Varallo Le feste da Maria Cristina a Giovanna Battista

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Transcript of Varallo Le feste da Maria Cristina a Giovanna Battista

Accademiadelle Scienze di Torino

FondazioneCassa di Risparmio di Torino

Storia di Torino

Comitato scientificoFranco Bolgiani, Rinaldo Comba, Vincenzo Ferrone, + Luipi Firoo.. t Roberro_Geberri, Dionigi GaJlerro. Andreina Gri,e"ri, '

.. Marziano Cuglielminerri, Umberro Levra. Giuseppe Ricuperari,Giuseppe Sergi, f Giovanni Tabacco, Nicola Tranfaglia, t Frrr,co Verrturi

Segteteùa di rcdazioneFrancesca Rocci

IDalla preistoria al comune medievale

I]Il basso Medioevo e la prima età moderna ezgot536)

IlIDalla dominazione francese alla ricomposizione dello Stato

ft 5 j6-fi3o)IV

La città fra crisi e ripresa (t63o_r71o)

vDalla città razionale alla oisi dello Stato d,Antico Regime

ft7 3o-t798)VI

La cirtà nel Risorgimento ft79g-fi64\VT

Da capitale politica a capitale industriale (r g6.4_r 9r 5)VIlI

Dalla Grande gue rua alla Llberazione (r915_t9451

IXCìli anni della Repubblica

Storia di Torino

IVLa città fra crisi e ripresa

G63o'qio)a cura di Giuseppe Ricuperati

@iulio Einaudi editore

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i;rl rti-,1; 1rrrìli' i:.. 9K-*-l--)

t, ,oo, Giutìo Ejnaùdì edirore s.p.a., l,orino

www.einaudi.it

ISBN 88.06 r62 r r-x

ReaÌizzazione a cL,ra di FÌesi € Majuscole, Torino

Indice

p. xtx I tempi, gli spazi delk citta e le loro rapptesentaziotti di Giuseppe Ricuperati

xxxx Elenco d.elle abbraiazioni

La città fra crisi e ripresa (t63o-t73o)

Parte PrimaTorino e la crisi (r63o-fi9o)

CLAUDTO ROSSO

Uomini e poteri nella Torino barocca fi$o-r675\

7 r. La scoperta di Torino16 z. Crisi e riaffermazione dell'autorità ducale

46 1. I1«giogo del Toro»: Stato e città dalla tensione al consenso

ro5 4. Il risanamento della finanza urbana

r 16 5. Mobilità e contrasti nel ceto dirigente

16z 6. La città e Ia Chiesa

176 7. Lo sguardo su Torino, 1o sguardo oltre Torino

GEOFFREY SYMCOX

,e7 La reggerza d,ella seconda madam a rcale (t67 5'1684)

20.r r. Il teatro della monarchia

2t5 z. Gli anni della carestia

,zZ 3. Le rilorme amministrative e l'organizzazione del nuovo spazio urbano

:39 4. Il cambiamento nella composizione sociale del Consiglio comunale

z4z 5. La lne della reggenza

Città e società

ENRICO STUMPO

Economia urbana e gruPPi sociali

24; r. Torino e il Piemonte nel corso del Seicento

z5z :. Una città.,ideale»: capitale e piazzaforte

\'rrl lndice

p. 25j 3. I fattori econofrici269 4. Bilancio di un lungo secolo

GIUSEPPE CHICCO

Cirrà e campagna: una parrita apena2i) r. La ci*à al bivioz8r :. 11 duca e il ministro-287 3. Una città di Iunzionari e artigiani

La corte e le arti

ANDREINA GRISERI

Guarini: architettura, natura, universo29) r. Itinerari e intreccì di culture3or z. Il meraviglioso laboratorio della capitale

SERGIO MAMINO

)2r 1l ritratto dinastico nelle medaglie e nelle incisioni

MICTIELA DI MACCO

«Critica occhiuta»: la cultura figurativ a fi61o_$7g)))1 r. Prospettive della Magnificenza39r z. La «critica occhiuta»4o3 j. Verso l'Accademia4o7 4. Valori e storiografia memoriale

VERA COMOLI MANDRACCI

L'urbanistica della città capitale e del territorio$t r. Pianilicare la cirtà453 z. La «corona di delitie» e la magnificenza del principe459 3. lÌ «Theatrum Sabaudiae» come «rappresentazione» del potere

MARIA GRAZIA VINARDI

La Venaria Reale

46) r. Il disegno castellamontiarÌo e gli inteNenti successivi474 z. IilippoJuvarra: realizzazioni ed eredità progertuale

F'RANCA VARALLO

Le feste da Maria Cristina a Giovanna Battistaqb r. Le «regie» di Filippo d,Agliè496 z. Trattenimenti musicali e pubblici apparati nel secondo Seicento

lndice 1x

CRISTINA STANGO

p. 5o3 Le corti ducali (16lo-16lS)

MAURIZIO GENTII-E

5'3 La corte di Maria Giovanna Battista

Cultura di corte e cultura di città

ANNAMARIA CATARINELLA, IRENE SALSOTTO

L'Università degli Studi in Piemonte ra il r63o e il r684

52: r. Le istituzioni: la disgregazione delle strutture didattiche

533 z. Il corpo docenti

546 3. Lapopolazione studentesca

558 4. L università e icollegi dei dortori

MARIA LUISA DOGLIO

Letteratura e retorica da Tesauro a Gioffredo

569 r. «Ut in perpetuum regnetis». Emanuele Tesauto. lscdzione e celebrazlone

:28 z Dal .principe regnanre,. aJ -principe awisato». La precettistica di SalvatoreCadana

582 3. La oscuola della verità»- Luigi Giuglaris e il principe ., perfetto,'

:9r 4. Lorenzo Scoto tta allegoria e lasti6oo 5. Dalla metafora alla storia. Emanuele Tesauro e Carlo Emanuele II6:5 6. I «debiti scambievoli». Da Tesauro a Gioffredo

FRANCO BARCIA

Gli awenturieri e le reggenze

63t r. Gìi storici delle reggenti

618 2. Tra superstizione e maldicenze

ANDREA MERLOTTI

65j L1bru, stampa e potere nel Seicento

6sq r. I librai stampatori614 z. La corporaztone dei librai: un soggetto asseote

PIER GIORGIO LONGO

La vita religiosa nel xvu secolo

68r r. Geografia e storia religiosa6sz z. Arcivescovi e sinodi698 1. Religione, potere e retorica

Indice

Parte seconda

La città di Vittorio Amedeo II e dell,assolutisrto (t6g4-r7jo)

GEOFFREY SYMCOX

La trasformazione dello Stato e il riflesso nella capitalep. 7r9 r. La ounicipalirà e lo Stato assoluto (1684.r73o)

7r8 .:. Torino in guetta t L69o- tjr \)//o I. ratuta e rgrene (r685-17lo)

7^91 4. L'annona e ìl problema del sostentamento (r6g4-r73o)8r8 5. La colte di Vittorio Amedeo II84r 6. La vita religiosa

Gestire la città

EVELINA CHRISTILLIN

L'assistenza

r. I nuovi istiruriz. La «Mendicità Sbandita» e l,Ospizio di carità

PAOLO PIASENZA

Politica e polizia tra la reggenza e le riforme di Vittorio Amedeo iI

GIUSEPPE CHICCO

Alla peri{eria del sistema della moda; mercanti e tessitod nel Settecento9tt r. Lione e il sistema delle mode annuali9zo z. Uno sviluppo bloccatoo:5 3. I tessirori. I'università, i mercanti93o 4. Una vita in bilico

Le arti

VERA COMOLI MANDRACCI

L'urbanistica per la citrà capitale e il territorio nella .polirica delRegno »

r. L'eredità del Seicento2. Teffitorio e capitaÌe sabauda nel primo Settecento

87,

8ls88+

8gs

940952

lndice

ROBERTO GABETTI

Filippo Juvarra alla corte di Todno: l'architetto e la città

p. 969 r. Da Roma a Torino

913 z. La basilica di Superga

975 1. Il progettista, il costruttore

986 4. La vita in villa

ÀNDRÉINA GRISÉRI

995 Dalla reggenza a Vittodo Amedeo II. Le arti per il titolo regio

CRISTINA MOSSETTI

,or3 Approfondimento sul Settecento a Torino dai cantieri di restauro

rorg r. Occasioni per Ia consen'azione e la conoscenzar riordini, inventari, manu'tenzlonr.,ndaqlnl tecnlche

roz5 z. QualitàL trovatar conferme attributive e indicazioni di provenienze

rolo 3. Dati per le cromie di stucchi e partiti decorativi: recuperi e documentazionepossibile

ANGELA GRISERI

.o39 I1 nuovo arredo per le residenze sabaude

ALBERTO BASSO

La musica in città (t63o-t73o\

ro5r r. La Cappella metropolitana e la musica di corte

ro57 z. Teatro regio e Cappella regia

Cultura e istituzioni

DINO CARPANETTO

L'università ristabilita

ro65 r. La percezione della crisiro68 z. Verso le riformero77 3. La riapertuta dello Studio

ro84 4. L'università perduta

I-ODOVICA BRAIDA

Editoria, committenza e censura fta gli ultimi decenni del Seicento

e il primo Settecento

to93 r. I libri e le meta{ore del potere

r roj z. Ie iniziative di librai e stampatori ra la fine del Seicento e i1 pdmo Settecento

r r r 5 3 . Le norme sulla censura e i condizionamenti sull'editoria

xlr lndice

MARIA TERESA SILVESTRINI

La Chiesa, la città e il potere politicop. rrzg r. Lo spazio religioso urbano a.lla fine del Seicento

1136 z. Ttaslormazioni e innovazioni nei primi decenni del Setteceotorr4o 3. Sao Filippo, Santa Cristina, la Consolatar r5z 4. Istituzioni ecclesiastiche e conflitto giurisdizionalc1169 5. L-a vita pastotale di monsignor Arborio Gattinara e il «ripartimerto» deuecircoscrizioni parrocchiali'rr79 6. La Chiesa e la core: la cappella della Sindone

r r89 Indice dei lomi

FRANCA VARALLO

Le feste da Maria Cristina a Giooanna Battista

r. Le «regie.'» di Filippo d'Agliè.

L'arrivo a Torino di Cristina di Francia nel r6r 9, giovane sposa delprincipe Vittorio Amedeo I, aveva dato nuovo impulso alle feste di cor-te, vivacizzate anche dalle iniziative del cardinale Maurizio, coadiuva-to da Filippo d'Agliè, già al suo servizio a Roma e, dopo il rientro in Pie-monte, nel 16z7 nominato suo gentiluomo di Camera. E sarà proprioquest'ultimo, perfetto cortigiano, colto e ralfinato, abile nelle questio-ni diplomatiche, ma soprattutto nell'invenzione dei balletti, a divenirela figura chiave degli spettacoli che allietarono Ia vita e la reggenza del-la duchessa di Savoia'.

Truil 16z7 e il 163o numerosi balletti recarono la sua fitma ll Pro-neteo che ruba il fuoco al Sole, per il compleanno del duca, eCitce caccia-ta dal suo Regno, per I'ultimo giorno di carnevale nel 16z7; Il Trionfod'Amore, per Cristina nel r6z8; L'Etemità e il Tempo Eterno per i7 nata-le di Carlo Emanuele I rispettivamente nel r 629 e r63o. La morte del du-ca, l'epidemia e le difficoltà militari frenarono, ma di fatto non mutaro-no la condizione e il significato delle feste a corte. Anzi un episodio delr63r contribui ad aumentare la fama di Filippo d'Agliè e a confermare ilvalore politico e meta{orico del balletto. Durante i negoziati per la pacedi Cherasco a Monceaux, il cardinale Maurizio fu invitato dalla regina a

organizzarc tnballetto. L'invito aveva il sapore di una sfida dato l'atteg-giamento ironico e sprezzante dei cavalieri francesi i quali dubitavano che

' Filippo d'Agliè (r6oa-67) era nipote del marchese Ludovico,letterato e stretto collaborato-re poetico deÌ duca Carlo Emanuele I, legato da solida amicizia aLcardinale Maurizio. Grazie aquesti rapporti il giovane Filippo divenne, nel gennaio del r624, paggio del detto cardinale, allo-ra a Roma, e nel 16z5 cornetta nel reggimento di don Felice di Savoia. Due anni dopo, fu richìa-mato al servizio di Maurizio di Savoia al quale rimase legato fino al r635 quando, a seguito dell'ac-cordo tra Vittorio Amedeo I e il cardinale Richelieu, Maurizio, di noti sentimenti filospagnoli, la.sciò Torino mentre Filippo vi rimase come alfiere nella compagnia di corazze della Guardia delduca, ma presumibilmente non in virtÉ di questa sua nuova carica, bensi per la nascente telazionecon la duchessa Cristina. Cfr. r:. vr,ts rt«nsno,l balletti di carte sabaudì. Mautìzio di Saaoìa e Ft-lippo d'Apliè,in « Antichità vivr», V (r966), n. 4, pp. 7-zu; per una bibliografia completa sul d'Aglièsi veda A. cRrsERI, I/ Drana*e. La Vìlk di Madana Reab Axiw di Fnncia, lstitulo Bancario SanPaolo di Torino, Torino 1988, cap. 5, nota r.

484 Prima parte Torino e ia crisi (163o-168o)

«des montagnards » -cosi definivano i Piemontesi - potessero creare qual-cosa di decoroso e adeguato al divertimento della iorte. ll cardinalé af-fidò il compito al conre Fìlippo il quale, giocando con sottile ironia sul ter-mine e sul soggetro inaspertataménte offertogli, inventò un balletto, G/lbabitatori dei no ti, arguto e raffinato, non

-priuo di ri{erimenti alia si-

tuazione politica, ma cosi leggero e misurato da suscitare il meravigliatoplauso dei Francesi e la piena soddisfazione dei pjemonresi,.

.. .Ritornato a Torino, ancor sempre ai servigi di Maurizio di Savoia, ild'Agliè assunse la pressoché totalè regia dellé feste sabaude che aveva-no, come già in precedenza, delle date fisse: il compleanno di Cristinadi Francia il ro febbraio, i balli e le mascherate di carìevale, il natale delduca Vittorio Amedeo I l'8 maggio, gli zapados o sa,patos nel giorno disan Nicola, il 5 dicembre. A queste naturalmente si aÀgiungevÀo le cir_costanze particolari legate alle vicende familiaridinastiche o diplomatiche e le date dei nuovi barLesimi.

. Il r4 settembre r63,: nacque il principe Francesco Giacinto al qua-le, in qualirà di erede, furono riservate cérimonie fastose. Vasta la iro-duzione encomiastica pubblicata in tale occasione tra coi La Fexice) pa-negiric_o sacro di Emanuele Tesauro e gli Hinni Natalitii per it Trioifodelle.allegrezze d.el Mondo, raccoka di soÀetti dì Filippo d'Àgliè per il ia-rosello da lui inventato pare su un pensiero del cardinale Mauiizio chene tu,il.promolore'. Il torneo prevedeva Ia correia di quatLro quadrigliedr nobllr cavalterl conrro quattro «erculei mostri,> simboli di rispettivivizi: il centauro della fierezza,l'idra dell'ozio, il leone dell,ira ell dra-gone del disonore. Ogni quadriglia era accompagnata da un carro ditrionfo, dei quali il primo era dedicato al Fato, ìl iecondo all,Armonìa,il terzo al monre Parnaso con Apollo e le muse e il quarto a Cibele; abiit1, colori e morti turono invenzione del d'Agliè, i fuochi d,artificio, cheseguirono, e le strutture architettoniche del conte Carlo di Casiella-monte, superiore a <<ogni alro in questi studi»r.

Non-molto diverso fu il soggetto del torneo con il quale l,anno suc-cessivo fu festeggiato il primo compleanno dell'erede: i càrri trionfali era-

_ .' Ctt nl vrtLzlftaneF.o, Lelette delb Madane Reali di Sauaia, Istituro Bancario San paolo dilorrno, lorino rq6s, p lo:cn'stnr. IlDu,nant?cit..pp. zb9.7a.

) e rasxtao, La Fenice, patèEiico tactu sopV la Jelce namt,t del Serenisltn,o pincipe di pie-nonte Ftuncesca Ckclnta, Torino r6;:; Ir. o,rcirÈ1,Hi n Ndtatiùi pet I t,ionfo defte aitigreue detÀlondo, Fe*a solenne Nella nasciu let Serenissina itencìpe di pienoru. L;-7o iiiriiri,,t",;""r6,tt,: Canzonetta tnprotuit.a per si,ltcn anoÉ d,,,-ht.t;o ,*,e Dat Occuho k.ui;. n;t/etre ,1a.!.tk de{_)ernA\mo P.rencrpe di-\at.ota Operetta dedicata n,ieme con I Aurore al 5eteni:imo ptentipeMauitio Caniinale ù Sauora. P. C. Calenzano. Tonona r633.

-'Racrontodelbpubblnheallegrezze.fatenTonnopetlalelicena:ctadellrencioeùpienonef ncetcoLiaciqto, A. F. Cavaleri, Torino 16r

Le feste da lVlaria Cristina a Giovanna Battista 485

no dedicati alla Virtù e alla Fortuna, il primo era accompagnato dalle quat-tro virtÉ cardinali e scortato da quattro eroi antichi che di queste virtÉerano simbolo; il secondo dalla Sorte, il Destino, I'Azzardo e la Meraviglia e a sua volta scortato da quattro antichi eroi; finito il combattimen-to, la VirtÉ fece dono al principe dello scettro, la Fortuna della spada. An-che in questo caso il soggetto pare si possa attribuire al d'Agliè il quale,d'altonde, inventò gli spettacoli per il compleanno del cardinale (ro gen-naio) e di Cristina di Francia, nonché la mascherata per il 5 dicembre' eugualmente fece per I'anno successivo (r 634) e per i primi mesi del r 6356.

I balletti creati in questo periodo furono «fra i piÉ spiritosi e argu-tamente concertati della sua carriera»t, le allusioni al potere politico eal valore militare erano riservate esclusivamente al duca di Savoia, men-tre al cardinale e alla duchessa Fil.ippo d'Agliè dedicava un vasto reper-torio di toni burleschi e scherzosi, dove riso e adulazione risultavanoperfettamente dosati in un gioco di rimandi che andava dai miti antichialla favola boschereccia, fino alla realtà popolare caricaturat

^ atttaver

so il filtro di ipotetiche, ma plausibili, fonti iconografiche, da Bruegel ilVecchio a Callot e alla vasta produzione di incisioni ra{figuranti le artie i mestieri che, guardando a Garzoni, accompagna tutto il secolo, dal-le Atti per k oia di Annibale Caracci fino alle serie di Giuseppe M. Mi-telli e di Nicolas de Larmessin.

ln linea con il gusto {rancese, Filippo sceglieva il tono burlesco e scan-zonato che ne f Corieri di tutte le pafii del mondo (r 633) assunse sfuma-ture popolaresche fin dai nomi dei postiglioni - Grassino, Panciafisca,Gambastorta, Tognina - e dal coro in lode al bere:

Che lelicitàsi gode a'l hosteria,Beviamo in libertàN{angiamo in compagnia

' F. D' ^cLtÈ.,

Descittiane del grun Ballexo per gl' ìnteffiedi delk Fì lli di Sciro ,applese tata da i,[a.dana Seren. applaudendo algirono natalitio delS-Prcacipe Ca inle,Torino t6y Go Cennaio);I Cotrietl d i tu tte b parti del l onào . lfidschetata alle Dane , T oino $31 (: dicembie); il tòrneo ebbe anche un'edizione francese, anonima e molto breve La Mapn{rence desToumots [airsaTunrPour lanaissance du Pince de Pielxott, s.e., Paris 16, (rl settembre).

" Sono dl Filippo d'Agliè i seguenti componimenti La Veità rcnica delle Apparcnze solleutadal Tenpo, app lausi alhfelìcìtà del Serexxsino Preacìpe Carclìnale dì Saooia neltuo liotno natale, b^1.letto (ro gennaio fty| ll Cono, Dio delle Allegrezze e dei Piacei . Balbxo pet il siomo naule dcl.la Reale Ahezza ù ì,ladana 5efta^!tnd, s.e-,Tarino r o l4 I ro febbraioli Giano patlio e gueu.eto.Fe\ta a caoalla pet ilEiomo rutale di S. A. S.faua dal Serenssino Prenttpe Cardnàle,tlh suirigna al.li 8 ftaggio ( cnl clr. M. a. BoueuEÌ'BoyER, Crcnologia degli spetucoli di corte r 585 i 74o-, n

^.RAsso (a cura di), Jlolia del Teatro Regio,\, Cassa di Risparmio di Torino, Torino 1988); Iz Cecìù. Balb a per il giomo natale delSerenissino Prercìpe Canlinale di Saroia, s.e., Torino 1635 (rogennaio); Il Giudicìo di Parìde Gran balleuo per ìl giono naale delk R. A. d,ì Madana S. Regina dìCìprc,s.e., T ot\no $35 (ro febbraio).

' r,r,tre r.rnnrno, le/este delle iladane Rcali cit., p- 3t-

q86 Prima parte Torino e la crisi (163o-168o)

se fu lungo il camminFia'l bere hor senza fin [...]II corriero non sa

tener le strade buonese bevuto non haper trenta sei persone;chi beve va legier;ch'il vin fa buon corrier.

Di tono simile era la canzone degli ubriachi nel Como, dio delle alle-grezze (ro febbraio r.6.34), i quali innàggiavano alla « bouteille I Seul objetde ma passion, e al bere, "Je ne veux vivre que pour boire ,J'espéremourir en beuvant»'. "Scherzi ben dosari, e anche coraggiosi» cararte-rizzava_no parimente La Verità nemica delle Apparenze so\-leoata dal Tern-po. balletto in onore del cardinale Maurizio [io gennaio r6J,4), giocarosulla reiterazio.ne di parole e versi o_nomatopeicil recitati, Éalie-Appa-renze (personificate da galline) e dalle Menzògne (gallt), e La Cecià delr635 dove nella finale bastonatura tra i ciech-i

si produce una incredibile schiera di accattoni cenciosi, che si esprimono in linguediverse, ma sempre in forme di corposa caricarurale coloritr.rru;'q*si un,".ritnutuversione di pitture iiamminghe, e non solo di quelle dei bambocciariri; ché certi trat-ti evocano i.gueux, di Bruegel il Vecchio'.

Oltre_il tono.scherzoso, questi balletti avevano spesso in comune lascelta del tema fina]e su cui ressere le lodi del festeggiato (o fesreggia-ta): nel Co_no, dopo le enrrate dei folletti e delle str-e"ghe, àegli srrava-ganti venditori di neve «carichi di vari giochi, con gr;ndi scitole sullespalle, con le lanterne in mano»> e dei t.é lud.i.he àon martelli, tena-glie e altri ordigni, -facendo graziosi arti, con abiti da andar incogniti,dilettano con passi furrivi ottimamente intesi», scomparve la nottJe fe-ce il suo ingresso il carro della Luce con il Sole, seguito dal gran ballet-to finale nel quale turti danzarono in omaggio al gi;rno nataÈ dela «ve-ra luce, cheluminosa risplende nell'animo-con lé virtd e nel corpo con\a bellezza dell'Akezza Reale di Madama serenissima»,. Nella Cecità,alle fine delle entrate svani la città di Tebe e comparve il tempio di Apolllo rischiarato dalla Luce che placò I'ira dei ciechl restituendà loro là vista, mentre i cavalieri «vestiti di luminose lamiglie tempestate di spec-chi e stelle d'argento col riflesso di un'in{inità-di Iumio dissiparonì lenubi e resero piÉ chiaro il mondo, come fa il

' lbid., p. 3t ; rto., I balleui di corte saba dì cjt., p. 8.' _cxrscxr, Il Dianante cit., pp. :7r-72; vule rERRERo,l balletti di corte sabaudi cit., p. 9.'o vrrre rennrno, le/es te de I le ùl adaa e Rea li cit., p. 1 r." o' r,cttÈ, I I Con o, D ìo d e I le A llegrezze e deì p iac ei cit., pp. t 4 sgg.

Le feste da Maria Cristina a Giovanna Battista $lSole all'hor che entrando in Toro, con la bellezza dei fiori, del Cielo, dell'Aure [...],in simil giorno natale d'un si gran principe, raggio delle porpore e sole degli heroi,si raddoppia il chiaro lampo d'ogni allegrezza".

Nel corso del r635 la situazione cambiò radicalmente; a seguito dell'ac-cordo concluso tra Vittorio Amedeo I e il Richelieu, il cardinale Maurizio, di sentimenti filospagnoli, lasciò Torino mentre Filippo d'Agliè vi ri-mase entrando come alfiere nella co mpagnia di coruzze della Guardia delduca. La scelta fu quasi certamente determinata più che da considerazionipolitiche, dalla relazione amorosa con Cristina , iniziata già nel1635 e an-dataruIlorzandosi dopo I'improwisa morte di Vittorio Amedeo nel 1637,come lascia trapelare, non senza disappunto, il Tesauro, il quale non per-donò mai al conte il «tradimento» nei confronti del cardinale Mauriz.io edel principe Tommaso, tanto da definirlo «organo dei francesi» e consi-derarlo il <(vero» responsabile della guerra civile". Non doveva correrebuon sangue tra i due, cosi diversi per indole oltre che per scelte di vitae sentimenti «politici», ciò nonostante intrattennero rapporti frequenti,forse cordiali da parte di Filippo, certo meno da parte del Tesauro. Inol-tre, non mancarono di riconoscere il valore delle opere l'uno dell'altro, oquanto meno di saperne fare uso in circostanze opportune: il Tesauro nel-le imprese per la decorazione del nuovo Palazzo Reale si ricordò dei mot-ti e delle siilate dinastiche del d'Agliè, quest'ultimo attinse a piene manidalle metafore tesaurianer4 che, sebbene spogliate dai sontuosi panni del-la retorica, non perdevano nulla della loro efficacia, perlomeno all'inter-no della dinamica cortigiana. D'altra parte che la festa secentesca fossecostruita e interpretata attraverso le lenti del Cannoccbiale aristotelico ècosa ampiamente rilevata da chi, come Mercedes Viale Ferrero, Marie-Thérèse Bouquet o Margaret McGowan, si è occupato dell'argomento.Attraverso la danza si riteneva fosse possibile non solo esprimere qual-siasi sentimento, ma - sosteneva Claude-Frangois Ménestrier a sua voltadebitore del Tesauro -, imitare e spiegare la natura stessa delle cosel'.

" ro., La Cecltà cit., p. r4." Cfr. Nr. L. Docuo, Da lk netafotu alk \bnd

"Apalagìe» e pastile iltedìte di Enaweb Tesauro,

in «Studi secenteschi», XXXI (rqqo), p. r4. Sebbene i contrasti tra i due si possano far risalire aIperiodo 16;5'4o, il Tesauro espresse apertamente la sua inìmicizia nei confronti del d'Agliè solocon la pubblicazìone dell'Orìgiae delle Gtene Cìtili del Pìenonte, G. Plndo, Colonia r671, cfr. vr,r-c erxxrxo,I balbtti dì corte sabauàì cìt.,p. rr.

" Ibid.,9p. rz-rj." Cfr- Àr. Nrcco\y,,\N, Lrs Fétes de Cow ea Sauaìe. L'Oeuarc de Philippe d'.4glià, in «Revue de

la Société d'tlìstoire du Theatre», XXII (r97o), p. zto 1- torca, L'influence de'l'esaurc sur lepète Ménettier, in J. sÉRpor (a coru di), La France et I'ltalìe au temDt de.4lazanz, r5" Colloque duCentre MéridionaÌ de Rencontres sur le r7'siècle, Presses Universitaires de Grenoble, Grenoble1986, pp. tq t2.

488 Prima parte Torino e la oisi (163o-16go)

, \.1 c1,cno dcl.r635 Emanuele Tesauro, dopo non pochi contrasti,iascro ta Lompagnta dr GesÉ e raggiunse il principe Tommaso in Fian_dra'';. Filippo d'Agliè prosegui lu ii, ur.esa , .orè ,..fr.'pì,i t"grro uLflsrrna,. per la quale, tralasciari i remi burleschi, inventò irraoùinariballeni di sossetto politico e morale finùizzati, soiiJi;;;.-ii;"r,r.nrointorno al governo della duchessa, esaltandone le scefte, ia eiustlzia e la! illl rr,r,f :r,rh Di. argomento pot i tico f u gi; it i^1t"i'r.' fr ;*. b

^ pi.

gnator.delle Hespendl.rappresentato nel carnevale del r63,7, in cui il pro-tagonista era ancora iJ duca Vittorio Amedeo nelle vesti-di'Ercole vitto-rioso,sulle forze oche sempre s'oppongono alla Virrùr,r. Mu ir'. prr,i..dll t64o che le teste divennero vere e proprie metafore, <<tacitamentealludenti à qualche heroico. honorato p"niieror>", e fu du tàl. dutu.h"iniziarono le eleganti trascrizionì calligrafiche dei Boreonio-nei codiciconservari in Biblioreca reale e Bibliotèca nazionale. "

Si tratta di tredici codici manoscritri, illustrati da miniature che riproducono.scene, costumi e coreografie delle feste a;.-t.'aul ,eao

"tr68 r, la cui-esecuzione, non unicaÀente opera del Bo.gonio, "ru

r..pr.successiva all'avvenimento in questione. iperro si prolaeua per divérsiannr. renomeno escluslvamente sabaudo _ non esisLe nulla di analogopresso le altre corti europee -, è stato ampiamente studirto, Àà-.ro.r.hir-rito in tutti i.suoi aspetti. Rimangono oì.r.. nor, ,olo lu qr.riìon. deipagamenti agli esecutori, ma anche le ragioni della scelta dei cod.ici mi_niati in luogo de.lle incisioni. per Merceàes Viul. F...".à tàle scelta ri_spondeva sia al desiderio di non divulgare <i,immagine di trattenimentiriservati alla corte>>, sia - e soprattutò - alla volon"tà odi rinier. con laperpetuità delle carte il Tempo e di tramandare a futura memoria le ef_trmere inrmagi^ni^[. ..] di spertacoli concepiti come ,,salutevole

o politicodocumerrro 'r".-Se quest'ultima considerazione mi pare pienamente con_dlvlslbtle, non del tutro esauriente quella circa il desideiio di riservarez_za,_che semmai andrebbe valutata ali,interno di un pif ,rnplo quadro .h.vede I'assenza di qualsiasì disegno preparatorio, siiratti àe e'scene, deicostumr o aJtro, e che si congiunge alla pressoché totale mancanza di do_

- r'M.2ANAaDr, Vitaed etpeienzd di EnanueleTesauro nelh Compatnia dì Gesù,in «ArchlvamItisroricum Socieuri< te,u". XL\ II{rq?8,.pp. ,8 79" vr,rrE raurrno, leÉrte delb Atadane Reah cjr., p. 33; per il ro febbraio, senelliaco di Criv.nr, il d Agliè rver a rappresentrro /l Teaao ,/e tt" Ci.,;o'Ci, B",ti"i,,,'" r. r.esAvao , I I Camacch iale Atistotelico . O ia ldea dell arguta e ìn2egnosa eloazioae c he setle a tùtu | arte ordlatù ecc.,B. Zavatt',, Totjno t67o, p. 56.

_ " M. vrALE FERREBo , Le feste e il teatr(), jn ,\r. Dr MAcco e G. Ro\r^No l^ cuta di), Djana tiok_l:t-,i:e

-!.r: dic?,R netPieryante JetSercen.ro;Cat togo a.Uu mo,t,a. AIlmrràii"r-;. I"cn. p. ,s,a irre tesro sr nmand, per u1a completJ biblioeraria.

Le fesre da Maria Cristina a Giovanna Batrista 48.)

cumentazione iconografica per il periodo di Carlo Emanuele I. Da que-sto punto di vista le feste sabaude sono indubbiamente anomale rispet-to a quelle delle altre corti spesso ricche di testimonianze visive, in pri-mo luogo incisioni, ma anche progetti e disegni preparatori.

L'anno r64o, nonostante la crisi politica in corso, fu ricco di avveni-menti festivi, anzi si può dire che lo fu proprio in virtÉ di tale crisi, poi.ché madamisti da una parte e principisti dall'altra gareggiarono nel cele-brare le stesse ricorenze rispecchiando nelle feste le alleanze, gli inte-ressi, le partigianerie della vita reale. Il natale della duchessa fu festeggiatoa Torino dal principe Tommaso, mentre Filippo d'Agliè a Chambéryornaggiava Cristina con il balletto Hercole e Amore, nel quale il ruolo deldio era affidato al piccolo Carlo Emanuele. Scelta questa che aveva in-dubbiamente lo scopo di sottrarre alla figura dell'eroe guerriero queliacentralità che da sempre aveva avuto nelle feste sabaude - e in partico-lare durante il Regno di Carlo Emanuele I -, sostituendo alla radizionecavalleresca, poco adatta alla persona di madama reale, il tema dell'amo-re e della bellezza'o. Ma alla fine di quell'anno Cristina perse tempora-neamente il suo cantore: il d'Agliè, con un sotter{ugio, venne fatto arre-stare dal catdinale Richelieu e condotto prigioniero a Vincennes. Verràliberato solo all'inizio del r643, dopo la morte del cardinale; tornato inparia assumerà la carica di capitano della Guardia reale.

Nel febbraio del t642, intanto, Cristina si era recata a Cherasco, Va-leriano Castiglione ne tessé le lodi in una lettera-panegirico pubblicataa Torino, nella quale esaltò la virilità e la perizia politica della reggentee tutrice, affidando il suo.4 ugurio Natalitio ad alcuni versi che certo do-vettero risultare graditi a Ctistina:

Ha di ballo sembianzaQuesta vita mortaleMisurano la danzaI Giorni, i Mesi, e gl'Anni,Tempra il suon de' Piaceri, e de gl'AffanniIl Motor immortale.Dopo fughe, ritornì, giri, e stradeOgn'Huom a tera cade.Tu no, Donna Reale,Che dopo Imprese gloriose, e belleIn un sol passo avanzerai le stelle".

" G1i spettacoli organizzati dal princìpe Tommaso furono due: Lll Batta7lid de' Venti le'taequettft nel Eiadina del Pahzza e I Giuochì )tercurial; -Fe5ta a p;edi nelSalone del Palazza; cfr. \t.LE F ERRERI, Le Iet te de l le l|a dane Rea l ì cit., pp - 3 5- 37, taw. I- .

'r v. cAsrrclroNE, ,4 ,l,frdana Reale Chistiana di Fnncia duchessa di Sauoìa xelh festa annualedella sua nascita, s.e-, Torino t64z-

19o Prima parte Torino e la crisi (163o-16go)

- P.er il,febbraìo {.1 ,C,t+ Filiplo d'Agliè. ritornato libero, rappre-

sento, nel castello di Fossano, la Fenirc inouata. Il soggerto. trat; dalI esauro, riproponeva, in chiave galanre e cortigiana, iliema del miricouccetto. nuovamente associato a Cristina, «sempre belìa, sempre felice,,,la quale <<quasi nuova Fenice fattasi _specchio rì.t S.f.,ir*àiiÀ aa gl"irioso Iiglio»,. assicurava il ritorno della felicitX'. L,arrrro ,uccerriro ilcompleanno di Cristina fu invece festeggiato a Rivoli, iu Àu.ir".iuit"era oramai definirivamenre conclusa e là-duchessa si appre!Lava a rien-Lrare in citrà_insieme al principe Carlo Emanuele,,. L,iìrei.iso rrionfrleebbe.luogo il,giorno.8 aprile secondo il consuero cerimoniale, con ap_parari e tuochi d'arrilicio allestiti dalla corre e dalla città, descritri indrre b_revi relazioni, una anonima, I'altra dell'abate Vrt.rià.ro d^tiglio_ne". Il corteo prese l'avvio dal castello del Vul.ntirro in-d-i'rezi-one dellaPorta nuova; il vento prima impetuoso cessò di colpo rrarforÀandosi inuro zeliro soave, che scortò Ia lettiga dove sedevano i] principe e la du_chessa «come avvenne ad Ulisse. che compaliro nell,lsòla Eolia dal Rede' .venti per i disagi della pellegrinatione, venne ,ioi^io'n.it, .onaot-ta alla liatria, mentre imprigionati i venri piÉ furiosi, lasciò libero Zefiro, ch€ dolcemente lo spinse ad Itaca". Dopo Ia presenrazione delle chia-vr, la benedizione e i saluri di riro, il corteò proiegui verso la oiazza Ca_stello.dove era .tata.costruira. a opera dell'archi,Erio f_rnfruri.iri, "un,clttà tinta, munira.di baìoardi, cortine, sentinelle con quadratura d,an_goll. ed apertura di porte», nel mezzo della quale si ergéva una torre so-urastata é,a <giramidal cimiero» e da un toro do.utJ. Allinirio d"lluC.ontrada di Dora grossa era staro fabbricato o" ur.o dii.lonio o.nu,odipitture. statue di virtd e figure allegoriche, rnotii . ir..ìrlo"i in toa.del giovan_e principe. identificato con il sole, e della duchessa rutrice ereggente. La sera, dopo la funzione religiosa, il corteo si recò al castel_lo passando per Ia Grande galleria; di qui assistete ai fuochi d,artificioche coinvolsero rutra la Iinta citrà trasformata in un rogo, guarnita odilumi arsi in fiamme» e di « sfere veloci [che] .rou"rrrio'.Zn ,pirl,i ai

- 2'

_t . D'Act tL, La F?nice i auata .Balletta

per lo Natate di ,V R L t o febraro L6aa ptorno rjelletenen..taoprcie|talotkttinopiotnodiCame»aleuFos:ano,ioBRT. Rj). q. V. ol, ci;.-vrALr FFr-

LbperadeJ resauro da,a qurte it d risliè'rrae il ;#,;; i -l;E;,,.;;Ji.!,"',,'.'i;di,

, .,:r," r. o',tcttÈ-, Dono del Re del Alpi A, Matlana Reale Festa pet il gìomo Naule, li dìece lebnrosto.t xtv Baltato a Rtuo1,. in BRL Rh. q. V. u", .f.. ,,^;; ;;;r. iì, tii"'i'il:tiì tl'1,., **ncir.. pp 4.u.a3. ravv. V y t.. ca$tat. Il Dìananii iii. pp. ,zrjlì.-*

.'4 Brcae Detc,ittiane Delk soleane entrata in q uesta òuto a , t . d eprile d"tt.A. R. dt Carto Ena.nLeb tur Du.a di tltota prenctpe di prcnonre. rr" i ctp:;i -,

i.. i.',ii.', à,,, ',i. iiii,i, ,o.,,, r"pompe tonneti net ritorno de Àhezza Reate di ta,r, Èkiiiii" i-ò,i, )iili,". Èiii,p" ai r,".nontc, rc di Cipro, G. G. Ruslis, Torino r645.

Le feste da Maria Crisrina a Giovanna Battista 4r)t

fuoco molte girandole», opera del capitano {ossanese Bernardo Boetto,sovrintendente generale della Macchìne da guerra e da {uoco,'.

La ritrovata concordia indusse a festeggiare con particolare sfarzol'undicesimo compleanno del duca: il zo giugno fu rappresentato al ca-stello del Valentino il carosello L'Oiente gueùero e festeggiante, operadel d'Agliè, con prospettive dipinte da Francesco e Pompèo Bianchi ecostumi realizzati dal Bordino; al termine del combattimento compareNettuno che cangiò «la guerra in pace e f ira in giocor>'n.

Gli impegni del d'Agliè continuarono con regolarità, resrimoniarinon solo dai preziosi codici miniati, ai quali erano riservati solo alcunidegli avvenimenti festivi, ma anche dalle tante edizioni a stampa allequali era affidata la memoria dei numerosi spertacoli e cerimonie, comell Cameoale languente, balletto rappresentato rl 3 maruo ft47,,. A talericchezza di intrattenimenti mondani non corrispose mai un reale rin-novamento delle formule impiegate, anzi, come ha giustamente osser-vato la McGowan, 1a struttura degli spettacoli era praticamente semprela stessa: <<ces fetes ne sont en réalité que des vaiiations d'une {ormeconstante, qui présente des affinités avec nos revues à grand spectacle,et sourtout qui permet de diversifier le plaisir des yeux»".

Di fatto si può parlare di evoluzione solo per quanto riguarda la mu-sica, \a icchezza dei costumi, la spettacolarità della scenografia e dellemacchine - specie quando vi attendevano personaggi come FrancescoLanfranchi o Amedeo di Castellamonte - o ancora per la complessità deipassi di danza. Esemplare in questo senso fu ll Gridelifio, balletto tap-presentato l'ultimo giorno di carnevale del r653, delicato omaggio a Cii.stina attraverso il suo colore preferito, i\ gis d.e lin. La formula di talespettacolo non varia nella sostanza, ciò nonostante risulta interessanteper la messa in sc ena,labellezza dei costumi e la novità del balletto «di-stinto in tre arie, con varietà di mirabili passi alternando i salti, le ca-priole, e le gavotte con variate figure>>". Ancora piÉ ricco di evoluzioni

" Ibià., pp. 9 sge.

'" r. o' tcLrÈ, L'Ouene Guertieto e Festeggiante Carcsello, Fe*a à Cauallo pet il gioma Natale diSua Abezza R?ab Lì tintì dì giugno r6q5 al Valertiro, in BRT, Ris. q. V. 52, cfr. vrere rexneno,Le fate delle Madane Reali cit., pp. 43-q4, tav. VII; MccowAN, Ier Flkr de Cour en Sauoic cit.,p. 2o4a cRrsERr,Il Diana tecit.,p.28a.

" r. o'r.c:-rÈ,ll Camet'ale knguente- Balletto Pet li j ài natzo 1647, A. F. Cavalleris, Torinor647, cft. vr,rre rsnnrno, Le feste delle Madane Realì cit., p. 44.

':r Àlcco\i,AN, le, Fét6 /e Cow en Sa1)oie cit., pp. 196 sgg.

'" r. o'tctrÈ, Il Ciàelino Balletto alle Dane Pet l'ulti,?,a Eiamo di Caflle?ab I'Anno fi5;, inBRT, Ris. q. V. 6r (edizione a stampa, p. 22); vrALE FERRERo, Le feste delle l adane Realì cit..pp- 5o-jr e tav. XIV; NrccowAN, Ier fiks de Cour en Sauoìe cir., pp. 2o8 e 2 r 2; GRrsERr, J/ Dir-ndnk cit. , pp. 282 -83 .

492 Prima parte Torino e la crisi (161o-168o)

acrobatiche, spesso ridicole, era stato il balletto L'educazione d'Acbille edelle Nereidi rappresentato il zz dicembre r6Io. L'adozione di movimentibizzarri, capaci di suscitare stupore e riso non deve far tuttavia credereche la corte sabauda prediligesse gli spettacoli burleschi, al contrario:«rien n'est plus grave que ces fétes», specie quando coincidevano, comequelle del r65o, con un'importante circostanza politica o diplomatica.Di fatto il numero di balletti burleschi e di mascherate in quegli anni fu,in rapporto alla Francia, decisamente ridotto; «Philippe d'Agliè, commeses contemporains, cherchait sans doute peu l'esprit dans des fètes quiparlaient seulement, et d'une fagon si evidente, aux yeux. Il s'efforcede contenter ses fins spectateurs d'une manière plus subtile»'0.

Fecero eccezione il già citato Carneuale languente e Il Tabacco rap-presentato l'ultimo giorno di carnevale del r 65o, nel quale d'Agliè sem-brò aver ritrovato «la vena di artificioso ghiribizzo dei balletti compo-sti per il Cardinal Maurizio>>r'. Le entrate talvolta grottesche dei fuma-tori, che simulavano gli effetti del fumo, il cui uso stava dilagando inEuropa e a Torino dove dal r647 ne era stato istituito il monopolio", iltono scherzoso e gradevolmente beffardo riscosse grande successo e ilMénestrier, nel r 682, lo citò «come esempio di opera ingegnosa»)'. Nonmancarono tuttavia nel Tabacco qtsei «concetrosi ammaestramenti >> cherendevano le feste ingegnose metafore, come i riferimenti al tema della«vanità», degli inganni d'amore o le allusioni politiche: 1'«alteriggia Spa-gnolar> vana giacché «gonfia di fumo il fasto lbero,>".

L'r r dicembre r 65o fu celebrato il matrimonio tra la principessa Ade-laide di Savoia, terzogenita di Cristina, e Ferdinando di Baviera. Datal'importanza dell'avvenimento, i festeggiamenti si protrassero per diversigiorni, lodati dalle conache per la fastosità delle cerimonie, l'ingegno-sità degli spettacoli e la ricchezza degli abiti. Per la funzione religiosa Cri-stina si presentò con un <<semplice» abito di velluto nero e gran mantofoderato di ermellino, ma con in capo una corona di inestimabile valore,ornata di perle di straordinaria grandezza, <<in mezzo alle quali ne spic-cava una di si alto prezzo che perciò detta la pellegrina, poiché realmen-

" vccowlN, Ies Féler /a Cout en Saaoie cit., p. u r z. Vale la pena di ricordare che la fortunadel balletto burlesco in Francia Iu legato alla figura del duca di Nemours, non a caso ispiratore delpiÉ significativo esempio dispettacolo buriesco rappresentato a Torino, vale a dire quello del r6o9.

" vrrre rennrno, Ie/este àelle ùIadane Reali c\r., p. 44, taw. VIII-lX." Cfr. E. Rrcorrr, .tlrlia delk Mo archia pìenontese, Vl, Barbera, Firenze :é69, p. 1rt.') casew,ll Diamante cit., p. z8t." vnre nennrno, le/este delle Madane Realì cit., p. 8r; cfr. anche ,llccovlr.t, Les Fètes de

Cout en Sauoic cit.,pp. zr4-r5; Nr.-r- BoueuEr B1YER,ll teatn di corte àalle orìCini dl rt88,inl,^s-so l^ cuj^ di), Storid del Tedtrc Resio cìr., \ 0916), pp. a6.48.

Le feste da Maria Cristina a Giovanna Battista 49)

te è rara, e pellegrifla {ra quante vede.r si possono, ed era circondata al-

t.esi di perlé groise tutto iivelo vedovile». La principessa Ludovica esibi

una «ve^ste tu-tta ricamata d'oro con vaghissime intessitura di perle» e incapo una corona di diamanti; la principessa Margherita una <rveste tuttariàmata d'argento e tempestat; di margherite con- altrettante gioie at-

tornor> e una àrona di diàmanti. La sposa infine indossò un abito di «te-

la d'argento bianca conforme allo stile delle spose ma tutta ricamata

d'oro»"con vezzi di perle, collane di diamanti e una corona pure di dia-

manti. La chiesa meiropolitana era stata ornata per I'occasione:

su tutti i pedestali, che sostengono i pilastri, si vedevano pittute in forme di statue

srandi [i;re di rilievo rappresintanri gl'lmperi d'Oriente e d'Occidenre e i regni

ii rrr".i", Sprsna, Poloi,ia Portugall-o lnghilterra. Scotia, Boemia Cipro Sicilia

e Napoli, co -quali

quesLa R Casa ha contratto Alianze"

Ogni statua reggeva una gran Iapide recante un'iscrizione, emblemi e

impre"se. La cerima-nia fu seguiLa dà un banchetto e dai fuochi d'artificioal termine dei quali iniziò r-in, grrn festa da ballo; le sere suc-cessive {u-

rono replicati iiuochi e i balli.-ll giorno r5, 1n piazza- Castello, fu,tap-o..r"n,àru una festa a cavallo invàtata dal d'Agliè, della durata di treài". intitolut. Gli Hercoli domatofi de' Mostri, et Amote d'onzatore degli

Heicoli. Nella prima parte dello spettacolo gli Ercoli. simboli delle virttiàroi.he, scelti ira i opid principaii, cioè I'Alpino trionfator nell'Alpi,-ilCalico'suo congiuntà, ilustraàr delle Galliè, I'Ercinio fo-ndatore delle

R.ÀÀ1. a"' Boii,"e il Celtico, amico ristoratore ne' Celti dell'armi e delle

l"g"gl e ruppreietttanti le «quattro Auguste stirpi de' P.a!11e Genitricid."nl Soo,i' fecero le loro entrate con le rispettive quadriglie e combat-

,"r'o.ro.on,io i mostri. Nella seconda parte del carosello comparvero gli

À.Àri, "in.itori

sugli Ercoli, quasi uuÀa speciedi trattatistica completa

iii; iiio*oodl t reitesca»'o, conclusa dal Trion{o d'Amore i cui cavalieri

biancovestiti «superbi e gloiiosi [mostrano] che tutte le passioni del cuo-

re sono unite e sùperate "o.,e

è vincitrice quella del Trionfo d'Amore»' IfesLeggiamenti proseguirono igiorni successivi, la domenica osi corse

a 'hul"mo u.^uio .t.lTu piazza cisrello avanti M. R. Serenissima sposa'>

e Ia sera del zz nel paiazzo fu rappresentato il ballerto L'e.ducazione

d'Aciitle, e delte Nereidi tue sor"ll, ieil'lsoh Doro, dedicato al giovane du-

ca, interprete principale insieme a sessanta cavalieri e a sedici damigelle'

"Relatioaetlellesobtùràefe*enellenozzedelksetentssìmaPretcipessaAdehidedi'\attoiatet'- rnti'a,-n- ti. òi;'tiio rtt Francu,Duchessa di Satoìa, Prencipessa di Pietuonte e Reeina di Cìpro,.'" i"ÌiÀ-*' i":iu-òilii,ii;o e.,a"o colseretì,,ino Prenc$eFednndo t\tatia ptinosentro dcl

\iir;'i.. u"ttiiirirro Conte Pahrno del Rheno Duta ù Baotera et Elettore del Savt RontnoInpe,o,celebrutost ,i fonno li tt Decenbte 165o, G. B. Ferrosino, Torino 165o, pp 7 sgg'

'' vrÀLE Ft pRLRo, Le /ctre dellc Ìtladane Reah ciL' Pp. 46 sgg'

494 Prima parte Torino e la crisi (163o-168o)

Lo spettacolo, «drammatica composizione pure del Conte Filippod'Agliè», era diviso in tre atti composti di recitativi in musica; le scene,presumibilmente di Amedeo di Castellamonte, prevedevano diverse mu-tazioni e Ia comparsa di «Deità celesti, terrestri e maritime, quantità distatue, d'Oracoli, d'Auguri, e d'Auspici, Mostri terrestri e maritimi)),7.

Dieci anni dopo, nel mese di maggio, si celebrarono le nozze fialaprincipessa Margherita e Ranuccio II, duca di Parma e Piacenza. Anchein questo caso le cerimonie furono sontuose, rallegrate da diversi spet-tacoli d'invenzione di Filippo d'Agliè e allestiti da Amedeo di Castèlla-monte. Primo fu un carosello intitolato La Gloria delle Corone delle Mar-gbeite impostato su un tema alquanto consueto, la contesa fra i fiori,ma interessante per i rapporti riscontrabili tra le imprese dei cavalieri ela coeva decorazione della camera dell'Alcova in Palazzo Reale. Ultimoun balletto, l'Uz ione per la peregrìna À/Iarghenta Reale e Celeste, nel qua-le le novità riguardarono sostanzialmentè la parte musicale che andàvaassumendo un valore preponderante, mentre il soggetto, alquanto fre-quentato e ricco di riferimenti colti, si awaleva p erlopii della Margbe-rita oangelica del Tesauro".

La strategia matrimoniale perseguita da Cristina ebbe il suo atto fi-nale nelle nozze del figlìo Carlo Emanuele II con Francesca d'Orléans.Le trattative furono lunghe e difficoltose, non solo perché il duca avevada tempo una relazione con madamigella de Trecesson, ma perché avreb-be preferito sposare Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, co-nosciuta nel r659, unione questa osteggiata sia da madama reale sia, pa-re, dal cardinale M azafino. Date tali premesse, i festeggiamenti non po-terono che essere grandiosi al fine di annullare il ben che minimo dubbiocirca l'opportunità e la felicità dell'evento. Iniziarono già a Chambéry,dove il duca aveva raggiunto la sposa , allidati alla rcgia del Ménesrieri';proseguirono a Torino dove si awalsero del contributo dei migliori ar-chitetti e letterati della corte. Gli archi trionfali e le altre macchine al-lestite per l'entrata furono ideate dal capitano Carlo Morello (l'arco del

t' Rehziore delle solennità e feste cir., p. :3; cfr. vr,rre rrnneno, Le feste delb llladame Realicit . p. 40. Olrre a.lla relazione anonima citara, fu pubblicata un'ampia cronaca degli a',venimenri,redatta.da Valeriano Casriglione e dedjcara a C ri<rina: Li Reali Htmenei De Seientssmi PrinapiSposi Heùata Adelaide diSauoia e Fe irando ìtaid di Bauieta, A. F . Cavalerii, Torino r 65 r.

"Cft.vrALEFERRERo,IefestedelleMadaneRealicir.,pp-5658;^,rc6o§rtn,LesFétesileCourex.Saroie cit., pp. 2o61, z16.z7. O)tre alla descrìzione degli ipeitacoli, fu pubblicata una breverelazione degli inreri fesreggirmenri: Rac,onto ,ucctnro dclia tohnnita Der le,to??e rra t tereu:niSisnon Prenripesta ltlaryheriu di Sa»ota e Ranuccio ll di Pama e Piaceiza. ?/.., per glj HH. di C.Giannelli, Torino r66o.

" Cfr. vr,tr-e rennmo, le feste delle Madane Realr cit., p. 59; rur. nlcco\,^N, La contributiondu pèrc ltléneurier à la oie des fétes ex Sauoie au xw sftcle, in eulure et aouuoir dan les Etars de-iauoie. Slatkine, Genève r98r. pp. r2q-46 ("Cahiers de CiviJisation alpine", 4).

Le feste da Maria Cristina a Giovanna Battista 495

Secol d'oro), dal conte Amedeo di Castellamonte (il tempio di Giunonepronuba e La libra), e da Francesco Lanfranchi (il Pantheon delle regievirtÉ); i motti furono composti dal Tesauro; gli spettacoli atlidati allaconsumata abilità del d'Agliè e la cronaca degli awenimenti a Valeria-no Castiglione',. Il primo arco si trovava fuori dalle mura della città, «so-pra lo stradone dirimpetto al Valentino, a dugento passi fuori della Por-ta Nuova» ed era dedicato al Secolo d'oro, soggetto scelto dalla Regiacamera quale simbolo di pubblica felicità. Il tempio di Giunone pronu-ba fu eretto nella piazza a fiezzalvn davanti alla Porta nuova e dovevafungere da trono per i reali sposi; era interamente dedicato alla duches-sa identificata con Giunone «che da' misteriosi Poeti fu chiamata Pro-nuba, e Auguratrice de' Regali Maritaggi». All'ingresso della strada Nuo-va fu eretto dal Regio Senato un secondo arco trionfale, intitolato allaLibra, simbolo della Giustizia, rappresentata da Astrea e identificata nel-la principessa. Infine, nella piazza Castello, per ordine di Sua AltezzaReale, fu costruito il Pantheon dedicato alle Regie virtdn'.

L'anno successivo Cristina di Francia mori seguita, poco dopo, dal-la giovane nuora; Carlo Emanuele II, lasciati trascorrere alcuni mesi, co-minciò le trattative per un nuovo matrimonio, questa volta con la prin-cipessa Giovanna Battista, che entrò sulla scena torinese nel maggior665 divenendo la nuova madama reale. Per l'occasione Filippo d'Aglièinventò una festa a cavallo, rappresentata al castello del Valentino, «do-ve i due sposi si erano inconrati per la prima volta sei anni prima»o', ilcui messaggio risulta inequivocabile fin da1 titolo: Il sole costante nellasua uia scorendo per lo Zodiaco si ferna nel segno della Vergine.Nel me-se di dicembre dello stesso anno fu allestito, nella Sala delle provincedel Palazzo vecchio, uno zapato (o sapalo) che suscitò particolari lodi perf ingegnosità del soggetto e 1'efficacia delle scene realizzate, sotto la direzione del Castellamonte, dai pittori Secondo Grattapaglia, Carlo Ales-sandro Macagno e Giovanni Antonio Mossino". Il balletto, intitolato /Mercanti, era una vera e propria dichiarazione amorosa del duca a ma-

" v. c,rsrrcrrort, La Fer te Nuttiali delle Reeie Abezze di Sauoia, G. A. e G. A. Giannelli, Torino t663; ro., Dichiaratìone architeuoùca et allegoica,Degli AfthiTionfali,et alhe Mach;ne, dt;z-zate in Toino, Nelk solennissina Entrata d.e' Regali Sposi Caio Enanuele et Fruncesca dì Borbane -

Allir4.dil',laggiaMDcLx,Giannelli,Torino166;;cfr.vurererneao,le/ertedellzMadaneRea-/r cit., pp. j8-6o; E^D., Feste e apparuti de a Cìttà (16, r8r), in 1l Pakzzo di Ci,tà d Toi,lo, 2

voll., Citta di Torino - Archivio Storico, Torino ry81,1,p.254.'' c,rsrrcr rorrr, DicÀjarazione archtertoaica cit," VIAIE FERRERo, Le/er te de lle lll adame Rea lì cit., p. 6o.

" BoueuET-BoyER, I/leatrc di catte ci,l., p.19. GJi zaparos, consueti appuntamenti festivi peril giorno di san Nicola in tutto il xvrr secolo, conobbero nuovo impulso durante il Regno di CarloEmanuele II che li dedìcava alla duchessa, la quale li faceva replicare in onore del marito.

496 Prima parte Torino e la crisi (163o-168o)

dama reale, ma di tono scherzoso, animato quasi dal piacere del gioco edalla leggerezza del non sens: Mercurio, « Dieu du Commerce entre leCiel e la Terre», chiama a raccolta i mercanti di tutte le nazioni del mon-do affinché presentino e donino alla duchessa tutte le rarità di maggiorpregio. Questi, a turno, fanno l'inventario delle loro botteghe, quasi del-le Wunderkammen di preziosità e bizzarrie, storpiano le loro lingue ri-dicolizzandole, bisticciano con i loro garzoni, che li lasciano per andarea servire la nuova sovrana. In questa sua ultima creazione, Filippod'Agliè sembra ritrovare la pienezza della vena ironica già precedente-mente sperimentata e ripropose, come all'inizio della sua camiera, la ba-bele di lingue, la storpiatura e il gioco di parole qui animato da partico-larc fueschezza e gioiosità. Morirà due anni dopo, il r9 luglio del r667.

z. Trattenimenti musicali e pubblici apparati nel secondo Seicento.

L'arrivo a Torino di Giovanna Battista di Savoia Nemours non de-terminò rilevanti variazioni nella tipologia delle feste: continuarono aprevalere il gusto francese e la predilezione per i balletti; unico muta-mento fu 1'accentuarsi progressivo del valore della musica. Né variaronogli appuntamenti abituali: per il carnevale del r667 venne rappresentatoun balletto dal tit olo Il faho Amor bandito. L'Humano ammesso, et il Ce-leste esabato, mentre a dicembre si festeggiò san Nicola con dte zapatosoo.L'anno successivo, tra i mesi di gennaio e di febbraio, tre alti funziona-ri offrirono altrettanti divertimenti musicali ai sovrani. Il soggetto pren-deva spunto da imprese e interventi di tipo commerciale ed economicopromossi dal duca. Il controllore Grondana, ad esempio, fece recitare lePort de Ville-Fruncle, che celebrava il nuovo porto costruito vicino a Niz-za, mentre il conte Gian Battista Truchi, consigliere di Stato e presidentegenerale delle Finanze, fece rappresentare nella propria abitazione LeTemple de Ia Reconnoissance. Uomo chiave delle finanze dello Stato, ilTruchi, lodando le migliorie economiche del suo sovrano, lodava im-mancabilmente anche se stesso che le aveva consigliate. Significativa lapresenza, oltre che di quelle della Riconoscenza e del Genio, della figu-ra del Commercio da porsi in relazione con lo sviluppo commerciale pro-mosso da Carlo Emanuele II e con l'apertura di nuove stradet'.

"LePamasseenfe'te.SapaxdonnéaM.R.LaoeilbdeS.Nicobsfi6TparS.A.R.,chezR.Zapate,Torinot66l;Lachaseroyale.SapaledonnéaS.A.R.,R.Zapare,Torino1667.

" c. cLARE'r'tA, Sta a del regro e dei tenpi di Ca*t Enaruele 1I duca di Saaoia, Regio Istitutode' sordomuri, z voll., Genova r877; per iI Truchi, in particolare II, pp. 467 sgg.

Le feste de Maria Cristina a Giovanna Battista 491

Le feste proseguirono con le consuete scadenze fino alla morte delduca (r675). Osservato il periodo di lutto e assicuratasi la legittimitàdella reggenza, celebrata nell'ode panegirica di Pietro Antonio Arnal-donn, Maria Giovanna Battista, al pari di Cristina di Francia, assunse

il governo e la tutela del figlio e, in questa nuova veste) nel r678 fe-steggiò solennemente il propio genetliaco (rr aprile) e quello del ducadodicenne (r4 maggio). La regia fr affidata al conte Filiberto di Pios-sasco i1 quale, interpretando la volontà del giovane Vittorio Amedeo,per la prima di queste due ricorrenze fece costruire stila piazza Ca-stello, su invenzione del conte Amedeo di Castellamonte, una gran mo-le per i fuochi d'artificio, rappresentante i1 tempio delle VirtÉ. Que-sto era di forma ottagonale, alto otto trabucchi e impostato sulla pro-gressione di tre corpi concentrici, carutterizzati da tre diversi ordiniarchitettonici: il primo, che fungeva da base del tempio, era di ordinetuscanico, il secondo dorico e il terzo ionico. Su ciascuno dei corpi era-no collocate rispettivamente le figure di otto virt(r e alla sommità viera una cupola sulla quale si vedeva <,una Statua Grande rappresen-tante la Persona di Madama Reale vero Simolacro della VirtÉ, con Re-gio Manto, coronata di stelle, e in atteggiamento trionfante». Cinge-va il tempio uno steccato di forma ovale, largo otto trabucchi, nel qua-le si alternavano alberelli di pino, cifte e girandole di fuoco. Tra questoe la mole si trovavano

diversi Mostri pieni parimente di fuochi lavorati, e questi rappresentavano ÉIidre,Leoni, Tori, Tigri, Coccodrilli, e Dragoni; li quali Mostri dovevano anch'essi quel-la medesima sera guidati da artificiosi ordegni scorrer gettando fuoco d'intorno IaPiazza in atto di assalire le VirtÉ collocate sopra il Tempio.

Al termine dello spettacolo, che sanci la vittoria delle virtÉ sui mo-stri (cioè sui vizi),

si vide dal Tempio partire la Fama, la quale volando verso la Chiesa de' Padri Tea'tini turta risplendente di fuochi lavorati andava gettando fuoco dalla Tromba, cheportava in mano, significandosi con questo volo, che la Fama fa risuonare per tu!-te le parti del Mondo le Glorie di Madama Reale".

Anche il compleanno del duca fu celebrato con dei «fuochi di Gioia»,ma sulle rive del Po al Valentino. Il tema scelto riguardava l'educazio-ne del principe, impostata non sui radizionali modelli ginnico-cavalle-reschi, che consentivano allusivi parallelismi con «Eroi guerrieri» (co-

" p. ^.

ARNALDo, la,4rusa Consolat e.Oaeto La Glaiosa Reggenza di Madana Reale MaiaGiora na Baltist.t, B. Zapp^ta, T otlrto 1 67 6.

" IlTernpia delle Vìnn.Fesa di Fuochi di Gioia celebrata in Piazza Castello nel giomo della Na-tniaàdilt.R.daS.A.R.lì rt Aprìb 1678,8. Zappata, Torino 1678.

498 Prima parte Torino e Ia crisi (163,o-168o)

me Achille o Ercole), bensi sui vantaggi delle Arti e della cultura, ca-paci, sulla traccia proposta dal Frugoni nell' Accad.emia della Fama'", diperfezionare <(le Doti Auguste». L'oryanizzazione dello spettacolo, in-titolato I Potici di Atene,Io nuovamente affidata a Filiberto di Piossa-sco, generale dell'artiglieria, e l'invenzione del suggestivo apparato adAmedeo di Castellamonte. Sulla riva del fiume, opposta al castello delValentino, fu costruita una struttura di ordine dorico a rappresentare iportici di Atene mentre sul Po apparvero la nave di Minerva, su cui se-devano i

Musici di S, A, R. con abiti e simboli rappresentanti la Filosofia, la Retrorica, l'Astro-logia, la Geometia, l'Aritmetica, la Geogra{ia, l'Architettura, la Poesia, l'Istoria,ed altre Scienze, con altri Musici rappresentanti la Musica, la Pittura, e diverse Ar-ti, che sono in grado a' Principi

e il Vascello Trionfante di Nettuno scortato da delfini. Terminari i co-ri e la musica in lode del principe, a un cenno di madama reale, si diededi miccia ai fuochi che dal Vascello di Nettuno si estesero ai porrici co-si da non potersi piLl distinguere

le acque del Fiume dalla pioggia de'lampi, ed illustrate da tanto incendio le Spon-de, le Piagge, ed i Colli vicini, ad onta della Notte, pareva che risplendesse un Mez-zo giorno di fuoco in quelle Rivea'.

Nel r 68 r fu rappresentata a Torino I'opera in musica Lisimaco, com-posta da Cristoforo lvanovich e musicata da Giovanni Pagliardi nel r671per le scene veneziane. Lo spettacolo torinese non ne fu una semplicereplica: furono inserite infatti nove entrate di balletto e tn Prologo d.e-

stinato a celebrare le nozze di Vittorio Amedeo II con la cugina Isabel-la Maia, infanta di Portogallo. In realtà il matrimonio, concertato traMaria Giovanna Battista e la di lei sorella Maria Francesca Elisabettadi Savoia Nemours, madre della promessa sposa, non {u mai celebratoper opposizione dello stesso giovane duca che, come noto, al momentodella partenza per il Portogallo, si finse malato. Illibretto del Lisimaco,che avrebbe dovuto essere donato alla promessa sposa, non lasciò mai ilPiemonte ed è I'ultimo della serie dei tredici codici manoscritti illusra-ti dal Botgonio conservato nelle biblioteche torinesi, ma è anche l'ulti-mo spettacolo fatto rappresentare da madama reale in veste di gover-natrice e reggente. La Ramiru (r 682 ?), infatti, opera in musica che nar-rava in modo romanzesco la vita e gli amori di Maria Giovanna Battista

" vr,tre rrnnrro, Ie/este delle Madafie Reali clt., p. gJ." I Paticì di Atene. Festd di Fuochidi Cioìa Cebbrata da lladana Reale su h Rhta del Po alVa-

lentino rcl Giomo della Nascita di S - A - R., B. Zappata, Torino fi18.

Le feste da Maria Cristina a Giovanna Battista 499

e della sorella Maria Francesca Elisabetta, e che quasi certamente erastata destinata alle mancate nozze, non fu mai messa in scena'o.

II balletto e l'opera in musica furono di gran lunga i divertimenti pre-feriti dalla corte, tuttavia non mancarono altre {orme di spettacolo e oc-casioni celebrative, quali le feste religiose, perlopif organizzate dallacittà, e le cerimonie funebri dei sovrani. Di queste ultime, in particola-re, è rimasta ampia documentazione a testimonianza del significato as-sunto dalla celebrazione della morte nel xvrr secolo, trasformara intrionfo dell'Eternità e della continuità dinastica. A tal proposito va ricordato che all'opposto, per quanto riguarda i precedenti regni di Ema-nuele Filiberto e Carlo Emanuele I, non solo mancano i riscontri ico-nografici degli apparati funebri, ma perlopiÉ anche i documenti scritti".

Nell'ottobre del r637, mori improvvisamente Vittorio Amedeo I: lascomparsa prematura del duca, che lasciava erede un bimbo di soli cin-que anni, si riflesse nell'apparato effimero interamente rivolto alla glo-rificazione del principe deceduto, ma trionfante sulla morte, piuttostoche alla celebrazione di una ancor esile continuità allidata a <.un soloGiacinto», custode della «posterità» e degli Stati". Vera garante delleistituzioni era Cristina di Francia nominata dal marito, sul letto di mor-te, tutrice dei figli e reggente degli Stati", la quale, come nuova Arte-misia, pensò a un mausoleo sontuoso ma sobrio, cosl da non offenderela modestia «di chi non pretese giamai di dover ad altri l'immortalitàsua, ch'a se stesso». Il progetto degli apparati fu a{fidato a Carlo di Ca-stellamonte; gli inten enti di scultura e pittura a Isidoro Bianchi e ai suoifigli; l'orazione funebre al senatore e conte Lorenzo Nomis, lettore

" M. vrALE FERRERo, 14 Ranita, un dumma «a chiaoe» e le sue tcefie, in Atte h Eutopa. Scnt-ti di stana dell'dtte in anote,li Eàad o A6ld1t, Artipo, Milano r 966, pp. 7 2116; ee»., La Ramin:libretlo per ffia rupprcse tazlone Eatfile, in s. BERTTNT casADro e r. Rrccr rlrAssABò (a cula di),I zziinctsi dell'Atchìuìo di Cofte: soararii, bdttaglie, architettrte, tapografia, Catalogo della mostra, Archi-vio di Stato dì Torino, Torino 1982, pp. 269-7o. Per il Lisinaco si veda, sempre delia stessa stu-diosa: Le fate delb irtadane Reali cit., p. 64, ta,,tr,. XXIII-XXIV; Lelesle e ìl uam cit., p. 91; Repliche a Torino di abuni melodtamai ueaeziaai e b lolo cawtteitticbe, in M. T. NruRARo (a cura di),Venezìa e iI melorltanna rcISeìcento, Olschki, Firenze r976, pp. L5r-54; La scercgtafia dalle ori-ginì al r»6, in i. R^sso \a cola di), Stoia delTeatrc Regio diToiro,IIl,Cassa di Risparmio di To-tino, Torino r98o, pp. 3r-44.

" Anche nel caso del funerale di Caterina d'Ausrria, delquale si è conservata la disposizionemanoscritta, non si ha documentazione visiva, né Ìa certezza che la cerimonia si sia svolta nei rer'mini disposti;cfr. r. ven^LLo,llDucae hco e,l. Ceinonie dl tenpo dì Ca o Enanuele I,Slatkine,Genève r99r (,Cahiers de Civilisation alpine", rr).

'r L. cÌucLARIs s.i., Frflerule fatto nel Duono di Toino alk Cloiosa ùlenoia dell'ittittissinoe potettisino Prcflcipe Vittoio Aaedeo Duca Prencìpe di Pienotte Re dì Cipto etc. Dalle AtezzeReali di lladana Chistìu di Francìa sua noglìe, e lel Sereaxsimo Daca Francesco Giacinto, suo Prt-nogenìta. Alli 18 di Dicembre uocxxxvn,Heredi G. D. Tarino, Torino fi31, p. 29.

" Ibid.

5oo Prima parte Torino e la crisi (163o-168o)

dell'università, e la relazione al padre gesuita Luigi Giuglaris, invento-re anche dell'iconografia e delle iscrizioni,o. L'apparato coÉrpleisivo com-prendeva i\ catafalco e la decorazione della nàvata e della sua {acciatadella chiesa, il cui significato è chiarito, con gran efficacia, dall,inven-tore medesimo, a cominciare dal catafalco:

Siprerese in esso dimosrrare, come 1'lnvittissimo Duca Vittorio col mezzo del-Ìe sue gloriosissime attioni molto coniorn i a queJle de suoì maggiori eragiontoarn'akezza di glorìa, alla quale altri non possa faiilmente aspirare."A tal effetL il tut_to finiva in un'erta Piramide, in cima d-ella quale stava situata la statua del medesi-mo D_uca sopra un Cavallo, simbolo della Generosità e vigor d,Animo, che colà por-tato l'havea. Le otto statue coricate-alle

-radici di essa Piiamide sopra i frontespiciidelle quatrro principali [asciate dei Carafalco significavano le virrù'. che per gionge.re a quell'Alrezz-r gìi serviron di guida. er erano la Reìigione, iì Valor miliiareila Àia-gnanimjtà. la Magnificenza, la Sagacità, la Misericoidia, la Clemenza, la ilenefi-cenza. Sotro le quali ne quatrro angoìi della mole sravano Ie quartro Cardinali, ba-si e fundamenta di rurre le altre. ll resro dell'Apparato dallienrrar deJJa poria alCatalalco, tigtravala strada, ch'havea te.ruro esio Duca, per

"rrivare a qu"ll,Emi-

nenza di gloria, nel camino della quale perché Ie arrioni singolari sono i p'assi, peròin quattordecigran Quadroni, s'espressèro alLreranti farLi gJòriosi, ,"r," rp.,runiinl.la Pace in un laro, e sele concernenti la guerra nell'ahro. E perché di iiascuna diqueste attioni havuro haveva ne suoi maggiori l'essempio, st;va sotto ciaschun deqtadroni in una Nicclia uno de' Duchi ion li Trofei'suoi proprii, e nello scudo,ch'haveva in mano scolpita all'usanza de gl'Antichi l,impreia, ch'al Generoso Ni-pote potuto ha-veva in quel parricolare servir l idea [...1.-A tuno questo Apparatoc_ompreso nel Corpo della Chiesa, s'inventò una facciata al di fuorì,.he eciitandoCuriosità con la sua Stravaganza invirasse il popolo ad entrar a chiaiirsi che ,,,i fos-se di nuovo. La Fama ch'era in cima con la tiomba alla bocca, e I'ali al vento davasegno evidente di novità, e dall'altra tutto il resto teneva cosi sospesi gl,affetti, chelitigavano l'Allegrezza e il Dolore a chi di Ioro roccasse quell'AreomÀto. Nel'luo-go piÉ degno il vedere Ia VirtÉ Trionfante con pompa più ch,ordinaria, eccitava adapplauderli; dall'altra il giubilo, che quesr'oggeìto Àoreva, al scorsere tra le mortie cipressi, fiumi_e provincie piangenri, dava in rristezza; et a dirla;iù in chiaro, sipÌetese con quella prima facciata inrimare a chiunque concorrevà al Spettacolo,ch'entrando in quella scena funesta, come si sarebbe_attristaro in riconoscet mortocosi grand Prencipe, cosi al ffovado nelle attioni sue tanto glorioso haverebbe ha-vuto di che congratularsi con la di lui VirtÉ, che nella mortJistessa conrinuato ha-vesse ie sue Vittorie".

Nel 1656 mori il principe Tommaso di Savoia Carignano e I'anno suc-cessivo il fratello Maurizio; in entrambi i casi 1'orazioÀe funebre fu scrit-ta e recitata da Emanuele Tesauro, che già in altre occasioni si era ci-mentato in simili esercizi, a incominciare dai motti e dalle iscrizioni com-p_o_srg r-ì:l 16z r a Milano per_il funerale in effigie del re di Spagna FilippolII. L'Eroe, composra per le esequie del fi\e , è impostàta'sulla càie-

" vure renreao, le/er te delle Madame Reali cjt., p. 8;,, scheda g7.

" cruct tr, r:, F unetale /at to nel Duo no cit., pp. t o. t r.

Le {este da Maria Cristina a Giovanna Battista 5or

brazione del valore militare; con il principe sabaudo si chiude quella pa-rabola di «VirtÉ Heroica» iniziata con la figura di Carlo Emanuele I;pertanto, ragiona il Tesauro, «perdendo il Principe Francesco Tomasodi Savoia, il Mondo ha perduto la perfettissima Idea de'veri Heroi'>".ll Cilindro celebra la memoria del principe Maurizio uPadre delle Mu-se», <<Mecenate degf ingegni», specchio di tutte le virtÉ, e ne riproponenel titolo la divisa, vale a dire lo specchio in forma di cilindro con il mot-to <(omnis unumr>t'. L'apparato ideato, come quello per il principe Tom-maso, dall'ingegnere Amedeo di Castellamonte, si ispirava al temadell'Eternità vittoriosa sul Tempo il quale, pentitosi di aver predato lavita del principe, si rivolge «all'Assemblea de' Giorni, degl'Anni e de'Lustri» affinché ne glorificassero la memoria rendendola immortale. Sul-la grande macchina ottagonale si videro dunque le Ore luminose del Gior-no, «seguite dalla Notte, dalle quattro Stagioni dell'Anno, e dalle quat-tro Etadi dell'Humana Vita: doppo de' quali giunse nell'ultimo luogo1'Eternità, al Tempo per affinità, e successione comgiunta»>".

Ancora del Tesauro fu il panegirico funebre per Cristina di Francia,morta il z7 dicembre del r663 all'età di 58 anni", seguita poco dopo (r4gennaio) da Francesca d'Orléans di soli i6 anni. Le solenni esequie fu-rono celebrate i giorni 3 e 4 marzo 1664 nel Duomo di Torino con unapparato grandioso ideato dal Castellamonte. All'ingresso della chiesaera stata collocata una facciata posticcia <<finta a marmi misti di biancoe neror>, che lasciava libera la porta maggiore ornata di un architrave diordine dorico, arricchito nel mezzo da un teschio alato, e sostenuto daquattro pilastri scanalati tra i quali si aprivano delle nicchie con le sta-tue di pre{iche in atto di dolore. Altre due prefiche piangenti sedevanosui risalti dei pilastri e sopra l'architrave era collocato un quadro coniscrizione sovrastato da uno scheletro con falce e tromba. Lungo la na-vata erano disposti statue e quadri argentati e sotto la cupola era innal-

'" E.'tEs^vta, Le Pornpe lurebi aelle solennì esequie Del Sereùs. et lauitti\s. Pincipe Totuaso

dì SaroiaPtixcipe di Caùgnano,Ceneralissìmo ilelle Affii,et Gnt Mdetha delk F tancia . Celebnte nelDuouo di Toino Alli cinque di Febuìo t656, B- Zavatta, Torino fi56, p. 6- Cft. noctro, Dalhmetafota alla stona cit.

'E.rE5^.fro,llAlintltu.Orationpanegnu.perG.Sinibaldo.Torinoro57.Larelazionecom-plera con la de'criziore dell apparato è contenu'a in Staf[ena del dolote lnuiata all Uni»erso Nelknorre del Sercn'ti "to lrenù De ltauitia d i )auoia, B. Zavat r a, Torino r o: r.

'" tbid .p.5.'" e. reseuxo, La Tngedia, Panegìùco funebrc. Nel/e solenni Ese.tuie delk Reak Aluzza tli Ma'

dana Cristina di Francìa f.--l Nel Duono di Torìno, allì j di Maao u»cLxrv. Per alcune considera'zioni critiche sul testo del Tesauro clr. r,r. r-. oo ctto, Da Tesauro a Giot'fredo - Principe e lztterc allacorte di Carlo Enanuele II, in c. tou (a cura di), Da Ca o Enanueb I a Vittoio Anedeo II, Atti delConvegno nazionale di studi (San Salvatore Montetalo, zo-zz senembre r985), s.e., San Salva-toreMonferratorg8T,pp.4j-46;VIALEFERRERo,LeIe*edelbMadaueRealicit.,p.lT.

jo2 Prima parte Torino e la crisi (16lo-168o)

zato il catafalco quadrangolare che accoglieva, tra due arcate unite daun capitello senza colonna, le due bare. Il capitello era formato da unalampada e sopra questo «stava i piedi uno scheletro di morte, in altez-za di piedi sei tutto argentato, e drappato di nero, che con le mani so-steneva d'ambo le parti li due epitaffi delle defonte Regine». PiÉ in al-to correva un cornicione e balaustra agli angoli della quale si vedevanododici statue argentate raffiguranti le nove muse e le tre grazie. Al cen-tro di questa si innalzava la pira ardente a base quadrata, alta diciottopiedi, formata da sei gradi progressivi di balaustrate con grandi cande-lieri angolari, alla cui sommità era un piedestallo tutto argentato, orna-to di festoni, con la statua della VirtÉ che esibìva il sole nel petto, unalancia in una mano e una corona nell'altra. L'intera mole si concludevacon una corona reale sostenuta da due angeli e con un gran padiglionenero cosparso di lacrime d'argentouo.

L'orazione del Tesauro, dedicata unicamente a Cristina, è un magi-strale esempio di virtuosismo retorico che procede alla celebrazione del-la duchessa percorrendo tutte le tappe della sua vita, anche quelle piÉdiscusse, giustificandone ed esaltandone di volta in volta le scelte congli opportuni rimandi a fonti antiche o moderne. Ma dopo aver <rulula-to pir.i tosto che ragionato, sopra due morti Heroi del Regal Sangue»o'edue regine, non poté parimenti eternare la gloria del duca, del quale fino all'ultimo si professò «fedefissimo vassallor>. Mori infatti quattro me-si prima di Carlo Emanuele II le cui solenni esequie furono atfidate aGiulio Vasco e Pietro Antonio Arnaldo della Compagnia di GesÉ", men-tre il grandioso app^rato fu ancora una volta ideato dal conte Amedeodi Castellamonte.

'o Il Teato del Dolorc Aryarcto frnebrc fatto el Duano di Totiao Dall'Aheua Reale dì CarloEnanrele II Duca dì Saaoia f...l,Alle Abezze Reali Dì Christina di Fnncìa Sm Madr e France*a diBorbon Sua Spota,B. Zavarra. Torino r664.

"''tEsAvRo, La Tragedia cit., p. 5r." c. v esco, Del fmerale celebruto nel Duono di Tonna All'Aheua Reale di Carlo Enanuele II

Duca di Sania l...1Da lttraàama Reab Ìtlaia Cioranna Battista Di Sa1)aìa Madrc eTutice Dell'ALez.za Reab di Vittoio Amedeo Il e Reg4ente di Suoì Stati, G. B. Zappata, Torino s.d. [676]; r,. ,t. en'N^LDI, Lo gloria uestikt o lrtto per la morte di Caio Emenueb II Duca di \auoia,B. Zàppat^, T or:),ro1616 (oruzione); Arganento del Reg;o Funerale celebrato dall'Ahezza Reale dì llaàa Gioraxna Batti-sta Al Real Cotcorte Defonta Ca o Enanuele II, s-1. s.d.; lnaentìone per ìl Funerale Dell'Ahezu Rea-bDi Catlo Enaxuele Secoxdof...lDa cebbrani nelh Chiesa trletmpoliuna et ArcÀiEicopale diS.Gio-aaui di Torim li fi75 (manoscritto in ACST, Co lleziore Sineon, M, t 7s6S). Funerali in effigievennero celebrati in numerose città delio Stato come Asti, Mon,:alieri, Nizza e Vercelli. Per l'ana-lisi dell'apparato ideato da Amedeo di Castellamonte cfr. o- smcr,te, Fznerub dì Carlo Enanuele11, schede r r z - r 5 , in aeRTNI cAsADro e irccr r!{,rssrsò (a cura di) , I rarz i i cisi dell' Arcbirio dì Cor-