Vita ed opere di Giovanni Acampora

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LE OPERE PIU’ IMPORTANTI Titolo Raccolta di rime di poeti napoletani non piu ancora stampate, e dedicate all'illustriss. ed eccellentiss. sig. d. Paolo di Sangro de' conti di Marsi .. Pubblicazione In Napoli : nella nuova stamperia di Domenico-Antonio Parrino a Strada Toledo all'Insegna del Salvatore, 1701 Titolo Ragioni a pro della fedelissima città e Regno di Napoli contr'al procedimento straordinario nelle cause del Sant'Officio, divisate in tre capi. Nel. 1. si ragiona del grave pregiudicio della real giuridizione, ... Nel 2. si tratta dell'ordinaria maniera di giudicio, che tener si dee nel regno ... E nel 3. si dimostra il pregiudicio, che fa alla real giuridizione, ed al regno un editto in cui si stabilisce il tribunal della 'nquisizione, .. Pubblicazione Roma : Stamperia della Camera Apostolica, 1695

LA CRITICA La poetica arcadica Giglio Raffaele, Campania. Storia e testi "Letteratura delle regioni d'Italia" Verso la metà del sec. XVII Napoli vide rifiorire un folto numero di Accademie …..che si proponevano di soddisfare la nuova ansia di conoscenza che si era diffusa per tutta la penisola, specie dopo la lezione del Galilei. ………………… La testimonianza poetica di questo clima culturale è rappresentata dalla Raccolta di rime di Poeti napoletani ad opera di GIOVANNI ACAMPORA che volle con questo suo lavoro dare un exemplum di purismo linguistico a quanti erano dediti alla musa poetica. Nella Raccolta figurano versi di Torquato Tasso, Sertorio Quattromani e Giambattista Vico, per citare i nomi più noti; ma molti altri vi sono inclusi, come Giuseppe Porcella (-o, -i), Cosimo Morelli, Paolo Pacello, Saverio Pansuti, Francesco Caputo, Francesco Mauro, Carlo Buragna e Gregorio Caloprese. La Raccolta fu pubblicata nel 1701 e con essa la cultura napoletana è già nel pieno della sua Arcadia. I temi affrontati in poesia dai poeti arcadi sono quelli già della poesia petrarchesca, cui si aggiungono quelli caratteristici del mondo arcadico: la malinconia, il rimpianto, l'amore, espresso con toni e moduli del Petrarca, il mondo bucolico. Tutti hanno in comune, poi, «purezza stilistica e proprietà linguistica».

Ragioni a pro della fedelissima città e Regno di Napoli contr'al procedimento straordinario

nelle cause del Sant'Officio,

Diamo un sintetico sunto di quanto compreso nell'opera, intitolata Ragioni a pro' della fedelissima città e Regno di Napoli contr'al procedimento straordinario nelle cause del Sant'Officio. Nelle Ragioni si afferma preliminarmente l'inefficacia dell'editto pontificio per mancanza dell'exequatur regio. Quindi l'incompatibilità del procedimento inquisitorio sia con i principi di carità del cristianesimo, con l’ auspicio di un ritorno alla Chiesa delle origini, sia con il diritto naturale dell'individuo alla pienezza della propria difesa. Infine con tono appassionato si prevedono le conseguenze negative che l'applicazione dell'editto avrebbe prodotto a Napoli (Re Carlo non aveva ottenuto l'investitura pontificia), soffocando ogni libertà di pensiero del nuovo ceto intellettuale secondo le vere intenzioni dei suoi promotori ecclesiastici. Ma l'opera prescisse nella sostanza dalla contingente situazione politico-giuridica, che ne favorì e permise la stampa, per assurgere ad un'affermazione di principio della indipendenza del Regno dalla Sede apostolica sulla base delle dottrine giusnaturaliste. L'opera si propose di dimostrare l'assoluta inesistenza di qualsiasi diritto pontificio sul Regno di Napoli, per farne discendere la completa irrilevanza giuridica del pagamento del censo, dell'investitura e del giuramento di fedeltà nonché la pienezza dei poteri del sovrano napoletano. Presupposto aprioristico del Nullum ius era la teoria della pienezza e assolutezza della sovranità e, secondariamente, il postulato della sua indivisibilità. Di fatto, storicamente, la Sede apostolica non ha mai acquistato la sovranità sul Regno di Napoli negli unici modi consentiti iure gentium et naturae: né per diritto di guerra, né di successione, né di elezione. Affermò l'assoluta inalienabilità della sovranità sempre riconducibile, ma solo teoricamente e nell'ambito di una concezione rigidamente assolutista, alla volontà popolare, espressa (elezione), tacita (successione), o coatta (diritto di guerra) ritenendo ogni altro argomento, basato sulle donazioni imperiali o sulla consuetudine, era irrilevante.

Il risalto che ebbe quest’opera fu tale da fargli dedicare il seguente sonetto :

Concludiamo il primo libro della serie : Uomini illustri di Agerola con il seguente paragrafo, preso sempre dal libro di Matteo Camera :

"Vissero molti prodi prima di Agamennone; ma tutti senza lacrima, e ignoti, sono oppressi da una lunga notte, perché non hanno un sacro vate. Poca distanza v'è tra l'ignavia e la virtù nascosta".

Quinto Orazio Flacco – Odi Libro quarto - IX