Le necropoli romane della pianura bresciana: i dati della Carta Archeologica e aggiornamenti

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN ARCHEOLOGIA LE NECROPOLI ROMANE DELLA PIANURA BRESCIANA: I DATI DELLA CARTA ARCHEOLOGICA E AGGIORNAMENTI Relatore: Chiar.mo Prof. Jacopo Bonetto Laureando: Matteo Tabaglio Nr. Matr.: 534080 Anno Accademico 2008-2009

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN ARCHEOLOGIA

LE NECROPOLI ROMANE DELLA PIANURA

BRESCIANA: I DATI DELLA CARTA

ARCHEOLOGICA E AGGIORNAMENTI

Relatore: Chiar.mo Prof. Jacopo Bonetto

Laureando: Matteo Tabaglio Nr. Matr.: 534080

Anno Accademico 2008-2009

Indice

INTRODUZIONE 1

CAPITOLO 1 – Inquadramento storico-topografico del territorio 3

1.1 LA CONQUISTA ROMANA DELLA GALLIA CISALPINA 3

1.2 LA TRASFORMAZIONE DELL’AGER BRIXIANUM: CENTURIAZIONE E

STRADE 4

CAPITOLO 2 – Morte, funerale e necropoli del mondo romano 9

2.1 IL RITO FUNEBRE 10

2.1.1 La veglia 10

2.1.2 Il corteo 11

2.1.3 La sepoltura 12

2.2 LE NECROPOLI 15

2.2.1 Il corredo 19

CAPITOLO 3 – Catalogo dei rinvenimenti funerari censiti nella Carta

Archeologica 21

CAPITOLO 4 – I rinvenimenti funerari non censiti nella Carta

Archeologica: aggiornamento 65

CONCLUSIONI 85

GRAFICI 91

APPENDICE CARTOGRAFICA 99

BIBLIOGRAFIA 112

1

INTRODUZIONE

Argomento di questa tesi è la ricostruzione del paesaggio antropico antico, in particolare

di una parte dell’ager Brixianum, utilizzando come principale riferimento i rinvenimenti

funerari di età romana e tardoromana. Lo studio delle necropoli sul territorio può fornire

infatti interessanti informazioni per quanto riguarda alcuni aspetti fondamentali del

mondo antico, come ad esempio il popolamento e le vie di comunicazione, in quanto nel

mondo romano le tombe si concentravano al di fuori delle città, lungo i tracciati stradali,

indicando gli agglomerati demici.

Lo studio delle necropoli assume ancor maggior rilevanza nella ricostruzione del

popolamento delle campagne, in cui le tombe sono i resti e le testimonianze quasi

uniche della realtà demografica di molte epoche, compresa quella romana.

L’area oggetto dello studio è la pianura bresciana, che si estende a sud delle valli

prealpine ed è delimitata ad ovest e a sud dal corso del fiume Oglio e ad est dal corso

del fiume Chiese. Per motivi pratici, giustificati dall’abbondanza di rinvenimenti e di

reperti archeologici in quest’area, 116 casi catalogati e 11 siti di rinvenimento negli

aggiornamenti, si è deciso, per evitare un’eccessiva dispersione, di circoscrivere in

modo più preciso i limiti del territorio all’interno del quale effettuare lo studio. A nord

si è considerato il tracciato della strada statale 11 (Padana Superiore), ad ovest, sud ed

est l’attuale confine della provincia di Brescia, che ad ovest e a sud coincide con il corso

del fiume Oglio e ad est decorre lungo una linea convenzionale in parte parallela al

corso del fiume Chiese.

Esistono già singoli studi approfonditi su alcune principali necropoli di quest’area. E’ il

caso delle necropoli di Nave (Sub Ascia) e Salò (Aeterna Domus), che peraltro, pur

trovandosi nell’ager Brixianum, non rientrano nell’area oggetto della ricerca. Mancano

invece studi aggiornati che valutino complessivamente la realtà dei rinvenimenti

funerari nel territorio considerato, argomento che costituisce invece l’oggetto di questa

tesi.

La ricerca è iniziata con un attento esame di tutti i rinvenimenti funerari di età romana e

tardoromana menzionati nella Carta Archeologica della provincia di Brescia edita nel

1991, che ha costituito la base essenziale di questo lavoro. E’ stato poi compiuto un

aggiornamento della Carta Archeologica con i più recenti rinvenimenti riportati nei

Notiziari della Soprintendenza Archeologica della Lombardia fino al 2006, anno di

pubblicazione dell’ultimo numero della rivista, poiché ad oggi non esistono testi più

recenti.

2

La tesi si articola in quattro capitoli.

Nel primo capitolo, dopo aver tracciato una sintesi delle principali vicende storiche che

hanno interessato questo territorio in età romana, sono state approfondite alcune

caratteristiche topografiche, in particolare le antiche vie di comunicazione e le

centuriazioni, momenti fondamentali della romanizzazione del territorio.

Nel secondo capitolo, in considerazione del fatto che principale oggetto di

approfondimento di questo lavoro sono le sepolture, si è ritenuto opportuno riportare

alcune fondamentali informazioni riguardo la morte, i riti funerari e l’organizzazione

delle necropoli nel mondo romano.

Il terzo capitolo contiene il censimento dei rinvenimenti funerari romani e tardoromani

nell’area della pianura bresciana menzionati nella Carta Archeologica della provincia di

Brescia. Sono stati riportati: località, tipologia ed anno del rinvenimento, descrizione

del sito ed elenco dei materiali. In alcuni casi i dati sono stati completati con

informazioni tratte da altre pubblicazioni riportate in bibliografia.

Nel quarto capitolo sono invece riportate le schede di aggiornamento, che contengono i

dati riguardanti i più recenti rinvenimenti contenuti nei Notiziari della Soprintendenza

Archeologica della Lombardia. Ogni scheda contiene, così come avviene nella Carta

Archeologica, località, tipologia ed anno del rinvenimento, descrizione del sito ed

elenco dei materiali rinvenuti.

Seguono le conclusioni e l’interpretazioni dei dati raccolti che, con il supporto di grafici

e di carte indicanti la concentrazione delle sepolture, la loro cronologia, la tipologia del

rituale (incinerazione e/o inumazione) e la tipologia di sepoltura tendono a ricostruire le

caratteristiche del paesaggio antropico in età romana.

3

Capitolo I

LA PIANURA PADANA CENTRALE:

INQUADRAMENTO STORICO-

TOPOGRAFICO

1.1 La conquista romana della Gallia Cisalpina

Verso la metà del III secolo a.C. le tribù galliche dei Boi, Insubri, Lingoni, Taurisci,

sentendosi direttamente minacciati da Roma dopo la distribuzione effettuata a favore di

cittadini romani delle terre dei Senoni a sud di Rimini, decisero l’invasione in massa

della penisola. Solo le tribù dei Cenomani insediate nel bresciano ed i Veneti rimasero

fedeli ai rapporti di amicizia che avevano con Roma fin dalla prima guerra punica e non

si unirono alle altre tribù. Il numerosissimo esercito gallico, dopo aver valicato

l’Appennino, fu accerchiato dai Romani presso il promontorio di Talamone, sulla costa

maremmana, e completamente distrutto (225 a.C.). Con la battaglia di Clastidium nel

222 a.C. e con la con la conquista di Mediolanum, capitale degli Insubri, i Romani

sconfissero definitivamente la coalizione gallica1.

I Galli Boi, i Lingoni e gli Insubri subirono pesanti tributi e confisca di terre, che

vennero incamerate nell’ager publicus dello stato romano, il quale vi fondò di lì a poco

le colonie di Cremona e Piacenza (218 a.C.). Tutte le conquiste che i Romani avevano

fatto nella Cisalpina dopo il 225 andarono perdute con l’invasione di Annibale. Nel 197

a.C. i Romani iniziarono la riconquista della Cisalpina, che fu compiuta in meno di dieci

anni: agli Insubri e Cenomani fu lasciato intatto il territorio a nord del Po e riconosciuta

la condizione di alleati (civitates foederatae), mentre i Boi vennero privati della

maggior parte delle loro terre nella Cispadana, dove i Romani tracciarono strade e

dedussero immediatamente nuove colonie (Bologna nel 189 a. C., Parma e Modena nel

183 a. C.)2.

Nel corso della guerra sociale (90-88 a.C.) che vide opposti Romani e Italici per la

concessione della cittadinanza romana, i popoli federati della Gallia Cisalpina si

1 GIANNELLI 1983, pp. 258-259; BESSONE-SCUDERI 2005, pp. 69-70.

2 GIANNELLI 1983, pp. 264-265; BESSONE-SCUDERI 2005, pp. 79-80; LURASCHI 1979, pp. 1-6.

4

mantennero fedeli a Roma. Per questo motivo le colonie latine di Piacenza, Cremona e

Bologna ottennero la cittadinanza romana optimo jure, mentre i Transpadani ricevettero

il diritto latino (ius Latii),di cui avevano goduto un tempo i Latini. Solo nel 49 a.C. la

cittadinanza optimo jure fu estesa ai Transpadani da Cesare e da quell’anno anche

Brescia poté costituirsi come municipium civium romanorum 3.

Nel 42 a.C. la provincia Gallia fu soppressa da Ottaviano e la Cisalpina divenne parte

integrante dell’Italia. E’ in questo periodo che Brixia raggiunse una posizione di grande

rilievo, ottenendo nel 27 a.C. il titolo di colonia civica Augusta, centro di riferimento

per le popolazioni alpine che nel III secolo d.C., tramite l’editto di Caracalla,

acquisirono la piena cittadinanza4

In età augustea Brixia assunse la sua definitiva strutturazione urbana, con importanti

opere quali l’acquedotto che la collegava alla Val Trompia e la cinta muraria. Nella

ripartizione augustea dell’Italia in undici regioni, Brixia fu inserita nella X regio, in

seguito denominata da Diocleziano “Venetia et Histria”.

Le lotte per la successione imperiale dopo la morte di Nerone coinvolsero con danni e

distruzioni molti centri del nord Italia, tra cui Brixia. L’opera di ricostruzione iniziò

dopo la vittoria di Vespasiano e si concretizzò con la risistemazione del foro e la

costruzione del Capitolium, dedicato nel 73 d.C..

Dal II al V sec. d.C. il territorio bresciano fu teatro di vicende belliche legate alla

successione imperiale ed alle incursioni di popoli barbari, dai Marcomanni (166-168

d.C.) agli Alamanni (III sec. d.C.) fino agli Unni, che occuparono la città nel 452 d.C.5.

1.2 La trasformazione dell’Ager Brixianum: la centuriazione e

le strade

A queste vicissitudini storico-giuridiche corrisponde nel territorio di Brescia antica un

preciso riscontro di natura topografica, dovuto alle successive centuriazioni che si

distinguono nell’ager brixianum, soprattutto nella pianura a sud della città. La pianura

bresciana, dopo l’acquisizione della cittadinanza latina nell’89 a.C. subì dunque una

profonda trasformazione di divisione e organizzazione del territorio attraverso il sistema

3 LURASCHI 1979, pp. 139-144; BESSONE-SCUDERI 2005, pp.125-126.

4 VALVO 1998, pp.11-12.

5 VALVO 1998, pp. 13-14.

5

della centuriazione romana; un vero e proprio piano regolatore, messo in opera

attraverso una forte azione sul territorio compiuta con preventive opere di

disboscamento, regolazione delle acque, o nella creazione ex novo di insediamenti

minori. Nella Cisalpina fu utilizzato il sistema canonico con la divisione in

appezzamenti quadrati di 200 iugera (50 ettari), assegnati a cento persone. Il territorio

poteva peraltro essere sottoposto a diverse centuriazioni successive, determinando la

presenza di sistemi centuriati adiacenti o sovrapposti: così, mentre a Cremona due

centuriazioni si sovrappongono con lo stesso orientamento, a Brescia sono presenti tre

centuriazioni adiacenti che si sovrappongono parzialmente come rappresentato in

Figura 1.1. Le centuriazioni succedutesi nella pianura bresciana riflettono l’evolversi

della storia di quest’area. Sembra che sia stata la prima tracciata dopo la concessione a

Brixia del diritto latino, in seguito al quale fu dedotta una colonia fittizia, ovvero una

colonia nella quale non furono introdotti nuovi coloni, ma fu riorganizzata l’urbanistica

della città e il territorio delle varie comunità fu diviso in senso romano. La seconda

centuriazione si data intorno al 40 a.C.: ha lo stesso orientamento di quella di Cremona

e probabilmente va riferita ad uno “sconfinamento” di quest’ultima che, non avendo

trovato terre sufficienti a sud del fiume Oglio, occupò parzialmente la pianura di

Brescia. Ben presto però l’area tornò nell’ager brixianum, come è attestato dall’ultima e

più vasta centuriazione riferibile all’età augustea6. Naturalmente le centuriazioni, pur

seguendo l’orientamento dei punti cardinali, tenevano conto delle esigenze del terreno

legate ai fiumi, alla pendenza del suolo ed alla presenza di strade. I limites principali di

una centuriazione erano infatti di solito costituiti da strade. La sistemazione catastale di

un territorio lo dotava quindi contemporaneamente di una vasta rete di comunicazioni.

Nella pianura bresciana la strada Cremona-Brixia rappresenta probabilmente un

complesso caso di collegamento tra una via di comunicazione più antica e la

centuriazione7. La sua esistenza non è ricordata dagli Itinerari antichi né segnata da

miliari, ma trova conferma indiretta in una testimonianza di Tacito, che nelle Historiae

(3, 27) cita una porta brixiana a Cremona e dagli “Atti dei martiri Faustino e Giovita”8,

che collocano il luogo del martirio foris civitatem in via Cremonensi. Esistono anche

documenti medioevali che parlano di una via Cremona-Brixia che collegava i centri di

Pontevico, Manerbio e Bagnolo Mella9.

6 TOZZI 1972, pp. 111-116.

7 BOSIO 1991, pp. 107-111.

8 Analecta Boll., XV, 1986, p. 212.

9 Statuta Civitatis Brixiae, MCCCXIII, c. 1715.

6

E’ presumibile che il percorso stradale tra Cremona e Brixia sia stato tracciato in un

periodo immediatamente successivo alla deduzione della colonia di Cremona nel 218

a.C., in quanto era vitale per i nuovi coloni latini avere un contatto diretto con Brixia,

capitale dei Cenomani, importante centro politico e commerciale.

Appena usciti dalla cinta muraria di Cremona la via, seguendo l’antica linea di

centuriazione, raggiungeva con un lungo rettifilo il fiume Oglio, che rappresentava la

linea di confine tra gli agri di Cremona e di Brixia. Dopo il paese di Pontevico, il cui

toponimo (Pontis vicus) è collegato con il passaggio del vicino fiume, la strada,

passando per Bassano Bresciano, raggiungeva la località di Manerbio (vicus Minervius)

all’ altezza del fiume Mella. Seguendo poi il corso del Garza la via raggiungeva il paese

di Bagnolo Mella e, attraverso San Zeno Naviglio, entrava in Brescia dalle attuali vie

Cremona, Zima, Crispi, dopo un percorso di circa 33 miglia romane (circa 50 Km). La

distanza tra i principali paesi posti su questa via (Pontevico, Manerbio e Bagnolo) fa

pensare alla presenza in queste località di mutationes.

Un’altra via di fondamentale importanza nel territorio della pianura di Brescia era la

cosiddetta “via Gallica”, un’arteria di lunga percorrenza che univa i centri di Milano e

di Aquileia, inserendosi a Verona nel percorso della vecchia via Postumia, dopo che

questa aveva perso la sua importanza strategica con la sottomissione e pacificazione

della Gallia Cisalpina. Il nome della via Gallica venne conferito alla strada dagli storici

e dai topografi ottocenteschi, per il fatto che attraversava territori abitati da popolazioni

di origine gallica.

Il tratto che interessava l’ager brixianum , come schematizzato in Figura 1.2, collegava

Bergamo a Verona, passando per Brescia. Non sono stati ritrovati tratti originali del

percorso e sono state formulate solo ipotesi sul suo tracciato, basate su dati di natura

archeologica, toponomastica e storica. Negli itineraria scripta Bergamo e Brescia

vengono citate nella raccolta conosciuta con il nome di Itinerarium Antonini, mentre

nell’Itinerarium Burdigalense sono indicate tra Bergamo e Brescia le mutationes di

Tellegate e di Tetellus. Un’altra fonte è la Tabula Peutingeriana o Codex

Vindobonensis, un itinerarium pictum in cui sono riportate figurativamente con simboli

tutte le informazioni legate alla viabilità, oltre agli elementi geomorfologici e idrografici

ed ai dati antropici (insediamenti, luoghi di tappa, distanze). In mancanza di tratti

originali di carreggiata, i reperti archeologici più importanti per la ricostruzione di

antichi tracciati stradali sono le pietre miliari. Per il tratto di via Gallica ad ovest di

Brescia sono noti cinque miliari rinvenuti rispettivamente a Palazzolo sull’Oglio10

,

10 CIL, V, 8043 = II, 5, 1261 = BASSO 1986, 5.

7

Palazzolo sull’ Oglio o Cividino11

, Zocco di Erbusco12

, Rodengo Saiano13

, località

Breda Codignole in prossimità di Brescia14

. Esistono diverse ipotesi ricostruttive del

percorso della strada legate a diverse interpretazioni degli itineraria scripta e picta ed a

ipotesi discordanti sull’esatto luogo di rinvenimento delle pietre miliari. Così

Lorenzoni15

propone un percorso più settentrionale, che interessava Gussago, Rodengo

Saiano, Passirano, Cantone di sotto e di sopra, Bornato, Cazzago San Martino, Villa

Pedergnano, Erbusco, Zocco, Palazzolo, Telgate. Pierluigi Tozzi16

invece propone la

ricostruzione di due percorsi più meridionali: il primo da Brescia toccava i centri di

Castegnato, Cazzago San Martino, Erbusco, Zocco, Cividino, Telgate. Il secondo

percorso, successivo e forse sostitutivo al precedente, si manteneva più a sud e toccava i

centri di Ospitaletto, Rovato, Coccaglio, Cologne e Palazzolo sull’Oglio. Altre varianti

a questi percorsi sono proposte da Coradazzi17

e da Luciano Bosio18

, che ipotizza una

divisione della strada a Ospitaletto in due vie: una a nord del Monte Orfano ed una a

sud, di maggiore importanza, che passava per Coccaglio, Cologne e la frazione della

Spina, per poi unirsi al tracciato settentrionale ed attraversare il fiume Oglio a Cividino.

Il percorso dell’antica via, dopo Brescia, seguiva nel suo primo tratto la direzione

dell’attuale strada che da S. Eufemia conduce a Rezzato. Da qui la via proseguiva verso

oriente, abbandonando l’odierna statale per Verona e portandosi più a nord (come

indicato dai tre Itinerari) in località Molinetto e quindi verso S. Tommaso, nei pressi di

Bedizzole, lungo il percorso di una strada secondaria ancora oggi efficiente. In questi

luoghi sono venuti alla luce tre miliari19

. Dalla zona di Bedizzole la strada continuava

per Sedena e per Maguzzano, come documentato dalla presenza di altri due miliari20

.

Superato Maguzzano la strada antica raggiungeva il lago di Garda (lacus Benacus) nella

11 CIL, V, 8024 = II, X, 5, 1262 = BASSO 1986, 6.

12 CIL, V, 8042 = II, X, 5, 1263 = BASSO 1986, 7.

13 CIL, V, 8041 = II, X, 5, 1270 = BASSO 1986, 8.

14 GARZETTI, 1974, pp. 64-69 = II, X, 5, 1270 = BASSO 1986, 9.

15 LORENZONI 1962, pp. 51, 55-70.

16 TOZZI 1972, p. 122.

17 CORADAZZI 1974, pp. 9-27.

18 BOSIO 1991, pp. 95-100.

19 CIL, V, 8031 = II, X, 5, 1266 = BASSO, 10; CIL, V, 8032 = II, X, 5, 1264 = BASSO, 11; BONAFINI,

1954, p. 113ss. = II, X, 5, 1265 = BASSO, 12.

20 CIL, V, 8029 = BASSO, 13; CIL, V, 8028 = BASSO, 14.

8

località di Desenzano. Da questo punto in poi la via tornava a riprendere il percorso

della statale moderna, costeggiando la sponda meridionale del lago e, passando per

Rivoltella, paese che ha restituito due miliari21

, raggiungeva l’odierna borgata di

Colombare a sud della penisola di Sirmione. In questa località probabilmente è da

collocarsi la mansio Sermione, riportata nell’Itinerarium Antonini e la mansio Ad

Flexum, indicata nell’ Itinerarium Burdigalense. Nella località di Sirmione sono stati

rinvenuti cinque miliari22

, certamente provenienti dalla grande strada che correva a poca

distanza. Da qui la strada proseguiva verso est costeggiando il lago fino a Peschiera,

l’antica Arilica, uscendo quindi dalla provincia di Brescia, per poi continuare fino a

Verona23

.

In conclusione dunque, come si può comprendere, la centuriazione e la presenza di

grandi strade di comunicazione, senza dimenticare le vie d’acqua, diedero un importante

contributo allo sviluppo dell’area bresciana meridionale, in particolar modo della

pianura i cui confini attuali sono schematizzati nella Figura 1.3. Numerosi furono gli

insediamenti che si crearono in seguito all’ impulso dato dal nuovo assetto della

campagna centuriata e altrettanto numerosi furono i nuclei abitativi che si crearono

spesso ex novo, specialmente all’incrocio dei cardini della centuriazione o lungo il loro

percorso.

21 CIL, V, 8027 = BASSO, 15; CIL, V, 8026 = BASSO, 16.

22 CIL, V, 8024 = ILS, 753 = BASSO, 17; CIL, V, 8025 = BASSO, 18; GHISLANZONI, 1938, p. 291

ss. = BASSO, 19; MIRABELLA ROBERTI, 1959, p.358 = BASSO, 20; MIRABELLA ROBERTI, 1959,

p. 355 = BASSO, 21.

23 BOSIO 1991, pp. 100-105.

9

Capitolo II

MORTE, FUNERALE E NECROPOLI NEL

MONDO ROMANO

Nel mondo romano il culto degli antenati, nelle famiglie nobili, si esprimeva con la

rappresentazione degli alberi genealogici, chiamati stemmata, collocati negli atria delle

domus private. Sempre nelle case di famiglie aristocratiche era spesso presente un

archivio iconografico familiare, contenente le imagines maiorum. E’noto infatti che, a

Roma, una famiglia che avesse ricevuto un certo numero di dignitates acquisiva il

diritto di conservare in appositi armaria i volti degli antenati riprodotti in maschere di

cera, da esibire in occasione dei funerali: tale usanza e diritto prendeva il nome di ius

imaginum. Queste maschere funebri riproducevano le fattezze del morto prima della sua

sepoltura definitiva e, oltre ad essere oggetto di ammirazione e di culto, venivano

utilizzate nei riti funerari24

.

Il giorno del funerale di un membro della famiglia, le imagines venivano infatti

indossate da persone che rassomigliavano nella taglia e nell’aspetto al defunto di cui

portavano l’imago (Polibio 6, 53). Chi moriva passava nell’aldilà per ricongiungersi con

i suoi antenati (ad maiores): essi venivano simbolicamente ad accogliere il defunto

facendogli da scorta all’ultima dimora25

.

Nel mondo romano le credenze e le aspettative sull’immortalità dell’anima mostrano

una profonda evoluzione tra epoca repubblicana ed epoca imperiale, subendo poi dal III

sec. d.C. un ulteriore mutamento in seguito all’affermarsi di dottrine orientali e

giudaico-cristiane, anche se l’atteggiamento romano verso la morte non può essere

sempre elaborato e documentato allo stesso modo. Esso appare infatti consapevole e

facilmente dichiarato a livello di classi colte, come si può dedurre dalle Consolationes

di Cicerone e di Seneca; mentre le riflessioni e le speranze dinnanzi alla morte tendono

a rimanere inespresse a livello di classi non letterate ed umili, per la modestia dei

documenti a noi pervenuti.

24 BETTINI 1986, pp. 177-180.

25 BETTINI 1991, pp. 260-264.

10

Dall’analisi di una necropoli queste concezioni filosofiche si apprendono in genere,

seppur in maniera limitata, dalle iscrizioni, dove risulta esplicito il legame che il defunto

mantiene con la vita precedente.

In assenza di questo tipo di documentazione, sono le decorazioni dei maggiori

monumenti funerari o la struttura architettonica delle tombe stesse a rivelare i processi

del rapporto ineliminabile tra vivi e morti.

Quando non è neppure così (come durante il periodo tardoantico), nel caso delle

semplici tombe in muratura o “alla cappuccina” o entro anfore riutilizzate, senza

epigrafe e senza oggetti di corredo, le aspettative escatologiche del defunto possono

addirittura risultare mute.

Per questo motivo le ricerche e gli studi riguardo questo argomento si sono concentrati

sui sepolcri monumentali e sui mausolei, la cui analisi architettonica e iconografica

permette di comprendere meglio il loro scopo: trasmettere il ricordo del defunto ed

esibire il prestigio economico e sociale. In particolare quest’ultimo aspetto può essere

interpretato come il bisogno, per chi muore, di mantenere uno stretto legame con i

viventi. E questo desiderio di continuare a vivere nella memoria degli uomini spiega la

preoccupazione di predisporre lasciti testamentari per cerimonie con sacrifici e banchetti

funebri da effettuare in alcune ricorrenze (ad esempio in occasione del compleanno del

defunto) e giustifica le iscrizioni sepolcrali, in cui vengono riportate, oltre ai dati

anagrafici, le cariche pubbliche ricoperte in vita e le benemerenze del defunto26

.

2.1 Il rito funebre

2.1.1 La veglia

Il decesso di un cittadino veniva annunciato pubblicamente con l’espressione ollus leto

datus est, ossia “egli è stato consegnato alla morte”. L’importanza di tale espressione,

estratta dalle più antiche norme sepolcrali, è ripresa da Cicerone (De legibus II, 9, 22) e

resa evidente da alcune iscrizioni27

.

Dal momento della morte al funerale si procedeva secondo una successione di atti, che

le fonti romane menzionano con sufficiente esattezza28

. Gesti di umana pietà (l’ultimo

26 PAOLETTI 1991, pp. 265-277.

27 CIL X, 2039 da Pompei.

28 TOYNBEE 1993, p. 29.

11

bacio e il chiudere gli occhi), che assumevano un grande significato simbolico, ed altre

pratiche più strettamente igieniche durante le quali il morto veniva lavato e cosparso di

sostanze aromatiche, preparavano al passaggio centrale e di maggiore importanza

costituito dalla veglia funebre, illustrata realisticamente su una ridotta serie di

monumenti funerari databili all’incirca nei primi due secoli dell’Impero. Il defunto

veniva vestito nel modo più consono a ricordare i meriti o gli eventuali incarichi

pubblici. Congiunti ed amici si raccoglievano intorno al morto per la veglia,

contraddistinta dalle invocazioni e dai lamenti femminili, cui spesso partecipavano

donne estranee al nucleo familiare (praeficae), che per questo ricevevano una

ricompensa. La veglia, che nelle circostanze più solenni poteva durare alcuni giorni,

aveva, tra le altre, anche una motivazione di carattere igienico: era una precauzione

contro le morti apparenti29

.

2.1.2 Il corteo

Una volta terminata la veglia, il rito proseguiva con il corteo funebre, la cosiddetta

pompa, che si sviluppava in modo più o meno articolato a seconda del carattere

pubblico o privato delle esequie.

Qualora la condizione sociale del defunto fosse modesta (nel caso quindi di un funus

translaticium), appositi becchini erano incaricati del trasporto. Altrimenti, in occasione

di funerali pubblici (funus indictivum) e soprattutto dal I sec. d.C. in poi nel caso degli

imperatori, la ricchezza d’apparato, l’imponenza e la partecipazione dei cittadini erano

del tutto eccezionali. L’organizzazione dispendiosa insieme con le lamentazioni delle

praeficae, che si sovrapponevano o si alternavano alla musica dei trombettieri e dei

flautisti, mantennero sempre un notevolissimo ruolo ed un’importanza essenziale

durante lo svolgimento del corteo funebre30

.

E’ noto che queste pratiche di sfoggio e di cordoglio esibito pubblicamente trovarono un

tentativo di contenimento già in epoca arcaica. Infatti, da alcuni riferimenti inseriti nel II

libro delle Leggi di Cicerone, pur con tutte le difficoltà di interpretazione e ricostruzione

storica, è possibile intuire la normativa funeraria contenuta nella decima delle XII

tavole. In particolare vi sono riferimenti a prescrizioni relative alla limitazione del lusso,

del lutto e della sontuosità dell’abbigliamento del morto, nonché del corredo, per il

29 PAOLETTI 1991, pp. 266-267.

30 PAOLETTI 1991, pp. 268-270.

12

quale erano vietati oggetti in oro, e dell’ accompagnamento musicale, che non poteva

superare i dieci suonatori di flauto.

A partire dai primi decenni del VI sec. a.C. gli interventi legislativi sul lutto,

probabilmente simili a quelli parallelamente emanati nel mondo greco arcaico,

sembrano aver lasciato traccia nelle necropoli; in quel periodo erano ancora

geograficamente limitate a Roma e ai vicini centri laziali, dove cessa la deposizione dei

corredi.

In contrasto con ogni probabile sforzo di regolamentazione, le descrizioni giunte sino a

noi mostrano che in età medio e tardo-repubblicana il funus romano divenne

particolarmente sontuoso e appariscente, soprattutto nei casi del funus indictivum.

Polibio (VI, 53-54) dà un autorevole resoconto di come tali funerali si svolgessero alla

metà del II sec. a.C.31

.

Come già sopra accennato, al corteo funebre di un cittadino patrizio illustre prendevano

parte “in immagine” tutti gli antenati ragguardevoli della famiglia, rappresentati da

uomini prescelti anche per la loro somiglianza fisica, che recavano sul volto maschere

riproducenti fedelmente le sembianze degli avi ed indossando vesti che qualificavano le

elevate cariche pubbliche che essi avevano ricoperto in vita. Il corteo procedeva con un

ordine prestabilito, che vedeva il feretro in coda al corteo stesso, preceduto dalle

immagini degli avi disposte in ordine cronologico, con gli antenati più antichi in testa.

Lo stesso ordine veniva rispettato nella orazione funebre, tenuta da un familiare nel

Foro romano, presso i Rostri: dopo aver parlato del defunto, delle sue gesta e dei suoi

meriti, l’oratore ricordava le imprese dei suoi avi, a cominciare dai più antichi.

2.1.3 La sepoltura

Esistono incertezze, peraltro più formali che sostanziali, riguardo il succedersi

cronologico delle modalità di sepoltura nel mondo romano.

Cicerone dedica un ampia sezione delle sue Leggi all’ esame degli usi funebri romani.

Secondo questo autore, l’inumazione è il genere di sepoltura più antico (II, 22, 56). Il

giudizio personale è espresso nonostante la possibile contraddizione con una

prescrizione presente nella decima delle XII tavole, che lo stesso Cicerone cita subito

dopo. La normativa, vietando l’inumazione o la cremazione di qualsiasi adulto in urbe

(II, 22, 58), indicava infatti, nella legislazione decemvirale risalente alla metà del V sec.

31 AMPOLO 1984, pp. 71-98.

13

a.C., la contemporanea coesistenza dei due riti, messi assolutamente sul medesimo

piano. La contraddizione è solo apparente, perché sul dato storico prevale la

convinzione, allora assai più diffusa e fatta propria da Cicerone, che l’inumazione

rappresenti nel modo migliore il ritorno simbolico nel grembo della terra-madre, come

testimonia il gesto rituale di gettare una zolla di terra sulle ossa del cremato: atto da

intendersi come il passaggio finale ed essenziale affinchè il rogo diventi realmente

“tomba” e acquisti i suoi diritti religiosi (religiosa iura). Una conferma del fatto che la

cremazione sia stata introdotta a Roma solo in un secondo momento è offerta da Plinio

(Nat. Hist. VII, 187). Di fatto, l’incinerazione divenne il rito di sepoltura predominante

a Roma fino ad oltre la metà del II secolo d.C. Peraltro, anche nel resto d’Italia

l’inumazione rimase circoscritta ad aree culturali o geografiche “marginali”. Gli esempi

sono ridottissimi e di pochissimo rilievo, e cronologicamente si collocano prima e poco

dopo agli inizi dell’epoca imperiale.

Due erano le modalità di cremazione, entrambe presenti nelle necropoli romane: il

bustum e l’ustrinum. Il primo, proprio delle classi socialmente più umili (servi e liberti),

è anche il più semplice, in quanto il rogo veniva preparato nello stesso luogo in cui

avveniva poi la sepoltura. Le ossa calcinate non venivano raccolte, ma restavano

frammiste ai resti carboniosi della legna utilizzata e della lettiga sulla quale il defunto

era adagiato. Il corredo, quando esiste, era collocato direttamente sulle ceneri o a lato

della deposizione.

L’ustrinum solitamente avveniva in una zona specificamente riservata della necropoli:

la pira era predisposta secondo un apparato molto più complesso, a volte ricco e

sontuoso. Elevate piramidi di legna ornate di ghirlande e drappeggi, reali decorazioni

scenografiche, una grande quantità di sostanze aromatiche erano impiegate per

l’occasione allo scopo di rendere il massimo onore al defunto. Conclusa la cerimonia

funebre, le ceneri e le ossa semicombuste del defunto erano raccolte in un’urna per

essere collocate nella tomba.

Le forme di questi cinerari naturalmente variano nell’arco di tempo che intercorre tra

l’età repubblicana e il II sec. d.C., quando l’uso a poco a poco si interrompe. La loro

collocazione ultima era quindi all’interno del sepulcrum. Nelle necropoli, a partire

dall’età tardorepubblicana, si moltiplicano gli esempi di olle e vasi cinerari prodotti in

rozza terracotta (la stessa utilizzata per la ceramica delle derrate alimentari) e in vetro,

senza alcuna decorazione o iscrizione esterna. Queste urne venivano collocate

all’interno di ciste lapidee, di cassette di laterizi o di anfore spezzate, insieme al corredo

14

funebre costituito solitamente da balsamari, qualche vaso per derrate e una lucerna, per

poi essere interrate32

.

Dopo la deposizione, ogni pratica cultuale si svolgeva sull’altare che sovrastava la

tomba o , in assenza di questo, sul segnacolo esterno, spesso modesto a tal punto da

essere costituito semplicemente da un’anfora, un tubulo di piombo o un tubo fittile

approntato con due coppi fuoriuscenti dalla terra. Questo dispositivo funerario,

essenziale per le libagioni funebri (profusiones), era dunque particolarmente utilizzato

per le tombe ad incinerazione, prive di una qualsiasi monumentalità esterna, ed è

attestato tra I e II sec. d.C. nelle necropoli di molti centri dell’Italia e del mondo

romano.

Olle di terracotta (di foggia ormai standardizzata) o urne lapidee (in calcare o in marmo)

venivano adottate qualora la loro ultima collocazione avvenisse all’interno di camere

sepolcrali, di mausolei o di tombe collettive (i colombari). E’infatti a Roma, all’incirca

dalla metà del I sec. a.C. e poi specialmente nella prima età imperiale che viene ad

assumere sempre più rilievo la realizzazione dei colombari, la cui gestione era affidata

ad associazioni o veri e propri collegia funeraticia. A conferma di questo, molte epigrafi

attestano transazioni, atti di compravendita o semplici donazioni mediante le quali si

acquistava o si affermava pubblicamente il diritto alla sepoltura.

Tra il II sec. d.C. e la metà del successivo l’inumazione sostituisce progressivamente il

rito crematorio. Non sono chiare le motivazioni ideologiche, culturali e religiose che

condussero all’abbandono della cremazione e al mutamento delle usanze funebri

romane. Quello che è certo è che a Roma (ma anche in Italia settentrionale) dalla fine

del I sec. a.C. e nei decenni successivi si registra una forte richiesta di una nuova

tipologia tombale adatta ad ospitare l’inumazione, quale è il sarcofago, inizialmente

semplice, poi con decorazioni figurate. Le interpretazioni proposte per spiegare il

passaggio dalla cremazione alla inumazione sono varie e differenziate, e chiamano in

causa il possibile collegamento con ceti libertini di provenienza non italica, l’influenza

di correnti religiose orientali o di gruppi filosofici “pitagorici”, come testimonierebbe la

presenza di sarcofagi marmorei a cassa liscia e coperchio a lastra, prodotti dalla fine del

I secolo a.C., non corredati da alcuna epigrafe, talvolta con una piccola finestra quadrata

sul coperchio, in corrispondenza della testa del defunto, che fa ipotizzare probabili

pratiche di imbalsamazione, come peraltro confermato da alcuni documenti33

.

32 TOYNBEE 1993, pp. 38-40 ; PAOLETTI 1991, pp. 271-273.

33 Columella, De agri cultura XII, 47, 4; Varrone, Cycnus, fr. 81; Lucrezio, De rerum natura III, 889-

893.

15

Un cenno a parte meritano le sepolture infantili, di bambini appartenenti alla fascia di

età compresa fra 0 e 6 anni. La religione vietava che si cremassero i corpi di infanti a

cui non fossero ancora spuntati i denti, probabilmente a sottolineare l’anormalità del

decesso prematuro con il rispetto dell’integrità corporea34

.

2.2 Le necropoli

L’arte di costruire e progettare è una caratteristica fondamentale della civiltà di Roma

antica ed uno dei fattori fondamentali del suo successo politico, economico e sociale. I

primi segni della “romanizzazione” di un territorio erano senza dubbio urbanizzazione

ed edilizia. Infatti, dopo la conquista o l’acquisizione di una città e del suo territorio,

questi venivano organizzati tramite costruzione di strade e centuriazione. A questo

seguiva una rigida pianificazione, progettazione e divisione tra spazi pubblici e privati,

urbani ed extraurbani, sacri e profani. Questa concezione, già presente nel mondo greco,

divenne una caratteristica peculiare anche della mentalità romana. Per questo motivo,

nel caso delle necropoli, la distinzione tra mondo dei vivi e mondo dei morti era

anch’essa molto rispettata: rigorose norme legali presenti sin dall’epoca arcaica

vietavano la sepoltura dei defunti all’interno della città. Gli stessi riti, cerimonie funebri

e festività erano a loro volta tese non solo a onorare il defunto, ma anche a rimarcare

questa distinzione. E’noto infatti come gli antichi temessero il ritorno dei morti

dall’aldilà sottoforma di spiriti, per disturbare il mondo dei vivi. Per questo motivo la

città dei morti riproduceva per alcuni tratti quella dei vivi, affinché i defunti potessero

beneficiare di ciò di cui avevano goduto quando erano in vita.

Significativo è il fatto che il termine “necropoli” venne probabilmente utilizzato per la

prima volta nel vocabolario amministrativo francese verso la fine del XVIII secolo, per

nominare le aree sepolcrali che, in base ad una nuova legge, dovevano essere trasferite

fuori dalle cinta murarie, così come avveniva nell’antichità, ponendo fine all’usanza

sviluppatasi in età altomedioevale di consegnare i defunti all’autorità religiosa, in uno

stretto legame tra chiesa e cimitero35

.

Per quanto riguarda la collocazione delle necropoli, a queste esigenze giuridiche e

religiose si sommavano altri fattori legati alla morfologia del territorio (strade e

idrografia). In particolare le necropoli tendevano spesso ad essere collocate in aree

extraurbane lungo tracciati viari che conducevano alla città o lungo strade nei pressi di

34 Plinio, Nat. Hist., VII, 15-72; Giovenale, Saturae, XV, 138-140.

35 ARIES 1987, p. 62.

16

villaggi, ville e insediamenti rurali; sia per motivi di facile accessibilità sia per motivi di

autocelebrazione manifestata dai committenti, che ponevano i propri monumenti

funerari in una posizione di massima visibilità. Questo fenomeno è molto evidente a

Roma lungo la Via Triumphalis, dove i monumenti funerari più ricchi e importanti si

trovano in una posizione molto vicina alla strada, mentre quelli minori sono collocati

più all’interno e sono quindi meno visibili36

.

Il rinvenimento di aree sepolcrali è un dato fondamentale per ricostruire il popolamento

di un territorio. Esse infatti, possono dare importanti indizi sulla presenza di strade e

soprattutto di abitati le cui tracce archeologiche sono state cancellate. E’ il caso delle

necropoli rinvenute nella pianura bresciana, generalmente di modeste dimensioni e

relative a vici e a piccoli contesti rurali. I materiali in esse presenti sono piuttosto poveri

ed il loro valore storico-archeologico è legato soprattutto agli aspetti topografici e di

analisi del popolamento. Nei casi di necropoli di maggiori dimensioni (Acquafredda,

Borgo San Giacomo-Villachiara) si può supporre che l’area sepolcrale venga sfruttata

da più insediamenti37

. Nel caso in cui una necropoli non sia riferibile a nessun contesto

abitativo, essa diventa l’unico indizio per presupporre l’esistenza di un insediamento,

anche se non sempre vi è un rapporto numerico diretto tra numero di tombe e stato

demografico, né un rapporto economico diretto tra mondo dei vivi e mondo dei morti.

Quindi non sempre l’immagine “in negativo” che la necropoli può dare del relativo

abitato corrisponde a quella reale.

L’organizzazione interna delle necropoli era dettata da esigenze pratiche (morfologia

del terreno, presenza di infrastrutture, raggruppamenti di tombe familiari, età del

defunto, diritto alla sepoltura, presenza di spazi comuni), estetiche (distribuzione dei

monumenti principali e dei recinti sacri) e giuridiche (diritto alla sepoltura), affinché

fosse garantito il rispetto dell’impianto funerario e non si verificassero eventuali

sovrapposizioni di tombe, mantenendo in vista recinti, segnacoli e steli.

Poiché si trattava di vere e proprie “città dei morti”, il loro aspetto esteriore richiamava

quello delle città dei vivi, con una disposizione delle tombe simile a quella delle case.

Tra i monumenti funerari di una necropoli, quelli appartenenti ai più ricchi erano di

maggior impatto estetico per dimensioni e decorazioni; a significare una continuità nelle

differenze economico-sociali tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Le tombe più ricche

erano collocate nella necropoli in appositi spazi privilegiati, all’interno di recinti

funerari o in posizione primaria rispetto alla strada, mentre quelle appartenenti a

36 STEINBY 1987, pp. 85-110.

37 FARAGLIA 1997, pp. 13-15.

17

personaggi di rango inferiore si trovavano in aree meno in vista. I recinti funerari a cielo

aperto avevano la funzione di delimitare un’area di sepoltura privata, riservata a un

gruppo familiare di ceto abbiente, ed erano in genere realizzati con un muretto a secco.

Con questo atteggiamento è chiara la volontà di autocelebrazione attraverso la ricchezza

del monumento funerario che, essendo collocato ai lati della strada, era visibile a

chiunque passava.

Nel territorio bresciano, ritrovamenti di tombe monumentali con decorazioni a

bassorilievo e capitelli sono avvenuti soprattutto nei pressi della città, testimoniando la

presenza a Brixia di famiglie con notevoli possibilità finanziarie. In generale, all’interno

di una necropoli, le sepolture monumentali erano soltanto una minoranza rispetto

all’intero complesso, costituito soprattutto da sepolture semplici38

. Tali sepolture

venivano contraddistinte da segnacoli di varie tipologie: cumuli di pietre o laterizi

disposti circolarmente o ammucchiati, cumuli di frammenti ceramici, anfore spezzate e

probabilmente anche da materiali deperibili, ad indicare sia il luogo della sepoltura sia il

luogo destinato al rito delle profusiones. Nel caso delle sepolture a cappuccina o in

cassetta il culmine stesso della copertura fungeva da segnacolo39

.

Altri elementi caratteristici di una necropoli erano le stele sepolcrali, i cippi e le

epigrafi, da cui è possibile ricavare informazioni riguardo la disposizione delle

sepolture, i riti, l’età e la vita della persona defunta.

Le tipologie di sepoltura che si riscontrano nelle necropoli sono tra le più varie, in

rapporto allo stato sociale del defunto ed dalle disponibilità economiche della

famiglia40

.

Le ossa cremate del defunto venivano di solito collocate in un’urna cineraria e sigillate

con un coperchio costituito dallo stesso materiale dell’urna, poi deposta nella tomba.

Tali urne potevano essere di varie tipologie, ma nella maggior parte dei casi si trattava

di contenitori utilizzati quotidianamente nelle faccende domestiche (vasi in ceramica,

vetro, ciste litiche). Nel caso il defunto fosse un individuo benestante l’urna poteva

essere costruita con materiale pregiato e presentare ricche decorazioni. Talvolta i

coperchi delle urne potevano emergere dal terreno svolgendo anche la funzione di

segnacoli.

38 FARAGLIA 1997, pp. 16-20.

39 ORTALLI 1988, p. 167.

40 TOYNBEE 1993, pp. 83-86.

18

Tralasciando le sepolture monumentali proprie delle classi ricche e nobiliari, le tipologie

di tombe di più frequente riscontro nelle necropoli, sono:

Tombe in nuda terra. Si tratta di semplici fosse nel terreno, in cui veniva deposta l’urna

(o direttamente le ceneri), o il corpo del defunto (in caso di inumazione) insieme al

corredo (non sempre presente), senza alcuna protezione perimetrale. Si tratta in questi

casi soprattutto di sepolture povere, economicamente accessibili a tutti, motivo per cui

erano anche le più diffuse. All’esterno della tomba, sulla superficie del terreno, era

posto solitamente un segnacolo per indicare la posizione esatta della sepoltura,

altrimenti non visibile. Nei casi di sepolture ad inumazione è possibile ipotizzare la

presenza di una cassa lignea contenente il corpo del defunto, laddove sono stati

rinvenuti frammenti di legno o chiodi.

Tombe a cappuccina. Si tratta di sepolture a inumazione, in cui il corpo del defunto

veniva deposto in una struttura con pareti, fondo e copertura in embrici. Generalmente

la struttura era costituita da sei embrici (due per parte sui lati lunghi e uno per ciascuno

dei due lati corti) o da quattro (uno per ogni lato). La copertura aveva l’aspetto di un

tetto, costituito da embrici disposti a due spioventi e coppi alle giunture.

Tombe in cassetta o cassa di embrici. Erano formate da embrici disposti a coltello. La

copertura era in embrici o lastre di pietra.

Tombe in cassetta o cassa litica. Le tombe in cassetta, destinate ad accogliere i resti

della cremazione, erano di forma quadrangolare o cilindrica. La lavorazione poteva

essere più o meno raffinata. Spesso la parte inferiore, destinata ad essere interrata, era

rozzamente sbozzata, mentre la parte superiore, emergente dal suolo, era più

accuratamente rifinita. Le tombe a cassa, destinate alla inumazione, erano formate da

lastroni rettangolari sagomati, con il fondo in embrici o pietre fissati in un letto di malta,

con copertura in lastre litiche, laterizi o embrici.

Tombe in muratura di laterizi. Erano tombe a fossa con pareti in laterizi legati da malta,

a volte intonacate, con la copertura in laterizi, pietra o marmo.

Tombe in anfora segata. Tipologia tombale per la cremazione, costituita da un’anfora

tagliata nella parte superiore, infissa con puntale in uno spesso strato di terra di rogo. La

copertura era costituita da embrici, laterizi, altri frammenti in materiale fittile. La parte

superiore veniva spesso utilizzata come condotto per le profusiones.

Tombe a pozzetto. Costruzioni cubiche o a forma parallelepipeda, sopraelevate rispetto

al terreno, con muretti di pietra e frammenti di laterizi legati da malta, o frammenti di

embrici accostati. Fondo in ciottoli, in embrici o frammenti fittili, mentre la copertura

era in lastre di pietra o embrici accostati.

19

2.2.1 Il corredo

In base alle credenze della religione romana, dopo la morte l’anima del defunto

continuava la sua esistenza nel regno dei morti, congiunta in qualche modo con le

spoglie mortali. Da qui la necessità di continuare a ricevere nutrimento e di trovarsi in

un ambiente accogliente. La tomba veniva quindi concepita come la nuova casa del

defunto ed al suo interno veniva deposto un corredo che lo accompagnava nella vita

ultraterrena. La natura di tale corredo risentiva naturalmente delle disponibilità

economiche della famiglia del defunto, anche se la presenza di alcuni manufatti è da

ritenere costante in ogni tomba, indipendentemente dallo stato sociale: un vasetto

potorio, un contenitore per liquidi, uno per i cibi solidi, una lucerna, un balsamario ed

una moneta41

.

E’ possibile distinguere due classi di manufatti presenti nel corredo, in base al loro

scopo. Da una parte effetti personali, che il defunto aveva utilizzato in vita per ornarsi e

vestirsi (ad esempio fibule, fibbie, borchie, anelli, bracciali, orecchini, collane, aghi,

pettini…), per lavorare (falcetti, cesoie, coltelli, scalpelli, uncini, punte di frecce, aghi

da rete, aghi, pesi da telaio, conocchie…), per studiare (stili di legno, osso od avorio).

Dall’altra oggetti legati al rituale, come il servizio da mensa, grazie al quale il defunto

poteva partecipare ai banchetti (vasi, contenitori per liquidi, recipienti per il cibo, coppe,

boccali, calici…), altri oggetti, probabilmente con un valore simbolico (lucerne per

illuminare il viaggio del defunto nell’oltretomba e vincere le tenebre della morte),

balsamari, contenenti profumi, ed infine monete, che il defunto avrebbe utilizzato per

pagare il pedaggio a Caronte, per attraversare il fiume infernale Acheronte. Il

rinvenimento di queste monete costituisce talvolta un elemento importante per la

datazione delle tombe stesse, tenendo peraltro presente che non sempre è ben

determinabile lo scarto fra la data di emissione e quella di deposizione, oltre al fatto che

spesso venivano posti nella tomba vecchi conii. Inizialmente (I sec. a.C.) i corredi

contenevano una moneta o poco più, mentre a partire dal III sec. d.C. si diffuse l’uso di

deporre veri e propri tesoretti, anche se il motivo non è ben chiaro. Dal V sec. d.C. in

poi le monete scompaiono dal corredo, probabilmente in rapporto alla diffusione del

cristianesimo ed al fatto che veniva riducendosi anche il loro uso quotidiano, sostituito

dal baratto. Nelle sepolture infantili venivano spesso posti campanelli in bronzo

(tintinnabula), per allontanare con il loro suono gli spiriti maligni. Lo stesso scopo

potevano avere altri amuleti, come chiodi magici, per inchiodare e rendere inoffensivi

gli spiriti malvagi, o statuette raffiguranti divinità, per proteggere il defunto42

.

41 PASSI PITCHER 1987, pp. 22-24; MASSA 1997, pp. 33-36.

42 MASSA 1997, pp. 33-41.

20

La disposizione del corredo all’interno della tomba dipendeva dalla tipologia della

sepoltura: nelle tombe con nicchie parietali, gli oggetti venivano appoggiati su di esse,

nelle tombe a cremazione all’interno, all’esterno e sopra l’urna cineraria, in quelle a

inumazione nella zona circostante i piedi o la testa del defunto, mentre le monete

venivano poste sul corpo o accanto ad esso.

21

Capitolo III

CATALOGO DEI RINVENIMENTI FUNERARI

CENSITI NELLA CARTA ARCHEOLOGICA

DELLA PROVINCIA DI BRESCIA

In questo capitolo sono riportati, rispettando un criterio topografico (da nord a sud e da

ovest ad est), i rinvenimenti funerari censiti nella Carta Archeologica della provincia di

Brescia, che si trovano all’interno dell’area delimitata a nord dal tracciato della strada

statale 11 (Padana Superiore), ad ovest, sud ed est dall’attuale confine della provincia di

Brescia, che ad ovest e a sud coincide con il corso del fiume Oglio e ad est decorre

lungo una linea convenzionale in parte parallela al corso del fiume Chiese.

I rinvenimenti funerari documentati in quest’area sono 116, in particolare 81 necropoli e

35 sepolture isolate.

Per ogni rinvenimento sono riportate: località e coordinate topografica relative alla

Carta Archeologica, anno del rinvenimento, descrizione del sito ed elenco dei materiali.

Nell’appendice cartografica sono riportati i fogli della Carta Archeologica, relativi al

territorio della provincia di Brescia, in cui sono evidenziati in rosso, con simboli pieni, i

rinvenimenti funerari descritti in questo capitolo.

I fogli sono allegati secondo la sequenza nord-sud e ovest-est con il seguente ordine: C5

IV, C6 II, C6 IV, C7 II, D6 I, D6 III, D7 I, D6 II, D6 IV, E6 III, D7 II.

La scala di lettura dei fogli della Carta Archeologica allegati è 1:50000. Gli originali in

scala 1:25000, formato A2, sono stati ridotti in formato A3.

22

COMUNE: Palazzolo sull’Oglio

1. LOCALITA’: S. Pancrazio

SITO: 133/001 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157183/505116

ANNO DI RINVENIMENTO: 1928-1955

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane o altomedievali

Nel 1928 si rinvennero circa quindici sepolture ad inumazione in tomba a cassa,

disposte su due file parallele, tutte prive di corredo ad eccezione di una. Alcuni anni più

tardi (1955) nella stessa zona furono scoperte altre sepolture analoghe alle precedenti,

prive di corredo43

.

MATERIALI: I pochi materiali restituiti sono poverissimi: una spada, un pomolo di

piombo ed una linguetta bronzea di cintura.

COMUNE: Pontoglio

2. LOCALITA’: Cascina Gonzarola

SITO: 150/002 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 1567/5046

ANNO DI RINVENIMENTO: 1969

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura probabilmente a cremazione in nuda terra di

età romana con corredo databile all’età tardo repubblicana.44

.

MATERIALI: Due patere a vernice nera, frammenti di una coppa a vernice nera e di

piccoli recipienti in pasta grigia, un bicchiere in ceramica acroma, un bicchiere in

ceramica a pareti sottili, una ciottola, una moneta di Augusto in bronzo, una fibula di

tardo La Tène.

3. LOCALITA’: Imprecisata, presso la cascina Portone del Diavolo

SITO: 150/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 1567/5046

43 QUILLERI 1981, p. 44; BEZZI MARTINI 1983, pp. 57-58; CAL 1991, n. 1218.

44 QUILLERI 1981, p. 44; ROSSI 1988-89b, p. 214; CAL 1991, n. 1313.

23

ANNO DI RINVENIMENTO: 1979

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe di epoca incerta

Nel corso di lavori di manutenzione stradale furono rinvenute quattro o cinque

sepolture, probabilmente ad incinerazione, con corredo. La presenza di alcuni vasi a

vernice nera farebbe supporre una datazione tra II e I sec. a.C.45

.

MATERIALI: Spade, scudi, gambali, monete, vasi.

4. LOCALITA’: Cascina Cicalino

SITO: 150/004 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 156616/504453

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana- altomedievale

Nei pressi della cascina fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura ad inumazione in

tomba a cassa di epoca tardoromana o altomedievale46

.

5. LOCALITA’: Cascina Gonzarola, argine SE della Roggia “Fusia”

SITO: 150/007 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 156705/504793

ANNO DI RINVENIMENTO: 1987

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana

In seguito a lavori di canalizzazione venne alla luce una sepoltura ad inumazione con

struttura alla “cappuccina”, priva di corredo. La datazione proposta è tra IV e V sec.

d.C.47

.

COMUNE: Cologne

6. LOCALITA’: Via Croce, fabbrica “Tecnogiocattoli”

SITO: 059/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157258/504817

45 QUILLERI 1981, p. 44; CAL 1991, n. 1314.

46 CAL 1991, n. 1315.

47 CAL 1991, n. 1318.

24

ANNO DI RINVENIMENTO: 1974/1985

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Furono rinvenute due tombe romane ad inumazione con corredo: la prima era alla

“cappuccina”, la seconda a cassa. La datazione esatta risulta imprecisata48

.

7. LOCALITA’: Cascina Pace

SITO: 059/004 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157324/504847

ANNO DI RINVENIMENTO: 1929

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad

incinerazione in cassa con corredo49

.

COMUNE: Coccaglio

8. LOCALITA’: Presso l’ex Chiesa, fra piazza Marenzio, via Terraglio e viale

Matteotti

SITO: 056/001 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157632/504598

ANNO DI RINVENIMENTO: 1955-1961

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane e tombe romane

Tre campagne di scavo condotte tra il 1955 e il 1961 misero in luce alcune strutture

murarie pertinenti ad un castrum romano munito di tre torri ed alcune sepolture (due o

tre) di tipologia imprecisata, una delle quali con corredo50

.

MATERIALI: L’unico corredo restituito comprendeva soltanto una coppa in ceramica

campana con bollo in planta pedis.

9. LOCALITA’: Cava Ferrari

SITO: 056/004 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157623/504647

48 CAL 1991, n. 477.

49 CAL 1991, n. 478.

50 QUILLERI 1981, pp. 38-39; BEZZI MARTINI 1983, p. 62; CAL 1991, n. 446.

25

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Nel corso di lavori per l’estrazione di sabbia fu rinvenuta una sepoltura romana ad

inumazione, probabilmente in cassa con corredo. La tipologia e la cronologia dei

materiali risultano imprecisate51

.

10. LOCALITA’: Fondo Nespoli

SITO: 056/005 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 1576/5046

ANNO DI RINVENIMENTO: 1883

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

All’interno del fondo fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura di tipologia imprecisata,

ma grazie agli elementi del corredo è stato possibile attribuirla all’età romana52

.

MATERIALI: Si trattava quasi sicuramente di una tomba femminile, poiché il corredo

rinvenuto comprendeva: un manico di specchio, un frammento di olla, due fibule ed un

balsamario in bronzo.

11. LOCALITA’: Cascina Nassino, lungo la via Francesca

SITO: 056/010 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157558/504648

ANNO DI RINVENIMENTO: 1969

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

In seguito a lavori edilizi furono rinvenute fortuitamente sei o sette tombe,

probabilmente sia ad incinerazione che ad inumazione, con struttura alla “cappuccina”.

Le tombe sono purtroppo andate distrutte nel corso dei lavori ed alcuni materiali

andarono dispersi53

.

MATERIALI: Tra i materiali recuperati: una coppetta in ceramica a vernice nera con

lettere graffite, un tegame in bronzo con manico terminante a collo di cigno, una patera

fittile, una fibula tipo Aucissa ed un’olpe.

51 CAL 1991, n. 449.

52 RIZZINI 1910, pp. 306-307; BEZZI MARTINI 1983, p.61; CAL 1991, n. 450.

53 BEZZI MARTINI 1983, p. 63; CAL 1991, n. 455.

26

12. LOCALITA’: Via S. Pietro, area della Filanda Mazzocchi

SITO: 056/019 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157611/504633

ANNO DI RINVENIMENTO: 1910

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale

Nel corso di lavori edilizi vennero alla luce 14 sepolture ad inumazione alla

“cappuccina” con corredo. Il periodo cronologico in cui sono collocabili queste

sepolture è generalmente quello tardoromano-altomedievale54

.

COMUNE: Cazzago San Martino

13. LOCALITA’: Premura

SITO: 046/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157946/504811

ANNO DI RINVENIMENTO: 1980-1981

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Insediamento di età romana-altomedievale,

strutture murarie, necropoli birituale.

Nel corso di lavori agricoli vennero alla luce alcune strutture tra cui un numero

imprecisato di sepolture a cremazione (per la maggior parte) e ad inumazione55

.

COMUNE: Rovato

14. LOCALITA’: S. Fermo, presso l’omonima cascina

SITO: 166/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 15792/50458

ANNO DI RINVENIMENTO: 1934

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana

54 CAL 1991, n. 464.

55 BEZZI MARTINI 1983, p.61; CAL 1991, n. 335.

27

In seguito a lavori di canalizzazione fu scoperta una sepoltura ad inumazione, delimitata

da muretti in mattoni e sigillata da una lastra di pietra. Il corredo, di epoca tardoromana,

era stato disposto in sei nicchie ricavate nella muratura56

.

MATERIALI: Il corredo, riferibile ad una donna, comprendeva: un’ampolla ed un

balsamario di vetro, una piastrina quadrata in piombo, 25 spilloni di legno con parte

terminale sferica, una lucerna con bollo VIBIANI.

COMUNE: Roccafranca

15. LOCALITA’: Longura

SITO: 162/001 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 15709/50341

ANNO DI RINVENIMENTO: 1935

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

Furono rinvenute due o tre sepolture ad inumazione in cassa probabilmente di epoca

tardoromana o altomedievale57

.

16. LOCALITA’: Vezzola

SITO: 162/002 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 157145/503530

ANNO DI RINVENIMENTO: 1981-1982

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

Nel coso di lavori edilizi, seguiti da saggi di scavo, furono rinvenute 28 sepolture ad

inumazione con strutture di diverse tipologie: a) 14 tombe alla “cappuccina”, costituite

da embrici e coppi, con pavimentazione in embrici o ciottoli; b) tombe a cassa

rettangolare, delimitate da mattoni messi di taglio, con copertura sempre in mattoni; c)

tombe a cassa rettangolare, delimitate da muretti ottenuti con frammenti di laterizi e

ciottoli, con copertura costituita da lastre di pietra o laterizi.

La zona più antica della necropoli sembrerebbe essere quella che ospita le sepolture alla

“cappuccina”, che presentano corredi databili tra fine IV-inizi V sec. d.C., mentre le

56 BEZZI MARTINI 1983, p. 78; CAL 1991, n. 1452.

57 QUILLERI 1981, p. 44; CAL 1991, n. 1432.

28

altre sepolture, prive di corredo, sarebbero riferibili ad un’epoca posteriore (VII sec.

d.C.)58

.

COMUNE: Castrezzato

17. LOCALITA’: Campagna o Cava, lungo la strada per Soncino

SITO: 045/001 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 15790/50391

ANNO DI RINVENIMENTO: 1959

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Nel corso di lavori edilizi furono rinvenute alcune tombe romane a cassa e alla

“cappuccina”. I materiali recuperati suggeriscono una datazione tra II e IV sec. d.C.59

.

MATERIALI: Frammenti vari di vasi, due anfore, un’olpe, embrici, una coppa, una

spada.

COMUNE: Orzinuovi

18. LOCALITA’: Cascina Pieve

SITO: 125/004 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 15728/50246

ANNO DI RINVENIMENTO: 1977

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardo romane

In seguito a lavori edilizi furono rinvenute tre sepolture ad inumazione con corredo

databili al IV-V sec. d.C.60

.

58 QUILLERI 1981, pp. 38 e 44; ROFFIA 1981, pp. 139-141; BROGIOLO 1982, pp. 99-101; BEZZI

MARTINI 1984, p. 55; CAL 1991, n. 1433.

59 BEZZI MARTINI 1984, p. 48; CAL 1991, n. 332.

60 CAL 1991, n. 1165.

29

COMUNE: Villachiara

19. LOCALITA’: Frazione Villagana, cascina Cuore o Ronco

SITO: 201/002 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157392/502075

ANNO DI RINVENIMENTO: 1979

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In una zona già interessata da scavi clandestini, fu rinvenuto un numero imprecisato di

sepolture ad incinerazione con corredi e materiali ceramici databili al I-II sec. d.C.61

.

20. LOCALITA’: Bonpensiero

SITO: 201/004 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 1570/5022

ANNO DI RINVENIMENTO: 1957

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

In seguito a lavori per l’estrazione della sabbia furono rinvenute alcune sepolture ad

inumazione con corredi databili all’epoca tardoromana-altomedievale, andati dispersi62

.

21. LOCALITA’: Frazione Villagana, contrada Cava

SITO: 201/006 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157332/502041

ANNO DI RINVENIMENTO: 1981

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a scavi clandestini furono rinvenute circa quaranta sepolture di età romana, di

tipologia e datazione imprecisate63

.

22. LOCALITA’: Frazione Villagana, contrada Cave

SITO: 201/007 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157369/502040

ANNO DI RINVENIMENTO: 1981

61 CAL 1991, n. 1752.

62 BEZZI MARTINI 1984, p. 47; CAL 1991, n. 1754.

63 CAL 1991, n. 1756.

30

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a scavi clandestini furono rinvenute dieci sepolture di età romana ad

incinerazione, di tipologia e datazione imprecisate64

.

23. LOCALITA’: Frazione Villagana, Cascina Pateletto

SITO: 201/008 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157390/502100

ANNO DI RINVENIMENTO: 1981

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a scavi clandestini furono rinvenute circa settanta sepolture di età romana ad

incinerazione, di tipologia e datazione imprecisate65

.

24. LOCALITA’: Bonpensiero

SITO: 201/010 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157069/502218

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuto un numero imprecisato di sepolture ad

inumazione di epoca tardoromana o altomedievale66

.

COMUNE: Orzivecchi

25. LOCALITA’: Cadevilla

SITO: 126/002 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 15749/50285

ANNO DI RINVENIMENTO: 1935 ca.

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta fortuitamente una tomba romana con corredo, databile tra la fine del III e

gli inizi del IV sec. d.C.67

.

64 CAL 1991, n. 1757.

65 CAL 1991, n. 1758.

66 CAL 1991, n. 1760.

31

MATERIALI: Il corredo comprendeva cinque monete in bronzo: una di Licinio, una di

Massenzio e tre di Costantino.

26. LOCALITA’: Cascina Fienile Bruciato

SITO: 126/005 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157639

ANNO DI RINVENIMENTO: 1983

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana

In seguito a lavori di manutenzione della rete elettrica fu rinvenuta una sepoltura ad

inumazione in tomba a cassa di epoca incerta: tardoromana o altomedievale68

.

COMUNE: Borgo San Giacomo

27. LOCALITA’: Frazione Acqualunga, poderi Castelbertino e Palmanova

SITO: 020/002 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157440/501985

SITO: 020/002 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157450/502050

ANNO DI RINVENIMENTO: 1978

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Oggetti preistorici, strutture romane, tombe

romane.

Nella frazione di Acqualunga, a partire dal 1870, lavori agricoli e di canalizzazione

permisero di portare alla luce molti reperti archeologici relativi a varie epoche, che

testimoniarono l’esistenza di un insediamento pluristratificato.

Nell’area “Regusaletto” nel 1978 furono individuate alcune tombe romane ad

incinerazione con materiali ceramici e vitrei, cronologicamente databili tra I e II sec.

d.C.69

.

67 BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1171.

68 CAL 1991, n. 1174.

69 BEZZI MARTINI 1984, p. 46; CAL 1991, n. 103.

32

MATERIALI: Le tipologie dei materiali rinvenuti in questa zona ricoprono un arco

cronologico che va dalla preistoria alla tarda età romana. Tra i più significativi:

un’armilla preistorica in bronzo, un tratto di strada romana con orientamento SW-NE e

numerose monete romane coniate dall’età repubblicana a Costantino (324-337 d.C).

28. LOCALITA’: Frazione Acqualunga, Cascina Palazzoli, Campo Piane

Lunghe

SITO: 020/003 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 15747/50192

ANNO DI RINVENIMENTO: 1934

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Nel corso di lavori agricoli, ad una profondità di 2m, fu scoperta una tomba romana ad

inumazione con struttura a cassa di laterizi, contenente lo scheletro di un adulto70

.

29. LOCALITA’: Imprecisata

SITO: 020/005 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 1576/5022

ANNO DI RINVENIMENTO: 1984

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Numerosi materiali provenienti da una

necropoli

Nel 1984 furono recuperati dalla Soprintendenza numerosi materiali, provenienti da

scavi clandestini, pertinenti ai corredi di una necropoli romana. L’esatta ubicazione

della necropoli è purtroppo sconosciuta, ma presumibilmente si trovava nel comune di

Borgo San Giacomo71

.

MATERIALI: In totale sono più di 200 pezzi, tra cui: olpai a bocca stretta e a bocca

larga, vetri di diverse fatture, terra sigillata italica di varie forme, Firmalampen con

bollo FORTIS, chiodi, falcetti, cesoie, specchi in bronzo, fibule e monete di età

imperiale.

30. LOCALITA’: Bonpensiero, cava di ghiaia sulla riva dell’Oglio

SITO: 020/011 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 1576/5022

70 QUILLERI 1981, p. 41; BEZZI MARTINI 1984, p. 46; CAL 1991, n. 104.

71 MARIOTTI 1984, p. 137; CAL 1991, n. 106.

33

ANNO DI RINVENIMENTO: 1957

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia emersero alcune tombe romane ad

inumazione con corredo, probabilmente databili tra il I e il IV sec. d.C.. I materiali e gli

oggetti del corredo sono andati dispersi72

.

COMUNE: Quinzano d’Oglio

31. LOCALITA’: Imprecisata, lungo la strada per Borgo S. Giacomo

SITO: 159/001 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 15779/50186

ANNO DI RINVENIMENTO: 1953

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba gallo-romana

In un’area agricola fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura ad incinerazione con

struttura alla “cappuccina” e corredo databile al I sec. a.C.73

.

32. LOCALITA’: Ex convento delle Dimesse, ora Scuole Medie

SITO: 159/007 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157909/501821

ANNO DI RINVENIMENTO: 1978

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori edilizi vennero alla luce tre sepolture ad incinerazione di cui una alla

“cappuccina”, con corredi databili al II sec. d.C.74

.

MATERIALI: I corredi comprendevano: vetri, oggetti in metallo, una ciottola, olpai,

monete.

33. LOCALITA’: Capannone propr. Micheli, lungo la strada per Borgo S.

Giacomo

72 BEZZI MARTINI 1984, p. 47; CAL 1991, n. 112.

73 CAL 1991, n. 1359.

74 CAL 1991, n. 1365.

34

SITO: 159/018 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157816/501865

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori edilizi venne alla luce una sepoltura ad inumazione in cassa con

corredo databile al III sec. d.C.75

.

MATERIALI: Il corredo era costituito da olpai, una ciottola con bollo in planta pedis,

una fibula ed una moneta di Claudio il Gotico.

34. LOCALITA’: Cimitero, Pieve di S. Maria Assunta

SITO: 159/020 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157943/501864

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato (tra gli anni ’70 e ’80)

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti romani e altomedievali

In seguito a lavori edilizi vennero alla luce diversi reperti (soprattutto materiali

scultorei) tra cui una sepoltura romana di tipologia imprecisata76

.

COMUNE: Ospitaletto

35. LOCALITA’: Presso la Chiesa di S. Maria di Lovernato

SITO: 127/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 15838/50440

ANNO DI RINVENIMENTO: 1943-1944

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane e altomedievali

Nel corso di lavori edilizi venne messa in luce una necropoli romana ad inumazione con

tombe alla “cappuccina” ed una sepoltura in tomba a cassa di epoca altomedievale. I

corredi hanno permesso di collocare cronologicamente le tombe intorno al IV sec.

d.C.77

.

MATERIALI: Sono stati recuperati frammenti di ceramica, vetro e ventuno monete.

75 CAL 1991, n. 1376.

76 CAL 1991, n. 1378.

77 CAL 1991, n. 1175.

35

COMUNE: Torbole Casaglia

36. LOCALITA’: Fornace Beretti o Deretti

SITO: 187/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 158849/504019

ANNO DI RINVENIMENTO: 1926

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori edilizi fu rinvenute centosettantasei monete, che costituivano

probabilmente parte del corredo funebre di alcune tombe ad inumazione, rinvenute

successivamente nei pressi. Nei saggi di scavo effettuati in seguito si trovarono poche

altre monete, sparse tra le ossa degli inumati, e probabilmente anche una cassa in lamina

di piombo78

.

MATERIALI: Le monete recuperate erano tutte di epoca imperiale, tra queste undici

erano in argento e portavano i coni di Giordano, Volusiano, Alessandro Severo, Filippo

I.

COMUNE: Flero

37. LOCALITA’: Coleretto, lungo la strada per Poncarale

SITO: 072/010 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1591/5035

ANNO DI RINVENIMENTO: 1957

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

Un numero imprecisato di sepolture ad inumazione fu rinvenuto fortuitamente: si

presentavano in pessimo stato di conservazione ad eccezione di una che restituì un

modesto corredo79

.

MATERIALI: Il corredo dell’unica sepoltura rinvenuta intatta era costituito da un

piccolo pugnale, alcune monete, una fibula ed un piccolo scudo.

78 BEZZI MARTINI 1984, p. 56; CAL 1991, n. 1653.

79 BEZZI MARTINI 1984, p. 49; CAL 1991, n. 633.

36

COMUNE: Poncarale

38. LOCALITA’: Campo S. Martino

SITO: 147/002 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 159407/503494

ANNO DI RINVENIMENTO: 1889

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad incinerazione con corredo80

.

MATERIALI: Una fibula in bronzo; uno scyphus e un orcio.

39. LOCALITA’: Imprecisata

SITO: 147/004 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1592/5034

ANNO DI RINVENIMENTO: 1911

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad inumazione con corredo81

.

MATERIALI: Il corredo comprendeva: un sesterzio di Antonino Pio, un vasetto fittile,

una lucerna ed una spada in ferro.

40. LOCALITA’: Borgo Poncarale, sponda sinistra del Garza

SITO: 147/006 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 15929/50348

ANNO DI RINVENIMENTO: 1931

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture e tombe romane

Nel corso di lavori idraulici sulla sponda sinistra del Garza venne scoperta una vasta

necropoli romana insieme a strutture murarie, materiali architettonici, scultorei e oggetti

di corredo funerario82

.

MATERIALI: Anfore, frammenti architettonici, una protome leonina.

80 RIZZINI 1910, p. 331; BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1297.

81 RIZZINI 1912, p. 386; BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1299.

82 BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1301.

37

COMUNE: San Zeno Naviglio

41. LOCALITA’: Imprecisata

SITO: 174/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1594/5038

ANNO DI RINVENIMENTO: 1984

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana di tipologia imprecisata, con corredo83

.

MATERIALI: Il corredo era costituito da: una moneta, una lucerna ed un’ oinochoe o

epichysis.

COMUNE: Borgosatollo

42. LOCALITA’: Brusì

SITO: 021/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1597/5037

ANNO DI RINVENIMENTO: 1933

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti romani riferibili a tombe

Furono rinvenute due tombe romane ad inumazione con copertura a spioventi e due

cippi sepolcrali a testa tonda con iscrizione. La datazione proposta è il I sec. d.C.84

.

COMUNE: Dello

43. LOCALITA’: Frazione Corticelle Pieve, presso la Chiesa

SITO: 066/002 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158777/503062

ANNO DI RINVENIMENTO: 1893

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane

83 RIZZINI 1911, pp. 307-308; BEZZI MARTINI 1984, p. 55; CAL 1991, n. 1525.

84 CAL 1991, n. 119.

38

In seguito a lavori agricoli emersero alcune strutture murarie relative ad un edificio

romano; a fianco della chiesa furono rinvenute due tombe tardoromane ad inumazione

alla “cappuccina” ed un’epigrafe che riporta le misure dell’area sepolcrale85

.

COMUNE: Verolavecchia

44. LOCALITA’: A sud di Fienile Palma

SITO: 197/004 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158288/502176

ANNO DI RINVENIMENTO: 1864

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori agricoli si rinvenne un numero imprecisato di sepolture romane in

tombe alla “cappuccina”, due delle quali hanno restituito il corredo databile al I sec.

d.C.86

.

MATERIALI: I corredi sono probabilmente riferibili all’epoca di Vespasiano, come

suggerirebbero i materiali numismatici rinvenuti: un conio in argento di Augusto e altri

cinque coni in bronzo emessi tra Augusto e Vespasiano. Tra gli altri oggetti furono

recuperati anche due balsamari di vetro, una Firmalampen con bollo ATIME ed un

frammento ferroso.

45. LOCALITA’: Cascina del Dosso

SITO: 197/010 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 158144/501516

ANNO DI RINVENIMENTO: 1934

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura romana ad inumazione,

probabilmente alla “cappuccina”87

.

85 I.I.X 958; BEZZI MARTINI 1984, p. 48; CAL 1991, n. 540.

86 BEZZI MARTINI 1984, p. 57; CAL 1991, n. 1723.

87 CAL 1991, n. 1729.

39

COMUNE: Verolanuova

46. LOCALITA’: Vigne di Cadignano, campo Primavigna

SITO: 196/001 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158257/502352

ANNO DI RINVENIMENTO: 1976

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane o altomedievali

In seguito a lavori agricoli furono rinvenute tre sepolture ad inumazione con struttura

alla “cappuccina” di epoca tardoromana o altomedievale88

.

COMUNE: Offlaga

47. LOCALITA’: Cascina Fienil Basso, dosso campo Cornaletto

SITO: 122/001 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158872/502645

ANNO DI RINVENIMENTO: 1961

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana birituale

In seguito a lavori agricoli si rinvenne un totale di circa 30 tombe sia ad incinerazione

che ad inumazione. Solo in alcuni casi fu possibile recuperare il corredo, databile al III

sec. d.C.89

.

MATERIALI: Frammenti di ceramica e monete del III sec. d.C..

48. LOCALITA’: Cascina Fienil Grande, verso Faverzano

SITO: 122/003 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15843/50268

ANNO DI RINVENIMENTO: 1958

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Fu rinvenuto un numero imprecisato di sepolture di età romana90

.

88 BEZZI MARTINI 1984, p. 57; CAL 1991, n. 1717.

89 BEZZI MARTINI 1984, p. 53; CAL 1991, n. 1154.

90 BEZZI MARTINI 1984, p. 53; CAL 1991, n. 1156.

40

49. LOCALITA’: Cascina Vinaccesa

SITO: 122/008 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15899/50260

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti romani e tombe

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuto un cippo romano e circa venti sepolture ad

inumazione con struttura alla “cappuccina” databili all’età tardoromana o

altomedievale91

.

COMUNE: Manerbio

50. LOCALITA’: Roncagnà, fosso Mercandone

SITO: 103/003 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1589/5023

ANNO DI RINVENIMENTO: 1953

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardo romana

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una tomba ad inumazione con struttura alla

“cappuccina”, priva di corredo e databile al periodo tardoromano. Dalle testimonianze

pare che in passato, nella medesima località, fossero avvenute altre scoperte analoghe92

.

51. LOCALITA’: Via Porzano

SITO: 103/012 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159044/502386

ANNO DI RINVENIMENTO: 1984

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Nel corso di lavori edilizi fu rinvenuta una sepoltura ad incinerazione in pozzetto

quadrangolare in nuda terra, tagliata da un’altra sepoltura posteriore ad inumazione

infantile con struttura a cassetta di embrici. Al momento della scoperta la sepoltura

91 CAL 1991, n. 1161.

92 BEZZI MARTINI 1984, p. 52; CAL 1991, n. 989.

41

infantile risultò già manomessa e non restituì né corredo né resti umani, mentre dal

pozzetto emersero diversi oggetti che permisero di datarlo tra fine II e I sec. a.C.93

.

MATERIALI: Il corredo della tomba in pozzetto comprendeva: numerosi frammenti di

patera a vernice nera, frammenti di coppette a pareti sottili, un’olpe ed un’olla ovoidale,

un asse repubblicano posteriore al 217 a.C. (utilizzato nella datazione come termine post

quem).

52. LOCALITA’: S. Rocco, davanti alla Chiesa omonima

SITO: 103/013 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158894/502323

ANNO DI RINVENIMENTO: 1906

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Si rinvenne una sepoltura ad inumazione con corredo databile al III sec. d.C.94

.

MATERIALI: Il corredo comprendeva alcune monete di bronzo, tra cui un sesterzio di

Gordiano, ed un cucchiaio di bronzo.

53. LOCALITA’: Roncagnà

SITO: 103/015 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1589/5023

ANNO DI RINVENIMENTO: 1974

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

Un numero imprecisato di sepolture ad inumazione con struttura alla “cappuccina” fu

rinvenuto fortuitamente. I materiali recuperati all’interno delle tombe hanno permesso

di datarle all’età tardoromana o altomedievale95

.

MATERIALI: Frammenti di ceramica invetriata e di pietra ollare.

54. LOCALITA’: Via S. Gervasio, Località Quintane

SITO: 103/026 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158971/502131

ANNO DI RINVENIMENTO: 1986-1988

93 BREDA 1984b, p. 134; CAL 1991, n. 997.

94 BEZZI MARTINI 1984, p. 51; CAL 1991, n. 998.

95 BEZZI MARTINI 1984, p. 52; CAL 1991, n. 1000.

42

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti e tombe romane

Alcuni materiali raccolti in superficie avevano permesso di supporre la presenza di una

necropoli romana, che venne alla luce in seguito ad alcuni lavori edilizi. Lo scavo di

emergenza che seguì permise di individuare un totale di 24 sepolture, tutte orientate a

nord e distribuite lungo un asse nord-sud. Questa disposizione non sembra casuale: le

tombe, infatti, sembrerebbero allineate ai lati di uno dei probabili sentieri che

percorrevano la necropoli o lungo un limite di proprietà. Il rituale adottato è

l’incinerazione diretta per le 21 tombe di adulti e l’inumazione per le 5 tombe infantili.

Per quanto riguarda le tipologie di sepoltura, la percentuale maggiore è costituita da

fosse in nuda terra, ma non mancano alcuni esempi di tombe in cassa o alla

“cappuccina”. Per le sepolture infantili è stata documentata l’inumazione all’interno di

due coppi contrapposti.

I corredi, rinvenuti nella maggior parte dei casi nell’angolo nord di ogni sepoltura,

presentano una tipologia che permette di collocare cronologicamente l’intera necropoli

tra gli inizi del I e la prima metà del III sec. d.C.96

.

MATERIALI: Tra gli oggetti dei corredi è costante la presenza di olpai, olle in ceramica

comune grezza, terra sigillata di produzione padana, balsamari e bottiglie in vetro. In

alcuni casi sono stati rinvenuti anche specchi in argento o in bronzo, oggetti in pasta

vitrea, lucerne con bollo (LVPATI, VIBIANI, QGC), una collana e diverse monete.

55. LOCALITA’: Via Cigole

SITO: 103/027 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158983/502202

ANNO DI RINVENIMENTO: 1986

TIPOLIGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori edilizi venne alla luce una sepoltura romana ad incinerazione con

corredo97

.

56. LOCALITA’: Villa Brandini

SITO: 103/032 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158852/502385

ANNO DI RINVENIMENTO: 1986

96 PORTULANO-MATTIOLI 1988-89, pp. 210-211; CAL 1991, n. 1011.

97 CAL 1991, n. 1012.

43

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti protostorico-romani

Furono rinvenute circa quattro sepolture ad incinerazione in fossa terragna con corredi

databili tra II e I sec. a.C.98

.

COMUNE: Bagnolo Mella

57. LOCALITA’: Casella Moro, campo Banderala

SITO: 009/002 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15910/50313

ANNO DI RINVENIMENTO: 1957

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

In seguito a lavori di scavo per l’estrazione di sabbia, emerse una necropoli romana con

tombe alla “cappuccina” provviste di corredo. La tipologia delle tombe e dei materiali

porta a collocare cronologicamente la necropoli tra I e IV sec. d.C.99

.

MATERIALI: Olpai fittili, un rocchetto, un peso da telaio, una ciotola in bronzo, una

lucerna con bollo CRESCES.

58. LOCALITA’: Fondo Grumo, centro storico

SITO: 009/005 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15904/50294

ANNO DI RINVENIMENTO: 1883-1885

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Da un rinvenimento casuale venne alla luce un numero imprecisato di tombe ad

incinerazione con corredo databile genericamente all’età imperiale. Tra frammenti di

embrici, grandi mattoni e ossa si raccolsero numerosi reperti, alcuni pregevoli per

lavorazione e materiale impiegato100

.

MATERIALI: Patere decorate, strigili, cucchiai di bronzo, frammenti di bicchieri e

coppe in vetro con decorazioni fitomorfe, un’applique raffigurante il busto di Minerva o

di Marte, frammenti di statua, fibbie, anelli.

98 CAL 1991, n. 1017.

99 BEZZI MARTINI 1984, p. 62; CAL 1991, n. 33.

100 RIZZINI 1911, pp. 333-336; BEZZI MARTINI 1984, pp. 58-59; CAL 1991, n. 36.

44

59. LOCALITA’: Campo delle Lame

SITO: 009/006 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159445/503023

ANNO DI RINVENIMENTO: 1853

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Una tomba romana ad incinerazione con corredo fu rinvenuta casualmente all’interno

del campo. La struttura rimase sconosciuta, lo studio dei materiali permise di datare la

sepoltura alla prima metà del I sec. d.C.101

.

MATERIALI: L’oggetto più significativo è un’anfora in vetro rosso porpora con bocca

a sezione triangolare, anse a nastro scanalato, spalla carenata e codolo di base appuntito.

60. LOCALITA’: Revolta

SITO: 009/016 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15913/50319

ANNO DI RINVENIMENTO: 1940-1945

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu rinvenuta una tomba romana ad inumazione in

cassa con corredo. La tomba era costituita da una struttura di mattoni al cui interno era

stata disposta la cassa in lamina di piombo; il tutto era poi stato coperto da una grande

lastra di pietra102

.

MATERIALI: Un’olpe con collo cilindrico, un’olpe ovoidale, una lucerna con bollo

CRESCES, un peso a rocchetto, un anello in terracotta, una ciottola di bronzo, due

monete attribuibili a Costantino (324-337 d.C).

COMUNE: Leno

61. LOCALITA’: Cascina Bredavico, lungo la strada per Cascina Olmo

SITO: 088/005 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15951/50216

ANNO DI RINVENIMENTO: 1954-1955

101 RIZZINI 1912, pp. 389-390; BEZZI MARTINI 1984, p.58; CAL 1991, n. 37.

102 BEZZI MARTINI 1984, p. 61; CAL 1991, n. 47.

45

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

In un’area agricola furono rinvenute circa trenta sepolture ad inumazione, alcune delle

quali con struttura in tomba a cassa con corredo103

.

MATERIALI: Vasi fittili; monete in bronzo (una di Adriano); vasi in vetro.

62. LOCALITA’: Fienil Nuovo, strada consorziale delle Colombere

SITO: 088/007 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159297/502508

ANNO DI RINVENIMENTO: 1936

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana

Nel corso di lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura ad inumazione con struttura alla

“cappuccina” di epoca tardoromana104

.

63. LOCALITA’: Frazione Milzanello

SITO: 088/012 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1593/5021

ANNO DI RINVENIMENTO: 1567

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta una sepoltura multipla ad incinerazione ed inumazione con corredo e le

relative epigrafi di Quintus Surius Patinius e Quintus Surius e delle rispettive mogli:

Viria e Viola105

.

64. LOCALITA’: Campo Brasile

SITO: 088/027 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1596/5024

ANNO DI RINVENIMENTO: 1954

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia fu rinvenuta una tomba romana ad

inumazione, con corredo databile tra I e II sec. d.C.106

.

103 CAL 1991, n. 848.

104 CAL 1991, n. 850.

105 CIL V, 4182 = I.B.878 = I.I.X 924; CAL 1991, n. 854.

46

MATERIALI: Il corredo comprendeva: un’olletta fittile, uno scalpello in ferro e tre

monete.

COMUNE: Ghedi

65. LOCALITA’: Centro sportivo

SITO: 078/004 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159921/502793

ANNO DI RINVENIMENTO: 1986-1987

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori edilizi vennero alla luce tre sepolture ad inumazione con corredo di

età romana107

.

66. LOCALITA’: Via Trento, Piazza Castello, area del Vecchio Cimitero

SITO: 078/006 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160002/502838

ANNO DI RINVENIMENTO: 1955

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoantica-altomedievale

In seguito a lavori fognari furono rinvenute alcune sepolture ad inumazione con

struttura alla “cappuccina”, riferibili al periodo tardoantico-altomedievale108

.

67. LOCALITA’: Scovola, campo Striaghe

SITO: 078/013 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15961/50285

ANNO DI RINVENIMENTO: 1895-1897

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Nel corso di lavori di canalizzazione furono scoperte sette sepolture ad incinerazione

con corredo. Le sepolture sono state datate tra l’età augustea e la fine del I sec. d.C.109

.

106 CAL 1991, n. 869.

107 CAL 1991, n. 717.

108 CAL 1991, n. 719.

109 RIZZINI 1912, pp. 398-406; RIZZINI 1913, pp. 430-431; PERINI 1987, p. 49; CAL 1991, n. 726.

47

MATERIALI: Monete, coltelli, anello e orecchini d’argento, oggetti in vetro, varie

tipologie di ceramica, un castone in pasta vitrea con la raffigurazione del Sole.

68. LOCALITA’: Campo sportivo, palestra polivalente

SITO: 078/019 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159913/502794

ANNO DI RINVENIMENTO: 1984

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

In seguito a lavori edilizi sono stati rinvenuti i resti di un luogo di sepoltura romano,

costituito da cinque sepolture, di cui due completamente distrutte da opere di bonifica e

irrecuperabili. Le tre sepolture recuperate sono ad incinerazione con struttura alla

“cappuccina” e corredo, databili tra la fine del I sec a.C. e la metà del I sec. d.C.. Lo

scavo e il recupero dei materiali hanno permesso di documentare che alcuni oggetti del

corredo erano stati bruciati sul rogo insieme al corpo del defunto, altri erano invece stati

deposti integri nella tomba. In origine il numero delle sepolture doveva essere superiore

a cinque, poiché nell’area indagata sono state individuate le tracce di otto roghi110

.

MATERIALI: I corredi erano piuttosto semplici: ceramica comune di vario tipo, patere

in terra sigillata, monete.

COMUNE: Pontevico

69. LOCALITA’. Campazzo, Morti di S. Vitale

SITO: 149/002 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 15844/50163

ANNO DI RINVENIMENTO: 1873

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture tardoromane-altomedievali

In seguito a lavori agricoli furono rinvenute alcune sepolture ad inumazione in tomba a

cassa ed in fossa terragna insieme a strutture murarie, materiali ceramici, monete ed

un’epigrafe, riferibili ad un insediamento tardoantico-altomedievale111

.

110 BREDA 1984a, pp. 124-125; CAL 1991, n. 732.

111 CAL 1991, n. 1306.

48

COMUNE: Seniga

70. LOCALITA’: Frazione Comella, campo Ciusino

SITO: 178/002 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 159552/501029

ANNO DI RINVENIMENTO: 1974

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

Durante uno scavo per lavori agricoli si rinvennero fortuitamente tre sepolture ad

inumazione: due andarono distrutte nel tentativo di recupero, l’unica salvatasi è di tipo

alla “cappuccina” e, per le ridotte dimensioni (larg. max. 40cm), apparteneva

probabilmente ad un infante112

.

MATERIALI: Frammenti ceramici pertinenti ai corredi tombali.

COMUNE: Pavone Mella

71. LOCALITA’: Via Donatori di Sangue

SITO: 137/008 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 159492/501688

ANNO DI RINVENIMENTO: 1988

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori edilizi venne alla luce una sepoltura ad incinerazione con corredo,

databile al I sec. d.C.113

.

COMUNE: Gottolengo

72. LOCALITA’: Cascina Colombera (a sud-est)

SITO: 080/004 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 15997/50144

ANNO DI RINVENIMENTO: 1959

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

112 BEZZI MARTINI 1984, p. 56; CAL 1991, n. 1559.

113 CAL 1991, n. 1250.

49

Sepolture romane con struttura alla “cappuccina” sono state rinvenute fortuitamente114

.

73. LOCALITA’: Poggio Castellaro

SITO: 080/007 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160036/501538

ANNO DI RINVENIMENTO: 1870.1926

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti preistorici e romani

Tra diversi reperti preistorici (resti di palificazioni e capanne, materiali metallici ed

industria litica) è stata rinvenuta anche una sepoltura in fossa terragna riferibile all’età

romana115

.

74. LOCALITA’: Cascina Modena

SITO: 080/012 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 159793/501770-501755

ANNO DI RINVENIMENTO: 1965

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane

Furono rinvenuti fortuitamente alcuni reperti romani tra cui un numero imprecisato di

sepolture ad inumazione116

.

75. LOCALITA’: Cascina Segalera

SITO: 080/018 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160137/501708

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli di epoca incerta

In un’area agricola furono rinvenute fortuitamente alcune sepolture ad incinerazione,

probabilmente di età romana117

.

114 CAL 1991, n. 739.

115 PERINI 1987, p. 41; CAL 1991, n. 742.

116 CAL 1991, n. 747.

117 CAL 1991, n. 753.

50

COMUNE: Castenedolo

76. LOCALITA’: Imprecisata

SITO: 043/008 - FOGLIO: D6 II - COORDINATE: 1601/5036

ANNO DI RINVENIMENTO: 1956

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori di estrazione della ghiaia fu rinvenuta una tomba di età romana con

corredo di tipologia e cronologia incerte118

.

COMUNE: Calcinato

77. LOCALITA’: Colle di Calcinato

SITO: 032/004 - FOGLIO: D6 II - COORDINATE: 1611/5034

ANNO DI RINVENIMENTO: 1894

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad inumazione con corredo databile tra

III e IV sec. d.C.119

.

MATERIALI: Il corredo era costituito da: una collana, due anelli e varie monete.

COMUNE: Calvisano

78. LOCALITA’: Frazione Mezzane, Chiesa di S. Salvatore

SITO: 034/001 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160374/502225

ANNO DI RINVENIMENTO: 1975

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoantica-altomedievale

In un campo furono rinvenute casualmente alcune sepolture ad inumazione alla

“cappuccina” attribuibili all’età tardoromana-altomedievale120

.

118 CAL 1991, n. 329.

119 RIZZINI 1911, pp. 409-410, nn. 1-10; CAL 1991, n. 201.

51

79. LOCALITA’: Malpaga Nuova, Cascina Mazzocchi

SITO: 034/016 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160253/502267

ANNO DI RINVENIMENTO: 1964

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

In seguito a lavori edilizi furono rinvenute casualmente due sepolture romane ad

incinerazione con corredi frammentari. Si è proposta una datazione tra I e II sec. d.C.

per le tombe121

.

COMUNE: Montichiari

80. LOCALITA’: Via Arzaga

SITO: 113/004 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 16090/50287

ANNO DI RINVENIMENTO: 1969

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Furono rinvenute fortuitamente due sepolture di età romana122

.

81. LOCALITA’: Cascina Veronesi, a nord della strada per Mantova

SITO: 113/011 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 161402/502936

ANNO DI RINVENIMENTO: 1953

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori di sterro venne alla luce una sepoltura romana ad inumazione con

corredo123

.

MATERIALI: Il corredo era costituito da un’anforetta e due lucerne tipo Loeschke Xc.

120 PERINI 1987, p. 51; CAL 1991, n. 217.

121 CAL 1991, n. 232.

122 CAL 1991, n. 1061.

123 CAL 1991, n. 1068.

52

82. LOCALITA’: Imprecisata, verso Castiglione, nei campi a lato della

provinciale

SITO: 113/014 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 1608/5030

ANNO DI RINVENIMENTO: 1973

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuto un numero imprecisato di sepolture romane ad

incinerazione, alcune delle quali con corredi databili intorno al I sec d.C.124

.

83. LOCALITA’: Arzaga, campo adiacente a via Tenente Pastelli

SITO: 113/015 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160893/502863

ANNO DI RINVENIMENTO: 1969

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardo romane

Nel corso di lavori edilizi furono rinvenute quattro sepolture ad inumazione: due in

fossa in nuda terra e due in cassa. I corredi hanno permesso di datare le tombe al IV sec.

d.C.125

.

MATERIALI: Tre anfore e due olle in vetro.

COMUNE: Carpenedolo

84. LOCALITA’: Cascina Grilla

SITO: 039/008 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 161487/502061

ANNO DI RINVENIMENTO: 1987

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Nel corso di lavori agricoli furono rinvenute tracce di sepolture ad incinerazione e

frammenti ceramici probabilmente appartenenti ai corredi. La datazione proposta è tra I

e II sec. d.C.126

.

124 CAL 1991, n. 1071.

125 CAL 1991, n. 1072.

126 CAL 1991, n. 305.

53

85. LOCALITA’: Lame, Cascina Macina

SITO: 039/010 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 16122/50210

ANNO DI RINVENIMENTO: 1977

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Nel corso di lavori edilizi vennero alla luce tre sepolture ad incinerazione riferibili

all’età augustea, purtroppo già distrutte e violate127

.

86. LOCALITA’: Taglie, Campo Mattone

SITO: 039/017 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 161157/502031

ANNO DI RINVENIMENTO: 1986-1988

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

In seguito a rinvenimenti fortuiti e sondaggi in superficie, fu eseguito uno scavo

sistematico che permise di mettere in luce una necropoli romana costituita da un totale

di 31 tombe, tutte ad incinerazione. Al momento della scoperta i lavori agricoli avevano

già in parte danneggiato alcune tombe. Soltanto in alcuni casi è stato possibile effettuare

indagini esaustive, mentre per il resto furono semplicemente recuperati i materiali. Lo

scavo documentò inoltre che la necropoli era stata abbandonata in antico,

comportandone il sigillamento delle strutture e dei livelli d’uso con uno strato di terreno

argilloso.

Tra le tombe rinvenute, due erano in cassetta di laterizi, tre in anfora segata e tutte le

altre in semplice fossa in nuda terra. Per quanto riguarda il rituale di sepoltura sembra

che siano attestate sia la cremazione diretta che indiretta: la prima è caratteristica delle

tombe a fossa, generalmente più povere, mentre la seconda è attestata nelle tombe con

architettura più complessa e corredo più ricco.

Le tipologie di tomba e soprattutto la grande quantità di materiali rinvenuti porterebbero

a collocare cronologicamente questa necropoli nell’ambito del I sec. d.C..

Nel corso dello scavo è stato individuato un fossato che presumibilmente costituiva una

delimitazione dell’area sepolcrale128

.

127 CAL 1991, n. 307.

128 ROSSI 1988-89a, pp.204-206; CAL 1991, n. 314.

54

MATERIALI: La maggior parte delle tombe è costituita da sepolture in semplice fossa,

alcune prive di corredo, altre con un corredo generalmente povero: olle, lucerne con

bollo FORTIS, coppette in terra sigillata, balsamari, olpai in vetro, anelli, monete

riferibili ad un arco cronologico che va da Augusto ai Flavi. La tomba 1 in cassetta di

laterizi è la più ricca di tutta la necropoli, con un corredo costituito da: un’anforetta in

vetro rosso scuro con decorazioni a spruzzo in vetro bianco opaco, due balsamari in

vetro verde, un’olla in vetro giallo, una zarte Rippenschale in vetro giallo con inclusioni

in vetro bianco opaco, una coppetta campaniforme in vetro azzurro, un bastoncino in

vetro verde con decorazioni in vetro bianco, uno spillone in osso, una coppetta a pareti

sottili, una moneta di Augusto, una fibula di bronzo tipo Aucissa, un’olpe ed una

ciottola coperchio. Interessante è anche il corredo della tomba 2 in anfora segata,

pertinente ad un infante: un campanello in bronzo, una fibula, un anello, una moneta di

Augusto, un balsamario a corpo globulare.

COMUNE: Pozzolengo

87. LOCALITA’: Presso la trattoria del Garofano

SITO: 151/003 - FOGLIO: E6 III - COORDINATE: 162787/502939

ANNO DI RINVENIMENTO: 1915

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad incinerazione con corredo databile

al I sec. d.C.129

.

MATERIALI: Il corredo era costituito da alcuni materiali ceramici e due monete.

88. LOCALITA’: Abbazia di S. Vigilio

SITO: 151/007 - FOGLIO: E6 III - COORDINATE: 162447/502930

ANNO DI RINVENIMENTO: 1979

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

Nel corso di una ricerca di superficie furono individuate due sepolture ad inumazione di

epoca tardoromana o altomedievale130

.

129 CAL 1991, n. 1321.

55

89. LOCALITA’: Contrada Celadina

SITO: 151/011 - FOGLIO: E6 III - COORDINATE: 1627/5029

ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

Fu rinvenuta una sepoltura romana con corredo131

.

COMUNE: Gambara

90. LOCALITA’: Imprecisata

SITO: 073/003 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 1601/5012

ANNO DI RINVENIMENTO: 1912

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura romana in cassa con corredo132

.

91. LOCALITA’: Campagna Sotto

SITO: 073/009 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160354/501295

ANNO DI RINVENIMENTO: 1987

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori agricoli furono rinvenute tre sepolture romane ad inumazione con

struttura alla “cappuccina”133

.

92. LOCALITA’: Frazione Corvione, località Svegrata – S. Orio

SITO: 073/013 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16058/50118

ANNO DI RINVENIMENTO: 1987

130 CAL 1991, n. 1325.

131 CAL 1991, n. 1329.

132 RIZZINI 1912, pp. 385; CAL 1991, n. 638.

133 CAL 1991, n. 644.

56

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali

Furono rinvenute tracce e reperti ricollegabili alla presenza di sepolture ad inumazione

tardoromane o altomedievali134

.

MATERIALI: Una moneta e un reperto vitreo.

COMUNE: Isorella

93. LOCALITA’: Cascina Volpere, lungo la strada per Gottolengo

SITO: 086/002 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160255/501754

ANNO DI RINVENIMENTO: 1965-1970

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale

In seguito a lavori agricoli furono rinvenute circa venti sepolture ad inumazione con

struttura alla “cappuccina” di epoca tardoromana o altomedievale135

.

94. LOCALITA’: Ugone, stabile Longone

SITO: 086/003 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16038/50192

ANNO DI RINVENIMENTO: 1902-1983

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Nel corso degli anni, in seguito a lavori agricoli, furono rinvenute diverse sepolture ad

incinerazione, alcune delle quali con struttura alla “cappuccina” e corredo databile

intorno alla seconda metà del II sec. d.C.136

.

MATERIALI: Una moneta di Antonino Pio, vari oggetti in bronzo, una cuspide di

lancia in ferro, un coltello in ferro, una lagena quadrata, alcuni balsamari in vetro, una

tazza di vetro, un’ansa di vaso in vetro, una lucerna con borchie sul disco e bollo

FORTIS.

95. LOCALITA’: Imprecisata, lungo la strada verso Remedello Sopra

134 PERINI 1987, p. 51; CAL 1991, n. 648.

135 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, pp. 65-66; CAL 1991, n. 801.

136 RIZZINI 1911, pp. 395-397; PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p. 62; CAL 1991, n. 802.

57

SITO: 086/004 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 1604/5018

ANNO DI RINVENIMENTO: 1971

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Furono rinvenute fortuitamente cinque o sei sepolture ad incinerazione, due delle quali

con corredo databile tra I e II sec. d.C.137

.

96. LOCALITA’: Cascina Ronchetto o Groppelle, lungo la strada per

Gottolengo

SITO: 086/012 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16025/50168

ANNO DI RINVENIMENTO: 1932-1940 ca.

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane e altomedievali

In seguito a lavori agricoli furono rinvenute alcune strutture murarie con resti di

pavimenti a mosaico e sette o più sepolture ad inumazione, alcune alla “cappuccina”,

altre in cassa, tutte databili all’età tardoromana o altomedievale138

.

97. LOCALITA’: Majole

SITO: 086/013 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160338/501957

ANNO DI RINVENIMENTO: 1951

TIPOLOGOA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale

Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia vennero alla luce dieci sepolture ad

inumazione in cassa, disposte in fosse rettangolari, databili all’età tardoromana-

altomedievale139

.

98. LOCALITA’: Stoppe o Stroppe

SITO: 086/016 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16047/50179

ANNO DI RINVENIMENTO: 1970

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale

137 CAL 1991, n. 803.

138 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, pp. 65-66; CAL 1991, n. 811.

139 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p.62; PASETTI 1982-84, p. 136; CAL 1991; n. 813.

58

In seguito a lavori di aratura furono rinvenute cinque tombe ad inumazione con struttura

alla “cappuccina” di epoca tardoromana-altomedievale140

.

99. LOCALITA’: S. Anastasio, Bocche o Punta

SITO: 086/023 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160458/501621

ANNO DI RINVENIMENTO: 1960

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia furono rinvenute alcune sepolture ad

incinerazione con struttura alla “cappuccina” e in anfora segata. L’analisi della tipologia

dei corredi ha permesso di datare la sepolture tra I e II sec. d.C.141

.

COMUNE: Fiesse

100. LOCALITA’: Cà di Marco, fondo Montalbano e fondo Barbera

SITO: 071/006 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160626/501018

ANNO DI RINVENIMENTO: 1886-1887

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli preistorica e romana

Nel 1975 fu eseguito uno scavo sistematico della necropoli in seguito a precedenti

rinvenimenti fortuiti. E’stato documentato che le tombe rinvenute in questo sito coprono

un arco cronologico molto ampio: le tombe più antiche sono databili all’Eneolitico

(campaniforme), circa trentasette tombe appartengono alla seconda età del Ferro (dodici

ad incinerazione e venticinque ad inumazione), ed alcune tombe all’età romana142

.

101. LOCALITA’: Imprecisata, Cascina lungo la strada per Gambara

SITO: 071/009 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16041/50109

ANNO DI RINVENIMENTO: 1926

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

140 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p. 63; CAL 1991, n. 815.

141 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p. 64; CAL 1991, n. 822.

142 PERINI 1987, pp. 41-46; CAL 1991, n. 604.

59

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura romana ad inumazione in cassa,

databile tra I e IV sec. d.C.143

.

COMUNE: Visano

102. LOCALITA’: Cascina Feniletto, campo Dadi

SITO: 204/007 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160535/501748

ANNO DI RINVENIMENTO: 1985

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane

Furono rinvenute fortuitamente otto sepolture ad incinerazione, alcune delle quali con

corredo databile tra I e II sec. d.C.. Nella stessa zona furono rinvenuti anche materiali

ceramici, materiali metallici e tessere di mosaico144

.

COMUNE: Remedello

103. LOCALITA: Imprecisata

SITO: 160/003 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 1607/5014

ANNO DI RINVENIMENTO: 1996

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Furono rinvenute fortuitamente quattro sepolture ad incinerazione di età romana, tra cui

una in fossa terragna e tre alla “cappuccina”145

.

104. LOCALITA’: Remedello Sopra, Campo delle Schiave

SITO: 160/007 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16077/50134

ANNO DI RINVENIMENTO: 1925

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

143 CAL 1991, n. 607.

144 CAL 1991, n. 1782.

145 CAL 1991, n. 1384.

60

In seguito a lavori agricoli furono rinvenute tre sepolture romane ad incinerazione con

corredo, databili al III sec. d.C.146

.

105. LOCALITA’: Remedello Sopra, Cascina S. Angelo, canale Bresciani

SITO: 160/008 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160767/501668

ANNO DI RINVENIMENTO: 1921-1924

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti preistorici e romani

Nella stessa zona fu rinvenuto un ripostiglio di diciassette asce in bronzo (databile al

Bronzo antico) e una sepoltura ad inumazione in fossa terragna di età romana147

.

106. LOCALITA’: Remedello sopra, località Guardagnino

SITO: 160/009 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160500/501566

ANNO DI RINVENIMENTO: 1966-1975

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Nel corso di lavori agricoli furono rinvenute e scavate sistematicamente cinque

sepolture ad incinerazione, di cui quattro in tomba a cassa ed una in fossa terragna, tutte

con corredo148

.

107. LOCALITA’: Remedello Sopra, Cascina Campagnola

SITO: 160/010 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160858/501567

ANNO DI RINVENIMENTO: 1977

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana

In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura ad incinerazione con corredo di

età romana149

.

108. LOCALITA’: Remedello Sopra, Scuola Media Statale, lato ovest

146 CAL 1991, n. 1388.

147 PERINI 1982-84, pp. 46-50, 52; PERINI 1987, p. 42; CAL 1991, n. 1389.

148 CAL 1991, n. 1390.

149 CAL 1991, n. 1391.

61

SITO: 160/012 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160744/501508

ANNO DI RINVENIMENTO: 1976

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori edilizi vennero alla luce due sepolture ad incinerazione con corredo

databile tra fine I sec. a.C. e inizi I sec. d.C.150

.

109. LOCALITA’: Remedello Sotto, Campo Zanesi

SITO: 160/015 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160895/501367

ANNO DI RINVENIMENTO: 1983

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Raccolte di superficie e saggi di scavo documentarono la presenza di sette sepolture

romane ad incinerazione con corredo, databili intorno al I sec. d.C.151

.

110. LOCALITA’: Remedello Sotto, campo Rossi e Prebenda, ad ovest della

strada per Asola

SITO: 160/020 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160812/501123

ANNO DI RINVENIMENTO: 1884-1885/1975-1986

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti di varie epoche

Tra sepolture e materiali di epoca pre-protostorica furono rinvenute anche due sepolture

ad inumazione in fossa terragna riferibili all’età tardoromana o altomedievale152

.

111. LOCALITA’: Remedello Sotto, Cascina Via Nuova, campo Quaiera

SITO: 160/027 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160881/501396

ANNO DI RINVENIMENTO: 1982

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

150 CAL 1991, n. 1393.

151 CAL 1991, n. 1396.

152 PERINI 1982-84, p. 46-50, 52; PERINI 1987, p. 42; CAL 1991, n. 1401.

62

In seguito a lavori agricoli furono rinvenute sette sepolture ad incinerazione, pertinenti

ad una necropoli romana di I sec. d.C.153

.

112. LOCALITA’: Remedello Sotto, Cascina Corte Via Nuova, campo Muraglione

SITO: 160/031 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160816/501367

ANNO DI RINVENIMENTO: 1983

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane

Da una ricerca di superficie emersero diversi reperti romani: resti di strutture murarie

con pavimenti, materiali ceramici, vitrei e metallici ed infine cinque sepolture ad

incinerazione con corredi, databili tra I e II sec. d.C.154

.

113. LOCALITA’: Remedello Sotto, Via Nuova

SITO: 160/032 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160880/501357

ANNO DI RINVENIMENTO: 1983

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Nel corso di lavori agricoli, seguiti da saggi di scavo, furono rinvenute quindici

sepolture ad incinerazione pertinenti ad una necropoli romana di I-II sec. d.C.155

.

COMUNE: Acquafredda

114. LOCALITA’: Borgo dei Lupi

SITO: 001/001-2 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 161173/501775

ANNO DI RINVENIMENTO: 1983-1984

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana birituale

Nel corso di lavori per l’aratura di un terreno furono individuate alcune tracce

superficiali (macchie scure, frammenti di ceramica, monete in bronzo e ossa combuste),

che fecero ipotizzare l’esistenza di una necropoli. Lo scavo sistematico successivamente

153 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1987, p. 48; CAL 1991, n. 1408.

154 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1987, p. 48; CAL 1991, n. 1412.

155 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1987, p. 48; CAL 1991, n. 1413.

63

eseguito permise di portare alla luce ben 135 sepolture, delle quali 120 ad incinerazione

(sia diretta sia indiretta) e 15 ad inumazione.

Per quanto riguarda la tipologia, la maggior parte delle tombe sono in semplice fossa,

ma sono presenti anche casi di sepolture in anfora, in urna, a cassetta di laterizi e alla

“cappuccina”. Alcune sepolture risultarono violate da precedenti scavi clandestini, che

hanno reso impossibile la ricostruzione dell’architettura della tomba e del corredo.

Un gruppo a parte è rappresentato dalle sepolture ad inumazione, tipologia

esclusivamente riservata agli infanti, il cui corpo veniva deposto tra due coppi. Questo

gruppo di tombe sembra occupare un’area appositamente riservata, situata all’estremità

nord della necropoli.

E’ da sottolineare che nello stesso sito sono state rinvenute anche alcune tombe tardo-

galliche, e ciò starebbe ad indicare una continuità nell’occupazione e nell’uso del sito.

I materiali provenienti dai corredi e le tipologie di sepoltura porterebbero a collocare

cronologicamente la necropoli tra la seconda metà del I sec. a.C. e la prima metà del II

sec. d.C.156

.

MATERIALI: I corredi restituiti dalle tombe risultano molto vari a seconda della

condizione sociale, del sesso e dell’età dei defunti. Gli oggetti rinvenuti con maggiore

frequenza sono: olpai, olle, lucerne, balsamari, chiodi, brocche, fibule, specchietti

bronzei, gioielli in pasta vitrea, amuleti e monete in bronzo. Per quanto riguarda le

sepolture infantili, soltanto due presentavano il corredo, costituito da un semplice

vasetto in terracotta.

115. LOCALITA’: Roggia Rinello

SITO: 001/004 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16098/50171

ANNO DI RINVENIMENTO: 1984

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Sepolture romane ad incinerazione

Una raccolta di superficie ha permesso di recuperare materiali attribuibili ad una

necropoli romana ad incinerazione157

. Il numero di sepolture e la tipologia non è nota.

116. LOCALITA’: Cava tra località Roveri e cascina Canova

156 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1984, pp. 120-122; PERINI 1987, p.49; CAL 1991, n. 1.

157 PASETTI 1982-84, p. 137; CAL 1991, n. 3.

64

SITO: 001/014 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160980/501608

ANNO DI RINVENIMENTO: 1980

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Da una raccolta di materiali in superficie sono emerse tracce di tombe ad inumazione

con corredo, riferibili all’età romana158

.

158 CAL 1991, n. 12.

65

Capitolo IV

I RINVENIMENTI FUNERARI NON CENSITI

NELLA CARTA ARCHEOLOGICA:

AGGIORNAMENTO

In questo capitolo sono riportate le schede di aggiornamento riguardanti i più recenti

rinvenimenti funerari nella pianura bresciana, non menzionati nella Carta Archeologica,

segnalati nei Notiziari della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, il cui ultimo

numero è stato pubblicato nel 2006.

I rinvenimenti funerari documentati in 11 diversi siti sono costituiti da 10 necropoli ed

una sepoltura isolata.

Le schede, riportate secondo un ordine cronologico in base all’anno di rinvenimento del

sito, contengono: località, anno di rinvenimento, tipologia e descrizione, elenco dei

materiali.

Nell’appendice cartografica sono riportati i fogli della Carta Archeologica, relativi al

territorio della provincia di Brescia, in cui sono evidenziati con un cerchio blu i

rinvenimenti funerari descritti in questo capitolo. I fogli in cui trovano riscontro questi

nuovi rinvenimenti sono i seguenti: C6 II, C6 IV, D6 I, D6 III.

La scala di lettura dei fogli della Carta Archeologica allegati è 1:50000. Gli originali in

scala 1:25000, formato A2, sono stati ridotti in formato A3.

66

Scheda 4.1

COMUNE: Bagnolo Mella

LOCALITA’: Cascina Canello

ANNO DI RINVENIMENTO: 1994

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Durante i lavori di aratura del terreno nella zona sud-ovest della cascina, vennero alla

luce un centinaio di sepolture ad incinerazione diretta, pertinenti ad una necropoli

romana. Le tombe furono individuate grazie alle chiazze carboniose che i roghi avevano

lasciato sul terreno, in una superficie di circa 1300mq. Il sito non fu oggetto di scavo,

ma si procedette esclusivamente alla raccolta di materiali in superficie. La scarsissima

presenza di embrici fece supporre che le sepolture fossero avvenute soprattutto

all’interno di fosse in nuda terra159

.

DATAZIONE: Età augustea – II sec. d.C..

MATERIALI: I materiali appartenenti ai corredi, derivati dalla raccolta in

superficie, si presentano in condizioni frammentarie e incomplete. In ogni caso i reperti

trovano confronto con quelli comunemente presenti nelle necropoli bresciane datate

dall’età augustea fino a tutto il II sec. d.C. (ceramica comune grezza, ceramica depurata,

ceramica a vernice nera di produzione padana e terra sigillata italica).

159 PORTULANO 1994, p. 115.

67

Scheda 4.2

COMUNE: Dello

LOCALITA’: Frazione Quinzanello

ANNO DI RINVENIMENTO: 1994

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Indagini preliminari di superficie ed in seguito uno scavo sistematico sono stati

effettuati in occasione della posa di alcune tubature per un metanodotto. Nella zona ad

est di Quinzanello (“campo Volpera”) sono venute alla luce due sepolture (tomba 1 e

tomba 2) entrambe ad incinerazione indiretta. La tomba 1 si direbbe alla “cappuccina”

per il rinvenimento di alcuni frammenti di laterizi. In entrambi i casi, vicino alle

sepolture, è presente una chiazza carboniosa riferibile al rogo. Più a nord , nella zona

“campo Pendolo”, sono state individuate altre cinque sepolture: una ad incinerazione

indiretta (tomba 3) con corredo e altre quattro (tomba 4, tomba 5, tomba 6, tomba7)

sempre ad incinerazione indiretta in fossa terragna160

.

DATAZIONE: Imprecisata

MATERIALI: La tomba 3 è l’unica in cui è presente il corredo, costituito da diversi

elementi che hanno permesso di attribuire la sepoltura ad un giovane atleta (vasi di

vetro, lucerne, un balsamario, uno strigile e un cucchiaio d’argento).

160 LUPANO, ROSSI, SCARPELLA 1994, pp. 115-116.

68

Figura 4.1 – Dello. L tomba 3 con il corredo(Immagine da NSAL 1994)

69

Scheda 4.3

COMUNE: Leno

LOCALITA’: Roggia Catilina

ANNO DI RINVENIMENTO: 1995-1997

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

In occasione di lavori per creare una cava di sabbia e ghiaia, sono state individuate

numerose tracce scure attribuibili ad un gruppo di tombe ad incinerazione. Le fosse di

sepoltura sono costituite da pozzetti che, per le ridotte dimensioni, fanno ipotizzare che

si tratti di incinerazioni indirette. L’area non è stata oggetto di scavo ed il materiale

recuperato in superficie, nonostante il recupero sia stato effettuato mantenendo separate

le associazioni individuate in corrispondenza delle macchie scure, risulta

frammentario161

.

DATAZIONE: II sec. d.C..

MATERIALI: Vasellame in ceramica comune; monete in bronzo; terra sigillata italica;

un morso per cavallo; un coltello a lama triangolare; chiodi; una fibula esagonale in

bronzo e pasta vitrea.

161 PORTULANO 1995-1997a, p. 92.

70

Scheda 4.4

COMUNE: Leno

LOCALITA’: Cascina Fornasetta

ANNO DI RINVENIMENTO: 1995-1997

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

In seguito a lavori agricoli è stato messo in luce un gruppo di sepolture ad incinerazione

diretta. Soltanto in due casi è stato possibile effettuare il recupero dei materiali, che

risultano estremamente frammentati. Gli oggetti del corredo hanno trovato riscontro con

altri corredi presenti nella necropoli di Nave (BS) 162

.

DATAZIONE: Tra età augustea e tiberiana.

MATERIALI: Ceramica comune grezza (coperchi, olle); ceramica depurata (bicchieri,

coppette); ceramica a vernice nera; terra sigillata italica; un anello; una fibula; numerosi

frammenti vitrei; un dupondio di Augusto.

162 PORTULANO 1995-1997b, p. 93.

71

Scheda 4.5

COMUNE: Urago D’Oglio

LOCALITA’: Castellaro

ANNO DI RINVENIMENTO: 1998

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Complesso insediativo di età romana e

tombe di età romana e medievale.

Un’ area di notevoli dimensioni, già da tempo conosciuta per rinvenimenti preistorici e

romani, è stata sondata e documentata in occasione di un intervento di livellamento

agricolo lungo il corso del fiume Oglio. L’area indagata si trova sulla sponda orientale,

all’interno di un’ampia ansa fluviale, ed è circoscritta da una piccola scarpata formatasi

con l’erosione del fiume (“montagnina dei Frà”). Il lavoro di livellamento ha

comportato l’asportazione dello strato di terreno coltivabile, mettendo in luce le tracce

archeologiche. I reperti sono di due tipi: alcune strutture fanno ipotizzare la presenza di

un insediamento rurale o di una villa, altre a sepolture diverse. Le sepolture si

presentano verosimilmente raggruppate in nuclei di varia grandezza, ricoprendo un arco

cronologico che va dall’età del Bronzo all’età medievale. Le tombe più antiche, età del

Bronzo, sono venti, tutte ad incinerazione, e raggruppate in un luogo molto vicino al

fiume. Le tombe relative al periodo romano, diversamente da quelle protostoriche, si

trovano in posizione più arretrata rispetto al fiume e probabilmente vanno messe in

relazione ad un antico tracciato stradale che collegava la campagna al paese,

verosimilmente ripreso dall’attuale strada. Queste tombe risultano più isolate rispetto

alle precedenti e la forma di sepoltura adottata è ancora una volta l’incinerazione, ma in

questo caso la sepoltura avviene all’interno di cassette di laterizi, con oggetti di corredo

che permettono di attribuirle cronologicamente alla prima romanizzazione del territorio.

Sempre rinvenute in forma isolata sono alcune tombe alla “cappuccina” con elementi di

corredo e materiali databili all’età imperiale e tardoromana. L’ultima e più consistente

tipologia tombale presente è costituita da tombe ad inumazione in fossa rivestita di

ciottoli, in pochi casi rinvenute ancora con la copertura piana. Le pareti della fossa

erano rivestite con ciottoli fluviali e la copertura con lastre grossolane e macine

riutilizzate, il tutto poi sigillato con altri ciottoli di minori dimensioni. Tali sepolture si

trovano raggruppate in nuclei di diverse dimensioni, senza alcun particolare criterio, e, a

parte due casi, tutte senza corredo. Queste tombe sono attribuibili all’età medievale.

72

Si è pensato che la necropoli potesse avere una qualche relazione con un’edificio rustico

poco distante163

.

DATAZIONE: Arco cronologico compreso tra età del Bronzo e altomedievale.

MATERIALI: Manufatti fittili, di vetro e di metallo (per le sepolture relative alla prima

romanizzazione); ceramica, monete, olle, lamine di bronzo (per le sepolture relative

all’età imperiale).

Figura 4 2 – Urago d’Oglio, località Castellaro. Planimetria generale del sito (Immagine da NSAL 1998)

163 DANDER 1998, pp. 83-84.

73

Scheda 4.6

COMUNE: Villachiara

LOCALITA’: Villagana

ANNO DI RINVENIMENTO: 2001-2002

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana ad incinerazione

In un’area già nota archeologicamente per la presenza di alcune strutture, l’azione

erosiva delle acque meteoriche di scorrimento ha portato alla luce una sepoltura ad

incinerazione con un interessante corredo. Lo scavo effettuato ha permesso di

comprendere la struttura della tomba: embrici e coppi disposti di piatto, forse supportati

da altri materiali deperibili, erano stati utilizzati come copertura di una cassa che aveva

tegole come pareti ed embrici sul fondo, il tutto bordato da coppi e deposto in una fossa.

Probabilmente tale architettura aveva costituito la struttura di base per la pira, come può

essere testimoniato dalle tracce di rogo presenti sulle pareti della fossa164

.

DATAZIONE: Imprecisata

MATERIALI: Olle; una coppetta; una patera; un coltellino; otto monete.

164 DANDER 2001-2002, pp. 70-71.

74

Scheda 4.7

COMUNE: Manerbio

LOCALITA’: Cascina Trebeschi

ANNO DI RINVENIMENTO: 2003-2004

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Nel corso di lavori per la realizzazione di nuovi svincoli stradali, è stata individuata una

necropoli romana costituita da 46 sepolture, tra cui 5 di tipologia incerta e molte altre

compromesse dai lavori agricoli susseguitisi nel tempo. Il rito funerario prevalente è la

cremazione indiretta. In una dozzina di casi le pareti della fossa risultano bruciate,

facendo quindi pensare a cremazioni dirette. E’ interessante notare che le fosse delle

presunte tombe a cremazione diretta risultano avere le stesse dimensioni di quelle a

cremazione indiretta, quindi toppo piccole per ospitare il corpo di un adulto. Questo fa

supporre che la cremazione diretta non sia avvenuta proprio all’interno delle fosse, ma

su una catasta di legno disposta immediatamente al di sopra del taglio.

Per quanto riguarda le deposizioni, la maggior parte si trovano in nuda fossa, cinque

sono alla “cappuccina”, due in cassetta di laterizi e tre in anfora segata. In cinque punti

dell’area indagata sono state inoltre rinvenute strutture tubolari ottenute dalla

contrapposizione di due coppi. La tipologia potrebbe richiamare ad alcune sepolture

infantili riscontrate in altri contesti, ma la mancanza totale di carboni e di resti ossei ha

portato ad escludere questa ipotesi, preferendo riconoscere in queste strutture la

funzione di segnacoli o di altri elementi legati ai rituali.

Nel corso dello scavo non è stata individuata alcuna traccia del perimetro della

necropoli, questo significa che probabilmente le sepolture erano contraddistinte da

segnacoli. Tuttavia da un punto di vista topografico sono riscontrabili alcune zone di

maggior concentrazione delle sepolture. Attorno al nucleo posto più ad est, sono state

individuate le tracce di un muro (di cui restano solo parti della fondazione costituita da

frammenti di embrici) di m 7x4, che cingeva su tre lati il gruppo di sepolture. Le quattro

tombe poste al suo interno (due alla “cappuccina” e due in cassetta di laterizi)

presentano ricchi corredi. Anche le altre tombe alla “cappuccina”, poste più ad ovest del

recinto presentano caratteristiche analoghe alle precedenti. Le tombe in nuda fossa con

le pareti bruciate (a presunta cremazione diretta) sembrano concentrarsi nella parte sud-

ovest dello scavo, andando a rinforzare l’ipotesi che costituiscano un gruppo a parte165

.

165 RAGAZZI 2003-2004, pp. 114-118.

75

DATAZIONE: I sec. a.C. – II sec. d.C..

MATERIALI: I corredi delle tombe in nuda fossa risultano molto frammentati perché

compromessi dai lavori agricoli. Si tratta soprattutto di frammenti combusti dal rogo

funebre e la gamma tipologica corrisponde a corredi presenti in contesti databili tra I

sec. a.C. e II sec. d.C. Tra i reperti si trovano: olle, patere, coppe a pareti sottili, lucerne,

olpai, vasellame vitreo (balsamari e recipienti colorati), chiodi, un falcetto, due coltelli,

due specchi di bronzo, utensili in osso, monete.

Figura 4.3 – Manerbio, Cascina Trebeschi. Planimetria della necropoli (Immagine da NSAL 2003-2004)

76

Figura 4 4 – Manerbio Cascina Trebeschi. Corredo di una sepoltura alla “cappuccina” (Immagine da NSAL 2003-2004)

77

Scheda 4.8

COMUNE: Borgo San Giacomo

LOCALITA’: Cascina Paoletti (Menec)

ANNO RINVENIMENTO: 2005

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana

Livellamenti ed arature hanno portato in superficie elementi collegabili alla presenza di

una necropoli (frammenti ceramici in associazione con zolle carboniose). Per

confermare questa ipotesi sono stati eseguiti alcuni sondaggi ed uno scavo sistematico,

che hanno permesso di individuare cinque fosse contenenti terra di rogo e frammenti

ceramici ed un’altra piccola fossa con copertura in embrici nel settore nord. Altre tredici

tombe sono state rinvenute nel settore centrale e meridionale, insieme a buche di palo e

tracce di alcune strutture. Le fosse sono a pianta subrettangolare o subquadrangolare,

con il fondo del taglio generalmente piano o concavo; il riempimento è costituito da

terra di rogo, frammenti ceramici e oggetti del corredo. Nei settori indagati non è stato

individuato un piano di calpestio o di frequentazione, probabilmente asportato in

seguito a ripetute alluvioni subite dalla zona. Un indizio che riporterebbe a questo

fenomeno è la presenza di lenti di un sedimento argilloso, parzialmente asportato in

seguito ad arature166

.

DATAZIONE: Imprecisata

MATERIALI: Una caratteristica di questo gruppo di sepolture è la presenza costante di

oggetti metallici tra gli elementi del corredo (cesoie, monete, lamine bronzee, parte di

un simpulum, chiodi, ganci..). Inoltre tutte le tombe contenevano un’elevata percentuale

di vasellame a vernice nera.

166 SIMONOTTI 2005, pp. 39-40.

78

Figura 4.5 – Borgo San Giacomo. Cascina Paoletti (Menec) la tomba 9 (Immagine da NSAL 2005)

79

Scheda 4.9

COMUNE: Flero

LOCALITA’: Via XX Settembre

ANNO DI RINVENIMENTO: 2005

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Insediamenti rurali tra età romana e

altomedievale.

Un vasto cantiere di sviluppo edilizio residenziale è stato sottoposto ad un controllo

archeologico, che ha permesso di individuare un vasto complesso insediativo. In

particolare esso è costituito da: a) resti di un insediamento di epoca tardoantica-

altomedievale con strutture in legno, b) tracce di una fornace per ceramica di V-VI sec.

d.C., c) quattro sepolture a inumazione, d) tracce di un edificio riconducibile ad una

villa.

Le sepolture apparivano assai compromesse in seguito ad antiche spoliazioni, che

avevano determinato l’asporto dei laterizi delle coperture e delle pareti per essere

reimpiegati. Tra le quattro sepolture sono state individuate due tipologie: a loculo

rivestito da muretto a secco di ciottoli e/o frammenti di embrici e alla “cappuccina” con

copertura a capanna di laterizi167

.

DATAZIONE: Epoca tardoromana - altomedievale

MATERIALI: Nessuna delle quattro sepolture ha restituito il corredo.

167 BREDA, MALASPINA 2005, pp. 59-61.

80

Figura 4 6 – Flero. Via XX Settembre, la tomba 3 (Immagine NSAL 2005)

Figura 4.7 – Flero. Via XX Settembre. Planimetria dell’area di scavo (Immagine da NSAL 2005)

81

Scheda 4.10

COMUNE: Offlaga

LOCALITA’: Cignano

ANNO DI RINVENIMENTO: 2005

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Sepolture tardoantiche o altomedievali

In seguito a lavori per la costruzione di un grande complesso artigianale sono stati

individuati, due tombe a cassa di laterizi ed un canale che passava a sud delle sepolture.

Le tombe presentano una pianta rettangolare in laterizi (tegole ed embrici), posti

all’interno di fosse leggermente ellittiche e la copertura era probabilmente sempre in

laterizi disposti a capanna. Al loro interno non sono state rinvenute tracce degli scheletri

e del fondo delle strutture; questo dato, insieme alla presenza di numerosi frammenti di

laterizi all’interno del canale hanno portato ad ipotizzare una violazione in antico delle

tombe. La tecnica costruttiva, il carattere isolato e la presenza di un cucchiaio di bronzo

all’interno del canale, hanno permesso di datare i contesti168

.

DATAZIONE: V – VI sec. d.C..

MATERIALI: Numerosi frammenti di laterizi; un cucchiaio di bronzo.

168 MALASPINA 2005, pp.79-80.

82

Figura 4.8 – Offlaga. Località Cignano. Sepolture tardoantiche o altomedievali (Immagine da NSAL 2005)

83

Scheda 4.11

COMUNE: Borgo San Giacomo

LOCALITA’: Frazione Acqualunga, Cascina Palmanova

ANNO DI RINVENIMENTO: 2006

TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane

Lavori di sbancamento per ampliare strutture destinate all’allevamento di bovini nei

pressi della cascina hanno permesso di mettere in luce due sepolture (tomba 1 e tomba

2).

La tomba 1 è del tipo alla “cappuccina”, con i lati costituiti rispettivamente da due

embrici raccordati da coppi sia sulla sommità che sulle falde laterali, le fronti ottenute

con un embrice integro più un frammento disposti verticalmente. Nel riempimento della

fossa erano presenti tracce dell’ustrinum.

La tomba 2 è costituita da una fossa rettangolare e fu rinvenuta con un riempimento a

matrice prevalentemente sabbiosa in cui sono inoltre presenti chiazze carboniose e

frammenti di embrici e di coppi. Lo scavo ha permesso di documentare che la tomba era

stata violata in antico. Si è pensato che tali tombe siano ciò che rimane di un’area

sepolcrale già individuata negli anni ’60 nel corso di lavori per la costruzione di alcune

strutture, ma non fu mai oggetto di scavo169

.

DATAZIONE: Prima metà del I sec. d.C..

MATERIALI: I materiali appartenenti al corredo della tomba 1 sono: un’olpe, una

brocca, una coppetta, frammenti di balsamari, patere, olle. Nella tomba 2 sono stati

rinvenuti soltanto alcuni frammenti ceramici ed una fibula in bronzo decorata a sbalzo.

La datazione della fibula (V sec. a.C.) può essere una conferma che il riempimento di

questa fossa sia costituito da materiale rimescolato.

169 MASSARI 2006, pp. 54-55.

84

Figura 4.9 – Borgo San Giacomo. Cascina Palmanova. Tomba 1(Immagine da NSAL 2006)

85

CONCLUSIONI

Il rapporto delle necropoli con le strade ed i fiumi

La distribuzione delle necropoli nel territorio era legata a diversi fattori di natura

giuridica, viaria e morfologica. La legislazione romana vietava infatti la sepoltura dei

defunti all’interno della cinta muraria urbana: per questo motivo le aree sepolcrali si

sviluppavano principalmente ai lati delle vie che conducevano dalla città verso il

territorio o lungo le strade nei pressi di vici, villae o insediamenti minori.

Nel caso della pianura bresciana diverse necropoli sono state rinvenute lungo il percorso

delle principali vie di comunicazione. E’il caso di alcune necropoli170

di Palazzolo

sull’Oglio (1), Cologne (1), Coccaglio (3), Cazzago San Martino (1), Ospitaletto (1) e

Pozzolengo (1), situate lungo il tracciato della cosiddetta Via Gallica.

Lungo il percorso della cosiddetta Via Cremonensis, sono distribuite altre necropoli171

,

Flero (1), Poncarale (1), Bagnolo Mella (3), Offlaga (1), Manerbio (3) e Pontevico (1).

Le distribuzione delle necropoli172

di Borgosatollo (1), Ghedi (3), Isorella (7), Gambara

(2) e Fiesse (1), sembrerebbero invece avvalorare l’ipotesi del Tozzi173

riguardo

l’esistenza di una via di comunicazione tra Brescia e Brescello (Via Brixia-Brixiellum),

che dalla città percorreva la pianura in direzione sud-est seguendo il corso del torrente

Garza fino a Ghedi, per poi proseguire lungo il Naviglio di Isorella fino a Canneto

sull’Oglio.

Nella Cisalpina, oltre alle strade, anche fiumi e laghi facevano parte del sistema di

comunicazione e molti insediamenti erano situati nelle vicinanze di corsi d’acqua per

motivi di approvvigionamento idrico o a guardia di passaggi obbligati (guadi o ponti).

Le necropoli rinvenute nei pressi di fiumi erano probabilmente pertinenti a questo tipo

di insediamenti. E’il caso di alcune necropoli di Montichiari (3), Carpenedolo (3),

170 CAL 1991, nn. 1218, 477, 446, 455, 464, 335, 1175, 1321.

171 CAL 1991, nn. 633, 1301, 33, 36, 1161, 1000, 1011, 1306; Schede nn. 4.1, 4.7.

172 CAL 1991, nn. 119, 717, 726, 732, 801, 802, 803, 811, 813, 815,, 822, 848, 644, 648, 604.

173 TOZZI 1985, pp. 95-96.

86

Acquafredda (3) e Remedello di Sotto (6) rinvenute lungo il fiume Chiese174

; Pontoglio

(1), Roccafranca (2), Villachiara (7), Borgo San Giacomo (3), Urago d’Oglio (1) e

Quinzano d’Oglio (1) situate lungo il corso del fiume Oglio175

e quelle di Dello (1),

Offlaga (1), Manerbio (4) e Seniga (1) nei pressi del fiume Mella176

.

In sintesi, delle 91 necropoli censite nell’area oggetto di studio, 33 sarebbero sorte

lungo il probabile percorso delle tre principali strade, 35 nei pressi del corso di fiumi.

Naturalmente, in molti casi, la collocazione non può che essere approssimativa,

soprattutto riguardo le strade, di cui non conosciamo l’esatto percorso.

Strettamente connessa alla rete viaria ed alla morfologia del territorio era la

suddivisione in centurie. Di alcune necropoli è possibile stabilire la posizione che

occupavano rispetto alla centuriazione: laddove è stato possibile stabilire questo

rapporto, si è visto che all’interno di una singola centuria si trova sempre una sola area

sepolcrale, situata al centro177

. E’questo il caso di alcune necropoli di Bagnolo Mella,

Castrezzato, Ghedi, Isorella, Leno, Manerbio, Offlaga, Ospitaletto, Roccafranca. Questo

dato potrebbe far ipotizzare che, così come ad una centuria corrispondeva un’area

sepolcrale, ad essa corrispondesse anche un’entità insediativa.

Il rapporto delle necropoli con gli insediamenti minori

Analizzando la Carta Archeologica relativa alla pianura bresciana è possibile osservare,

sulla base dei rinvenimenti, un fitto popolamento rurale di questo territorio, con vici,

villae, mansiones ed edifici rurali minori. Le necropoli sembrano riflettere questo

quadro, con una distribuzione sparsa in rapporto a questi insediamenti abitativi. Il

rinvenimento di un’area sepolcrale contribuisce infatti alla ricostruzione del

popolamento di un territorio, sia nel caso in cui sia testimoniata la presenza di un abitato

nelle immediate vicinanze, sia, a maggior ragione, nel caso in cui le testimonianze a

riguardo siano del tutto assenti.

174 CAL 1991, nn. 1061, 1071, 1072, 305, 307, 314, 1, 3, 12, 1384, 1388, 1393, 1396, 1408, 1413.

175 CAL 1991, nn. 1314, 1432, 1433, 1752, 1754, 1756, 1757, 1758, 1760, 103, 112, 1365; Schede nn.

4.5, 4.6, 4.8.

176 CAL 1991, nn. 540, 1154, 997, 1000, 1017, 1559; Scheda 4.7.

177 FARAGLIA 1997, p. 13.

87

Per quanto riguarda il rapporto tra necropoli e diverse tipologie di insediamenti rurali, la

necropoli di Manerbio178

può essere messa in relazione al vicus Minervius, situato lungo

la Via Cremonensis. Altre necropoli179

quali Bagnolo Mella, Coccaglio e Ghedi sono

probabilmente riferibili ad abitati, la cui esistenza è dimostrata dalla presenza di

strutture murarie, che tuttavia non permettono di stabilire se si trattasse di veri e propri

vici.

Alcune necropoli si ritrovano nei pressi di località in cui è stata riconosciuta la presenza

di mansiones (Cazzago San Martino)180

, altre necropoli (Isorella, Leno, Palazzolo

sull’Oglio)181

sono state rinvenute nei pressi di resti riferibili a villae: strutture murarie

ed edifici, pavimenti, mosaici, canalette e altri materiali.

Tracce di edifici rustici minori rispetto alle villae, costituiti generalmente da fondazioni

in pietrame e ciottoli, alzato in argilla e legno e copertura in tegole o paglia, sono state

rinvenute nei pressi di aree sepolcrali182

a Coccaglio, Isorella e Remedello Sotto.

Il rinvenimento di necropoli di grandi dimensioni, senza la contemporanea presenza

nelle immediate vicinanze di tracce di abitati, potrebbe in alcuni casi giustificare

l’ipotesi che a queste aree sepolcrali facessero riferimento più insediamenti sparsi nel

territorio. E’questo il caso delle necropoli183

di Acquafredda, Borgo San Giacomo e

Villachiara.

In alcune località come Bagnolo Mella, Carpenedolo, Isorella, Offlaga, sono stati

rinvenuti, in prossimità delle aree sepolcrali184

, materiali di varia tipologia, ma non

strutture murarie. In altri casi (Bagnolo Mella, Castrezzato, Fiesse, Ospitaletto,

Roccafranca)185

alcune necropoli non sono affiancate né da strutture murarie né dalla

presenza di materiali sparsi: di conseguenza l’area sepolcrale risulta essere l’unica

testimonianza di frequentazione del sito.

178 CAL 1991, n. 1011.

179 CAL 1991, nn. 33, 36, 446, 732.

180 CAL 1991, n. 335.

181 CAL 1991, nn. 811, 848, 1218.

182 CAL 1991, nn. 464, 802, 1413.

183 CAL 1991, nn. 1, 106, 1756, 1758.

184 CAL 1991, nn. 36, 314,1161.

185 CAL 1991, nn. 33, 332, 604, 1175, 1433.

88

I piccoli gruppi di sepolture e le tombe isolate, rinvenute in gran numero e sparse nel

territorio, hanno una potenzialità informativa soprattutto di tipo topografico: il numero

elevato e la dispersione di queste aree sepolcrali, talvolta poste a notevole distanza dagli

insediamenti noti, costituiscono un’ulteriore conferma dell’esistenza di una fitta densità

di popolamento rurale nella pianura bresciana.

La concentrazione dei rinvenimenti funerari

La netta prevalenza di rinvenimenti di sepolture isolate (36) e di piccole necropoli con

meno di 10 sepolture (39) rispetto a quelle di dimensioni maggiori con più di 50

sepolture (Acquafredda, Borgo San Giacomo-Villachiara, Manerbio, Bagnolo Mella)186

confermano la frammentazione rurale del popolamento di questo territorio, ovvero la

probabile esistenza di fattorie isolate o gruppi di case sparse nella campagna (grafico1).

Peraltro, come già sottolineato in precedenza, non sempre le necropoli con maggiore

numero di sepolture facevano riferimento ad un solo importante centro abitato, ma

probabilmente, in alcuni casi, a diversi piccoli insediamenti sparsi nel territorio (Borgo

San Giacomo-Villachiara, Acquafredda).

Da segnalare anche l’elevato numero di necropoli con numero indeterminato di

sepolture (34), giustificata dal fatto che in molti casi le ricerche non sono state condotte

con scavi sistematici, ma sono il frutto di rinvenimenti occasionali e/o scavi clandestini,

che hanno causato la perdita di molti dati.

La cronologia

Dal grafico 2, che riassume lo spettro cronologico dei rinvenimenti funerari, emerge

l’elevato numero di reperti risalenti ad un’epoca genericamente definita come romana

(36%). Tra essi figurano anche necropoli con un numero di sepolture consistente (Leno,

Villachiara-Borgo San Giacomo)187

. Nelle sepolture isolate tale dato arriva fino al 53%.

Questo rappresenta un grosso limite nella valutazione complessiva dei dati, non

consentendo di trarre conclusioni certe e definitive. Una considerazione di carattere

generale, che vale sia per le necropoli sia per le sepolture isolate, è che i rinvenimenti di

186 CAL 1991, nn. 1, 1756, 1758; Schede nn. 4.1, 4.7.

187 CAL 1991, nn. 848, 1756, 1758.

89

età romana dal II-I sec. a.C. al IV sec. d.C. risultano essere di numero superiore a quelli

di età tardoromana-altomedievale, con un rapporto di 3/1 e 4/1 rispettivamente.

Nell’ambito dei rinvenimenti funerari di cui è stato possibile stabilire una datazione

precisa, la più bassa percentuale (3%) risale al primo periodo della romanizzazione di

questo territorio (II-I sec. a.C.). Nelle necropoli i rinvenimenti databili tra la fine del I

sec. a.C. e il II sec. d.C. rappresentano la percentuale maggiore (30%). Tale dato può far

ipotizzare che in questo periodo il territorio della pianura bresciana sia stato occupato

con la massima densità di popolazione, grazie ad una condizione politico-economica

favorevole. Non a caso nell’arco di questo periodo sono comprese l’età augustea e l’età

flavia, in cui Brixia ed il suo territorio conobbero un momento di grande prosperità

economica.

Il rituale

Nell’analisi delle tipologie del rituale di sepoltura, grafico 3, il dato “indefinito”

interferisce in misura meno condizionante, costituendo il 15% nelle necropoli e il 19%

nelle sepolture isolate. Nelle necropoli il rapporto tra rituale incineratorio ed inumatorio

è equivalente (39 e 37% rispettivamente) mentre nelle sepolture isolate si nota una

prevalenza del rito inumatorio (56 e 25% rispettivamente).

Il grafico 4 descrive il rapporto tra cronologia dei rinvenimenti e tipologia del rituale di

sepoltura. L’analisi dei rinvenimenti della pianura bresciana evidenzia una conformità

rispetto alle informazioni documentate in altre necropoli lombarde. Il rituale

incineratorio risulta essere presente in maniera esclusiva nei rinvenimenti datati al II-I

sec a.C.. Nei periodi successivi, in cui entrambi i rituali sono attestati, si evidenzia una

differenza tra le necropoli e le sepolture isolate, con una maggiore persistenza del rituale

incineratorio nelle necropoli rispetto alle sepolture isolate, dove prevale l’inumazione.

Nel III sec. d.C. il rituale incineratorio viene definitivamente sostituito dall’inumazione.

Un cenno a parte meritano i riti funerari degli infanti, ai quali era riservata

esclusivamente l’inumazione. Nella pianura bresciana tale usanza è documentata dai

rinvenimenti della necropoli di Acquafredda188

, in cui le inumazioni infantili erano

separate dalle cremazioni dei soggetti adulti, in una zona riservata nel settore

settentrionale della necropoli. In questo sito la tipologia di sepoltura in cui veniva

deposto il corpo degli infanti è costituita da due coppi contrapposti.

188 CAL 1991, n. 1.

90

Le tipologie di sepoltura

In relazione alle tipologie di sepoltura, l’analisi non può non tener conto dell’elevato

numero di sepolture in cui non è stato possibile una loro precisa definizione (252

sepolture a tipologia indeterminata, che equivalgono al 38% di tutti i rinvenimenti)

come evidenziato nel grafico 5. Una ulteriore limitazione nell’analisi è legata al fatto

che, nel computo delle varie tipologie di sepoltura, non è stato possibile considerare

sepolture presenti in alcune necropoli, la cui tipologia è stata definita, ma di cui nei

documenti non è precisato il numero, oppure è riportato il numero totale, senza una

quantificazione esatta delle varie tipologie, che pure risultano presenti in quel sito. In

particolare, in quattro necropoli è presente un numero imprecisato di sepolture a fossa,

in otto un numero imprecisato di sepolture alla “cappuccina”, in due un numero

imprecisato di sepolture in anfora. Tra le sepolture la cui tipologia è stata definita,

prevalgono quelle a fossa in nuda terra (30%), quelle alla “cappuccina” e quelle a cassa

hanno percentuali simili (17% e 14% rispettivamente), mentre sono rappresentate in

percentuale molto bassa (1%) le sepolture in anfora.

La relazione tra tipologia di sepoltura e la loro cronologia nei siti, evidenzia la presenza

di tutte le tipologie nelle varie epoche considerate, seppur con diverse percentuali come

si può osservare nel grafico 6.

Analizzando nel dettaglio il rapporto fra tipologia di sepoltura e cronologia delle 836

sepolture rinvenute si nota che, fino al II sec. d.C. vi è una netta prevalenza di sepolture

in fossa a nuda terra (166), mentre nelle epoche successive prevalgono le sepolture alla

“cappuccina (98) e quelle in cassa (88) come descritto nel grafico 7.

Considerando separatamente le caratteristiche delle 656 sepolture rinvenute nelle 18

necropoli con 10 o più sepolture, descritte nei grafici 8 e 9, si può notare che il rituale

incineratorio è presente fino al III sec. d.C, mentre nei secoli successivi è sostituito dal

rito inumatorio. La tipologia di sepoltura prevalente fino al II sec. d.C. è rappresentato

dalle fosse in nuda terra (180), mentre nelle epoche successive sono rappresentate in

percentuali simili le sepolture alla “cappuccina” (76) e quelle in cassa (73).

91

GRAFICI

CONCENTRAZIONE DEI RINVENIMENTI

Grafico 1 - Concentrazione generale dei rinvenimenti nei 127 siti

92

CONCENTRAZIONE E CRONOLOGIA DEI

RINVENIMENTI

Grafico 2 – Concentrazione e cronologia nei rinvenimenti: A) nei 127 siti; B) nelle 91 necropoli; C) nelle 36 sepolture isolate

93

IL RITUALE DI SEPOLTURA NEI RINVENIMENTI

Grafico 3 – Rappresentazione dei rituali di sepoltura: A) nei 127 siti; B) nelle 91 necropoli; C) nelle 36 sepolture isolate

94

IL RITUALE DI SEPOLTURA E CRONOLOGIA

95

Grafico 4 –Rappresentazione dei rituali di sepoltura: A) nei 127 siti; B) nelle 91 necropoli; C) nelle 36 sepolture isolate

96

LE TIPOLOGIE DI SEPOLTURA IN RAPPORTO ALLA

CRONOLOGIA

Grafico 5 – Concentrazione delle diverse tipologie di sepoltura nei siti

Grafico 6 – Tipologie di sepolture nei 127 siti in relazione alla cronologia

97

Grafico 7 – Relazione fra tipologia di sepoltura e cronologia nelle 836 sepolture individuate nei siti.

98

RITUALE E TIPOLOGIA DI SEPOLTURA NELLE

NECROPOLI CON 10 O PIU’SEPOLTURE

Grafico 8 – I rituali di sepoltura rappresentati nelle 18 necropoli con 10 o più sepolture (n.sepolture=656)

Grafico 9 – Le diverse tipologie di sepoltura presenti nei siti in relazione alla cronologia

Figura 1.1 - Le centuriazioni della pianura bresciana. La più antica dell’89 a.C. a nord-ovest, la seconda del 40 a.C. a sud-ovest e la terza più

estesa di età augustea ad ovest (rielaborazione da SETTIS 1983).

N

S

EO

BRIXIABRIXIABRIXIABRIXIA

f. Oglio

f. Oglio

f. Oglio

f. Oglio

f. f. f. f. M

ellaMella

Mella

Mella

f. Chiese

f. Chiese

f. Chiese

f. Chiese

N

S

EO

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f. Oglio

f. Oglio

f. Oglio

f. Oglio

f. f. f. f. M

ellaMella

Mella

Mella

f. Chiese

f. Chiese

f. Chiese

f. Chiese

Figura 1.2 – Ipotesi di tracciatodella via Gallica nel tratto Bergomum-Verona e della via Brixia-Cremona.

(M. Tabaglio - elaborazione personale)

Addua

Addua

Addua

Addua

PoPoPoPo

Ollius

Ollius

Ollius

Ollius

Mella

Mella

Mella

Mella

Cleusis

Cleusis

Cleusis

Cleusis Mincius

Mincius

Mincius

Mincius

Benacus

Benacus

Benacus

Benacus

Sevinus

Sevinus

Sevinus

Sevinus

Edrum

Edrum

Edrum

Edrum

Bergomum

Tellegate

Vicus

Minervius

Cremona

TetellusBrixia

ad Flexum

Sermio

Ariolica

Verona

Verbanus

Verbanus

Verbanus

Verbanus

Beneventum

Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:

Via Via Via Via BrixiaBrixiaBrixiaBrixia----Cremona:Cremona:Cremona:Cremona:

Addua

Addua

Addua

Addua

PoPoPoPo

Ollius

Ollius

Ollius

Ollius

Mella

Mella

Mella

Mella

Cleusis

Cleusis

Cleusis

Cleusis Mincius

Mincius

Mincius

Mincius

Benacus

Benacus

Benacus

Benacus

Sevinus

Sevinus

Sevinus

Sevinus

Edrum

Edrum

Edrum

Edrum

Bergomum

Tellegate

Vicus

Minervius

Cremona

TetellusBrixia

ad Flexum

Sermio

Ariolica

Verona

Verbanus

Verbanus

Verbanus

Verbanus

Beneventum

Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:

Via Via Via Via BrixiaBrixiaBrixiaBrixia----Cremona:Cremona:Cremona:Cremona:

Fig. 1.3 – I confini della pianura bresciana. A nord (rosso) il percorso della Statale 11, ad ovest e a sud (blu) il fiume Oglio, ad est (verde) il

confine amministrativo in parte parallelo al percorso del fiume Chiese. Parallelo alla Statale 11 è il probabile tracciato della Via Gallica. I

pallini rossi e blu indicano rispettivamente i siti censiti nella Carta Archeologica e quelli non censiti. (M. Tabaglio – elaborazione personale).

99

APPENDICE CARTOGRAFICA

La scala di lettura dei fogli della Carta Archeologica allegati è 1:50000. Gli originali in

scala 1:25000, formato A2, sono stati ridotti in formato A3.

1. Sezione n. C5 IV – PALAZZOLO SULL’OGLIO

2. Sezione n. C6 II – CHIARI

3. Sezione n. C6 IV - SONCINO

4. Sezione n. C7 II - SORESINA

5. Sezione n. D6 I - BRESCIA

6. Sezione n. D6 III - LENO

7. Sezione n. D7 I - PONTEVICO

8. Sezione n. D6 II - LONATO

9. Sezione n. D6 IV - MONTICHIARI

10. Sezione n. E6 III - SOLFERINO

11. Sezione n. D7 II - ASOLA

112

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