CAlliano Ass

21
ANALISI GIUSECONOMICA DELLA RELAZIONE IMPRESA ASSICURATRICE- ASSICURATO. IL PROBLEMA DELLA SELEZIONE AVVERSA NEL CONTRATTO DI ASSICURAZIONE E LE SOLUZIONI DEL CODICE CIVILE Valeria De Lorenzi Professore dell’Università di Torino Par. 1. La selezione avversa nel contratto di assicurazione La selezione avversa (adverse selection) è un problema individuato dalla dottrina economica in origine nel contratto di assicurazione (ove è presente in tutti i rami, sia nel ramo danni che nel ramo vita per il caso morte), il quale viene affrontato con la teoria dell’Agency. Vi sono caratteristiche del soggetto (o dell’attività svolta, o della cosa) che si vuole assicurare che hanno influenza sul rischio, ossia sulla probabilità e/o sull’entità del danno. Ad esempio, lo stato di salute di un individuo ha influenza sulla durata della vita umana o sulle malattie, il materiale di costruzione di un edificio ha influenza sulla probabilità e l’entità di un incendio, la quantità di chilometri percorsi ogni anno in automobile sul numero e l’entità degli incidenti d’auto. Più precisamente, l’evento dannoso è conseguenza di caratteristiche dell’individuo (o dell’attività svolta, o della cosa) e di circostanze esterne (“stato di natura”). Al momento della conclusione del contratto di assicurazione, sono presenti asimmetrie di informazione tra l’assicurato (agent) e l’assicuratore (Principal) riguardo alle caratteristiche del rischio dell’assicurato, preesistenti al contratto e indipendenti dalla volontà del soggetto (hidden information). Solo l’assicurato-agent conosce i propri caratteri di rischio, o comunque li conosce meglio dell’assicuratore-Principal; il Principal non ha accesso senza costo alle informazioni possedute dall’agent. Se al momento della conclusione del contratto di assicurazione è impossibile o molto costoso per l’assicuratore identificare il tipo di rischio dei soggetti che assicura e attribuire il corretto premio, vi è il problema della selezione avversa. Semplificando, si suppone che esistano due categorie di individui, quelli ad alta rischiosità e quelli a bassa rischiosità. Ove l’assicuratore non sia in grado di distinguere gli individui ad alto rischio da quelli a basso rischio, stabilisce lo stesso 1

Transcript of CAlliano Ass

ANALISI GIUSECONOMICA DELLA RELAZIONE IMPRESA ASSICURATRICE-ASSICURATO. IL PROBLEMA DELLA SELEZIONE AVVERSA NEL CONTRATTO DIASSICURAZIONE E LE SOLUZIONI DEL CODICE CIVILE

Valeria De LorenziProfessore dell’Università di Torino

Par. 1. La selezione avversa nel contratto di assicurazione

La selezione avversa (adverse selection) è un problema individuatodalla dottrina economica in origine nel contratto di assicurazione(ove è presente in tutti i rami, sia nel ramo danni che nel ramovita per il caso morte), il quale viene affrontato con la teoriadell’Agency.Vi sono caratteristiche del soggetto (o dell’attività svolta, odella cosa) che si vuole assicurare che hanno influenza sulrischio, ossia sulla probabilità e/o sull’entità del danno. Adesempio, lo stato di salute di un individuo ha influenza sulladurata della vita umana o sulle malattie, il materiale dicostruzione di un edificio ha influenza sulla probabilità el’entità di un incendio, la quantità di chilometri percorsi ognianno in automobile sul numero e l’entità degli incidenti d’auto. Più precisamente, l’evento dannoso è conseguenza dicaratteristiche dell’individuo (o dell’attività svolta, o dellacosa) e di circostanze esterne (“stato di natura”).Al momento della conclusione del contratto di assicurazione, sonopresenti asimmetrie di informazione tra l’assicurato (agent) el’assicuratore (Principal) riguardo alle caratteristiche del rischiodell’assicurato, preesistenti al contratto e indipendenti dallavolontà del soggetto (hidden information). Solo l’assicurato-agentconosce i propri caratteri di rischio, o comunque li conoscemeglio dell’assicuratore-Principal; il Principal non ha accesso senzacosto alle informazioni possedute dall’agent.Se al momento della conclusione del contratto di assicurazione èimpossibile o molto costoso per l’assicuratore identificare iltipo di rischio dei soggetti che assicura e attribuire il correttopremio, vi è il problema della selezione avversa.Semplificando, si suppone che esistano due categorie di individui,quelli ad alta rischiosità e quelli a bassa rischiosità. Ovel’assicuratore non sia in grado di distinguere gli individui adalto rischio da quelli a basso rischio, stabilisce lo stesso

1

premio per tutti, ossia il premio medio sulla base del rischiomedio.I soggetti a basso rischio si trovano, così, a pagare un premiomaggiore di quello che dovrebbero pagare per il loro tipo dirischio, sovvenzionando gli individui ad alto rischio; quelli adalto rischio si trovano a pagare un premio minore di quello chedovrebbero pagare per il loro tipo di rischio (premio equo, opremio puro, con i caricamenti).Posto che gli assicurati acquistano assicurazione fino al punto incui il costo marginale del rischio trasferito, ovvero il premio,eguaglia il valore marginale che attribuiscono al rischiotrasferito, gli assicurati a bassa rischiosità acquistano menoassicurazione di quanta altrimenti acquisterebbero, quelli ad altarischiosità acquistano più assicurazione di quanta diversamenteacquisterebbero.Ciò può produrre una perdita alla compagnia, che si può trovare afronteggiare un numero di sinistri più elevato del previsto.Gli individui a basso rischio potrebbero non avere più interessead assicurarsi, in quanto il premio non è conveniente, e usciredal mercato; il premio medio di conseguenza aumenterebbeulteriormente. Ancora altri assicurati a basso rischio uscirebberodal mercato, e così via; alla fine resterebbero solo i soggetti adalto rischio, che le compagnie di assicurazione potrebbero nonavere interesse ad assicurare. Il mercato delle assicurazionipotrebbe cessare di esistere.La selezione avversa dà luogo ad un’esternalità negativa, che allimite può distruggere il mercato assicurativo, e deve esserecorretta.

Par. 2. Soluzioni suggerite dalla dottrina economica. Soluzioni dimercato

a) La dottrina economica ha cercato soluzioni al problema dellaselezione avversa nel contratto di assicurazione.Viene segnalato che, in un mercato competitivo, un equilibrio diaggregazione (pooling equilibrium) in cui entrambi i tipi di soggetti,a basso rischio e ad alto rischio, comprano la stessa polizza epagano lo stesso premio, non esiste, in quanto i soggetti ad altorischio allontanano quelli a basso rischio dal mercato. Se esisteun equilibrio, esso deve essere di separazione (separatingequilibrium), in cui soggetti con diversa rischiosità pagano premidiversi.

2

La dottrina rileva che gli individui a bassa rischiosità avrebberointeresse a segnalare le loro buone caratteristiche, per avere unpremio minore (signalling). Ma in campo assicurativo tale segnale nonfunziona, perché anche gli individui ad alta rischiositàpotrebbero dare la stessa informazione, emettere un falso segnaleper pagare un premio minore.Viene osservato che le compagnie assicurative possono cercare dispingere i soggetti a rivelare le loro caratteristiche (screening),per separare gli individui con cattivi caratteri di rischio daquelli con buoni caratteri di rischio.E’ stato suggerito alle compagnie di offrire agli assicuraticontratti diversi, con premi diversi per diversa rischiosità,ossia di offrire un contratto con maggiore copertura e premio piùcostoso per elevato tipo di rischio, e un contratto con minorecopertura e premio meno costoso per basso tipo di rischio; inaltri termini, semplificando e supponendo due soli tipi diindividui, ad alto rischio e a basso rischio, viene proposto dioffrire due contratti diversi (A e B) con due premi diversi (A eB), una polizza con premio costoso e copertura completa per isoggetti ad alto rischio (A), e una polizza con premio menocostoso e parziale copertura (B) per i soggetti a basso rischio,per attirare rispettivamente i soggetti ad alta rischiosità e abassa rischiosità, e costringerli a svelarsi. I soggetti emananoin tal modo un segnale informativo sulle loro caratteristiche dirischio, segnalano la loro rischiosità con informazioni indirette,non dirette, e si autoselezionano (self selection).E’ stato però dimostrato, un equilibrio di separazione (separatingequilibrium), in cui entrambi i due tipi di soggetti con diversarischiosità comprano polizze diverse e pagano premi diversi, puònon esistere. Poiché nella realtà il mercato delle assicurazioni esiste (unequilibrio esiste), sono state avanzate altre spiegazioni. E’stato detto, in un mercato competitivo le compagnie diassicurazione tengono in considerazione il comportamento dellealtre compagnie, anzi cercano di anticipare il comportamento dellemedesime, e non offrono sul mercato un contratto, dal qualepotrebbe poi conseguire una perdita. Si deve tuttavia osservare che la soluzione del contratto concopertura completa e premio maggiore, e con parziale copertura epremio minore, per costringere gli individui rispettivamente adalto rischio e a basso rischio a svelarsi, non sembra funzionareper risolvere la questione della selezione avversa nelleassicurazioni di persone (vita, infortuni e malattie), in cui

3

l’indennità da pagare è pattuita convenzionalmente e liberamentedalle parti.

b) Nella prassi, le compagnie assicuratrici affrontano il problemadella selezione avversa offrendo ai potenziali acquirenti diassicurazione un unico identico contratto di assicurazione, conpremio diverso a seconda della diversa classe di rischio (sianell’assicurazione di cose o di patrimoni che nell’assicurazionedi persone).In presenza di asimmetrie di informazione sui caratteri di rischiodegli assicurati, di costi di informazione che possono essereelevati, al fine di valutare il rischio, al fine di decidere seconcludere o meno il contratto di assicurazione e a qualicondizioni, prima di concludere il contratto, per procurarsiinformazioni sui caratteri del rischio degli assicurati, di solitogli assicuratori raccolgono dati dagli aspiranti assicuratichiedendo ad essi dichiarazioni sulle loro caratteristiche dirischio, spesso facendo compilare questionari, ed eseguendoverifiche e ispezioni; (nell’assicurazione sulla vita per il casomorte o nell’assicurazione malattie, sottopongono altresì gliassicurati a visita medica).Le compagnie, ritenuto il rischio accettabile, in base aicaratteri dei soggetti, che costituiscono fattori statisticamentecollegati con l’occorrenza dell’evento (probabilità e/o entità),procedono a classificare i soggetti medesimi in classi di rischioomogenee, similari per danno atteso, e calcolano quindi il premioper gruppo omogeneo di danno atteso. (Ad esempio l’età, il sesso,lo stato di salute dell’individuo sono presi in considerazionenell’assicurazione sulla vita per il caso morte o sulle malattie;l’età, il sesso, l’abilità alla guida, per l’assicurazione per laresponsabilità civile automobilistica; il materiale di costruzionedi un edificio, l’attività svolta all’interno del medesimo perl’assicurazione incendi). Ad ogni membro del gruppo vienepraticato lo stesso premio. Le classificazioni sono fatte dagli assicuratori per separare gliassicurati ad alto rischio da quelli a basso rischio, per formaregruppi omogenei, similari di danno atteso, e calcolare premiaccurati.I dati raccolti (ovvero i fattori, le variabili) su cui si basanole classificazioni devono essere affidabili; le classificazionidevono essere attendibili; i gruppi di rischio formati devonoessere omogenei.

4

Dati i costi di informazione e di classificazione presenti, gliindividui sono classificati in gruppi in base ad alcuni fattoriesterni che statisticamente sono ritenuti rilevanti, non a tutti.Variabili diverse danno luogo a gruppi diversi. L’omogenità delgruppo dipende dalle variabili usate nella classificazione;l’omogenità è una nozione relativa e comparativa. L’omogenitàdella classe creata è più o meno elevata, ma non è mai completa:all’interno del gruppo, quindi, vi sono sempre gli individui abasso rischio che sovvenzionano quelli ad alto rischio. Le asimmetrie di informazione non sono mai del tutto eliminabili,per i costi di informazione presenti. Le classificazioni inqualche modo sono sempre imperfette, dati i costi di informazionee i costi di classificazione. Le classificazioni riducono laselezione avversa, ma non la eliminano completamente.Gli economisti ritengono che un affinamento delle classificazioniin linea di massima sia auspicabile, al fine di prezzare meglio ilrischio e di ridurre i costi della selezione avversa. Gliassicuratori, nell’affinare le classificazioni, valuterannoovviamente costi e benefici.Ancora, nella prassi le compagnie di assicurazione, per affrontareil problema della selezione avversa, pongono a volte nelle polizzeclausole obbligatorie di parziale scopertura (sottoassicurazione,scoperto percentuale, franchigia, ecc.), per costringere isoggetti a basso rischio a svelarsi. Tale soluzione non servetuttavia nell’assicurazione di persone (vita per il caso morte,infortuni, e malattie).Oppure, le compagnie inseriscono talvolta nelle polizze clausoledi esclusione dai benefici dell’indennizzo, qualora l’eventodannoso derivi da condizioni pregresse dell’assicurato, anche nonconosciute né conoscibili dall’assicurato medesimo.Nei rapporti ripetuti, viene poi detto, il problema dellaselezione avversa si attenua, perché i soggetti con il decorreredel tempo si svelano. Gli assicuratori procedono ariclassificazione degli individui sulla base dell’esperienzapassata, e contratti e premi dipendono dalla storia pregressa deimedesimi (experience rating).Le soluzioni spontanee di mercato, comunque, riducono il problemadella selezione avversa, ma non lo eliminano del tutto, dati glialti costi di transazione e di informazione degli assicuratori.

Par. 3. Il codice civile e il problema della selezione avversa nelcontratto di assicurazione. Le regole di comportamento della

5

correttezza e dell’ordinaria diligenza precontrattuali (artt.1892, 1893 c.c.; artt. 1337, 1338 c.c.)

Come in generale nella fase di conclusione del contratto, cosìnella fase di conclusione del contratto di assicurazione opera labuona fede oggettiva o correttezza precontrattuale, con il limitedell’ordinaria diligenza della controparte (artt. 1337, 1338c.c.).Si è rilevato, gli assicuratori raccolgono di solito dati suicaratteri di rischio dalle dichiarazioni precontrattuali degliaspiranti assicurati, quindi, ritenuto il rischio accettabile,procedono a classificazioni sulla base di caratteristiche dirischio ritenute significative, dividono gli assicurati in classidi rischio omogenee per danno atteso, e calcolano il premio perclassi omogenee di danno atteso. I dati su cui si basano leclassificazioni devono essere affidabili, le classificazionidevono essere attendibili; i gruppi di rischio formati devonoessere omogenei.Il codice civile asseconda il comportamento delle compagnie,cercando di agevolare la raccolta di informazioni, di datiattendibili sui caratteri di rischio dei soggetti che si voglionoassicurare; cercando di facilitare la valutazione e laclassificazione dei rischi, l’omogeneità dei gruppi di rischio;cercando di ridurre la selezione avversa.A tali fini, il codice utilizza le regole della buona fedeoggettiva o correttezza precontrattuale e dell’ordinaria diligenzaprecontrattuale, che gravano rispettivamente sull’assicurato esull’assicuratore (artt. 1337, 1338 c.c.; artt. 1892, 1893 c.c.).Obiettivo finale è favorire la corretta conclusione del contrattodi assicurazione, il corretto funzionamento del mercatoassicurativo.Nella conclusione del contratto di assicurazione, la correttezzaprecontrattuale protegge la libertà contrattuale delle parti,assicurato e assicuratore (libertà di concludere il contratto diassicurazione, di non concluderlo, e delle condizioni alle qualiconcluderlo); e protegge in primo luogo la libertà contrattualedell’assicuratore.In presenza di asimmetrie di informazione tra assicurato eassicuratore sui caratteri di rischio dell’assicurato, lacorrettezza cerca di ridurre le asimmetrie di informazione, diridurre i costi di informazione della parte con meno informazioni,l’assicuratore (costi di procurarsi, controllare, valutare,

6

verificare), e in generale; cerca di ridurre i costi della sceltasbagliata dell’assicuratore; i costi della selezione avversa.La correttezza controlla la circolazione delle informazioni suicaratteri di rischio dell’assicurato; impone all’assicurato didare informazioni vere sui propri caratteri di rischio, vieta didare informazioni false, o altrimenti ne corregge le conseguenzedannose sull’assicurato medesimo (l’errore, la scelta sbagliatadell’assicuratore, e con essa la selezione avversa), con il limitedell’ordinaria diligenza dell’assicuratore. La responsabilità perfalse informazioni che grava sull’assicurato è deterrente controla falsità, e costituisce incentivo a dire la verità.Regola di comportamento, la correttezza precontrattuale imponeall’aspirante assicurato, la parte che istituzionalmente ha piùinformazioni, il dovere di dare informazioni (vere) sullecircostanze essenziali, relative alla propria sfera o alla sferasotto il proprio controllo, rilevanti per la scelta dellacontroparte, non facilmente osservabili dalla medesima conordinaria diligenza, ossia oggetto di asimmetria; piùprecisamente, impone all’assicurato il dovere di dareall’assicuratore informazioni (vere) sulle proprie caratteristichedi rischio, sulle proprie caratteristiche obiettivamenteessenziali importanti che influenzano il rischio, rilevanti aifini della valutazione e della classificazione del rischio,rilevanti per la decisione dell’assicuratore di assumere o meno ilrischio e di calcolare il corretto premio, che possono quindideterminare la scelta di concludere o meno il contratto diassicurazione o incidere sulle condizioni alle quali il contrattoè concluso, ossia sul premio.Il dovere di informazione imposto all’assicurato sussiste inpresenza di asimmetrie informative, ed è strumentale alla veritàdelle informazioni sui propri caratteri di rischio.La correttezza ordina all’assicurando di dare informazioni vere,non solo non tanto su caratteri essenziali rilevanti positivirelativi alla propria sfera o alla sfera sotto il propriocontrollo, riguardanti i propri caratteri positivi di rischio,oggetto di asimmetria, che denotano un basso tipo di rischio, cheil soggetto avrebbe interesse a dare, già darebbe spontaneamente,e vere, in quanto favorevoli alla propria posizione contrattuale(in tal modo egli ottiene una basse classe di rischio, laconclusione del contratto con un basso premio), quanto ordina didare informazioni vere su caratteri essenziali rilevanti negatividella propria sfera, relativi ai propri caratteri negativi dirischio, oggetto di asimmetria, che denotano un alto tipo di

7

rischio, che il soggetto non avrebbe interesse a dare o avrebbeinteresse a dare false, poiché sfavorevoli alla propria posizionecontrattuale (in tal modo egli otterrebbe un’alta classe dirischio, la conclusione del contratto con un premio elevato, oaddirittura non otterrebbe la conclusione del contratto diassicurazione, se il rischio è inaccettabile).La falsa informazione dell’assicurato può consistere in unadichiarazione dolosamente o colposamente falsa (gravementecolposa, o solo colposa), o in una reticenza dolosa o colposa(gravemente colposa, o solo colposa) sui propri caratteriessenziali rilevanti di rischio. Stante l’asimmetria, non solo lafalsa o inesatta dichiarazione, ma anche la reticenzadell’assicurato sui propri caratteri essenziali rilevanti negatividi rischio (di rischio elevato, più elevato di quanto credutodall’assicuratore) costituisce falsa informazione.La correttezza non impone all’assicurato un dovere generale diinformazione, bensì impone un dovere limitato. In presenza diasimmetrie di informazione, l’assicurato deve dareall’assicuratore solo talune particolari informazioni vererelative alla contrattazione, informazioni di mercato,informazioni sulle proprie caratteristiche oggettivamenteessenziali di rischio, rilevanti per la scelta della controparte,che influenzino la conclusione del contratto e il premio, nonfacilmente osservabili dalla controparte. Più precisamente,l’assicurato deve comunicare talune informazioni vere sulleproprie caratteristiche essenziali rilevanti negative di rischio,che egli conosce o può facilmente conoscere (con ordinariadiligenza) a minor costo della controparte.La correttezza migliora la verità delle informazionidell’assicurato, migliora la verità, l’attendibilità dei dati suicaratteri di rischio dell’assicurato; agevola all’assicuratorel’individuazione del tipo di rischio (basso o alto) del soggettocon cui contratta; consente all’assicuratore di distinguere piùfacilmente gli assicurati a basso rischio da quelli ad altorischio, di valutare correttamente il rischio, di attribuire ilcorretto premio; migliora il processo di classificazione da partedegli assicuratori, aumenta l’omogeneità dei gruppi di rischio;favorisce la scelta dell’assicuratore di concludere o meno ilcontratto e delle condizioni alle quali concluderlo. Essa simostra a favore degli assicuratori (che non si troveranno a pagareper un numero di sinistri più elevato del previsto), e a favoredegli assicurati con buoni caratteri di rischio (che pagheranno intal modo il premio che corrisponde alle loro buone caratteristiche

8

di rischio). Essa favorisce la conclusione del contratto diassicurazione in generale, il corretto funzionamento del mercatoassicurativo.Dal lato opposto, sull’assicuratore grava un dovere di normalediligenza nel procurarsi, controllare, verificare le informazioniricevute sui caratteri di rischio dell’assicurato. Anchel’ordinaria diligenza, in presenza di asimmetrie di informazionetra assicurato e assicuratore sui caratteri di rischiodell’assicurato, cerca di ridurre le asimmetrie di informazione,di ridurre i costi di informazione dell’assicuratore, chealtrimenti potrebbero esservi, e in generale; cerca di ridurre icosti della scelta sbagliata dell’assicuratore; i costi dellaselezione avversa.

Par. 4. (segue). Il codice civile e il problema della selezioneavversa nel contratto di assicurazione. Le regole diresponsabilità della correttezza e dell’ordinaria diligenzaprecontrattuali (artt. 1892, 1893 c.c.; artt. 1337, 1338 c.c.)

Alla violazione della buona fede oggettiva o correttezzainformativa, alla scorrettezza, alla falsa informazionedell’assicurato sui propri caratteri di rischio, segue laresponsabilità dell’assicurato medesimo, attraverso la quale ècorretta la falsità dell’informazione, la scelta sbagliatadell’assicuratore, e con essa la selezione avversa, provocatadalle caratteristiche di rischio nascoste dell’assicurato (artt.1892, 1893 c.c.; artt. 1337, 1338 c.c.). I rimedi in tema di assicurazione tengono conto del diverso grado,della diversa intensità della scorrettezza informativadell’assicurato (dolo o colpa grave, oppure colpa lieve), cercandoal tempo stesso di proteggere la vittima, l’assicuratore, controle conseguenze (scelta sbagliata più o meno grave) dell’errore incui è stato indotto dalle false informazioni della controparte suipropri caratteri essenziali di rischio, presi in considerazioneper assumere e classificare il rischio. La repressione del comportamento scorretto, come sempre, siaccompagna alla tutela della vittima dell’errore e della sceltasbagliata; la valutazione del comportamento e della situazionedelle parti è complessiva, alla stregua delle regole dicorrettezza e di diligenza. La regola di responsabilità dellacorrettezza che grava sull’assicurato trova limite nella regola di

9

responsabilità della diligenza, che grava sull’altra parte,l’assicuratore.I rimedi previsti sono diversi, a seconda che le falseinformazioni, le dichiarazioni inesatte o le reticenzedell’assicurato si accompagnino o meno a dolo e colpa grave. Incaso di informazioni false, di dichiarazioni inesatte o reticentidell’assicurato su proprie caratteristiche di rischio essenzialirilevanti, determinanti o incidenti, su ”circostanze tali chel’assicuratore non avrebbe dato il suo consenso o non lo avrebbedato alle medesime condizioni se avesse conosciuto il vero statodelle cose”, il codice infatti distingue se esse siano stateeffettuate con dolo o colpa grave (art. 1892 c.c.), o senza dolo ocolpa grave (art. 1893 c.c.). Nella prima ipotesi (art. 1892 c.c.), è previsto in ogni caso(siano le false informazioni determinanti o incidenti) il dirittodell’assicuratore di chiedere l’annullamento del contratto almomento della scoperta della falsità dell’informazione, daesercitare entro tre mesi (termine posto per evitare abusi daparte dell’assicuratore, la parte contrattuale più forte); èstabilita altresì la perdita dell’assicurato dei premi relativi alperiodo in corso al tempo in cui è stato chiesto l’annullamento, ein ogni caso del premio relativo al primo anno. Se il sinistro si verifichi durante detto termine, sial’informazione determinante o incidente, è sancita la perdita deldiritto all’indennità da parte dell’assicurato. Ovviamente ancora,sempre l’assicurato perde il diritto all’indennità, se la scopertadella falsità dell’informazione avvenga al tempo del sinistro. Quindi, se la falsa informazione dell’assicurato sui caratteri dirischio si manifesta nel corso della durata del contratto, lafalsa informazione, la scelta sbagliata dell’assicuratore, e conessa la selezione avversa, è corretta subito, al momento dellascoperta. Se la falsa informazione dell’assicurato sui caratteridi rischio risulta al verificarsi del sinistro, la falsainformazione, la scelta sbagliata dell’assicuratore, e insieme laselezione avversa, è corretta al momento del sinistro.Forti elementi di penalità sono contenuti nella disciplina; essicostituiscono per l’assicurato un grande deterrente contro lafalsità delle informazioni, e un grande incentivo a dire la veritàsui propri caratteri di rischio. In tal modo si vogliono evitaregli imbrogli degli assicurati, con grave danno alle compagnie eagli altri assicurati a basso rischio; l’imbroglio può dar luogoad esternalità negative, e deve essere represso. L’imbroglio, intale ipotesi, è segnale inoltre di possibile selezione avversa,

10

che provoca danno non compensato, esternalità negativa, suglialtri assicuratori e sugli altri assicurati a basso rischio. Ladifficoltà di prova del dolo (che spetta all’assicuratore) portaall’equiparazione legislativa della colpa grave al dolo.Nella seconda ipotesi, invece, in cui le false informazionidell’assicurato sui caratteri essenziali rilevanti di rischio, ledichiarazione inesatte o le reticenze, determinanti o incidenti,non si accompagnino a dolo o colpa grave (art. 1893 c.c.), èprevisto il potere di recesso unilaterale dell’assicuratore almomento della scoperta della falsa informazione, da esercitareentro tre mesi (sempre per evitare abusi da partedell’assicuratore). Non è contemplato il pagamento dei premi delperiodo in corso o del primo anno (quindi è da ritenere che non videbba essere pagamento, e che vi debba essere restituzione se ilpremio è già stato pagato); è da considerare compreso un eventualerisarcimento del danno (interesse negativo), se vi sia un danno(come secondo le regole generali).Ovviamente, qualora le circostanze inesattamente dichiarate otaciute dall’assicurato sui caratteri di rischio siano tali, cheper esse sarebbe stato richiesto un premio maggiore, è semprepossibile la rinegoziazione, e la pattuizione di un premiomaggiore.Se il sinistro si verifichi entro i tre mesi, è prevista lariduzione del diritto all’indennità dell’assicurato, inproporzione alla differenza tra premio convenuto e premio chealtrimenti sarebbe stato applicato; ed è da ritenere implicitaanche la previsione della perdita dell’indennità da partedell’assicurato, se altrimenti il contratto non sarebbe statoconcluso (in quanto il rischio è inaccettabile). Ugualmente valese la scoperta della falsa informazione sui caratteri di rischiodell’assicurato avvenga al tempo del sinistro.Quindi, se la falsa informazione dell’assicurato sui caratteri dirischio è conosciuta nel corso della durata del contratto, lacorrezione della falsa informazione, della scelta sbagliatadell’assicuratore, e della selezione avversa avviene subito, almomento della scoperta. Se la falsa informazione dell’assicuratosui caratteri di rischio è conosciuta al verificarsi del sinistro,la correzione della falsa informazione, della scelta sbagliatadell’assicuratore, e con essa della selezione avversa, èeffettuata al tempo del sinistro.Le penalità previste (sia pure meno gravi che in caso di dolo ocolpa grave) inducono l’assicurato a dire la verità sui propricaratteri di rischio.

11

I rimedi contemplati si fermano di fronte alla negligenzadell’assicuratore (il quale, se non usi l’ordinaria diligenza nelprocurarsi e nel controllare le informazioni sui caratteri dirischio dell’assicurato, si tiene i costi della propria sceltasbagliata).La norma da ultimo esaminata (art. 1893 c.c.) parla didichiarazioni inesatte e reticenti rese “senza dolo o colpagrave”, facendo sorgere la questione se le dichiarazioni inesattee reticenti dell’assicurato sui caratteri di rischio consideratedebbano essere rese con “colpa lieve” o possano essere rese anchein modo innocente. E’ da ritenere che le dichiarazioni inesatte e le reticenzecontemplate si accompagnino a colpa lieve dell’assicurato, ossia aviolazione della normale (media) diligenza da partedell’assicurato medesimo. Se il soggetto, infatti, non conosce o non può facilmenteconoscere le proprie caratteristiche di rischio, non vi sonoasimmetrie di informazione, ma le informazioni sono simmetriche.Non vi è dovere di informazione; il dovere di informazione postodalla correttezza opera in presenza di asimmetrie di informazione:esso riguarda, e può riguardare, solo ciò che un soggetto sa o puòfacilmente sapere, i propri caratteri di rischio conosciuti oconoscibili, e ovviamente non ciò che un soggetto non sa né puòfacilmente sapere, ossia i propri caratteri di rischio nonconosciuti né conoscibili. Non vi è in tal caso falsità diinformazione (che presuppone la conoscenza, o almeno laconoscibilità, della circostanza che si deve comunicare). Inassenza di asimmetrie di informazione sui caratteri di rischio,poi, non vi è il problema della selezione avversa, che è dovutoalla presenza di asimmetrie di informazione tra assicurato eassicuratore.Le dichiarazioni sbagliate e le reticenze innocentidell’assicurato non rientrano nella portata della norma (art. 1893c.c.).Nulla vieta nell’ipotesi agli assicuratori di assumere ulterioriinformazioni sui caratteri di rischio degli assicurati, e diaffinare le classificazioni, paragonando costi e benefici.Per altro aspetto, si deve ribadire che sempre le classificazionidel rischio sono in qualche modo imprecise, dati i costi diinformazione e di classificazione; solo alcuni fattori di rischiosono presi in considerazione, e non tutti. Molti eventi sonoconsiderati casuali, e non sono prevedibili.

12

Le informazioni sbagliate innocenti dell’assicurato, sulle propriecaratteristiche che hanno attinenza con il rischio, sono dariguardare come elementi di casualità del danno, sempre presenti,di cui si tiene conto nel calcolare il danno atteso, quindi ilpremio, e il cui rischio viene diviso tra tutti gli assicurati(dello stesso gruppo).Per il futuro, è sempre possibile per l’assicuratore, scopertal’informazione sbagliata, recedere, o procedere ariclassificazione del rischio adeguando il premio. E’ scritto nel codice (art. 1932 c.c.) che le norme in esame(artt. 1892, 1893 c.c.) sono inderogabili in senso più favorevoleall’assicuratore, derogabili in senso più favorevoleall’assicurato.In deroga all’art. 1893 c.c., la prassi conosce le cosiddetteclausole di incontestabilità, per le quali le dichiarazioniinesatte e le reticenze dell’assicurato non possono esserecontestate dagli assicuratori dopo un certo tempo dallaconclusione del contratto, salvo il caso di dolo o mala fede.(Tali clausole sono usate in particolare nell’assicurazione sullavita per il caso morte).La spiegazione portata è che, decorso dalla stipulazione delcontratto un periodo di tempo, durante il quale l’assicuratore puòfare accertamenti sulle dichiarazioni dell’assicurato, a distanzadi anni potrebbe diventare difficile scoprire la verità, econtestare la veridicità da parte dell’assicuratore, la partecontrattuale più forte, potrebbe costituire un abuso, un pretestoper non pagare l’indennità (ad esempio nell’assicurazione sullavita, quando l’assicurato è morto, e non può più testimoniare);l’eliminazione di questi abusi è nell’interesse non solo degliassicurati, ma degli stessi assicuratori, favorisce il mercatodelle assicurazioni.

Par. 5. (segue). Il codice civile e il problema della selezioneavversa nel contratto di assicurazione. Gli artt. 1898 e 1926 c.c.(e l’art. 1897 c.c.)

Anche in relazione alle modificazioni sopravvenute dellecircostanze di rischio dell’assicurato opera la regola dellacorrettezza con il limite dell’ordinaria diligenza dellacontroparte.

13

Ove le circostanze che accompagnano e influenzano il rischiomutino, nel senso che si aggravino rispetto a quelle originariesussistenti al momento della conclusione del contratto, e ciò siaconosciuto o conoscibile dall’assicurato e non dall’assicuratore,si sviluppa tra assicurato e assicuratore un’asimmetria diinformazione successiva sui caratteri di rischio presi inconsiderazione per la valutazione e la classificazione delrischio, e si crea pertanto un problema di selezione avversa (iltipo di rischio dell’assicurato non è più individuato esattamente,quindi valutato correttamente dall’assicuratore).Per ridurre le asimmetrie di informazione sulle caratteristiche dirischio dell’assicurato sopraggiunte dopo la conclusione delcontratto di assicurazione, nel corso della durata del contratto,per ridurre i costi di informazione dell’assicuratore, perprevenire o correggere la scelta sbagliata dell’assicuratore, e laselezione avversa, la correttezza impone all’assicurato, la parteche istituzionalmente ha più informazioni, un dovere di dareinformazioni vere sulle circostanze successive oggettivamenteessenziali, rilevanti, non facilmente osservabili che aggravino ilrischio, sui propri caratteri negativi di rischio sopravvenuti.Si tratta di correttezza che, se pure opera dopo la conclusionedel contratto, ha significato analogo alla correttezzaprecontrattuale; essa riguarda informazioni su circostanzeoggettivamente essenziali rilevanti sopravvenute non facilmenteconoscibili dall’assicuratore, che influenzano il rischioaggravandolo, le quali possono determinare la non continuazionedel contratto di assicurazione (che è di durata) da partedell’assicuratore, ossia la non accettazione ulteriore delrischio, oppure possono determinare la non continuazione delcontratto alle medesime condizioni originariamente stabilite,ossia una classificazione diversa del rischio, con premiomaggiore. Il dovere di informazione sorge quando si sviluppa l’asimmetria,dal momento in cui l’assicurato conosce o può facilmente conoscerele nuove circostanze del rischio (non se l’assicurato non sa, népuò facilmente sapere). Stante l’asimmetria, la mancatacomunicazione dell’assicurato delle circostanze essenzialirilevanti negative sopravvenute del rischio costituisce reticenza,falsa informazione.Il codice civile impone all’assicurato l’obbligo di informareimmediatamente l’assicuratore in caso di aggravamento del rischio,di mutamento nelle circostanze, di modificazioni non facilmenteosservabili delle proprie caratteristiche di rischio, tali che, se

14

esse fossero esistite e conosciute al tempo della conclusione delcontratto, l’assicuratore non avrebbe concluso il contratto, o loavrebbe concluso a condizioni diverse, con un premio maggiore(art. 1898, 1° co., c.c.).Se l’assicurato comunichi le nuove circostanze del rischio (ocomunque se assicuratore venga ugualmente a conoscenzaaltrimenti), la scelta sbagliata dell’assicuratore, e con essa laselezione avversa, è corretta al momento della comunicazione (odella conoscenza avuta); il che avviene con il recesso, e/o larinegoziazione del contratto, con premio diverso. A partire dalmomento della conoscenza, è concessa all’assicuratore la facoltàdi recedere dal contratto entro un mese (art. 1898, 2° co., c.c.;il termine è stabilito per evitare approfittamenti). (Il recesso ècon effetto immediato se l’aggravamento è tale che l’assicuratorenon avrebbe concluso il contratto; con effetto dopo 15 giorni, sel’assicuratore avrebbe richiesto un premio maggiore;l’assicuratore ha diritto ai premi per il periodo in corso; art.1893, 3° e 4° co., c.c.). L’assicuratore, quando conoscendo lecircostanze avrebbe richiesto un premio maggiore, potrà semprerinegoziare il contratto, adeguando il premio al rischio.Qualora il sinistro si verifichi prima che siano scaduti i terminidel recesso, l’assicurato perde il diritto all’indennità, ovel’aumento del rischio è tale che l’assicuratore non avrebbeconcluso il contratto; o perde il diritto all’indennità integrale,ove l’aumento del rischio è tale che l’assicuratore avrebberichiesto un premio maggiore (art. 1898, u.c., c.c.). Diversamente, quando l’assicurato sa o poteva sapere, e noncomunichi le nuove circostanze essenziali rilevanti negative cheaggravano il rischio, ove la scoperta delle medesime (e dellafalsa informazione dell’assicurato) avvenga al tempo del sinistro,la correzione della falsa informazione dell’assicurato, dellascelta sbagliata dell’assicuratore, e con essa della selezioneavversa, è fatta al momento del sinistro. L’assicurato si troveràpenalizzato, perderà l’indennità (se le circostanze erano tali percui il contratto non sarebbe stato concluso), o avrà un’indennitàridotta (se le circostanze erano tali per cui il contratto sarebbestato concluso con un premio maggiore), indipendentemente dalfatto che le circostanze abbiano influito o meno sul sinistro.L’elemento di penalità, presente in caso di false informazioni,crea incentivo per l’assicurato a dire la verità. (Il codice,peraltro, non distingue tra dolo o colpa grave dell’assicurato ecolpa lieve).

15

Similmente, nella disciplina dell’assicurazione sulla vita per ilcaso morte (art. 1926 c.c.), la correttezza pone un dovere diinformazione all’assicurato (3° co.) nel caso di mutamento dellaprofessione o dell’attività dell’assicurato medesimo, che comportiun aggravamento del rischio, tale per cui l’assicuratore nonavrebbe concluso il contratto, o l’avrebbe concluso con un premiomaggiore. L’assicurato deve informare prontamente l’assicuratore delle nuovecircostanze essenziali rilevanti negative, che influenzano eaggravano il rischio. La mancata comunicazione è reticenza, falsainformazione. Ove l’assicurato informi l’assicuratore, la correzione dellascelta sbagliata dell’assicuratore, e insieme della selezioneavversa, avviene al momento della comunicazione (o quandol’assicuratore venga a conoscenza diversamente della circostanza).A seguito della conoscenza delle circostanze menzionate, èconcessa all’assicuratore facoltà di recedere entro 15 giorni(termine posto sempre per evitare abusi), oppure di ridurre lasomma assicurata o di elevare il premio (art. 1926, 3° co., c.c.;in queste due ultime ipotesi, l’assicurato a sua volta deveaccettare la proposta di modificazione entro 15 giorni, altrimentiil contratto è risolto, con diritto dell’assicuratore ai premi incorso e dell’assicurato al riscatto, art. 1926, 4° e 5° co.,c.c.).Qualora l’assicurato non informi l’assicuratore, e la scopertadella circostanza essenziale rilevante negativa che aggrava ilrischio, della falsa informazione dell’assicurato, sia fatta altempo del sinistro, la correzione della falsa informazione, dellascelta sbagliata dell’assicuratore, e con essa della selezioneavversa, avviene al momento del sinistro, al momento della mortedel soggetto. In caso di mancata comunicazione (di falsainformazione), se l’aggravamento del rischio sia tale chel’assicuratore non avrebbe concluso il contratto, è prevista lacessazione degli effetti dell’assicurazione, la perditadell’indennità; se l’aggravamento del rischio sia tale chel’assicuratore avrebbe concluso il contratto con un premiomaggiore, è prevista la riduzione proporzionale dell’indennità(art. 1926, 1° e 2° co., c.c.). Come sempre l’assicuratore, che violi l’ordinaria diligenza inrelazione alle informazioni sulle circostanze sopravvenute delrischio, è responsabile della sua scelta sbagliata.

16

Le disposizioni in esame (artt. 1898, 1926 c.c.) sono dettederogabili a favore dell’assicurato, inderogabili a favoredell’assicuratore (art. 1932 c.c.).Non vi è invece un dovere di informazione imposto dallacorrettezza per l’assicurato in caso di diminuzione del rischio,di modificazioni sopraggiunte delle circostanze, che portino ad unmiglioramento delle caratteristiche di rischio, alle qualiconsegua un premio minore (art. 1897 c.c.); non si riscontrainfatti in tale ipotesi un problema di selezione avversa.Si tratta di onere, ossia è nell’interesse esclusivodell’assicurato effettuare detta comunicazione, al fine diottenere una classe di rischio minore, e la riduzione del premio.(E’ prevista però la facoltà dell’assicuratore di recedere entrodue mesi, con effetto dopo un mese).

Par. 6. Riepilogo. Le norme del codice civile che danno soluzioneal problema della selezione avversa nel contratto diassicurazione, e l’efficienza delle medesime

Le norme del codice civile considerate (artt. 1337, 1338, 1892,1893, 1898, 1926 c.c.) affrontano nel contratto di assicurazioneil problema della selezione avversa, che genera un’esternalitànegativa che mina il corretto funzionamento del mercatoassicurativo, e che danneggia gli assicuratori (che, non riuscendoa individuare gli assicurati ad alto rischio e a stabilire ilcorretto premio, per le asimmetrie di informazione presenti suicaratteri di rischio dell’assicurato e per gli alti costi diinformazione, si possono trovare a fronteggiare un numero disinistri, quindi di esborsi, più alto di quanto corrisponde aipremi riscossi), e danneggia gli assicurati a basso rischio (chesi possono trovare a pagare un premio più alto di quantodovrebbero, e a comprare meno assicurazione di quanta desiderano),come singoli e come categoria. Le norme hanno di mira l’esatta individuazione del tipo di rischiodell’assicurato da parte degli assicuratori, la correttavalutazione del rischio, la corretta attribuzione del premio.Esse sono a favore degli assicuratori, come singoli e categoria(che possono riuscire così a individuare il tipo di rischiodell’assicurato e a stabilire un corretto premio, e non si trovano

17

a pagare per un numero di sinistri più elevato del previsto), edegli assicurati a basso rischio, come singoli e categoria (chepossono così pagare un premio più basso, il premio che corrispondeal loro rischio, al loro danno atteso).Le norme hanno l’obiettivo ultimo di favorire la correttaconclusione del contratto di assicurazione, il correttofunzionamento dell’operazione assicurativa, il correttofunzionamento del mercato assicurativo, che al limite potrebbeessere paralizzato dalla selezione avversa.Le disposizioni in esame dovrebbero essere inderogabili, dato chela selezione avversa genera un’esternalità negativa, che nonriesce del tutto ad essere corretta da soluzioni spontanee dimercato, stanti gli alti costi di transazione e di informazione.Invece, è scritto nel codice civile (art. 1932 c.c.) che questenorme (artt. 1892, 1893, 1898, 1926 c.c.) sono inderogabili insenso più favorevole all’assicuratore, derogabili in senso piùfavorevole all’assicurato.La derogabilità, prevista solo a favore dell’assicurato, tutela laparte più debole di fronte alla parte contrattualmente più forte,l’assicuratore, che predispone la polizza (con condizioni generalidi contratto). Essa evita prevaricazioni, con modifichepredisposte unilateralmente dall’assicuratore a favore solo di sémedesimo; essa, ovviamente, non vieta deroghe che si pongano afavore dell’assicurato, e al tempo stesso dell’assicuratore.La deroga all’art. 1893 c.c. che si conosce, diffusa nella prassi,è data dalle cosiddette “clausole di incontestabilità”. L’originedi queste clausole è da ritrovare negli abusi riscontrati nellaprassi da parte dei contraenti più forti, gli assicuratori, cheallontanavano i contraenti più deboli, gli assicurati, dalmercato; la clausola di incontestabilità è a favore degliassicurati, e anche a favore degli assicuratori.La derogabilità nell’interesse dell’assicurato non riguarda, però,non può riguardare la correttezza, o l’annnullamento per dolo, ocolpa grave; le norme che contengono la correttezza, come quelleche contengono l’annullamento, sono inderogabili.La derogabilità a favore dell’assicurato (e anche al tempo stessodell’assicuratore) dà tuttavia una certa elasticità alle norme. La classificazione degli assicurati in gruppi di rischio, di dannoatteso omogenei, creati in relazione a caratteristiche esterneritenute influenti sul rischio, sulla base dei dati raccolti dalleinformazioni fornite dagli aspiranti assicurati, è solo un modo diaffrontare la selezione avversa da parte delle compagnie diassicurazione. La soluzione offerta dagli assicuratori alla

18

selezione avversa, con le classificazioni degli assicurati ingruppi di rischio, sulla base dei dati forniti dalle informazionicomunicate dagli assicurati medesimi, è una soluzione relativa.Il codice civile asseconda e favorisce tale soluzione dellaprassi, ponendo un dovere di correttezza precontrattuale a caricodegli assicurati e un dovere di ordinaria diligenzaprecontrattuale a carico degli assicuratori, con rimediconseguenti in caso di violazione. Anche la soluzione offerta dalcodice civile alla selezione avversa è una soluzione relativa.In altri termini, le norme consentono alle parti del contratto diassicurazione di raggiungere soluzioni contrattuali diverseriguardo alla selezione avversa, più efficienti di quelle ottenutecon le classificazioni sulla base delle informazioni trasmessedagli assicurati, nell’interesse dell’assicurato e dello stessoassicuratore, di tutti gli assicurati e gli assicuratori, delmercato delle assicurazioni, tenendo conto dell’evoluzione dellatecnica e del mercato assicurativo, evitando al tempo stessoprevaricazioni, abusi ai danni dell’assicurato.Altre soluzioni possono essere offerte dagli assicuratori allaselezione avversa, con l’uso di classificazioni diverse, cheprescindono dalle informazioni date dagli assicurati (ad es.,classificazioni in base alla passata esperienza di danno, le cuiinformazioni sono in possesso degli assicuratori).O altre soluzioni possono essere fornite, che si basano suinformazioni indirette fornite dagli assicurati. Le compagnie diassicurazione possono, ad esempio, offrire una serie di contrattidiversi con premi diversi, contratti con coperture complete epremio elevato, o contratti con scoperture obbligatorie e premiopiù basso (scoperture percentuali, franchigie, massimi dicopertura), in particolare nelle assicurazioni di cose o dipatrimoni, per costringere gli assicurati ad alto rischio e abasso rischio a svelarsi, accettando un differente contratto conpremio diverso. In tal modo, i soggetti che accettano un contrattocon copertura completa o con copertura parziale obbligatoriasegnalano i loro caratteri di rischio (rispettivamente alto ebasso), senza dare informazioni dirette alla controparte sui lorocaratteri di rischio, ma dando solo informazioni indirette. O altre soluzioni ancora possono essere date, che prescindonodalle informazioni (ad es., esclusione della copertura percaratteri pregressi nascosti degli assicurati, come peraltro giàprevisto dall’art. 1906 c.c.).Le clausole delle polizze in esame sono a favore degli assicurati,secondo quanto richiesto dall’art. 1932 c.c., e anche degli

19

assicuratori; la questione della selezione avversa è ulteriormenteridotta rispetto al codice; l’intera normativa (gli artt. 1892,1893, 1898 c.c.), la correttezza con il limite dell’ordinariadiligenza, il dovere di informazione dell’assicurato, le falseinformazioni, i rimedi, le sanzioni, viene superata. Il corretto funzionamento dell’operazione assicurativa, che èobiettivo delle norme, non è in discussione.Il corretto funzionamento dell’operazione assicurativa (l’esattaindividuazione del tipo di rischio del soggetto che si assicura,la corretta attribuzione del premio) può essere raggiunto dalleparti, assicuratori e assicurati, in altro modo che con leclassificazioni sulla base dei dati raccolti con le informazionidirette fornite dagli assicurati. La correttezza con il limitedell’ordinaria diligenza, e i rimedi contemplati dal codice incaso di violazione, possono diventare inutili, ove soluzionidiverse che prescindono dalle informazioni, o dalle informazionidirette degli assicurati sui propri caratteri di rischio, sianoadottate dalle compagnie.Il codice civile, quindi, consente alle compagnie di assicurazionedi cercare nuove soluzioni in relazione alla selezione avversa, afavore degli assicurati, e degli stessi assicuratori, di tutti gliassicurati e gli assicuratori. Il codice consente addirittura alleparti del contratto di assicurazione di superare con nuovesoluzioni la disciplina prevista.E’ difficile stabilire l’efficienza di una normativa. Si deverilevare che la correttezza con il limite dell’ordinaria diligenzariduce i costi di transazione, riduce le asimmetrie diinformazione, riduce i costi di informazione dell’assicuratore, ein generale, riduce i costi della scelta sbagliatadell’assicuratore, e della selezione avversa; e si deve rilevareche la correttezza con il limite dell’ordinaria diligenzainserisce dei costi a carico dell’assicurato e dell’assicuratore(costi di informazione = precauziome, oppure costo del dannoverificatosi, in caso di violazione, con la responsabilitàprevista).Vi è una presunzione di efficienza delle norme. I costi inseritisembrano non elevati, minori dei costi di informazione chediversamente vi sarebbero, minori dei benefici, in termini diriduzione dei costi della scelta sbagliata dell’assicuratore, deicosti della selezione avversa.Data l’elasticità delle norme, le parti, ove lo desiderino,possono comunque sempre contrattare negli spazi lasciati liberidalla normativa per migliorare l’efficienza, nell’interesse degli

20

assicurati e degli assicuratori, di tutti gli assicurati a bassorischio e di tutti gli assicuratori, nell’obiettivo del correttofunzionamento del mercato assicurativo.Se è posto in luce che l’efficienza è un obiettivonell’assicurazione, ma non l’unico, e altri obiettivi sonopresenti (esigenze equitative, un’equa distribuzione del rischio,un’equa distribuzione del reddito), occorre sottolineare che ilcodice civile regola solo le assicurazioni private, e ha di miraprincipalmente l’efficienza; gli altri obiettivi trovanoaccoglimento e sono perseguiti in altri settori assicurativi, nelcampo delle assicurazioni sociali.

Nota

Per approfondimenti, e per riferimenti di dottrina e digiurisprudenza, mi permetto di rinviare al cap. II del libro:VALERIA DE LORENZI, Contratto di assicurazione. Disciplina giuridica e analisieconomica, Padova, 2008

21