Le necropoli romane della pianura bresciana: i dati della Carta Archeologica e aggiornamenti
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN ARCHEOLOGIA
LE NECROPOLI ROMANE DELLA PIANURA
BRESCIANA: I DATI DELLA CARTA
ARCHEOLOGICA E AGGIORNAMENTI
Relatore: Chiar.mo Prof. Jacopo Bonetto
Laureando: Matteo Tabaglio Nr. Matr.: 534080
Anno Accademico 2008-2009
Indice
INTRODUZIONE 1
CAPITOLO 1 – Inquadramento storico-topografico del territorio 3
1.1 LA CONQUISTA ROMANA DELLA GALLIA CISALPINA 3
1.2 LA TRASFORMAZIONE DELL’AGER BRIXIANUM: CENTURIAZIONE E
STRADE 4
CAPITOLO 2 – Morte, funerale e necropoli del mondo romano 9
2.1 IL RITO FUNEBRE 10
2.1.1 La veglia 10
2.1.2 Il corteo 11
2.1.3 La sepoltura 12
2.2 LE NECROPOLI 15
2.2.1 Il corredo 19
CAPITOLO 3 – Catalogo dei rinvenimenti funerari censiti nella Carta
Archeologica 21
CAPITOLO 4 – I rinvenimenti funerari non censiti nella Carta
Archeologica: aggiornamento 65
CONCLUSIONI 85
GRAFICI 91
APPENDICE CARTOGRAFICA 99
BIBLIOGRAFIA 112
1
INTRODUZIONE
Argomento di questa tesi è la ricostruzione del paesaggio antropico antico, in particolare
di una parte dell’ager Brixianum, utilizzando come principale riferimento i rinvenimenti
funerari di età romana e tardoromana. Lo studio delle necropoli sul territorio può fornire
infatti interessanti informazioni per quanto riguarda alcuni aspetti fondamentali del
mondo antico, come ad esempio il popolamento e le vie di comunicazione, in quanto nel
mondo romano le tombe si concentravano al di fuori delle città, lungo i tracciati stradali,
indicando gli agglomerati demici.
Lo studio delle necropoli assume ancor maggior rilevanza nella ricostruzione del
popolamento delle campagne, in cui le tombe sono i resti e le testimonianze quasi
uniche della realtà demografica di molte epoche, compresa quella romana.
L’area oggetto dello studio è la pianura bresciana, che si estende a sud delle valli
prealpine ed è delimitata ad ovest e a sud dal corso del fiume Oglio e ad est dal corso
del fiume Chiese. Per motivi pratici, giustificati dall’abbondanza di rinvenimenti e di
reperti archeologici in quest’area, 116 casi catalogati e 11 siti di rinvenimento negli
aggiornamenti, si è deciso, per evitare un’eccessiva dispersione, di circoscrivere in
modo più preciso i limiti del territorio all’interno del quale effettuare lo studio. A nord
si è considerato il tracciato della strada statale 11 (Padana Superiore), ad ovest, sud ed
est l’attuale confine della provincia di Brescia, che ad ovest e a sud coincide con il corso
del fiume Oglio e ad est decorre lungo una linea convenzionale in parte parallela al
corso del fiume Chiese.
Esistono già singoli studi approfonditi su alcune principali necropoli di quest’area. E’ il
caso delle necropoli di Nave (Sub Ascia) e Salò (Aeterna Domus), che peraltro, pur
trovandosi nell’ager Brixianum, non rientrano nell’area oggetto della ricerca. Mancano
invece studi aggiornati che valutino complessivamente la realtà dei rinvenimenti
funerari nel territorio considerato, argomento che costituisce invece l’oggetto di questa
tesi.
La ricerca è iniziata con un attento esame di tutti i rinvenimenti funerari di età romana e
tardoromana menzionati nella Carta Archeologica della provincia di Brescia edita nel
1991, che ha costituito la base essenziale di questo lavoro. E’ stato poi compiuto un
aggiornamento della Carta Archeologica con i più recenti rinvenimenti riportati nei
Notiziari della Soprintendenza Archeologica della Lombardia fino al 2006, anno di
pubblicazione dell’ultimo numero della rivista, poiché ad oggi non esistono testi più
recenti.
2
La tesi si articola in quattro capitoli.
Nel primo capitolo, dopo aver tracciato una sintesi delle principali vicende storiche che
hanno interessato questo territorio in età romana, sono state approfondite alcune
caratteristiche topografiche, in particolare le antiche vie di comunicazione e le
centuriazioni, momenti fondamentali della romanizzazione del territorio.
Nel secondo capitolo, in considerazione del fatto che principale oggetto di
approfondimento di questo lavoro sono le sepolture, si è ritenuto opportuno riportare
alcune fondamentali informazioni riguardo la morte, i riti funerari e l’organizzazione
delle necropoli nel mondo romano.
Il terzo capitolo contiene il censimento dei rinvenimenti funerari romani e tardoromani
nell’area della pianura bresciana menzionati nella Carta Archeologica della provincia di
Brescia. Sono stati riportati: località, tipologia ed anno del rinvenimento, descrizione
del sito ed elenco dei materiali. In alcuni casi i dati sono stati completati con
informazioni tratte da altre pubblicazioni riportate in bibliografia.
Nel quarto capitolo sono invece riportate le schede di aggiornamento, che contengono i
dati riguardanti i più recenti rinvenimenti contenuti nei Notiziari della Soprintendenza
Archeologica della Lombardia. Ogni scheda contiene, così come avviene nella Carta
Archeologica, località, tipologia ed anno del rinvenimento, descrizione del sito ed
elenco dei materiali rinvenuti.
Seguono le conclusioni e l’interpretazioni dei dati raccolti che, con il supporto di grafici
e di carte indicanti la concentrazione delle sepolture, la loro cronologia, la tipologia del
rituale (incinerazione e/o inumazione) e la tipologia di sepoltura tendono a ricostruire le
caratteristiche del paesaggio antropico in età romana.
3
Capitolo I
LA PIANURA PADANA CENTRALE:
INQUADRAMENTO STORICO-
TOPOGRAFICO
1.1 La conquista romana della Gallia Cisalpina
Verso la metà del III secolo a.C. le tribù galliche dei Boi, Insubri, Lingoni, Taurisci,
sentendosi direttamente minacciati da Roma dopo la distribuzione effettuata a favore di
cittadini romani delle terre dei Senoni a sud di Rimini, decisero l’invasione in massa
della penisola. Solo le tribù dei Cenomani insediate nel bresciano ed i Veneti rimasero
fedeli ai rapporti di amicizia che avevano con Roma fin dalla prima guerra punica e non
si unirono alle altre tribù. Il numerosissimo esercito gallico, dopo aver valicato
l’Appennino, fu accerchiato dai Romani presso il promontorio di Talamone, sulla costa
maremmana, e completamente distrutto (225 a.C.). Con la battaglia di Clastidium nel
222 a.C. e con la con la conquista di Mediolanum, capitale degli Insubri, i Romani
sconfissero definitivamente la coalizione gallica1.
I Galli Boi, i Lingoni e gli Insubri subirono pesanti tributi e confisca di terre, che
vennero incamerate nell’ager publicus dello stato romano, il quale vi fondò di lì a poco
le colonie di Cremona e Piacenza (218 a.C.). Tutte le conquiste che i Romani avevano
fatto nella Cisalpina dopo il 225 andarono perdute con l’invasione di Annibale. Nel 197
a.C. i Romani iniziarono la riconquista della Cisalpina, che fu compiuta in meno di dieci
anni: agli Insubri e Cenomani fu lasciato intatto il territorio a nord del Po e riconosciuta
la condizione di alleati (civitates foederatae), mentre i Boi vennero privati della
maggior parte delle loro terre nella Cispadana, dove i Romani tracciarono strade e
dedussero immediatamente nuove colonie (Bologna nel 189 a. C., Parma e Modena nel
183 a. C.)2.
Nel corso della guerra sociale (90-88 a.C.) che vide opposti Romani e Italici per la
concessione della cittadinanza romana, i popoli federati della Gallia Cisalpina si
1 GIANNELLI 1983, pp. 258-259; BESSONE-SCUDERI 2005, pp. 69-70.
2 GIANNELLI 1983, pp. 264-265; BESSONE-SCUDERI 2005, pp. 79-80; LURASCHI 1979, pp. 1-6.
4
mantennero fedeli a Roma. Per questo motivo le colonie latine di Piacenza, Cremona e
Bologna ottennero la cittadinanza romana optimo jure, mentre i Transpadani ricevettero
il diritto latino (ius Latii),di cui avevano goduto un tempo i Latini. Solo nel 49 a.C. la
cittadinanza optimo jure fu estesa ai Transpadani da Cesare e da quell’anno anche
Brescia poté costituirsi come municipium civium romanorum 3.
Nel 42 a.C. la provincia Gallia fu soppressa da Ottaviano e la Cisalpina divenne parte
integrante dell’Italia. E’ in questo periodo che Brixia raggiunse una posizione di grande
rilievo, ottenendo nel 27 a.C. il titolo di colonia civica Augusta, centro di riferimento
per le popolazioni alpine che nel III secolo d.C., tramite l’editto di Caracalla,
acquisirono la piena cittadinanza4
In età augustea Brixia assunse la sua definitiva strutturazione urbana, con importanti
opere quali l’acquedotto che la collegava alla Val Trompia e la cinta muraria. Nella
ripartizione augustea dell’Italia in undici regioni, Brixia fu inserita nella X regio, in
seguito denominata da Diocleziano “Venetia et Histria”.
Le lotte per la successione imperiale dopo la morte di Nerone coinvolsero con danni e
distruzioni molti centri del nord Italia, tra cui Brixia. L’opera di ricostruzione iniziò
dopo la vittoria di Vespasiano e si concretizzò con la risistemazione del foro e la
costruzione del Capitolium, dedicato nel 73 d.C..
Dal II al V sec. d.C. il territorio bresciano fu teatro di vicende belliche legate alla
successione imperiale ed alle incursioni di popoli barbari, dai Marcomanni (166-168
d.C.) agli Alamanni (III sec. d.C.) fino agli Unni, che occuparono la città nel 452 d.C.5.
1.2 La trasformazione dell’Ager Brixianum: la centuriazione e
le strade
A queste vicissitudini storico-giuridiche corrisponde nel territorio di Brescia antica un
preciso riscontro di natura topografica, dovuto alle successive centuriazioni che si
distinguono nell’ager brixianum, soprattutto nella pianura a sud della città. La pianura
bresciana, dopo l’acquisizione della cittadinanza latina nell’89 a.C. subì dunque una
profonda trasformazione di divisione e organizzazione del territorio attraverso il sistema
3 LURASCHI 1979, pp. 139-144; BESSONE-SCUDERI 2005, pp.125-126.
4 VALVO 1998, pp.11-12.
5 VALVO 1998, pp. 13-14.
5
della centuriazione romana; un vero e proprio piano regolatore, messo in opera
attraverso una forte azione sul territorio compiuta con preventive opere di
disboscamento, regolazione delle acque, o nella creazione ex novo di insediamenti
minori. Nella Cisalpina fu utilizzato il sistema canonico con la divisione in
appezzamenti quadrati di 200 iugera (50 ettari), assegnati a cento persone. Il territorio
poteva peraltro essere sottoposto a diverse centuriazioni successive, determinando la
presenza di sistemi centuriati adiacenti o sovrapposti: così, mentre a Cremona due
centuriazioni si sovrappongono con lo stesso orientamento, a Brescia sono presenti tre
centuriazioni adiacenti che si sovrappongono parzialmente come rappresentato in
Figura 1.1. Le centuriazioni succedutesi nella pianura bresciana riflettono l’evolversi
della storia di quest’area. Sembra che sia stata la prima tracciata dopo la concessione a
Brixia del diritto latino, in seguito al quale fu dedotta una colonia fittizia, ovvero una
colonia nella quale non furono introdotti nuovi coloni, ma fu riorganizzata l’urbanistica
della città e il territorio delle varie comunità fu diviso in senso romano. La seconda
centuriazione si data intorno al 40 a.C.: ha lo stesso orientamento di quella di Cremona
e probabilmente va riferita ad uno “sconfinamento” di quest’ultima che, non avendo
trovato terre sufficienti a sud del fiume Oglio, occupò parzialmente la pianura di
Brescia. Ben presto però l’area tornò nell’ager brixianum, come è attestato dall’ultima e
più vasta centuriazione riferibile all’età augustea6. Naturalmente le centuriazioni, pur
seguendo l’orientamento dei punti cardinali, tenevano conto delle esigenze del terreno
legate ai fiumi, alla pendenza del suolo ed alla presenza di strade. I limites principali di
una centuriazione erano infatti di solito costituiti da strade. La sistemazione catastale di
un territorio lo dotava quindi contemporaneamente di una vasta rete di comunicazioni.
Nella pianura bresciana la strada Cremona-Brixia rappresenta probabilmente un
complesso caso di collegamento tra una via di comunicazione più antica e la
centuriazione7. La sua esistenza non è ricordata dagli Itinerari antichi né segnata da
miliari, ma trova conferma indiretta in una testimonianza di Tacito, che nelle Historiae
(3, 27) cita una porta brixiana a Cremona e dagli “Atti dei martiri Faustino e Giovita”8,
che collocano il luogo del martirio foris civitatem in via Cremonensi. Esistono anche
documenti medioevali che parlano di una via Cremona-Brixia che collegava i centri di
Pontevico, Manerbio e Bagnolo Mella9.
6 TOZZI 1972, pp. 111-116.
7 BOSIO 1991, pp. 107-111.
8 Analecta Boll., XV, 1986, p. 212.
9 Statuta Civitatis Brixiae, MCCCXIII, c. 1715.
6
E’ presumibile che il percorso stradale tra Cremona e Brixia sia stato tracciato in un
periodo immediatamente successivo alla deduzione della colonia di Cremona nel 218
a.C., in quanto era vitale per i nuovi coloni latini avere un contatto diretto con Brixia,
capitale dei Cenomani, importante centro politico e commerciale.
Appena usciti dalla cinta muraria di Cremona la via, seguendo l’antica linea di
centuriazione, raggiungeva con un lungo rettifilo il fiume Oglio, che rappresentava la
linea di confine tra gli agri di Cremona e di Brixia. Dopo il paese di Pontevico, il cui
toponimo (Pontis vicus) è collegato con il passaggio del vicino fiume, la strada,
passando per Bassano Bresciano, raggiungeva la località di Manerbio (vicus Minervius)
all’ altezza del fiume Mella. Seguendo poi il corso del Garza la via raggiungeva il paese
di Bagnolo Mella e, attraverso San Zeno Naviglio, entrava in Brescia dalle attuali vie
Cremona, Zima, Crispi, dopo un percorso di circa 33 miglia romane (circa 50 Km). La
distanza tra i principali paesi posti su questa via (Pontevico, Manerbio e Bagnolo) fa
pensare alla presenza in queste località di mutationes.
Un’altra via di fondamentale importanza nel territorio della pianura di Brescia era la
cosiddetta “via Gallica”, un’arteria di lunga percorrenza che univa i centri di Milano e
di Aquileia, inserendosi a Verona nel percorso della vecchia via Postumia, dopo che
questa aveva perso la sua importanza strategica con la sottomissione e pacificazione
della Gallia Cisalpina. Il nome della via Gallica venne conferito alla strada dagli storici
e dai topografi ottocenteschi, per il fatto che attraversava territori abitati da popolazioni
di origine gallica.
Il tratto che interessava l’ager brixianum , come schematizzato in Figura 1.2, collegava
Bergamo a Verona, passando per Brescia. Non sono stati ritrovati tratti originali del
percorso e sono state formulate solo ipotesi sul suo tracciato, basate su dati di natura
archeologica, toponomastica e storica. Negli itineraria scripta Bergamo e Brescia
vengono citate nella raccolta conosciuta con il nome di Itinerarium Antonini, mentre
nell’Itinerarium Burdigalense sono indicate tra Bergamo e Brescia le mutationes di
Tellegate e di Tetellus. Un’altra fonte è la Tabula Peutingeriana o Codex
Vindobonensis, un itinerarium pictum in cui sono riportate figurativamente con simboli
tutte le informazioni legate alla viabilità, oltre agli elementi geomorfologici e idrografici
ed ai dati antropici (insediamenti, luoghi di tappa, distanze). In mancanza di tratti
originali di carreggiata, i reperti archeologici più importanti per la ricostruzione di
antichi tracciati stradali sono le pietre miliari. Per il tratto di via Gallica ad ovest di
Brescia sono noti cinque miliari rinvenuti rispettivamente a Palazzolo sull’Oglio10
,
10 CIL, V, 8043 = II, 5, 1261 = BASSO 1986, 5.
7
Palazzolo sull’ Oglio o Cividino11
, Zocco di Erbusco12
, Rodengo Saiano13
, località
Breda Codignole in prossimità di Brescia14
. Esistono diverse ipotesi ricostruttive del
percorso della strada legate a diverse interpretazioni degli itineraria scripta e picta ed a
ipotesi discordanti sull’esatto luogo di rinvenimento delle pietre miliari. Così
Lorenzoni15
propone un percorso più settentrionale, che interessava Gussago, Rodengo
Saiano, Passirano, Cantone di sotto e di sopra, Bornato, Cazzago San Martino, Villa
Pedergnano, Erbusco, Zocco, Palazzolo, Telgate. Pierluigi Tozzi16
invece propone la
ricostruzione di due percorsi più meridionali: il primo da Brescia toccava i centri di
Castegnato, Cazzago San Martino, Erbusco, Zocco, Cividino, Telgate. Il secondo
percorso, successivo e forse sostitutivo al precedente, si manteneva più a sud e toccava i
centri di Ospitaletto, Rovato, Coccaglio, Cologne e Palazzolo sull’Oglio. Altre varianti
a questi percorsi sono proposte da Coradazzi17
e da Luciano Bosio18
, che ipotizza una
divisione della strada a Ospitaletto in due vie: una a nord del Monte Orfano ed una a
sud, di maggiore importanza, che passava per Coccaglio, Cologne e la frazione della
Spina, per poi unirsi al tracciato settentrionale ed attraversare il fiume Oglio a Cividino.
Il percorso dell’antica via, dopo Brescia, seguiva nel suo primo tratto la direzione
dell’attuale strada che da S. Eufemia conduce a Rezzato. Da qui la via proseguiva verso
oriente, abbandonando l’odierna statale per Verona e portandosi più a nord (come
indicato dai tre Itinerari) in località Molinetto e quindi verso S. Tommaso, nei pressi di
Bedizzole, lungo il percorso di una strada secondaria ancora oggi efficiente. In questi
luoghi sono venuti alla luce tre miliari19
. Dalla zona di Bedizzole la strada continuava
per Sedena e per Maguzzano, come documentato dalla presenza di altri due miliari20
.
Superato Maguzzano la strada antica raggiungeva il lago di Garda (lacus Benacus) nella
11 CIL, V, 8024 = II, X, 5, 1262 = BASSO 1986, 6.
12 CIL, V, 8042 = II, X, 5, 1263 = BASSO 1986, 7.
13 CIL, V, 8041 = II, X, 5, 1270 = BASSO 1986, 8.
14 GARZETTI, 1974, pp. 64-69 = II, X, 5, 1270 = BASSO 1986, 9.
15 LORENZONI 1962, pp. 51, 55-70.
16 TOZZI 1972, p. 122.
17 CORADAZZI 1974, pp. 9-27.
18 BOSIO 1991, pp. 95-100.
19 CIL, V, 8031 = II, X, 5, 1266 = BASSO, 10; CIL, V, 8032 = II, X, 5, 1264 = BASSO, 11; BONAFINI,
1954, p. 113ss. = II, X, 5, 1265 = BASSO, 12.
20 CIL, V, 8029 = BASSO, 13; CIL, V, 8028 = BASSO, 14.
8
località di Desenzano. Da questo punto in poi la via tornava a riprendere il percorso
della statale moderna, costeggiando la sponda meridionale del lago e, passando per
Rivoltella, paese che ha restituito due miliari21
, raggiungeva l’odierna borgata di
Colombare a sud della penisola di Sirmione. In questa località probabilmente è da
collocarsi la mansio Sermione, riportata nell’Itinerarium Antonini e la mansio Ad
Flexum, indicata nell’ Itinerarium Burdigalense. Nella località di Sirmione sono stati
rinvenuti cinque miliari22
, certamente provenienti dalla grande strada che correva a poca
distanza. Da qui la strada proseguiva verso est costeggiando il lago fino a Peschiera,
l’antica Arilica, uscendo quindi dalla provincia di Brescia, per poi continuare fino a
Verona23
.
In conclusione dunque, come si può comprendere, la centuriazione e la presenza di
grandi strade di comunicazione, senza dimenticare le vie d’acqua, diedero un importante
contributo allo sviluppo dell’area bresciana meridionale, in particolar modo della
pianura i cui confini attuali sono schematizzati nella Figura 1.3. Numerosi furono gli
insediamenti che si crearono in seguito all’ impulso dato dal nuovo assetto della
campagna centuriata e altrettanto numerosi furono i nuclei abitativi che si crearono
spesso ex novo, specialmente all’incrocio dei cardini della centuriazione o lungo il loro
percorso.
21 CIL, V, 8027 = BASSO, 15; CIL, V, 8026 = BASSO, 16.
22 CIL, V, 8024 = ILS, 753 = BASSO, 17; CIL, V, 8025 = BASSO, 18; GHISLANZONI, 1938, p. 291
ss. = BASSO, 19; MIRABELLA ROBERTI, 1959, p.358 = BASSO, 20; MIRABELLA ROBERTI, 1959,
p. 355 = BASSO, 21.
23 BOSIO 1991, pp. 100-105.
9
Capitolo II
MORTE, FUNERALE E NECROPOLI NEL
MONDO ROMANO
Nel mondo romano il culto degli antenati, nelle famiglie nobili, si esprimeva con la
rappresentazione degli alberi genealogici, chiamati stemmata, collocati negli atria delle
domus private. Sempre nelle case di famiglie aristocratiche era spesso presente un
archivio iconografico familiare, contenente le imagines maiorum. E’noto infatti che, a
Roma, una famiglia che avesse ricevuto un certo numero di dignitates acquisiva il
diritto di conservare in appositi armaria i volti degli antenati riprodotti in maschere di
cera, da esibire in occasione dei funerali: tale usanza e diritto prendeva il nome di ius
imaginum. Queste maschere funebri riproducevano le fattezze del morto prima della sua
sepoltura definitiva e, oltre ad essere oggetto di ammirazione e di culto, venivano
utilizzate nei riti funerari24
.
Il giorno del funerale di un membro della famiglia, le imagines venivano infatti
indossate da persone che rassomigliavano nella taglia e nell’aspetto al defunto di cui
portavano l’imago (Polibio 6, 53). Chi moriva passava nell’aldilà per ricongiungersi con
i suoi antenati (ad maiores): essi venivano simbolicamente ad accogliere il defunto
facendogli da scorta all’ultima dimora25
.
Nel mondo romano le credenze e le aspettative sull’immortalità dell’anima mostrano
una profonda evoluzione tra epoca repubblicana ed epoca imperiale, subendo poi dal III
sec. d.C. un ulteriore mutamento in seguito all’affermarsi di dottrine orientali e
giudaico-cristiane, anche se l’atteggiamento romano verso la morte non può essere
sempre elaborato e documentato allo stesso modo. Esso appare infatti consapevole e
facilmente dichiarato a livello di classi colte, come si può dedurre dalle Consolationes
di Cicerone e di Seneca; mentre le riflessioni e le speranze dinnanzi alla morte tendono
a rimanere inespresse a livello di classi non letterate ed umili, per la modestia dei
documenti a noi pervenuti.
24 BETTINI 1986, pp. 177-180.
25 BETTINI 1991, pp. 260-264.
10
Dall’analisi di una necropoli queste concezioni filosofiche si apprendono in genere,
seppur in maniera limitata, dalle iscrizioni, dove risulta esplicito il legame che il defunto
mantiene con la vita precedente.
In assenza di questo tipo di documentazione, sono le decorazioni dei maggiori
monumenti funerari o la struttura architettonica delle tombe stesse a rivelare i processi
del rapporto ineliminabile tra vivi e morti.
Quando non è neppure così (come durante il periodo tardoantico), nel caso delle
semplici tombe in muratura o “alla cappuccina” o entro anfore riutilizzate, senza
epigrafe e senza oggetti di corredo, le aspettative escatologiche del defunto possono
addirittura risultare mute.
Per questo motivo le ricerche e gli studi riguardo questo argomento si sono concentrati
sui sepolcri monumentali e sui mausolei, la cui analisi architettonica e iconografica
permette di comprendere meglio il loro scopo: trasmettere il ricordo del defunto ed
esibire il prestigio economico e sociale. In particolare quest’ultimo aspetto può essere
interpretato come il bisogno, per chi muore, di mantenere uno stretto legame con i
viventi. E questo desiderio di continuare a vivere nella memoria degli uomini spiega la
preoccupazione di predisporre lasciti testamentari per cerimonie con sacrifici e banchetti
funebri da effettuare in alcune ricorrenze (ad esempio in occasione del compleanno del
defunto) e giustifica le iscrizioni sepolcrali, in cui vengono riportate, oltre ai dati
anagrafici, le cariche pubbliche ricoperte in vita e le benemerenze del defunto26
.
2.1 Il rito funebre
2.1.1 La veglia
Il decesso di un cittadino veniva annunciato pubblicamente con l’espressione ollus leto
datus est, ossia “egli è stato consegnato alla morte”. L’importanza di tale espressione,
estratta dalle più antiche norme sepolcrali, è ripresa da Cicerone (De legibus II, 9, 22) e
resa evidente da alcune iscrizioni27
.
Dal momento della morte al funerale si procedeva secondo una successione di atti, che
le fonti romane menzionano con sufficiente esattezza28
. Gesti di umana pietà (l’ultimo
26 PAOLETTI 1991, pp. 265-277.
27 CIL X, 2039 da Pompei.
28 TOYNBEE 1993, p. 29.
11
bacio e il chiudere gli occhi), che assumevano un grande significato simbolico, ed altre
pratiche più strettamente igieniche durante le quali il morto veniva lavato e cosparso di
sostanze aromatiche, preparavano al passaggio centrale e di maggiore importanza
costituito dalla veglia funebre, illustrata realisticamente su una ridotta serie di
monumenti funerari databili all’incirca nei primi due secoli dell’Impero. Il defunto
veniva vestito nel modo più consono a ricordare i meriti o gli eventuali incarichi
pubblici. Congiunti ed amici si raccoglievano intorno al morto per la veglia,
contraddistinta dalle invocazioni e dai lamenti femminili, cui spesso partecipavano
donne estranee al nucleo familiare (praeficae), che per questo ricevevano una
ricompensa. La veglia, che nelle circostanze più solenni poteva durare alcuni giorni,
aveva, tra le altre, anche una motivazione di carattere igienico: era una precauzione
contro le morti apparenti29
.
2.1.2 Il corteo
Una volta terminata la veglia, il rito proseguiva con il corteo funebre, la cosiddetta
pompa, che si sviluppava in modo più o meno articolato a seconda del carattere
pubblico o privato delle esequie.
Qualora la condizione sociale del defunto fosse modesta (nel caso quindi di un funus
translaticium), appositi becchini erano incaricati del trasporto. Altrimenti, in occasione
di funerali pubblici (funus indictivum) e soprattutto dal I sec. d.C. in poi nel caso degli
imperatori, la ricchezza d’apparato, l’imponenza e la partecipazione dei cittadini erano
del tutto eccezionali. L’organizzazione dispendiosa insieme con le lamentazioni delle
praeficae, che si sovrapponevano o si alternavano alla musica dei trombettieri e dei
flautisti, mantennero sempre un notevolissimo ruolo ed un’importanza essenziale
durante lo svolgimento del corteo funebre30
.
E’ noto che queste pratiche di sfoggio e di cordoglio esibito pubblicamente trovarono un
tentativo di contenimento già in epoca arcaica. Infatti, da alcuni riferimenti inseriti nel II
libro delle Leggi di Cicerone, pur con tutte le difficoltà di interpretazione e ricostruzione
storica, è possibile intuire la normativa funeraria contenuta nella decima delle XII
tavole. In particolare vi sono riferimenti a prescrizioni relative alla limitazione del lusso,
del lutto e della sontuosità dell’abbigliamento del morto, nonché del corredo, per il
29 PAOLETTI 1991, pp. 266-267.
30 PAOLETTI 1991, pp. 268-270.
12
quale erano vietati oggetti in oro, e dell’ accompagnamento musicale, che non poteva
superare i dieci suonatori di flauto.
A partire dai primi decenni del VI sec. a.C. gli interventi legislativi sul lutto,
probabilmente simili a quelli parallelamente emanati nel mondo greco arcaico,
sembrano aver lasciato traccia nelle necropoli; in quel periodo erano ancora
geograficamente limitate a Roma e ai vicini centri laziali, dove cessa la deposizione dei
corredi.
In contrasto con ogni probabile sforzo di regolamentazione, le descrizioni giunte sino a
noi mostrano che in età medio e tardo-repubblicana il funus romano divenne
particolarmente sontuoso e appariscente, soprattutto nei casi del funus indictivum.
Polibio (VI, 53-54) dà un autorevole resoconto di come tali funerali si svolgessero alla
metà del II sec. a.C.31
.
Come già sopra accennato, al corteo funebre di un cittadino patrizio illustre prendevano
parte “in immagine” tutti gli antenati ragguardevoli della famiglia, rappresentati da
uomini prescelti anche per la loro somiglianza fisica, che recavano sul volto maschere
riproducenti fedelmente le sembianze degli avi ed indossando vesti che qualificavano le
elevate cariche pubbliche che essi avevano ricoperto in vita. Il corteo procedeva con un
ordine prestabilito, che vedeva il feretro in coda al corteo stesso, preceduto dalle
immagini degli avi disposte in ordine cronologico, con gli antenati più antichi in testa.
Lo stesso ordine veniva rispettato nella orazione funebre, tenuta da un familiare nel
Foro romano, presso i Rostri: dopo aver parlato del defunto, delle sue gesta e dei suoi
meriti, l’oratore ricordava le imprese dei suoi avi, a cominciare dai più antichi.
2.1.3 La sepoltura
Esistono incertezze, peraltro più formali che sostanziali, riguardo il succedersi
cronologico delle modalità di sepoltura nel mondo romano.
Cicerone dedica un ampia sezione delle sue Leggi all’ esame degli usi funebri romani.
Secondo questo autore, l’inumazione è il genere di sepoltura più antico (II, 22, 56). Il
giudizio personale è espresso nonostante la possibile contraddizione con una
prescrizione presente nella decima delle XII tavole, che lo stesso Cicerone cita subito
dopo. La normativa, vietando l’inumazione o la cremazione di qualsiasi adulto in urbe
(II, 22, 58), indicava infatti, nella legislazione decemvirale risalente alla metà del V sec.
31 AMPOLO 1984, pp. 71-98.
13
a.C., la contemporanea coesistenza dei due riti, messi assolutamente sul medesimo
piano. La contraddizione è solo apparente, perché sul dato storico prevale la
convinzione, allora assai più diffusa e fatta propria da Cicerone, che l’inumazione
rappresenti nel modo migliore il ritorno simbolico nel grembo della terra-madre, come
testimonia il gesto rituale di gettare una zolla di terra sulle ossa del cremato: atto da
intendersi come il passaggio finale ed essenziale affinchè il rogo diventi realmente
“tomba” e acquisti i suoi diritti religiosi (religiosa iura). Una conferma del fatto che la
cremazione sia stata introdotta a Roma solo in un secondo momento è offerta da Plinio
(Nat. Hist. VII, 187). Di fatto, l’incinerazione divenne il rito di sepoltura predominante
a Roma fino ad oltre la metà del II secolo d.C. Peraltro, anche nel resto d’Italia
l’inumazione rimase circoscritta ad aree culturali o geografiche “marginali”. Gli esempi
sono ridottissimi e di pochissimo rilievo, e cronologicamente si collocano prima e poco
dopo agli inizi dell’epoca imperiale.
Due erano le modalità di cremazione, entrambe presenti nelle necropoli romane: il
bustum e l’ustrinum. Il primo, proprio delle classi socialmente più umili (servi e liberti),
è anche il più semplice, in quanto il rogo veniva preparato nello stesso luogo in cui
avveniva poi la sepoltura. Le ossa calcinate non venivano raccolte, ma restavano
frammiste ai resti carboniosi della legna utilizzata e della lettiga sulla quale il defunto
era adagiato. Il corredo, quando esiste, era collocato direttamente sulle ceneri o a lato
della deposizione.
L’ustrinum solitamente avveniva in una zona specificamente riservata della necropoli:
la pira era predisposta secondo un apparato molto più complesso, a volte ricco e
sontuoso. Elevate piramidi di legna ornate di ghirlande e drappeggi, reali decorazioni
scenografiche, una grande quantità di sostanze aromatiche erano impiegate per
l’occasione allo scopo di rendere il massimo onore al defunto. Conclusa la cerimonia
funebre, le ceneri e le ossa semicombuste del defunto erano raccolte in un’urna per
essere collocate nella tomba.
Le forme di questi cinerari naturalmente variano nell’arco di tempo che intercorre tra
l’età repubblicana e il II sec. d.C., quando l’uso a poco a poco si interrompe. La loro
collocazione ultima era quindi all’interno del sepulcrum. Nelle necropoli, a partire
dall’età tardorepubblicana, si moltiplicano gli esempi di olle e vasi cinerari prodotti in
rozza terracotta (la stessa utilizzata per la ceramica delle derrate alimentari) e in vetro,
senza alcuna decorazione o iscrizione esterna. Queste urne venivano collocate
all’interno di ciste lapidee, di cassette di laterizi o di anfore spezzate, insieme al corredo
14
funebre costituito solitamente da balsamari, qualche vaso per derrate e una lucerna, per
poi essere interrate32
.
Dopo la deposizione, ogni pratica cultuale si svolgeva sull’altare che sovrastava la
tomba o , in assenza di questo, sul segnacolo esterno, spesso modesto a tal punto da
essere costituito semplicemente da un’anfora, un tubulo di piombo o un tubo fittile
approntato con due coppi fuoriuscenti dalla terra. Questo dispositivo funerario,
essenziale per le libagioni funebri (profusiones), era dunque particolarmente utilizzato
per le tombe ad incinerazione, prive di una qualsiasi monumentalità esterna, ed è
attestato tra I e II sec. d.C. nelle necropoli di molti centri dell’Italia e del mondo
romano.
Olle di terracotta (di foggia ormai standardizzata) o urne lapidee (in calcare o in marmo)
venivano adottate qualora la loro ultima collocazione avvenisse all’interno di camere
sepolcrali, di mausolei o di tombe collettive (i colombari). E’infatti a Roma, all’incirca
dalla metà del I sec. a.C. e poi specialmente nella prima età imperiale che viene ad
assumere sempre più rilievo la realizzazione dei colombari, la cui gestione era affidata
ad associazioni o veri e propri collegia funeraticia. A conferma di questo, molte epigrafi
attestano transazioni, atti di compravendita o semplici donazioni mediante le quali si
acquistava o si affermava pubblicamente il diritto alla sepoltura.
Tra il II sec. d.C. e la metà del successivo l’inumazione sostituisce progressivamente il
rito crematorio. Non sono chiare le motivazioni ideologiche, culturali e religiose che
condussero all’abbandono della cremazione e al mutamento delle usanze funebri
romane. Quello che è certo è che a Roma (ma anche in Italia settentrionale) dalla fine
del I sec. a.C. e nei decenni successivi si registra una forte richiesta di una nuova
tipologia tombale adatta ad ospitare l’inumazione, quale è il sarcofago, inizialmente
semplice, poi con decorazioni figurate. Le interpretazioni proposte per spiegare il
passaggio dalla cremazione alla inumazione sono varie e differenziate, e chiamano in
causa il possibile collegamento con ceti libertini di provenienza non italica, l’influenza
di correnti religiose orientali o di gruppi filosofici “pitagorici”, come testimonierebbe la
presenza di sarcofagi marmorei a cassa liscia e coperchio a lastra, prodotti dalla fine del
I secolo a.C., non corredati da alcuna epigrafe, talvolta con una piccola finestra quadrata
sul coperchio, in corrispondenza della testa del defunto, che fa ipotizzare probabili
pratiche di imbalsamazione, come peraltro confermato da alcuni documenti33
.
32 TOYNBEE 1993, pp. 38-40 ; PAOLETTI 1991, pp. 271-273.
33 Columella, De agri cultura XII, 47, 4; Varrone, Cycnus, fr. 81; Lucrezio, De rerum natura III, 889-
893.
15
Un cenno a parte meritano le sepolture infantili, di bambini appartenenti alla fascia di
età compresa fra 0 e 6 anni. La religione vietava che si cremassero i corpi di infanti a
cui non fossero ancora spuntati i denti, probabilmente a sottolineare l’anormalità del
decesso prematuro con il rispetto dell’integrità corporea34
.
2.2 Le necropoli
L’arte di costruire e progettare è una caratteristica fondamentale della civiltà di Roma
antica ed uno dei fattori fondamentali del suo successo politico, economico e sociale. I
primi segni della “romanizzazione” di un territorio erano senza dubbio urbanizzazione
ed edilizia. Infatti, dopo la conquista o l’acquisizione di una città e del suo territorio,
questi venivano organizzati tramite costruzione di strade e centuriazione. A questo
seguiva una rigida pianificazione, progettazione e divisione tra spazi pubblici e privati,
urbani ed extraurbani, sacri e profani. Questa concezione, già presente nel mondo greco,
divenne una caratteristica peculiare anche della mentalità romana. Per questo motivo,
nel caso delle necropoli, la distinzione tra mondo dei vivi e mondo dei morti era
anch’essa molto rispettata: rigorose norme legali presenti sin dall’epoca arcaica
vietavano la sepoltura dei defunti all’interno della città. Gli stessi riti, cerimonie funebri
e festività erano a loro volta tese non solo a onorare il defunto, ma anche a rimarcare
questa distinzione. E’noto infatti come gli antichi temessero il ritorno dei morti
dall’aldilà sottoforma di spiriti, per disturbare il mondo dei vivi. Per questo motivo la
città dei morti riproduceva per alcuni tratti quella dei vivi, affinché i defunti potessero
beneficiare di ciò di cui avevano goduto quando erano in vita.
Significativo è il fatto che il termine “necropoli” venne probabilmente utilizzato per la
prima volta nel vocabolario amministrativo francese verso la fine del XVIII secolo, per
nominare le aree sepolcrali che, in base ad una nuova legge, dovevano essere trasferite
fuori dalle cinta murarie, così come avveniva nell’antichità, ponendo fine all’usanza
sviluppatasi in età altomedioevale di consegnare i defunti all’autorità religiosa, in uno
stretto legame tra chiesa e cimitero35
.
Per quanto riguarda la collocazione delle necropoli, a queste esigenze giuridiche e
religiose si sommavano altri fattori legati alla morfologia del territorio (strade e
idrografia). In particolare le necropoli tendevano spesso ad essere collocate in aree
extraurbane lungo tracciati viari che conducevano alla città o lungo strade nei pressi di
34 Plinio, Nat. Hist., VII, 15-72; Giovenale, Saturae, XV, 138-140.
35 ARIES 1987, p. 62.
16
villaggi, ville e insediamenti rurali; sia per motivi di facile accessibilità sia per motivi di
autocelebrazione manifestata dai committenti, che ponevano i propri monumenti
funerari in una posizione di massima visibilità. Questo fenomeno è molto evidente a
Roma lungo la Via Triumphalis, dove i monumenti funerari più ricchi e importanti si
trovano in una posizione molto vicina alla strada, mentre quelli minori sono collocati
più all’interno e sono quindi meno visibili36
.
Il rinvenimento di aree sepolcrali è un dato fondamentale per ricostruire il popolamento
di un territorio. Esse infatti, possono dare importanti indizi sulla presenza di strade e
soprattutto di abitati le cui tracce archeologiche sono state cancellate. E’ il caso delle
necropoli rinvenute nella pianura bresciana, generalmente di modeste dimensioni e
relative a vici e a piccoli contesti rurali. I materiali in esse presenti sono piuttosto poveri
ed il loro valore storico-archeologico è legato soprattutto agli aspetti topografici e di
analisi del popolamento. Nei casi di necropoli di maggiori dimensioni (Acquafredda,
Borgo San Giacomo-Villachiara) si può supporre che l’area sepolcrale venga sfruttata
da più insediamenti37
. Nel caso in cui una necropoli non sia riferibile a nessun contesto
abitativo, essa diventa l’unico indizio per presupporre l’esistenza di un insediamento,
anche se non sempre vi è un rapporto numerico diretto tra numero di tombe e stato
demografico, né un rapporto economico diretto tra mondo dei vivi e mondo dei morti.
Quindi non sempre l’immagine “in negativo” che la necropoli può dare del relativo
abitato corrisponde a quella reale.
L’organizzazione interna delle necropoli era dettata da esigenze pratiche (morfologia
del terreno, presenza di infrastrutture, raggruppamenti di tombe familiari, età del
defunto, diritto alla sepoltura, presenza di spazi comuni), estetiche (distribuzione dei
monumenti principali e dei recinti sacri) e giuridiche (diritto alla sepoltura), affinché
fosse garantito il rispetto dell’impianto funerario e non si verificassero eventuali
sovrapposizioni di tombe, mantenendo in vista recinti, segnacoli e steli.
Poiché si trattava di vere e proprie “città dei morti”, il loro aspetto esteriore richiamava
quello delle città dei vivi, con una disposizione delle tombe simile a quella delle case.
Tra i monumenti funerari di una necropoli, quelli appartenenti ai più ricchi erano di
maggior impatto estetico per dimensioni e decorazioni; a significare una continuità nelle
differenze economico-sociali tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Le tombe più ricche
erano collocate nella necropoli in appositi spazi privilegiati, all’interno di recinti
funerari o in posizione primaria rispetto alla strada, mentre quelle appartenenti a
36 STEINBY 1987, pp. 85-110.
37 FARAGLIA 1997, pp. 13-15.
17
personaggi di rango inferiore si trovavano in aree meno in vista. I recinti funerari a cielo
aperto avevano la funzione di delimitare un’area di sepoltura privata, riservata a un
gruppo familiare di ceto abbiente, ed erano in genere realizzati con un muretto a secco.
Con questo atteggiamento è chiara la volontà di autocelebrazione attraverso la ricchezza
del monumento funerario che, essendo collocato ai lati della strada, era visibile a
chiunque passava.
Nel territorio bresciano, ritrovamenti di tombe monumentali con decorazioni a
bassorilievo e capitelli sono avvenuti soprattutto nei pressi della città, testimoniando la
presenza a Brixia di famiglie con notevoli possibilità finanziarie. In generale, all’interno
di una necropoli, le sepolture monumentali erano soltanto una minoranza rispetto
all’intero complesso, costituito soprattutto da sepolture semplici38
. Tali sepolture
venivano contraddistinte da segnacoli di varie tipologie: cumuli di pietre o laterizi
disposti circolarmente o ammucchiati, cumuli di frammenti ceramici, anfore spezzate e
probabilmente anche da materiali deperibili, ad indicare sia il luogo della sepoltura sia il
luogo destinato al rito delle profusiones. Nel caso delle sepolture a cappuccina o in
cassetta il culmine stesso della copertura fungeva da segnacolo39
.
Altri elementi caratteristici di una necropoli erano le stele sepolcrali, i cippi e le
epigrafi, da cui è possibile ricavare informazioni riguardo la disposizione delle
sepolture, i riti, l’età e la vita della persona defunta.
Le tipologie di sepoltura che si riscontrano nelle necropoli sono tra le più varie, in
rapporto allo stato sociale del defunto ed dalle disponibilità economiche della
famiglia40
.
Le ossa cremate del defunto venivano di solito collocate in un’urna cineraria e sigillate
con un coperchio costituito dallo stesso materiale dell’urna, poi deposta nella tomba.
Tali urne potevano essere di varie tipologie, ma nella maggior parte dei casi si trattava
di contenitori utilizzati quotidianamente nelle faccende domestiche (vasi in ceramica,
vetro, ciste litiche). Nel caso il defunto fosse un individuo benestante l’urna poteva
essere costruita con materiale pregiato e presentare ricche decorazioni. Talvolta i
coperchi delle urne potevano emergere dal terreno svolgendo anche la funzione di
segnacoli.
38 FARAGLIA 1997, pp. 16-20.
39 ORTALLI 1988, p. 167.
40 TOYNBEE 1993, pp. 83-86.
18
Tralasciando le sepolture monumentali proprie delle classi ricche e nobiliari, le tipologie
di tombe di più frequente riscontro nelle necropoli, sono:
Tombe in nuda terra. Si tratta di semplici fosse nel terreno, in cui veniva deposta l’urna
(o direttamente le ceneri), o il corpo del defunto (in caso di inumazione) insieme al
corredo (non sempre presente), senza alcuna protezione perimetrale. Si tratta in questi
casi soprattutto di sepolture povere, economicamente accessibili a tutti, motivo per cui
erano anche le più diffuse. All’esterno della tomba, sulla superficie del terreno, era
posto solitamente un segnacolo per indicare la posizione esatta della sepoltura,
altrimenti non visibile. Nei casi di sepolture ad inumazione è possibile ipotizzare la
presenza di una cassa lignea contenente il corpo del defunto, laddove sono stati
rinvenuti frammenti di legno o chiodi.
Tombe a cappuccina. Si tratta di sepolture a inumazione, in cui il corpo del defunto
veniva deposto in una struttura con pareti, fondo e copertura in embrici. Generalmente
la struttura era costituita da sei embrici (due per parte sui lati lunghi e uno per ciascuno
dei due lati corti) o da quattro (uno per ogni lato). La copertura aveva l’aspetto di un
tetto, costituito da embrici disposti a due spioventi e coppi alle giunture.
Tombe in cassetta o cassa di embrici. Erano formate da embrici disposti a coltello. La
copertura era in embrici o lastre di pietra.
Tombe in cassetta o cassa litica. Le tombe in cassetta, destinate ad accogliere i resti
della cremazione, erano di forma quadrangolare o cilindrica. La lavorazione poteva
essere più o meno raffinata. Spesso la parte inferiore, destinata ad essere interrata, era
rozzamente sbozzata, mentre la parte superiore, emergente dal suolo, era più
accuratamente rifinita. Le tombe a cassa, destinate alla inumazione, erano formate da
lastroni rettangolari sagomati, con il fondo in embrici o pietre fissati in un letto di malta,
con copertura in lastre litiche, laterizi o embrici.
Tombe in muratura di laterizi. Erano tombe a fossa con pareti in laterizi legati da malta,
a volte intonacate, con la copertura in laterizi, pietra o marmo.
Tombe in anfora segata. Tipologia tombale per la cremazione, costituita da un’anfora
tagliata nella parte superiore, infissa con puntale in uno spesso strato di terra di rogo. La
copertura era costituita da embrici, laterizi, altri frammenti in materiale fittile. La parte
superiore veniva spesso utilizzata come condotto per le profusiones.
Tombe a pozzetto. Costruzioni cubiche o a forma parallelepipeda, sopraelevate rispetto
al terreno, con muretti di pietra e frammenti di laterizi legati da malta, o frammenti di
embrici accostati. Fondo in ciottoli, in embrici o frammenti fittili, mentre la copertura
era in lastre di pietra o embrici accostati.
19
2.2.1 Il corredo
In base alle credenze della religione romana, dopo la morte l’anima del defunto
continuava la sua esistenza nel regno dei morti, congiunta in qualche modo con le
spoglie mortali. Da qui la necessità di continuare a ricevere nutrimento e di trovarsi in
un ambiente accogliente. La tomba veniva quindi concepita come la nuova casa del
defunto ed al suo interno veniva deposto un corredo che lo accompagnava nella vita
ultraterrena. La natura di tale corredo risentiva naturalmente delle disponibilità
economiche della famiglia del defunto, anche se la presenza di alcuni manufatti è da
ritenere costante in ogni tomba, indipendentemente dallo stato sociale: un vasetto
potorio, un contenitore per liquidi, uno per i cibi solidi, una lucerna, un balsamario ed
una moneta41
.
E’ possibile distinguere due classi di manufatti presenti nel corredo, in base al loro
scopo. Da una parte effetti personali, che il defunto aveva utilizzato in vita per ornarsi e
vestirsi (ad esempio fibule, fibbie, borchie, anelli, bracciali, orecchini, collane, aghi,
pettini…), per lavorare (falcetti, cesoie, coltelli, scalpelli, uncini, punte di frecce, aghi
da rete, aghi, pesi da telaio, conocchie…), per studiare (stili di legno, osso od avorio).
Dall’altra oggetti legati al rituale, come il servizio da mensa, grazie al quale il defunto
poteva partecipare ai banchetti (vasi, contenitori per liquidi, recipienti per il cibo, coppe,
boccali, calici…), altri oggetti, probabilmente con un valore simbolico (lucerne per
illuminare il viaggio del defunto nell’oltretomba e vincere le tenebre della morte),
balsamari, contenenti profumi, ed infine monete, che il defunto avrebbe utilizzato per
pagare il pedaggio a Caronte, per attraversare il fiume infernale Acheronte. Il
rinvenimento di queste monete costituisce talvolta un elemento importante per la
datazione delle tombe stesse, tenendo peraltro presente che non sempre è ben
determinabile lo scarto fra la data di emissione e quella di deposizione, oltre al fatto che
spesso venivano posti nella tomba vecchi conii. Inizialmente (I sec. a.C.) i corredi
contenevano una moneta o poco più, mentre a partire dal III sec. d.C. si diffuse l’uso di
deporre veri e propri tesoretti, anche se il motivo non è ben chiaro. Dal V sec. d.C. in
poi le monete scompaiono dal corredo, probabilmente in rapporto alla diffusione del
cristianesimo ed al fatto che veniva riducendosi anche il loro uso quotidiano, sostituito
dal baratto. Nelle sepolture infantili venivano spesso posti campanelli in bronzo
(tintinnabula), per allontanare con il loro suono gli spiriti maligni. Lo stesso scopo
potevano avere altri amuleti, come chiodi magici, per inchiodare e rendere inoffensivi
gli spiriti malvagi, o statuette raffiguranti divinità, per proteggere il defunto42
.
41 PASSI PITCHER 1987, pp. 22-24; MASSA 1997, pp. 33-36.
42 MASSA 1997, pp. 33-41.
20
La disposizione del corredo all’interno della tomba dipendeva dalla tipologia della
sepoltura: nelle tombe con nicchie parietali, gli oggetti venivano appoggiati su di esse,
nelle tombe a cremazione all’interno, all’esterno e sopra l’urna cineraria, in quelle a
inumazione nella zona circostante i piedi o la testa del defunto, mentre le monete
venivano poste sul corpo o accanto ad esso.
21
Capitolo III
CATALOGO DEI RINVENIMENTI FUNERARI
CENSITI NELLA CARTA ARCHEOLOGICA
DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
In questo capitolo sono riportati, rispettando un criterio topografico (da nord a sud e da
ovest ad est), i rinvenimenti funerari censiti nella Carta Archeologica della provincia di
Brescia, che si trovano all’interno dell’area delimitata a nord dal tracciato della strada
statale 11 (Padana Superiore), ad ovest, sud ed est dall’attuale confine della provincia di
Brescia, che ad ovest e a sud coincide con il corso del fiume Oglio e ad est decorre
lungo una linea convenzionale in parte parallela al corso del fiume Chiese.
I rinvenimenti funerari documentati in quest’area sono 116, in particolare 81 necropoli e
35 sepolture isolate.
Per ogni rinvenimento sono riportate: località e coordinate topografica relative alla
Carta Archeologica, anno del rinvenimento, descrizione del sito ed elenco dei materiali.
Nell’appendice cartografica sono riportati i fogli della Carta Archeologica, relativi al
territorio della provincia di Brescia, in cui sono evidenziati in rosso, con simboli pieni, i
rinvenimenti funerari descritti in questo capitolo.
I fogli sono allegati secondo la sequenza nord-sud e ovest-est con il seguente ordine: C5
IV, C6 II, C6 IV, C7 II, D6 I, D6 III, D7 I, D6 II, D6 IV, E6 III, D7 II.
La scala di lettura dei fogli della Carta Archeologica allegati è 1:50000. Gli originali in
scala 1:25000, formato A2, sono stati ridotti in formato A3.
22
COMUNE: Palazzolo sull’Oglio
1. LOCALITA’: S. Pancrazio
SITO: 133/001 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157183/505116
ANNO DI RINVENIMENTO: 1928-1955
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane o altomedievali
Nel 1928 si rinvennero circa quindici sepolture ad inumazione in tomba a cassa,
disposte su due file parallele, tutte prive di corredo ad eccezione di una. Alcuni anni più
tardi (1955) nella stessa zona furono scoperte altre sepolture analoghe alle precedenti,
prive di corredo43
.
MATERIALI: I pochi materiali restituiti sono poverissimi: una spada, un pomolo di
piombo ed una linguetta bronzea di cintura.
COMUNE: Pontoglio
2. LOCALITA’: Cascina Gonzarola
SITO: 150/002 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 1567/5046
ANNO DI RINVENIMENTO: 1969
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura probabilmente a cremazione in nuda terra di
età romana con corredo databile all’età tardo repubblicana.44
.
MATERIALI: Due patere a vernice nera, frammenti di una coppa a vernice nera e di
piccoli recipienti in pasta grigia, un bicchiere in ceramica acroma, un bicchiere in
ceramica a pareti sottili, una ciottola, una moneta di Augusto in bronzo, una fibula di
tardo La Tène.
3. LOCALITA’: Imprecisata, presso la cascina Portone del Diavolo
SITO: 150/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 1567/5046
43 QUILLERI 1981, p. 44; BEZZI MARTINI 1983, pp. 57-58; CAL 1991, n. 1218.
44 QUILLERI 1981, p. 44; ROSSI 1988-89b, p. 214; CAL 1991, n. 1313.
23
ANNO DI RINVENIMENTO: 1979
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe di epoca incerta
Nel corso di lavori di manutenzione stradale furono rinvenute quattro o cinque
sepolture, probabilmente ad incinerazione, con corredo. La presenza di alcuni vasi a
vernice nera farebbe supporre una datazione tra II e I sec. a.C.45
.
MATERIALI: Spade, scudi, gambali, monete, vasi.
4. LOCALITA’: Cascina Cicalino
SITO: 150/004 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 156616/504453
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana- altomedievale
Nei pressi della cascina fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura ad inumazione in
tomba a cassa di epoca tardoromana o altomedievale46
.
5. LOCALITA’: Cascina Gonzarola, argine SE della Roggia “Fusia”
SITO: 150/007 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 156705/504793
ANNO DI RINVENIMENTO: 1987
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana
In seguito a lavori di canalizzazione venne alla luce una sepoltura ad inumazione con
struttura alla “cappuccina”, priva di corredo. La datazione proposta è tra IV e V sec.
d.C.47
.
COMUNE: Cologne
6. LOCALITA’: Via Croce, fabbrica “Tecnogiocattoli”
SITO: 059/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157258/504817
45 QUILLERI 1981, p. 44; CAL 1991, n. 1314.
46 CAL 1991, n. 1315.
47 CAL 1991, n. 1318.
24
ANNO DI RINVENIMENTO: 1974/1985
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Furono rinvenute due tombe romane ad inumazione con corredo: la prima era alla
“cappuccina”, la seconda a cassa. La datazione esatta risulta imprecisata48
.
7. LOCALITA’: Cascina Pace
SITO: 059/004 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157324/504847
ANNO DI RINVENIMENTO: 1929
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad
incinerazione in cassa con corredo49
.
COMUNE: Coccaglio
8. LOCALITA’: Presso l’ex Chiesa, fra piazza Marenzio, via Terraglio e viale
Matteotti
SITO: 056/001 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157632/504598
ANNO DI RINVENIMENTO: 1955-1961
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane e tombe romane
Tre campagne di scavo condotte tra il 1955 e il 1961 misero in luce alcune strutture
murarie pertinenti ad un castrum romano munito di tre torri ed alcune sepolture (due o
tre) di tipologia imprecisata, una delle quali con corredo50
.
MATERIALI: L’unico corredo restituito comprendeva soltanto una coppa in ceramica
campana con bollo in planta pedis.
9. LOCALITA’: Cava Ferrari
SITO: 056/004 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157623/504647
48 CAL 1991, n. 477.
49 CAL 1991, n. 478.
50 QUILLERI 1981, pp. 38-39; BEZZI MARTINI 1983, p. 62; CAL 1991, n. 446.
25
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Nel corso di lavori per l’estrazione di sabbia fu rinvenuta una sepoltura romana ad
inumazione, probabilmente in cassa con corredo. La tipologia e la cronologia dei
materiali risultano imprecisate51
.
10. LOCALITA’: Fondo Nespoli
SITO: 056/005 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 1576/5046
ANNO DI RINVENIMENTO: 1883
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
All’interno del fondo fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura di tipologia imprecisata,
ma grazie agli elementi del corredo è stato possibile attribuirla all’età romana52
.
MATERIALI: Si trattava quasi sicuramente di una tomba femminile, poiché il corredo
rinvenuto comprendeva: un manico di specchio, un frammento di olla, due fibule ed un
balsamario in bronzo.
11. LOCALITA’: Cascina Nassino, lungo la via Francesca
SITO: 056/010 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157558/504648
ANNO DI RINVENIMENTO: 1969
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
In seguito a lavori edilizi furono rinvenute fortuitamente sei o sette tombe,
probabilmente sia ad incinerazione che ad inumazione, con struttura alla “cappuccina”.
Le tombe sono purtroppo andate distrutte nel corso dei lavori ed alcuni materiali
andarono dispersi53
.
MATERIALI: Tra i materiali recuperati: una coppetta in ceramica a vernice nera con
lettere graffite, un tegame in bronzo con manico terminante a collo di cigno, una patera
fittile, una fibula tipo Aucissa ed un’olpe.
51 CAL 1991, n. 449.
52 RIZZINI 1910, pp. 306-307; BEZZI MARTINI 1983, p.61; CAL 1991, n. 450.
53 BEZZI MARTINI 1983, p. 63; CAL 1991, n. 455.
26
12. LOCALITA’: Via S. Pietro, area della Filanda Mazzocchi
SITO: 056/019 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157611/504633
ANNO DI RINVENIMENTO: 1910
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale
Nel corso di lavori edilizi vennero alla luce 14 sepolture ad inumazione alla
“cappuccina” con corredo. Il periodo cronologico in cui sono collocabili queste
sepolture è generalmente quello tardoromano-altomedievale54
.
COMUNE: Cazzago San Martino
13. LOCALITA’: Premura
SITO: 046/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 157946/504811
ANNO DI RINVENIMENTO: 1980-1981
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Insediamento di età romana-altomedievale,
strutture murarie, necropoli birituale.
Nel corso di lavori agricoli vennero alla luce alcune strutture tra cui un numero
imprecisato di sepolture a cremazione (per la maggior parte) e ad inumazione55
.
COMUNE: Rovato
14. LOCALITA’: S. Fermo, presso l’omonima cascina
SITO: 166/003 - FOGLIO: C5 IV - COORDINATE: 15792/50458
ANNO DI RINVENIMENTO: 1934
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana
54 CAL 1991, n. 464.
55 BEZZI MARTINI 1983, p.61; CAL 1991, n. 335.
27
In seguito a lavori di canalizzazione fu scoperta una sepoltura ad inumazione, delimitata
da muretti in mattoni e sigillata da una lastra di pietra. Il corredo, di epoca tardoromana,
era stato disposto in sei nicchie ricavate nella muratura56
.
MATERIALI: Il corredo, riferibile ad una donna, comprendeva: un’ampolla ed un
balsamario di vetro, una piastrina quadrata in piombo, 25 spilloni di legno con parte
terminale sferica, una lucerna con bollo VIBIANI.
COMUNE: Roccafranca
15. LOCALITA’: Longura
SITO: 162/001 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 15709/50341
ANNO DI RINVENIMENTO: 1935
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
Furono rinvenute due o tre sepolture ad inumazione in cassa probabilmente di epoca
tardoromana o altomedievale57
.
16. LOCALITA’: Vezzola
SITO: 162/002 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 157145/503530
ANNO DI RINVENIMENTO: 1981-1982
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
Nel coso di lavori edilizi, seguiti da saggi di scavo, furono rinvenute 28 sepolture ad
inumazione con strutture di diverse tipologie: a) 14 tombe alla “cappuccina”, costituite
da embrici e coppi, con pavimentazione in embrici o ciottoli; b) tombe a cassa
rettangolare, delimitate da mattoni messi di taglio, con copertura sempre in mattoni; c)
tombe a cassa rettangolare, delimitate da muretti ottenuti con frammenti di laterizi e
ciottoli, con copertura costituita da lastre di pietra o laterizi.
La zona più antica della necropoli sembrerebbe essere quella che ospita le sepolture alla
“cappuccina”, che presentano corredi databili tra fine IV-inizi V sec. d.C., mentre le
56 BEZZI MARTINI 1983, p. 78; CAL 1991, n. 1452.
57 QUILLERI 1981, p. 44; CAL 1991, n. 1432.
28
altre sepolture, prive di corredo, sarebbero riferibili ad un’epoca posteriore (VII sec.
d.C.)58
.
COMUNE: Castrezzato
17. LOCALITA’: Campagna o Cava, lungo la strada per Soncino
SITO: 045/001 - FOGLIO: C6 II - COORDINATE: 15790/50391
ANNO DI RINVENIMENTO: 1959
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Nel corso di lavori edilizi furono rinvenute alcune tombe romane a cassa e alla
“cappuccina”. I materiali recuperati suggeriscono una datazione tra II e IV sec. d.C.59
.
MATERIALI: Frammenti vari di vasi, due anfore, un’olpe, embrici, una coppa, una
spada.
COMUNE: Orzinuovi
18. LOCALITA’: Cascina Pieve
SITO: 125/004 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 15728/50246
ANNO DI RINVENIMENTO: 1977
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardo romane
In seguito a lavori edilizi furono rinvenute tre sepolture ad inumazione con corredo
databili al IV-V sec. d.C.60
.
58 QUILLERI 1981, pp. 38 e 44; ROFFIA 1981, pp. 139-141; BROGIOLO 1982, pp. 99-101; BEZZI
MARTINI 1984, p. 55; CAL 1991, n. 1433.
59 BEZZI MARTINI 1984, p. 48; CAL 1991, n. 332.
60 CAL 1991, n. 1165.
29
COMUNE: Villachiara
19. LOCALITA’: Frazione Villagana, cascina Cuore o Ronco
SITO: 201/002 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157392/502075
ANNO DI RINVENIMENTO: 1979
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In una zona già interessata da scavi clandestini, fu rinvenuto un numero imprecisato di
sepolture ad incinerazione con corredi e materiali ceramici databili al I-II sec. d.C.61
.
20. LOCALITA’: Bonpensiero
SITO: 201/004 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 1570/5022
ANNO DI RINVENIMENTO: 1957
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
In seguito a lavori per l’estrazione della sabbia furono rinvenute alcune sepolture ad
inumazione con corredi databili all’epoca tardoromana-altomedievale, andati dispersi62
.
21. LOCALITA’: Frazione Villagana, contrada Cava
SITO: 201/006 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157332/502041
ANNO DI RINVENIMENTO: 1981
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a scavi clandestini furono rinvenute circa quaranta sepolture di età romana, di
tipologia e datazione imprecisate63
.
22. LOCALITA’: Frazione Villagana, contrada Cave
SITO: 201/007 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157369/502040
ANNO DI RINVENIMENTO: 1981
61 CAL 1991, n. 1752.
62 BEZZI MARTINI 1984, p. 47; CAL 1991, n. 1754.
63 CAL 1991, n. 1756.
30
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a scavi clandestini furono rinvenute dieci sepolture di età romana ad
incinerazione, di tipologia e datazione imprecisate64
.
23. LOCALITA’: Frazione Villagana, Cascina Pateletto
SITO: 201/008 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157390/502100
ANNO DI RINVENIMENTO: 1981
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a scavi clandestini furono rinvenute circa settanta sepolture di età romana ad
incinerazione, di tipologia e datazione imprecisate65
.
24. LOCALITA’: Bonpensiero
SITO: 201/010 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157069/502218
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuto un numero imprecisato di sepolture ad
inumazione di epoca tardoromana o altomedievale66
.
COMUNE: Orzivecchi
25. LOCALITA’: Cadevilla
SITO: 126/002 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 15749/50285
ANNO DI RINVENIMENTO: 1935 ca.
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta fortuitamente una tomba romana con corredo, databile tra la fine del III e
gli inizi del IV sec. d.C.67
.
64 CAL 1991, n. 1757.
65 CAL 1991, n. 1758.
66 CAL 1991, n. 1760.
31
MATERIALI: Il corredo comprendeva cinque monete in bronzo: una di Licinio, una di
Massenzio e tre di Costantino.
26. LOCALITA’: Cascina Fienile Bruciato
SITO: 126/005 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157639
ANNO DI RINVENIMENTO: 1983
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana
In seguito a lavori di manutenzione della rete elettrica fu rinvenuta una sepoltura ad
inumazione in tomba a cassa di epoca incerta: tardoromana o altomedievale68
.
COMUNE: Borgo San Giacomo
27. LOCALITA’: Frazione Acqualunga, poderi Castelbertino e Palmanova
SITO: 020/002 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157440/501985
SITO: 020/002 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 157450/502050
ANNO DI RINVENIMENTO: 1978
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Oggetti preistorici, strutture romane, tombe
romane.
Nella frazione di Acqualunga, a partire dal 1870, lavori agricoli e di canalizzazione
permisero di portare alla luce molti reperti archeologici relativi a varie epoche, che
testimoniarono l’esistenza di un insediamento pluristratificato.
Nell’area “Regusaletto” nel 1978 furono individuate alcune tombe romane ad
incinerazione con materiali ceramici e vitrei, cronologicamente databili tra I e II sec.
d.C.69
.
67 BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1171.
68 CAL 1991, n. 1174.
69 BEZZI MARTINI 1984, p. 46; CAL 1991, n. 103.
32
MATERIALI: Le tipologie dei materiali rinvenuti in questa zona ricoprono un arco
cronologico che va dalla preistoria alla tarda età romana. Tra i più significativi:
un’armilla preistorica in bronzo, un tratto di strada romana con orientamento SW-NE e
numerose monete romane coniate dall’età repubblicana a Costantino (324-337 d.C).
28. LOCALITA’: Frazione Acqualunga, Cascina Palazzoli, Campo Piane
Lunghe
SITO: 020/003 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 15747/50192
ANNO DI RINVENIMENTO: 1934
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Nel corso di lavori agricoli, ad una profondità di 2m, fu scoperta una tomba romana ad
inumazione con struttura a cassa di laterizi, contenente lo scheletro di un adulto70
.
29. LOCALITA’: Imprecisata
SITO: 020/005 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 1576/5022
ANNO DI RINVENIMENTO: 1984
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Numerosi materiali provenienti da una
necropoli
Nel 1984 furono recuperati dalla Soprintendenza numerosi materiali, provenienti da
scavi clandestini, pertinenti ai corredi di una necropoli romana. L’esatta ubicazione
della necropoli è purtroppo sconosciuta, ma presumibilmente si trovava nel comune di
Borgo San Giacomo71
.
MATERIALI: In totale sono più di 200 pezzi, tra cui: olpai a bocca stretta e a bocca
larga, vetri di diverse fatture, terra sigillata italica di varie forme, Firmalampen con
bollo FORTIS, chiodi, falcetti, cesoie, specchi in bronzo, fibule e monete di età
imperiale.
30. LOCALITA’: Bonpensiero, cava di ghiaia sulla riva dell’Oglio
SITO: 020/011 - FOGLIO: C6 IV - COORDINATE: 1576/5022
70 QUILLERI 1981, p. 41; BEZZI MARTINI 1984, p. 46; CAL 1991, n. 104.
71 MARIOTTI 1984, p. 137; CAL 1991, n. 106.
33
ANNO DI RINVENIMENTO: 1957
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia emersero alcune tombe romane ad
inumazione con corredo, probabilmente databili tra il I e il IV sec. d.C.. I materiali e gli
oggetti del corredo sono andati dispersi72
.
COMUNE: Quinzano d’Oglio
31. LOCALITA’: Imprecisata, lungo la strada per Borgo S. Giacomo
SITO: 159/001 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 15779/50186
ANNO DI RINVENIMENTO: 1953
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba gallo-romana
In un’area agricola fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura ad incinerazione con
struttura alla “cappuccina” e corredo databile al I sec. a.C.73
.
32. LOCALITA’: Ex convento delle Dimesse, ora Scuole Medie
SITO: 159/007 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157909/501821
ANNO DI RINVENIMENTO: 1978
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori edilizi vennero alla luce tre sepolture ad incinerazione di cui una alla
“cappuccina”, con corredi databili al II sec. d.C.74
.
MATERIALI: I corredi comprendevano: vetri, oggetti in metallo, una ciottola, olpai,
monete.
33. LOCALITA’: Capannone propr. Micheli, lungo la strada per Borgo S.
Giacomo
72 BEZZI MARTINI 1984, p. 47; CAL 1991, n. 112.
73 CAL 1991, n. 1359.
74 CAL 1991, n. 1365.
34
SITO: 159/018 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157816/501865
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori edilizi venne alla luce una sepoltura ad inumazione in cassa con
corredo databile al III sec. d.C.75
.
MATERIALI: Il corredo era costituito da olpai, una ciottola con bollo in planta pedis,
una fibula ed una moneta di Claudio il Gotico.
34. LOCALITA’: Cimitero, Pieve di S. Maria Assunta
SITO: 159/020 - FOGLIO: C7 II - COORDINATE: 157943/501864
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato (tra gli anni ’70 e ’80)
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti romani e altomedievali
In seguito a lavori edilizi vennero alla luce diversi reperti (soprattutto materiali
scultorei) tra cui una sepoltura romana di tipologia imprecisata76
.
COMUNE: Ospitaletto
35. LOCALITA’: Presso la Chiesa di S. Maria di Lovernato
SITO: 127/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 15838/50440
ANNO DI RINVENIMENTO: 1943-1944
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane e altomedievali
Nel corso di lavori edilizi venne messa in luce una necropoli romana ad inumazione con
tombe alla “cappuccina” ed una sepoltura in tomba a cassa di epoca altomedievale. I
corredi hanno permesso di collocare cronologicamente le tombe intorno al IV sec.
d.C.77
.
MATERIALI: Sono stati recuperati frammenti di ceramica, vetro e ventuno monete.
75 CAL 1991, n. 1376.
76 CAL 1991, n. 1378.
77 CAL 1991, n. 1175.
35
COMUNE: Torbole Casaglia
36. LOCALITA’: Fornace Beretti o Deretti
SITO: 187/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 158849/504019
ANNO DI RINVENIMENTO: 1926
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori edilizi fu rinvenute centosettantasei monete, che costituivano
probabilmente parte del corredo funebre di alcune tombe ad inumazione, rinvenute
successivamente nei pressi. Nei saggi di scavo effettuati in seguito si trovarono poche
altre monete, sparse tra le ossa degli inumati, e probabilmente anche una cassa in lamina
di piombo78
.
MATERIALI: Le monete recuperate erano tutte di epoca imperiale, tra queste undici
erano in argento e portavano i coni di Giordano, Volusiano, Alessandro Severo, Filippo
I.
COMUNE: Flero
37. LOCALITA’: Coleretto, lungo la strada per Poncarale
SITO: 072/010 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1591/5035
ANNO DI RINVENIMENTO: 1957
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
Un numero imprecisato di sepolture ad inumazione fu rinvenuto fortuitamente: si
presentavano in pessimo stato di conservazione ad eccezione di una che restituì un
modesto corredo79
.
MATERIALI: Il corredo dell’unica sepoltura rinvenuta intatta era costituito da un
piccolo pugnale, alcune monete, una fibula ed un piccolo scudo.
78 BEZZI MARTINI 1984, p. 56; CAL 1991, n. 1653.
79 BEZZI MARTINI 1984, p. 49; CAL 1991, n. 633.
36
COMUNE: Poncarale
38. LOCALITA’: Campo S. Martino
SITO: 147/002 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 159407/503494
ANNO DI RINVENIMENTO: 1889
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad incinerazione con corredo80
.
MATERIALI: Una fibula in bronzo; uno scyphus e un orcio.
39. LOCALITA’: Imprecisata
SITO: 147/004 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1592/5034
ANNO DI RINVENIMENTO: 1911
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad inumazione con corredo81
.
MATERIALI: Il corredo comprendeva: un sesterzio di Antonino Pio, un vasetto fittile,
una lucerna ed una spada in ferro.
40. LOCALITA’: Borgo Poncarale, sponda sinistra del Garza
SITO: 147/006 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 15929/50348
ANNO DI RINVENIMENTO: 1931
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture e tombe romane
Nel corso di lavori idraulici sulla sponda sinistra del Garza venne scoperta una vasta
necropoli romana insieme a strutture murarie, materiali architettonici, scultorei e oggetti
di corredo funerario82
.
MATERIALI: Anfore, frammenti architettonici, una protome leonina.
80 RIZZINI 1910, p. 331; BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1297.
81 RIZZINI 1912, p. 386; BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1299.
82 BEZZI MARTINI 1984, p. 54; CAL 1991, n. 1301.
37
COMUNE: San Zeno Naviglio
41. LOCALITA’: Imprecisata
SITO: 174/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1594/5038
ANNO DI RINVENIMENTO: 1984
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana di tipologia imprecisata, con corredo83
.
MATERIALI: Il corredo era costituito da: una moneta, una lucerna ed un’ oinochoe o
epichysis.
COMUNE: Borgosatollo
42. LOCALITA’: Brusì
SITO: 021/001 - FOGLIO: D6 I - COORDINATE: 1597/5037
ANNO DI RINVENIMENTO: 1933
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti romani riferibili a tombe
Furono rinvenute due tombe romane ad inumazione con copertura a spioventi e due
cippi sepolcrali a testa tonda con iscrizione. La datazione proposta è il I sec. d.C.84
.
COMUNE: Dello
43. LOCALITA’: Frazione Corticelle Pieve, presso la Chiesa
SITO: 066/002 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158777/503062
ANNO DI RINVENIMENTO: 1893
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane
83 RIZZINI 1911, pp. 307-308; BEZZI MARTINI 1984, p. 55; CAL 1991, n. 1525.
84 CAL 1991, n. 119.
38
In seguito a lavori agricoli emersero alcune strutture murarie relative ad un edificio
romano; a fianco della chiesa furono rinvenute due tombe tardoromane ad inumazione
alla “cappuccina” ed un’epigrafe che riporta le misure dell’area sepolcrale85
.
COMUNE: Verolavecchia
44. LOCALITA’: A sud di Fienile Palma
SITO: 197/004 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158288/502176
ANNO DI RINVENIMENTO: 1864
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori agricoli si rinvenne un numero imprecisato di sepolture romane in
tombe alla “cappuccina”, due delle quali hanno restituito il corredo databile al I sec.
d.C.86
.
MATERIALI: I corredi sono probabilmente riferibili all’epoca di Vespasiano, come
suggerirebbero i materiali numismatici rinvenuti: un conio in argento di Augusto e altri
cinque coni in bronzo emessi tra Augusto e Vespasiano. Tra gli altri oggetti furono
recuperati anche due balsamari di vetro, una Firmalampen con bollo ATIME ed un
frammento ferroso.
45. LOCALITA’: Cascina del Dosso
SITO: 197/010 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 158144/501516
ANNO DI RINVENIMENTO: 1934
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura romana ad inumazione,
probabilmente alla “cappuccina”87
.
85 I.I.X 958; BEZZI MARTINI 1984, p. 48; CAL 1991, n. 540.
86 BEZZI MARTINI 1984, p. 57; CAL 1991, n. 1723.
87 CAL 1991, n. 1729.
39
COMUNE: Verolanuova
46. LOCALITA’: Vigne di Cadignano, campo Primavigna
SITO: 196/001 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158257/502352
ANNO DI RINVENIMENTO: 1976
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane o altomedievali
In seguito a lavori agricoli furono rinvenute tre sepolture ad inumazione con struttura
alla “cappuccina” di epoca tardoromana o altomedievale88
.
COMUNE: Offlaga
47. LOCALITA’: Cascina Fienil Basso, dosso campo Cornaletto
SITO: 122/001 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158872/502645
ANNO DI RINVENIMENTO: 1961
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana birituale
In seguito a lavori agricoli si rinvenne un totale di circa 30 tombe sia ad incinerazione
che ad inumazione. Solo in alcuni casi fu possibile recuperare il corredo, databile al III
sec. d.C.89
.
MATERIALI: Frammenti di ceramica e monete del III sec. d.C..
48. LOCALITA’: Cascina Fienil Grande, verso Faverzano
SITO: 122/003 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15843/50268
ANNO DI RINVENIMENTO: 1958
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Fu rinvenuto un numero imprecisato di sepolture di età romana90
.
88 BEZZI MARTINI 1984, p. 57; CAL 1991, n. 1717.
89 BEZZI MARTINI 1984, p. 53; CAL 1991, n. 1154.
90 BEZZI MARTINI 1984, p. 53; CAL 1991, n. 1156.
40
49. LOCALITA’: Cascina Vinaccesa
SITO: 122/008 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15899/50260
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti romani e tombe
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuto un cippo romano e circa venti sepolture ad
inumazione con struttura alla “cappuccina” databili all’età tardoromana o
altomedievale91
.
COMUNE: Manerbio
50. LOCALITA’: Roncagnà, fosso Mercandone
SITO: 103/003 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1589/5023
ANNO DI RINVENIMENTO: 1953
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardo romana
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una tomba ad inumazione con struttura alla
“cappuccina”, priva di corredo e databile al periodo tardoromano. Dalle testimonianze
pare che in passato, nella medesima località, fossero avvenute altre scoperte analoghe92
.
51. LOCALITA’: Via Porzano
SITO: 103/012 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159044/502386
ANNO DI RINVENIMENTO: 1984
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Nel corso di lavori edilizi fu rinvenuta una sepoltura ad incinerazione in pozzetto
quadrangolare in nuda terra, tagliata da un’altra sepoltura posteriore ad inumazione
infantile con struttura a cassetta di embrici. Al momento della scoperta la sepoltura
91 CAL 1991, n. 1161.
92 BEZZI MARTINI 1984, p. 52; CAL 1991, n. 989.
41
infantile risultò già manomessa e non restituì né corredo né resti umani, mentre dal
pozzetto emersero diversi oggetti che permisero di datarlo tra fine II e I sec. a.C.93
.
MATERIALI: Il corredo della tomba in pozzetto comprendeva: numerosi frammenti di
patera a vernice nera, frammenti di coppette a pareti sottili, un’olpe ed un’olla ovoidale,
un asse repubblicano posteriore al 217 a.C. (utilizzato nella datazione come termine post
quem).
52. LOCALITA’: S. Rocco, davanti alla Chiesa omonima
SITO: 103/013 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158894/502323
ANNO DI RINVENIMENTO: 1906
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Si rinvenne una sepoltura ad inumazione con corredo databile al III sec. d.C.94
.
MATERIALI: Il corredo comprendeva alcune monete di bronzo, tra cui un sesterzio di
Gordiano, ed un cucchiaio di bronzo.
53. LOCALITA’: Roncagnà
SITO: 103/015 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1589/5023
ANNO DI RINVENIMENTO: 1974
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
Un numero imprecisato di sepolture ad inumazione con struttura alla “cappuccina” fu
rinvenuto fortuitamente. I materiali recuperati all’interno delle tombe hanno permesso
di datarle all’età tardoromana o altomedievale95
.
MATERIALI: Frammenti di ceramica invetriata e di pietra ollare.
54. LOCALITA’: Via S. Gervasio, Località Quintane
SITO: 103/026 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158971/502131
ANNO DI RINVENIMENTO: 1986-1988
93 BREDA 1984b, p. 134; CAL 1991, n. 997.
94 BEZZI MARTINI 1984, p. 51; CAL 1991, n. 998.
95 BEZZI MARTINI 1984, p. 52; CAL 1991, n. 1000.
42
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti e tombe romane
Alcuni materiali raccolti in superficie avevano permesso di supporre la presenza di una
necropoli romana, che venne alla luce in seguito ad alcuni lavori edilizi. Lo scavo di
emergenza che seguì permise di individuare un totale di 24 sepolture, tutte orientate a
nord e distribuite lungo un asse nord-sud. Questa disposizione non sembra casuale: le
tombe, infatti, sembrerebbero allineate ai lati di uno dei probabili sentieri che
percorrevano la necropoli o lungo un limite di proprietà. Il rituale adottato è
l’incinerazione diretta per le 21 tombe di adulti e l’inumazione per le 5 tombe infantili.
Per quanto riguarda le tipologie di sepoltura, la percentuale maggiore è costituita da
fosse in nuda terra, ma non mancano alcuni esempi di tombe in cassa o alla
“cappuccina”. Per le sepolture infantili è stata documentata l’inumazione all’interno di
due coppi contrapposti.
I corredi, rinvenuti nella maggior parte dei casi nell’angolo nord di ogni sepoltura,
presentano una tipologia che permette di collocare cronologicamente l’intera necropoli
tra gli inizi del I e la prima metà del III sec. d.C.96
.
MATERIALI: Tra gli oggetti dei corredi è costante la presenza di olpai, olle in ceramica
comune grezza, terra sigillata di produzione padana, balsamari e bottiglie in vetro. In
alcuni casi sono stati rinvenuti anche specchi in argento o in bronzo, oggetti in pasta
vitrea, lucerne con bollo (LVPATI, VIBIANI, QGC), una collana e diverse monete.
55. LOCALITA’: Via Cigole
SITO: 103/027 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158983/502202
ANNO DI RINVENIMENTO: 1986
TIPOLIGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori edilizi venne alla luce una sepoltura romana ad incinerazione con
corredo97
.
56. LOCALITA’: Villa Brandini
SITO: 103/032 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 158852/502385
ANNO DI RINVENIMENTO: 1986
96 PORTULANO-MATTIOLI 1988-89, pp. 210-211; CAL 1991, n. 1011.
97 CAL 1991, n. 1012.
43
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti protostorico-romani
Furono rinvenute circa quattro sepolture ad incinerazione in fossa terragna con corredi
databili tra II e I sec. a.C.98
.
COMUNE: Bagnolo Mella
57. LOCALITA’: Casella Moro, campo Banderala
SITO: 009/002 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15910/50313
ANNO DI RINVENIMENTO: 1957
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
In seguito a lavori di scavo per l’estrazione di sabbia, emerse una necropoli romana con
tombe alla “cappuccina” provviste di corredo. La tipologia delle tombe e dei materiali
porta a collocare cronologicamente la necropoli tra I e IV sec. d.C.99
.
MATERIALI: Olpai fittili, un rocchetto, un peso da telaio, una ciotola in bronzo, una
lucerna con bollo CRESCES.
58. LOCALITA’: Fondo Grumo, centro storico
SITO: 009/005 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15904/50294
ANNO DI RINVENIMENTO: 1883-1885
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Da un rinvenimento casuale venne alla luce un numero imprecisato di tombe ad
incinerazione con corredo databile genericamente all’età imperiale. Tra frammenti di
embrici, grandi mattoni e ossa si raccolsero numerosi reperti, alcuni pregevoli per
lavorazione e materiale impiegato100
.
MATERIALI: Patere decorate, strigili, cucchiai di bronzo, frammenti di bicchieri e
coppe in vetro con decorazioni fitomorfe, un’applique raffigurante il busto di Minerva o
di Marte, frammenti di statua, fibbie, anelli.
98 CAL 1991, n. 1017.
99 BEZZI MARTINI 1984, p. 62; CAL 1991, n. 33.
100 RIZZINI 1911, pp. 333-336; BEZZI MARTINI 1984, pp. 58-59; CAL 1991, n. 36.
44
59. LOCALITA’: Campo delle Lame
SITO: 009/006 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159445/503023
ANNO DI RINVENIMENTO: 1853
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Una tomba romana ad incinerazione con corredo fu rinvenuta casualmente all’interno
del campo. La struttura rimase sconosciuta, lo studio dei materiali permise di datare la
sepoltura alla prima metà del I sec. d.C.101
.
MATERIALI: L’oggetto più significativo è un’anfora in vetro rosso porpora con bocca
a sezione triangolare, anse a nastro scanalato, spalla carenata e codolo di base appuntito.
60. LOCALITA’: Revolta
SITO: 009/016 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15913/50319
ANNO DI RINVENIMENTO: 1940-1945
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu rinvenuta una tomba romana ad inumazione in
cassa con corredo. La tomba era costituita da una struttura di mattoni al cui interno era
stata disposta la cassa in lamina di piombo; il tutto era poi stato coperto da una grande
lastra di pietra102
.
MATERIALI: Un’olpe con collo cilindrico, un’olpe ovoidale, una lucerna con bollo
CRESCES, un peso a rocchetto, un anello in terracotta, una ciottola di bronzo, due
monete attribuibili a Costantino (324-337 d.C).
COMUNE: Leno
61. LOCALITA’: Cascina Bredavico, lungo la strada per Cascina Olmo
SITO: 088/005 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15951/50216
ANNO DI RINVENIMENTO: 1954-1955
101 RIZZINI 1912, pp. 389-390; BEZZI MARTINI 1984, p.58; CAL 1991, n. 37.
102 BEZZI MARTINI 1984, p. 61; CAL 1991, n. 47.
45
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
In un’area agricola furono rinvenute circa trenta sepolture ad inumazione, alcune delle
quali con struttura in tomba a cassa con corredo103
.
MATERIALI: Vasi fittili; monete in bronzo (una di Adriano); vasi in vetro.
62. LOCALITA’: Fienil Nuovo, strada consorziale delle Colombere
SITO: 088/007 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159297/502508
ANNO DI RINVENIMENTO: 1936
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba tardoromana
Nel corso di lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura ad inumazione con struttura alla
“cappuccina” di epoca tardoromana104
.
63. LOCALITA’: Frazione Milzanello
SITO: 088/012 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1593/5021
ANNO DI RINVENIMENTO: 1567
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta una sepoltura multipla ad incinerazione ed inumazione con corredo e le
relative epigrafi di Quintus Surius Patinius e Quintus Surius e delle rispettive mogli:
Viria e Viola105
.
64. LOCALITA’: Campo Brasile
SITO: 088/027 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 1596/5024
ANNO DI RINVENIMENTO: 1954
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia fu rinvenuta una tomba romana ad
inumazione, con corredo databile tra I e II sec. d.C.106
.
103 CAL 1991, n. 848.
104 CAL 1991, n. 850.
105 CIL V, 4182 = I.B.878 = I.I.X 924; CAL 1991, n. 854.
46
MATERIALI: Il corredo comprendeva: un’olletta fittile, uno scalpello in ferro e tre
monete.
COMUNE: Ghedi
65. LOCALITA’: Centro sportivo
SITO: 078/004 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159921/502793
ANNO DI RINVENIMENTO: 1986-1987
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori edilizi vennero alla luce tre sepolture ad inumazione con corredo di
età romana107
.
66. LOCALITA’: Via Trento, Piazza Castello, area del Vecchio Cimitero
SITO: 078/006 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160002/502838
ANNO DI RINVENIMENTO: 1955
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoantica-altomedievale
In seguito a lavori fognari furono rinvenute alcune sepolture ad inumazione con
struttura alla “cappuccina”, riferibili al periodo tardoantico-altomedievale108
.
67. LOCALITA’: Scovola, campo Striaghe
SITO: 078/013 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 15961/50285
ANNO DI RINVENIMENTO: 1895-1897
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Nel corso di lavori di canalizzazione furono scoperte sette sepolture ad incinerazione
con corredo. Le sepolture sono state datate tra l’età augustea e la fine del I sec. d.C.109
.
106 CAL 1991, n. 869.
107 CAL 1991, n. 717.
108 CAL 1991, n. 719.
109 RIZZINI 1912, pp. 398-406; RIZZINI 1913, pp. 430-431; PERINI 1987, p. 49; CAL 1991, n. 726.
47
MATERIALI: Monete, coltelli, anello e orecchini d’argento, oggetti in vetro, varie
tipologie di ceramica, un castone in pasta vitrea con la raffigurazione del Sole.
68. LOCALITA’: Campo sportivo, palestra polivalente
SITO: 078/019 - FOGLIO: D6 III - COORDINATE: 159913/502794
ANNO DI RINVENIMENTO: 1984
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
In seguito a lavori edilizi sono stati rinvenuti i resti di un luogo di sepoltura romano,
costituito da cinque sepolture, di cui due completamente distrutte da opere di bonifica e
irrecuperabili. Le tre sepolture recuperate sono ad incinerazione con struttura alla
“cappuccina” e corredo, databili tra la fine del I sec a.C. e la metà del I sec. d.C.. Lo
scavo e il recupero dei materiali hanno permesso di documentare che alcuni oggetti del
corredo erano stati bruciati sul rogo insieme al corpo del defunto, altri erano invece stati
deposti integri nella tomba. In origine il numero delle sepolture doveva essere superiore
a cinque, poiché nell’area indagata sono state individuate le tracce di otto roghi110
.
MATERIALI: I corredi erano piuttosto semplici: ceramica comune di vario tipo, patere
in terra sigillata, monete.
COMUNE: Pontevico
69. LOCALITA’. Campazzo, Morti di S. Vitale
SITO: 149/002 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 15844/50163
ANNO DI RINVENIMENTO: 1873
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture tardoromane-altomedievali
In seguito a lavori agricoli furono rinvenute alcune sepolture ad inumazione in tomba a
cassa ed in fossa terragna insieme a strutture murarie, materiali ceramici, monete ed
un’epigrafe, riferibili ad un insediamento tardoantico-altomedievale111
.
110 BREDA 1984a, pp. 124-125; CAL 1991, n. 732.
111 CAL 1991, n. 1306.
48
COMUNE: Seniga
70. LOCALITA’: Frazione Comella, campo Ciusino
SITO: 178/002 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 159552/501029
ANNO DI RINVENIMENTO: 1974
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
Durante uno scavo per lavori agricoli si rinvennero fortuitamente tre sepolture ad
inumazione: due andarono distrutte nel tentativo di recupero, l’unica salvatasi è di tipo
alla “cappuccina” e, per le ridotte dimensioni (larg. max. 40cm), apparteneva
probabilmente ad un infante112
.
MATERIALI: Frammenti ceramici pertinenti ai corredi tombali.
COMUNE: Pavone Mella
71. LOCALITA’: Via Donatori di Sangue
SITO: 137/008 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 159492/501688
ANNO DI RINVENIMENTO: 1988
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori edilizi venne alla luce una sepoltura ad incinerazione con corredo,
databile al I sec. d.C.113
.
COMUNE: Gottolengo
72. LOCALITA’: Cascina Colombera (a sud-est)
SITO: 080/004 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 15997/50144
ANNO DI RINVENIMENTO: 1959
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
112 BEZZI MARTINI 1984, p. 56; CAL 1991, n. 1559.
113 CAL 1991, n. 1250.
49
Sepolture romane con struttura alla “cappuccina” sono state rinvenute fortuitamente114
.
73. LOCALITA’: Poggio Castellaro
SITO: 080/007 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160036/501538
ANNO DI RINVENIMENTO: 1870.1926
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti preistorici e romani
Tra diversi reperti preistorici (resti di palificazioni e capanne, materiali metallici ed
industria litica) è stata rinvenuta anche una sepoltura in fossa terragna riferibile all’età
romana115
.
74. LOCALITA’: Cascina Modena
SITO: 080/012 - FOGLIO: D7 I - COORDINATE: 159793/501770-501755
ANNO DI RINVENIMENTO: 1965
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane
Furono rinvenuti fortuitamente alcuni reperti romani tra cui un numero imprecisato di
sepolture ad inumazione116
.
75. LOCALITA’: Cascina Segalera
SITO: 080/018 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160137/501708
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli di epoca incerta
In un’area agricola furono rinvenute fortuitamente alcune sepolture ad incinerazione,
probabilmente di età romana117
.
114 CAL 1991, n. 739.
115 PERINI 1987, p. 41; CAL 1991, n. 742.
116 CAL 1991, n. 747.
117 CAL 1991, n. 753.
50
COMUNE: Castenedolo
76. LOCALITA’: Imprecisata
SITO: 043/008 - FOGLIO: D6 II - COORDINATE: 1601/5036
ANNO DI RINVENIMENTO: 1956
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori di estrazione della ghiaia fu rinvenuta una tomba di età romana con
corredo di tipologia e cronologia incerte118
.
COMUNE: Calcinato
77. LOCALITA’: Colle di Calcinato
SITO: 032/004 - FOGLIO: D6 II - COORDINATE: 1611/5034
ANNO DI RINVENIMENTO: 1894
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad inumazione con corredo databile tra
III e IV sec. d.C.119
.
MATERIALI: Il corredo era costituito da: una collana, due anelli e varie monete.
COMUNE: Calvisano
78. LOCALITA’: Frazione Mezzane, Chiesa di S. Salvatore
SITO: 034/001 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160374/502225
ANNO DI RINVENIMENTO: 1975
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoantica-altomedievale
In un campo furono rinvenute casualmente alcune sepolture ad inumazione alla
“cappuccina” attribuibili all’età tardoromana-altomedievale120
.
118 CAL 1991, n. 329.
119 RIZZINI 1911, pp. 409-410, nn. 1-10; CAL 1991, n. 201.
51
79. LOCALITA’: Malpaga Nuova, Cascina Mazzocchi
SITO: 034/016 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160253/502267
ANNO DI RINVENIMENTO: 1964
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
In seguito a lavori edilizi furono rinvenute casualmente due sepolture romane ad
incinerazione con corredi frammentari. Si è proposta una datazione tra I e II sec. d.C.
per le tombe121
.
COMUNE: Montichiari
80. LOCALITA’: Via Arzaga
SITO: 113/004 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 16090/50287
ANNO DI RINVENIMENTO: 1969
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Furono rinvenute fortuitamente due sepolture di età romana122
.
81. LOCALITA’: Cascina Veronesi, a nord della strada per Mantova
SITO: 113/011 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 161402/502936
ANNO DI RINVENIMENTO: 1953
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori di sterro venne alla luce una sepoltura romana ad inumazione con
corredo123
.
MATERIALI: Il corredo era costituito da un’anforetta e due lucerne tipo Loeschke Xc.
120 PERINI 1987, p. 51; CAL 1991, n. 217.
121 CAL 1991, n. 232.
122 CAL 1991, n. 1061.
123 CAL 1991, n. 1068.
52
82. LOCALITA’: Imprecisata, verso Castiglione, nei campi a lato della
provinciale
SITO: 113/014 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 1608/5030
ANNO DI RINVENIMENTO: 1973
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuto un numero imprecisato di sepolture romane ad
incinerazione, alcune delle quali con corredi databili intorno al I sec d.C.124
.
83. LOCALITA’: Arzaga, campo adiacente a via Tenente Pastelli
SITO: 113/015 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 160893/502863
ANNO DI RINVENIMENTO: 1969
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardo romane
Nel corso di lavori edilizi furono rinvenute quattro sepolture ad inumazione: due in
fossa in nuda terra e due in cassa. I corredi hanno permesso di datare le tombe al IV sec.
d.C.125
.
MATERIALI: Tre anfore e due olle in vetro.
COMUNE: Carpenedolo
84. LOCALITA’: Cascina Grilla
SITO: 039/008 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 161487/502061
ANNO DI RINVENIMENTO: 1987
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Nel corso di lavori agricoli furono rinvenute tracce di sepolture ad incinerazione e
frammenti ceramici probabilmente appartenenti ai corredi. La datazione proposta è tra I
e II sec. d.C.126
.
124 CAL 1991, n. 1071.
125 CAL 1991, n. 1072.
126 CAL 1991, n. 305.
53
85. LOCALITA’: Lame, Cascina Macina
SITO: 039/010 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 16122/50210
ANNO DI RINVENIMENTO: 1977
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Nel corso di lavori edilizi vennero alla luce tre sepolture ad incinerazione riferibili
all’età augustea, purtroppo già distrutte e violate127
.
86. LOCALITA’: Taglie, Campo Mattone
SITO: 039/017 - FOGLIO: D6 IV - COORDINATE: 161157/502031
ANNO DI RINVENIMENTO: 1986-1988
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
In seguito a rinvenimenti fortuiti e sondaggi in superficie, fu eseguito uno scavo
sistematico che permise di mettere in luce una necropoli romana costituita da un totale
di 31 tombe, tutte ad incinerazione. Al momento della scoperta i lavori agricoli avevano
già in parte danneggiato alcune tombe. Soltanto in alcuni casi è stato possibile effettuare
indagini esaustive, mentre per il resto furono semplicemente recuperati i materiali. Lo
scavo documentò inoltre che la necropoli era stata abbandonata in antico,
comportandone il sigillamento delle strutture e dei livelli d’uso con uno strato di terreno
argilloso.
Tra le tombe rinvenute, due erano in cassetta di laterizi, tre in anfora segata e tutte le
altre in semplice fossa in nuda terra. Per quanto riguarda il rituale di sepoltura sembra
che siano attestate sia la cremazione diretta che indiretta: la prima è caratteristica delle
tombe a fossa, generalmente più povere, mentre la seconda è attestata nelle tombe con
architettura più complessa e corredo più ricco.
Le tipologie di tomba e soprattutto la grande quantità di materiali rinvenuti porterebbero
a collocare cronologicamente questa necropoli nell’ambito del I sec. d.C..
Nel corso dello scavo è stato individuato un fossato che presumibilmente costituiva una
delimitazione dell’area sepolcrale128
.
127 CAL 1991, n. 307.
128 ROSSI 1988-89a, pp.204-206; CAL 1991, n. 314.
54
MATERIALI: La maggior parte delle tombe è costituita da sepolture in semplice fossa,
alcune prive di corredo, altre con un corredo generalmente povero: olle, lucerne con
bollo FORTIS, coppette in terra sigillata, balsamari, olpai in vetro, anelli, monete
riferibili ad un arco cronologico che va da Augusto ai Flavi. La tomba 1 in cassetta di
laterizi è la più ricca di tutta la necropoli, con un corredo costituito da: un’anforetta in
vetro rosso scuro con decorazioni a spruzzo in vetro bianco opaco, due balsamari in
vetro verde, un’olla in vetro giallo, una zarte Rippenschale in vetro giallo con inclusioni
in vetro bianco opaco, una coppetta campaniforme in vetro azzurro, un bastoncino in
vetro verde con decorazioni in vetro bianco, uno spillone in osso, una coppetta a pareti
sottili, una moneta di Augusto, una fibula di bronzo tipo Aucissa, un’olpe ed una
ciottola coperchio. Interessante è anche il corredo della tomba 2 in anfora segata,
pertinente ad un infante: un campanello in bronzo, una fibula, un anello, una moneta di
Augusto, un balsamario a corpo globulare.
COMUNE: Pozzolengo
87. LOCALITA’: Presso la trattoria del Garofano
SITO: 151/003 - FOGLIO: E6 III - COORDINATE: 162787/502939
ANNO DI RINVENIMENTO: 1915
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta fortuitamente una sepoltura romana ad incinerazione con corredo databile
al I sec. d.C.129
.
MATERIALI: Il corredo era costituito da alcuni materiali ceramici e due monete.
88. LOCALITA’: Abbazia di S. Vigilio
SITO: 151/007 - FOGLIO: E6 III - COORDINATE: 162447/502930
ANNO DI RINVENIMENTO: 1979
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
Nel corso di una ricerca di superficie furono individuate due sepolture ad inumazione di
epoca tardoromana o altomedievale130
.
129 CAL 1991, n. 1321.
55
89. LOCALITA’: Contrada Celadina
SITO: 151/011 - FOGLIO: E6 III - COORDINATE: 1627/5029
ANNO DI RINVENIMENTO: Imprecisato
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
Fu rinvenuta una sepoltura romana con corredo131
.
COMUNE: Gambara
90. LOCALITA’: Imprecisata
SITO: 073/003 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 1601/5012
ANNO DI RINVENIMENTO: 1912
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura romana in cassa con corredo132
.
91. LOCALITA’: Campagna Sotto
SITO: 073/009 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160354/501295
ANNO DI RINVENIMENTO: 1987
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori agricoli furono rinvenute tre sepolture romane ad inumazione con
struttura alla “cappuccina”133
.
92. LOCALITA’: Frazione Corvione, località Svegrata – S. Orio
SITO: 073/013 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16058/50118
ANNO DI RINVENIMENTO: 1987
130 CAL 1991, n. 1325.
131 CAL 1991, n. 1329.
132 RIZZINI 1912, pp. 385; CAL 1991, n. 638.
133 CAL 1991, n. 644.
56
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe tardoromane-altomedievali
Furono rinvenute tracce e reperti ricollegabili alla presenza di sepolture ad inumazione
tardoromane o altomedievali134
.
MATERIALI: Una moneta e un reperto vitreo.
COMUNE: Isorella
93. LOCALITA’: Cascina Volpere, lungo la strada per Gottolengo
SITO: 086/002 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160255/501754
ANNO DI RINVENIMENTO: 1965-1970
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale
In seguito a lavori agricoli furono rinvenute circa venti sepolture ad inumazione con
struttura alla “cappuccina” di epoca tardoromana o altomedievale135
.
94. LOCALITA’: Ugone, stabile Longone
SITO: 086/003 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16038/50192
ANNO DI RINVENIMENTO: 1902-1983
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Nel corso degli anni, in seguito a lavori agricoli, furono rinvenute diverse sepolture ad
incinerazione, alcune delle quali con struttura alla “cappuccina” e corredo databile
intorno alla seconda metà del II sec. d.C.136
.
MATERIALI: Una moneta di Antonino Pio, vari oggetti in bronzo, una cuspide di
lancia in ferro, un coltello in ferro, una lagena quadrata, alcuni balsamari in vetro, una
tazza di vetro, un’ansa di vaso in vetro, una lucerna con borchie sul disco e bollo
FORTIS.
95. LOCALITA’: Imprecisata, lungo la strada verso Remedello Sopra
134 PERINI 1987, p. 51; CAL 1991, n. 648.
135 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, pp. 65-66; CAL 1991, n. 801.
136 RIZZINI 1911, pp. 395-397; PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p. 62; CAL 1991, n. 802.
57
SITO: 086/004 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 1604/5018
ANNO DI RINVENIMENTO: 1971
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Furono rinvenute fortuitamente cinque o sei sepolture ad incinerazione, due delle quali
con corredo databile tra I e II sec. d.C.137
.
96. LOCALITA’: Cascina Ronchetto o Groppelle, lungo la strada per
Gottolengo
SITO: 086/012 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16025/50168
ANNO DI RINVENIMENTO: 1932-1940 ca.
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane e altomedievali
In seguito a lavori agricoli furono rinvenute alcune strutture murarie con resti di
pavimenti a mosaico e sette o più sepolture ad inumazione, alcune alla “cappuccina”,
altre in cassa, tutte databili all’età tardoromana o altomedievale138
.
97. LOCALITA’: Majole
SITO: 086/013 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160338/501957
ANNO DI RINVENIMENTO: 1951
TIPOLOGOA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale
Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia vennero alla luce dieci sepolture ad
inumazione in cassa, disposte in fosse rettangolari, databili all’età tardoromana-
altomedievale139
.
98. LOCALITA’: Stoppe o Stroppe
SITO: 086/016 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16047/50179
ANNO DI RINVENIMENTO: 1970
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli tardoromana-altomedievale
137 CAL 1991, n. 803.
138 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, pp. 65-66; CAL 1991, n. 811.
139 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p.62; PASETTI 1982-84, p. 136; CAL 1991; n. 813.
58
In seguito a lavori di aratura furono rinvenute cinque tombe ad inumazione con struttura
alla “cappuccina” di epoca tardoromana-altomedievale140
.
99. LOCALITA’: S. Anastasio, Bocche o Punta
SITO: 086/023 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160458/501621
ANNO DI RINVENIMENTO: 1960
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Nel corso di lavori per l’estrazione di ghiaia furono rinvenute alcune sepolture ad
incinerazione con struttura alla “cappuccina” e in anfora segata. L’analisi della tipologia
dei corredi ha permesso di datare la sepolture tra I e II sec. d.C.141
.
COMUNE: Fiesse
100. LOCALITA’: Cà di Marco, fondo Montalbano e fondo Barbera
SITO: 071/006 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160626/501018
ANNO DI RINVENIMENTO: 1886-1887
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli preistorica e romana
Nel 1975 fu eseguito uno scavo sistematico della necropoli in seguito a precedenti
rinvenimenti fortuiti. E’stato documentato che le tombe rinvenute in questo sito coprono
un arco cronologico molto ampio: le tombe più antiche sono databili all’Eneolitico
(campaniforme), circa trentasette tombe appartengono alla seconda età del Ferro (dodici
ad incinerazione e venticinque ad inumazione), ed alcune tombe all’età romana142
.
101. LOCALITA’: Imprecisata, Cascina lungo la strada per Gambara
SITO: 071/009 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16041/50109
ANNO DI RINVENIMENTO: 1926
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
140 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p. 63; CAL 1991, n. 815.
141 PERINI-ZENUCCHINI 1982-84, p. 64; CAL 1991, n. 822.
142 PERINI 1987, pp. 41-46; CAL 1991, n. 604.
59
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura romana ad inumazione in cassa,
databile tra I e IV sec. d.C.143
.
COMUNE: Visano
102. LOCALITA’: Cascina Feniletto, campo Dadi
SITO: 204/007 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160535/501748
ANNO DI RINVENIMENTO: 1985
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane
Furono rinvenute fortuitamente otto sepolture ad incinerazione, alcune delle quali con
corredo databile tra I e II sec. d.C.. Nella stessa zona furono rinvenuti anche materiali
ceramici, materiali metallici e tessere di mosaico144
.
COMUNE: Remedello
103. LOCALITA: Imprecisata
SITO: 160/003 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 1607/5014
ANNO DI RINVENIMENTO: 1996
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Furono rinvenute fortuitamente quattro sepolture ad incinerazione di età romana, tra cui
una in fossa terragna e tre alla “cappuccina”145
.
104. LOCALITA’: Remedello Sopra, Campo delle Schiave
SITO: 160/007 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16077/50134
ANNO DI RINVENIMENTO: 1925
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
143 CAL 1991, n. 607.
144 CAL 1991, n. 1782.
145 CAL 1991, n. 1384.
60
In seguito a lavori agricoli furono rinvenute tre sepolture romane ad incinerazione con
corredo, databili al III sec. d.C.146
.
105. LOCALITA’: Remedello Sopra, Cascina S. Angelo, canale Bresciani
SITO: 160/008 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160767/501668
ANNO DI RINVENIMENTO: 1921-1924
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti preistorici e romani
Nella stessa zona fu rinvenuto un ripostiglio di diciassette asce in bronzo (databile al
Bronzo antico) e una sepoltura ad inumazione in fossa terragna di età romana147
.
106. LOCALITA’: Remedello sopra, località Guardagnino
SITO: 160/009 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160500/501566
ANNO DI RINVENIMENTO: 1966-1975
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Nel corso di lavori agricoli furono rinvenute e scavate sistematicamente cinque
sepolture ad incinerazione, di cui quattro in tomba a cassa ed una in fossa terragna, tutte
con corredo148
.
107. LOCALITA’: Remedello Sopra, Cascina Campagnola
SITO: 160/010 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160858/501567
ANNO DI RINVENIMENTO: 1977
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana
In seguito a lavori agricoli fu rinvenuta una sepoltura ad incinerazione con corredo di
età romana149
.
108. LOCALITA’: Remedello Sopra, Scuola Media Statale, lato ovest
146 CAL 1991, n. 1388.
147 PERINI 1982-84, pp. 46-50, 52; PERINI 1987, p. 42; CAL 1991, n. 1389.
148 CAL 1991, n. 1390.
149 CAL 1991, n. 1391.
61
SITO: 160/012 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160744/501508
ANNO DI RINVENIMENTO: 1976
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori edilizi vennero alla luce due sepolture ad incinerazione con corredo
databile tra fine I sec. a.C. e inizi I sec. d.C.150
.
109. LOCALITA’: Remedello Sotto, Campo Zanesi
SITO: 160/015 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160895/501367
ANNO DI RINVENIMENTO: 1983
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Raccolte di superficie e saggi di scavo documentarono la presenza di sette sepolture
romane ad incinerazione con corredo, databili intorno al I sec. d.C.151
.
110. LOCALITA’: Remedello Sotto, campo Rossi e Prebenda, ad ovest della
strada per Asola
SITO: 160/020 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160812/501123
ANNO DI RINVENIMENTO: 1884-1885/1975-1986
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Reperti di varie epoche
Tra sepolture e materiali di epoca pre-protostorica furono rinvenute anche due sepolture
ad inumazione in fossa terragna riferibili all’età tardoromana o altomedievale152
.
111. LOCALITA’: Remedello Sotto, Cascina Via Nuova, campo Quaiera
SITO: 160/027 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160881/501396
ANNO DI RINVENIMENTO: 1982
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
150 CAL 1991, n. 1393.
151 CAL 1991, n. 1396.
152 PERINI 1982-84, p. 46-50, 52; PERINI 1987, p. 42; CAL 1991, n. 1401.
62
In seguito a lavori agricoli furono rinvenute sette sepolture ad incinerazione, pertinenti
ad una necropoli romana di I sec. d.C.153
.
112. LOCALITA’: Remedello Sotto, Cascina Corte Via Nuova, campo Muraglione
SITO: 160/031 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160816/501367
ANNO DI RINVENIMENTO: 1983
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Strutture romane
Da una ricerca di superficie emersero diversi reperti romani: resti di strutture murarie
con pavimenti, materiali ceramici, vitrei e metallici ed infine cinque sepolture ad
incinerazione con corredi, databili tra I e II sec. d.C.154
.
113. LOCALITA’: Remedello Sotto, Via Nuova
SITO: 160/032 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160880/501357
ANNO DI RINVENIMENTO: 1983
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Nel corso di lavori agricoli, seguiti da saggi di scavo, furono rinvenute quindici
sepolture ad incinerazione pertinenti ad una necropoli romana di I-II sec. d.C.155
.
COMUNE: Acquafredda
114. LOCALITA’: Borgo dei Lupi
SITO: 001/001-2 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 161173/501775
ANNO DI RINVENIMENTO: 1983-1984
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana birituale
Nel corso di lavori per l’aratura di un terreno furono individuate alcune tracce
superficiali (macchie scure, frammenti di ceramica, monete in bronzo e ossa combuste),
che fecero ipotizzare l’esistenza di una necropoli. Lo scavo sistematico successivamente
153 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1987, p. 48; CAL 1991, n. 1408.
154 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1987, p. 48; CAL 1991, n. 1412.
155 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1987, p. 48; CAL 1991, n. 1413.
63
eseguito permise di portare alla luce ben 135 sepolture, delle quali 120 ad incinerazione
(sia diretta sia indiretta) e 15 ad inumazione.
Per quanto riguarda la tipologia, la maggior parte delle tombe sono in semplice fossa,
ma sono presenti anche casi di sepolture in anfora, in urna, a cassetta di laterizi e alla
“cappuccina”. Alcune sepolture risultarono violate da precedenti scavi clandestini, che
hanno reso impossibile la ricostruzione dell’architettura della tomba e del corredo.
Un gruppo a parte è rappresentato dalle sepolture ad inumazione, tipologia
esclusivamente riservata agli infanti, il cui corpo veniva deposto tra due coppi. Questo
gruppo di tombe sembra occupare un’area appositamente riservata, situata all’estremità
nord della necropoli.
E’ da sottolineare che nello stesso sito sono state rinvenute anche alcune tombe tardo-
galliche, e ciò starebbe ad indicare una continuità nell’occupazione e nell’uso del sito.
I materiali provenienti dai corredi e le tipologie di sepoltura porterebbero a collocare
cronologicamente la necropoli tra la seconda metà del I sec. a.C. e la prima metà del II
sec. d.C.156
.
MATERIALI: I corredi restituiti dalle tombe risultano molto vari a seconda della
condizione sociale, del sesso e dell’età dei defunti. Gli oggetti rinvenuti con maggiore
frequenza sono: olpai, olle, lucerne, balsamari, chiodi, brocche, fibule, specchietti
bronzei, gioielli in pasta vitrea, amuleti e monete in bronzo. Per quanto riguarda le
sepolture infantili, soltanto due presentavano il corredo, costituito da un semplice
vasetto in terracotta.
115. LOCALITA’: Roggia Rinello
SITO: 001/004 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 16098/50171
ANNO DI RINVENIMENTO: 1984
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Sepolture romane ad incinerazione
Una raccolta di superficie ha permesso di recuperare materiali attribuibili ad una
necropoli romana ad incinerazione157
. Il numero di sepolture e la tipologia non è nota.
116. LOCALITA’: Cava tra località Roveri e cascina Canova
156 PASETTI 1982-84, p. 136; PERINI 1984, pp. 120-122; PERINI 1987, p.49; CAL 1991, n. 1.
157 PASETTI 1982-84, p. 137; CAL 1991, n. 3.
64
SITO: 001/014 - FOGLIO: D7 II - COORDINATE: 160980/501608
ANNO DI RINVENIMENTO: 1980
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Da una raccolta di materiali in superficie sono emerse tracce di tombe ad inumazione
con corredo, riferibili all’età romana158
.
158 CAL 1991, n. 12.
65
Capitolo IV
I RINVENIMENTI FUNERARI NON CENSITI
NELLA CARTA ARCHEOLOGICA:
AGGIORNAMENTO
In questo capitolo sono riportate le schede di aggiornamento riguardanti i più recenti
rinvenimenti funerari nella pianura bresciana, non menzionati nella Carta Archeologica,
segnalati nei Notiziari della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, il cui ultimo
numero è stato pubblicato nel 2006.
I rinvenimenti funerari documentati in 11 diversi siti sono costituiti da 10 necropoli ed
una sepoltura isolata.
Le schede, riportate secondo un ordine cronologico in base all’anno di rinvenimento del
sito, contengono: località, anno di rinvenimento, tipologia e descrizione, elenco dei
materiali.
Nell’appendice cartografica sono riportati i fogli della Carta Archeologica, relativi al
territorio della provincia di Brescia, in cui sono evidenziati con un cerchio blu i
rinvenimenti funerari descritti in questo capitolo. I fogli in cui trovano riscontro questi
nuovi rinvenimenti sono i seguenti: C6 II, C6 IV, D6 I, D6 III.
La scala di lettura dei fogli della Carta Archeologica allegati è 1:50000. Gli originali in
scala 1:25000, formato A2, sono stati ridotti in formato A3.
66
Scheda 4.1
COMUNE: Bagnolo Mella
LOCALITA’: Cascina Canello
ANNO DI RINVENIMENTO: 1994
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Durante i lavori di aratura del terreno nella zona sud-ovest della cascina, vennero alla
luce un centinaio di sepolture ad incinerazione diretta, pertinenti ad una necropoli
romana. Le tombe furono individuate grazie alle chiazze carboniose che i roghi avevano
lasciato sul terreno, in una superficie di circa 1300mq. Il sito non fu oggetto di scavo,
ma si procedette esclusivamente alla raccolta di materiali in superficie. La scarsissima
presenza di embrici fece supporre che le sepolture fossero avvenute soprattutto
all’interno di fosse in nuda terra159
.
DATAZIONE: Età augustea – II sec. d.C..
MATERIALI: I materiali appartenenti ai corredi, derivati dalla raccolta in
superficie, si presentano in condizioni frammentarie e incomplete. In ogni caso i reperti
trovano confronto con quelli comunemente presenti nelle necropoli bresciane datate
dall’età augustea fino a tutto il II sec. d.C. (ceramica comune grezza, ceramica depurata,
ceramica a vernice nera di produzione padana e terra sigillata italica).
159 PORTULANO 1994, p. 115.
67
Scheda 4.2
COMUNE: Dello
LOCALITA’: Frazione Quinzanello
ANNO DI RINVENIMENTO: 1994
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Indagini preliminari di superficie ed in seguito uno scavo sistematico sono stati
effettuati in occasione della posa di alcune tubature per un metanodotto. Nella zona ad
est di Quinzanello (“campo Volpera”) sono venute alla luce due sepolture (tomba 1 e
tomba 2) entrambe ad incinerazione indiretta. La tomba 1 si direbbe alla “cappuccina”
per il rinvenimento di alcuni frammenti di laterizi. In entrambi i casi, vicino alle
sepolture, è presente una chiazza carboniosa riferibile al rogo. Più a nord , nella zona
“campo Pendolo”, sono state individuate altre cinque sepolture: una ad incinerazione
indiretta (tomba 3) con corredo e altre quattro (tomba 4, tomba 5, tomba 6, tomba7)
sempre ad incinerazione indiretta in fossa terragna160
.
DATAZIONE: Imprecisata
MATERIALI: La tomba 3 è l’unica in cui è presente il corredo, costituito da diversi
elementi che hanno permesso di attribuire la sepoltura ad un giovane atleta (vasi di
vetro, lucerne, un balsamario, uno strigile e un cucchiaio d’argento).
160 LUPANO, ROSSI, SCARPELLA 1994, pp. 115-116.
69
Scheda 4.3
COMUNE: Leno
LOCALITA’: Roggia Catilina
ANNO DI RINVENIMENTO: 1995-1997
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
In occasione di lavori per creare una cava di sabbia e ghiaia, sono state individuate
numerose tracce scure attribuibili ad un gruppo di tombe ad incinerazione. Le fosse di
sepoltura sono costituite da pozzetti che, per le ridotte dimensioni, fanno ipotizzare che
si tratti di incinerazioni indirette. L’area non è stata oggetto di scavo ed il materiale
recuperato in superficie, nonostante il recupero sia stato effettuato mantenendo separate
le associazioni individuate in corrispondenza delle macchie scure, risulta
frammentario161
.
DATAZIONE: II sec. d.C..
MATERIALI: Vasellame in ceramica comune; monete in bronzo; terra sigillata italica;
un morso per cavallo; un coltello a lama triangolare; chiodi; una fibula esagonale in
bronzo e pasta vitrea.
161 PORTULANO 1995-1997a, p. 92.
70
Scheda 4.4
COMUNE: Leno
LOCALITA’: Cascina Fornasetta
ANNO DI RINVENIMENTO: 1995-1997
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
In seguito a lavori agricoli è stato messo in luce un gruppo di sepolture ad incinerazione
diretta. Soltanto in due casi è stato possibile effettuare il recupero dei materiali, che
risultano estremamente frammentati. Gli oggetti del corredo hanno trovato riscontro con
altri corredi presenti nella necropoli di Nave (BS) 162
.
DATAZIONE: Tra età augustea e tiberiana.
MATERIALI: Ceramica comune grezza (coperchi, olle); ceramica depurata (bicchieri,
coppette); ceramica a vernice nera; terra sigillata italica; un anello; una fibula; numerosi
frammenti vitrei; un dupondio di Augusto.
162 PORTULANO 1995-1997b, p. 93.
71
Scheda 4.5
COMUNE: Urago D’Oglio
LOCALITA’: Castellaro
ANNO DI RINVENIMENTO: 1998
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Complesso insediativo di età romana e
tombe di età romana e medievale.
Un’ area di notevoli dimensioni, già da tempo conosciuta per rinvenimenti preistorici e
romani, è stata sondata e documentata in occasione di un intervento di livellamento
agricolo lungo il corso del fiume Oglio. L’area indagata si trova sulla sponda orientale,
all’interno di un’ampia ansa fluviale, ed è circoscritta da una piccola scarpata formatasi
con l’erosione del fiume (“montagnina dei Frà”). Il lavoro di livellamento ha
comportato l’asportazione dello strato di terreno coltivabile, mettendo in luce le tracce
archeologiche. I reperti sono di due tipi: alcune strutture fanno ipotizzare la presenza di
un insediamento rurale o di una villa, altre a sepolture diverse. Le sepolture si
presentano verosimilmente raggruppate in nuclei di varia grandezza, ricoprendo un arco
cronologico che va dall’età del Bronzo all’età medievale. Le tombe più antiche, età del
Bronzo, sono venti, tutte ad incinerazione, e raggruppate in un luogo molto vicino al
fiume. Le tombe relative al periodo romano, diversamente da quelle protostoriche, si
trovano in posizione più arretrata rispetto al fiume e probabilmente vanno messe in
relazione ad un antico tracciato stradale che collegava la campagna al paese,
verosimilmente ripreso dall’attuale strada. Queste tombe risultano più isolate rispetto
alle precedenti e la forma di sepoltura adottata è ancora una volta l’incinerazione, ma in
questo caso la sepoltura avviene all’interno di cassette di laterizi, con oggetti di corredo
che permettono di attribuirle cronologicamente alla prima romanizzazione del territorio.
Sempre rinvenute in forma isolata sono alcune tombe alla “cappuccina” con elementi di
corredo e materiali databili all’età imperiale e tardoromana. L’ultima e più consistente
tipologia tombale presente è costituita da tombe ad inumazione in fossa rivestita di
ciottoli, in pochi casi rinvenute ancora con la copertura piana. Le pareti della fossa
erano rivestite con ciottoli fluviali e la copertura con lastre grossolane e macine
riutilizzate, il tutto poi sigillato con altri ciottoli di minori dimensioni. Tali sepolture si
trovano raggruppate in nuclei di diverse dimensioni, senza alcun particolare criterio, e, a
parte due casi, tutte senza corredo. Queste tombe sono attribuibili all’età medievale.
72
Si è pensato che la necropoli potesse avere una qualche relazione con un’edificio rustico
poco distante163
.
DATAZIONE: Arco cronologico compreso tra età del Bronzo e altomedievale.
MATERIALI: Manufatti fittili, di vetro e di metallo (per le sepolture relative alla prima
romanizzazione); ceramica, monete, olle, lamine di bronzo (per le sepolture relative
all’età imperiale).
Figura 4 2 – Urago d’Oglio, località Castellaro. Planimetria generale del sito (Immagine da NSAL 1998)
163 DANDER 1998, pp. 83-84.
73
Scheda 4.6
COMUNE: Villachiara
LOCALITA’: Villagana
ANNO DI RINVENIMENTO: 2001-2002
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tomba romana ad incinerazione
In un’area già nota archeologicamente per la presenza di alcune strutture, l’azione
erosiva delle acque meteoriche di scorrimento ha portato alla luce una sepoltura ad
incinerazione con un interessante corredo. Lo scavo effettuato ha permesso di
comprendere la struttura della tomba: embrici e coppi disposti di piatto, forse supportati
da altri materiali deperibili, erano stati utilizzati come copertura di una cassa che aveva
tegole come pareti ed embrici sul fondo, il tutto bordato da coppi e deposto in una fossa.
Probabilmente tale architettura aveva costituito la struttura di base per la pira, come può
essere testimoniato dalle tracce di rogo presenti sulle pareti della fossa164
.
DATAZIONE: Imprecisata
MATERIALI: Olle; una coppetta; una patera; un coltellino; otto monete.
164 DANDER 2001-2002, pp. 70-71.
74
Scheda 4.7
COMUNE: Manerbio
LOCALITA’: Cascina Trebeschi
ANNO DI RINVENIMENTO: 2003-2004
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Nel corso di lavori per la realizzazione di nuovi svincoli stradali, è stata individuata una
necropoli romana costituita da 46 sepolture, tra cui 5 di tipologia incerta e molte altre
compromesse dai lavori agricoli susseguitisi nel tempo. Il rito funerario prevalente è la
cremazione indiretta. In una dozzina di casi le pareti della fossa risultano bruciate,
facendo quindi pensare a cremazioni dirette. E’ interessante notare che le fosse delle
presunte tombe a cremazione diretta risultano avere le stesse dimensioni di quelle a
cremazione indiretta, quindi toppo piccole per ospitare il corpo di un adulto. Questo fa
supporre che la cremazione diretta non sia avvenuta proprio all’interno delle fosse, ma
su una catasta di legno disposta immediatamente al di sopra del taglio.
Per quanto riguarda le deposizioni, la maggior parte si trovano in nuda fossa, cinque
sono alla “cappuccina”, due in cassetta di laterizi e tre in anfora segata. In cinque punti
dell’area indagata sono state inoltre rinvenute strutture tubolari ottenute dalla
contrapposizione di due coppi. La tipologia potrebbe richiamare ad alcune sepolture
infantili riscontrate in altri contesti, ma la mancanza totale di carboni e di resti ossei ha
portato ad escludere questa ipotesi, preferendo riconoscere in queste strutture la
funzione di segnacoli o di altri elementi legati ai rituali.
Nel corso dello scavo non è stata individuata alcuna traccia del perimetro della
necropoli, questo significa che probabilmente le sepolture erano contraddistinte da
segnacoli. Tuttavia da un punto di vista topografico sono riscontrabili alcune zone di
maggior concentrazione delle sepolture. Attorno al nucleo posto più ad est, sono state
individuate le tracce di un muro (di cui restano solo parti della fondazione costituita da
frammenti di embrici) di m 7x4, che cingeva su tre lati il gruppo di sepolture. Le quattro
tombe poste al suo interno (due alla “cappuccina” e due in cassetta di laterizi)
presentano ricchi corredi. Anche le altre tombe alla “cappuccina”, poste più ad ovest del
recinto presentano caratteristiche analoghe alle precedenti. Le tombe in nuda fossa con
le pareti bruciate (a presunta cremazione diretta) sembrano concentrarsi nella parte sud-
ovest dello scavo, andando a rinforzare l’ipotesi che costituiscano un gruppo a parte165
.
165 RAGAZZI 2003-2004, pp. 114-118.
75
DATAZIONE: I sec. a.C. – II sec. d.C..
MATERIALI: I corredi delle tombe in nuda fossa risultano molto frammentati perché
compromessi dai lavori agricoli. Si tratta soprattutto di frammenti combusti dal rogo
funebre e la gamma tipologica corrisponde a corredi presenti in contesti databili tra I
sec. a.C. e II sec. d.C. Tra i reperti si trovano: olle, patere, coppe a pareti sottili, lucerne,
olpai, vasellame vitreo (balsamari e recipienti colorati), chiodi, un falcetto, due coltelli,
due specchi di bronzo, utensili in osso, monete.
Figura 4.3 – Manerbio, Cascina Trebeschi. Planimetria della necropoli (Immagine da NSAL 2003-2004)
76
Figura 4 4 – Manerbio Cascina Trebeschi. Corredo di una sepoltura alla “cappuccina” (Immagine da NSAL 2003-2004)
77
Scheda 4.8
COMUNE: Borgo San Giacomo
LOCALITA’: Cascina Paoletti (Menec)
ANNO RINVENIMENTO: 2005
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Necropoli romana
Livellamenti ed arature hanno portato in superficie elementi collegabili alla presenza di
una necropoli (frammenti ceramici in associazione con zolle carboniose). Per
confermare questa ipotesi sono stati eseguiti alcuni sondaggi ed uno scavo sistematico,
che hanno permesso di individuare cinque fosse contenenti terra di rogo e frammenti
ceramici ed un’altra piccola fossa con copertura in embrici nel settore nord. Altre tredici
tombe sono state rinvenute nel settore centrale e meridionale, insieme a buche di palo e
tracce di alcune strutture. Le fosse sono a pianta subrettangolare o subquadrangolare,
con il fondo del taglio generalmente piano o concavo; il riempimento è costituito da
terra di rogo, frammenti ceramici e oggetti del corredo. Nei settori indagati non è stato
individuato un piano di calpestio o di frequentazione, probabilmente asportato in
seguito a ripetute alluvioni subite dalla zona. Un indizio che riporterebbe a questo
fenomeno è la presenza di lenti di un sedimento argilloso, parzialmente asportato in
seguito ad arature166
.
DATAZIONE: Imprecisata
MATERIALI: Una caratteristica di questo gruppo di sepolture è la presenza costante di
oggetti metallici tra gli elementi del corredo (cesoie, monete, lamine bronzee, parte di
un simpulum, chiodi, ganci..). Inoltre tutte le tombe contenevano un’elevata percentuale
di vasellame a vernice nera.
166 SIMONOTTI 2005, pp. 39-40.
79
Scheda 4.9
COMUNE: Flero
LOCALITA’: Via XX Settembre
ANNO DI RINVENIMENTO: 2005
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Insediamenti rurali tra età romana e
altomedievale.
Un vasto cantiere di sviluppo edilizio residenziale è stato sottoposto ad un controllo
archeologico, che ha permesso di individuare un vasto complesso insediativo. In
particolare esso è costituito da: a) resti di un insediamento di epoca tardoantica-
altomedievale con strutture in legno, b) tracce di una fornace per ceramica di V-VI sec.
d.C., c) quattro sepolture a inumazione, d) tracce di un edificio riconducibile ad una
villa.
Le sepolture apparivano assai compromesse in seguito ad antiche spoliazioni, che
avevano determinato l’asporto dei laterizi delle coperture e delle pareti per essere
reimpiegati. Tra le quattro sepolture sono state individuate due tipologie: a loculo
rivestito da muretto a secco di ciottoli e/o frammenti di embrici e alla “cappuccina” con
copertura a capanna di laterizi167
.
DATAZIONE: Epoca tardoromana - altomedievale
MATERIALI: Nessuna delle quattro sepolture ha restituito il corredo.
167 BREDA, MALASPINA 2005, pp. 59-61.
80
Figura 4 6 – Flero. Via XX Settembre, la tomba 3 (Immagine NSAL 2005)
Figura 4.7 – Flero. Via XX Settembre. Planimetria dell’area di scavo (Immagine da NSAL 2005)
81
Scheda 4.10
COMUNE: Offlaga
LOCALITA’: Cignano
ANNO DI RINVENIMENTO: 2005
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Sepolture tardoantiche o altomedievali
In seguito a lavori per la costruzione di un grande complesso artigianale sono stati
individuati, due tombe a cassa di laterizi ed un canale che passava a sud delle sepolture.
Le tombe presentano una pianta rettangolare in laterizi (tegole ed embrici), posti
all’interno di fosse leggermente ellittiche e la copertura era probabilmente sempre in
laterizi disposti a capanna. Al loro interno non sono state rinvenute tracce degli scheletri
e del fondo delle strutture; questo dato, insieme alla presenza di numerosi frammenti di
laterizi all’interno del canale hanno portato ad ipotizzare una violazione in antico delle
tombe. La tecnica costruttiva, il carattere isolato e la presenza di un cucchiaio di bronzo
all’interno del canale, hanno permesso di datare i contesti168
.
DATAZIONE: V – VI sec. d.C..
MATERIALI: Numerosi frammenti di laterizi; un cucchiaio di bronzo.
168 MALASPINA 2005, pp.79-80.
82
Figura 4.8 – Offlaga. Località Cignano. Sepolture tardoantiche o altomedievali (Immagine da NSAL 2005)
83
Scheda 4.11
COMUNE: Borgo San Giacomo
LOCALITA’: Frazione Acqualunga, Cascina Palmanova
ANNO DI RINVENIMENTO: 2006
TIPOLOGIA DI RINVENIMENTO: Tombe romane
Lavori di sbancamento per ampliare strutture destinate all’allevamento di bovini nei
pressi della cascina hanno permesso di mettere in luce due sepolture (tomba 1 e tomba
2).
La tomba 1 è del tipo alla “cappuccina”, con i lati costituiti rispettivamente da due
embrici raccordati da coppi sia sulla sommità che sulle falde laterali, le fronti ottenute
con un embrice integro più un frammento disposti verticalmente. Nel riempimento della
fossa erano presenti tracce dell’ustrinum.
La tomba 2 è costituita da una fossa rettangolare e fu rinvenuta con un riempimento a
matrice prevalentemente sabbiosa in cui sono inoltre presenti chiazze carboniose e
frammenti di embrici e di coppi. Lo scavo ha permesso di documentare che la tomba era
stata violata in antico. Si è pensato che tali tombe siano ciò che rimane di un’area
sepolcrale già individuata negli anni ’60 nel corso di lavori per la costruzione di alcune
strutture, ma non fu mai oggetto di scavo169
.
DATAZIONE: Prima metà del I sec. d.C..
MATERIALI: I materiali appartenenti al corredo della tomba 1 sono: un’olpe, una
brocca, una coppetta, frammenti di balsamari, patere, olle. Nella tomba 2 sono stati
rinvenuti soltanto alcuni frammenti ceramici ed una fibula in bronzo decorata a sbalzo.
La datazione della fibula (V sec. a.C.) può essere una conferma che il riempimento di
questa fossa sia costituito da materiale rimescolato.
169 MASSARI 2006, pp. 54-55.
85
CONCLUSIONI
Il rapporto delle necropoli con le strade ed i fiumi
La distribuzione delle necropoli nel territorio era legata a diversi fattori di natura
giuridica, viaria e morfologica. La legislazione romana vietava infatti la sepoltura dei
defunti all’interno della cinta muraria urbana: per questo motivo le aree sepolcrali si
sviluppavano principalmente ai lati delle vie che conducevano dalla città verso il
territorio o lungo le strade nei pressi di vici, villae o insediamenti minori.
Nel caso della pianura bresciana diverse necropoli sono state rinvenute lungo il percorso
delle principali vie di comunicazione. E’il caso di alcune necropoli170
di Palazzolo
sull’Oglio (1), Cologne (1), Coccaglio (3), Cazzago San Martino (1), Ospitaletto (1) e
Pozzolengo (1), situate lungo il tracciato della cosiddetta Via Gallica.
Lungo il percorso della cosiddetta Via Cremonensis, sono distribuite altre necropoli171
,
Flero (1), Poncarale (1), Bagnolo Mella (3), Offlaga (1), Manerbio (3) e Pontevico (1).
Le distribuzione delle necropoli172
di Borgosatollo (1), Ghedi (3), Isorella (7), Gambara
(2) e Fiesse (1), sembrerebbero invece avvalorare l’ipotesi del Tozzi173
riguardo
l’esistenza di una via di comunicazione tra Brescia e Brescello (Via Brixia-Brixiellum),
che dalla città percorreva la pianura in direzione sud-est seguendo il corso del torrente
Garza fino a Ghedi, per poi proseguire lungo il Naviglio di Isorella fino a Canneto
sull’Oglio.
Nella Cisalpina, oltre alle strade, anche fiumi e laghi facevano parte del sistema di
comunicazione e molti insediamenti erano situati nelle vicinanze di corsi d’acqua per
motivi di approvvigionamento idrico o a guardia di passaggi obbligati (guadi o ponti).
Le necropoli rinvenute nei pressi di fiumi erano probabilmente pertinenti a questo tipo
di insediamenti. E’il caso di alcune necropoli di Montichiari (3), Carpenedolo (3),
170 CAL 1991, nn. 1218, 477, 446, 455, 464, 335, 1175, 1321.
171 CAL 1991, nn. 633, 1301, 33, 36, 1161, 1000, 1011, 1306; Schede nn. 4.1, 4.7.
172 CAL 1991, nn. 119, 717, 726, 732, 801, 802, 803, 811, 813, 815,, 822, 848, 644, 648, 604.
173 TOZZI 1985, pp. 95-96.
86
Acquafredda (3) e Remedello di Sotto (6) rinvenute lungo il fiume Chiese174
; Pontoglio
(1), Roccafranca (2), Villachiara (7), Borgo San Giacomo (3), Urago d’Oglio (1) e
Quinzano d’Oglio (1) situate lungo il corso del fiume Oglio175
e quelle di Dello (1),
Offlaga (1), Manerbio (4) e Seniga (1) nei pressi del fiume Mella176
.
In sintesi, delle 91 necropoli censite nell’area oggetto di studio, 33 sarebbero sorte
lungo il probabile percorso delle tre principali strade, 35 nei pressi del corso di fiumi.
Naturalmente, in molti casi, la collocazione non può che essere approssimativa,
soprattutto riguardo le strade, di cui non conosciamo l’esatto percorso.
Strettamente connessa alla rete viaria ed alla morfologia del territorio era la
suddivisione in centurie. Di alcune necropoli è possibile stabilire la posizione che
occupavano rispetto alla centuriazione: laddove è stato possibile stabilire questo
rapporto, si è visto che all’interno di una singola centuria si trova sempre una sola area
sepolcrale, situata al centro177
. E’questo il caso di alcune necropoli di Bagnolo Mella,
Castrezzato, Ghedi, Isorella, Leno, Manerbio, Offlaga, Ospitaletto, Roccafranca. Questo
dato potrebbe far ipotizzare che, così come ad una centuria corrispondeva un’area
sepolcrale, ad essa corrispondesse anche un’entità insediativa.
Il rapporto delle necropoli con gli insediamenti minori
Analizzando la Carta Archeologica relativa alla pianura bresciana è possibile osservare,
sulla base dei rinvenimenti, un fitto popolamento rurale di questo territorio, con vici,
villae, mansiones ed edifici rurali minori. Le necropoli sembrano riflettere questo
quadro, con una distribuzione sparsa in rapporto a questi insediamenti abitativi. Il
rinvenimento di un’area sepolcrale contribuisce infatti alla ricostruzione del
popolamento di un territorio, sia nel caso in cui sia testimoniata la presenza di un abitato
nelle immediate vicinanze, sia, a maggior ragione, nel caso in cui le testimonianze a
riguardo siano del tutto assenti.
174 CAL 1991, nn. 1061, 1071, 1072, 305, 307, 314, 1, 3, 12, 1384, 1388, 1393, 1396, 1408, 1413.
175 CAL 1991, nn. 1314, 1432, 1433, 1752, 1754, 1756, 1757, 1758, 1760, 103, 112, 1365; Schede nn.
4.5, 4.6, 4.8.
176 CAL 1991, nn. 540, 1154, 997, 1000, 1017, 1559; Scheda 4.7.
177 FARAGLIA 1997, p. 13.
87
Per quanto riguarda il rapporto tra necropoli e diverse tipologie di insediamenti rurali, la
necropoli di Manerbio178
può essere messa in relazione al vicus Minervius, situato lungo
la Via Cremonensis. Altre necropoli179
quali Bagnolo Mella, Coccaglio e Ghedi sono
probabilmente riferibili ad abitati, la cui esistenza è dimostrata dalla presenza di
strutture murarie, che tuttavia non permettono di stabilire se si trattasse di veri e propri
vici.
Alcune necropoli si ritrovano nei pressi di località in cui è stata riconosciuta la presenza
di mansiones (Cazzago San Martino)180
, altre necropoli (Isorella, Leno, Palazzolo
sull’Oglio)181
sono state rinvenute nei pressi di resti riferibili a villae: strutture murarie
ed edifici, pavimenti, mosaici, canalette e altri materiali.
Tracce di edifici rustici minori rispetto alle villae, costituiti generalmente da fondazioni
in pietrame e ciottoli, alzato in argilla e legno e copertura in tegole o paglia, sono state
rinvenute nei pressi di aree sepolcrali182
a Coccaglio, Isorella e Remedello Sotto.
Il rinvenimento di necropoli di grandi dimensioni, senza la contemporanea presenza
nelle immediate vicinanze di tracce di abitati, potrebbe in alcuni casi giustificare
l’ipotesi che a queste aree sepolcrali facessero riferimento più insediamenti sparsi nel
territorio. E’questo il caso delle necropoli183
di Acquafredda, Borgo San Giacomo e
Villachiara.
In alcune località come Bagnolo Mella, Carpenedolo, Isorella, Offlaga, sono stati
rinvenuti, in prossimità delle aree sepolcrali184
, materiali di varia tipologia, ma non
strutture murarie. In altri casi (Bagnolo Mella, Castrezzato, Fiesse, Ospitaletto,
Roccafranca)185
alcune necropoli non sono affiancate né da strutture murarie né dalla
presenza di materiali sparsi: di conseguenza l’area sepolcrale risulta essere l’unica
testimonianza di frequentazione del sito.
178 CAL 1991, n. 1011.
179 CAL 1991, nn. 33, 36, 446, 732.
180 CAL 1991, n. 335.
181 CAL 1991, nn. 811, 848, 1218.
182 CAL 1991, nn. 464, 802, 1413.
183 CAL 1991, nn. 1, 106, 1756, 1758.
184 CAL 1991, nn. 36, 314,1161.
185 CAL 1991, nn. 33, 332, 604, 1175, 1433.
88
I piccoli gruppi di sepolture e le tombe isolate, rinvenute in gran numero e sparse nel
territorio, hanno una potenzialità informativa soprattutto di tipo topografico: il numero
elevato e la dispersione di queste aree sepolcrali, talvolta poste a notevole distanza dagli
insediamenti noti, costituiscono un’ulteriore conferma dell’esistenza di una fitta densità
di popolamento rurale nella pianura bresciana.
La concentrazione dei rinvenimenti funerari
La netta prevalenza di rinvenimenti di sepolture isolate (36) e di piccole necropoli con
meno di 10 sepolture (39) rispetto a quelle di dimensioni maggiori con più di 50
sepolture (Acquafredda, Borgo San Giacomo-Villachiara, Manerbio, Bagnolo Mella)186
confermano la frammentazione rurale del popolamento di questo territorio, ovvero la
probabile esistenza di fattorie isolate o gruppi di case sparse nella campagna (grafico1).
Peraltro, come già sottolineato in precedenza, non sempre le necropoli con maggiore
numero di sepolture facevano riferimento ad un solo importante centro abitato, ma
probabilmente, in alcuni casi, a diversi piccoli insediamenti sparsi nel territorio (Borgo
San Giacomo-Villachiara, Acquafredda).
Da segnalare anche l’elevato numero di necropoli con numero indeterminato di
sepolture (34), giustificata dal fatto che in molti casi le ricerche non sono state condotte
con scavi sistematici, ma sono il frutto di rinvenimenti occasionali e/o scavi clandestini,
che hanno causato la perdita di molti dati.
La cronologia
Dal grafico 2, che riassume lo spettro cronologico dei rinvenimenti funerari, emerge
l’elevato numero di reperti risalenti ad un’epoca genericamente definita come romana
(36%). Tra essi figurano anche necropoli con un numero di sepolture consistente (Leno,
Villachiara-Borgo San Giacomo)187
. Nelle sepolture isolate tale dato arriva fino al 53%.
Questo rappresenta un grosso limite nella valutazione complessiva dei dati, non
consentendo di trarre conclusioni certe e definitive. Una considerazione di carattere
generale, che vale sia per le necropoli sia per le sepolture isolate, è che i rinvenimenti di
186 CAL 1991, nn. 1, 1756, 1758; Schede nn. 4.1, 4.7.
187 CAL 1991, nn. 848, 1756, 1758.
89
età romana dal II-I sec. a.C. al IV sec. d.C. risultano essere di numero superiore a quelli
di età tardoromana-altomedievale, con un rapporto di 3/1 e 4/1 rispettivamente.
Nell’ambito dei rinvenimenti funerari di cui è stato possibile stabilire una datazione
precisa, la più bassa percentuale (3%) risale al primo periodo della romanizzazione di
questo territorio (II-I sec. a.C.). Nelle necropoli i rinvenimenti databili tra la fine del I
sec. a.C. e il II sec. d.C. rappresentano la percentuale maggiore (30%). Tale dato può far
ipotizzare che in questo periodo il territorio della pianura bresciana sia stato occupato
con la massima densità di popolazione, grazie ad una condizione politico-economica
favorevole. Non a caso nell’arco di questo periodo sono comprese l’età augustea e l’età
flavia, in cui Brixia ed il suo territorio conobbero un momento di grande prosperità
economica.
Il rituale
Nell’analisi delle tipologie del rituale di sepoltura, grafico 3, il dato “indefinito”
interferisce in misura meno condizionante, costituendo il 15% nelle necropoli e il 19%
nelle sepolture isolate. Nelle necropoli il rapporto tra rituale incineratorio ed inumatorio
è equivalente (39 e 37% rispettivamente) mentre nelle sepolture isolate si nota una
prevalenza del rito inumatorio (56 e 25% rispettivamente).
Il grafico 4 descrive il rapporto tra cronologia dei rinvenimenti e tipologia del rituale di
sepoltura. L’analisi dei rinvenimenti della pianura bresciana evidenzia una conformità
rispetto alle informazioni documentate in altre necropoli lombarde. Il rituale
incineratorio risulta essere presente in maniera esclusiva nei rinvenimenti datati al II-I
sec a.C.. Nei periodi successivi, in cui entrambi i rituali sono attestati, si evidenzia una
differenza tra le necropoli e le sepolture isolate, con una maggiore persistenza del rituale
incineratorio nelle necropoli rispetto alle sepolture isolate, dove prevale l’inumazione.
Nel III sec. d.C. il rituale incineratorio viene definitivamente sostituito dall’inumazione.
Un cenno a parte meritano i riti funerari degli infanti, ai quali era riservata
esclusivamente l’inumazione. Nella pianura bresciana tale usanza è documentata dai
rinvenimenti della necropoli di Acquafredda188
, in cui le inumazioni infantili erano
separate dalle cremazioni dei soggetti adulti, in una zona riservata nel settore
settentrionale della necropoli. In questo sito la tipologia di sepoltura in cui veniva
deposto il corpo degli infanti è costituita da due coppi contrapposti.
188 CAL 1991, n. 1.
90
Le tipologie di sepoltura
In relazione alle tipologie di sepoltura, l’analisi non può non tener conto dell’elevato
numero di sepolture in cui non è stato possibile una loro precisa definizione (252
sepolture a tipologia indeterminata, che equivalgono al 38% di tutti i rinvenimenti)
come evidenziato nel grafico 5. Una ulteriore limitazione nell’analisi è legata al fatto
che, nel computo delle varie tipologie di sepoltura, non è stato possibile considerare
sepolture presenti in alcune necropoli, la cui tipologia è stata definita, ma di cui nei
documenti non è precisato il numero, oppure è riportato il numero totale, senza una
quantificazione esatta delle varie tipologie, che pure risultano presenti in quel sito. In
particolare, in quattro necropoli è presente un numero imprecisato di sepolture a fossa,
in otto un numero imprecisato di sepolture alla “cappuccina”, in due un numero
imprecisato di sepolture in anfora. Tra le sepolture la cui tipologia è stata definita,
prevalgono quelle a fossa in nuda terra (30%), quelle alla “cappuccina” e quelle a cassa
hanno percentuali simili (17% e 14% rispettivamente), mentre sono rappresentate in
percentuale molto bassa (1%) le sepolture in anfora.
La relazione tra tipologia di sepoltura e la loro cronologia nei siti, evidenzia la presenza
di tutte le tipologie nelle varie epoche considerate, seppur con diverse percentuali come
si può osservare nel grafico 6.
Analizzando nel dettaglio il rapporto fra tipologia di sepoltura e cronologia delle 836
sepolture rinvenute si nota che, fino al II sec. d.C. vi è una netta prevalenza di sepolture
in fossa a nuda terra (166), mentre nelle epoche successive prevalgono le sepolture alla
“cappuccina (98) e quelle in cassa (88) come descritto nel grafico 7.
Considerando separatamente le caratteristiche delle 656 sepolture rinvenute nelle 18
necropoli con 10 o più sepolture, descritte nei grafici 8 e 9, si può notare che il rituale
incineratorio è presente fino al III sec. d.C, mentre nei secoli successivi è sostituito dal
rito inumatorio. La tipologia di sepoltura prevalente fino al II sec. d.C. è rappresentato
dalle fosse in nuda terra (180), mentre nelle epoche successive sono rappresentate in
percentuali simili le sepolture alla “cappuccina” (76) e quelle in cassa (73).
91
GRAFICI
CONCENTRAZIONE DEI RINVENIMENTI
Grafico 1 - Concentrazione generale dei rinvenimenti nei 127 siti
92
CONCENTRAZIONE E CRONOLOGIA DEI
RINVENIMENTI
Grafico 2 – Concentrazione e cronologia nei rinvenimenti: A) nei 127 siti; B) nelle 91 necropoli; C) nelle 36 sepolture isolate
93
IL RITUALE DI SEPOLTURA NEI RINVENIMENTI
Grafico 3 – Rappresentazione dei rituali di sepoltura: A) nei 127 siti; B) nelle 91 necropoli; C) nelle 36 sepolture isolate
95
Grafico 4 –Rappresentazione dei rituali di sepoltura: A) nei 127 siti; B) nelle 91 necropoli; C) nelle 36 sepolture isolate
96
LE TIPOLOGIE DI SEPOLTURA IN RAPPORTO ALLA
CRONOLOGIA
Grafico 5 – Concentrazione delle diverse tipologie di sepoltura nei siti
Grafico 6 – Tipologie di sepolture nei 127 siti in relazione alla cronologia
97
Grafico 7 – Relazione fra tipologia di sepoltura e cronologia nelle 836 sepolture individuate nei siti.
98
RITUALE E TIPOLOGIA DI SEPOLTURA NELLE
NECROPOLI CON 10 O PIU’SEPOLTURE
Grafico 8 – I rituali di sepoltura rappresentati nelle 18 necropoli con 10 o più sepolture (n.sepolture=656)
Grafico 9 – Le diverse tipologie di sepoltura presenti nei siti in relazione alla cronologia
Figura 1.1 - Le centuriazioni della pianura bresciana. La più antica dell’89 a.C. a nord-ovest, la seconda del 40 a.C. a sud-ovest e la terza più
estesa di età augustea ad ovest (rielaborazione da SETTIS 1983).
N
S
EO
BRIXIABRIXIABRIXIABRIXIA
f. Oglio
f. Oglio
f. Oglio
f. Oglio
f. f. f. f. M
ellaMella
Mella
Mella
f. Chiese
f. Chiese
f. Chiese
f. Chiese
N
S
EO
BRIXIABRIXIABRIXIABRIXIA
f. Oglio
f. Oglio
f. Oglio
f. Oglio
f. f. f. f. M
ellaMella
Mella
Mella
f. Chiese
f. Chiese
f. Chiese
f. Chiese
Figura 1.2 – Ipotesi di tracciatodella via Gallica nel tratto Bergomum-Verona e della via Brixia-Cremona.
(M. Tabaglio - elaborazione personale)
Addua
Addua
Addua
Addua
PoPoPoPo
Ollius
Ollius
Ollius
Ollius
Mella
Mella
Mella
Mella
Cleusis
Cleusis
Cleusis
Cleusis Mincius
Mincius
Mincius
Mincius
Benacus
Benacus
Benacus
Benacus
Sevinus
Sevinus
Sevinus
Sevinus
Edrum
Edrum
Edrum
Edrum
Bergomum
Tellegate
Vicus
Minervius
Cremona
TetellusBrixia
ad Flexum
Sermio
Ariolica
Verona
Verbanus
Verbanus
Verbanus
Verbanus
Beneventum
Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:
Via Via Via Via BrixiaBrixiaBrixiaBrixia----Cremona:Cremona:Cremona:Cremona:
Addua
Addua
Addua
Addua
PoPoPoPo
Ollius
Ollius
Ollius
Ollius
Mella
Mella
Mella
Mella
Cleusis
Cleusis
Cleusis
Cleusis Mincius
Mincius
Mincius
Mincius
Benacus
Benacus
Benacus
Benacus
Sevinus
Sevinus
Sevinus
Sevinus
Edrum
Edrum
Edrum
Edrum
Bergomum
Tellegate
Vicus
Minervius
Cremona
TetellusBrixia
ad Flexum
Sermio
Ariolica
Verona
Verbanus
Verbanus
Verbanus
Verbanus
Beneventum
Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:Via Gallica:
Via Via Via Via BrixiaBrixiaBrixiaBrixia----Cremona:Cremona:Cremona:Cremona:
Fig. 1.3 – I confini della pianura bresciana. A nord (rosso) il percorso della Statale 11, ad ovest e a sud (blu) il fiume Oglio, ad est (verde) il
confine amministrativo in parte parallelo al percorso del fiume Chiese. Parallelo alla Statale 11 è il probabile tracciato della Via Gallica. I
pallini rossi e blu indicano rispettivamente i siti censiti nella Carta Archeologica e quelli non censiti. (M. Tabaglio – elaborazione personale).
99
APPENDICE CARTOGRAFICA
La scala di lettura dei fogli della Carta Archeologica allegati è 1:50000. Gli originali in
scala 1:25000, formato A2, sono stati ridotti in formato A3.
1. Sezione n. C5 IV – PALAZZOLO SULL’OGLIO
2. Sezione n. C6 II – CHIARI
3. Sezione n. C6 IV - SONCINO
4. Sezione n. C7 II - SORESINA
5. Sezione n. D6 I - BRESCIA
6. Sezione n. D6 III - LENO
7. Sezione n. D7 I - PONTEVICO
8. Sezione n. D6 II - LONATO
9. Sezione n. D6 IV - MONTICHIARI
10. Sezione n. E6 III - SOLFERINO
11. Sezione n. D7 II - ASOLA
112
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