Un consorzio cittadino del 1420. Società e credito solidale in tempo di crisi, in «Archivio...

Post on 11-Mar-2023

4 views 0 download

Transcript of Un consorzio cittadino del 1420. Società e credito solidale in tempo di crisi, in «Archivio...

Francesco Bettarini

Un consorzio cittadino del 1420. società e credito solidale in tempo di crisi

estrattoda

archivio storico italianodisp. iv - 2014

l e o s. o l s c h K i e d i t o r eF i r e n z e

2015

642 Anno CLXXII

ARCHIVIOSTORICO ITALIANO

FONdATO dA G. P. VIeuSSeuXe pubblicato dalla

dePuTAZIONe dI STORIA PATRIA PeR LA TOSCANA

2 0 1 4

dISP. IV

L e O S . O L S C H K I e d I T O R ef i r e n z e

2015

segue nella 3a pagina di copertina

dePuTAZIONe dI STORIA PATRIA PeR LA TOSCANAPresidente : Giuliano pinto

Consiglio direttivo :rosalia Manno, italo Moretti, renato pasta, Mauro ronzani

ARCHIVIO STORICO ITALIANODirettore : Giuliano pinto

Comitato di Redazione :Mario ascheri, serGio bertelli, eMilio cristiani, riccardo fubini, richard a. Goldthwaite, christiane Klapisch-zuber, halina ManiKowsKa,

rosalia Manno, rita Mazzei, Mauro Moretti, renato pasta, roberto pertici, Mauro ronzani, thoMas szabó, lorenzo tanzini, serGio toGnetti, andrea zorzi

Segreteria di Redazione :lorenzo tanzini, serGio toGnetti, claudia tripodi

Direzione e Redazione: deputazione di Storia Patria per la ToscanaVia dei Ginori n. 7, 50123 Firenze, tel. 055 213251

www.deputazionetoscana.it

I N d I C e

Anno CLXXII (2014) N. 642 - disp. IV (ottobre-dicembre)

Memorie

Francesco Bettarini, Un consorzio cittadino del 1420. Società e credito solidale in tempo di crisi . . . . . . . . pag. 623

rita Mazzei, Il viaggio alle terme nel Cinquecento. Un ‘pelle-grinaggio’ d’élite fra sanità, politica e diplomazia . . . » 645

GaBriele turi, Cultura storica e insegnamento della storia al-l’Istituto di studi superiori di Firenze . . . . . . . » 691

Documenti

toBias Daniels - arnolD esch, Casi fiorentini negli atti della Penitenzieria Apostolica 1439-1484 . . . . . . . . » 729

Recensioni

luiGi Provero, Le parole dei sudditi. Azioni e scritture della politica contadina nel Duecento (Giuliano Pinto) . . . » 763

Palazzo Datini a Prato. Una casa fatta per durare mille anni, a cura di Jérôme hayez e diana toccafondi (steFano calonaci) . . . . . . . . . . . . . . . . » 767

Amministrazione casa editrice leo s. olschki

casella postale 66, 50123 Firenze • viuzzo del pozzetto 8, 50126 Firenze e-mail: periodici@olschki.it • conto corrente postale 12.707.501

tel. (+39) 055.65.30.684 • fax (+39) 055.65.30.214

aBBonaMento annuale - AnnuAl subscription

istituzioni - institutions

la quota per le istituzioni è comprensiva dell’accesso on-line alla rivista.indirizzo ip e richieste di informazioni sulla procedura di attivazione

dovranno essere inoltrati a periodici@olschki.it Subscription rates for institutions includes on-line access to the journal.The IP address and requests for information on the activation procedure

should be sent to periodici@olschki.it

2014: italia: € 126,00 • Foreign € 157,002015: italia: € 132,00 • Foreign € 164,00

(solo on-line - on-line only € 120,00)

Privati - individuAls

(solo cartaceo - print version only)2014: italia: € 92,00 • Foreign € 124,002015: italia: € 96,00 • Foreign € 130,00

toBias Daniels, La congiura dei Pazzi: i documenti del conflitto fra Lorenzo de’ Medici e Sisto IV (enrico roveDa) . . pag. 771

Mario rosa, La Curia romana nell’età moderna. Istituzioni, cultura, carriere (Marco alBertoni) . . . . . . . » 775

DaviD McKittericK, Old Books, New Technologies: the Repre-sentation, Conservatione and Transformation of Books since 1700 (anGela nuovo) . . . . . . . . . . . . » 778

aDolFo BerarDello, Da Bonaparte a Radetzky. Cittadini in armi: la Guardia nazionale a Venezia (1797-1849) (Miche-le siMonetto) . . . . . . . . . . . . . . . » 783

Di generazione in generazione. Le italiane dall’Unità a oggi a cura di maria teresa mori, alesandra pescarolo, anna scattigno, simonetta soldani (luisa tasca) . . . . . » 788

Notizie . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 793

Summaries . . . . . . . . . . . . . . . . . » 815

Libri ricevuti . . . . . . . . . . . . . . . . » 817

642 Anno CLXXII

ARCHIVIOSTORICO ITALIANO

FONdATO dA G. P. VIeuSSeuXe pubblicato dalla

dePuTAZIONe dI STORIA PATRIA PeR LA TOSCANA

2 0 1 4

dISP. IV

L e O S . O L S C H K I e d I T O R ef i r e n z e

2015

la rivista adotta per tutti i saggi ricevuti un sistema di peer review. la redazione valuta preliminarmente la coerenza del saggio con l’impianto e la tradizione della rivista. i contributi che rispondono a tale criterio vengono quindi inviati in forma anonima a due studiosi, parimenti anonimi, esper-ti della materia. in caso di valutazione positiva la pubblicazione del saggio è comunque vincolata alla correzione del testo sulla base delle raccomanda-zioni dei referee.

Francesco Bettarini

Un consorzio cittadino del 1420. Società e credito solidale in tempo di crisi

I primi trenta anni del XV secolo si caratterizzano, nella sto-ria fiorentina, per il costante rialzo del prelievo fiscale imposto dallo stato per sopperire al vorticoso aumento della spesa pub-blica. Il fenomeno, così come è stato scrupolosamente studiato nel secolo scorso, ebbe forti ripercussioni sull’attività manifattu-riera, in particolare la laniera, che visse tra il 1420 ed il 1430 il momento peggiore della sua storia recente.1 L’aumento vertigi-noso della pressione fiscale, dovuta in gran parte alle spese mi-litari, andò di pari passo con la chiusura di un numero rilevante di botteghe ed il calo del numero di immatricolazioni all’interno dell’Arte della Lana. La crisi del compartimento era stata inaspri-ta dalla maggiore competitività di altri centri manifatturieri italia-ni e stranieri, ma anche dalle difficoltà riscontrate nell’approvvi-gionamento della lana inglese. L’individuazione di nemici interni tra i centri produttivi periferici rafforzò la tradizionale vocazio-ne centripeta della Dominante volta ad indebolire la competitivi-

F. Bettarini è dottore di ricerca in Storia Medievale.1 Contributi e suggerimenti sull’originalità del documento oggetto di questo sag-

gio sono pervenuti da Giuliano Pinto, Franek Sznura e Sergio Tognetti, i quali ringra-zio con sincero affetto. Sul rapporto tra prelievo fiscale e spesa pubblica, segnalo so-lamente gli essenziali: a. Molho, Florentine Public Finances in the Early Renaissance (1400-1433), Cambridge, Harvard University Press, 1971; e. Conti, L’imposta diretta a Firenze nel Quattrocento: 1427-1494, Roma, Istituto storico italiano per il Medio Evo, 1984; D. herlihy - Ch. KlapisCh ZuBer, I toscani e le loro famiglie. Uno studio sul ca-tasto fiorentino del 1427, Bologna, Il Mulino, 1988. Sui dati della crisi della produzione tessile a Firenze: h. hoshino, L’Arte della lana in Firenze nel Basso Medioevo: il com-mercio della lana e il mercato dei panni fiorentini nei secoli XIII-XV, Firenze, Olschki, 1980, pp. 204-205; F. FranCesChi, Oltre il ‘Tumulto: i lavoratori fiorentini dell’Arte del-la Lana fra Tre e Quattrocento, Firenze, Olschki, 1993, p. 13.

MEMORIE

624 Francesco Bettarini

tà interna. Secondo la felice interpretazione suggerita da Epstein a proposito del confronto tra lo sviluppo industriale lombardo e quello toscano in età moderna, questa politica protezionistica finì per ostacolare la gerarchizzazione del reticolo urbano, ritenuta come essenziale per uno sviluppo competitivo su scala extraregio-nale.2

Prato rappresentava certamente una delle vittime più illu-stri dell’inasprimento imposto da questa politica economica. For-te dell’alto livello produttivo raggiunto agli inizi del Trecento, la manifattura tessile pratese aveva resistito all’onda d’urto provo-cata dal regresso demografico e dalla perdita dell’autonomia po-litica nel 1351, riuscendo a mantenere un mercato di rilievo per l’esportazione dei suoi prodotti.3 L’inserimento del distretto tessi-le all’interno del ben più ampio circuito commerciale fiorentino aveva anzi offerto ai lanaioli pratesi la possibilità di immettere più agevolmente i loro panni nei traffici internazionali intrapresi dalle grandi compagnie commerciali.4 Ciò è dimostrato sia dall’aumen-to della produzione di panni (passata dai 1.338 del 1358 ai 1.890 del 1372) che dall’elevato numero di lanaioli censiti in città nella seconda metà del Trecento.5 La presenza di un grande mercan-te-imprenditore quale Francesco di Marco Datini dovette inoltre avere delle ricadute positive su tutto il comparto locale, come di-mostra l’ampiezza del bacino di reclutamento di artigiani ed ad-

2 s. e. epstein, L’economia italiana nel quadro europeo, in Commercio e cultura mercantile, Il Rinascimento italiano e l’Europa, IV, Vicenza, 2007, in particolare pp. 37-45.

3 Il regresso demografico continuò a colpire Prato fino alla metà del Quattrocen-to, causando una perdita complessiva dei 2/3 della popolazione censita nel 1325; e. FiuMi, Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall’età comunale ai tempi moderni, Firenze, Olschki, 1968, pp. 84-113.

4 Sulla storia economica di Prato, nel contesto della Toscana tardo-medievale, cfr.: M. CassanDro, Commercio, manifatture e industria, in Prato, storia di una città. Ascesa e declino del centro medievale (dal Mille al 1494), I, a cura di G. Cherubini, Firenze, Le Monnier, 1991, pp. 395-473; s. tognetti, Attività industriali e commercio di ma-nufatti nelle città toscane del tardo Medioevo (1250ca - 1530ca.), «Archivio storico ita-liano», CLIX, 2001, pp. 423-479.

5 M. CassanDro, Commercio cit., p. 406. Risultano attivi, tra il 1352 ed il 1372, 96 lanaioli, 15 tra tiratori e conciatori, 7 tintori, 2 cimatori e 14 ritagliatori; ibid., pp. 471-473.

625Un consorzio cittadino del 1420

detti impiegati nelle sue aziende tessili con sede a Prato.6 Al di là del settore tessile, certamente il motore trainante dell’economia cittadina, è stata inoltre sottolineata, proprio per gli anni datinia-ni, la vivacità di un mercato locale fatto di una pluralità di attivi-tà commerciali connesse ad uno spazio macroregionale.7

Alla resa dei conti della rilevazione fiscale del 1427, tutto que-sto appare però ridotto ai minimi termini, a cominciare proprio dal numero dei titolari di aziende tessili. Il primo catasto annovera infatti solamente undici poste intestate a lanaioli, anche se il dato è circoscritto a coloro per i quali il titolo professionale è esplici-tamente menzionato nella dichiarazione.8 Nello stesso anno, so-lamente 24 artigiani iscritti all’Arte della Lana presenziarono alla cerimonia di ammissione di Domenico di Pasquino da Agliana.9

Questa drastica contrazione delle risorse umane nel distretto tessile pratese è a mio avviso riconducibile al decennio 1418-1428, quando alcune tra le più importanti aziende familiari, attive in cit-tà da generazioni, avevano sospeso o interrotto definitivamente la loro produzione. Il fenomeno ha inizio con la chiusura della bot-tega dei Del Rosso, parte del sistema datiniano, per poi prose-guire con quella di Cecco e Niccolò di Bernardo (1418), Michele di Giovannino Marcovaldi e Francesco Moddei (1422), Antonio di Lorenzo e Stefano di Lazzaro (1423), Bartolomeo Ringhiado-ri (1424ca.), ed altre ancora.10 Grazie al catasto è possibile rileva-

6 F. Melis, Sulla disseminazione dell’opificio laniero pratese del Trecento, «Prato. Storia e Arte», I/2, 1960, pp. 19-24; F. aMMannati, Gli opifici lanieri di Francesco di Marco Datini, in Francesco di Marco Datini. L’uomo, il mercante, a cura di G. Nigro, Firenze, Firenze University Press, 2010, pp. 497-523.

7 r. K. Marshall, The Local Merchants of Prato: Small Entrepreneurs in the Late Medi-eval Economy, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 1999; F. Bettarini, Contabilità e diversificazione degli affari: i libri di conto del notaio Andrea Bertelli da Prato (1373-1453), Prato, Fondazione Internazionale di Storia Economica “F. Datini” (Quaderni di ricerca, 1), 2012.

8 e. FiuMi, Demografia cit., p. 112. Cassandro, pur analizzando maggiormente nel dettaglio i dati di Fiumi, conferma sostanzialmente la proposta dell’esistenza di appena una decina di aziende di rilievo nel 1427; M. CassanDro, Commercio cit., pp. 439-441.

9 Archivio di Stato di Firenze (d’ora in poi ASF), Notarile Antecosimiano, 19438, c. 220v, 06/07/1427.

10 Oltre a constatare la chiusura di queste aziende attraverso le fonti fiscali, ho potuto reperire alcuni documenti notarili direttamente connessi a quelle ragioni socia-

626 Francesco Bettarini

re come la gran parte dei soggetti coinvolti avesse mantenuto un valsente tra i più considerevoli della popolazione pratese, elemen-to questo che lascia intendere come la chiusura delle loro ragio-ni non avesse avuto ripercussioni particolari sul patrimonio fami-liare.11 Possiamo perciò ipotizzare che fosse in atto un fenomeno di riconversione delle attività economiche alla luce della crisi più generale attraversata dalla manifattura laniera.

I fatti sopra descritti furono preceduti ed in parte motivati da una imprevista opportunità. In seguito allo straordinario aumento della domanda proveniente dal mercato di esportazione adriati-co, Firenze aveva deciso di allargare ai lanaioli pratesi la possibi-lità di interagire direttamente con i mercanti ragusei che interve-nivano nel traffico di panni tra Italia e Balcani.12 La scommessa era stata accettata da una larga parte degli imprenditori prate-si, così che i prodotti delle loro botteghe avevano cominciato a riem pire le imbarcazioni dirette verso Ragusa, sbilanciando for-temente l’esportazione in quella direzione. Il rafforzamento degli scambi commerciali con la città dalmata, e con il mercato levan-tino in genere, avrebbe innescato di lì a poco la seconda prima-vera dell’arte della lana fiorentina e la straordinaria ripresa della sua produzione tessile alla metà del Quattrocento.13 Il contribu-to iniziale offerto dai lanaioli pratesi in questo senso risultò de-terminante.14 Non potendo tuttavia vantare la copertura di capi-

li. Per quanto riguarda la bottega di Niccolò di Bernardo, ad esempio, è stato esami-nato il lodo di scioglimento della società; ASF, Notarile Antecosimiano, 14113, c. 86r. La stessa tipologia di documento è stata reperita per l’azienda di Antonio di Lorenzo in: Državni Arhiv u Dubrovniku (d’ora in poi DAD), Diversa Cancelleriae, 42, c. 284v. Per i Ringhiadori, la portata fiscale descrive il disinvestimento dall’attività manifattu-riera; ASF, Catasto, 176, c. 525v. Nel caso di Michele di Giovannino, l’informazione viene da una nota autografa riportata in uno dei suoi libri contabili; Archivio di Stato di Prato (d’ora in poi ASP), Misericordia e Dolce, 7032, c. 1r. Le portate catastali inte-state a Francesco Vinaccesi e Giovanni di Bertino di Conte testimoniano l’inizio della procedura di chiusura delle loro botteghe; ASF, Catasto, 175, c. 56r; 176, c. 635r.

11 e. FiuMi, Demografia cit., pp. 124-125; M. CassanDro, Commercio cit., pp. 439-441.

12 Sulla migrazione dei lanaioli pratesi a Ragusa, cfr. F. Bettarini, La comunità pratese di Ragusa (1414-1434). Crisi economica e migrazioni collettive nel Tardo Medio-evo, Firenze, Olschki, 2012.

13 h. hoshino, L’Arte della lana cit., pp. 267-275.14 Il testo di riferimento sulle origini della manifattura tessile ragusea resta anco-

ra il volume di DusanKa DiniC-KneževiC, Tkanine u privredi srednjovekovnog Dubro-

627Un consorzio cittadino del 1420

tale goduta dai lanaioli fiorentini inseriti all’interno di più ampi sistemi di aziende, il ritardo nei pagamenti degli ordini cominciò ben presto a gravare sui bilanci delle aziende pratesi. Quando il divario tra utili dichiarati e guadagni percepiti raggiunse il pun-to di non ritorno, i titolari cominciarono ad inviare soci e fatto-ri in Dalmazia al fine di costringere i debitori a saldare i conti. L’oligarchia ragusea vide bene di ritardare i propri obblighi pro-ponendo ai lanaioli pratesi di rivestire un ruolo da protagonisti nel lancio della manifattura tessile locale, inaugurata nel 1416 con notevoli investimenti pubblici.

Raccolta la sfida, la comunità pratese di Ragusa era andata ra-pidamente ingrossandosi. Nel pieno di questa concertazione, avve-nuta all’incirca tra il 1418 ed il 1422 all’interno dei fondaci e del-le aule dei tribunali ragusei, trentatre tra i maggiorenti del centro toscano si riunirono per stipulare un accordo eccezionale di cui è rimasta traccia nel dispositivo notarile rogato per l’occasione.15

L’evento si svolse il 29 febbraio 1420 nella sala grande del pa-lazzo comunale di Prato. Il notaio prescelto per convertire in azio-ne giuridica quanto stava per essere concordato fu ser Amelio di messer Lapo Migliorati, figura autorevole e rogatario della maggior parte degli atti di procura richiesti dai pratesi partiti per Ragusa.16 L’azione giuridica consisteva formalmente nel conferimento di un mandato di rappresentanza nei confronti di quattro procuratori. Il notaio qualificò la scrittura giuridica come «Procuratio quamplu-rium», sottolineando il carattere indefinito dell’azione intrapresa ri-spetto ai mandati di procura ordinari dove il conferimento veniva motivato con specifiche ragioni contingenti. Mancava infatti nel-la procura in questione un qualsiasi riferimento a quello che oggi viene definito “aspetto interno della procura”, ovvero il rapporto tra rappresentante e rappresentato ai sensi del mandato spiccato.17

vnika, Beograd, Srpska akademija nauka i umetnost, 1982. Si veda anche: p. pinelli, Tra argento, grani e panni. Piero Pantella, un operatore italiano nella Ragusa del primo Quattrocento, Firenze, Firenze University Press, 2013, pp. 37-52.

15 ASF, Notarile Antecosimiano, 14113, cc. 213v-214v.16 F. Bettarini, La comunità cit., p. 57.17 a. torrente - p. sChlesinger, Manuale di diritto privato, Milano, Giuffrè, 2009,

p. 230.

628 Francesco Bettarini

Il dispositivo, come vedremo, prevedeva l’assunzione di respon-sabilità significative da parte dei procuratori, tra le quali compe-tenze giudiziarie, amministrative e commerciali.

La prima peculiarità del documento che salta subito agli oc-chi è l’assenza di un denominatore comune che definisca comune-mente gli autori ed i destinatari del mandato alla luce della folta rappresentanza dei cittadini coinvolti. Questi ultimi, infatti, non si definiscono quali appartenenti ad una medesima corporazione, ad uno stesso quartiere, parrocchia o tantomeno ad una qualche con-fraternita o società di popolo. Né lo sono realmente. L’ordine di scrittura dei nominativi appare casuale, senza rispondere cioè ad una qualche differenza di appartenenza politica, sociale o profes-sionale; anche la sede prescelta, sebbene di carattere istituzionale, non lascia intendere un intervento formale dei titolari di cariche politiche o amministrative. Li accomuna solamente l’essere indi-stintamente «omnes de Prato, comitatus Florentie». Tra questi, i rappresentanti di moltissime famiglie di rilievo (Tav. 1).18

tav. 1. Tavola riassuntiva dei partecipanti al mandato di procura in or-dine di apparizione, con indicazione del gruppo familiare e della pro-fessione:

Autori del mandato:

Martino di Niccolò di Martino Lanaiolo

Leo di ser Iacopo villani Tavoliere

Milanese di Rodolfo Milanesi Lanaiolo

Giovanni di ser Francesco Notaio

Michele di Giovannino MarCovalDi Lanaiolo

Pietro di Geri Buonristori Lanaiolo

Bartolomeo di Iacopo ringhiaDori Lanaiolo

Leonardo di Tato vignalesChi Lanaiolo

Leonardo di ser Tommaso arrighetti Tavoliere

18 Per l’attribuzione dei cognomi e delle professioni, mi sono affidato alle rico-struzioni genealogiche operate da Enrico Fiumi; E. FiuMi, Demografia cit. Si veda an-che: ASF, Estimo, 251, c. 210r; 288, cc. 105r, 111r, 120r, 163r; Notarile Antecosimia-no, 14111, cc. 33v, 283r; 14113, c. 81r.

629Un consorzio cittadino del 1420

Michele di Biagio BranCaCCi

Bartolomeo di Paolo di Bertino

Francesco di Bono

Sandro di Niccolò

Lotto di Rodolfo Manassei Lanaiolo

Niccolò di Niccolozzo Lanaiolo

Stefano di Lazzaro di Bartolo Lanaiolo

Paolo di Guccio di Alessio pratesini Tintore

Stefano di ser Piero Cepparelli

Bambone di Chiaro

Lapo di ser Dietaiuti spighi Lanaiolo

Andrea di Monte angiolini

Antonio di Niccolò CaMBioni Lanaiolo

Stefano di Piero BalDinuCCi Calzaiolo

Iacopo di Piero Speziale

Destinatari del mandato:

Lapo di messer Guido Migliorati Notaio

Stefano di Geri Buonristori Lanaiolo

Francesco di Ridolfo di Niccolò vinaCCesi Lanaiolo

Giovanni di Cecco di Bernardo Lanaiolo

Testimoni:

Niccolozzo di Domenico Lanaiolo

Francesco di Antonio Calzaiolo

Francesco di Gianni FraCasCi

Cambio di Ferro Oste

Rogatario:

Amelio di messer Lapo Migliorati Notaio

I lignaggi coinvolti identificano in quegli anni il meglio che la società pratese del tempo era in grado di offrire; una parte si-gnificativa di quella borghesia mercantile emersa dalle complesse trasformazioni che il gruppo dirigente aveva conosciuto per ragio-

630 Francesco Bettarini

ni sia demografiche che socio-economiche nella seconda metà del Trecento. Si trovavano comunemente rappresentate le importanti dinastie che avevano marcato la storia politica della città nei due secoli precedenti, ma anche i figli di parvenu immigrati di recente dal contado. Stando al retaggio familiare portato in dote dai pre-senti, l’assemblea si presenta quale il risultato di una convergen-za di interessi operata fra le «vecchie famiglie popolane» e quelle di più recente affermazione.19 Sono invece assenti i rappresentanti dell’aristocrazia magnatizia, e cioè Pugliesi, Rinaldeschi, Guazza-lotti, Bovacchiesi, Barcosi; un solo esponente, Francesco di Gian-ni Fracasci, interviene tra i testimoni, quasi a voler benedire la ce-rimonia con l’assenso dell’antica nobiltà locale.

Anche se non è stato possibile ricavare la professione di tutti coloro che compaiono nel documento, è evidente la predominan-za dei lanaioli (15 su 24), con un ruolo secondario, ma di rilievo, per i due tavolieri, tenuto conto del fatto che essi descrivevano probabilmente l’intero corpo della loro categoria.20 Non manca-no certamente alcune defezioni importanti all’interno del grup-po dei lanaioli, come ad esempio Francesco Moddei e Gabriello Convenevoli, i quali si dovevano probabilmente trovare fuori cit-tà.21 Altri, come Giovanni di Bertino Guardini, non avevano pre-so parte alla riunione in quanto probabilmente disinteressati alle vicende del commercio raguseo.22 Questa connotazione imprendi-toriale emerge ancor più evidente nella composizione del gruppo dei mandatari della procura; ad eccezione del notaio Lapo Miglio-rati, si tratta infatti dei titolari di tre tra le aziende maggiormen-te compromesse nei ritardi dei pagamenti dovuti dai mercanti ragusei.23 La struttura del corpo mandatario, quattro componen-

19 Ibid., pp. 125-126.20 Il declino dell’attività creditizia svolta dai tavolieri locali è confermato dal ruo-

lo sempre maggiore rivestito dai prestatori ebrei (come il contemporaneo Salomone di Bonaventura) e dai tavolieri fiorentini. La stessa Arte del Cambio figura solo occasio-nalmente tra le corporazioni componenti il Consiglio del Popolo; ibid., p. 136.

21 Francesco Moddei si trovava certamente a Ragusa nel febbraio del 1420, men-tre Gabriello Convenevoli vi è attestato nell’estate precedente; F. Bettarini, La comu-nità cit., pp. 255-257.

22 Lo lascerebbe intendere il fatto che la sua azienda è tra le poche a non figura-re tra le ragioni rimaste creditrici dei mercanti dalmati; ibid., pp. 62-63.

23 Ibid., p. 51.

631Un consorzio cittadino del 1420

ti tra i quali un notaio con funzioni segretariali, ricorda molto da vicino quella delle commissioni elette dai consigli comunali per sovrintendere ad uffici ed enti di pubblica utilità.24

Lo spazio del documento riservato al conferimento della rap-presentanza giuridica si esaurisce una volta confermata in due anni la durata del valore del dispositivo ed indicate le normali prerogative della procura commerciale: operare azioni di recupe-ro credito, richiedere o promuovere scritture pubbliche o priva-te, eleggere commissioni arbitrali incaricate di dirimere eventuali contenziosi con terzi. Se infatti l’atto si limita fino a questo punto ad occuparsi del rapporto tra gli autori della procura e le perso-ne terze eventualmente intervenute grazie al concorso dei procu-ratori, i successivi dispositivi specificano i poteri delegati a que-sti ultimi dal consesso.

Attraverso la stipulazione di un compromesso collettivo, i pro-curatori vengono investiti della «baliam laudandi, stimandi et ar-bitrandi et cognoscendi vel terminandi de iure et de facto»; ven-gono cioè loro affidate importanti funzioni di garanzia, comuni nella pratica commerciale del tempo. Il ricorso al lodo ed all’ar-bitrato rappresentava infatti la via giuridica preferenziale per lo scioglimento di accordi societari o, più generalmente, per la ri-soluzione di controversie di natura commerciale. Le parti face-vano compromesso, rinunciavano cioè alle loro posizioni ricor-rendo alla mediazione di una terza parte, configurata solitamente nella forma di un collegio arbitrale composto da due arbitratores rappresentanti rispettivamente una delle due parti.25 L’elezione di collegi arbitrali consentiva ai mercanti di arrivare rapidamente ad

24 Lo stesso assetto viene ad esempio incaricato al momento dell’elezione dei re-sponsabili dell’Opera del Sacro Cingolo. Per alcuni esempi: ASP, Comunale, 69, cc. 22r, 27v, 38r, 47r.

25 Sull’importanza dei collegi arbitrali nella pratica mercantile, cfr. L. Martone, Arbiter-Arbitrator. Forme di giustizia privata nell’età del diritto comune, Napoli, Jo-vence, 1984; M. vallerani, Liti private e soluzioni legali. Note al libro di T. Kuehn e sui sistemi di composizione dei conflitti nella società tardo medievale, «Quaderni Stori-ci», LXXXIX, 1995, pp. 546-557; F. Marrella - a. MoZZato, Alle origini dell’arbitra-to commerciale internazionale. L’arbitrato a Venezia tra Medioevo ed età moderna, Pa-dova, CeDaM, 2001; s. tognetti, ‘‘A me converrà trescare secondo il loro ballo’’. Un lodo arbitrale tra lanaioli nella Firenze del 1347, «Archivio Storico Italiano», CLXIX, 2011, pp. 93-112.

632 Francesco Bettarini

una soluzione condivisa senza dover far ricorso ai lenti meccani-smi della giustizia ordinaria; sebbene si trattasse di uno strumen-to di frequente utilizzo, i poteri attribuiti agli arbitratores si esau-rivano sempre con la soluzione del casus. Nel nostro caso, però, i destinatari dell’azione giuridica ricevono competenze che esulano dall’identità delle parti in contrasto e dalla causa della divergen-za. È chiaro che la vis demandata assume un’importanza straor-dinaria che si eleva da una realtà contingente ad un livello istitu-zionale di ben altro spessore.

L’idea di aggregare i maggiorenti pratesi di fronte ai problemi derivanti dal commercio estero rappresenta il momento più impor-tante di un percorso giuridico sperimentale avviato due anni pri-ma per mano dello stesso Amelio Migliorati. Già nel 1418, infat-ti, quindici terrazzani residenti nell’Ottavo di Porta Santa Trinita avevano affidato, sempre per due anni, a due loro rappresentanti un mandato molto simile negli aspetti formali.26 Nel suo fare ri-ferimento ad una circoscrizione fiscale della terra murata, questo primo rogito si presenta come uno sviluppo degli atti di sindaca-to stipulati dai capifamiglia per la nomina dei loro rappresentanti pro tempore. Il confronto tra le due tipologie è agevolato dal fat-to che il Migliorati operava usualmente quale rogatario delle as-semblee convocate dai capifamiglia di alcune di queste circoscri-zioni, ed è quindi su questo percorso di rappresentanza collettiva che deve essere valutata la definizione del formulario adottato in occasione dei due mandati del 1418 e del 1420.27 Gli atti di sin-dacato si configurano come una delega dei compiti di gestione dei diritti di autogoverno demandati ai popoli del contado ed alle cir-coscrizioni del centro urbano; tra questi, la rappresentanza giu-ridica di fronte alle istituzioni pratesi e fiorentine, la difesa delle

26 ASF, Notarile Antecosimiano, 14113, c. 8r, 5 aprile 1418, «Sindicatus sive pro-cura pro Porta Sancte Trinitatis, videlicet quorundam hominum dicte Porte». In una nota in calce al dispositivo del 1420, leggiamo: «Nota quod predicte cetera debent ex-tendi ad similitudinem procurationis sive sindacatus quamplurium Porte Sancte Trini-tatis scripte supra ad chartam 8».

27 Ibid., cc. 14v (Villa di Pizzidimonte), 21v (Villa di Mezzana), 31r (Porta Tiezi), 37r (Consiglio del Popolo), 69v (Villa di Pizzidimonte), 161r (Villa di Mezzana), 174r (Societas Marie Virginis), 189r (Villa di Gonfienti), 195r (deliberazione di Porta Capo-diponte), 204v (Porta Tiezi), 221r (Villa di Pizzidimonte), 259r (Porta S. Trinita).

633Un consorzio cittadino del 1420

fortificazioni, compiti di natura fiscale, tutela legale dei beni col-lettivi. Questi poteri non compaiono però nella procura del 1418, dove peraltro la scelta dei nominativi destinatari dell’azione giuri-dica non è soggetta ad una votazione da parte dei convenuti come nel caso degli atti di sindacato.

Torniamo quindi al mandato del 1418. L’esperimento giuridico era stato condotto all’interno di quella che in passato si era carat-terizzata come la più dinamica tra le contrade del centro urbano; ancora agli inizi del Quattrocento, la strada che attraversava San-ta Trinita ospitava alcune tra le più importanti famiglie pratesi, specie quelle impegnate nell’esercizio dell’Arte della Lana.28 Tra i destinatari del mandato, vengono inoltre scelte due figure molte interessanti. Francesco Leoni rappresenta in quegli anni una fi-gura di spicco all’interno della società pratese, e la sua scelta era certamente dovuta al recente radicamento della sua famiglia a Fi-renze; 29 Luca di Cecco, appartenente invece ad una delle fami-glie di lanaioli più attive sul mercato raguseo, avrebbe passato il suo ruolo di rappresentanza al fratello Giovanni con il mandato del 1420, pochi mesi prima della sua partenza definitiva per la Dalmazia.30

Concluso il mandato biennale dei procuratori, l’esperienza ma-turata con l’accordo del 1418 venne perciò ripetuta, estendendo la partecipazione ed il coinvolgimento patrimoniale a tutta la co-munità urbana; il notaio Amelio Migliorati si faceva interprete di questo progetto collettivo, con la conferma del dispositivo speri-mentato in precedenza e la riproposizione del medesimo formu-lario.

28 Un primato quello di Santa Trinita che andò perso nel corso del Quattrocen-to, quando, con il regresso demografico, le maggiori famiglie del centro urbano anda-rono raccogliendosi tra la Piazza del Duomo e quella del Comune; e. FiuMi, Demo-grafia cit., pp. 94, 115.

29 Il Leoni, dopo aver edificato un palazzo signorile nel suo quartiere di origine nel 1410, si trasferì definitivamente a Firenze, dove il figlio Gabriello esercitò l’arte no-tarile. La sua portata al catasto del 1427 individua un nucleo familiare dedito al com-mercio; ASF, Catasto, 80, c. 555r. Di ser Gabriello, si conserva il primo protocollo di imbreviature, un documento molto interessante per la comprensione delle dinamiche di integrazione dei pratesi migrati a Firenze; ASF, Notarile Antecosimiano, 11696. Sul-le operazioni patrimoniali della famiglia Leoni, cfr. F. sZnura, Edilizia privata e urba-nistica in tempo di crisi, in Prato, Storia di una città cit., I, pp. 319, 331.

30 F. Bettarini, La comunità cit., p. 360.

634 Francesco Bettarini

Un atto privato, nato al di fuori dell’azione legislativa di natura istituzionale, che intende perciò organizzare, e migliorare, l’azio-ne commerciale del ceto imprenditoriale pratese fuori dal merca-to locale. L’utilizzo del rogito notarile per notificare la nascita di realtà associative costituisce del resto un classico della prassi giu-ridica medievale, come dimostrato ad esempio dalla genesi del-la Mercanzia di Firenze.31 Il confronto è interessante, in quanto il tribunale fiorentino nasce in ambito privatistico per poi essere inglobato all’interno dell’assetto istituzionale dello stato. Sebbene fosse prevista fin da subito la presenza di forme di rappresentan-za ristretta, erano frequenti le occasioni in cui decisioni urgenti o questioni di rilievo per la vita economica della città consentivano ad un numero più ampio di mercanti ed artigiani di presenziare ad azioni straordinarie, quali ad esempio le dichiarazioni di rap-presaglia nei confronti di città o stati stranieri. La Mercanzia non si configura perciò solamente come un soggetto istituzionale lega-to alla giurisdizione in materia di diritto commerciale, ma divie-ne la sede stessa del dibattito mercantile della città.32 Del resto, la ragione della sua stessa istituzione era principalmente dovuta ai traffici internazionali intrapresi dai mercanti affiliati alle cinque arti mercantili e produttive (Calimala, Cambio, Medici e Speziali, Lana, Por Santa Maria); l’obbiettivo era quello di preparare l’oli-garchia di fronte ai pericoli della gestione aziendale del commer-cio internazionale, «dai fallimenti alle controversie che insorgono intestine alle aziende».33

È perciò interessante che i maggiorenti pratesi decidano di ri-percorrere, con le debite proporzioni, lo stesso percorso in occa-sione di quello che dovette forse rappresentare la prima iniziativa collettiva del distretto tessile pratese per l’esportazione nel Medi-terraneo dei suoi panni senza l’intermediazione delle compagnie commerciali fiorentine. Per mettere al riparo i mercanti dai rischi di un nuovo tipo di competitività, la scelta è quella di nominare

31 a. astorri. La Mercanzia a Firenze nella prima metà del Trecento. Il potere dei grandi mercanti, Firenze, Olschki, 1998.

32 Ibid., pp. 104-108.33 Ibid., p. 13.

635Un consorzio cittadino del 1420

di comune accordo un gruppo di intermediari incaricati di gesti-re sia i rapporti interni che quelli con gli interlocutori commer-ciali stranieri. La tutela della potente istituzione fiorentina della Mercanzia viene così rafforzata da un mandato tutto pratese che evidenzia la volontà della comunità di supportare l’azione com-merciale dei suoi mercanti fuori dalla patria. Che il tema in que-stione sia soprattutto quello della pressione da esercitare per il pagamento delle obbligazioni stipulate al momento della vendi-ta delle commesse, è presto chiarito dall’impegno assunto da cia-scuno degli autori del mandato.

I contraenti responsabilizzano infatti il loro intervento ipote-cando illimitatamente i beni patrimoniali.34 Questa clausola, che compare solitamente in tutti i mandati di procura, assume però una rilevanza del tutto particolare se pensiamo agli obblighi con-tratti nel dispositivo in relazione ai mutui ed obbligazioni stipu-labili durante l’attività commerciale; ciò che qui colpisce è l’ecce-zionale illimitatezza del mandato: il margine di azione dei delegati risulta privo di alcun limite sostanziale, trovandosi in grado di im-pegnare chi li nomina per qualunque somma ed in assenza di un qualche tetto massimale. Il rispetto di questa impegnativa sembra perciò nascondere un accollo collettivo dei danni economici deri-vanti, ad esempio, dal ritardo nei pagamenti degli ordini. Ecco al-lora che la stesura di questo rogito e la partenza dei la naioli pra-tesi per Ragusa non appaiono più come due eventi coincidenti solo cronologicamente. Resta da valutare, prima di trarre le debi-te conclusioni, se il mandato venne effettivamente utilizzato o ri-mase quale manifesto di un progetto abortito.

La straordinaria ricchezza dell’archivio di Dubrovnik mi ha permesso di censire le obbligazioni richieste dai mercanti pratesi o dai loro procuratori presso la cancelleria della città dalmata nel periodo d’oro del traffico di panni di lana. Le richieste perorate per via giudiziaria fanno riferimento ad otto diversi istrumenti di

34 «Sub ypotecha et obligatione omnium et singulorum ipsorum constituentium et cuiuslibet eorum in sollidum bonorum rerum et iurium presentium et futurorum, et cetera, rogatum me notarium infrascriptum de predictis publice conficere instrumen-tum, unum et vel plura unius eiusdemque tenoris».

636 Francesco Bettarini

procura rogati a Prato tra il 1418 ed il 1422, e cioè negli anni in cui i due mandati collettivi sopra citati furono formalmente in vi-gore.35 Ciò nonostante, nessuna delle procure citate nelle carte ra-gusee vi fa in qualche modo riferimento. Per di più, la comunità pratese si segnala per l’incapacità di produrre un’azione collegia-le nei confronti dei debitori delle aziende tessili, preferendo il ri-corso ad atti di procura a carattere individuale, dove cioè un solo soggetto è partecipe dell’affidamento di un solo mandato di rap-presentanza.36 La debolezza dell’azione legale portata avanti dagli imprenditori pratesi, specie se paragonata con quanto operato in quello stesso frangente dai colleghi fiorentini, si sarebbe tradotta in un pesante ritardo nella soluzione delle obbligazioni.

Se, da una parte, i contenziosi intrapresi dai mercanti pratesi residenti a Ragusa non avrebbero visto il coinvolgimento dei pro-curatori nominati con il mandato del 1420, è interessante notare come l’unica causa giudiziaria nata dal fallimento di una compa-gnia esportatrice di panni pratesi abbia dovuto attendere la sen-tenza della Mercanzia di Firenze per venire a capo di creditori e debitori.37

Anche i protocolli delle imbreviature rogate a Prato, ed oggi conservate presso l’Archivio di Stato di Firenze, non serbano me-moria di un ricorso all’organo collegiale eletto con la procura del 1420. Un eventuale coinvolgimento giuridico dell’atto avrebbe cer-tamente richiesto l’intervento del medesimo notaio, ovvero il no-stro Amelio Migliorati, per il quale la serie dei registri superstiti presenta una lacuna per gli anni 1421-1422.38 Ad ogni modo, la

35 F. Bettarini, La comunità cit., pp. 209-210.36 Ibid., p. 247. Va da se che anche i contenziosi interni alla comunità pratese

di Ragusa vennero risolti con arbitrati estranei al dispositivo collettivo rogato a Pra-to; ibid., pp. 189-193.

37 Mi riferisco alla vertenza sorta tra Michele di Giovannino Marcovaldi e Fran-cesco di ser Giovanni Moddei, soci di una delle maggiori aziende dedite alla produ-zione ed esportazione di panni pratesi a Ragusa; ibid., pp. 195-200.

38 Questi i protocolli conservati nel fondo Notarile Antecosimiano dell’Archivio di Stato di Firenze: 14109 (1390-1393), 14110 (1393), 14111 (1406-1409), 14112 (1409-1412), 14113 (1418-1420), 14114 (1385-1439). Quest’ultima unità archivistica si pre-senta come una raccolta miscellanea dei fascicoli non più rilegati nei registri di ap-partenenza.

637Un consorzio cittadino del 1420

sperimentazione giuridica avviata nel 1418 risulta riproposta altre due volte nel corso dello stesso 1420.

Entrambi gli atti in questione, a differenza dei precedenti, non si limitano alla costituzione di un organo collegiale di rappresen-tanza collettiva, ma attribuiscono lo scopo giuridico del manda-to ad una precisa ragione. Per questo motivo, i loro dispositivi risultano molto interessanti per l’oggetto della nostra riflessione, in quanto offrono due casi specifici di applicazione del modello di solidarietà elaborato dalla comunità pratese in questo frangen-te. Nel primo, i capifamiglia della circoscrizione di Porta Trava-glio danno mandato a due procuratori di rinnovare il mutuo con-tratto con il banchiere fiorentino Iacopo di Piero Baroncelli per adempire agli obblighi di pagamento delle gabelle.39 Il documen-to, rogato nuovamente nel palazzo degli Otto, presenta lo stesso formulario del mandato collettivo del 29 febbraio 1420, così come annota diligentemente il notaio Migliorati in calce all’imbreviatu-ra.40 Differisce tuttavia la qualifica dei componenti eletti per for-mare la balia prevista dal mandato di procura; questi ultimi non risultano più definiti «procuratores», bensì «officiales», uno dei quali assume anche i compiti segretariali in qualità di «camera-rius». La natura “protoistituzionale” di queste commissioni pale-sa il suo percorso di maturazione giuridica. Pochi mesi più tardi, il giorno 27 ottobre, il dispositivo notarile inaugurato nel 1418 viene rinnovato un’ultima volta su richiesta della stessa comuni-tà di Porta Travaglio, questa volta senza però indicare lo scopo preciso del mandato. Il documento ricalca perfettamente i model-li precedenti sopra descritti, offrendo però un’ulteriore differenza significativa. Essendo stato rogato il mandato nella sede consueta delle assemblee dei capifamiglia della Porta, ovvero la chiesa di Sant’Agostino, i convenuti ritennero opportuno riconvocare due

39 ASF, Notarile Antecosimiano, 14113, cc. 250v-253v, 15 agosto 1420. L’atto di procura è preceduto da una deliberazione dell’assemblea: «Deliberatio Porte Travagli circa debitum Porte et circa debitores eius et circa balia quorundam circa predicta». Sull’attività bancaria del Baroncelli, si veda la portata al catasto del 1427; ASF, Cata-sto, 68, c. 108r.

40 ASF, Notarile Antecosimiano, 14113, c. 253v: «Nota quod predicte cetera debent extendi ad similitudnem porucrationis quanplurium de Prato, videlicet Martinum Ni-cholai et aliorum scripte supra ad chartam 213 et secundum formam secundum quod dicitur ibidem illam extendi debere».

638 Francesco Bettarini

giorni più tardi il Migliorati per ratificare il dispositivo nel palaz-zo degli Otto.41

Il dettaglio fornito dal primo documento ci suggerisce una mo-tivazione riconducibile esclusivamente a necessità di tipo fiscale. L’intento sarebbe stato cioè quello di organizzare la circoscrizione in previsione di un prelievo fiscale allo scopo di ottenere liquidi-tà nel minor tempo possibile e non incorrere nelle sanzioni pre-viste per gli evasori.42 Una operazione di questo tipo non costitui-va una novità nel panorama giuridico del notariato medievale, e consentiva, tra l’altro di falsare lo stato patrimoniale degli allibrati attraverso l’assunzione di debiti coperti ufficialmente dai manda-tari di procura. Una finalità solamente legata a ragioni fiscali non può però essere ritenuta come soddisfacente, in quanto non spie-gherebbe il ricorso ad una tipologia documentaria così differente dalla investitura sindacale tipica della consuetudine amministrati-va del distretto pratese. Quando, nel settembre dello stesso anno, l’assemblea di Porta San Giovanni procedette con la nomina dei quattro sindaci incaricati di redigere la rilevazione fiscale propo-sta per il nuovo estimo, il notaio Migliorati non fece alcun ricor-so al formulario adottato nei mandati citati di Porta Travaglio, e questo lo si verifica ugualmente in un secondo esemplare dedi-cato proprio all’elezione di un consiglio ristretto per quest’ultima circoscrizione.43 Se infine lo scopo di questi mandati fosse stato solamente destinato ad operazioni creditizie in vista di un nuovo prelievo fiscale, perché i convenuti avrebbero dovuto ipotecare i propri beni in favore dei loro procuratori senza limiti apparenti? Per giunta, il documento rogato nel febbraio del 1420 non inqua-

41 Ibid., cc. 267r-268r, 27-29 ottobre 1420.42 La rilevazione fiscale dell’estimo consisteva nel calcolo di un coefficiente fisca-

le attraverso una valutazione del patrimonio immobiliare effettuata dai sindaci di cia-scuna circoscrizione. Sulla base di questo coefficiente il Comune ripartiva l’imposta fi-scale in occasione dei vari prelievi. In occasione del rinnovo dei coefficienti estimali, un sindaco eletto dall’assemblea dei capifamiglia di ciascuna circoscrizione procedeva con il calcolo e la successiva raccolta del gettito ogni volta che i magistrati di Firenze o l’amministrazione locale ordinava una nuova prestanza: D. herlihy - Ch. KlapisCh ZuBer, I toscani e le loro famiglie cit.

43 ASF, Notarile Antecosimiano, 14113, cc. 259r, 262r. Il regesto del dispositivo di Porta San Giovanni recita: «Balia et deliberatio Porte Sancti Iohannis circa compi-landum extimum pro dictis allibratis existentibus solvendo»

639Un consorzio cittadino del 1420

dra i mandanti all’interno di una precisa circoscrizione fiscale, ma li responsabilizza in un quadro più ampio, dove i compiti di re-golare le liti interne e l’intermediazione nel credito costituiscono gli elementi più importanti del negozio intrapreso.

Ecco allora che le ragioni del commercio internazionale e del rischio di fallimento da parte delle aziende tessili si riconfermano quale risposta convincente alle nostre domande. Al fine di cau-telarsi in vista di affari importanti, gli imprenditori avrebbero in-fatti sposato nel modo più intimo il motto “mal comune mezzo gaudio”, così che se le cose fossero andate male la responsabiliz-zazione dell’intera comunità non avrebbe lasciato da soli i singo-li imprenditori. La capacità dei mandatari di contrarre debiti a nome dei mandanti poteva infatti mutare rapidamente il loro as-setto patrimoniale in previsione di una causa di fallimento, con-sentendo agli imprenditori condannati di restituire una percen-tuale minore dei debiti dovuti ai creditori compiacenti; qualora il legame tra le parti non si fosse rovinato nel frattempo, queste avrebbero poi compensato segretamente le rispettive spettanze in un secondo momento. Questo indebitamento fittizio poteva inol-tre risultare molto utile anche in occasione di una nuova rileva-zione fiscale, quale elemento di autodifesa nei confronti della tas-sazione precedente l’istituzione del catasto.

In sintesi, con la procura collettiva del 1420, il ceto imprendi-toriale pratese esplorava la possibilità di organizzarsi formalmente di fronte ai rischi assunti con l’allargamento degli spazi commer-ciali; una sfida che veniva evidentemente intrapresa con la consa-pevolezza dei limiti che le proprie aziende avrebbero riscontrato uscendo dal mercato locale. Grazie ad una delega sostanzialmen-te illimitata della gestione patrimoniale, ciascuno degli intervenu-ti avrebbe beneficiato della solidarietà della comunità di fronte ai rischi di indebitamento dovuti all’inasprimento della pressio-ne fiscale. Preoccupati contemporaneamente dal ritardo dei pa-gamenti dovuti dai nuovi partner commerciali ragusei così come dai prelievi imposti dal fisco, i lanaioli pratesi cercavano una so-luzione di tipo istituzionale, appellandosi agli strumenti giuridici che da sempre ne avevano tutelato la difesa collettiva. Il costume mercantile, del resto, non prevedeva che le aziende potessero as-

640 Francesco Bettarini

sociarsi per un lungo periodo, sebbene l’interconnessione del net-work fosse certamente il valore aggiunto responsabile del successo internazionale dei mercanti fiorentini.44 Uno strumento giuridico che impegnava gli imprenditori nella salvaguardia del loro distret-to. Il mandato pratese deve essere perciò inserito nel solco delle esperienze istituzionali che avevano portato nel secolo preceden-te alla nascita delle curiae mercatorum. Lo dimostrano il coinvol-gimento di una compagine sociale che rappresenta gli interessi di una larga fascia della popolazione, la costituzione di una ba-lia stabile con un funzioni di arbitrato e l’attribuzione di un ruo-lo di mediazione nella gestione dei contenziosi giudiziari intentati presso istituzioni straniere. Una sperimentazione giuridica subito abortita e mai più rinnovata.

Prato, 29/02/1420, nella sala grande del Palazzo degli Otto

ASF, Notarile Antecosimiano, 14113 (ser Amelio di messer Lapo Migliorati), cc. 213v-214v.

A lato: «Procuratio quamplurium de Prato» «Publicata fuit et restituta ser Lapo procuratori»

In calce: «Nota quod predicte cetera debent extendi ad similitudinem procurationis sive sindacatus quamplurium Porte Sancte Trinitatis scripte

supra ad chartam 8»

Item eiusdem anno, indictione et die. Actum Prati in Porta Gualdi-maris, in sala magna palatii residentie dominorum Octo. Presentibus Ni-choloçio Dominici et Francischo Antonii calçaiuolo et Francischo Çan-nis de Fracascis et Cambio Ferri de Prato, testibus, et cetera.

Martinus olim Nicholai Martini et Leus olim ser Iacobi et Melanese olim Rodulfi et ser Iohannes olim ser Francisci et Michael olim Iohan-nini et Pierus Gerii Ghecti et Bartholomeus olim Iacobi Puccii et Leo-nardus olim Tati et Leonardus olim ser Tomasi et Michael olim Blasii Branchaccii et Bartolomeus olim Pauli Bertini et Francischus olim Boni et Sander olim Nicholai et Lothus olim Rodulfi Nicholai et Nicholaus

44 r. golDthwaite, The Economy of Renaissance Florence, Baltimore, John Hop-kins University Press, 2011, pp. 37-62. Il volume è stato recentemente edito in Italia con il titolo L’economia della Firenze rinascimentale, Bologna, Il Mulino, 2013.

641Un consorzio cittadino del 1420

olim Nicholoçii et Stefanus olim Laçari Bartoli et Paulus olim Guccii Alexii et Stefanus ser Pieri et Bambone olim Chiari et Lapus olim ser Dietaiuti et Andreas olim Montis et Antonius olim Nicholai ser Iohan-nis et Stefanus olim Pieri Baldinuccii et Iacobus olim Pieri speçialis, om-nes de Prato, comitatus Florentie, et quilibet eorum in sollidum, spon-te et ex certa scientia et omni via, iure, modo et forma quilibet magis et melius potuerint, fecerunt, constituerunt et ordinaverunt et creave-runt eorum omnium et cuiuslibet eorum in sollidum veros et legiptimos procuratores, et cetera, speciales, ser Lapum domini Guidonis, et Ste-fanum Gerii Ghecti, et Francischum Rodulfi Lanfranchi, et Iohannem Cechi Bernardi, omnes quactuor de Prato, et vel duos eorum simul in concordia ita quod occupantium conditio non sit melior; sed quod duo et vel plures eorum inceperint et vel fecerint alii etiam duo et vel plu-res ex ipsis quactuor tam permixtum quam separatum persequi et de novo facere valeat et finire aliis et absentibus non acceptandibus mor-tuis, inquisitis et vel contradicentibus, duraturos per tempus et termi-num duorum annorum proximorum venturorum incipiendorum presen-ti die et finendorum ut sequitur.

Specialiter et nominatim et generaliter, ad querendum et petendum (c. 214r) et recipiendum et cetera ex causa mutui et vel depositi et vel cambii et cetera, a quacumque et vel quibuscumque persona et vel per-sonis et vel Universitate, a qua et vel quibus ipsi procuratori vel duo ex ipsis voluerint omnes et singulas quantitates pecunie et vel florino-rum et vel rerum, quamcumque quantitates essent, quas ipsi procurato-res vel duo ex ipsis voluerint; et ipsos denarium et res semel et plures promictendum et cetera, restituire et reddere et cetera, ubique locorum ad illum et vel illos terminum et vel terminus et cum illis pactis et ce-tera, que et quas ipsi procuratores vel duo ex ipsis voluerint; et propte-rea pro predictis et infrascriptis, et cetera, obligandum expresse huius-modi creditoribus huiusmodi constitutis et quilibet eorum in sollidum, et cetera.

Et ad faciendum et scribendum propria manu dictorum procurato-rum vel duorum ex ipsis omnem scriptam et cetera de predictis et in-frascriptis quam ipsi procuratores et vel duo ex ipsis voluerint semel et plures.

Et ad faciendum huiusmodi debita et credita scribere in quibuscu-mque libris et cetera, rogari et publicari contractus et instrumenta que-cumque et cetera, que et vel que ipsi procuratores vel duo ex ipsis voluerint manu cuiuscumque notarii et cetera, omnibus et singulis pro-missionibus et cetera, quas et vel que ipsi procuratores vel duo ex ip-sis voluerint.

642 Francesco Bettarini

Item ad commictendum et compromictendum et compromissum tam speciale quam generale faciendum de iure et de facto et cetera, semel et vel plures et quotiens ipsi procuratores et vel duo ex ipsis voluterint in-ter dictos constituentes et quemlibet et vel aliquem et vel aliquos eorum ex parte una, et alium seu alios quemcumque et seu quoscumque homi-ness et personas, locum, Commune, Collegium, et vel Universitatem ex parte alia, de omnibus et singulis quibuscumque litibus, questionibus, causis et vel contraversiis intentis et seu que verti, oriri et esse possent hinc, retro et vel in futurum, usque in diem duraturi huiusmodi compro-missi et vel promissorum et tam ortis quam creandis; et omnes et singu-las et quascumque lites, questiones, causas et vel contraversias intentas et vel intendas tam cum scriptura quam sine, quibuscumque de causis et vel litibus inter ipsos constituentes et quemlibet et vel aliquem et vel aliquos eorum ex parte una. Et alium et sive alios quemcumque et seu quoscumque nomine et personas, locum, Commune, Collegium et vel Universitatem ex parte alia in arbitros et arbitratores et vel amicabiles compositores et amicos communes, unum et vel plures et etiam in duos ex ipsis in concordiis aliis etiam non acceptandibus mortuis, inquisitis, absentibus et vel contradicentibus pro eo tempore et termino et vel ter-minis de quo et vel quibus dictis procuratoribus et vel quibuscumque duobus ex eis in concordia et vel pluri uso videbitur et placebit.

Et ad dandum et concedendum semel et plures in huiusmodi com-promisso et vel compromissis huiusmodi arbitris et vel arbitratoribus una et vel pluribus et etiam quibuscumque duobus et vel plurimo ex eis in concordia, licentia et auctoritatem ac potestatem et baliam laudandi, sti-mandi et arbitrandi et cognoscendi et vel terminandi de iure (c. 214v) et de facto; de iuribus tamen et vel de facto tantum et partim de iuribus et partim de facto et partibus presenti bus et vel absentibus, una presente et altera absente citatis et vel non citatis; una citata et altera non citata et quolibet die et loco et tempore etiam quantumlibet feriato et non fe-riato; cum ordine et congnitione iurium et statutorum et vel sine et vel cum omnibus et singulis baliis et auctoritatibus et licentiis et potentatibus et pactis et terminis et penis et obligationibus personarum et honorum et heredium et iurium ipsorum constituentium et cuiuslibet eorum in solli-dum et promissionibus et renumptiatorum et preceptis guarentigie et ca-pitulis, quas et vel que ipsi procuratores et vel duo ex ipsis voluerint.

Et ad ponendum et faciendum in huiusmodi compromisso et vel compromissis fiendis semel et vel pluris pactum solempne […], quod de omnibus et singulis de quibus et vel super quibus et vel quorum oc-casione, semel et vel plures laudatum, sindacatum et vel arbitratum fue-rit inter ipsas partes et vel aliquos ex ipsis intelligatur litem quamdem

643Un consorzio cittadino del 1420

et vel contraversiam fuisse et esse inter huiusmodi compromictentes et principales eorum et de eo et eis fuisse et esse specialiter et generaliter compromissum et ipsa omnia et singula venisse et venire in huiusmodi compromisso et compromissis et fuisse et esse ac si de eo et eis in pre-dictis compromissis, specialis et expressa mentio facta foret.

Insuper ad nominandum et eligendum in huiusmodi compromisso et vel compromissis semel et plures quemcumque tertium et vel coarbitrum et vel coarbitratorem unum et vel plures quem et vel quos ipsi procura-tores et vel duo ex ipsis voluerint et compromissum et vel compromissa huiusmodi et quemibet eorum semel et vel plures prorogandum et cetera secundum quod ipsi procuratores et vel duo ex ipsis voluerint; et que cum-que lauda et vel arbitratum fieri et dari petendum et cetera, aprobandum, ratificandum et acceptandum et vel inprobandum et cetera, notificandum et vel notificari petendum et faciendum et exinde quamcumque notifica-tionem et vel notificationes recipiendum et cetera, excepiendum et cete-ra, secundum quod ipsi procuratores et vel duo ex ipsis voluerint.

Item ad petendum et faciendum fieri, rogari, confici et publicos contractus et instrumenta, unum et vel plura semel et vel plures manu cuius cumque notarii et vel notariorum cum omnibus et singulis baliis et auctoritatibus et licentiis et pactis et promissis et capitulis et obligatio-nibus personarum et honorum, rerum et iurium presentibus et futuris, et renumptiationibus beneficiorum et exceptionum et preceptis guaren-tigie et pactis et modis et formis in huiusmodi contentibus et in instru-mentis usitatis et opportunis et consuetis asponi de consuetudine et vel secundum morem huiusmodi notarii et vel notariorum et vel de quibus et prout et sicut dans procuratoribus et vel duobus ex ipsis placuerit.

Et generaliter circiter in predictis et cetera agendum et procuratio-nes et cetera dantes et concedentes dicti constituentes et quilibet eorum in sollidum dictis procuratoribus et vel duobus ex ipsis ut dictum est in sollidum in predictis et cetera generale mandatum et cetera, nec non promictentes dicti constituentes et quilibet eorum in sollidum per se et suos heredes mihi notario infrascripto et cetera, se (c. 215r) proprio fir-mum, gratum et ratum habituros omne id totum et quicquid per dictos procuratores et vel duos et vel plures ex ipsis insimul et in concordia semel et plures permixtim vel separatim in predictis, et cetera, actum, factum, gestum, obligatum et vel procuratum fuerit.

Sub ypotecha et obligatione omnium et singulorum ipsorum con-stituentium et cuiuslibet eorum in sollidum bonorum, rerum et iurium presentium et futurorum, et cetera, rogatum me notarium infrascriptum de predictis publice conficere instrumentum, unum et vel plura unius eiusdemque tenoris.

Direttore : Giuliano pinto

Redazione: deputazione di Storia Patria per la Toscana, Via dei Ginori, n. 750123 Firenze

Registrazione del tribunale di Firenze n. 757 del 27/3/1953

«Tiferno Grafica» - 06012 Città di Castello

issn 0391-7770