Atlantes Veneti

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Transcript of Atlantes Veneti

Il volume e stato realizzato all'interno deI Programma di ricerca Studi e ricerche per un dizionario storico dei cartogra/i italianz; Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale co/inanziato dal MURST - esercizio /inan­ziario 2003.

Coordinatore scientifico del Programma di Ricerca Nazionale

prof Ilaria Caraez; Universitd di Roma3

Responsabile scientifico dell'Unita di Ricerca

prof Vladimiro Valerio, Universitd IUA V di Venezia

Componenti dell 'Unita di Ricerca

prof Silvino Salgaro, Universita di Verona prof Sandra Vantini, Universita di Verona prof Giovanni Maria Per/etto De Santis, Universita di Verona dott. Marisa Searso , Universita IUAV di Venezia dott. Giuliana Baso , Universita IUAV di Venezia dott. A ngelo Cattaneo, Istituto Universitario Europeo, Firenze dott. Agostino Conto, Biblioteca Civica, Verona dott. Piero Falehetta , Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia dott. Camillo Tonini, Museo Correr, Venezia dott. Cristina Fanelli, libero professionista dott. R ieeardo Friolo, docente

Contratti

Elisa Andreetto Cristina Cristante Pierluigi De Feliee Valeria Rueeo A lessandra Seippa

Si ringraziano per la gentile concessione a riprodurre le immagi· ne di loro proprieta:

Accademia dei Concordi di Rovigo Archivio di Stato di P arma Archivio di Stato di Venezia Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza Biblioteca deI Museo Correr di Venezia Biblioteca Querini Stampalia di Venezia Comune di Montecchio Maggiore Fondazione Benetton Studi Ricerche Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze

© Copyright 2007 by Editorzale Programma

Editor & Publisher . Padova

ISBN 88·7123 ·155-4

In copertina:

"Carta della Parte Centrale dell ' Alta Italia autografata nell'Uf· ficio Topografico del Corpo Reale dello Stato Maggiore", To· rino 1859 Carta in 24 fogli realizzata con stampa litografica a tre colori con integrazioni a inchiostro rosso e nero . La mappa e stata ottenu· ta co me ingrandimento della carta del Lombardo·Veneto in scala 1 :86400, con integrazioni sulle strutture militari ottenute att raverso ricognizioni locali associate ad un ' attivita spionistica, come risulta dalle aggiunte manoscritte sulla posizione e sul· la consistenza dei forti a difesa della citta di Verona. La carta fu realizzata per la guerra contro l' Austria dei 1859·60 in scala 1:43200. P articolare deI foglio CIlI (Collezione privata).

Indice

5 Una premessa: Cartografi senza fronterie 119 ]acopo de Barbari. Una nuova ipotesi

Vladimiro Valerio indiziaria sulta genesi prospettica delta veduta Venetie MD

9 Mappe delte magistrature veneziane. Vanna Bagarolo

Immagini e schede nelta cartoteca del Circe Vladimiro Valerio

Giuliana Baso, Marisa Scarso 137 Dizionario dei cartogra/i Ven eti a cura di Giuliana Baso, Francesca Rizzi,

19 Pe ritt; Agrimensori, Notai: cartogra/ia e Vladimiro Valerio

cartogra/i "minori)) tra amministrazione BIOGRAFIE perz/erica e Magistrature centrali negli ultimi

218 Battista Agnese due secoli delta Repubblica veneta

Simonetta Conti Sandra Vantini

220 Giovanni Arduino 33 Cartogra/i e cartogra/ia come strumen ti di Silvino Salgaro

controlto e gestione territoriale nelta 222 Antonio Gaspare Campana R epubblica di Venezia Massimo Rossi Silvino Salgaro

45 Perticazioni catasti e catastici in Polesine 225 Carlo Catinelti

sotto la dominazione veneziana Massimo Rossi

Mario Bulgarelli 226 Ottavio Fabbri 61 "Oculus Historiae)) Querinianae. Silvino Salgaro

Il /ondo cartogra/ico e coroneltiano delta 228 ]acopo Foresti Biblioteca Querini Stampalia Vladimiro Valerio Angela Munari, Barbara Poli

230 Paolo Forlani

69 Il /iume delta discordia Vladimiro Valerio

Angela Munari 232 Antonio Glisenti Silvino Salgaro

77 I.;Archivio di stato austriaco e le /onti 233 Fra Mauro cartogra/iche venete dei Kriegsarchiv Angelo Cattaneo Massimo Rossi

238 Giovanni Antonio R izzi Zannoni

81 Atlantes Veneti Vladimiro Valerio

Vladimiro Valerio 242 Crist%ro Sorte Silvino Salgaro

105 I.;Atlante portatile di Emmanuele Antonio 244 Giovanni Valte Cicogna nelta Biblioteca dei Museo Correr Giuliana Baso Camillo Tonini

246 Anton von Zach 115 Giambattista Ramusio, le mappe cinesi di Massimo Rossi

Marco Polo e il mappamondo di Fra Mauro Piero F alchetta 249 BIBLIOGRAFIA GENERALE

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VLADIMIRO VALERIO

Atlantes Veneti

Premessa

Questo testo riprende alcuni lavori portati avan­ti e da me pubblicati negli ultimi venti anni sulla produzione di Atlanti in Italia ed e il risultato di una ricerca inserita in un ambizioso progetto dal titolo Atlantes Italici per una biblioteca virtuale degli atlanti italiani a stampa. Le aree di produzio­ne individuate coincidono con le regioni storiche italiane e con le loro capitali ehe sono state in pas­sato i principali luoghi di produzione scientifica e cartografica nazionale: Milano (Atlantes Mediola­nenses), Venezia ed il suo territorio (Atlantes Vene­ti ), Torino e gli stati Sabaudi (Atlantes Taurinen­ses), Firenze e il Granducato (Atlantes Tucani), Roma e 10 Stato della Chiesa (Atlantes Romani), Napoli ed il suo regno (Atlantes Neapoletani). Un capitolo aparte e dedicato alle varie edizione della Geografia di Tolomeo, dal 1470 alla fine del '500, produzione di particolare pregio e significato anche nel contesto internazionale, Atlantes Ptole­malCZ.

Tale progetto di ricerca ha avuto I' appoggio della Societa Geografica Italiana ed e stato parzial­mente finanziato con fondi del CNR (1993) e con fondi del Progetto di Ricerca di Interesse Nazio­nale dal titolo "Per un dizionario storico dei carto­grafi italiani" (MURST 2003).

Gli atlanti hanno sempre costituito un partico­larissimo gene re librario: libro illustrato e libro scientifico, manuale e testo didattico, raccolta di immagini e di mappe sono solo alcuni degli ambi­ti ai quali puo appartenere di buon diritto ed entro i quali puo essere bibliograficamente descritto. Un oggetto difficile anche da studiare in quanta nella sua preparazione vengono coinvolte molteplici capacitii cost come molteplici sono le letture cui puo essere sottoposto. Possiamo considerare l'a­spetto scientifico, presente nella realizzazione del disegno cartografico, nella seelta delle proiezioni, delle fonti piu 0 meno accreditate, nell'uso di osservazioni topografiche 0 astronomiche 0 quello piu propriamente tecnico, in quanta nella stesura delle carte vengono coinvolti a vario titolo geogra-

fi, astronomi, ingegneri, architetti, militari ed una pletora di figure ehe hanno il territorio come loro ambito di attivita professionale. Anche il versante artistico riveste un ruolo di primaria importanza in quanta gli strumenti del disegno, della coloritura e dell'incisione, attraverso i quali l'immagine veniva realizzata e diffusa, appartengono al mondo del­l'arte, dal quale pure venivano quanti erano addet­ti alla realizzazione degli apparati figurativi (fron­tespizi, cornici, bordure, figurazioni etc.) ehe lungi dall'essere dei puri e meri abbellimenti costituiva­no spesso un richiamo "figurato" alla sfera della metafora attraverso la quale passavano precise istanze politiche, mercantili 0 culturali. L' ambito delI' editoria edella produzione materiale degli atlanti e particolarmente interessante in quanto, trattandosi spesso di grandi formati, si andavano anche a interessare le capacita produttive di carta, le dimensioni dei torchi per la stampa, l'uso e l'in­venzione di particolari accorgimenti per la legatu­ra, ehe doveva consentire la lettura della carta nella sua interezza anche lungo la spina, da cui l'uso di linguette di carta.

Per la complessitii di realizzazione, di allesti­menta e di smercio, atlante come prodotto e in qualche modo un termometro della capacitii pro­duttiva di una nazione, 0 di una societa, e mette in risalto i punti di debolezza ed i limiti dello svilup­po in ognuno dei campi sopra descritti.

Il seguente saggio ripercorre la produzione veneziana di atlanti ehe si presenta nel suo com­plesso come la piu ricca e varia nell'intero contesto italiano. Gli atlanti seguono le fortune della Sere­nissima, risentendo dei momenti di maggiore flori ­dezza e fortuna commerciale cost come dei momenti di crisi. Non a caso la perdita della auto­nomia politica coincide con un forte ridimensio­namento della pubblicazione di atlanti.

Isolari e atlanti di cittd

Il tema dell'Isolario trova le sue radici storiche nella cartografia nautica medioevale, e nasce come supplemento informativo sulle citta e sulle isole 81

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del Mediterraneo che si incontravano lungo le rotte per l'oriente. E un prodotto tipicamente ita­liano, sviluppato in un arco temporale di tre seco­li, dagli inizi del Quattrocento a tutto il Seicento, con 1'intento di sistematizzare le conoscenze acquisite e di raccoglierle ad uso di uomini di mare, mercanti e pellegrini. Prototipo di tale pro­duzione puo identificarsi nel Liber Insularum Archipelagi realizzato nei primi decenni del XV secolo dal fiorentino Cristoforo Buondelmonti che aveva visitato l' Arcipelago in una serie di viaggi effettuati tra il1414 ed il1420, ed aveva una cono­scenza personale dei luoghi descritti. Nelle varie redazioni manoscritte, realizzate nel corso del Quattrocento - le prime risalgono agli anni Venti del secolo - compaiono le raffigurazioni di oltre 70 citta ed isole del Mediterraneo orientale, molte delle quali costituivano importanti tappe per i traf­fici con 1'Oriente 0 durante i pellegrinaggi verso la Terra Santa. 11 tema dell'isolario, COS1 come fu affrontato e realizzato da Buondelmonti, rimarra sostanzialmente riferito sulle isole dell'Egeo, che furono per alcuni secoli di centrale interesse per i traffici politici e commerciali della Repubblica Veneta. Non a caso i principali isolari a stampa videro la luce nella citta lagunare.

11 primo isolario a stampa e quello di Bartolo­meo dalli Sonetti, pubblicato a Venezia intorno al 1485. La dedica ed alcuni elementi tipografici pongono la sua realizzazione nel 1485; infatti, il dedicatario Giovanni Mocenigo fu doge tra il1478 ed il 1485 mentre il tipografo, individuato in Guglielmo da Trino, fu attivo apartire dal 1485. 1'opera si compone di 49 carte incise su legno cor­redate di un testo in rima, da cui il norne dell'au­tore. Scarse sono le notizie su Bartolomeo, identi­ficato dapprima con uno Zamberti, ma nato nel 1472, oppure con Bartolomeo Turco, amico di Leonardo da Vinci, ma la dichiarata attivita mari­nara delI' autore che avrebbe compiuto viaggi nelle isole dell'Egeo intorno al 1460, smentirebbe tali attribuzioni. Le analogie con l'opera di Buondel­monti sono molte: oltre all'ambito geografico, che rimane 10 stesso - l' arcipelago egeo -, anche il disegno delle carte riprende spesso i prototipi di

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Buondelmonti. Di fatto, comunque, l' atlante di Bartolomeo costituisce anche il primo esempio di carte nautiche a stampa.

Una seconda edizione apparve nel 1532, con minime varianti, tra la quali va segnalata la presen­za di una carta del mondo in proiezione ovale, con l'indicazione delle nuove terre scoperte ad occi­dente, ripresa dalla carta realizzata dal fiorentino Francesco Rosselli intorno al 1508. Era il tentativo delI' autore di incontrare il favore dei lettori, sem­pre piu attenti alle notizie che provenivano dai mondi da poco scoperti.

Prima che venisse pubblicata la seconda edizio­ne dell'Isolario di Bartolomeo, vide la luce un' altra opera apparentemente analoga, destinata ad avere un grande successo editoriale. Va notato che nei primi decenni del Cinquecento si registra un cre­scente interesse per tale genere letterario, che aveva oramai perso l'originaria finalita di portola­no e di strumento per i mercanti, costruito sulle esperienze dirette del compilatore, per divenire un vero e propria testo di divulgazione geografica. Nel 1528 comparve l'Isolario del padovano Bene­detto Bordone, con il quale si compie una svolta sostanziale nella configurazione e nei contenuti nell'isolario. Mentre le precedenti realizzazioni di Buondelmonti e di Bartolomeo dalli Sonetti restringevano la loro trattazione alle isole per eccellenza - quelle dell'Arcipelago - trasmettendo una visione ancora marcatamente medievale di un mondo centrato sul Mediterraneo, con l' opera di Bordone l' orizzonte dell'Isolario si amplia, inglo­bando, per la prima volta, immagini e notizie sulle terre scoperte verso occidente tra la fine del Quat­trocento e i primi decenni del Cinquecento.

l' opera e divisa in tre libri, nel prima dei quali si da conto, non solo delle isole atlantiche dell'Eu­ropa (Islanda, Inghilterra, Irlanda) e delle isole africane (Canarie, Capo Verde) ma anche delle isole scoperte nel nuovo Mondo. Anche Citta del Messico (Temistitan), raffigurata come apparve ai primi conquistatori kitta insulare in un lago) , trova posto tra le nuove immagini. Altre edizio­ni apparvero negli anni 1534 (con il titolo Iso la rio di Benedetto Bordone .. . ), 1547 e 1567, a testi-

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monianza di una crescente richiesta del mercato. Nello stesso anno in cui compare la prima edi­

zione di Bordone (1528), giunse alle stampe un piccolo Portolano disegnato da Pietro Coppo (1469-1555) e pubblicato a Venezia da Agostino Bindoni. Si tratta di un vero e proprio portolano descrittivo delle coste e degli approdi "con la distantia da loco a loco per li venti che i stano", corredato da un planisfero - nel quale compare anche il "Mondo N ovo" - e da sei piccole raffigu­razioni cartografiche su legno (cm 9x6), tra le quali compare anche il gruppo delle isole britanni­che. Anche in questo caso la derivazione dalla tra­dizione cartonautica e evidente, sia nel testo sia nel disegno delle isole le cui coste sono realizzate con il caratteristico segno a mezza luna.

L'Isolario era oramai maturo per diven ire un vero e proprio testo-atlante sulle isole dell'intero mondo, i cui contorni marittimi - ad eccezione dell'Oceania - erano completamente svelati verso la meta del secolo. All'erudito aretino Tommaso Porcacchi (1530-1585), autore di altre opere di cronaca e di storia, va il merito di avere realizzato uno stretto legame tra le immagini ed il testo che assurne la dimensione di una vera e propria descri­zione geografica ed antropologica. I.: isole piu famose dei mondo (prima edizione, Venezia 1572) contenevano 30 immagini finemente incise in rame da Girolamo Porro, inserite in un testo di oltre 110 pagine. A differenza di quanta era avvenuto per i precedenti isolari, le successive edizioni dell' opera di Porcacchi risultarono arricchite di nuove imma­gini. Le carte di corredo alla nuova opera si stac­cano dal modello nautico medievale ed i destinata­ri non sono piu il mercante 0 l'uomo di mare ma l' erudito, illetterato e il precettore.

Il successo dell' opera e testimoniato dalle numerose edizioni che si susseguirono fino al 1686; la seconda vide la luce appena quattro anni dopo con 47 mappe e 201 pagine di testo, le altre furono impresse nel1590 (stesso numero di tavole di pagine), nel1605 (48 mappe ed oltre 200 pagi­ne), nel1620 e nel1686.

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Con l' opera di Porcacchi puo dirsi terminata l' esperienza e la fortuna editoriale del tema degli

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isolari, cui fu dedicato ancora poca attenzione riscontrabile nelle tarde edizioni di Marco Boschi­ni (1613-1678) e di Francesco Ferretti (1523-1600). Il prima pubblico, ancora a Venezia, un volume sull'isola di Creta dal titolo Il regno tutto di Candia (1651) composto di 61 tavole nelle quali sono rappresentati scogli, approdi, spiagge e for­tezze dell'isola; alcune di queste immagini furono ' riprese da Coronelli nel1689, nel secondo volume delle Isole Citta e Fortezze. Alcuni anni dopo, 10 stesso Boschini pubblico un volume dedicato alle isole dell' arcipelago Egeo (1658), composto di 49 tavole di ben scarso interesse, poiche erano in gran parte riprese dall'isolario di Bartolomeo, di oltre un secolo precedente.

L' anconetano Francesco Ferretti, cavaliere del­l'ordine di S. Stefano, fu un irrequieto uomo d'ar­mi; dapprima al servizio della Francia, negli anni '40 faceva parte delle fanterie italiane, partecipo a numerosi fatti d'arme; poi nel1547 passo al servi­zio della Germania ed infine, rientrato in Italia, fu attivo neUe milizie del duca di Urbino. Oltre che autore di testi di arte militare egli realizzo anche un Iso la rio intitolato I Diporti Notturm; pubblica­to ad Ancona presso Francesco Salvioni nel 1579 (il colophon reca la data del1580). L'opera si com­pone di 28 carte incise da Michelangelo Marelli (13x9 cm) e di 188 pagine di testo numerate. La stessa opera ebbe almeno due ulteriori edizioni: la prima apparve nel 1604, a Venezia, sotto il titolo Dialoghi notturni, la seconda nel 1608, pubblicata nuovamente ad Ancona, fu intitolata Arte militare dei capitano Francesco Ferretti. Le due edizioni anconitane vanno in qualche modo messe in rela­zione alla cartografia nautica manoscritta che vide Ancona emergere, nel corso del Rinascimento, come attivo centro di produzione. Basti pensare all' attivita dei laboratori di Andrea e di Battista Benincasa (attivi tra il1450 ed il1508) e di Conte di Ottomano Freducci, attivo fino nella meta del Cinquecento, sul cui norne sono state recentemen­te formulate interessanti ipotesi da Patrizia Licini.

L'isolario di Coronelli, di cui si dira di seguito, riprende solo il norne del fortunato genere lettera­rio, che viene portato al massimo della sua dimen-

VLADIMIRO VALERIO _ _______________________ ___ _ _____ _ _

sione tipografica, ma e qualcosa di sostanzialmen­te diverso; una sorta di sintesi iconografica delI' 1-solario e dell'Atlante di citta, di cui di seguito dire­mo.

Successiva, per 10 meno nell' area italiana, e l' af­fermazione di un altro repertorio icono-cartografi­co, dedicato alla rappresentazione delle citta. 11 5upplementum Chronicarum di ]acopo Foresti (1434-1520), puo certamente essere menzionato tra i precursori delle raccolte di vedute e di piante urbane (vd biografia nel presente volume), anche se dalla matrice originaria del 5upplementum i piu diretti derivati sembrerebbero essere le Cosmogra­fie cinquecentesche. L'opera di Foresti ebbe numerosissime edizioni nel corso di circa 100 anni: oltre le sei edizioni quattrocentesche, pubblicate tra il1483 ed i11492 , possiamo registrarne ben 13 dal 1503 al 1581, tutte stampate a Venezia tranne una, del1535, pubblicata a Parigi. Tale successo e paragonabile solo alla fortuna editoriale della Cosmographia di Sebastian Münster (1489-1552).

Sebbene nelle prime due edizioni (Venezia 1483 e Brescia 1485) non vi fossero immagini, nella terza, pubblicata a Venezia nel 1486, 10 stampato­re e l' autore ritennero opportuno arricchire l' ope­ra con l'inserimento di figure, sfruttando le nuove possibilira offerte dalla tecnica xilografica. Com­parvero COS!, per la prima volta, 67 iconografie urbane. L'uso dell'immagine e qui puramente didascalico; nell'opera di Foresti non si manifesta mai l'interesse per la vera forma della citta e per il disegno urbano; ne e prova l'uso spudorato che l' autore fa delle poche immagini disponibili, utiliz­zate per rappresentare realra urbane differenti. Nell'edizione del1486, ad esempio, l'immagine di Genova (immagine reale) e utilizzata anche per raffigurare la citta di Roma. Un sistema analogo, di recupero e di riutilizzo degli stessi legni, fu messo in atto anche da Hartmann Schedel (1440-1514) nella sua famosissima "Cronaca" pubblicata a Norimberga nel1493.

Vere e proprie raccolte sistematiche di piante e vedute di citta inizieranno ad essere prodotte solo apartire dalla seconda meta del Cinquecento. La

prima raccolta di cartografia urbana pubblicata in Italia, con un propria frontespizio, e con data certa e quella edita a Venezia nel1567 dal verone­se Paolo Forlani, "intagliatore in Venezia all 'inse­gna della Colonna" , con il titolo Il primo libro delle citta e /ortezze principali dei mondo. L' esemplare conservato nella Biblioteca di Vienna contiene 32 tavole ma e privo di indice. Alcuni fogli recano l'imprint di Donato Bertelli ed altre la firma del­l'incisore Domenico Zenoi. A queste volume seguono, in velocissima staffetta, parecchi lavori simili realizzati talvolta stampando gli stessi rami e tutti pubblicati a Venezia, segno di un crescente successo editoriale verso il tema urbano. Non va dimenticato che illungo assedio turco a Malta, nel 1565, e la costruzione del forte di La Valletta che ne segu! furono repentinamente registrate da una serie di stampe romane e veneziane.

11 prima volume che fece seguito all , opera di Forlani (vd biografia nel presente volume) , dal titolo bilingue Civitatum aliquot insigniarum et locorum ... delin eatio .. . Disegni di alcune citta, et /ortezze dei mondo reca l'imprint "Ferrando Ber­telli formis" ed e datato 1568, ma le carte recano date che variano dal 1566 al 1568. Una rara copia di tale raccolta esisteva nella Biblioteca N azionale di Napoli ed e stata studiata da Fabia Borroni Sal­vadori (1980) , ma risulta purtroppo dispersa, men­tre un esemplare con 66 tavole e conservato nella Nordenskiöld Collection. Molte carte recano la firma dell'incisore veneziano Domenico Zenoi, che lavorava ad opere cartografiche apartire dal 1559, anche per Forlani. Negli anni seguenti, la sua attivita si infittisce, specializzandosi nelle pian­te di fortezze e di citta, temi che bene si addicono al suo sottile e raffinato graficismo. Piante a sua firma compaiono anche nelle successive raccolte di Donato Bertelli e di Giovanni Francesco Camocio, che spesso si trovano ad utilizzare gli stessi rami. La peregrinazione dei rami nelle pubblicazioni romane e veneziane del '500 e una circostanza abbastanza nota e investigata; nelle prime pubbli­cazioni di atlanti di citta la presenza degli stessi rami, spesso senza alcuna variazione, crea confu­sione e problemi di attribuzione, specie per le rac-

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colte prive di indice e di frontespizio. E certo, comunque, che a Forlani, ai Bertelli e a Camocio risale la prima idea di tali originali raccolte in Ita­lia. Il prima atlante di citta era stato pubblicato in Francia nel 1552 a Lione per opera di Guillaume Gueroult.

Il secondo e una raccolta di Donato Bertelli dal titolo Le vere immagini et descritioni delle piit nobi­li cittd dei mondo, stampato a Venezia nel 1569, composto da 21 tavole (ne esiste anche un' edizio­ne del 1574 con 23 tavole conservata nella New York Public Library). Un esemplare conservato nella Biblioteca Nazionale di Roma risulta compo­sto di 18 tavole ma, trattandosi di volume privo di indice, e probabile che esistano sotto 10 stesso tito-10 altre raccolte con numero variabile di carte.

Un'opera con 10 stesso frontespizio usato da Ferrando Bertelli nel1568 fu pubblicata con 1'im­print "Donato Bertelli formis" nel1574 (Civitatum aliquot insigniarum ... Disegni di alcune piit illustri cittd, et /ortezze dei mondo, riguardante per 10 piit isole e cittd costiere dei Mediterraneo orientale). L'esemplare di Donato Bertelli descritto da Gio­vanni Marinelli - simile a quello conservato nel National Maritime Museum di Greenwich - con­tiene 67 tavole alcune delle quali firmate ancora da Domenico Zenoi, mentre una cinquantina sono attribuite da Almagia a Nicola Beatrizet.

L'opera di Ferrando Bertelli e la contemporanea pubblicazione di Giovanni Camocio, dal titolo Isole famose, portz; /ortezze e terre marittime sotto­poste alla Ser.ma Sig.ria di Venetia, costituiscono il trait-d'union tra l'Isolario e 1'Atlante di cittd vero e proprio. Della pubblicazione di Camocio si con­servano esemplari con numero variabile di imma­gini, da 83 a 89, tra le quali anche ritratti di regnanti ed emblemi.

Tra le prime opere che seguirono la pubblica­zione di Forlani e dei Bertelli , va ricordata anche quella realizzata da Giulio Ballino. Il volume dal titolo De' disegni delle piit illustri citta, et /ortezze dei mondo, fu stampato a Venezia da Bolognino Zaltieri nel 1569. Il frontespizio architettonico­allegorico fu inciso nel 1568 da Nicolü Nelli, inci­sore e calcografo veneziano attivo nella seconda

meta del '500 del quale e nota l' attivita come inci­sore di mappe, oltre che come illustratore. La rac­colta comprende cinquanta piante e vedute di citta datate tra il 1565 ed il 1568, con l' aggiunta di una carta dell' Austria eseguita da Domenico Zenoi, datata 1567, che compare come prima tavola sul verso del foglio d'indice. Cost e anche la copia descritta nel catalogo della Library of Congress. Le carte sono corredate di un testo in italiano stampato sul retro delle immagini.

Ballino era un avvocato veneziano che, come ci informa il Mazzuchelli, «si dilettü assai di tradurre in Volgare diverse Operette Greche»; .frequentava la casa dei Manuzio gia dal 1530 e, soprattutto in gioventu, si era dedicato agli studi di eloquenza latina e dei classici. Il Mazzuchelli COSt descrive l'opera cartografica di Ballino: "Questa non e che la prima Parte dell'Opera, cui sopra tale argomen­to aveva egli ideata, e contiene i disegni, e i rami di cinquanta Citta con alcune notizie intorno alle medesime, molto digiune, e quindi tenute in poco pregio". Ballino intendeva anche pubblicare un'e­dizione in latino, sperando di lanciare a livello europeo la sua mo des ta opera, ma questa idea non fu mai realizzata. Le carte migliori della raccolta sono quella dell' Austria, di cui si e gia detto, e quella incisa da Paolo Forlani, senza titolo ma datata 1566, inserita come 43 a carta, nella quale e rappresentato un assalto dei turchi ad una fortez­za. Le altre, di anonimi incisori, sono di tono minore ed alcune davvero di poco conto.

Nel formare questa raccolta, della quale egli si attribuisce la paternita, deve ave re avuto sotto mano anche l' opera di Antoine Du Pinet dal titolo Plantz, Pourtraitz et descriptions de plusieurs villes et /orteresses, stampata a Lione nel 1564, della quale vi e un ricordo anche nel titolo adottato dal nostro autore. La veduta di Napoli e stampata dallo stesso rame di Forlani del 1567 ed e sinto­matica del metodo utilizzato, non solo di Ballino, nella redazione degli atlanti di citta.

Il problema del numero di tavole di cui si com­ponevano i volumi si pone, come si e gia notato, per la descrizione gran parte delle raccolte di vedute urbane cinquecentesche; un caso esempla-

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Frontespizio delta raccolta di vedute e piante urbane di Francesco Valegio.

re e fornito dall'opera di Francesco Valegio (Vale­sio). Il titolo (Raccolta di le piu illustri et famose cittd di tutto il mondo) e inserito in un frontespizio con corni ce architettonica e figure femminili che rappresentano la Concordia, la Pace, la Giustizia, l'Obbedienza, la Sicurezza e l'Ospitaliü; in basso al centro vi e una raffigurazione della torre di Babele. Il frontespizio non reca ne data ne luogo di edizione ma molte delle piccoie piante e vedute recano la firma di Francesco Valegio (<<Fra. co Valegio f.» , «Fr. Valegio», oppure il suo mono­gramma con V ed F intrecciate). Una datazione precisa dell'intera raccolta e difficile da ottenere: gli esemplari noti in bibliografia sono descritti con contenuti e datazioni varie. Anche il titolo cambia, talvolta leggermente, ma cio potrebbe essere imputato ad un'errata trascrizione da parte degli studiosi che ne hanno parlato.

Mori e Boffito descrivono l'esemplare della Biblioteca Nazionale di Firenze composto di ben 244 vedute, e piante di citta delle quali danno un elen co completo, e 10 datano al 1600 circa. Rober­to Almagia riporta una raccolta dallo stesso titolo contenente 246 vedute ma non azzarda alcuna datazione notando che "si tratta in molti casi di

rami vecchi (di Camocio e di altri)" e che Valesio acquistava "vecchi rami traendone ristampe con data alterata" . Giocondo Cassini descri­ve l'esemplare della Biblioteca Mar­ciana con 308 tavole e 10 data verso la fine del XVI secolo sulla scorta di alcune osservazioni.

La copia conservata nella Biblio­te ca Nazionale di Roma, da me ana­lizzata, e formata di 234 fogli men­tre con un maggior numero di immagini (307 e 320) sono gli esem­plari della Biblioteca Nazianale di Firenze (ignoto a Mari e Boffito) e della Library of Congress; quest'ul­tima e descritta in dettaglio nel cata­logo della Biblioteca ed e datata al 1579, basandosi sulla datazione di una copia analoga conservata nel

British Museum. Cinque carte sono firmate da Martino Rota di Sebenico e tre di queste sono datate 1572.

Probabilmente la raccolta - come molte altre apere iconografiche - non e nata in uno stesso momento ma e stata realizzata in un lungo lasso di tempo, forse a partire dal 1572, 0 poco dopo, quando Valegio entro in possesso dei rami di Rota, trasferitosi a Vienna ed ivi morto prima del 1583 . Scarse sono le notizie su Valegio, disegnatore e forse incisore, nato a Bologna ma attivo a Venezia tra l'ultimo quarta del XVI secolo eilprima del XVII. L'incisione e la preparazione degli altri rami potrebbe essere andata avanti fino all'ultimo decennio del XVI secolo; possiamo registrate un prima blocco di 112 stampe che recano la sigla 0

la firma di Valegio, un secondo blocco di 158 che riprende 10 stesso progetto grafico ed un un ultimo blocco che porta a 322 il numero totale di imma­gini che si differenzia fortemente dai primi due. La disparita nel numero delle tavole contenuta nei vari esemplari e la mancanza di un indice a stampa non aiuta nella datazione dei vari esemplari noti. Una descrizione analitica delle principali Copie della Raccolta di Valegio e stata pubblicata in Vale-

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rio 1998. E certo che un impulso a campiere que­sta opera puo essere venuto dalla comparsa sul mercato delle Civitates Orbis Terrarum, il cui prima volurne, come e nota, apparve nel 1572. E stata piu volte notata la presenza, nella raccolta di Valegio, di piante di chiara derivazione da quelle stampate nelle Civitates.

Un' altra edizione delle incisioni di Valegio venne realizzata dall' editore Donato Rasicoti a Venezia, probabilmente nei primi anni del XVII secolo. L' esemplare conservato nella British Library (l'unico a me nota) ha un propria fronte­spizio allegorico che reca il titolo Teatro delle piii illustri / et famose eitta deI mondo / ... , e si compo­ne di 312 immagini stampate quattro per ogni foglio, consentendo cast di realizzare una piu pre­stigiosa edizione in quarta.

Una raccolta piu organica e che non pone gli stes­si problemi cartobibliografici di Valegio e quella pubblicata dall' editore libraio padovano Pietro Bertelli. La prima edizione dal titolo Theatrum Urbium Italiearum fu pubblicata a Venezia nel 1599, con 58 tavole incise su rame, e testo latino sul retro. La dimensione ridotta del volurne (cm 16x22) ed il costo contenuto consentl a Pietro Ber­telli di immettere con successo sul mercato italiano un prodotto concorrenziale alle gros se produzioni fiamminghe. Nel1616 egli pubblico, questa volta a Vicenza, un'edizione ampliata del Theatrum "nuo­vamente tradotto di latino in toscano", con 67 tavo­le intitolata Teatro delle eitta d'Italia. Una terza edi­zione fu realizzata dal figlio Francesco (Padova 1629) che vi allego una Aggiunta al theatro delle eitta d'Italia, camp asta di nove tavole, tuttavia i rami di quest'ultima edizione furono nuovamente incisi e la qualita e decisamente inferiore a quella delle prime due edizioni. Anche le immagini di Pie­tro Bertelli furono riutilizzate; alcune apparvero negli itinerari di Francesco Scoto apartire dal1629 e giunsero fino all'Universus terrarum orbis di Raf­faello Savonarola (Padova 1713).

A conferma della dipendenza 0 della stretta connessione tra i temi iconografici delle isole e

delle citta puo essere ricordato il grandioso lavo­ro di sintesi eseguito da Coronelli nel volgere del XVII secolo, che puo essere vista come il canto del cigno dell'Isolario e dell'Atlante di Citta. Nel 1689, il cosmografo veneziano pubblico una ric­chis sima raccolta di immagini in due volumi, sotto il titolo Isole, eitta e Fortezze piii prineipali dell'Eu­ropa. Per Coronelli era naturale che i due temi patessero e dovessero ave re una trattazione comu­ne, specie se si considera che le citta che lui descri­ve sono sostanzialmente centri urbani costieri. Anche in questa pubblicazione - come gia notato per le raccolte cinquecentesche - non e certo il numero delle tavole; l'esemplare della Biblioteca Marciana, descritto da Armao, contiene 240 tavo­le, mentre ve ne sono soltanto 197 in una copia conservata a Chicago eben 343 in un' altra descrit­ta da Cicogna. Coronelli, nell' elenco delle sue apere pubblicato in calce all'Atlante Veneto, ne indica 550.

La stesso Coronelli tratto in seguito tanto il tema dell'Isolario quanta quella delle Citta, recu­perando e mischiando immagini pubblicate in pre­cedenti lavori. Tali saranno l'Isolario, in due volu­mi (1696-1698) ed il Teatro di Citta (1696-1697), delle quali diremo discorrendo delI' opera di Coro­nelli. Come era nel suo stile, alle immagini carto­grafiche vere e proprie erano sovente accompa­gnati ritratti, stemmi, allegorie, piante e vedute architettoniche in tale quantita da rendere difficil­mente classificabili i suoi lavori negli angusti ambi­ti catalografici.

Atlanti storzd - Atlanti geografici

La connessione tra storia e geografia, affermata­si con la cultura umanistica, si e mantenuta per parecchi secoli e nella didattica e giunta fino a periodi a noi vicini. La stretto legame tra avveni­menti storici e teatro geografico nel quale queste si svolgono era in gran parte mutuato, nei primi umanisti, dalle apere del mondo classico ma trovo nuova linfa nello spirito geografico dell'uomo moderno che vedeva 10 stato attuale delle comu-

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VLADIMIRO VALERIO _ _ _ _ _ _____________ ____ _ _ _ _ _ _ _______ _

"Lo Stato Veneto da terra diviso nelle sue provincie", tavola dell'Atlante Novissimo, A. Zatfa, Venezia 1795.

nita umane come il prodotto della sedimentazione di secoli di storia. Basti per tutti vedere l'interesse storico-antiquario di Flavio Biondo (1392-1463) nella sua descrizione dell'Italia.

In cartografia l'interdipendenza tra le carte sto­riche e quelle moderne si manifesto po co dopo la traduzione dell'opera di Tolomeo, allorche i geo­grafi dovettero confrontasi con una serie di con­traddizione e di limitazioni insite nell' opera delI' a­lessandrino. Il grande geografo aveva avuto il merito di fare scoprire la via matematica alla rap­presentazione del mondo, i cui confini geografici erano stati pero ampiamente superati nel corso del

Quattrocento; le carte di Tolomeo si ponevano come una descrizione "datata" del mondo. Le redazioni della geografia di Tolomeo con le prime carte "nuove" rappresentano un prima embrione di atlante storico-geografico.

Una vera e propria raccolta di carte storiche intese a mostrare 10 stato politico e la consistenza del mondo antico, appositamente costruite con tali finalita, e dovuta ad Abraham Ortelius che pub­blico un Parergon sive veteris geographiae aliquot tabulae, allegandolo al suo Theatrum orbis terra­rum, a partire dal 1591 e sul quale impresse la significativa frase "Historiae Oculus Geogra-

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phia" . N el 1624 apparve l' edizione definitiva in 49 tavole.

In Italia si fece parecchio uso delle tavole stori­co-geografiche prodotte soprattutto in Olanda ed in Germania a partire da quelle orteliane. Grande fortuna ed influenza ebbe l' opera storica di Philip Klüver (1580-1623) nota con il nome latinizzato di Cluverius, che dedico due monografie all'lta­lia: la Sicilia Antiqua (1619) e la Italia Antiqua, pubblicata postuma a Leida nel 1624. In tale anno usd anche una delle piu sue piu famose opere, la Introductio in Universam Geographiam, che ebbe decine di edizioni in Olanda e all , estero. Su tale modello fu pubblicata una raccolta carto­grafica dalla tipografia del Seminario Vescovile di Padova, nel1695 .

La tipografia fu fondata nel 1680 da Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova dal 1664 al 1697, ed inizio la sua attivita nel1684 . L'edizione della prestigiosa opera di Cluverius, venne quindi idea­ta nel prima decennio di attivita. Le 42 grandi tavole incise in rame furono raccolte in un volu­me dal titolo Tabulae geographicae quibus univer­sa geographia vetus continetur che vide la luce nel 1699. Certamente al grande impegno tipografico si deve l' assunzione di parecchi intagliatori tra gli operatori addetti all , officina; nel 1693 risultano impiegati ben cinque incisori in rame, tra i quali vanno ricercato gli autori delle tavole: Giuseppe Toaldi, Andrea Recurti, Francesco Dupre, Nicolo Baroni e Pietro Rossi .

Nei secoli successivi continuarono a prodursi atlant i geografici nei quali furono inserite carte storiche in una percentuale variabile tra il15 % , ed il 20% , dell'intera opera: una sorta di accorpa­menta delle tavole del Parergon entro l' atlante geo­grafico. Solo al volgere del XVIII secolo ci imbat­tiamo in un prodotto diverso e originale realizzato con evidenti finalita didattiche. Tale nuovo atlante, che trae origine dal mutato rapporto tra geografia e storia formulato dagli enciclopedisti in chi ave di autonomia disciplinare, di cui di seguito diremo, e provvisto di carte, di tavole sinottiche e di dia­grammi ed ha il suo prototipo in quello ideato di

Vincenzo Coronellz; Atlante Veneto "11 Vicentino descritto", 1690, particolare della pianta di Vicenza.

Emmanuel Dieudonne conte di Las Cases (1766-1842), detto Le Sage, pubblicato per la prima volta a Parigi nel1803 . La prima edizione italiana fu rea­lizzata a Firenze nel 1807 in lingua francese; le 25 mappe sono inserite tra testo e diagrammi che occupano i 35 fogli di cui si compone l'opera. Nel 1813 vide la luce nuovamente a Firenze, una tra­duzione italiana arricchita di nuove carte.

Nel 1826 seguirono due edizioni in lingua ita­liana, una pubblicata a Napoli dalla Stamperia Reale, l'altra a Venezia dall'editore Tasso. Nell'edi­zione veneziana le carte geo-storiche furono per la prima volta separate dal testo, raccolto in un volu­me di 183 pagine, e raggiunsero il numero piu ele­vato di carte inserite in un tal genere di atlante, ben 24.

Nel 1822 fu pubblicato, a Venezia, un altro atlante storico, che non rientra nei due modelli da me prima descritti in quanta relativo alla sola sto-

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VLADIMffiO VALEmO ____________________________________________________________________ _

ria sacra; gli atlanti biblici, dal Cinquecento ai nos tri giorni, hanno subito minime variazioni strutturali. I.;Atlante per la storia dell' antieo e nuovo Testamento, eseguito dal Padre Agostino Calmet ed inciso da Marco Zuliani, e pubblicato a corredo del1'opera di Giuseppe Battaglia.

Coronelli e l'Aecademia degli Argonauti

Un discorso aparte merita Vincenzo Coronelli (1650-1718), un ca so eccezionale anche per un'a­rea geografica come il Veneto attivissima in campo calcografico e tipografico. In un certo senso per la mole dei suoi lavori cartografici, Coronelli puo essere paragonato ai Blaeu, agli J annsonius, agli Homann, ai Sanson. I.;accostamento con i grandi editori -cartografi europei e tutt' altro che fuori luogo; 10 stesso Coronelli dichiara, nel frontespizio del prima volume dell'Isolario, di avere eseguito l' opera" a maggior dilucidazione ed uso della navi­gatione e in supplemento dei 14 volumi di Blaeu" . Eppure Coronelli si discosta dagli autori sopra menzionati per una maggiore universalira d'inte­res si, per un' attivita di studio e tipografica davve­ro fuori dal comune; illato distintivo della sua vita e una sorprendente operosita, che imperiosamente emerge percorrendo i tratti salienti della sua vita.

A soli 16 anni pubblico il primo lavoro, il Calen­dario perpetuo saero projano. Nel1673 ebbe il tito-10 di dottore in Teologia aRoma, ove fu mandato dai superiori del convento dei frati minori, presso il quale era entrato nel1665. Tra il1674 ed i11677 fu segretario della provincia del Santo a Padova. In questi anni crebbe il suo interesse per la cartogra­fia , per i viaggi e per la geografia: le prime opere realizzate furono due globi manoscritti per il duca Ranuccio Farnese di Parma. Tra il1681 ed il 1683 risedette in Francia, su invito del cardinale Cesar d'Estrees, ove realizzo i due grandi e famosissimi globi di 4 metri di diametro, per Luigi XlV. Rien­trato a Venezia vi fu accolto con lodi ed onori; nel 1684 fondo I' Accademia degli Argonauti, una sorta di Societa Geografica ante litteram, nell'am­bito della quale produsse le principali opere geo-

cartografiche. Nel 1685 fu nominato Cosmografo della Repubblica ed ebbe un incarico di insegna­mento presso l'universira di Venezia alle Procura­tie. Nello stesso anno ricevette il privilegio di stampare un grande atlante sotto gli auspici del­I' Accademia, alla quale si andavano iscrivendo principi e scienziati. In meno di cinque anni 1'0-scuro frate minorita si era affermato nell' ambito veneziano attirando su di se 1'attenzione del mon­do scientifico internazionale.

Dal1688, con la pubblicazione de Il Mediterra­neo e Rodi e Negroponte, ha inizio un'intensa at ti­vita editoriale che 10 porto a pubblicare decine di volumi di storia, geografia, viaggi, araldica, guide e altro che avrebbero dovuto trovare una loro sinte­si nella vagheggiata enciclopedia dal titolo Biblio­teea Universale, della quale apparvero i primi sette volumi tra il 1701 ed il 1709.

Tra il1690 ed il1700 effettuo numerosi viaggi in Italia ed in Europa: fu in Germania, in Olanda ed in Inghilterra raccogliendo notizie e materiali per le sue pubblicazioni. Nel 1701 fu eletto generale dell'Ordine per la durata di sei anni ma nel 1704 fu deposto dalla carica per una vertenza di dubbia origine con i suoi religiosi.

Gli ultimi anni di vita li spese nel suo convento "ai Frari" a Venezia, dedicandosi interamente alla stampa di numerosissime opere dai Calendari ai temi di araldica, dalle raccolte di vedute e carte alla Biblioteea Universale. Nel 1717, un anno prima della morte, si reco a Vienna per studiare la sistemazione del Danubio per incarico imperiale; venne quindi nominato Commissario e direttore perpetuo del Danubio, ed a tale fiume e a proble­mi di idraulica dedico il suo ultimo lavoro a stam­pa.

Gli interessi di Coronelli, come si e detto, spa­ziavano su tutti i rami dello scibile; la disposizione alla trattazione di temi universali traspare dalla vastita delle sue pubblicazioni, molte delle quali furono il frutto di una originale trattazione. Le Memorie istoriogra/iehe dei Regno di Morea e di Negroponte ebbero edizioni francesi, tedesche, inglesi e fiamminghe.

Coronelli fu anche raccoglitore e divulgatore di

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immagini; il suo Atlante Veneto costituisce la piu importante raccolta iconografica mai realizzata in Italia. Iconografica e non cartografica perehe sotto il titolo di Atlante Veneto egli raccolse in tredici volumi oltre 1200 tavole, delle quali solo 200 risul­tano vere e proprie carte geografiehe, mentre il rimanente riguarda piante e vedute architettoni­ehe e urbane, ritratti stemmi ed oggetti vari. Le vicende delI'A tlante Veneto sono abbastanza sin­golari e dimostrano la mancanza, per 10 meno in un prima momento, di un progetto editoriale uni­tario. Con il titolo di Atlante Veneto egli pubblico, nel1690, il prima volume di carte geografiche e di testo descrittivo in folio (cm 50x36), composto di 202 pagine e 72 tavole incise. Si tratta delI' atlante per il quale ebbe la privativa dal Senato veneto nel 1685 , dopo il rientro da Parigi. Nella capitale fran ­cese ebbe la possibilira di consultare carte geogra­fiehe, relazioni di viaggi, opere di astronomia e di geografia, ehe gli fecero maturare nella mente il proposito di realizzare un atlante interamente rea­lizzato in Italia. Nel 1686 viaggio nuovamente in Olanda ed in Francia ove pote raccogliere altro materiale e notizie.

Il successo delI' opera fu tale da dover appronta­re subito una seconda edizione; alla prima, curata da Domenico Padovani, seguirono una seconda (1691) ed una terza (1695) curate da Girolamo Albrizzi. Nel testo e anche incluso un "Catalogo degli autori antichi e moderni ehe hanno scritto e trattato di geografia". L'unico precedente in ta­le senso e il famoso "Catalogus auctorum" di Abraham Ortelius, al quale Coronelli certamente si ispiro; gli 87 nomi di Ortelius diventano 96 in CoronelIi.

Le 72 carte - 44 di grande formato (ern 72x50) e 28 di formato minore (50x36) - sono genera1-mente aggiornate e riportano le ultime scoperte geografiche e le piu recenti descrizioni: il tracciato del Mississippi, ad esempio, e disegnato secondo le relazioni di La SalIe, del 1682; sono indicate le sorgenti del Nilo Azzurro, scoperte da alcuni mis­sionari portoghesi, e trovano puntuale riscontro le relazioni di viaggio degli olandesi nelI' oceano Indiano e Pacifico.

Mano a mano ehe Coronelli realizzava le inci­sioni per l'Atlante Veneto, le raccoglieva in un unico volume senza testo cui diede il titolo di Corso Geogra/ico; tra il 1687 ed il 1697, produsse piu di 260 tavole incise su rame nel propria labo­ratorio nel convento dei Frari. Dopo avere pubbli­cato due edizioni parziali negli anni 1689-92 (con 68 tavole) e nel 1692 con 173 carte, realizzo il Corso Geogra/ico Universale in due volumi, con 260 tavole (1694 -1697) . Nell'opera definitiva , secondo il ben nota stile di CoronelIi, trovarono posto carte, vedute di citta e di monurnenti, for­tezze, particolari delle isole egee e di Candia, a lui ben note attraverso le relazioni e le cartografie della repubblica veneta.

In tale maniera, per aggiunte successive, non prive di ripetizioni (spesso alcune immagini com­paiono due, tre 0 quattro volte in differenti volu­mi) , Coronelli costrul nell'arco di un decennio ben tredici volumi in foglio, cui diede il norne com­plessivo di Atlante Veneto. Ecco di seguito i tredi­ci volumi cosl come compaiono in un elen co delle opere di Coronelli del1701:

Atlante Veneto I volume (1690, '91, '95) dell'Atlante Veneto

Isola rio , II parte prima (1696)

Isolario, III parte seconda (1697)

Corso geogra/ico, IV parte prima (1694)

Corso geograjico, V parte seconda(1697)

Teatro delle Cittd , VI parte prima (1696)

Teatro delle Cittd , VII parte seconda (1696)

Teatro delle Cittd , VIII parte terza ( ? )

Libro dei navigli IX differenti (1697) 91

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Libro deZ GlobZ X (1697, 1705)

Libro dz molte sZngolarltd XI di Venezia (1693)

Libro dei rltrattZ XII (1697)

SpecchZo deI mare XIII (1698)

I due volumi dell'Isolario, intitolati Iso la rio del­I'Atlante Veneto, eostituiseono il seeondo ed il terzo volume dell'intera raeeolta. Rispetto al prima volume si nota da un alto una maggiore rieehezza di tavole, soprattutto inserite nel testo, dall' altro un 'impaginazione difettosa ehe rende gli esempla­ri tutti diversi gli uni dagli altri; ad aggiungere eon­fusione , non fu mai stampato l'indiee annuneiato in apertura del volume. I difetti tipografici di quel-10 ehe puo senza dubbio definirsi il piu importan­te isolario mai pubblieato, vanno attribuiti all'as­senza di un editore responsabile ed alla composi­zione artigianale delle eopie realizzate da Coronel­li nel suo laboratorio. n prima volume si eompone di 327 pagine e di 160 incisioni ed e relativo alle sole isole del Mediterraneo. Ha osservato Armao ehe "per l' originalita delle notizie attinte a opere poeo note, a relazioni non pubblieate a eomuniea­zioni private, il testo di questa grande opera coro­nelliana e di notevole importanza"; in effetti sono aeeuratamente deseritte le isole dell 'Istria edella Dalmazia, possessioni venete, e le isole dell'Egeo. Gran parte delle tavole risultano prese da opere preeedentemente pubblieate oltre quelle pubbli­ca te nell'Atlante Veneto e nel Corso Geografieo, furono riproposte quelle realizzate per le Memorie istoriogra/iche della Morea, per Rodi e Negroponte e per Isole e Cittd.

n seeondo volume e dedieato alla deserizione delle altre isole del mondo, ma risulta di dimen­sione minore del primo, per la limitatezza dei dati storici e geografiei disponibili: 188 pagine di testo e 69 tavole. Compaiono per la prima volta in volu­me le 10 tavole dei mezzi fusi di globo di 3 piedi e

mezzo di diametro, incise nel 1698 e ehe saranno poi riproposte nel Libro dei Globi del1697 .

Quest'ultima e forse una delle piu originali opere di Coronelli; eomposta di 162 tavole nelle quali sono rappresentati i fusi e le parti di fuso, le ealotte nonehe gli elementi deeorativi neeessari per la eostruzione dei globi terrestri e eelesti di 2 onee (mm 58) , di 4 on ce (mm 116) , di 1 piede e mezzo (em 52) e di 3 piedi e mezzo di diametro (em 121). La globografia e forse l' attivita piu nota e stimata di Coronelli, eertamente non a torto. n Libro dei Globi, del quale apparve una seeonda edizione nel 1705, e un duraturo monumento alla sua professionalira, oltre ad essere l'unieo lavoro italiano ehe possa eompetere eon le affermate pro­duzioni fiamminghe.

Nella deserizione della eitta ideale, immaginata eome una luminosa e isolata roeeaforte protesa verso il eielo e eonformata seeondo una elaborata eabala astrologiea, Tommaso Campanella nella Cittd dei Sole eolloea al suo eentro, nel piu simbo­lieo dei luoghi ove e l' Altare, una eoppia di globi. n globo eome allegoria della eonoseenza piu pro­fonda dell'Universo edella Terra ed anehe eome rimando ideologieo al continuo dialogo tra maero­eosmo e mieroeosmo, tra Dio e l'Uomo.

Campanella aveva posto quindi i globi in una posizione eentrale ed altamente simboliea nella sua Citta ideale e Coronelli feee SI ehe ogni uomo potesse godere di quello straordinario privilegio nella propria quotidiana esperienza domestiea: il eielo e la terra nella propria easa.

La rappresentazione urbana e un' altro dei temi preferiti di Coronelli, ehe aveva pubblieato gia dal 1698, due volumi eon oltre 240 tavole, dal titolo Isole, cittd e /ortezze piu principali d'Europa. La trattazione dell'ieonografia urbana non poteva maneare nel novero dei volumi dell'Atlante Vene­to; eosl, a otto anni di distanza, ritorno sull' argo­mento realizzando due grossi volumi in foglio, eui diede il titolo Teatro delle cittd e porti principali dell'Europa. I volumi diehiarati da Coronelli nei suoi elenehi risultano tre, ehe dovevano eostituire il sesto, il settimo e l'ottavo volume dell'Atlante

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Veneto, ma le opere note sono tutte in due volumi di oltre 200 tavole. Anche in queste caso il frate francescano fece largo uso delle lastre di rame gia eseguiti per precedenti lavori, soprattutto per le Isole e citta, del 1689, ma anche per il Corso Geo­gra/ico e per i volumi dell'Isolario .

Il prima volume del Teatro delle citta raccoglie le immagini relative all'Italia e al Mediterraneo orientale (secondo 10 schema degli isolari cinque­centeschi), mentre il secondo e dedicato al reste del Mediterraneo, all'Europa ed al mondo intero (Asia, Africa ed America).

L'ultimo volume cartografico che egli decise di includere nell'Atlante Veneto e 10 Specchio deI Mare di Francesco Maria Levanto. Nel frontespi ­zio delI' edizione veneziana Coronelli ricorda la paternita delle carte marine "costrutte dal famoso capitano Francesco Maria Levanto" ed aggiunge di avere riproposto l'atlante "senza la benche minima alteratione, ricorretto bensl nell' originale, coll' aggiunta di numerose postille nel margine ed accresciuto della seconda parte e di copioso indi­ce". Purtroppo la seconda parte non vide mai la luce, mentre il volume pubblicato nel 1698 ripro­pone fedelmente quanta gia stampato a cura di Levanto nel 1664: 152 pagine di teste e 25 carte nautiche. Il teste di Levanto e la traduzione italia­na del Nieuwe Groote Zee-Spiegel, pubblicato nel 1662 ad Amsterdam da Pieter Goos (1615 ca-1675), mentre le 25 mappe idrografiche furono copiate da quelle pubblicate da Goos nella terza parte del suo See-Spiegel. La prima carta di Levan­to reca la seguente illuminante dicitura: "costruite in Amsterdam et corrette dal Cap. Francesco Maria Levanto et a sue spese intagliate l' anno 1663 ".

Anche dellavoro di Levanto Coronelli aveva gia fatto uso in precedenti pubblicazioni: le carte marittime della costa italiana tra Nizza e l'Argen­tario e tra queste e Reggio Calabria, l'isola di Can­dia e l' Arcipelago erano state gia inserite nel prima volume delI' Isolario.

Gli ultimi tre volumi dell'Atlante Ven eto che rimangono da descrivere non sono cartografici, e sono: Libro di molte singolarita di Venetia, del

1693, con 23 tavole di piante, vedute e ritratti; Navi 0 Vascelli ... , del1697 , con 67 tavole di vascel­li e Ritratti di celebri personaggz; del 1697, con 44 ritratti.

Purtroppo dopo la sua morte nessuno volle con­tinuare illavoro dell 'infaticabile frate, forse anche per le invidie e le gelosie sedimentate negli anni nel piccolo ambiente del convento veneziano. La corrispondenza epistolare, i manoscritti , gli appunti andarono al macero 0 furono dispersi come i libri della vastissima biblioteca; i rami delle incisioni furono venduti a peso. Se l' Accademia degli Argonauti non fosse stata solo il sogno di un uomo, l'ingente patrimonio iconografico e di studi di Coronelli avrebbe costituito la base per una ric­chissima biblioteca e l' Accademia sarebbe stata una fucina di studiosi nelle piu svariate discipline umanistiche e scientifiche.

Il ritrovato interesse per gli atlanti

Venezia e l' area posta sotto il suo dominio gio­carono un ruolo fondamentale nel rinnovato inte­resse per gli atlanti geografici in Italia durante la seconda meta del XVIII secolo, e non e certo casuale che anche nel campo dell'editoria edella calcografia assistiamo nello stesso volgere di tempo ad una loro ripresa nell'area veneziana. Il grande periodo della produzione di atlant i italiani si era chiuso, come si e visto, con l' opera del padre Vincenzo Coronelli alla fine del XVII secolo.

L'unico precursore nella rinascita della produ­zione di atlanti nel Veneto - che puo essere collo­cata intorno al 1770 - e Giovambattista Albrizzi, che pubblico un atlante in due volumi, dal titolo Atlante Novissimo che contien tutte Ie parti deI mondo, pubblicati rispettivamente nel 1740 e nel 1750. Il teste geografico (59 pagine nel prima volume e 79 nel secondo) fu copiato sostanzial­mente dall 'opera di Nicolas Sanson (1600-1667) mentre le 78 carte furono in gran parte tratte da quelle pubblicate dall ' olandese Isaak Tirion (morto nel1769) e dal francese Guillaume Delisie (1675-1726) il cui norne compare nel frontespizio 93

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VLADIMffiOVALEmO ____________________________________________________________________ _

figurato posto in testa all' atlante. l' editore, nel preparare le tavole geografiche, trasse profitto dalle carte che stava facendo incidere per l' edizio­ne italiana dell'opera storico-geografica di Thomas Salmon, che apparve a Venezia in 26 volumi, tra il 1731 ed il 1762. Si ignorano, purtroppo, i nomi degli autori dei disegni e degli incisori; l'unica tavola sulla quale sono poste le firme e quella del mondo in due emisferi il cui apparato decorativo fu disegnato da Giovambattista Piazzetta (1683-1754) ed inciso dall' artista bellunese Giuliano Giampiccoli (1703-1759).

Sotto l'impulso della fama acquisita da Gilles (1686-1766) e Didier (1723-1786) Robert de Vau­gondy, Francesco e Paolo Santini, rispettivamente editore ed incisore, pubblicarono un Atlas Univer­seI, riprendendo l' atlante edito dai due geografi francesi nel 1757, e non solo nel titolo. Le carte dell'atlante dei Santini (ben poco si conosce sul loro conto, non e nemmeno certa una loro relazio­ne di parentela) provenivano da numerosi autori: oltre che dai ricordati Gilles e Didier, gli originali erano stati realizzati da Rigobert Bonne (1727-1795), Jean Janvier (1746-1782), Jean Baptiste Bourguignon d' Anville (1697-1782) dal tedesco J ohan Baptiste Homann (1664-1724) e dai suoi eredi, nonche da alcuni cartografi italiani i cui lavori furono principalmente utilizzati per la costruzione delle carte regionali. Stranamente i Santini non risultano tra i sottoscrittori dell'Atlas UniverseI dei Robert de Vaugondy e nulla e stato trovato circa accordi intercorsi tra gli editori vene­ziani ed i cartografi francesi per la realizzazione delI' edizione veneziana. Sebbene l' atlante non sia una riproduzione fedele di quello parigino - furo­no aggiunte nuove carte e ne furono sostituite altre - il frontespizio datato 1776 e rigorosamente iden­tico; inoltre i Santini adottarono 10 stesso formato e la stessa lingua, il francese. Probabilmente le modifiche apportate e l' aver dichiarato su ogni carta la fonte utilizzata li salvarono da un'accusa di plagio. Tra le novita degne di menzione vanno annoverate le carte particolari di parecchie regioni italiane, soprattutto nell' area settentrionale, espressamente "dressees sur les lieux" -come e

annotato sui frontespizi - e la carta dello Stato Pon­tificio in tre fogli di Ruggero Boscovich (1711-1787), pubblicata nel 1755 . La parte italiana del­I' atlante risulta certamente la piu interessante per l' accesso che gli autori avevano a materiale mano­scritto di circolazione assai limitata 0 di recente pubblicazione.

Tutte le carte furono incise dal bellunese Dome­nico Baratti, che non firmo i rami, e furono pub­blicate tra il 1775 ed il 1780; l'ultima incisione fu quella relativa allo stretto di Gibilterra, realizzato da Baratti nel1780.

I Santini non ebbero grande fortuna con la pub­blicazione delI' atlante; una prova e fornita dalla rarita della prima edizione, che reca soltanto i loro nomi. Essi furono probabilmente sopraffatti dai costi e dalle difficolta di esecuzione e di smercio di un'opera cost imponente e costosa. Documenti d' archivio ci rendono edotti dei "gravissimi danni per la indisciplina degli operai" subiti da Paolo Santini. Sta di fatto che tutti i rami dell'atlante furono venduti il 22 giugno 1781 a Giuseppe Remondini, che li acquisto per 33 .000 lire venete.

Paolo Santini non si ritiro, comunque, dall ' ago­ne cartografico e realizzo negli anni successivi altri due atlanti di dimensioni minori dell'Atlas Univer­seI, finalizzati a due particolari ambiti del mercato: quello dei viaggiatori e quello scolastico. Del1783 e un Atlas portatt! d'Italie a l'usage des voyageurs, composto di 7 carte, mentre degli anni 1788-1793 e un piu consistente Atlas portati/ a l'usage des col­leges, con 63 tavole geografiche e storiche. Que­st'ultimo fu eseguito sulla scorta dell'opera omoni­ma delI' abate Grenet, le cui carte furono realizza­te a Parigi, tra il 1779 ed il 1782, da Rigobert Bonne.

Remondini, invece, era in quegli anni un editore emergente, sfrontato ed audace che aveva invaso con le immagini popolari il mercato europeo, facendo una concorrenza spietata agli editori tede­schi di Augsburg che, nel 1776, riuscirono a far sequestrare parecchie casse di stampe popolari sostenendo che si trattava di copie da originali tedeschi. La famiglia Remondini era di Bassano, centro che vide fiorire un discreto numero di stam-

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perie nel eorso del XVIII seeolo, fenomeno oggi abbastanza studiato. La ditta di Bassano ineappa anehe in un ineidente internazionale a seguito della stampa di un'immagine satiriea eontro Carlo III di Spagna, ehe feee le sue rimostranze al Senato vene­to minaeeiando d'interdire 1'entrata in Spagna delle stampe e dei libri impressi a Venezia. I Remondini divennero, nella seeonda meta del XVIII seeolo, sotto la direzione di Giuseppe (1747 -1811), una delle prime industrie produttriei di earta stampata in Europa; nei loro stabilimenti si produceva di tutto: dalla earta per parati - ehe si suppone sia stata una loro invenzione - alle imma­gini saere e popolari, dai testi scientifici - l' opera eompleta di Ruggero Boseovieh fu da loro pubbli­eata - ai piu raffinati lavori editoriali. Giovambatti­sta Remondini (1713 -177 3) e suo figlio Giuseppe, eon un sense estremamente moderno delI' eeono­mia, diversifiearono gli investimenti e le attivita produttive: furono aequistate eartiere, filande, pro­prieta terriere, fu ereata una fonderia per produrre earatteri di stampa e fu aperto un laboratorio per addestrare i giovani ineisori. Con tale politiea l' a­zienda divenne indipendente dagli umori del mer­eato e pote eontrollare la produzione in tutte le fasi, dalla materia prima al prodotto finito ed alla sua distribuzione.

In tale politiea di ampliamento e di diversifiea­zione della produzione l' atlante geografieo poteva essere un buon investimento, ed anehe queste eolpo anda a segno perehe, eome e stato osservato, "fu un autentieo sueeesso di vendita". L'atlante fu ristampato nel1784 eon l' aggiunta di otto earte nel prima volume e di quattro nel seeondo nonche, eosa piu importante, fu aggiunto Chez R emondini sul frontespizio e sotto il titolo di ogni earta. Tale particolare eonsente di distinguere le edizioni remondiniane da quelle di Franeeseo Santini. Un'ulteriore edizione apparve nel1804, eon molte­pliei aggiunte, tra le quali e degna di nota una earta della Gran Bretagna in quattro foglio, tratta dall'o­riginale di Thomas Kitehin (1718-1784) del1799. Alcune earte furono anehe abbellite eon pieeoli frontespizi (aggiunti sui fogli originali attraverso l'impressione di un ulteriore rame) ad imitazio-

ne dello stile usato dall'editore Antonio Zatta. L' aequisto deli ' atlante da parte di Remondini av­

veniva negli stessi anni in eui Antonio Zatta stam­pava il suo prestigioso atlante in quattro volumi e solo poehi mesi dopo la pubblieazione dell'annun­eio di un atlante geografieo di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni. Giuseppe Remondini, eon il tempe­stivo aequisto, trasse profitto dal clima di ereseente interesse verso la geografia e gli atlanti, nel quale erano maturate le operazioni di Zatta, raffinato e nota editore, e di Rizzi Zannoni, astronomo, geo­grafo e eartografo di fama internazionale.

11 prima volume delI' atlante di Zatta dal titolo Atlante Novissimo, illustrato ed accresciuto sulle osservazionz; e scoperte dei piu celehri e recenti geo­gra/i, apparve nell778. 11 conflitto tra gli editori di Venezia e di Bassano deve essere stato molto duro ed in parte emerge dal tone dell 'introduzione all'a­tlante di Zatta, della quale tra poeo parleremo, ehe fu ristampata nel seeondo volume apparso nel 1782. Era una battaglia fra gig anti nel mondo del-1'editoria, la eui posta in gioeo era un vasto merea­to formato da aeeademie scientifiche, universita, seuole, studiosi, eollezionisti e mereanti.

L'opera di Zatta era nata eome atlante di eorre­do alla Geogra/ia di Anton Friedrieh Büshing (1724-1793), per la quale egli aveva rieevuto, nel 177 3, un privilegio di 15 anni dal Senato veneto "a eondizione ehe, sia impresso in buona Carta, per­fetti Caratteri, bel Margine, e diligenti Correzioni, e ehe le Tavole suddette restino ben ineise"; i Riformatori dello Studio di Padova, eui era affida­to il controllo della produzione libraria nella Re­pubbliea, si uniformarono alle riehieste del Sena­to. Nei Saggi preliminari di Geogra/ia, ehe introdu­eono l' atlante, l' autore purtroppo seonoseiuto, ma potrebbe rieonoseersi la mann di Giovanni Anto­nio Rizzi Zannoni 0 forse di Giovanni Valle, suo allievo (vd biografia nel presente volume) sostiene ehe "era lungo tempo ehe in questa nostra bella e eolta parte d'Europa si desiderava un Atlante Geografico, ehe eorrispondesse alla dignita della Nazione", mentre poeo dopo rieorda ehe akune reeenti imprese "finirono di avvilire la Nazione, ehe vide alla materna sua lingua preposto un idio- 95

VLADIMIRO VALERIO _________ _ _ ___ _ ____ _______________ _

ma straniero": e chiaro il riferimento all'atlante di Paolo Santini che era scritto in francese! Vale la pena di sottolineare che, al fine di screditare l' a­tlante dei Santini - opera alla quale, comunque, non si fa mai menzione - l' estensore dei Saggi pre­liminari attacca spietatamente il lavoro di Didier Robert de Vaugondy. Facendo riferimento ad una sua memoria sulle recenti scoperte nel Nord Ame­rica (apparsa a Parigi nel 1774) egli scrive: "noi siamo ben lontani dal prestare alcun grado di cre­denza riservandoci anzi di correggerlo", mentre poco prima aveva annotato: "non pretendiamo di approvare quanta quel geografo francese in detta carta sistematica propone".

In una nota in calce alla "Tavola delle longitudi­ni e latitudini", costruita sui dati della Academie des Sciences di Parigi (1775) e scritto, con una punta di presunzione, che se si dovessero riscon­trare differenze tra le carte dell' atlante di Zatta e le altre, le prime dovrebbero servire "di emendazio­ne alle carte delli medesimi ed altri autori" . Tra le novita piu significative vi e la comparsa delle nuove isole scoperte nell' oceano Pacifico da J ames Cook (1728-1779) e la prima carta italiana della Nuova Zelanda (1778): "noi non abbiamo fatto altro che copiarla e l'unico nostro vanto e stato quello di essere i primi a comunicare all'Italia una carta tanto interessante". L' atlante in quattro volu­mi di Antonio Zatta rimane uno dei piu importan­ti mai prodotti in Italia anche per la estrema cura tipografica che l'editore ebbe nel preparare l'ope­ra: le carte sono tutte corredate da vignette di vago sapore arcadico ed il testo e spesso incorniciato ed accompagnato da vari elementi decorativi. Zatta rispose perfettamente alla richiesta del Senato e dei Riformatori, che abbiamo prima ricordato: "che le tavole suddette restino ben incise" . Nei Saggi preliminari egli fa un largo uso dei suoi famo­si caratteri a stampa e degli elementi decorativi usati sia per incorniciare il testo sia per comporre elaborate immagini tipografiche. Nella redazione finale , composta di quattro volumi, l' atlante rag­giunse il numero di 215 carte (70+49+52+44).

Antonio Zatta si mostro anche editore partico­larmente attento agli avvenimenti politici contem-

poranei ed alla sua vivacita editoriale si deve un interessante volume intitolato Le Colonie Unite dell'A merica Settentr.le di nuova projezione dedica­to a Ss. EE. Li Signori Rz/ormatori dello Studio di Padova , pubblicato e Venezia 1791 e, nel1794, un Atlante Nazionale di Francia.

Antonio Zatta utilizzo di nuovo le bordure tipo­grafiche per decorare il suo Nuovo Atlante scola­stico pubblicato nell'ultimo decennio del secolo; nell'Avviso preposto alle carte, Zatta osserva che "l'atlantino cosl ridotto facilita di molto ... l'intelli­genza dei sfatti correnti ... e puo giovare moltissimo ai Maestri delle Scuole e dei Seminari ". In quel periodo la produzione di atlanti semplificati e ridotti ad uso didattico inizia ad essere abbondan­te, anche se oggi e difficile da valutare poiche sol­tanto pochi esemplari sono sopravvissuti. L' am­piezza del mercato scolastico si puo dedurre da un lato dal numero di edizioni del piccolo atlante di Zatta (quattro in meno di un decennio) e dalla pronta risposta di Remondini che pubblico un atlante tascabile nel1801, dall'altro dalla diffusio­ne di specifici testi-atlante di geografia.

11 piccolo atlante di Remondini e intitolato Atlas Geographique dresse sur les meilleurs cartes de ces derniers tems, a I' usage des ecoles, & de toute la j eu­nesse des deux sexes; il frontespizio il titolo ed il formato sono ricopiati da un atlante di Rizzi Zan­noni pubblicato a Parigi nel1762, al quale l'edito­re veneziano aggiunge un consistente numero di carte (da 37 si passa a 60).

Tra i nuovi testi-atlante per uso scolastico, vanno ricordate le molteplici edizioni veneziane, a partire dal 1777, del Nuovo atlante portatile, un volume di testo in 16mo accompagnato da una ventina di piccole tavole; una delle ultime fu stam­pata da Giacomo Storti nel1796. Nell'introduzio­ne di quest'ultimo, l' autore (anche questa volta sconosciuto) ci informa che erano parecchi gli atlanti in circolazione finalizzati all'insegnamento della geografia per la gioventu e, dopo alcuni chia­rimenti sulla struttura dell ' opera e delle carte "incise sopra quelle del Signor de l'Isle" , mette in guardia illettore dal non "confondere quest'Ope­ra con altra a un di presso somigliante" intitolata

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Atlante dei Fanciullz;' le restanti otto pagine del­l'introduzione sono tutte dedieate ad una sistema­tiea eritiea dell' opera eoneorrente.

La denigrazione degli avversari e una delle tatti­ehe rieorrenti adoperate dagli editori - ma anehe dagli autori - per piazzare i propri prodotti eultu­rali e nessuno ne fu esente.

La Eneyclopedie e l'insegnamento della geograjia

La partieolare attenzione svilu ppata nell ' eta della Ragione per la geografia e la riforma del siste­ma seolastieo, ehe passo dalle mani dei privati a quelle dello Stato, sono tra i prineipali fattori ehe influenzarono la produzione e la qualita degli atlanti nella seeonda meta del '700. E stato osser­vato ehe "il moltipliearsi delle esigenze organizza­tive dello Stato assoluto indussero allora i sovrani a mediare il fine earitativo e religioso ehe aveva sempre dominato la seuola primaria eon nuovi obiettivi politieo-soeiali" (Balani, Roggero 1976, p . 176) ; eil disagio ehe iniziava a serpeggiare anehe nel mondo della eultura e nitidamente espresso da Masson de Morvillier (1740-1789) nel Discours sur la Geographie: "Nous aimerons -egli serive- autant un genre d 'edueation qui format des hommes pour la soeiete, & nous donnat des citoyens, que des jeunes pedans, qui eroient tout savoir paree qu 'ils peuvent reeiter en gree & en latin des mor­eeaux de Demosthene & de Tite-Live".

Anehe in questo ambito la repubbliea di Vene­zia diede un sostanziale eontributo eon la pubbli­eazione, a Padova, delI' edizione ampliata e perfe­zionata delI' Encyclopedie. L'impegnativa impresa tipografiea ebbe inizio al prineipio del 1783 ed e stata giustamente definita "1' opera piu grandiosa" fra quante furono stampate dalla Tipografia del Seminario di Padova. L' edizione padovana, sebbe­ne stampata in franeese, fu abbastanza diversa da quella originale; gli editori italiani affermano infat­ti , in maniera alquanto eritiea, ehe "le fran<;;ois en general ... ne soueient point de ce que n'appartient pas a la Franee", e fanno riferimento anehe ai piu reeenti avvenimenti quali il terribile terremoto

delle Calabrie del 1783 ed alla "rouineuse guerre" tra la Gran Bretagna e le sue colonie. Completa­mente ribaltata, rispetto a quanta asserito da Zatta, e l'opinione su Robert de Vaugondy ehe e ricordato eome eollaboratore dell' eneiclopedia e la eui opera" a la merite d' etre tres exaete".

L' eneiclopedia sottolineo la nascita - 0 meglio sarebbe dire la rifondazione - della geografia inte­sa eome diseiplina seientifiea ed autonoma; obiet­tivo dei curatori era di superare la limitata opinio­ne di d' Alembert, ehe "relegue d' emblee la Geo­graphie a l' ombre de l'Histoire" (Broe 1975, p. 250). Nell 'introduzione alla voee "geografia", nel­l' edizione padovana, Masson de Morvilliers si mostra stupito "de l' espaee d'indifferenee qu' on a eu jusq'iei pour eette seienee dans nos maisons d'instruetion" . Il problema della rieerea della lon­gitudine, ehe e strettamente eonnesso alle grandi navigazioni oeeaniehe, l' aiuto fornito dalla seienza astronomiea alla risoluzione di problemi di posi­zione e di estensione delle terre e la nascita della geodesia sono tra i fattori ehe eontribuirono ad elevare la geografia ad un ruolo seientifieo, ehe non andra piu perso negli anni a venire.

Nell'Encyclopedie Mithodique, ehe si andava pubblieando in Franeia a partire dar 1782, i due volumi dell'Atlas de Geographie Moderne apparve­ro nel 1787 e fmono curati da Rigobert Bonne e da Nieolas Desmarest (1725-1815) . Le tavole ehe aecom pagnavano l' edizione padovana delI' en­eiclopedia fmono in eise nel 1789 e nel 1790 -eon una tempestivita davvero sorprendente - da Pietro Seattaglia (173 9-181 0), per eonto della Tipografia del Seminario. L' atlante, pubblieato in due volumi, propone, nelle 140 mappe di eui si eompone, un'immagine aggiornatissima dell'inte­ro mondo. Le ultime 19 tavole formano un'appen­diee interamente dedieata alle nuove seoperte nel­l' oeeano Paeifieo; 10 stretto di mare fra la Tasma­nia (aneora detta terra di van Diemen) e l' Austra­lia (Nuova Olanda) stava per essere seoperto (1799) e per la prima volta la linea di eosta tra le due terre e interrotta eome a voler segnalare il dubbio geografieo.

Tutta l'impresa editoriale pare ehe fosse molto 97

VLADIMIRO VALERIO _________ __________________________ _

Carta delta Nuova Zelanda tratta dal rilevarnento eseguito da Jarnes Cook, pubblicata nell'Atlas de Geographie Moderne, Padova 1789.

avversata, avendo ineontrato l'invidia e l' aperta ostilita degli editori veneziani; i Remondini di Bas­sanG pare avessero addirittura intenzione di stam­pare un' edizione in italiano a mano a mano ehe 1'eneiclopedia veniva pubblieata a Padova, ma la Tipografia del Seminario riusd a bloeeare questa iniziativa eoneorrenziale.

Benehe non paragonabile per bellezza alle eon­temporanee incisioni delI' atlante pubblieato da Zatta, quello delI' eneiclopedia rimane tra i piu imponenti e i piu aggiornati ehe siano mai stati pubblieati in Italia.

Il progetto di Rizzi Zannoni e la fine delta supremazia veneziana

L'idea di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736-1814) di eseguire un atlante geografieo (vd biografia nel presente volume), nautieo, politico e militare (come egli 10 definisee) merita un eenno particolare sebbene tale progetto non sia andato in porto in quanta abbandonato solo poehi mesi dopo l'useita dell'opuseolo pubblicitario. L'atlan­te, come si evinee dal Manz/esto, era il piu ambi­zioso progetto mai immaginato in Italia e preeor­re, per eerti aspetti, i grandi atlanti ottoeentesehi di Philippe Vandermaelen e di Adolf Stieler.

In Italia solo nel1927 il Touring Club Italiano realizzera un atlante degno di eonfronto eon quello progettato da Rizzi Zannoni.

Il Manz/esto, pubblieato nel marzo del 1781, aveva 10 seopo di presentare l' atlante e di raeeo­gliere le sottoserizioni. Sebbene Rizzi Zannoni sia citato in terza persona e indubbio ehe lui ne sia l'ispiratore se non l'unieo autore; il eosto delle ineisioni (1' atlante era progettato in oltre 200 fogli di formato imperiale) aveva eostretto l' autore ad avviare le sottoserizioni, ehe si raeeoglievano presso alcuni librai-tipografi. E probabile ehe questi si fossero eostituiti in una sorta di assoeia­zione allo seopo di dividere i risehi ed i eosti del­l'impresa. Dal manifesto traspare l'intenzione di eomporre una sorta di enciclopedia eartografiea raeeogliendo in un'uniea opera mappe eelesti,

nautiehe, storiehe nonehe fogli a stampa eon la deserizione delle singole aree geografiehe.

In effetti illavoro era stato progettato per l'edi­zione di Livorno delI' enciclopedia, "progetto ehe non fu poi eseguito per varie eombinazioni" ehe l' autore "erede inutile di qui riferire" (Manifesto 1781, p. 1) e ehe purtroppo non eonoseiamo.

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Faeevano parte dell'atlante anehe mappe minera­logiehe tratte da quelle di J. E. Guettard (1715-1786) ehe "potranno ben reeare qualche poeo di lume alla storia naturale del globo" (Manifesto 1781, p. 14), mentre per uso della navigazione si intendeva pubblieare - oltre le normali earte nau­tiehe - una mappa delle declinazioni magnetiehe secondo le informazioni fomite dall'inglese J am es Dodson. A Rizzi Zannoni non sfuggiva 1'uso mili­tare della eartografia: "i litigi de' Sovrani - egli afferma - si eontrarj ai progressi delle scienze eon­tribuirono non ostante a quelli della Geografia" e, dopo un breve ma dettagliato elen co delle earte prodotte durante le ultime guerre in Europa, si duole del fatto "ehe si validi, ed abbondanti soe­eorsi non abbiano aneora eeeitato i Geografi a rin­novare le loro produzioni, ne ad intraprendere un qualche Atlante meno imperfetto degli altri". Rizzi Zannoni, eon il suo atlante, indirizzato a "Sovrani e loro Ministri nelle varie parti della pubbliea amministrazione" ed ai "militari, ai negozianti, ai viaggiatori ed ai filosofi" , intendeva riempire tale laeuna.

Le prime pagine dell'atlante, relative allo Stato della Chiesa ed alla Toseana, erano programmate per il mese sueeessivo all'uscita del manifesto (eioe per il mese di aprile del1781) ma la sua improvvi­sa partenza per Napoli -la riehiesta da parte della eorte borboniea fu inoltrata al Senato veneto nel­l'aprile 1781 - eostrinse la eompagnia editoriale ad abbandonare l'impresa. Venezia perdeva un gran­de geografo mentre Napoli fondava sulla sua atti­vita il rinnovamento della eartografiea, ehe segno 1'intera eultura scientifiea meridionale nei deeenni a vemre.

Epilogo

La fine della Repubbliea veneta segno il declino dell'attivita editoriale a Venezia ed il passaggio del­I' area di influenza eulturale dalla F rancia all' Au­stria e, in generale, al mondo germanieo: Venezia fu eeduta dai franeesi all' Austria eon il trattato di Campoformio del 17 ottobre 1797 ma la fine della

sua autonomia era gia stata definita eon i prelimi­nari di Leoben il 18 aprile.

Nei primi due deeenni del seeolo vengono pro­dotti ben poehi lavori originali; ineontriamo una riedizione, eon poche aggiunte, del veeehio Atlas Universei di Remondini (1804) ed un piccolo e mal ineiso atlante di Giovanni Valerio Pasquali (1810) le eui 27 earte erano state eseguite per la 21 a edi­zione della Geogra/ia Universale dei padre Bu/fier, pubblieata nella Stamperia Santini nel 1808. La trasmigrazione delle tavole geografiehe da un' ope­ra ad un' altra ed il loro riutilizzo sono un altro fenomeno partieolare, ehe si e riseontrato anehe nei secoli preeedenti, dovuto alla neeessita di ammortizzare il piu presto possibile le spese di redazione e d'incisione delle earte e di trame il maggiore profitto possibile. Non va dimentieato ehe Pasquali aveva iniziato il suo training eome incisore eartografo in oeeasione dell' allestimento dell' atlante progettato da Rizzi Zannoni; in quella oeeasione era stata lui affidata la direzione artisti­ca dell'impresa.

Soltanto nel 1829 apparve di nuovo a Venezia un atlante universale di un eerto interesse, eurato da Giuseppe Dembsher del quale non sono riusci­to a rintraeciare alcuna notizia biografiea. l' atlan­te fu eseguito sulla base delle earte di Adolf Stieler (1755-1836) e di Christian G. Reiehard (1758-1837), autori della prima edizione del famoso Stie­ler Hand-Atlas, il piu prestigioso atlante tedeseo del XIX seeolo.

1'edizione veneziana, dal titolo Atlante Univer­sale dei Globo compreso in XVIII carte elegante­mente intagliate in rame, e 1'uniea prodotta al di fuori dei eonfini tedesehi; anehe quando verso la meta del seeolo la easa editriee di J ustus Perthes (1749-1816) decise di avviare edizioni in lingua straniera, non fu mai eoneesso ad altri di produrle. 1'atlante di Dembsher fu pubblieato dalla tipogra­fia di Alvisopoli, ehe aveva preso il nome dalla eitta utopistiea fondata nel 1800 da Alvise Moee­nieo, un nobile veneziano ehe intendeva dare eorpo al sogno illuministieo di una libera eitta, una "eolonie d'hommes libres" eome la sognava Dide­rot, nella quale eonvivessero in armonia e finaliz- 99

VLADIMIROVALERIO ___ __________________________________ _

Mappamondo con l'indicazione degli antipodi pubblicato nell'Atlante Universale del Globo di Giuseppe Dembsher, stampato nella Tipogra/ia di Alvisopoli, 1829.

zate al progresso umano aziende industriali, agri­eole e attivita attinenti alla sfera eulturale. La tipo­grafia di Alvisopoli, sueeessivamente trasferita a Venezia, ebbe una produzione di tutto rispetto fino alla meta del seeolo. 11 titolo ealligrafieo del­I' atlante, ehe non risulta nell' eleneo delle opere pubblieate dalla tipografia, fu stampatoin litogra­fia da Deye mentre le 18 earte, incise su rame, erano aequarellate eon grande finezza seeondo 10

stile originale dello Stieler's Hand-Atlas. Degna di nota e la presenza di una donna incisore ehe, eon Mareo Zuliani, firma alcune earte: Maria Minio Roeehetti, il eui norne va aggiunto alla non folta sehiera di donne attive in eampo eartografieo. A Venezia, in ogni modo, non era insolito trovare donne incisori nella seeonda meta del '700. Un easo analogo e riseontrabile, in Italia, soltanto nella Toseana lorenese.

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APPENDICE

L' eleneo degli Atlanti Veneti con il quale si chiude queste breve saggio e tratto da un censimento degli Atlanti Italiani esistenti nelle Biblioteche, negli Archivi negli Istituti di Conservazione Italiani approvato dalla Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Cul­turali e dall 'Istituto Centrale per il Catalogo Unico.

- Bartolomeo dalli Sonetti (aut. ), [IsolarZo], Venezia 1485 ca (49 xilografie)

- Bartolomeo dalli Sonetti (aut.), [IsolarZo] , Venezia 1532 (50 xilografie)

- Benedetto Bordone (aut. ), LZbro dz Benedetto Bordo­ne dove sZ ragZona dz tutte le isole, Venezia Niccolo d ' Aristotile detto Zoppino 1528 (53 tavole) Benedetto Bordone (aut.), IsolarZo, Venezia 1534

- Benedetto Bordone (aut. ), IsolarZo, Venezia 1547 - Benedetto Bordone (aut. ), IsolarZo, Venezia 1567 - Pietro Coppo (aut. ), IsolarZo, Venezia 1528 (7 xilo-

grafie ) - Paolo Forlani (aut. e ine. ), Il prZmo lZbro delle cZttd et

fortezze, Venezia 1567 (32 tavole) - Ferrando Bertelli (edit .), CZvZtatum AlZquot InsZgno­

rum ... DZsegnZ dz aleune zilustrZ cZttd ... , Venezia 1568 (66 tavole)

- Donato Bertelli (edit. ), Le vere ZmmagZnZ et deserZt­tZonZ . .. , Venezia 1569 (21 tavole)

- G iulio Ballino (aut .), De' dZsegni delle pZu illustrZ cZttd . . . , Venezia 1569 (51 tavole)

- Tommaso Porcacchi (aut.) , I.:Zsole pZu famose dei mondo, Venezia 1572 (3 0 tavole + 110 pp.), Girola­mo Porro (inc.) Tommaso Porcacchi (aut. ), I.:Zsole pZu famose dei mondo, Venezia 1576 (47 tavole + 201 pp. ) Tommaso Porcacchi (aut. ), L'Zsole pZu famose dei mondo , Venezia 1590 (47 tavole + 201 pp.)

- Tommaso Porcacchi (aut. ), L'isole piu famose det mondo, Venezia 1604 (48 tavole + XI+200 pp.)

- Tommaso Porcacchi (aut.) , L'isole pZu famose dei mondo, Venezia 1605 (48 tavole + ?? pp. )

- Tommaso Porcacchi (aut. ), L'Zsole pZu famose dei mondo, Venezia 1620

- Tommaso Porcacchi (aut .), L'Zsole pZu famose dei mondo, Venezia 1686

- Simon Pinargenti (editore), Isole ehe son da VenetZa nella DalmatZa, et per tutto I'ArcZpelago, /Zno a Costantinopolz; . .. , Venezia 1573 (51 tavole) Nicola Bonifacio, Nicolo Nelli (incisori)

- Francesco Ferretti (aut. ), DZportZ notturni, Ancona 1579 (28 tavole + 188 pp.), Michelangelo Marelli inc.

- Francesco Ferretti (aut.), DZaloghZ NotturnZ, (Vene­zia) Ancona 1604

- Francesco Ferretti, Arte MZlZtare, Ancona 1608 - Francesco Valegio (inc.), Raeeolta dZ le piu zilustri ... ,

Venezia 1580 (322 tavole) - Donato Rasicoti (edit .), Teatro delle pZu ZllustrZ

Venezia 1600 ca) - Pietro Bertelli (edit. e aut. ), Theatrum UrbZum ItalZ­

carum, Venezia 1599 (58 tavole) - Pietro Bertelli (edit. e aut.) , Teatro delle cZttd d'ItalZa,

Vicenza 1616 (67 tavole) - Francesco Bertelli (edit.) Teatro delle cZttd d'ItalZa ,

Padova 1629 - Marco Sadeler (ed.), VZaggZo da VenetZa , a Constan­

tZnopolZ, per marre, e per terra, et ZnsZeme quello dz Terra Santa. CZttd, Castellz; Portz; Gol/z; Isole, Montz; FZumz; e MarZ. Opera vtZle, a mereantz; marZnari, et a studZosZ dz geogra/Za, In Venetia, inizi XVII sec. , (77 tav.)

- Marco Boschini (aut.), Il regno tutto dz CandZa, Vene­zia 1651 (61 tavole)

- Marco Boschini (aut.), I.:A rcZpelago eon tutte le Zsole, seoglz; seeehe e bassz/ ondZ ... , , Venezia, Francesco Nicolini 1658 (49 tavole)

- Vincenzo Coronelli (aut.), Atlante Veneto, Venezia 1690 (1691, 1695) (202 pp ., 72 tavole)

- Vincenzo Coronelli (aut. ), Corso geogra/Zco, parte prima, Venezia 1694

- Vincenzo Coronelli (aut. ), Teatro delle CZttd, parte prima, Venezia 1694

- Vincenzo Coronelli (aut. ), Teatro delle CZttd, parte seconda, Venezia 1696

- Vincenzo Coronelli (aut.), IsolarZo dell'Atlante Vene­to , parte prima, Venezia 1696 (327 pp., 160 immagi­nil

- Vincenzo Coronelli (aut.), IsolarZo dell'Atlante Vene­to, parte seconda, Venezia 1697 (188 pp. , 69 imma­gini)

- Vincenzo Coronelli (aut.), Corso geogra/Zeo, parte seconda, Venezia 1697

- Vincenzo Coronelli (aut. ), Teatro delle CZttd, parte terza, Venezia 1697 ca

- Vincenzo Coronelli (aut.), Lzbro det globZ, Venezia 1697 (1705) (162 tavole)

- Vincenzo Coronelli (aut .), SpeeehZo dei Mare, Venezia 1698 (152 pp. , 25 tavole) 101

I02

VLADLMIRO VALEillO ______________________________________________________________________ __

Philip Cluverius (aut.), Tabulae Geographicae ... , Padava 1699 (42 tavale)

- Giavarnbattista Albrizzi (edit.), Atlante Novissimo, Venezia 1740 (I val. 34 tavale + 79 pagine), 1750 (II val. 44 tavale + 79 pp. )

- G. Bassaglia (edit.) , Francesca Griselini (aut. inc.) , Atlante geogra/ico composto di sette tavole rappresen­tanti i paesi che sono il teatro della guerra cominciata l'anno MDCCLVI, Venezia 1758 (sette tavale).

- Francesca Santini (edit.), Atlas Universei, Venezia 1776 (I val. 60 tavale) , 1780 (II val. 63 tavale)

- Rernandini (edit.), Atlas Universei, Venezia 1784 (I val. 68 tavale), 1784 (II val. 67 tavale)

- Paala Santini (edit.), Atlas portatiJ d'Italie, Venezia 1783 (7 tavale + 3 tabelle)

- Paala Santini (edit.) , Atlas portatz/ Ci l'usage des colle­ges, Venezia 1788 (63 tavale)

- Nuovo Atlante portatile ovvero Metodo /aczie per apprendere la geogra/ia, Venezia, G . Bassaglia 1785 (XXVII+ 324 pp, 24 tavale)

- Atlas Encyclopedique, Pa da va 1789 (I val. 69 tavale + 72 pp.), 1790 (II Val. 71 tavale + 122 pp.)

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ATLANTES ORTELIANI VENETI

- Theatro dei Mondo di Abraamo Ortelio ... , Venezia, Turrini 1655 (l08 tavale)

- Theatro dei Mondo di Abraamo Orte/io .. . , Venezia, Scipian Banca 1667 (l08 tavale)

- Teatro dei Mondo di Abraamo Ortelio ... , Venezia, Stefana Curti 1679 (4 tavale) Teatro dei Mondo di Abraamo Orte/io ... , Venezia, Stefana Curti 1683 (4 tavale) Teatro dei Mondo di Abraamo Ortelio ... , Venezia, Appressa il Bregna 1684 (4 tavale) Teatro deI Mondo di Abraamo Orte/io ... , Venezia, Darnenica Lavisa 1697 (4 tavale) Theatro dei Mondo di Abraamo Ortelio ... , Venezia, Darnenica Lavisa 1697 (2 tavale)

- Teatro dei Mondo di Abraamo Orte/io ... , Venezia, Darnenica Lavisa 1724 (109 tavale)

ATLANTES PTOLEMAICI VENETI

Calaphan: "En tibi lectar Casrnagraphia Ptalernaei ab Herrnanna levilapide calaniensi Vicenciae accu­ratissirne irnpressa. Benedicta Trivisana & Angela Michaele praesidibus M. CCCe. L. XXV Idi Sept. ", Vicenza, Levilapis 1475 (priva di carte)

- Claudii Ptholemaei Alexandrini liber Geographia ... [Venezia,Jacabus Pentius de leucha, 1511] (28 carte incise su legna) Ptolemeo. La geogra/ia di Claudio Ptolemeo Alessan­drino ... con le tavole ... di Meser Iacopo Gastaldo Pie­motese ... Da M. Pietro Andrea Mattiolo ... In Vene­tia, per Giaa. Baptista Pedrezana ... M.DXLVIII (60 carte incise su rarne)

- La geogra/ia di Claudio Tolomeo Alessandrino ... Da Girolamo Ruscelli ... In Venetia Appressa Vincenzo Valgrisi M.D.LXI (64 carte incise su rarne)

- Geographia Cl. Ptolemaei Alexandrini ... A Iosepho Moletio Mathematico ... Venetiis Apud Vincentiurn Valgrisiurn M.D .LXII (64 carte incise su rarne)

- Geographia Cl. Ptolemaei Alexandrini ... Venetiis, ex officina Stellae, Iordani Zileti M D LXIIII (64 carte incise su rarne)

- La Geogra/ia di Claudio Tolomeo Alessandrino ... Da

_________________________________________________________________________________ ATLANTES VENETI

Jeronimo Ruseelli ... In Venetia Appresso Giordano Ziletti, al segno della Stella M. D . LXIIII (64 carte incise su rarne) La Geogra/ia di Claudio Tolomeo Alessandrino ... Da M. Giero. Ruseelli .. . Da M. Gio. Malombra rieorretta .. . In Venetia Appresso Giordano Ziletti, al segno della stella M. D . LXXIIII (65 carte incise su rarne) Geographiae Universae ... Cl. Ptolemaei Pelusiensis ... Jo. Antonio Magino Patavino ... Venetiis, M. D. XCVI, apud Haeredes Sirnonis Galignani de Karera (64 carte incise su rarne) Geogra/ia eioe Deserittione Universale della terra ... di Cl. Tolomeo .. . Gio. A ntonio Magini Padovano ... Venetia, M. D. XCVIII Appresso Gio. Battista e Giorgio Galignani Fratelli (64 carte incise su rarne) Geogra/ia di Claudio Tolomeo Alessandrino ... Da Girolamo Ruseelli ... ampliata da Giose/fo Rosaeeio ... Venetia, M D XCVIII Appresso gli Heredi Mel­chiorre Sessa (69 carte incise su rarne) Geogra/ia di Claudio Tolomeo Alessandrino ... Da Girolamo Ruseelli ... ampliata da Giose//o Rosaeeio .. . Venetia, M D XCIX Appresso gli Heredi Melchior­re Sessa (69 carte incise su rarne) Geograjz'a eioe Deserittione Universale della terra ... di Cl. Tolomeo .. . Gio. A ntonio Magini Padovano ... In Padova, M. DC. XXI, Appresso Paolo e Francesco Galignani Fratelli (64 carte incise su rarne)

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