fine servizio.MANTOVA - aziendaApam, da inizio turno alle6; dalle 9 alle 12 e dalle 15 afine servizio.PAVIA - urbano da inizioturno alle 6.30; dalle 9.30alle 16.50 e dalle 19.50 afine servizio; extraurbano,(Sgea) da inizio turno alle6.30; dalle 8.55 alle 14.25 edalle 18 a fine servizio.SONDRIO - urbano Asm,sciopero di 24 oreconcordato a livello locale;autolinee Perego da inizioturno alle 6.30; dalle 9 alle11.30 e dalle 15 a fineservizio.VARESE - urbano dalle 8.45alle 12.15 e dalle 15.30 afine servizio; extraurbano,dalle 8.30 alle 12.30 e (Stiee altre aziende) dalle 15.30a fine servizio.BUSTO ARSIZIO - urbanodalle 8.30 alle 12.30 e dalle16 a fine servizio.GALLARATE - urbano dalle8.15 alle 12.15 e dalle 15.40a fine servizio.

Il sindaco insiste: «Farò di tutto per tenere lontani gli albanesi dalla città»

Tutti contro Formentini«Semina odio razziale»Draghi (Pds): «Quelle dichiarazioni sono una vera schifezza». Cortiana (Verdi): «Offende i milanesie la loro tradizione di tolleranza». Critiche anche da Enzo Bianco, presidente dell’Anci.

Rivelazioni dell’Oms a Berlino

«A Milano nel 1992ci fu un’ondata di TbcMa ora la malattiaè in fase di ritirata»

«Farò di tutto per tenerli lontani.Non farò vivere alla città un’altra in-vasione di albanesi». Eccolo, il ba-luardo dei milanesi contro la per orainvisibile orda che viene dall’est: è ilsindaco uscente Marco Formentini,che anche ieri ha esternato a più ri-prese sull’eventualità dell’arrivo diprofughi albanesi in città: «È ora didire lecosecomestanno-ha tuonatoa margine della presentazione dellaStramilano - L’Italia sta diventandoun porto franco. O meglio, lo scaricodel mondo. Stiamo assistendo a unainvasione gestita da organizzazionicriminali».

Il pensiero che dall’altra parte del-l’Adriatico si sia effettivamente sul-l’orlo della guerra civile, non entranelle considerazioni del sindaco.Tutt’ alpiù,Formentini si ricordachei milanesi amano pensare di avere,sotto sotto, un cuore d’oro: eccolo,dunque, puntualizzare pochi minutidopo alla presentazione del nuovoprogettoperilgiardinodellaGuastal-la,che«Milanoèsolidale,masoloperi casi di emergenza. I nostri ospedalisaranno aperti». Insomma, la pre-sunta minaccia albanese è tutto car-burante per far marciare una campa-gna elettorale che difficilmente si sa-rebbe potuta giocare sui grandiosi ri-sultati ottenuti nel corso del manda-to.

A distanza, risponde a Formentini

il presidente dell’associazionedei co-muni (Anci), ovvero il primo cittadi-no di Catania Enzo Bianco che nelweekend sarà in Puglia per coordina-re il da farsi insiemeai sindacipuglie-si: «Voglio mostrare così un compor-tamento e un atteggiamento un po’diversi da quelli usati da Formenti-ni».

Secondo Stefano Draghi, il capo-gruppo dellaQuercia in consiglio co-munale, le dichiarazioni del sindacosono «una vera schifezza. Dimostra-nola impressionantecadutadicultu-ra civile di Formentini». Polemicocon il primo cittadino anche il consi-gliere del Cdu Maurizio Lupi, checontro le «demagogiche dichiarazio-ni» del sindaco ha chiesto la convo-cazione di un consiglio comunalestraordinario. Mentre secondo il se-natore verde Fiorello Cortiana, For-mentini «con le sue dichiarazionibuone giusto per Pontida offende latradizione internazionale, tolleranteeapertadeimilanesi».

Infine, il candidato sindaco dellaFiamma Tomaso Staiti, pur di solida-rizzare con il camerata Priebke, fa isaltimortali:«Mentrec’èchisipreoc-cupa per l’eventuale fuga di un vec-chio di 84 anni, nessuno pare preoc-cuparsi dell’impatto sull’Italia» de-terminatodall’arrivodeglialbanesi.

Marco Cremonesi

Arrivati in Lombardiaquaranta profughi

Da Berlino l’Oms (Organizzazio-ne mondiale della sanità) annun-cia la svoltanella lottaallaTbc,manel contempo segnala una recru-descenza della malattia in Europa.Ilvicedirettoredelprogrammaan-ti-Tbc dell’Oms, Richard Bumgar-ner, rivelacheaMilano lamalattiaha toccato l’apice nel 1992 con 25morti. In Italia l’Omsstima14.300malati, di cui 5.627 notificati. Perl’Aipo (Associazione nazionalepneumologi ospedalieri) nel 1995l’incidenza della malattia, che inItalia è statadi15casiogni100mi-la abitanti, a Milano è salita a 25.Comesispiega?

Per il dottor Vittorio Carreri, ca-po dell’Ufficio igiene della Regio-ne,nonèilcasodidrammatizzare:«La tubercolosi inLombardiaèau-mentata negli ultimi anni soprat-tuttotra imalatidiAidsetragli im-migratiextracomunitari».

Da escludere dunqueunproble-ma epidemiologico? «Episodi epi-demici di Tbc conclusi con lamor-te del malato non riguardano lapopolazione,mavicendechesiso-noverificateneglianniscorsinelledivisioni di malattie infettive, siadi Niguarda che dell’ospedale Sac-co, dove sono ricoverati i malati diAids. Si era verificata l’insorgenzadi un super batterio resistente atuttigliantibiotici».

Nel 1996 la Tbc è in calo. Nel se-condo semestre, con un nuovo si-stema di sorveglianza, sono statinotificati 476 casi rispettoai 1.303del‘95,ai1.365del‘94,ai1.343del’94 ed ai 1.316 del ‘92.L’incidenzaattuale della malattia nella nostraregione è di 15 casi su100.000abi-tanti, nella provincia di Milano èdi 13.2 casi su 100mila abitanti,mentre in città, come si è detto, iltasso sale a 25 casi. Carreri ribadi-sce: la Tbc colpisce in modo parti-colare extracomunitari e soprat-tutto malati di Aids, esattamentecome accade a Berlino e nei paesidell’Unione europea. La popola-zione «normale» non viene coin-volta:«Noisiamo“coperti”, siamovenuti a contatto con il microbat-terio, ma siamo difesi dalle condi-zioni ambientali ed alimentari.Mentre il batterio attacca i malatidiAids,chehannounacadutadel-le difese immunitarie e gli immi-grati extracomunitari quandonon trovano da lavorare, quandonon sono in grado di svolgere unavita normale. In tal caso» - conti-nuaVittorio Carreri - «le condizio-ni anti-igieniche, la sotto-alimen-tazionee l’abusodialcool liespon-gonoadundepauperamentodelledifese».

Giovanni Laccabò

Sono in tutto una quarantina, dieci a Milano e il resto distribuititra Lecco, Varese e la Brianza, gli albanesi arrivati in Lombardianelle ultime 48 ore. I primi sei, tutti giovani di leva della MarinaMilitare dell’Albania, sono stati trovati dai carabinieri allo scaloFarini delle ferrovie l’altra sera. «Arriviamo da Brindisi dovesiamo sbarcati con una nave militare - hanno detto i ragazzi, tuttiin possesso del visto umanitario rilasciato dal Ministerodell’Interno - e stiamo cercando dei nostri parenti qui in città. Manon abbiamo trovato nessuno». I ragazzi avevano in tasca, oltreal visto, solo una fotografia che li ritraeva vestiti da militari enient’altro, né soldi né il biglietto del treno. Erano stanchi edaffamati, vestiti con gli abiti, quelli da lavoro dell’esercitoitaliano, dati loro dopo lo sbarco in Italia. I sei ragazzi sono statirifocillati ed hanno passato la notte in una caserma della polizia.Quindi hanno espresso il desiderio di tornare a Brindisi, dove adattenderli ci sarebbero alcuni loro parenti. Il viaggio, però, pertutta la giornata di ieri è stato un problema di non facilesoluzione a causa dello sciopero dei capistazione che haparalizzato la circolazione ferroviaria. Forse i sei giovani di levapasseranno a Milano una seconda nottata, in attesa dellapartenza. Altri quattro albanesi, anche questi in possesso di visto,sono invece state accolte ieri dalle strutture milanesi dellaCaritas, quattro che si aggiungono ai diciotto accolti dalla diocesidi Lecco. Una famiglia, padre, madre e un bambino piccolo,hanno trovato accoglienza in provincia di Bergamo, mentre altrisei scampati hanno raggiunto dei loro conoscenti a Varese.

Quarto sondaggio di Datamedia per Radio Popolare, avanzano le posizioni dell’Ulivo

Aldo Fumagalli in testa al primo turnoE al ballottaggio riduce lo scarto al 3,2%Nello spareggio finale risulterebbe vincitore Albertini (Polo) che però cala del 6,4% rispetto a sette giorni fa.Dini ci ripensa, forse non sarà capolista di Rinnovamento Italiano. Confermato invece Pagliarini per la Lega.

L’AGGRESSIONE

Continua a ridursi, a favore del can-didato sindaco dell’Ulivo Aldo Fu-magalli, lo scarto nel testa a testa pre-visto dai sondaggi per il ballottaggiocon il rivale del Polo, Gabriele Alber-tini. Se si fosse votato martedì,Alber-tini sarebbe ancora risultato vincito-realballottaggio,superandoperòFu-magalli solo del 3,2%, contro il 7,4%di una settimana fa. Anzi, Fumagalliper la prima volta viene accreditato,nel primo turno, di una percentualemaggiore rispetto al candidato delPolo. È questa l’indicazione cheemerge da un sondaggio di Datame-diapercontodiRadioPopolare.

Al ballottaggio Albertini avrebbe il40,5% dei voti, contro il 38% di fu-magalli ma, secondo una proiezioneelaborata ridistribuendo le quote deivoti in varie forme non espressi(21,5%, di cui 9,9% di indecisi), lepercentuali sarebbero rispettiva-mentedel51,6%edel48,4%,mentrel’11marzo si registrava un 53,7% a46,3%. Qualora il ballottaggio fossefra altri candidati, lo scarto sarebbesuperiore: fraAlbertini e l’attuale sin-daco leghista Marco Formentini laproiezione indica rispettivamente

65,9% e 34,1% mentre tra Fumagallie Formentini sarebbe di 61,9 e 38,1.In realtà, benchè in crescita del 4,1%rispetto a una settimana fa, l’attualesindaco sembra proprio destinato afermarsi al primo turno, dove man-tieneunterzopostoancorapiuttostostaccato dai due principali conten-denti.Laclassificadei13candidati inlizza fino a martedì, al primo turnovedrebbe quindi in testa Fumagalli,che secondo la proiezione depuratadel 22,2% di indecisi arriverebbe 29,-2, contro il 28,9 di Albertini; terzoFormentini col 20%. DistanziatiUmberto Gay (Prc) 10,1: Gianfran-co Funari (lista Funari) 4,6; TomasoStaiti di Cuddia (Ms-Fiamma) 1,8;Marco Tordelli (Italia federale) 1,5;Giorgio Santerini (socialisti uniti)1,2; Antonio Marinoni (Rinnova-mento Italiano) 0,9; Giuliano Bucci(Lista civica) 0,6; Giorgio Schultze(Partito Umanista) 0,6; Sergio Bon-tempelli (Cittàcivile)0,3;GiancarloCito(Legameridionale)0,3.

Il Pds rivelerà stamattina il nomedel capolista e fino a ieri sera in viaVolturno la consegna del silenzio èstata rigidissima. Finora si è parlato

insistentementediunacandidaturadel ministro Franco Bassanini, chepotrebbe così rientarea palazzo Ma-rino dove eragià stato eletto nel ‘90,ma non è escluso che l’annuncio dioggi possa riservare qualche sorpre-sa.Quantoalrestodella lista,saràre-so noto solo dopo le riunionidel co-mitatocittadinodiquestamattinaedella direzione federale in program-ma domani. Alcuni nomi tuttaviasono già noti, anche perchè il 60%dei candidati sarà costituito dai pri-mi 36 indicati dagli iscritti alle pri-marie.Rientrerannoiconsiglierico-munali uscenti Stefano Draghi eWalter Molinaro,primonelleprefe-renze delle primarie, e, così pureAlex Iriondo confermato domenicascorsa segretario provinciale dellaQuercia, ed altri componenti dellasegreteria come Marco Cipriano,Emilia De Biase e Franco Mirabelli.Tragli indipendenti,dovrebberoes-sere candidati anche l’attuale presi-dente del consiglio comunale Leti-zia Gilardelli, Giovanni Colombo(della Rete) e il sociologo GuidoMartinotti.

Intantononèpiùcertochela lista

di Rinnovamento Italiano sarà gui-datadaLambertoDini. Ilministrocistarebbe ripensando,e incasodisuarinunciatoccherebbeaGianniRive-ra passare in testa. Per i socialisti do-vrebberopresentarsiEnricoBosellieUgo Intini; quanto a Forza Italia do-vrebbe vedere nella pattuglia di te-sta, dopo Silvio Berlusconi e AchilleSerra, Ombretta Colli. Tra gli altrinomi che circolano, anche quelli diEgidioSterpaediGuidoContestabi-le e Antonella Maiolo (rispettiva-mente figlio e sorella dei più famosiDomenico e Tiziana). Per la LegaNord è ormai certo l’orientamentodi escludere tutti gli attuali assesso-ri, forse troppo identificabili con lagiunta Formentini. Nella rosa, allespalle del capolista Giancarlo Pa-gliarini dovrebbero invece entrarel’ex portavoce di Bossi, SimonettaFaverio, tutti i consiglieri uscenti adeccezione della capogruppo Marile-na Santelli e di Daniela Lauber. PerAn, nel gruppo di testa dopo Riccar-do De Corato campeggeranno alcu-niesterni:GianGaleazzoViscontidiModrone, Letizia Gucci e l’ex depu-tatoforzistaUsiglio.

Spinse donnasotto il metròAdesso c’èl’identikit

L’INTERVENTO

A Roma per richiamareil governo sul lavoro

Oggi a Palazzo Marino l’udienza pubblica sul trasferimento

Scala Bis, la parola ai cittadiniGli architetti si scusano con la Pirelli

«È lui quello che ha spinto,quello che volevauccidere». Dopo unasettimana di indagini,l’uomo che la settimanascorsa ha cercato diammazzare GenoveffaNuzzo spingendola sottoun convoglio del metrò,ha finalmente un volto.«Io l’ho visto bene, a breve

distanza - ha detto il testimone alla polizia - appena hosentito che il treno frenava e la gente cominciava a scappareurlando, l’ho visto dileguarsi per le scale e l’ho inseguito. Sulpianerottolo prima delle scale mobili ci siamo incrociati.Cos’hai fatto!, gli ho gridato. Non ha detto una parola. Inostri sguardi si sono incrociati, poi l’ho visto scappare comeun fulmine». L’identikit del mancato omicida, diffuso ieri seradalla polizia, è stato fatto da uno dei testimoni dell’accadutoche avevano inseguito l’aggessore. «È un pensionatosessantenne, ex dirigente d’azienda - ha detto ieri il capodella squadra mobile Lucio Carluccio - che era stato fuoriMilano per alcuni giorni. Poi, quando ha visto che il giallonon si era risolto e che la polizia stava cercando i testimoni, siè presentato». Venticinque-trent’anni, un metro esettantacinque di altezza, corporatura snella, barba e capellicastano chiari: la descrizione del tentato omicidacorrisponde a quella, lacunosa ed incerta, fatta da una donnasettimana scorsa. «Stiamo cercando il suo volto tra quellodelle persone schedate - ha continuato il dirigente dellasquadra mobile - ma per adesso non l’abbiamo trovato».D’altra parte ancora non si sa se la donna spinta sotto ilmetrò conoscesse il suo aggressore: le sue condizioni sonogravi, seppure in leggero miglioramento, e non è ancora ingrado di rispondere alle domande degli inquirenti.

La manifestazione per il lavoro in-detta a Roma per il 22 marzo è un ap-puntamento importante che deveaverecaratteristichedimassa.

Troppi sono i ritardi che sono statiaccumulati sul tema dell’occupazio-nee oggi si pone l’esigenzadi inverti-re la rotta con politiche adeguate alleurgenze. Ci aspettiamo dal GovernoProdiunarinnovatacapacitàdiinter-vento, uno sforzo serio di innovazio-ne che sappia coniugare, proprio apartire dall’accordo sottoscritto conil sindacato il 24 settembre 1996, lapoliticaperl’occupazioneconnuoverisorsedadestinareadinvestimenti.

Pensiamo che quel che occorre èfar partire da subito una strategia mi-rata,acominciaredalSuddoveilpro-blema lavoro è particolarmentedrammatico, ma capace anche diparlareall’interoPaese.Unastrategiaeunapoliticachenonsi limitinoabi-vaccare nel deserto delle garanziemaintervengano,conilconsenso,apro-porzionare all’esigenza di una cresci-ta sana; che creino le condizioni perl’emersioneedilsuperamentodell’il-

legalità, che non spendano a pioggiama puntino selettivamente alla co-struzionedellecondizioniambienta-li favorevoli quali: infrastrutture,istruzione, professionalità, ricerca,ambiente, stimolazionedinuoveim-prenditorialità.Unapoliticadifficile,ma che sappia tenere assieme Euro-pa-sviluppo-lavoro. L’indicazione civiene anche dalle lotte organizzatedaisindacatieuropei inquestigiorni,a partire dalla vertenza Renault, per-chè i temi del lavoro entrino a pienotitolo nel processo di unificazioneeuropea. Per questo è giusto essere aRomail22marzo.Lenostrepropostesono rivolte al Governo perché assu-ma queste indicazionicomefattode-terminantedell’azionequotidiana.

Venti pullman partiranno domanisera alle 22 per raggiungere Roma.Chi volesse all’ultimo momento met-tersi in viaggio deve recarsi in via Pa-lestro alle 22.

Antonio Panzerisegretario Camera del Lavoro

Mario Agostinelli.segretario regionale Cgil

Scala bis: oggi parlano i cittadini.Si apre alle nove e mezza di questamattina nella sala AlessidiPalazzoMarino l’udienzapubblicachedo-vràaffrontare i temilegatialtrasfe-rimento provvisorio della Scala.Un progetto fortemente volutodall’amministrazione Formentiniche prevede la realizzazione di unnuovo teatro alla Bicocca, in cuispostare le rappresentazioni scali-gerenelperiodoincuiverràrestau-rato il palcoscenico e le strutturedel edificio del Piermarini. L’ope-razione - completata dal trasferi-mento dei laboratori scenograficipresso il vecchio stabilimento del-l’Ansaldo - ha tempi strettissimi:tutto deve essere pronto per il2001, in corrispondenza delle ce-lebrazioni del centenario dellamortediGiuseppeVerdi.

Alla pubblica udienza, che havalore consultivo, parteciperannoil sindaco e gli assessori all’urbani-sticae alla cultura Elisabetta SerriePhilippe Daverio. Per la Scala, in-terverrà il sovrintendente Carlo

Fontana.potranno prender parte irappresentanti delle associazionisenza scopo di lucro, coloro cheabbiano ricevuto rappresentanzada almeno trecento cittadini o po-tranno essere presentati docu-menti scritti purchè corredati daalmeno cinquemila firme. Al mo-mento,sonoiscrittiaparlare14as-sociazioniosoggettivari.

È probabile che la seduta saràpiuttosto accesa: il maxi delibero-ne «Scala 2001» era stato dura-mente contestato, oltre che dalleopposizioni in consiglio, anchedall’Ordinedegliarchitetti.Alcuniaspetti dell’operazione sono an-chealvagliodell’organoregionaledi controllo. La critiche più consi-stenti riguardano due aspetti: laprogettazione di un’opera di taleentità è stata affidata senza con-corso europeo a Vittorio Gregotti.Inoltre, il nuovo teatro figura co-meoperadiurbanizzazionesecon-daria rispetto al progetto Bicoccadella Pirelli. Le perplessità degli ar-chitetti avevano avuto ampio ri-

salto sulla stampa, in maniera taleda provocare la querela del presi-dente dell’Ordine Piero De Amicisda parte della Pirelli. A tale propo-sito, De Amicis ha inviato una let-tera indirizzata all’amministrato-re delegato della multinazionaleMarco Tronchetti Provera: «Le cri-tiche, enfatizzate a sproposito daigiornalinonsonomaistateriferitealle attività della societàPirelli, delsuo management o a soggetti col-legati.Essehannoavutoperogget-to esclusivamente il modello am-ministrativo».

Un modello non condiviso an-che dal consigliere verde BasilioRizzo: «Non ha lavorato per laSca-lachihapiegato,secondointeressidi parte, norme e procedure e ope-rando sul crinale della legalità edella correttezza amministrativa».Secondo Rizzo «la Scala paga per iritardi inspiegabili e sospetti sui la-vori all’Ansaldo: questo è il solodato inconfutabile e la verità si staormai facendo strada su questa vi-cenda».

20POL01A2003 20POL02A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 11 23:10:37 03/19/97

LA POLITICAGiovedì 20 marzo 1997 2 l’Unità

La legge Treuapprovatadal SenatoVota anche RcApprovato ieri al Senato ilcosidetto “pacchetto Treu”sul mercato del lavoro.Hanno votato a favore tutti igruppi di maggioranza,compresa Rifondazione;contrari il Polo e la Lega. Ildisegno di legge passa oraalla Camera. Nell’ultimafase della discussione, èstato approvatol’emendamentodell’esecutivo che prevedeuna delega al governo peremanare, entro 60 giorni,un decreto «per ladefinizione di un pianostraordinario da attuarsientro il 31 dicembre diquest’anno, di lavori dipubblica utilità e di borse dilavoro» in tutte le regionidel Sud «a favore dei giovanidi età compresa tra i 21 e i32 anni», in cerca di primoimpiego, iscritti da più didue anni e mezzo nelle listedi collocamento. Entro il 30settembre sarà assicuratol’avviamento al lavoro a 100mila giovani. Lostanziamento è di 1.000miliardi, 300 per il 1997 e700 per il 1998. Ilprovvedimento contienenumerose altre norme,finalizzate alla promozionedell’occupazione. La partepiù rilevante riguarda ilcosidetto “lavorointerinale” o “lavoro inaffitto”. Per i contratti diformazione e lavoro e perl’apprendistato (16 anni etàminima e 24 massima) e peril rifinanziamento dei fondiper i lavori socialmente utilivengono stanziati 271miliardi per il 1997, 490miliardi per il 1998 e 670miliardi per il 1999 e gli annisuccessivi. Per i contratti diriallineamento retributivo eper i crediti dei soci dellecooperative di lavorovengono stanziati 50miliardi per quest’anno e 90miliardi annui a partire dal1998. Per la realizzazionedelle politiche del lavoroche sono previste in leggiprecedenti vieneautorizzata l’accensione dimutui per 105 miliardi per il1998 e 175 miliardi annui adecorrere dal 1999 fino al2013. L’orario di lavoro, perlegge, viene fissato in 40 oresettimanale (ora è di 48) conuna disicentivazione dellostraordinario. Altre normeriguardano l’occupazionenel settore della ricerca, ilriordino della formazioneprofessionale, i tirociniformativi e di orientamentoe un’importante delega algoverno per la disciplina deilavori socialmente utili.

Nedo Canetti

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Il governo fisserà l’entità dopo gli ultimi conteggi tecnici. Non sono previste novità

Manovra da 16mila miliardiSarà varata dopo PasquaQuasi metà delle entrate proverrà dal prelievo sulle liquidazioni. Il ragioniere di Stato Monorchioha calcolato che nel ’97 il rapporto deficit/Pil si fermerà al 3,82, a meno di un punto dall’obiettivo.

Il segretario Uil spiega la protesta del 22

Larizza: «Non temiamostrumentalizzazioniIn piazza ci sarannole ragioni del sindacato»

ROMA. Siamo a un passo dalla mo-neta unica. Ragioneria e Istat ancoranonhannocompletatoilcomplicatolavoro di stesura della Relazione tri-mestrale di cassa, ma sul tavolo diProdiediCiampistamattinaèarriva-tounappuntofirmatodalRagioniereGenerale Andrea Monorchio: secon-do Monorchio, continuando di que-sto passo nel 1997 il rapporto deficit/Pil (il principale parametro di Maa-stricht) si fermerà al 3,82-3,83 percento,amenodiunpuntodall’obiet-tivo stabilito. Anche se non tutte lemisure della Finanziaria ‘97 hannofunzionato come sperato, in questigiorni l’Italia sta viaggiando al passodi 75.400-75.500 miliardi di deficit.La manovrina di primavera, indi-spensabile per fare l’ultimo decisivopasso sarà quindi di 15.000 miliardi,meglio ancora 16.000 se - almenoquesta è l’opinione del supermini-stroCarloAzeglioCiampi-sidecides-se di costituire un certo margine digaranziaperevitaresgraditesorprese.Comunque, c’è ancora tempo: perqualche giorno ancora i tecnici do-vranno continuare le elaborazionisulla trimestrale. Poi, ci sarà la deci-sione politica di Prodi e il delicatoconfronto con maggioranza e sinda-cati. Insomma, è possibile che il pac-chettosiavaratodopoPasqua.

Per quanto riguarda i contenutidella manovrina, nessuna novità ri-

spetto alle ipotesida tempo anticipa-te dal nostro giornale. La parte delleone, tra i 6 e gli8.000miliardi, la fa-rà il prelievo sulle liquidazioni, chenonavràalcunaconseguenzaperi la-voratori.Leimpreseitalianeaccumu-lano ogni anno poco meno di unamensilitàdi stipendiodiogni lorodi-pendente. Un «investimento» riva-lutato a un tasso di rendimento mol-to basso. L’idea è di far accreditared’ora in poi sui conti della Tesoreria -edunquenellecassedelloStato-circaun terzo del denaro destinato alle li-quidazioni. Si tratta di almeno 7-8.000miliardi, checontabilmente ri-durranno il deficit pubbliconel1997ma anche negli anni successivi, vistoche si pensa a un’operazione struttu-rale.Dalversamentosarannoesenta-te le aziende con meno di cinque di-pendenti, non sarà toccato il monteliquidazioniaccumulatonelpassato,e non ci sarà alcuna disparità di trat-tamento tra aziende pubbliche e pri-vate, come ha chiarito ieri il ministrodell’Industria Bersani. Il problema èche con a questi soldi dei lavoratori -ma sequestrati dalle imprese - leaziende evitano di indebitarsi a benpiù caro prezzo in banca. Di qui legrandiprotestediConfindustria.Na-turalmente, per diverse imprese po-trebbero sorgere reali difficoltà, ed èprevista una compensazione sucui sista trattando. In particolare, con un

bonus fiscale sarà limitato il mag-giore costo del finanziamento sulmercato. Confindustria protesterà,ma a parte le considerazioni politi-che e sociali la verità è che misurealternative in grado di dare questogettito non ci sono; men che me-no un’ipotetica abolizione dellepensioni di anzianità, che nel ‘97darebbe ben poco.

Nel pacchetto di misure c’è poiil varo di un prelievo su lavoratoriattivi e pensionati finalizzato alvaro di una «assicurazione genera-le obbligatoria per la perdita di au-tosufficienza»; nel ‘97 i 2-2.500miliardi di incassi previsti servi-ranno a rafforzare la manovrina. Ilprelievo a favore dei non autosuf-ficienti (invalidi o anziani) peseràcon un aumento del carico contri-butivo sui lavoratori dipendenti(0,15% più lo 0,35% dell’ex contri-buto Gescal), sugli autonomi(0,5%), e sui pensionati, con unprelievo fortemente differenziatoin base all’importo dell’indennitàpercepita, e a seconda se si tratta dipensione di vecchiaia o di «anzia-nità». Saranno infatti esentati ipensionati di vecchiaia poveri. Nelmenù di Ciampi ci sono poi 2.000miliardi di tagli dei trasferimenti aiministeri e alle Ferrovie, e 2-3.000miliardi proverranno dalle entrate,con gettito derivante dal varo del

contenzioso e del nuovo concor-dato fiscale e dall’accelerazionedella riscossione di imposte solodichiarate. Al ministro del Tesoropiacerebbe (più per il segnale, cheper l’effetto economico) varare an-che il ticket sui ricoveri ospedalie-ri, ma si tratta di una misura diffi-cilmente accettabile per sindacatie centrosinistra. Infine, di fronte alfallimento dell’appello del mini-stro Berlinguer agli insegnanti perarrestare l’esodo verso la pensione,probabilmente si eviteranno guaiai conti pubblici con lo scagliona-mento delle uscite, ma soprattuttorallentando di qualche mese (al’98...) le pratiche per il pagamentodelle liquidazioni.

Dal Polo, Berlusconi e Fini boc-ciano l’eventuale slittamento dellamanovrina a dopo le amministra-tive (eventualità smentita dal go-verno, ma non sgradita a buonaparte della maggioranza), e ribadi-scono l’ostilità a «manovre su Tfr etasse». Ma il clima politico sembrapiù disteso, e ne hanno beneficia-to i mercati finanziari. Borsa increscita dell’1,50%, lira sul marcoa quota 1.002,70 (martedì era1.006,40), e differenziale con i tas-si tedeschi di nuovo sotto i duepunti percentuali (191 punti base).

Roberto Giovannini

MILANO. «Quella di sabato non saràuna manifestazione dai contenutigenerici. Ma avrà un titolo preciso,”peril lavoro”edavràundestinatariopreciso, il governo». Il numero unodella Uil, Pietro Larizza, parla dellamanifestazione nazionale indetta daCgil, Cisl e Uil a Roma. E precisa: «Suquesti temi tra lavoratori del nord elavoratori del sud non c’è alcun ri-schio di spaccatura. Nel sindacatononcisonoincrinature».Poi, invistadella manovra, torna a ribadire il suono a tagli delle pensioni: «nonne esi-stonoleragionieconomiche».

Larizza, il governo si è impe-gnato a dare rapidaattuazione le-gislativaalpattoperillavoro.Chesignificato assume in questo qua-drolamanifestazionedel22?

«Bisogna fare una premessa. Danovembre - cioè due mesi dopo lasottoscrizionedelpattoper il lavoro- ad oggi abbiamo sollecitato piùvolte il governo ad assumere prov-vedimenti, anche d’urgenza, perdare attuazione a clausole fonda-mentali dell’accordo. Il governo ciha sempre risposto no. È per questoche abbiamo deciso di scendere inpiazza».

Unamanifestazionediprotestacontroilgoverno,dunque?

«Una manifestazione che a que-stopuntoèdiprotestacontroi ritar-didelgoverno.Macheèanchefina-

lizzata all’attuazione integrale e ra-pida dell’accordo del 24 settembre.Quando protestiamo per i ritardi dipalazzo Chigi intendiamo sottoli-neare laquestionecentraledel lavo-ro. Perchè se quei provvedimentifossero stati adottati, e qualcunopoteva sicuramente esserlo, proba-bilmente oggi avremmo qualcheproblema in meno sul terreno del-l’occupazione. Con quel “per il la-voro”, cioè, intendiamo un’azionediprotestaedipressioneperaverelenorme che finora non ci sono state.E attenzione: nel testo dell’accordoè contenuto un vero e proprio pro-grammadigovernonelcampodelleopere pubbliche, dei sistemi infra-strutturali, dell’energia, delle tele-comunicazioni. Che, se attuato an-che solo a metà nel corso di un an-no, favorirebbe, e molto, le condi-zioni per gli investimenti produtti-vi. È vero che non si crea lavoro perdecreto. Però senza i decreti i pianidi investimento non decollerannomai. Quindi al governo torniamo achiederedideciderealpiùpresto.“

Non temete il rischio di stru-mentalizzazionipolitiche?

«No. È impossibile. Per la sempli-ce ragione che al centro c’è un ac-cordo che è stato voluto e firmatodal sindacato. Che la pressione e laprotesta sono state organizzate dalsindacato. E che l’attesa riguarda ilmondo del lavoroe, inparticolare, idisoccupati del Mezzogiorno. Cipossono sempre essere i tentativi diesproprio politico. Ma credo chechiunqueabbiaunminimodibuonsenso starà molto attento nel cerca-re di appropriarsi di una manifesta-zione nata in via assolutamente au-tonomaall’internodelsindacato».

In questa fase di preparazioneavete incontrato delle difficoltà?Penso a quei lavoratori del nordche non vivono il problema di-soccupazione in modo dramma-tico come i loro colleghi del sud.Penso a chi forse soffre la manife-stazione come uno schiaffo al”governoamico”.

«Abbiamo avuto essenzialmenteun problema di comunicazione,cheoraabbiamosuperato.Nontan-to centrato sulla questione lavoro -che è un dramma per il mezzogior-noma è ancheunproblemaper tut-ta l’Italia - ma sul dato politico. Ilproblema di comunicazione, cioè,lo abbiamo avuto nello spiegare leragioni che ci hanno portato, colgoverno, da una fase di costruzionedi rapporto a una fase di protestaaperta. Con i lavoratori abbiamo ri-percorso questo cammino. Ancheperchiarireconchieradistrattounacosa fondamentale: che si può aversostenuto l’Ulivo ma che questonon cambia il fatto che le responsa-bilitàdelgovernoequelledelsinda-cato sono diverse. Comunque è unproblema che non abbiamo avutocon i lavoratori politicamente piùimpegnati. E adesso gli unici pro-blemisonoquelliorganizzativi».

Angelo Faccinetto

Nella ricorrenza di san Giuseppe un vibrato richiamo all’attualità del problema dell’occupazione

Il Papa contesta «certe pretese del capitalismo»e proclama principio inalienabile il diritto al lavoroGiovanni Paolo II sollecita la Chiesa ad intervenire nel dibattito aperto non solo in Italia pe «orientare il cambiamento» nel senso diun autentico progresso. Una critica severa contro «quanti tentano di affermare il predominio della tecnica riducendo l’uomo a merce».

CITTÀ DEL VATICANO. Nel celebra-re ieri la ricorrenza di S. Giuseppe«patrono dei lavoratori», Giovan-ni Paolo II ha detto che «la Chiesavuole promuovere la dignità del-l’uomo di fronte agli interrogativied ai problemi, ai timori ed allesperanze connessi con l’attività la-vorativa, fondamentale dimen-sionedell’esistereumano».

IlPapa,quindi,havolutorichia-mare, in questo particolare mo-mento in cui i problemi dell’occu-pazione sono in primo piano inItalia e in Europa, «la dignità e i di-ritti degli uomini del lavoro e sti-gmatizzare le situazioni in cui essivengono violati e contribuire adorientarequesti cambiamentiper-chè si avveri un autentico progres-sodell’uomoedellasocietà».

Entrando,così,nelvivodiundi-battito che in queste settimane staimpegnando governo, parlamen-to, sindacati e imprenditori, Gio-vanni Paolo II ha voluto ricordare«a quanti tentano di affermare ilpredominio della tecnica, ridu-cendo l’uomo a merce o strumen-to di produzione, che il soggetto

proprio del lavoro rimane l’uo-mo». Ed è all’uomo che vanno su-bordinati il capitale e l’organizza-zione del lavoro, ma, prima di tut-to,vachiaritocheil lavorodevees-sere garantito, non soltanto, per-chè serve a ciascun lavoratore, aisuoi bisogni ma perchè, attraversol’attività lavorativa, l’uomo realiz-za se stesso. È questo il punto, se-condo il Papa, su cui occorre avereidee chiare per ricercare soluzioniche non siano contrarie ai «dirittiinalienabilideilavoratori».

Ecco perchè, con molta nettez-za, richiamando encicliche comela Laborem exercense la Centesi-mus annus, il Pontefice ha affer-mato ieri per indicare un ulte-riore approfondimento che «illavoro è per l’uomo e non l’uo-mo per il lavoro». Aggiungendoe chiarendo che, rispetto a «cer-te pretese del capitalisno», va ri-badito «il principio della priori-tà del lavoro nei confronti delcapitale» perchè - ha spiegato -«l’attività umana è sempre causaefficiente primaria, mentre il ca-pitale, essendo l’insieme dei

mezzi di produzione, rimane so-lo uno strumento o la causastrumentale del processo di pro-duzione». Questi princìpi vannoriproposti ed approfonditi comeva «ribadita la condanna perogni forma di alienazione nel-l’attività umana» - ha continua-to il Papa - per la loro «attualitàdi fronte al grave problema delladisoccupazione, che oggi inve-ste milioni di persone».

Su tali princìpi, secondo il Pa-pa, va aperto un serio dibattitotenuto conto, non solo della si-tuazione dell’Italia e in partico-lare del Mezzogiorno dove ilproblema della disoccupazionegiovanile è un «vero dramma»,ma dello stesso quadro europeoe mondiale.

Essi - ha osservato - «rivelanonel diritto al lavoro la modernagaranzia della dignità dell’uomoche, senza un lavoro degno, èprivo delle condizioni sufficien-ti per lo sviluppo adeguato dellasua dimensione personale e so-ciale».

Ed ha aggiunto, tra gli applau-

si di molti lavoratori e sindacali-sti, che «la disoccupazione creain chi ne è vittima una grave si-tuazione di emarginazione edun penoso stato di umiliazio-ne».

Ed in vista dell’incontroodierno con i giovani e della lo-ro aspirazione ad avere, non so-lo, un lavoro ma che, al tempostesso, sia rispondente alle lorocapacità professionali, Papa Wo-jtyla ha affermato che «il dirittoal lavoro deve coniugarsi conquello alla libertà di scelta dellapropria attività».

Insomma, «il lavoro è un di-ritto innanzitutto perchè è undovere, che nasce dalle relazionidell’uomo».

È con il lavoro che si sviluppa-no le relazioni umane per cui sesi vuole davvero «contribuire al-la crescita di tutta la società»non è possibile lasciare vastearee di disoccupati da cui nonpossono che scatenarfsi conflit-ti.

Alceste Santini

Pds smentiscevisita D’Alemain Vaticano

L’ufficio stampa del Pds, inmerito a notizie di agenzia,precisa in una nota che «nonè in preparazione alcunincontro tra MassimoD’Alema e Sua SantitàGiovanni Paolo II». Lasmentita si riferisce alleindiscrezionirilanciateancora una volta ieri daun’agenzia di stampa che hafatto rilevare comel’eventuale visita di D’Alemacoinciderebbe con ilcinquantesimo anniversariodella dichiarazione con cuiPalmiro Togliatti annunciò ilvoto favorevole deicomunisti all’articolo 7 dellaCostituzione.

Spaventa: «Orapiù difficileil calo dei tassi»

Il Censis: «Italiani costretti a inventarsi un lavoro». Romiti: «Ora il futuro è tra i giovani del Meridione»

«Addio al posto fisso, senza padroni è meglio»Dalla garanzia della busta paga sicura degli anni Sessanta alle grandi incertezze per un impiego negli anni Novanta

Berlusconi:«Fossi Prodimi dimetterei»

ROMA. Le turbolenze di questi ulti-mi giorni registrate sui mercati «al-lontanano ulteriormente la prospet-tiva di una nuova possibile discesadei tassi di interesse in Italia». È que-sta l’opinione di Luigi Spaventa che,in qualità di presidente del Cer, è sta-to sentito ieri dalla commissione Bi-lancio della Camera nell’ambito diuna indagine conoscitiva sull’anda-mento della finanza pubblica. Spa-venta ha indicato in 15.000- 20.000l’entità della manovra. Spaventacontesta anche il modo in cui è statotrattato il lavoro della «Commissio-ne Onofri» per la riforma dello statosociale. «Non si può abbandonarloalla deriva. È un segno di mancato ri-spetto nei confronti dei professoriche hanno lavorato bene» ha detto.Per questo ha esortato il governo:«Almenolodiscuta».Achiglihafattonotare che forse l’Esecutivo non gra-disce le conclusioni, Spaventa ha re-plicato: «Potevano metterci un espo-nente politico, ad esempio il mini-stro del Lavoro, per regolare la mate-riaeleproposte».

ROMA. Si può fotografare anchecon le parole. Sfogli questo libro enon ti riconosci. Siamo cambiatimolto. Puntualmente, ogni anno,dal 1967 ad oggi, ilCensis -Centrostudi investimenti Italia - indaganei comportamentidegli italiani epreparaunrapporto.Questo libro,celebrativo, li racchiude tutti etrenta. Sono trenta foto di gruppocondentromilionidipersone.Fer-miamoci alle prime: eravamo unpopolo di impiegati. Ligi. Un po‘rassegnati. Ma con il posto «fisso»e la busta paga sicura. Molti eranodemocristiani.

Negli ultimi rapporti risultiamomeno-nontroppo-democristianie,spesso,disoccupati.Chilavoraè,sempre più, un «ingegnoso inven-tore della propria attività». «D’al-tra parte, gli anni Sessanta hannovisto il grande sviluppo delle par-tecipazioni statali, del pubblicoimpiego, della scuola: l’idea di la-voro era “dipendente”... - spiega ildirettore del Censis, Giuseppe DeRita - Ora si ha voglia di fare da se,

di lavorare senza padrone...». «Poila verità è che chi ha il master di-venta manager... chi non ha titolodi studio, diventa aiuto gela-taio...».

Giuseppe De Rita è sempre mol-to chiaro, comprensibile nelle suespiegazioni.Lastessasensazionele

forniscono le ricerche dell’istitutoche dirige. Un istituto cheè diven-tato, lentamente, un’istituzione.Autorevole, mai tecnocratica, piùfantasiosacheprofessorale.Nonè,non è stato semplice. Le sue inda-gini registrano tendenze, umori,speranze, timori. Poche cifre, soli-

tamente, e pochi grafici: ma dia-gnosi discorsive. Descrizioni nellequali, sovente, ci si osserva comeinunafoto.

Osservandoci in quella dell’an-noappenatrascorso,anche ilCen-sis non ci trovagranchébene.Sen-tite: «Gli italiani paiono preoccu-pati». Temono di dover affrontare«tanti guadi», e immaginano «po-chi ediversi approdi», c’èunagran«paura di dover tornare indietro».Sipuòesserpiùchiari?

Per la presentazione del volumecelebrativo, «Se trent’anni vi sem-bran pochi», è stata scelta un’ele-gante sala di palazzo Taverna,qualche vicolo dietro piazza Na-vona. Molti invitati, gradito l’a-bito scuro. Ci sono, accanto aDe Rita, il presidente della Fiat,Cesare Romiti; il ministro del-l’Interno, Giorgio Napolitano; eil cardinale Achille Silvestrini.

Romiti, dal suo osservatorioprivilegiato, e aiutandosi con ilvolume che riunisce le trenta in-dagini del Censis, afferma che

«l’Italia è un Paese vivo, congrandi potenzialità...». Certo oc-corre ridare «un’anima» aglisforzi: «Sembriamo sempre sen-za speranze...». E, in questo sen-so, l’Europa può e deve essere«un’occasione per ridare slan-cio». Però anche il Meridione«rappresenta una grande oppor-tunità... Lì, dove vivono tantigiovani, può esserci il futuro... IlSud è un terreno così fertile chepuò davvero dar vita a fenome-ni economici del tutto analoghia quelli che abbiamo registratonel Nord-Est del Paese...». Spe-ranze, ma a un patto: «Non tra-scurare il fenomeno della crimi-nalità...». Su questo punto inter-viene anche il ministro Napoli-tano. Che dice: «L’Italia deve re-cuperare la cultura della legali-tà».

L’ufficio stampa del Censis ri-corda: prossima celebrazione,tra trent’anni. Sarà il 2027.

Fabrizio Roncone

ROMA. I sindacati? «Peggio dei so-viet sovietici». D’Alema? «Riceve gliordini da Bertinotti come Prodi».Cofferati? «Ha una diabolica capaci-ta‘ di rovesciare la realtà». Silvio Ber-lusconi rispolvera i toni della «disce-sa incampo»edattaccamaggioranzae sindacati per la manifestazione disabato. Anzi, il leader del Polochiedea Romano Prodi di trarre le conse-guenze di un fatto grave ed inauditocome il leader del partito di maggio-ranzachescendeinpiazzaaprotesta-re contro il governo che sostiene»Ospite di Bruno Vespa, il leader delPolo comincia ironizzando sul Presi-dente del Consiglio: «un poco di sol-lievo, per non essere a Palazzo Chigi,ce l’ho,anchesedigranenehoancheio. Prodi pero‘ l’ha voluto lui. Facevail ciclista ed io l’avevo definito unsimpatico ciclista. Poi ha volutoun’altra bicicletta ed allora che peda-li...» La polemica sale di intensitàquando Berlusconi afferma che«questo governo deve ricorrere allacarità pubblica percrearenuovipostidilavoro».

20SCI01A2003 ZALLCALL 12 21:46:31 03/19/97

SCIENZA AMBIENTE e INNOVAZIONEGiovedì 20 marzo 1997 6 l’Unità2

A metà della sua vita, il nostro pianeta cadde prigioniero di una lunga e rigidissima era glaciale

La Terra: una palla di neve giganteper oltre duecento milioni di anniDue miliardi di anni fa i ghiacciai si estendevano fino ai tropici. Il gelo durò a lungo. Finché non intervenne unagrande catastrofe che rigettò in atmosfera grandi quantità di gas serra e fece salire di nuovo la temperatura.

Parlano due esperti italiani

Morbo di Parkinsonin aumento,ma non colpiscesolo gli anziani

Abbiamolaprovacheun’eraglacia-le ha ridotto la Terra a una «palla dineve»giganteperoltre200milionidianni. L’hanno trovata - ne dà contol’ultimo numero di «Nature» -alcuniricercatori americani e sudafricani.L’era glaciale - o glaciazione - pare siainiziata 2,2 miliardi di anni fa, cau-sando un abbassamento del livellodei maridi300metri. Probabilmenteè lapiùampiaebrutalemai registratanei 4,6 miliardi di anni di vita dellaTerra. Lagelataduranteunasuccessi-va età glaciale avvenuta tra 850 e 650milioni di anni fa si è estesa fino aitropici, giungendo fino a cinque gra-didi latitudinedall’equatore.Manel-la più rigida delle ultime ere glaciali,avvenuta due milioni di anni fa, ighiacciai continentali (eccettoquellimontani) non sono giunti più a suddi dove oggi si trova Londra (51 gradinord).

I ricercatori pensano che la glacia-zioneavvenuta2,2miliardidiannifasia stata caratterizzata dalla forte di-minuzione della concentrazione digas «serra» nell’atmosfera: soprattut-to anidride carbonica e metano. Lacapacità di questi gas di «intrappola-re» calore rilasciato dalla superficieterrestre contribuisce all’aumento

della temperaturamediadel pianeta.Per questo l’anidride carbonica rila-sciatadall’usodeicombustibili fossilicontribuisce al riscaldamento globa-le. «Il Sole era molto meno luminosoinquelperiodo,ancheseci sonopro-vedell’esistenzadiacqualiquida- so-stieneAlanKaufman,geologopressola Harvard University -. In assenza dicaloredalSole,èevidentechedovevaesserci una maggiore quantitàdi ani-dride carbonica che agiva come gasserra a far aumentare la temperaturaabbastanza da liquefare l’acqua».Analogamente, «ogni processo cheavesse rimossoquelgasdall’atmosfe-raavrebbecausatolarapidaevoluzio-ne del clima verso un’era glaciale»,sostiene David Evans del CaliforniaInstitute of Technology. Le provedelle ere glaciali del passato possonodunque essere trovate nella concen-trazione di anidride carbonica e dimetanonellerocceantiche.

Il dottor Evans, con i colleghi dellaRand Afrikaans University di Johan-nesburg, ha trovato in alcune rocce«glaciogeniche» la prova che 2,2 mi-liardidiannifaighiacciaisonogiuntiaundicigradidi latitudinedall’Equa-tore.

Si pensa che le ere glaciali si ripeta-

no frequentemente nell’arco dellastoria geologica, in intervalli anchedi poche decine di milioni di anni.Noi siamo in un ciclo di glaciazione,inquestomomento.Manelcorsodeiprimi 4 miliardi di anni di vita dellaTerra le glaciazioni si sono susseguitecon minore frequenza. Le cause ditutto ciò sono ancora oggetto di di-battito tra gli scienziati. SecondoKaufman c’è consenso generale sulfattocheunavariazioneanchelegge-ra della concentrazione atmosfericadi anidride carbonica è parte di que-ste cause. Il problema è perché l’ani-dridecarbonicavasuegiù. Idueprin-cipali candidati a fornire una spiega-zione sono l’umidità (l’anidride car-bonica si dissolve in acqua e precipi-ta)elaproduttivitàbiologica: lepian-te sottraggono anidride carbonicaal-l’atmosferae la trasformano inmate-riaorganica.

Kaufman è un entusiasta di questateoria. «Se guardiamo all’epoca pre-Cambriana, quando la vita ancoranon esisteva nella sua forma pluri-cellulare,nontroviamoalcunaprovache l’anidride carbonica sia precipi-tataconlepiogge».

Ma anche la teoria della produtti-vità biologica ha i suoi problemi.

Compreso il fattoche le formedivitasemplici e microscopiche presneti inquei periodi remoti, difficilmentepossono spiegare andamenti cosìgrandinellaconcentrazionedell’ani-dride carbonica atmosferica. Kau-fmanperòritienechelealtetempera-ture determinate da un eccesso dianidride carbonica può contribuireall’esplosione delle alghe che, cre-scendo, sottraggono anidride carbo-nica all’atmosfera facendo abbassarelatemperatura.

Ma, allora, perché le ere glaciali fi-niscono? Ancora una volta le teoriesono molte. Kaufman ritiene chequando la temperatura diventa trop-pobassapersostenere lavita,alloraladiscesa della temperatura si blocca.Ma coma fa ad aumentare? Per Kau-fman occorre che intervenga qual-che evento catastrofico: un’eruzionevulcanica, l’impatto con un asteroi-de, un rimescolamento delle acquestagnanti deglioceani. Soloeventi si-mili possono pompare in atmosferale quantità di anidride carbonica ne-cessaria a far uscire la Terra dalla cap-pa di ghiaccio in cui, di tanto in tan-to,finisce.

Ehsan Masood

MILANO. «L’ultimo caso che hoavuto la sfortuna di osservare è statoquello,pochigiornifa,diunasignoradi 23 anni, madre di un bambino ditre mesi». Il caso riguarda il morbo diParkinson,aparlarneèunneurologodell’Università di Pisa, Ubaldo Bo-nuccelli, presidente della Società eu-ropea di neurofarmacologia clinica.L’affermazione vale a correggere laconvinzione,abbastanzadiffusa,cheil Parkinson sia malattia della vec-chiaia. Sui 200.000 pazienti parkin-soniani che si calcola vi siano in Ita-lia, ben 15-20.000, infatti, hannoun’etàinferioreaicinquant’anni;an-che se, certamente, l’incidenza diquesta degenerazione di alcune areedel sistema nervoso centrale che uti-lizzano come mediatore chimico ladopamina, e che sovraintendono alcontrollo dei movimenti, aumentaconl’età.Nonsembra, invece,dacor-reggere un’altra impressione: quellache il Parkinson sia dovunque in au-mento. Dice Gianni Pezzoli, del Poli-clinico di Milano e coordinatorescientifico dell’Associazione italianaparkinsoniani:«Nonèfaciledareunarispostainquestosensoconrigoreas-soluto, ma è convinzione comuneche il Parkinson ormai si presentimoltopiùdifrequente».

In un incontro che voleva far sape-re che dal 7 al 13 aprile prossimi l’as-sociazione, che riunisce ottomila pa-zienti e familiari, darà vita ad una se-rie di incontri e di manifestazioni, acarattere medico e sociale, i due neu-rologi si sono trovati concordi nel ri-tenerecheoggièragionevolepensareal Parkinson come ad una «sindro-me» in cui molti fattori finiscono peressereincanalatieperconvergeresul-la stessa strada. Si è propensi ad ipo-tizzare che la causa di questa degene-razione sia una combinazione trapredisposizionegenetica,daunapar-te, e azione scatenante di un fattoreambientale, dall’altra. Ma quale? Uncollegamento tra sostanze chimichee morbo di Parkinson è già stato di-mostratopergli idrocarburi, i solven-ti, alcuni pesticidi e erbicidi, l’atrazi-na e la neurotossina metil-fenil-te-traidropiridina. Sono stati chiamatiincausaanchei radicali liberi, «enonsappiamo con esattezza - hanno det-to i due neurologi - quale azione pos-sanosvolgere leanfetamine, l’”ecsta-sy”, lo stesso virus Hiv». «Ma sappia-mo con certezza - hanno aggiunto -che l’uso incongruo e prolungato dialcuni farmaci, e ce nesono una qua-

rantina, anche acquistabili senza ri-cetta, può portare al Parkinson. Traquesti la flunarizina, usata per il trat-tamento delle vertigini, e il Plasil, ef-ficace contro nausea e vomito, maspesso assunto, erroneamente e inmodocronico,comedigestivo».

Il capo saldo nella terapia del Par-kinson resta la levodopa «un precur-sore della dopamina), che,puressen-do molto potente, non può esseresomministrata a lungo, per i suoi pe-santi effetti collaterali. Infatti, è la le-vodopa, a sua volta, a provocare nelgiro di quattro o cinque anni, gravis-simi disturbi motori. Alla ricerca diun difficile equilibrio, e nel tentativodi ritardare il più possibile la sommi-nistrazione di levodopa, si è messa apunto una nuova classe di farmaci,denominati dopamino-agonisti,che, agendo su particolari recettoridopaminergici, potenziano l’azionedella dopamina. «L’ultimo arrivato,il ropinirolo,èparticolarmenteinno-vativo - sostengono Pezzoli e Bonu-celli -perchésimostraattivofinnelleprime fasi della malattia e permettedi ridurre le quantità di levodopa,quandopoisidecidediusarla».

Giancarlo Angeloni

Fisica, intitolatoa Abdus SalamCentro triestino

Il Centro internazionale diFisica teorica di Trieste saràintitolato ad Abdus Salam,suo fondatore e primodirettore dal 1964 al 1993,scomparso a Londra loscorso 21 settembre dopouna lunga malattia. Lo haannunciato a Trieste, inoccasione di una cerimoniain onore del premio Nobelpakistano, ilsottosegretario alla Ricercascientifica, GiuseppeTognon. «Il governoitaliano - ha detto ilsottosegretario - haintenzione di sostenerepresso le organizzazioniinternazionali la richiestadi intitolare al professorSalam il Centro di Fisicateorica. Una lettera diintenti sarà inviataall’Unesco e all’Iaea,perché la decisione vengapresa quanto prima». Daparte sua l’attuale direttoredel Centro, MiguelVirasoro, ha detto di nonaspettarsi ostacoli dalparte delle due agenziedelle Nazioni unite. IlCentro di Fisica teorica diTrieste organizza corsi eseminari, ha unafornitissima biblioteca eraccoglie i contributi degliscienziati di tutto il mondo.È quello che Salam definivauna «casa comune» permigliaia di giovani studiosidei Paesi in via di sviluppoche consente loro dimantenersi al passo con iprogressi della fisica e dellamatematica senza esserecostretti ad abbandonare ilPaese d’origine. Dal 1964ad oggi il Centro haospitato circa 60 milascienziati, più della metàdei quali provenienti dalTerzo mondo.

Su Internetcadaverisenza nome

I neuroniche fannodopamina

Il morbo di Parkinsonconsiste nella progressivadegenerazione e perditadelle cellule nervose dellacosiddetta Sostanza Nera,un nucleo ad alta funzionestrategica, pur essendorappresentato dal solo unoper cento dei neuroni nelloro complesso. Con ilprogredire silente dellamalattia, la perdita deineuroni che produconodopamina arrivano al 70-80per cento: è a quelmomentoche compaiono i primisintomi caratteristici a caricodelle funzioni motorie. Inprecedenza, però, i segnalipossono essere vaghi.

Internet può servire anche a que-sto: dare un’identità aicadaveri.L’i-dea è venuta alla gendarmeria diBordeauxchedamesinonriuscivaadare un nomeadue individuimortidi morte violenta. E stato creato unsitonelqualesidannotutte le infor-mazioni sullavittimae,peruncaso,la foto del cadavere e, per l’altro,una ricostruzione computerizzatadel volto (qui accanto). Nel sito sitrovanoanchecitatie fotografatiglioggetti trovati insieme al corpo e isegni particolari (anch’essi fotogra-fati).L’iniziativanonèpassatainos-servata. In quindici giorni ci sonostatepiùdiundicimilaconnessioni.Maperilmomentosenzarisultati.

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Le escursioni facoltative. Casablanca: Rabat(al mattino), visita della città (pomeriggio), Mar-rakesch (intera giornata, seconda colazione in-clusa). Cadice: Siviglia (intera giornata, secon-da colazione inclusa). Malaga: Granada (interagiornata, seconda colazione inclusa), Malaga eCosta del Sol (pomeriggio). Alicante: discesalibera a terra, pomeriggio a disposizione.

Dall’11 al 26 agosto

PORTOGALLOMADERA• CANARIE

MAROCCO • SPAGNALe escursioni facoltative. Ibiza: giro dell’isola(mattino). Lisbona: visita della città (al matti-no), Sintra-Cascais-Estoril (pomeriggio).Made-ra (Funchal): Picos dos Barcelos e Terreiro deLuta (al mattino), giro dell’isola (intera giornata,seconda colazione inclusa), Camara de Lobose Cabo Girao (pomeriggio). Santa Cruz de Te-nerife: Valle dell’Oratava e Puerto de la Cruz(pomeriggio). Lanzarote (Arrecife): Montagnadel Fuoco (al mattino), Grotte de Los Verdes eJameos del Agua (pomeriggio). Casablanca:visita città (mattino), Rabat (pomeriggio), Mar-rakesch (intera giornata, seconda colazione in-clusa). Tangeri: visita della città, Capo Spartele Grotte di Ercole (mattino), Tetuan (pomerig-

gio). Malaga: Granada (intera giornata, cola-zione inclusa), Malaga e Costa del Sol (pome-riggio). Alicante: discesa libera a terra, pome-riggio a disposizione.

Dal 26 al 31 agosto

TUNISIAE MALTALe escursioni facoltative. Tunisi: visita dellacittà e Sidi Bou Said (mattino), Cartagine, Tuni-si e Sidi Bou Said (intera giornata, seconda co-lazione inclusa). La Valletta/Malta: visita dellacittà, della Medina e della fabbrica del vetro (almattino), “il meglio di Malta” (intera giornata,seconda colazione inclusa).

Dal 31 agosto all’8 settembre

MAROCCO • SPAGNAE ANDALUSIA

Le escursioni facoltative. Casablanca: Rabat(al mattino), visita della città (pomeriggio), Mar-rakesch (intera giornata, seconda colazione in-clusa). Cadice: Siviglia (intera giornata, secon-da colazione inclusa). Malaga: Granada (interagiornata, seconda colazione inclusa), Costa delSol e Malaga (pomeriggio). Alicante: discesalibera a terra, pomeriggio a disposizione.

Dal’8 al 13 settembre

SPAGNAE ANDALUSIA

Le escursioni facoltative. Palma di Maiorca: vi-sita della città (al mattino) le Grotte del Drago(intera giornata, seconda colazione inclusa),serata al Conte Mal (cena e spettacolo inclusi),serata al Casinò (cena e spettacolo inclusi).Port Mahon/Minorca: Port Mahon giro dell’iso-la (pomeriggio). Barcellona: visita della città (almattino).

Tutte le cinque crociere partono earrivano al porto di Genova. Sonoprevisti collegamenti in autopullmandiretti alla Stazione marittima diGenova da numerose città italiane.

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Informazioni generaliLa crociera offre molteplici possibilità di svago: in ogni momentodella giornata potete assistere o partecipare ai giochi e agli in-trattenimenti, o abbronzarvi e nuotare in piscina. Tutte le struttu-re della nave sono a vostra disposizione: le piscine, la sauna,ecc. Nella sala feste tutte le sere musica dal vivo, cabaret e fe-ste danzanti. Dai giochi ai corsi di ginnastica e alle feste, tutto èincluso nella quota di partecipazione. Così come la pensionecompleta con le bevande ai pasti.

M/N Shota RustaleviCaratteristiche generali

La M/N Shota Rustalevi è stata completamente ristrutturata erinnovata nel 1989 e nel 1991. Tutte le cabine sono esterne (conoblò o finestra) con servizi privati (doccia/wc), aria condizionata,telefono, filodiffusione. La Giver Viaggi propone queste crociereestive con la propria organizzazione a bordo e con staff turisticoed artistico italiano. La cucina internazionale a bordo verrà diret-ta da uno Chef italiano. Stazza lorda 20.000 tonnellate: anno di

costruzione 1968; ristrutturata nel 1989 e rinnovata nel 1991 •Lunghezza mt. 176 • Velocità nodi 20 • Passeggeri 600 • 3 Ri-storanti.

Area fumatori e non fumatoriTurno unico al ristorante

7 Bar • Sala Feste • Night Club • Discoteca • Due Piscine (di cuiuna coperta) • Palestra • Sauna • Cinema • Negozi • Boutique •Parrucchiere per signora e uomo • Sigla telegrafica: UUGF •Tel./Fax 00871/873 - 1400253 • Telex (via satellite) 581/140025.La nave dispone di stabilizzatori antirollio ed è equipaggiata conpiù moderni sistemi per la sicurezza durante la navigazione.Uso Singola. Possibilità di utilizzare alcune cabine doppie a lettisovrapposti come singole, pagando un supplemento del 30%sulla quota (esclusa cat. 3).Uso Tripla. Possibilità di utilizzare alcune cabine quadruple co-me triple pagando un supplemento per persona del 20% sullaquota (esclusa la cat. 1).Riduzione ragazzi. Fino a 12 anni: riduzione del 50% (in cabinea 3 o 4 letti) massimo 2 ragazzi ogni 2 adulti (esclusa la cat. 1).

Sistemazione ragazzi. Tutte le cabine, ad eccezione delle Cat.10, sono dotate di divano utilizzabile da ragazzi di altezza nonsuperiore a mt. 1,50 e inferiori a 12 anni, pagando il 50% dellaquota stabilita per la categoria.Speciale sposi. Per gli sposi in viaggio di nozze è previsto unosconto del 5% sulla quota base di partecipazione. Una copia delcertificato di matrimonio dovrà essere inviata alla società orga-nizzatrice. L’offerta è valida per i viaggi di nozze che verrannoeffettuati entro 30 giorni dalla data di matrimonio.

E-MAIL: L’UNITA’[email protected]

MILANOVia Felice Casati, 32Tel. 02/6704810 - 6704844Fax 02/6704522

20SPE01A2003 ZALLCALL 12 21:59:35 03/19/97

GLI SPETTACOLI Giovedì 20 marzo 1997l’Unità29MILANO. Ha 31 anni, è nato a Ro-ma e ha alle spalle già un notevoleelenco di titoli. Da Fantastico Bis,alla Banda dello Zecchino, alleChiacchiere notturne su Raiunoche lo hanno portato al debuttosu Canale 5 (aprile 96) con i de-plorevoli Papi quotidiani. E oggiaddirittura Enrico Papi, con ilsuo ciuffo schiarito e le basette apunta, occupa la spazio di unvero tg: Edizione straordinaria, al-le 20 su Italia 1. È il trionfo dellatv trash, della spiata via etere,della mutanda rapita. Seduto aun bancone circolare tra telefo-ni colorati, il conduttore rispon-de freneticamente alle più dete-riori curiosità, mandando in on-da filmati rubati alla vita più omeno sentimentale di quelli chechiama «Vips». Ma sentiamoche cosa dice a sua discolpa.

Signor Papi, ma lo sa che il Par-lamentohaelettoinquestigiorni,nella persona di Stefano Rodotà,un Garante della pri-vacydeicittadini?

«Non mi sono anco-ra documentato. Cre-do comunque che ilmio programma inva-da la privacy, ma soloinpuntadipiedi. Ioce-stino tutto quello chepuò rovinare la vita dicoppia. Alle volte per-fino smagnetizzando inastri. Ho una grossis-sima autolimitazione,che è propria della mia formazione.Gliarbitri,secondome,funzionanosolo se ci sono regole precise. Biso-gna rivedere la legge sui personaggipubblici e, solo dopo che si sarannocreate delle regole, allora un arbitropotrà farle rispettare. Pensi che an-coranonabbiamoneancheunaleg-ge sul teleobiettivo...Io, del resto,posso smettere questo mestiere an-chedomani».Perfarequalealtrolavoro?

«Ho origini contadine, ruspantieanche se non l’ho mai fatto, possotornare a lavorare la campagna. Pe-rò devo dire che sono per il giudiziopopolare. Credo che il mio pro-gramma piacciaperchéèsempliceepopolare».

Ma lei ha fatto arrabbiare perfi-no Mike Bongiorno! E chissàquanti altri, con le sue intromis-sioni.Nonleimportaaffattodellereazionichesuscita?

«A me dispiace moltissimoquan-do qualcuno ce l’ha conmeepassa ilimiti del commento. Mike però haanche detto una cosa carina, chequasi nessuno ha ripreso. Ha dettochesonounbravoconduttoreechepotreifarequalcosadimeglio».

Leiperòfalatvtrash.Riconoscedi essere il capofila in questo ge-nereindifendibile?

«Io faccio la tv trash, è vero, mafaccio vedere quello che i Vip midanno.È la lorospazzaturacheiori-cicloe,anzi,passoaldepuratore.Ecisono anche molti bambini che miguardano».

Questa semmai è un’aggravan-te.

«Credo che esista una tv fatta be-ne euna tv fatta male, ma lachiamaspazzaturasolochinonlasafare».

Ora le faccio una domanda di-retta, che credo tanti le vorrebbe-ro fare. Ma non si vergogna a farequello che fa? Chissà sua madrechecosasiaspettavadalei...

«Mia madre già si era resa contoquando ero piccolo che mi diverti-vo a fare pettegolezzi rosa. Poi, cre-scendo,raccontavoagliamici lesto-rie dei personaggi famosi, di cui sa-pevotutto.Mailpettegolezzononè

mai cattivo. Io non ce l’ho con nes-suno e non ho il dente avvelenatocon nessuno. Misonotutti simpati-ci,trannequellichemipestano».

Echil’hapestatafinora?«Per esempioGaleazzimihastor-

to un dito e poi Grillo ha reagitomoltomale».

E Andrea Roncato come reagi-rà? Lei martedi sera ha annuncia-toilsuomatrimonioimminenteepoihamandatoinondaunfilma-tonelqualeluiabbracciavaun’al-tra.Qualcunosoffrirà.

«Eh, lo so, ma anche lui, si devesposare e si fa beccare con un’altra.Mi ha già telefonatoeglihodettodivenire in trasmissione a gettarmiuna torta in faccia. Io dò sempre lapossibilità di scolparsi. Che bravochesono!»

È vero che lei è passato a Italia1perché il direttore di Canale 5,Giorgio Gori, non la voleva piùsullasuarete?

«No, guardi, Gori si è dispiaciutotantissimo, quando ha saputo delmiotrasferimento.Èunmiograndeamico, gli voglio bene e riprenderòPapi quotidiani a luglio su Canale

5».Mac’èqualcosacheleitrovave-

ramentevolgareintv?«Io trovo volgare la banalità, tro-

vo volgare copiare le idee degli altrio comprare i format dei programmistranieriefarlipassareperideeorigi-nali. Trovovolgari iprogrammi fin-ti, con storie d’amore inventate chesivoglionofarpassarepervere».

Staparlandodi«Stranamore»?«Io non l’ho detto. Ma non posso

tollerare che si prende in giro il tele-spettatore.Faccioquestolavoroconenorme passione e dell’ascolto nonmenefreganulla».

A proposito: che risultati diascolto avete avuto in queste pri-mepuntate?

«Martedì abbiamo fatto circa1.700.000spettatori. Siamoisecon-di della rete. Del resto alle 20 siamosolo un’alternativa ai tg. E‘ giustoche a quell’ora la grande maggio-ranza delle persone guardi il tg. Co-munque il nostro pubblico era solodi giovani e ora è un pubblico piùmaturo.PerItalia1èstatalaconqui-stadiunpubbliconuovo».

Lei dice di lavorare per passio-

ne, ma ha anche creato un bel bu-siness,mipare.

«Ho già spiegato più di una voltachespendopiùdiquellocheguada-gno, per produrre. Mediaset ci met-te lo studio, io i filmati. Fortunata-mente, lavorando 20 ore al giorno,nonhoancoraavutomododispen-deredei soldiediaccorgermidinonaverne».

Ma sa che lei è meno antipaticodiquellochemiaspettavo?

«Loimmaginavo».Però le voglio chiedere, visto

cheparlavadirispettoperglispet-tatori,secredecheisuoiprogram-mifaccianobenealpubblico.

«Posso dirle che da un’indaginescientifica fatta inAmericaè risulta-to che chi guarda pettegolezzi in te-

levisione sta meglio. E, da un’inda-gine che mi riguarda, risulta che iodistendo i nervi del telespettatore.Hocuratocoliti,stress,esaurimentonervoso e anche una prostata... no,scherzo, questa della prostata è unabattuta. Ma coliti come se pioves-se...».

Maria Novella Oppo

«Mi limitoa far vederequello chegli stessi vipmi dannoI mieispettacolifanno benealla salute:ho guaritoun saccodi coliti...»

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Bocelli battegli U2in Franciae GermaniaROMA. Andrea Bocellicontro gli U2. E, a sopresa,vince Andrea Bocelli:almeno per quanto riguardale hit parade in Francia eGermania. Il cantantetoscano è infatti tornato alprimo posto nelle classifichedei dischi più venduti dientrambe i paesi; era stato«detronizzato» la settimanascorsa dal nuovo albumdegli U2, «Pop», balzato intesta alle hit parade dimezzo mondo non appenapubblicato. Ma alla secondasettimana Bocelli hariguadagnato la corona, siain Germania, dove è inclassifica con l’album«Bocelli», sia in Francia doveinvece sta andando allagrande con «Romanza». Edin entrambe i paesi è invetta anche con il singolo«Time to say goodbye».Il cantante lanciato daSanremo sta letteralmenteimpazzando nel centroEuropa, doveevidentemente il suo stile ametà strada fra canzonemoderna e romanza ha unfascino maggiore che nonpresso il pubblico italiano.In Francia l’album«Romanza» ha già venduto350mila copie, il singolo neha vendute 300mila, e inGermania l’exploit di Bocelliè ancora più sorprendente:oltre 2 milioni e mezzo didischi venduti, tra l’ultimoalbum e i tre precedenti. E ilsingolo, premiato daitedeschi con il prestigiosoEcho Award, da solo hatotalizzato ben 2 milioni300 mila copie.Bocelli potrà così fregiarsidel titolo di artista che èriuscito a scavalcare gli U2.Ma la band di Bono potrà«consolarsi» giacché risultatutt’ora al primo posto nellehit parade di oltre ventipaesi, e in due settimane ilnuovo disco ha già venduto5 milioni di copie. In Italia«Pop» si è aggiudicato iltriplo disco di platino, conoltre 300mila copievendute. E non è finita,perché dopo «Discothéque»gli U2 preparano l’uscita diun nuovo singolo, «Staringat the sun», che saràdisponibile dal 14 aprile inben tre versioni diverse: daquella più semplice, checontiene anche «North andSouth of the River», lacanzone inedita che gli U2hanno scritto con ilcantautore irlandese ChristyMoore; a quella per imaniaci del remix, con«Staring at the Sun»riproposta in versione«Monster Truck Remix»,«Sad Bastard Remix» e «LabRat Remix». [Alba Solaro]

Tv trasho dellacrudeltà

Tv trasho dellacrudeltàPapi: «La spazzaturaè nei programmidei finti sentimenti»

Piero Pompili

IL REMAKE Sul set della miniserie tv che ricalcherà le orme del film di Emmer con la Bosé

«Le ragazze di piazza di Spagna». A volte ritornanoAttualizzata la chiave: le tre giovani saranno mosse dal sogno di diventare top model. Ma tramonta il fascino della fiaba girata nel ‘52

ROMA. Eranoragazzechemangiava-no sedute sopra unascalinata scabra,sulla quale radi passanti si voltavanoa guardare le loro gonne a campanalarga, tagliate di sbieco - con quellospreco di stoffe che la fine della guer-ra imponeva. Come un simbolo distatus. Avevano volti che rimane-vano impressi per la diversità, so-pracciglia appena ritoccate daltrucco, che non nascondevano maanzi esaltavano le particolarità chemadre natura regala ad ogni essereumano. Le ragazze di piazza di Spa-gna si chiamavano Cosetta Greco,Liliana Bonfatti e, soprattutto, Lu-cia Bosè. Un narratore eccezionale- voce fuori campo - raccontava laloro storia. Era lo scrittore GiorgioBassani, che avrebbe dato a Micol,ne Il giardino dei Finzi Contini, unagrazia ancora più segreta. Le sartine- così le volle la sceneggiatura diSergio Amidei - videro la luce nel1952. Inimitabili - parlarono d’a-more e d’indipendenza sotto lamano di Luciano Emmer. Così af-fezionate al loro sogno di vita nor-

male, da rifiutare le lusinghe dellapasserella (Lucia Bosé).

Tutta un’altra storia. RominaMondello (Bianca), Vittoria Belve-dere (Fiamma), Alice Evans (Na-thalie) sono tre ventenni di oggi.Infatti la piega dei capelli, il so-pracciglio depilato e il trucco chesottolinea il turgore delle labbra -le fa un po‘ uguali e perfettine, an-nullando al primo sguardo la sin-fonia di diversi colori avuti in do-no: bruna e con il viso triangolare,leggermente olivastra, Romina; ca-stana e rosea Vittoria; pallida e af-filata nel profilo celtico Alice. An-che i loro sogni non li possiamodistinguere bene, perché la passe-rella la desiderano tutte e tre - co-me migliaia, forse qualche milionedi coetanee in tutta Italia. «La mo-da è un pretesto, quello che abbia-mo voluto salvare è la maturazio-ne sentimentale delle tre ragazze,la loro scelta di vita: la scelta di es-sere se stesse, nonostante le lusin-ghe di quel mondo»: così raccon-tano, invece, Maria Carmela Cicin-

nati e Pietro Exacoustos la loro sce-neggiatura de Le ragazze di piazzadi Spagna, mini-serie in due punta-te che vedremo fra quasi un anno,forse a gennaio del 1998 (prodottada Raifiction e Angelo Rizzoli). Unrifacimento (remake) solo nel tito-lo. «Vogliamo di quel film ripro-durre l’atmosfera, la grazia», sug-gerisce il regista, Josè Maria San-chez: «e l’analogia è il rifiuto del-l’aggressività e della violenza».Una favola, in fondo, in cui c’è an-che la strega Cindy, l’unica delleallieve di Metropolis, scuola permodelle, a perseguire con la bavaalla bocca il successo.

Sfioravano, le sartine, quel mon-do altro che la scalinata suggeriva,che le clienti della sartoria evoca-vano. Pensavano che la loro bel-lezza non le avrebbe protette daldisprezzo di quel mondo - una vol-ta che fosse stata consumata in unrapporto tra dispari. E suggerivanoa tutte le ragazze e alle bambineitaliane di quell’anno di tenersiben strette ciò che avevano di più

vicino. Per Lucia Bosè, il fidanzatooperaio con il volto di Renato Sal-vatori (faceva le prove per il suc-cesso di Poveri ma belli); per Coset-ta Greco era rassicurante anche sesconosciuto: il tassista MarcelloMastroianni, che la consolava diun tentato suicidio. Pare di capireche la favola odierna sia ad untempo più irrealistica ma reale; unpo‘ come i videogiochi, che a furiadi simulare il mondo vero stimola-no comportamenti imitativi. E co-sì avverrà anche per queste Ragaz-ze di piazza di Spagna, scelte da treambienti diversi in modo che ognispettatrice si possa ritrovare in unpezzetto di vita simulata: Bianca lapovera napoletana (l’unica che use-rà ago e filo, come camiciaia all’i-nizio del film), Fiamma la figlia diparrucchiera evoluta (spinge la fi-glia verso il mondo della moda e lepermette di avere una casa perconto suo); infine la francese Na-thalie di famiglia borghese e intel-lettuale, studentessa di belle arti,snob e fatalmente inghiottita dalla

passerella.«I giovani di oggi hanno diritto

a sognare un futuro migliore»: ilmessaggio lanciato dal regista JoséMaria Sanchez ha un riscontro fisi-co immediato, qui nel palazzo sei-centesco del centro di Roma doveè stato allestito il set per Le ragazzedi piazza di Spagna. Sono le attriciventiquattrenni e gli attori coeta-nei che con voce da scuola di reci-tazione, con la disinvoltura nelrapporto con la stampa e nellaconsapevolezza dei loro ruoli nellafinzione - segnano più di ogni al-tra cosa il tempo che è passato.Non v’è incertezza di sguardi, so-spensione momentanea della pa-rola, gesto inappropriato per ecces-so di spontaneità. Sono già mostridi professionismo. E ci fanno rim-piangere quei difetti che fecero diLucia Bosè, di Marcello Mastroian-ni e di Renato Salvatori - sin daquel primo film - dei personaggiindimenticabili.

Nadia Tarantini

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Le protagoniste di «Le ragazze di Piazza di Spagna» M. Brambatti/Ansa

20SPO01A2003 ZALLCALL 12 01:01:50 03/20/97

In semifinalel’Ajax sfiderài bianconeriÈ l’Ajax l’avversariodellaJuventusnelle semifinali diChampions League. Gli olandesihanno battuto a Madridl’Atletico3-2 dopo i tempisupplementari e con ungol diBabangida al119’. Le altre reti:Kiko al 29’, De Boer al 49’, Dani al100’, Pantical 105‘ rig. L’altrasemifinale sarà ManchesterUnited-Borussia Dortmund. Gliinglesi hanno pareggiato 0-0aPorto (4-0 all’andata). Il Borussiaha superato 1-0 l’Auxerre (3-1all’andata). Le semifinali sidisputerannoil 9 e il 23aprile. Ilsorteggio di domani, a Losanna,stabilirà chi giocherà in casa laprima partita.

Sampdoria: multadi 3 milioni percori contro la LegaUn’altra tappadei difficili rapportidellaSampdoriacon la giustizia sportiva. Dopo ildeferimento per l’adesioneall’invito dei tifosi difare la«melina»durante la gara contro la Reggianaperprotestare contro la squalificadi quattrogiornate inflitta aMihajlovic (la prossimasettimana la Commissione disciplinare dovrebbeaffibbiare unamulta salata), il club genovese è statopunito anche con unaammenda di tremilioni dilire perché i suoi tifosihanno intonato coriingiuriosi contro la Lega ad ogni interventodell’arbitro nei primi 20‘ del secondo tempodellagaracontro laReggiana.

I giocatoridel Napoli in visitaai detenuti di RebibbiaIl Napoli ha annunciato che lunedì prossimo unadelegazione della squadra si recherà in visita alcarcere romano di Rebibbia. Inquell’occasione ungiocatore azzurrodarà il calciod’inizioad unapartita tra squadre di detenuti. Intanto ancoraproblemi per la squadra partenopea in vista deldelicato incontro di domenica con la Juventus.Cruz eBoghossian difficilmente recupererannoeSimoni sarà costretto a schierare nuovamente uncentrocampo d’emergenza. SullacasoSimoni si èespresso Pecchia: «Mi meraviglio di quello che stasuccedendo all’esterno. Noi siamo sereniepensiamo a fare risultato».

Sono undicigli squalificatiin serie AIl giudice sportivo MaurizioLaudi ha squalificato 11calciatori in serieA. Due giornatesono state inflitte a Mendez(Vicenza), una ciascuna a Baggioe Crippa (Parma), Materazzi e DiChiara (Perugia), Balleri(Sampdoria), DiBiagio (Roma),Jugovic (Juventus), Protti (Lazio),Savicevic (Milan)e De Marchi(Bologna) cheè stato punito,perché capitano, anche con unaammenda da un milione. Ilgiudice sportivo ha poidiffidatoParente (Reggiana),D’Ignazio(Vicenza), Dicara (Perugia),Paganin (Inter), Villa (Cagliari),Brambilla (Bologna), Lentini(Atalanta).

Nazionalead Auschwitz,distrazionepericolosa«Non è prevista una tappaad Auschwitz nelprogramma della trasfertadei calciatori azzurri inPolonia per la partita chel’Italia disputerà il 2 aprile aChorzow. Tuttavia, inFedercalcio non si escludel’ipotesi che unadelegazione di dirigentidella Nazionale faccia unavisita al vicino campo disterminio nazista perrendere omaggio agli ebreivittime dell’Olocausto. InFederazione si fa notare ladifficoltà di ritagliare per lasquadra il tempo necessarioper la visita dati i tempiristretti della trasferta e ilprogramma intenso».Questo ha fatto sapere ierila Federcalcio, via agenzia distampa Ansa, circal’anticipazione del nostrogiornale e del «Corrieredella Sera» su un’iniziativadella Nazionale incoincidenza di questatrasferta polacca. È veroquanto sostengono infederazione che nelprogramma non eraprevista una tappa adAuschwitz.Ma è altrettanto vero cheabbiamo parlato di un’idea,di un proposito e cheispiratrice di tutto ciò èl’Associazione calciatori,che ha in Demetrio Albertinie Ciro Ferrara dueconsiglieri molto attivinonché elementi di spiccodella Nazionale (e ieri sera ilpresidentedell’Associazione calciatoriCampana ha contattatoAlbertini per parlare delprogetto Auschwitz,mentre Ferrara saràcontattato questo mattina).Abbiamo anche scritto chenel ventaglio di ipotesi cisono «una corona di fiori,una lettera aperta o ilsemplice ricordo con unadichiarazione a nome ditutta la comitiva italiana».Un gesto nobile, la cuilegittimità è fuoridiscussione.Infastiditi perché si sonosentiti scavalcati da un’idea,i federali del pallone hannosùbito provveduto aprecisare che il programmadella trasferta polacca è«fitto» e con molto puntigliohanno definito il martedìpomeriggio pre-gara, nelquale i giocatori non hannoimpegni, «da dedicare allaconcentrazione in vistadella partita». Ora, sottrarredue ore di tempo alla nobilearte della concentrazioneper visitare il lager diAuschwitz, distante appena30 km dalla sede del ritiroazzurro, non ci pare unelemento di grandedisturbo. «Distrarre» duegiocatori, o, perché no, queicalciatori che desiderinorendere omaggio a uno deisimboli dell’Olocausto, nonci pare foriero di gravihandicap mentali. Rubareun paio di ore alle partite acarte, alla noia del ritiro, aivideogames perun’iniziativa come questanon ci sembra unadistrazione fatale. Fermarsiper un paio di ore eprendere visione di unadelle più terribili tragediedell’umanità è cosìsconvolgente da far perderela giusta concentrazione? Eche cos’è la concentrazione,per caso alienazione?

Stefano Boldrini

CHAMPIONS LEAGUE Un gol da «Gialappa’s» di Zidane, rigore di Amoruso all’89‘ e il Rosenborg è ko

Juventus in semifinalema non è stato facile

PAGELLE

Boksicun giganteche sprecatroppo

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TORINO. Per la Signora, un altropasso avanti verso la finale del 28maggio a Monaco di Baviera. Senzabrividi, tra qualche sbadiglio e unadose inattesa di fatica a dispetto delrotondo 2 a 0, reso concreto solo al89‘ con un rigore di Amoruso, fi-schiato dall’arbitro portoghese Me-lo Pereira per atterramento di Lom-bardo. Il Rosenborg non attentamai alla semifinale. Non mette inmostra questo pregio, anche se nondà mai l’impressione di essere deltuttodomo.Però,riesceamettereincontroluce le carenze sul fronte of-fensivo, la scarsa attitudine a fina-lizzare, a raccogliere l’enorme lavo-rodicostruzionedeimuratoriniDe-schamps, Jugovic, Deschamps. Perfortuna, in una serata freddina ri-spetto alle anomale temperature diquestoscorciodiprimavera, l’archi-tetto Zidane si ritrova sul piede ilprovvido colpo di fortuna con cuiprendere il largo, se non chiudere ilconto. A quello ci pensa Amoruso,ma quando la gara ha già le polveribagnate e il pathos si sta già scio-gliendo sotto una doccia fumante.L’episodio decisivo si registra allamezz’ora del primo tempo, a coro-namento di una discreta pressionedella Juventus che il portiere Jam-ftall cerca di neutralizzare con unarespinta di piede sull’accorrenteAmoruso. Palla innocua che casual-mente carambola sul piede di Zida-neeschizza inrete.Tuttoinunafra-zione di secondo, appena il tempodi aprire le labbrapertrattenereunarisata.

L’unico a non lasciarsi andare alsorriso è Lippi. Sollievo sì, ma senzaentusiasmo. La serata non è daprendere a modello. Contro avver-saridialtrelevaturatecnica,lepausepotrebbero essere pagate a caroprezzo. Insomma una comica di Ri-doliniinsalsacalcisticachedivertiiltemponecessarioperscoprirechelaJuve è tutta lì, nel bene e nel male,masoprattuttomediocre.Ilchepuòaccadere, quando la stagione è lun-ga e giocata su due fronti e gli impe-gni molteplici. Nonè un obbligo al-larmarsi, ma è un preciso doverecorrere ai ripari. In particolare mo-do, è doveroso riportare a livelli ac-

cettabili l’interorepartooffensivo,acominciare da Boksic, un unno nel-lo spezzare le difese avversarie conla sua travolgente velocità; solo unvisionario per come pretende dispostarelaportaasuopiacimento.

Brutta Juventus? Sì e no. Bruttapercomelasi ricordavadinotte.Maall’epoca - soltanto qualche mese fa- Alen Boksic era il bello di notte enon un convalescente non al me-glio recuperato da un fastidiosissi-mo infortunio. Eppoi, c’era Del Pie-ro, di cui ora si avverte l’assenza.Certo, Vieri e Amoruso hanno mo-stratodinonesseredeicomprimari.Ma non assicurano continuità. Ep-pure, il tornado australiano avevacominciato con una falcata totaliz-zante contro la quale la difesa diNorlandia aveva impiegato almenouna trentina di secondi a prenderele contromisure. Per intenderci, iprimi trenta secondi della partitache hanno visto la Juve gettarsi co-me un solo uomo sulla trincea av-versaria. Superato quell’attimo dismarrimento, il Rosenborg, moltoraccolto, fortissimoacentrocampo,capace di creare un gioco a fisarmo-nica passando dal 4-3-3 ad un co-pertissimo 4-5-1, ha sviluppato lesue trame di contenimento. Sem-plici, lineari, ma dannatamente ef-ficaciper intrappolare laJuveinunamanovra sterile, contrassegnatadall’inutilità di cross alti tutti predadi Jamtfall o degli aitanti difensori,

inparticolareBergdolmd,bravoan-che ad assicurare una discreto di-simpegno offensivo. In avanti, ilgioco dei norvegesi passava attra-verso le ali HeggemeJakobsen, sup-portivelocidellatorreRushfeldt.

Insomma, la scoperta dell’acquacalda che se applicata da giocatoricapacie dotati può provocaregrossiproblemi a chiunque. Figuriamocialla Juventus che dopo la rabbia ini-ziale offriva costantemente Viericon le spalle rivolte alla porta, chesoltanto al 33‘ trovava sul filo delfuorigioco il passo giusto per arriva-re nei pressi del numero uno norve-gese.Fatale, invece rispettoallagaracontro la Roma, labattuta sterile sulJamtfall inuscita. Insomma, troppeoccasioni sprecate, incredibilmen-te compensata dalla carambola diZidane. A quel punto, qualcuno haipotizzato una Juve più tonica.Niente di tutto questo, cui concor-reva per la verità la tattica rinuncia-taria dello stesso Rosenborg, forseintenzionato a sfruttare nella se-conda parte della ripresa, il calobianconero. Calcoli sbagliati daparte di Eggem, vuoi per la sterilitàdei rossi di Norvegia, vuoi per unsenso di fatalismo che dava l’im-pressione in campo e sulle gradina-te che tutto fosse già stato deciso al-trove. Forse dalla stessa deconcen-trazionedegliuniedeglialtri.

Michele Ruggiero

JUVENTUS-ROSENBORG 2-0JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara, Montero, Porrini, Juliano, Di Livio(31’ st Lombardo), Jugovic, Deschamps, Zidane (37’ st Tacchi-nardi), Vieri (44’ pt Boksic), Amoruso.(12 Rampulla, 11 Padovano)ROSENBORG: Jamtfall, Hoftun, Stensaas, Strand (14’ st Brat-tbakk), Skammelsrud, Jakobsen (21’ st Fjortoft), Heggem, Hjel-de, Soltvedt, Rushfeldt, Bergdolmo.(12 Odegaard, 4 Bragstad, 13 Sorli)ARBITRO: Melo Pereira (Portogallo).RETI: nel pt 29’ Zidane, nel st 44’ Amoruso su rigore.NOTE: Angoli: 6-1 per la Juventus serata fresca, terreno in buonecondizioni, spettatori 40.000. Presenti in tribuna d’ onore il presi-dente della Federcalcio Luciano Nizzola, l’ allenatore della Sampdo-ria Sven Goran Eriksson, il tecnico del Milan Arrigo Sacchi. EspulsoStensaas al 44’ st per doppia ammonizione.

Peruzzi 6: per una buona mezz’oraguarda la partita da lontano, fino aquando una staffilata (sul fondo) diStrand non lo riporta alla realtà.Iuliano 6: Heggem lo costringe adun paio di accelerate fuori program-ma che non lo trovano lucidissimo.Porrini 6,5: con quel pizzetto dasergente degli alpini, offre la versio-ne burbera nel faccia a faccia con ilmoto perpetuo «Mini» Jakobsen.Ferrara 6,5: le cose migliori le offrenel gioco aereo difensivo, mentrenelle proiezioni offensive deve ac-cettare la dura lex dei marcantoninorvegesi.Montero 6,5: preciso, sgomita se-condo tradizione e necessità neiduelli con Rushfeldt e con Brat-tbakk.Jugovic 7: da giocatore intelligentequal è, capisce al volo la modestiacalcistica della serata e allora cercala soluzione con i tiri da lontano.Sfortunato.Di Livio 6,5: quando gli si fa con-tro, l’arcigno Stensaas dimostra dinon essere il cliente ideale con cuiaccentuare il funambolismo. Man-giata la foglia, Di Livio si dedicacon maggiore intensità alla costru-zione del gioco. Dal 76‘ Lombardosv.Deschamps 6,5: spreca pochi pallo-ni nel primo tempo, ma consumamoltissime energie. All’inizio di ri-presa, arretra il suo raggio di azione.Vieri 5,5: i suoi compagni gli chie-dono il massimo dell’impegno nelgioco aereo, ma quel canale si rivelapresto inadatto per la buona guar-dia di Hoftun e soci. L’infortunio lomette fuori causa. Dal 44‘ Boksic5,5 sempre eguale a se stesso, da ilpeggio di sé sbagliando un paio difacili occasioni in apertura di ripre-sa dopo un doppio sbandamentodella difesa norvegese (e dopo aversaltato il portiere).Zidane 6,5: con il Rosenborg subli-ma il suo hobby nascosto: il biliar-do. Dal 82‘ Tacchinardi sv.Amoruso 6: due gravi errori nel pri-mo tempo gli abbassano sensibil-mente la media. Si riscatta trasfor-mando il rigore.

Mi. R.Christian Vieri in azione prima dell’infortunio Claudio Papi/Reuters

Basket. Contro Treviso il croato disponibile in extremis: messo fuori da Brunamonti

Kinder, si squaglia KomazecL’INTER AVANZA IN UEFA

Ganz, il prezzo dei suoi gol«Voglio il posto da titolare»

BOLOGNA. La farsa Komazec pre-cede una partita seria, vera, inten-sa. Il croato della Kinder, ecume-nizzato nel pomeriggio da quattrourlidel suoagente,decidedigioca-re la partita nonostante l’asseritacaviglia indisuso.SipresentaalPa-ladozza, ma stavolta è coach Bru-nammonti a dirgli di no. Anche itiramolla di classe hanno un limi-te, Arijan l’ha superato.Pure ilpre-sidente Cazzola sposa il pugno diferrodel suoallenatore,e laKinderfa infine da sola. Perde (84-87) magiocaunabuonagara.Egrazieairi-sultati concomitanti mantiene al-meno il terzo posto nei playoff.Cioè la qualificazione in Eurolega,sempre se dopo la pausa arriveràalmenoinsemifinale.

Ilprimotempoèunelettrochoc.Certo, Treviso è già prima e - attra-verso i meandri della classificaavulsa - può addirittura deciderequale avversario riservarsi neiquarti di finale. Ma se a un certopunto finisce sotto anche di 15punti (dopo 13’) è soprattuttoper-

ché la Kinder manda in campo ipropri anticorpi. Poco importa sesiano contro l’assenza di Komazeco contro il croato toutcourt, contasolo ciò che ne sortisce. Ossia unacatarsidigruppo,unaresurrezionedi massa con un profeta su tutti:BanePrelevic,11puntid’unfiatoe26allafine,chepassadadopolavo-rista a quasi eroe in un giro di val-zer. Con lui, a raccogliere il 44-37dimetàgara-strettino-altriillustri«reaparecidos».

DaSavic, allapariconRebraca,aPatavoukas. Miglior rimbalzista(7) all’intermedio. Meglio, moltomeglio, del dannoso Binelli (trefalli in 7’), antidotoalla squilla tar-diva di Henry Williams: 0 puntineiprimi10’,14nell’altrametàdeltempo.ô Nella ripresa, riemergeparte degli antichi difetti bianco-neri. Prelevic e Abbio (15) riman-gonoleunichebocchedafuocoof-fensive, mentre i lunghi (29 puntiin tutto) non trovano varchi néfuori né all’interno del perimetro.Soprattutto, però, Treviso imbrac-

cia l’artiglieriapesante.Unatripla,un’altra, per un fantastico 11/20.Williams (33) e Gracis (9, 3/3 oltrel’arco) segnano anche con lemanidegli avversari davanti alviso.Me-nano fendenti di fronte ai qualicrollerebbe anche un cavallo. Madi frontenonc’è laKinderspauritadi domenica scorsa a Siena. Così,dopo la precoce parità - l’8-2 degliospiti in avvio di ripresa - il matchproseguesuibinaridell’equilibrio.Grandi corse e contropiedi, ribal-tamenti di fronte, belle giocate acentropedana,irimbalzicoreogra-fici, i dribbling e i testa a testa chetengono le platee col fiato sospesomachenoncambianodiunpuntolasituazione,lascianoiltempochetrovano. Fino all’ultima scioc-chezza di Savic: fallo su Pittis lan-ciato a canestro, a 11” dalla fine, aVirtus sotto di uno. Segnasse sol-tanto, la Virtus avrebbe una triplaper impattare. Con l’aggiuntivo,tuttiacasa.

Luca Bottura

MILANO. Maurizio Ganz è nellamentediRoyHodgsonlaterzapun-ta dell’Inter dopo Branca e Zamora-no, ma nonostante l’intervento almenisco l’attaccante è andato a se-gnogià11volte (4 incampionato,6in Coppa Uefa e una in Coppa Ita-lia), 3 gol piùdi Zamorano e 6più diBranca. La doppietta rifilata duegiorni fa all’Anderlecht ha permes-soall’InterdiarrivareallesemifinalidiCoppaUefaeadessoGanzpuòaf-fermare di non essersi «mai sentitounariserva»edimeritare«unamag-giore considerazione». E pensareche a novembre, Ganz stava per ac-cettare la proposta dell’Español diBarcellona, per un contratto fino al2000, da 1400 milioni di lire netti astagione. Attualmente l’attaccanteè legato all’Inter fino al giugno del’98 (circa 900 milioni netti l’ingag-gio annuo) e forse già la settimanaprossima il suo procuratore Pasqua-lin discuterà un prolungamento fi-noal2000. Ieri,al telefono,Ganzhafatto il punto della sua situazionepartendo dalla mossa di Hodgson,

sottolineata dai fischi di tutto SanSiro, di sostituirlo con Winter al 32‘del secondo tempo: «Non sono ar-rabbiato, perché la partita è finitabene. Comunque miha fatto piace-re uscire mentre la folla invocava ilmionome.Èstataforsel’unicavoltain vita mia in cui mihafattopiacereessere sostituito. È il momento piùbello della mia carriera». Ganz nondimentica la scarsa considerazioneche Hodgson ha nei suoi confronti:«Misonostufatodelfattochelamiapresenza in squadra dipenda dalrendimento degli altri. Non mi so-no mai sentito una riserva, ho dirit-to a una maggiore considerazione.Morattimihasemprestimato,vistoche sono stato il suo primo acqui-sto. L’anno prossimo, chiunque sial’allenatore, voglio che ci sia più fi-ducia inme»IsognidiGanznonso-no solo nerazzurri: «La più grandegioia della mia vita sarebbe giocarein Nazionale, almeno per mezzominuto.Quelmezzominutocheminegò Sacchi quando mi convocòconEstoniaeMalta».

Play-offscudettoLe sfide

I playoff iniziano dopo duesettimane di pausa, precedutidomani e sabato dalle Finalfour di Coppa Italia. Benetton(1a) affronterà la vincente diCantù-Siena, mentre laStefanel (4a) avrà la miglioretra Verona e Pesaro. Kinder(3a) affronterà la vincente traRoma e Reggio Calabria,mentre alla Teamsystem (2a)andrà in sorte Varese oPesaro. Classifica: Tv 44,Roma e Kinder 34, Stefanel eMash 32, Telemarket 28,Cagiva 26, Polti e Fontana 24,Rolly 22, Viola 20, Scavolini18, Genertel 16, Montana 10.

20UNI01A2003 19SPC06A1903 FLOWPAGE ZALLCALL 11 01:10:29 03/20/97 M

Giornale fondato da Antonio Gramsci

Oggi

ELLEKAPPA-

CHETEMPOFA

20CUL02A2003 ZALLCALL 12 21:52:20 03/19/97

LA CULTURA Giovedì 20 marzo 1997l’Unità23Un anno famorivaSergioQuinzioUn teologoautorevolee audaceche amaval’insicurezzadel mondomodernoOspitiamoun suoinedito

Lo speciale di «Bailamme»

L’insonneinterrogareche ha lasciatoin ereditàUna vita consumata nel commento del Li-

bro, della Bibbia: questa potrebbe definirsil’essenza delle riflessione di Quinzio. Bastacitare alcuni titoli delle sue opere per ren-dersi conto di questa «fedeltà»: Diario profe-tico, Cristianesimo dell’inizio e della fine. Uncommento alla Bibbia, La croce e il nulla, Lafede sepolta, La sconfitta di Dio, Mysteriuminiquitatis, La speranza nell’Apocalisse... Cosaha significato questo corpo a corpo con ilLibro? Quale ermeneutica ha guidato Quin-zio nella temeraria impresa di commentareda solo l’intera Bibbia? Per rispondere valela pena ricordare il fine inscritto nella paro-la ermeneutica: un calarsi nella via tracciatadalla questione che nel testo fa problema.Ecco, la scommessa di Quinzio è consistitanel prendere sul serio la cosa stessa dellaBibbia: la promessa di salvezza che attraver-sa lo Scrittore. Ma calarsi nella Scrittura èequivalso, per Quinzio, ad affrontare uncommento «sine glossa»: non neutralizzaregli scarti di senso, le contraddizioni, le pro-messe mancate, ma assumere alla lettera - ilche non significa ingenuamente! - il noc-ciolo della fede ebraico-cristiana. Il Dio diIsraele e Cristo sono qui accumunati dallamedesima promessa: la certezza del riscattodal «Mysterium iniquitatis». Un’«interpre-tazione massimizzatrice», questa la defini-zione che Quinzio dava del proprio meto-

do.Alcuni esegeti hanno obietta-

to, non senza fondamento, l’as-senza di preoccupazioni filolo-giche. Ma tant’è, non è forse al-trettanto viva (e quindi orto-dossa) l’immagine che Quinzioci dà della Bibbia, in quanto«storia stessa di Dio»?. Di qui ilcoraggio di esibire i fallimentiche attraversano il testo biblico,il continuo differirsi del com-piersi delle promesse di cui vivela fede. Si leggano le pagine diUn commento alla Bibbia. TraAntico e Nuovo Testamento lastoria appare come storia di ma-cerie: una storia di annienta-mento che ha il suo «omega»nella crocifissione di Cristo:nell’urlo di Cristo -Dio mio, Diomio, perché mi hai abbandona-to? - sta per Quinzio la voce, ilgemito della storia, una storiache sembra essere un continuovenir meno delle ragioni dellasperanza.

Ad un anno della morte, la ri-vista «Bailamme» tenta un pri-mo bilancio critico del pensierodi Quinzio. Una pluralità di vo-ci (da G. Trotta a M. Cacciari, daS. Natoli a F. Milana, E. Benve-nuto, M. Ranchetti, G. Caramo-re, M. Tronti, E. Fattorini, D. Bi-dussa...) in cui i collaboratoridella rivista (che l’ha visto tra ifondatori) si confrontano con leinquietanti domande teologi-che dell’amico. Andiamo conordine: gli interventi si possonosuddividere in due sezioni, unastorica e una più propriamenteteoretica. Nella prima si segnalala lunga simpatetica intervistadi Gabriella Caramore (raccoltanel ‘91), in cui Quinzio riper-corre la sua vita, dall’infanzia inLiguria, al servizio nella Guar-dia di Finanza, la passione «not-turna» per la Bibbia, la sconvol-

gente morte della prima moglie (Stefania),l’incontro con i due personaggi decisivi del-la sua vita: Bobi Bazlen e Ferdinando Tarta-glia. Ma quali furono i rapporti di Quinziocon la cultura italiana? Nei loro saggi DavidBidussa e Giuseppe Trotta si soffermano daun lato sulla collaborazione di Quinzio con«Tempi moderni», l’eterodossa rivista diret-ta da Nicola Chiaromonte, dall’altro (nel te-sto di Trotta) sulla inaspettata affinità tral’ansia escatologica che anima il moderni-smo di un Buonaiuti e i problemi teologiciche si agitano in Quinzio. Questa sezionestorica si conclude con una affettuosa testi-monianza di E. Fattorini, che racconta l’ef-fetto di salutare straniamento che ebbe, peril cattolicesimo di sinistra, l’incontro conl’ostinata fedeltà biblica di Quinzio. Nellasezione teoretica la domanda apocalittica diQuinzio è affrontata in forma «questionan-te» nel saggio di Cacciari, in cui la domandadi Quinzio è a tal punto presa sul serio darovesciarsi in un radicale paradosso: il persi-stere della Chiesa è solo segno dell’Anticri-sto (come pensava l’ultimo Quinzio), oppu-re essa è l’estremo Kathekon (ciò che «trat-tiene» l’Apocalisse)? Non è la Chiesa, il suodurare nella storia, l’estrema educazione al-la fede di noi i dormienti (di coloro che nonsanno pazientemente ascoltare i segni delRegno)? Ma, e questo interrogativo è al cen-tro del saggio di Salvatore Natoli, che ne èdi una fede come quella di Quinzio in untempo, quale il nostro, in cui s’è «secolariz-zata la secolarizzazione», ovvero in cui nonv’è più traccia di un’attesa messianica? Gliinterventi raccolti in «Bailamme» (e sigillatida un importante prima bibliografia criticaa cura di Anna Giannatiempo) non sono unomaggio postumo. Tutt’altro: è come se lediscussioni che per un decennio hanno ac-compagnato la presenza di Quinzio in «Bai-lamme» siano continuate qui. Forse, ci sipermetta un azzardo teologico, Quinzionon starà adesso interrogando lo stesso Pa-dre sul perché dell’orrore irredento dellastoria?

Luca Berto Vassallo

Ilmaledicredere

World Photo

Con il trascorrere dei mesi sembraapprofondirsi il vuoto lasciato dallafigura inimitabile di teologo e bibli-sta che è stato Sergio Quinzio. Senzamaiperdere il suospirito«dilettante»Quinzio era divenuto una delle vocipiù intense ed autorevoli del dibatti-to religioso contemporaneo per cre-denti e non credenti. Le sue convin-zioni, spesso audaci e «fuori dal co-ro», ma sempre solidamente fondatesu una conoscenza rigorosa dellaScrittura e della tradizione ebraico-cristiana, ne hanno fatto l’interpreteaffascinantediuncristianesimo«dif-ficile»,ma forse l’unico in gradodi ri-spondere alle inquietudini del mon-domoderno.

Quinzio sapeva dire le parole checontano, le verità semplici e terribilidella Scrittura con una serenità edun’umiltà che non sempre soccorro-noidifensoridella fede,echegliapri-vanoleportedeigiornaliedellagran-de comunicazione. La sua forza stavanelcoraggiodiporsi ledomandeulti-me, le più angosciose circa la propriafede, quelle domande che pochi osa-noancorarivolgersi.

A quanti - fra i cattolici - lamenta-vano di sentirsi emarginati dalla cul-tura laica egemone, Quinzio suggeri-va di tagliare la loro «coda di paglia»,eosservavachelui,portatorediveritàcristiane sineglossa e sicuramentemai edulcorate, aveva sempre avu-to buona accoglienza da parte dieditori e giornali laici, forse mi-gliore di quella riservatagli in mol-ti ambienti cattolici.

Egli è stato un credente total-mente estraneo a quel cristianesi-

mo trionfante e sicuro di sé che siè contrapposto alla cultura e all’e-sperienza moderne, perché avevauna vivissima consapevolezza del-la drammatica condizione della fe-de nella storia del mondo. Alla suaesperienza religiosa era più conge-niale l’insicurezza tragica e malin-conica dell’esistenza moderna: diqui, la sua consuetudine e le suefrequentazioni con gli ambientilaici, che qualche volta gli veniva-no rimproverate.

Come Bonhoeffer, provava im-barazzo a parlare di Dio tra i cre-denti, o almeno tra certi credenti.Nel suo orizzonte la fede è solidalecon il dubbio più radicale, perchéè essa stessa mancanza di cono-scenza. S. Paolo ha detto: «Ciò chesi spera, se visto, non è più speran-za; infatti, ciò che uno già vede,come potrebbe ancora sperarlo?»Noi crediamo e speriamo proprioperché non sappiamo. QuandoDio tace la fede si confonde con ildubbio.

La verità è che di questa credutacontrapposizione di culture o tracredenti e non credenti, egli ha da-to una lettura assai più profonda,ben al di là di una interpretazione

semplicemente sociologica. Nellaprima pagina del volume La scon-fitta di Dio, Quinzio individua pro-prio nel «parlare di Dio» un terre-no d’incontro tra il credente il noncredente, che lungi dal rappresen-tare quell’inno irenistico al dialo-go, quel luogo superiore della co-scienza moderna, panacea di tutti imali, costituisce proprio il segnale«anticristico» della perdita delladifferenza tra fede e non fede. Lafede non sta nel parlare di Dio,bensì nel parlare con Dio, pregan-dolo, o nell’ascoltare Dio che par-la. Parlare di Dio è già una cifradello smarrimento. Quinzio scrisseche l’immagine del Dio guerrieronon è mai stata presa molto sul se-rio dai teologi, che hanno cercatodi razionalizzare il Dio della Bibbianel Dio dei filosofi; al di là degliepisodi che testimoniano la suaimbarazzante violenza, il Dio dellaguerra rappresenta soprattutto ilDio del rischio supremo, e perciò,l’opposto dell’orizzonte filosoficoe teologico dell’essere, interamen-te contenuto nel suo principio ras-sicurante. Dove c’è la guerra, c’è lapossibilità della vittoria, ma anchedella sconfitta. Se la rivelazione bi-

blica dice che Dio fa la guerra, allo-ra vuol dire che nessun esito e giàscontato. Il problema di Dio che,nell’ottica razionalistica, si presen-ta come il dilemma tra il suo essereo non essere, è molto meno ango-scioso dell’altro, che alla luce dellasalvezza storica, diviene il dilem-ma della sua vittoria e della suasconfitta.

Dell’esistenza di Dio Quinzionon ha mai dubitato, ma della suavittoria sì, dell’esito di questa im-mane battaglia contro la morte hapatito il terrore fino all’ultimogiorno. Il futuro, quello autentico,che non può essere dedotto dalpassato sulla base di un’eternitàdel logos, è angoscia, rischio e spe-ranza. La dicotomia tra un tempolineare e tempo ciclico si stagliasullo sfondo di gran parte di que-ste riflessioni.

Tra Atene che simboleggia la ra-zionalità astratta e Gerusalemmeche, invece, cifra la vitalità concre-ta resta indeciso il cammino delcristianesimo rispetto a cui Quin-zio si misura criticamente. La viache egli tenta di percorrere è quel-la che lega strettamente la tradi-zione vetero testamentaria a quella

nata dalla «nuova alleanza». Il cri-stianesimo di Quinzio non è quel-lo spiritualizzato della contamina-zione ellenistica, bensì quello «car-nale», messianico, radicato nell’e-braismo.

All’ebraismo, infatti, Quinzioascrive la concezione vettoriale, li-neare del tempo, e, l’invenzionedella «storia», incrementata dalCristo, contro le visioni ciclichedel tempo della cosmologia greco-alessandrina. Perciò, la stessa mo-dernità, lungi dall’apparirgli unamalattia della ragione, gli sembrala deriva ultima, ancorché signifi-cativa, di quella stessa storia chedenuncia le proprie «radici ebrai-che». Da ciò il bisogno di reden-zione del tempo, coessenziale almessaggio della rivelazione, allasperanza escatologica, che rivolgelo sguardo al futuro: «l’angelo»guarda ancora avanti, pur nel ri-trarsi di Dio, nel silenzio del Diovivente e umiliato, spogliato dellasua onnipotenza, perché «non hacreato la morte...e la morte riem-pie il mondo, vuole la nostra sal-vezza...e siamo dannati».

Francesco M. De Sanctis

Convegnooggia Napoli

Si svolge oggi a Napoli, allasala degli Angeli dell’IstitutoUniversitario Suor OrsolaBenincasa, la tavola rotonda«Lo scandalo della speranza,il cristianesimo difficile diSergio Quinzio», dedicata alteologo e biblista a un annodalla sua morte. Alla tavolarotonda, presieduta daFrancesco M. De Sanctis (dicui pubblichiamo una partedella relazione),intervengono ClaudioCiancio, Domenico A. Conci,Erri De Luca, FabrizioDesideri, Roberto Esposito,Bruno Forte, Ugo Perone,Gianni Vattimo, VincenzoVitiello. Qui sotto, trovereteuno scritto inedito di SergioQuinzio, che abbiamo trattoda «Monoteismo e conflitto»(edizioni Cuen, 1997, lire35.000), un volume cheraccoglie gli atti delconvegno tenuto neldicembre 1995 su «Vie per laprevenzione e la risoluzionedei conflitti nelle religionimonoteistiche delMediterraneo».

Oltre a episodi di terribile violenza, la Bibbia ebraica contiene precetti di misericordia e tenerezza. Estremi inconciliabili?

Solidarietà per il nemico: ecco il valore che ci unisceNon dev’essere un effetto «pratico» e immediato l’obbiettivo di un atto di giustizia: la sua interpretazione è alla base delle grandi religioni abramitiche

In genere i cattolici, ma non soltanto loro, vedononella Bibbia ebraica la rivelazione di un Dio non sologiusto,ma«geloso»,comeappuntovièscritto,severo,terribile. A questo Dio volentieri viene contrapposto,da Maroione in poi, ilDio diGesù, sentito come il Diomisericordioso che perdona. Senza dubbio è vero chesi leggono, inmoltepaginedellaBibbiaebraica,episo-di e ordini divini di impressionante violenza (cfr., peresempio, ilmassacro,ordinatodaMosè,delledonneedei bambini madianiti, Num. 31,9-18, e la crudelemorte inflitta, secondo il comando del Signore, ai di-scendenti di Saul,1Sam.21,1-14).Per laverità, anchese i cristiani se ne dimenticano volentieri, pagine vio-lente simili aquelle della Bibbia ebraica si leggono an-chenelNuovoTestamento.

Ma non è meno vero che, forse addirittura più diquanto accada per il Nuovo Testamento, la Bibbiaebraica contiene precetti di misericordia, di delicatez-za e di tenerezzachenonpossonochestupirci, eperfi-no apparirci eccessivi. Fra i tanti,possiamoricordarnealcuni: «Se richiederai al tuo prossimo qualcosa ch’e-gli ti deve, non entrerai nella sua casa. Aspetterai fuo-ri» (Deut. 24,10). «Se uno stranieroabitacon voi nellavostra terra, non molestatelo. Masia travoicomeunodei vostri, e tu amalo come te stesso, perché anche voisiete stati stranieri nella terra d’Egitto» (Lev. 19,33-34). «Non consegnare al padrone lo schiavo che si siarifugiato da te» (Deut. 23,16). Di come possono stareinsieme, nella Bibbia, precetti di perfetta tenerezza ealtridi terribileviolenzaèunaquestioneche,qui,nonèevidentementeilcasodiaffrontare.

Fra gli insegnamenti biblici di misericordia ai qualiabbiamo accennato cen’èuno,antichissimo,checol-pisce particolarmente perché supera, come farà poianche Gesù nel suo insegnamento, il concetto stessodi «nemico»: «Quando incontrerai il bue del tuo ne-

mico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre.Quando vedrai l’asino del tuo nemico accasciarsi sot-to il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti conlui ad aiutarlo» (Es. 23,4-5). Il precetto è, insieme e in-separabilmente, un precetto di misericordia verso l’a-nimale e verso il nemico. Da questo punto di vista l’a-zionediaiutarel’asinodelnemicononèforseespressaadeguatamente con il termine (non biblico) di «soli-darietà», e di conseguenza direi che anche il collega-mento fra il gesto di solidarietà e la «riconciliazione»fra inemici -allaqualedelrestononèfattoalcunespli-cito cenno - non offre forse l’interpretazione più ap-profondita del significato del precetto. Penso che ter-mini come «carità», o «pietà» esprimano meglio ilcontenutodell’insegnamento.

Resterebbe anche da definire il senso da attribuireallaparola«nemico».Chiè, inquestocaso, ilnemico?Il Talmùd esclude il nemico politico, mentre un al-tro famoso testo ebraico, la Mekhiltà, vi compren-de il nemico politico e, con lui, il proselite aposta-ta, l’israelita idolatra - nemici religiosi per eccel-lenza - e infine il nemico personale. C’è, dunque,un margine di opinabilità, che porta a distinguerefra nemico e nemico. La stessa motivazione del-l’atto che definiamo di «solidarietà» non è cosìunivoca come a prima vista potrebbe sembrare.Nel libro dei Proverbi è dato un precetto analogo,ma accanto ad esso è suggerita una motivazioneche forse altera, almeno ai nostri occhi, il signifi-cato che siamo portati ad attribuire all’insegna-mento: «Se vedi cadere il tuo nemico, non ralle-grartene; se inciampa, che il tuo cuore non gioi-sca, affinché l’Eterno non veda ciò e non ti condanni, enon faccia ricadere tutto il male sul tuo capo» (24, 17-18). Allo stesso libro dei Proverbi, del resto, fa pre-ciso riferimento, citandolo alla lettera, un passo

della Lettera ai Romani di Paolo: «Non rendere anessuno male per male... Non fatevi giustizia davoi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina.Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ri-cambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo ne-mico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, daglida bere: facendo questo, infatti, ammasserai car-boni ardenti sopra il suo capo» (12, 17-20). Nonsembra trattarsi qui, precisamente, dell’amoreevangelico per i nemici come siamo abituati a im-maginarlo, anche se gli esegeti cercano di forzare ilsenso del testo con improbabili escamotage, del ti-po: «L’immagine dei carboni ardenti significa unaumento di responsabilità nell’altro, oppure unostimolo al pentimento» (La Bibbia, a cura di «LaCiviltà Cattolica», Roma 1978, vol. II p. 2209).Evidentemente no, per la Bibbia ebraica, come perle Scritture greche cristiane, l’insistenza è soprat-tutto sul fatto che gli atti di giustizia e gli atti dimisericordia non si devono compiere tanto perchéda essi ci si possa attendere una trasformazionedelle condizioni di vita degli uomini, il concreto,pratico superamento, in particolare, dell’opposi-zione fra amico e nemico, ma come gesti che sonoanzitutto dei gesti di testimonianza, degli appelliall’esigenza dell’assoluta giustizia e misericordia diDio che saranno realizzate solo nel suo regno esca-tologico. Il rapporto fra «solidarietà» e «riconcilia-zione» passa insomma attraverso il giudizio finaledi Dio. Gli atti giusti e gli atti misericordiosi che ilcredente compie non hanno adeguata forza pro-pria, ma sono piuttosto come il seme che se nonmuore - se non è contraddetto dalla realtà dellastoria del mondo - non porta frutto.

Questo non significa minimamente rendere me-no vincolante l’obbligo di compierli. Ma dobbia-

mo saperli leggere nel contesto, interpretarli perquanto ci è possibile per quello che intendevanosignificare, e non per quanto noi vorremmo chesignificassero. Questa, almeno, non può non esse-re, a mio parere, la posizione del credente. C’è al-meno un altro passo, nei Vangeli, che si riferisceall’aiuto da prestare a un animale, in questo casocaduto in un pozzo. Gesù non distingue qui se l’a-nimale da soccorrere appartiene a un amico o a unnemico, ma insiste sul fatto che l’obbligo incombeanche nel giorno del sabato, giorno, secondo latradizione ebraica, di riposo assoluto: «Chi di voi,se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo ti-rerà subito fuori in giorno di sabato?» (Lc. 14, 5). IlVangelo di Luca riferisce che gli interlocutori ebreidi Gesù «non potevano rispondere nulla a questeparole» (v. 6). Ma si sa che maestri d’Israele di queltempo pensavano in proposito come Gesù. Se lastessa eccelsa santità del sabato può essere violataper rendere testimonianza alla misericordia, tantopiù appare a mio avviso lontana l’idea di un com-portamento prescritto in funzione di un fine prati-co e politico da conseguire mondanamente.

Rendere testimonianza alla verità di Dio è per ilcredente, o dovrebbe essere, più importante chesperare di risolvere i problemi del mondo contem-poraneo. Anzitutto su questo i credenti delle gran-di religioni abramitiche dovrebbero a mio parereessere d’accordo, o cercare l’accordo. Solo su que-sto, e cioè sulla povertà della nostra testimonian-za, si può anche sperare che il Dio unico ci conce-da fin d’ora i segni e le primizie di quella piena re-denzione futura dell’umanità e del cosmo che lafede in Lui promette.

Sergio Quinzio

20ECO02A2003 ZALLCALL 11 22:30:16 03/19/97

ECONOMIA E LAVORO Giovedì 20 marzo 1997l’Unità15 MOVIMONDOMANI TESE

Presentano il saggio

LA REALTÀDELLACOOPERAZIONE1996

Rapporto delle ONG europee sugli aiuti internazionali Ed. Rosenberg & Sellier

Dibattito sul ruolo e le prospettive dellacooperazione non governativa

con:

R. Serri, L. Vecchi, G. Corbi, J. L. Rhi Sausi, S. Siniscalchi, C. Bernabucci

Venerdì 21 marzo 1997ore 16.30 - c/o SIOI - P.zza di S. Marco, 51 - Roma

Ma con la «razionalizzazione» sono a rischio migliaia di posti, già oggi in programma i primi scioperi

Stop alla guerra dell’acciaio tedescoKrupp e Thyssen trovano l’accordoBloccata la scalata in Borsa avviata lunedì, l’intesa potrebbe concretizzarsi in una joint venture o in un semplice accordosul mercato. Nasce comunque un colosso da 65mila miliardi di fatturato.

Molestie, l’UeSei mesiper sbloccareConvenzioneBRUXELLES. Sei settimanedi tempo. Quasi unultimatum quello dato ieridalla Commissione europeaalle parti sociali (leorganizzazioni sindacali,degli imprenditori privati epubblici in Europa) pergiungere ad un accordo chedia via libera allaConvenzione collettiva perla lotta contro le molestiesessuali nei posti di lavoro.Aprendo la seconda fasedella consultazione, avviatanel luglio dello scorso anno,il commissario per lePolitiche sociali, l’irlandesePadraig Flynn, ha sollecitatouna risposta rapidalasciando intendere chel’esecutivo comunitario, inmancanza di repliche,potrebbe prenderel’iniziativa con una«direttiva» da sottoporreall’attenzione degli Statimembri. Le parti sociali, serisponderanno entro il mesedi maggio, avranno poinove mesi per giungere allastipula della Convenzioneche, secondo il protocollosociale del Trattato diMaastricht, si tradurràsuccessivamente in leggecomunitaria.Il commissario Flynn haricordato che, secondoinformazioni più recenti,l’incidenza delle molestienei luoghi di lavoro riguardaalmeno il 30% delle donneed il 4% degli uomini. LaCommissione ha criticatoduramente i ritardi deigoverni dell’Unione: allostato attuale, soltanto ilBelgio e l’Olanda hannoadottato delle politicheglobali per la lotta contro lemolestie. «È venuto ilmomento - ha annunciatoFlynn - di individuare unostrumento efficace a livellocomunitario». Ma, prima dipassare alla proposta di unadirettiva, l’esecutivo diBruxelles ha preferitoinvitare le parti sociali arisolvere il problema in unacontrattazine bilaterale. Gliimprenditori, sinora, hannofatto orecchie da mercante.

Se.Ser.

DAL CORRISPONDENTE

BERLINO. La Grande Guerra deiKonzerne è finita prima ancora dicominciare davvero. La Krupp e laThyssen, iduecolossi tedeschidel-l’acciaio, si sono messi d’accordoieri per tentare la via di un’intesaamichevole.

La Krupp ha bloccato la scalatache aveva cominciato lunedì conmassicci acquisti di azioni della ri-vale e i dirigenti dei due gruppihannofatto saperechegiàoggico-minceranno a discutere i terminidi un accordo che, nel quadro diun «sopportabile piano di svilup-po per l’acciaio», consenta all’unoe all’altro di non pagare prezzitroppoaltiallaconcorrenza.

Soluzione «non ostileL’intesa potrebbe concretarsi in

una joint venture oppure in unsemplice accordo sul mercato.Comunque, sempre che i collo-qui, che dovrebbero durare alme-no una settimana, portino a unasoluzione, non ci saranno tenta-tivi di acquisizione tramite offer-ta pubblica d’acquisto, ovvero la«scalata ostile» (un inedito inGermania) che la Krupp ha tenta-to fino all’altro ieri sera.

L’armistizio è stato raggiuntograzie alla mediazione del capo

del governo regionale della Rena-nia-Westfalia Johannes Rau(Spd). Un intervento politico cheera stato giustificato dalle preoc-cupazioni per l’occupazione neglistabilimenti dei due gruppi che sitrovano in tutte le principali cittàdella Ruhr.

Gli osservatori, infatti, davanoper scontato che il megagruppoda 65mila miliardi di fatturatoche sarebbe nato dalla acquisizio-ne della Thyssen, che adesso è lapiù forte azienda siderurgica dellaGermania, da parte della Krupp,che è la numero due, avrebbemesso in cantiere una «raziona-lizzazione» la quale sarebbe, a suavolta, costata migliaia di posti dilavoro.

Già nel ‘92, ricordavano preoc-cupati i consigli di fabbrica, l’ac-quisto della Hoesch da parte dellaKrupp fu seguito dal licenzia-mento di 20mila dipendenti

Non è detto, però, che le solu-zioni alle quali lavoreranno daoggi i massimi dirigenti dei dueKonzerne -per la Krupp GerhardCromme, per la Thyssen DieterH. Vogel- non si rivelino, alla fi-ne, altrettanto disastrose per l’oc-cupazione.

Sia la joint venture sia l’accor-do sul mercato potrebbero basarsisu una differenziazione delle pro-

duzioni che porterebbe inevita-bilmente alla chiusura degli sta-bilimenti «doppione».

Protesta operaiaCiò spiega l’asprezza della prote-

sta degli operai. La scorsa notte ne-gli impianti a ciclo continuo dellaThyssen è proseguito lo scioperoche era cominciato già martedì,quandosiparlavaancoradi«scalataostile».

Ieri mattina, poi, davanti a dieci-mila lavoratori riuniti nella Rhein-Ruhr-Halle di Duisburg il presiden-te della Thyssen acciaio EkkehardSchulz ha detto di essere convintodel fatto che«alla finesi troveràunasoluzione che eviterà una acquisi-zioneostile».

Secondo il capo dei consigli difabbrica del gruppo Dieter Kroll, la«scalata ostile» sarebbe, almeno peril momento, bloccata, ma le solu-zioni prospettate richiederebberocomunque «sostanziose perdite diposti di lavoro». Particolarmente arischio sarebbero i 5.500 posti deglialtifornidiDortmund.Enonècertoun caso cheproprio in quest’ultimacittà il clima sia particolarmente te-so.

Per oggi e domani sono annun-ciatiscioperiemanifestazioni.

Paolo Soldini

Marchio su capicontro«mucca pazza»

BRUXELLES. Per evitare ilripetersi di minacce allasalute sul tipo di quellaportata dall’encefalopatiaspongiforme bovina, iministri dell’agricolturadell’Ue hanno varato unnuovo sistema diidentificazione del bestiameche dovrebbe entrare invigore a pieno regime entroil 2000. È stato stabilito chetutta la carne messa incommercio debba avere unmarchio che ne certifical’origine. Inoltre i varigoverni dovrannoassicurare che a partiredall’anno prossimo tutti icapi di bestiame portinoun’etichetta all’orecchio etutti quelli esportati sianoforniti di «passaporto».Questo significa che entro il2000 dovrà essere creatauna banca dati dei capi.

ERRECOME...CONOSCERE E GIOCARE CON I RIFIUTI

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La visita delle scuole è preferibile su prenotazione(Tel. 06/677666, il costo del biglietto è di L. 4.000 a studente e gratuito per insegnanti accompagnatori).

Il biglietto dà diritto alla visita al Museodell’Automobile

Van Miert: «Avrebbe un solo concorrente»

Boeing-DouglasL’antitrust della Ueindaga su fusione

Il principe saudita è presente in Mediaset

Al Walid comprail 5% della TwaMa niente scalata

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VACANZE LIETEBRUXELLES. «La fusione tra Boeinge McDonnell Douglas (Mdc) po-trebbe condurre alla creazione del-l’impresa più importante del mon-do nel settore dell’aeronautica, difronteallaqualeresteràunsolocon-corrente, il consorzio europeo Air-bus»: sulla base di questa prima co-statazione, la Commissione esecu-tiva di Bruxelles si prepara in parti-colare ad esaminare«inqualemisu-ra la fusione rafforzerà la posizionegià leader,nel mercato dei jets com-merciali di oltre 100 posti, con unafetta superiore al 60 % del mercatomondiale».

La fusione, notificata a Bruxellesil 18 febbraio scorso, «comporteràinoltre un aumento importantedelle sue attività nel settore della di-fesaedellospazio».Mentreinfatti leattività della Boeing sono concen-trate per il 70-80% negli aerei com-merciali, la McDonnell Douglasopera per il 70% nel settore della di-fesa e dello spazio. Senza contare ilrecente acquisto di Rockwill Defen-ceandAerospace.

Sono questi i dati forniti da KarelVan Miert, Commissario Europeo

responsabile della politica di con-correnzaedellaTask-ForceConcen-trazioni, che ha annunciato ieri l’a-pertura di «un’inchiesta approfon-dita, perverificare inqualemisura ilpotenziale supplementare di Mdcnegli aerei commerciali potrà con-durre al rafforzamento della posi-zione predominante di Boeing cheesistegiàattualmente».

Non è la prima volta che al vagliodell’antitrust di Bruxelles passa unaconcentrazione che coinvolge an-chesocietànoneuropee.

Sarebbedelrestostranoselerego-le della concorrenzadei trattati, chenegli articoli 85-89 vietano gli ac-cordi per la ripartizione dei mercatie l’abusodiposizionedominante, siapplicassero solo alle imprese euro-pee.

Quello di oggi tuttavia è certa-mente il caso più importante. L’in-dagine riguarda la dimensione eu-ropea della concentrazione. Neldarne l’annuncio, la CommissioneEsecutiva di Bruxelles precisa che«la decisione di aprire la proceduranon pregiudica il risultato finaledell’inchiesta».

DUBAI. Il multimiliardarioprinci-pe e uomo d’affari saudita al-Wa-lid bin Talal, nipote di re Fahd eproprietario di una quota di Me-diaset, ha annunciato ieri di essereentrato nell’industria aeronauticaacquistando il cinque per centodelle azioni della Trans World AirLines (Twa, settima società deltrasporto aereo statunitense).

Si tratta solo di un investi-mento, ha precisato un comuni-cato stampa diffuso nella capita-le saudita Riad senza fornire det-tagli sul valore dell’operazioneche segna l’ingresso del principenell’industria aeronautica.

Da tempo circolavano voci diun interessamento delle sue so-cietà per la fabbrica di aereiolandese Fokker che, in falli-mento, sta per chiudere i bat-tenti.

Walid ha interessi in tutto ilmondo nel campo bancario, deimass-media, dell’immobiliare,dei supermarket ed altro. Guidapersonalmente la United SaudiCommercial Bank.

Dal canto suo la Twa ha reso

noto che al Waleed non ha inprogetto «per il momento» diacquistare una quota superioreal 5%. In un comunicato, la Twaafferma inoltre di «registrarecon soddisfazione» l’acquisto daparte dell’uomo d’affari arabo di2.088.000 azioni ordinarie Twa,e ha aggiunto di «sperare che ilmanagement riuscirà nello sfor-zo di riportare alla redditività dilungo termine la compagnia ae-rea».

La compagnia aerea america-na ha annunciato martedì scor-so un forte aggravio delle sueperdite nel corso del 40 trimestredel 1996, perdite giunte a 258milioni di dollari, contro i 27dell’anno precedente.

Tra le cause, oltre a quelle de-rivate dall’aumento del carbu-rante, «la tragica perdita del vo-lo 800 New York-Parigi (che loscorso luglio fece 230 vittime ele cui cause sono ancora da sta-bilire, ndr) che ha avuto un im-patto non misurabile ma signifi-cativo sulle attività della compa-gnia».

DOMENICA 23 MARZO - ore 9.30

Roma - Direzione PdsVia Botteghe Oscure, 4

promossa dai firmatari del documento

«Per una nuova sinistra nel Pds»Sono invitati tutti i compagni e le compagne interessati/e

ASSEMBLEANAZIONALE

SubfornitureDiscussionein Senato

Il tema di Euromodal, manifestazione che riunisce tutti gli operatori del settore

Ferrovie, la liberalizzazione trova l’Ue in ritardoMa nel futuro le merci viaggeranno su trasporto misto

ROMA. L’assemblea del Senato haavviato ieri l’esame del disegno dilegge sulle subforniture, approvatodalla commissione Industria. «Nel-le ultime settimane - ha ricordato ilrelatore, Silvano Micele- è ripresauna forte offensiva di una parte delmondo economico tesa a contesta-relanecessitàdidisciplinareilsetto-re, in nome della presunta esigenzadi scongiurare l’introduzione divincoliallaliberteconnomica».

«Quellodellasubfornitura-haag-giunto- è un fenomeno importantee conplesso e chi intende discipli-narlo non può essere accusato disoggiacere a logiche vincliste e diri-giste, tanto più che regole e libertàdi mercato non sono elementi traloro incompatibili, dato che il mer-catosnzaregole finisceconildiven-tare prima o poi una sorta di giun-gla».

Secondo Micele, l’intervento le-gislativo costituisce una scelta ob-bligata nelle situazioni aberranti icuivengonoatrovarsitanteepicco-lemedieimpresesubfornitrici.

DALL’INVIATO

PARIGI. La liberalizzazione bussa al-leportedell’Europa,maalmenoperiltrasportoferroviariodellemerciipar-tner non sono pronti. A cominciaredall’Italia, dove però non c’è alterna-tiva al trasporto misto fra strada e fer-rovia - questo lo scopo della liberaliz-zazione - pena lo strangolamentodella nostra economia. Infatti il ma-de in Italy, per dirigersi nei ricchimercati mitteleuropei,deveattraver-sare l’Austria e la Svizzera che stannochiudendolefrontiereaicamion.Ol-tretutto i colossi dell’industria euro-pea pretendono il trasporto combi-nato dei loro prodotti perché più si-curoemenocostoso,mentrelestradee le autostrade di grande comunica-zionesonosemprepiùrischiose.

Ancora una volta, la questione deltrasferimento di quote di trafficomerci dalla strada ai binari è stata af-frontata nella quarta edizione di Eu-romodal, una manifestazione che -quest’anno a Parigi - riunisce opera-tori ferroviari, grandi compagnie del

trasporto merci per approfondire letematiche dell’intermodalità. Del re-stoè inscadenzaunaseriedidirettivecomunitarie che indicano ai diversipaesicomelerispettiveaziendeferro-viarie statali debbono rinunciare alloro monopolio. Non ultima quelladel ‘91(n.440),conlaseparazionege-stionale fra rete e servizi che ha datoluogo alla famosa direttiva Prodi in-dirizzataalleFsdeldopo-Necci.Sepa-razione indispensabile per calcolareil costo della rete e quindi una tariffaequadafarpagareallecompagnieeu-ropeechevorrannoliberamentepor-tarecon ipropri treni lemercidaAm-burgo a Gioia Tauro (e viceversa) inconcorrenzaconleFs.

«Abbiamo deciso di moltiplicare inostri investimenti nell’intermoda-lità-affermaunodeiresponsabilidel-laGiraud,aziendafrancese leadernelcampodeiTir-pertreragioni:lochie-de il cliente; il sistema è più flessibilenel seguire le variazioni del mercato;dobbiamo essere presenti nelle gran-di mutazioni in atto nelle reti ferro-viarieeuropee.

È un mondo in fermento. Le ferro-vie di Olanda e Germania si sonomesse con la Csc (compagnia ferro-viaria Usa per le merci, numero unonelle navi portacontainer) per costi-tuire la Ndx Intermodal, società cheoffre alle industrie contratti tuttocompreso di trasporto dalla fabbricaal destinatario finale. Ancora dagliStati Uniti ecco la Wisconsin Centralgestireitrenimerciinglesi.

E l’Italia? Da luglio le Fs dovrebbe-ro mettere la rete a disposizione dellecompagnie europee previo canone.Però - dicono Costantino Bagnai eGianfrancoBiavadell’areamercidel-leFs - ilgovernoitalianononhaema-nato i decreti attuativi delle direttivecomunitarie. Ma soprattutto le lineeprincipali sono ormai sature, se unconcorrente europeo volesse acqui-stare un transito dovremmo negar-glielo.

Almeno fino al 2002, quando saràrealizzato il quadruplicamento perl’AltaVelocità.

R.W

Ibar a Burlando«Blocchigli scioperi»

- L’Ibar, l’Associazione deiVettori Italiani e Stranieriche operano in Italia, siappella al ministro deiTrasporti, ClaudioBurlando, contro iricorrenti scioperi nelsettore aeroportuale ed inparticolare per denunciarelo sciopero proclamato daicontrollori di volo aderentiCisl e Uil ed al sindacatoautonomo Licta perdomani, dalle 11,30 alle15,30. La protesta interessail Centro Regionale diAssistenza al Volo diCiampino.

20EST02A2003 ZALLCALL 11 22:19:58 03/19/97

NEL MONDOGiovedì 20 marzo 1997 6 l’Unità

Solidarnoscin piazzaScontria VarsaviaOperai aderenti alsindacato Solidarnoschanno dato vita ieri a variemanifestazioni contro ilgoverno e la chiusura deicantieri navali di Danzica.Nella città baltica idimostranti hanno muratol’ingresso della sede delpartito di governo, laSocialdemocrazia dellarepubblica polacca, edhanno appeso alla pareteuna testa di porco coloratain rosso: evidente allusionea quelli che secondo loronon sarebbero che «porcicomunisti» (laSocialdemocrazia è unpartito nato sulle ceneri delvecchio Poup). A Varsaviagruppi di minatori, giuntidalla Slesia per esprimerela loro solidarietà ailavoratori di Danzicalicenziati, hanno invaso eoccupato per alcune ore lasede del ministero delTesoro. Nel primopomeriggio la polizia hasgomberato i locali. Unportavoce delle forzedell’ordine ha detto che si è«tentato di usare la forza ilmeno possibile». Radio Zet,un’emittente privata, hariferito che durante losgombero gli occupantihanno danneggiatomobili, rotto vetri einondato il pavimento conil liquido schiumoso degliestintori. Due persone,rimaste ferite, sono statericoverate in ospedale. Instrada la polizia è dovutapoi intervenire perrespingere un altro gruppodi sindacalisti intenzionatia entrare nel ministero.Altri due ministeri, quellidell’Economia e del Lavoro,erano stati occupati, ma inquesti casi gli operai se nesono andatispontaneamente dopol’ultimatum della polizia. Ilpresidente di SolidarnoscMarian Krzaklewski,riferendosi agli incidentiavvenuti al ministero delTesoro, ha dichiarato che«quanto accadutopotrebbe chiamarsiprovocazione» e haannunciato che «lemanifestazionicontinueranno». Il premierWlodzimierz Cimoszewiczha invitato al«ravvedimento» gliorganizzatori delleproteste. «Se hanno unminimo di senso diresponsabilità neiconfronti della Polonia,non giochino con la suasorte in nome di loropiccoli interessi politici.Finché sarò a capo delgoverno non permetteròche la legge sia violata».

Oggi si apre il summit per decidere l’allargamento a Est. La Russia, contraria, cederà ma a certe condizioni

Il freddo vertice tra Clinton e EltsinA Helsinki lo scontro è sulla NatoI due presidenti, entrambi malati per motivi diversi, arrivano oggi in Finlandia. Le discussioni vere e proprie inizierannodomani mattina. Mosca chiede che i prossimi membri dell’Alleanza non ospitino né armamenti né infrastrutture militari.

Al posto di Lake

Sarà Tenetil nuovocapodella Cia

DALL’INVIATA

HELSINKI. Il vertice fra Usa e Russiache si apre oggi a Helsinki, il decimoda quando non esiste più l’Urss enemmeno la guerra fredda, è statodefinito in molti modi ma forse saràricordato essenzialmente per duemotivi,unopocoserioe l’altromoltoserio. Il poco serio riguarda le battuteche in questi giorni si sprecano sullasalute dei due presidenti: Clinton ar-riverà sulla sedia a rotelle perché si èrotto un ginocchio, mentre Eltsininaugurerà il nuovo aereo presiden-ziale, l’Iliushin-96, la cui caratteristi-caprincipaleèchesitrattadiunospe-dale volante. L’ultimo aneddotovuole che i medici finlandesi sianopiù preoccupati per Clinton che perEltsin: la suarecenteoperazionealgi-nocchio infattimal siaccordaconunvolo transoceanico ed essi temonoper il comportamento del sangue delpresidente Usa che potrebbe portareademboli.

Il motivo molto serio invece è che,secondo alcuni osservatori, questovertice potrebbe sancire una nuovadivisione dell’Europa. O per esserepiù precisi, l’isolamento della Russiadal resto dell’Europa. Sidiscute infat-ti dell’allargamento della Nato a Est,cioè dell’adesione di tre paesi dell’expatto di Varsavia, Polonia, Ungheriae repubblica ceca, al campo dell’Al-

leanza atlantica. Mosca sostiene chequesta iniziativa è un rigurgito delpassato, un fantasma che restituisceai russi il vecchio ruolo dei «cattivi»dacuidifendersi.Washingtondicealcontrario che, poiché l’allargamentonon è diretto contro la Russia, essopuò essere il primo passo verso unaintegrazioneveradell’expaesedeiso-viet in Europa. La Russia parte svan-taggiata perché in realtà a Helsinkinon si discuterà affatto dell’allarga-mentoperchéessoègiàstatodecisoecontro la volontà di Mosca. L’incon-tro finlandese ha solo il compito dipesare il rifiuto russo, verificarne ilcostoecontrattaresueventuali scon-ti.

E cosa vuole il Cremlino per farbuon viso a cattivo gioco? Molto. In-nanzitutto che i paesi che entranonellaNatononospitinoarmamentienemmeno infrastrutture militari. È ilmotivo di più alto scontro. L’Allean-za non può accettare - dicono a Bru-xelles - perché significherebbe fareuna distinzione fra membri di serieAe membri di serie B. Massimo che sipuò concedere dalla cittadella deivincitori di quella citata guerra fred-da sono dichiarazioni di buone in-tenzioni,tipoquelladiffusaunasetti-mana fa secondo la quale «nella si-tuazione odierna è prevedibile chenon ci sarà nessuna dislocazione inpiùdelleforzecombattive».LaRussia

ovviamentenonsiaccontentaechie-de che questa promessa divenga unvero patto: tutta qui la differenza frala propostaamericana di firmareuna«carta» e quella russa di siglare un«accordo».

E tuttavia, anche su questo argo-mento così spinoso, alcune conces-sioni la Nato le vuole praticare. Peresempioindicandoairussiqualiedo-ve sarannoinstallate le infrastrutturebelliche e concedendo loro il dirittodi ispezionarle. E soprattutto accet-tandolarichiestadiMoscadiaumen-tare il proprio arsenale convenziona-le per rafforzare i fianchi rimasti sco-perti dopo la perdita dei paesi satelli-ti. La revisione del Trattato sullearmiconvenzionali, perché di questo sitratta, deveessereperòaffiancato, se-condo gli Usa, dalla ratifica di quellosullearminucleari, ilSaltII,cheirussinon hanno ancora approvato. Gliamericani propongono anche all’exnemico la creazione di un ConsiglioRussia-Nato, la cui nascita aprirebbeuna nuova stagione di rapporti fra ilblocco occidentale e il paese erede diquellosocialista.

I russi chiedono anche cose piùconcrete di un riconoscimento poli-tico-militare,voglionoentrarenelsa-lotto buono dei Grandi, cioè nel G7,far parte delle organizzazioni com-merciali mondiali, aderire al club diParigi.Anchequestaèunaportamol-

to stretta per loro, perché hanno an-coramenodaoffrireincampoecono-mico, dopotutto i missili russi fannopaura, la loro industria no. Scontataquindi su questo argomento la fred-dezzadell’«amico»Bill.

Per il momento e comunque vadaa finire il duello fra i due pesi massi-mi, un vincente dell’incontro c’è giàed è la capitale finlandese. Helsinkihaaccoltopiùdi2000giornalisti conla serenità e l’efficienza di una speri-mentata padrona di casa. Bar, alber-ghi e ristoranti non appaiono pernulla affaticati dall’ondata e anzi of-frono agli ospiti cocktail «Bill» a basedi whisky e «Boris» a base di vodka.Qualcunohapreparatoancheunmi-sto , un «duo» , in cui sono presentientrambiglialcool.

L’incontro fra i due leader avverràdomaninella residenza del presiden-te finlandese, Maarti Ahtisaari, pocofuori del centro della capitale, in unalocalità, Mantyniemi, tutta ricopertadi pini. Clinton arriverà prima di El-tsin, alle 12 ora locale (un’ora in me-no in Italia), e incontrerà l’ospite fin-landese.IlpresidenterussosaràaHel-sinki due ore e quarantacinque mi-nuti dopo. In serata si svolgerà ilpranzo ufficiale. Poi, domani matti-na, inizieranno le discussioni vere eproprie.

Maddalena Tulanti

DALL’INVIATO

WASHINGTON. Sarà quasi certa-menteGeorgeTenet,attualenumeroduedellaCia,adoccuparelapoltronacheBillClintonavevaoriginalmentedestinato ad Antony Lake. Questo ri-portavano ieri, pressoché all’uniso-no i media americani. E molti, dopol’improvvisaed assai polemicauscitadi scena dell’ex capo del ConsiglioperlaSicurezzaNazionale,sonoinef-fetti i fattori che sembrano giocare afavore della sua nomina. Il curricu-lum politico-professionale del piùcheprobabilenuovo«nominee»nonpotrebbe, infatti, esser più adeguatoalle circostanze. Già «capo del perso-nale» di quello stesso «Selected Intel-ligence Committee» del Senato chepotrebbe, domani, essere chiamatoavagliare la sua candidatura, Tenet èentratonelConsiglioper laSicurezzaNazionale diretto da Lake nel ‘93. EnominatovicedirettoredellaCiadueanni, dopo è stato «confermato» dalCongresso senza problemi di sorta.Sicché a Clinton egli è oggi in gradod’offrire due preziosissimi beni: unpassaggio rapido ed indolore per leforche caudine del Senato (dove lostesso «grande tormentatore» di La-ke, Richard Shelby,già gli ha garanti-to pieno appoggio), nonché il piùtranquillo dei «cambi della guardia»alla testadella tribolatissimaCia.An-zi: già avendo in questimesi di vuotoricoperto il ruolo di direttore «facen-te funzioni», Tenet altronondeve fa-re che succedere a se stesso. Il presi-dente, ansiosodi lasciarsialle spalle ilcaso Lake, non poteva davvero desi-deraredimeglio.

Quello che tuttavia molto difficil-menteBillClintonpotrà lasciarsi allespalle sono levere ragionichehannoportato al rabbioso ritiro della sua«prima scelta». Nonostante i molti estrumentali attacchiaiquali erastatosottopostodaparterepubblicana-fa-ceva infatti notare ieri un editorialedel New York Times - Antony Lakecontinuava ad avere eccellenti possi-bilità di raggiungere con successo lameta.Maadaffondarlononsonosta-ti tantogli «attacchinemici»,quantola sempre più lunga ombra della«sconsiderata campagna elettorale»del suo presidente. Ovvero, scrive ilTimes, il fatto che neppure il Consi-glio per la Sicurezza Nazionale, parted’un territorio «al di sopra della vol-garità della politica quotidiana», erastato da Clinton ritenuto esente dal-l’imperativodellaraccoltadifondi.

La «colpa» che ha sepolto la candi-datura di Lake è stata, in sostanza,quelladinonaversaputofarequalco-sa che, in effetti, non poteva fare. Va-le a dire: «proteggere» dalla pericolo-sa continguità con ambigui perso-naggidecisia«comprare»accesipoli-tici, una presidenza che, di quel mer-cato, era stata la prima promotrice.Clinton riuscirà assai presto a coprireil «vuoto» alla testa della Cia. Ma dif-ficilmente riuscirà a coprire le traccediquesto«scandalosenzafine».

Massimo Cavallini

28 annidi verticiin Finlandia

La neutrale Finlandia, graziealla sua posizione di terra diconfine fra l’est e l’ovest, èdiventata maestra nell’arte diospitare summitinternazionali. Un’esperienzache è cominciata nel 1969quando ad Helsinki si tenne laprima sessione dei negoziatisulla limitazione delle armistrategiche che portò nel1972 alla firma del trattatoSalt 1. Nel 1975 arrivarono illeader sovietico LeonidBreznev, il presidentestatunitense Gerald Ford ed icapi di stato o di governo dialtri 33 paesi per la firmadell’atto finale dellaConferenza sulla Sicurezza ela Cooperazione in Europa(CSCE). Nel 1990 fu la voltaGeorge Bush e MikailGorbaciov. Nel 1992 è ancorauna volta la CSCE a portarealla ribalta Helsinki.

20EST02AF022.017.50

Il premier israeliano cerca di allentare la protesta palestinese

Netanyahu propone ad Arafat«Intesa finale entro sei mesi»La pressione internazionale e il pericolo di nuove violenze smuovono «Bibi».Ma il leader dell’Olp ribatte: «Prima, devi bloccare la costruzione di Har Homa»

Centinaia di agenti infreddoliti pre-sidiano Har Homa, la «collina delladiscordia»nellaparteorientalediGe-rusalemme.C’ècalmaapparente,masi aspetta il peggio. A gettare benzinasulfuococipensainmattinataBenja-minNetanyahu.Ilpremierisraelianotornatoadagitare laminacciadel ter-rorismo islamico: «Abbiamo infor-mazioni concrete - avverte - che ilpresidentedell’Anphadatovialiberaa nuovi attentati suicidi». Ma Neta-nyahu sa che non può sfidare, senzapagaredeiprezzipesantissimi,lapro-testa palestinese e, soprattutto, sa dinon poter rischiare un nuovo isola-mento internazionale. Ecco allorache in serata smette i panni del «fal-co» per rivestire quelli del leader mo-derato e pragmatico. Il «Bibi» mode-rato è quelloche, secondo la Tvisrae-liana, ha proposto ad Arafat che i ne-goziati sullo status finale dei territoripalestinesi vengano conclusi entrosei mesi invece che entro due anni,come previsto dal calendario delletrattative israelo-palestinesi. Secon-doNetanyahul’accordodovrebbees-sere concluso entro settembre, men-treilcalendariodelletrattativepreve-

dechequestinegoziatitermininoen-tro ilmaggio1999.Lediscussionisul-lo status finale riguardano anche l’e-ventuale creazione di uno Stato pale-stinese, lo statusdiGerusalemmeest,le future frontiere dell’entità palesti-nese, la sorte dei coloni israeliani edegli esulipalestinesi. I negoziati sul-lostatusfinaledeiTerritoriavrebberodovuto cominciare questa settimanama sono stati rinviati a data da desti-narsi dai palestinesi, dopo che lo Sta-to ebraico aveva deciso di ridispiega-re leproprie truppesolosul9percen-to (e non sul 30 per cento)del territo-rio della Cisgiordania. La risposta deipalestinesigiungeastrettogirodipo-sta. Ed è negativa. «Netanyahu cercadi stornare l’attenzionedaibulldozerche stannorealizandounanuovaco-lonia ebraica a Gerusalemme est, manon è così che si rilancia il dialogo»,dichiara il capo dei negoziatori pale-stinesiSaebErekat.

Sul terreno, per ora, di «incendia-rio» restano solo i volantini di «Al Fa-tah»distribuiti aBetlemme,neiqualisi incita i palestinesi «a riprenderecon tutti i mezzi la lotta contro l’oc-cupazione sionista». A rappresentare

larabbiadeipalestinesirestaquelgio-vane studente cristiano che ieri si èfatto simbolicamente crocefiggerenella cittadina di Beit Sahur (pressoBetlemme): «Siamo tutti crocifissi,siaGerusalemmesia ilprocessodipa-ce»,dichiaraFarresHanuna,24anni,prima di salire sulla croce con la testacoperta da una corona di spine. Ac-cantoallasuaalcunidimostrantiave-vano eretto due altre croci di legno,su una delle quali avevano issato labandiera palestinese. Ma non sonogesti come questo a impensierire leautorità israeliane: «In questi giornisi sonointerrotti icontatticoniservi-zidi sicurezzapreventiva -rivela il ca-po della polizia israeliana Assaf He-fetz-. Impediregliattentatioattidiri-volta è ora un’impresa molto più dif-ficile».Unariprovasièavutainseratanel carcere israeliano di Meghiddo,nel quale sono detenuti palestinesidei movimenti oltranzisti di «Ha-mas» e della Jihad islamica: solo l’in-tervento massiccio dell’esercito haavuto ragione della rivolta dei dete-nuti,seideiqualisonorimastiferiti.

Umberto De GiovannangeliUn palestinese si crocifigge per protesta Eyal Warshavsky/Ap

L’annuncio fatto dal figlio. Il presidente è stato dimesso ieri sera dall’ospedale

Mobutu pronto a rientrare in ZaireVertice africano a Nairobi per il «cessate il fuoco». Ma i ribelli reagiscono:«Senza di noi, incontri inutili».

Lo scoppio a Jalalabad, non è chiaro se è incidente o attentato

Violenta esplosione in AfghanistanSalta deposito d’armi, cinquanta morti

KINSHASA. Il presidente Mobutu èstato dimesso ieri sera dall’ospedaledelPrincipatodiMonacoincuierari-coveratodaqualchegiornoedovreb-be, secondo suofiglioNzangaMobu-tue secondo il suoconsigliere specia-le Honorè Ngbanda NzamboKo Atu-me, tornare in Zaire. Nel frattempo,unnuovoappelloaun«cessateil fuo-co» immediato, il terzo in quattromesi, ha concluso ieri sera a Nairobil’ennesimo vertice sulla crisi nelloZaire, convocato dai paesi africanidel gruppo di contatto, cioè Kenya,Sudafrica,ZimbabweeCamerun.

Il vertice - si legge nel comunicatofinale sottoscritto dai presidenti Da-niel Arap Moi (Kenya), Pascal Lissou-ba (Congo), Robert Mugabe (Zimba-bwe),dalvicepresidenteThaboMbe-ki (Sudafrica) e dal premier Peter Mu-songe Mafani (Camerun) - «esorta leparti in conflitto a cessare immedia-tamente le ostilità e a creare il climanecessario per facilitare una soluzio-ne negoziata». Nel comunicato, sirinnova inoltre l’appello al governodi Kinshasa e ai ribelli dell’Allenza

delle forze democratiche per la libe-razione del Congo-Zaire (Afdl) per-ché «facilitino» l’opera di assistenzaumanitaria alle migliaia di rifugiatihutu ruandesi rimasti intrappolatinelle zone dei combattimenti e alleagenzie dell’Onu perché «assicuri-no»taleassistenza.

Ieri c’era anche il premier zaireseLeonKengowaDondo,cheall’arrivoa Nairobi era stato accolto l’altra seradalla notizia della sua destituzionedecisa dal Parlamento di Kinshasa inuna controversa votazione (secondoi sostenitori del premier sarebbemancatalarichiestamaggioranzadeidue terzi). Ma nonostante la sua pre-senza, gli appelli sembrano destinatia cadere nel vuoto. Prima ancora cheMoi aprisse i lavori del vertice,dal lo-ro quartier generale di Goma - capo-luogo della provincia del Nord Kivu -i ribelli dell’Afdl, guidati da LaurentKabila, hanno fatto sapereche, senzalaloropresenza,l’incontrodiNairobinon avrebbe potuto produrre «risul-tati seri» e hanno ribadito che unatregua militare dovrà essere precedu-

tadall’avviodinegoziatidiretticonilpresidente Mobutu per definire lemodalitàdellasua«rimozione».

Sommata alle precarie condizionidi salute Mobutu, l’inarrestabileavanzata dei ribelli sembra in effettilasciare poco spazio a una tardivaapertura al negoziato dapartedel go-verno di Kinshasa. Un governo che,oltreall’avanzata dei ribelli, si trovaadoverfronteggiareanchelacrescenteaggressività dell’opposizione parla-mentare capeggiata dall’ex premierEtienne Tshisekedi, che nel ‘94 erastato destituito da Mobutu e sostitui-todaKengowaDondo.

AdifferenzadiMobutu,Tshisekedisi è già dichiarato disponibile ad av-viarenegoziati con i ribellidiKabilaeal suo rientro in patria il presidentezairesesitroveràquindiallepreseconun ulteriore problema: quello diun’eventuale, anzi probabile, salda-tura tra i ribelli e l’opposizione parla-mentare, che dopo trentadueanni dipotere assesterebbe con ogni proba-bilità il colpo finaleal suotraballanteregime.

KABUL. Almeno cinquanta morti,dicono fonti della polizia pachista-na, ha provocato ieri l’esplosione diun deposito d’armi in una casermadi Jalalabad, città aghana controlla-ta dai Taleban. Nello scoppio, cheancora non è chiaro se dovuto a in-curiaoadunattentato,sonoandatedistrutte odanneggiatecentinaiadicase vicine. Secondounosservatoredell’Onu a Kabul simili esplosionisono frequenti negli arsenali custo-ditidaiTaleban,acausadell’appros-simazione con cui sono eseguite leoperazionidiimmagazzinamentoedella mancanza di manutenzione.Di recente tre deflagrazioni identi-che, e con ogni probabilità acciden-tali, sono avvenute a Kandahar, lacittà dove gli ultra-integralisti, cheda qualche mese governano ancheKabul, hanno il proprio quartier ge-nerale. Jalalabad cadde in mano deiTaleban lo scorso settembre, pocoprima della conquista di Kabul.L’ex-governatore di Jalalabad.Abdul Qadir, ora guida una rivoltaanti-TalebanaKunar.

Intanto si è finalmente conclusacon il loro rilascio, la drammaticavicenda di due cittadini francesi de-tenuti a Kabul dal 22 febbraio scor-so. Lo ha deciso la Corte suprema altermine di un’udienza alla quale èintervenuto anche un rappresen-tante dell’Organizzazione dellaconferenza islamica. I due francesisono membri dell’organizzazioneumanitaria Azione contro la fame(Acf). Frederic Michel e José DanielLlorente sono stati condannati adun mese di prigione seguito dall’e-spulsione.Madopol’interventodelvice presidente dell’Organizzazio-ne della conferenza islamica Ibra-him al-Bakr, i giudici hanno decisodi liberare i francesi subito. I duefrancesieranostatiarrestatiassiemeacinqueafghanidopounafestaallaquale avevano partecipato donneafghane. I cinqueafghanisonostaticondannati a un mese e mezzo dicarcereeaunnumerodi frustateva-riante tra 9 e 29. I due francesi han-nonegatodiaverpartecipatoallafe-sta.

Mercenari serbitorturanoa Kisangani

A Kabul finestreoscuratecontro le donne

Mesi di atrocità a Kisanganida parte di una banda dimercenari serbi assoldatidal presidente MobutuSese Seko per«proteggere» la città sonostate denunciati ieri dal«New York Times»: anzichèdifendere gli abitanti dellacittà nella giungla cadutasabato scorso nelle manidei ribelli zairesi, i milizianibianchi si eranotrasformati in una banda ditiranni torturatori eassassini. Si tratta di serbiche hanno combattuto inBosnia.

I Taleban hanno ordinato atutti gli abitanti di Kabul dischermare le finestre delleloro case, affinché le donnenon possano essere vistedall’esterno. I vetritrasparenti dovrannoessere oscurati con verniceoppure rimpiazzati convetri opachi, sino adun’altezza di 180centimetri dal suolo. Edecco la spiegazioneufficiale: «Il volto di unadonna è fonte dicorruzione per gli uominiche non siano a lei collegatida rapporti di parentela».

20INT02A2003 ZALLCALL 11 00:54:17 03/20/97

LE CRONACHE Giovedì 20 marzo 1997l’Unità11Una ragazza di 17 anni ha perso la vita e un’altra è gravissima. Nulla di grave per gli altri sei a bordo

Cappotta la jeep della scolarescaGiovane sarda muore in gita a TunisiUna della Land Rover affittate per l’escursione è uscita di strada per cause ancora ignote e si è capovolta. Da Milano è parti-to un aereo con medici a bordo per riportare in Italia i feriti. La gita era stata organizzata dal liceo «Lussu» di sant’Antioco.

Su uno yatch tenevano un quintale di «olio»

Due italiani arrestatia Palma di Majorcaper traffico di drogaUno si impicca in carcere

CAGLIARI. «Mamma, non ti trovomai, domani andrò a fare un’e-scursione nel deserto». È l’ultimomessaggiodi SolideaElias, studen-tessadi17anni,allasegreteriatele-fonica. Ieri,duranteunagitascola-stica, ha trovato la morte in un in-cidentestradalesullapistaperl’oa-si di Tamerza. Sua madre, appresala notizia, ha ripetuto per tutto ilgiorno incredulaad amici e paren-ti: «Mia figlia si è addormentataprofondamente, aspetto solo chepadrePiomelasvegli».

UnagitascolasticainTunisiasiètrasformata per un gruppo di stu-dentidiSant’Antioco,piccolocen-tro in provincia di Cagliari, in unatragedia. Solidea Elias è morta perle ferite riportateeunasuacompa-gna di scuola, Francesca Sulas, an-che lei diciassettenne, è ricoveratain gravissime condizioni, con untrauma cranico, all’ospedale diSfax.

La sua prima gita

Solidea Elias, che viveva con lamadre e il fratello a Sant’Antioco,sulla costa occidentale della Sarde-gna, frequentava laVliceoscientifi-co e partecipava per la prima voltaauna gita con i suoi compagni discuola. Le due ragazze coinvoltenell’incidente facevano parte di

una comitiva di novanta studentidel Liceo scientifico e Istituto magi-strale «Emilio Lussu». L’incidente,hariferitoalleautoritàconsolari ita-liane ilprofessorMarianoGala,unodegli insegnanti che accompagna-vaglistudenti,èavvenutosullastra-da tra Tozeur e l’oasi di Tamerza.Una delle Land Rover prese in affit-to, che aveva a bordo otto ragazzi, èuscita di strada per motivi ancorasconosciuti e si è capovolta. SolideaEliasèmortaalle16dopoil ricoveroin ospedale a Tozeur, la sua compa-gna, Francesca Sulas, è ricoveratanel reparto di rianimazione. Nondestano preoccupazioni, invece, lecondizioni degli altri sei ragazzi chesitrovavanoabordodelfuoristrada:Luisella Linzas, Ramona Zedda, Fa-brizio Moi, Giorgio Puddu, Ema-nuelaRiccieCarloPusceddustannobeneenonhannoriportatoferite.

Colonna di fuoristrada

Le due Land Rover degli studenti,ha riferito un altro insegnante,Giu-seppe Calderone, facevano parte diuna colonna di otto fuoristrada: al-l’improvviso una delle vetture hasbandato ed è precipitata in unascarpata. Solidea Elias e FrancescaSulas sono state sbalzate fuori dal-l’abitacolo, mentre gli altri sei stu-denti intrappolati all’interno della

vettura sono rimasti illesi. Da Mila-no è partito un aereo con una équi-pe medica di primo soccorso del-l’Europe Assistance, che valuteran-no la possibilità di trasferire even-tuali feriti in Italia. L’aereo può tra-sportaredodicipersoneetrebarelle,l’équipe sanitaria è guidata da Giu-seppe Fontana, accompagnato daaltri due medici specializzati. Glistudenti sardi erano partiti lunedìscorso per un viaggio di istruzionedi sei giorni in Tunisia. Secondo leprime informazioni raccolte, glistudentisoggiornavanoinunalber-go di Tozeur, dopo aver fatto tappa,neigiorniscorsi,adHammamet.

Un fuori programmaIeri alcuni ragazziavevanodeciso

di fare una gita fuori programma.Noleggiate due Land Rover si eranodiretti all’oasi di Tamerza, meta tra-dizionale delle escursioni turisti-che. La gita, come ha precisato GigiBallocco, il titolare dell’agenzia diviaggio «Present» che aveva orga-nizzato la vacanza-studio per glistudenti,noneraprevistanell’itine-rario offerto.«Molti turisti - aggiun-ge Gigi Ballocco - affittano mezzi eguide locali per andare a visitare ledune di Tabass, ma questa escursio-ne non faceva parte dei programmiconcordati con il gruppo scolasti-co».Gliottoragazzisieranoseparati

dalrestodellacomitivaperraggiun-gerla, il giorno successivo, a Tozeur.Ieri,quandogiàleagenziedistampaavevano diffuso la notizia della tra-gedia, i compagni di scuola di Soli-deaEliaseFrancescaSulasnonsape-vano ancora dell’incidente di cuierano state vittime le due ragazze e,a tarda sera, la notizia non era stataancoracomunicataufficialmenteairesponsabili del liceo Emilio Lussu.Le cause che hanno provocato l’u-scita di strada e il capovolgimentodella Land Rover sono ancora dachiarire.

Senza accompagnatoreLe informazioni giunte dalla Tu-

nisia sono frammentarie e hannocreato interrogativi e perplessità.Sembra che i ragazzi fossero partitiper l’escursione nel deserto da soli,senza nessun accompagnatore.«Ottominorenniingiroperildeser-to, senza un adulto, è un episodioche dovrà essere spiegato», ha com-mentato il fratello di Solidea Elias,Fabrizio. I familiari della ragazzahanno cercato ieri, inutilmente, dipartire per Tunisi, dove è in corsouna festa nazionale, che coinvolgel’interapopolazionepertregiorni,eche ha praticamente bloccato i voliciviliperlacapitale.

Felice Testa

VIAREGGIO. Due italiani sono sta-ti arrestati nel mare di Palma diMaiorca, nell‘ ambito di un‘ in-chiesta della procura di Lucca, etrovati inpossessodioltreunaton-nellata di olio di hascisc destinatoa Viareggio. Uno di loro si è uccisonei giorni scorsi nel carcere dellalocalità balneare spagnola, impic-candosi alle sbarre della cella, pri-macheilmagistrato italianochesiera recato a interrogarlo potesseincontrarlo.

Partiti da ViareggioA darne notizia, solo ieri pome-

riggio, è stato il sostituto procurato-re di Lucca Domenico Manzione,appenarientratodallaSpagnaalter-mine della propria rogatoria. Il ma-gistrato, che coordina le indaginidella squadra mobile lucchese e delcommissariatodiViareggio,nonhavoluto rivelare inomidei due italia-ni, per non compromettere l‘ in-chiesta.

Secondo quanto è stato possibilericostruire, l‘ imbarcazione su cui sitrovavano idue arrestati, unoyachtd‘ altura immatricolato in Italia eproveniente dal Marocco, è stataposta sotto sequestro dall‘ autoritàgiudiziariaspagnola.

Dalriserbodegli inquirentièperòtrapelato che il traffico coinvolgevaanche alcuni spagnoli. Secondo in-

discrezioni non confermate, anchealcuni membri della stessa Guardiacivil spagnola risulterebbero coin-voltinell‘ inchiesta.

Le indagini nascono dal ritrova-mento,allafinedelloscorsosettem-bre, di 30 chili di hascisc su un‘ im-barcazioneall‘ imboccaturadelpor-todiViareggio.

La via della drogaUno dei due italiani presi Palma

di Maiorca - quello che poi si è ucci-so - nei mesi scorsi fu arrestato sem-pre a Viareggio perchè trovato inpossesso di una certa quantità distupefacenti. Ma poi venne rimessoinlibertà.

Il giovane venne pedinato e con-trollatoavista.Eproprioseguendoisuoi contatti e i suoi spostamenti, lapolizia italianaequellaspagnolaso-no arrivate ad eseguire gli arresti inSpagna, bloccando lo Yatch caricodihashish.

Sulle carte nautiche trovate nellasala carteggio dell‘ imbarcazione,ha detto il sostituto procuratoreManzione, «sono state trovate se-gnate le rotte tracciate tra il Maroc-co, la Spagna e Viareggio, dove pre-sumibilmente era atteso il caricodell‘olio».

Le indagini stanno ora cercandodi appurare chi fossero i destinatarideltraffico.

Adottatala bimbascomparsa?

La «Bka» polizia federaletedesca, con sede aWiesbaden, ha reso notooggi di avere ricevuto unarichiesta dall’Interpol diRoma relativa al caso diAngela Celentano, la bimbascomparsa sul monte Faitolo scorso agosto. Ilportavoce, ha giustificato ilritardo con cui la notizia èstata confermata conl’esigenza di tradurre idocumenti in linguastraniera. La richiesta siriferisce a una traccia checonduce in Germania e nonseguirebbe la pista pedofilama quella del rapimento afine di adozione. Unasegnalazione ipotizza lapresenza della bimba in unpaese tedesco, gliinvestigatori italianimantengono il più assolutoriserbo.

I ragazzi, pugliesi, hanno tentato di salvarsi a vicenda: la corrente li ha portati via

Tre giovani archeologi in gita in Abruzzoannegano travolti dalle acque dell’OrtaLa prima a scivolare in acqua è stata una ragazza, seguita da una sua amica e dal fidanzato di quest’ultima.Frequentavano l’università a Pescara: stavano effettuando scavi sui resti di un insediamento longobardo.

MISSIONARIO UCCISOTangentiSentito oggisindaco Andi BattipagliaBATTIPAGLIA (Sa).Saràascoltato, questopomeriggio alle 16,30, ilsindaco di An diBattipaglia, FerdinandoZara, travolto da unainchiesta che ha portatoall’arresto di nove fraamministratori edimprenditori locali e alcoinvolgimento di altrepersone, fra cui la moglieed il fratello del primocittadino ed il vicesindaco,Pasquale d’Alessio.«Erano due anni che ildottor Zara chiedeva diessere ascoltato daimagistrati», dichiara il suodifensore, l’avvocatoGiuseppe Tedesco, «erastato raggiunto già da dieciavvisi di garanzia in questidue anni di mandato, mamai, nonostante le ripetuterichieste i giudici loavevano ascoltato. Questavolta finalmente potràchiarire la sua posizione».Il sindaco, come altripersonaggi inquisiti inquesta tangentopoli checoinvolge in pieno An, èagli arresti domiciliari esubito dopo la notifica delprovvedimento ha iniziatouno sciopero della fame.Ha dichiarato che i suoisono stati atti politici e chepoliticamente ne deverispondere.Al suo difensore haconfessato di aver pauradella camorra, diquell’intreccio fra politica,malavita ed affari che luisostiene di avercombattuto.Nell’indagine sono finiteper ora 14 persone, tra gliinquisiti anche ilpresidente, PasqualeRossini, della squadra di A2di pallacanestro, la«Jcoplastic», per la vicendadel «tendone» che loscorso anno si volevacostruire a Battipaglia perfar disputare le partite dicampionato.Pasquale Rossini, dopol’elezione in una lista,«forza Battipaglia», èconfluito in An ed in breveè anche diventato ilcapogruppo consiliare.

PESCARA. La prima a scivolare nelfiume è stata Eva, una ragazza di 28anni. Non un grido, non una richie-sta d’aiuto, mentre spariva nell’ac-qua gelida dell’Orta. La prima ad ac-corgerseneèstataLucia,unasuaami-ca, che si subito tuffata per aiutarla,per tentare di tirarla fuori, e infine ilfidanzatodiquest’ultima,MarcoAn-tonio. All’inizio sembrava che ce l’a-vesse fatta a raggiungere almeno Lu-cia. Poi, invece, le difficoltà sono cre-sciute Hanno lottato ancora qualchesecondo, poi più nulla. Troppo fortela corrente, troppo fredda l’acqua.Tre ragazzimortiperunatragica fata-lità. Ce n’erano altri quattro lì, sulgreto del fiume. Loro amici, dellostesso gruppo. Terrorizzati, ma nonal punto di tentare ancora un salva-taggio: avrebbero solo aumentato ilnumero delle vittime. Hanno subitochiesto aiuto, chiamato i carabinieri,nonpotevanofaraltro.

Eranostudentiuniversitari,facoltàdiarchitetturaaPescara,etuttiiscrittial locale «Archeoclub», un’associa-zione di volontari che organizza visi-teescaviinsitiarcheologici,nonsolodell’Abruzzo. I tre ragazzi, tutti pu-

gliesi, si erano trasferiti in Abruzzoper frequentare l’università. Il grup-po, settepersone, erapartito ierimat-tinadaPescara,direttoaSanTomma-so di Caramanico, in località «i Lu-chi», nella valle del fiume Orta. Unamattinata trascorsa a scavare, tra i re-sti di insediamenti longobardi, allaricerca di qualche repertosfuggitoal-le precedenti visite nel cantiere di al-trigruppidiarcheologi.

Poi la pausa per il pranzo. E dopopranzo una passeggiata lì intorno.«Perchénonscendiamogiù,sulgretodel fiume?» Proposta accolta. Senzafretta,ilgrupposimetteinmovimen-to. Lucia Capocchiano, 29 anni, eMarcoAntonioFlorio,di27,entram-bi di Foggia, precedono gli altri. EvaGiuliano,28anni,ancheleipugliese,madiSanSevero,èpochimetridietrodiloro.Poiglialtri.

Ad innescare la tragedia è stata EvaGiugliano, che si è avvicinata al fiu-meperchévolevabagnarsiipiedi.Manelfarlo,dopoessersitoltalescarpe,èscivolata su una pietra ed è caduta inacqua,inunazonascoscesaemelmo-sa, probabilmente dopo aver battutola testa ed esser dunque svenuta. E

l’acqua, in un attimo, l’ha inghiotti-ta.

Lucia Capocchiano si è resa imme-diatamente conto del pericolo chestava correndo la sua amica e senzapensarci su si è tuffata dove aveva vi-sto scomparire il corpo della ragazza,ma anche lei è stata vinta dalla cor-rente. L’ultimo a saltare in acqua èstato Marco Antonio Florio, fidanza-to di Lucia. Gli altri ragazzi del grup-po l’hanno visto raggiungere Lucia,tentare di afferrarla per un braccio,annaspare, ealla finescomparire,an-che lui. «Quello è un brutto trattodelfiume - ha commentato in serata unmaresciallo dei carabinieri che hapartecipato ai soccorsi -, ci sono gros-si dislivelli di fondale, si passa repen-tinamente dai tre ai cinque metri; ol-tre alla corrente forte, come del restotutti i fiumi di montagna. Ma in quelpunto il letto si restringe, e si formauna specie di gorgo che è stato fataleaitreragazzi».

Impietriti dalla paura, gli altriquattro ragazzi dell’Archeoclub han-no solo dato l’allarme, chiamando icarabinieri conuntelefonocellulare,ma per i loro tre amici non c’è stato

nulla da fare. Anzi, le operazioni disoccorso sono state particolarmentedifficoltose, a causa del progressivomaltempo. È intervenuta una squa-dradel soccorsoalpinodiPenne,aiu-tatadaunelicotterodeivigilidel fuo-co di Pescara. Soltanto verso le 18, ivolontari del Cai (centro alpino ita-liano) sono riusciti a recuperare i cor-pi dei tre ragazzi, poi trasportati al ci-mitero di Caramanico. Il medico le-gale ha individuato nell’asfissia daannegamento e nell’assideramentolacausadellamorte.

Ai carabinieri non è rimasto altroche raccogliere le testimonianze deiragazzi superstiti, anche loro studen-ti universitari: CaterinaDi Nicola, 25anni, di Atri, in provincia di Teramo;Massimiliano Carloni, 20 anni, diOsimo (Ancona); Alessandro Carrie-ri, 21 anni di Loano (Savona); infinePaolaDiTommaso,20anni,diPesca-ra. Testimonianze che collimano aldettaglio e che sgombrano ognieventuale dubbio sulla dinamica as-solutamente fortuita dell’incidente.L’incidente sarà comunque oggettod’inchiestadapartedellamagistratu-ra.

L’ex ufficiale nazista sarà ospite dei francescani a Frascati dove sarà guardato a vista

Priebke trasferito oggi in conventoAncora preoccupazione per la possibilità che l’ex Ss possa fuggire come fece Herbert Kappler.

ROMA . Solo oggi, forse di primamattina o nell’immediato pome-riggio, Erich Priebke sarà trasferi-to, agli arresti domiciliari, nelconvento francescano di San Se-bastiano a di Frascati. Fino allanotte scorsa, infatti, l’ex ufficialenazista e massacratore delle Ar-deatine, aveva già preparato ba-gagli, libri e riviste e la solita car-tella di appunti, ma non eranodisponibili i carabinieri dellascorta. Quindi, tutto era statonuovamente bloccato. C’è co-munque tempo per almeno altridue giorni. Entro il 21, infatti,dovrà essere eseguito l’ordine ditrasferimento. A Frascati, nelconvento francescano, nessunoha voluto confermare o smentirela notizia dell’arrivo dell’ingom-brante personaggio. Le trattativetra la Procura militare e alcuniconventi e ordini religiosi, aquanto si è saputo, sono diratemesi e mesi. Priebke, per tutti, ri-sultava un personaggio troppoingombrante. Per primi, al Pro-curatore militare Antonino Inte-lisano, avevano dato una rispo-sta affermativa, i sacerdoti di un

istituo tedesco a due passi dalVaticano. Un sopralluogo dei ca-rabinieri aveva però accertatoche l’eventuale soggiorno diPriebke non offriva tutte le ga-ranzie di sicurezza. Altri istitutiavevano rifiutato, pare, per mo-tivi di coscienza e di opportuni-tà. Dopo altri sopralluoghi erastata scartata anche l’abitazionedi campagna di alcuni”amici”romani di Priebke. In realtà- èstato detto- più che di amici sitrattava di veri e propri “camera-ti” con i quali l’ufficiale nazistaera entrato in rapporti confiden-ziali proprio nei giorni del terro-re e dell’occupazione di Roma.Alla fine, appunto, previo accor-di ad alto livello, sarebbe stato“scoperto” il convento di Frasca-ti. I corso e i ricorsi storici sonosempre strani e singolari. Eraproprio a Frascati,infatti, chePriebke si recava spesso per con-ferire con gli alti comandi mili-tari che avevano sede proprio aiCastelli. Anche in quella zona, inazisti infierirono con terribiliatrocità fucilando e torturandomolti partigiani.

Per tutti questi motivi, la sor-veglianza intorno a Priebke, nonsarà discreta, ma massiccia e im-ponente. Dopo la decisione delTribunale di Roma che ha con-cesso gli arresti domiciliari, tutti,proprio tutti, hanno espressopreoccupazioni proprio sullepossibilità di fuga dell’ex ufficia-le nazista. Brucia ancora, ovvia-mente, la clamorosa fuga di Her-bert Kappler dall’ospedale mili-tare del Celio. Ma gli avvocatidell’ex capitano delle Ss, conti-nuano a precisare che “ quel po-vero vecchio” non è in buonecondizioni di salute e che il peri-colo di fuga non sussiste. Prie-bke, in realtà, nel corso del pro-cesso davanti al Tribunale mili-tare, ha dimostrato una salute diferro e un ottimo autocontrollopsichico e psicologico. Insom-ma, è apparso il solito nazista disempre: duro, indifferente e cini-co anche davanti alle accuse piùterribili pronunciate da coloroche, in via Tasso, passarono trale sue mani. L’altro giorno, nelprimo pomeriggio, dopo avereavuto notizia della decisione del

Tribunale militare di Roma, ave-va espresso molta gioia e molta«gratitudine nei confronti dellagiustizia italiana». Poi aveva an-che aggiunto di attendere congrande tranquillità il processoper le Ardeatine che avrà inizio aRoma il 14 aprile prossimo. Ac-canto a lui, nell’aula bunker diRebibbia sarà presente, come ènoto anche il suo commilitoneKarl Hass, il maggiore che avevagià tentato di fuggire prima dipresentarsi in aula a testimonia-re contro il “camerata” Priebke.Poi, come si ricorderà, Hass ave-va completamente cambiato po-sizione e aveva quasi difeso ilpersonaggio che,invece, avrebbedovuto accusare. Hass, tra l’al-tro, nel corso degli interrogatori,ha sempre voluto distinguere lapropria posizione nei confrontidi quella di Priebke. Tra i due,comunque, fin dai tempi dell’oc-cupazione nazista di Roma, c’erauna totale inconciliabilità. In-somma, c’era odio. Non si è ca-pito perchè.

Wladimiro Settimelli

Sacerdoteitalianoassassinatoin Perù

LIMA. Il missionario di Faen-zaDanieleBadialièstatoucci-so in Perù con un colpo di pi-stola alla tempia dopo esserestato sotto sequestro perquattro giorni.Lohannorife-rito ieri all’Ansa di Lima fontidella polizia peruviana. Il ca-davere del sacerdote, che eraimpegnato nel programmasociale«MatoGrosso»,èstato

trovato dagli agenti a due chilometridaSanLuis (Perùnord-orienta-le), a terra e con le mani ed i piedi legati. Fonti giornalistiche localihanno confermato che il movente del sequestro era la speranza dipoter ottenere un riscatto ma che successivamente i rapitori, forseinesperti,hannodecisodiuccidereBadialipernonesserescoperti.Ladivisione criminale della polizia peruviana sta compiendo tutti i ri-lieviprevistinell’ambitodelle indaginidopodichéconsegneràilcor-po del missionario italiano alle autorità diplomatiche italiane per ilrimpatrio. In passato nel nord del Perù furono uccisi padre SandroDordiNegroni,60annidiBergamo,ucciso il25agosto1991edel lai-codiSondrioGiulioRoccaOriani,30anni.

20MIL02A2003 ZALLCALL 12 22:24:34 03/19/97

MILANO Giovedì 20 marzo 1997l’Unità19La struttura modello andò a fuoco l’8 aprile dell’anno scorso

Via Cesari, 500 bimbirivogliono l’asiloDue progetti di ricostruzione sono già stati bocciati. I piccoli sono ospitidelle vicine elementari, con disagi per tutti. Lunedì si farà un’assemblea.

Violenza a sfondo sessuale in via Dante

Tifoso dell’Anderlechtaggredisce una ragazzaa due passi dal DuomoPreso dai carabinieri

Il fioraioManzi accusa«Perseguitatodai vigili»Non c’è pace per FredianoManzi, il fioraio sotto scortaper le sue denunce etestimonianze rese siadavanti alla magistraturache alla Commissionecomunale sul Commercio, aproposito dei racket dei fiorie dell’usura. Adesso sono ivigili urbani a non darglitregua, con continuecontestazioni di infrazioni.L’ultimo episodio è di ieri,quando davanti al chiosco diManzi in piazza Cavour si èpresentato un vigile con dueispettori dell’Amsa. «Nonera un normale controllo -racconta Manzi - sonovenuti direttamente al miochiosco, e mi hanno fatto unverbale di 150 mila lire peraver depositato il saccodell’immondizia fuoriorario. Secondo loro, infatti,dovrei depositarlo di notte,e in un posto imprecisatoperchè l’Amsa ancora nonha stabilito il luogo dovedevo mettere il sacco deimei rifiuti, dopo che lascorta ha eliminato, persicurezza, tutti i cassonettiche c’erano intorno, dovepotevano essere nascostiordigni esplosivi». Manzi èesasperato e ritiene diessere preso di mira :«Appena 3 settimane fa -aggiunge - mi hanno fattoun verbale da un milione e600 mila lire perchè non miè stato ancora rinnovato ilpermesso anche se hopresentato da tempo tuttele domande. Se voglionoche chiuda e tolga ildisturbo me lo dicano».

Al Centro BonolaDa oggi due telescopiper vedere la cometaTutti in filaper lacometa.L’iniziati-va è del Circolo astrofili milanesiche installeranno due telescopi alcentro Bonola, all’ingresso di viaCechov. Grazie a questi strumentichi lo vorrà potrà ammirare (gratis)la cometaHale - Bopp, che prende ilnomedaidueastrofiliamercanichel’hanno scoperta nel 1995. Si trattadella cometa più luminosa degli ul-timi200anni.L’oggettocelestepas-serà a 197 milioni di chilometri dal-laTerra e torneràsolo fra2400anni.Ovviamente le osservazioni avver-rannosolonelleseredicielosereno.I telescopi entreranno in funzioneda oggi al 27 marzo e da martedì 1aprile al sabato successivo, dalle19.30 in poi. In queste serate saràanche possibile osservare anche ilpianeta Marte, visibile solo ognidue anni. Gli appassionati in pos-sessodiuntelescopiosonoinvitatiaportare con sè lo strumento: gliastrofili aiuteranno chi lo vorrà apiazzarlo correttamente. Saràpossi-bile anche ottenere fotografie dellacometa scattate sul posto. All’inter-no del Centro verrà anche allestitauna mostra fotografica di comete,galassieepianeti.

Immigrato presodalla Finanzacon 6 chili di hashishUnmarocchinoèstatoarrestatodaimilitari della guardia di Finanza diMilanochelohannotrovatoinpos-sesso di oltre 6 chili di hashish. Gliinvestigatori erano da alcuni giornisulletraccediunospacciatoreextra-comunitario che vendeva droganella zona di via Palmanova a Mila-no. Le indagini hanno infine con-sentitodi individuareunmarocchi-no in possesso di un permesso disoggiorno scaduto dal novembrescorso. L’uomo è stato quindi fer-mato su un’automobile dove sonostati ritrovati 30 panetti di hashishper un valore di un centinaio di mi-lionidilire.

A «Lombardiainformatica»licenziati 10 dirigentiI 360 lavoratori di «Lombardia in-formatica», socieà per azioni la cuiproprietà è per l’85% della RegioneLombardia e che si occupa della ge-stione di banche dati, sono in statodi agitazione per protestare controil progetto di ristrutturazione dellasocietà. Secondo la Rappresentanzasindacale unitaria «il piano di rior-ganizzazioneindivisioni,elaboratoin base alle risultanze di una consu-lenza organizzativa di una societàprivata, prevede un drastico ridi-mensionamento occupazionale».La Rsu, che ha annunciato per oggiun’assembleageneraledeilavorato-ri per decidere le «ulteriori forme dilotta», denuncia anche il licenzia-mento in tronco di 10 dirigenti,mentre «circa la metà del personaleattuale, 160 persone, sarebbero daconsiderare in esubero». Per questici sarebbe solo una «proposta inde-finita di ricollazione in regione per90 lavoratori e un corso di riqualifi-cazioneperaltri70».

Concorso del ComuneBalconi fioritiun premio ai più belliVi piacciono i fiori eavete il «polliceverde»? Allora c’è qualcosa che faper voi. IlComune diMilano, infat-ti, ha indetto un concorso pubblicoper l’assegnazione di premi alle mi-gliori realizzazioni floreali esternesubalconi,davanzaliefacciatedeglistabili cittadini. Per partecipare alconcorso occore presentare do-manda su apposito modulo in di-stribuzione all’ufficio Informazionidel Comune in Galleria e in tutti gliuffici decentrati dell’anagrafe. L’e-sposizione verrà valutata da unacommissionefrail6eil20aprile.

Fondazione ScalaTinelli di Gorla Roccanuova presidentessaDariaTinellidiGorlaRoccaèilnuo-vo presidente della Fondazione peril teatro alla Scala. La nomina è av-venuta nei giorni scorsi per accla-mazione del consiglio di amminsi-trazione di cui fa parte, per statuto,anche il sovrintendente Carlo Fon-tana. Bocconiana con una lungaesperienza nel campo dell’impren-ditoria e delle associazioni non pro-fit, consigliere incaricato dei rap-porti conlaScaladal1994,TinellidiGorla Rocca succede a Jean Rodoca-nachi, presidente dimissionario,nominato dal consiglio presidented’onore.

A un anno dalla distruzione dellascuola materna di via Cesari, a Ni-guarda, ad opera di piromani rimastisenza nome nulla si sa ancora sullasua ricostruzione. O meglio, un pro-getto c’è, anche se non ha ancora ri-cevuto il placet definitivo, ma quan-do verrà realizzato rimane un miste-ro.

I genitori degli oltre 500 bambinichefrequentanol’asiloeleelementa-ri di via Cesari hanno raccolto più di1.600 firmepersollecitare ilComuneadapprovareilprogettoesoprattuttoa stanziare i fondi necessari. La strut-turaandata infumol’8apriledell’an-no scorso rappresentava una scuolamodello. Completamente in legno(era stata donata dal governo finlan-dese alla fine degli Anni ‘40) era im-mersa in un parco e confinava con leelementari, costruite invece inmura-tura.

«Sappiamo benissimo che i 160bambini che frequentano attual-mente la materna saranno moltoprobabilmente costretti anche perl’anno prossimoachiedereospitalitàalla scuola elementare - spiega a no-me del comitato dei genitori EnricoBorg - ma almeno che ci dicesseroquando verrà pronto il nuovo edifi-cio.Purtroppo,dall’incendiodell’an-no scorso, siamo arrivati al terzo pro-getto.Parechesialavoltabuona.Spe-riamo». Il primo progetto, stilato daitecnici del Settore educazione di Pa-lazzoMarinoduemesidopoilrogo,èstatoinfattibocciatoloscorsodicem-bre dalla Ussl perché non rispettavalanuovanormativa sulla sicurezza. Ilsecondo progetto, preparato in tem-pi record, era semplicemente impro-ponibile per un asilo. Non erano pre-visti «l’area sonno» né alcun labora-torio, mentre abbondavano i bagni e

le sale mediche. Nuova bocciaturaquindi da parte, questa volta, dell’i-spettrice scolastica e del dirigente delsettore educazione. Finalmente è ar-rivato il terzo, e si spera definitivoprogetto, cheèstato studiatodaipro-gettisti comunali insieme ai tecnicidellaUssl -chehaappenadatoparerepostitivo - e dai dirigenti scolastici.Oraèalvaglio inComuneperlavalu-tazione economica a cui seguirà, senel frattempo si reperiranno i fondi,la gara per l’assegnazione dell’appal-to. «Nonci illudiamopiù- intervieneFranca Landi, genitore del consiglioscuola - all’epocadelprimoprogetto,a maggio del 1996, credevamo chetutto si sarebberisolto intempibrevi.Invece... Ancheperché ildisagio sop-portato dai bambini non è indiffe-rente. I 350 allievi delle elementarisono rimasti infatti senza laboratori,trasformati a tre giornidal rogo in unnuovo asilo grazie all’impegno deigenitori,delleeducatriciedelladiret-trice. Ma non è possibile continuarecosì all’infinito. E poi non va dimen-ticato che le scuole di via Cesari, ma-terna ed elementare, sono semprestate richiestissime da parte dei geni-tori per l’ottima didattica e per i pro-getti pedagogici che sono in grado dioffrire».

Il comitatodeigenitorihaorganiz-zato per lunedì prossimo un’assem-blea (alle 21 presso la Sala Risorgi-mento di via Hermada) alla quale so-no stati invitati tra gli altri il sindacoFormentini e i candidati alla poltro-na di primo cittadino per le prossimeelezioni, con lo scopo di riuscire a ot-tenere risposte più chiare. «Non cer-chiamo promesse - precisa Borg - maqualcheimpegnopiùpreciso».

Francesco Sartirana

Ancora un’aggressione a sfondosessuale a Milano, in pieno giorno.Martedì mattina una ventenne erastata aggredita da un giovane, subi-to fermato e denunciato dalla poli-zia, invialeMonza,sottogliocchididecine di passanti. E nel pomerig-gio, fra via Dante e via Meravigli, adue passi dal Duomo, un altro ten-tativo di violenza sessuale. Protago-nisti Claudia A., ventottenne com-messa milanese, e Fabio Gomar deSchinckel, belga di Oudenaarde,chesitrovavaaMilanoconungrup-po di connazionali per assistere al-l’incontro di calcio di Coppa UefatraIntereAnderlecht.

La ragazza stava tranquillamentepasseggiando nell’area pedonaleche va da piazza Cairoli al CastelloSforzesco, quando ha incrociatouna decina di tifosi della squadrabelga che si stavano recando allostadio. La maggior parte di loro era-no in tutta evidenza già ubriachi,avendo bivaccato, birre in mano,dalle parti del Duomo per tutto ilpomeriggio.

IdiecihannonotatoClaudiaesu-bito sono partiti apprezzamenti pe-santi, insulti e frasi offensive. Qual-cuno ha anche cercato di avvicinar-la,maèstatorespintocondecisionedallagiovane.

Quando sembrava che la faccen-da si fosse risolta, uno dei tifosi si èstaccatodalgruppo,ormailontano,ed è tornato sui suoi passi. Il belga èarrivato di fronte alla ragazza, l’haspinta con violenza contro il murodiun palazzoe,dopoaverle solleva-to la gonna, ha cominciato a pal-peggiarla.

Alla scena,sembranoconfermarele indagini svolte dai carabinieri,non ha assistito nessun testimone

nonostante l’aggressione sia avve-nuta in pieno centro. Così quandola ragazza si è messa a gridare chie-dendo aiuto, le sue invocazioni so-no cadute nel vuoto e nessuno è ac-corsoinsuadifesa.

Fortunatamente il tifoso belga,forse spaventato dalle urla della suavitima, ha mollato la presa. Così,mentre l’aggressore scappava diri-gendosi verso i suoi connazionali,Claudia A. si è messa a correre, sem-pre urlando, dalla parte opposta. Inquel momento sono arrivati i cara-binieri, una pattuglia formata dadue motociclisti. La giovane hachiesto il loro intervento, indican-do il gruppo di giovani che si stavaallontanando. I militari li hannoraggiunti e fermati, quindi l’aggres-soreèstatoidentificato.

«Le chiedo scusa, mi perdoni maero ubriaco» ha cercato di giustifi-carsi davanti alla giovane Fabio deSchinckel. Un immediato e, date lecircostanze, sospetto pentimentoconfermato dai suoi amici. I qualiperò,quandohannocapitocheica-rabinieriavrebberoportatoincaser-ma l’aggressore, hanno dato inescandescenzeimprecandocontroimilitari, responsabili di aver ferma-to il loro connazionale. Poi però, vi-sto che per de Schinckel non ci sa-rebbe stato niente da fare, se ne so-noandatirassegnati.

Subito dopo i carabinieri hannoportato il giovane in caserma, men-tre la ragazza presentava una de-nuncia per violenza sessuale. Il tifo-so è stato così arrestato e in serataper lui si sono aperte le porte di SanVittore, dove rischia di rimanere alungo.

Matteo Marini

Parco giochiai giardinidella Guastalla

Il Giardino della Guastalla,nel cuore di Milano, saràriportato all’anticosplendore, e all’anticadestinazione di parcogiochi per bambini, graziealla sponsorizzazionedell’azienda farmaceuticaBracco. È di pochi giorni fa,inoltre, l’adesione alprogetto «Verde inComune» da parte dellaIgp (Impresa generalepubblicità) per lasistemazione dei giardini divia Palestro.Il progetto è basato su unaricerca storica: l’origine delgiardino risale alla metà delXVI secolo, quando PaolaLodovica Torelli, contessadi Guastalla, acquistò unacasa con giardinoall’italiana, che divennesede del «Collegio delleGuastalline» perl’istruzione di educandenobili e povere. I lavoririguardano un’area a verdedi 18mila metri quadrati,inizieranno a maggio.Verranno sostituite alcunealberature, altre spostate,mentre l’area nord-est saràattrezzata con nuovi giochi(altalene e dondoli).

Sabato 12 aprile in scena i campioni. Domenica 13 la kermesse

«Stramilano», 15 chilometri per tuttiE quest’anno c’è anche una lotteriaPronti? Via! Arriva la Stramilano.

Fra tre settimane, domenica 13 apri-le, si correrà la classica «sgambata»cittadina di quindici chilometri cheriunisce ogni anno migliaia di perso-ne. Quest’anno c’è una novità: per laprima volta la gara, quella deibigchesi corre il giorno prima, sabato 12aprile, è abbinata alla Lotteria nazio-nale. Il primo premio è di due miliar-di. Il percorso è più o meno quellodella circonvallazioneesterna: sipar-te da piazza del Duomo, come sem-pre, poi si raggiunge piazza Lima at-traverso corso Venezia e corso Bue-nos Aires, poi si gira in via Plinio e siarriva in viale Abruzzi. Da qui, lagaraprocede lungo via dei Mille, viale Pi-ceno, viale Umbria, piazzale Lodi,viale Isonzo, viale Toscana, viale Ti-baldi (dove c’è il ristoro), viale Cassa-la e viale Troya, fino a piazza Bolivar.A questo punto si svolta in via Wa-shington per arrivare in piazza Wa-

gner, dove si gira in via Burchiello,poi via XX settembre da dove si im-bocca viale Alemagna. L’arrivo è al-l’Arena. Questo è il tragitto riservatoagliadulti.Per ibambiniesiste l’alter-nativa della Stramilanina, chesi sno-da da piazza Duomo fino al CastelloSforzesco e ritorno. Possono anchepartecipare le mamme ed i papà, ba-sta che indossino il pettorale nume-rato.

Quest’anno c’è una novità: l’Amsaorganizza «Ecocorsa ‘97». Basta por-tare alcuni campioni dei materialiche sono oggetto della raccolta diffe-renziataaMilano(lattine,bottigliediplasticao vetro, cartaeccetera) econ-segnarliai traguardisulpercorso.Allafine della gara, i concorrenti cheavranno consegnato i materiali pre-visti riceveranno una maglietta Naj-Oleari.

La partenza è alle ore 9.30. Un’oraprima,alle8.30,sicorrelaStramilano

amatori di 21.097 chilometri, alle10.30 parte la Stramilanina. Per iscri-versici sipuòrivolgerealCentroStra-milano dipiazzaDuomocheapre il3aprile. Oppure, ai vari sponsor dellamanifestazione: inegoziCentro-Tim(Telecom Italia mobile), alle sedi del-la Banca popolare di Milano, agli Eu-romercato di Assago, Carugate e Pa-derno Dugnano, in tutti i magazziniStanda, presso i Supermercati brian-zoli, alle agenzie Gan assicurazioni,presso i negozi «Il Vendoro», nelleagenzie Cts-Centro turistico studen-tesco, nei negozi Longoni sport op-pure, addirittura a domicilio, chia-mandolaMototaxial5434.

Ci si può iscrivereancheattraversoInternet mandando la richiestaall’E-mail [email protected]. L’in-dirizzo del sito è: http//www.strami-lano.it.

Andrea Baiocco

Un fondo di solidarietà costituito col premio di produttività

I lavoratori Fs della Centrale offronodue miliardi ai diseredati di don Mazzi

5.30 TL NEWS - informazione

6.30 BUONGIORNO LOMBARDIA -rotocalco in diretta, con aggiornamenti in temporeale su tempo, notizie regionali, attualità. Conducono Ida Spalla e Alberto Duval

9.30 SHOPPING IN POLTRONA -consigli per gli acquisti

12.00 ORARIO CONTINUATO - contenitore di attualità e informazione

14.00 DALLE 9 ALLE 5 - telefilm

14.30 SHOPPING IN POLTRONA - consigli per gli acquisti

19.00 TL SERA -informazione

19.30 TL SPORT - informazione sportiva

20.00 BATMAN - telefilm

20.30 SE I CONTI TORNANO - rubrica per i consumatori

22.30 TL NOTTE - informazione

23.00 ICEBERG - talk show - conduce Daniele Vimercati

1.15 TL NOTTE - informazione

1.30 SHOPPING IN POLTRONA -consigli per gli acquisti

2.30 ALIBI - varietà sexy

PPPPRRRROOOOGGGGRRRRAAAAMMMMMMMMIIII DDDDIIII OOOOGGGGGGGGIIII Giovedì 20 marzo 1997

PROGRAMMI NON-STO P

I lavoratori delle Ferrovie dellostatocondonMazziafavoredeidi-seredati della stazione Centrale. Idipendenti delle Fsaderenti ai sin-dacati Filt, Fit, Uilt, Fisafs e Smahanno rinunciato ai premi di pro-duttività: si è così costituito unfondodiduemiliardidedicato«al-la realizzazione di opere destinateafinalitàsocialieumanitarie».

Un miliardo finanzierà la co-struzionediunospedaleaTuzla,inBosnia, mentre trecentocinquan-ta milioni serviranno a rafforzare«SosExodus»:lastrutturacreatadadon Antonio Mazzi otto anni faperfornireassistenzaaitossicoma-ni e ai senza casa che gravitano at-torno alla Centrale, la zona dellacittà dove queste forme di emargi-nazione sono più vistose. Il restodel fondo sarà suddiviso tra altreiniziative.

«In stazione abbiamo un ufficioe un’unità mobile - spiega FrancoTavernadiSosExodus -Secondoleesigenze, orientiamo le personeverso i servizidi accoglienzaoppu-

requellisanitari.Nelcasodeitossi-comani, cerchiamodiavviarlinel-le comunità di base o ai Sert. Il tut-to nell’ottica della riduzione deldanno, cercando di privilegiare ilrapporto umano rispetto alla di-stribuzione di beni. Inoltre orga-nizziamo concerti e iniziative d’a-nimazionenellastazione».

Il contributo dei lavoratori, se-condoDonMazzi«serviràapoten-ziare il servizio soprattutto neiweekend,quando lacittà,perque-sto tipo di emergenze, chiude. Mala disperazione non arriva solo inorariod’ufficio».

Nel fondo umanitario - nato daunaccordocon leFsdelnovembre1995-sonoconfluitiquellichedo-vevano essere gli aumenti di pro-duttività: i lavoratori avrebberoavuto diritto ad incrementi sala-riali dovuti alla mancata assunzio-nedipersonale.

Per maggiori informazioni sulleattività di Exodus, ora è possibileanche consultare un sito internet:www.exodus.it.

Sedici anniall’infermiereassassino

È diventata definitiva lacondanna a 16 anni e 8 mesiper Antonio Busnelli,l’infermiere delFatebenefratelli accusatodell’omicidio di un’anzianapaziente e di un altrotentato omicidioiniettandodosi letali di un farmaco.Pochi giorni fa la Cassazioneha reso definitiva la pena a16 anni e 8 mesi stabilita daigiudici del secondoprocesso di appello. Inprimo grado l’infermiereera stato condannato a 28anni, ridotti a 18 dopo ilprimo appello.

20POL02A2003 ZALLCALL 11 23:29:15 03/19/97

LA POLITICA Giovedì 20 marzo 1997l’Unità3«Autocritica» del segretario sul discorso congressuale. Riaffermata la necessità di rinnovare il Welfare

«Sono stato ingeneroso con la Cgil...»D’Alema distensivo con Cofferati«Avrei dovuto riconoscere l’impegno del sindacato per il governo della flessibilità, ma se Sergio avesse rivendicato quellescelte...». Il leader sindacale contesta i tentativi, specie della Confindustria, di scaricare tutti i problemi sul costo del lavoro.

I fatti L’analisi

Caduta la teoriadell’«inciucio»il dialogo si misurasull’emittenza

PASQUALE CASCELLA

Il leader pds:caro Faustovai in piazzacontro di te?

ROMA. D’Alema: «Lo dico in manie-raautocritica:alcongressosonostatoingeneroso nel non riconoscere allaCgil un impegno avanzato per il go-verno della flessibilità». E poi: «C’èstato un confronto utile, non unafrattura.Certo, seSergioavesseriven-dicato più chiaramente le scelte delsindacatoladiscussionesarebbestatameno spigolosa». Cofferati: «Discu-tere inquelmodoèservito, secihari-portatiaragionaresullequestionidellavoro. Non ho perso il sonno per lecritiche. Semmai, ho provato imba-razzoasentirmidescrittocomeunra-dicale,dopo essere statoaccusato permetà della vita di troppa disponibili-tàverso ilnuovo».Pacedovevaesseree pace pubblica è stata, ieri mattina,fra il segretariodelPdse il leaderdellaCgil,compliceunconvegnoorganiz-zato dalla Funzione pubblica e dallarivista«QualeStato».

Èunapacecheentrambiincamera-noconsoddisfazione,a finemattina-ta.Manonèun«volemosebene».Seidue riconoscono che la sfida da vin-cere, pena la sopravvivenza stessad’una sinistra di governo, è la riscrit-turadellostatosocialeeunapiùcom-plessa rappresentanza del lavoro inepoca postfordista, divergono perògli accenti sulle soluzioni. «Non c’èstata rottura, ci sono opinioni diver-se», dice Cofferati. Dopo lo scontrotriangolare con Veltroni, in ogni ca-so, pare riaprirsi del tutto lo spaziod’un confronto disteso. E in certoqualmodoneèemblemaladecisionedalemianadipartecipareallamanife-stazione del 22: «Noi ci saremo», hadetto annunciando quella giornatacome «un’esperienza originale», escontandone inpartenza i«contenu-ti critici». Serviranno nel caso - hasdrammatizzato - a «stimolare» il go-

verno...Nell’attesa, D’Alema invita il sin-

dacato all’«ottimismo della volon-tà».Ripetechelaglobalizzazioneèunprocesso«contraddittorio» - chepro-duce nuove disuguaglianze e squili-bri ma anche un vasto campo di op-portunità. È «la nuova sfida», insom-ma, per la sinistra. Certi eccessi di di-fesa del Welfare così com’è - ammo-nisce-rischianodiconfondere«valo-ri e privilegi». Anche in Italia, dove«nontuttisonopoveriallostessomo-do», anzi: il blocco sociale protettodalnostro stato sociale -affermaD’A-lema-«èunaminoranza»,e«ipiùpo-verinonliproteggenessuno».Laspe-sa pubblica è «indecentemente bas-sa», ma nello stesso tempo «è ini-qua». Nel riscrivere il Welfare, dun-que, bisogna virare verso i giovani,verso certe fasce del mondo femmi-nile, insiste il leader della Quercia. Equando parla dei centomila posti delpacchetto governativo dice senzamezzi termini: non è «lavoro per de-creto», è «un modo per consentire acentomila giovani di uscire per unannodall’ozioedall’angoscia».

D’Alema preme poi il dito sul tastodolente: il«chiè»delsindacatoitalia-no.«SelaCgildivental’organizzazio-nedei solipensionati, senzapresenzadei giovani, si apre un problemadrammatico». Idem se non riesce adialogareconcertisettori«dinamici»chenel‘94hannofattolabrevefortu-na del Polo. Dirlo «non è di destra»,protesta («queste sono fregnacce»).Eciòvaleper tutte lepieghedelproble-ma. Parlare di lavoro nero, per esem-pio, «non significa legalizzarlo»: «Èun male, ma non basta dire: è illega-le».Nonsidiscutono«iduelivellidel-la contrattazione», assicura dunqueD’Alema al sindacato, ma ripete:

mentre il contratto nazionale si con-figura sempre più come «una rete didiritti», inuncontestodicambifissiedi inflazione calante «la difesa del sa-lario si farà nei luoghi di lavoro». Poiuna stoccata a Confindustria: è «bu-giarda» a chiedere retribuzioni piùbasse,quandoèemersocheinalcunearee del paese vigono accordi «chepartono dal 65% del contratto». Laconclusione è un nuovo invito: «haragione»ilsindacatoacriticareiritar-di del governo sul pianoper il lavoro;ma è l’ora di accettare un confrontosenzachiusuresullequestionipiùde-licate. «Una sinistra che non guardain faccia i problemi non servea nien-te».

Cofferati non si sottrae. D’accordo- replica -: bisognerà valorizzare gliaspetti positividellaglobalizzazione.Ma l’interrogativo di fondo è «comesi crea lavoro» e come si tutelano «idiritti» dei cittadini. Nell’Europa chesi vuole unita, alle politiche di con-vergenzavanno«affiancatepolitichedicoesione».

Ci sono poi gli ostacoli esterni alsindacato. In Italia occorre «una sta-bilità istituzionale degna di questonome» e «una stabilità economica»che preveda, oltre all’equità e al risa-namento, la fase dello sviluppo. IlleaderdellaCgilmantienesalderiser-vesulcapitolodel lavoronero.Atten-ti a «una mistica della flessibilità chevedoancheasinistra»,dice,perchèsiperdedivistaundatodi fatto:c’èunagrande differenza fra un’economiache cresce eunacheristagna.Nelpri-mo caso flessibilità (e mobilità) pos-sono presentarsi come opportunitànelle scadenze professionali e esi-stenziali dei lavoratori; nel secondocaso il bisogno spinge «a sacrificareancheidirittielementari».Maquesta

soglia il sindacato non la abbasseràmai. Il suo compito è «contrattare,non registrare» le trasformazioni: èquesta una condizione della sua stes-sa esistenza. E se il dibattito sulla fles-sibilità (e mobilità) è aperto, la sini-stra riflettasemmaisuunadomanda:perchè le due parole hanno assuntonel Belpaese il sapore quasi di una«condannabiblica»?

Bisognastare«dentroiluoghidi la-voro» come dice D’Alema, dunque,ma per offrire «tutela» mentre si pro-va a «conoscere e governare» le tra-sformazioni. Cofferati ricorda l’im-pegno del sindacato, i «contratti diemersione». E a proposito di contrat-tazione generale ricorda «la splendi-da solitudine» in cui ci si è trovati adagire. Poi esprime il suo radicale dub-bio: che in realtà una parte delle im-prese italiane, incapacedi competeresulmercatoglobaleinterminidiqua-lità, punti a scaricare tutto sul costodel lavoro:Romiticoleva«rinunciareall’Europa», poi con la stessa logica«hachiesto la revisionedeiduelivellicontrattuali previsti dall’accordo diluglio».

L’ultimo affondo di Cofferati è perrespingere la concertazione di marcacislina e per rimproverare il governoin tema di stato sociale. A D’Alemache invitava a non limitarsi «tattica-mente» ad aspettare le proposte al-trui, replica: bando sì alla tattica(«chepurehaunsuorilievo»),made-v’essere chiaro che governo e mag-gioranza devono contestualmente«far conoscere la loro proposta».Chenon può ricalcare il rapporto dellacommissione Onofri: quello è solo ilparere irricevibilediungruppodi«ri-spettabiliprofessori».

Vittorio Ragone

A palazzo Chigi, nella tarda mattinata di ieri, i ministri economici efinanziari si riuniscono con Romano Prodi per sceverare le scelte dimerito da compiere nella manovra correttiva di bilancio, mentre inun’altra stanza i capigruppo della maggioranza discutono con ilneo ministro per i rapporti con il Parlamento, Giorgio Bogi, delmetodo con cui affrontare un percorso che si rivela particolarmen-te accidentato. Ma non è un reciproco scarico di responsabilità,come pure si è temuto, o sospettato, dopo lo scivolone polemicodi Gargonza sui ritardi (del Parlamento, del governo, della politi-ca?) su questioni cruciali come l’occupazione e la giustizia. Allequali, ora, si aggiunge il nodo dell’emittenza e quello dei contipubblici compatibili. Si rischia il formarsi di una miscela esplosi-va. Di qui l’esigenza di sedi e regole che rendano credibile il con-fronto bipolare. Il metodo, dunque, anticipa il merito. E l’odiernoappuntamento dei presidenti delle Camere con il capo del gover-no e i capigruppo della maggioranza e delle opposizioni di en-trambe le assemblee, non solo consente di trasformare l’«inciden-te» di Gargonza in una «occasione» di verifica delle effettive di-sponibilità a una riforma dei regolamenti, ma anche a convertireanche gli intoppi intervenuti successivamente in opportunità didialogo. Se questa volontà, fin qui dichiarata a parole, effettiva-mente c’è. Emblematico il caso dell’emittenza, che coinvolge Ber-lusconi nel suo doppio - e conflittuale - ruolo di capo di un’azien-da e di capo dell’opposizione. L’assurdo è che, quando grida all’«e-sproprio», il Cavaliere sembra travalicare gli stessi interessi dell’a-zienda, coinvolta nella ricerca di una soluzione di mediazione dalministro Antonio Maccanico, e forzare quelli del Polo, vista la di-versa sensibilità manifestata al Senato da Alleanza nazionale. Conil risultato di intralciare ancora un provvedimento che, di per se(c’è da attuare una sentenza della Corte costituzionale), costituisceuna regola. E indurre altri, come la pidiessina Giovanna Melandrie il popolare Giancarlo Lombardi, a riequilibrare la partita conl’annuncio di un sub-emendamento a quello del governo che ren-da stringente la scadenza della vecchia logica di trust. Se l’obbietti-vo dei due esponenti della maggioranza era fermare una trattativaal ribasso, la provocazione è servita. «Se l’antitrust non piace a chifa il trust, quello di Berlusconi - rileva Vincenzo Vita - è il migliorvoto dato al nostro emendamento». Ma se non c’è da scandaliz-zarsi del «compromesso», come lo definisce esplicitamente Clau-dio Petruccioli, le conseguenze della sua caduta non sarebberotanto la libertà di ciascun gruppo di formulare le proprie correzio-ni, inevitabilmente schiacciata dall’ostruzionismo, quanto l’esi-genza di stringere le file per salvaguardare il punto fermo dell’au-thority con cui affermare la volontà pubblica di regolare il merca-to per la parte che gli compete, a cominciare dalla privatizzazionedella Stet.

In attesa che Berlusconi si decida, i fatti si incaricano di liquidareogni deleteria dietrologia sull’«inciucio» sia sul terreno delle rifor-me sia su quello del governo. O si deve sospettare lo stesso Prodi,visto che quel compromesso ha avuto l’imprimatur di palazzo Chi-gi? Lo stesso schema interpretativo del richiamo rivolto da Massi-mo D’Alema a Rifondazione comunista sulla «spigolosa» questio-ne della trasformazione dello Stato sociale è da ricollocare nell’al-veo della coesione della maggioranza. Un’«ossessione», replicaFausto Bertinotti dalla stanza della clinica romana dove, «non es-sendo più un ragazzo» (parola della moglie) è andato a sottoporsi«al primo check up della sua vita». Se è tale e se, per di più, è ad«armi spuntate», non avrebbe ragione di essere nemmeno la con-tinua cantilena di Rifondazione sulla «manovra inutile». Tanto-meno quel «non è possibile toccare pensioni, sanità e stato socia-le» con cui Armando Cossutta accompagna la disponibilità a con-frontarsi sui suoi contenuti. Prima ancora che i parametri di Maa-stricht, che forse la Germania può permettersi il lusso di metterein discussione ma certo non l’Italia a disconoscere, a rendere quel-la manovra necessaria è proprio l’esigenza di dare allo sforzo che sista compiendo, con il pacchetto che traduce l’accordo con le partisociali e con il decreto annunciato per domani dal governo, unafinalità di occupazione duratura a intere generazioni e una pro-spettiva di sviluppo a tutto il Mezzogiorno. Il problema, insomma,non è di toccare pensioni, sanità e stato sociale, ma come creare lecondizioni perché l’essenza della sicurezza sociale corrisponda avalori solidaristici e sia consolidata da riforme strutturali. Andràcomunque affrontato, se non oggi, sicuramente domani, e a costiancora più alti di quei 14-15 mila miliardi di cui si discute a palaz-zo Chigi. Ma farlo adesso toglie ogni alibi a quella parte del Poloche non riesce a dire di cosa è fatta la sua «responsabilità», manon esita a speculare fino al punto da invocare le dimissioni delgoverno. Magari facendo l’occhiolino sul reincarico a Prodi. Ma acos’altro servirebbe se già oggi è alla prova un governo parlamen-tare, una maggioranza che deve solo credere nella propria coesio-ne, e un programma ricco di impegni da portare a buon fine?

«È sbagliato teorizzarel’esistenza di due sinistre.Oggi più che mai credo chece ne possa essere una, conposizioni più o menoradicali o conservatrici». Nelgiorno del disgelo conSergio Cofferati, MassimoD’Alema ha lanciato più diuna frecciata a Bertinotti.Intanto, il leader dellaQuercia ha insistito: lospazio per una doppiasinistra non c’è, in Italia e nelmondo. Fausto - sostiene illeader della Quercia -confonde «gli interessi dipartito» con i fenomenireali. Non sono mancate poile ironie a proposito delruolo «corsaro» cheRifondazione s’è assuntadentro la sinistra e neiconfronti dei partner dimaggioranza dell’Ulivo . Il22 prossimo in piazza, hadetto per esempio D’Alema,«Bertinotti manifesteràcontro se stesso», visto che iritardi nell’attuazionedell’accordo sul lavoro,quelli che lamenta ilsindacato, sono dovutianche «alla suaopposizione». «MassimoD’Alema sembraossessionato daRifondazione», ha replicatoun piccatissimo Bertinotti,rivendicando a sè il meritodi «centomila posti in più».Illeader pidiessino aveva asua volta replicato aun’accusa dei neocomunisti:la Quercia non avrebbepartecipato allamanifestazione europea diBruxelles per il lavoro, il 16marzo scorso. «Polemicabizzarra - dice D’Alema -.Non ci è andato neancheBertinotti a quellamanifestazione. Quanto anoi, c’eravamo. Noneravamo visibili? Laprossima volta esibiremo uncartello». «C’eravamo»,conferma Alfiero Grandi,responsabile uscente per illavoro ed esponente dellasinistra interna, ricordandoche della delegazionefacevano parte anche «l’on.Pietro Gasperoni e l’on. DeGiovanni». Un altroesponente della sinistrainterna, Gloria Buffo, hainvece commentato ladiscussione tra D’Alema eCofferati: è stato «utile» cheil segretario abbiariconosciuto «l’impegno delsindacato in tema di lavoroe stato sociale», ha detto,ma «le risposte ai problemirestano diverse».

Assegnato l’incarico di capo della Procura di Roma da alcuni mesi vacante

È Vecchione il successore di CoiroVinta al Csm la «sfida» con AbbateL’elezione è avvenuta con 21 voti a favore, 7 contrari e 3 astensioni. Precedentemente il plenum aveva boc-ciato la candidatura di Abbate, anche lui di Unicost. Decisiva la scelta dei membri della sinistra.

ROMA. Il Consiglio superiore dellamagistratura ha scelto il nuovo ca-podellaprocuradiRoma.SitrattadiSalvatoreVecchione,l’uomochedaunannoguidagliispettoridelmini-stero di Grazia e Giustizia. Vecchio-neha63anni,ènatoaLaSpezia,èinmagistratura dal 1959. Succede aMichele Coiro, che attualmente di-rige l’amministrazione penitenzia-ria. La nomina di Vecchione è arri-vata ieri pomeriggio, e la scelta nonèstatafacilenéindolore.

IlCsm, infatti, si è spaccato. Inse-dedicommissione,aVecchioneerastatopreferitoNinoAbbate,sostitu-to procuratore generale a Roma, giàpresidente della Associazione na-zionale magistrati. Il plenum delConsiglio ha rovesciato questo ver-detto. Il motivo? Ecco che cosa diceCarlo Federico Grosso, vicepresi-dente del Csm: «È una scelta piena-mente rispondente alle regole. Lamaggioranza del Csm ha privilegia-to il magistrato che presentavaun’anzianitàdicarrieranettamentesuperiore a quella dei suoi concor-renti». Oltre ad Abbate, era in corsaper l’importante nomina Marcello

Maddalena, procuratoreaggiuntoaTorino. Il ministro della GiustiziaFlick aveva espresso parere positivosututtietreinomiproposti.

Banalizzando, e usando unoschema improprio, si può dire cheNino Abbate era sostenuto dal cen-tro-destra e Vecchione dal centro-sinistra. Lo schema è improprio,perché, se valido per i membri laicidelCsm(indicatidaipartiti),nonloè per i consiglieri togati (i magistra-ti).AbbateeVecchioneappartengo-no allo stesso gruppo, Unicost, lacorrente di centro della magistratu-ra.Lecorrentidi«sinistra»sonoMa-gistraturaDemocraticaeMovimen-ti riuniti. Di «destra», invece, Magi-stratura indipendente. Vecchioneèpassato con questi numeri: ventu-no voti favorevoli, sette contrari etreastensioni.

Complicato, il meccanismo elet-torale. Da un anno, il Consiglio haadottato un sistema per cui il ple-num vota contemporaneamentesui tre candidati selezionati in com-missione. I primi due accedono alballottaggio. E passa chi prende piùvoti. La sfida, dunque, è diretta. Ma

ieri è stato adottato il vecchio siste-ma (vi sipuòricorreresurichiestadicinque consiglieri), secondo cui ilplenum deve votare prima per ilcandidato che ha vinto in commis-sione: se questi non raggiunge lamaggioranza, si vota per il secondocandidato. In casodiverdettonega-tivo,sivotaperilterzo.

Ieri pomeriggio, perciò, si è co-minciato con Nino Abbate. La pro-posta di nomina non è passata. Sol-tanto dodici i voti favorevoli, tra diessi quello del presidente della Cas-sazione Sgroi. Tra i contrari, invece,il procuratore generale della Cassa-zione Zucconi Galli Fonseca. Si èastenuto il vicepresidente del CsmGrosso. Constatata la bocciatura diAbbate, il plenum ha votato perVecchione. Che ha ottenuto lamaggioranza. La sua vittoria,dato ilmeccanismoelettorale,eraprevedi-bile. I membri di Unicost, infatti,non sono stati costretti a scegliere:hanno dato il loro voto ad Abbate;bocciato Abbate, lo hanno dato aVecchione.

Perché lamaggioranzahapreferi-to Vecchione ad Abbate? Zucconi

Galli Fonseca, nel dichiararsi favo-revoleallanominadiVecchione,haspiegatocosì la suascelta: tuttie treiconcorrenti meritano la nostra sti-ma, maAbbateeMaddalenahannoun’azianità di servizio minore. «Sa-rebbe grave se il voto del Consigliosuperioredellamagistraturavenisseannullatodalgiudiceamministrati-vo».

Insomma, a parità di requisitiprofessionali, la differenza vienefattadallamaggioreanzianità.

All’iniziodella suacarriera,Salva-tore Vecchione fu destinato a Mila-no,primainpretura,poiinprocura.Nel 1963, fu collocato fuori ruolo edistaccato per la prima volta pressoil ministero. Mantenne questo in-carico per treanni:nel1966, infatti,furichiamatoinruoloelavorònellaprocura diRoma.Nel1979,diventòssostituto procuratore generalepresso la corte d’Appello, sempre aRoma,e,dieciannidopo,capodellaprocuradiViterbo.

L’anno scorso, infine, di nuovofuori ruolo:questavoltaperguidaree «risanare» un ispettorato dilania-todatensioni,polemicheesospetti.

20SCI02A2003 ZALLCALL 12 22:28:51 03/19/97

SCIENZA AMBIENTE e INNOVAZIONE Giovedì 20 marzo 1997l’Unità27

Un tunnelsi è apertosotto i ghiaccidell’AntartideUn tunnel di circa unchilometro di lunghezza,attraversa una delle calotteantartiche, la Larsen B, chepresto potrebbe cominciarea sfaldarsi. Lo hannoscoperto gli ambientalisti diGreenpeace, che assieme adesperti dell’Istitutoargentino di glaciologiahanno compiuto unaspedizione di quattrosettimane a bordo dellarompighiaccio Artic Sunriseper raccogliere prove etestimonianze dell’impattoambientale causato daicambiamenti climatici alPolo Sud. «La motonave èriuscita a navigare in zonemai esplorate perchè fino apoco tempo fa eranocompletamente ghiacciate,come Rose Island - diceGiuseppe Onufrio diGreenpeace - è statascoperta l’esistenza di unacanale sottomarinoprofondo 1.000 metriall’interno della calottaantartica, segnoequivocabile delriscaldamento delle acque».Altri mutamenti, come ildeclino delel colonie dipinguini, la migrazionedelle foche verso Sud e ladiffusione dl flora in luoghinon colonizzati possonoessere ricondotti, secondogli ambientalisti, alriscaldamento globaleprovocato dalle attivitàumane. «Il fenomeno è piùvisibile ai Poli perchè latemperatura è più bassa egli indicatori più evidenti,ma è ormai generalizzato intutta la criosfera, comedimostrano i fenomeni inatto nei ghiacciai di Alpi eAnde. Quello che cipreoccupa - concludeOnufrio - è l’aumento dellatemperatura in così pocotempo: circa mezzo gradoogni anno (l’anno più caldoda quando si registrano letemperature, cioè 130 anni,è stato il 1995) e il fatto chein nessuna parte del mondosi registrano fenomeni incontrotendenza». Lapresenza del tunnelall’interno della penisolaantartica è, secondo iglaciologi argentini, ilchiaro segno che lecondizioni che hannoportato allo scioglimentodella calotta Larsen A, dallaquale si staccano pezzi dighiaccio spessi fino a 25chilometri, sono in attoanche nella Larsen B.Greenpeace, per bocca delsuo rappresentante inAntartide, ha chiesto a tutti iGoverni di assumere unserio impegno per lariduzione delle emissioni digas da effetto serra.

L’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità in occasione della giornata contro la Tbc

Nuova arma contro la tubercolosiOms: «Salveremo 10 milioni di vite»Il metodo, chiamato Dots, si basa sulla somministrazione controllata di un’associazione di quattro farmaci. La ma-lattia, la più diffusa nei paesi in via di sviluppo, è di nuovo in crescita anche in Occidente e in Europa orientale.

La polemica

Le Scienzesonoun beneculturale?

Una speranza concreta contro latubercolosi. È l’Organizzazionemondiale della sanità ad annun-ciare,allavigiliadellagiornatadel-la Tbc in programma lunedì pros-simo, che un nuovo sistema di cu-rahaconsentito,per laprimavoltadopo molti anni, di frenare l’e-spansione della malattia. Non sitratta tanto di nuovi farmaci,quanto piuttosto di uno schematerapeuticoche -grazieall’associa-zione di quattro farmaci già notima soprattutto grazie al controllosui pazienti per assicurarsi cheprendano tutte le medicine pertutto il tempo necessario - stadan-do ottimi risultati, tanto da con-sentire di ridimensionare sensibil-mente l’allarme lanciato un annofa dalla stessa Oms, secondo laquale ci si doveva aspettare qual-cosa come trenta milioni di mortidi tubercolosi entro i prossimi die-cianni.

Chiavedivoltadellaterapia,chesi chiama Dots (Directly observedtreatment, short-course, cioè trat-tamento di breve durata osservatodirettamente), è il controllo stret-tosuipazientidapartedegliopera-tori sanitari: l’assunzione dei far-maci, indosigiornaliereperunpe-riodo di sei mesi, viene verificatascrupolosamente in modo da assi-curarsi che la cura non subisca in-

terruzioni.Ciòconsentedaunlatodicurareconeccellentiprobabilitàdi successo (tra l’85 e il 95% dei ca-si) il malato, e dall’altro di evitareche un’interruzione prematuradella terapia consenta lo sviluppodiceppidibatteri resistentiaglian-tibiotici.

Già utilizzato con successo aNewYork, inPerù, inTanzaniaeinIndonesia, dove si concentra circail10%deimalatidituttoilmondo,ilmetodo Dots - che ildirettorege-nerale dell’Oms, Hiroshi Nakaji-ma,nonesitaadefinirecomeilpiùimportanteprogresso registrato in

questocampodopolascopertadelbacillodellatubercolosidapartediRobert Koch nel 1882 - accoppia auna notevole efficacia un costo as-sai basso, nell’ordine di un centi-naio di dollari a paziente. Graziealla generalizzazione del Dots - di-ce Nakajima - «pensiamo che al-meno dieci milioni di decessi pertubercolosipotrannoessereevitatinei prossimi dieci anni». E la com-pleta guarigione di un gran nume-ro di pazienti consentirà anche dirallentare la diffusione della ma-lattia, che attualmente fa registra-re ogni anno in tutto il mondo dai

sei agli otto milioni di nuovi casi.Senza Dots - stima l’Oms -, nel2005 dovremmo aspettarci fino anove milioni di casi l’anno; appli-candoovunqueilDots,invece,po-trebbero scendere a tre-quattromilioni.

Erroneamente ritenuta in Occi-dente un relitto del passato, la tu-bercolosi è in realtà oggi la malat-tia infettiva di gran lunga più dif-fusa sul nostro pianeta, una mi-naccia ben più grave perfino del-l’Aidsodellemalattie«emergenti»provocate da virus come l’Ebola,che provoca un’altissima mortali-tà,maèfortunatamentemoltocir-coscritto. Endemica nei paesi invia di sviluppo (nel solo Sud-Estasiatico sarebbero almeno tre mi-lioni i casi segnalati), la malattiasta tornando prepotentemente al-la ribalta in tutta l’Europa orienta-le,doveaccantoalMurodiBerlinosono crollate anche le strutture sa-nitarie e più in generale le condi-zioni di vita delle popolazioni.Nella solaRussia - segnala ilvicedi-rettore del programma globaledell’Oms sulla tubercolosi, Ri-chard Bumgarner - fin dal 1991 icasi sonoaumentatidel70%eide-cessi del 90%: i malati sono attual-mentepocomenodi150.000.Eal-trettanto preoccupante è la diffu-sione di ceppi resistenti: in Litua-

nia, per esempio, la loro crescita èstata del 18%, del 14% in Estoniaedel6%inLettonia.

In Europa occidentale, dove laTbchacolpitoduramentenell’800e poi ancora nei primi decenni diquesto secolo, il problema parevaormai superato. E invece anchequi - come del resto nelle grandicittà degli Stati Uniti - l’infezionesta tornando a colpire: nel solo1992 - ricorda Bumgarner - a Mila-noimorti sonostati25.Eselecifreufficiali parlano per l’Italia di5.627casi, l’Omsstimachein real-tà siano almeno 14.300. Una re-crudescenza che ha diverse cause:da un lato l’arrivo di immigrati dapaesi incui l’infezionehacarattereendemico, dall’altro l’alta vulne-rabilità dei malati di Aids. Ma an-che il peggioramento delle condi-zionidivita -comuneatutti ipaesioccidentali -dellecondizionidivi-ta delle fasce più povere della po-polazione. Non a caso tra le cittàpiù colpite c’è New York, dove ne-gli ultimi anni è fortemente cre-sciuto il numero dei senza casa,non barboni per scelta ma perso-ne, spesso anziane, che non han-no di che sostentarsi e diventanofacile bersaglio di questa e di altremalattie.

Pietro Stramba-Badiale

Enrico Bellone, storico della fisica edirettore di «La Scienze», lo ha chie-sto pubblicamente. Con un editoria-le firmato sul numero di marzo dellasuarivista.Perchèlaversioneitalianadella piùprestigiosa rivista mondialedi cultura scientifica, non è stata giu-dicata degna di ricevere parte alcunadei contributi disposti dal Ministerodei Beni Culturali a favore delle pub-blicazioni di «elevato valore cultura-le»? Perchè una rivista chehapubbli-cato articoli di almeno 60 premi No-belavrebbeun«caratteremeramentedivulgativo», mentre riviste come«ManidiFata»,all’avanguardianellosviluppo della cultura dell’uncinet-to, e «Cavalli e corse», leader dellaculturaippica,sonoritenutedegnediincassare alcune migliaia di milioni?I Beni Culturali ritengono un beneculturale gli «Annali dell’Istituto diNumismatica» o la rivista che segue«I tribunali amministrativi regiona-li», ma non la rivista che si occupa almassimo livello della cultura scienti-fica? Le domande hanno avutoun’immediata risposta dal Ministerodei Beni Culturali, diretto da WalterVeltroni. Bisogna distinguere, dico-noalMinistero,tralerivistepremiatedalla Presidenza del Consiglio e le ri-viste premiate dai Beni Culturali.«Mani di fata», così come «Cavalli ecorse» sono premiate dalla Presiden-za del Consiglio. «Le Scienze» ha fat-to domanda al Ministero dei BeniCulturali. Lì c’è una Commissionecherappresenta tutte leparticultura-liechedecide,tralerivistechehannofatto domanda, quali vanno premia-te in ragione del loro «elevato valoreculturale». Ai lavori della Commis-sione non partecipa ilMinistro.Datoil budget piuttosto ristretto, 4 miliar-di in tutto, la Commissione valutaquali riviste, nei rispettivi settori, ab-bia ilpiù«elevatovaloreculturale». Ilcommissario relatore per le rivistescientifiche, il matematico FrancoGhione, ha ritenuto «Le Scienze»:«Rivista di ottimo livello dove il ma-teriale riprodotto sovrasta quantita-tivamente la parte di elaborazionescientifico-critica,dandoallapubbli-cazione un carattere meramente di-vulgativo». La Commissione ha datoragione a Ghione. E in ogni caso, di-conoancoraalMinistero,haespressoi suoi giudizi in piena autonomia. Laprecisazione rende certamente piùchiara la dinamica degli eventi. Manon è del tutto convincente. Perchè,al di là dei pur legittimi giudizi che inpiena autonomia una commissioneautorevole può esprimere sul valoredi una pubblicazione, resta il fattoche ad altri giornali di indubbio inte-resse, dalla «Rivista di polizia» alla«Rivista italiana di odontoiatria in-fantile», è stato riconosciuta unvalo-reculturalepiùelevatoeunaelabora-zionescientifico-critica più stringen-te della rivista che, con articoli di va-loreassoluto, seguemegliodiognial-tra al mondo, l’evoluzione di quallaparte non trascurabile della culturacontemporaneacheèlascienza.E,fa-cendoquesto,vendecentinaiadimi-gliaiadicopieperilpianeta.

Le due malattie hanno un andamento proprio che non viene modificato dall’assunzione dei farmaci

Gli antibiotici non curano sinusite e mal di golaDue ricerche accusano: «Sono prescritti a sproposito»Gli studi pubblicati dalle riviste britanniche Lancet e British Medical Journal. L’atteggiamento di alcuni medici incrementa lamedicalizzazione delle patologie. Marginali i benefici anche nella prevenzione delle complicazioni.

Mal di gola e sinusite non si curanocongli antibiotici.Unaaffermazioneche trova conferma, oltre che nelbuon senso, in un paio di recenti ri-cerche pubblicate sulle riviste Lancete il British Medical Journal. Le dueautorevoli pubblicazioni scientifi-che britanniche sostengono infattiche le prescrizioni degli antibioticiservono solo ad incoraggiare lamedicalizzazione di malattie chehanno un andamento proprio.Questi medicinali, insomma, nonservono a modificare l’esito deidue malanni.

«Secondo le linee guida più re-centi - spiega Marta Erba in un ar-ticolo apparso sull’ultimo numerodi “Tempo medico” - la decisionedovrebbe essere guidata dal risulta-to del tampone faringeo e da grup-pi particolari di segni e sintomi.Ma non tutti sono d’accordo, an-che perché i tamponi sono costosie spesso poco attendibili».

«Studi recenti, tra l’altro, hannorivelato che i benefici derivanti da-gli antibiotici nell’alleviare i sinto-mi e nel prevenire le complicazio-ni (compresa la malattia reumati-

ca) sono marginali» spiega PaulLittle, dell’Università di Southam-pton, che ha effettuato un trialaperto, randomizzato e controlla-to. «Mentre gli studi in doppio cie-co danno informazioni scientifica-mente corrette sull’efficacia di untrattamento, quelli aperti rispec-chiano più fedelmente la realtà»,sostiene il ricercatore britannico.«Oltre alla validità della cura, in-fatti, permettono di valutare lapercezione che ha il paziente diuna determinata opzione terapeu-tica. In parole povere: una cosa èprescrivergli l’antibiotico, un’altrarimandarlo a casa a mani vuote».

Lo studio ha coinvolto 716 pa-zienti con mal di gola randomizza-ti in tre gruppi. Ai primi è stataprescritta la penicillina (o l’eritro-micina) per dieci giorni; ai secondinon è stato dato nulla; ai terzi èstato promesso l’antibiotico solose i sintomi non fossero variati do-po tre giorni.

«Dai risultati - afferma Little - èemerso che prescrivere antibioticiincide ben poco sulla risoluzionedei sintomi del mal di gola, ma raf-

forza la convinzione che questifarmaci siano i veri responsabilidella guarigione. A meno che il pa-ziente non sia molto malato, i me-dici dovrebbero quindi evitare diprescriverli».

Un altro studio riguarda la sinu-site. Oltre 200 pazienti con sinusi-te acuta, sono stati curati metà conamoxicillina e metà con placebo.«Dopo due settimane i sintomi so-no migliorati o scomparsi in unapercentuale di casi paragonabilenei due gruppi: l’83 per cento deitrattati e il 77 per cento dei con-trolli», riporta F. van Buchemdel-l’Ospedale Sant’Elisabetta di Til-burg, in Olanda, che ha coordina-to la ricerca. «L’amoxicillina nonha modificato il decorso della ma-lattia - spiega il professore - né lafrequenza delle recidive a un annodi distanza. Effetti collaterali sonostati registrati nel 28 per cento deipazienti curati con l’antibioticoenel 9 per cento di quelli che han-no ricevuto il placebo. Anche nelcaso della sinusite, quindi, sarebbemeglio limitarsi a un trattamentosintomatico».

Accusata in Tv di aver occultato il materiale fissile di interesse militare a Trisaia

L’Enea ribadisce: mai trattato plutonioLe autorità sarebbero state sempre informate su tutte le sostanze nucleari passate nel centro della Basilicata.

Le autorità assicurano che si tratta di misure preventive

In Francia distribuite pillole di iodioa chi abita vicino a centrali nucleari

Nel Centro Trisaia di Rotondelladell’Enea «non è mai stato intro-dotto, prodotto, trattato o trasferi-to plutonio utilizzabile per scopicivili o militari»; inoltre, «nessunfusto o altro materiale radioattivoè mai sfuggito al controllo dei re-sponsabilidelCentroetutto ilma-teriale radioattivo è regolarmenteinventariato».

È quanto ha precisato, in unanota, l‘ Enea, «per ristabilire com-piutamente la verità» riguardo adalcune affermazioni fatte duranteuna recente trasmissione televisi-va, di Rai 2, sul centro in provinciadiMatera.

Le affermazioni, secondo l’Entenazionale dell’energia e dell’am-biente (Enea), sono del tutto in-fondate.

L’Enea ha ribadito che «i rifiutiradioattivi di provenienza esterna(parafulmini e materiali ospeda-lieri) furono accolti nel Centro, surichiesta delle competenti Autori-tàsanitarie,perevitare irischideri-vanti dalla loro dispersione nel-

l’ambiente; di tali materiali non èassolutamente ipotizzabile, permotivi fisici,unutilizzoascopimi-litari».

Riguardo ai malfunzionamentiverificatisi in passato nell’impian-toenellesuepertinenze,«cherien-trano tra le situazioni previste perstrutturedi tale complessitàesem-pre segnalati alle Autorità di con-trollo, essi - è scritto nella nota -non hanno maicomportato rischiper le popolazioni e per l’ambien-te,nèperilavoratoridelCentro».

L’Enea haaggiuntoche«nessunmateriale radioattivo è stato sot-trattodaaltricentriEneaenessunarelazionepuòesserefattatraleatti-vitàdell’EnteeildisastrodiUstica.

Per quanto riguarda gli accordidi collaborazione internazionalesviluppati in passato dall’Enea, alpari di altri strutture italiane edestere,conPaesimediorientalisot-to il controllo dell’Onu nell’ambi-to del Trattato di non proliferazio-ne nucleare, essi - è scritto nel co-municato - non prevedevano da

parte dell‘ Enea il trasferimento dicombustibile nucleare verso taliPaesi, nè ciò è mai avvenuto nean-chedifatto».

L’Enea ha, inoltre, auspicato«unarapidachiusuradelleiniziati-vegiudiziarie incorsodapartedel-laProcuradiMatera,nellaconvin-zione che esse si concluderannopositivamente per l‘ Ente, così co-megiàavvenutoinprecedenzapersituazionianaloghe.

Il permanere della situazione diturbativaeallarme, totalmente in-giustificata - è scritto ancora nelcomunicato-vanificherebbel‘ im-pegno in corso per il rilancio delleattivitàdell‘EneainTrisaia,afavo-redelsistemadellepiccoleemedieimprese e dell’occupazione, con larealizzazione delle previste azionidi trasferimentodell‘ innovazionetecnologica, di sviluppo delle fon-ti rinnovabili di energia e di salva-guardia ambientale, con investi-menti per oltre cento miliardi e as-sunzione di personale qualifica-to».

Dal mese prossimo il governo fran-cesedistribuiràgratuitamentepilloledi iodio alle circa 600 mila personeche vivono in un raggio di 10 chilo-metridagli impiantiatomiciesistentinel Paese. Lo ha annunciato oggi ilministro della Sanità, Hervè Gay-mard.Lepillole,chesarannoriconse-gnateogni treanni,andrannoingeri-teentroun’oraqualoradovesseroav-venire incidenti nucleari sul tipo diquellodiCernobyl, inUcraina.Loio-dio ha la proprietà di proteggere al-meno in parte l’organismo, espostoalle radiazioni, dalla contaminazio-ne; soprattutto la tiroide, che è parti-colarmente a rischio di tumore. Ilprovvedimentoeragiàstatoadottatonell’aprile ‘96, in coincidenza con ildecimo anniversario dell’incendio aCernobyl. Le reazioni furono im-prontate a forte criticismo se non ad-dirittura a derisione, giaccè le autori-tà francesi a suo tempo avevano ne-gatocheilPaese fossestatoraggiuntodalla stessa nube radioattiva disper-sasineicielidimezzaEuropa.

Alladomandasulperchèsisiadeci-

so di ripetere l’esperienza FlorenceLepany-Duval, portavoce del mini-sterodellaSanità,hatenutoaprecisa-reche nonsi sonoverificati incidentidisorta,echeGaymardhadispostoladistribuzione dello iodio semplice-mente perchè così gli esperti gli ave-vano consigliato di fare quando as-sunse la carica, nell’ottobre ‘95. InFrancia esistono 25 centrali nuclearigeneralmente considerate sicure sì,ma non infallibili. Proprio nel ‘95 ilreattore «autofertilizzante» di Gre-noble, il più grande al mondo, fuchiuso per due mesi. Ed è ancora fre-scal’ecodegliavvertimentisullaperi-colosità per la salute pubblica dellostabilimento per il trattamento dellescorie nucleari localizzato a La Ha-gue, in Normandia. La settimanascorsaungruppodiricercatoriaveva-no reso noto che chi avesse passeg-giato sulla vicina spiaggia sarebbe ri-masto esposto a radiazioni fino a tre-milavoltesuperioriallanorma,dopoche una conduttura sommersa col-ma di scorieerastata lasciataallo sco-pertodallabassamarea.

Il succo d’uvanera fa beneal cuore

Raccoltadi firme perle rondini

Bere regolarmente unbicchiere di succo d’uvanera può contribuire inmodo rilevante a ridurre ilrischio di infermitàcardiovascolari e diattacchi cardiaci. Lodimostrerebbe una nuovaricerca americana dallaquale risulta che se, comerisaputo, un buon bicchieredi vino fa bene al cuore, ilsucco, e in particolarequello d’uva nera, fa moltomeglio e sotto questoaspetto è addirittura piùpotente ed efficacedell’aspirina.

Torna la primavera, matornano poche rondini. Intutta Europa questo uccelloha subito infatti un calo del40% negli ultimi 20 anni.L’allarme viene dalla Legaper la protezione degliuccelli, che ha avviato unaraccolta di firme: in pochimesi ne sono state raccolte50.000. I nemici dellarondine sono i pesticidi edistruzione di siepi e filari. InItalia il calo della rondine èpiù contenuto, il 20%,mentre in altri paesi comeGermania, Danimarca oOlanda è arrivato all‘ 80%.

20SPE02A2003 ZALLCALL 12 22:06:13 03/19/97

GLI SPETTACOLIGiovedì 20 marzo 1997 10l’Unità2

Giorgio Cellialle presecon «Ramirodell’Orco»«Vita e morte di Ramirodell’Orco»: lo strano titolodi questo spettacolo - chepotrebbe far pensare a unafiaba - firmato da GiorgioCelli (meglio noto comeentomologo e curatore ditrasmissioni sugli animali),si rifà invece alla storia,precisamente a CesareBorgia che si servì del suoluogotenente, Ramirodell’Orco, appunto, pereliminare i suoi nemici e poilo fece giustiziare pertogliersi ogni ombra diresponsabilità. L’insolitapièce è «passata per lamente» a Celli sulla piazzadi Cesena, leggendo diquesti episodi, realmenteaccaduti sul posto secoliprima, e di cui Machiavelliparla nel «Principe».All’inizio è nato un primoracconto, ispirato allavicenda a cui Celli ha fattoseguire il testo teatrale, cheandrà in scena sabato aCesena (al teatro Bonci) inprima nazionale (e fino al26 marzo) e verrà ripresoall’Arena del Sole diBologna il 16 aprile (conrepliche il 17-18-19) con laregia di GabrieleMarchesini e con IvanoMarescotti nel ruoloprotagonista. Nella storiadi Ramiro dell’Orco, Cellirintraccia elementi diattualità, riflettendo suquesto nostro secolo altramonto, dove «la tiranniaè salita al potereipnotizzando le masse,fabbricando capri espiatorida consegnare alle camerea gas, o congegnandoprocessi dove anche gliinnocenti si dichiaravanocolpevoli di tradimenti maiperpetrati». Ramirodiventa così un simbolo deitanti delegati al genocidioche hanno sempredichiarato di avereobbedito agli ordini. E permeglio illustrare iprodromi della pièce,Marchesini prepone unpreludio narrato, cheintroduce lo spettatore allagenesi del racconto stesso,per poi avvolgerlo inun’atmosfera sospesa trasogno e realtà. Quella in cuisi muovono i quattropersonaggi (Ramiro, ilBorgia, il boia e la donna/fantasma, interpretati daMarescotti, MassimoAntonio Rossi, GiulianaCevenini e MassimilianoSassi). Il debuttobolognese sarà precedutoil 14 aprile da una vernicededicata allo spettacolo eal libro nella Sala Farnesedel Comune di Bologna,con Renzo Tian e GuidoDavico Bonino.

LA NOVITÀ Il regista Nanni Garella parla del suo allestimento del testo di Büchner

«Il mio Woyzeck? Crudele ed estremodove gli angeli danzano senza gambe»Lo spettacolo, che debutta l’8 aprile all’Arena del Sole di Bologna, ha per protagonisti Alessandro Haber e i danzatori dellaCandoco, un gruppo inglese che mescola al suo interno interpreti disabili e non.

Rostropovich«Il violoncello ècome una donna»IlmusicistarussoMstislavRo-stropovich, a Madrid, per ce-lebrarecondueconcertiilsuo70/mo compleanno, ha con-fessatocheabbracciailsuoin-separabie violoncello «comese fosse una bella donna». Loaccompagneranno nelle esi-bizioni madrilene, dedicatead autori russi, la LondonSimphonyOrchestraeilmae-stro ZubinMetha.L’artistahadetto di sentirsi «molto rus-so». «Se passa una bella don-na - ha dichiarato - devo fareuno sforzo per non voltarmiadammirarla».

Francis Coppola«Il padrino mi harovinato»«In un certo senso “Il padri-no” mi ha rovinato’’. Paroladi Francis Ford Coppola, regi-stadel filmche,dopo25anni,tornerà sugli schermi ameri-cani venerdì prossimo in ver-sione rinnovata e rimasteriz-zata. «A causadiquel film-haspiegato il regista americanoin un’intervista rilasciata alsettimanale «New Yorker»-tutta la mia carriera è andatain una certa direzione inveceche in quella che io avrei vo-luto, fare cioè il mio lavoro inmodo originale come scritto-re e regista». Coppola sarà co-munque presente, domani,all’anteprima del film a SanFrancisco che Marlon Bran-do, però,hadecisodi snobba-re.

BroadwayBrioni debuttain «Dream»Dopo Hollywood ancheBroadwayhascopertoBrioni:allasartoria italianachehadi-segnato gli abiti indossati daPierce Brosnan in GoldenEye,l’ultimo film della serie«007», è stata affidata larealizzazione dei costumimaschili di Dream, un nuo-vo musical che aprirà il 3aprile allo storico RoyaleTheatre di Manhattan.

Mario MonicelliPorta «Barbablù»al San CarloIl mitico Barbablù come me-tafora di un «serial killer». Èquesta la premessa che haspinto Mario Monicelli, regi-sta cinematografico e teatra-le, a rileggere Il castello diBarbablù di Bela Bartok chepresenterà il 3 aprile al SanCarlo di Napoli. L’allesti-mento unisce, in una sera-ta, l’atto unico di Bartok, ela ripresa di Cavalleria rusti-cana di Mascagni, semprecon la regia di Mario Moni-celli.La direzione d’orche-stra delle due opere è affida-ta a Niksa Bareza, gli inter-preti saranno Sofia Larson eClaudio Otelli.

BOLOGNA. «In questo spettacolo idanzatori recitano, gli attori danza-no». Il Woyzeck di Büchner chedebutterà all’Arena del Sole diBologna l’8 aprile, con la regia diNanni Garella, sarà un eventofuori dall’ordinario non solo peruna forte attenzione ai corpi, peril realismo duro, ma soprattuttoperché al fianco degli attori, conAlessandro Haber nella parteprincipale, ci saranno gli straordi-nari «CandoCo» Il nome vuol di-re «si può fare», «se vuoi ce lafai»: si tratta di una compagniache affianca danzatori disabili fi-sici, in carrozzella, senza gambe,con altri «non disabili» (comescrivono loro stessi). Continua ilregista: «Il rapporto tra gli attori ei danzatori si sta sviluppandogiorno per giorno, durante le pro-ve. Ho sempre cercato di lavoraresulla fisicità degli attori. Per que-sto Woyzeck la coreografa EmilynClaid e i «CandoCo» mi hannoaiutato a trovare la qualità delmovimento. Alla fine ne risulteràuna danza non danzata e una re-citazione non recitata. I danzato-ri interpreteranno personaggi:David Toole sarà Andres, il com-pagno di Woyzeck, allacciato alui, una sorta di anima, bambinae malata, che danza».

Uso estremo, forte, di corpi di-versi. Non è una trovata per cat-turare l’attenzione del pubblico?Garella risponde perentorio:«Questi danzatori, benché disabi-li, sono artisti professionisti, per-sone che attraverso l’arte supera-no i propri limiti. Il corpo saràpresentato con crudezza, masempre con la mediazione dell’ar-te. Con una precisa valenzadrammaturgica. Perché questanon è una tragedia della mente,ma dei corpi. In essa è presentetanta passione, fisicità, musica,danza. È la prima tragedia popo-lare del teatro moderno. Fa parla-re un povero barbiere di truppa.Per questo ho scelto di ambien-tarla in una contemporaneità as-soluta, nella periferia di una qual-siasi città europea d’oggi, in unmondo che gira vorticosamenteintorno al protagonista, un figliodel popolo umiliato, disumaniz-zato, ridotto a cavia, spinto al de-litto dalla miseria, dalla gelosia,dai maltrattamenti che gli inflig-gono i personaggi che hanno unqualche potere. Non solo Woy-zeck è pazzo, forse tutto il mondointorno è folle».

Büchner scrisse quest’opera nel1836. Rimase inedita e fu risco-perta nella seconda metà dell’Ot-tocento. Ma sulla sua pretesa in-compiutezza Garella ha le ideechiare: «Secondo me è frammen-taria per una volontà precisa dirappresentare caoticamente larealtà per scoprirne l’autenticità.L’ho trasportata ai giorni nostriperché credo sia giunto il mo-mento di occuparci di quello checi circonda, delle scomode perife-

rie del Sud, dimenticate, chespingono alle porte del nostro be-nessere. Con i suoi abitanti chepensano, vivono, parlano in mo-do diverso dagli intellettuali. Lospettacolo evoca una società mili-tarizzata, con un potere forte,ben riconoscibile, contagiato dalebbra morale, da viltà. Ma anchegli umili sono contagiati da que-sta stessa lebbra, crudeli con i lo-ro simili. Büchner, che oltre cheartista era rivoluzionario e medi-co, ha una visione molto precisadi una società divisa in classi.Woyzeck e la sua donna, Maria(interpretata da Sara D’Amario),vanno incontro al loro destinocome carnefice e vittima. Maria èuna brava ragazza e una prostitu-ta insieme, ma soprattutto è unadonna sbattuta nel mondo, cheha dovuto arrangiarsi. Quandopenso a questi due personaggi,mi viene in mente Pasolini. E latraduzione di Claudio Magris cioffre una lingua non borghese,asciutta. Dà corpo e voce a unmondo popolare, che abbiamocercato di far emergere anche at-traverso le canzoni, ispirate a ne-nie, canti d’amore e di lotta otto-centeschi. È una tragedia, non undramma borghese: Woyzeck eMaria vivono un tempo semprepresente, molto duro e concreto,in cui irrompe un futuro che so-miglia al destino dei greci. I dueprotagonisti gli vanno incontrocome capri espiatori, con la con-sapevolezza autodistruttiva dipersone disperate, messe nell’an-golo, che soffrono con tutta la lo-ro mente e il loro corpo una su-balternità spirituale e morale».

Si inserisce nel discorso Haber,attore istintivo, che dà a tutti isuoi personaggi, in teatro e al ci-nema, un’inflessione ingenua,uno stupore infantile: «Woyzeckè un sottoproletario, candido,buono, una di quelle persone chevanno scomparendonel nostro mondo diinduriti, in cui tutticercano di prevarica-re, in cui prevalgonol’ipocrisia, l’arrivi-smo e per il benesse-re si ammazza e sifanno le guerre. Luiviene dissezionato,squartato, ma è di-sposto a tutto per farstar bene gli altri. Percostruirlo - a me chelavoro prima sull’a-nima, sul corpo, sul-l’essere del personag-gio e poi sulle parole- mi ha fatto bene la-vorare con questidanzatori. Woyzeck è malatodentro, loro, nonostante l’ano-malia fisica, cercano di dare dipiù, di danzare, di esporsi, di es-sere. Non sono vittime della lorocondizione».

Massimo Marino

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Alessandro Haber e David Toole, in una scena del «Woyzeck». Sotto, un’altra loro immagine

In palcoscenico sulla sedia a rotelleStoria di David, ex impiegato postale

La cooperativa Nuova Scena, che producequesto «Woyzeck», ha incontrato i CandoCotre anni fa. L’anno scorso li ospitò all’Arena delSole, dove tennero incontri laboratoriali rivoltia disabili e non disabili e spettacoli con i lorostraordinari pezzi di danza, nei quali si crea

un’alchimia che trascende ilimiti fisici e mentali deisingoli danzatori. Fuungrandissimo successo.Nacque allora l’idea diquesto «Woyzeck», che hauno dei suoi punti di forza inDavid Toole, danzatore suuna sedia a rotelle, senza legambe dalla nascita. La suastoria è da raccontare.Viveva a Leeds, lavorava allaposte come impiegato,timbrando lettere. Non nepoteva più. Cercavaqualcosa di nuovo. Ungiorno vede i CandoCo,compagnia fondata daAdam Benjamin, danzatoree artista visivo, e da Celeste

Dandeker, una ballerina rimasta paralizzata daun incidente in palcoscenico. Un gruppo che,tramite la danza, lavora con chi ha problemifisici per rieducarlo al movimento, ma portaavanti anche un progetto artistico autonomo.Toole rimane folgorato. Parte per Londra, ma

non si rivolge subito alla compagnia. Troppofacile, è già un «CandoCo», deve farcela da solo,lo vuole. Si presenta ad un college dove, tra lealtre materie, c’è la danza. All’inizio gliinsegnanti sono perplessi: poi si fanno forzare ecoinvolgere dalla sua volontà e David divental’unico disabile in un corso normale. Dopo unanno approda alla compagnia di Benjamin,sviluppando un notevole bagaglio tecnico edespressivo. Toole danza con la carrozzella,aiutato dagli altri danzatori, o reggendosi sullebraccia, che sono le sue gambe, sperimentandoi confini stessi della danza contemporanea,cadendo, sostenendosi, rotolando,coniugando momento sbalorditivo edemozione. Quando danzano lui e i suoicompagni lo spettatore dimentica ladimentichi la loro differenza, sei trasportato. Direcente si è staccato dal gruppo, proponendosicome artista indipendente. È stato scelto daSally Potter, la regista di «Orlando», comeattore per un film sul tango («The tangolesson») che sarà presentato in Inghilterra inmaggio. Il lavoro per il «Woyzeck» è iniziatocon un laboratorio in Inghilterra, e staproseguendo affiancando alle normali proveuna ricerca sul movimento che coinvolgedanzatori e attori. Determinante è stato ilcontributo, per questo progetto, del BritishCouncil.

Ma. Ma.

ANTICIPAZIONE Prodotto da Rai e Angelo Rizzoli

I ragazzi della via Paal in tvAltre due fiction d’amore e d’avventura tra il produttore e Mediaset

TEATRO A Roma l’apocalittico «Giulio Cesare» dei Raffaello Sanzio

Bruto si aggira nella terra del «day after»La regia di Castellucci ricostruisce una partitura visionaria e spettrale sulla scorta della tragedia di Shakespeare.

ROMA. La Rai produrrà presto, in-siemeadAngeloRizzoli -cheha idi-ritti sul libro - I ragazzi della viaPaal. Si tratterà di una mini-serietelevisiva, come altre che sia Raiche Mediaset stanno mettendo incantiere con produttori privati.La primavera della fiction tv, la vo-gliono chiamare: sconfiggendogli acquisti miliardari di soap ope-ra e telenovelas comprate a suondi dollari. Sempre Angelo Rizzoliha annunciato ieri altre co-pro-duzioni con i due gruppi televisi-vi. Un «importante regista italia-no» è in trattativa con Mediaset eRizzoli per dirigere Lontano lonta-no, sulla falsariga del film di RonHoward, Cuori ribelli. Lì due irlan-desi (Tom Cruise e Nicole Ki-dman), una volta raggiunto il so-gno americano, si univano allaconquista del West, diventandocoloni; qui due italiani partonoper l’Australia, e nelle vastità diquel nuovo mondo si amerannosuperando le differenze di classe.Là si era alla fine dell’Ottocento,

Lontano lontano è invece ambien-tato all’inizio di questo secolo. Cisaranno «molti colpi di scena».Vagamente ispirata a L’uomo chesapeva troppo, di Hitchcock, l’altrafiction Mediaset-Rizzoli, dal titoloIl tesoro di Damasco. Un bambinoviene rapito e i genitori lo inse-guono fino in Siria, dove lo ritro-veranno: in questo caso il registasarà José Maria Sanchez. Polemi-co, Angelo Rizzoli, con l’abitudi-ne di cercare sempre all’estero te-sori: «Non c’è nessun film Usache fa gli ascolti di un MarescialloRocca, noi siamo un’alternativavalida alla fiction Usa, e inoltrequesti investimenti ci consento-no di far lavorare l’industria cine-matografica italiana che ha avutouna lunga crisi». Nel 1997, la Raiha investito per il rilancio dellafiction 193 miliardi, più 24 miliar-di per progetti speciali. Il settorein cui sembra si stiano specializ-zando, sia Rai che Mediaset, èquello delle mini-serie (anche insole due puntate).

ROMA. Ormai sono diventati uncult, i «Raffaello Sanzio», seguiticonammutolitadevozioneperquellorogustoteatraleasproecrudeledaun pubblico di appassionati (fra cuimoltissimigiovani).Verrebbequasida dire che fanno «tendenza».Di si-curo non passanoinosservati e il lo-ro ritorno al Vascello, dove - dopol’Orestea dell’anno scorso - hannoportato il loro ultimo spettacolo,Giulio Cesare, ha registrato unaplatea affollatissima e attenta fi-no allo spasimo (la prima euro-pea è invece attesissima il 12maggio al Wiener Festwochen diVienna, che ha coprodotto lospettacolo con il Kunsten FestivalDes Arts 1998 diBruxelles). C’èpoco da rilassarsi, effettivamente,in questa rilettura della tragediashakespeariana, scuoiata fino alleviscere, immersa in paesaggi dacupio dissolvi che così apocalitti-camente richiamano questa no-stra fine secolo.

Anni in dissolvenza, gravidi diincubi e visioni spettrali, che gli

affreschi della Societas RaffaelloSanzio, sotto la regia spietata diRomeo Castellucci, riportano ne-gli aspetti più crudi, con indolevivisezionatrice e implacabile di-to puntato sulle contraddizionidi una società divisa fra deboli eforti (ma forse solo apparente-mente tali), ideali della mente epulsioni delle viscere. E sullascorta di Shakespeare, che già vi-de nel Giulio Cesare un banco diprova teatrale per gli alterni bi-lanciamenti della retorica, anchei Raffaello Sanzio puntano sulleinsidie delle prospettive dialetti-che, allargando la metafora traarte e vita, artificio e recitazione.

La partitura teatrale ordiscedunque una gigantesca ragnatelaretorica intorno all’omicidio diCesare, ridotto a un ecce homo.Debole, smagrito e passivamentesuccubo del suo destino. Vecchioe vulnerabile non solo come me-tafora, ma proprio nella sua real-tà fisica, secondo le concezioniestetiche dei Raffaello Sanzio, che

suggellano i loro spettacoli conl’utilizzo di «attori» particolari.Vittima «necessaria» al duello dipotere tra Bruto e Cassio sua om-bra, da un lato, e Antonio dall’al-tra. L’uno, intento a difendere leragioni del suo parricidio con vo-ce stridula, acuita da sniffate dielio, l’altro a smascherarne le pul-sioni profonde con i toni metalli-ci da laringectomizzato. Partituradi voci contraffatte che intrecciaartifici su artifici sullo sfondoipersimbolico della scena, doveocchieggiano piedistalli con lascritta «Ars», troneggiano obesiCiceroni alla Man Ray e comparel’occhio divino e persecutorio diOdilon Redon.

Alla colpa, o meglio al corsodel destino, non si sopravvive, iRaffaello Sanzio l’avevano giàsancito nell’Orestea, e qui la sto-ria si ripete. In parte, tornano an-che molti degli episodi teatraligià frequentati dalle regie di Ca-stellucci, macchinari inquietantie semoventi, i corpi devastati (so-

prattutto nella seconda parte, adisfatta avvenuta, quando Brutoe Cassio assumono le forme lar-vali di due ragazze anoressiche,Elena Bagaloni e Cristina Berti-ni), gli scenari sconvolti.

Non tutto si concatena in que-sto Giulio Cesare, così asperso disimboli e citazioni al punto quasida smarrirsi in se stesso, preso daisuoi stessi spaventosi incanti. Siriprende nella seconda parte, do-ve la siccità apocalittica della sce-na si squarcia davanti ai passi tre-molanti delle due ragazze. Comeprosciugata di senso astratto, toc-cando terra con la fisicità estremae sconvolgente dell’anoressia (eper evocazioni, di lager, campiprofughi e di battaglia). E dove ilteatro dell’azione, scarnificato eannerito da una raffigurazionescenica post-Petruzzelli, ritornaalla sua verità. Nuda e cruda, apo-calittica e definitiva come ungraffio mortale.

Rossella Battisti

I bookmakers:l’Oscar andràa Minghella

I bookmakers inglesi della«Globet» danno al«Paziente inglese», il film diMinghella che ha raccolto12 nomination all’Oscar, laquotazione più bassa(1.80) per la vittoria nellacategoria miglior film,segno che il film è quellocon le più alte possibilità diaggiudicarsi la statuetta.Subito dopo c’è «Shine»(2.50 la sua quotazione),poi «Jerry Maguire» e«Fargo» (6.00). A «Segreti ebugie» invece, sono stateassegnate quotazionibassissime.

20SPO02A2003 ZALLCALL 12 23:10:25 03/19/97

LO SPORTGiovedì 20 marzo 1997 14l’Unità2

AtleticaLa Stramilanoil 12 e 13 aprileLa 26esimaedizionedelleStramilano si correrà il12 e 13aprile. Sabato 12 si gareggerà perla mezza maratona competitivamaschile, sulla distanza di21,097 kmper le viedel centrostoricocon partenza ed arrivo inPiazza Duomo.E domenicaquella«dei50mila» (15 km)partiràdal Duomoe arriveràall’Arena Civica. Quest’anno lacorsa saràabbinataad unalotterianazionale di 2miliardi.

Chechi: «Non pensoche andròai Giochi del 2000»«LeOlimpiadi? Levedomoltolontane». JuryChechi si senteormai più interessatoal ruolo diambasciatoredello sport che allavitada atleta. Lo ha lasciatointendere stamani, nel corso diunavisita all’istituto tecnicoromano Rosa Luxemburg,affermandoche quest’annogareggerà sicuramente ai Giochidel Mediterraneo diBari e alleUniversiadi,ma che potrebberinunciare anche aimondiali.

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Nuova ZelandaDecatleta muoredi meningiteIl decatletaneozelandeseVanceLatta è mortoa seguitodi unameningite contratta la settimanascorsa.Un altro atleta, RichardKeddel, è ricoverato, sempre permeningite, a Wellington. I dueavrebbero contratto ilvirus in unraduno aChristchurchdopo icampionati neozelandesi. Ilvelocista ChrisDonaldson, chedividevaun appartamento conLatta,potrebbeessere tra gli altripossibili contagiati.

Oliva dà «lezionidi vita ai ragazzidi Napoli»«Ai ragazzidi Napolidiròche losport è fatica e che, come lavita,ti regala vittorie, maanchesconfitteche vannoaccettatecon dignita».PatrizioOliva, unodei 94 ambasciatori dello sportnelle scuole scelti in baseall’intesa siglata traConieGoverno, ha già le ideechiare. Lasua missione tra gli studentinapoletanicomincerà dopoPasquanegli istituti deiquartieriad «alto rischio».

Ansa

Luciano Gaucci ancora unavolta al centrodell’attenzione, questavolta per il caso Kocic. Neigiorni scorsi infatti ilportiere croato, in rottacon Scala che gli hapreferito Bucci, non avevaaccettato le proposte delPerugia di rescindere ilcontratto in via«temporanea», ed essereceduto all’estero in cambioun prolungamento del suoaccordo fino al 2000.Questa soluzioni avrebbecosì permesso a Scala dischierare il suo quartoextracomunitario, ildifensore Mijalkovic. Cosache il presidente delPerugia, un po‘innervosito, hasottolineato: «È stato unatteggiamento antipatico -ha spiegato Gaucci - ancheperché Mijalkovicdomenica prossima ciavrebbe fatto comodo.Fino ad oggi Kocic hagoduto di libertà nonpreviste: uno che prende70-80 milioni di lire distipendio ogni mese nonpuò essere “libero” dalvenerdì al martedì mattinacome accadeva negli ultimitempi. Gli piacerebbe farela bella vita e prendersi isoldi! Se guadagni devianche lavorare». Gauccipoi ha commentato conironia la decisione dellasocietà di far allenare «duevolte al giorno, tutti igiorni» il croato: «Non c’ènessuna ritorsione verso dilui, ma mi sembra normaleche i giocatori debbanoallenarsi anche didomenica. Kocic deveessere pronto a scendere incampo in qualsiasimomento e non credo chesi debba fare un caso se siallena la domenica: anche igiocatori utilizzati incampionato sonoimpegnati per tutta lagiornata».

Caso KocicGauccinon «punisce»il croato

CALCIO MERCATO Il Barcellona smentisce la Lazio: mai trattato con Cragnotti la cessione di Ronaldo

Baggio chiama la RomaL’Inghilterra tenta Berti

GULLIT A MILANO

«Né Zolané Viallilascerannoil Chelsea»

20SPO02AF02

Sensi scatenato: perdeFink, cerca Guardiola

MILANO. Una scappata nella cittàdoveèstatocampione,nonpermo-tivi sportivi ma sentimentali: lui intuta sportiva e maglia nera, con lestampelle per la gamba ingessatadopo un infortunio di gioco con ilChelsea; lei in tailleur panna. SonoRuudGulliteCristinaPensa,maritoemoglieai tempidelMilansacchia-no, incontratisi a palazzo di Giusti-zia per la lite, a porte chiuse, sulla«gestione»deiduefigli finitaconunprimo compromesso -malaverten-za giudiziaria continua - sulle reci-proche visite a Milano e Londra do-ve l’ex fuoriclasseolandeseviveconEstelle Cruijff, diciannovenne ni-pote di Johan, il campione del-l’Aiax, e che Gullit sarebbe in pro-cintodisposare.

Silenzioso lui, più polemica lei, idue si sono ignorati in tribunale.Gullit è diventato tuttavia loquaceparlando del Chelsea e degli «italia-ni». «Non c’è nessuna possibilitàche Gianluca Vialli e GianfrancoZola tornino in Italia» ha detto l’al-lenatore-giocatore rispondendo adunadomandasucosapensassedellevoci di un possibile rientro di uno odientrambi igiocatori inItalia.Gul-lit siè fermatoneicorridoidelpalaz-zo di Giustizia, sezione civile, esnobbando la moglie ha aggiuntoriferendosi in primo luogo all’ex ju-ventino: «Secondo me non è possi-bile che Gianluca lasci il Chelsea.Viallivuolestare inunasquadrachevince e il Chelsea sta vincendo.Vialli è fondamentale per la nostrasquadra».

Anche l’ipotesi di un rientro diZoladall’avventuraingleseèritenu-ta da Gullit impossibile. «Se c’èqualcuno in Italia che lo vuole, perme è un complimento. Vuol direche il mio lavoro è stato buono. DanoiZolastabene,io l’hofattogioca-re in un ruolo diverso e in un mododiverso, che lo hanno valorizzato.Oratuttidiconocheèancorpiùbra-vo. Quindi, perché dovrebbe torna-re in Italia?». Nessuna possibilitàanche di un ritorno in Italia dellostesso Ruud Gullit. «Sto bene dovesono-hadetto-perorapensoapor-tare a termine questa stagione chemistadandomoltesoddisfazioni».

Fumata nera. Non ha avuto esito il viaggio della Roma inGermania per chiudere la trattativa per l’acquisto di ThorstenFink, 30enne mediano del Karlsruhe. Il vicepresidente giallorossoDi Martino e il direttore sportivo Perinetti hanno incontrato ilprocuratore del giocatore, proponendo un contratto biennale. Ilclub tedesco ha invece chiesto qualche giorno di tempo perriflettere. La Roma è però in dubbio, considerata l’età delgiocatore e il costo del cartellino (Sensi non vorrebbe spenderepiù di due miliardi). Il club giallorosso ha intanto manifestatoapertamente al procuratore dello spagnolo Guardiola la volontàdi trattare, in caso il centrocampista scelga di svincolarsi dalBarcellona sfruttando la clausola liberatoria contenuta nel suocontratto. L’obiettivo viene considerato dagli stessi dirigentigiallorossi difficile. In realtà, pare che il centrocampista catalanostia facendo il classico giochino al rialzo con il Barcellona,sfruttando l’interesse degli altri club. Il vero obiettivo diGuardiola sarebbe quello di restare a Barcellona, ma con lostipendio più alto.

Roberto Baggio in azione Dal Zennaro/Ansa

ROMA. Dopo gli attaccanti, ilmerca-to del pallone spalanca le sue vetrinesui centrocampisti. Se il brasilianoRonaldo si allontana dai sogni la-ziali («Non si muoverà da qui - di-cono furibondi a Barcellona - e co-munque la trattativa con il club ro-mano è inesistente») sull’altrasponda del Tevere si infittiscono levoci sulle mosse della Roma. Raf-freddamento per Fink (la trattativaè più complicata del previsto), e in-tanto il presidente Sensi ha promes-so altri colpi, compreso uno scoop.Fonti vicine alla Diadora, potentenuovo sponsor tecnico della Roma,giurano si tratti di Roberto Baggio.La star giusta, forse, per far sognareuna tifoseria che invoca il grandenome. Ma Sensi, che due anni fa af-fermò di non essere interessato algiocatore, continua a smentire: so-stiene che le sorprese saranno altre.Trattativa comunque da tenered’occhio. Il giocatore, fatto impor-tante, gradisce la soluzione-Roma.Ha capito che l’affare-Napoli è qua-si tramontato e in Italia non ha

molte possibilità di scelta. Emigrarenon lo entusiasma, troppo duri icampionati inglese e spagnolo. Do-po le esperienze in Fiorentina, Ju-ventus e Milan, Baggio potrebbesbarcare nella Capitale. La Roma,tra l’altro, ha bisogno di giocatori diclasse. Nel frattempo, il numerouno della Roma ha bloccato Assun-çao, brillante regista del Santos, l’exsquadra del mitico Pelè. Unica con-troindicazione, oltre al passaportoevidentemente extracomunitario:Assuncao non ha ancora ventunanni.

Intanto, a proposito di brasiliani,il Napoli può annunciare il primoacquisto per l’anno prossimo: Ama-ral, il mediano che ha fallito a Par-ma, ma che Ferlaino crede di poterrilanciare sul Golfo. Intanto, il Not-tingham Forest, non contento delfallimento di Silenzi, tenta NicolaBerti con un’offerta di quelle chenon si possono rifiutare: due miliar-di netti l’anno per tre stagioni, dasubito. Imminente la risposta del-l’Inter, che potrebbe clamorosa-

mente decidere di mollare il gioca-tore di qui a una settimana: il 27marzo, infatti, si chiudono anche igiochi dell’interminabile mercatoinglese. Sempre dall’Inghilterra è inarrivo un’offerta dall’Everton per lojuventino Di Livio (due miliardi al-l’anno per tre stagioni), mentre laprossima settimana il procuratoredi Moriero incontrerà i dirigenti diManchester United, Tottenham eCoventry.

Decidono le società, per ora, aMilano come a Napoli. Gli allenato-ri attualmente al libro paga nonhanno voce in capitolo. Hodgson eSimoni hanno destinazioni già de-finite: il primo al Blackburn, il se-condo proprio all’Inter, che lo hapreferito anche a tecnici di nomepiù fascinoso ma probabilmentetutt’altro che superiori per qualitàeffettive. Ma proprio Simoni è alcentro di una situazione paradossa-le. Le ultime vicende napoletanemettono a rischio la sua panchina:potrebbe saltare in caso di sconfittaal San Paolo con la Juve. Il patron

Ferlaino avrebbe già pronta la solu-zione: Ottavio Bianchi, il quale or-mai preferisce fare il manager, mache in nome dell’amicizia che lo le-ga al Napoli e a Ferlaino potrebbeaccettare due mesi di «sacrificio». Ilsupermarket degli esperti, o presun-ti tali, da piazzare in panchina, nonoffre per la verità grande merce. Mai presidenti sembrano intenzionatiad affacciarvisi lo stesso. Mezza se-rie A, forse qualcosa di più, cambie-rà guida tecnica. Di Inter e Napoliabbiamo detto. Della Lazio, che hapreso Eriksson da oltre un mese, sisa già tutto. Mutamenti obbligatialla Samp, dove Tabarez è favoritosu candidature interessanti comequella di Malesani del Chievo. AlNapoli, specie se i nuovi misteriosipadroni del Torino inseguirannosoluzioni più clamorose, arriveràSandreani. L’Udinese al posto diZaccheroni sceglierà tra lo stessoMalesani, Galeone e Zeman. Daseguire con attenzione le mosse delVicenza, che ha bloccato Pillon delTreviso, dove Guidolin può costi-

tuire l’àncora di salvezza dei presi-denti che si muoveranno solo al-l’ultimo minuto. E cioè Cecchi Go-ri, se Ranieri continuerà a non for-nirgli certezze, e forse addiritturaSensi, se il rendimento di CarlosBianchi (e soprattutto il suo rap-porto con lo spogliatoio) rimarràcosì incerto anche nelle prossimegiornate. Di sicuro c’è che Lippi, ilnuovo sogno (per ora vano) deglisquadroni stranieri, rimarrà alla Ju-ve; Scala al Perugia (ma bisogna ve-dere che cosa accadrà in caso di re-trocessione); Mondonico (per treanni) all’Atalanta; Mazzone al Ca-gliari; Ulivieri, che ha ricevuto al-meno tre grosse offerte (una dellaFiorentina) al Bologna.

Un vero rebus il futuro del Milan,dove Fabio Capello, già in parolacon Silvio Berlusconi, può rischiaredi subentrare a un Arrigo Sacchiforse capace di raddrizzare la barcarossonera dopo una partenza disa-strosa.

Stefano Petrucci

Coppa delle Coppe, vigilia di indifferenza a Firenze per il retour-match contro il Benfica (Raidue ore 20,45)

E Batistuta fa il «tifoso» via radio Tariffe di abbonamentoItalia Anuale Semestrale7 numeri L. 330.000 L. 169.0006 numeri L. 290.000 L. 149.000Estero Anuale Semestrale7 numeri L. 780.000 L. 395.0006 numeri L. 685.000 L. 335.000

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Supplemento quotidiano diffuso sul territorio nazionaleunitamente al giornale l’Unità

Direttore responsabile Giuseppe CaldarolaIscriz. al n. 22 del 22/01/94 registro stampa del tribunale di Roma

DALLA REDAZIONE

FIRENZE. Indifferenza o giù di lì. Ilclima chesi respiraaFirenzeallavigi-lia del match di stasera contro il Ben-fica non è certo quello delle grandioccasioni. La «colpa» (forse) è del ri-sultato dell’andata. Un 2-0 che ga-rantisce alla Fiorentina una corsiapreferenziale verso la semifinale diCoppa delle Coppe e le voci di crisidiffusa che sembra essere diventatauna compagnia fissa della squadraportoghese. In realtà le ragioni prin-cipali sono da ricercare altrove. Alcammino decisamente insoddisfa-cente in un campionato dove i violainanellano una delusione dopo l’al-traedovelepossibilitàdi riagguanta-re l’Europa sono ormai ridotte al lu-micino. Da qui la freddezza che la ti-foseria sta mostrando nei confrontidella squadra rea, fra l’altro, di avernegato ai quattromila aficionadosche si erano sobbarcati il viaggio a Li-sbona un benchè minimo segno diringraziaziamento dopo l’impresadellagaradiandata.C’èpoi lafamosa

lettera, fatta recapitare ai giocatori (eforsenonsoloaloro)violadaVittorioCecchi Gori attraverso le colonne deLa Nazione dove il presidente-tifo-so si è sentito deluso del compor-tamento della squadra nella parti-ta persa contro il Milan, con i de-stinatari che non hanno commen-tato per via del perdurante silenziostampa.

C’è però chi, come capitan Bati-stuta, si è divertito a fare un appel-lo ai tifosi perchè stiano vicini allasquadra, sotto falso nome. È acca-duto nel corso della trasmissioneradiofonica «Crazy viola» in ondasulle frequenze di Radio MonteSerra, un’emittente fiorentina. Nelcorso del programma c’era chi, instudio, si divertiva a fare l’imita-zione di Giancarlo Antognoni, di-rettore generale viola, risponden-do in diretta alle telefonate. Una diqueste è arrivata da un «tifoso»chiamato Paolo, che in realtà eraGabriel Batistuta (inconfondibilel’accento della sua voce) che chie-deva al falso Antognoni un com-

mento alla lettera di Cecchi Gori eche invitava i tifosi a sostenere lasquadra.

Nel bel mezzo di questo climache non si può certo definire idea-le, c’è Claudio Ranieri che nonpensa affatto di avere la semifinalein tasca. Il suo unico pensiero ri-guarda il Benfica che stasera (ore20,45 diretta su Raidue) scenderàallo stadio «Franchi» senza «avereniente da perdere». Poco lo inte-ressano le voci sulla crisi dellasquadra di Manuel Josè. «Sarà co-munque una partita difficilissima -dice Ranieri - perchè per il Benficasi tratterà di una vera e propria ul-tima spiaggia. in questi giorni aimiei giocatori ho detto e ripetutodi scordare il 2-0 dell’andata. Dob-biamo scendere in campo come sedovessimo essere noi a inseguire.Dico questo non perchè penso chela mia squadra non sia in grado dicapitalizzare il vantaggio, ma per-chè è questa la mentalità che mipiace e che piace anche ai mieigiocatori». In particolare Ranieri

teme Valdo («Uno che ha il teleco-mando ai piedi») assente nella garadi andata. Ma guai a chiedergli seper arginare il brasiliano pensi auna marcatura a uomo. «Ci ho giàpensato, ma non ve lo dico». Allo-ra ecco che diventa come vincereun terno al Lotto indovinare laformazione anti-Benfica. Già al-l’andata era accaduto una cosa si-mile con i giornalisti che improv-visarono una «riffa», ma nessunoriuscì a indovinare (il massimo fuun dieci) gli undici uomini che poiscesero in campo. Stessa situazionein vista della partita di stasera. Sipossono solo fare delle ipotesi.Toldo (che ha smaltito l’attaccofebbrile) fra i pali. Davanti a luiuna difesa con Carnasciali, Padali-no, Falcone e Serena. A centrocam-po Piacentini, Bigìca, Rui Costa eSchwarz, con Batistuta e Baiano dipunta. Non sono però escluse sor-prese. Ranieri in questo è un mae-stro.

Franco Dardanelli

Cosìle squadrein campo

Leformazioni:Fiorentina: 1 Toldo, 2 Car-

nasciali, 19 Padalino, 16 Fal-cone, 3 Serena, 4 Piacentini,10 Rui Costa, 7 Schwarz, 23Robbiati, 9 Batistuta, 8 Baia-no. (22 Mareggini, 5 Amoru-so, 17 Pusceddu, 20 Bigica, 11Oliveira).

Benfica: 1 Pred’homme, 3Jorge Soares, 2 Tahar, 5 Ber-mudez, 23 Edgar, 6 Jamir, 19Bruno Caires, 28 Hadrioui, 10Valdo, 8 Joao Pinto, 14 Ma-rinho. (12 Brassard, 17 PedroHenriquez, 11 Panduru, 20Iliev, 29 Akwa). Arbitro: MarioVan der Ende (Olanda).

20VAR02A2003 20SPO02A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 12 21:44:52 03/19/97

LINEE e SUONIGiovedì 20 marzo 1997 12l’Unità2

La realtàdei dischi,la realtàdella stradaLe morti violente diNotorius B.i.g. e di 2PacShakur hanno aperto undibattito intenso nellacomunità nera e tra chisegue le vicende dellacultura hip-hop, sulladirezione intrapresa dal rap,e sulle sue conseguenze. Si èparlato delle connessioni trai due omicidi, di comeNotorius, detto «Biggie»,potesse essere in qualchemodo coinvoltonell’uccisione di 2Pac,perché i due, con le loroetichette discografichedietro, erano ferocementerivali. Ora, il gioco della«rivalità» nel rap è diventatain questi anni unaconsuetudine. Rivalità tra laEast Coast e la West Coastprima di tutto, tra i rappersdi Los Angeles e quelli diNew York, spesso giocatasulla falsariga di quella tra legang che si battono perspartirsi il territorio o percontrollare lo spaccio delladroga. Sfide verbaliall’ultimo sangue, zeppe diarmi, agguati, sanguesull’asfalto, racconti presi dipeso dalla realtà dellastrada, dei ghetti. Una lungatradizione, iniziata anni facon gli scontri tra KRS-One,rapper newyorkesefortemente politicizzato asinistra, e Mc Shan, oppuretra LL Cool J contro KoolMoe Dee. Ma nessuna diqueste rivalità si era maiconclusa con la morte.«Quella linea non era maistata oltrepassata» scriveDawton Thomas sullepagine di «Vibe».«I consumatori - scriveancora Thomas - pensanoche i rappers possanodavvero prendersi apistolettate comeminacciano nei loro dischi.Ma non è più così. Non c’ènessuno a gridare “taglia!”quando la scena finisce, perpoi lavar via il sangue finto egirare la prossima scena». Lemorti di Biggie e 2Pachanno segnato questonefasto salto di qualità: lepallottole ora non volanopiù solo nelle rime, maferiscono carne vera, euccidono sul serio. C’è chi,per questo, invita a noncomprare più dischi digangsta-rap per costringereil mercato a non produrrepiù questi artisti. Chi puntail dito sull’ipocrisia deimedia e dell’industria rap. Echi avverte: la nuovagenerazione del rap stanascendo su queste radici,ascoltando «questi» dischi.Cambiamo strada, primache sia troppo tardi.

Alba Solaro

Brooklyn, alla cerimonia commemorativa di Christopher Wallace tanta gente e tanta tensione

Ritmi, canti, balli e dieci arrestiCosì il funerale rap di Notorious BigLa MTV ha annunciato di conoscere l’identità del suo assassino. La polizia martedì pomeriggio è intervenuta per disperde-re una trentina di ragazzi e ragazze che avevano invaso la strada. In carcere anche una reporter del New York Times.

In tour con gli U2RaM sosterrannogli zapatistiSaranno i Rage Against theMachine i supporter ufficialidel tour americano degli U2(che attraverserà il continen-te dal 25 aprile al 16 maggio):è stato un portavoce dellaband a dare ieri l’annuncioufficiale. Ma c’èdipiù: lostes-so portavoce ha spiegato cheil gruppo - noto per le sue po-sizioni politiche radicali - de-volverà i profitti del tour a va-riecausepolitico-umanitarie.Una parte dei soldi sarà desti-nataalFronteZapatista.

Rolling StonesIn studiocon Don WasI Rolling Stones stanno pro-vando i pezzi del loro nuovoalbum a Whiskeytown, nelNorth Carolina: in cabina diproduzione si è già sistematoDon Was e secondo alcunevoci altri collaboratori po-trebbero essere sia Babyfacesia i Dust Brothers. Ignoto, almomento, il titolo del disco.Sisainvecechelaband,primadell’estate,partiràperuntourmondialechedureràunannointero.

Guns N’ RosesUn po’ di technonel nuovo albumÈ probabile che sia il magodellatechnoMobyaprodurreilnuovodiscodeiGunsN’Ro-ses. La ragione sarebbe la suarecente amicizia con Axl Ro-se, chegli sta facendo ascolta-re a Los Angeles i provini deipezzi.

Counting CrowsLa miglior paginaWeb di musicaSecondo un sondaggio tele-matico condotto da « unfUR-Led» (http://www.unfurle-d.com/results.html) la mi-gliore pagina musicale Web èquella dei Counting Crows(http://www.countingcro-ws.com/). Il sito non «uficia-le» più votato è stato quellodei Soundgarden (http://www.sgi.net/soundgarden/).

Bono e The EdgeUna canzonededicata a SinatraUn brano degli U2 dedicato aFrank Sinastra. Si intitola«Two Shots Of Happy, OneShot Of Sad» ed è stato scrittoe inciso da Bono e The Edge.L’idea è venuta a Bono che èdiventato amico di Sinatradai tempi della loro collabo-razione nell’album «Duets»(«I’ve Got You Under MySkin») di The Voice. Bono eThe Edge, comunque, hannofatto sapere che non pubbli-cherannoilbranofinchénonavranoilconsensodiSinatra.

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I funerali di «Notorius B.I.G.» e l’arresto della giornalista del New York Times Julia Campbell Ansa-Ap

NEW YORK. È scoppiato il pande-monio martedi pomeriggio ai fune-rali di Christopher Wallace, aliasThe Notorious B.I.G., alias BiggieSmalls, una delle star del rap piùamate, ucciso dieci giorni fa inun’agguato a Los Angeles. Mentreun carro funebre con il cantantepercorreva le strade della sua nativaBrooklyn, una folla di migliaia difan o semplicemente gente delquartiere lo ha commemorato bal-lando, salutandola pattuglia di rap-perchefacevapartedelconvoglio,einfine entrando in collisione con lapolizia, decisa a trattare l’eventoco-me una rivolta urbana. Bilancio delpomeriggio:dieciarresti,tracuiunagiornalista delNew YorkTimes, set-teagenti feriti, esettemacchinegra-vementedanneggiate.

La folla aveva cominciato a riem-pirelestradeversole10delmattino,nel quartiere ghetto di Bed-Stuyve-sant, dove il ventiquatrenne can-tante è nato e cresciuto fino a quan-dononhafattoisoldiesiètrasferitoin periferia in una villa con garage egiardino. Contemporaneamente,la funzione vera e propria si svolge-va in forma privata «uptwon», neiquartieri alti di Manhattan, dove sitrovano le pompe funebri più ele-ganti.

All’entrata della cappella, un or-ganista suonava «I will always loveyou» per salutare l’ingresso di altrestar del rap: Queen Latifah, SisterSouljah, Flavor Flav, Lil‘ Kim, Dr.Dre,PepadiSalt-N-Pepa,MaryBligeeSpinderella.

Tra i 350 invitati c’era anche l’ex-

sindaco nero di New York DavidDinkins. Vestito completamente dibianco, dal doppiopetto al cappel-lo, il corpo da 150 kili di BiggieSmalls riposava in una bara scoper-ta. Faith Evans, la sua ex-moglie,hacantato un gospel, ma il sermone èstato di Sean «Puffy» Combs, presi-dente della casa discografica BadBoy Entertainment. La madre, Vio-letta Wallace, ha letto dei passaggidella Bibbia. Poi unacorteo funebreè partito per Brooklyn, l’auto conBiggie in testa,otto limousine e unatrentina di auto al seguito, con duecadillac nere coperte di fiori e il no-meBIGcompostodagarofanirossi.

Perquattroorela folladeifanave-va atteso il corteo. C’erano donneanziane, uomini e bambini pazien-ti,maanchetanti,tantiadolescenti.

Leautosonoarrivatealle2delpo-meriggio, in ritardo, hanno sfilatovelocemente e sono scomparse do-po pochi minuti. I rappernelcorteosonostati riconosciutiesalutati,mala loro presenza ha solo contribuitoad entusiasmare ulteriormente igiovaniammiratori.Unpaiodidoz-zine di ragazzi hanno cominciato aballaree cantareal suono degli alto-parlanti di un negozio di dischi,usandocomepiattaformaitettidel-leautoparcheggiateperstrada.

La polizia è intervenuta, e per di-sperderlihaspruzzatodegli irritantisulla folla, colpendo una bambinadi tre anni e una reporter del NewYorkTimes,JuliaCampbell.Ladon-na aveva già litigato con gli agentiche le avevano chiesto di allonta-narsi, nonostante fosse provvista

del tesserino stampa che permettedi passare oltre le barricate della po-lizia. Sono volati degli insulti, e laCampbell è stataarrestata conqual-chealtroresidentedelquartiere.

Niente di molto grave, insomma.L’incidente era quasi annunciato,data la tensione che normalmenteesiste per le strade di New York, do-ve la popolazione nera non ha fidu-cianèmoltorispettoperleforzedel-l’ordine, che a loro volta sono spes-so colpevoli di maltrattamenti neiconfronti degli abitanti dei ghetti.L’adorazione della folla per un per-sonaggio come Biggie Smalls, da ra-gazzo un trafficante di droga rein-ventatosi artista di successo, ha di-mostrato ancora una volta quantosia importante per chi vive in quar-tieripoveri edisperati la redenzioneottenuta grazie alla fama e alla ric-chezza.Perquestopiùchelagrimesisonovistecelebrazioni.Enessunosiè particolarmente stupito che i so-spetti della polizia di Los Angelessull’assassino di Biggie sembrinoconcentrarsi su membri della gangdei Crip che gli facevano da guardiadel corpo, econ iquali il rapperave-vaungrossodebito.

Seimesi faTupacShakur,unaltrogrande del rap, era stato ucciso incircostanze analoghe. La MTV haannunciato di conoscere l’identitàdel suo assassino: sarebbe OrlandoAnderson, anche lui un Crip, dellagang cioè nemica dei Blood, che so-no legati alla Death Row Record, lacasadiscograficadiShakur.

Anna Di Lellio

Mostra a Roma«Cinema& rock»

Siete appassionatidi musica classica, oppure vidilettatecol computerma non conoscetegranchéi grandicompositori? Inentrambi i casi la «GuidaallaMusica Classica» può solleticare ilvostro inte-resse. Si tratta di unavera e propria bancadatimultimediale su compositori e opere, dallametàdel diciassettesimosecolo ai giorninostri (discre-ta, considerando che si tratta diun’opera «per lemasse» la presenza dei musicistidelNovecento).Il Cd contiene schede e biografie dicirca 60com-positori, econsente di ascoltare più di 200 branimusicali: si trattadi «files» di media qualità audioche durano circadue minuti ognuno. Ci sono an-che 5videoclips, mafrancamentesi potevanoevi-tare. L’interfaccia dinavigazione è unpo‘com-plessa, maben fatta: sipuòcomodamentenaviga-re attraverso i compositori, le composizioni, lacronologia e le esecuzioni. È possibile anche crea-reuna sequenza personale di esecuzioni, sceglien-do i brani e il loro ordinesulla base di differenticriteri. Ci pare indefinitiva un buon prodotto -magari consigliabile a chi siavvicina per la prima

volta alla musica classica -limitato però dalla«tecno-logia» oggi disponibile:perchè più di tanti branimusicali, suun dischettomultimediale, non cipos-sono proprio stare.

[Fulvio Orlando]

È veramentesorprendente cimentarsi nel far crescereuna creatura «software», insegnandoglia parlare, adusareoggetti, a mangiare, dormire, giocare: questoèl’eccezionale «Creatures». I «Norn», strani animalinicapaci di apprendere, sono i veri protagonistidi que-sta simulazioneveramente innovativa, il cui scopoèfar crescere sane queste simpatiche creature (a metàstrada tra unoscoiattoloed un criceto) in grado di«provare» sensazioni come fame, dolore, frustrazio-ne, attrazione sessuale.Le possibilità di interagireèdavvero notevole: nessuna di queste creatureè stataprogrammata, e ogni Cd contiene un gruppodi Norncompletamente«unico». I Norn fanno le loro scelte,imparanodaglierrori, e hanno una propria volontà.Si potrà guidarli nel corso della loro vita, aiutandolinei momenti difficili e in quelli felici. Quandodiven-tano adulti, possono riprodursi e trasmettere ilpatri-monio genetico-personale ai figli.Non è tutto facile:il Norndeve essereprotetto dapericoli, malattie e ve-leni, gli si deve insegnare cosaè benee cosaè male,cosa è pericoloso ecosa èpiacevole. Il tutto in unmondo virtuale con posti da visitare (e alcunida evi-

tare), con cibo ma anche ne-mici. Non manca, infine, lapossibilitàdi collegarsi - viaInternet - a una pagina Web,dove si potranno leggere leultimenovità e scambiareinformazionio Norn.

[Roberto Giovannini]

«Multivisioni, cinema &rock». È il tema di unamostra, allestita stasera alGoa, ai Mercati generali aRoma. Saranno esposte lefoto di Fabio Lovino, i suoilavori attorno ai ritratti diWilly de Ville, Robert DeNiro, Nanni Moretti,Dennis Hopper,Margherita Buy, TildaSwinton (il cui ritrattoriflesso su una serie dispecchi fa da locandinaalla mostra) e tanti altri. Leimmagini sarannoproiettate sulle pareti dellocale. La colonna sonoradella mostra - in un localeche tradizionalmentediffonde musica techno -sarà decisamente rock.Scelte dallo stesso FabioLovino. La mostra resteràaperta fino al 4 aprile.

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GIOVEDÌ 20 MARZO 1997

EDITORIALE

Senza democraziala Chiesa rischia

di tornare indietro

NICOLA TRANFAGLIA

SportCOPPA CAMPIONIJuve, due golal Rosenborged è semifinaleDopol’1-1dell’andataibianconerisuperanoper2-0inorvegesi.SegnaZidane,poial900

ilrigoredellasicurezzaStaserainCoppaCoppeFiorentina-Benfica

RUGGIERO DARDANELLI

ALLE PAGINE 13 E 14

D EVO CONFESSAREsubito che non melo aspettavo. Le pa-role di mons. Ennio

Antonelli, segretario gene-rale della Conferenza epi-scopale italiana, a proposi-to del fatto che «una chie-sa democratica nel sensomoderno della parla non èuna chiesa cattolica maprotestante» mi hanno as-sai colpito.

Mons. Antonelli parlavaa proposito del caso deiperiodici dell’editorialeSan Paolo (a cominciareda Famiglia Cristiana) edel recente commissaria-mento dell’ordine dei Pao-lini da parte del Papa e hasentito il bisogno non sol-tanto di ribadire il fattoche i vescovi hanno sem-pre l’ultima parola ma an-che di insistere sulla diffe-renza tra due confessionicristiane che pure da tem-po collaborano per l’unitàecumenica, come a direche la concezione moder-na della democrazia puòconciliarsi con la confes-sione protestante, non conquella cattolica.

L’affermazione è gravis-sima. Innanzitutto perchéva assai oltre il primato delpapa e, dunque, dei vesco-vi in materia teologica e difede (che era il senso tradi-zionale noto a tutti) e sipone con decisione controuno dei principi fonda-mentali della società con-temporanea o almeno diquella parte della societàcontemporanea che, crol-late le vecchie ideologiedell’Ottocento e del primoNovecento, tende a ritro-varsi nell’accettazione diun’ideologia comune chepoggia appunto sulle re-gole della democrazia.

I N SECONDO LUOGOperché eleva il princi-pio di autorità (diun’autorità dogmatica,

che non ammette discus-sioni) su ogni altro princi-pio e impedisce quella di-scussione che pure ha fattoprocedere la Chiesa catto-lica lungo il cammino del-l’accettazione non di tuttala modernità ma di tuttauna serie di regole e di

comportamenti che han-no reso possibile il dialogoe la collaborazione in ognicampo tra cattolici e laicinella società, e in partico-lare di quella italiana. Nonè un caso che cattolici de-mocratici, da tempo schie-rati nella coalizione di cen-trosinistra come Luigi Pe-drazzi e Pietro Scoppola ri-tenuto «inquietante» la vi-cenda, che un vescovo co-me mons. Luigi Bettazziabbia espresso preoccupa-zione per quanto sta acca-dendo ai Paolini, che rivi-ste come Il regno giudichi-no la storia come «triste eben più grave degli scontriideologici ed ecclesiologicidegli anni Settanta». C’è,in altri termini, l’inquietu-dine di un mondo cattoli-co assai vasto che vede leaffermazioni di mons. An-tonelli e il commissaria-mento dei Paolini come ilsegno allarmante di un ri-torno all’indietro che è incontrasto con tutto quelloche si è fatto ed è accadu-to negli ultimi decenni.

E QUESTO AVVIENEproprio mentre si stadiscutendo una legge

che vuol stabilire - pur tramolte critiche di una partenotevole del mondo laico -la parità tra scuole statali escuole cattoliche. Del restonon è un caso che i vesco-vi abbiano espresso il loroscontento rispetto all’arti-colo 4 della nuova leggesulla parità che stabiliscel’obbligo dell’abilitazionee del concorso per i do-centi di tutte le scuole, af-fermando con ciò di volercontinuare a scegliere gliinsegnanti delle scuole cat-toliche in modo del tuttoarbitrario, come è sempreaccaduto finora.Ma si può,da una parte, chiedere laparità di trattamento trascuole pubbliche e privatee dall’altra non sottostarea garanzie oggettive nelreclutamento degli inse-gnanti? A me pare propriodi no.

TORINO CALCIODue bancheamericanetra i nuovi sociPresentati ieri i nuoviazionisti del TorinoA fianco di una cordatadi imprenditori genovesidue banche d’affari Usa:la Merryl Linche la Banker Trust.

MICHELE RUGGIERO

A PAGINA 15

CALCIOMERCATOÈ partitoil gran valzerdelle panchineTabareztornainItaliaevaallaSamp,Zemanall’UdineseeZaccheronialNapoli?SonoquesteleultimenovitàsulfrontesemprecaldodellepanchinediA.

STEFANO PETRUCCI

A PAGINA 14

RissaRap

RissaRap MILANO-S. REMO

La garavistada Eddy MerckxLa Milano-San Remo,la più classica tra leclassiche del notrociclismo raccontatada Eddy Merckx, per bensette volte trionfatoredella gara di primavera.

DARIO CECCARELLi

A PAGINA 15

Incidenti e arrestiai funerali

di Notorious Big

Incidenti e arrestiai funerali

di Notorious BigA. SOLARO e A. DI LELLIO

A PAGINA 12

L’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità: una scoperta storica

Una nuova cura debellerà la Tbc«Nei prossimi dieci anni almeno dieci milioni di persone in tutto il mondo saranno salvate dalla morte».

Era uno dei più importanti maestri dell’arte contemporanea

Addio a Willem de KooningAveva 92 anni. Nell’89 un suo quadro fu venduto all’asta per 20,6 milioni di dollari.

Una nuova strategia contro latubercolosi. L’annuncia l’Orga-nizzazione mondiale della sani-tà, secondo la quale il metodoDots (sigla inglese che sta per«trattamento di breve durata os-servato direttamente»), se appli-cato in tutto il mondo, consenti-rà di salvare neiprossimidiecian-ni qualcosa come 10 milioni divite umane, dimezzando il tassodi crescita dell’infezione, attual-mente dell’ordine dei 6-8 milionidinuovicasiognianno.

Una rivoluzione terapeuticache l’Oms paragona per impor-tanza alla scoperta del batteriodella Tbc da parte di Robert Kochnel 1882. Il nuovo metodo - giàapplicato in via sperimentale,con ottimi risultati, a New York,in Perù, in Tanzania e in Indone-sia, dove vive il 10% di tutti i ma-lati di tubercolosi del mondo -consiste nella somministrazioneper sei mesi di dosi giornaliere di

un’associazione di quattro far-maci. Poco costosa (un centinaiodi dollari per malato), la terapia ènuova non tanto per la scelta deifarmaci, tutti già noti e in uso datempo, ma perché gli operatorisanitari controllano personal-mente che i malati prendano ef-fettivamente ogni giorno le me-dicine. Ciòconsentedi evitare in-terruzioni premature della curache,oltrea condannare ilmalato,provocano lo sviluppo diceppidibatteri resistentiagliantibiotici.

Le percentuali di successo conil metodo Dots vanno dall’85 al95%: un progresso di grande im-portanza contro la malattia infet-tiva più diffusa nel mondo, inpreoccupante crescita da alcunianni anche nei paesi dell’Europaorientale e - in alcuni casi - ancheoccidentale.PIETRO STRAMBA-BADIALEA PAGINA 7

Willem de Kooning, considera-to uno dei più grandi artisti con-temporanei, di fatto uno dei pa-dri della corrente dell’espresioni-smo astratto, è morto ieri a NewYork all’età di 92 anni. Nato aRotterdam nel 1904, de Kooningseguì studi d’arte in Olanda, manel 1926 si trasferì negli Usa. Lasuaopera, chespaziòdall’astratti-smo puro alla «action painting»,influenzò numerosissimi artistidellaNewYorkSchool.

Dipingere «è oggi un modo divivere, uno stile di vita, un mododi parlare», disse in un seminarioal Museo di Arte moderna di NewYorknel1951.Nonacaso il titolodel suo intervento era «Cosa si-gnifica l’arteastrattaperme».

De Kooning passò dal bianco enero di «Piazza di notte» (1950-51) alla coloratissima serie «Don-na» dell’inizio del decennio scor-so.

Malgrado gli fosse stato dia-

gnosticato il morbo di Alzhei-mer, continuò a dipingere fino amolto oltre gli 80 anni. A causadella malattia, fu interdetto daltribunale e i suoi beni vennero af-fidatiadeicuratori.

Quaranta grandidipintidelpe-riodo che va dal 1981 al 1987 so-no attualmente parte di una mo-stra itinerante, «Oggetti del desi-derio», che ha toccato fra l’altrola Germania e l’Olanda e attua-lemnte si trova al Museo di artemodernadiNewYork.

L’opera di de Kooning non fuapprezzata soltanto dai critici. Ilsuo «Donna in rosa» del 1944 fubattuto all’asta da Sotheby’s nel1987 per tre milioni 630 dollari(al cambio attuale oltre sei miliar-di di lire). Due anni più tardi «In-terscambio», considerato il suocapolavoro, venne venduto per20milioni600.000dollari.

CLAUDIO ZAMBIANCHIA PAGINA 2

20ECO03A2003 ZALLCALL 11 22:14:09 03/19/97

ECONOMIA E LAVOROGiovedì 20 marzo 1997 16l’Unità

Gli iscrittiaGeaesprimonoaMassimoDiSte-fano e alla sua famiglia il più vivo cordoglioper ilgraveluttochelohacolpitoperlamortedellasuacara

MAMMAeglisonovicinineldoloreRoma,20marzo1997

I compagni e le compagne del Pds di PonteMilvio-Flaminio-Villaggio Olimpico sono vi-ciniaMassimoDiStefanoperlaperditadella

MAMMARoma,20marzo1997

Nel ricordare con l’affetto di sempre la com-pagna

DINA PLACUCCInel40anniversariodellascomparsa lasorellaVirginia e il fratello Aride sottoscrivono per ilnostro giornale. Si uniscono nel ricordo lecompagne e i compagni della federazionedelPdsdiForlì.Forlì,20marzo1997

Atreannidallascomparsadi

ILARIA ALPIi compagni e le compagne del Pds di PonteMilvio-Flaminio-Villaggio Olimpico si strin-gono con affetto a Giorgio e Luciana e chie-dono che sia finalmente fatta verità e giusti-zia

Roma,20marzo1997

Aventiannidallascomparsa, l’IstitutoAlcideDe Gasperi che lo ebbe fra i suoi fondatori eneconserva lapreziosabiblioteca, ricordalafigurael’operadi

EMILIO SERENIricercatore e scienziato di prodigiosa cultu-ra, innovatoredegli studi sull’agricoltura,ca-po della resistenza antifascista, ministro del-la repubblica italiana e dirigente del Partitocomunistaediorganizzazionicontadine.

Roma-ReggioEmilia,20marzo1997

Statutodei lavoratorianche pergli stataliCon l’accordo sui distacchi siè fatto un piccolo passoavanti per l’introduzionedello Statuto dei lavoratorianche nel pubblico impiego,ma per raggiungere perintero l’obiettivo c’è ancorastrada da fare. Così ilsegretario confederale dellaUil Antonio Foccillo hacommentato l’intesaraggiunta l’altroieri.Con l’accordo si è fatto unnuovo passo avanti ancheverso il completamentodella privatizzazione delrapporto di lavoro pubblico.In realtà, per ora si trattasolo di una intesa transitoria(la firma, dopo la verificacon le categorie, è previstaper il 26 marzo) per renderepiù flessibile l’utilizzazionedei distacchi.Ciò in attesa di arrivare adun accordo quadro chesostituirà il cosiddetto«decreto Cassese» che nel’94 ha tagliato del 50%permessi ed aspettative.Sindacati ed Aran sonointenzionate a fare in frettacosì che dal ‘98 possaentrare in vigore la nuovanormativa, con l’estensionedell’applicazione delloStatuto dei Lavoratori (lalegge 300 del ‘70) anche nelpubblico impiego. Tra lenovità dell’accordo c’èl’introduzione della figuradel «distaccato part time»:per metà tempo lavora e perl’altra fa il sindacalista. Idistacchi poi potrannoessere non più solo annui,ma anche per un certonumero di mesi, ore ogiorni. Si potranno«compensare» tra l’areadella dirigenza e quella delrestante personale, mentresi assegna un «monte ore»per lo svolgimento degliorganismi direttivi.A differenza del privato, nelpubblico impiego (oltreall’aspettativa nonretribuita ed ai permessi) c’èanche l’istituto del«distacco»: il lavoratore,cioè, pur essendo inaspettativa, continua apercepire la retribuzionedello Stato. Diverso ildiscorso, per esempio, perun metalmeccanico inaspettativa sindacale cheinvece è pagato dalsindacato. Tuttavia - fannoosservare alcuni sindacalisti- in alcune grandi aziendesono stati concessi idistacchi cumulando piùpermessi.Proprio perché paga loStato, nel pubblico impiegosi è deciso di introdurre unlimite massimo.Infatti, resta fermo per idistacchi il «tetto» di2.584.

Il gruppo americano stanco dei ritardi rinuncia al mercato italiano della telefonia mobile

Se ne va la Gte, niente garaper il terzo gestore cellulariIl colosso Usa è uscito dal consorzio Picienne, costituito insieme agli inglesi della Bt, ai norvegesidella Telenor, alla Bnl e a Mediaset. «Più il tempo passa più si rimane indietro ai concorrenti».

MILANO. Il colossoUsadelle teleco-municazioni Gte è uscito dal con-sorzio «Picienne». Ha salutato i par-tners eccellenti - British Telecom,Telenor, Bnl e Mediaset - e se n’èan-dato. Come a dire che non era piùinteressato a partecipare alla garaper il terzo gestore della telefoniamobile in Italia. Insomma,dopounanno di attesa, si era stancato diaspettare le semprerinviatedecisio-nidelgovernoeavevadecisodispo-stare la sua attenzione - e relativi,eventuali, investimenti-suqualchealtraareaeuropea.

A comunicare il polemico addiodella Gte - un grande gruppo cheproduce sia software chehardware-è stato Elserino Piol consulente-principediMediasetperilsettorete-lecomunicazione. Un annuncioche ha un doppio significato: de-nuncia dei ritardi - secondo gli inte-ressati - con cui il governo e il mini-stro delle Poste, Antonio Maccani-co, stanno procedendo alla libera-lizzazione del mercato e implicitadimostrazione che la voglia di en-trarenelgrandebusinessdeicellula-ri per Mediaset&Co. si staprogressi-vamenteraffreddando.

«Picienne», infatti, era il consor-ziocreatoperstudiareilprogetto-vilavora unostaff di 50 persone - e perrendere visibile uno dei potenzialicandidati a concorrere alla gara per

il terzo gestore. Al suo interno,oltrealla Gte, anche Telenor, uno deiprincipali operatori norvegesi delletelecomunicazioni. E poi Mediaset,BteBnl.Ossiaquellichesonoanchei treprincipali azionistidiAlbacom,la societàcreataperpenetrareall’in-ternodelmercatodellatelefoniafis-sa. Un settore, quest’ultimo, checon la liberalizzazione sta creandocrescenti opportunità di profitto.Albacomnel96-primoannodiatti-vità - ha avuto un fatturato di uncentinaio dimiliardioffrendoi suoiservizidigestione (sulineedellaBnlo affittate da Telecom) a privati.Suoipotenzialiclientisonolepicco-le e medie imprese. E un accordocon la Confapi - 50 mile aziende as-sociate - ha ratificato e ampliatoquesta strategia. Che quest’anno sistaulteriormentesviluppando.

Ma quando gli americani dellaGte hanno detto «basta»? Rispostadi Piol: «Circa 20 giorni fa». Il moti-vo? «È uscita perché fondamental-mente non riesce a capire come siapossibileoperareperpresentarsinelconsorzio candidato al terzo gesto-re, senza avereancoranessunaindi-cazione precisa né dei tempi, né deimodi. Perché non solo non sonochiari i tempi, ma non sono chiarineanche imodi».Unclimadi incer-tezza e di confusione che - raccontaPiol - ha reso «inquieti» gli uomini

della Gte. Che rinunciando a «Pi-cienne» più che creare problemi aisocihasoprattuttosottolineatounacrescente insofferenza per i conti-nui rinvii del governo. Spiega Piol:«Per il momento la Gte non è statasostituita. Penso, comunque, chenon sia un grosso problema com-pletare la compagine azionaria delconsorzio. Il punto fondamentale èla chiarezza sui tempi della gara peril terzogestore.Vorremmoricercarenuovi soci quando avremo chiari itempi perché la domanda che tuttisi fanno riguarda i tempi e le condi-zioni».

Interrogativi che, naturalmente,hanno per destinatario il governo.Sollecitato a decidere in fretta sullapartita stabilendo scadenze certe.«Se il terzo gestore verrà nominatoentro quest’anno, l‘ interesse esiste.Se verrà nominato il prossimo an-no, l’interesse potrà non esistere».Insomma, Mediaset torna a solleci-tare tempi definiti e condizioni ap-petibili. Precisando che «al più tar-di,sarebbenecessarioilbandodiga-ra a giugno o luglio, per avere l’ag-giudicazione entro dicembre».L’ennesimo messaggio a Maccani-coèinviato.

Non è un segreto, infatti, chesi ri-vendicano garanzie per un equili-brato rapporto soprattutto con Tim(Stet). La parola d’ordine è: «asim-

metria». Ossia delle condizionid’ingresso di maggior favore chetenganocontodelledifficoltàdien-trare inunmercatodoveleradici, inparticolare dell’ex monopolio pub-blico, sono forti e ben collaudate.«Sesi tardaa fare ilbandodigaraperil terzo gestore l’interesse diminui-sce: si rimane troppo indietro ri-spettoaglialtriconcorrenti».

Tanto più che non esistono altrestrade. L’interesse di Mediaset perOmnitel si è spentoprimaancoradiaccendersi. E Piol lohaconfermato.Smentendo uneventualematrimo-nio Mediaset-Omnitel come alter-nativa alla gara per il terzo gestore:«Non ci sono mai state trattativeconcrete, né piani concreti per en-trareinOmnitel».Ancheperché,haricordato, il bando di gara per il se-condo gestore limita l‘ ingresso dinuovi soci in Omnitel. E dunque sipotrebbe entrare solo in un modo:comprando la Olivetti. Una stradacheaquestopunto -diventata l’Oli-vetti una public company - si pre-senta «tortuosa e difficile». E un‘eventuale partecipazione di Media-set alla privatizzazione della Stet?Risposta di Piol: «Mediaset è già inparteinAlbacomcheèl’aziendapo-tenzialmente concorrente dellaStet».

Michele Urbano

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Sesto San Giovanni, 13 marzo 1997

IL DIRIGENTE: dr. Giuseppe Davì

Entro giugno Abi e Assicredito si fonderanno. E si punta ad una revisione del contratto

Banche, grandi manovre Abi sugli esuberiEcco i piani in vista del tavolo col governoDubbi dei banchieri sulla cassa integrazione, sì ai prepensionamenti a carico dei singoli istituti di creditoNei prossimi giorni Bianchi si vedrà con esponenti dell’esecutivo. Lunedì gotha in Bankitalia da Fazio.

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SCAVI E REINTERRI PER SEPOLTURE, ESUMAZIONI, RINUMAZIONIED ALTRE OPERE PRESSO I CIMITERI COMUNALI PER L’ANNO1997

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Sesto San Giovanni, 13 marzo 1997IL DIRIGENTE: dr. Giuseppe Davì

ROMA. Grandimanovreall’Abiinvi-stadelverticecolgoverno.Ieriall’ese-cutivo dell’associazione banchieri,durato più di due ore e a cui hannopartecipato i vertici delle principalibancheitaliane,sièparlatodiesuberie costo del lavoro. Si è trattato di unariunione interlocutoria per tastare ilpolso dei banchieri in attesa degli in-contri che ilpresidentedell’Abi,Tan-crediBianchiavràneiprossimigiornicon esponenti del governo. Due leproposte sul tappeto: l’adesione delsistema bancario agli strumenti dellacassa integrazione guadagni e la pos-sibilità per ogni singola banca di pre-sentare una lista degli esuberi e unpiano di prepensionamenti a caricodelle banche stesse. Sui vantaggi del-la cassa integrazione ibanchieri si so-no dimostrati piuttosto scettici,mentre c’è stata un’adesione di mas-simasulsecondopunto.

Ma vediamo nel dettaglio le dueproposte. Peraccedereagli strumentidella Cig il sistema bancario dovreb-be accollarsi un contributo dello0,5% del monte retribuzioni com-plessivo. In cambio avrebbe la possi-bilitàdimettere incassaintegrazione

i lavoratori in esubero ma non, comeper l’industria,girandoicostiacaricodello Stato, bensì pagando la Cig ditasca propria. In questo caso il rispar-mio, specie per quelle banche chenon hanno grande necessità di usarela cassa integrazione, sarebbe moltobasso. Di qui le perplessità di moltibanchieri. L’altra proposta, che inve-ce è stata accolta favorevolmente,prevede uno schema degli esuberiche ciascuna banca farebbe indivi-dualmente, in vista di un prepensio-namento dei dipendenti che hannogià 30-35 anni di contributi previ-denziali alle spalle e che quindi pos-sonoaccedereallapensioneanticipa-ta. Sulla base di questa lista le singolebanche potranno licenziare il perso-nale inesuberopagandodirettamen-te, o rimborsando all’Inps il 60% del-la retribuzione e continuando a ver-sareallastessaInpsil100%deicontri-butiprevidenziali, inmododagaran-tireai lavoratori,nell’arcodiunquin-quennio, l’interapensione.Vaanchericordato che gli esuberi nel sistemabancario, stimati in 30mila unità, èanche un problema di ricambio ge-nerazionale e dunque la fuoriuscita

dei lavoratori anziani potrebbe averedimensioni ben più vaste di quellepreviste. All’esecutivo Abi si è ancheparlatodel rinnovodei contratti che,comeènotoscadonoaluglioperfun-zionariedirigentieadicembrepergliimpiegati. L’ideaèquelladidiscutereal tavolo governativo una revisionedell’attuale contratto e dei suoi auto-matismi. Inoltre, invistadeinegozia-ti coi sindacati, che dovrebbero av-viarsi nella seconda metà dell’anno,Bianchi ha detto che la fusione traAbi e Assicredito dovrebbe conclu-dersientrogiugno.

Nel corso dell’esecutivo alcunibanchieri si sarebbero poi lamentatidel fatto che la discussione prelimi-nare in vista del tavolo trilaterale ab-bia riguardato solo il problema degliesuberi enonquellopiùcomplessivodella riorganizzazione delle banche.Infine per lunedì prossimo è previstauna riunione in Bankitalia traFazioei vertici delle 15 principali banchesulla della redditività del sistemabancario e sulla questione del costodellavoro.

Alessandro Galiani

Amato: tropporumore sullemie parole

Il presidente dell’AntitrustGiuliano Amato precisa ilsenso delle dichiarazionirilasciate sui rapporti fraBankitalia e banche. «Vedocon sorpresa che è statodato un rilievo immeritato auna mia osservazione sulrapporto fra l’azionariato diBanca d’Italia e le funzionipubbliche da essaesercitate. Intendevosottolineare che anche oggile banche, pubbliche oprivate che siano, sono fragli azionisti di un’istituzioneche ha su di loro compiti siadi vigilanza che diantitrust». Nessun conflittod’interessi perciò.

COMUNE DI BAGNACAVALLO Provincia di Ravenna

AVVISO DI G ARA PER ESTRATTOÈ indetta una licitazione privata, ai sensi del Decreto Legislativo157/1995, per l’appalto del servizio di fornitura pasti mense scolasticheed assistenza domiciliare anziani del Comune di Bagnacavallo, per ilperiodo 16 Giugno 1997 - 15 Giugno 2000.L’importo dell’appalto è di L. 761.941.000, più Iva.Le domande di invito, in carta legale, dovranno pervenire entro il26.04.1997 all’Ufficio Protocollo del Comune di Bagnacavallo, Piazza Li-bertà, 12.Copia integrale del bando di gara potrà essere consultato presso l’Uffi-cio Servizi Sociali del Comune - Tel. 0545/61127 (dalle ore 10.30 alleore 13)

Il Segretario Generale supplenteD.ssa Anna Maria Della Casa Bellingegni

MediocreditoconfermatoImperatori

La neonata società per azioni ha mire espansionistiche verso i paesi del Mediterraneo

Acea spa, un colosso da 180 miliardiL’utile della più grande municipalizzata d’Italia a cui il Comune di Roma ha cambiato da alcuni giorni assetto.

COMUNE DI CASTELLANETA(Provincia di Taranto)

Piazza Principe di Napoli - Tel. 099/84971 Fax 099/8442048

ESTRATTO AVVISO DI GARA

È indetta licitazione privata, con le modalità di cui all’art.23 L. n. 216/95, per l’affidamento dei lavori di completa-mento rete idrica in Castellaneta Marina per un importodi £. 1.993.572.000. Le domande di partecipazione, inbollo, dovranno pervenire entro le ore 12.00 del giorno28 marzo 1997. La categoria di appartenenza dei lavori èla n. 4.

IL SINDACO: Sen. Prof. Rocco Loreto

ROMA. Gianfranco Imperatori èstato confermato presidente delMediocredito centrale: lo ha nomi-nato l’assemblea della banca con-trollata dal Tesoro che ha anche ap-provatoilbilancio1996,chiusoconun utile ante imposte di 185 miliar-didi lire(il31%inpiùdell’annopre-cedente). Il nuovo consiglio d’am-ministrazione delMediocredito,ol-tre ad Imperatori, comprende l’at-tuale amministratore delegatoGiorgio Tellini, Giorgio Carducci,Giancarlo Del Bufalo e Pietro Mar-zotto - tutti confermati - ed i nuoviconsiglieri Federico Di Roberto,Carlo Sappino, Edoardo Narduzzi eAugusto Zodda. Il collegio dei sin-daci è composto da MichelangeloD’Urso, Mario Perrone e GiuliaTroncellito. Ilbilancio1996delMe-diocredito centrale - informa unanota del Tesoro - ha visto il margined’interesse dell’istituto crescere del15%, il margine d’intermediazioneaumentare del 19% e gli impieghicrescere del 22% sull’interno e del35%sull’estero.

ROMA. È ancora fresca d’inchiostrola delibera con cui la più grande mu-nicipalizzata d’Italia - l’azienda cheporta acqua e luce nei condominidella capitale, l’Acea - diventa unaSpa. E il mercato dei servizi di utilitàpubblica si prepara ad uno scossoneche ha eco anche in palazzi romanicomeMontecitorioepalazzoChigi.

L’Acea è un colosso che ha prodot-to negli ultimi tre anni, oltre ad unmanager pubblico come l’attualepresidentedell’EnelChiccoTesta,unutile da 180 miliardi di lire, in partereinvestito e in parte andato rimpin-guare le casse del Campidoglio. E hada tempo mire di sviluppo fuori por-ta, si dice persino sull’altra spondadel Mediterraneo. La sua vicepresi-dente, Tiziana Termini, non nascon-de che ormai questa Eni locale dell’e-nergia elettrica e degli acquedotti,dotata di contabilità industriale e diincentivi alla produttività dei dipen-denti, è arrivata «ad una soglia d’effi-cienza che richiede l’espansione».Tanto da impensierire seriamente iprivati associati nell’Ausitra che par-

lano di «concorrenzasleale»ehannosu questo presentato un ricorso al-l’Antitrust, imbastendo una polemi-ca che riguarda la possibilità delle exmunicipalizzate di ottenere l’affida-mento dei servizi a rete direttamentedaglientilocali,senzagara.Unapole-mica che ha finito per interessare di-rettamentegovernoeParlamento, inquesti giorni impegnati a rivedere lenorme del disegno di legge Bassani-ni-Napolitano di riforma della legge142 in materia di servizi di pubblicautilità sulla base del parere dell’Anti-trust.

Ma il problema che va sotto il ter-mine di «extraterritorialità» delle exmunicipali, siano esse diventate Spaorimastenellimbodelleaziendespe-ciali, va ben oltre il caso Acea, che ineffetti è solo la punta di un iceberg.C’è la Aem milanese, l’Amga di Ge-nova che è già quotata in borsa. E cisono poi tutti gli altri settori, ad altadensità di investimenti nelle previ-sioni dei prossimi anni: trasporti lo-cali, fognature, igiene pubblica.L’ammodernamento del sistema

idrico e la gestione integrata dell’in-terociclodelleacqueèuninterocapi-tolo degli interventi iscritti nel Pattoper il Lavoro per il Mezzogiorno. Epoi c’è la refezione scolastica, le pub-bliche affissioni, i parcheggi, i servizifunebri e cimiteriali. Tutti campi incui sta progressivamente entrandouna gestione privatistica e che, se-condo un’opinione largamente con-divisa, abbisognano di efficienza enonpossonopiùessereamministratiin economia. «Le associazioni con-findustriali parlano di privilegi per leaziende speciali e le spa pubblicheanche per la moratoria concessa suipagamenti e per il regime fiscale age-volato di Irpeg e Iva nel triennio suc-cessivoallatrasformazione»,spiegailresponsabile del dipartimento eco-nomico della Cispel - la confedera-zionedei servizipubblici locali -,Bru-no Spadoni. E inoltrevorrebbero lestesse condizioni di accesso ai mutuiagevolati della Cassa depositi e pre-stiti. Ma su questi elementi Cispel eConfidustria stanno già discutendo.Ciò che invece divide il mondo del-

l’imprenditorialità pubblica dai par-tner privati è la richiesta di Confin-dustriadieliminarel’affidamentodi-retto dei servizi, prevedendo ovun-que la gara internazionale, come ele-mentodicorrettezzadelmercato.«Inrealtà non è così - dice Spadoni - per-chè anche nei servizi dati in conces-sionec’èdifattounmonopolio».Eci-taidatidiunarecentericercacondot-ta in 60 comuni di 10 regioni da unpool di giovani ricercatori dell’uni-versità la Sapienza di Roma: risultache le concessioni a privati nell’86%dei casi prevedono l’esclusiva e nel53% la durata è ultradecennale, c’èchi arriva anche a60anni. «Noichie-diamo - dice la Cispel- che non sia li-mitato agli enti locali il diritto di sce-gliere la forma di gestione più si adat-ta alle necessità del territorio». «Sa-rebbe assurdo - insisteTizianaTermi-ni - che per attuare la legge Galli nelLazio l’Acea non potesse parteciparealle gare extracomune e la franceseGenéraldesEauxsì».

Rachele Gonnelli

COMUNE DI CASTELLANETA(Provincia di Taranto)

Piazza Principe di Napoli - Tel. 099/84971 - Fax 099/8442048

ESTRATTO AVVISO DI GARA

È indetto appalto concorso, con le modalità di cui all’art. 9del R.D. del 23/5/1924 n. 827, per l’affidamento dei lavori direalizzazione di centrale ortofrutticola in località CatellanetaMarina per un importo di £. 1.915.000.000. Le domande dipartecipazione, in bollo, dovranno pervenire entro le ore12.00 del giorno 28 marzo 1997. La categoria di apparte-nenza dei lavori è la n. 5.

IL SINDACO: Sen. Prof. Rocco Loreto

20INT03A2003 ZALLCALL 11 00:55:29 03/20/97

LE CRONACHEGiovedì 20 marzo 1997 12l’Unità

Catania, 29 arresti per i responsabili dell’assassinio del noto penalista e per l’attentato alla caserma dei Cc

Nella rete i boss del clan Laudaniper l’omicidio dell’avvocato FamàL’operazione resa possibile grazie al contributo di un pentito, Alfio Giuffrida, che ha ricostruito lo scenario nel quale matu-rò l’ascesa della cosca divenuta il braccio armato della mafia catanese. La ricostruzione di delitti feroci e stragi mancate.

Parla l’uomo che sequestrò l’Achille Lauro

Il terrorista Al Molqyracconta la sua evasione«Non avevo protezionipassai il confine in taxi»

NAPOLI. Un crackfinanziario da centinaia dimiliardi, tremila clienti chehanno visto svanire in unattimo tutti i propririsparmi.Ieri gli arresti, 11, ordinatidalla procura di Napoli equella di Potenza cheindagano su questocomplesso scandalofinznziario. Nel mirino deigiudici la SIM «Professionee Finanza». Ad esserecolpiti dai provvedimentiAntonio e Guido DeAsmundis, due notissimicambisti partenopei nelramo da oltre vent’anni,Antonio Gioffredi,Alessandro Imparato,Marilena Gallo, AntonellaCaserta, VincenzoCozzolino, Francesco DeAsmundis (questi quattrohanno ottenuto gli arrestidomiciliari), FrancoCappellutti, Mario Cortesie Carlo De Felice.L’inchiesta è divisa in duetronconi, la prima riguardala Procura di Potenza (cheha emesso i provvedimentia carico di primi otto), laseconda quella di Napoli (che ha agito nei confrontidegli ultimi tre inquisiti). Lacompetenza della procurapotentina è stata stabilitadopo un complesso itergiudiziario in quanto fra levittime del colossaleraggiro ci sono siamagistrati napoletani chesalernitani.Il crack della finanziaria èvenuto alla luce nell’apriledel 96 quando la Sim,oggetto di una ispezionedella Consob e delMinistero delle Finanze,sospese l’attività. Nel mesedi maggio la «Professione eFinanza» venne dichiarainsolvente su denuncia dialcuni clienti. Le indaginiriguardano non solo la SIM, ma anche una società cheha operato fino al 91 e cheera stata costituita dagliagenti di Cambio DeAsmundis e dal campionedi motonautica AntonioGioffredi.

V.F.

Undici arrestiper il cracfinanziariodi una Sim

DAL CORRISPONDENTE

CATANIA. Unastragefallitasoloperun caso e un omicidio «eccellente».Duedelitti ferociper«educare»queicarabinieri che non mostravano ri-spetto per i boss, tanto da prenderliaceffoni,equegliavvocatiprontiadincassavano fior di parcelle, ma chenei processi erano «troppo morbi-di». È stata questa la politica dellacosca Laudani, i «mussi di ficudi-nia», il potente clan famigliare cheha preso il posto degli uomini delMalpassotu, spazzati via da arresti epentimenti, divenendo il braccioarmato di Cosa nostra a Catania. I«Mussi di Ficudinia», fedeli alleatidel boss Nitto Santapola, ma spre-giudicati alpuntodaassumeredeci-sioni «strategiche» come l’attaccocontro una caserma dei carabinierio l’assassinio di uno dei più noti pe-nalisti della città, senza fornirespie-gazioni, o chiedere autorizzazioniad un capo, Santapaola, che apparesempre più isolato nella sua cella;sempre più, capo solo di nome,mentre le sorti della mafia cataneseseguonostradeesentieritracciatidaaltri, da giovani capi cresciuti sullastrada o emersi in silenzio nel senostesso della «famiglia». Silenziosi espietati al punto a far impallidire leimprese che portarono il giovaneSantapaola alla scalata del trono di

Cosa nostra. Personaggi che guar-dano verso Palermo, verso quellaleadership Corleonese che da tem-po sembra aver «posato» Santapao-la, colpevole di avere sposato le tesidell’ala«moderata»diCosanostra.

A svelare i retroscena dell’assassi-nio dell’avvocato Serafino Famà,freddato a colpi di pistola la sera del9 novembre di due anni fa nel par-cheggio di fronte al suo studio è sta-to, Alfio Giuffrida, un nuovo colla-boratore, uno dei pochi che fino adora sono emersi dal clan Laudani.Lo scenario tracciato dalle sue di-chiarazioni è agghiacciante. Serafi-no Famà vennescelto come vittimasoloperaverfattobeneilsuolavoro.Alla fine del ‘95 all’interno del clanera stato deciso di «fare» un avvoca-to. IlbossGiuseppeMaria Di Giaco-mo dal carcere di Firenze, dove erarinchiuso,tramiteunparenteavevafatto arrivare l’ordine. Sidoveva da-re una lezione agli avvocati. Biso-gnava individuare un obiettivo chefosse l tempo stesso un personaggionoto, ma anche «degno di morte»agli occhi del boss. La prima sceltacaddesull’avvocatoTommasoBon-figlio, un anziano penalista assainoto nel foro catanese, con il qualeproprio Giuseppe Di Giacomo ave-vaavutodeicontrasti.Ucciderlope-rò non era cosa facile. Il penalistaaveva infatti lo studio nella sua abi-

tazione e nonuscivaquindiadorarifissi, tranne quando si recava in Tri-bunale, dove era impossibilepensa-re dicolpirlo.Unproblemachepor-tòa scartare il nome di Bonfiglio. Lascelta cadde su Serfaino Famà che,difendendo correttamente un suocliente, aveva danneggiato la posi-zione di Pippo Di Giacomo in unprocesso. Sempre da Firenze il bossordinò il delitto. Ad organizzare iltutto fu proprio Alfio Giuffrida. Imovimenti del penalista vennerostudiati con cura. Un gruppo di die-cipersonesimiseinmovimentopercompiere il delitto. Giuffrida rac-conta con precisione le fasi dell’in-teraoperazionecompiutaconmici-diale precisione. Famà venne segui-toquando,a tardasera, lasciò lostu-dio assieme ad un collega. Due uo-mini lo seguirono fino al parcheg-gio. Uno di loro, Salvatore Torrisi,35 anni, lo chiamò per essere sicurodi aver di fronte la persona giusta.Poifecefuoco.

Due anni prima, la notte del 18settembre del ‘93, un’esplosionetremenda sventra la caserma dei ca-rabinieridiGravinadiCatania.UnaPanda imbottita di tritolo era statapiazzata proprio nel parcheggio deicarabinieri.L’obiettivoeraquellodifare una strage. Di Giacomo avevadeciso l’attentato per punire i cara-binierichesettegiorniprimaloave-

vano arrestato e loavevano malme-nato.Inunprimomomentol’obiet-tivo doveva essere una caserma aCatania, ma agire in città era prati-camente impossibile a causa dellastrettissima sorveglianza, così siscelse Gravina, una caserma prati-camente indifesa, sistemata in unapalazzina nel cuore del regno dellacosca.

Tra gli episodi ricostruiti opera-zione di ieri anche l’assassiniodiSe-bastiano D’Arrigo, un personaggiolegato al clan Sciuto, ucciso all’in-terno della sua villa bunker a Nico-losi.Perentrare ilcommando,com-posto da sedici persone armate dikalashinicov, usò addirittura unaruspa, con la quale demolì i muridellavilla.L’ordineeradidecapitareilcadavereeportarelatestaaDiGia-comoche,però, rimasedeluso.Nonfu possibile ai suoi uomini eseguirel’ordine perché una fucilata avevaletteralmente spappolato la testadellavittima.

L’operazionedi ieri riguardava39persone, 22 sono i latitanti, 18di lo-ro erano però già state arrestate neimesi scorsi. IlTribunaledella libertàperòordinòdiscarcerarlisubito.Perigiudici infatti laProcuranonavevaraccolto «sufficienti indizi di colpe-volezza».

Walter Rizzo

DALLA REDAZIONE

GENOVA «Presi il largo da solo, nes-suno aiutò la mia fuga. Arrivai a Im-peria in treno, passai in Francia suuntaxi. Mentre ero rifugiato in Spa-gna non fu una mia telefonata initaliaa tradirmi,maunmarocchinoche mi ospitava e mi consegnò allapolizia in cambio della taglia da unmilione di dollari che il governode-gli Stati Uniti avevamesso sulla miatesta». Dopo aver taciuto per più diun anno,MagiedYoussefAlMolqy,uno dei dirottatori dell’Achille Lau-ro, condannato a 30 anni di reclu-sione, evaso nel febbraio del 96 du-rante una settimana di permessodal carcere romano di Rebibbia, eriacciuffato dopo pochi giorni aEstepona in Andalusia, racconta lasua verità sul quella fuga. Fuga cla-morosa, che fece addirittura scric-chiolare i rapporti diplomatici traRoma e Washington, sull’onda del-l’indignazione che scosse l’opinio-nepubblicadegliStates,sensibilissi-ma alle vicende giudiziarie dei re-sponsabili della morte dell’ebreoamericano Leon Klinghoffer, unicavittima dell’operazione terroristica«naveblu».

Al Molqy parla per bocca dell’av-vocato Gianfranco Pagano, il pena-listagenoveseche loassistedai tem-pi del processo per il dirottamentodella Lauro, e che il 15 aprile prossi-mo,loaffiancherànell’udienzapre-liminare sull’evasione davanti algiudice di sorveglianza della capita-le.Maprimaancora,martedìprossi-mo, sempre a Roma e sempre inudienza preliminare, Pagano so-sterràlacausadiAlMolqycontrounrecente provvedimento del sottose-gretarioallagiustiziaGiuseppeAya-la, che ha deciso di sottoporre il pa-lestinese al regime del 41 bis, il car-cereduroprevistoperipadrinidellamafiaeperipiùpericolositerroristi.

Un decreto che il ministero haadottato anche nei confronti diAbdulRahimKahled,l’anziano«uf-ficiale di collegamento» del com-mando di sequestratori, considera-to uno dei «cervelli» del dirotta-mento,condannatoall’ergastolo incontumacia, arrestato in Grecia nel1991 ed estradato in Italia nel mag-giodelloscorsoanno.

Quarantunobisdunque.«Perchè- scrive Ayala a proposito di Molqy -le indagini tuttora in corso sull’eva-sione hanno suffragato l’ipotesi di

una attiva partecipazione di orga-nizzazioni terroristiche di valenzainternazionale sia alla fase prepara-toria, siaa quella esecutiva». E il sot-tosegretario fa cennoad«alcuni fat-ti specifici» che non lascerebberodubbi circa i pericolosi legamiman-tenuti dal detenuto ad onta delladetenzione. Ad esempio, «il posses-so da parte di Al Molqy, all’atto delfermo, di un passaporto italianoabilmente falsificato; e il rinveni-mento nella sua cella a Rebibbia diunacartolinaaluiindirizzatadatale’Sadat‘ (poi identificato nel nototerrorista Sadat Salem Abdul FattahOmar), in cui si fa espresso riferi-mentoai ‘fratellidellacausa‘eal fat-to che questi ultimi, avendo preso acuore la causa di Molqy, avrebberoprovveduto in merito». E ancora:l’esistenza di collegamenti tra asso-ciazioni terroristiche ed il gruppodei dirottatori della Lauro sarebbeampiamente suffragato dal perdu-rante stato di irreperibilità di altricomponenti il commando, comeBassam Al Ashker, anche lui evaso -ma già dal 1992 - durante un perio-dodilibertàvigilata.

«Questi fatti - sostiene Ayala - im-plicano necessariamente una vastaretedicopertureediappoggilogisti-ci, con collegamenti mantenuti siaattraversolacorrispondenzaepisto-lare,siamediantearticolipubblicatisuunarivistainlinguaaraba,la‘Fili-stineAlMuslema’....».

«Ma quali collegamenti, ma qua-leretediassistenzalogistica - ribatteAl Molqy attraverso il suo legale - sedavveroavessipotutocontaresuunaiutoefficace,nonmisarei ridottoarifugiarmi in Spagna, ma sarei statotempestivamentemessoalsicuroinun paese amico. La verità è che miallontanai da Roma in treno, che intrenoarrivaisinoaImperia,echemibastò prendere un taxi per passaresenzaproblemilafrontieradiVenti-miglia, che attraverso Montecarlo,la Francia e la Spagna riuscii ad arri-vare indenne in Marocco». «Fu sololaggiù-prosegue-chesiaccorserodiqualche cosa che non andava neimiei documenti, mi tennero in sta-to di fermo per tre giorni e poi mi ri-spedirono in Spagna. E alla fine, atradirmi, non fu unamia telefonatainItalia,mailmioospite,invogliatodalla taglia messa dagli americanisullamiatesta».

Rossella Michienzi

Il pm Elio Ramondino nella requisitoria ha ricostruito la vicenda delle mazzette al Secit

Moda e tangenti, chiesti un anno e 8 mesiper gli stilisti Versace Krizia Ferrè e BasileAl centro del processo i versamenti effettuati a esponenti della Guardia di Finanza per evitare i controlli fis-cali. Il pubblico ministero ha respinto la tesi della difesa secondo cui gli imputati erano costretti a pagare.

MILANO. Ebbene, sì. Anche se al-l’insegna dello stile, sono stati mu-gugni e grida a caratterizzare il pro-cesso sulle mazzette pagate da unaschiera di grandi firme della modanostrana: Krizia, Ferrè, Versace, Ba-sile. Mugugni e grida contro unmondo infame popolato da gabel-lieri minacciosi e affamati di tan-genti, ai quali - pena la paralisi delleaziende - proprio non si poteva dirdi no. Però al pubblico ministeroElio Ramondini questa versione,per altro molto diffusa tra gli im-prenditori incappati in Tangento-poli, non va proprio giù. Cosi ieripomeriggiohachiestounarafficadicondanne: un anno e cinque mesiciascunoperMariaMandelli, inarteKrizia, eGianfrancoFerrè; stessape-na per Santo Versace, fratello diGianni; mentre per Nicola Di Luc-cio, amministratore della Basile, larichiesta di condanna è stata di unannoeottomesi,unpo‘piùpesanteperché non avrebbe effettuato il ri-sarcimento.

Al centro le bustarelle versate nel1989-1990 a funzionari del Secit, ilServizio centrale degli ispettori tri-

butati, e a militari della Guardia diFinanza per ottenere ammorbidi-mentinelleverifichefiscali.Sitrattòdi verifiche svolte dopo che il mini-sterodelleFinanzeavevaannuncia-to che una delle periodiche opera-zioni anti-evasoriavrebberiguarda-to anche gli stilisti. Ferrè è accusatodi aver versato 240 milioni, Krizia260mila dollari, Versace 270 milio-ni,Basile400.Fattostache ilpmRa-mondino ha non mostrato di darcredito alle tesi delle difese che, convarie sfumature, hanno sostenutoche le stelle delle griffe sarebberostate costrette a pagare le sommechieste dai verificatori che minac-ciavano di prolungare gli accerta-menti rimanendo negli uffici e im-pedendo alle società‘dieffettuare leconsegne.

«Nessunoa suotempo ha mai de-nunciato di essere stato concusso -ha detto il pm - Krizia, ad esempio,descrive in modo convincente ilsuo rifiuto a pagare. E‘ vero che almomento della prima richiesta dis-se di no, ma poi, in realtà, pagò. Vi-sto il suo carattere forte, seeffettiva-mente avesse voluto rifiutarsi lo

avrebbefatto.Epoilostatodidirittoesisteva anche nel 1990. Avrebbedovutoaver fiducia».Haaggiuntoilmagistrato: «Versace disse: “Ma sì,facciamol’elemosinaaquestimortidifame”. Ioaggiungochel’elemosi-nanonsifaperchésiècostretti».

Ilpuntodivistadellapubblicaac-cusaovviamentenonèpiaciutoalledifese. Il professor Oreste Dominio-ni, che difende Krizia ed è uno deipiù noti penalisti italiani, è statopiuttosto netto: «Gli argomentisvolti dall’accusa per chiedere lacondanna della signora Mandellisono destituiti da ogni fondamen-to». Perché? «Basti considerare cheilpm,pernegarechesisiatrattatodiconcussione, si èappoggiatoalledi-chiarazioni degli stessi verificatori,mentre non ha minimamente con-siderato dati oggetti decisivi, a co-minciare dalla riunione tenuta daiverificatoriprimadelleverifichenelsettore moda, nella quale deciseroche da tutti gli stilisti avrebbero do-vuto ottenere somme di denaro».Insomma,gli stilisti solovittimedelsistema? Il professore Amodio: «LalineadellaProcuradisconoscelapo-

sizione di vittima a chi ha subitounaveraepropriacoartazionee,an-coradipiù,nonportaasmascherarecomplicitàe struttureorganizzativegrazie alle quali certi organi delloStato hanno potuto per anni vessa-re un grande numero di cittadini eforse, proprio perché non smasche-rati,sonoancoraingradodifarlo».

Nel processo sono stati coinvoltianche amministratori e collabora-tori delle variesocietà, tutti accusatidi corruzione. Un anno e cinquemesi di reclusione è stato chiestoanche per i collaboratori di Ferrè,FrancoMattioli eLucianoScarpetti.È stata invecestralciata per malattiala posizione del commercialistaMarcelloGuido,chesaràprocessatopiù avanti. Nel 1994 tutti gli stilisticoinvolti dall’inchiesta milaneseevitarono il carcere. Il fatto è chequasi tutti - visto il clima - si eranopresentati spontaneamente. «Per-ché avremmo dovuto arrestarli -disse all’epoca l’allora pm - Ci han-no raccontato tutto loro, cose chenonsapevamo».

Marco Brando

Primo Greganti«Mai presetangenti Enel»

All’esame del magistrato l’acquisto di una quota di terreni agricoli rivelatisi inedificabili

Sette avvisi ai vertici Ciga, indagato anche l’Aga KhanL‘ accusa é speculazione finanziaria in Costa Smeralda

MILANO. «Mai prese tangenti, tan-tomenopercontodelPci».ParoladiPrimo Greganti, ex funzionario delPci torinese, interrogato nel corsodel processo sulle mazzette che sa-rebbero state pagate per gli appaltiEnel. Greganti, accusato di corru-zione e finanziamento illecito deipartiti, al pm Paolo Ielo ha detto dinonavermairicevutodenarodaLo-renzo Panzavolta, ex presidentedella Calcestruzzi, società del grup-po Ferruzzi, come tangenti per gliappaltiEnel.

Greganti, che ha già subito duecondanne a 10 mesi e a 6 mesi di re-clusioneperdueepisodidifinanzia-mentoillecitoaipartitieunconcor-so infalsoinbilancio,haspiegatodiavere avuto 621 milioni dal gruppoFerruzzicomecompensoperlacon-sulenza prestata per alcuni progettiche il gruppo avrebbe voluto realiz-zareinCina.«Nonhomairinnegatolamiastoria -hadettoGreganti-oranon sono iscritto al partito ma nonvedo l’ora di essere prosciolto datuttoperpoterlofare».

Sette avvisi di garanzia per falso inbilancio e conflitto d’ interesse ri-guardanti i vertici della Ciga incari-ca tra il 1990 e il 1992, tra i quali ilprincipeKarimAgaKhaneilfratelloAmjn, sono stati emessi dal sostitu-to procuratore della Repubblica diVeneziaFrancescoSaverioPavone.

L’ inchiesta, avviata alla fine del’95 sulla base di un esposto presen-tato da un gruppo di soci di mino-ranza della Ciga, riguarda in parti-colareunaseriedioperazioni finan-ziarie e immobiliari effettuate dallostesso gruppo alberghiero, ora ac-quisito dalla società americana IttSheraton. All’ esame del magistratovi sarebbe, inparticolare, l’ acquistodella quotadi maggioranza della Fi-nanziaria Costa Smeralda per otte-nere laproprietàdialcuniterreniadusoagricoloinseguitorivelatisi ine-dificabili. Il magistrato affiderà neiprossimi giorni ad un consulentetecnico il compito di analizzare leoperazioni finanziarie. I soci di mi-noranzadellaCigasieranogiàrivol-ti al Tribunale Civile, contestando

la legittimità delle operazioni oradenunciate in sede penale, ma nell’’94 i giudici avevano respinto il ri-corso sostenendo che non vi eranostateirregolarità.

Oltreall’acquisizionedella finan-ziaria CostaSmeralda, al centro del-l’inchiesta vi sarebbero anche leoperazioni che hanno portato al-l’acquistodapartedelgruppoalber-ghiero degli hotel «Grande Breta-gne»diAtenee«Maurice»diParigiealladefinizionediunpreliminaredivendita per l’«Europa e Regina» diVenezia. Secondo quanto sostenu-to nell’esposto da Cazzavillan - rag-giunto da uno dei sette avvisi di ga-ranzia emessi dal sostituto procura-tore Pavone - vi sarebbe stato unconflitto di interesse tra Karim AgaKhan, i cui beni sarebbero stati og-getti di una delle trattative, e la stes-sa Ciga, del cui comitato esecutivofaceva parte anche il fratello Amyn.L’acquisto della finanziaria, in par-ticolare, inbasealleaccuseavanzatedai soci di maggioranza del gruppo,avrebbe favorito il principe a svan-

taggio della Ciga, la quale si sarebbetrovata proprietaria di terreni ac-quistati in vista di possibili edifica-zioni ma successivamente risultativincolati esclusivamente ad usoagricolo. Per il legale degli ex verticidella Ciga, l’avv. Luigi Stochino, leoperazioni sarebbero state del tuttolegittime, come già sostenuto nel’94daigiudicideltribunalecivile.

Una nota diffusa dai legali delprincipe Karim Aga Khan ha preci-sato che «l’indagine preliminare èstata avviata a seguito di denunciapresentata nel 1995 da una mino-ranza dei soci della Ciga che già inprecedenza aveva intrapreso azionidi contestazione nell’ambito socie-tario». I fatti denunciati (vendita diun terreno in Sardegna, di un alber-goadAteneedialtri immobiliinPa-rigieVenezia),«sonogiàstatiogget-todi indagine dapartedel tribunalecivile di Venezia, su istanzadelPub-blico Ministero sollecitato dallostesso gruppo di minoranza, e il Tri-bunale ha già ritenuto tali fattideltuttolegittimi».

Brutto voto,s’impiccaun tredicenne

ROMA. Un bambino di 13anni riceve una nota ascuola, probabilmente peril cattivo rendimentoscolastico e, temendo ilrimprovero dei genitori, siimpicca nel giardino dicasa. Il dramma è avvenutoa Borgo Montenero, unafrazione di San FeliceCirceo, in provincia diLatina. Ad accorgersidell’accaduto è stato lo ziopaterno, che haimmediatamente datol’allarme, che, però, non èservito a salvare la vita delragazzo.

20MIL03A2003 ZALLCALL 12 20:28:14 03/19/97

MILANOGiovedì 20 marzo 1997 20l’Unità

«Oh les beaux jours» in scena al Parenti per la regia di Peter Brook. Al Porta Romana si ride con Barbara Nativi

Giorni felici per gli amanti del teatroBeckett gioioso e cognate frustrateDal 27 marzo Teatridithalia propone invece un testo del catalano Belbel, girandola di esilaranti crudeltà vietate ai minori.Ci si diverte «a luci rosse» anche allo Zelig e al Ciak, grazie a Daniele Luttazzi, Jacopo Fo, Pia Engleberth e la Savinio.

AGENDA................................................

LA SCALA PER EMERGENCY. Sonoinvendita ibigliettiper ilconcer-to «Live: quando le stelle nonstanno a guardare» a favore diEmergency, alla Scala domeni-ca alle 20. In programma Schu-bert, Mendelssohn e Brahms,dirige la Filarmonica WolfgangSawallisch; platea 60mila, pal-chi 50mila, galleria 20-30mila,ingresso 9 mila, invenditadaRi-cordimediastore in Galleria, LaBiglietteriadic.soGaribaldi81.

FONDI E PENSIONI. Camera del la-voro e Cgil organizzano il con-vegno«Fondi integrativi dipen-sione: obiettivi, strumenti e ga-ranzie. Le opzioni del sindacatoitaliano» alla sala Buozzi dellaCameradelLavoro,corsodiPor-taVittoria43,alle9.30.

FEDERALISMO. Il circolo culturalePrealpi e la cooperativa Cagno-la-libreria Plana organizzano alcentro civico di piazzale Accur-sio alle 21 il dibattito «Federali-smo e solidarietà: l’incontro èpossibile?».

LIBRI. Fabio Levi presenta il suo«L’i-dentità imposta:unpadreebreodi fronte alle leggi razziali diMussolini»alle18presso la libre-ria Feltrinelli di via Manzoni 12.Partecipano Enrico Deaglio,Emanuele Fiano e Michele Sar-fatti.

JAZZ ALL’UMANITARIA. Concertodella Bebop Ensemble al salonedegli Affreschi della SocietàUmanitaria, via Daverio 7, alle20.45: in programma Shorter,Parker, Mihanovic, Klemmer-Lewis, Gillespie e Monk. Ingres-so20-15milalire.

CONCERTO DI PASQUA. I 17 ele-menti della Cappella della Pietàde’ Turchini di Napoli, diretti daAntonioFlorio,eseguonoalle21

nella basilica di San Marco (nel-l’omonima piazzaal2) la «Musi-ca per la settimana santa nellaNapoli vicereale» di Provenzalee Salvatore: ingresso 20-30milalire, l’incassovaalleattivitàdiac-coglienzadellaparrocchia.

MUSICA IN SAN SATIRO. ArnoldBosman dirige alle 21 l’ensem-ble Musica Rara per il concertodi Pasqua alla basilica di SantaMaria presso San Satiro: in pro-grammamusichediSammartinieBoccherini,biglietti20-15milalire.

CANTORI SPAGNOLI. Il coro spa-gnolo«Schola Antiqua»dell’ab-baziadiSantaCruznellaValledeloCaidos eseguecantigregoria-ni, ambrosiani e beneventaniper «Musica epoesiaaSanMau-rizio» alle 21 nella chiesa di SanSimpliciano, omonima piazza.Biglietti20-15milalire.

VIDEOMAKERS A ROZZANO. Dastasera alle 20.45 fino a sabatoproiezione dei lavori della bien-nale di opere indipendenti «Vi-deomakers» al centro civico dipiazza Foglia a Rozzano: da ve-dereanche lamostra«10annidicinematogr... amore» de I Tea-trabili.

CODEVILLA (PV). I Sottotono, exOtierre, sono in concerto alle22.30 al Thunder Road (sullastrada provinciale tra Voghera eTorrazza Coste) a Codevilla: in-gresso20milalire.

TEMPO -Cielo serenoopoconuvo-losoearia frescacontemperatu-re minime tra 6 e 9 gradi, massi-me tra 14 e 18; su alpi e prealpicentro occidentali potrebbesoffiare il fohn. Secondo gliesperti dell’Ersal domani ci saràcielo sereno sulla parte centrooccidentale della regione, men-tre sarà coperto in pianura sudorientale, zona del Garda e Val-camonica.Letemperaturedimi-nuirannoleggemente.

Bella settimana per gli amanti delteatro a Milano. È arrivato finalmen-te al Teatro Franco Parenti, dove sitratterrà fino a domenica 23 marzo,l’«evento» di questa stagione teatra-le: Oh les beaux jours, cioé Giorni Fe-lici, capolavoro di Samuel Beckettnella messa in scena del celebre re-gista Peter Brook, con Natasha Par-ry, sua moglie, nel ruolo della pro-tagonista Winnie. Uno spettacoloda culto per la straordinaria provadell’interprete e per la rara fedeltàcon cui il regista ha seguito le pun-tigliose didascalie di Beckett,traendone però uno spettacoloinedito, ben lontano dalla manieradell’assurdo che gli anni hannoappannato di noir.

A proposito dell’allestimento,Peter Brook ha spiegato: «Un pub-blico che non ha barriere intellet-tuali, che non cerca ad ogni costodi analizzare il messaggio, ride egrida e, alla fine, partecipa a unacelebrazione con Beckett. Questopubblico esce dalle sue opere nu-trito ed arricchito con il cuore piùleggero, pieno di una strana gioiairrazionale». Lo spettacolo, presen-tato da Andres Neumann Interna-tional in collaborazione con Théa-tre de Vidy-Lausanne-E.T.E. è infrancese con sopratitoli in italiano.Invece al Teatro di Porta Romanasono tornate Le cognate, spettacolo

molto divertente prodotto dallaCompagnia Laboratorio Nove. Laregista Barbara Nativi ha dato untaglio grottesco a un testo del ca-nadese Michel Tremblay zeppo didonne frustrate, incretinite o dabuttare Bell’ambientino con quin-dici attrici bravissime e saluti finalistile musical.

Dopo le repliche fino al 27 mar-zo Teatridithalia proporrà un altrospettacolo della stessa regista e del-la stessa compagnia, Carezze(dall’1 al 13 aprile), testo del cata-lano Belbel, vietato ai minori. Unagirandola di duetti crudeli ed esila-ranti che ruba a Girotondo diSchnitzler l’idea drammaturgica:uno dei protagonisti della coppiaprecedente passa il testimone aquello successivo.

Per continuare a ridere, ecco ilcabaret a luci rosse allo Zelig: finoa questa sera Sonia Grassi in Lessolussuria e lussazioni, il 21 e 22 mar-zo Jacopo Fo in Lo zen e l’arte discopare e, dal 25 marzo, LunettaSavinio in Prova orale per membriesterni e Pia Engleberth in Sesso alminuto. Mentre al Ciak è tornatoDaniele Luttazzi con il suo Va doveti porta il clito, uscito indenne dallacausa intentatagli da Susanna Ta-maro. Repliche fino al 29 marzo.

Maria Paola Cavallazzi

Incontrotra artistie assessori

Un appuntamento per farechiarezza. Lunedì 24 marzoalle ore 21 al Teatro FrancoParenti si terrà l’incontronazionale «La nuova legge sulteatro. Città e Teatro: il futurodei sistemi metropolitani», unconfronto tra amministratoripubblici, artisti e operatoriorganizzato dal Crt e dalTeatro Franco Parenti. Laproposta di una nuova«Disciplina per il riordinodelle attività teatrali» rendeimprescindibile, infatti unoscambio di idee tra gli artisti egli amministratori che infuturo dovranno sostenernel’operato. All’incontroparteciperanno l’assessorecomunale Philippe Daverio equello provinciale DanielaBenelli, Renato Nicolini,assessore alla Cultura diNapoli, e altri amministratorie operatori del settore.

Natasha Parry in «Oh les beaux jours»

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LA POLITICAGiovedì 20 marzo 1997 4 l’Unità

«Il Tempo»cambia: viaBelpietro,torna CresciImprevisto. Il quotidianoromano «Il Tempo» cambiadirettore. La guida delgiornale finisce nelle manidi Gian Paolo Cresci, cheprende il posto di MaurizioBelpietro, il quale haannunciato di essere statolicenziato «per giustacausa» dall’editore,provvedimento che nonritiene fondato.«Pago la linea sostenutadal “Tempo” sotto la miadirezione». È questo ilcommento a caldo diMaurizio Belpietro subitodopo aver ricevutodall’amministratoredelegato del giornale lalettera di licenziamento«con effetto immediato».«Metto in relazione direttail mio licenziamento - hadetto Belpietro - con lacampagna sostenuta inquesti mesi dal giornale neiconfronti del presidentedella Repubblica Scalfaro eper le notizie di caratteregiudiziario pubblicate sulsegretario del PdsD’Alema, tra cui l’avviso digaranzia per ricettazione».Belpietro, che ha firmato ilgiornale dal 21 ottobre1996, ha detto di avereavuto a fine febbraio un«burrascoso colloquio» colpresidente del «Tempo»,Domenico Bonifaci: «Mi hachiesto di correggere il tirodel giornale. Ho rispostoche non potevo fare ungiornale di centrodestrache appoggiasse l’Ulivo».Alla direzione del giornaleè così stato chiamatoGiampaolo Cresci,vicedirettore, nonché«reggente» del «Tempo»per 52 giorni primadell’arrivo di Belpietro: «Hoaccettato - ha detto Cresci -per stima nei confrontidell’editore, amicizia erispetto per i miei colleghi,consapevole delle grandipotenzialità di questatestata».Piuttosto agitata, negliultimi mesi, la vita delquotidiano di piazzaColonna: che fu ceduto nelluglio ‘96 dal gruppo delcostruttore romanoFrancesco GaetanoCaltagirone al gruppoBonifaci per 70 miliardi e480 milioni. Alcuni mesidopo la cessione, nelsettembre ‘96, GiovanniMottola, lasciava ladirezione del quotidianoromano che venivaappunto firmato da GianPaolo Cresci, vicedirettorefacente funzioni. Il 17ottobre Maurizio Belpietroassumeva la direzione eCresci era confermatovicedirettore.

Cecchi Gori avrebbe dovuto depositare alla Lega una fidejussione di 213 miliardi

Le partite di calcio anche alla RaiAccordo con Tmc, Mediaset insorgeL’intesa permetterà all’emittente pubblica di mantenere i diritti sullo sport più amato dagli italiani. Salvi Il calcio mi-nuto per minuto, Novantesimo minuto. La coppa Italia divisa a metà. Telemontecarlo utilizzerà alcuni ripetitori Rai

ROMA. Ilcalciotorna,inparte,allaRai. Mario Cecchi Gori e la Raihanno raggiunto l’accordo ieri se-ra, accordo già approvato dal con-sigliod’amministrazionedell’enteradiotelevisivo pubblico. L’intesaha provocato unadura reazione diMediaset,chehapreannunciatolapresentazione di un esposto al ga-rante dell’editoria ritenendo alte-ratoilgiocodellaliberaconcorren-za.

L’accordoèstatoraggiuntoapo-che ore dal deposito presso la LegaCalcio della fidejussione di 213miliardi da parte di Mario CecchiGori, il patron di Telemontecarlo.Il tribunale civile di Firenze ave-va, infatti, riconsegnato - anchese non definitivamente - i dirittitelevisivi sul calcio a Tmc per lestagioni ‘97-’98 e ‘98-’99 e, con-seguentemente, Cecchi Gori siapprestava a rispettare i terminiper la fidejussione. L’accordoRai-Tmc è stato raggiunto in se-de extragiudiziale e renderà su-perfluo il processo civile, inten-tato da Cecchi Gori. Le conse-guenze per i diretti interessatisono vantaggiose: Tmc non do-vrà versare la fidejussione di 213miliardi nè altri 158 miliardi co-me cauzione al tribunale di Fi-renze; la Rai mantiene i dirittisul calcio, perchè torna in vigo-

re il contratto triennale con laLega calcio, che l’ente pubblicosi era assicurato offrendo 580miliardi e 400 milioni di lire.Entrambe le parti, infine, evite-ranno i costi, le lungaggini e leeventuali penali connessi al pro-cedimento giudiziario.

Dal punto di vista dei tele-spettatori e degli appassionati dicalcio, l’accordo prevede che idiritti radiofonici andranno allaRai e, dunque, si salva la storicatrasmissione della domenica po-meriggio “Il calcio minuto perminuto”. E si salva anche la se-guitissima “90 minuto”, il pri-mo appuntamento con i filmatidei gol della domenica. Ma Cec-chi Gori qualcosa l’ha strappata:dalle 19 alle 22,30 della domeni-ca calcistica Tmc e Tmc2 po-tranno trasmettere in esclusivaimmagini e interviste relative alcampionato, fatti salvi il dirittodi cronaca dei telegiornali dellaRai. Ancora: le partite di CoppaItalia saranno divise tra i duecontraenti, nel senso che Tele-montecarlo potrà mandare inonda in diretta tre partite, unaper i primi tre turni e in differitatutte le altre; l’incontro di calciotrasmesso in differita la domeni-ca sera sarà appannaggio dellereti di Cecchi Gori; i diritti per

l’estero verranno divisi fra ledue parti in causa.

Questa è la sintesi dell’accor-do extragiudiziale che sarà pre-sentato al tribunale e alla LegaCalcio. Un’altra parte della piùgenerale intesa raggiunta tra Te-lemontecarlo e l’emittente pub-blica non riguarda il calcio, mail cinema. Infatti, la Rai acquisi-rà dal gruppo Cecchi Gori duepacchetti di film: il primo com-prende 38 film (18 mai passatisul piccolo schermo); il secondosarà definito entro il mese digiugno. Nell’intesa dovrebbe es-serci anche l’utilizzo, da parte diTmc e Tmc2, di alcuni ripetitoridella Rai per raggiungere alme-no parte di quel territorio cheora queste emittenti non riesco-no a “coprire”.

Mediaset ha preso molto malela notizia dell’accordo - resapubblica da una nota congiuntadi Telemontecarlo e della Rai - eha chiesto al garante di aprireun’istruttoria su di essa, perchèl’intesa costituirebbe un’”intesavietata” perchè impedisce o li-mita «in modo consistente» lalibera concorrenza «in una parterilevante del mercato nazionaledei diritti televisivi.

Giuseppe. F. Mennella

Berlusconi sulle Tv:«Esproprio proletario»Saràoggi il giornodellaveritàper l’assettodelle televisioni edelle

telecomunicazioni. L’emendamento del governo - per disegnarela fase transitoria precedente il nuovo regime - non ha ancorasbloccato il contenzioso anche politico che da mesi perdura al Se-nato. Ieri, il presidente della commissione Comunicazioni di Pa-lazzoMadama,ClaudioPetruccioli,haaperto lasedutachiedendoai gruppi, soprattutto di opposizione, se la proposta del governoavrebbe consentito il ritiro della massa di emendamenti presenta-ta al disegno di legge che istituisce l’Autorità per le telecomunica-zionieintroducelenormeantimonopolionelsettore.

Dal centrodestra non sono giunte risposte positive ma richiestedichiarimenti.Soprattuttosulpuntodellacosiddettaperfettasim-metria tra Mediaset e Rai. Insomma, il Polo pone ancora una que-stione aziendale, nel sensodell’azienda diBerlusconi.La lamente-lariguardailfattocheprimaopoi(ilgovernononhafissatounada-ta) una rete diBerlusconidovrà andare sul satellite enonpotràpiùtrasmettere, come oggi, via etere, mentre la Rai dovrà liberare unasua rete dalla pubblicità e finanziarla soltanto con il canone. Que-stoelemento,insiemealfattochefinalmentecisaràunpianodellefrequenze che consentirà a Telemontecarlo di trasmettere sull’in-tero territorio, ha fatto gridare Silvio Berlusconi all’esproprio pro-letario. Le risposte del Polo sono attese per oggi. Il centrosinistra,dal canto suo, ha replicato aderendo al testo governativo e, comeha spiegato Antonello Falomi, ritenendosi libero di formulareeventualiulteriori correzioni,compresaquellaperstabilireunata-dacertaperilpassaggiodiunareteMediasetsulsatellite.

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A Milano contestato il candidato sindaco in calo nei sondaggi

I falchi di FI contro Albertini«È troppo tenero coi giudici»Maiolo, Contestabile e altri esponenti «ipergarantisti» non hanno gradito leposizioni prudenti sulla giustizia. Nasce una polemica con Formentini.

MILANO. «Caro Albertini, non pen-serà di parlare per un mese di rifiuti ocartacce per la strada. C’è l’emergen-zagiustiziaeleinonpuòcavarselaco-me Ponzio Pilato. Si ricordi che il ca-polista di Forza Italia a Milano (SilvioBerlusconi,ndr) è sottotirodeigiudi-ci per motivi politici». Più o menocon parole come queste alcuni espo-nenti ipergarantisti di Fi hanno fattolepulcialcandidatosindacodelPolo.Le sue prime apparizioni televisivenon sono particolarmente piaciutealla componente radicale degli az-zurri. In particolare da Santoro, Al-bertini è apparso agnostico in mate-ria.«Non ho mai parlato con Berlu-sconi di Mani Pulite» ha detto, e poi:«Non spetta a un sindaco occuparsidi queste cose». Così, alla presenta-zione ufficiale ai parlamentari di Fi,Tiziana Maiolo, Domenico Conte-stabile, Giulio Savelli l’avrebbero cri-ticato per difetto di garantismo. Oratutti minimizzano. «È stata una riu-nione tranquillissima - dice Maiolo -semplicemente Albertini ha chiestosuggerimenti e Contestabile ha ac-cennato al fatto che a Milano saràunoscontropolitico. Iol’homessoin

guardiasullagiustizia,perchèlostuz-zicheranno e occorre una posizionedi maggior equilibrio, diversa per ca-pirci da quelle di Alleanza Naziona-le». Già, An. Un Albertini troppo ga-rantista scontenterebbe inevitabil-mente iDeCoratoo iLaRussa.Comereagisce il candidato? «Le mie opi-nioni non sono la somma delle opi-nioni delle liste che mi sostengono»precisa puntiglioso. Intanto attaccala linea dura di Formentini suiprofu-ghi albanesi, ma per contestargli lapresenza dei marocchini che vendo-nolecollaninesullestrade.

A difendere Albertini sulla giusti-zia interviene il coordinatore regio-nale di Fi, Dario Rivolta: «Nonneces-sariamente leposizionidiunsindacoe di un gruppo parlamentare debbo-no coincidere. Comunque nessunoha contestato Albertini. Queste sonovocimesseingirodachicercapubbli-cità». La frecciata sembra destinata aGiulio Savelli, l’eterno scontento diFi,cheaccusailmovimentomilanesedi imprevidenza: «Nonostante tutti itentativi di perdere a Milano il Polonon può perdere». Come? «Ma sì,Forza Italia ha peccato di imprepara-

zione, speravano nel rinvio del voto,hanno sottoposto Serra a una lungausura e anche le liste non sono ecce-zionali, senonperinomiperlafretta.Nelle grandi città ci sono da trovarecinquecento candidati e Forza Italiahaimpiegatotreanniadaprireleade-sioni... credo che Berlusconi non ab-biaideadicomesifaunpartito».

Ma sarà vero che il Polo non puòperdere? I sondaggidannoFumagallie Albertini alla pari, e Albertini tendea scendere. Il che fa salireil nervosi-smoinForzaItalia.«Sì, ineffettiqual-cuno gli contesta poca grinta - am-metteRivolta - invecequestosuosag-giarsicongradualitàdimostracheAl-bertinièpersonaseria».Certoècheseil Polo perdesse a Milano, partendoda tredici punti di vantaggio, la lea-dership di Berlusconi sarebbe messain discussione. Ma Rivolta è ottimi-sta: «Chi pensa a nuove aggregazionisenzaBerlusconièun illuso.Echido-vrebbe guidarle? Cossiga è politica-mente stracotto. Altri personaggi so-no così minori da non essere nean-chepresiinconsiderazione».

Roberto CarolloMarco Formentini, Paolo Vantellini e Alberto Cova alla presentazione di Stramilano Ap

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Il vicepremier con De Mita e Macaluso presenta il libro di Maurizio Caprara

Veltroni: troppe stragi impuniteSul Pci: «Con il 56 perse l’occasione di diventare una forza riformista». Apprezzata l’autocritica di Fini.

ROMA. «Ero un ragazzo quandonel1970entrainellaFgci, ioentra-vo mentre tanti altri uscivano... Il’68 era passato da poco, c’era statala primavera di Praga e Jan Palachsieraucciso.IomiiscrissiallaFgcieinquegliannirimasicolpitodaldi-scorso cheBerlingueraveva fattoaMosca, il primo strappo con l’U-nionesovietica.Evidi inquell’attouna scelta importante per ricom-porre le contraddizioni della sini-stra in quella turbolenta stagione.Penso che il Pci finì in quel giornodisoledel1984quandoBerlinguermorìevedevodalpalcodipiazzaS.Giovanni quella marea di genteche si avviava verso un faticosocammino. Ed ora credo anche cheBerlingueravevafattoil suomassi-mosforzoperportareilPcisullaviadelcambiamento...».

Confessione pubblica, ma defi-nita da lui stesso molto privata, diun vicepresidente del Consiglio,pocopiùchequarantenne.Biogra-fia politica di Walter Veltroni che,ribadendo giudizi già noti sulla

storia del Pci, «storia affascinante»ma anche con molte zone d’om-bra, racconta - in occasione dellapresentazione del libro dal titolo«Lavororiservato,icassettisegrettidel Pci» (Feltrinelli) di MaurizioCaprara, collega del Corriere dellasera - di quel «gelo» che provòquandolesseiverbalidelladirezio-ne del Pci del ‘56, di quel disagioche avvertì venendoa conoscenza«del trattamento riservato inquel-la riunioneaPeppinoDiVittorio».Veltroni, seduto accanto a Capra-ra, Emanuele Macaluso, CiriacoDeMitaeValentinoParlato,ripeteunconcettogiàespresso:«PermeilPci con il ‘56 perse una grande oc-casione, quella di diventare unaforza riformista». Ma, sollecitatodal libro diCaprara,vaoltre.Epar-tendo da quella zona off limitsdel-la storia italiana in cui, come diceMacaluso, a sinistramanonsolosivisse con la paura del golpe, Vel-troni con nettezza dice: «La nostrastoria non sarà mai completa finoa quando non si capirà cosa è suc-

cesso sulle stragi e sul terrorismo.DapiazzaFontanaaUsticanonc’èvicenda che si assomigli. È semprelostessocopione».«Lastessastoria- aggiunge Veltroni - si è ripetutatante volte nella vita italiana, que-stononvuoldirechec’erauncom-plottosolocontroilPci,macontrotutti coloro che volevano il cam-biamento e la rottura di vecchiequilibri». Il vicepremier, poi,mette in rilievo la recente intervi-sta di Fini al Corriere della sera, incui il leader di An non esclude chelostragismoabbiautilizzatoancheelementi provenientidall’estremadestrae sottolineacheoccorre farelucesuchiperòeradietro,suchiti-rava le fila dello stragirmo. «Èun’intervista importante - diceVeltroni - e micolpiscechesiapas-sata sotto silenzio. L’Italia, invece,ha bisogno di capire cosa c’è nellepagine bianche della storia cheparte dalla strage di piazza Fonta-nadel1969».

Paola Sacchi

Tg3: Annunziatarimuove i capidelle cronache

Il direttore del Tg3, LuciaAnnunziata, ha chiesto eottenuto le dimissioni delredattore capo dellacronaca, Raffaele Fichera, edel suo vice, Riccardo Colzi,«per ristabilire un principiodi autorità». «Per giorni -ha spiegato Annunziata -abbiamo avuto un dissensosu come dovevamo seguirei fatti dell’Albania. Poichélo scontro è avvenutodurante la riunione disommario, ho ritenuto chequella fosse la sede giustaper chiedere questedimissioni».

20SPE03A2003 ZALLCALL 12 21:09:05 03/19/97

GLI SPETTACOLI Giovedì 20 marzo 1997l’Unità211Domani a Roma

Intoleranceparte due:nuovi filme diretta tv

CINEMA Da domani al Nuovo Sacher di Moretti e poi lo si vedrà in tutta Italia

«Noi belgi, razzisti come gli altri»Esce «La promessa», film anti-Le PenPer i registi, i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne, è «una metafora sui rapporti tra Nord e Sud del mondo». È la storia di unadolescente che aiuta il padre nel traffico di manodopera clandestina. La morte di un africano lo mette in crisi.

Libro rivela:Kubrick uomopieno di fobie

Una nuova biografia diStanley Kubrick descrive ilregista di «Aranciameccanica» come un uomopieno di fobie. «Negli anniCinquanta e Sessantaabitava a New York maaveva così pauradell’olocausto nucleare checonsiderò seriamente ditrasferirsi in Australia peressere fuori dal raggio diazione di un’eventualebomba atomica», scriveVincent Lo Brutto, autore di«Stanley Kubrick: aBiography». Secondol’autore, Kubrick soffrirebbeanche di agorafobia:«Sempre più timoroso per lapropria sicurezzapersonale», avrebbeordinato al suo autista dinon guidare a più di 60chilometri all’ora. MalcolmMcDowell, protagonista di«Arancia meccanica», vienecitato a proposito del suoprimo incontro con ilregista: «Arrivò chesembrava una processione.Non avevo capito che per luiera una gran cosa uscire dicasa. Aveva ordinato al suobraccio destro di stare inmacchina davanti in mododa assoribre l’impatto incaso di incidente». A quantorisulta a Lo Brutto, Kubrickavrebbe anche paura divolare. Un tempo il registadi «2001, Odissea nellospazio» usava pilotare un jetpersonale, ma dopo unmezzo incidente il regista«cominciò a leggere giornalidi aviazione e a monitorarele trasmissioni deicontrollori di volo diHeathrow». Da allora nonavrebbe mai messo piùpiede su un aereo».

ROMA. Un progetto concreto di col-laborazione tra Francia e Italia nellalotta al razzismo e all’intolleranza. Èunadelleiniziative, insiemealsecon-do blocco di cortomotraggi del pro-getto Intolerance e al lancio del con-corso «Sguardi della scuola sull’in-tolleranza», che saranno presenta-te domani, venerdì 21 marzo, al ci-nema Universal di Roma (a partiredalle 15), nel corso di una giornata«contro il razzismo». Il pomeriggioculminerà nella diretta Rai con latrasmissione Cronaca in diretta. Fit-ta la scaletta degli ospiti: da Parigi,Monsignor Henri Coindé, parrocodi Saint Bernard, Doro Traore, por-tavoce dei «Sans papiers», i presi-denti delle associazioni degli auto-ri e degli attori francesi, esponentidi Sos Racisme, Fodé Sylla della Ly-cra, Philippe Benassaya, alcuni ci-neasti francesi tra i quali ClaireDénis; da Roma, Monsignor DiLiegro (Caritas romana), Pasquali-na Napolitano (europarlamenta-re), Vaifra Palanca (Anno europeocontro il razzismo), GiampieroCioffredi (Arci Nero), Roberto To-relli (associazione Rinascimento), iregisti Roberto Giannarelli, CittoMaselli, Ettore Scola, Gillo Ponte-corvo e Bernardo Bertolucci. Inuncomunicato stampa, le associa-zioni promotrici dell’iniziativa ri-cordano che «il 1997 è stato pro-clamato dall’Unione europea “An-no europeo contro il razzismo”.Con questo atto, i paesi membrihanno espresso la loro volontà dicombattere ogni forma di intolle-ranza, riconoscendo che è il razzi-smo in tutte le sue forme la veraminaccia per una serena conviven-za tra i popoli, culture e persone”diverse”».

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ROMA. Nonmale,comedichiarazio-nedi intenti:«Noiviviamoinunpae-se dove la gente sta sempre zitta, èapatica, cinica e dimentica facilmen-te. Abbiamo girato La promesse pro-prio per denunciare tutto ciò». È ilBelgio il paese in questione, e fran-camente - nonostante l’apprezza-bile risveglio delle coscienze pro-vocato dagli atroci fatti di Marci-nelle - è difficile dar torto a Luc eJean-Pierre Dardenne. Fratelli ci-neasti, come i Taviani e i Cohen, idue belgi praticano da anni un ci-nema di intervento sociale, conuna predilezione per i temi legatialla storia del movimento operaioe alla disoccupazione. Roba d’altritempi? Non si direbbe proprio, ba-sta vedere quello che sta succeden-do da quelle parti dopo la minac-ciata chiusura di una fabbrica dellaRénault: 5000 persone rischiano diessere licenziate, e il peggio deveancora venire.

La promesse (ma che sciocchezzalasciare il titolo francese, non suo-nava meglio La promessa?) parlaanche di questo, offrendo aglispettatori che da domani potran-no vederlo al cinema Nuovo Sa-cher di Roma, e la settimana pros-sima nel resto d’Italia, uno spacca-to allarmante e fedele della realtàbelga. Mischiando elementi di fin-zione e tecniche quasi documenta-ristiche, i fratelli Dardenne raccon-tano una storia come tante di im-migrazione clandestina, insiemesuggerendo un possibile riscattoindividuale.

È un adolescente della periferiadi Liegi, biondo, intraprendente egià indurito dalla vita, il protago-nista di La promesse. Insieme al pa-dre Roger, Igor gestisce un traffico

illegale di immigrati: africani, ju-goslavi, curdi, rumeni passano perle loro mani, nella speranza, paga-ta a caro prezzo, di trovare in Bel-gio un cencio di occupazione. Mala morte non proprio accidentaledi un operaio africano appena rag-giunto dalla famiglia mette in crisiil giovanotto, provocando una sor-ta di ribellione al padre. Inveceche procedere nella menzogna,Igor fa il gran gesto: ruba il ca-mioncino per portare in salvo lamoglie e il figlio del morto. Unafuga a metà, giacché il ragazzo nontrova sulle prime la forza di con-fessare ad Assita la terribile verità.Ma poi il precipitare degli eventi elo svilupparsi di una strana solida-rietà permetteranno a Igor di fareil gran salto.

Girato in super16, con uno stilesecco, quasi «rubato alla vita», pro-sciugato ulteriormente dall’assolu-ta mancanza di colonna sonora,La promesse è un film assolutamen-te da non perdere. Jean-Pierre Dar-denne, uno dei due registi, ne par-la come di «una metafora del rap-porto Nord-Sud del mondo, di unariflessione sulle mille promesseche noi occidentali non abbiamomantenuto». «Per Igor», aggiungel’autore, «il cammino verso la lega-lità è nello stesso tempo un motodi rivolta verso suo padre e la sco-perta dell’umanità degli stranieri».

Dardenne insiste molto sul«paesaggio sociale» descritto dalsuo film. «Liegi era un tempo unaforte zona industriale, prima mi-neraria e poi siderurgica. Ma lachiusura delle fabbriche ha disgre-gato la solidarietà operaia, spacca-to le coscienze, facendo affiorare la”legge del cavarsela da soli”. I pa-

dri non hanno più un patrimonioculturale e morale da trasmettereai loro figli, come succede nel film.Noi belgi pensavamo di vivere nelpaese dell’abbondanza, e inveceabbiamo dovuto fare i conti con ladisoccupazione, la rabbia sociale,la pedofilìa».

Anche i fatti di Marcinelle, se-condo Dardenne, sarebbero inqualche modo «figli» di questanuova degradazione. «Roger, il pa-dre di Igor, probabilmente era unoperaio prima di riciclarsi cometrafficante di immigrati clandesti-ni. Come lui ce ne sono tanti a Lie-gi e dintorni. Ma lo Stato per trop-po tempo s’è occupato solo dellebeghe tra francofoni e fiammin-ghi». Eppure, nonostante tutto,Dardenne non è pessimista. «Cisono segnali incoraggianti, la gen-te è scesa in strada per manifestarecontro i ritardi delle indagini, perrivendicare il lavoro, una gestionediversa dell’economia».

Estimatore di Moretti («I suoifilm non parlano solo al pubblicoitaliano») e di Loach («Possiedeuno sguardo penetrante sulla so-cietà inglese»), il regista spiega cosìl’interesse della sua società per i te-mi legati alla vita della classe ope-raia: «Il Belgio tende ad essere unpaese che rimuove interi pezzi distoria. Noi glieli ricordiamo». Conun certo successo, se è vero che Lapromesse è diventato un discretosuccesso di pubblica e di critica.Non soltanto in Belgio: pare che inFrancia sia programmato polemi-camente in tutte le città dove è ap-pena passato Le Pen, come un an-tidoto all’odio xenofobo.

Michele AnselmiJérémie Renier è Igor, il protagonista di «La promessa»

ESORDI L’opera prima del giovane Gazarov

L’«Ispettore generale» di Gogolfa ridere la Russia al cinemaTrasposizione quasi letterale del testo, filmato come una produzione teatrale. AMosca sale prese d’assalto: è il successo della stagione.

MOSCA. Chissà che cosa può averspinto un giovane regista al suo pri-mo lungometraggio a mettere inscena un classico della letteraturarussa come L’ispettore generale diGogol. Sarà l’humor gogoliano,forse la sicurezza di un testo giàcollaudato, o forse la fortuna dipoter mettere in piedi un cast for-mato dai migliori attori del mo-mento. Certo è che Serghei Gaza-rov ha avuto ragione nel traspor-re sullo schermo L’ispettore gene-rale, visto il successo che il filmsta ottenendo daqualche settima-na nelle sale di Mosca.

«Ho voluto fare questo film -spiega il regista - prima di tuttoperché conosco bene il testo e poiperché in fondo la società di oggiqui in Russia non è poi così tantolontana da quella che descrivevaGogol nella prima metà dell’Ot-tocento. L’ipocrisia e la reverenzanei confronti del potere sono lestesse».Il film, come spesso capitanell’adattamento di un opera tea-trale già ampiamente portata sul-lo schermo (risale al 1949 la ver-sione musicale di Henry Costercon Danny Kaye nel ruolo delprotagonista), rivisita la comme-dia senza distaccarsene troppo.Non mancano però spunti origi-nali e divertenti. Questa storia di-vinamente comica, in cui il pode-stà Skvoznik- Michalkov scambiail giovane impiegato pietrobur-ghese per l’ispettore di governovenuto a controllare i notabili diquesta piccola città di provincia,provoca un malinteso devastan-te. Gazarov, consapevole di doverfilmare un testo teatrale già col-laudato sia a teatro che al cine-ma, usa la macchina da presa inmodo statico, come per non spez-zare la recitazione degli attori im-pegnati in un copione sofisticatoe pieno di sfumature. Avvalendo-si così del piano sequenza, il regi-sta restituisce una recitazione in-tensa che trasporta lo spettatorenell’assurdità quasi surreale deltesto.

Il film di Gazarov è concepito,realizzato e filmato come una piè-ce teatrale, quasi volutamente

claustrofobica; e certe volte vieneda chiedersi se la trasposizione diun testo teatrale non sia un dialo-go sussurrato o una parata di pri-mi piani. Per esempio, il regista sidiverte a «ingrandire» le guancepaffute di Michalkov e i peli deisuoi baffi prima che il personag-gio annunci con tono provincialel’arrivo dell’ispettore di governo.È un peccato vedere lo splenditoOleg Jankovskji inchiodato a unruolo secondario mentre recita laparte del giudice corrotto Lya-pkin-Tyapkin. Il momento mi-gliore viene quando Gazarov vaoltre la commedia, inventandoqualcosa che Gogol non avevascritto: come il banchetto per gliospiti dato dal direttore dell’Isti-tuto di beneficenza Alexei Zhar-kov. Il giudice, Oleg Jankovskji,incoraggia l’ospite a dare la cac-cia all’anatra dalla finestra (conun uomo sulla scala all’esternoche tossisce sulle anatre mortedopo ogni colpo fino a cadere eperdere conoscenza): un modoper lavorare sulla storia senza far-si intimidire dal testo originale eravvivare in modo brillante l’a-zione. Meno efficace è la fusionedel classico duo Dbcinski-Bobcin-ski nel singolo personaggio diAvangard Leontiev, cacciato dal-lo spettro del partner inesistente.Evghenji Mironov è invece ec-centrico e meraviglioso nella par-te dell’impulsivo impiegato Khle-stakov, il quale si getta tra le brac-cia della moglie del maggiore esotto la gonna di sua figlia (AnnaMichalkova).

«Il coraggio di lanciarmi in unaoperazione che non offriva nulladi nuovo», conclude Gazarov,«me l’ha data l’idea di proporread attori importati praticamentetutti i ruoli, incluso Nikita Mi-chalkov che erano anni che nonrecitava per altri registi». L’ispet-tore generale, è colorato, vivace eabbastanza divertente: per cui ilsegreto del successo non sta tantonell’originalità del contenuto manella genialità della forma.

Rino Sciarretta

Nastri d’argentoPremiatoAlan Parker

Alan Parker, il regista di«Evita» di cui èprotagonista Madonna, è ilprimo vincitore ‘97 deiNastri d’argento, i premiassegnati ogni anno dalsindacato giornalisticinematografici italiani. Laconsegna dei premi èprevista per sabatoprossimo a Roma, nelcomplesso San Michele aRipa, con l’intervento delvicepresidente delConsiglio Walter Veltroni.Parker ha vinto il nastrod’argento europeo,mentre un premio specialeè stato assegnato al filmd’animazione «La frecciaazzurra» con la regia diEnzo D’Alò. Il sindacato,che organizza lamanifestazione giunta allacinquantaduesimaedizione, ha volutotributare anche unparticolare omaggio - unNastro d’argento speciale -a Marcello Mastroianni.Gigi Proietti (la voce diRobert De Niro in «Casinò»con Sharon Stone) eAurora Cancian (la voce diBrenda Blethyn in «Segretie bugie» palma d’oro aCannes l’anno scorso) sonoin vincitori dei nastrid’argento per ildoppiaggio, che nonvengono attribuiti perreferendum. Lamanifestazione di sabatosarà condotta da Fabio eFiamma, la coppiaradiofonica che conduce«Trave nell’occhio»(Radiodue).

20SPO03A2003 ZALLCALL 12 22:31:47 03/19/97

LO SPORT Giovedì 20 marzo 1997l’Unità215Corsa «tris»per cavalliin pensioneUna Tris l’anno finanzierà la casadi riposo per cavalli voluta dalComunedi Roma. L’idea è delcommissario straordinariodell’Unire, Angelo Pettinari,nell’incontrocon MonicaCirinnà, consigliere delegataall’ufficio diritti degli animalicheha concepito con AlbertoSordi il progetto “Nestore’’. Per larealizzazionedella casa di riposoche sorgerà a Catsel di Guidoèquasi tutto pronto..

Ferrari, MonzaSchumi è velocema va «fuoripista»Continuano i testdella Ferrari aMonza. Dopo aver compiutosettegiridi warm-up (migliortempo 1:25.20), MichaelSchumacher èandato inpista ieripergli ultimi controlli cheanticipavano unasimulazione diGpcon il motore barra2. Al terzogiro, arrivato troppo veloce allavariante della Roggia, il pilotatedesco ha sentito partireimprovvisamente la monoposto,che si è girata toccandocon la

parte posteriore uno dei«panettoni» sistematinei giorniscorsi all’esternodella variantestessa (per impedire ai piloti ditagliarla). L’impatto haprovocato la rottura della scatoladel cambio. La «rossa» è quindirimbalzata inpista, concludendola sua corsa nella sabbiaall’esterno della variante. Lavetturaè stata riportata ai boxenelpomeriggio haripreso leprove. Nel frattempo gli addettiallapista hanno provvedutoatogliere tutti i «panettoni»posizionati alle variantiGoodyear, Roggia, Ascari e allasecondacurva di Lesmo.

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Fisichellasta megliodopo l’incidenteAllarmerientrato perGiancarloFisichella, uscito di pista l’altrogiorno a190 km all’oraaSilverstone mentreprovava lasua Jordan-Peugeot. Ieri mattinaall’Oxford Radcliffe hospital, ilpilota italiano è stato visitato dauno specialista che ha emessouna diagnosi rassicurante: nientefratturaal ginocchio destrosoltanto una forte contusione.Ora dovrà sottoporsi ad untrattamento di fisioterapia.

Ippica, scioperoa Pasquettadei totoricevitoriUna giornata di sciopero inoccasione della corsa Tris n.2347del giorno di Pasquetta,l’astensione dalla promozionedel gioco apartire dallacorsan.2343 del 25 marzo, infine larichiestadi risarcimento deidanni economici. La Utisreagisce così all’annullamentodellaTrisdi martedì ad Agnanoper un’improvvisaagitazione deiguidatori e degli allenatoricampani.

Fabrizio Radaelli/Ansa

AddioBranchini,managerdei managerE così, con l’ultimo fiatosconfitto in quei polmoniche da giorni sembravanoscoppiare, se ne è andatoanche lui, UmbertoBranchini, il manager deimanager, l’uomo cheaccompagnò sul ring, ealla corona di campionedel mondo, pugili comeSalvatore Burruni, FrancoUdella, Rocky Mattioli,Loris Stecca, FrancescoDamiani. Umberto,modenese da una vita etrapiantato a Milano,aveva 83 anni. Unasessantina li ha passati trai guantoni, strappato allapassione del padreGiuseppe, pioniere deltrotto italiano,dall’incontro folgorantecon Enrico «Piripicchio»Urbinati. Era il ‘33, i dueprim’attori di una boxeormai sparita (Piripicchiose ne è andato otto mesifa) si incontrarono intreno. Umberto, la seraprima, aveva vistoUrbinati sul ring a Milano.Fu un lampo. Sentì cheavrebbe dovuto lasciare icavalli per gettarsi tra altripurosangue: quelli cosìbravi a tirare cazzotti.Procuratore,organizzatore, inventoredi fenomeni magari dicartapesta come Nino LaRocca.Il numero uno pergenialità, intuito,preparazione.Quattromila vittorieinanellate sul pianetadella boxeprofessionistica, 142 solonel magico 1962, unrecord irripetibile,maturato al fianco di stelleautentiche o forse soloappiccicate su un cielo distoffa, quello costruitodalla sua inarrivabilefantasia.Pugili e cavalli, l’altroamore sempre coltivatosenza remore, «perchè lavita - ci disse un giorno - èun tesoro che va spesofino all’ultimocentesimo». Umberto disicuro lo ha fatto, nonnegando mai nulla a sestesso e nemmeno allamoglie Elena, cui ungiorno regalò undiamante grosso comeuna noce, e ai tre figliAdriano, Marco eGiovanni, quest’ultimomanager affermatissimonel calcio, ieri procuratoredi Alemao e Careca, oggicol gioiello-Ronaldoall’occhiello.Da qualche anno si eraritirato, stanco e un po‘deluso da uno sport in cuifaticava sempre più arispecchiarsi. Senza mairiuscire però a staccarsenedel tutto. Ne scriveva (econ rara brillantezza), siappassionava nelparlarne, provava aipotizzarne un futuro dirinascita. «Il pugilato -diceva - è una malattiadalla quale non si puòguarire». Potrà guarire ilpugilato, malato a suavolta, senza l’aiuto di unuomo come lui?

S.Pe

CICLISMO A 48 ore dalla classica l’ex «cannibale» fa il pronostico della corsa vinta per sette volte

Benedizione Merckx«Jalabert è da Sanremo»

TIRRENO-ADRIATICO

La primavoltadi Petitojunior

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MILANO. Com’è grosso il canniba-le. Appoggiato a un muro della saladegli ospiti di San Siro - il faccionerotondo sovrastato da una resisten-te zazzera nera - Eddy Merckx sem-bra uno dei tanti pilastroni di ce-mento armato dello stadio. Fa unostranoeffetto incontrarlo dopo unapartita di calcio, lui chehalegatoal-la bicicletta la sua insaziabile vogliadi vincere. Ma la vita, quella senzapedaliera, ti cambia anche nei pic-colidettagli.

«Ma no, il calcio mi è sempre pia-ciuto», spiega Merckx, 40 chili do-po, in un italiano quasi perfetto.«Tifo Anderlecht fin da bambino, ein seguito perché l’allenava PaulVan Himst, un mio carissimo ami-co.AnderlechtèunquartierediBru-xelles cui sono molto affezionato. Ilpadre di mia moglie, ex ciclista ecommissario tecnicodellanaziona-le, vi gestiva un bar. Ogni tanto, co-me questa volta per l’Inter, seguo lasquadra in trasferta. Qui a Milanohoancoratantiamici,cosìnehoap-profittato».

Per fortuna, parlando di EddyMerckx, lepresentazioninonservo-no. Per i ragazzi che ne hanno solosentito parlare, basti dire che neglianniSessantaeSettanta (si ritirònelmaggio del 1978 a 33 anni) questostraordinario corridore cresciutonell’enorme periferia di Bruxellesincarnava nella sua feroce ingordi-gia il ciclismo stesso. Con le sue 526vittorie, tralequali spiccano5Tour,5 Giri, 3 mondiali e ben 7 Milano-Sanremo, Merckx si stacca da qual-siasi confronto perché stravincevain tutti i campi. Salita, cronometro,pianura: voleva tutto, ma propriotutto, per onorare il suo pubblico,farcontenti i tifosi. Inunodeisuoi5Tour volle aggiudicarsi anche unatappa insignificante. «Qualcunooggi - raccontò Zilioli, a lungo suocompagno di squadra - non ha maivisto Eddy perché lui è semprestatointesta».AllafineMerckx,conacca-nimento pazzesco, bruciò in extre-mis un italiano, Tosello, che poi sa-rebbe diventato suo compagno disquadra. Albani, direttore sportivodel belga, sul traguardo, anzichégioireurlò:«Maquelloèpazzo!».

Molti lo odiarono, altri lo ammi-rarono, pochi lo amarono perchéchi vince troppo, alla fine, dà fasti-dio. Ma erano altri anni, altri perso-naggi. Adesso c’è un ciclismo diver-so, un ciclismo livellato in «alto»,diconogenerosamentealcunicom-mentatori. Ma poi, se provi a ricor-darti il nome di qualche campione,ti passano davanti un centinaio difigurinestinte, che lasciano il segnouna volta all’anno. Merckx è menosevero: «È cambiato tutto, i parago-ni nonreggono.Ancheadessovedodei buoni corridori. Penso a Jala-bert, a Museeuw, a Bartoli, a Ola-no».

Tra due giorni si corre la Sanre-mo. Lei ne ha vinte sette, un re-cordmaibattuto.Chivedetraifa-voriti?

«Il più pimpante mi sembra Jala-bert.Nehagiàvintauna,masoprat-tuttoha lecaratteristichegiuste.Poivedo bene anche Museeuw, Bartolie Colombo. Ci sarebbe anche Fon-driest, però non sta bene. Ho lettoche ha dei problemi alla schiena».Cosa vuol dire aver le caratteristi-chegiuste?

«Vuol dire aver qualcosa in piùdegli altri. La Sanremo non è unacorsa per tutti, se si vuole vincerla,intendo.Sembrafacileconquei300chilometri senza grandi difficoltà.Ma alla fine, se guardiamo l’albod’oro, la vince quasi sempre uncampione.Nonèuncaso».

L’anno scorso l’ha vinta Ga-brieleColombo.Sembravalacon-sacrazione di un nuovo talento.Dopo invece è sparito. Come mainonnasconopiùifuoriclasse?

I campioni non spuntano come ifunghi. Ci vuol pazienza, a voltepassano degli anni. Ogni epocainoltre ha corridori diversi. Adessoc’è tanta gente che va forte, ma nes-sunochevapertantotempopiùfor-te degli altri. Io ero un’eccezione.Ma aimiei tempic’eranoancheme-no corse. Poi si va a periodi. Neglianni Sessanta sono emersi tantissi-mi talenti. Ricordo Motta, Adorni,Dancelli, Bitossi, Zilioli, solo per ci-tare gli italiani. Una generazioneformidabile. Gente rimasta impres-sanellamemoria».

Tra le sette che ha vinto, qualeSanremo ricorda con più emozio-ne?

«Facile, la prima. Era il 1966 e iomipresentavoconicoloridellaPeu-geot. Avevo una grinta incredibile,ma pochi mi conoscevano. Vinsidavanti a Durante e a Van Springel.Per me fu un’affermazione impor-tante. La Sanremo vale come unalaurea.Cominciaiacapire ilmiova-lore». Con una certa emozione ri-cordo anche l’ultima, nel 1976. Ilmio declino era ormai cominciato,ma quel giorno le mie carte me legiocainelladiscesadelPoggio.Ven-nigiùcomeunpazzo,enessunoriu-scì a starmi dietro. Dove non ci arri-vai con la forza, ci arrivai con il co-raggio».

Anchelei incappònellatrappo-ladeldoping.Moltiricordanoan-cora lesuelacrimedisperatealGi-rod’Italiadel ‘69,quandolasqua-lificarono dopo la tappa di Savo-na.Robadaeducande, rispettoal-le sostanze che girano adesso. Leicosanepensa?

«Diquell’episodiononvogliopiùparlare. Io so cosa è successo, e que-sto mi basta. Evidentemente davofastidio.Comunque,oralasituazio-ne è molto diversa. Non nego che ildoping sia un problema del cicli-smo,ma temochesulciclismoci siaun accanimento particolare. Con-trolli severi? Bene, ma facciamoli intuttiglisport».

Suo figlio sta venendo fuori be-ne. Le piacerebbe che diventasseunnuovocannibale?

«Sarei contentissimo. Il massimosarebbe che vincesse una corsa inpiùdime.Manonvoglioopprimer-locon imiei ricordi.Devefare la suastrada senza condizionamenti. Aimiei tempi correre era più facile.Avevamo meno distrazioni. Ulti-mamente mio figlio non era statobene.Oraèinripresa».

SabatoandràaSanremo?«No, in tv a casa si vede meglio.

Mi siedo sul divano, mi bevo unabirraeaspetto.Di fatichenehofattefin troppe. Le facciano gli altri ades-so».

Dario Ceccarelli

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. È ilgiorno di Petito Junior vincitoredella 320 Tirreno-Adriatico, la corsadei due mari. Un abbraccio forte diLetizia, la sua fidanzata, e poi perRoberto Petito arrivano fiori, i foto-grafi e i giornalisti. Cade anche unpo‘ di pioggia, ma diventa beneau-gurantecomeneimatrimoni.

Roberto Petito, 11 anni meno diGiuseppe, gregario di lusso appenapassato a fare il diesse della CantineTello, in cinque stagioni aveva vin-tosolounGirodellaRomagna(’94).Resta modesto, però: «Adesso cheho vinto la Tirreno-Adriatico, speroche qualcosa cambi. Ma sempre Pe-tito resto, e quando non sarò più informa tornerò a fare quello che hosempre fatto. Io non ho problemi,sonobenconsapevoledeimieilimi-ti».

Alla Milano-Sanremo quindi an-drà come terzo, dietro ai leader Ca-sagrande e Cipollini. L’ultimo gior-no della corsa dei due mari (159 kmda Grottammare a San Benedetto)èanche il giorno di Mario Traversoniche in volata batte Nicola Minali,un altro sprinter in forma. Sul lun-gomare di San Benedetto Traverso-ni rimonta Minali, partito troppopresto.

È il primo successo dello sprinterdi Codogno, e anche il primo dellaMercatone Uno, il marchio che so-stienelarinascitadiMarcoPantani.

Traversoni sostiene che il corri-dore romagnolo è in granformaan-cheperlaMilano-Sanremo.

In verità lo si aspetterebbe per ilGiro d’Italia. Un suo “numero” inuna classica, anche se importantecome la Sanremo, sarebbe unabellasorpresa.

Chi continua a fare prove tecni-cheinvistadellaSanremoèMicheleBartoli. Il toscano sulla prima salitadella tappa di ieri si è messo in testaalgruppofacendounanettaselezio-ne. Poi è rientrato nei ranghi, ma lasuaformaèaltissima.

Sièparlato,ovviamente,anchedidoping.Petito,chedaquestastagio-ne si fa seguire da un preparatore diRoma, sta molto attento a non spa-rarenelmucchio:«Iopulito?Perchéglialtrisonosporchi?».Eddy Merckx in una immagine del ‘73 Ansa

Presentata la Bullfin, la società genovese che ha comprato la società granata. Grandi banche come partners

Il Toro entra nell’arena della City BARI 74 81 88 5 70

CAGLIARI 90 39 18 44 78

FIRENZE 4 26 30 74 57

GENOVA 17 64 80 58 46

MILANO 13 10 77 88 66

NAPOLI 40 12 68 45 11

PALERMO81 84 62 49 50

R O M A 29 80 64 32 16

TORINO 9 81 59 45 74

VENEZIA 36 89 69 1 48

LOTTO

ENALOTTO

2 2 1 11X 211 X12

Le QUOTE: ai 12 L. 64.596.600

agli 11 L. 1.964.100

ai 10 L. 191.900

TORINO. Marketing, shipping,planning, il latino plus orribilmenteanglicizzatoinplas,merchandisingevia discorrendo. Questo, il vocabola-rio deinuovipadroni delToro.Per ri-levare il pacchetto di maggioranzadella società hanno appositamentecostituito la «Bullfin», in italiano To-rofinanziaria.Lacontrollaun’altrafi-nanziaria, secondo lo schema dellescatole cinesi: la Hsl di Genova. Die-tro la piena affabulatoria anglossas-sone, spuntano tre giovani impren-ditori.PerdirlaconJerome, treuomi-ni in barca. Nella barca di quel Torodeclassato in B, ma che ha almeno fi-nito di imbarcare debiti con l’avven-to di Calleri. Non ancora quaranten-ni, formano la generazione cresciutadi quei formidabili anni Sessanta.Considerati i precedenti, i tifosi gra-nata,veteranidimilleeunascottatu-ra, si augurano che siamo almenomeno formidabili dei loro predeces-sorinel salutareconlacassa.Comun-que, Massimo Vidulich, Davide Pa-lazzetti e Renato Bodo, rispettiva-mente nuovi presidente, ammini-

stratore delegato e portavoce del To-ro,perrilevarelasocietàhannoscuci-to venti miliardi di lire, ed altri ventisi apprestano ad investirli abreve ter-mine, magari sull’onda della promo-zione in A. Curioso che da anni il To-ro viva nel segno dei maghi dell’altafinanza.Ora, ildopoCallerinascead-dirittura all’insegna di tre. Speriamoche ne facciano almeno uno. Nel1994,tra l’altro,conlasocietàsull’or-lo del fallimento, inguaiata dai cip eciop del mordi e fuggi (Borsano e Go-veani), era comparso anche all’oriz-zonte lameteora Giribaldi,dirimpet-taio di Calleri in quel di Montecarlo,ultrasessantennefinanziered’assaltoa caccia di emozioni forti, ancora in-deciso se rilevare le azioni del Toro oquellediDeBenedetti.

Letti i «rossi» di bilancio, scopertigli ammanchi, contabilizzate le mul-te fiscali, non ebbe dubbi: nel ‘96 hascelto di scalare il gruppo di De Bene-detti. Saggia scelta con i prezzi al mi-nimo storico. Ieri mattina, nella sedegranata, Vidulich, Palazzetti e Bodo,hanno accettato il terzo grado dei

cronisti,mentreungruppettodi tifo-si stazionava in via Roma in attesa divederli dal vivo. E hanno messo lecarte in tavola, senza tanti preambo-li.A differenza di altri checomiziava-no con il cuore in una mano, mentrecon l’altra rovistavano nei conti cor-renti, hanno chiarito il loro obbietti-vo di massima: il calcio fa rima conbusiness. Perfettamente in linea conle società a fini di lucro. E in sintoniacon i desideri dei loro partners, i duecolossi della finanza mondiale, laMerryll Lynch Bank & Trust, la Ban-kers Trust, entrambe con il 33 percentodiazioni.

MainseratalaMerrillLynch,attra-verso il suo vivepresidente, RichardSilverman, ha dichiaratodinonesse-re coinvolta nell’operazione «nè sulpiano finanziario, né sul piano diret-tivo».EdèconquestipartnerscheVi-dulichesocicoltivanol’ambizionedifar sbarcare intreoquattroanniilTo-rino calcio nella City, nella Borsa diLondra.

Michele Ruggiero

Un anno di tiramollasul prezzo del club

Gian Marco Calleri, deluso, sfiduciato, livoroso verso una città e itifosi, accusati di non apprezzarlo, l’aveva annunciato meno di unanno fa: «Il Toro è in vendita». Ma, all’indomani dell’annuncio, nonè che la sede granata fosse assediata dai compratori. Anzi.Sembrava che il Toro più che candidato alla retrocessione, fosseappestato. Racconta Calleri che i più si avvicinavano per annusare,capire se fosse possibile raccattare i resti di una grande società perquattro lire. Non da meno il penultimo in lizza, il produttore digiocattoli Preziosi, il quale aveva forse scambiato l’ex presidenteper quei bamboletti che vende. Insomma, un tormentone perCalleri che un giorno sì e un altro ancora, malediva il giorno, mese eanno, in cui aveva salvato il Toro dal fallimento, saldando debiti per40 miliardi. Nel 1994, anno Zero per la società, tra perquisizioni einchieste della Procura, il Toro ha stazionato fisso nelle pagine digiudiziaria. Adesso, i Tre del nuovo corso, assicurano che finirà inquelle finanziarie. A quando quelle sportive?

Mi.R.

20SPE04A2003 ZALLCALL 12 20:33:06 03/19/97

I PROGRAMMI DI OGGIGiovedì 20 marzo 1997 8 l’Unità2

TELEPATIE

Nostalgia di ManziMARIA NOVELLA OPPO

24 ORE DA VEDERE SCEGLI IL TUO FILMDUE COME VOI TELEMONTECARLO. 10.00

Wilma De Angelis e Benedicta Boccoli alle presecon «gli uomini, che mascalzoni»: in studio loscrittore Silvio Lenares. E poi: canzoni, dediche, ecucina, con la ricetta delle mele al forno con salsaallacannella.

ARTICOLO 1 RAITRE. 14.40La rubrica del Tg3 si occupa delle grandi operepubbliche bloccate, una polemica riaccesa dalrecente intervento del presidente Scalfaro; la primaopera sotto esame sarà la Salerno-Reggio Calabria,autenticosimbolonazionaledi sprechie lentezze.

CRONACA IN DIRETTA RAIDUE. 16.30Viaggio in Albania per il programma condotto daDavid Sassoli. In collegamento con Tirana, idrammatici sviluppi della guerra civile; e daBrindisi l’aggiornamento sull’arrivo delle navicarichediprofughi.

PINO DANIELE CANALE 5. 22.40In anteprima il nuovo videoclip di Pino Daniele,Che male c’è, tratto dal suo nuovo album Dimmicosa succede sulla terra. Ambientato fra i tavolinidi un bar, il video porta la regia di SergioPappalettera.

20SPE04AF01

15.30 ILPRIGIONIERODIZENDARegia di Richard Thorpe con Stewart Granger, Deborah Kerr, JamesMason. Usa 1952 (100 minuti)Il sosia inglese del re di Ruritania prende il suoposto per far fallire il complotto con cui il fra-tello rivale vuole spodestarlo. Più spazio allacomponente sentimentale con in rilievo ma-dame De Mauban, perfida moglie dell’usurpa-tore, nell’ennesima rilettura del felice roman-zo di Hope con un ricco technicolor e i larghimezzidellaproduzioneMgm.RETEQUATTRO

20.30 UNEROEPERILTERRORERegia di William Tannen con Chuck Norris e Brynn Thayer. Usa 1988(97 minuti).Storia di un detective alle prese con uno psico-patico, detto «Terrore», fatto arrestare dal no-stro. Peccato che il pluriomicida a un certopunto riesce a fuggire dal manicomio crimina-le dove era stato rinchiuso. Inutile dire che daquel giorno il detective, che già soffriva di in-cubi notturni, non riesce più a chiudere oc-chio.TELEMONTECARLO

20.35 ILVERDETTODELLAPAURARegia di Heywood Gould con Joanne Whalley-Kilmer, Armand As-sante, Gabriel Byrne, William Hurt. Usa 1994 (107 minuti).Giurata a un processo contro un boss mafioso,la neodivorziata Valerie viene ricattata da unsicario dell’imputato: per salvare la vita al fi-glioletto, deve seminare dubbi nella giuria. As-solto, il boss ordina di uccidere lo stesso la don-na, ma non ha fatto bene i suoi conti. Il temadella doppiezza umana è trattato con un oc-chio al disfacimento morale della società. Pec-cato che la totale mancanza di regia lasci il filminbalìadi séstesso.RETEQUATTRO

Si chiama «Ioscrivo, tu scrivi» il programma diDacia Maraini cheha debuttato questa settima-na su Raidue alle 9,15 del mattino. Machi siaspettava una lezioncina alla lavagna, resterà de-

luso. Purtropponon sono più i tempidel maestro AlbertoManzi, cheha alfabetizzato via etere l’Italia degli anni60 coisuoi gessetti neri. La Maraini sta seduta a una scrivania in-gombradi volumie parla con un aspirante scrittore, chemercoledì mattina era un’aspirante scrittrice, e aspirante at-trice, cantante, ballerina. Per ora doppiatricedi cartoni ani-mati giapponesi. Simpatica ragazza, che meriterebbe il No-bel delle velleità.E così, chiacchierandoe raccontando, se nesono andati i 20 minuti del tempo previsto per la trasmissio-ne. Untalk showa dueche vienead aggiungersi ai tanti,troppi altri inonda. Speravamo nel ritornodella cattedra(che in tv viene concessa solo aimaestri di cucina), nella re-surrezione del Testo e magari dell’Ipertesto e invece ci siamotrovati di fronte auna gradevolechiacchierata trauna scrit-triceaffermata e una ragazzache,dopoaver riempitoqual-che quaderno diappunti, si favedere in tv. Una sorta di «Sa-rannofamosi» delle letteratura?Chissà. Le parti più belle so-no stateovviamente lecitazioni letterarie (in particolarequelle dalla«Vita» diBenvenuto Cellini) e quellecinemato-grafiche (le scene deiprovini da «Fellini 8 e mezzo»), mentreil colloquio tra le due donne era impacciato e formale giustocome quello tra maestra e alunna. Nonè servitoa sgelarloneppure l’interventoregistrato della simpaticaCarmen Co-vito, cheha raccontato il suo debuttoa 44 anni.Comedire,col vecchio maestro Manzi, «non èmai troppo tardi».Oppu-re è sempre troppo presto?

L’attentato a Ilaria AlpiUn giallo irrisolto22.55 CHIHAPAURADI ILARIAALPI?

Speciale Format sul caso della giornalista uccisa a Mogadiscio.

RAITRE

Due anni fa a Mogadiscio una scarica di colpi dikalashnikov contro una troupe della Rai oltre la GreenLine uccisero la giovane giornalista Ilaria Alpi el’operatore televisivo Miran Hrovatin. In questospeciale di Format, l’attentato viene ricostruitoattraverso il racconto dei presunti testimoni oculari,degli amici giornalisti, dei corrispondenti italiani inSomalia e del magistrato italiano che si è occupatodell’inchiesta e della polizia somala. Indagine suiretroscena di una storia rimasta con molti lati oscuri.

AUDITELVINCENTE:Calcio: Inter-Anderlecht (Raiuno, 20.43)................ 7.904.000

PIAZZATI:Striscialanotizia (Canale 5, 20.34).......................... 5.887.000Beautiful (Canale 5, 13.50) ....................................4.831.000L’avvocato delle donne (Raidue, 20.57) ................. 4.331.000Luna Park (Raiuno, 18.46) .....................................4.156.000

6.30 TG 1. [2154310]6.45 UNOMATTINA. All’interno: 7.00,

7.30, 8.00, 9.00 Tg 1; 7.35 Tgr -Economia; 8.30, 9.30 Tg 1 -Flash. [82224865]

9.35 IL CARGO DELLA VIOLENZA.Film drammatico (GB, 1955,b/n). Con Anthony Steel, DianeCilento. [2502020]

11.10 VERDEMATTINA. All’interno:11.30 Tg 1. [3119440]

12.30 TG 1 - FLASH. [13372]12.35 LA SIGNORA IN GIALLO. Tele-

film. [8670310]

13.30 TELEGIORNALE. [33858]13.55 TG 1 - ECONOMIA. [7026049]14.05 INSIEME PER GEMMA. Film

drammatico. Con Jennifer KateWilson, Gary Mavers. Regia diJulian Jarrold. [2491407]

15.55 SOLLETICO. All’interno: Las-sie. Tf.; Zorro. Tf. [8371681]

17.50 OGGI AL PARLAMENTO. At-tualità. [8676223]

18.00 TG 1. [95730]18.10 ITALIA SERA. [784681]18.45 LUNA PARK. Gioco. Con Ro-

sanna Lambertucci. All’interno:19.20 Che tempo fa. [7933204]

20.00 TELEGIORNALE. [759]20.30 TG 1 - SPORT. [49952]20.35 IL FATTO. Attualità. Con Enzo

Biagi. [4891662]20.45 LA ZINGARA. Gioco. Conduce

Rosanna Lambertucci con ClorisBrosca. [1658933]

20.50 PER TUTTA LA VITA. Varietà.Conduce Fabrizio Frizzi con Na-tasha Stefanenko. Regia diGiancarlo Nicotra. [88923827]

23.15 TG 1. [4973001]23.20 PASSAGGIO A NORD-OVEST.

Documentario. “Civiltà perdute:Mesopotamia”. [489339]

24.00 TG 1 - NOTTE. [66570]0.25 AGENDA / ZODIACO / CHE

TEMPO FA. [8526179]0.30 RAI EDUCATIONAL. All’interno:

Tempo. Documenti. “Storiad’autore”. [9292711]

1.00 SOTTOVOCE. [5064605]1.25 I PROMESSI SPOSI. Sceneg-

giato. [33716334]2.35 CANZONISSIMA. (Replica).

6.40 VIDEOCOMIC. [5287681]7.00 GO-CART MATTINA. Conteni-

tore. All’interno: 8.50 Lassie.Telefilm. [8971310]

9.10 IO SCRIVO, TU SCRIVI. Rubri-ca. [4962440]

9.35 QUANDO SI AMA. Teleroman-zo. [4986020]

10.00 SANTA BARBARA. Teleroman-zo. [6850310]

10.45 PERCHÉ. Attualità. [2745223]11.00 MEDICINA 33. Rubrica. [20681]11.15 TG 2 - MATTINA. [8388778]11.30 I FATTI VOSTRI. [405827]

13.00 TG 2 - GIORNO / TG 2 - SALU-TE / TG 2 - COSTUME E SO-CIETÀ. [18662]

14.00 CI VEDIAMO IN TV OGGI, IE-RI… E DOMANI. Attualità. All’in-terno: Tg 2 - Flash. [4463440]

16.30 CRONACA IN DIRETTA. All’in-terno: Tg 2 - Flash. [9785198]

18.15 TG 2 - FLASH. [7319778]18.20 TGS - SPORTSERA. [9815223]18.40 IN VIAGGIO CON “SERENO

VARIABILE”. Rubrica. [667469]19.00 HUNTER. Telefilm. [40440]19.50 GO-CART (DAI DUE AGLI OT-

TANTA). Varietà. [9197407]

20.30 TG 2 - 20,30. [48223]20.40 Firenze: CALCIO. Coppa delle

Coppe. Fiorentina-Benfica.Quarti di finale. Ritorno. Nell’intervallo:21.35 Tg 2. [4291001]

22.45 MACAO. Varietà. Con MaurizioFerrini, Alba Parietti. Regia diGianni Boncompagni. [3048310]

23.30 TG 2 - NOTTE. [8662]24.00 LE STELLE DEL MESE. Attua-

lità. [87063]0.10 OGGI AL PARLAMENTO. At-

tualità. [1672711]0.20 TGS - SPECIALE F1. Rubrica

sportiva. [511889]0.40 IO SCRIVO, TU SCRIVI. Rubri-

ca (Replica). [3823452]1.10 IL SOGNO PERSO. Film dram-

matico (Italia, 1992). Regia diPasquale Scimeca. [3592773]

2.25 DOC MUSIC CLUB. Programmamusicale.

7.00 TG 3 - MATTINO. [7533]7.30 TG 3 - MATTINO. [48827]8.30 LA FORESTA DELL’ALCE. Do-

cumentario. [5251198]8.50 CAVALCATA D’EROI. Film sto-

rico (Italia, 1951, b/n). Con CarlaDel Poggio. [9943778]

10.30 RAI EDUCATIONAL. All’interno:Tema. Rubrica. [152597]

12.00 TG 3 - OREDODICI. [69556]12.15 TELESOGNI. Rubrica. Condu-

cono Claudio Ferretti e UmbertoBroccoli con Gabriella Farinon eMarina Morgan. [1275827]

13.00 RAI EDUCATIONAL. [12488]14.00 TGR / TG 3. [1029594]14.40 ARTICOLO 1. Rubrica. [130335]15.05 TGR BELLITALIA. [8693778]15.35 TGS - POMERIGGIO SPORTI-

VO. Rubrica sportiva. All’interno:Pallacanestro femminile. Par-ma - Ferrara. [9202759]

17.00 GEO & GEO. Rubrica condottada Licia Colò. [63952]

18.30 UN POSTO AL SOLE. Telero-manzo. [1372]

19.00 TG 3 [65759]19.35 TGR. Tg. regionali. [335223]19.55 TGR - REGIONEITALIA. [107662]

20.10 BLOB. DI TUTTO DI PIÙ. Vi-deoframmenti. [309204]

20.40 TG 3 - PRIMA SERATA. Attua-lità. Con Lucia Annunziata, Bian-ca Berlinguer, Maurizio Mannonie Federica Sciarelli. [400136]

22.30 TG 3 - VENTIDUE E TRENTA /TGR [86020]

22.55 SPECIALE FORMAT. Program-ma di attualità. “Chi ha paura diIlaria Alpi”. [8244407]

23.50 ITALIANS CIOÈ ITALIANI.Talk-show. [2999198]

0.30 TG 3 - LA NOTTE - IN EDICOLA- NOTTE CULTURA. [5451686]

1.10 FUORI ORARIO. [90400957]1.15 Milano: HOCKEY. Campionato

italiano. HC Milano-SHC Fassa.[8149860]

2.10 UN COMMISSARIO A ROMA.Telefilm. [6390334]

3.10 QUARTIERI. Doc. [9338841]3.35 PROIBITO RUBARE. Film. Con

Adolfo Celi, Tina Pica. Regia diLuigi Comencini.

7.00 DUBBIO D’AMORE/VITTIMAD’AMORE. Film-Tv. Con PierceBrosnan. [4984575]

8.30 TG 4 - RASSEGNA STAMPA.[5242440]

8.50 KASSANDRA. Tn. [6648681]9.50 PESTE E CORNA. [8484914]10.00 ZINGARA. Telenovela. [4643]10.30 ALI DEL DESTINO. Tn. [2662]11.00 AROMA DE CAFÉ. Tn. [3391]11.30 TG 4. [8083407]11.45 MILAGROS. Tn. [9095933]12.45 LA RUOTA DELLA FORTUNA.

Gioco. [2618865]

13.30 TG 4. [8440]14.00 ES L’ESSENZA DELLA VITA.

Rubrica. Conduce Daniela Ro-sati. [62001]

14.15 SENTIERI. [3827020]15.30 IL PRIGIONIERO DI ZENDA.

Film avventura (USA, 1952). Re-gia di Richard Thorpe. [233961]

17.45 OK, IL PREZZO È GIUSTO!Gioco. Conduce Iva Zanicchi.Con Carlo Pistarino ed Ana Lau-ra Ribas. [8159730]

18.55 TG 4. [2275865]19.30 GAME BOAT. Gioco. Conduce

Pietro Ubaldi. [4446310]

20.35 IL VERDETTO DELLA PAURA.Film thriller (USA, 1994). ConJoanne Whalley-Kilmer, WilliamHurt. Regia di Heywood Gould.[1602643]

22.40 MILIARDI. Film commedia (Ita-lia, 1991). Con Carol Alt, LaurenHutton. Regia di Carlo Vanzina.[3446662]

0.55 TG 4 - RASSEGNA STAMPA.[4073686]

1.15 LE SCHIAVE ESISTONO AN-CORA. Film documentario (Ita-lia, 1963). Regia di Roberto Ma-lenotti e Folco Quilici. [2325686]

3.00 ES L’ESSENZA DELLA VITA.Rubrica (Replica). [7273044]

3.10 PESTE E CORNA. Attualità (Re-plica). [9147976]

3.20 LA GUERRA DEI MONDI. Tele-film. [4577334]

4.10 DETECTIVE PER SIGNORA.Telefilm.

7.30 TUTTI SVEGLI CON CIAOCIAO. All’interno: 8.00 Giochia-mo con Ciao Ciao. Show; 9.00La posta di Ciao Ciao Mattina.Show. [6793594]

9.15 A-TEAM. Telefilm. [8324407]10.15 PLANET. (Replica). [8738759]10.20 MAGNUM P.I. Tf. [2086407]11.30 MACGYVER. Tf. [5257827]12.20 STUDIO SPORT. [3695117]12.25 STUDIO APERTO. [5489092]12.50 FATTI E MISFATTI. [1626952]12.55 HAPPY DAYS. Telefilm.

“Brodway non è qui”. [8965049]

8.45 MAURIZIO COSTANZO SHOW.Talk-show. Conduce MaurizioCostanzo con la partecipazionedi Franco Bracardi. Regia diPaolo Pietrangeli (Replica).[96648594]

11.30 FORUM. Rubrica. Conduce RitaDalla Chiesa con la partecipa-zione del giudice Santi Licheri.[771372]

7.30 GOOD MORNING ITALIA. Ru-brica. [8016662]

9.00 I DOCUMENTARI DEL NATIO-NAL GEOGRAPHIC. [31049]

10.00 DUE COME VOI. Rubrica. Con-ducono Wilma De Angelis e Be-nedicta Boccoli. [2652759]

12.05 STRETTAMENTE PERSONA-LE. Gioco (Replica). [521049]

12.45 METEO / TMC NEWS. [469914]

13.30 CIAO CIAO. [90778]14.30 COLPO DI FULMINE. Conduce

Alessia Marcuzzi. [3407]15.00 BAYWATCH. Telefilm. “Incendio

a Malibù”. [64339]16.00 PLANET. Rubrica. [8952]16.30 BAYSIDE SCHOOL. Telefilm.

“La grande gara”. [5469]17.00 CLASSE DI FERRO. Telefilm.

Con Adriano Pappalardo, Giam-piero Ingrassia. [33223]

18.30 STUDIO APERTO. [59440]18.50 STUDIO SPORT. [1678440]19.00 BEVERLY HILLS, 90210. Tele-

film. [7407]

13.00 TG 5. [81662]13.25 SGARBI QUOTIDIANI. Attualità.

[7176020]13.40 BEAUTIFUL. [728440]14.10 UOMINI E DONNE. Talk-show.

Con Maria De Filippi. [4017223]15.30 UNA BIONDA PER PAPÀ. Te-

lefilm. [6624914]16.55 LE PROVE SU STRADA DI BIM

BUM BAM. Show. [4880575]17.25 BATROBERTO 2. [2773001]17.30 SUPER VICKI. Telefilm. [1643]18.00 VERISSIMO - TUTTI I COLORI

DELLA CRONACA. [92952]18.45 TIRA & MOLLA. [3228846]

13.00 TMC SPORT. [84056]13.15 STRETTAMENTE PERSONA-

LE. Gioco. Conduce Marco Ba-lestri. [2002952]

14.00 I SETTE LADRI. Film drammati-co (USA, 1960, b/n). Con E.G.Robinson, R. Steiger. RTegia diHenry Hataway. [965759]

16.00 TAPPETO VOLANTE. Talk-show. Conduce Luciano Rispoli.Con Rita Forte e Roberta Ca-pua. [1804372]

17.50 ZAP ZAP. [6680020]19.25 METEO. [184961]19.50 TMC NEWS. [699933]

20.00 EDIZIONE STRAORDINARIA.Varietà. Con Enrico Papi. [1488]

20.30 MOBY DICK. Attualità. ConduceMichele Santoro. Con la collabo-razione di Sandro Ruotolo, Cor-rado Formigli. [24926575]

20.00 TG 5. [3846]20.30 STRISCIA LA NOTIZIA - LA

VOCE DELL’INCANDESCEN-ZA. Conducono Paolo Villaggioe Massimo Boldi. [92556]

20.50 CARO MAESTRO 2. Con MarcoColumbro, Elena Sofia Ricci.Regia di Rossella Izzo. [387407]

22.40 CHE MALE C’È. Il nuovo videodi Pino Daniele. [4612285]

22.45 TG 5. [4901778]

20.10 CHECK POINT OTTO. Attua-lità. [9523339]

20.30 UN EROE PER IL TERRORE.Film thriller (USA, 1988). ConChuck Norris, Brynn Thayer.Regia di William Tannen.[25049]

22.30 TMC SERA. [59488]22.50 CINEMA & CINEMA. Rubrica.

Conduce Emily De Cesare.[4993759]

23.15 ALEX. Con Romina Mondello.[5847117]

0.15 FATTI E MISFATTI. [6227421]0.20 ITALIA 1 SPORT. Rubrica spor-

tiva. All’interno: Tutto coppe.Rubrica sportiva; 1.25 StudioSport. [6507150]

2.20 PLANET. (Replica). [3159334]2.50 STAR TREK: THE NEXT GE-

NERATION. Telefilm. Con MattMcCoy, Marina Sirtis. [1184131]

4.00 MACGYVER. Telefilm (Replica).[6108686]

5.00 MAGNUM P.I. Telefilm (R).

23.15 MAURIZIO COSTANZO SHOW.All’interno: Tg 5. [1667827]

1.30 SGARBI QUOTIDIANI. Attualità(Replica). [5580082]

1.45 STRISCIA LA NOTIZIA - LAVOCE DELL’INCANDESCEN-ZA. Show (Replica). [7507402]

2.00 TG 5 EDICOLA. [6113353]2.30 SUPER - LA CLASSIFICA DEI

DISCHI DELLA SETTIMANA.Musicale (Replica). [6198044]

3.00 TG 5 EDICOLA. [6199773]3.30 LE FRONTIERE DELLO SPIRI-

TO. (Replica).

23.20 CALCIO. Coppa delle Coppe.Liverpool-Brann Bergen. Quartidi finale. Ritorno. [1508469]

1.20 TMC DOMANI. Attualità.[3889266]

1.35 TAPPETO VOLANTE. Talk-show (Replica). [9775119]

3.25 TMC DOMANI. Attualità (Repli-ca). [1972315]

3.35 CNN. Notiziario in collegamentodiretto, con la rete televisiva a-mericana che trasmette 24 oreal giorno.

M ATTINA

N OTTE

P ROGRAMMI RADIO12.05 THE MIX. [8929204]14.00 FLASH TG. [287759]14.05 HIT HIT. [5179778]15.30 HELP. [322681]17.30 LE RAGAZZE DEL-

LA PORTA ACCAN-TO. Tf. [725488]

18.00 FLASH TG. [160117]18.05 DRITTI AL CUORE.

Gioco. [6303223]19.00 THE LION TROPHY

SHOW. [204020]20.10 FLASH TG. [6892204]20.15 CALCIO. Speciale

Fiorentina. [177371]20.45 CALCIO. Coppa del-

le Coppe. Fiorentina-Benfica. [695204]

22.30 CALCIO. SpecialeFiorentina. [399486]

23.00 TMC 2 SPORT.[739681]

23.30 TMSCI. [738952]24.00 DRITTI AL CUORE.

12.20 CAPITAN NICE. Te-lefilm. [9642037]

12.55 ANICA FLASH.[7377147]

13.00 SOLO MUSICA ITA-LIANA. [473857]

13.30 TG ROSA STORY.Rubrica. [476944]

14.00 INF. REG. [477673]14.30 POMERIGGIO IN-

SIEME. [1754128]16.50 SUNSET LIMOUSI-

NE. Film-Tv.— . — ANICA FLASH.

[37421505]18.55 SOLO MUSICA ITA-

LIANA. [6169215]19.30 INF. REG. [642925]20.30 SE VUOI VIVERE...

SPARA. Film.— . — ANICA FLASH.

[601988]22.30 INF. REG. [120128]23.00 ODEON REGIONE.

8.30 MATTINATA CON...[25440031]

12.00 SPAZIO LOCALE.[2687483]

13.15 TG. News. [9722302]14.30 UNA STRANA COP-

PIA DI SBIRRI. Tele-film. [554321]

15.30 SPAZIO LOCALE.[57656470]

18.30 GIORNATA SERE-NA. [845050]

19.00 TG. News. [2213963]20.40 LA VITA È UN AR-

COBALENO. Filmdrammatico (GB,1989). [299741]

22.30 SEVEN SHOW. Va-rietà. [206147]

23.30 VACANZE, ISTRU-ZIONI PER L’USO.Rubrica. [950091]

23.40 NEW AGE TELEVI-SION. Rubrica.

19.00 AUSTRIA. Documen-tario. [147895]

19.30 INFORMAZIONEREGIONALE.[146166]

20.00 SOLO MUSICA ITA-LIANA. Musicale.Conduce Carla Liotto.Regia di RiccardoRecchia. [143079]

20.30 FILM. [801906]22.30 INFORMAZIONE

REGIONALE.

11.00 NON GUARDARMINON TI SENTO. Filmcomico. [9277895]

13.00 IL ROVESCIO DEL-LA MEDAGLIA. Film.[9331505]

14.45 VENTO DI PASSIO-NI. Film. [5252037]

17.00 TELEPIÙ BAMBINI.Contenitore. [711895]

19.00 MA CHI ME L’HAFATTO FARE. Filmcommedia. [5733418]

20.40 SET. [1718609]21.00 COSÌ MI PIACE. Film

drammatico. [4146499]23.05 LA NOTTE E IL MO-

MENTO. Film dram-matico. [4778789]

0.55 BANDITI. Film dram-matico. [94039109]

2.30 L’ISTRUTTORIA ÈCHIUSA: DIMENTI-CHI. Film.

13.00 MTV EUROPE. Musi-cale. [68227166]

19.05 +3 NEWS. [1121234]21.00 JAMES LEVINE.

Doc. [586895]22.00 PROVE D’ORCHE-

STRA. Di W.A. Mo-zart. [497302]

22.30 LIDERKREIS OP.39. [496673]

23.00 MUSICA SINFONI-CA DEL NOVECEN-TO. All’interno: Bur-lesca per piano eorchestra in re mi-nore. Di R. Strauss;Il mandarino mira-coloso suite op. 19.Bartock. [424091]

23.40 SCHERZO IN SI MI-NORE OP. 31. Musi-ca da camera. Di F.Chopin. [1154708]

24.00 MTV EUROPE.

Tmc 2 Odeon Italia 7 Cinquestelle Tele +1 Tele +3 GUIDA SHOWVIEWPer registrare il Vostro pro-gramma Tv digitare i nu-meri ShowView stampatiaccanto al programma chevolete registrare, sul pro-grammatore ShowView.Lasciate l’unità ShowViewsul Vostro videoregistrato-re e il programma verràautomaticamente registra-to all ’ora indicata. Perinformazioni, il “Servizioclienti ShowView” al telefo-no 02/26.92.18.15. Show-View è un marchio dellaGemStar DevelopmentCorporation (C) 1991 -GemStar DevelopmentCorp. Tutti i diritti sonoriservati.CANALI SHOWVIEW: 001- RaiUno; 002 - RaiDue;003 - RaiTre; 004 - Rete-quattro; 005 - Canale 5;006 - Italia 1; 007 - Tmc;009 - Tmc 2; 010 - Italia 7;011 - Cinquestelle; 012 -Odeon; 013 - Tele+1; 015 -Tele+3.

RadiounoGiornali radio: 6; 7; 8; 9; 10; 11; 12;12.30; 13; 14; 15; 16; 17; 17.30; 18;18.30; 19; 21.30; 23; 24; 2; 4; 5; 5.30.6.15 Italia, istruzioni per l’uso; 6.34Ieri al Parlamento; 7.32 Questione disoldi; 8.32 Golem; 8.44 Radio anch’io- Anteprima; 9.07 Radio anch’io;10.07 Radiouno musica; 10.35Spazio aperto; Come vanno gli affari;12.10 Il rotocalco quotidiano; 12.38Dentro l ’Europa; 13.28Radiocelluloide; 14.11 Ombudsman;15.11 Galassia Gutenberg; 15.32 Nonsolo verde; 16.11 Personaggi e inter-preti; 16.34 L’Italia in diretta; 17.15Come vanno gli affari; 17.40 Uomini ecamion; 18.07 Previsioni Weekend;18.15 SabatoUno - Tam Tam Lavoro;18.32 RadioHelp!; 19.28 Ascolta si fasera; 19.35 Zapping; 20.40 Calcio.Coppa delle Coppe. Fiorentina-Benfica; 23.10 Le indimenticabili;23.40 Sognando il giorno; 0.34 RadioTir; 1.00 La notte dei misteri.

RadiodueGiornali radio: 6.30; 7.30; 8.30; 10.30;12.10; 12.30; 13.30; 15.30; 16.30;17.30; 18.30; 19.30; 22.30.6.00 Il buongiorno di Radiodue; 7.17Vivere la Fede; 8.06 Fabio e Fiammae la “trave nell’occhio”; 8.50 Rimorsi(Seconda parte). 43a parte; 9.10 Lamusica che gira intorno; 9.30 Il ruggi-to del coniglio; 10.34 Chiamate Roma3131; 11.55 Mezzogiorno con GianniMorandi; 12.50 Divertimento musicaleper due corni e orchestra; 14.00 Inaria; 15.00 Hit Parade - Hits of theworld; 15.35 Single: chi fa da sé faper me; 16.35 Area 51; 18.00Caterpillar; 20.02 Masters; 21.00Suoni e ultrasuoni; 22.40 PanoramaParlamentare; 1.00 Stereonotte.

RadiotreGiornali radio: 6.45; 8.45; 13.45;18.45.MattinoTre 1; 7.00 Voce ‘e notte; 7.30Prima pagina; 9.05 MattinoTre 2.

Voci, note. I protagonisti della musicaalla Rai; 10.15 Terza pagina; 10.30MattinoTre 3; 11.00 Pagine da“Narratori i tal iani d’oggi”; 11.15MattinoTre 4; 11.55 Il piacere deltesto; 12.00 MattinoTre 5; 12.30Indovina chi viene a pranzo? 4a parte;12.45 La Barcaccia; 14.05 Lampid’inverno; 19.02 Hollywood Party;19.45 Radiotre Suite; Il Cartellone;20.00 Il Turco in Italia; 23.50 Storiealla radio; 24.00 Musica classica.

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POMERIGGIO

SERA

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IL PAGINONEGiovedi 20 marzo 1997 8 l’Unità

La Testimonianza

Gianni Amelio«A Durazzo, 3 anni fa

con la mia nave...»TONI FONTANA

In Primo Piano

«Europa più sociale» hanno grida-to una settimana fa a Bruxelles dasettanta a centomila persone in cor-teo contro la chiusura della Renaultdi Vilvorde. Erano in gran partefrancesi e belgi. Con loro una ses-santina di spagnoli, una dozzina dioperai della Roll Royce arrivatidallaGran Bretagna, un’ancor più sparu-ta delegazione portoghese. Assentiitaliani e tedeschi. Poco per parlaredi un «movimento» europeo. Però,sufficiente per far scattare l’allarme.L’Istituto Mori ha realizzato un son-daggio per conto delle Nazioni Uni-te in tredicipaesi europei. Per il59%dei 13mila «campioni» di età supe-riore ai 16 anni la disoccupazione èla principale preoccupazione. Il la-voro o, meglio, la «fine del lavoro»per usare un termine molto in voganegli Stati Uniti, diffonde più pauradel disordine pubblico, della droga,delle malattie, della crisi della sicu-rezza sociale. In Francia è il 78% de-gli intervistatiatemerelaperditadellavoro. In Germania, dove il cancel-liereKohlripeteungiornosìe l’altropurecheentro il2.000-solo33mesi- idisoccupati scenderannodaquasicinque milioni a 2 milioni e mezzo,la «fine del lavoro» è uno shock na-zionale.

L’Europa è attaccata. Dall’Ame-rica non lontana dal pieno impie-go, un tempo mito europeo perantonomasia. Attaccata anchedall’Asia che ha conquistato mer-cati, industrie e ne vuole conqui-stare ancora. Qualche giorno fa ilpresidente del gigante sudcorea-no dell’elettronica Daewoo, hamesso sotto accusa Germania eFrancia dopo che il governo fran-cese gli ha impedito di comprarela Thomson Multimedia, impor-tante filiale del gruppo elettroni-co pubblico. «Il vostro principaleproblema - ha detto Bae SoonHoon - è di creare posti di lavoro.Usando le leggi non potrete crear-ne neppure uno. Gli stati devonocreare un ambiente favorevoleper il business, investire in servi-zi, diminuire le imposte per le im-prese, educare la manodopera, es-sere ospitali con i manager stra-nieri». Invece, in Europa «i socia-listi e i sindacati pensano di potercreare lavoro attraverso i contrat-ti, attraverso accordi. Io non sonoqui per fornire sicurezza sociale,sono qui per creare lavoro e fareprofitti». Un manifesto della glo-balizzazione.

L’Europa è in corsa verso la mo-neta unica e questo la fa forte edebole nello stesso tempo. Perchéforti e deboli sono contempora-neamente i paesi che ne fannoparte. Non solo perché non si puòsapere se i sacrifici di oggi per lamoneta unica saranno compensa-ti domani da un radioso avvenireper tutti. La Germania, dice il so-ciologo francese Alain Touraine,«ha creduto per troppo tempo dipoter vivere al di sopra delle diffi-coltà e delle debolezze degli altri eoggi scopre con sorpresa conflittisociali che derivano dalla resi-stenza dei lavoratori tedeschi auna politica di flessibilità che pri-vilegia gli interessi unilaterali del-le imprese e del capitale finanzia-rio a scapito delle condizioni dilavoro e di vita dei lavoratori di-pendenti».

Nell’autunno 1995 fu la voltadella Francia. Erano, è stato dettoe scritto, i primi scioperi contro lamondializzazione dell’economia.Che si difendessero dei privilegiraggiunti nelle aziende pubblicheè una verità, ma la rivolta del ‘95fu il segnale di quella che oggiviene chiamata correntemente«collera sociale». Secondo alcunirappresenta il rigetto di Maa-stricht, secondo altri rappresentaun fenomeno molto più definitoe che agisce sotto le pieghe dellapolitica e della vita di tutti i gior-ni. È quella che il segretario dellaCgt-Force Ouvrière Marc Blondel,chiama «assenza del principio delcontrappeso». Spiega Blondel:«Viviamo in una Europa priva diequilibrio, di bilanciamenti. Latesi di uno sviluppo economicotrainato solo dal mercato senzamediazioni, senza compromessisociali conduce a spaccature mol-to profonde. Di solito i sindacali-sti dicono: non c’è più solidarietànelle nostre società. Io preferiscoricordare che nelle nostre societànessuno parla più con l’altro, nes-sun organismo che rappresentadegli interessi, siano i lavoratorisiano i commercianti siano gli in-dustriali, è in grado di tollerare leragioni dell’altro. Il problema èche non si tratta di un gioco asomma zero: noi sindacalisti con-tiamo sempre meno e i nostri rap-presentanti perdono di più».

Uno degli ostacoli con i quali si

confronta la Francia è, si dice, ilsalario minimo garantito. Unostudio recente commissionato dalSenato arriva alla conclusione cheun taglio secco del 20% del mini-mo salariale porterebbe al lavoro136mila giovani anche se a spesedi 100mila vecchi lavoratori. Nelgiugno 1995, il primo atto del go-verno Chirac fu l’aumento delminimo salariale del 4%. Chirac èun conservatore. Ed è la stessapersona che ha qualche mese piùtardi avallò la linea dura del pri-mo ministro Juppé contro gliscioperanti. Un curioso frullato dipopulismo e liberismo. Populistaall’estero, autoritario quanto ba-sta all’interno. Non è più veroche, nell’inseguimento della Ger-mania sulla rotta della monetaunica, la classe dirigente franceseveda lo stato come «gran dispen-satore» di posti di lavoro e alti sa-

lari. La metà degli impieghi creatiha una scadenza, uno su cinque èa tempo parziale, 5 salariati sucento cambiano settore di lavoroogni anno. Non esiste più la rego-la dell’indicizzazione dei salari.La malattia francese non si puòpiù spiegare con la mancanza diflessibilità. I sindacati, come negliStati Uniti «hanno perso granparte delle loro truppe», ricordaun altro economista, Jean-Paul Fi-toussi. In Francia sono iscritti adun sindacato 11 lavoratori ognicento. Nel 1978 avevano una tes-sera 30 lavoratori ogni cento. Sia isindacati che il governo sono alleprese con lo stesso problema: san-no di aver bisogno come il panedi un luogo, di una sede formal-mente riconosciuta da tutti nellaquale confrontarsi. Commentan-do le immagini televisive dellamanifestazione di Bruxelles nella

trasmissione «7 pour 7» a Tf1, il-padre dell’europeismo degli ulti-mi quindici anni Jacques Delorsha detto: «Il nostro è forse il solopaese ricco in Europa che non ècapace di avere una concertazio-ne con i rappresentanti dei sala-riati prima di prendere le decisio-ni importanti». Scoppiano i con-flitti. I dipendenti pubblici ieri,poi i sans papier, infine intellet-tuali contro la legge sull’immigra-zione clandestina che lede le li-bertà di tutti i francesi. Per con-cludere con la Renault. Non si sadove e come comporli. Se c’è unacosa che i conservatori francesiinvidiano all’Italia (a parte la mo-neta svalutata per un lungo perio-do di tempo) è quel patto dei red-diti che ha garantito - finora - sta-bilità sociale e drastico calo del-l’inflazione.

Mentre le imprese riducono i

Dal caso Renaultai violenti scioperidei minatori tedeschiMentre si chiedeil massimo sforzoper Maastrichtla maggior pauraè la disoccupazione

«N ON SCAPPANOdaunaguerra...».«E da cosa allora -replico -, dimme-

lo tu che quella nave l’hai in-ventata, filmata, proiettata.Sono sempre gli stessi, sono letue comparse che tornano?»Gianni Amelio, il regista di «La-merica», sorride. «Mah, sai...aduncertopuntovolevanofar-ci usare dei manichini per fil-mare la scena della nave deiprofughi che scappavano inItalia. Gli accessi al porto diDu-razzo erano chiusi allora, era il1994, come oggi. E il rischioera che la nave venisse dirotta-ta in Italia, mentre giravano leriprese potevano uscir fuori icoltelli. Allora ne parlammocon leautoritàdelportoeaddi-rittura con Berisha che ci diedeilpermessodigirare».

E che impressione ti fece ilpresidente? «Berisha miè sem-bròunsignoredaimodieduca-ti, dall’aspetto del divo cine-matografico, ma non appari-scente. Un uomo dotato di uncerto charme, che parla tantelingue, rassicurante. E mi trattòbene, ero il primo regista stra-niero che si recava in Albaniaper girare un film. Ci diede ilpermesso».

E che successe? «Radunam-mo le comparse, e tra loro vierano non menodi cinquecentopoliziotti camuf-fati da profughi,da emigranti. E ipoliziotti si porta-rono i loro figli.Glialtri erano quasitutti parenti deiportuali. Facem-mo questa sceltadopoavertrattatocon le autorità,per evitare che lanave fosse dirot-tata, che inmezzoal mare comparis-sero le pistole e icoltelli. Convoca-vamo le compar-se alle due di not-te, sempre per lastessa ragione, perché ci ave-vano detto di evitare una fuga.E i poliziotti-comparse perqui-sivano tutti alla ricerca di armi,coltelliebottiglie.Nonsitratta-va di precauzioni campate inaria. In quel periodo c’erano imondiali di calcio e dopo avergirato le riprese del film corre-vano tutti da Durazzo a Tiranaperché all’Università avevanomesso un maxi-schermo sulquale proiettavano le partite.Scappavano tutti via di corsapervederelapartita».

La paga delle comparse erabuona? «Beh, li pagavamo indollari, e prendevano molto dipiù dello stipendio di un diri-gente albanese; quando finim-mo di girare non capivano,non riuscivanoacapacitarsidelfatto che non avevamo più bi-sognodi loro».Viendapensareche ti hanno fatto un po‘arrab-biare... «No, occorrerebbespiegare a chi non lo sa che co-sa è stato il regime di Enver Ho-xha, occorrerebbe raccontarloaquei turistichesonostati inAl-bania con i viaggi organizzatiche duravano quindici giorni. Èinevitabile che succedano al-meno la metà delle cose chesuccedono. Usciti da quel regi-me non potevano diventareangeli che spargono sementinei campi, e noi abbiamo unagrande responsabilità verso diloro. Occorre capire anche chicoltiva la coca, non esiste unDna del ladro». Ma un ladro èpur sempre un ladro, forse nonè il caso di dare giustificazionioltre misura... «Certo, ma lì inAlbania un kalashinikov costauna cifra equivalente a2.500 li-re, e va a finire che qualcuno locompra».Opposizione,gover-no. E gli apparati del regimestalinista che hanno continua-todaagiredietro lequinteeso-no stati traghettati da Berishanel suosistemadipotere.«Cer-tamente dietro la rivolta ci so-no gli “apparati”, anche noi celi siamo portati dietro dopo laguerra. Dobbiamo avere pa-

zienza con gli albanesi, unagrande pazienza, cercare dispiegare loro che per quellastrada vanno verso la morte.Evitiamo di essere caritatevoli,o di essere razzisti. Troviamo ilcoraggiodieducarli, armiamo-cidipazienza».

Insomma secondo te il so-gno è ancora quello di allora,inseguonoilmitochehannovi-sto alla televisione? «Nonscap-pano da una guerra, i problemisono gli stessi che c’erano nel1991: il miraggioè l’Italia, e c’èuna voglia feroce di partire. Hovisto in Albania paesi dove leconsuetudini quotidiana eranoferme a secoli fa, ho partecipa-to ad una festa di matrimonio.La donna, la sposa mi è parsamolto assoggettata. Mi rac-contarono che la sposa la pri-ma notteavrebbedormitoconuna parente dello sposo che leavrebbe insegnato a vivere infunzionedelmarito».

Manon ci hai ancoraspiega-to qual è ilmito che inseguono.«I dialoghi del mio film non so-no inventati. Un ragazzo mi di-ceva: io sono musulmano, sediventocristianopensi che tro-verò un lavoro li Italia, dove c’èilPapa.Esesmettodiparlareal-banese e imparo la vostra lin-gua pensi che troverò una mo-glie italiana? L’Albania è per lo-

ro una terra matri-gna. Mio padre,negli anni quaran-ta, decise di an-darsene dalla Ca-labria per cercareL’America, eracontro la Calabriae se ne andò inAmerica dove eragià andato miononno».

Berisha ha por-tatoa Tirana i con-corsi di bellezza ele sfilate di moda.«Non era forse co-sì l’Italia degli annicinquanta?». Tor-niamo al mito, al-l’Italia cheèLame-rica. «Ma sì. Ma lo

sai che un giorno mi trovavo inun villaggio povero al confinicon la ex Jugoslavia e in un bar iragazzi guardavano “Ok ilprezzo è giusto”. Te lo ricordiquel programma? Davano inregalopremimilionari.Hopro-vato a dire loro: “fermatevi”.Ma proprio non ti danno ret-ta».

E così continuano a scappa-re, guarda che sta succedendoin questi giorni... «Ma le fughenon si sono mai interrotte,scappavano anche un mese fae duemesi fa,maalloranonve-nivano accolti. Adesso, vogliodire negli ultimi anni, è più for-te la presenza della malavita.Prima scappavano di notte inbarca con il miraggio dell’Ita-lia. Si mettevano d’accordo inquattro o cinque e fuggivano.Poi è cominciata una sorta di”industrializzazione” dell’emi-grazione. La mafia ha organiz-zato una speculazione in gran-de stile, ha imposto tariffe. Inquesti giorni la mafia sta facen-do meno affari di prima quan-dopretendevaunmilioneper iltrasporto in Italia, un altro mi-lione per dare la sicurezza dellosbarco, e un terzo milione perportare il clandestino al nord.Adessoc’èchiscappasenzapa-gareilpedaggio».

C HE NE DICI di ricomin-ciare con l’operazione«Pellicano», cioè con isoldati che portano gli

aiuti? «Sono stato con i soldatiitaliani, sono arrivato con glielicotteri nei villaggi più sper-duti, quell’operazione è statautile, è servita. Anche se alloravi fu una sorta di ricatto. I capialbanesi dissero: dateci gli aiutisennòl’esodoverso lecosteita-lianeproseguirà».

Ti offro un caffè? «Sono inpartenza, debbo prenderel’aereo». Edovevai? «InArgen-tina,apresentare il filmLameri-ca». Li ci sono tanti di italiani.«Anche imieiparenti».Eancheimiei.

Governi in allarme:la protesta esplodenel cuore delVecchio Continente

ANTONIO POLLIO SALIMBENI

Eursenza

In Europa i disoccupati sonopoco più di 18 milioni, pari al10,6% della popolazione attiva.Nel 1997, tutte le previsionidanno ormai per scontato chenon ci saranno miglioramenti.

Germania. È il caso più ecla-tante d’Europa. Ormai sfioranoi cinque milioni le persone incerca di lavoro. La disoccupa-zione è al 12,2%, livello rag-giunto nel 1932. È tra il 1992 eil 1993 che la Germania si stac-ca dalla media dei paesi indu-strializzati e la curva della di-soccupazione si impenna. Leindustrie tedesche continuanoa pianificare trasferimenti di produzioni all’este-ro prevedendo di creare 300mila posti di lavoronei prossimi tre anni concentrati nell’Est euro-peo. Tra il 1992 e il 1994 ne sono stati creati all’e-stero 237mila. Il costo del lavoro di un lavoratoretedesco nel settore manifatturiero è il doppio diquello di un lavoratore italiano: 31,88 dollari l’o-ra, pari a 51mila lire. A fine ‘95, un’ora di lavorodi un addetto al settore manifatturiero italianocostava 26.852 lire, in Francia 30.100, in Gran

Bretagna 22.000, in Spagna20.200, in Belgio 43mila lire. Èuna ovvietà, ma vale la pena ri-cordarla: i posti di lavoro creatidalle imprese tedesche all’este-ro non sono stati coperti da te-deschi.

Francia. La disoccupazione èa quota 11,6%. Quella giovanileè al 26,1%. Nel 1992, Francia eGran Bretagna si trovavano allostesso punto: 10%. Cinque annidopo la Gran Bretagna si trova-va al 6,9%, corrispondente apoco meno di due milioni di di-soccupati, la Francia si trovavapoco sotto il 12%. Naturalmen-

te, grazie alla flessibilità del mercato del lavoro ealla sterlina sottovalutata che trainava la crescita.Questa conclusione, però, cancella un dato mol-to importante solitamente tenuto nascosto: l’an-damento demografico. Tra il 1992 e il 1996, lapopolazione attiva francese aumentava di400mila persone. Inoltre, dal 1992 due nuovi im-pieghi su tre erano a tempo parziale. L’istituto diricerca di Parigi il Cerc, ha proposto un nuovo si-stema per valutare lo stato di disoccupazione,

La Scheda

Paeseper paesele cifredella crisi

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opaopalavoro Yves Herman/Reuter

quello di «persona priva di impiego». Attualmente lestatistiche della disoccupazione tengono conto solo dichi cerca un impiego a tempo pieno. Secondo il Cerc, idisoccupatirealisonoalmeno5milioni.

Gran Bretagna. La disoccupazione continua a cala-re. In febbraio i senza lavoro sono scesi al 6,2% dellapopolazione attiva, stando a statistiche elaborate sul-la scorta dei sussidi di disoccupazione erogati. Si trattadel livello più basso dall’ottobre 1990. La creazione di68.200 nuovi posti di lavoro ha ridotto a 1.746.300 ilnumero dei disoccupati.

I conservatori esultano, i laburisti ribattono che isussidi di disoccupazione non sono un criterio deltutto valido per il calcolo dei senza lavoro che sareb-bero molti di più del 6,2%. Secondo l’Organizzazioneinternazionale del lavoro di Ginevra, in Gran Breta-gna, come accade anche negli Usa e in Canada, «ilnumero dei lavoratori sottopagati si è nettamente ac-cresciuto.

Ciò ha fatto sorgere una sottoclasse di lavoratoripoveri nelle zone più ricche della terra. Negli Usa il18% dei salariati impiegati a tempo pieno nel ‘93 per-cepiva una paga inferiore alla soglia di povertà stabili-tà per un nucleo familiare di quattro persone. In Eu-ropa nello stesso periodo tale percentuale è stata del10%».

Da allora, in Europa le cose sonopeggiorate.

SPAGNA. È il paese europeo chese la passa peggio. Il viceprimo mi-nistro e ministro dell’economiaRato, considerato uno dei miglioridella squadra del centro-destraguidato da Aznar, nel mezzo dellesplendide montagne di Davos, inSvizzera, spiegò ai banchieri e aipolitici di mezzo mondo che è ve-ro, la disoccupazione spagnola è al22,7%, che la disoccupazione deigiovani sotto i 25 anni è al 39,8%,

ma che in fondo ciò non costituisce un dramma per-ché, per fortuna, «la famiglia nel nostro paese è fortee unita». Dunque, il paese può farcela nella stretta diMaastricht. Oltre alla beffa, c’è del vero nelle parole diRato. Solo il 6% delle famiglie con figli sotto i 15 anniha un capofamiglia single. Questa è una delle ragioniche spiegano la scarsa conflittualità sociale. Biso-gnerebbe anche ricordare che la Spagna ha la mag-giore incidenza di malati di Aids e di abuso di so-stanze stupefacenti.

Anche in Spagna i sindacati hanno perso moltopotere. Il centro-destra, però, non può fare a menodella loro mediazione. Le regioni dove è forte l’inse-diamento socialista sono quelle a più alta disoccu-pazione, come l’Andalusia (un terzo della forza lavo-ro attiva è disoccupata).

Fu il socialista Gonzalez a introdurre nel ‘94 i con-tratti di lavoro temporanei, che oggi coprono unterzo dei nuovi contratti. Ciò ha creato due proble-mi: via via i lavoratori temporanei professionalizzativengono sostituiti da lavoratori non professionaliz-zati abbassando il livello delle prestazioni; si sonocreati due mercati del lavoro nel quale il blocco deilavoratori con contratto senza scadenza riesce a ot-tenere forti aumenti salariali.

[A. P. S.]

costi, riacquistanoposizionidi for-za nei confronti delle banche per-ché si autofinanziano, dalla partedei salari le perdite sono numerose:la disoccupazione sfiora il 13%, tra igiovani il 25%, quest’anno i salarireali aumenteranno nella misura diuno striminzito 0,75%, ma la pro-duttività aumenterà dell’1,3-4%.Circa un punto percentuale di ric-chezza prodotta che dovrebbe esse-re riconosciuta ai salariati, andrà in-vecealleimprese.

Il 1996 è l’anno della paura tede-sca. Scoppia la sindrome del buonmodello sociale ed economico chebatte in testa. La locomotivaèmala-ta.Scaricasuglialtripaesiisuoicosti.Dopo l’unificazione tedesca venivausato un termine per descrivere lostato di incertezza sul futuro dellaGrande Germania: Die Angst. Pau-ra, angoscia, ansia. All’Angst si èaggiunto un altro termine Stan-

dort Deutschland, la posizione te-desca. Posizione nell’economiamondializzata o globalizzata chedir si voglia.

L’ultimo rapporto economicodella Bundesbank evidenzia chenel 1996 un quarto di tutti gli in-vestimenti tedeschi si sono direttinei paesi dell’est ex comunista enei paesi in via di sviluppo attira-ti dai bassi salari.

La sicurezza del posto di lavoroin Germania non esiste più. Il co-siddetto liberismo economico«ordinato», grazie al quale lo sta-to redistribuisce alla società quasila metà della ricchezza prodotta,non riesce dunque più ad autofi-nanziarsi.

I sindacati costituiscono unaforza sociale e politica potente,basta ricordare lo scacco del go-verno sulla riduzione dell’inden-nità d malattia. Sono le imprese a

dimostrarsi molto agguerrite. Vi-sto che il costo del lavoro in Ger-mania è il più alto d’Europa, mol-te multinazionali si spostano a esto in Gran Bretagna dove i sinda-cati non sono da tempo un osta-colo.

Recentemente, diecimila lavo-ratori hanno invaso il quartieregovernativo di Bonn «assedian-do» la cancelleria federale. Le sedidei partiti al potere Cdu e Fdp so-no state presidiate dalla polizia.Poi è toccato ai minatori dellaRuhr e della Sahr. A Berlino sette-mila edili hanno presidiato alcu-ne zone del centro per sensibiliz-zare (torna il linguaggio sindacaledegli anni ‘70) l’opinione pubbli-ca sulla crisi del loro settore. Unlavoratore ogni tre è disoccupato.Che cosa sono questi ultimi: ope-rai della retroguardia perché sitratta di minatori, siderurgici o

muratori?L’Europa di Maastricht e la con-

correnza della manodopera po-lacca, ceka e ungherese vengonomesse sullo stesso piano.

Polacchi, ceki e ungheresi si ag-giungono ai portoghesi e agli ir-landesi. Sono queste le nazionali-tà del sottosalario. I sindacati so-stengono che nei cantieri del pae-si i salariati illegali sono 400mila.I disoccupati del settore sono, ap-punto, 400mila. L’«alleanza per illavoro», lanciata dal sindacatometalmeccanico Ig Metall quan-do Parigi veniva bloccata dai cor-tei nell’inverno ‘95, offriva mode-razione salariale contro trecento-mila nuovi posti di lavoro neisuccessivi tre anni. È stato unmezzo fallimento. Solo nel setto-re dell’ingegneria civile sono staticancellati 130mila posti di lavoroe se ne dovevano creare centomi-

la.Dopo la sindrome francese del

’95 e la sindrome tedesca del ‘96,è il turno del ‘97, anno in cuitrionfa la terapia anglosassone.Trionfa nei dibattiti politici, aivertici del G7. Guardate in Ameri-ca e in Gran Bretagna: flessibilitàestrema di tutto il flessibilizzabi-le. Orari di lavoro, salario, posto,città, stato. Flessibilità senza con-fini orizzontali e senza limiti(sempre verso il basso). La disoc-cupazione scende a livelli record.La Gran Bretagna somiglia sem-pre meno ad un paese europeo esempre di più a una Tigre asiaticadi 15 anni fa. L’inflazione è bassa,l’economia accelera la sua cresci-ta, aumentano i prezzi delle case,una manna per il numeroso po-polo di proprietari coltivato dallaSignora Thatcher nei dorati anni’80.

Un’immaginedella

manifestazionesindacale europeadi Bruxelles contro

la chiusuradello stabilimento

della Renaultnel Belgio

20COM09A2003 20UNI01A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 11 21:57:37 03/19/97

Giovedi 20 marzo 1997l’Unità9L’Intervista

Jacques SanterIl presidentedellaCommissioneeuropearisponde sulleturbolenze diquesti giorni«C’è troppagente cheparla...»«Le sommesi tirano soloalla metàdel 1998»

«Caro Waigel, adessonon si cambia nulla»DAL CORRISPONDENTE

BRUXELLES. Il presidente della Commissione europea,JacquesSanter,nonsembrapreoccupatopiùditantodelleturbolenzecuisonosottopostel’economiaelapoliticaeu-ropea in questi giorni. Quest’intervista nello studio al 120

pianodelBreydel,cominciaconunsorrisoedunabattuta.Signor presidente, perché, quasi ogni giorno, na-

scono voci incontrollabili, allarmi, sul percorso cheporta alla moneta unica? Perché quest’agitazionecontinua?

«Perchéc’ètroppagentecheparla!Aldilàdellabattu-ta, credochelecondizionisianoprecise:c’èunadatafis-sata dal Trattato ed è quella del 1 gennaio 1999, ci sonodei criteri. Si deve lavorare su entrambe le condizioni.Spettaai capidiStatoedigovernoprendereunadecisio-ne nella primaveradel 1998 e, al momento attuale,nonsi è autorizzati a fare alcuna congettura, né sulla data nésulnumerodeiPaesicheparteciperannoall’unionemo-netaria. Nonc’èalcunpregiudizio,mirifiutodigiudica-re apriori questoo quel Paese. Credochespetti aigover-nidilavoraresullabasedelTrattatoedalConsiglioeuro-peodi stabilirechi sarannoiPaesiammessi.Mirifiutodimettere in contrasto tra loro Paesi del Nord e Paesi delSud. Come dice la Bibbia, tutti sono chiamati all’appel-lo, tutti iquindiciPaesidell’Unione. Igoverni fannode-gli sforzi considerevoli, e dei sacrifici importanti, perraggiungerequestorisultatoevannoincoraggiati».

Tuttavia, il ministro tedesco, Theo Waigel, lunedìhafattocertedichiarazioniedimercati...

«Infatti,èdinuovoacausadispeculazionisuquell’in-tervista che i mercati hanno reagito. Ma voglio dirlofrancamente: sono molto fiducioso che la data del pri-mo gennaio sarà rispettata e che un numero significati-vo di Stati membri rispetteranno altrettanto i criteri diMaastricht.Maicomeora,c’è stataunacosìgrandecon-vergenza delle economie europee e delle politichedi bi-lanciodegliStatidell’Unione».

Il presidente del Consiglio, Prodi, ha legato le pro-prie sorti politiche all’ingresso dell’Italia in Europa:sidimetteràsenoncelafaràaconquistare lamonetaunica. Lei, presidente della Commissione, garantedeiTrattati, èdispostoacompierelostessogestose lamonetaunicanonpartiràalladatastabilita?

«Non mi pongo affatto in questa prospettiva proprioperché sono assolutamente convinto che la data sarà ri-spettata.Noncisonoragioniperpensareilcontrario».

IlministroWaigelhamostrato,perlaprimavolta,una certa disponibilità all’interpretazione flessibiledeicriteridiMaastricht.Leichenepensa?

«MaWaigelsiriferivaalcriteriodeidebitoenelproto-collo del Trattato il limite del 60% è fissato come unobiettivodaraggiungereenoncomeunvaloreassoluto.Per il criterio del deficit c’è, invece, il limite del 3%, uncriteriopiùrestrittivo.VaricordatocheicapidiStatoedigoverno, quandosarannochiamatiadecidere, lo faran-nosullabasediduedistintirapporti,unodellaCommis-sione, l’altro dell’Istituto monetario europeo. Nella va-lutazione, si terrà contodi tutti ecinque icriteri.Eanco-ra:quandoicapidiStatoedigovernosi riuniranno,nel-la primaveradel 1998,diciascunoStatosi conosceràgiàil bilancio per quell’anno e, di conseguenza, si avrà unapercezionedellatendenzachesaràtenutainconto».

Sipuòdirechesaràcompiutaunavalutazioneglo-baledellesingoleeconomie?

«Sarà necessaria la valutazione dei criteri e, nello stes-sotempo,laglobalitàdellacondizione».

In altre parole: sarà una decisionedi naturaanchepolitica?

«Io non posso sostituirmi ai leader europei. In politi-ca,unannoèlungo».

Il segretario del Pds, D’Alema, ed il ministro Dini,hannopropostodi introdurrenellaCostituzioneita-lianatuttiqueglielementivoltiadassicurareunasta-bilitàdell’Italiadentrol’Europa.Chenepensa?

«Tuttociòchepuòrafforzareillegameconleistituzio-ni è per noi ilbenvenuto. Ionesonounsostenitorecon-vintoperchéconferisceunapiùgrandeappartenenzadiuno Stato membro all’Unione europea. Voglio aggiun-gereericordarechel’ItaliaèunodeiPaesifondatoridellacomunità,dellaprimacomunità.Considerol’Italiaunodeipilastridiquest‘Unionepoliticaeuropea.

Il «caso Renault» ha scosso un po‘ tutti in Europa.S’èmanifestatoaBruxelles,sabatoperillavorosima-nifesteràaRoma.Cheneèdell’«Europasociale»?

«Il “caso Renault” dimostra che i lavoratori ed i citta-dini attribuiscono una grande importanza all‘ Europasociale.Oggiilproblemaprincipaleèladisoccupazione,ediostessoholanciatol’annoscorsoil«Pattodifiducia»per l’occupazione. La sfiduciadeicittadininascedal fat-to che essi vedono l’esistenza di questa grande Europa,del suo mercato di 360 milioni di abitanti, ma che nonriesce a risolvere il problema del lavoro. Sono ben co-scientechenonèpartendodaBruxelleschesipuòcrearedel lavoro, tuttavia insisto nel credere che l’Europa delgrande mercato, l’Europa delle politiche convergenti,può egualmente aiutare, con una politica dinamica edun effetto moltiplicatore, gli sforzi sul piano nazionale.La Commissione ha proposto di introdurre nel nuovoTrattatoun capitolo sull’occupazione per far si che que-staEuropanonsiasoltantol‘”Europadelgrandemerca-to” o l‘ ”Europa dell’euro” ma, egualmente, l‘ ”Europasociale”».

Daunlatocisonoifamosi«criteri»perdarvitaallamoneta unicae dall’altro che ci sarà?LaparolaMaa-strichtevoca,inmolti,soltantocattivipensieri...

«L’Unione monetaria e l’euro non dovranno essereunfineasestessomalostrumentoperunosviluppoeco-nomico esociale.Bisogna lottare suduefronti:daunla-to l’introduzione della moneta unica, dall’altro l’elimi-nazionedelladisoccupazione».

Presidente, ciò non toglie che l’Europa è vista, avolte,comeunnemicodaicittadini...

«Effettivamente c’è una cattiva percezione. La moti-vazione profonda che ha spinto, 40-50 anni fa, i nostripredecessori a creare una comunità economica, avevaun fine fondamentale: creare un’Europa di pace e nellalibertà.E‘ stato l’obiettivoprincipaleall’indomanidellaseconda guerra mondiale. E‘ stato un successo. Adessobisogna andare alla ricerca di una nuova motivazioneper quest’Europa. Quest’Europa così grande non ha an-cora nemmeno una politica estera e di sicurezza comu-ne, vale adirenongiocaancoraunruolopolitico inrap-portoallasuadimensioneeconomica.L’Europanonde-veesseresoltantoungiganteeconomico».

ParliamodeldolorosoproblemadeiFondistruttu-rali. L’Italia non riesce a spenderli. Finirà che, difronte ai costi imminenti per l’allargamento ad est,questiFondisarannodrasticamentetagliati?

«Noi dovremo presentare il nuovo pacchetto finan-ziariodopolachiusuradeilavoridellaConferenzainter-governativa tenendo conto delle implicazioni dell’al-largamento, dei Fondi strutturali e della politica agrico-la comune. Stiamo già esaminando questi problemi epresenteremo le nostre proposte a metà luglio a condi-zione che il negoziato per adeguare il Trattato di Maa-stricht si concluda con il summit di Amsterdam, il 16 e17giugno».

Lei dice: a condizione che...Vuol dire che non è si-curochetuttofileràliscio?

«E‘ una condizione ma è nell’interesse di tutti rispet-tarequestadata.Certamente,vamessa incontolasitua-zione finanziaria ed economica di tutti gli Stati. I Fondi,a mio avviso, sono un fattore essenziale per la coesioneinterna dell’Unione e devono restare. E‘ vero: siamo difronte ad una sorta di quadratura del cerchio e sarà unesercizio molto difficile la definizione del pacchetto fi-nanziarioallafinedel1998».

Il negoziato per la riforma istituzionale è in altomare.Chefare?

«Speroche aRoma,dovemartedìci saràunariunionespecifica dei ministri degli esteri, lo spiritodel 400ci aiu-terà a superare molti ostacoli. La presidenza olandese èdeterminataadarrivareadunasoluzioneintempoperilsummitdiAmsterdam».

Peròc’è sempre ilvetobritannico.SeLondranonèd’accordo,ilTrattatononsipuòmodificare.

«Ci saranno le elezioni nel Regno unito il 10 maggio ebisogneràtenercontodellaposizionebritannicachiun-quesiailvincitore.Epoi,permiaesperienza,ledecisionisono sempre state prese durante l’ultima notte. Vannoricercatiicompromessisinoall’ultimomomento».

Sergio Sergi

20ECO09A2003 20UNI01A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 11 21:46:48 03/19/97

LA BORSADati e tabelle sono a cura di Radiocor Telerate

Giovedì 20 marzo 1997 14 l’Unità

MERCATO AZIONARIO CAMBI ORO E MONETE OBBLIGAZIONI

AA MARCIA 380 0,00

ACQ POTABILI 5240 0,00

ACQUE NICOLAY 5150 0,00

AEDES 8350 -1,27

AEDES RNC 4643 0,00

ALITALIA 590,2 -0,35

ALITALIA P 388,8 -3,76

ALITALIA RNC 560 9,80

ALLEANZA 11676 -1,82

ALLEANZA RNC 8793 -0,16

ALLIANZ SUBALP 11117 -1,79

AMBROVEN 4023 0,90

AMBROVEN R 2814 -1,12

AMGA 1264 0,64

ANSALDO TRAS 1683 -0,12

ARQUATI 2576 1,06

ASSITALIA 5890 -1,87

AUSILIARE 3090 0,00

AUTO TO-MI 10875 -2,03

AUTOGRILL FIN 2362 -0,84

AUTOSTRADE P 3334 1,58

AVIR 20600 0,00

BB AGR MANTOV 12038 0,85

B AGRIC MIL 11462 -3,68

B BRIANTEA 12400 5,01

B DESIO-BRIANZA 2700 1,89

B FIDEURAM 4172 -1,23

B LEGNANO 6082 -0,86

B NAPOLI SOSP ---

B NAPOLI RNC 683,3 -1,64

B POP MILANO 9067 0,03

B ROMA 1178 -1,67

B S PAOLO BRESC 3498 0,00

B SARDEGNA RNC 14270 0,95

B TOSCANA 3220 -0,09

BANCA CARIGE 11410 -0,04

BASSETTI 5850 -0,17

BASTOGI 60 -0,83

BAYER 71622 -0,91

BCA INTERMOBIL 2800 0,00

BCO CHIAVARI 3122 0,16

BENETTON 20163 0,50

BINDA 28,2 -1,40

BNA 1064 -0,84

BNA PRIV 621,5 -0,73

BNA RNC 755,4 -0,13

BNL RNC 14157 1,16

BOERO 6500 0,00

BON FERRARESI 10675 -0,70

BREMBO 22867 0,34

BRIOSCHI 189,7 -7,91

BULGARI 30648 -2,71

BURGO 8070 -0,66

BURGO PRIV 10390 0,00

BURGO RNC 8600 -3,37

CCAB 10484 -0,76

CAFFARO 1611 0,19

CAFFARO RISP 1740 0,00

CALCEMENTO 3587 0,00

CALP 5662 -1,51

CALTAGIRONE 1112 1,83

CALTAGIRONE RNC 1040 0,00

CAMFIN 2750 0,00

CANTONI 1820 0,00

CANTONI RNC 1950 0,00

CARRARO 8399 0,26

CEM.AUGUSTA 2350 0,00

CEM.BARLETTA 4700 4,44

CEM.BARLETTARNC 3850 1,10

CEMENTIR 1053 -0,94

CENTENARI ZIN 102 0,00

CIGA 719 0,01

CIGA RNC 896 -1,17

CIR 1121 0,27

CIR RNC 665,1 -0,81

CIRIO 877,2 5,52

CMI 3600 0,00

COFIDE 704,6 0,33

COFIDE RNC 452,1 -0,66

COMAU SPA 5247 1,96

COMIT 3179 0,09

COMIT RNC 3366 -1,49

COMMERZBANK 44500 0,00

COMPART 856,9 3,10

COMPART RNC 734,7 1,13

COSTA CR 3781 -0,11

COSTA CR RNC 2471 -0,88

CR BERGAMASCO 26783 0,98

CR FONDIARIO 1711 -0,75

CR VALTEL PR 11773 -1,42

CR VALTELLINESE 12594 -0,45

CREDIT 2314 0,39

CREDIT RNC 1969 -0,96

CRESPI 5202 -0,31

CUCIRINI 1357 4,79

DDALMINE 380,2 0,00

DANIELI 12142 0,30

DANIELI RNC 6273 -1,65

DE FERRARI 4300 0,00

DE FERRARI RNC 2305 0,00

DEL FAVERO SOSP ---

DEROMA 10507 0,61

EEDISON 8997 -0,10

ENI 8459 2,33

ERICSSON 22408 6,08

ERIDAN BEG-SAY 272154 0,06

ESAOTE 4815 0,00

ESPRESSO 5175 0,19

EUROMOBILIARE 2426 5,85

EUROMOBILIAREPR 2355 0,00

FFALCK 7175 -1,32

FALCK RISP 7400 0,68

FIAR 4190 0,00

FIAT 5313 -1,02

FIAT PRIV 2864 -0,52

FIAT RNC 2957 -0,77

FIN PART ORD 986,2 2,14

FIN PART PRIV 667,9 -0,28

FIN PART RNC 829 -0,77

FINARTE ASTE 1110 -4,31

FINCASA 173,7 -3,98

FINMECCANICA 758 1,65

FINMECCANICARNC 690 5,99

FINREX SOSP ---

FINREX RNC SOSP ---

FOCHI SOSP ---

GGABETTI 1000 0,00

GARBOLI 2170 0,00

GEMINA 630,3 13,04

GEMINA RNC 1294 -0,08

GENERALI 28771 -0,56

GEWISS 23054 1,72

GIFIM 65 0,00

GILDEMEISTER 4871 -2,42

GIM 1082 0,65

GIM RNC 1430 -2,52

GIM W 37,5 0,00

HHPI 976,1 -2,00

HPI RNC 797,2 -1,59

HPI W 98 101,2 -0,39

IIFI PRIV 22329 2,51

IFIL 4988 0,93

IFIL RNC 3072 -1,63

IM METANOPOLI 1174 -0,51

IMA 6574 1,03

IMI 13764 -2,26

IMPREGILO 1251 -0,48

IMPREGILO RNC 1242 -0,72

INA 2167 -0,55

INTERBANCA SOSP ---

INTERBANCA P 32691 -1,09

INTERPUMP 5041 -1,35

IPI SPA 1717 0,64

IRCE 9733 -0,06

ISEFI 406 -1,48

IST CR FONDIARIO 32500 0,00

ITALCEM 9385 -1,55

ITALCEM RNC 4206 -0,50

ITALGAS 5301 0,21

ITALMOB 26814 -0,37

ITALMOB R 12911 -0,81

JJOLLY HOTELS 7075 -0,11

JOLLY RNC 9000 0,00

LLA DORIA 5142 -0,87

LA FOND ASS 6072 -1,12

LA FOND ASS RNC 3655 0,88

LA GAIANA 3100 0,00

LINIFICIO 926,2 0,60

LINIFICIO RNC 643,1 -3,16

MMAFFEI 2413 0,46

MAGNETI 2199 -2,48

MAGNETI RNC 1789 0,22

MAGONA 8200 0,12

MANIF ROTONDI 435 0,00

MARANGONI 4807 -0,37

MARZOTTO 12720 -2,43

MARZOTTO RIS 13209 0,22

MARZOTTO RNC 6890 -2,68

MEDIASET 6937 -0,62

MEDIOBANCA 10343 -0,18

MEDIOLANUM 14149 -1,71

MERLONI 3888 0,99

MERLONI RNC 1389 -0,50

MILANO ASS 4256 -1,66

MILANO ASS RNC 2816 -0,28

MITTEL 1360 0,74

MONDADORI 10911 -0,56

MONDADORI RNC 8450 0,00

MONRIF 595 0,00

MONTEDISON 1167 1,21

MONTEDISON RIS 1600 1,20

MONTEDISON RNC 1114 -0,09

MONTEFIBRE 930,8 -3,43

MONTEFIBRE RNC 901,1 0,23

NNAI 291,5 11,13

NECCHI 960 0,00

NECCHI RNC 1572 0,00

OOLCESE SOSP ---

OLD GOTTARDORUF SOSP ---

OLIVETTI 601,9 -1,52

OLIVETTI P 1459 -3,38

OLIVETTI R 626,6 -4,92

PPAGNOSSIN 5576 0,25

PARMALAT 2161 2,27

PERLIER 290 0,00

PININFARINA 22971 -2,45

PININFARINA RIS 22550 0,00

PIRELLI SPA 3564 1,60

PIRELLI SPA R 2660 0,26

PIRELLI CO 2385 0,46

PIRELLI CO RNC 2059 0,10

POL EDITORIALE 3121 0,00

POP BG CR VAR 24849 0,48

POP BRESCIA 8631 0,52

POP SPOLETO 10010 0,10

PREMAFIN 459,6 -1,18

PREMUDA 1698 0,12

PREMUDA RIS 1700 0,00

PREVIDENTE 8816 -0,31

RRAS 14596 -0,29

RAS RNC 8987 0,06

RATTI 3624 -0,93

RECORDATI 12034 -0,55

RECORDATI RNC 6820 -1,84

REJNA 12500 3,56

REJNA RNC 40840 0,00

RENO DE MEDICI 1613 -0,12

REPUBBLICA 2406 -0,21

RICCHETTI 1878 1,57

RINASCENTE 9323 4,04

RINASCENTE P 3552 1,92

RINASCENTE R 4203 2,56

RISANAMENTO 17412 -0,50

RISANAMENTO RNC 10194 0,00

RIVA FINANZ 7669 -0,65

RODRIQUEZ SOSP ---

ROLAND EUROPE 5344 -0,87

ROLO BANCA 14366 -0,31

SS PAOLO TO 11253 -1,33

SAES GETT 24842 -0,52

SAES GETT PRIV 17510 0,00

SAES GETT RNC 17185 -2,16

SAFFA 3918 2,16

SAFFA RIS 3800 0,00

SAFFA RNC 1498 -1,96

SAFILO 28715 0,90

SAFILO RNC 26855 0,00

SAI 13342 -0,97

SAI R 5723 -1,00

SAIAG 6816 1,02

SAIAG RNC 3815 -0,39

SAIPEM 7387 0,05

SAIPEM RNC 5170 3,30

SANTAVALER SOSP ---

SANTAVALER RNC SOSP ---

SASIB 4745 0,59

SASIB RNC 3080 -0,32

SAVINO DEL BENE 2148 0,89

SCHIAPPARELLI 124,7 -5,74

SCI 37 0,00

SEAT 591,1 -0,61

SEAT RNC 374,5 -0,82

SERFI 8864 0,61

SIMINT 7500 -1,63

SIMINT PRIV 1275 0,00

SIRTI 10205 -1,06

SMI METALLI 722,3 0,15

SMI METALLI RNC 763,7 -0,39

SMURFIT SISA 1197 1,44

SNIA BPD 1631 0,37

SNIA BPD RIS 1735 4,83

SNIA BPD RNC 1223 -1,92

SNIA FIBRE 590,7 -1,27

SOGEFI 3681 -0,78

SONDEL 3106 0,42

SOPAF 1850 0,82

SOPAF RNC 1415 2,02

SORIN 5739 -0,52

STANDA 15475 0,00

STANDA RNC 3898 2,15

STAYER 1444 -0,28

STEFANEL 1802 1,52

STEFANEL RIS 1726 1,35

STET 7206 0,13

STET R 5713 0,33

TTECNOST 3720 0,00

TEKNECOMP 919,3 1,95

TEKNECOMP RNC 748 0,27

TELECO 6000 -1,19

TELECO RNC 5192 0,85

TELECOM IT 4109 0,78

TELECOM IT R 3415 0,35

TERME ACQUI 600 0,00

TERME ACQUI RNC 390 0,00

TEXMANTOVA 1350 0,00

TIM 4608 6,44

TIM RNC 2676 6,06

TORO 19593 -0,06

TORO P 9026 -1,36

TORO R 9136 -1,16

TOSI 11956 0,04

TRENNO 2970 0,00

UUNICEM 11869 0,13

UNICEM RNC 4828 -2,21

UNIPOL 5229 -0,53

UNIPOL P 3489 -0,85

UNIPOL P W 523,8 -0,74

UNIPOL W 567,1 1,38

VVIANINI IND 806 0,00

VIANINI LAV 3019 -0,26

VITTORIA ASS 5800 0,00

VOLKSWAGEN 925667 -1,52

WWESTINGHOUSE 3400 0,00

ZZIGNAGO 11407 0,78

ZUCCHI 7220 0,00

ZUCCHI RNC 3905 -6,78

ZUCCHINI 11562 -2,61

VALUTA 19/03 18/03

DOLLARO USA 1688,82 1694,57

ECU 1943,83 1946,55

MARCO TEDESCO 1003,76 1006,40

FRANCO FRANCESE 297,35 298,18

LIRA STERLINA 2698,06 2688,94

FIORINO OLANDESE 891,34 893,81

FRANCO BELGA 48,65 48,77

PESETA SPAGNOLA 11,83 11,84

CORONA DANESE 262,95 263,44

LIRA IRLANDESE 2648,41 2642,17

DRACMA GRECA 6,36 6,37

ESCUDO PORTOGH. 9,97 9,99

DOLLARO CANADESE 1226,89 1234,30

YEN GIAPPONESE 13,73 13,82

FRANCO SVIZZERO 1168,01 1169,15

SCELLINO AUSTR. 142,62 142,99

CORONA NORVEGESE 249,35 247,06

CORONA SVEDESE 220,27 218,76

MARCO FINLANDESE 333,82 333,58

DOLLARO AUSTRAL. 1328,26 1334,98

DENARO LETTERA

ORO FINO (PER GR.) 18.910 18.960

ARGENTO (PER KG.) 280.100 281.400

STERLINA (V.C.) 136.000 149.000

STERLINA (N.C.) 138.000 160.000

STERLINA (POST.74) 136.000 153.000

MARENGO ITALIANO 121.000 135.000

MARENGO SVIZZERO 111.000 127.000

MARENGO FRANCESE 108.000 121.000

MARENGO BELGA 108.000 121.000

MARENGO AUSTRIACO 108.000 121.000

20 MARCHI 135.000 163.000

10 DOLLARI LIBERTY 440.000 530.000

10 DOLLARI INDIANO 600.000 700.000

20 DOLLARI LIBERTY 720.000 820.000

20 DOLLARI ST.GAUD. 730.000 830.000

4 DUCATI AUSTRIA 300.000 360.000

100 CORONE AUSTRIA 578.000 620.000

100 PESOS CILE 330.000 370.000

KRUGERRAND 588.000 650.000

50 PESOS MESSICO 710.000 790.000

TITOLO OGGI DIFF.

ENTE FS 90-01 102,70 0,00

ENTE FS 94-04 104,00 -0,10

ENTE FS 94-04 103,31 -0,39

ENTE FS 96-01 100,99 0,14

ENTE FS 94-02 101,50 -0,04

ENTE FS 92-00 101,76 -0,31

ENTE FS 89-99 101,20 0,15

ENTE FS 3 85-00 112,40 -0,25

ENTE FS OP 90-98 105,65 -0,11

ENEL 1 EM 86-01 106,40 -0,06

ENEL 1 EM 93-01 104,00 -0,15

ENEL 1 EM 90-98 107,40 0,16

ENEL 1 EM 91-01 105,85 0,18

ENEL 1 EM 92-00 104,89 0,04

ENEL 2 EM 85-00 112,60 -0,25

ENEL 2 EM 89-99 108,00 0,00

ENEL 2 EM 93-03 107,00 -0,30

ENEL 2 EM 91-03 106,40 -0,16

ENEL 3 EM 85-00 N.R. 0,00

ENEL 3 EM 89-97 107,55 0,00

IRI IND 85-00 101,40 0,00

IRI IND 85-99 101,80 0,75

IRI IND 91-01 100,15 -0,01

IRI IND 2 91-01 100,60 -0,35

IRI IND 3 91-01 100,21 -0,29

IMI 91-97 3 99,75 -0,05

AUTOSTRADE 93-00 100,71 0,00

CB BR IZ EXW 92-97 100,51 0,00

MEDIOB 89-99 106,00 0,50

MONTEDISON 92-00 101,82 0,07

MERCATO RISTRETTO

TITOLO CHIUS. VAR.

AUTOSTRADE MER. 7160 -4,66

BASE H PRIV 240 0,00

BCA PROV NAPOLI 2690 0,37

BORGOSESIA 656 0,00

BORGOSESIA RIS 152 0,00

CALZ VARESE 295 0,00

CARBOTRADE PRIV 937 0,00

CIBIEMME 24 0,00

CONDOTTE ACQ SOSP. ---

FEMPAR 68,5 -9,87

FERR NORD MI 690 1,47

FINANCE ORD SOSP. ---

FINPE 905 0,00

FRETTE 3800 7,34

IFIS PRIV 830 0,00

ITALIANA ASS 13400 0,00

NAPOLETANA GAS 2200 0,00

OB POP COM INDZC 54,25 -2,25

PARAMATTI SOSP. ---

POP COM INDU-STRIA 21000 -0,47

POP CREMA 58000 0,87

POP CREMONA 11200 0,54

POP EMILIA 124000 0,00

POP INTRA 12100 0,83

POP LODI 11485 0,04

POP LUINO VARESE 7950 0,00

POP NOVARA 6800 0,00

POP SIRACUSA 15500 0,00

POP SONDRIO 27050 0,00

POP.COM.IND 01 CV 107 -1,02

POP.COM.IND 99 CV 128,05 -0,35

POP.CREMONA 7%CV 110,5 -0,90

POP.CREMONA 8%CV 115 0,66

POP.EMIL 99 CV 105 -0,14

POP.EMILIA CV 132 0,00

POP.INTRA CV 111,75 0,45

POP.LODI CV 106,3 0,05

SANITA’ SOSP. ---

SIFIR PRIV SOSP. ---

FONDI D’INVESTIMENTO

AZIONARI

PREC. IERI

ADRIATIC AMERIC F 25.413 25.521

ADRIATIC EUROPE F 23.873 24.001

ADRIATIC FAR EAST 12.129 12.000

ADRIATIC GLOBAL F 21.270 21.300

ALPI AZIONARIO 9.886 9.920

ALTO AZIONARIO 12.370 12.505

AMERICA 2000 19.350 19.409

AMERIGO VESPUCCI 12.552 12.619

APULIA AZIONARIO 11.003 11.084

APULIA INTERNAZ 11.188 11.235

ARCA AZ AMER DLR 14,692 14,886

ARCA AZ AMER LIRE 24.896 25.176

ARCA AZ EUR ECU 8,175 8,26

ARCA AZ EUR LIRE 15.912 16.051

ARCA AZ FAR E LIR 11.844 11.825

ARCA AZ FAR E YEN 856,762 863,638

ARCA AZ IT 20.786 21.064

ARCA VENTISETTE 20.861 21.011

AUREO GLOBAL 16.162 16.232

AUREO MULTIAZIONI 11.728 11.832

AUREO PREVIDENZA 20.754 21.021

AZIMUT AMERICA 15.032 15.092

AZIMUT BORSE INT 15.595 15.661

AZIMUT EUROPA 13.704 13.746

AZIMUT GLOB CRESC 17.367 17.663

AZIMUT PACIFICO 11.643 11.541

AZIMUT TREND 17.164 17.262

AZIMUT TREND EMER 11.049 11.118

AZIMUT TREND ITA 12.186 12.353

BN CAPITAL FONDO 11.784 11.950

BN MONDIALFONDO 17.783 17.779

BPB RUBENS 13.009 13.078

BPB TIZIANO 14.993 15.195

CAPITALGEST AZ 16.839 17.025

CAPITALGEST INT 14.906 14.911

CAPITALRAS 19.642 19.938

CARIFONDO ARIETE 19.919 19.973

CARIFONDO ATLANTE 20.540 20.634

CARIFONDO AZ AMER 10.027 10.054

CARIFONDO AZ ASIA 9.816 9.777

CARIFONDO AZ EURO 10.224 10.281

CARIFONDO AZ ITA 9.602 9.729

CARIFONDO DELTA 25.516 25.991

CARIFONDO PAES EM 11.898 11.883

CARIMONTE AZ ITA 13.561 13.717

CARIPLO BL CHIPS 13.702 13.736

CENTRALE AME DLR 11,917 12,012

CENTRALE AME LIRE 20.195 20.316

CENTRALE AZ IM IN 9.973 9.973

CENTRALE CAPITAL 23.650 23.998

CENTRALE E AS DLR 8,016 8,086

CENTRALE E AS LIR 13.583 13.676

CENTRALE EUR ECU 14,324 14,445

CENTRALE EUR LIRE 27.883 28.070

CENTRALE G7 BL CH 13.818 13.871

CENTRALE GIAP LIR 9.242 9.039

CENTRALE GIAP YEN 668,547 660,167

CENTRALE GLOBAL 23.696 23.764

CENTRALE ITALIA 13.064 13.267

CISALPINO AZ 15.363 15.607

CISALPINO INDICE 12.103 12.303

CLIAM AZIONI EST 12.201 12.222

CLIAM AZIONI ITA 9.790 9.957

COMIT AZIONE 12.658 13.255

COMIT PLUS 12.332 12.783

CONSULTINVEST AZ 10.897 11.042

CREDIS AZ ITA 12.007 12.179

CREDIS TREND 11.763 11.851

CRISTOFOR COLOMBO 24.930 25.036

DUCATO AZ INTERN 46.822 47.000

DUCATO AZ ITALIA 11.896 12.048

EPTA AZIONI ITA 12.578 12.804

EPTAINTERNATIONAL 21.476 21.598

EUROM AMERIC EQ F 26.090 26.297

EUROM AZIONI ITAL 15.186 15.422

EUROM BLUE CHIPS 20.036 20.151

EUROM EM MKT EQ F 9.722 9.709

EUROM EUROPE EQ F 21.631 21.818

EUROM GREEN EQ F 14.209 14.303

EUROM GROWTH EQ F 11.251 11.337

EUROM HI-TEC EQ F 13.500 13.824

EUROM RISK FUND 25.756 26.110

EUROM TIGER FAR E 23.804 23.848

EUROPA 2000 22.650 22.814

FERDIN MAGELLANO 9.891 9.841

FIDEURAM AZIONE 19.485 19.495

FINANZA ROMAGEST 12.430 12.623

FONDERSEL AM 17.265 17.394

FONDERSEL EU 15.984 16.089

FONDERSEL IND 10.187 10.325

FONDERSEL ITALIA 12.568 12.769

FONDERSEL OR 11.928 11.867

FONDERSEL SERV 12.986 13.019

FONDICRI ALTO POT 16.806 16.840

FONDICRI INT 27.031 27.035

FONDICRI SEL AME 9.998 9.974

FONDICRI SEL EUR 9.884 9.964

FONDICRI SEL ITA 19.473 19.768

FONDICRI SEL ORI 9.926 9.926

FONDINV EUROPA 21.349 21.448

FONDINV PAESI EM 14.766 14.824

FONDINV SERVIZI 22.961 23.016

FONDINVEST TRE 18.787 19.050

FONDO CRESCITA 9.948 10.000

GALILEO 15.366 15.569

GALILEO INT 17.473 17.597

GENERCOMIT AZ ITA 12.124 12.273

GENERCOMIT CAP 15.240 15.484

GENERCOMIT EUR 27.130 27.307

GENERCOMIT INT 25.619 25.669

GENERCOMIT NOR 31.412 31.662

GENERCOMIT PACIF 9.961 9.894

GEODE 18.871 18.898

GEODE PAESI EMERG 12.929 12.964

GEODE RISORSE NAT 9.950 10.070

GEPOBLUECHIPS 10.158 10.248

GEPOCAPITAL 17.986 18.236

GESFIMI AMERICHE 12.705 12.762

GESFIMI EUROPA 12.659 12.710

GESFIMI INNOVAZ 13.534 13.587

GESFIMI ITALIA 12.651 12.853

GESFIMI PACIFICO 9.820 9.756

GESTICRED AMERICA 13.840 13.897

GESTICRED AZIONAR 21.934 22.013

GESTICRED BORSITA 15.332 15.555

GESTICRED EUROAZ 22.761 22.925

GESTICRED F EAST 9.448 9.376

GESTICRED MERC EM 10.288 10.282

GESTICRED PRIVAT 12.537 12.568

GESTIELLE A 11.901 12.073

GESTIELLE AMERICA 14.897 14.953

GESTIELLE B 13.173 13.347

GESTIELLE EM MKT 12.132 12.145

GESTIELLE EUROPA 14.466 14.505

GESTIELLE F EAST 10.637 10.700

GESTIELLE I 15.999 16.086

GESTIFONDI AZ INT 17.296 17.319

GESTIFONDI AZ IT 12.453 12.647

GESTN AMERICA DLR 15,186 15,291

GESTN AMERICA LIT 25.734 25.861

GESTN EUROPA LIRE 14.434 14.542

GESTN EUROPA MAR 14,342 14,502

GESTN FAREAST LIT 13.984 13.852

GESTN FAREAST YEN 1011,574 1011,686

GESTN PAESI EMERG 12.797 12.847

GESTNORD AMBIENTE 12.195 12.247

GESTNORD BANKING 14.107 14.219

GESTNORD PZA AFF 10.788 10.956

GRIFOGLOBAL 10.960 11.099

GRIFOGLOBAL INTER 10.554 10.576

IMIEAST 12.816 12.628

IMIEUROPE 23.036 23.207

IMINDUSTRIA 16.345 16.408

IMITALY 18.977 19.304

IMIWEST 25.574 25.692

INDUSTRIA ROMAGES 15.249 15.447

ING SVI AMERICA 25.489 25.659

ING SVI ASIA 8.822 8.764

ING SVI AZIONAR 19.275 19.611

ING SVI EM MAR EQ 11.850 11.860

ING SVI EUROPA 24.436 24.635

ING SVI IND GLOB 19.414 19.430

ING SVI INIZIAT 17.403 17.619

ING SVI OLANDA 18.475 18.710

INTERB AZIONARIO 24.797 25.115

INTERN STK MANAG 12.728 12.851

INVESTILIBERO 10.888 10.915

INVESTIRE AMERICA 26.992 27.143

INVESTIRE AZ 17.344 17.606

INVESTIRE EUROPA 19.216 19.331

INVESTIRE INT 16.046 16.099

INVESTIRE PACIFIC 16.036 15.922

ITALY STK MANAG 10.702 10.830

LAGEST AZ INTERN 18.797 18.911

LAGEST AZION IT 25.452 25.781

LOMBARDO 21.823 22.103

MEDICEO AM LATINA 11.951 12.028

MEDICEO AMERICA 12.817 12.901

MEDICEO ASIA 10.797 10.822

MEDICEO GIAPPONE 10.044 9.887

MEDICEO IND ITAL 8.130 8.247

MEDICEO MEDITERR 14.912 14.941

MEDICEO NORD EUR 11.281 11.372

MIDA AZIONARIO 13.517 13.730

OASI AZ ITALIA 10.943 11.120

OASI CRE AZI 11.164 11.318

OASI FRANCOFORTE 15.894 16.084

OASI HIGH RISK 14.086 14.140

OASI ITAL EQ RISK 13.126 13.318

OASI LONDRA 10.764 10.828

OASI NEW YORK 13.771 13.865

OASI PANIERE BORS 12.442 12.462

OASI PARIGI 14.561 14.623

OASI TOKYO 11.048 10.948

OCCIDENTE 13.168 13.229

OLTREMARE AZION 12.538 12.758

OLTREMARE STOCK 14.802 14.862

ORIENTE 2000 18.077 17.854

PADANO INDICE ITA 11.045 11.225

PERFORMAN AZ EST 17.667 17.739

PERFORMAN AZ ITA 11.237 11.392

PERFORMAN PLUS 10.060 10.052

PERSONALF AZ 19.564 19.677

PHARMACHEM 20.860 21.030

PHENIXFUND TOP 13.935 14.130

PRIME M AMERICA 28.511 28.614

PRIME M EUROPA 27.686 27.856

PRIME M PACIFICO 20.380 20.268

PRIMECAPITAL 50.299 51.015

PRIMECLUB AZ INT 11.746 11.795

PRIMECLUB AZ ITA 16.337 16.628

PRIMEEMERGINGMK 16.692 16.798

PRIMEGLOBAL 21.729 21.815

PRIMEITALY 16.729 17.021

PRIMESPECIAL 13.617 13.694

PROFES GEST INT 21.622 21.704

PROFES GEST IT 20.394 20.671

PRUDENTIAL AZIONI 13.309 13.476

PRUDENTIAL SM CAP 12.161 12.328

PUTNAM EU EQ ECU 6,205 6,272

PUTNAM EUROPE EQ 12.079 12.189

PUTNAM GL EQ DLR 7,179 7,225

PUTNAM GLOBAL EQ 12.165 12.220

PUTNAM PAC EQ DLR 5,976 5,994

PUTNAM PACIFIC EQ 10.127 10.138

PUTNAM USA EQ DLR 6,393 6,446

PUTNAM USA EQUITY 10.833 10.902

PUTNAM USA OP DLR 5,494 5,547

PUTNAM USA OPPORT 9.310 9.381

QUADRIFOGLIO AZ 16.811 17.038

RISP ITALIA AZ 18.001 18.202

RISP ITALIA B I 28.875 28.930

RISP ITALIA CRE 13.591 13.782

ROLOAMERICA 16.050 16.023

ROLOEUROPA 13.995 14.095

ROLOITALY 12.264 12.426

ROLOORIENTE 11.878 11.863

S PAOLO ALDEBARAN 16.711 16.986

S PAOLO ANDROMEDA 32.304 32.388

S PAOLO AZIONI 13.548 13.727

S PAOLO H AMBIENT 25.537 25.749

S PAOLO H AMERICA 14.567 14.636

S PAOLO H ECON.EM 13.185 13.229

S PAOLO H EUROPA 12.471 12.515

S PAOLO H FINANCE 29.327 29.552

S PAOLO H INDUSTR 18.892 18.988

S PAOLO H INTERN 19.940 20.017

S PAOLO H PACIFIC 10.621 10.552

S PAOLO JUNIOR 21.368 21.690

SALVADANAIO AZ 17.373 17.628

SELECT AMERICA 17.878 18.070

SELECT EUROPA 22.499 22.643

SELECT GERMANIA 13.098 13.249

SELECT ITALIA 11.689 11.859

SELECT PACIFICO 10.909 10.796

TALLERO 9.935 10.023

TRADING 11.320 11.380

VENETOBLUE 15.379 15.580

VENETOVENTURE 15.862 16.036

VENTURE TIME 14.175 14.175

ZECCHINO 10.101 10.261

ZENIT AZIONARIO 12.152 12.152

ZETASTOCK 23.228 23.296

ZETASWISS 28.220 28.294

BILANCIATI

ADRIATIC MULTI F 18.682 18.695

ALTO BILANCIATO 12.126 12.229

ARCA BB 37.560 37.826

ARCA TE 20.403 20.454

ARMONIA 17.859 17.883

AUREO 29.817 30.031

AZIMUT 23.217 23.420

AZZURRO 30.091 30.460

BN MULTIFONDO 12.093 12.173

BN SICURVITA 19.754 19.875

CAPITALCREDIT 21.178 21.273

CAPITALGEST BIL 24.421 24.582

CARIFONDO LIBRA 36.986 37.425

CISALPINO BILAN 21.687 21.850

CREDIS GLOBAL 10.487 10.503

EPTACAPITAL 17.819 17.995

EUROM CAPITALFIT 26.360 26.599

FIDEURAM PERFORM 12.186 12.219

FONDATTIVO 14.739 14.802

FONDERSEL 54.451 54.732

FONDICRI BIL 16.483 16.541

FONDINVEST DUE 27.713 27.923

FONDO CENTRALE 27.245 27.336

FONDO GENOVESE 11.512 11.625

GENERCOMIT 34.337 34.632

GENERCOMIT ESPANS 11.464 11.442

GEPOREINVEST 18.992 19.174

GEPOWORLD 16.680 16.725

GESFIMI INTERNAZ 17.813 17.850

GESTICRED FINANZA 21.848 21.944

GIALLO 12.899 13.062

GRIFOCAPITAL 21.339 21.507

IMICAPITAL 39.319 39.462

ING SVI PORTFOLIO 28.256 28.611

INTERMOBILIARE F 18.768 18.883

INVESTIRE BIL 17.072 17.212

INVESTIRE GLOBAL 15.991 15.994

MIDA BIL 13.958 13.884

MULTIRAS 31.574 31.809

NAGRACAPITAL 22.947 23.153

NORDCAPITAL 18.313 18.454

NORDMIX 20.375 20.433

ORIENTE 10.134 10.070

PHENIXFUND 20.255 20.299

PRIMEREND 33.746 34.102

PROFES RISPARMIO 21.519 21.707

PROFESSIONALE 63.345 63.824

PRUDENTIAL MIXED 10.944 10.964

QUADRIFOGLIO BIL 22.391 22.533

QUADRIFOGLIO INT 12.696 12.737

ROLOINTERNATIONAL 17.562 17.599

ROLOMIX 16.183 16.331

SALVADANAIO BIL 22.613 22.801

SILVER TIME 10.555 10.551

VENETOCAPITAL 16.840 16.966

VISCONTEO 32.815 33.051

OBBLIGAZIONARI

ADRIATIC BOND F 22.350 22.332

AGRIFUTURA 22.618 22.638

ALLEANZA OBBLIG 10.068 10.068

ALPI MONETARIO 9.981 9.978

ALPI OBBLIGAZION 10.035 10.040

ALTO OBBLIGAZION 10.720 10.734

APULIA OBBLIGAZ 10.008 10.011

ARCA BOND 16.128 16.103

ARCA BOND DLR 6,829 6,834

ARCA BOND DLR LIR 11.572 11.558

ARCA BOND ECU 5,61 5,607

ARCA BOND ECU LIR 10.920 10.896

ARCA BOND YEN 747,413 750,746

ARCA BOND YEN LIR 10.332 10.279

ARCA BT 12.203 12.202

ARCA MM 19.087 19.086

ARCA RR 13.180 13.178

ARCOBALENO 20.050 20.076

AUREO BOND 12.137 12.158

AUREO GESTIOB 13.543 13.559

AUREO MONETARIO 10.188 10.190

AUREO RENDITA 24.296 24.326

AZIMUT FIXED RATE 12.018 12.031

AZIMUT FLOAT RATE 11.041 11.043

AZIMUT GARANZ VAL 9.977 9.950

AZIMUT GARANZIA 17.838 17.838

AZIMUT GLOB RED 19.491 19.503

AZIMUT REND INT 12.191 12.188

AZIMUT SOLIDAR 10.954 10.957

AZIMUT TREND TAS 11.197 11.202

AZIMUT TREND VAL 10.857 10.843

BN CASH FONDO 16.977 16.979

BN RENDIFONDO 11.479 11.479

BN SOFIBOND 10.903 10.886

BPB REMBRANDT 11.009 10.990

BPB TIEPOLO 11.535 11.545

CAPITALGEST MON 14.567 14.568

CAPITALGEST REND 13.588 13.583

CARIFONDO ALA 13.901 13.911

CARIFONDO BOND 12.789 12.787

CARIFONDO CARIGE 15.441 15.441

CARIFONDO DLR O 6,779 6,784

CARIFONDO DLR O L 11.487 11.473

CARIFONDO DMK O 9,941 9,949

CARIFONDO DMK O L 10.005 9.977

CARIFONDO HI YIEL 10.092 10.101

CARIFONDO LIGURIA 13.360 13.370

CARIFONDO LIREPIU 20.900 20.899

CARIFONDO MAGNA G 13.012 13.011

CARIFONDO TESORER 10.112 10.108

CARIMONTE MONETAR 11.830 11.829

CARIPLO STRONG CU 11.174 11.175

CENT CASH DLR 10,936 10,936

CENT CASH DMK 10,673 10,675

CENTRALE BOND AME 10,751 10,751

CENTRALE BOND GER 11,135 11,159

CENTRALE CASH 12.192 12.191

CENTRALE CONTO CO 14.195 14.194

CENTRALE MONEY 19.229 19.191

CENTRALE REDDITO 26.903 26.913

CENTRALE TASSO FI 10.586 10.593

CISALPINO CASH 12.515 12.515

CISALPINO CEDOLA 10.552 10.554

CISALPINO REDD 18.239 18.267

CLIAM LIQUIDITA 11.776 11.778

CLIAM OBBLIG EST 12.221 12.236

CLIAM OBBLIG ITA 11.530 11.532

COLUMBUS I B DLR 6,776 6,777

COLUMBUS I B LIRE 11.482 11.461

COMIT OBBL ESTERO 9.992 10.030

COMIT REDDITO 10.887 10.902

CONSULTINVEST RED 10.223 10.222

COOPREND 13.421 13.420

CR TRIESTE OBBLIG 10.582 10.595

CREDIS MONET LIRE 11.020 11.019

CREDIS OBB INT 10.980 11.001

DUCATO MONETARIO 12.046 12.047

DUCATO RED INTERN 11.794 11.805

DUCATO RED ITALIA 32.524 32.546

EPTA 92 16.974 16.986

EPTA IMPRESA 10.394 10.392

EPTABOND 27.543 27.568

EPTAMONEY 19.931 19.930

EUGANEO 10.385 10.386

EUROM CONTOVIVO 17.073 17.072

EUROM INTERN BOND 13.030 13.025

EUROM LIQUIDITA 11.051 11.054

EUROM NORTH AME B 12.096 12.083

EUROM NORTH EUR B 11.157 11.163

EUROM REDDITO 18.512 18.532

EUROM RENDIFIT 11.988 12.000

EUROM TESORERIA 15.621 15.624

EUROM YEN BOND 16.154 16.010

EUROMONEY 13.076 13.094

FIDEURAM MONETA 21.117 21.111

FIDEURAM SECURITY 13.963 13.964

FONDERSEL CASH 12.569 12.572

FONDERSEL DOLLARO 11.325 11.305

FONDERSEL INT 18.003 17.985

FONDERSEL MARCO 9.969 9.968

FONDERSEL REDD 17.764 17.784

FONDICRI BOND PLU 9.993 9.999

FONDICRI MONETAR 20.006 20.007

FONDICRI PRIMO 11.857 11.874

FONDIMPIEGO 27.396 27.401

FONDINVEST UNO 12.727 12.736

FONDOFORTE 15.484 15.486

GENERCOM AM DLR 6,444 6,447

GENERCOM AM LIRE 10.920 10.904

GENERCOM EU ECU 5,667 5,675

GENERCOM EU LIRE 11.031 11.029

GENERCOMIT BR TER 10.409 10.407

GENERCOMIT MON 18.183 18.186

GENERCOMIT OB EST 10.682 10.682

GENERCOMIT REND 11.778 11.793

GEPOBOND 11.474 11.486

GEPOCASH 10.004 10.003

GEPOREND 10.945 10.952

GESFIMI MONETARIO 16.427 16.426

GESFIMI PIANETA 10.813 10.811

GESFIMI RISPARMIO 10.861 10.864

GESTICRED CASH MA 11.694 11.690

GESTICRED CEDOLE 9.927 9.931

GESTICRED MONETE 19.266 19.265

GESTIELLE BT ITA 10.208 10.210

GESTIELLE BOND 14.971 14.972

GESTIELLE BT EMER 10.965 10.962

GESTIELLE BT OCSE 10.701 10.688

GESTIELLE LIQUID 18.176 18.181

GESTIELLE M 14.256 14.252

GESTIFONDI MONETA 13.990 13.989

GESTIFONDI OB IN 12.088 12.103

GESTIRAS 39.284 39.314

GESTIRAS COUPON 12.376 12.379

GESTIVITA 11.428 11.440

GINEVRA MONETARIO 11.094 11.095

GINEVRA OBBLIGAZ 11.677 11.687

GLOBALREND 16.153 16.142

GRIFOBOND 10.305 10.312

GRIFOCASH 10.927 10.929

GRIFOREND 13.705 13.720

IMIBOND 20.084 20.091

IMIDUEMILA 24.756 24.751

IMIREND 15.701 15.710

ING SVI BOND 20.349 20.394

ING SVI EMER MARK 17.436 17.367

ING SVI EUROC ECU 5,06 5,062

ING SVI EUROC LIR 9.850 9.836

ING SVI MONETAR 12.509 12.509

ING SVI REDDITO 24.069 24.114

INTERB RENDITA 30.795 30.802

INTERMONEY 13.274 13.281

INTERN BOND MANAG 10.461 10.464

INVESTIRE BOND 12.175 12.178

INVESTIRE MON 14.333 14.334

INVESTIRE OBB 29.253 29.292

ITALMONEY 12.705 12.716

ITALY BOND MANAG 11.075 11.077

JP MORGAN MON ITA 10.586 10.586

JP MORGAN OBB INT 11.088 11.111

JP MORGAN OBB ITA 11.545 11.563

LAGEST MONETA ITA 11.691 11.691

LAGEST OBB INT 15.682 15.662

LAGEST OBBLIG IT 24.506 24.488

LIRADORO 11.503 11.525

MARENGO 12.073 12.071

MEDICEO MON AMER 10.931 10.912

MEDICEO MON EUROP 11.112 11.081

MEDICEO MONETARIO 11.959 11.962

MEDICEO REDDITO 12.517 12.529

MIDA MONETARIO 17.421 17.424

MIDA OBB 21.929 21.954

MONETAR ROMAGEST 18.380 18.383

MONEY TIME 17.124 17.128

NAGRAREND 13.462 13.484

NORDF DOLL DLR 11,533 11,538

NORDF DOLL LIT 19.544 19.514

NORDF MARCO DMK 11,536 11,559

NORDF MARCO LIT 11.610 11.591

NORDFONDO 21.869 21.876

NORDFONDO CASH 12.508 12.508

OASI 3 MESI 10.363 10.361

OASI BOND RISK 12.987 12.976

OASI BTP RISK 14.791 14.812

OASI CRESCITA RIS 11.806 11.805

OASI DOLLARI LIRE 10.981 10.964

OASI F SVIZZERI L 8.625 8.595

OASI FAMIGLIA 10.546 10.546

OASI GEST LIQUID 11.821 11.819

OASI MARCHI LIRE 9.868 9.880

OASI MONET ITALIA 13.097 13.096

OASI OBB GLOBALE 18.983 18.958

OASI OBB INTERNAZ 16.886 16.857

OASI OBB ITALIA 17.581 17.596

OASI PREVIDEN INT 11.662 11.660

OASI TES IMPRESE 11.499 11.497

OASI YEN LIRE 8.686 8.608

OLTREMARE BOND 10.913 10.920

OLTREMARE MONET 11.267 11.268

OLTREMARE OBB 11.451 11.460

PADANO BOND 12.786 12.795

PADANO OBBLIG 12.690 12.692

PERFORMAN CEDOLA 9.996 9.994

PERFORMAN MON 12 14.214 14.215

PERFORMAN MON 3 10.079 10.078

PERFORMAN OB EST 13.175 13.156

PERFORMAN OB LIRA 12.910 12.924

PERSEO MONETARIO 10.368 10.369

PERSONAL BOND 10.810 10.816

PERSONAL DOLLARO 11,57 11,572

PERSONAL LIRA 15.008 15.025

PERSONAL MARCO 11,272 11,356

PERSONALF MON 19.865 19.865

PHENIXFUND DUE 21.571 21.624

PITAGORA 16.041 16.061

PITAGORA INT 12.197 12.201

PRIMARY BOND ECU 8,044 8,064

PRIMARY BOND LIRE 15.658 15.670

PRIME REDDITO ITA 12.052 12.060

PRIMEBOND 20.223 20.210

PRIMECASH 11.164 11.175

PRIMECLUB OB INT 10.915 10.909

PRIMECLUB OB ITA 23.477 23.494

PRIMEMONETARIO 22.480 22.483

PROFES MONETA ITA 11.764 11.763

PROFES RED INT 10.558 10.542

PROFES RED IT 17.159 17.147

PRUDENTIAL MONET 10.461 10.460

PRUDENTIAL OBBLIG 18.839 18.853

PUTNAM GL BO DLR 7,055 7,073

PUTNAM GLOBAL BO 11.956 11.963

QUADRIFOGLIO C BO 11.166 11.210

QUADRIFOGLIO OBB 20.414 20.432

RENDICREDIT 12.357 12.366

RENDIRAS 22.006 22.005

RISP ITALIA COR 18.916 18.916

RISP ITALIA MON 10.338 10.337

RISP ITALIA RED 25.494 25.509

ROLOBONDS 12.950 12.971

ROLOGEST 24.241 24.263

ROLOMONEY 15.334 15.334

ROMA CAPUT MUNDI 12.122 12.136

S PAOLO ANTARES 15.914 15.925

S PAOLO BREVE TER 10.446 10.446

S PAOLO CASH 13.400 13.401

S PAOLO H BONDS 10.854 10.848

S PAOLO LIQ IMPR 10.439 10.440

S PAOLO VEGA 12.027 12.035

SALVADANAIO OBB 22.175 22.210

SCUDO 11.139 11.151

SELECT BUND 10.532 10.525

SELECT RIS LIRE 12.847 12.845

SFORZESCO 13.511 13.516

SICILCASSA MON 12.557 12.558

VASCO DE GAMA 19.447 19.453

VENETOCASH 17.775 17.767

VENETOREND 20.872 20.888

VERDE 12.001 12.011

ZENIT MONETARIO 10.474 10.474

ZETA MONETARIO 11.564 11.564

ZETA REDDITO 9.879 9.890

ZETABOND 21.134 21.126

F INA VALORE ATT 4765,733 4768,076

F INA VALUTA EST 1702,582 1700,472

SAI QUOTA 25026,66 25014,33

ESTERI

CAPITAL ITALIA DLR (B) 52,63 52,63

FONDIT. GLOBAL LIT (A) 160711 161005

FONDIT. LIRA LIT (O) 11208 11207

FONDIT. DMK LIT (O) 9032 9000

FONDIT. DLR LIT (O) 11175 11152

FONDIT. YEN LIT (O) 7640 7569

FONDIT. B. LIRA LIT (O) 12419 12427

FONDIT. EQ.ITALY LIT(A) 11513 11645

FONDIT. EQ.BRIT. LIT (A) 13091 13151

FONDIT. EQ.EUR. LIT (A) 12777 12886

FONDIT. EQ.USA LIT (A) 14731 14806

FONDIT. EQ.JAP. LIT (A) 7919 7744

FONDIT. EM.MK ASIA LIT(A) 10848 10890

FONDIT. FLOAT RATELIT (O) 10648 10650

INTERFUND DLR (B) 49,75 49,87

INT.SECURITIES ECU (B) 45,69 46,08

ITALFORTUNE A LIT (A) 83398 87230

ITALFORTUNE B DLR (A) 13,97 14,08

ITALFORTUNE C DLR (O) 11,80 11,79

ITALFORTUNE D ECU (O) 11,49 11,50

ITALFORTUNE E LIT (O) 11472 11462

ITALFORTUNE F DLR (B) 5,85 5,82

EURORAS F BOND ECU(A) 36,94 37,15

EURORAS F EQUITY ECU(B) 33,39 33,63

EURORAS F DOLLARDLR (-) 103,27 103,27

EURORAS F D-MARKDMK (-) 101,12 101,14

ROM.ITAL.BONDS LIT(O) 234245 234276

ROM.ECU SHORT TERMECU (M) 182,97 183,11

TITOLI DI STATO CHE TEMPO FATITOLO PREZ-

ZO DIFF.

CCT ECU 26/05/97 100,00 -0,50

CCT ECU 29/05/98 102,98 1,38

CCT ECU 25/06/98 103,30 0,00

CCT ECU 26/07/98 N.R. 0,00

CCT ECU 26/09/98 101,00 0,00CCT ECU 28/09/98 N.R. 0,00CCT ECU 26/10/98 N.R. 0,00CCT ECU 29/11/98 101,00 -0,49CCT ECU 14/01/99 N.R. 0,00CCT ECU 21/02/99 101,85 101,-

85CCT ECU 26/07/99 103,99 0,00CCT ECU 22/02/99 101,00 0,51CCT ECU 22/11/99 103,50 103,-

50CCT ECU 24/01/00 113,10 113,-

10CCT ECU 24/05/00 105,10 -1,00CCT ECU 26/09/00 N.R. 0,00CCT ECU 22/02/01 107,20 0,00CCT ECU 16/07/01 103,10 -0,40CCT IND 01/04/97 99,91 -0,01CCT IND 01/05/97 100,05 -0,06CCT IND 01/06/97 100,28 -0,07CCT IND 01/07/97 100,38 0,01CCT IND 01/08/97 100,49 0,00CCT IND 01/09/97 100,90 0,40CCT IND 01/01/98 103,25 0,63CCT IND 01/03/98 100,01 -0,03CCT IND 01/04/98 100,05 0,03CCT IND 01/05/98 100,22 -0,03CCT IND 01/06/98 100,32 -0,03CCT IND 01/07/98 100,30 -0,02CCT IND 01/08/98 100,26 0,02CCT IND 01/09/98 100,32 0,01CCT IND 01/10/98 100,27 0,01CCT IND 01/11/98 100,41 -0,04CCT IND 01/12/98 100,58 -0,05CCT IND 01/01/99 100,59 -0,05CCT IND 01/02/99 100,52 0,04CCT IND 01/03/99 100,57 0,00CCT IND 01/04/99 100,54 0,04CCT IND 01/05/99 100,74 -0,03CCT IND 01/06/99 100,90 -0,01CCT IND 01/08/99 100,60 -0,05CCT IND 01/11/99 100,88 -0,07CCT IND 01/01/00 101,10 0,07CCT IND 01/02/00 100,99 -0,04CCT IND 01/03/00 101,08 -0,04CCT IND 01/05/00 101,45 -0,24CCT IND 01/06/00 101,68 -0,01CCT IND 01/08/00 101,40 -0,10CCT IND 22/12/00 N.R. 0,00CCT IND 01/10/00 100,22 0,01

CCT IND 01/01/01 100,43 -0,15CCT IND 01/12/01 99,99 0,00CCT IND 01/08/01 100,27 -0,05CCT IND 01/04/01 100,23 0,08CCT IND 22/12/03 N.R. 0,00CCT IND 01/06/02 99,99 -0,01CCT IND 01/08/02 99,90 -0,03CCT IND 01/02/02 99,88 -0,02CCT IND 01/10/02 100,05 0,08CCT IND 01/04/02 99,98 -0,02CCT IND 01/10/01 100,16 -0,04CCT IND 01/11/02 100,05 0,01CCT IND 01/12/02 100,02 0,02CCT IND 01/01/03 99,85 0,00CCT IND 01/02/03 99,94 0,00CCT IND 01/04/03 100,07 -0,04CCT IND 01/05/03 100,13 0,03CCT IND 01/07/03 100,05 -0,02CCT IND 01/09/03 100,08 0,01CCT IND 01/11/03 99,16 0,02CCT IND 01/01/04 98,66 -0,01CCT IND 01/03/04 98,68 -0,02CCT IND 01/01/06 100,99 -0,01CCT IND 01/01/06 100,01 -0,59BTP 01/10/99 100,69 0,06BTP 15/09/01 101,51 0,06BTP 01/02/06 109,39 -0,02BTP 01/02/99 103,56 -0,12BTP 01/02/01 106,50 0,10BTP 01/07/06 105,23 -0,02BTP 01/07/99 102,02 0,08BTP 01/07/01 102,79 0,00BTP 01/01/02 96,00 0,11BTP 01/01/00 97,17 0,02BTP 15/02/00 96,90 -0,02BTP 01/11/06 100,15 0,10BTP 01/05/97 99,85 -0,06BTP 01/06/97 99,90 -0,20BTP 16/06/97 100,52 -0,08BTP 01/08/97 99,85 0,00BTP 01/09/97 100,92 -0,08BTP 01/11/97 102,00 -0,03BTP 01/12/97 100,75 -0,01BTP 01/08/99 102,04 0,08BTP 15/04/99 104,07 0,06BTP 15/07/98 103,62 -0,06BTP 15/07/00 108,52 0,02BTP 01/01/98 102,86 -0,08BTP 01/01/98 102,73 -0,08BTP 01/03/98 103,22 -0,08BTP 19/03/98 104,01 -0,06BTP 15/04/98 102,75 -0,05BTP 01/05/98 103,85 -0,12BTP 01/06/98 103,76 -0,03BTP 20/06/98 104,74 -0,09

BTP 22/12/98 N.R. 0,00BTP 01/08/98 103,21 -0,06BTP 18/09/98 105,86 0,25BTP 01/10/98 102,26 -0,13BTP 01/04/99 102,09 0,06BTP 17/01/99 107,15 -0,15BTP 18/05/99 108,55 0,48BTP 01/03/01 116,03 -0,17BTP 01/12/99 104,55 0,00BTP 01/04/00 107,82 -0,04BTP 01/11/98 104,48 -0,10BTP 01/06/01 115,10 0,07BTP 01/11/00 109,20 0,04BTP 01/05/01 105,58 -1,07BTP 01/09/01 115,89 0,04BTP 01/01/02 116,80 0,00BTP 01/05/02 117,75 0,00BTP 01/03/02 95,54 0,09BTP 01/09/02 118,22 0,00BTP 01/02/07 93,24 0,06BTP 01/11/26 89,06 0,29BTP 22/12/23 109,20 0,00BTP 22/12/03 107,00 -1,00BTP 01/01/03 119,00 0,00BTP 01/04/05 114,00 -0,11BTP 01/03/03 117,00 0,12BTP 01/06/03 115,21 0,02BTP 01/08/03 110,50 0,02BTP 01/10/03 105,60 0,09BTP 01/11/23 104,48 0,27BTP 01/04/97 99,93 0,04BTP 01/01/99 101,87 0,01BTP 01/01/04 103,20 0,09BTP 01/09/05 115,31 0,11BTP 01/01/05 108,30 0,15BTP 01/04/04 103,15 -0,03BTP 01/08/04 103,15 0,09CTO 17/04/97 99,90 -0,03CTO 19/06/97 100,65 0,15CTO 19/09/97 101,75 -0,12CTO 20/01/98 103,11 -0,24CTO 19/05/98 104,01 0,11CTZ 28/04/97 97,05 0,08CTZ 30/06/97 96,22 0,05CTZ 29/08/97 95,40 0,07CTZ 31/10/97 94,34 0,07CTZ 30/12/97 93,52 0,05CTZ 27/02/98 92,72 0,13CTZ 27/04/98 91,89 0,08CTZ 27/06/98 90,91 0,00CTZ 28/08/98 89,91 0,01CTZ 30/10/98 89,30 -0,01CTZ 15/07/99 91,25 0,01CTZ 15/01/99 88,10 -0,02CTZ 15/03/99 86,98 0,00

TEMPERATURE IN ITALIA......................................... ..........................................Bolzano np 18 L’Aquila 3 17......................................... ..........................................Verona 8 15 Roma Ciamp. 6 17......................................... ..........................................Trieste 8 14 Roma Fiumic. 8 17......................................... ..........................................Venezia 7 13 Campobasso 8 15......................................... ..........................................Milano 9 18 Bari 8 15......................................... ..........................................Torino 8 22 Napoli 8 17......................................... ..........................................Cuneo 12 21 Potenza 5 12......................................... ..........................................Genova 11 14 S. M. Leuca 11 16......................................... ..........................................Bologna 9 17 Reggio C. 13 19......................................... ..........................................Firenze 8 16 Messina 14 19......................................... ..........................................Pisa 9 17 Palermo 12 18......................................... ..........................................Ancona 7 14 Catania 5 19......................................... ..........................................Perugia 8 16 Alghero 8 17......................................... ..........................................Pescara 8 16 Cagliari 8 18......................................... ..........................................

TEMPERATURE ALL’ESTERO......................................... ..........................................Amsterdam 5 12 Londra 8 17......................................... ..........................................Atene 12 19 Madrid 5 24......................................... ..........................................Berlino -5 5 Mosca -8 0......................................... ..........................................Bruxelles 7 14 Nizza 8 16......................................... ..........................................Copenaghen -7 5 Parigi 5 17......................................... ..........................................Ginevra 3 18 Stoccolma -9 2......................................... ..........................................Helsinki -8 -1 Varsavia -5 1......................................... ..........................................Lisbona 11 26 Vienna -2 2......................................... ..........................................

Il Centro nazionale di meteorologia e climato-logia aeronautica comunica le previsioni deltempo sull’Italia.SITUAZIONE: la perturbazione provenientedalla Francia, ha raggiunto il nord-Italia e,nella giornata odierna interesserà sia le re-gioni centrali, sia quelle meridionali.TEMPO PREVISTO: sulle regioni centraliadriatiche ed al sud del nostro Paese cielonuvoloso con precipitazioni che saranno ne-vose intorno ai 1000 sull’Abruzzo ed il Moliseed intorno ai 1500 metri sulla dorsale Appen-ninica. Sui rilievi alpini e prealpini e sullaValle d’Aosta nuvoloso con precipitazioni an-che temporalesche e nevicate intorno ai 1000metri; in serata miglioramento sulla Valled’Aosta. Poco nuvoloso per il fhoen sulle zo-ne pianeggianti del Piemonte e della Lombar-dia. Il cielo della Liguria e della Sardegna sa-rà in genere poco nuvoloso. Sul settore diNord-Est, su Marche ed Emilia-Romagna nu-voloso con delle precipitazioni anche a carat-tere temporalesco. Su Lazio, Umbria e Tosca-na nuvolosità irregolare, ma durante il pome-riggio si svilupperanno delle nubi temporale-sche specie sulle zone interne.TEMPERATURA: in diminuzione.VENTI: moderati o forti: da nord-est sulle re-gioni settentrionali, moderati da est/nord-estsulle altre regioni.MARI: in genere molto mossi.

20MIL09A2003 ZALLCALL 12 20:27:24 03/19/97

SPETTACOLI DI MILANO Giovedì 20 marzo 1997l’Unità21PRIME

VISIONIMediocre ✩ Buono ✩ ✩ Ottimo ✩ ✩ ✩

Dal lunedì al venerdì in tutte le sale cinematografiche il prezzodei primi due spettacoli pomeridiani non festivi è di Lire 7.000

Nuovo Arti DisneyviaMascagni,8tel. 760.200.48Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

Lacaricadei101diS.Herek, conG.Close,J. Daniels, J.RichardsonCrudelia De Mon colpisce ancora. Versione dal vero diun classico a disegni animati della Disney. Bello quasiquanto l’originale.

Commedia ✩✩

OrfeovialeConiZugna,50tel. 894.030.39Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

Lacaricadei101diS.Herek, conG.Close,J. Daniels, J.RichardsonCrudelia De Mon colpisce ancora. Versione dal vero diun classico a disegni animati della Disney. Bello quasiquanto l’originale.

Commedia ✩✩

AmbasciatoriC.soV.Emanuele,30Tel.76.003.306Or. 15.45 - 18.00

20.15 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

MarsAttacks!diT. Burton, conJ.Nicholson,G.CloseDa una raccolta di figurine, la divertente storia di un po-polo marziano che invade l’America. Parodia del generefantascientificoe dellavita. FirmaBurton:unagaranzia.

Commedia ✩✩

Colosseo ChaplinvialeMonteNero,84tel. 599.013.61Or. 14.30 - 17.10

19.50 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

JerryMcguiredi C.Crowe, conT.Cruise, C.Gooding Jr.Fammi vedere i soldi, è la frase ricorrente nella vita diJerry, procuratore di un campione di football. Fino aquandononcapiscechesolo il «resto»èvita.

Commedia ✩✩

NuovoOrchideaviaTerraggio,3tel. 875.389Or. 16.00 - 18.10

20.20 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

TuttidiconoI loveyoudi W.Allen, conW.Allen,A.Alda, J.RobertsAmori ed altre catastrofi nella upperclass newyorkese.Tra citazioni e canzoni anni 50, Woody Allen si diverte ariscrivere ilgenereamericano pereccellenza.

Musicale ✩✩✩

Pasquiroloc.soV.Emanuele,28tel. 760.207.57Or. 15.00 - 17.30

20.00 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

RomeoeGiuliettadi B.Luhrmann, con L.DiCaprio,C.DanesRivisitare Shakespeare è quasi un gioco di società. Omeglio: una provocazione finalizzata al guadagno. Mal’australianoLuhrmann cimetteunpo’d’anima.

Drammatico ✩✩

AnteoviaMilazzo,9tel. 65.97.732Or. 17.30

20.00 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

BusinviaggiodiS. Lee, conC.S. Dutton,R. BelzerMilitanti in corriera. Ultima fermata, la grande Marcia delmilione di uomini. Dopo le imprese faraoniche, SpikeLee ritrova lagrintaconun filmabasso budget.

Commedia ✩✩

Colosseo ViscontivialeMonteNero,84tel. 599.013.61Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

CreatureselvaggediR. Young eF. Schepisi, con J. Cleese,J. Lee CurtisAnimali, intrighi e colpi bassi. Dietro lo zoo è il delirio. Ilquartetto di Wanda è ancora in nazione. Ma con menobrio equalcheproblemadiproduzionedi troppo.

Commedia ✩

Odeon5 sala1viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.20 - 17.40

20.10 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

Lacaricadei101diS.Herek, conG.Close,J. Daniels, J.RichardsonCrudelia De Mon colpisce ancora. Versione dal vero diun classico a disegni animati della Disney. Bello quasiquanto l’originale.

Commedia ✩✩

Plinius sala1vialeAbruzzi,28/30tel. 295.311.03Or.

18.40 - 22.00

L. 10.000................................................................................................................................................

Ilpaziente inglesediA. Minghella, conR.Fiennes, J.BinocheStorie d’amore, ferite fische e spirituali si intrecciano trala prima e la seconda guerra mondiale. Dal romanzo diOndaatje,unaversionestrappalacrime.

Drammatico ✩

ApolloGall. De Cristoforis, 3tel. 780.390Or. 14.30 - 17.10

19.50 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

JerryMcguiredi C.Crowe, conT.Cruise, C.Gooding Jr.Fammi vedere i soldi, è la frase ricorrente nella vita diJerry, procuratore di un campione di football. Fino aquandononcapiscechesolo il «resto»èvita.

Commedia ✩✩

CorallocorsiadeiServi,3tel. 760.207.21Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

Ilclubdelleprimemoglidi H.Wilson, conG. Hawn,B.Midler, D.Keaton (Usa 96)Tre amiche decidono di vendicarsi dei rispettivi mariti.Come? Toccandoli nel portafoglio. Sprizzi e sprazzi, bat-tuteal vetrioloeuncast in perfetta forma.Meglio dicosì.

Commedia ✩✩

Odeon5 sala2viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 21.00

................................................................................................................................................

Serataadinviti Plinius sala2vialeAbruzzi,28/30tel. 295.311.03Or. 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

ShinediS. Hicks, conN. Taylor,A. Mueller-Stahl (Australia 96)La storia vera di David Helfgott, pianista australiano dalpadre autoritario e dalla vita tormentata. Un bel melo-drammaasuon diRachmaninov.

Drammatico ✩✩

ArcobalenovialeTunisia,11tel. 294.060.54Or. 15.45 - 18.00

20.15 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

MarsAttacksdiT. Burton, conJ.Nicholson,G.CloseDa una raccolta di figurine, la divertente storia di un po-polo marziano che invade l’America. Parodia del generefantascientificoe dellavita. FirmaBurton:unagaranzia.

Commedia ✩✩

CorsogalleriadelCorso,1tel. 760.021.84Or. 15.45

19.00 - 22.15

L. 10.000................................................................................................................................................

Ilpaziente inglesediA. Minghella, conR.Fiennes, J.BinocheStorie d’amore, ferite fisiche e spirituali si intrecciano trala prima e la seconda guerra mondiale. Dal romanzo diOndaatje,unaversionestrappalacrime.

Drammatico ✩

Odeon5 sala3viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.00 - 17.25

19.55 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

L’amorehaduefaccedi B.Streisand, conB. Streisand,J.Bridges, P.BrosnanLa zitella spiritosa insegna letteraturaromanticama cer-ca ancora l’amore. Remake di un film di André Cayatte,chedopoun inizio promettentesfiorisce nellabanalità.

Commedia ✩

Plinius sala3vialeAbruzzi,28/30tel. 295.311.03Or. 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

BigNightdi S.Tucci, con C.Scott,S.TucciInvito a cena con profitto. Ovvero, la storia di Primo e Se-condo, ristoratori di origine italiana, ai quali manca la«frutta», intesacomesuccesso,peressere felici.

Commedia ✩✩

AristongalleriadelCorso,1tel. 760.238.06Or. 15.45 - 18.00

20.15 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

Finalmentesolidi U.Marino, conR. Papaleo,G.Panariello,M. MilanoQuattro amici, vitelloni impenitenti. Quattro vite vuote e aperdere. In cerca di una donna, con l’ossessione e il mitodella donna, finalmente senzaunadonna.

Commedia ✩

EliseoviaTorino,64tel. 869.27.52Or. 15.00 - 17.30

20.00 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

Latreguadi F.Rosi, conJ. Turturro,S. Dionisi,M.GhiniRosi ha impiegato anni per realizzare questo suo proget-to sulla memoria, tratto dal bellissimo librodi PrimoLevi.Il risultato lo ripaga di tutte le fatiche.

Drammatico ✩✩

Odeon5 sala4viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.20 - 17.40

20.10 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

MichaeldiN. Ephron,J. Travolta,A.McDowell, W.HurtUn angelo un po’ particolare è caduto sulla terra per dareun cuore al giornalista carrierista. Commedia alla FrankCaprasenza lo stilee lagentilezzadel toccodiCapra.

Commedia ✩

Plinius sala4vialeAbruzzi,28/30tel. 295.311.03Or. 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

IlvestitodiA.VonWarmerdam, con H.Garcin, E.ElmackyL’abito non fa il monaco. Ma un abito può cambiare, an-che drammaticamente, il corso della vita di chi lo indos-sa.Curiosonoir, intrigantee inquietante.

Drammatico ✩✩

ArlecchinoS.Pietroall’Orto,9tel. 760.012.14Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

CreatureselvaggediR. Young eF. Schepisi, con J. Cleese,J. Lee CurtisAnimali, intrighi e colpi bassi. Dietro lo zoo è il delirio. Ilquartetto di Wanda è ancora in nazione. Ma con menobrio equalcheproblemadiproduzionedi troppo.

Commedia ✩

ExcelsiorgalleriadelCorso,4tel. 760.023.54Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

IlciclonediL.Pieraccioni, conL.Pieraccioni,L.Fortezza (Ita1996)Nella campagna toscana arriva un pulmino di ballerinedi flamenco. Pieraccioni ripropone il ritratto di provinciain salsavernacolare maconpiùsaledeiLaureati.

Commedia ✩✩

Odeon5 sala5viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.00 - 17.25

19.55 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

L’agguatodi R. Reiner, conW. Goldberg,A. Baldwin,J.WoodsUn procuratore della Louisiana è deciso a far riaprire ilprocesso per l’omicidio dell’attivista di colore avvenuto30 anni prima. Impegno civileunpo’ troppo dimaniera.

Drammatico ✩

Plinius sala5vialeAbruzzi,28/30tel. 295.311.03Or. 18.10

20.20 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

LemanifortidiF.Bernini, conF. Neri,C.AmendolaServizi deviati e criminalità politica sono coinvolte in unastrage compiuta in Bosnia. Prima regia di uno sceneg-giatoreabituatoaraccontare il riscattodeiperdenti.

Drammatico ✩✩

Astrac.soV.Emanuele,11tel. 760.002.29Or. 14.45 - 17.20

19.55 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

LarryFlint -Oltre loscandalodiM.Forman, conW.Harrelson, C.Love,E. NortonLa vita dell’editore porno più famoso d’America comepretesto per un apologo sul diritto alla libertà di pensie-ro.ProduceStone,esivede.DirigeForman,e sivede.

Biografico ✩✩

MaestosocorsoLodi,39tel. 551.64.38Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

IlciclonediL.Pieraccioni, conL.Pieraccioni,L.Fortezza (Ita1996)Nella campagna toscana arriva un pulmino di ballerinedi flamenco. Pieraccioni ripropone il ritratto di provinciain salsavernacolare maconpiùsaledeiLaureati.

Commedia ✩✩

Odeon5 sala6viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.00 - 17.25

20.00 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

Ransom-Il riscattodi R.Howard, con M.Gibson,R. Russo (Usa 96)Al tenace imprenditore rapiscono il figlio. E lui che fa?Medita vendetta. Adrenalina e colpi di scena sono servitibene.L’ideologia fa ilpaio con ilgiustizieredellanotte.

Thriller ✩✩

PresidentlargoAugusto,1tel. 760.221.90Or. 15.45 - 17.55

20.15 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

ShinediS. Hicks, conN. Taylor,A. Mueller-Stahl (Australia 96)La storia vera di David Helfgott, pianista australiano dalpadre autoritario e dalla vita tormentata. Un bel melo-drammaasuon diRachmaninov.

Drammatico ✩✩

Brera sala1corsoGaribaldi,99tel. 290.018.90Or. 15.00 - 17.30

20.00 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

Nirvanadi G.Salvatores, conC.Lambert, D. Abatantuono (Ita 97)Ribellione da videogame. Solo vorrebbe tornare al nonessere. Ma anche il suo creatore non se la passa troppobene.UnSalvatoresdi fine millennio.

Fantascientifico ✩✩

ManzoniviaManzoni,40tel. 760.206.50Or. 15.00 - 16.50

18.40 -20.30 -22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

SpaceJamdiJ. Pytka, conM. Jordan,W. KnightChi ha incastrato Michael Jordan? Bugs Bunny e soci,che lo convincono a rigiocare a basket per salvare ilmondodei cartoni.Grandieffetti perun’ideacosìcosì.

Commedia ✩

Odeon5 sala7viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.25 - 17.50

20.10 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

Testimonearischiodi P.Pozzessere, conF.Bentivoglio,M.Buy,C.AmendolaLa storia di Pietro Nava, testimone dell’assassinio delgiudice Livatino. Un ottimo esempio di cinema di impe-gnocivile, conunostraordinario FabrizioBentivoglio.

Drammatico ✩✩

San CarlocorsoMagentatel. 481.34.42Or. 15.00 - 16.50

18.40 -20.30 -22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

SpaceJamdiJ. Pytka, conM. Jordan,W. KnightChi ha incastrato Michael Jordan? Bugs Bunny e soci,che lo convincono a rigiocare a basket per salvare ilmondodei cartoni.Grandieffetti perun’ideacosìcosì.

Commedia ✩

Brera sala2corsoGaribaldi,99tel. 290.018.90Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

JeffreydiC.Ashley, conS.Weber,P.Stewart, M.T.WeissJeffrey non vuol più saperne del sesso. Anche se gli ami-ci cercano di fargli cambiare idea. Amore omossessualeai tempidell’Aids;commediariuscita ametà.VM14

Commedia ✩✩

Mediolanumc.soV.Emanuele,24tel. 760.208.18Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

Uomod’acquadolcediA. Albanese, con V. Milillo,A.AlbaneseAntonio è stato via. Per cinque anni. Dove non importa.Adesso, però, deve ricostruirsi una vita e una famiglia.Buonesordioalla regiadi unattorestralunatoepoetico.

Commedia ✩✩

Odeon sala8viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.20 - 17.40

20.00 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

ShinediS. Hicks, conN. Taylor,A. Mueller-Stahl (Australia 96)La storia vera di David Helfgott, pianista australiano dalpadre autoritario e dalla vita tormentata. Un bel melo-drammaasuon diRachmaninov.

Drammatico ✩✩

SplendorviaGranSasso,28tel. 236.51.24Or.

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

IlciclonediL.Pieraccioni, conL.Pieraccioni,L.Fortezza (Ita1996)Nella campagna toscana arriva un pulmino di ballerinedi flamenco. Pieraccioni ripropone il ritratto di provinciain salsavernacolare maconpiùsaledeiLaureati.

Commedia ✩✩

CavourpiazzaCavour,3tel. 659.57.79Or. 15.45 - 18.00

20.15 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

IlcarnierediM. Zaccaro, con M.Ghini,A.Catania,P. DjukelovaTre amici partiti per una battuta di caccia si ritrovano nelbel mezzo di una guerra. Ovvero: da carnefici a vittime.Senzacapireperché.Ma sispera, imparando la lezione.

Drammatico ✩✩

MetropolvialePiave,24tel. 799.913Or. 15.00 - 17.30

20.00 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

LarryFlint -Oltre loscandalodiM.Forman, conW.Harrelson, C.Love,E. NortonLa vita dell’editore porno più famoso d’America comepretesto per un apologo sul diritto alla libertà di pensie-ro.ProduceStone,esivede.DirigeForman,e sivede.

Biografico ✩✩

Odeon5 sala9viaS.Radegonda,8tel. 874.547Or. 15.20 - 17.40

20.10 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

DragonheartdiR. Cohen, conD. Quaid, P.Postlethwaite,D.MeyerUn cavaliere senza paura e un dragone dal cuore «cal-do» e morbido sconfiggono il principe cattivo. Ma l’ani-maloneci lascerà le squame.

Avventura ✩

Tiffanyc.soBuenosAires,39tel. 295.131.43Or. 15.00 - 16.50

18.40 -20.30 -22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

SpaceJamdiJ. Pytka, conM. Jordan,W. KnightChi ha incastrato Michael Jordan? Bugs Bunny e soci,che lo convincono a rigiocare a basket per salvare ilmondodei cartoni.Grandieffetti perun’ideacosìcosì.

Commedia ✩

Colosseo AllenvialeMonteNero,84Tel.599.013.61Or. 15.00 - 17.30

20.00 - 22.30

L. 12.000................................................................................................................................................

SegretiebugiediM.Leigh, conB.Blethyn, T.Spall (GranBretagna, 1996)Ragazza nera, figlia adottiva, cerca la sua vera mamma.La trova. È bianca, povera, e psichicamente un po’ inaffi-dabile.Palmad’oroa Cannes.

Drammatico ✩✩✩

MignongalleriadelCorso,4tel. 760.223.43Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

TuttidiconoI loveyoudi W.Allen, conW.Allen,A.Alda, J.RobertsAmori ed altre catastrofi nella upperclass newyorkese.Tra citazioni e canzoni anni 50, Woody Allen si diverte ariscrivere ilgenereamericano pereccellenza.

Musicale ✩✩✩

Odeon5sala10ViaS.Radegonda,8Tel.874.547Or. 15.00 - 17.25

19.55 - 22.35

L. 12.000................................................................................................................................................

Unosguardodalcielodi P.Marshall, conD.Washington,W. HustonUn angelo è «caduto» in casa Biggs. Per aiutare il reve-rendo a risolvere i problemi della sua vita. Remake di unvecchio filmconCaryGrant rivistato inchiavebuonista.

Commedia ✩

VipviaTorino,21tel. 864.638.47Or. 15.30 - 17.50

20.10 - 22.30

L. 10.000................................................................................................................................................

MariannaUcriadi R. Faenza, conE. Laborit, F.Noiret, L.MoranteSoprusi e repressioni erano all’ordine del giorno nellefamiglie nobili della Sicilia del Settecento. Ma MariannaUcria riuscì acambiare il corso delsuodestino.

Drammatico ✩✩

ARCORE

NUOVOtel. 039/6012493Ransom - Il riscattodi R. Howard, con M. Gibson Vm 14...............................................................................

ARESE

ARESEvia Caduti 75, tel. 9380390Cineforum Parlando e sparlandodi N. Holofcener, con C. Keeneer...............................................................................

BINASCO

S. LUIGIvia Dante16Sleepers di B. Levinsoncon R. De Niro, D. Hoffman...............................................................................

BRUGHERIO

S.GIUSEPPEvia Italia 68, tel. 039/870181Rassegna Mary Reillydi S. Frears, con J. Roberts, J. Malkovich...............................................................................

CERNUSCO

SUL NAVIGLIO

MIGNONviaG.Verdi38/D, tel. 9238098La carica dei 101 questa volta la ma-gia è veradi S. Herek, con G. Close...............................................................................

CESANO BOSCONE

CRISTALLOviaPogliani7/a, tel. 4580242Testimone a rischiodi R. Pozzessere, con F. Bentivoglio...............................................................................

COLOGNO MONZESE

CineteatroComunaleviaVolta, tel. 25308352Crashdi D. Cronenberg Vm 18...............................................................................

LAINATE

ARISTONl.goVittorioVeneto23, tel. 93570535Ritorno a casa Gori di A. Benvenutidi A. Benvenuti, S. Ferrilli...............................................................................

LEGNANO

GALLERIApiazzaS.Magno, tel. 0331/547865Rassegna French kiss di L. Kasdancon M. Ryan, K. Kline...............................................................................

GOLDENviaM. Venegoni, tel.0331/592210Jerry Maguire di C. Crowecon T. Cruise, C. Gooding...............................................................................

MIGNONviaPalestro23, tel. 0331/547527Mars Attacks ! di T. Burtoncon J. Nicholson, G. Close, P. Brosnan...............................................................................

SALA RATTIcorso Magenta 9, tel. 0331/546291Shine di S. Hickscon A. Muller Stahi, L. Redgrave...............................................................................

TEATROLEGNANOpiazza IV Novembre, tel. 0331/547529Space Jamdi J. Pytka, con M. Jordan...............................................................................

MACHERIO

PAXviaMilano15Cineforum Michael Collinsdi N. Jordan, con L. Neeson...............................................................................

MONZA

APOLLOviaLecco 92, tel. 039/362649Shine di S. Hickscon A. Muller Stahi...............................................................................

ASTRA

via Manzoni 23, tel. 039/323190Uomo d’acqua dolce di A. Albanesecon V. Milillo, A. Albanese...............................................................................

CAPITOLvia Pennati 10, tel. 039/324272Riposo...............................................................................

CENTRALEviaS.Paolo5, tel. 039/322746Il paziente inglese di A. Minghellacon R. Fiennes, K. Scott Thomas, J. Bino-che...............................................................................

MAESTOSOviaS.Andrea, tel. 039/380512Riposo...............................................................................

METROPOLviaCavallotti 124, tel. 039/740128Chiusura per lavori ristrutturazione multi-sala...............................................................................

TEODOLINDAViaCortelonga,4 Tel. 039/323788Riposo...............................................................................

TRIANTEvia Duca d’Aosta8/aCineforum Verso il soledi M. Cimino, con W. Harrelson...............................................................................

NOVATE MILANESE

NUOVOviaCascinadelSole, tel. 3541641Riposo...............................................................................

OPERA

EDUARDOviaGiovanniXXIII, tel. 57603881Cineforum Luna e l’altradi M. Nichetti, con M. Nichetti...............................................................................

PADERNO DUGNANO

METROPOLISMULTISALAvia Oslavia8, tel. 9189181Sala Blu: Jerry Maguiredi C. Crowe, con T. CruiseSala Verde: La treguadi F. Rosi, con J. Turturro...............................................................................

SEREGNO

ROMAvia Umberto I, tel. 0362/231385Rassegna Uomini & donne - Istruzioneper l’usodi C. Lelouch, con A. Martines...............................................................................

S. ROCCOvia Cavour85, tel.0563/230555Spettacolo teatrale Cantando sotto lapioggiaCompagnia della Rancia...............................................................................

SESTO SAN GIOVANNI

APOLLOviaMarelli 158, tel. 2481291Jerry Maguire di C. Crowecon T. Cruise, C. Gooding...............................................................................

CORALLOviaVentiquattroMaggio, tel. 22473939Il paziente inglesedi A. Minghella, con R. Fiennes...............................................................................

DANTEvia Falck13, tel. 22470878La carica dei 101 - questa volta la ma-gia è veradi S. Herek...............................................................................

ELENAviaSan Martino1, tel. 2480707Spettacolo teatraleGeneGnocchipresentaDecathlon...............................................................................

MANZONIpiazzaPetazzi 16, tel. 2421603Segreti e bugiedi M. Leighcon B. Blethyn, T. Spall...............................................................................

RONDINELLAvialeMatteotti 425, tel. 22478183Shinedi S. Hickscon A. Muller Stahi...............................................................................

TEATRI

ALLA SCALApiazzadellaScala, tel. 72003744Ore 20.00 Il turco in Italia musica di G.Rossini, direttore e concertatore R. Chail-ly, regia di G. Cobelli, scene e costumi diP. Tommasi, direttore del coro R. Gabbia-ni. Orchestra e coro del Teatro alla Scala.Fuori abbonamento...............................................................................

LIRICOvia Larga14, tel. 72333222Ore15.00L’avarodi Molière, con A. Boni, M. Bottini, G. Det-tori, P. Villaggio. Regia L. Puggelli da un’i-dea di G. Strehler. L. 36-50.000...............................................................................

PICCOLOTEATROviaRovello 2, tel. 72333222Ore 19.30 Serata organizzata dalla FashionNetwork con uno spettacolo di Antonio Al-banese. Ingressoriservato...............................................................................

NUOVOPICCOLOTEATROVia Rivoli 1 (Mm2Lanza)Ore 21.00 Comune di Milano - Settore Cultu-ra e Spettacolo 1848 L’insurrezione diMilano - Cinque giornate di lotta per lalibertà. Ingresso libero (per informazionitel. 86464094)...............................................................................

PICCOLOTEATROSTUDIOvia Rivoli 6, tel. 72333222Ore10.15La storia della bambola abbandonataspettacolo per bambini e per grandi di G.Strehler da A. Sastre e B. Brecht, regia G.Strehler ripresa da C. Battistoni. L. 12.000...............................................................................

ARSENALEvia C.Correnti 11, tel. 8375896Ore 21.15 La terra desolata di T.S. Eliot,

con A. Raimondi. L. 20-24.000...............................................................................

ARTEATROpiazzaS. Giuseppe, tel. 6472540Ore 10.00 Una storia lombarda nel 1600tratto da «I promessi sposi» di A. Manzo-ni, di L. Borsieri. L. 12.000...............................................................................

ATELIERCARLOCOLLAE FIGLIviaMontegani 35/1, tel. 89531301Ore 10.00 Il pifferaio magico fiaba in duetempi di E. Monti Colla, musica D. Loren-zini. L. 10-14-20.000...............................................................................

CIAKviaSangallo33, tel. 76110093Ore 21.30 Va’ dove ti porta il clito di econ Daniele Luttazzi. L. 25-35.000...............................................................................

CRT-SALONEviaU.Dini7, tel. 861901Ore 21.00 Gioventù senza Dio con B.Storti, C. Leonardi, G. Previati, R. Falcone.Regia M. Baliani. L. 16-24.000...............................................................................

DELLA14mavia Oglio18, tel. 55211300Ore 21.00 Quand la suocera esagera diR. Silveri, con P. Mazzarella, M. Colombi,regia di R. Silveri. L. 18-25-37.000...............................................................................

DELLE MARIONETTEvia degliOlivetani3, tel. 4694440Ore10.00 Il teatrodiG.e C.Colla in:Il segreto del bosco vecchio di DinoBuzzati. L. 12.000...............................................................................

FRANCOPARENTIviaPierLombardo 14, tel. 5457174Sala GrandeOre 20.30 Oh les beaux jours (Giorni fe-lici) di S. Beckett, con N. Parry, regia di P.Brook. L. 30-50.000Sala PiccolaOre 22.00 Cose da pazzi o cose dei paz-zi di e con Dario D’Ambrosi. L. 15-25.000...............................................................................

GRECO

piazzaGreco 2, tel. 66988993Ore 21.00 Asymmetrical con A. Ferretto,D. Germani, D. Massara, M. Modica. Idea-to da S. Pirovano, coreografie di M. Modi-ca. L. 15.000...............................................................................

LITTAcorsoMagenta24, tel. 86454545Ore 21.00 Rosel di H. Muller, con CarlaCassola, regia C. Schiaretti. L. 30.000...............................................................................

MANZONIviaManzoni42, tel. 76000231Ore 20.45 Mercadet l’affarista con E. Ca-lindri, L. Feldmann, regia A. Moretti. L.45.000...............................................................................

NAZIONALEpiazzaPiemonte12, tel. 48007700Ore 20.30 Letto a tre piazze con Zuzzurro(Andrea Brambilla) e Gaspare (Nino For-micola), Eather Parisi, regia M. Mattolini.L. 25-35-40.000...............................................................................

NUOVOcorso Matteotti 21,76000086Ore 20.45 Musical Italia presenta Greasecon L. Cuccarini, G. Ingrassia. Regia S.Marconi. L. 60.000...............................................................................

OUTOFFviaG.Duprè 4, tel. 39262282Ore 21.00 Nouvelle Vague - Omaggio aJ. L. Godard di R. Traverso, con N. Man-delli. Regia A. Syxty. L. 25.000...............................................................................

SALAFONTANAviaBoltraffio21, tel. 29000999Ore 10.00 Zuppa di lettere tratto da G.Rodari, regia di M. Alvarez. L. 10.000...............................................................................

SANBABILAcorsoVenezia 2, tel. 76002985Ore 21.00 Quando il marito va a cacciacon G. Tedeschi, M. Laszlo. L. 37-44.000...............................................................................

D’ESSAI PROVINCIA

ARIOSTOviaAriosto16, tel. 48003901 L.8.000Ore 17.30-19-20.40-22.30L’amore e altre catastrofi di E.K. Cro-ghancon F. O’. Connor, A. Garner, R. Mitchell...............................................................................

CENTRALE1viaTorino30, tel. 874826Ore16-18.10 L.7.000Ore20.20-22.30 L.8.000Beautiful Thing di H. Macdonaldcon G. Berry, L. Henry, S. Neal...............................................................................

CENTRALE2viaTorino30, tel. 874826Ore16-18.10 L.7.000Ore20.20-22.30 L.8.000La seduzione del male di N. Hytnercon D.D. Lewis, W. Ryder, J. Allen...............................................................................

DEAMICISviaDeAmicis34, tel. 86452716L.7000+tesseraOre20-24Incontrocon il registaKenLoach:Terra e libertàcon I. Hart, R. PastorPiovono pietrecon J. Brown, R. Tomlinson...............................................................................

MEXICOviaSavona57, tel. 48951802 - L.8.000Ore13.10-15.10-17.20-19.40-22S.&M. Pictures -Film in linguaoriginaleThe first wives clubdi H. Wilson, con G. Hawn, B. Midler...............................................................................

NUOVOCORSICAvialeCorsica68, tel. 7382147 L.8.000Ore20-22.30Evita di A. Parkercon Madonna, A. Banderas...............................................................................

SANLORENZOcorso di P.ta Ticinese 45, tel. 66712077 L.6.000Ore15-17VII Festival del cinema Africano 1997...............................................................................

SEMPIONEvia Pacinotti 6, tel. 39210483 L.7.000Ore20.15-22.15La felicità è dietro l’angolo di E. Chati-liez con S. Azema, E. Micheli...............................................................................

DOMANIai cinemaMANZONI - SPLENDOR

AMilano come in tutta Europa, sabato sera 22/3alle ore 0,30 “SPETTACOLO ECCEZIONALEDI MEZZANOTTE” al solo cinema MANZONI

oltre gli spettacoli normali

al cinema

“SPIKE LEE trova toni avvincenti e commoventi, il risultato è unodei film più vitali di un autore che ha fatto ancora una volta la cosagiusta”. (Corriere della Sera)

“Gli attori sono straordinari e in colonna sonora c’è il meglio dellamusica nera...”. (l’Unità)

Così la critica:

ALTRESALE

AUDITORIUMDON BOSCOviaM.Gioia48, tel. 67071772 -Ore 15-21 «Cineforum» - ingresso con tes-seraCompagna di viaggio di P. Del Montecon M. Piccoli, A. Argento, L. Capolicchio...............................................................................

AUDITORIUMSANFEDELEviaHoepli 3/b, tel. 86352231Ore15-20.30-24VII Festival del cinema Africano 1997...............................................................................

CINETECAMUSEODELCINEMAPalazzo Dugnani, v. Manin 2, tel.6554977 L.5.000Ore 17.30 Vincent van Gogh, viaggioverso il sole cortometraggioPablo Picasso la corrida, il flamenco el’Andalusia cortometraggio...............................................................................

CINETECA S.MARIABELTRADEvia Oxilia 10, tel. 26820592 L. 6.000+tesse-raOre 21 Il secolo del cinemainLombardiaMilano o caradi P. PillitteriMilano neradi G. Rocco...............................................................................

20CUL11A2003 ZALLCALL 12 20:35:37 03/19/97

LE IDEEGiovedì 20 marzo 1997 4 l’Unità2

«Ragioni delsocialismo»e la profeziadelle correntiEmanuele Macaluso hasaputo riconvertire il suoruolo di dirigente politico inquello di instancabileanimatore del discorsopubblico della politica. Con isuoi frequenti e liberiinterventi giornalistici, con itemi sollevati dal mensile«Le ragioni del socialismo»,da lui diretto.L’ultimo numero dellarivista ha anticipatol’evoluzione «correntizia»interna della Quercia,cogliendo proprio qui unlimite del congresso: «Ilnodo dei nodi - scriveMacaluso nell’editoriale -cioè cosa può e deve essereun partito di sinistra oggi, èstato accantonato». Inquesti giorni Macaluso hasalutato come positivo ilcostituirsi di correntiinterne, mentre la rivistaospita vari interventi sultema (Grandi, Izzo,Morando) e si interrogasoprattutto sul destino della«Cosa 2». È vero, come hascritto Paolo Franchi sul«Corriere della Sera», che ilprogetto di una più grandeforza unitaria della sinistra ègià fallito? Non la pensaesattamente così LuigiCovatta, che riconosce aD’Alema di aver «spezzatoun ormeggio», anche senzaindicare precisamente «unarotta». Risultato: il Pds è in«mare aperto», e anche ildiscorso sulla «Cosa 2» ètutt’altro che chiuso, con osenza Amato. Forsel’indeterminatezzastrategica della rotta diD’Alema ha qualchefondamento in una realtà dicui nessuno ha tutte lechiavi in mano. Interessanteda questo punto di vistal’articolo di FrancoOttolenghi, il quale siinterroga sulla coppia«leaderismo» e «ruolo digoverno»: sono i trattidistintivi forti del Pds oggi,ma possono bastare adarrestare il rischio di unasempre maggioreestraneità rispetto agli«attori» della politica? C’èancora un vuoto d’animanell’identità della sinistra, eun difetto di relazioni congli interlocutori sociali chepossono dare carne epassione all’agire politico.La conclusione provvisoria -nostra - sul dilemma-partitopuò essere questa: meglio lecorrenti esplicite che lecorrenti occulte, ma nonbasterà il gioco dellecorrenti a rendere attraenteil gioco della politica per chinon intende farne unaprofessione, o solo un gioco.

Alberto Leiss

Sembravano finite, invece oggi le «unions» piacciono alla maggioranza degli americani e soprattutto ai giovani

Arriva la classe operaia del computerE i sindacati riconquistano gli UsaUna strategia di pubbliche relazioni creativa, un rapporto meno soffocante con il potere politico hanno modificato radicalmentel’immagine delle organizzazioni dei lavoratori. Il resto lo hanno fatto i licenziamenti e la perdita del potere d’acquisto.

Filosofia in Tv

Su Raitrepensatoripremiatidall’Auditel

Li chiamano bosses, capetti, delin-quenti, e loro si fregano le mani,tutti contenti. «Se ci insultano èperché torniamo a far paura», af-ferma tranquillo John J. Sweeney,segretario dell’Afl-Cio, la più vastaorganizzazione sindacale america-na. Sì, i bosses sono loro, i sindaca-listi americani, protagonisti di unritorno che ha sorpreso molti. Adefinirli così, sempre più spesso,sono i politici repubblicani, i diri-genti di aziende grandi e piccoleche pensavano di aver spedito insoffitta il sindacato e tutti i repertiarcheologici di un mondo che nonc’è più, la catena di montaggio,Keynes, lo stato sociale.

«La rinascita del sindacato è l’e-vento politico americano di que-st’ultimo anno», ci dice MitchellCohen, professore di political scien-ce alla City University di NewYork. Aggiunge Todd Gitlin, edito-rialista del New York Times: «I sin-dacati hanno bloccato l’emorragiadi consensi e sono in una fase dinetta ripresa politica e culturale».Mentre giornali e riviste dedicanocopertine al tema, si ripensanoazione e obiettivi. Sta per uscire,per Cornell University Press, AStrategy for Labor. Lo hanno scrittoun sindacalista, Wade Rathke, eJoel Rogers, presidente del NewParty, organizzazione di attivistidella sinistra politica e sindacale.

Le batoste reaganianeGià, dopo anni di notte fonda il

movimento sindacale rivedeunpo‘di luce. Era arrivato a rappresentareappena il 15% della forza-lavoro,circa 16 milioni di persone. Totaleera il suo discredito politico emora-le. Negli anni ottanta, quelli dellebatoste reaganiane, la Teamstersunion di New York, il sindacato deicamionisti, era diventato un covodidelinquentispecializzati inestor-sioni (il suo presidente, Jimmy Hof-fa, scomparve in un nulla tinto dimafianel 1975). Erano lontani imi-tici anni cinquanta e sessanta,quando i sindacati raccoglievanomilionidilavoratori, isuoidirigentifirmavano i contrattiacolazioneal-la Casa Bianca e Hoffa derideva ilministro della giustizia Robert Ken-nedy chiamandolo «ragazzaccio vi-ziato».

Conglianninovantacomincia laripresa. La Teamsters union eleggeallapresidenzaRonCarrey,equestosi mette a fare un po‘ di pulizia. Arianuova anche all’Afl-Cio, che è unpo‘ l’ombrello sotto cui si ripara lagran parte dei sindacati americani.Arriva John Sweeney, che serra le fi-le dell’organizzazione ma non di-mentica il maquillage e dà grandespazio alle ricerche di mercato, auna strategia di pubbliche relazioniparticolarmente creativa. La rabbiaper le migliaia di licenziamenti e ilpotere dei salari che scende fanno ilresto. Oggi il 62% degli americani sidice favorevole al sindacato (era il55% nel 1981). Ancora più alta, il68%,è lapercentualetra iventenni.

Pochisel’aspettavano.Chenepote-va sapere di minimi salariali e tuteblu la Generazione X, cresciuta inun’etàdipancepieneenessunapas-sione ideologica. Invece no. I ven-tenni ne sanno poco dei vecchi sin-dacati,mahannodavantiagliocchil’insicurezzadellavitaanni‘90.

Se cerchiamo una data da cui farpartire la riscossa sindacale bisognatornare al novembre 1993. Davantialle porte elettroniche degli aereo-porti ci sono i dipendenti delleAmerican Airlines. Fermano i pas-seggeri, spieganoi lorooraridi lavo-ro massacranti, i salaridafame.Tut-tisiaspettanodivederlicrollareein-vece dopo cinque giorni sono leAmerican Airlines a cedere. «Abbia-mo lavorato duro per far capire alpubblico le ragioni dello sciopero»,dice Denise Hedges, presidente delsindacato degli attendenti di volo.Davanti ai cancelli elettronici degliaereoporti tutto il sindacato ameri-cano impara comunque qualcosa:quantoimportantesiacomunicare,saltare politici e imprese e rivolgersidirettamente al pubblico, ai consu-matori.SpiegaNitinNohria,profes-

soreallaHarvardSchool:«Permoltecompagnie la fedeltà del cliente sifonda sulla loro immagine dibuoniamericani, immagine che licenzia-menti di massa o salari troppo bassiovviamenteintaccano».

Cambia anche il rapporto con lapolitica. L’alleanza troppo strettacon i democratici non ha portatofortuna al sindacato. Con Sweeneyalla testa dell’Afl-Cio si cambia mu-sica: stop agli attacchi al mostro adue teste Gingrich-Dole, più atten-zioneallaquestioniconcrete.Viene

lasciata la battaglia per alzare il mi-nimosalariale (vinta la scorsaestatecon la conquista di 5,15 dollari al-l’ora). Lo slogan che per mesi entrain ogni casa americana, «L’Americamerita un aumento», manda in de-liriofolledipubblicitari.

Ma il capolavoro della strategiasindacale si realizza alle elezioni dinovembre. Le unions investonoqualcosa come 35 milioni di dol-lari in pubblicità televisiva. Indi-viduano i bersagli, in genere re-pubblicani seguaci di Newt Gin-grich che vogliono tagliare l’assi-stenza sanitaria, le pensioni, escaricano centinaia di spot televi-sivi nel collegio del malcapitato. I«Gingrich-boys» cadono comebirilli: 17 su 33 non sono rielettial Congresso.

Spiega Joel Rogers, uno degliautori di A Strategy for labor. «In-dipendenza dalla politica non si-gnifica assenza dalla vita politica.Il sindacato non deve più affidar-si ai democratici, ha bisogno diuna macchina politica autono-ma, che intervenga soprattutto alivello locale, dove i costi sono ri-dotti». È il modello seguito alleolimpiadi di Atlanta, dove Ste-wart Acuff, presidente del localeLabor Council, è entrato a farparte del comitato organizzatore.Risultato: praticamente ogni co-sa, dalla costruzione degli stadialla vendita del pop-corn ai bal-letti della cerimonia di chiusura,è stato affidato a imprese a fortepresenza sindacale.

Il futuro si gioca comunque sulcampo delle ristrutturazioni in-dustriali. Il 1996 è stato l’annodel brutale downsizing, cioè dei li-cenziamenti in massa (per inten-derci, 40mila sbattuti fuori in uncolpo solo solo dall’AT&T), ma lecose stanno rapidamente cam-biando. Ibm, At&T, Xerox,Boeing, Chase Manhattan, Mci,le aziende che con più entusia-smo hanno tagliato teste, orariassumono, Mike Useem, econo-mista della Wharton School inPensylvania, ha un’idea in pro-posito: «Si sono accorte che licen-ziare non è garanzia certa di mag-giori profitti. Non crolla soltantoil morale dei nuovi disoccupati,crolla anche la loro capacità d’ac-quisto, e spesso il livello dei pro-dotti e dei servizi offerti».

A rientrare in campo non sono

però le tute blu, i blue collars co-me li chiamano qui, bensì quelliche sanno far funzionare uncomputer. At&t e Mci, che hannolicenziato nel settore tradizionaledella telefonia, stanno ora riassu-mendo circa 10mila persone inquelli della telefonia mobile, del-l’on-line, dell’informatica. Così ilmodello di un sindacato che si li-mita a contrattare le condizionidi lavoro non funziona più. È an-cora Joel Rogers a parlare: «La ri-strutturazione economica ha resoinvestimenti, tecnologia e forma-zione decisivi per il futuro dei la-voratori. I sindacati non possonopiù sedersi al tavolo e limitarsi altaglio della torta, devono parteci-pare alla sua cottura, cioè contri-buire alla creazione di una forza-lavoro motivata, capace di regge-re le richieste dell’innovazionecontinua».

Lotta dura al downsizingFunziona comunque anche il

tentativo di usare il proprio radica-mento sociale per salvare i posti dilavoro. È successo nel febbraioscor-so, quando la telefonica Nynexsembrava intenzionata a disfarsi di40mila dipendenti. Bruciato dall‘esperienza con l’AT&T, il sindacatodel settore è corso ai ripari. Ha pro-posto di dare il proprio appoggio al-le richieste della compagnia insenoalla New York Public Service Com-mission, quella che decide le tariffetelefoniche, ma in cambio non vo-leva licenziamenti. A Nynexhannosubitodettosì.

Tornare a essere un pilastro por-tante della grande casa americana.Questa è la scommessa del sindaca-to americano anno 1997. Scom-messa difficile, quasi un azzardo.Perché la sua rinascitapoliticaecul-turale non è ancora rinascita orga-nizzativa, e leprimepaginedeigior-nali, i convegni a Harvard e Yalenon si traducono sempre in un au-mento delle tessere. Gregory Tarpi-nian, analista della Labor ResearchAssociation, ha calcolato che perguadagnare un milione di membrinel 1997 bisognerebbe investirequalcosacome350milionididolla-ri. Il presidente Sweeny non ci badatroppo e fa l’ottimista. «Siamo tor-nati», dice. Maledetti bosses, gli ri-spondono gli altri.

Roberto Festa

20CUL11AF01

Fino a quattrocentomila persone,lo dicono i dati Auditel, hanno se-guito la filosofia in televisione. Undato che conferma le tendenze inattoinItalia,ealtroveinEuropa,sindalla fine degli anni settanta, annisegnati dal «ritorno della filosofia».Questa durevole tendenza è oggisensibilmente rispecchiata dagli in-dici d’ascolto a favore de «Il grillo»,lo spazio filosofico collocato all’in-terno di «Mediamente», in onda suRai 3 alle ore 13,dal lunedì al vener-dì.

Ogni puntata consiste in un con-fronto tra una classe di studenti li-cealiconunfilosofooaltrapersona-lità dellacultura,della scienzae del-la politica. Una discussione ches’avvale inoltre di interviste regi-strate a filosofi quali Hans Jonas,Hans George Gadamer, Karl Pop-per,PaulRicoeur,PaoloFabbri,Giu-lio Giorello. Il primo ciclo ha vistotra gli ospiti Vittorio Hösle, RemoBodei,ClaudioPavone,RobertoCa-lasso. Nel corso di questa settimanagli studenti del liceo romano GiulioCesareincontrerannoinveceLucia-no Violante presidente della Came-ra e Domenico Fisichella vicepresi-dente del Senato, per parlare del va-loredellapolitica.Nelmesediaprile«IlGrillo»sitrasferiràaVenezia.Quiverranno registrati altri incontri trastudiosiestudentidivari licei.Cisa-rannotraglialtriilfilosofoEmanue-le Severino e lo studioso di esteticaDino Formaggio, il musicista Clau-dioScimoneeSalvatoreSciarpino.

In anticipo e in concomitanzacon l’agenda filosofica del «Grillo»«Le Idee» de «l’Unità» pubbliche-ranno per alcuni mesi, ogni lunedì,un’intervista filosofica inedita trat-tadall’archiviodell’Enciclopediafi-losofica multimediale, assieme alcalendario degli appuntamenti ra-diofonici e televisivi relativi. Sinoad ora sono state pubblicate due in-terviste. La prima, due domenichefa è stata quella con George Kateb,studiosoamericanoaPrinceton, in-centrata sull’«individualismo de-mocratico». La seconda, pubblicatalunedì scorso, è stata quella conPaul Ricoeur, uno dei maestri del-l’ermeneutica europea, dedicata al-le teoriedellagiustizia.Lunedìpros-simo toccherà a Popper, che in uncolloquio assolutamente ineditoparlerà della pace mondiale e del-l’ordine internazionale dopo il1989.

Sylvester Stallone, a destra, in una scena di «F. I. S. T.»

Einaudi pubblica i tredici saggi su «Tecnica, medicina ed etica»

Jonas, il filosofo che in anticipo sugli altrisottopose la biologia all’esame moraleNegli ultimi quindici anni della sua

vita e della sua riflessione filosoficaHans Jonas, filosofo scomparso all’e-tà di novant’anni nel 1993, ci ha la-sciato un’eredità di pensiero con laquale in Italia solo da poco tempo ècominciato un serio confronto. È del’79 il suo «Principio responsabilità».Una problematica, quella della dila-tazionedell’orizzontedell’eticanellasocietà tecnologica, che è entrata neldibattito italiano solo in parte, men-tre invece si sono moltiplicati, inconcomitanzaallapubblicazionedelvolume,genericiriferimential«prin-cipio di responsabilità». Nell’85 Jo-nas pubblicava «Tecnica, medicinaed etica. Prassi del principio respon-sabilità», ora tradotto per Einaudi(pp. 249, lire 32.000).

In questi saggi Jonas si rivelavanon solo come «l’autore che hacercato di fondare una macroeticaper la civiltà tecnologica - scrivenell’introduzione al volume PaoloBecchi - , bensì l’attento indagato-re di tutta una serie di scottantiquestioni bioetiche». Questioni,

val la pena di annotare, che sonodiventate oggi, a distanza di annidalla loro formulazione teorica, diuna grandissima attualità. Soste-nendo che la tecnica, in quantoesercizio del potere, deve esseresottomessa ad un vincolo etico, Jo-nas si interroga, ad esempio, sullalegittimità della clonazione. Diquesta il filosofo scriveva, dicendoche probabilmente non avrà«niente a che vedere con le dimen-sioni di una pratica». A questa pra-tica, pare, siamo invece giunti. Edrimangono intatte le domande diJonas: «Che cosa si ottiene con laclonazione? Perché occorre otte-nerlo? Cioè, che motivi ci sono perdesiderarlo? Si deve ottenerlo?Cioè, l’obiettivo è accettabile o ri-provevole?». Altra questione «par-ticolare», affrontata in uno dei tre-dici saggi del volume, è quella del-le «Tecniche di differimento dellamorte e il diritto di morire». Chepresuppone altre e più generali ri-flessioni, quali, ad esempio quellesui limiti della scienza; e, ancora,

sull’«arte medica e la responsabili-tà umana».

Rispetto al suo «Principio re-sponsabilità» queste riflessioninon indicano un puro e semplice«passaggio dalla teoria alla prassi»,come forse lo stesso Jonas volevasuggerire, pubblicandoli a sei annidi distanza della loro opera madre.Infatti i tredici saggi sono nati inepoche diverse, alcuni essendoperfino antecedenti al «Principioresponsabilità». «Ciò può suggerirel’idea - scrive Becchi - che teoria eprassi del principio di responsabili-tà si influenzino reciprocamente ecostituiscano un tutto inscindibi-le». Sebbene più avanti il curatorenoti che proprio nello «sposta-mento d’accento dall’ambito me-ramente teoretico a quello praticoconsiste l’apporto più significativoe originale di Jonas». Sì, perché perJonas nell’era della tecnica l’agireumano presuppone un continuoesame morale.

Eleonora Martelli

20VAR11A2003 ZALLCALL 12 21:50:10 03/19/97

L’UNA e L’ ALTRO Giovedì 20 marzo 1997l’Unità7Storiche e insegnanti a confronto sui nuovi programmi scolastici

«Non si capisce il Novecentosenza il soggetto femminile»Un incontro organizzato dai ministeri dell’Istruzione e per le Pari opportunità. L’introduzionedelle tematiche di genere e il problema di evitare schematismi. Un personaggio storico: la casalinga

Mea Culpa

Sindacato in ritardoma il conflittocon le lavoratricisarà un’occasione

CLAUDIO SABATTINI

Il Commento

Il medicodi fronteal Corano

LETIZIA PAOLOZZIROMA I giovani e la contemporanei-tà, ci vivono immersi eppure non laincontrano a scuola. Almeno così èstato fino a oggi. Il ministro dell’I-struzione ha posto il problema, conun decreto ha stabilito nuovi limiticronologici nell’insegnamento dellastoria, dedicando l’ultimo anno dicorso alla conoscenza del Novecen-to. Ma è possibile comprendere que-sto secolo che volge al termine senzauna prospettiva di genere? Natural-mente dicono«no» le storichee sem-pre di più anche gli storici, pungolatidallestudiosedel«gender»edalledo-mande delle studentesse che non siriconoscono in una storia declinatasoloalmaschile.

Dice «no» anche la sottosegretariaall’Istruzione Albertina Soliani che -mentre sono in ballo grandi riformeper la scuola, dal riordino dei cicli al-l’individuazione dei nucleidei saperifondamentalioggia ragazzeeragazziper orientarsi - ha chiamato le stori-che, persone di scuola e il comitatonazionale per le Pari opportunità perovviare ai troppi silenzi sedimentati-sinella trasmissionecodificatadeisa-peri. Nel seminarioche si è svolto ierial ministero dell’Istruzione su «Ledonne e la storia del 900», la sottose-gretaria Soliani ha posto domande eobiettivi molto concreti, scusandosi,ma le storiche l’hanno ringraziata. Eallora: come innovare i programmi,

come mettere in relazione la culturaelaboratadallestudioseconilmondodellascuola,qualiinterventiformati-vi per gli insegnanti, cosa il mondodell’editoria e della multimedialitàpossono offrire alla scuola, e ancorachistapreparando icorsidi specializ-zazione post-laurea per i futuri inse-gnanti possiede questa chiave di let-tura? Quanto all’innovazione delladidattica e dei programmi, l’introdu-zionedelle tematiche di genere«nonpuòlimitarsiaparlaredeimovimentifemminilie femministimasonofon-damentali per la comprensione diquesto secolo». È l’opinione subitoespressa da Paola GaiottideBiasechesotto questo profilo ha giudicato «ri-duttiva» la formulazionedella recen-tedirettivadelgoverno.

L’idea di introdurre un pezzo distoria delle donne è lontanissima dalprotagoniste del dibattito. Se unacronologia femminile non è da scar-tare, per Gaiotti de Biase, «le vicendeche riguardano le donne non sonodefinibili secondoscansionidate,mariguardano processi di lungo perio-do, diversamente scanditi sul pianomondiale».Gliesempideiprocessidicui le donne sono state «soggetto eoggetto» non sono mancati: i diritticivili,politiciesociali,dallesuffraget-teaPechino;comeèstatatravolta l’e-conomiafamiliare.Aquestoproposi-to un’efficace esemplificazione l’ha

fornita la storica CeciliaDau Novelli:«Il 900 non può essere capito senzaun personaggio fondamentale la ca-salinga. È uscita dal privato e si èportata dietro tutta la casa». Altroesempio: l’epoca mussoliniananon può essere capita senza la que-stione demografica. E poi successi-vamente la rivoluzione sessuale ela scolarizzazione di massa. Dentroognuno di questi processi le donne«agiscono e subiscono» è stato det-to. Altrimenti qualcuno potrebbecredere che le donne a un certopunto, con l’esplosione femmini-sta, siano impazite.

Sul piano metodologico AnnaRita Buttafuoco, tra le prime stu-diose del gender, ha sottolineatocome non si possa riflettere suiprogrammi senza guardare a quan-to sta accadendo nelle università enella ricerca spontanea. Ha usatola categoria del «troppo pieno etroppo vuoto» per sintetizzare lostato delle cose. Servono canali estrutture che radichino «il tantoche si è prodotto nella didattica enella ricerca sulla storia delle don-ne, ma non come disciplina a sestante, altrimenti ogni anno c’è ilrischio di ripartire daccapo». Manon serve imitare modelli stranie-ri, l’università italiana ha troppepeculiarità, e nemmeno imporremodelli dall’alto; mentre è consi-

derato utilissimo partire da quelloche c’è, senza disdegnare dall’altoun indirizzo generale che favoriscaconcretamente la ricerca.

Paola Di Cori dell’università diUrbino a proposito dei contenutiha preso spunto da alcuni testi re-centi e molto usati nelle universi-tà. «Pur diversissimi tra loro - hadetto - offrono un panorama incui le donne o sono un supple-mento alla storia o un potenzialedi rielaborazione, indispensabileper rafforzare alcuni argomenti».Insomma si oscilla tra due poli: su-perfluità e indispensabilità. A met-tere in guardia del rischio di ridur-re la storia delle donne ad alcunelimitate sfere e attività dell’espres-sione umana è stata una professo-ressa di liceo di Napoli, AntoniettaSelvaggio. Impegnata sul frontedella traduzione scolastica dellaproduzione scientifica, ha ancheinvitato a recuperare «il senso del-la narrazione storica. Troppo diffi-cili per le studentesse i libri di sto-ria delle donne. «Sì» è la risposta apatto che anche gli uomini usinolinguaggi meno sofistica. È ma-schile il processo di «ominazione»,starebbe a dire che da 3.500 annigli uomini si sono fatti e si stannoancora facendo.

Luciana Di Mauro

Moltasicurezza sulla propria posizionesociale di lavoratrici,un’analisi impietosadellapropria condizione di lavorospessofaticosa e frustrante, atteggiamento positivo verso la propriadifficile ma possibile professionalizzazione. La ricerca dell’au-tonomia edellapropria libertà di cui il lavoro è componente es-senziale (mentre i lavori di cura rimangono quasi totalmentenella loro responsabilità) apparecome obiettivo essenziale. Lafigura soprattutto delle giovanimetalmeccanichepresenta no-vità radicali anche perché la fatica e lecondizionidi lavoro e diqualificaprofessionale siaffermano come problemi centrali daaffrontaree risolvere.Il sindacato è inteso spessoestraneo, spessocontro; noncerto,per esse, strumento di autonomia e libertà. Del resto la discrimi-nazionesociale nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro nelle istitu-zioni; ladiscriminazionepolitica nel sindacato, l’inefficacia diognipolitica dipari opportunitàriportano le donne, nonsolo legiovani, ai problemi centrali della loro esistenza, del lavoro,delledifficili relazioni del conflitto inesauritoe inesauribile trauomini e donne. Diversamente da ciò che si può pensare credoche per il sindacatotuttociò siaffermi come una grandeoppor-tunità: il sindacatodeve epuò mutare continuamente se si radi-ca aigrandi cambiamenti e, in essi, ai nuovi soggetti sociali chesi affermano, che si esprimonoapertamente. Il confronto ne-cessario può tradursivoltavolta in piattaforme comuni di lottae di trasformazionee forse in unnuovopattonel sindacato fat-to di soggetti diversi, conflittuali, necessitati alla costruzione dinuove prospettive. Il futuro ègià iniziato. Il dibattito nella as-semblea nazionale delle donne metalmeccaniche promosso dadonnedellaFiom,aperto da una ricerca che riguarda le donnemetalmeccaniche diTorino, Bologna,Palermo, haesplicitatouna situazione sociale culturalee politica di donne il cui impe-gno sui luoghidi lavoro è quotidiano.Si è detto grande concre-tezza, immediatezzadelle rivendicazioni edei risultati. Se il sin-dacatonon è capacedi rappresentarle si rappresenteranno dasole. È questa una tendenzagenerale? Èprobabile di sì. Per que-stonon si tratta di ricordibensìdi oggi e di domani.

C osa deve fare unmedico di fronte aldilemma: operare lui

stesso oppure dire no,sapendo che l’operazioneverrà, comunque, fatta incondizioni igienicheprecarie?Escissione, infibulazione,circoncisione femminile oclitoridectomia. Piùesplicitamente, «la donnadeve essere chiusa» con unaverginità garantitaattraverso asportazionedella clitoride e cucituradelle grandi labbra dellavagina. Malgrado la leggedanese lo vieti, moltiimmigrati africani,sopratutto somali (e inSomalia il numero altissimodi malattie mentalifemminili sembra dovuto aquesta pratica), continuanoa rivolgersi agli ospedalilocali chiedendo che le lorofiglie siano sottoposte amutilazioni sessuali. DallaDanimarca alla Francia,dove crescono le domandedi certificati di verginità daparte di giovani donne chetemono di essere ripudiatedai mariti o cacciate di casase, nella «prima notte», lelenzuola dovessero restareimmacolate. Eppure,quando l’emancipazionediventa più faticosa,matrimonio e famigliaoffrono un porto quasiinevitabile. Sarebberoduemila le operazionieffettuate ogni anno inFrancia (spiegava «LeMonde») sull’imene perottenere questa«scientifica» prova di unadonna «non toccata». Nontoccata o che non provapiacere? D’altronde, non èscritto nel Corano che leidebba essere vergine ilgiorno delle nozze: la primamoglie del Profeta non loera. Così, in Danimarca, inFrancia, anche in Italia, ilproblema diventabruciante. Certo, questepratiche sono barbare. Enon è questione dispiegareun simile scempiocon i rituali, le tradizioniculturali, religiose. Evidentel’accanimento sullasessualità femminile, mal’interrogativo resta: giusto,per un medico, rifiutare dipraticare mutilazionisessuali ma se poi la madre,la famiglia si rivolge a unveterinario oppure rimandala figlia nel paese d’originedove l’operazione avviene,in condizioni pessime?

Fino al 31 marzo aperta l’esposizione «Bello comunque bello»

Uomini alla fiera della vanitàUna mostra a BelgioiosoDalle pantofole «falliche» di D’Annunzio ai bottoni seicenteschi. Un’occasioneper rivisitare l’evoluzione della moda maschile, lunga quattro secoli.

Due riviste negli Usa

Mensiliper lesportive

Le Pulci

Una nuova vogliadi leggerezzagira nei periodicifemminiliDONATELLA BORGHESI

DALL’INVIATA

BELGIOSO. Specchio, specchiodellemie brame, chi è il più bello del rea-me? Nell’epoca del calo del desiderio(delmaschioneiconfrontidelladon-na) chi è quell’uomo che ammette-rebbe di essere un narciso? Chi con-fesserebbe di passare molto del suotempo a coordinare l’accessorio al-l’abbigliamento, di investire in cre-me idratanti e rassodanti, senza esse-reaccusatodiscarsavirilità?

Una volta virilità e vanità non era-no concetti così distanti: «Un uomonon si occupa di moda. Un uomocrea il proprio stile». Questo rispon-deva Paul Poiret, grande sarto di ini-zio Novecento a un ammiratore chesi complimentava per la sua mise auna serata di gala. Una risposta che èla chiave per capire un mondo dovenonc’eranocapifattiinserieelaraffi-natezza dell’eleganza maschile si va-lutava per i pezzi unici posseduti chedovevano rispecchiare la personalitàdi chi li indossava. Esattamente l’op-postodi quel che accadeoggi colpretàporter...

Un’occasionepertornarearivisita-

re l’evoluzione della moda maschilenell’epoca pre-pret à porter ci è datada «Bello comunque bello», mostrache si tiene al Castello di Belgioio-so a Pavia fino al 31 marzo (all’in-terno della fiera dell’antiquariato),esposizione che cerca di introdur-ci, attraverso un percorso lungoquattro secoli, nel mondo della se-duzione dal punto di vista dell’uo-mo. Così, si parte dalle borse lega-te alla cintura e coordinate con gi-let e corpetti damascati, fino allasofisticata collezione personale datoeletta di Gianfranco Ferré, pas-sando attraverso le boccette in cri-stallo veneziano portaprofumo,con una sezione dedicata ai botto-ni, i bellissimi bottoni seicenteschidella collezione di Franco Iacassi,un secolo in cui questo piccolodettaglio era considerato uno deisimboli più importanti del narcisi-smo maschile.

Ma non di solo narcisismo pub-blico viveva (e vive) l’uomo. Armidi seduzione erano anche gli og-getti che venivano mostrati peradornare le imprese compiute incampo erotico dai vari Casanova.

Tra tutti non poteva mancare Ga-briele D’Annunzio. Re del cattivogusto, tra gli oggetti più inquietan-ti esposti ci sono i suoi mocassinida casa con un disegno a forma difallo impresso nella tomaia e lemutande di taffetà con il mono-gramma ricamato.

Infine, che cosa se non gli ex li-bris per definire un concetto di va-nità maschile come «stile» che di-segna un’unicità? A Belgioioso, permettere ancora più in risalto l’ideadi una ricerca personale come ef-fetto della vanità, la scelta è stataquella di esporre gli ex libris deglisconosciuti. L’ex libris di AntonioGrimaldi per Nino Tritapepe: uncavaliere che ha a fianco una bel-lissima automobile; ma soprattut-to quello di Falgas per José Albina-na: un festone di frutta che incor-nicia un uomo nudo muscoloso.Sopra l’uomo, un ventaglio apertoche evoca le penne del pavonechiude il cerchio e ci regala unasimbologia perfetta della fiera del-la vanità.

Antonella Fiori

NEW YORK. Il fenomenodelledon-ne che praticano sport negli Usa haassunto proporzioni di tutto rispet-to e due giganti dell’editoria, TimeWarnereCondéNast,hannomessoin cantiere due nuove testate. War-ner, editore di Sport Illustrated faràun numero di prova il 21 aprile:600mila copie al prezzo di 2 dol-lari e 95. Un secondo numero ze-ro sarà immesso sul mercato insettembre e il lancio definitivodovrebbe essere fissato ai primidel 1998. La Condé Nast - editoredi giornali femminili di larga tira-tura come Mademoiselle e Gla-mour oltre che di Vogue - sta pre-parando il mensile Sports for Wo-men: il numero di ottobre saràpresentato il 16 settembre. In bal-lo, per entrambi, una sostanziosafetta di mercato pubblicitario: se-condo le ultime stime, sono 55milioni le donne americane chepraticano sport. Warner comuni-ca che la sua rivista sarà disponi-bile solo negli Stati Uniti mentreCondé Nast non ha ancora decisose puntare anche sul mercato in-ternazionale.

C’è voglia di leggerezza tra i femminili. Diuna leggerezza chesembra voler riconquistareuna femminilità aggiornata.Simbo-lo di questo nuovo corso è quella carta patinata opaca, adottataper prima da «D» di «Repubblica». Proprio sull’ideadi leggerez-za«Grazia» harilanciato il suorestyling:come adire,ora chesiamo donne autonome erealizzate, possiamo ritrovare il sorri-soe il glamourdel passato. E lo spot televisivo - la giovane ma-nager che dice: no,alle 12 non posso,perché abbiamo lasecon-da poppata, rivelando un neonatoal seno dietro l’agenda- ci ri-manda aun’immagine onnipotente ma anche «femminile».Forte, ma non maschile. Intanto«Donna moderna» invitaa«non rimpiangere il passato,godersi il presente e temere il futu-ro», mentre «Io donna» del«Corriere della Sera» dedicaun’in-chiestaalla vogliadi allegria. Ancora, «Amica», in una nuovaveste ipergrafica, promette di puntare «alla positività e all’otti-mismo, come antidoto allacultura delpiagnisteo». E via così,ecco in copertina volti sorridenti e incarne. Ma cosa c’èdietroquesto voler dare più leggerezza? (o sicurezza?). Una strategiadei marketing aziendale per «tenere» un mercato che ha pauradella crisi o un’esigenzadelle lettrici, stanche di aids e diguerrebalcaniche? Ma i femminili offrono unprodotto ormai consoli-dato e vincente: quelmix di inchieste edi sentimenti, dicura disé e di attenzione per gli altri, che ha garantito il successo di ungenere. E nell’affezione alla lettura diun periodico «a misura didonna»c’è ilbisogno di una stampa non aggressiva e nongrida-ta. Come, forse,dovrebbe essere anche quella«maschile».

Gran BretagnaTransessualivincono causa

Gentile signora Melandri,mi chiedo perché il desideriosessuale femminile prescindafrequentementedalla giovinez-za, bellezza, fascino fisicodel-l’uomo,mentre la stragrandemaggioranzadegli uomini perprovareemozione fisicaha biso-gno diun certoviso, diun certocorpo,di una certagiovinezza.Uso l’aggettivo«certo»perché igusti estetici sono fortunata-mente diversi, anche se certe ca-ratteristiche fisiche godono diun’approvazione diffusa.Sonotentatodi pensare che la sessua-litàmaschile siadi qualità infe-riore alla sessualità femminile,che ledonne sianonaturalmen-te più equilibrate, che nellamaggioranza di loro il desideriosi manifesti quando funziona-no contemporaneamente l’in-telligenza, l’emozione e l’istin-to, che la sessualitàmaschile siageneralmente banale, per moltiquasiun’espressionesolo delcorpo.Mi piacerebbeconoscere la suaopinionesulla possibilità dieducare il desideriomaschile, difargli «apprendere»qualchequalità femminile, così che si ri-svegli non solo alpassaggio diuna donna il cuiviso o il cuicor-po corrispondano ai tradiziona-

li canoni di bellezza e fascino,ma nell’incontro conunadon-nanon necessariamentebella difuori mabella per intelligenza,ricchezza emotiva, femminilitàprofonda. Se questo fosse possi-bile, se cultura ed educazionepotessero modificare quello chesicuramente è in buona partefrutto di natura, le donne chespesso ciaccettano eci desidera-no anchequando siamovecchi,brutti,panciuti e spelacchiatipotrebbero avere unaqualcheforma di risarcimento e l’inna-moramentodi un giovane peruna donna adulta o,come capita in«Amare, ancora» diDorisLessing, peruna donna anziana,non farebbe piùscandalo.

G.Guarienti

CaroGuariente,iopensochelediverseinclina-

zionisessualidelmaschioedellafemmina,cosìcomeappaionoaprimavistaenellageneralitàdeicasirappresentino,piùcheun«fruttodinatura»,l’esitopiùvisto-sodiquellaspartizionedicampichehavistolaciviltàdell’uomose-pararsidalleproprieoriginieim-maginareilcorpofemminiledacuisinascedepositariodiunaper-dutafelicitàdiinfanzia.

Dietroilfascinodellabellezzaedellesuemutevolimaschere,Freudhaintuitochesicelavaun

nucleopiùanticodi«interessanticostellazionipsicologiche»:l’in-differentebeatitudinedelbambi-noedialcunespecieanimali.Ilde-sideriomaschileperunadonnagiovaneebellaportainequivoca-bilmenteilsegnodelprivilegiotoccatoaunvincitorema,oltrechediviolenzaedidominio,ilpossessoparlainquestocasoan-chedelteneroattaccamentoallefigureprimadiognipiùintensaemozione,feliceodolorosa:lama-dreeilfiglio.

Noiinorridiamodavantiallape-dofilia,enoncivieneilsospetto

cheabbiaunaqualcheparentelacollegamechespingevecchi«panciutiespelac-chiati»versochipo-trebbeesserelorofi-gliaonipote.

Nonsose,messeacustodiadell’infanziadell’uomo,odestinate

adivenirela«preda»,ledonneab-bianocoltivatoneltemposenti-mentimigliorineiconfrontidel-l’altrosesso,seabbianopreferitoaincontrollatepassionifisichel’in-teresseperun’individualitàintera,corpoepensiero.Ilconfinamentonelruolomaterno,ilimitiimpostiailorodesideri,ilsognodelsacrifi-ciodiséedirinascitaattraversol’altro,nonpossonononaverleco-stretteatenereilcapogirato,nel-l’invidiaenell’attesa,versolaspondaopposta.

Sehannocredutodivederemuoversinellacittàdell’uomopersoneenoncose,intelligenzeenonsolofunzioninaturali,èan-cheperchél’esclusononhaocchipersestessoedifficilmentesaresi-stereallatentazionedifingersi,al-trove,luoghipiùabitabili,bracciachepossanoconsolarlo.

Nessuncapovolgimentodipar-ti,iocredo,puòrisarciredellavi-cendachehatenutoisessidivisi,costrettiadesiderarsinellaman-canza,apensarsiinun’unitàar-moniosamaiconosciuta.Eforsenonèneppure,comeLeispera,unarieducazionedeldesideriomaschilelaviad’uscita,malaca-pacitàdiportareallacoscienzaleragioniremotechehannofattodell’amoreilcamposegnatodaunaguerramaicombattuta.

Risponde Lea Melandri

L’amore come guerramai combattuta

Le albanesibuone mogliper contadini?

LONDRA. Due transessuali britan-nici hanno vinto la prima battagliacontro la legge del Regno Unito cheha impedito di registrare il cambia-mento di sesso sui loro certificati dinascita. La Commissione europeaper i dirittiumani ha stabilitoche lalegislazione viola la Convenzionesottoscritta da 40 paesi, fra i quali laGran Bretagna. Il verdetto finalespettaoraallaCorteeuropeaperidi-ritti umani, l’organismo creato nel1950 dal Consiglio d’Europa che disolito fa proprie le risoluzioni dellacommissione. Kristina Sheffield eRachel Horsham, entrambe cin-quantunenni, avevano sostenutoche il mancato riconoscimento delloro essere diventate donne tramiteintervento chirurgico violava il di-ritto al rispetto della vita privatasancito dalla Convenzione europeasuidiritti umani. Se laCortedarà lo-roragione,ilgovernodiLondrasaràobbligato a modificare la legge inmodo da consentire l’alterazionedei certificati di nascita dei transes-suali.

MILANO. L’agenzia matrimoniale«È Amore» ha deciso di mettere gra-tuitamente a disposizione delledonne albanesi «giuridicamente li-bere, con permesso temporaneo disoggiorno in Italia, la possibilità diconoscere uomini iscritti all’Agen-zia seriamente intenzionati a co-struirsiunafamiglia».Secondo la presidente dell’associa-zione nazionale delle agenzie ma-trimoniali, Adriana Quattrino (chehaun’ideacuriosa inmateriadirap-porti tra i sessi), «le profughe alba-nesi,chehannounatradizioneedeicostumi legati al mondo contadinoe che contemporaneamente impa-ranoprestolanostra lingua,potreb-bero contribuire a risolvere il pro-blema matrimonialedeinostriagri-coltori. Le donne italiane sono in-fatti restie a sposare chi si occupa diagricoltura e vive in campagna». Inparticolare, nella provincia di Cu-neo ci sarebbero centinaiadi richie-ste matrimoniali presentate all’a-genzia con queste caratteristiche,ancorainevase.

Scrivete aLea Melandric/o L’Unità«L’Una e L’Altro»via Due Macelli 23/13 - 00187 Roma

20MIL20A2003 ZALLCALL 11 22:59:03 03/19/97

IL PAGINONEGiovedi 20 marzo 1997 10l’Unità

La Testimonianza

Gianni Amelio«A Durazzo, 3 anni fa

con la mia nave...»TONI FONTANA

In Primo Piano

«Europa più sociale» hanno grida-to una settimana fa a Bruxelles dasettanta a centomila persone in cor-teo contro la chiusura della Renaultdi Vilvorde. Erano in gran partefrancesi e belgi. Con loro una ses-santina di spagnoli, una dozzina dioperai della Roll Royce arrivatidallaGran Bretagna, un’ancor più sparu-ta delegazione portoghese. Assentiitaliani e tedeschi. Poco per parlaredi un «movimento» europeo. Però,sufficiente per far scattare l’allarme.L’Istituto Mori ha realizzato un son-daggio per conto delle Nazioni Uni-te in tredicipaesi europei. Per il59%dei 13mila «campioni» di età supe-riore ai 16 anni la disoccupazione èla principale preoccupazione. Il la-voro o, meglio, la «fine del lavoro»per usare un termine molto in voganegli Stati Uniti, diffonde più pauradel disordine pubblico, della droga,delle malattie, della crisi della sicu-rezza sociale. In Francia è il 78% de-gli intervistatiatemerelaperditadellavoro. In Germania, dove il cancel-liereKohlripeteungiornosìe l’altropurecheentro il2.000-solo33mesi- idisoccupati scenderannodaquasicinque milioni a 2 milioni e mezzo,la «fine del lavoro» è uno shock na-zionale.

L’Europa è attaccata. Dall’Ame-rica non lontana dal pieno impie-go, un tempo mito europeo perantonomasia. Attaccata anchedall’Asia che ha conquistato mer-cati, industrie e ne vuole conqui-stare ancora. Qualche giorno fa ilpresidente del gigante sudcorea-no dell’elettronica Daewoo, hamesso sotto accusa Germania eFrancia dopo che il governo fran-cese gli ha impedito di comprarela Thomson Multimedia, impor-tante filiale del gruppo elettroni-co pubblico. «Il vostro principaleproblema - ha detto Bae SoonHoon - è di creare posti di lavoro.Usando le leggi non potrete crear-ne neppure uno. Gli stati devonocreare un ambiente favorevoleper il business, investire in servi-zi, diminuire le imposte per le im-prese, educare la manodopera, es-sere ospitali con i manager stra-nieri». Invece, in Europa «i socia-listi e i sindacati pensano di potercreare lavoro attraverso i contrat-ti, attraverso accordi. Io non sonoqui per fornire sicurezza sociale,sono qui per creare lavoro e fareprofitti». Un manifesto della glo-balizzazione.

L’Europa è in corsa verso la mo-neta unica e questo la fa forte edebole nello stesso tempo. Perchéforti e deboli sono contempora-neamente i paesi che ne fannoparte. Non solo perché non si puòsapere se i sacrifici di oggi per lamoneta unica saranno compensa-ti domani da un radioso avvenireper tutti. La Germania, dice il so-ciologo francese Alain Touraine,«ha creduto per troppo tempo dipoter vivere al di sopra delle diffi-coltà e delle debolezze degli altri eoggi scopre con sorpresa conflittisociali che derivano dalla resi-stenza dei lavoratori tedeschi auna politica di flessibilità che pri-vilegia gli interessi unilaterali del-le imprese e del capitale finanzia-rio a scapito delle condizioni dilavoro e di vita dei lavoratori di-pendenti».

Nell’autunno 1995 fu la voltadella Francia. Erano, è stato dettoe scritto, i primi scioperi contro lamondializzazione dell’economia.Che si difendessero dei privilegiraggiunti nelle aziende pubblicheè una verità, ma la rivolta del ‘95fu il segnale di quella che oggiviene chiamata correntemente«collera sociale». Secondo alcunirappresenta il rigetto di Maa-stricht, secondo altri rappresentaun fenomeno molto più definitoe che agisce sotto le pieghe dellapolitica e della vita di tutti i gior-ni. È quella che il segretario dellaCgt-Force Ouvrière Marc Blondel,chiama «assenza del principio delcontrappeso». Spiega Blondel:«Viviamo in una Europa priva diequilibrio, di bilanciamenti. Latesi di uno sviluppo economicotrainato solo dal mercato senzamediazioni, senza compromessisociali conduce a spaccature mol-to profonde. Di solito i sindacali-sti dicono: non c’è più solidarietànelle nostre società. Io preferiscoricordare che nelle nostre societànessuno parla più con l’altro, nes-sun organismo che rappresentadegli interessi, siano i lavoratorisiano i commercianti siano gli in-dustriali, è in grado di tollerare leragioni dell’altro. Il problema èche non si tratta di un gioco asomma zero: noi sindacalisti con-tiamo sempre meno e i nostri rap-presentanti perdono di più».

Uno degli ostacoli con i quali si

confronta la Francia è, si dice, ilsalario minimo garantito. Unostudio recente commissionato dalSenato arriva alla conclusione cheun taglio secco del 20% del mini-mo salariale porterebbe al lavoro136mila giovani anche se a spesedi 100mila vecchi lavoratori. Nelgiugno 1995, il primo atto del go-verno Chirac fu l’aumento delminimo salariale del 4%. Chirac èun conservatore. Ed è la stessapersona che ha qualche mese piùtardi avallò la linea dura del pri-mo ministro Juppé contro gliscioperanti. Un curioso frullato dipopulismo e liberismo. Populistaall’estero, autoritario quanto ba-sta all’interno. Non è più veroche, nell’inseguimento della Ger-mania sulla rotta della monetaunica, la classe dirigente franceseveda lo stato come «gran dispen-satore» di posti di lavoro e alti sa-

lari. La metà degli impieghi creatiha una scadenza, uno su cinque èa tempo parziale, 5 salariati sucento cambiano settore di lavoroogni anno. Non esiste più la rego-la dell’indicizzazione dei salari.La malattia francese non si puòpiù spiegare con la mancanza diflessibilità. I sindacati, come negliStati Uniti «hanno perso granparte delle loro truppe», ricordaun altro economista, Jean-Paul Fi-toussi. In Francia sono iscritti adun sindacato 11 lavoratori ognicento. Nel 1978 avevano una tes-sera 30 lavoratori ogni cento. Sia isindacati che il governo sono alleprese con lo stesso problema: san-no di aver bisogno come il panedi un luogo, di una sede formal-mente riconosciuta da tutti nellaquale confrontarsi. Commentan-do le immagini televisive dellamanifestazione di Bruxelles nella

trasmissione «7 pour 7» a Tf1, il-padre dell’europeismo degli ulti-mi quindici anni Jacques Delorsha detto: «Il nostro è forse il solopaese ricco in Europa che non ècapace di avere una concertazio-ne con i rappresentanti dei sala-riati prima di prendere le decisio-ni importanti». Scoppiano i con-flitti. I dipendenti pubblici ieri,poi i sans papier, infine intellet-tuali contro la legge sull’immigra-zione clandestina che lede le li-bertà di tutti i francesi. Per con-cludere con la Renault. Non si sadove e come comporli. Se c’è unacosa che i conservatori francesiinvidiano all’Italia (a parte la mo-neta svalutata per un lungo perio-do di tempo) è quel patto dei red-diti che ha garantito - finora - sta-bilità sociale e drastico calo del-l’inflazione.

Mentre le imprese riducono i

Dal caso Renaultai violenti scioperidei minatori tedeschiMentre si chiedeil massimo sforzoper Maastrichtla maggior pauraè la disoccupazione

«N ON SCAPPANOdaunaguerra...».«E da cosa allora -replico -, dimme-

lo tu che quella nave l’hai in-ventata, filmata, proiettata.Sono sempre gli stessi, sono letue comparse che tornano?»Gianni Amelio, il regista di «La-merica», sorride. «Mah, sai...aduncertopuntovolevanofar-ci usare dei manichini per fil-mare la scena della nave deiprofughi che scappavano inItalia. Gli accessi al porto diDu-razzo erano chiusi allora, era il1994, come oggi. E il rischioera che la nave venisse dirotta-ta in Italia, mentre giravano leriprese potevano uscir fuori icoltelli. Allora ne parlammocon leautoritàdelportoeaddi-rittura con Berisha che ci diedeilpermessodigirare».

E che impressione ti fece ilpresidente? «Berisha miè sem-bròunsignoredaimodieduca-ti, dall’aspetto del divo cine-matografico, ma non appari-scente. Un uomo dotato di uncerto charme, che parla tantelingue, rassicurante. E mi trattòbene, ero il primo regista stra-niero che si recava in Albaniaper girare un film. Ci diede ilpermesso».

E che successe? «Radunam-mo le comparse, e tra loro vierano non menodi cinquecentopoliziotti camuf-fati da profughi,da emigranti. E ipoliziotti si porta-rono i loro figli.Glialtri erano quasitutti parenti deiportuali. Facem-mo questa sceltadopoavertrattatocon le autorità,per evitare che lanave fosse dirot-tata, che inmezzoal mare comparis-sero le pistole e icoltelli. Convoca-vamo le compar-se alle due di not-te, sempre per lastessa ragione, perché ci ave-vano detto di evitare una fuga.E i poliziotti-comparse perqui-sivano tutti alla ricerca di armi,coltelliebottiglie.Nonsitratta-va di precauzioni campate inaria. In quel periodo c’erano imondiali di calcio e dopo avergirato le riprese del film corre-vano tutti da Durazzo a Tiranaperché all’Università avevanomesso un maxi-schermo sulquale proiettavano le partite.Scappavano tutti via di corsapervederelapartita».

La paga delle comparse erabuona? «Beh, li pagavamo indollari, e prendevano molto dipiù dello stipendio di un diri-gente albanese; quando finim-mo di girare non capivano,non riuscivanoacapacitarsidelfatto che non avevamo più bi-sognodi loro».Viendapensareche ti hanno fatto un po‘arrab-biare... «No, occorrerebbespiegare a chi non lo sa che co-sa è stato il regime di Enver Ho-xha, occorrerebbe raccontarloaquei turistichesonostati inAl-bania con i viaggi organizzatiche duravano quindici giorni. Èinevitabile che succedano al-meno la metà delle cose chesuccedono. Usciti da quel regi-me non potevano diventareangeli che spargono sementinei campi, e noi abbiamo unagrande responsabilità verso diloro. Occorre capire anche chicoltiva la coca, non esiste unDna del ladro». Ma un ladro èpur sempre un ladro, forse nonè il caso di dare giustificazionioltre misura... «Certo, ma lì inAlbania un kalashinikov costauna cifra equivalente a2.500 li-re, e va a finire che qualcuno locompra».Opposizione,gover-no. E gli apparati del regimestalinista che hanno continua-todaagiredietro lequinteeso-no stati traghettati da Berishanel suosistemadipotere.«Cer-tamente dietro la rivolta ci so-no gli “apparati”, anche noi celi siamo portati dietro dopo laguerra. Dobbiamo avere pa-

zienza con gli albanesi, unagrande pazienza, cercare dispiegare loro che per quellastrada vanno verso la morte.Evitiamo di essere caritatevoli,o di essere razzisti. Troviamo ilcoraggiodieducarli, armiamo-cidipazienza».

Insomma secondo te il so-gno è ancora quello di allora,inseguonoilmitochehannovi-sto alla televisione? «Nonscap-pano da una guerra, i problemisono gli stessi che c’erano nel1991: il miraggioè l’Italia, e c’èuna voglia feroce di partire. Hovisto in Albania paesi dove leconsuetudini quotidiana eranoferme a secoli fa, ho partecipa-to ad una festa di matrimonio.La donna, la sposa mi è parsamolto assoggettata. Mi rac-contarono che la sposa la pri-ma notteavrebbedormitoconuna parente dello sposo che leavrebbe insegnato a vivere infunzionedelmarito».

Manon ci hai ancoraspiega-to qual è ilmito che inseguono.«I dialoghi del mio film non so-no inventati. Un ragazzo mi di-ceva: io sono musulmano, sediventocristianopensi che tro-verò un lavoro li Italia, dove c’èilPapa.Esesmettodiparlareal-banese e imparo la vostra lin-gua pensi che troverò una mo-glie italiana? L’Albania è per lo-

ro una terra matri-gna. Mio padre,negli anni quaran-ta, decise di an-darsene dalla Ca-labria per cercareL’America, eracontro la Calabriae se ne andò inAmerica dove eragià andato miononno».

Berisha ha por-tatoa Tirana i con-corsi di bellezza ele sfilate di moda.«Non era forse co-sì l’Italia degli annicinquanta?». Tor-niamo al mito, al-l’Italia cheèLame-rica. «Ma sì. Ma lo

sai che un giorno mi trovavo inun villaggio povero al confinicon la ex Jugoslavia e in un bar iragazzi guardavano “Ok ilprezzo è giusto”. Te lo ricordiquel programma? Davano inregalopremimilionari.Hopro-vato a dire loro: “fermatevi”.Ma proprio non ti danno ret-ta».

E così continuano a scappa-re, guarda che sta succedendoin questi giorni... «Ma le fughenon si sono mai interrotte,scappavano anche un mese fae duemesi fa,maalloranonve-nivano accolti. Adesso, vogliodire negli ultimi anni, è più for-te la presenza della malavita.Prima scappavano di notte inbarca con il miraggio dell’Ita-lia. Si mettevano d’accordo inquattro o cinque e fuggivano.Poi è cominciata una sorta di”industrializzazione” dell’emi-grazione. La mafia ha organiz-zato una speculazione in gran-de stile, ha imposto tariffe. Inquesti giorni la mafia sta facen-do meno affari di prima quan-dopretendevaunmilioneper iltrasporto in Italia, un altro mi-lione per dare la sicurezza dellosbarco, e un terzo milione perportare il clandestino al nord.Adessoc’èchiscappasenzapa-gareilpedaggio».

C HE NE DICI di ricomin-ciare con l’operazione«Pellicano», cioè con isoldati che portano gli

aiuti? «Sono stato con i soldatiitaliani, sono arrivato con glielicotteri nei villaggi più sper-duti, quell’operazione è statautile, è servita. Anche se alloravi fu una sorta di ricatto. I capialbanesi dissero: dateci gli aiutisennòl’esodoverso lecosteita-lianeproseguirà».

Ti offro un caffè? «Sono inpartenza, debbo prenderel’aereo». Edovevai? «InArgen-tina,apresentare il filmLameri-ca». Li ci sono tanti di italiani.«Anche imieiparenti».Eancheimiei.

Governi in allarme:la protesta esplodenel cuore delVecchio Continente

ANTONIO POLLIO SALIMBENI

Eursenza

In Europa i disoccupati sonopoco più di 18 milioni, pari al10,6% della popolazione attiva.Nel 1997, tutte le previsionidanno ormai per scontato chenon ci saranno miglioramenti.

Germania. È il caso più ecla-tante d’Europa. Ormai sfioranoi cinque milioni le persone incerca di lavoro. La disoccupa-zione è al 12,2%, livello rag-giunto nel 1932. È tra il 1992 eil 1993 che la Germania si stac-ca dalla media dei paesi indu-strializzati e la curva della di-soccupazione si impenna. Leindustrie tedesche continuanoa pianificare trasferimenti di produzioni all’este-ro prevedendo di creare 300mila posti di lavoronei prossimi tre anni concentrati nell’Est euro-peo. Tra il 1992 e il 1994 ne sono stati creati all’e-stero 237mila. Il costo del lavoro di un lavoratoretedesco nel settore manifatturiero è il doppio diquello di un lavoratore italiano: 31,88 dollari l’o-ra, pari a 51mila lire. A fine ‘95, un’ora di lavorodi un addetto al settore manifatturiero italianocostava 26.852 lire, in Francia 30.100, in Gran

Bretagna 22.000, in Spagna20.200, in Belgio 43mila lire. Èuna ovvietà, ma vale la pena ri-cordarla: i posti di lavoro creatidalle imprese tedesche all’este-ro non sono stati coperti da te-deschi.

Francia. La disoccupazione èa quota 11,6%. Quella giovanileè al 26,1%. Nel 1992, Francia eGran Bretagna si trovavano allostesso punto: 10%. Cinque annidopo la Gran Bretagna si trova-va al 6,9%, corrispondente apoco meno di due milioni di di-soccupati, la Francia si trovavapoco sotto il 12%. Naturalmen-

te, grazie alla flessibilità del mercato del lavoro ealla sterlina sottovalutata che trainava la crescita.Questa conclusione, però, cancella un dato mol-to importante solitamente tenuto nascosto: l’an-damento demografico. Tra il 1992 e il 1996, lapopolazione attiva francese aumentava di400mila persone. Inoltre, dal 1992 due nuovi im-pieghi su tre erano a tempo parziale. L’istituto diricerca di Parigi il Cerc, ha proposto un nuovo si-stema per valutare lo stato di disoccupazione,

La Scheda

Paeseper paesele cifredella crisi

20SPC20A2003 ZALLCALL 12 20:24:49 03/19/97

20MIL21A2003 ZALLCALL 11 23:01:46 03/19/97

Giovedi 20 marzo 1997l’Unità11L’Intervista

Jacques SanterIl presidentedellaCommissioneeuropearisponde sulleturbolenze diquesti giorni«C’è troppagente cheparla...»«Le sommesi tirano soloalla metàdel 1998»

«Caro Waigel, adessonon si cambia nulla»DAL CORRISPONDENTE

BRUXELLES. Il presidente della Commissione europea,JacquesSanter,nonsembrapreoccupatopiùditantodelleturbolenzecuisonosottopostel’economiaelapoliticaeu-ropea in questi giorni. Quest’intervista nello studio al 120

pianodelBreydel,cominciaconunsorrisoedunabattuta.Signor presidente, perché, quasi ogni giorno, na-

scono voci incontrollabili, allarmi, sul percorso cheporta alla moneta unica? Perché quest’agitazionecontinua?

«Perchéc’ètroppagentecheparla!Aldilàdellabattu-ta, credochelecondizionisianoprecise:c’èunadatafis-sata dal Trattato ed è quella del 1 gennaio 1999, ci sonodei criteri. Si deve lavorare su entrambe le condizioni.Spettaai capidiStatoedigovernoprendereunadecisio-ne nella primaveradel 1998 e, al momento attuale,nonsi è autorizzati a fare alcuna congettura, né sulla data nésulnumerodeiPaesicheparteciperannoall’unionemo-netaria. Nonc’èalcunpregiudizio,mirifiutodigiudica-re apriori questoo quel Paese. Credochespetti aigover-nidilavoraresullabasedelTrattatoedalConsiglioeuro-peodi stabilirechi sarannoiPaesiammessi.Mirifiutodimettere in contrasto tra loro Paesi del Nord e Paesi delSud. Come dice la Bibbia, tutti sono chiamati all’appel-lo, tutti iquindiciPaesidell’Unione. Igoverni fannode-gli sforzi considerevoli, e dei sacrifici importanti, perraggiungerequestorisultatoevannoincoraggiati».

Tuttavia, il ministro tedesco, Theo Waigel, lunedìhafattocertedichiarazioniedimercati...

«Infatti,èdinuovoacausadispeculazionisuquell’in-tervista che i mercati hanno reagito. Ma voglio dirlofrancamente: sono molto fiducioso che la data del pri-mo gennaio sarà rispettata e che un numero significati-vo di Stati membri rispetteranno altrettanto i criteri diMaastricht.Maicomeora,c’è stataunacosìgrandecon-vergenza delle economie europee e delle politichedi bi-lanciodegliStatidell’Unione».

Il presidente del Consiglio, Prodi, ha legato le pro-prie sorti politiche all’ingresso dell’Italia in Europa:sidimetteràsenoncelafaràaconquistare lamonetaunica. Lei, presidente della Commissione, garantedeiTrattati, èdispostoacompierelostessogestose lamonetaunicanonpartiràalladatastabilita?

«Non mi pongo affatto in questa prospettiva proprioperché sono assolutamente convinto che la data sarà ri-spettata.Noncisonoragioniperpensareilcontrario».

IlministroWaigelhamostrato,perlaprimavolta,una certa disponibilità all’interpretazione flessibiledeicriteridiMaastricht.Leichenepensa?

«MaWaigelsiriferivaalcriteriodeidebitoenelproto-collo del Trattato il limite del 60% è fissato come unobiettivodaraggiungereenoncomeunvaloreassoluto.Per il criterio del deficit c’è, invece, il limite del 3%, uncriteriopiùrestrittivo.VaricordatocheicapidiStatoedigoverno, quandosarannochiamatiadecidere, lo faran-nosullabasediduedistintirapporti,unodellaCommis-sione, l’altro dell’Istituto monetario europeo. Nella va-lutazione, si terrà contodi tutti ecinque icriteri.Eanco-ra:quandoicapidiStatoedigovernosi riuniranno,nel-la primaveradel 1998,diciascunoStatosi conosceràgiàil bilancio per quell’anno e, di conseguenza, si avrà unapercezionedellatendenzachesaràtenutainconto».

Sipuòdirechesaràcompiutaunavalutazioneglo-baledellesingoleeconomie?

«Sarà necessaria la valutazione dei criteri e, nello stes-sotempo,laglobalitàdellacondizione».

In altre parole: sarà una decisionedi naturaanchepolitica?

«Io non posso sostituirmi ai leader europei. In politi-ca,unannoèlungo».

Il segretario del Pds, D’Alema, ed il ministro Dini,hannopropostodi introdurrenellaCostituzioneita-lianatuttiqueglielementivoltiadassicurareunasta-bilitàdell’Italiadentrol’Europa.Chenepensa?

«Tuttociòchepuòrafforzareillegameconleistituzio-ni è per noi ilbenvenuto. Ionesonounsostenitorecon-vintoperchéconferisceunapiùgrandeappartenenzadiuno Stato membro all’Unione europea. Voglio aggiun-gereericordarechel’ItaliaèunodeiPaesifondatoridellacomunità,dellaprimacomunità.Considerol’Italiaunodeipilastridiquest‘Unionepoliticaeuropea.

Il «caso Renault» ha scosso un po‘ tutti in Europa.S’èmanifestatoaBruxelles,sabatoperillavorosima-nifesteràaRoma.Cheneèdell’«Europasociale»?

«Il “caso Renault” dimostra che i lavoratori ed i citta-dini attribuiscono una grande importanza all‘ Europasociale.Oggiilproblemaprincipaleèladisoccupazione,ediostessoholanciatol’annoscorsoil«Pattodifiducia»per l’occupazione. La sfiduciadeicittadininascedal fat-to che essi vedono l’esistenza di questa grande Europa,del suo mercato di 360 milioni di abitanti, ma che nonriesce a risolvere il problema del lavoro. Sono ben co-scientechenonèpartendodaBruxelleschesipuòcrearedel lavoro, tuttavia insisto nel credere che l’Europa delgrande mercato, l’Europa delle politiche convergenti,può egualmente aiutare, con una politica dinamica edun effetto moltiplicatore, gli sforzi sul piano nazionale.La Commissione ha proposto di introdurre nel nuovoTrattatoun capitolo sull’occupazione per far si che que-staEuropanonsiasoltantol‘”Europadelgrandemerca-to” o l‘ ”Europa dell’euro” ma, egualmente, l‘ ”Europasociale”».

Daunlatocisonoifamosi«criteri»perdarvitaallamoneta unicae dall’altro che ci sarà?LaparolaMaa-strichtevoca,inmolti,soltantocattivipensieri...

«L’Unione monetaria e l’euro non dovranno essereunfineasestessomalostrumentoperunosviluppoeco-nomico esociale.Bisogna lottare suduefronti:daunla-to l’introduzione della moneta unica, dall’altro l’elimi-nazionedelladisoccupazione».

Presidente, ciò non toglie che l’Europa è vista, avolte,comeunnemicodaicittadini...

«Effettivamente c’è una cattiva percezione. La moti-vazione profonda che ha spinto, 40-50 anni fa, i nostripredecessori a creare una comunità economica, avevaun fine fondamentale: creare un’Europa di pace e nellalibertà.E‘ stato l’obiettivoprincipaleall’indomanidellaseconda guerra mondiale. E‘ stato un successo. Adessobisogna andare alla ricerca di una nuova motivazioneper quest’Europa. Quest’Europa così grande non ha an-cora nemmeno una politica estera e di sicurezza comu-ne, vale adirenongiocaancoraunruolopolitico inrap-portoallasuadimensioneeconomica.L’Europanonde-veesseresoltantoungiganteeconomico».

ParliamodeldolorosoproblemadeiFondistruttu-rali. L’Italia non riesce a spenderli. Finirà che, difronte ai costi imminenti per l’allargamento ad est,questiFondisarannodrasticamentetagliati?

«Noi dovremo presentare il nuovo pacchetto finan-ziariodopolachiusuradeilavoridellaConferenzainter-governativa tenendo conto delle implicazioni dell’al-largamento, dei Fondi strutturali e della politica agrico-la comune. Stiamo già esaminando questi problemi epresenteremo le nostre proposte a metà luglio a condi-zione che il negoziato per adeguare il Trattato di Maa-stricht si concluda con il summit di Amsterdam, il 16 e17giugno».

Lei dice: a condizione che...Vuol dire che non è si-curochetuttofileràliscio?

«E‘ una condizione ma è nell’interesse di tutti rispet-tarequestadata.Certamente,vamessa incontolasitua-zione finanziaria ed economica di tutti gli Stati. I Fondi,a mio avviso, sono un fattore essenziale per la coesioneinterna dell’Unione e devono restare. E‘ vero: siamo difronte ad una sorta di quadratura del cerchio e sarà unesercizio molto difficile la definizione del pacchetto fi-nanziarioallafinedel1998».

Il negoziato per la riforma istituzionale è in altomare.Chefare?

«Speroche aRoma,dovemartedìci saràunariunionespecifica dei ministri degli esteri, lo spiritodel 400ci aiu-terà a superare molti ostacoli. La presidenza olandese èdeterminataadarrivareadunasoluzioneintempoperilsummitdiAmsterdam».

Peròc’è sempre ilvetobritannico.SeLondranonèd’accordo,ilTrattatononsipuòmodificare.

«Ci saranno le elezioni nel Regno unito il 10 maggio ebisogneràtenercontodellaposizionebritannicachiun-quesiailvincitore.Epoi,permiaesperienza,ledecisionisono sempre state prese durante l’ultima notte. Vannoricercatiicompromessisinoall’ultimomomento».

Sergio Sergi

20SPC21A2003 ZALLCALL 12 20:25:30 03/19/97

20VAR21A2003 ZALLCALL 12 22:01:18 03/19/97

LE RELIGIONI Giovedì 20 marzo 1997l’Unità25Le Parole

RiconciliareLa sfidadi farsialtro

ELIZABETH E. GREEN *

Incontro con la filosofa, teorica della differenza sessuale, per parlare del suo nuovo libro

Lo yoga, il respiro, le donneLa spiritualità secondo IrigarayUn galleria di personaggi che raccontano la propria esperienza religiosa. La verginità di Maria? «Un simbolo dellanecessità delle donne di incontrare se stesse e la propria dimensione interiore prima di aprirsi all’altro».

La redazionedei Paoliniunita dice noalla censuraROMA. I giornalisti deiperiodici della San Paolo,riuniti in assemblea ieri nellasede centrale di Milano enella redazione romana,hanno deciso «all’unanimitàe in modo compatto» alcuneiniziative miranti adottenere «chiarimenti» agaranzia della difesa dellaloro «dignitàprofessionale»; a difesadella stessa «naturadell’editore» di cui «tuttisono consapevoli» per«aiutare i lettori ad unavisione più compiuta dellarealtà». L’intento dispaccare le redazioni èfallito. I membri del Cdr, chehanno ritirato le dimissionidopo la fiducia riconfermataall’unanimità, sono statiincaricati di scrivere «unalettera alla proprietà» peravere «chiarimenti sullaproprietà e la gestione deiperiodici», perché non siaintaccata l’autonomia,nonché sulla «commissionedei teologi» che, secondol’inquisitore mons. AntonioBuoncristiani, dovrebbesvolgere «una censurapreventiva». Il Cdr devescrivere una «lettera allaFederazione nazionale dellastampa e all’Ordine deigiornalisti» per fornireun’informazionedettagliata su quanto èavvenuto. In terzo luogo ildocumento approvatoafferma che, rispetto aidubbi dottrinari di mons.Buoncristiani, i giornalistidei periodici sannobenissimo di lavorare per«obiettivi dievangelizzazione». E ciòderiva dalla «natura stessadell’editore». Fanno inoltreosservare che tali «valoricristiani» in un giornalesono stati sempre «illustratiesplicitamente contestimonianze o storie diprotagonisti e concommenti di esperti o,implicitamente, con notizie,rubriche e servizi su fatti eproblemi che possonoaiutare i lettori ad unavisione più compiuta dellarealtà». I giornalisti, quindi,affermano che il loro«autocontrolloresponsabile», per il rispettodei lettori prima di tutto,discende dalla «serietàprofessionale, la cuivalutazione spetta allacoscienza, ai direttoriresponsabili delle testate eai lettori, come peraltro ègià stabilito dal nostroordinamentoprofessionale». Una presa diposizione che sfidal’inquisitore allatrasparenza.

Alceste Santini

In questi mesi c’è un gran lavorio nellechiese delle diverse confessioni intornoalla parola riconciliazione. Infatti la ri-conciliazione è stata scelta come temadella seconda Assemblea Ecumenica Eu-ropea che vedrà unite a Graz (Austria) letre grandi famiglie della cristianità, orto-dossa, cattolica, protestante. Riconcilia-zione non vuoleesseresolounaparola ri-volta all’Europa lacerata da conflitti maanche, forse soprattutto, una parola cheinterpellalestesserealtàecclesiastiche.

Come il profeta Geremia ammonivaun popolo che diceva «pace, pace quan-do pace non v’è», così non può esserci ri-conciliazionese lecosenoncambiano,senon c’è trasformazione. La trasformazio-ne, infatti, è iscritta nella stessa parola ri-conciliazione (katalasso) la cui radice si-gnifica «diventare, farsi altro». L’idea èben espressa da una preghiera Sioux:«Aiutami a non giudicare mai qualcuno,prima di aver camminato 15 giorni neisuoimocassini».

Lariconciliazione, intesacomesupera-mentodelconflitto, instaurazionedell’a-micizia e attuazione della pace, è tantodono di Dio quanto ministero dell’uma-nità. Come dono essa è stata operata daDioinGesù.InGesù,Dioinfatti«sièfattoaltro»: il Creatore si è fatto creatura; loSpirito si è fatto corpo; il tre volte santo sièfattopeccato.L’apostoloPaolo,scriven-do ai Filippesi, lo esprime così: «Egli eracome Dio ma non conservò il suo essereuguale a Dio. Rinunziò a tutto: diventòcome un servo, fu uomo tra gli uomini evissecomeunodiloro».Premessadellari-conciliazione dunque è un Dio che hacamminato nei mocassinodell’umanità.Premessa della riconciliazione è la rinun-cia al potere, al prestigio e alla propriaprospettiva.

Una riconciliazione all’insegna dellarinuncia non può che essere un processocostoso. Dietrich Bonhoeffer metteva inguardia le chiese della Germania nazistacontro una grazia a buon mercato, unagrazia che non costasse niente, che la-sciasse le cose come stavano.Nello stessomodo non esiste una riconciliazione abuon mercato, che non significhi cam-biamento doloroso, messa in questionedi certezze acquisite. Nel pensierodiPao-lo, infatti, la riconciliazione è quasi sem-pre collegata alla morte di Gesù. Così al-trovePaoloscrivecheinGesùDio«havo-luto rifare amicizia con tutte le cose... permezzodellasuamorteincroceDiohafat-topacecontutti».AncheperDiolaricon-ciliazionehaavutoilsuoprezzo.

Riconciliazione come dono sì, ma an-che come ministero o compito che per-corre la strada che Dioha tracciato in Ge-sù: «Abbiate tra voi gli stessi sentimentiche furono in Cristo Gesù» il quale «nonconservò gelosamente il suo essere ugua-le a Dio» ma «rinunziò a tutto». Riconci-liazionechesignificatrasformazione,far-si altro, mettersi nei panni altrui e cam-minareneisuoimocassini.Perqueisetto-ri delle chiese che godono di potere e pri-vilegio, riconciliazione non può che si-gnificare rinuncia, messa in questionedella propria posizione.Processo senz’al-tro costoso e doloroso che è il sine quanon per una riconciliazione autentica-mente evangelica, una riconciliazionechenonlascilecosecomestanno.

* pastora battista

Che cosa unisce Chiara, Miriam, Maria, Gu-glielma e tutte le altre sante, profetesse, madon-ne, donne dello spirito come le abbiamo cono-sciute attraverso la tradizione? Per Luce Irigaray,filosofa, psicoanalista, scrittrice, il fatto che tut-te, proprio tutte, sono donne che respirano. Unrespiro, un soffio che va dal di fuori al di dentro,dal dentro al fuori del corpo, e che ha permessolorodiaccedereaunadimensionespirituale.

Così, per lei che pratica lo yoga tutti i giorni, ilrespiro è il primo gesto che le donne devonocompierepernascereasestesse,latestimonianzadella loro venuta al mondo spirituale, la vera in-carnazione. Il suoultimolibro, inuscita inquestigiorni si intitola non a caso, Il respiro delle donne,e raccoglie un insieme di saggi nel quale Iri-garay ci presenta «i credo al femminile», ov-vero le testimonianze di donne delle più di-verse professioni alla ricerca della loro identi-tà divina.

A interrogarsi sono teologhe come AdrianaZarri ma anche psicoanaliste come Silvia Ve-getti Finzi, autrice di un saggio su Chiarad’Assisi, filosofe come Luisa Muraro, fino aMarie-André Roy, fondatrice in Canada delcollettivo di donne cristiane e femministe«L’altra parola», fedeli alla corrente del fem-minismo americano che fa una revisione cri-tica dei testi della tradizione. Unsaggio molto diverso da quello diuna pensatrice come Carter Hey-ward che rinuncia al principio delDio patriarcale per pensare a Diocome essere in relazione, un Dioche dà l’energia per andare finoin fondo a una relazione, affer-mando che quando siamo in rela-zione, allora, solo allora, Dio c’è.

Infine, c’è lei, Luce Irigaray, cheattraverso una nuova concezionedella verginità e dell’annuncia-zione, ipotizza una redenzionedelle donne, che spiega il mistero del «respi-rare divino».

Luce Irigaray, quale credo accomuna tuttele donne, sante e profetesse che nel corso deisecolihannoavutounrapportocoldivino?

«L’audacia: in ognuna ritroviamo un motivodi audacia sia per realizzare le loro intuizioni e iloro desideri, sia per lavorare a una costruzionedel mondo e dell’umanità. Non si tratta tanto difare come loro, quanto di ricevere da loro unaspintaarealizzaredelleopere».

Perché questo titolo, «Il respiro delle don-ne»?

«L’accento portato sul respiro, che corrispon-de allo spirito, è un segnale, l’indicazione di uncammino per creare ponti tra le diverse tradizio-ni, da oriente a occidente. È il punto da cui ripar-tireperritrovareunospiritononincarceratoear-rivarealrapportouniversaletralevarieculture».

In che modo coppie spirituali comeFrance-sco e Chiara (di cui parla nel suo saggio SilviaVegetti Finzi) si avvicinano alla sua idea dirapporto a due, una coppia dove si dice «Ioamo a te» e non «Ti amo», dove al posto delpossessocisonoseparazioneerispetto?

«Francesco e Chiara non rappresentano esat-tamente questo tipo di coppia. Il punto per menon è semplicemente quello di non essere sotto-poste a un uomo, madicreareuncammino,unostare insiemepernonrinunciarenéasé,néall’al-tro. L’usodel negativo che io faccio - tu nonsaraimaimio-èunmetodo,unavia,perpoterstareas-siemeanchenell’amorecarnale.Percondividereconl’altrobisognaprimacreareildue».

Nelsuosaggiosullaredenzionedelledonne,la suaconcezionedellaverginitàdelladonna,implica unaverginità spirituale come mante-nimento di un proprio respiro. Un’idea che la

portaallanuovainterpretazionedimisterico-mequellodell’Annunciazione.

«Gli uomini hanno pensato per molto tempoche la verginità di Maria fosse legata alla conser-vazione di un imene fisiologico. Gli uomini, inquesto caso, si sono dimostrati dei materialistiunpo’ingenui:hannoconfusointerioritàfisicaespirituale.LaspiritualitàdiMariaèlegataallacul-tura del respiro, all’autonomia del suo soffio.Non si tratta della conservazione passiva di unpezzo di carne. La donna deve stare e divenire insé, non cercare fuori di sé la sua verità. Il misterodell’Annunciazione è questo: mettere l’accentosul respiro, che viene prima di ogni dogma e diognirituale».

La purezza di Maria, il dogma della sua ver-ginità è da sempre un caposaldo della culturadella Chiesa cattolica. Chiesa cattolica chenonhaancoraconcessoilsacerdozioalledon-ne. La messa in discussione di questo princi-pio può essere un punto da cui ripartire pertrovare uno spazio di azione per le donne al-l’internodellaChiesa?

«Ilproblemanonètantoilsacerdozioalledon-ne,quantoil fattocheledonnesonostateprivatedella parola. Se dovessi fare una richiesta alle au-torità religiose, chiederei, per le donne, il dirittoallapredicazione. Il sacerdoziodelledonneall’o-

rigineeraacasa.L’Eucarestiasiface-va a casa. In principio non ci sonochiese. Ma quando Gesù dice “an-date e predicate” gli uomini sonodiventati sacerdoti di una religionesocialeemissionariachecomporta-vaunallontamentodacasa.Questonon significa però che oggi le don-ne non possano riprendere un ruo-lodecisivonellapredicazione».

Ma allora qual è la differenzaprincipale tra spiritualità ma-schile e femminile, un rapportodiverso che le donne realizzano

conil«tu»?«Ilproblemadel“tu”èsemprestatounproble-

ma per il maschile. È stato a causa delle difficoltàa dividere con l’altro il “quiedora”chelaculturamaschile ha rimandato il “tu” nell’aldilà. Ancheoggi i filosofi maschi attenti al “tu”, penso a Bu-ber, Levinas, continuano a trovare il “tu” nonnella donna, accostata a loro, ma a un tu assolu-tamentealtroacuisottomettereladonna».

Lospiritoasfissiantediabolicodicuileipar-la sembra evocare lo «spirito del sacrificio» incui le donne si sono rinchiuse nel corso dei se-coli. In che modo questo si differenzia dal re-spirodivinochedàlibertà?

«Da una parte abbiamo il sacrificio, dall’altrola disciplina. Dico no al sacrificio, sì alla discipli-na. Il respiro che dà libertà è un ritmo, un ritmoche è armonia. Nellacultura possiamoritrovarlonella poesia, non nella ritualità ripetitiva. La li-bertà vera deve essere canalizzata, interiorizzata.È un contenere senza contenere, qualcosa dimoltovicinoallapraticadelloyoga...».

Nel suo saggio si parla dello struggimentodelladonnaperl’amatonel«CanticodeiCan-tici»: un momento in cui la spiritualità fem-minile è già irrimediabilmente «fuori»,proiettatafuoridiséallaricercadiDio.

«Nella cultura orientale è l’uomo che va versola donna. Comunque, anche nel Cantico deiCantici sidice:nonsvegliate l’amore finoal tem-po incui lei neabbia voglia. Il punto ètrovareundiversorapportocolpropriorespiro.Sindallana-scita la fisiologia della donna è diversa da quelladell’uomo,èfattaperportare inséun’altravita.Ètutta lì la differenza. Lo spiegano anche i maestriorientali: ladonnahaunrespiropiùinteriore».

Antonella Fiori

CROCI IN AFFITTO

Il respirodelledonne- Icredoal femminilediLuce Irigarayed. Il Saggiatore

pagine 181 - L. 25.000

Croci di legno da prendere in affitto sono appoggiate suuna parete della Chiesa del Santo Sepolcro sulla viaDolorosa che si trova nella città vecchia di Gerusalemme.Sono a disposizione dei fedeli cristiani che voglionorivivere la passione di Cristo lungo la via al Calvario. Inquesti giorni che precedono la Pasqua si attende unparticolare afflusso di pellegrini nella città simbolo delletre religioni monoteiste.

Chiesa gremita per ricordare il frate cappuccino scomparso venticinque anni fa

E con Padre Mariano Dio arrivò in TvENRICO MENDUNI

Ad Alghero processioni e cori catalani

I riti della Settimana Santacome nella Pasqua del ‘600

Un compactcon il Vangelodi Marco

Roma, Chiesa dell’Immacolata,ore 19. Sergio Zavoli, grande uomodi mass media nonché autorevole«socialista di Dio», commemoravaPadre Mariano, il frate cappuccinocheportòlareligioneintvecheèse-polto proprio qui, in questa chiesascura capitata chissà come nella viaVeneto dei grandi alberghi, dei caf-fè, delle ambasciate. Accanto allatomba un registro aperto, su cui lagentescrive isuoimessaggiochiedeuna grazia, e tante fotografie attac-cate al muro. C’è anche un bime-strale, la «Posta di Padre Mariano»dedicato alla vita di questo singola-repredicatore-oggièincorsolacau-sa di beatificazione - che prima diapprodare alla televisione parlavanei cinema, nei teatri e nelle piazze,poi alla Radio Vaticana e infine eraarrivatoalle trasmissioniradiodellaRai.

Sono passati esattamente venti-cinqueannidallasuamorte(cheav-venne il 25 marzo 1972) ma la chie-saèpiena;frati,suore,signorigiova-ni e anziani tra cui mi sembra di ri-

conoscere qualche anziano Rai, co-me Vittorio Citterich o Piero Tur-chetti, che fu il registadelle trasmis-sionidiPadreMariano,maanchediCampanile Sera, Canzonissima,Giochi senza Frontiere e Rischiatut-to.

Zavoli è perfetto, come sempre.Misurato, commosso, aiutato dauna voce radiofonica, piena dichiaroscuri, racconta la vita delfrate cappuccino che gli fu, inqualche modo, collega: «Abbia-mo fatto lo stesso mestiere» dicee ricorda di quando lo invitò aduna sua famosa trasmissionesportiva, il Processo alla tappa,pensando di ricevere un rifiuto;padre Mariano invece accettò vo-lentieri. Il ciclismo era allora unasudata metafora dell’emancipa-zione sociale; dopo la corsa, i cor-ridori intervistati erano mascheredi fatica e di polvere. Il padre sipresentò soavemente in trasmis-sione, ebbe una parola buona perciascuno, parlò di «Dio nella bici-cletta», raccontò la parabola dei

talenti e non mancò di ricordareche, in un giorno speciale, «gliultimi saranno primi».

Insieme ad Alessandro Cutoloed Alberto Manzi padre Marianoda Torino, al secolo Paolo Ro-saenda, è stato un pilastro dellapedagogia televisiva italiana. Lesue trasmissioni cominciarononel gennaio 1955, con una rubri-ca domenicale che andava in on-da subito dopo la messa, Sguardisul mondo, poi arrivò La posta diPadre Mariano, una rubrica quin-dicinale, alla quale presto si ag-giunse In famiglia e Chi è Gesù,per il quale viaggiò anche in Pale-stina, e La Fede oggi.

Diciassette anni di video, finoalla morte, elevati indici di gradi-mento, per l’estrema semplicità ecordialità della sua parola e l’im-mancabile «pace e bene a tutti!»finale con cui si congedava daisuoi telespettatori. Era nato nel1906, ed era diventato professoredi greco e latino nei licei. Iniziò ilsuo noviziato all’inizio della

guerra, nel 1940. Fu poi cappella-no del carcere di Regina Coeli edell’ospedale psichiatrico roma-no di Santa Maria della Pietà e inquello di Santo Spirito, di nuovoinsegnante, ma stavolta di reli-gione; e dal 1949 cominciò a col-laborare con la radio vaticana.

Pio XII lo ricevette nel 1957.Eccoli, nella foto, il pontefice ro-mano bianco e severo, la boccastretta come una sola linea scura,e il padre cappuccino sorridente.Ma Pio XII di radio e tv ne capivaassai: tre giorni dopo la visita cosìla Segreteria di Stato vaticana cosìscriveva al frate cappuccino:«L’Augusto Pontefice vivamentesi compiace di tanto bene e vo-lentieri si unisce a Lei e a quantisperano che opportune modifi-che di orario offrano a molti fe-deli la possibilità di seguire unarubrica che ha già incontrato va-sto consenso». Per la prima voltaun Pontefice si interessava al pa-linsesto della Rai. La sollecitazio-ne non restò inascoltata.

In occasione della Pasqua ilsettimanale «Avvenimenti»,come messaggio di pace e didialogo, propone ai proprilettori (al prezzo di lire6.500) un compact disc conuna versione «sonora» delVangelo di Marco, il testodistribuito casa per casa periniziativa della Cei, lettodall’attore Walter Maestosi.In omaggio al segno di unitàdel pensiero religioso, ilcompact disc contieneanche antichi canti ebraici,aramaici e yiddishinterpretati dalla cantanteebrea Miriam Meghnagi. E,infine, la registrazionedell’omelia «La pietrasigillata» tenuta l’8 aprile’90 da padre ErnestoBalducci durante lacelebrazione delladomenica delle Palme allaBadia Fiesolana.

ALGHERO. Era il 18 gennaio del1606 quando l’imponente velierospagnolo Santa Maria di Montene-ro,provenientedaAlicanteedirettoa Genova, fu còlto dall’infuriaredella burrasca e naufragò a PortoConte, proprio davanti alle coste diAlghero.Sullanave,chetrasportavaverso il capoluogo ligure 5mila sal-me, un grande carico di lana e unbuon numero di passeggeri, eraconservato in una preziosa cassa uncrocifisso di legno intarsiato, capo-lavoroartisticodeimaestri spagnolichemiracolosamente furecuperatoal naufragio dall’intervento dell’ar-ciprete Mugnaz. Portato nella pri-ma chiesa raggiungibile, davanti al-la spiaggia detta dei cappuccini fupoi trasferito nella chiesa della Mi-sericordia, dove è tuttora gelosa-mente custodito, meta di pellegri-naggiedicultopopolare.

Ed è proprio il Crocifisso dellaConfraternita del Gonfalone il pro-tagonista dei riti della Settimanasanta di Alghero, città che tuttoraconserva l’impronta dell’architet-

tura catalano-aragonese e forti tra-dizioni catalane, a cominciare dallaparlata. Si svolgono quest’anno dal23 marzo alla domenica di Pasqua eriproporranno per le strade, le piaz-ze e le chiese della cittadina le ceri-monie religiose, le processioni, l’ul-tima cena e il lavaggio dei piedi de-gliapostolicosìcomesonostatetra-mandatedallatradizionecatalana.

Le festivitàe le processioni dei ritiriproducono fedelmente, infatti, lecelebrazioni del XVI secolo a co-minciare dalla antica lingua catala-na, così come il dramma sacro delDiscendimento introdotto dai Ge-suiti. I simboli dei riti della Settima-na Santa sono il crocifisso, la cassabarocca con decorazioni in ora incui la statuaeraconservataecheperi fedeli èdiventata insiemeil feretroe la culla del Gesù morto che atten-de la resurrezione; i vessilli e i dipin-ticheapronoleprocessioniegliabi-ti catalani e valenzani dei fedeli chesono il simbolo delle tredici confra-ternite unite per venerare ilcrocifis-so.

20MIL31A2003 20UNI01A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 11 23:29:59 03/19/97

LE CRONACHEGiovedì 20 marzo 1997 8 l’Unità

Gli autoferrotramvieri si fermano per l’intera giornata in tutta Italia per il rinnovo del contratto di lavoro.

Paralisi dei trasporti nelle cittàFermi tram, bus e metropolitanaLa protesta proclamata dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil dopo la rottura delle trattative con Federtrasporti. Ieriannunciato anche un nuovo sciopero generale per il 10 aprile. Chiesta la mediazione di Regioni, sindaci e Anci.

Una perizia decisa dalla Corte d’Appello

Stadio OlimpicoIrregolare l’appaltoalla Cogefarper la ristrutturazione

Londra, ventitreni su mortoper evitareritardiLONDRA. La puntualitàsoprattutto: i macchinisti diuna ventina di treni inglesihanno avuto l’ ordinetassativo di passare a pienavelocità sul cadavere di unadonna suicida, in modo danon provocare ritardi. LewAdams, segretariodell’Unione dei macchinistiferroviari, ha rivelato adessol’episodio sul giornalesindacale «LocomotiveJournal» e ha avuto paroledurissime: «È una cosaspregevole chiedere a gentecon famiglie di passaresopra un cadavere». Lavicenda risale al 6 febbraioscorso quando verso le06:00 una donna diventotto anni si è uccisagettandosi sotto un trenodella linea Shenfield-Southend, vicino Londra. Ilcadavere fu rimosso quattroore dopo. La compagniaprivata Great EasternRailway vista l’ora di puntadecise - di comune accordocon la polizia - di procederecome se nulla fosse. «Ladecisione - ha spiegato unportavoce di ‘Great EasternRailway - è stata presanell’interesse di circa 12.000pendolari. Altrimenti cisarebbero stati ritardi».

Ci si sposterà a fatica, oggi, e soloin auto o a piedi all’interno dellecinte murarie cittadine. Nientetram, niente autobus, niente me-tropolitane. Si prevede veramenteun giovedì nero per il trasportopubblicolocale.Scioperanoinfattiper tutta la giornata, anche se conorari e modalità che cambiano dacittà a città, i lavoratori della cate-goria degli autoferrotramvieri,cioèautisti, controllori,meccanicieimpiegati.

Lo sciopero è stato proclamatodai sindacati confederali dei tra-sportidopolarotturadelletrattati-ve per il rinnovo del contratto dei125milalavoratoridelsettore,sca-duto da oltre 14 mesi. Il tentativodi mediazione compiuto dal Go-verno non è riuscito ad ammorbi-dire le posizioni, che, anzi, sem-brano essersi addirittura allonta-nate.

Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasportihanno confermato ieri anche unaseconda giornata di sciopero na-zionale della categoria, previstoper giovedi’ 10 aprile. E hanno ac-compagnato l’annuncio dellanuovamobilitazionegeneraleconunaletteraaperta inviataallaCon-ferenza dei presidenti delle Regio-ni, all’Ancieaisindacidellegrandiaree metropolitane «affinché in-tervengano per sbloccare la ver-tenza contrattuale nel quadro del-le competenze che lo Stato delegaalleautonomielocali».

«Le ragioni della rottura - sostie-ne il segretario generale vicariodella Filt-Cgil, AlfonsoTorsello, inuna nota - vanno ricercate nellavolontàdelle associazioni datoria-li di applicare un diverso tratta-mento economico e normativoper i neo-assunti, ma se ci sono sa-crificidafareandrannofattidatut-ti i lavoratori, non possono esseresolo i giovani a pagare le conse-guenze del disastro finanziariodelleaziendeditrasportopubblicolocale». Per risanare - secondo ilsindacato - si dovrebbe invece in-

tervenire sulla gestione aziendale,sull’organizzazione del lavoro esullevariecomponentidelcostodiesercizio.

«Per la parte economica - ag-giunge Torsello - il sindacato haaderito alla proposta del governocheèsimileaquelladeimetalmec-canici. E si è reso disponibile a tro-vare soluzioni che riducano strut-turalmenteilcostodellavoroecherallentino la dinamica di crescitadelle retribuzioni». Nell’attualecontratto, insiste, «ci sonoflessibi-litànonutilizzatedalleaziendeperpropria incapacità, èprevisto unorario di 39 ore settimanali conuna flessibilità su 11 settimane esonoprevistetutte leformedicon-tratti atipici: formazione lavoro,tempodeterminato,part-time».

Secondo la Federtrasporti inve-ce la rottura non sarebbe da impu-tare ad una «posizione preconcet-ta delle associazioni datoriali»,«bensì per quattro motivi princi-pali». Ed elenca: minori risorse adisposizione del trasporto, la posi-zionedelsindacato(lecuirichiestecomporterebbero costi per millemiliardi) indisponibile a introdur-re strumenti che consentano unrecupero del costo del contrattoagendo sulla organizzazione dellavoro e su meccanismi retributividiversi per il personale da assume-re, la pressante esigenza di conte-nere il costo del lavoro (73milioniper addetto) e l’impossibilità perRegioni, Province e Comuni dimettereadisposizionerisorseperilcontratto.

A parte la questione del «salariod’ingresso»per ineo-assunti, ci so-no peròanchealtrimotividi scon-tro edipreoccupazionedei lavora-tori dei trasporti locali. E che ri-guardano appunto il restringersidelle risorse trasferite alle aziendedel trasporto locale. Per questo isindacati ieri hanno chiesto l’ap-poggio e la mediazione delle asso-ciazioni dei Comuni, dei sindaci edeirappresentantidelleRegioni.

ROMA La Cogefar Impresit, socie-tà del Gruppo Fiat, non avrebbedovutogestiregliappaltiperilavo-ri di ristrutturazione dello stadioOlimpico di Roma, in vista deicampionati mondiali di calcio diItalia‘90.

È questo il risultato che emergeda una perizia che porta la firmadell’ingegner Giuseppe Dolce, alquale la terza sezione penale dellaCorte d’Appello di Roma, il 12 di-cembre scorso, attribuì il compitodi stabilire se fu regolare la proce-dura adottata dal Coni. Procedurache decise di assegnare alla Coge-far quei lavori il cui costo, inizial-mente fissato intorno agli 80 mi-liardi di lire, «lievitò» fino a rag-giungere la quota di oltre 200 mi-liardi.

Per Dolce l’iter che è stato segui-to non fu regolare, perché era piùvantaggiosa l’offerta economicaavanzatadall’impresaIcori. Ilperi-to-cheillustreràlesueconclusioninell’udienza già fissata per il 28marzo prossimo - ha dovuto ri-spondere a tre quesiti che la Cortehapostoindibattimento,al finedipoter valutare la posizioneproces-sualedegli imputati, tra iquali l’at-tuale presidente del Coni, MarioPescante, e il suo predecessore Ar-rigo Gattai, già assolto in primogrado dall’accusa di abuso d’uffi-cio dai giudici del Tribunale di Ro-ma.

Oltre ai due massimi dirigentidel comitato olimpico, sono im-putati anche Maurizio Mondelli(anche membro della commissio-ne aggiudicatrice), Bruno Grandi,Primo Nebiolo, Agostino Omini,Gustavo Tuccinei, Enrico Vinci,Francesco Zerbi, Giorgio Besi, Ste-fano Bovis, Gino LoGiudiceMon-cada, Leo Finzi, Vincenzo Scionti,Franco Vollaro, e Luciana Vagno-ni,tuttiassoltiinprimogrado.

Nel ritenere sopravvalutati «in-giustificatamente e erroneamentei parametri relativi ai costi di ma-nutenzione rispetto al parametro

prezzo» compiuti dal Coni, l’inge-gner Dolce ha spiegatoche i criteridi valutazione furono predispostidalla commissione aggiudicatricein maniera incompleta e, in ognicaso, non tali dagarantire il rispet-to delle prescrizioni precedente-menteindicatenelbandodigara.

Per ilperito«lacommissionede-terminò i criteri di valutazione inviapreventivarispettoall’assegna-zione dei punteggi alle imprese ingara per aggiudicarsi l’appalto, matale determinazione fu effettuatainmodoincompleto»alpunto«dalasciare anche discrezionalità allevalutazioni che i commissariavrebbero successivamente effet-tuato».

L’ingegner Dolce ha quindi af-fermato, nella sua perizia, che «imetodi adottati nell’attribuzionedei punteggi e l’ordine decrescen-te di importanza attribuito dallacommissione ai parametri di valu-tazione delle offerte (prezzo, valo-retecnico,costodimanutenzione,tempo di esecuzione) presentatein concreto», non sarebbero statiregolari.

In sostanza, la commissionenonavrebbefattoinecessaricalco-li,dacuipoisarebbeemersaun’esi-gua differenza tra le offerte in garae avrebbe dovuto assegnare l’ap-palto all’impresa (la Icori,ndr) cheaveva presentato l’offerta econo-micapiùvantaggiosa».

Queste conclusioni saranno va-lutate dalla Corte d’Appello all’u-dienza del 28 marzo prossimo. In-tanto, la Cogefar Impresit si di-chiara «totalmente estranea allavicenda relativa alle irregolaritàdei lavori allo stadio Olimpico».Lo ha precisato la società con unanota diffusa, in cui sottolinea co-me all’epoca dei fatti «gli appaltifossero gestiti dalla Cogefar delgruppoRomagnoli.Lafusioneconla Fiatimpresit è successiva e quin-di improprio - conclude la notadella Cogefar Impresit - citare inpropositoilgruppoFiat».

Revocata agitazionecontrollori a CiampinoI sindacati (Cisl, Uil e Licta) hanno revocato lo sciopero deicontrollori di volo in programma dalle 11.30 alle 15.30 didomani, venerdì 21 marzo, nel centro regionale di assistenza alvolo di Roma Ciampino. Lo ha reso noto l’Enav, Ente nazionaledi assistenza al volo precisando che la revoca è giunta a seguitoalla ripresa di una trattativa in sede aziendale.Intanto l’Ibar, l’associazione dei vettori italiani e stranieri cheoperano in Italia proprio ieri si è appellata al ministro ClaudioBurlando per sottolineare come i frequenti annunci di scioperinegli scali italiani finiscano con il danneggiare in modo grave itrasporti anche quando, come nell’ultimo caso, le agitazionivengono revocate. L’effetto degli annunci di agitazionisarebbe infatti molto spesso negativo quanto un vero eproprio sciopero.

La Ford smette la produzione: «Non vende»

Thunderbird addioVa in pensionel’auto dei Beach Boys L’ANELLO D’ORO.

VIAGGIONELLE ANTICHECITTÀ RUSSE

(minimo 25 partecipanti)Partenza da Milano e da Roma il 20giugnoTrasporto con volo Alitalia e SwissairDurata del viaggio 10 giorni (9 notti)Quota di partecipazione L. 2.590.000Visto consolare L. 40.000(supplemento partenza da Roma Lire45.000)L’itinerario: Italia/Mosca-Kostroma-Vladimir (Sudzal)-Mosca-Novgorod-SanPietroburgo/ItaliaLa quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali in Italia eall’estero, i trasferimenti interni conpullman privati, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 4 e 3 stelle,la pensione completa, tutte le visitepreviste dal programma, unaccompagnatore dall’Italia.

VIAGGIONELL’INDIA DEL SUD

(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Roma il 27 aprile - 1°giugno - 21 settembre e 5 ottobreTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 17 giorni (15 notti)Quota di partecipazione L. 4.470.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Bombay-Goa-Badami(Hampi)-Hospet (Belur-Halebid)-Mysore-Bangalore-Madras (Kanchipuram-Mahabal ipuram)-Madurai-Per iyar(Kottayam-Allepey)-Cochin-BombayItaliaLa quota comprende:Volo a/r, leassistenze aeroportuali a Roma eall’estero, il visto consolare, itrasferimenti interni in aereo, in pullmanprivati con aria condizionata, lasistemazione in alberghi a 5 e 4 stelle, lasistemazione in guest house statale a

Hospet, la mezza pensione, tutte le visitepreviste dal programma, l’assistenzadelle guide locali indiane di linguaitaliana e inglese, un accompagnatoredall’Italia.

BERLINO LIPSIADRESDA E PRAGA

IGRANDI MUSEI DELL’EST EUROPEOE LA DIVINA MUSICA DI BACH

(minimo 25 partecipanti)Partenza da Milano il 12 luglio e il 23agosto.Trasporto con volo di linea.Durata del viaggio 8 giorni (7 notti).Quota di partecipazione L. 2.250.000.supplemento partenza da RomaL. 100.000Itinerario: Italia/Berlino (via Zurigo)(Potsdam)-Dresda-Lipsia-Praga/Italia(via Zurigo).La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano, aRoma e all’estero, i trasferimenti internicon pullman privato, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 3 e 4 stelle,la prima colazione e tre giorni in mezzapensione, gli ingressi al PergamonMuseum e alla Gemäldegalerie diBerlino, al Museum der Bildelden Kunstedi Lipsia, alla Gemäldegalerie di Dresda,alla Narodni Galerie e al Klaster Sv. Jir diPraga, tutte le visite delle città previstedal programma, una serata di musicabachiana a Lipsia, un accompagnatoredall’Italia.Il viaggio sarà accompagnato ancheda un giornalista de l’Unità espertod’arte.

VIAGGIONEL SUDAFRICA DI

Nelson Mandela(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Milano il 1° agostoTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 12 giorni (9 notti)

Quota di partecipazione L. 5.100.000Tasse aeroportuali L. 45.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Johannesburg (viaFrancoforte) (Soweto-Pretoria)-Mpumalaga-Sabi Sabi (Parco Kruger)-Johannesburg-Cape Town (Capo diBuona Speranza)/Italia (via Francoforte)La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano eall’estero, i trasferimenti interni in aereo econ pullman privati, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 4 e 3 stelle,in bungalows di categoria lusso nellariverva Sabi Sabi, la prima colazioneall’inglese (eccettuato nella riserva),quattro giorni in mezza pensione e duegiorni in pensione completa, tutte levisite previste dal programma,l’assistenza delle guide locali di lingua edi ranger nel Parco Krüger, unaccompagnatore dall’Italia.

VIAGGIOIN NEPAL E IN TIBET

(minimo 15 partecipanti)

Partenze da Roma l’11 giugno - 6agosto e 6 settembreTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 15 giorni (13 notti)Quota di partecipazione:giugno e settembre L. 5.200.000agosto L. 5.900.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Roma eall’estero, il visto consolare tibetano, itrasferimenti interni in aereo e in pullmanprivati, la sistemazione in camere doppiein alberghi a 5 e 4 stelle, in lodge (3stelle) al Gaida Naturalistic Park, lapensione completa in Nepal e in Tibet, laprima colazione a Karachi, tutte le visitepreviste dal programma, l’assistenzadelle guide locali pachistane, tibetane enepalesi, un accompagnatore dall’Italia.

VIAGGIONELLA CINA

DELLE GRANDIDINASTIE

(minimo 15 partecipanti)Partenza da Milano e da Roma il 14giugno - 12 luglio 9 agosto e 4 ottobreTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 12 giorni (10 notti)Quota di partecipazionegiugno e luglio L. 3.500.000agosto L. 3.920.000Partenza di ottobre L. 3.520.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Pechino-Xiang-Shanghai-Nanchino-Pechino/ItaliaLa quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano, aRoma e all’estero, il visto consolare, itrasferimenti interni in treno, aereo e inpullman privati, la sistemazione incamere doppie in alberghi a 4 e 3 stelle,la pensione completa (la mezzapensione il giorno di arrivo), tutte le visitepreviste dal programma, l’assistenzadella guida nazionale cinese di linguaitaliana e delle guide locali, unaccompagnatore dall’Italia.

PRAGA(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Milano il 24 Aprile - 1°maggio - 14 agosto - 30 ottobreTrasporto con volo di linea SwissairDurata del viaggio 5 giorni (4 notti)Quota di partecipazioneaprile e maggio L. 1.465.000agosto e ottobre L. 1.400.000supplemento partenza da Roma L. 40.000L’itinerario: Italia/Praga (via Zurigo)(Karlestejn-Konopiste)/Italia (via Zurigo)La quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Roma, Milanoe all’estero, i trasferimenti interni conpullman privati, la sistemazione incamere doppie presso l’hotel Holiday Inn(4 stelle), la mezza pensione (compresa

la cena in battello), tutte le visite previstedal programma, un accompagnatoredall’Italia.

ITINERARION ATURALISTICO

IN IRLANDA(minimo 15 partecipanti)

Partenza da Milano il 22 giugno - 20luglio - 10 e 31 agostoTrasporto con volo di lineaDurata del viaggio 8 giorni (7 notti)Quota di partecipazione L. 2.400.000Supplemento partenza luglio e agostoL. 100.000Tasse aeroportuali lire 15.000(supplemento su richiesta per partenzada altre città italiane)L’itinerario: Italia/Dublino (Wicklow-Wexford)-Waterford (Cork)-Baltimore-Killarney (isola di Skelling)-Limerich(Burren)-Dublino/ItaliaLa quota comprende: volo a/r, leassistenze aeroportuali a Milano eall’estero, i trasferimenti interni conpullman privati e traghetti, ilpernottamento in camere doppie inalberghi a 3 stelle, la mezza pensione, lavisita guidata del Killarney National Park,tutte le visite previste dal programma,l’assistenza della guida locale irlandesedi lingua italiana in Irlanda per tutta ladurata del viaggio.

I VIAGGI PER I LETTORII PAESI, LE GENTI, LE STORIE, LE CULTURE, LE CURIOSITÀ E I GRANDI MUSEI

E-MAIL: L’UNITA’[email protected]

MILANO - Via Felice Casati, 32Tel. 02/6704810 - 6704844

NEW YORK. Tramontodi un mito: laleggendaria Thunderbird che neglianni cinquanta fece sognare milionidi giovani americani è stata mandatain pensione dalla Ford. «Non vende-vapiùabbastanza»sisonogiustificatigli executive della casa automobili-stica di Detroit annunciando il ritirodallacircolazionedellamiticadecap-pottabile cantata dai Beach Boys. In-trodotta nell’epoca aurea del secon-do dopoguerra la Thunderbird si eraguadagnata l’affettodi interegenera-zioni. Era diventata un simbolo dellaspensieratezza anni cinquanta sul-l’ondadellamusicadelcomplessoca-liforniano che la immortalò in unacanzone: «She’ll have fun, fun, funtill her daddy takes the T-birdaway».Ma i capelli dei Beach Boys ingrigi-scono, i figli del baby-boom invec-chianoeanchesullaThunderbirdpe-sano gli anni: dopo oltre quattro de-cenni digloria, le esigenzedelmerca-to hanno prevalso e la produzionedella decappottabile è arrivata al ca-polinea: il modello 1997 sarà l’ulti-mo.Eraentrata inservizionel1954:asettembre, congliultimibaglioridel-l’estate.«Diversamentedallealtrede-cappottabili prodotte in catena dimontaggio aveva il doppio tettucciodimetalloedistoffa»,ricordaEugeneNelson, ingegnere alla Ford e tesorie-redell’AmericanThunderbirdClub.

Inizialmentenonfuunsuccesso: il

primo anno del modello a due postise ne vendettero appena 14 milaesemplari. La Ford rispose introdu-cendo nel 1958 il sedile posteriore.Nel 1960 lo acquistarono in 90 mila,che nel 1977 arrivarono al record dei322 mila al volante. Nel 1996, dopoquasi 20 anni di successi, nel 1996 levendite di Thunderbird hanno subi-to un netto calo: 80 mila auto, il 24per cento in meno rispetto all’annoprecedente. E i dirigenti della Fordnon hanno avuto dubbi sull’oppor-tunità di ritirarla dalla circolazionenel quadro di un programma di ri-strutturazione del colosso di Detroitche porterà a 2500 licenziamenti.Con la decappottabile del baby-boom se ne sono andate anche laMercury Cougar, il furgone AerostarelaProbe:«Quattromodelli inunan-no solo: a mia memoria non era maisuccesso, ma è così che vuole il mer-cato», ha commentato amaramenteil presidente della Ford auto JacquesNasser. Ai fan in lutto della Thunder-bird i dirigenti di Detroit hanno la-sciatounospiraglio:«Ilsuonometor-nerà in una forma o nell’altra». Ma ipareri raccolti non incoraggiano allasperanza: «Se la resusciteremo saràper esigenze di mercato», ha com-mentato Nasser.E semai tornerà«onthe road» la mitica Thunderbird deiBeach Boys sarà «un modello sporti-voaproduzionemoltolimitata».

PRECISAZIONEPer un errore di battitura di cui ci scusiamo con i lettori e con l’inte-ressato, ieri nel box sulle reazioni alla concessione degli arresti domi-ciliari a Priebke il parere di Riccardo Pacifici, consigliere della Comu-nità ebraica di Roma, è stato involontariamente travisato in un pun-to. «Vorremmo - risultava dire Pacifici sul nostro giornale - che l’exufficiale nazista, prima delle prossime celebrazioni delle Fosse Ardea-tine, si rechi a rendere omaggio alle vittime». In realtà Pacifici avevadichiarato il contrario. Ed in particolare detto: «Siamo a sei giornidall’anniversario delle Ardeatine e non vorremmo che prima dellariapertura del processo il signor Priebke vada ad inginocchiarsi al sa-crario per un’azione strumentale».

20MIL32A2003 20UNI01A2003 FLOWPAGE ZALLCALL 11 00:52:17 03/20/97

LE CRONACHE Giovedì 20 marzo 1997l’Unità11Una ragazza di 17 anni ha perso la vita e un’altra è gravissima. Nulla di grave per gli altri sei a bordo

Cappotta la jeep della scolarescaGiovane sarda muore in gita a TunisiUna della Land Rover affittate per l’escursione è uscita di strada per cause ancora ignote e si è capovolta. Da Milano è parti-to un aereo con medici a bordo per riportare in Italia i feriti. La gita era stata organizzata dal liceo «Lussu» di sant’Antioco.

Su uno yatch tenevano un quintale di «olio»

Due italiani arrestatia Palma di Majorcaper traffico di drogaUno si impicca in carcere

CAGLIARI. «Mamma, non ti trovomai, domani andrò a fare un’e-scursione nel deserto». È l’ultimomessaggiodi SolideaElias, studen-tessadi17anni,allasegreteriatele-fonica. Ieri,duranteunagitascola-stica, ha trovato la morte in un in-cidentestradalesullapistaperl’oa-si di Tamerza. Sua madre, appresala notizia, ha ripetuto per tutto ilgiorno incredulaad amici e paren-ti: «Mia figlia si è addormentataprofondamente, aspetto solo chepadrePiomelasvegli».

UnagitascolasticainTunisiasiètrasformata per un gruppo di stu-dentidiSant’Antioco,piccolocen-tro in provincia di Cagliari, in unatragedia. Solidea Elias è morta perle ferite riportateeunasuacompa-gna di scuola, Francesca Sulas, an-che lei diciassettenne, è ricoveratain gravissime condizioni, con untrauma cranico, all’ospedale diSfax.

La sua prima gita

Solidea Elias, che viveva con lamadre e il fratello a Sant’Antioco,sulla costa occidentale della Sarde-gna, frequentava laVliceoscientifi-co e partecipava per la prima voltaauna gita con i suoi compagni discuola. Le due ragazze coinvoltenell’incidente facevano parte di

una comitiva di novanta studentidel Liceo scientifico e Istituto magi-strale «Emilio Lussu». L’incidente,hariferitoalleautoritàconsolari ita-liane ilprofessorMarianoGala,unodegli insegnanti che accompagna-vaglistudenti,èavvenutosullastra-da tra Tozeur e l’oasi di Tamerza.Una delle Land Rover prese in affit-to, che aveva a bordo otto ragazzi, èuscita di strada per motivi ancorasconosciuti e si è capovolta. SolideaEliasèmortaalle16dopoil ricoveroin ospedale a Tozeur, la sua compa-gna, Francesca Sulas, è ricoveratanel reparto di rianimazione. Nondestano preoccupazioni, invece, lecondizioni degli altri sei ragazzi chesitrovavanoabordodelfuoristrada:Luisella Linzas, Ramona Zedda, Fa-brizio Moi, Giorgio Puddu, Ema-nuelaRiccieCarloPusceddustannobeneenonhannoriportatoferite.

Colonna di fuoristrada

Le due Land Rover degli studenti,ha riferito un altro insegnante,Giu-seppe Calderone, facevano parte diuna colonna di otto fuoristrada: al-l’improvviso una delle vetture hasbandato ed è precipitata in unascarpata. Solidea Elias e FrancescaSulas sono state sbalzate fuori dal-l’abitacolo, mentre gli altri sei stu-denti intrappolati all’interno della

vettura sono rimasti illesi. Da Mila-no è partito un aereo con una équi-pe medica di primo soccorso del-l’Europe Assistance, che valuteran-no la possibilità di trasferire even-tuali feriti in Italia. L’aereo può tra-sportaredodicipersoneetrebarelle,l’équipe sanitaria è guidata da Giu-seppe Fontana, accompagnato daaltri due medici specializzati. Glistudenti sardi erano partiti lunedìscorso per un viaggio di istruzionedi sei giorni in Tunisia. Secondo leprime informazioni raccolte, glistudentisoggiornavanoinunalber-go di Tozeur, dopo aver fatto tappa,neigiorniscorsi,adHammamet.

Un fuori programmaIeri alcuni ragazziavevanodeciso

di fare una gita fuori programma.Noleggiate due Land Rover si eranodiretti all’oasi di Tamerza, meta tra-dizionale delle escursioni turisti-che. La gita, come ha precisato GigiBallocco, il titolare dell’agenzia diviaggio «Present» che aveva orga-nizzato la vacanza-studio per glistudenti,noneraprevistanell’itine-rario offerto.«Molti turisti - aggiun-ge Gigi Ballocco - affittano mezzi eguide locali per andare a visitare ledune di Tabass, ma questa escursio-ne non faceva parte dei programmiconcordati con il gruppo scolasti-co».Gliottoragazzisieranoseparati

dalrestodellacomitivaperraggiun-gerla, il giorno successivo, a Tozeur.Ieri,quandogiàleagenziedistampaavevano diffuso la notizia della tra-gedia, i compagni di scuola di Soli-deaEliaseFrancescaSulasnonsape-vano ancora dell’incidente di cuierano state vittime le due ragazze e,a tarda sera, la notizia non era stataancoracomunicataufficialmenteairesponsabili del liceo Emilio Lussu.Le cause che hanno provocato l’u-scita di strada e il capovolgimentodella Land Rover sono ancora dachiarire.

Senza accompagnatoreLe informazioni giunte dalla Tu-

nisia sono frammentarie e hannocreato interrogativi e perplessità.Sembra che i ragazzi fossero partitiper l’escursione nel deserto da soli,senza nessun accompagnatore.«Ottominorenniingiroperildeser-to, senza un adulto, è un episodioche dovrà essere spiegato», ha com-mentato il fratello di Solidea Elias,Fabrizio. I familiari della ragazzahanno cercato ieri, inutilmente, dipartire per Tunisi, dove è in corsouna festa nazionale, che coinvolgel’interapopolazionepertregiorni,eche ha praticamente bloccato i voliciviliperlacapitale.

Felice Testa

VIAREGGIO. Due italiani sono sta-ti arrestati nel mare di Palma diMaiorca, nell‘ ambito di un‘ in-chiesta della procura di Lucca, etrovati inpossessodioltreunaton-nellata di olio di hascisc destinatoa Viareggio. Uno di loro si è uccisonei giorni scorsi nel carcere dellalocalità balneare spagnola, impic-candosi alle sbarre della cella, pri-macheilmagistrato italianochesiera recato a interrogarlo potesseincontrarlo.

Partiti da ViareggioA darne notizia, solo ieri pome-

riggio, è stato il sostituto procurato-re di Lucca Domenico Manzione,appenarientratodallaSpagnaalter-mine della propria rogatoria. Il ma-gistrato, che coordina le indaginidella squadra mobile lucchese e delcommissariatodiViareggio,nonhavoluto rivelare inomidei due italia-ni, per non compromettere l‘ in-chiesta.

Secondo quanto è stato possibilericostruire, l‘ imbarcazione su cui sitrovavano idue arrestati, unoyachtd‘ altura immatricolato in Italia eproveniente dal Marocco, è stataposta sotto sequestro dall‘ autoritàgiudiziariaspagnola.

Dalriserbodegli inquirentièperòtrapelato che il traffico coinvolgevaanche alcuni spagnoli. Secondo in-

discrezioni non confermate, anchealcuni membri della stessa Guardiacivil spagnola risulterebbero coin-voltinell‘ inchiesta.

Le indagini nascono dal ritrova-mento,allafinedelloscorsosettem-bre, di 30 chili di hascisc su un‘ im-barcazioneall‘ imboccaturadelpor-todiViareggio.

La via della drogaUno dei due italiani presi Palma

di Maiorca - quello che poi si è ucci-so - nei mesi scorsi fu arrestato sem-pre a Viareggio perchè trovato inpossesso di una certa quantità distupefacenti. Ma poi venne rimessoinlibertà.

Il giovane venne pedinato e con-trollatoavista.Eproprioseguendoisuoi contatti e i suoi spostamenti, lapolizia italianaequellaspagnolaso-no arrivate ad eseguire gli arresti inSpagna, bloccando lo Yatch caricodihashish.

Sulle carte nautiche trovate nellasala carteggio dell‘ imbarcazione,ha detto il sostituto procuratoreManzione, «sono state trovate se-gnate le rotte tracciate tra il Maroc-co, la Spagna e Viareggio, dove pre-sumibilmente era atteso il caricodell‘olio».

Le indagini stanno ora cercandodi appurare chi fossero i destinatarideltraffico.

Adottatala bimbascomparsa?

La «Bka» polizia federaletedesca, con sede aWiesbaden, ha reso notooggi di avere ricevuto unarichiesta dall’Interpol diRoma relativa al caso diAngela Celentano, la bimbascomparsa sul monte Faitolo scorso agosto. Ilportavoce, ha giustificato ilritardo con cui la notizia èstata confermata conl’esigenza di tradurre idocumenti in linguastraniera. La richiesta siriferisce a una traccia checonduce in Germania e nonseguirebbe la pista pedofilama quella del rapimento afine di adozione. Unasegnalazione ipotizza lapresenza della bimba in unpaese tedesco, gliinvestigatori italianimantengono il più assolutoriserbo.

I ragazzi, pugliesi, hanno tentato di salvarsi a vicenda: la corrente li ha portati via

Tre giovani archeologi in gita in Abruzzoannegano travolti dalle acque dell’OrtaLa prima a scivolare in acqua è stata una ragazza, seguita da una sua amica e dal fidanzato di quest’ultima.Frequentavano l’università a Pescara: stavano effettuando scavi sui resti di un insediamento longobardo.

MISSIONARIO UCCISOTangentiSentito oggisindaco Andi BattipagliaBATTIPAGLIA (Sa).Saràascoltato, questopomeriggio alle 16,30, ilsindaco di An diBattipaglia, FerdinandoZara, travolto da unainchiesta che ha portatoall’arresto di nove fraamministratori edimprenditori locali e alcoinvolgimento di altrepersone, fra cui la moglieed il fratello del primocittadino ed il vicesindaco,Pasquale d’Alessio.«Erano due anni che ildottor Zara chiedeva diessere ascoltato daimagistrati», dichiara il suodifensore, l’avvocatoGiuseppe Tedesco, «erastato raggiunto già da dieciavvisi di garanzia in questidue anni di mandato, mamai, nonostante le ripetuterichieste i giudici loavevano ascoltato. Questavolta finalmente potràchiarire la sua posizione».Il sindaco, come altripersonaggi inquisiti inquesta tangentopoli checoinvolge in pieno An, èagli arresti domiciliari esubito dopo la notifica delprovvedimento ha iniziatouno sciopero della fame.Ha dichiarato che i suoisono stati atti politici e chepoliticamente ne deverispondere.Al suo difensore haconfessato di aver pauradella camorra, diquell’intreccio fra politica,malavita ed affari che luisostiene di avercombattuto.Nell’indagine sono finiteper ora 14 persone, tra gliinquisiti anche ilpresidente, PasqualeRossini, della squadra di A2di pallacanestro, la«Jcoplastic», per la vicendadel «tendone» che loscorso anno si volevacostruire a Battipaglia perfar disputare le partite dicampionato.Pasquale Rossini, dopol’elezione in una lista,«forza Battipaglia», èconfluito in An ed in breveè anche diventato ilcapogruppo consiliare.

PESCARA. La prima a scivolare nelfiume è stata Eva, una ragazza di 28anni. Non un grido, non una richie-sta d’aiuto, mentre spariva nell’ac-qua gelida dell’Orta. La prima ad ac-corgerseneèstataLucia,unasuaami-ca, che si subito tuffata per aiutarla,per tentare di tirarla fuori, e infine ilfidanzatodiquest’ultima,MarcoAn-tonio. All’inizio sembrava che ce l’a-vesse fatta a raggiungere almeno Lu-cia. Poi, invece, le difficoltà sono cre-sciute Hanno lottato ancora qualchesecondo, poi più nulla. Troppo fortela corrente, troppo fredda l’acqua.Tre ragazzimortiperunatragica fata-lità. Ce n’erano altri quattro lì, sulgreto del fiume. Loro amici, dellostesso gruppo. Terrorizzati, ma nonal punto di tentare ancora un salva-taggio: avrebbero solo aumentato ilnumero delle vittime. Hanno subitochiesto aiuto, chiamato i carabinieri,nonpotevanofaraltro.

Eranostudentiuniversitari,facoltàdiarchitetturaaPescara,etuttiiscrittial locale «Archeoclub», un’associa-zione di volontari che organizza visi-teescaviinsitiarcheologici,nonsolodell’Abruzzo. I tre ragazzi, tutti pu-

gliesi, si erano trasferiti in Abruzzoper frequentare l’università. Il grup-po, settepersone, erapartito ierimat-tinadaPescara,direttoaSanTomma-so di Caramanico, in località «i Lu-chi», nella valle del fiume Orta. Unamattinata trascorsa a scavare, tra i re-sti di insediamenti longobardi, allaricerca di qualche repertosfuggitoal-le precedenti visite nel cantiere di al-trigruppidiarcheologi.

Poi la pausa per il pranzo. E dopopranzo una passeggiata lì intorno.«Perchénonscendiamogiù,sulgretodel fiume?» Proposta accolta. Senzafretta,ilgrupposimetteinmovimen-to. Lucia Capocchiano, 29 anni, eMarcoAntonioFlorio,di27,entram-bi di Foggia, precedono gli altri. EvaGiuliano,28anni,ancheleipugliese,madiSanSevero,èpochimetridietrodiloro.Poiglialtri.

Ad innescare la tragedia è stata EvaGiugliano, che si è avvicinata al fiu-meperchévolevabagnarsiipiedi.Manelfarlo,dopoessersitoltalescarpe,èscivolata su una pietra ed è caduta inacqua,inunazonascoscesaemelmo-sa, probabilmente dopo aver battutola testa ed esser dunque svenuta. E

l’acqua, in un attimo, l’ha inghiotti-ta.

Lucia Capocchiano si è resa imme-diatamente conto del pericolo chestava correndo la sua amica e senzapensarci su si è tuffata dove aveva vi-sto scomparire il corpo della ragazza,ma anche lei è stata vinta dalla cor-rente. L’ultimo a saltare in acqua èstato Marco Antonio Florio, fidanza-to di Lucia. Gli altri ragazzi del grup-po l’hanno visto raggiungere Lucia,tentare di afferrarla per un braccio,annaspare, ealla finescomparire,an-che lui. «Quello è un brutto trattodelfiume - ha commentato in serata unmaresciallo dei carabinieri che hapartecipato ai soccorsi -, ci sono gros-si dislivelli di fondale, si passa repen-tinamente dai tre ai cinque metri; ol-tre alla corrente forte, come del restotutti i fiumi di montagna. Ma in quelpunto il letto si restringe, e si formauna specie di gorgo che è stato fataleaitreragazzi».

Impietriti dalla paura, gli altriquattro ragazzi dell’Archeoclub han-no solo dato l’allarme, chiamando icarabinieri conuntelefonocellulare,ma per i loro tre amici non c’è stato

nulla da fare. Anzi, le operazioni disoccorso sono state particolarmentedifficoltose, a causa del progressivomaltempo. È intervenuta una squa-dradel soccorsoalpinodiPenne,aiu-tatadaunelicotterodeivigilidel fuo-co di Pescara. Soltanto verso le 18, ivolontari del Cai (centro alpino ita-liano) sono riusciti a recuperare i cor-pi dei tre ragazzi, poi trasportati al ci-mitero di Caramanico. Il medico le-gale ha individuato nell’asfissia daannegamento e nell’assideramentolacausadellamorte.

Ai carabinieri non è rimasto altroche raccogliere le testimonianze deiragazzi superstiti, anche loro studen-ti universitari: CaterinaDi Nicola, 25anni, di Atri, in provincia di Teramo;Massimiliano Carloni, 20 anni, diOsimo (Ancona); Alessandro Carrie-ri, 21 anni di Loano (Savona); infinePaolaDiTommaso,20anni,diPesca-ra. Testimonianze che collimano aldettaglio e che sgombrano ognieventuale dubbio sulla dinamica as-solutamente fortuita dell’incidente.L’incidente sarà comunque oggettod’inchiestadapartedellamagistratu-ra.

L’ex ufficiale nazista sarà ospite dei francescani a Frascati dove sarà guardato a vista

Priebke trasferito oggi in conventoAncora preoccupazione per la possibilità che l’ex Ss possa fuggire come fece Herbert Kappler.

ROMA . Solo oggi, forse di primamattina o nell’immediato pome-riggio, Erich Priebke sarà trasferi-to, agli arresti domiciliari, nelconvento francescano di San Se-bastiano a di Frascati. Fino allanotte scorsa, infatti, l’ex ufficialenazista e massacratore delle Ar-deatine, aveva già preparato ba-gagli, libri e riviste e la solita car-tella di appunti, ma non eranodisponibili i carabinieri dellascorta. Quindi, tutto era statonuovamente bloccato. C’è co-munque tempo per almeno altridue giorni. Entro il 21, infatti,dovrà essere eseguito l’ordine ditrasferimento. A Frascati, nelconvento francescano, nessunoha voluto confermare o smentirela notizia dell’arrivo dell’ingom-brante personaggio. Le trattativetra la Procura militare e alcuniconventi e ordini religiosi, aquanto si è saputo, sono diratemesi e mesi. Priebke, per tutti, ri-sultava un personaggio troppoingombrante. Per primi, al Pro-curatore militare Antonino Inte-lisano, avevano dato una rispo-sta affermativa, i sacerdoti di un

istituo tedesco a due passi dalVaticano. Un sopralluogo dei ca-rabinieri aveva però accertatoche l’eventuale soggiorno diPriebke non offriva tutte le ga-ranzie di sicurezza. Altri istitutiavevano rifiutato, pare, per mo-tivi di coscienza e di opportuni-tà. Dopo altri sopralluoghi erastata scartata anche l’abitazionedi campagna di alcuni”amici”romani di Priebke. In realtà- èstato detto- più che di amici sitrattava di veri e propri “camera-ti” con i quali l’ufficiale nazistaera entrato in rapporti confiden-ziali proprio nei giorni del terro-re e dell’occupazione di Roma.Alla fine, appunto, previo accor-di ad alto livello, sarebbe stato“scoperto” il convento di Frasca-ti. I corso e i ricorsi storici sonosempre strani e singolari. Eraproprio a Frascati,infatti, chePriebke si recava spesso per con-ferire con gli alti comandi mili-tari che avevano sede proprio aiCastelli. Anche in quella zona, inazisti infierirono con terribiliatrocità fucilando e torturandomolti partigiani.

Per tutti questi motivi, la sor-veglianza intorno a Priebke, nonsarà discreta, ma massiccia e im-ponente. Dopo la decisione delTribunale di Roma che ha con-cesso gli arresti domiciliari, tutti,proprio tutti, hanno espressopreoccupazioni proprio sullepossibilità di fuga dell’ex ufficia-le nazista. Brucia ancora, ovvia-mente, la clamorosa fuga di Her-bert Kappler dall’ospedale mili-tare del Celio. Ma gli avvocatidell’ex capitano delle Ss, conti-nuano a precisare che “ quel po-vero vecchio” non è in buonecondizioni di salute e che il peri-colo di fuga non sussiste. Prie-bke, in realtà, nel corso del pro-cesso davanti al Tribunale mili-tare, ha dimostrato una salute diferro e un ottimo autocontrollopsichico e psicologico. Insom-ma, è apparso il solito nazista disempre: duro, indifferente e cini-co anche davanti alle accuse piùterribili pronunciate da coloroche, in via Tasso, passarono trale sue mani. L’altro giorno, nelprimo pomeriggio, dopo avereavuto notizia della decisione del

Tribunale militare di Roma, ave-va espresso molta gioia e molta«gratitudine nei confronti dellagiustizia italiana». Poi aveva an-che aggiunto di attendere congrande tranquillità il processoper le Ardeatine che avrà inizio aRoma il 14 aprile prossimo. Ac-canto a lui, nell’aula bunker diRebibbia sarà presente, come ènoto anche il suo commilitoneKarl Hass, il maggiore che avevagià tentato di fuggire prima dipresentarsi in aula a testimonia-re contro il “camerata” Priebke.Poi, come si ricorderà, Hass ave-va completamente cambiato po-sizione e aveva quasi difeso ilpersonaggio che,invece, avrebbedovuto accusare. Hass, tra l’al-tro, nel corso degli interrogatori,ha sempre voluto distinguere lapropria posizione nei confrontidi quella di Priebke. Tra i due,comunque, fin dai tempi dell’oc-cupazione nazista di Roma, c’erauna totale inconciliabilità. In-somma, c’era odio. Non si è ca-pito perchè.

Wladimiro Settimelli

Sacerdoteitalianoassassinatoin Perù

LIMA. Il missionario di Faen-zaDanieleBadialièstatoucci-so in Perù con un colpo di pi-stola alla tempia dopo esserestato sotto sequestro perquattro giorni.Lohannorife-rito ieri all’Ansa di Lima fontidella polizia peruviana. Il ca-davere del sacerdote, che eraimpegnato nel programmasociale«MatoGrosso»,èstato

trovato dagli agenti a due chilometridaSanLuis (Perùnord-orienta-le), a terra e con le mani ed i piedi legati. Fonti giornalistiche localihanno confermato che il movente del sequestro era la speranza dipoter ottenere un riscatto ma che successivamente i rapitori, forseinesperti,hannodecisodiuccidereBadialipernonesserescoperti.Ladivisione criminale della polizia peruviana sta compiendo tutti i ri-lieviprevistinell’ambitodelle indaginidopodichéconsegneràilcor-po del missionario italiano alle autorità diplomatiche italiane per ilrimpatrio. In passato nel nord del Perù furono uccisi padre SandroDordiNegroni,60annidiBergamo,ucciso il25agosto1991edel lai-codiSondrioGiulioRoccaOriani,30anni.

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LE CRONACHEGiovedì 20 marzo 1997 12l’Unità

Catania, 29 arresti per i responsabili dell’assassinio del noto penalista e per l’attentato alla caserma dei Cc

Nella rete i boss del clan Laudaniper l’omicidio dell’avvocato FamàL’operazione resa possibile grazie al contributo di un pentito, Alfio Giuffrida, che ha ricostruito lo scenario nel quale matu-rò l’ascesa della cosca divenuta il braccio armato della mafia catanese. La ricostruzione di delitti feroci e stragi mancate.

Parla l’uomo che sequestrò l’Achille Lauro

Il terrorista Al Molqyracconta la sua evasione«Non avevo protezionipassai il confine in taxi»

NAPOLI. Un crackfinanziario da centinaia dimiliardi, tremila clienti chehanno visto svanire in unattimo tutti i propririsparmi.Ieri gli arresti, 11, ordinatidalla procura di Napoli equella di Potenza cheindagano su questocomplesso scandalofinznziario. Nel mirino deigiudici la SIM «Professionee Finanza». Ad esserecolpiti dai provvedimentiAntonio e Guido DeAsmundis, due notissimicambisti partenopei nelramo da oltre vent’anni,Antonio Gioffredi,Alessandro Imparato,Marilena Gallo, AntonellaCaserta, VincenzoCozzolino, Francesco DeAsmundis (questi quattrohanno ottenuto gli arrestidomiciliari), FrancoCappellutti, Mario Cortesie Carlo De Felice.L’inchiesta è divisa in duetronconi, la prima riguardala Procura di Potenza (cheha emesso i provvedimentia carico di primi otto), laseconda quella di Napoli (che ha agito nei confrontidegli ultimi tre inquisiti). Lacompetenza della procurapotentina è stata stabilitadopo un complesso itergiudiziario in quanto fra levittime del colossaleraggiro ci sono siamagistrati napoletani chesalernitani.Il crack della finanziaria èvenuto alla luce nell’apriledel 96 quando la Sim,oggetto di una ispezionedella Consob e delMinistero delle Finanze,sospese l’attività. Nel mesedi maggio la «Professione eFinanza» venne dichiarainsolvente su denuncia dialcuni clienti. Le indaginiriguardano non solo la SIM, ma anche una società cheha operato fino al 91 e cheera stata costituita dagliagenti di Cambio DeAsmundis e dal campionedi motonautica AntonioGioffredi.

V.F.

Undici arrestiper il cracfinanziariodi una Sim

DAL CORRISPONDENTE

CATANIA. Unastragefallitasoloperun caso e un omicidio «eccellente».Duedelitti ferociper«educare»queicarabinieri che non mostravano ri-spetto per i boss, tanto da prenderliaceffoni,equegliavvocatiprontiadincassavano fior di parcelle, ma chenei processi erano «troppo morbi-di». È stata questa la politica dellacosca Laudani, i «mussi di ficudi-nia», il potente clan famigliare cheha preso il posto degli uomini delMalpassotu, spazzati via da arresti epentimenti, divenendo il braccioarmato di Cosa nostra a Catania. I«Mussi di Ficudinia», fedeli alleatidel boss Nitto Santapola, ma spre-giudicati alpuntodaassumeredeci-sioni «strategiche» come l’attaccocontro una caserma dei carabinierio l’assassinio di uno dei più noti pe-nalisti della città, senza fornirespie-gazioni, o chiedere autorizzazioniad un capo, Santapaola, che apparesempre più isolato nella sua cella;sempre più, capo solo di nome,mentre le sorti della mafia cataneseseguonostradeesentieritracciatidaaltri, da giovani capi cresciuti sullastrada o emersi in silenzio nel senostesso della «famiglia». Silenziosi espietati al punto a far impallidire leimprese che portarono il giovaneSantapaola alla scalata del trono di

Cosa nostra. Personaggi che guar-dano verso Palermo, verso quellaleadership Corleonese che da tem-po sembra aver «posato» Santapao-la, colpevole di avere sposato le tesidell’ala«moderata»diCosanostra.

A svelare i retroscena dell’assassi-nio dell’avvocato Serafino Famà,freddato a colpi di pistola la sera del9 novembre di due anni fa nel par-cheggio di fronte al suo studio è sta-to, Alfio Giuffrida, un nuovo colla-boratore, uno dei pochi che fino adora sono emersi dal clan Laudani.Lo scenario tracciato dalle sue di-chiarazioni è agghiacciante. Serafi-no Famà vennescelto come vittimasoloperaverfattobeneilsuolavoro.Alla fine del ‘95 all’interno del clanera stato deciso di «fare» un avvoca-to. IlbossGiuseppeMaria Di Giaco-mo dal carcere di Firenze, dove erarinchiuso,tramiteunparenteavevafatto arrivare l’ordine. Sidoveva da-re una lezione agli avvocati. Biso-gnava individuare un obiettivo chefosse l tempo stesso un personaggionoto, ma anche «degno di morte»agli occhi del boss. La prima sceltacaddesull’avvocatoTommasoBon-figlio, un anziano penalista assainoto nel foro catanese, con il qualeproprio Giuseppe Di Giacomo ave-vaavutodeicontrasti.Ucciderlope-rò non era cosa facile. Il penalistaaveva infatti lo studio nella sua abi-

tazione e nonuscivaquindiadorarifissi, tranne quando si recava in Tri-bunale, dove era impossibilepensa-re dicolpirlo.Unproblemachepor-tòa scartare il nome di Bonfiglio. Lascelta cadde su Serfaino Famà che,difendendo correttamente un suocliente, aveva danneggiato la posi-zione di Pippo Di Giacomo in unprocesso. Sempre da Firenze il bossordinò il delitto. Ad organizzare iltutto fu proprio Alfio Giuffrida. Imovimenti del penalista vennerostudiati con cura. Un gruppo di die-cipersonesimiseinmovimentopercompiere il delitto. Giuffrida rac-conta con precisione le fasi dell’in-teraoperazionecompiutaconmici-diale precisione. Famà venne segui-toquando,a tardasera, lasciò lostu-dio assieme ad un collega. Due uo-mini lo seguirono fino al parcheg-gio. Uno di loro, Salvatore Torrisi,35 anni, lo chiamò per essere sicurodi aver di fronte la persona giusta.Poifecefuoco.

Due anni prima, la notte del 18settembre del ‘93, un’esplosionetremenda sventra la caserma dei ca-rabinieridiGravinadiCatania.UnaPanda imbottita di tritolo era statapiazzata proprio nel parcheggio deicarabinieri.L’obiettivoeraquellodifare una strage. Di Giacomo avevadeciso l’attentato per punire i cara-binierichesettegiorniprimaloave-

vano arrestato e loavevano malme-nato.Inunprimomomentol’obiet-tivo doveva essere una caserma aCatania, ma agire in città era prati-camente impossibile a causa dellastrettissima sorveglianza, così siscelse Gravina, una caserma prati-camente indifesa, sistemata in unapalazzina nel cuore del regno dellacosca.

Tra gli episodi ricostruiti opera-zione di ieri anche l’assassiniodiSe-bastiano D’Arrigo, un personaggiolegato al clan Sciuto, ucciso all’in-terno della sua villa bunker a Nico-losi.Perentrare ilcommando,com-posto da sedici persone armate dikalashinicov, usò addirittura unaruspa, con la quale demolì i muridellavilla.L’ordineeradidecapitareilcadavereeportarelatestaaDiGia-comoche,però, rimasedeluso.Nonfu possibile ai suoi uomini eseguirel’ordine perché una fucilata avevaletteralmente spappolato la testadellavittima.

L’operazionedi ieri riguardava39persone, 22 sono i latitanti, 18di lo-ro erano però già state arrestate neimesi scorsi. IlTribunaledella libertàperòordinòdiscarcerarlisubito.Perigiudici infatti laProcuranonavevaraccolto «sufficienti indizi di colpe-volezza».

Walter Rizzo

DALLA REDAZIONE

GENOVA «Presi il largo da solo, nes-suno aiutò la mia fuga. Arrivai a Im-peria in treno, passai in Francia suuntaxi. Mentre ero rifugiato in Spa-gna non fu una mia telefonata initaliaa tradirmi,maunmarocchinoche mi ospitava e mi consegnò allapolizia in cambio della taglia da unmilione di dollari che il governode-gli Stati Uniti avevamesso sulla miatesta». Dopo aver taciuto per più diun anno,MagiedYoussefAlMolqy,uno dei dirottatori dell’Achille Lau-ro, condannato a 30 anni di reclu-sione, evaso nel febbraio del 96 du-rante una settimana di permessodal carcere romano di Rebibbia, eriacciuffato dopo pochi giorni aEstepona in Andalusia, racconta lasua verità sul quella fuga. Fuga cla-morosa, che fece addirittura scric-chiolare i rapporti diplomatici traRoma e Washington, sull’onda del-l’indignazione che scosse l’opinio-nepubblicadegliStates,sensibilissi-ma alle vicende giudiziarie dei re-sponsabili della morte dell’ebreoamericano Leon Klinghoffer, unicavittima dell’operazione terroristica«naveblu».

Al Molqy parla per bocca dell’av-vocato Gianfranco Pagano, il pena-listagenoveseche loassistedai tem-pi del processo per il dirottamentodella Lauro, e che il 15 aprile prossi-mo,loaffiancherànell’udienzapre-liminare sull’evasione davanti algiudice di sorveglianza della capita-le.Maprimaancora,martedìprossi-mo, sempre a Roma e sempre inudienza preliminare, Pagano so-sterràlacausadiAlMolqycontrounrecente provvedimento del sottose-gretarioallagiustiziaGiuseppeAya-la, che ha deciso di sottoporre il pa-lestinese al regime del 41 bis, il car-cereduroprevistoperipadrinidellamafiaeperipiùpericolositerroristi.

Un decreto che il ministero haadottato anche nei confronti diAbdulRahimKahled,l’anziano«uf-ficiale di collegamento» del com-mando di sequestratori, considera-to uno dei «cervelli» del dirotta-mento,condannatoall’ergastolo incontumacia, arrestato in Grecia nel1991 ed estradato in Italia nel mag-giodelloscorsoanno.

Quarantunobisdunque.«Perchè- scrive Ayala a proposito di Molqy -le indagini tuttora in corso sull’eva-sione hanno suffragato l’ipotesi di

una attiva partecipazione di orga-nizzazioni terroristiche di valenzainternazionale sia alla fase prepara-toria, siaa quella esecutiva». E il sot-tosegretario fa cennoad«alcuni fat-ti specifici» che non lascerebberodubbi circa i pericolosi legamiman-tenuti dal detenuto ad onta delladetenzione. Ad esempio, «il posses-so da parte di Al Molqy, all’atto delfermo, di un passaporto italianoabilmente falsificato; e il rinveni-mento nella sua cella a Rebibbia diunacartolinaaluiindirizzatadatale’Sadat‘ (poi identificato nel nototerrorista Sadat Salem Abdul FattahOmar), in cui si fa espresso riferi-mentoai ‘fratellidellacausa‘eal fat-to che questi ultimi, avendo preso acuore la causa di Molqy, avrebberoprovveduto in merito». E ancora:l’esistenza di collegamenti tra asso-ciazioni terroristiche ed il gruppodei dirottatori della Lauro sarebbeampiamente suffragato dal perdu-rante stato di irreperibilità di altricomponenti il commando, comeBassam Al Ashker, anche lui evaso -ma già dal 1992 - durante un perio-dodilibertàvigilata.

«Questi fatti - sostiene Ayala - im-plicano necessariamente una vastaretedicopertureediappoggilogisti-ci, con collegamenti mantenuti siaattraversolacorrispondenzaepisto-lare,siamediantearticolipubblicatisuunarivistainlinguaaraba,la‘Fili-stineAlMuslema’....».

«Ma quali collegamenti, ma qua-leretediassistenzalogistica - ribatteAl Molqy attraverso il suo legale - sedavveroavessipotutocontaresuunaiutoefficace,nonmisarei ridottoarifugiarmi in Spagna, ma sarei statotempestivamentemessoalsicuroinun paese amico. La verità è che miallontanai da Roma in treno, che intrenoarrivaisinoaImperia,echemibastò prendere un taxi per passaresenzaproblemilafrontieradiVenti-miglia, che attraverso Montecarlo,la Francia e la Spagna riuscii ad arri-vare indenne in Marocco». «Fu sololaggiù-prosegue-chesiaccorserodiqualche cosa che non andava neimiei documenti, mi tennero in sta-to di fermo per tre giorni e poi mi ri-spedirono in Spagna. E alla fine, atradirmi, non fu unamia telefonatainItalia,mailmioospite,invogliatodalla taglia messa dagli americanisullamiatesta».

Rossella Michienzi

Il pm Elio Ramondino nella requisitoria ha ricostruito la vicenda delle mazzette al Secit

Moda e tangenti, chiesti un anno e 8 mesiper gli stilisti Versace Krizia Ferrè e BasileAl centro del processo i versamenti effettuati a esponenti della Guardia di Finanza per evitare i controlli fis-cali. Il pubblico ministero ha respinto la tesi della difesa secondo cui gli imputati erano costretti a pagare.

MILANO. Ebbene, sì. Anche se al-l’insegna dello stile, sono stati mu-gugni e grida a caratterizzare il pro-cesso sulle mazzette pagate da unaschiera di grandi firme della modanostrana: Krizia, Ferrè, Versace, Ba-sile. Mugugni e grida contro unmondo infame popolato da gabel-lieri minacciosi e affamati di tan-genti, ai quali - pena la paralisi delleaziende - proprio non si poteva dirdi no. Però al pubblico ministeroElio Ramondini questa versione,per altro molto diffusa tra gli im-prenditori incappati in Tangento-poli, non va proprio giù. Cosi ieripomeriggiohachiestounarafficadicondanne: un anno e cinque mesiciascunoperMariaMandelli, inarteKrizia, eGianfrancoFerrè; stessape-na per Santo Versace, fratello diGianni; mentre per Nicola Di Luc-cio, amministratore della Basile, larichiesta di condanna è stata di unannoeottomesi,unpo‘piùpesanteperché non avrebbe effettuato il ri-sarcimento.

Al centro le bustarelle versate nel1989-1990 a funzionari del Secit, ilServizio centrale degli ispettori tri-

butati, e a militari della Guardia diFinanza per ottenere ammorbidi-mentinelleverifichefiscali.Sitrattòdi verifiche svolte dopo che il mini-sterodelleFinanzeavevaannuncia-to che una delle periodiche opera-zioni anti-evasoriavrebberiguarda-to anche gli stilisti. Ferrè è accusatodi aver versato 240 milioni, Krizia260mila dollari, Versace 270 milio-ni,Basile400.Fattostache ilpmRa-mondino ha non mostrato di darcredito alle tesi delle difese che, convarie sfumature, hanno sostenutoche le stelle delle griffe sarebberostate costrette a pagare le sommechieste dai verificatori che minac-ciavano di prolungare gli accerta-menti rimanendo negli uffici e im-pedendo alle società‘dieffettuare leconsegne.

«Nessunoa suotempo ha mai de-nunciato di essere stato concusso -ha detto il pm - Krizia, ad esempio,descrive in modo convincente ilsuo rifiuto a pagare. E‘ vero che almomento della prima richiesta dis-se di no, ma poi, in realtà, pagò. Vi-sto il suo carattere forte, seeffettiva-mente avesse voluto rifiutarsi lo

avrebbefatto.Epoilostatodidirittoesisteva anche nel 1990. Avrebbedovutoaver fiducia».Haaggiuntoilmagistrato: «Versace disse: “Ma sì,facciamol’elemosinaaquestimortidifame”. Ioaggiungochel’elemosi-nanonsifaperchésiècostretti».

Ilpuntodivistadellapubblicaac-cusaovviamentenonèpiaciutoalledifese. Il professor Oreste Dominio-ni, che difende Krizia ed è uno deipiù noti penalisti italiani, è statopiuttosto netto: «Gli argomentisvolti dall’accusa per chiedere lacondanna della signora Mandellisono destituiti da ogni fondamen-to». Perché? «Basti considerare cheilpm,pernegarechesisiatrattatodiconcussione, si èappoggiatoalledi-chiarazioni degli stessi verificatori,mentre non ha minimamente con-siderato dati oggetti decisivi, a co-minciare dalla riunione tenuta daiverificatoriprimadelleverifichenelsettore moda, nella quale deciseroche da tutti gli stilisti avrebbero do-vuto ottenere somme di denaro».Insomma,gli stilisti solovittimedelsistema? Il professore Amodio: «LalineadellaProcuradisconoscelapo-

sizione di vittima a chi ha subitounaveraepropriacoartazionee,an-coradipiù,nonportaasmascherarecomplicitàe struttureorganizzativegrazie alle quali certi organi delloStato hanno potuto per anni vessa-re un grande numero di cittadini eforse, proprio perché non smasche-rati,sonoancoraingradodifarlo».

Nel processo sono stati coinvoltianche amministratori e collabora-tori delle variesocietà, tutti accusatidi corruzione. Un anno e cinquemesi di reclusione è stato chiestoanche per i collaboratori di Ferrè,FrancoMattioli eLucianoScarpetti.È stata invecestralciata per malattiala posizione del commercialistaMarcelloGuido,chesaràprocessatopiù avanti. Nel 1994 tutti gli stilisticoinvolti dall’inchiesta milaneseevitarono il carcere. Il fatto è chequasi tutti - visto il clima - si eranopresentati spontaneamente. «Per-ché avremmo dovuto arrestarli -disse all’epoca l’allora pm - Ci han-no raccontato tutto loro, cose chenonsapevamo».

Marco Brando

Primo Greganti«Mai presetangenti Enel»

All’esame del magistrato l’acquisto di una quota di terreni agricoli rivelatisi inedificabili

Sette avvisi ai vertici Ciga, indagato anche l’Aga KhanL‘ accusa é speculazione finanziaria in Costa Smeralda

MILANO. «Mai prese tangenti, tan-tomenopercontodelPci».ParoladiPrimo Greganti, ex funzionario delPci torinese, interrogato nel corsodel processo sulle mazzette che sa-rebbero state pagate per gli appaltiEnel. Greganti, accusato di corru-zione e finanziamento illecito deipartiti, al pm Paolo Ielo ha detto dinonavermairicevutodenarodaLo-renzo Panzavolta, ex presidentedella Calcestruzzi, società del grup-po Ferruzzi, come tangenti per gliappaltiEnel.

Greganti, che ha già subito duecondanne a 10 mesi e a 6 mesi di re-clusioneperdueepisodidifinanzia-mentoillecitoaipartitieunconcor-so infalsoinbilancio,haspiegatodiavere avuto 621 milioni dal gruppoFerruzzicomecompensoperlacon-sulenza prestata per alcuni progettiche il gruppo avrebbe voluto realiz-zareinCina.«Nonhomairinnegatolamiastoria -hadettoGreganti-oranon sono iscritto al partito ma nonvedo l’ora di essere prosciolto datuttoperpoterlofare».

Sette avvisi di garanzia per falso inbilancio e conflitto d’ interesse ri-guardanti i vertici della Ciga incari-ca tra il 1990 e il 1992, tra i quali ilprincipeKarimAgaKhaneilfratelloAmjn, sono stati emessi dal sostitu-to procuratore della Repubblica diVeneziaFrancescoSaverioPavone.

L’ inchiesta, avviata alla fine del’95 sulla base di un esposto presen-tato da un gruppo di soci di mino-ranza della Ciga, riguarda in parti-colareunaseriedioperazioni finan-ziarie e immobiliari effettuate dallostesso gruppo alberghiero, ora ac-quisito dalla società americana IttSheraton. All’ esame del magistratovi sarebbe, inparticolare, l’ acquistodella quotadi maggioranza della Fi-nanziaria Costa Smeralda per otte-nere laproprietàdialcuniterreniadusoagricoloinseguitorivelatisi ine-dificabili. Il magistrato affiderà neiprossimi giorni ad un consulentetecnico il compito di analizzare leoperazioni finanziarie. I soci di mi-noranzadellaCigasieranogiàrivol-ti al Tribunale Civile, contestando

la legittimità delle operazioni oradenunciate in sede penale, ma nell’’94 i giudici avevano respinto il ri-corso sostenendo che non vi eranostateirregolarità.

Oltreall’acquisizionedella finan-ziaria CostaSmeralda, al centro del-l’inchiesta vi sarebbero anche leoperazioni che hanno portato al-l’acquistodapartedelgruppoalber-ghiero degli hotel «Grande Breta-gne»diAtenee«Maurice»diParigiealladefinizionediunpreliminaredivendita per l’«Europa e Regina» diVenezia. Secondo quanto sostenu-to nell’esposto da Cazzavillan - rag-giunto da uno dei sette avvisi di ga-ranzia emessi dal sostituto procura-tore Pavone - vi sarebbe stato unconflitto di interesse tra Karim AgaKhan, i cui beni sarebbero stati og-getti di una delle trattative, e la stes-sa Ciga, del cui comitato esecutivofaceva parte anche il fratello Amyn.L’acquisto della finanziaria, in par-ticolare, inbasealleaccuseavanzatedai soci di maggioranza del gruppo,avrebbe favorito il principe a svan-

taggio della Ciga, la quale si sarebbetrovata proprietaria di terreni ac-quistati in vista di possibili edifica-zioni ma successivamente risultativincolati esclusivamente ad usoagricolo. Per il legale degli ex verticidella Ciga, l’avv. Luigi Stochino, leoperazioni sarebbero state del tuttolegittime, come già sostenuto nel’94daigiudicideltribunalecivile.

Una nota diffusa dai legali delprincipe Karim Aga Khan ha preci-sato che «l’indagine preliminare èstata avviata a seguito di denunciapresentata nel 1995 da una mino-ranza dei soci della Ciga che già inprecedenza aveva intrapreso azionidi contestazione nell’ambito socie-tario». I fatti denunciati (vendita diun terreno in Sardegna, di un alber-goadAteneedialtri immobiliinPa-rigieVenezia),«sonogiàstatiogget-todi indagine dapartedel tribunalecivile di Venezia, su istanzadelPub-blico Ministero sollecitato dallostesso gruppo di minoranza, e il Tri-bunale ha già ritenuto tali fattideltuttolegittimi».

Brutto voto,s’impiccaun tredicenne

ROMA. Un bambino di 13anni riceve una nota ascuola, probabilmente peril cattivo rendimentoscolastico e, temendo ilrimprovero dei genitori, siimpicca nel giardino dicasa. Il dramma è avvenutoa Borgo Montenero, unafrazione di San FeliceCirceo, in provincia diLatina. Ad accorgersidell’accaduto è stato lo ziopaterno, che haimmediatamente datol’allarme, che, però, non èservito a salvare la vita delragazzo.