shadow banking e moneta virtuale: il caso Bitcoin

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1 Università degli Studi di Siena Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici Corso di Laurea in Scienze Economiche e Bancarie SHADOW BANKING E MONETA VIRTUALE: IL CASO BITCOIN Relatore: Tesi di Laurea di: Prof. Ruggero Bertelli Sara Massacci Anno Accademico: 2013/2014

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Università degli Studi di Siena

Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici

Corso di Laurea in Scienze Economiche e Bancarie

SHADOW BANKING E MONETA VIRTUALE: IL CASO BITCOIN

Relatore: Tesi di Laurea di:

Prof. Ruggero Bertelli Sara Massacci

Anno Accademico: 2013/2014

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INDICE:

Introduzione

1. L’origine della moneta virtuale Bitcoin

1.1. Che cosa è la moneta virtuale?

1.2. Collegamenti alla teoria della denazionalizzazione della moneta di Frederick Von

Hayek

2. Disciplina normativa

2.1. Regolamentazione da parte della BCE

2.2. Regolamentazione in Italia

2.2.1. Definizione degli IMEL

2.2.2. Emendamento Boccadutri

2.3. Relative posizioni dei singoli stati europei

2.4. Regolamentazione da parte delle autorità cinesi

3. Shadow banking e moneta virtuale

3.1. Bitcoin: la moneta che sfida le banche

4. Caratteristiche e modalità d’uso della cyber moneta

4.1. Meccanismo del mining

4.2. Istituti di Exchange

4.3. La questione della fiducia

4.4. Crollo del mercato Mt.Gox

4.5. Vantaggi e somiglianze con la moneta tradizionale

4.6. Possibilità di utilizzo

4.7. La critica di Paul Krugman

5. Bitcoin come investimento

5.1. Derivati sui bitcoin

Documenti

Sitografia

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INTRODUZIONE

Il presente elaborato si propone di illustrare un fenomeno di considerevole attualità che sta assu-

mendo negli ultimi anni una crescente importanza sia nell’ambito degli innovativi sistemi di paga-

mento sia come alternativa agli investimenti finanziari tradizionali, rappresentando il frutto di un

interesse personale verso le nuove tecnologie con forti potenzialità di sviluppo e diffusione.

Ci occuperemo in particolare di descrivere l’impatto che ha avuto questa nuova cyber moneta nella

società odierna e le eventuali opportunità che possono essere colte da questo nuovo processo, so-

prattutto esplorando i benefici che ne possono trarre imprese e privati, senza tralasciare gli ingenti

rischi che si prospettano se non si adotta una discreta cautela.

Per fornire una spiegazione completa occorre partire dalle origini di questo fenomeno, infatti questa

innovazione tecnologica si basa principalmente su algoritmi informatici e metodi crittografici ma

fonda le proprie radici proprio nelle teorie della scuola austriaca, in particolare si collega alla teoria

della denazionalizzazione della moneta di Frederick Von Hayek come esposto nel primo capitolo,

dal quale viene ripreso lo spirito di indipendenza che vanta questa valuta, che è completamente de-

centralizzata da qualsiasi autorità governativa o banca centrale che abbia l’intenzione di controllar-

ne l’andamento o fissarne il prezzo. Attraverso questo meccanismo viene negato così il monopolio

dell’emissione della moneta ai governi che con questo processo è affidato al libero mercato.

Viene poi affrontato nel secondo capitolo il delicato intreccio normativo che le autorità competenti

hanno provato a costruire, nonostante non ricada ad oggi sotto nessuna legislazione specifica. Come

dimostrato infatti non può essere ricondotto sotto la sfera giuridica degli istituti di moneta elettroni-

ca in quanto a causa del suo meccanismo di emissione, detto “mining” o estrazione, non è presente

nessun vincolo legato alla ricezione di fondi di valore equivalente al valore monetario emesso come

invece richiesto per gli IMEL. Anche negli altri paesi europei o extraeuropei si hanno pareri discor-

danti, che non hanno portato a un indirizzo legislativo omogeneo, richiesto dalla natura internazio-

nale della cyber valuta.

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Il terzo riguarda più concretamente il particolare utilizzo di questa moneta digitale come istituto

bancario ombra che permette, attraverso evidenti vantaggi, un utilizzo della moneta digitale come

sistema di prestito tra privati. A conferma del fatto è presente sul web la piattaforma BitBond.net

che rappresenta una delle organizzazioni peer-to-peer di prestito in BTC più accreditata. Questo si-

stema permette una diminuzione dei tassi di interesse di circa due punti percentuali e l’azzeramento

delle commissioni legate a queste operazioni.

Nel quarto capitolo si esplicano le modalità d’uso facendo emergere talvolta le somiglianze e le dif-

ferenze con la moneta tradizionale. In particolare si sono andati ad approfondire svariati aspetti: dal-

la costituzione di un portafoglio digitale di bitcoin alla dimostrazione di come si effettua una transa-

zione. Per spiegare ciò è stato necessario andare ad analizzare la modalità con cui viene emessa

questa moneta elettronica ovvero il meccanismo del mining, oltre alla descrizione della posizione

che occupano gli istituti di Exchange in questo delicato sistema e del ruolo centrale che ha la fidu-

cia, riportando in riferimento l’aneddoto dei generali bizantini. A conclusione della discussione dei

suddetti processi, abbiamo riportato la critica fatta in merito da uno dei più accreditati economisti

del ventesimo secolo, Paul Krugman, che paragona il sistema bitcoin ad un nuovo caso di gold

standard in riferimento alla forte deflazione data dal numero predeterminato di bitcoin che possono

essere emessi, che favorirebbe l’accumulo di essi invece di un incentivo all’uso nelle transazioni;

tesi poi confutata in parte dai dati sempre in crescita del numero di transazioni in bitcoin.

In ultimo abbiamo lasciato la questione dell’utilizzo della moneta digitale come investimento, evi-

denziando da un lato l’appetibile rendimento dall’altro il preoccupante rischio intrinseco legato alla

continua volatilità del suo valore. Oltre a ciò si sono analizzati quali strumenti riescano ad equilibra-

re il sopracitato trade-off beneficio/costo ed è stato rilevato negli strumenti derivati, in particolare

nei CFD e nelle opzioni binarie.

Si è dunque presentata una panoramica sia generale che particolare dei vari aspetti inerenti alla

cyber moneta dimostrando in ogni capitolo la tesi presentata e confutandola qual’ora ne sia stato

necessario.

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Tesi:

SHADOW BANKING E MONETA VIRTUALE: IL CASO BITCOIN

1. L’origine della moneta virtuale Bitcoin

Nel corso della storia, la moneta ha assunto svariate forme e denominazioni nonostante le sue prin-

cipali funzioni si siano mantenute pressoché identiche. La globalizzazione e la rivoluzione digitale

derivante dallo sviluppo dell’Information & Communication Technology (ICT) hanno segnato cer-

tamente un punto di svolta epocale che ha indotto a una modifica concreta dello scenario economico

e sociale. La combinazione di questi due elementi ha condotto infatti ad un nuovo approdo in tema

di moneta ossia all’originale moneta virtuale (Digital Currency) denominata Bitcoin, la quale apre

adesso nuove prospettive del sistema monetario e offre un sostanziale beneficio ad imprese e privati

che adesso godono di una nuova e vantaggiosa strada da percorrere.

1.1 Cosa è la moneta virtuale?

Per moneta virtuale si intende un sistema informatico ed innovativo che permette nuove forme di

pagamento affermatesi principalmente online e che trova la sua base nel meccanismo peer-to-peer.

Il sistema Bitcoin si manifesta in qualità di denaro digitale, utilizzabile per il pagamento di beni e

servizi e come mezzo di rimborso di debiti. Le sue principali peculiarità consistono:

nell’impiego di tecniche crittografiche che rappresentano la base della sua coniatura (cosid-

detto meccanismo del mining o estrazione) e attribuiscono la proprietà degli stessi bitcoin;

e nel decentramento della possibilità di battere nuova moneta, che conduce all’eliminazione

di una banca centrale, di camere di compensazione o di un’istituzione organizzatrice che ne

controllino l’andamento e ne fissino le regole, come accade per tutte le altre monete.

Si impediscono così i controlli da parte delle autorità governative le quali potrebbero permettere, at-

traverso mirate politiche, di bloccare la rete, sequestrare bitcoin ai legittimi possessori oppure indur-

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re effetti inflattivi creando nuova moneta. Bitcoin rappresenta quindi la prima moneta digitale de-

centralizzata, figlia di una concezione economica ben precisa, estremamente ostile all’intervento

delle banche centrali. Argomento che assume un certo spessore dopo la crisi che ha avuto origine

nel 2008 e gli interventi di quantitative easing ed easy money messi in atto dalla FED e da altre au-

torità in materia di altri paesi. Interventi questi che prevedevano una massiccia immissione di liqui-

dità nel sistema per salvare le banche dalla crisi di liquidità dovuta alla perdita di valore dei titoli

derivati, che nell’insieme hanno portato il valore delle valute attualmente in corso d’ uso ad oggi ad

inflazionarsi, con conseguente perdita di valore del risparmio privato. La cripto valuta si basa fon-

damentalmente su un database distribuito tra i nodi della rete il quale permette di effettuare le tran-

sazioni tra le controparti interessate, le quali grazie al particolare meccanismo di funzionamento del

software possono sempre seguire la traccia delle varie transazioni. Il software bitcoin è com-

pletamente open-source e chiunque può verificare il codice di transazione.

Tale software corrisponde semplicemente ad un borsellino elettronico (bitcoin wallet) e non implica

necessariamente la presenza di un conto bancario. Questa rappresenta in effetti la prima grande dif-

ferenza con la moneta legale ma anche il primo vantaggio che mette in evidenza la possibilità di

accedervi senza prerequisiti o limiti arbitrali.

La genesi di tale valuta deriva da una sorprendente idea di uno sviluppatore anonimo nominatosi

Satoshi Nakamoto, la quale è stata pubblicata nel Novembre del 2008 sul suo omonimo protocollo,

nel quale detta le direttive dell’utilizzo e della formazione delle nuove unità monetarie secondo al-

goritmi di lavoro predeterminati e sempre più complessi che impediscono la duplicazione dei pa-

gamenti e i furti dei relativi conti detenuti in bitcoin.

Ciò nonostante non è da definirsi una data specifica in quanto numerose teorie antecedenti a questo

fenomeno le hanno fatto da proemio. Infatti può sembrare che questa moneta rappresenti

l’implementazione di un idea concepita da Wei Dai nel 1998 espressa nella mailing list “cypher-

punks”, la quale può rappresentare una marcata base teorica. Oppure è possibile evidenziare ten-

denze orientate verso la possibilità di una denazionalizzazione della moneta nella scuola di pensiero

austriaca.

1. 2. Collegamenti alla teoria della denazionalizzazione della moneta di F.von Hayek

Questa nuova moneta nata con l’aspirazione di competere con le tradizionali monete in circolazione

sotto stretto controllo governativo, ha attirato intorno se fin dai suoi albori le prime attenzioni delle

scuole di pensiero, come quella austriaca che da sempre ha sostenuto e simpatizzato la teoria della

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denazionalizzazione della moneta. Proprio nel pamphlet di Frederich Von Hayek del 1976 in : “the

Denazionalization of Money” si espone l’idea di concedere direttamente ai privati l’opportunità di

emettere la propria moneta fiat senza che essa sia intrinsecamente collegata con delle commodities

come l’oro paventando la fine del monopolio governativo nell’emissione di moneta. Così facendo ci

sarebbe una completa liberazione dal sistema attualmente in vigore, in cui l’emissione di nuova

moneta è di potere esclusivo delle Banche Centrali che, grazie a tale competenza riconosciutagli,

hanno la possibilità di manipolare i tassi di interesse e l’inflazione per obiettivi di politica economi-

ca, provocando ciclicamente alterazioni dei prezzi e bolle finanziarie. Nello specifico, un’eccessiva

espansione del credito bancario provoca un aumento dell’offerta di moneta attraverso un processo

di creazione di denaro all’interno delle riserve del sistema bancario, che a sua volta altera artificia l-

mente i tassi di interesse. Sulla base di ciò Frederich von Hayek postula che i governi non debbano

più avere il monopolio dell’emissione di moneta. D’altra parte suggerisce che ogni privato, struttu-

ratosi come banca, sia autorizzato a rilasciare certificato fruttiferi ai quali si attribuisce un valore

monetario lasciando che essi siano in competizione sul mercato con altre valute private. Ciò porta

alla conclusione del fatto che qualsiasi valuta in grado di garantire un potere di acquisto stabile eli-

minerebbe le altre valute meno stabili dal mercato, il risultato finale sarebbe un effettivo beneficio

che conduce dalla massimizzazione del profitto, derivante da un nuovo sistema monetario efficiente

e dinamico in cui sopravvivono solamente le valute con valore stabile.

L’avvento della cripto-valuta rappresenta quindi il mito della ricerca perpetua della stabilità finan-

ziaria e dei prezzi che adesso è effettivamente affidata al libero mercato.

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2. DISCIPLINA NORMATIVA

Dato il rapido imporsi della cripto-currency nei vari scenari dei mercati si rende necessario arrivare

ad una regolamentazione sia a livello comunitario che internazionale, con l’obiettivo di stabilizzare

la questione della tracciabilità e dell'antiriciclaggio in prima ipotesi e successivamente il relativo

problema della tassazione sulle transazioni poiché esse non sono direttamente attribuibili a persone

fisiche ma ad un codice informatico.

2.1. Regolamentazione da parte della BCE.

Se esaminiamo la posizione dei bitcoin nei confronti di uno stato si nota certamente che c'è una di-

screpanza di opinioni dovuta al trade off tra beneficio e costo. Infatti da un lato rappresenta una tec-

nologia con previsioni espansionistiche e capace di attrarre nuove start-up che ne fanno un ampio

utilizzo, orientate allo sviluppo di software e hardware, dall'altro ha una spiccata natura libertaria

fuori dagli schemi di legge tradizionali. Ulteriore problema sorge dal fatto che l'unione europea non

può determinare essa stessa politiche fiscali omogenee valide, poiché evade l'ambito delle sue com-

petenze. A seguito di varie discussioni, la BCE si è espressa sul tema nell'ottobre del 2012 eviden-

ziando come principale criticità l'affinità che questa valuta presenta nei confronti dello schema di

Ponzi ovvero essa promette ai primi soggetti coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve ter-

mine, ma richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare le quote. I guadagni derivano in-

fatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie

effettive. Rappresenterebbe quindi una presumibile truffa. Inoltre anche dal lato del consumatore ci

sono evidenti falle in quanto non è previsto il diritto di rimborso ai sensi del diritto comunitario ol-

tre ai forti rischi riguardanti la stessa oscillazione del valore della valuta. Proprio sul tema si è espo-

sto Yves Mersch (membro del consiglio esecutivo della BCE) che ha dichiarato il suo scetticismo

sui Bitcoin come moneta alternativa all'euro, sia come sistema di pagamento che come riserva di

valore.

Appare sempre più evidente che la bce non veda primariamente Bitcoin come una valuta, bensì co-

me una sorta di investimento nelle materie prime, ovvero un bene diverso rispetto alle monete uffi-

ciali. La banca si impegnerà dunque in periodici controlli per contenere i rischi connessi a questa

improvvisa espansione, nonostante ciò ammette la spiccata novità che essa porta con se permetten-

do nuove opportunità di investimento e di crescita.

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2.2. Regolamentazione in Italia

2.2.1. Definizione degli IMEL

In Italia attraverso il decreto legislativo n.45/2012 si è data attuazione alla direttiva europea

n.2009/110/CE riguardante lo svolgimento delle attività degli Istituti di Moneta Elettronica e della

loro relativa vigilanza. Tali enti sono soggetti distinti e differenziati dagli istituti bancari tradizionali

in quanto la loro principale mansione consiste nell’emissione di moneta elettronica oltre ad altre a t-

tività affini ad esse, ma con il peculiare divieto impostogli di concedere qualsiasi forma di credito.

Infatti sia in Italia che negli altri paesi dell’unione europea sono gli unici istituti che possono emet-

tere moneta elettronica oltre alle Poste s.p.a., i quali devono poi essere iscritti ad un apposito albo.

Essi rappresentano enti di interesse pubblico sottoposti appunto alla vigilanza della Banca d’Italia.

Il decreto punta a definire il concetto stesso di tale moneta che viene delineata come ”un valore mo-

netario rappresentato da un credito nei confronti dell’emittente che sia memorizzato su un dispos i-

tivo elettronico, emesso previa ricezione di fondi di valore non inferiore al valore monetario emes-

so e accettato come mezzo di pagamento da soggetti diversi dall’emittente” 1. È evidente che la

cripto-valuta “Bitcoin” non corrisponda ai parametri imposti da tale definizione in quanto a causa

del suo meccanismo di emissione, detto “mining” o estrazione, non è vincolato alla ricezione di

fondi di valore equivalente al valore monetario emesso. Gli strumenti di moneta elettronica che pos-

sono legalmente circolare sono: carte di pagamento prepagate e i borsellini elettronici. Inoltre si

possono distinguere in:

- Ricaricabili o non ricaricabili a seconda della possibilità di poter riformare la riserva neces-

saria;

- Anonimi o nominativi, in base al fatto di poter risalire a un’ identificazione del cliente.

In Italia la licenza per lo svolgimento di questa attività è sottoposta all’approvazione della Banca

d’Italia, qual’ora si possiedano determinati requisiti riguardanti il capitale sociale, la struttura orga-

nizzativa, la composizione degli organi sociali, di amministrazione e controllo. Nel caso in cui

l’Imel avesse ottenuto la facoltà di esercitare tale attività è comunque sottoposto a controlli periodi-

ci da parte della Banca d’Italia, oltre a controlli in base alle norme dell’antiriciclaggio e agli ordina-

ri obblighi imposti per legge a tutte le altre aziende.

1 Art. 55, lett. h ter della legge n.39 del 1 Marzo 2002, attuativa della Direttiva 2000/46/CE

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Per quanto riguarda la questione fiscale, questi servizi elettronici di pagamento sono esenti da IVA

in base all’art.10 n.1 del D.P.R. n.633/72. Tale favor è riservato anche all’esercente di commercio

convenzionato al circuito.

Ne emerge dunque la difficoltà ad inserire sotto lo status di “moneta elettronica” la moneta virtuale

denominata Bitcoin poiché manca un collegamento fondamentale dato dal fatto che non viene e-

messa dopo aver ricevuto fondi necessari e corrispondenti almeno al valore nominale della valuta.

Alla luce di ciò occorre valutarla non come moneta alternativa e innovativa ma piuttosto come un

bene di investimento, scambiato attraverso il meccanismo del baratto, poiché come abbiamo sopra-

citato non rappresenta una riserva di valore.

Dunque ne emerge ad oggi una totale svincolazione dalle norme dell’ordinamento giuridico italia-

no. Gli esperti suggeriscono quindi di andare a contabilizzare tale valuta come se fosse un fondo

proveniente dalla conversione di bitcoin in euro, che quindi andrebbe sotto la denominazione “valu-

ta di provenienza estera” nella dichiarazione dei redditi.

2.2.2. Emendamento Boccadutri

Nonostante non si sia arrivati ad una connessione regolamentatrice della valuta, si sono mossi i pri-

mi passi in parlamento verso la riconoscibilità giuridica di essa attraverso l’emendamento proposto

dal deputato di Sinistra Ecologia e Libertà Sergio Boccadutri al decreto “destinazione italia”

2(n.145/2013) che ha voluto proporre tale questione ai nostri legislatori. Il testo definisce i bitcoin

come "criptovaluta elettronica complementare utilizzata a mezzo scambio senza finalità di riserva

di valore sulle reti di comunicazione elettronica”, l'obiettivo che si sono preposti riguarda appunto

l'identificazione dei titolari delle transazioni superiori a 1000€. Con modalità da stabilire “entro sei

mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione” con apposito decreto del Ministero

dell’Economia e delle Finanze e di applicare “alle operazioni di pagamento effettuate tramite bi-

tcoin le disposizioni in materia di antiriciclaggio”. Boccadutri espone anche il fatto piuttosto sco-

modante che riguarda l’affidabilità della moneta, che in base a serie storiche di dati è alquanto evi-

dente la sua repentina volatilità e quindi ne conviene un sostanziale rifiuto per un utilizzo in termini

di riserva di valore.

Il problema che comunque rimane alla base è che questa moneta ad oggi non è stata ancora comple-

tamente regolamentata nei suoi aspetti fondamentali da nessuna banca centrale ma unicamente dalla

legge della domanda e dell’offerta

2 Riferimento al Decreto Legislativo n.145/2013

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2.3. Relative posizioni dei singoli stati europei

Appare dunque evidente che non si sia arrivati ad un complesso omogeneo di normative valide per

l'intero territorio europeo né ad una linea di pensiero comune, neppure all’interno dell’area comuni-

taria.

Il problema che ne sorge è la necessità pressante di un sistema di definizione di questa criptovaluta

in quanto deve essere chiarito per le imprese, interessate soprattutto ai vantaggi, che vogliono inve-

stire su tale progetto, la modalità con la quale accoglierla tra gli strumenti di pagamento e l'eventua-

le modalità di tassazione cui potrebbero essere sottoposte.

Questa analisi parte dalle dichiarazioni del governatore della Banca Centrale del Lussemburgo,

Yves Mersch, il quale si è espresso in più di un'occasione sull’argomento “Bitcoin”: definendolo

"digital cash" o anche "moneta locale di internet", enfatizzando gli aspetti tecnici, ma anche sottoli-

neando come il fenomeno sia ancora estremamente circoscritto. Tempestiva è stata invece la Bank

of England che alcune settimane fa ha dichiarato che le monete digitali "al momento non sono diffu-

samente usate come mezzo di scambio, bensì la loro popolarità è legata alla capacità di essere

strumenti d'investimento finanziario" (asset class), proprio come recitavano i commenti della BCE.

Giuridicamente la BoE opta per la definizione della cyber-moneta come bene, considerando il Bi-

tcoin alla stregua dell'oro e di tutti quei beni utilizzati come riserva di valore. La banca centrale rus-

sa ha dichiarato a marzo di non precludere la possibilità di utilizzare l’innovativo denaro digitale,

diversamente dalla Banque de France che ha invece sottolineato i pericoli legati a un mercato non

ancora regolamentato e non garantito da nessuna istituzione superiore perché basato esclusivamente

sulla fiducia nei confronti del sistema informatico. Le principali banche centrali del continente, che

hanno tra i propri compiti proprio quello di regolamentare la moneta si sono interessate alla que-

stione, senza comunque arrivare ad una risoluzione congiunta della questione.

2.4. Regolamentazione da parte delle autorità cinesi

Misure cautelari più drastiche e incisive sono state prese dal governo cinese, il quale ha presentato

un report dove indica i rischi intrinsechi a tale moneta e ne ha conseguentemente vietato l’uso da

parte degli istituti finanziari poiché non è stata riconosciuta come moneta capace di circolare sul

mercato né tantomeno garantita da alcuna banca centrale. Questa forte contrapposizione ha avuto

ingenti ripercussioni proprio sul valore stesso dei bitcoin, che nei giorni successivi ha subito un ri-

levante picco verso il basso

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3. SHADOW BANKING E MONETA VIRTUALE

Lo shadow banking o sistema bancario ombra rappresenta l’insieme degli intermediari finanziari

non bancari, i quali propongono un’offerta di servizi similari a quelli delle tradizionali banche

commerciali (in particolar modo l’offerta relativa all’intermediazione creditizia), risultando esenti

dalla regolamentazione pressante delle istituzioni bancarie disciplinate dai relativi organi istituzio-

nali. Esse possono così vantare di una struttura snella e meno burocratizzata. Il termine “shadow

banking” fu coniato per la prima volta da Paul McCulley, senior executive di PIMCO, descrivendo

queste organizzazioni legali utilizzate dalle banche occidentali per rendere opachi e complicati i

prestiti cartolarizzati fuori bilancio.

Questo evidente vantaggio permette la detenzione in bilancio di prodotti ad elevato rischio di de-

fault e di liquidità, che negli ultimi anni sono stati prontamente estinti dalle voci patrimoniali delle

istituzioni bancarie riconosciute, in quanto l’elevato grado di rischiosità comportava, in nome degli

accordi Basilea II e III, ad un innalzamento del grado di patrimonializzazione, ovvero l’ 8%

dell’attivo ponderato per il rischio (risck weighted asset). I principali prodotti trattati da questo si-

stema parallelo sono rappresentati dai veicoli di cartolarizzazione, asset backed commercial paper,

fondi del mercato monetario, hedge found di credito, assicurazioni del credito. Alla base di queste

società c’è l’originale meccanismo per il quale le loro passività (quindi il reperimento di fondi) non

sono rappresentate dai depositi bensì da fondi del mercato monetario. In virtù di ciò esse sono sog-

gette a una minore regolamentazione. La particolarità e la centralità che hanno assunto negli ultimi

anni riguarda la possibilità di fornire finanziamenti sul lungo periodo, facilitando il credito attraver-

so il sistema finanziario, abbinando investitori e mutuatari individualmente o diventando parte di

una catena che coinvolge numerosi soggetti, alcuni dei quali sono proprio le banche commerciali.

Esemplare è il caso della secolare azienda inglese “Hall & Woodhouse brewery” che dopo anni di

amichevoli accordi relativi a prestiti pluriennali si è vista negare le stesse, in nome di una maggiore

stretta sul bilancio dovuti alla congiuntura economica attuale. Ciò è stato il motivo scatenante di una

svolta nel sistema di approvvigionamento del credito del birrificio inglese, il quale per la prima vol-

ta si è affacciato all’innovativo sistema dello shadow banking, ottenendo peraltro condizioni visto-

samente favorevoli.

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3.1. Bitcoin: la moneta che sfida la banche

Recentemente si è rilevato nel mercato della moneta una nuova forma di shadow banking e proprio

in tale mercato sia le istituzioni che i privati possono investire i loro fondi per brevi periodi. In pra-

tica i segnali di questo trend sono rappresentati dalla diffusione a livelli esponenziali delle monete

virtuali come i bitcoin, dalle piattaforme di social lending e da società che prevedono un sistema di

prestiti tra privati (direct lending), in cui domanda e offerta di capitale si incontra senza alcuna in-

termediazione bancaria (private debt) e i tassi del prestito sono mediamente inferiori di due punti

percentuali rispetto a quelli degli istituti di credito. Sul web è possibile rintracciare la piattaforma

BitBond.net che rappresenta una delle organizzazione peer-to-peer di prestito in bitcoin più accredi-

tate. Un’ulteriore aspetto da prendere in considerazione relativo a questa realtà emergente consiste

nell’impatto emotivo di questo nuovo modo operativo nel quale gli individui sono adesso consci

della destinazione dei loro risparmi. Di estrema rilevanza appare la maggiore velocità di reperimen-

to di fondi e una maggiore vicinanza tra i due operatori, caratteristiche queste che sono sempre più

divergenti nelle tradizionali istituzioni finanziarie. Inoltre focalizzandoci sul caso bitcoin, non può

restare marginale la sua funzione di servizio di pagamento, basti pensare alle nuove piattaforme sia

telematiche che materiali che permettono la conversione della moneta fiat in cyber-moneta senza

alcun esborso per commissioni relative all’operazione sopracitata. Essa si propone dunque di rivo-

luzionare l’intero sistema di pagamento, rappresentando una potenziale minaccia per l’eliminazione

del sistema bancario vigente, sia per il mercato delle transazioni che per quello finanziario. La nuo-

va tecnologia riesce a rendere più facile sia per le imprese che per i privati cercare e investire capi-

tali senza l’aiuto degli istituti creditizi. Ciò non sta a significare la progressiva estinzione di questi

enti ma una diminuzione del loro peso nel sistema finanziario, dove in relazione ad esso altri sog-

getti stanno allargando le loro competenze, trovandosi in una fase di crescente sviluppo. Rimane

opportuno valutare anche i rischi associati a tale sistema, in quanto emerge la preoccupante possibi-

lità per cui il rischio sistemico indiretto, causato della stretta connessione con le banche tradizionali,

potrebbe velocemente diffondersi da una parte all’altra. Esemplare è il ruolo che hanno svolto gli

enti deregolamentati durante gli anni della crisi finanziaria, in cui detenendo asset teoricamente se-

parati dalle banche ma in pratica dipendenti da esse, permettevano un’apparente espansione del cre-

dito e una diminuzione del rischio di portafoglio. Di fatti, la contaminazione è il maggior problema

per questi veicoli ombra (chiamati antecedentemente alla crisi asset-backed-securities) poiché è sta-

ta proprio la semplice conseguenza nel momento in cui si sono verificate le prime difficoltà nel re-

cupero dei prestiti concessi scatenati dalla crisi dei mutui sub-prime.

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4. CARATTERISTICHE E MODALITà D’USO

Bitcoin si fonda sul trasferimento di valuta tra conti pubblici utilizzando il metodo crittografico a

chiave pubblica, alla base del quale si erge il principio del peer-to-peer, che determina l’assenza di

alcun server centrale per non operare con alcuna autorità centrale. I dati vengono immagazzinati in

un database distribuito come è possibile osservare dall’immagine sottostante, che evidenzia anche la

differenza con un server based network:

Le modalità per ottenere bitcoin si esplicano attraverso la:

vendita di beni e la prestazione di servizi;

donazione di fondi da parte di altri utenti;

attraverso il meccanismo del mining e

in ultima ipotesi è possibile convertire i propri fondi detenuti sul conto corrente bancario attra-

verso appositi istituti di Exchange.

Una volta installato sul computer o su un dispositivo cellulare il relativo software, il portafoglio bi-

tcoin genererà il primo indirizzo bitcoin, che potrebbe essere paragonato ad un ipotetico indirizzo

fisico o un’ e-mail. L’importanza di tale codice alfanumerico, composto in totale da 34 cifre/lettere,

si denota nel momento in cui un secondo utente deve effettuare un pagamento nei nostri confronti,

in tal caso noi dovremmo fornirgli il nostro indirizzo per la ricezione della somma. Il portamonete,

detto anche wallet, mostra all’utente il saldo dei propri bitcoin evidenziando le transazione effettua-

te e il resoconto delle operazioni. Ogni operazione posta in essere viene catalogata su un registro

pubblico delle transazioni, detto block-chain dei bitcoin in ordine cronologico. Essa è visualizzabile

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da chiunque ne abbia interesse senza alcun limite di visualizzazione o chiave di accesso. Le opera-

zioni vengono visualizzate quasi istantaneamente qualora esse vengano convalidate (tale operazione

può richiedere circa dieci minuti), qualora esse non siano considerate valide le motivazioni possono

essere ricondotte al “double spend” ossia all’invio di una determinata somma di bitcoin a due desti-

natari diversi contemporaneamente. Il blockchiain esiste proprio per creare consenso sulla rete, per

decidere quale delle due transazioni sia da considerare valida, esso si consolida attraverso il mecca-

nismo della crittografia a chiave pubblica per creare e verificare le firme digitali. Possiamo analiz-

zare tale procedimento assumendo un trasferimento di bitcoin da un ipotetico utente A ad un’utente

B. Tali utenti possono avere uno o più indirizzi (bitcoin address) ciascuno con associate una coppia

di chiavi privata e pubblica che vengono conservati su un wallet digitale. Solo l’utente con la chiave

privata può firmare digitalmente una transazione per trasferire i proprio bitcoin ad un altro soggetto,

ma chiunque può verificare e convalidare la firma utilizzando la chiave pubblica di quell’utente.

In pratica:

B comunica ad A il proprio indirizzo

A prepara una transazione diretta all’indirizzo di B che include l’ammontare di Bitcoin da

trasferire

A firma la transazione con la chiave privata e annuncia la chiave pubblica affinchè sia pos-

sibile verificare la firma.

A trasmette in modalità broadcast la transazione alla rete Bitcoin in maniera che ciascun u-

tente la possa visualizzare.

L’unico rapporto che si deve intrattenere riguarda la comunicazione dell’indirizzo di B all’utente A

e la preparazione della transazione di A, il resto delle operazioni sono effettuate automaticamente

dal software utilizzato. Se ne deduce che chiunque potrà osservare la transazione se conoscono i

corrispettivi indirizzi di A e B ma nessuno potrà conoscere la chiave privata che permette

l’attestazione del passaggio di A, se qualcuno riuscisse ad acquisirla potrebbe infatti firmare le tran-

sazioni a suo nome.

16

Utente A

Chiave pubblica

Utente B

Chiave pubblica

Utente 0: firma

firma

Utente A

Chiave privata

Utente A: firma

firma

verifica

firma

Attraverso i successivi grafici è possibile avere visione del modo in cui sia possibile effettuare con

poche semplici mosse un pagamento o una riscossione utilizzando il portafoglio elettronico:

Inoltre aprendo solamente la pagina iniziale del proprio portafoglio verrà invece visualizzata una

schermata similare che racchiude le informazione necessarie ed essenziali relative al saldo e al co-

dice alfanumerico:

TRANSAZIONE TRANSAZIONE

Hash Hash

17

3

4.1. Meccanismo del mining

Il mining, come abbiamo citato sopra, è il meccanismo di emissione della moneta ed anche il pro-

cesso attraverso il quale è possibile aggiungere nuove transazioni al “registro pubblico delle transa-

zioni” avvenute sulla rete bitcoin. Questo processo è possibile effettuarlo attraverso il software de-

nominato “bitcoin miner” (minatore di bitcoin)4. Rappresenta quindi la modalità attraverso la quale

si attestano che le operazioni effettuate siano valide, eliminando l’increscioso problema del double

spending; i miner si dedicano a tali operazioni offrendo la loro potenza computazionale per convali-

dare le transazioni del network racchiuse all’interno di blocchi, e per questo sono ricompensati con

nuovi bitcoin per il servizio prestato. In conclusione questo sistema viene delineato come

un’insieme di operazioni telematiche che vengono eseguite da un apposito software, utilizzando le

risorse hardware del supporto informatico.

4.2. Istituti di Exchange

In alternativa una delle altre modalità per ottenere nuovi bitcoin corrisponde all’acquisto dei suddet-

ti attraverso appositi istituti che a tale servizio dedicano la propria attività. Essi convertono determi-

nate somme di valute reali in valute virtuali in base ad un determinato tasso di cambio che dipende

dalla domanda e dall’offerta della valuta stessa. Ad oggi possiamo rilevare un tasso di cambio eu-

3 Fac-simile di un bitcoin wallet creato attraverso blockchain 4 Del quale varie versioni sono scaricabili presso www.bitcoin.org/it/scarica

18

ro/BTC pari a 459,60 5. È statisticamente rilevante la forte volatilità della moneta elettronica come

lo si può osservare dal grafico sottostante:

6

Al fine della diffusione di tale valuta a livello globale, il problema dell’instabilità gioca un ruolo al-

quanto sfavorevole, complice l’instabilità normativa e i comunicati dei governi dei paesi più indu-

strializzati. Infatti si evidenziano forti oscillazioni del prezzo in coincidenza delle dichiarazioni e-

sposte dai governi dei paesi maggiormente influenti. Di forte impatto è stato l’assoluto divieto di u-

tilizzo della stessa valuta da parte delle autorità cinesi, rilevabile nel Dicembre 2013 con un forte

ribasso. D’altro canto è ipotizzabile una stabilità dei prezzi dal momento in cui si avranno norme e

giudizi circa le cripto valute sostanzialmente tendenti verso una stessa linea di pensiero. La sua sta-

bilità è inoltre il presupposto per la fiducia stessa che si ha nei confronti di questa moneta elettroni-

ca, infatti solo se ci si aspetta un tendenziale valore equivalente nel tempo potrà essere utilizzata

nelle varie applicazioni di mercato così da essere accettata globalmente come un concreto metodo di

pagamento, ipotesi che ad oggi è scarsamente diffusa o almeno in una modesta parte. Ciò sta a di-

mostrazione del fatto che solamente la fiducia sarà il punto cardine determinante dello sviluppo o

dell’estinzione dei bitcoin, fattore ad oggi instabile, conseguenza della giovane economia e della

nuova natura che rappresenta. È quindi rilevante il fatto che all’aumentare del volume di mercato e

della fiducia degli utilizzatori la volatilità diminuirà proporzionalmente. Una lieve tendenza è gia

5 Dato rilevato il 21 Luglio 2014 dal sito coinmarketcap.com 6 Prezzi medi storici del Bitcoin nei confronti della valuta Euro, ripreso da www.bitcoinaverage.com/charts#EUR-averages-false

19

rilevabile negli ultimi mesi seppur saranno necessarie ulteriori rialzi e contrazioni affinche si abbia

un assestamento completo del valore della valuta.

4.3. La questione della fiducia

Andreessen, ideatore dei primi browser e uno dei maggiori investitori fa un’importante affermazio-

ne riguardo la fiducia dei bitcoin, che rappresenta come abbiamo visto una delle caratteristiche alla

base della diffusione di questa criptomoneta:

“Bitcoin è la prima soluzione pratica a un problema di lunga data dell’informatica chiamato il

“problema dei generali bizantini” (PGB). Citando il documento che lo definisce: “ immaginate un

gruppo di generali del’esercito bizantino accampati con le loro truppe intorno a una città nemica.

Potendo comunicare solo con un messaggero, i generali devono concordare un piano di battaglia-

condiviso. Tuttavia, uno o più di loro potrebbe essere un traditore che vuole confondere gli altri. Il

problema è quindi trovare un algoritmo che assicuri ai generali onesti di trovare un accordo”.

Si esprime semplicemente il problema di come stabilire la fiducia tra parti estranee tra loro su una

rete non fidata come può essere quella di Internet. Bitcoin, scrive Andreessen sull’articolo pubblica-

to sul New York Times, risponde a questa esigenza. Infatti il sistema è costruito in modo tale che

siano presenti delle determinate garanzie sulla sicurezza della transazione, e che sia globalmente vi-

sibile la transazione effettuata di modo che non si avanzi il problema della contestazione della legit-

timità della transazione.

4.4. Crollo del mercato Mt.Gox

Peculiare è stata la vicenda accaduta nel febbraio 2014, in cui l’istituto di cambio giapponese

Mt.Gox, colosso nel settore del trading di bitcoin (rappresentando una pseudo banca online per chi

volesse investire il proprio denaro nell’innovativa cripto valuta e un autorità nel dettare una linea di

definizione del prezzo standard dei bitcoin) ha annunciato di aver temporaneamente bloccato il riti-

ro di bitcoin dal sito rilasciando il presente comunicato:

“Gentili clienti di MtGox,

20

Mentre cercavamo di risolvere i problemi riscontrati durante alcuni prelievi di bitcoin abbiamo

constatato che l’aumento del numero dei prelievi sta ostacolando i nostri tentativi di risoluzione a

livello tecnico. Per avere una visione più chiara del processo il sistema deve rimanere fermo per un

po’. Per permettere al nostro team di risolvere i problemi riscontrati durante i prelievi risulta ne-

cessario fermarli temporaneamente tutti per ottenere una chiara visione tecnica dei processi in cor-

so. Ci scusiamo per l’estremamente breve preavviso, ma per ora tutti i prelievi di bitcoin saranno

bloccati, e quelli già in coda saranno riassegnati al vostro wallet MtGox e potranno essere re-

inizializzati una volta che il problema sarà stato risolto. I clienti possono tuttavia utilizzare la piat-

taforma di trading come al solito. Il nostro team lavorerà duramente durante il weekend e rilascerà

un aggiornamento lunedi 10 febbraio 2014 (JST). Ci scusiamo ancora per l’inconveniente, e vi

chiediamo di avere pazienza e di non farci mancare il vostro supporto mentre lavoriamo per risol-

vere questo problema.

Cordiali saluti,

Il Team MtGox”7

Tale dichiarazione ha inciso profondamente sull’andamento del prezzo dei bitcoin, è infatti rilevabi-

le un crollo nel grafico sovrastante nel mese di Febbraio, perdendo il 20% del suo valore in due soli

giorni e la metà in 4 settimane successive al blocco dei prelievi. Una delle più grande piattaforme di

scambio di btc si è praticamente dileguata, facendo registrare un furto di 700 000 bitcoin, equiva-

lente al 6% dei bitcoin totali circolanti. Come risulta dall’esposto di Blockchain si afferma che “il

crollo non è altro che il risultato di alcune deprecabili manovre della società e che non riflette la so-

lidità o il valore dei bitcoin e dell’industria della valuta elettronica”. Secondo quanto riportato dalle

comunicazione dell’istituto di scambio la rovinosa caduta subita deriverebbe da un problema tecni-

co risolvibile con un black-out dei server, ma a quanto si evince dai dati storici, non sarebbe la pri-

ma volta che si verificherebbero tali mancanze infatti, anche nel Maggio 2012 si è registrato un

blocco forzoso mosso da parte del Dipartimento di Sicurezza Interna americano (Departmente of

Homeland Security) in quanto non era presente la dichiarazione di esercizio di attività riconducibile

ai servizi monetari, oltre a successivi attacchi hacker subiti nel Luglio del 2013 che hanno provoca-

to brevi, seppur non inosservati, stop delle transazioni. Il sito viene successivamente oscurato an-

dando a consolidare le indiscrezioni riguardo al presunto fallimento, ma se si tratti di truffa o di un

attacco di hacker ancora non è dato saperlo fatto sta che si è falsato gli scambi della moneta del

7 Comunicato ufficiale tradotto e ripreso dal sito: www.bitcoinita.it/news/mtgox-blocca-il-ritiro-di-bitcoin-dal-sito-causando-un-crollo-del-cambio-btusd/

21

web. Secondo Mt.Gox la crisi è stata scatenata da un difetto del software che avrebbe permesso ad

alcuni hacker di manipolare la rete Bitcoin, modificando i dettagli delle transazioni per far sembrare

che un invio di bitcoin verso un determinato portafoglio non si sia verificato quando in realtà è ri-

sultato che l’operazione sia andata a buon fine. Si è quindi registrato da parte di un gruppo di pirati

informatici un approprio indebito di bitcoin dalle casse telematiche che equivale a 473 milioni di

dollari (345 milioni di euro), circa il 6% dei BTC in circolazione fin oggi, e diversamente dai siste-

mi tradizionali di deposito non è previsto nessun tipo di garanzia né tanto meno di assicurazione e

quindi di rimborso. Si è esposto lo stesso ex CEO Mark Karpeles dichiarando di continuare a trova-

re una risoluzione possibile e accettabile per far fronte all’improvviso bug del sistema. Rimbalzava

nei giorni successivi una possibile ipotesi di tracollo totale della cripto-valuta più parlata degli ulti-

mi tempi. Gli altri grandi istituti di scambio come Bitstamp, Coinbase, Kraken, BTC China, Blo-

ckchain, Circle, attraverso comunicati congiunti hanno espresso la loro distanza dall’accaduto in

quanto la falla rilevata era circoscritta alla cattiva gestione dell’azienda e che non aveva a che fare

con il sistema Bitcoin. Tutto ciò rappresenta in qualsiasi caso un monito sia per i nuovi e che per i

già consolidati investitori dal quale si evince un’adeguata attenzione nei confronti degli istituti ai

quali si chiede di intermediare i propri investimenti. “Bitcoin non è fatto per avere conti in servizi

terzi, ma per essere ognuno la banca di se stesso […] ogni strumento che sfrutta questa tecnologia

è sviluppato con l’idea di poter tenere il proprio conto al sicuro sul proprio computer, smartphone,

chiavette e pure su fogli di carta. L’unico motivo per tenere i fondi sempre pronti sugli exchange è

la volontà di poter speculare sul cambio di prezzo. Sono stati gli speculatori i principali soggetti

colpiti dai problemi su Mt. Gox, insieme agli altri utenti che con incoscienza pensavano che lascia-

re i loro soldi in mano di qualcun altro fosse una buona idea. Certo si possono usare servizi terzi

per la loro immediata utilità, ma evitate di lasciarvi sopra i vostri fondi per lungo tempo” è il

commento di Franco Cimatti Presidente della “Bitcoin Foundation Italia” rilasciato a Wired.it8.

Come si è potuto osservare nei mesi successivi, questo incidente, non ha avuto ripercussioni preoc-

cupanti né sugli scambi né sulle transazioni effettuate con questa valuta anzi è da considerarsi come

un evento necessario affinché si eliminino dal mercato soggetti poco trasparenti e ambigui e accele-

rerebbe i futuri processi di regolamentazione del settore.

8 Commento di Franco Cimatti, Presidente della “Bitcoin Foundation Italia” riportato nell’articolo: “Cosa è successo a Mt.Gox e perché non è la fine di Bitcoin” sul sito www.wired.it

22

4.5. Vantaggi e somiglianze con la moneta tradizionale

Gli obiettivi che si prefigge il sistema incentrato sulla curiosa moneta del futuro si concentrano in-

torno alla possibilità, ora concreta, di eliminare l’intermediazione bancaria tradizionale nelle transa-

zioni monetarie, quindi si consentirebbe la possibilità di eliminare quasi totalmente i costi di com-

missione sulle transazioni, infatti è stato calcolato che il risparmio si registrerebbe attorno al 2-3%

circa sulle commissioni bancarie che paghiamo nel caso di utilizzo di strumenti bancari. Oltre a

questo evidente vantaggio è possibile elencarne altri che hanno portato alla grande fama ottenuta da

questa nuova tecnologia. Infatti al di là della constatazione già esaminata precedentemente riguardo

l’assenza di un’autorità centrale o di una zecca di stato, la nuova cripto-valuta ha la capacità di non

essere falsificabile in quanto generata e gestita tramite sofisticati meccanismi di crittografia ma so-

prattutto non è inflazionabile. Quest’ultima considerazione ci porta a valutare la particolare caratte-

ristica che riguarda un’offerta di valuta fissata a 21 milioni di unità di Bitcoin e per questo non è

possibile che sia sottoposto a una svalutazione competitiva da parte delle autorità di controllo. Valo-

re questo che è stato definito fin dalla nascita. Ad oggi, è possibile contare circa 12 milioni di bi-

tcoin in circolazione, creati (o meglio “minati”) attraverso complicati algoritmi crittografici, sti-

mando che verrà raggiunto il valore asintotico di 21 milioni dopo il 2030, risulta quindi program-

mata nella valuta stessa questa tendenza deflazionistica. È possibile illustrare questa considerazione

attraverso il seguente grafico:

23

Bitcoin Privacy Model

9Come abbiamo precedentemente osservato i “miner” sono coloro che sfruttando la potenza compu-

tazionale per convalidare la transazioni tramite bitcoin (che sono racchiuse all’interno di blocchi),

riescono ad ottenere nuovi bitcoin in cambio dell’impegno e per l’energia dedicata a tali operazioni.

Questa rappresenterebbe l’unica possibilità di produzione della valuta in esame. Convalidare le

transazioni resta comunque un processo che diventa man mano sempre più difficile e articolato in

quanto le risorse da dedicarci sono sempre più elevate, richiedendo di conseguenza costi sempre più

ingenti. È inoltre possibile notare un’analogia tra i miner e i cacciatori di oro, infatti come il metallo

prezioso anche i bitcoin per la loro intrinseca natura sono una risorsa scarsa e di conseguenza il pay-

out erogato come premio per l’impegno profuso dai minatori per ogni blocco risolto si ridurrà pro-

porzionalmente nel tempo, in ragione di ciò è possibile spiegare la corrispondente diminuzione della

risoluzione dei blocchi in relazione sia alla complessità di calcolo richiesta sia in ragione di una re-

munerazione sempre minore, proprio come è illustrato nell’immagine sovrastante.

È inoltre possibile osservare, tra le caratteristiche delineanti di questa moneta, una delle questioni

più scottanti sull’argomento: stiamo parlando dell’anonimità dei bitcoin. Infatti non è possibile ri-

condurre l’indirizzo alfanumerico utilizzato nelle transazione ad una identificazione del

proprietario del portafoglio.

È utile specificare che tutte le operazioni effettuate tramite bitcoin sono riportate su diversi portali

online, (tra cui è possibile citare blockexplorer.com o blockchain.com), ma come detto l’unica in-

formazione che identifica l’utente bitcoin è l’indirizzo generato in modo random dallo stesso siste-

ma bitcoin. Nel modello di banca tradizionale la privacy viene garantita vietando l’accesso alle in-

formazioni riguardanti le singole transazioni, quindi all’identità dei soggetti coinvolti in esse, mo-

dello diametralmente opposto a quelle già discusso sui Bitcoin. Infatti tutti possono visualizzare la

transazione senza che nessuno entri in possesso di alcun tipo di informazione che possa collegare la

chiave pubblica con l’identità di un determinato soggetto. Nonostante ciò, rimane doveroso osserva-

re che questo metodo operativo, incentivato da una completa decentralizzazione, non permette né

9 Grafico ripreso dal sito: tumblr.themisescircle.org

Identities Transaction Public

24

l’attività di monitoraggio e controllo né la possibilità di eventuali segnalazioni di attività poco tra-

sparenti e sospette. La tracciabilità e la natura pubblica delle transazioni rendono disagevole un uso

che eluda le leggi vigenti, anche se esistono sistemi come il “tumbling” che permettono di far per-

dere la traccia di un flusso bitcoin, esattamente come esistono sistemi per rendere impraticabile il

tracciamento dei contanti e anche delle transazioni bancarie tradizionali. Tuttavia non è mai stato

ipotizzato un programma anti-riciclaggio e l’insieme di questi connotati hanno permesso a questa

valuta di essere diversamente dalle altre, suscettibile di illeciti trasferimenti monetari e di manipola-

zioni tramite l’uso di malware. Sebbene, paradossalmente una banconota tradizionale ha delle carat-

teristiche molto più affini per commettere illeciti, poiché è del tutto anonima, scambiabile privata-

mente e quindi impossibile da tracciare. È utile elencare le varie modalità per incrementare la possi-

bilità di rimanere nell’anonimato della cyber moneta, infatti:

È di primaria importanza utilizzare un nuovo indirizzo bitcoin per ogni nuova operazione in

entrata

Utilizzare il servizio messo a disposizione di vari istituti di cambio online che permettono la

creazione di un e-wallet che consente agli utenti di gestire in maniera accentrata e contem-

poranea molti indirizzi bitcoin

Utilizzare programmi volti a rendere anonimo lo stesso IP.

Detto ciò è stimabile che tale valuta potrebbe seriamente essere presa in considerazione per futuri

atti illeciti e che sia sempre più utilizzata da cyber criminali come opzione di pagamento o come fi-

nanziamento delle loro attività abusive. Ne sono già individuabili alcuni casi di non poca importan-

za come:

Nel 2011, la vendita di un virus chiamato ZeuS botnet Trojan da parte di un hacker che af-

fermava di accettare solo pagamenti tramite bitcoin

Il famigerato caso di Silk Road, sito dal quale era possibile acquistare online e in assoluta

forma anonima (attraverso il browser Tor, utilizzato per la navigazione anonima in rete) dal-

le sostanze stupefacenti ai documenti falsi, tutti prodotti non vendibili sul web tradizionale il

cui commercio è soggetto all’osservanza di stringenti disposizioni di legge. Secondo l’FBI

Silk Road aveva un giro d’affari illegale pari a 1.2 milioni di dollari in bitcoin e commissio-

ni sulle transazioni che hanno fruttato circa 80 milioni di dollari. L’oscuramento di tale sito

ha provocato un forte calo del valore della valuta

Un gruppo di Hacktivisti LuzSec ha ricevuto 18000 dollari di bitcoin, scegliendo proprio

questa valuta, in quanto consentiva di ricevere donazioni mantenendo celata l’identità dei

destinatari delle stesse.

25

È opportuno evidenziare come tali cyber-monete non siano utilizzate solamente per attività crimina-

li infatti si prestano facilmente come strumento utile per le donazioni, poiché si prevedono basse

commissioni e tassazioni azzerate senza tralasciare il fatto che non sono previsti limiti all’importo.

È possibile dimostrarlo attraverso alcuni esempi; infatti la Electronic Frontier Foundation, Wikile-

aks ed altri portali di servizi online come Wordpress, Reddit, Baidu accettano donazioni e pagamen-

ti in bitcoin.

Un aspetto negativo da considerare è relativo al furto dei bitcoin che rappresenta un ostacolo non

poco rilevante alla crescita di questa innovativa valuta. È possibile dare un’idea dei furti di moneta

elettronica attraverso il seguente grafico, indicando come parametro approssimativo un intervallo

temporale che va da Maggio a Novembre 2011, dimostrando quanto la sicurezza informatica è alla

base delle teoria della digital currency e di conseguenza rappresenta il primo campo di problemi ri-

legati alla fiducia che ne derivano:

È di primaria importanza sottolineare il fatto che, essendo il portamonete non criptato, diventa esso

stesso un probabile bersaglio di attacco da parte di esperti informatici con intenzioni niente affatto

lecite. Agli utenti è di norma consigliato a seguito dei citati episodi, di archiviare i proprio blocchi

bitcoin su un computer non connesso a internet o su una penna USB (approccio soprannominato

“cold storage”) aggiungendo ulteriormente un software crittografico per proteggere il proprio wallet

BTC, oltre a tenere custodita in un posto sicuro e segreto la chiave privata per l’accesso allo stesso

portamonete telematico che permetta la gestione e il controllo dei proprio BTC, al quale non è pos-

sibile accedere in qualsiasi altro modo in caso di smarrimento o dimenticanza della chiave di acces-

so, ed è oltretutto pressoché impossibile da memorizzare. Ciononostante, il mantenimento offline

26

dei bitcoin rallenta i tempi nelle operazioni di scambio. Questo sarà necessario finché non verrà ri-

disegnato l’assetto del sistema, che in tal caso potrà eventualmente semplificare la gestione e la si-

curezza del portafoglio bitcoin. L’unica alternativa ad oggi riconosciuta consiste nell’affidamento

delle proprie cripto monete a una società terza che fornisce servizi di scambio tra la moneta virtuale

e quelle convenzionali, alla quale è possibile accedervi semplicemente connettendosi al relativo

portale web, solo in questo caso, anche in un eventuale smarrimento della password sarebbe possi-

bile resettare e recuperare il proprio portafoglio. È comunque un procedimento ancora da definire

lontano dalla portata di una completa affidabilità considerati i già esaminati casi di attacchi hacker a

società di scambio (vedi Mt.Gox). è possibile concludere che la mancanza di strumenti atti a sem-

plificare la gestione e la sicurezza sta in parte ostacolando la diffusione della moneta nei pagamenti

e in altre operazioni commerciali.

È utile specificare che qualsiasi transazione effettuata a mezzo bitcoin risulta irreversibile ossia non

è possibile annullarla in un secondo momento poiché i trasferimenti vengono considerati come un

cambio di proprietà della valuta.

4.6. Possibilità di utilizzo

Le possibilità di utilizzo spaziano attraverso svariati ambiti riguardanti, elencando i principali10

:

La spedizione e il trasferimento di denaro a livello internazionale, pagando un commissione

irrisoria;

La vendita di beni o servizi tramite la piattaforma internet senza la creazione di un servizio

di pagamento;

La salvaguardia dei risparmi dalle svalutazioni perpetrate dalle politiche finanziarie adottate

dalle autorità centrali;

La donazione di una determinata somma a qualsiasi organizzazione che accetti bitcoin, sen-

za che nessun intermediario si possa intromettere per chiedere informazioni;

Permette di poter viaggiare al di fuori della proprio area valutaria senza incorrere nel rischio

di cambio valuta.

È anche evidente come tale invenzione riesca a produrre consistenti benefici anche nel mondo del

commercio, infatti oltre alle basse tariffe di transazione, ricevere bitcoin è gratuito e l’invio di essi

costa meno di un centesimo, i commercianti possono convertire bitcoin in dollari e ottenere la pro-

tezione della volatilità per mezzo punto percentuale (0.5%); si possono accettare i pagamenti a li-

10www. thebitcointrader.com, “Things you can do with Bitcoin that otherwise couldn’t”

27

vello internazionale, oltre a non incorrere in incresciosi problemi di recupero del credito poiché in

pochi secondi potranno verificare che il pagamento è in procedimento (di solito in un’ora la transa-

zione viene completata, anche se si prevedono in futuro nuovi servizi che permettano una riduzione

dei tempi necessari), nessun esborso per l’installazione del processore o per onerose tariffe periodi-

che relative al servizio.

4.7. La critica di Paul Krugman11

Paul Krugman, premio nobel per l’economia nel 2008, il più noto economista di ispirazione keyne-

siana contemporaneo, fa un’importante analisi riguardo la controversa innovazione in materia di

monete virtuali che si sta affermando negli ultimi cinque anni. Secondo Krugman affinché si possa

decretare il successo o meno di una moneta sono necessarie due condizioni: essere un mezzo di

scambio e funzionare come riserva di valore ovvero che il suo potere d’acquisto sia mantenuto sta-

bile nel tempo ed è proprio questo secondo scenario che fa sorgere diversi quesiti in merito, non es-

sendo governata da un’autorità che ne sia regolatrice. Infatti, come viene esplicitato nel suo blog,

considera i bitcoin come un nuovo gold standard:

“In effetti, Bitcoin ha ricreato nel suo mondo privato il gold standard, in cui l’erogazione di mone-

ta è fissa invece che soggetta ad essere incrementata dallo stamparne altra. Quello che noi voglia-

mo da un sistema monetario non è che le persone si arricchiscano tenendo la moneta; noi vogliamo

che faciliti le transazioni e renda ricca l’intera economia. […] l’economia dei Bitcoin ha subito

una forte deflazione. E a causa di questo, ci sono incentivi a tenere la moneta invece di spender-

la.[…] così nella misura in cui l’esperimento ci dice qualcosa sui regimi monetari, rinforza le ra-

gioni contro qualunque cosa come un nuovo gold standard – perché mostra, appunto, quanto sia

vulnerabile un sistema di questo tipo all’accumulare moneta, deflazione e depressione”

Dunque da quanto ne emerge da questo breve articolo del premio nobel si evidenzia una forte pro-

pensione alla detenzione di tale strumento come un’opportunità di investimento piuttosto che come

metodo di pagamento. Il paragone con l’oro deriva dallo scenario deflazionista di questa moneta ,

nonostante ciò a differenza dell’oro esso non ha un valore intrinseco e a differenza delle monete ga-

rantite delle banche centrali non vi è nessuno pronto a riacquistarle in ogni momento a determinate

condizioni quindi in definitiva non rappresenta un deposito di valore stabile, basti pensare che dopo

l’annuncio del governo cinese riguardo la sospensione dell’uso della cyber valuta, essa ha perso i-

stantaneamente circa metà del suo valore. È quindi determinante il fatto che l’affermazione di tale

11 In riferimento all’articolo pubblicato sulla rubrica settimanale di Paul Krugman sul NYT, intitolato: “Bitcoin is Evil”

28

moneta passi anche dalla stabilizzazione del suo prezzo. Il forte e continuo aumento di valore della

moneta comporta l’affermarsi del fenomeno dell’accaparramento (hoarding): gli utenti in possesso

di bitcoin attendendosi continui aumenti di valore saranno spinti ad accumulare e conservare la va-

luta anziché spenderla , provocando così fenomeni deflattivi. Questa tesi appare congruente con le

affermazioni mosse due secoli prima da Adam Smith che aveva criticato per motivi analoghi le mo-

nete in metalli preziosi ritenendole uno spreco di risorse.

A queste affermazioni è possibile però muovere alcune confutazioni, infatti il fenomeno

dell’hoarding è possibile verificarlo anche su alcune monete reali come lo Yen, che negli anni 90 ha

creato una forte deflazione in Giappone portando al collasso il sistema bancario nipponico. È inoltre

osservabile statisticamente che nonostante la crescita esponenziale del valore della valuta, le transa-

zioni stanno crescendo proporzionalmente ad essa.

Questo riflette il fatto che nonostante sia agli albori della sua crescita, questa moneta ha fenomeni e

caratteristiche sia positive che negative al pari delle altre.

29

5. BITCOIN COME INVESTIMENTO

L’innovativa moneta digitale bitcoin si presta, oltre ad essere un efficiente metodo di pagamento,

anche ad una funzione di investimento alquanto particolare. Infatti, come commentano i numerosi

specialisti provenienti dai diversi fondi di investimento in Bitcoin, questa moneta virtuale è

l’investimento attuale a più alto rischio e alto rendimento. L’investimento in Bitcoin che coinvolge

l’acquisto e l’accaparramento è molto diverso da un tipico investimento in una società capitalistica.

Tale valuta incarna nel suo stesso essere un potenziale piuttosto che una strategia aziendale ed è

proprio questo il fulcro del rischio che rappresenta e della sua relativa vulnerabilità. A prescindere

da qualsiasi altro investimento, questo richiede una peculiare conoscenza della materia e oltre a del-

le determinate abilità. Date le seguenti caratteristiche è giudizioso ricordare che in determinati casi

come questi non è di buona regola non investire ciò che non ci si può permettere di perdere. Mark

T.Williams, un esperto del sistema bancario e della gestione del rischio, professore presso la Boston

University School of Management, dice che “bitcoin è 7 volte più rischioso dell’oro e 8 volte più

rischioso rispetto allo S&P500 (indice di borsa basato sulla capitalizzazione di mercato di 500

grandi imprese) e 15 volte più rischioso delle valute normali.12

Il suo maggior punto di forza che

consiste nella sua natura decentralizzata attira intorno a se una platea di soggetti che si sono schiera-

ti contro un controllo fin troppo ferreo delle valute da parte del governo. Contro questo originale si-

stema si sono mosse di conseguenza diverse autorità del settore mettendo in guardia i potenziali in-

vestitori dai rischi ingenti e dalle dubbie probabilità di profitto che si possono ricavare. Diverse di-

chiarazioni sono state rilasciate nel 2013 dal US Securities and Exchange Commission (SEC), la

Financial Industry Regulatory Autorithy (FINRA) e il North American Securities Administrators

Association (NASAA), allertando i futuri investitori sui rischi intrinsechi a tale valuta, consideran-

dola come una vera e propria minaccia. Tuttavia sotto questi commenti si cela un velo di verità, in-

fatti basandoci su dati statistici le forti fluttuazioni che ha subito questa valuta sarebbero un forte

campanello d’allarme e per molto tempo si è ipotizzato si trattasse veramente di una bolla specula-

tiva pronta a scoppiare e ciò è possibile dimostrarlo attraverso il seguente grafico che dimostra le

svariate fasi osservabili di una vera e propria bolla speculativa:

12 Citazione ripresa dal blog: www.blog.cex.io

30

Che confrontato con il successivo grafico presenta evidenti elementi di somiglianza:

Ma andando ad evidenziare la psicologia di questo eventuale investimento noteremmo che in caso

di azzeramento del valore dei bitcoin la perdita corrisponderebbe a un valore percentuale pari al

100% ma, come si è verificato anche empiricamente, i primi investitori hanno avuto un profitto che

si è aggirato intorno al 600% dell’investimento iniziale. Se ne deduce che non si hanno limiti di pro-

31

fitto anche se come abbiamo gia ricordato si tratta di un economia giovane e soggetta probabilmente

a future oscillazioni che non permettono di calcolare precisamente quale sia il momento propizio

per entrare nel mercato. Il punto determinante è quindi basato sul tipo di strategia che si vuole met-

tere in atto, se il nostro obiettivo prevede il realizzo di un forte margine nel breve tempo, si potrà

mettere in atto una strategia speculativa con alto rischio. È da sottolineare la bassa liquidità di mer-

cato di questa valuta digitale, infatti i volumi sono molto bassi e per veder realizzare gli ordini ci

potrebbe occorrere diverso tempo. Inoltre la liquidità è molto bassa, il che significa che lo sposta-

mento in entrata o in uscita da questo investimento potrebbe avere influenze di non poca importanza

sul prezzo.

La novità proposta porta molto investitori a considerare questo investimento come modalità per cre-

are imprese che si servano di tale sistema e tra questi è presente anche Marc Andreessen, cofondato-

re di Mosaic (considerato il primo browser per la navigazione sul web, e della società Netscape, do-

ve produsse nuovi bowser). Da molti è stimato per il grande apporto che ha fornito al lancio allo

sviluppo del web. Da anni ormai, è uno dei soggetti più attivi per il finanziamento di nuove start-up

con alte potenzialità di successo, attraverso la sua società di investimenti “Aandreessen Horowitz”.

In un lungo articolo pubblicato sul New York Times13

ha dato una chiara spiegazione riguardo la

motivazione che lo ha indotto a investire la straordinaria cifra di 50 milioni di dollari in una serie di

start-up che si occupano di soluzioni legate a Bitcoin. Andreessen afferma che il 2014 sarà l’anno di

Bitcoin , come il 1975 fu quello dei personal computer e il 1993 quello di Internet.

5.1. Derivati sui bitcoin

In generale, per quanto riguarda il trading di questa valuta, se si ha una prospettiva rialzista, acqui-

starli e mantenerli nel portafoglio non è probabilmente la scelta migliore per trarre beneficio dalla

loro quotazione. Il modo migliore per approfittare delle quotazioni dei bitcoin per guadagnare è fare

trading. Infatti come abbiamo gia precedentemente osservato, essendo sottoposta a continui sbalzi

di valore, la tendenza di fondo muta nel tempo. Probabilmente fare trading senza possedere la cyber

valuta materialmente rappresenta la migliore soluzione per gli investitori che desiderano sfruttare i

movimenti volatili di breve termine. È quindi consigliabile trarre profitto dai cambiamenti di valore

dei bitcoin attraverso l’utilizzo di strumenti finanziari derivati che hanno come sottostante proprio il

bitcoin. Possono essere elencati i più rilevanti:

CFD (contract for difference);

13 www.dealbook.nytimes.com :”Why Bitcoin Matters” by Marc Andreessen.

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Opzioni binarie

Con i CFD si ha la possibilità di speculare al rialzo o al ribasso su uno strumento la cui quotazione

segue quella dei bitcoin, nonostante ciò la tendenza di fondo, valutata su un ampio arco temporale, è

quella di un aumento marcato del prezzo. Questo comporta che nel breve i profitti potenziali sono

molto elevati ma allo stesso tempo è presente un elevato rischio di volatilità. Quando si fa trading

con i CFD è possibile sfruttare l’effetto leva per moltiplicare i proprio guadagni. Tale effetto è evi-

denziabile attraverso un semplice esempio:14

se A compra 100 euro di bitcoin e il bitcoin ha un au-

mento dell’1%, il guadagno finale è di 1 euro. Se invece si utilizza l’effetto leva di 400, non vengo-

no acquistati 100 euro di bitcoin ma il broker provvede ad acquistare 100 * 400 = 40.000euro di bi-

tcoin. La differenza è finanziata dal broker, senza interessi di nessun tipo e senza commissioni. Il

broker ha interesse ovviamente all’aumento del volume delle transazioni, l’utente A ha invece

l’interesse ad utilizzare l’effetto leva più alto possibile cosi da aumentare il suo profitto. Un profitto

dell’1% comporta, un guadagno netto di 400 euro. È utile però ricordare che il broker non assume

nessun rischio. Quindi nel caso in cui l’operazione subisca una perdita o supera il margine di garan-

zia viene chiusa. Il trader può perdere al massimo il 100% della somma investita. anche se nella re-

altà è l’utente stesso che stabilisce quanto è disposto a perdere nel caso peggiore, nonostante ciò an-

che il trading con i bitcoin possono comportare delle perdite sul capitale. Questo tipo di rischio è

comunque controllabile e ciò è possibile attraverso il sistema di trading system. Consiste pratica-

mente nell’inserire il livello massimo di perdita che si può accettare relativa alla transazione in esse-

re. Quel livello viene chiamato di stop loss, quando viene raggiunto, il broker chiude in maniera au-

tomatica la posizione. In un ipotesi estrema, nel caso in cui l’investitore non volesse correre alcun

rischio potrebbe fissare un livello di stop loss pari a 0, che d’altra parte comprometterebbe qualsiasi

guadagno poiché tutte le transazioni sarebbe chiuse immediatamente in quanto piccole cadute sono

prodotte fisiologicamente. È possibile illustrare attraverso la seguente illustrazione, una locandina

pubblicitaria raffigurante la possibilità di trading tramite cfd dei bitcoin, offerta dalla socità “Ava-

trade”:

14 Esempio ripreso dal sito: www.tradingbitcoin24.com

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Con le operazioni binarie si acquisterà uno scenario, rialzista o ribassista, limitato nel tempo.

Utilizzare le opzioni binarie per fare trading con i bitcoin rappresenta un grande vantaggio, ovvero

l’affidabilità. Infatti la detenzione di un conto sui portali di scambi online ha rappresentato in più di

un occasione un vero pericolo per gli investitori, che a causa di manovre fraudolente hanno subito

in poche ore ingenti perdite. Questo è dovuto alla natura stessa sia dei bitcoin che di queste piatta-

forme che sono escluse da qualsiasi controllo da parte delle autorità. Viceversa, le piattaforme di

trading per opzioni binarie sono tutte necessariamente autorizzate sicure ed affidabili, ciò lo dimo-

stra il fatto che in Italia sono sotto il controllo della CONSOB (Commissione Nazionale per la So-

cietà e la Borsa). Probabilmente va contro il motivo stesso della costituzione di questa valuta che

nasce con una completa indipendenza nei confronti delle autorità governative e con l’intento di ri-

baltare completamente il sistema ma al tempo stesso, lungi da tali ideologie, permette a dei partico-

lari soggetti di creare delle favorevoli opportunità di guadagno. Uno dei trading migliori individuati

sul web di opzioni binarie con i bitcoin è “anyoption” che permette di tradare bitcoin mediante il

cross valutario con il dollaro15

, seppur ancora non siano presenti numerosi broker che dispongano

dell’asset bitcoin.

15 Il bitcoin è scambiato quasi sempre con un cross bitcoin/dollaro

34

DOCUMENTI:

Paper of Satoshi Nakamoto – Protocollo di Satoshi Nakamoto - https://bitcoin.org/bitcoin.pdf

“Peer-to-peer electronic cash system”

Articolo “Shadow and Substance” tratto da “The Economist” – International Banking -

http://www.economist.com/sites/default/files/20140510_international_banking.pdf

“The Denationalization of money” – Frederick Von Hayek -

https://mises.org/books/denationalisation.pdf

SITOGRAFIA:

https://www.bancaditalia.it/vigilanza/regolamentati/imel

http://it.wikipedia.org/wiki/Bitcoin

https://bitcoin.org/

https://bitcoin.org/glossario

www.bitcoin.it/scarica

www.trend-online.com/argomenti/bitcoin

http://www.wired.it/economia/finanza/2014/07/16/bitcoin-tasso-di-cambio/

https://bitcoinaverage.com/charts#EUR-averages-false

http://www.bitcoinita.it/news/mtgox-blocca-il-ritiro-di-bitcoin-dal-sito-causando-un-crollo-del-

cambio-btcusd/

http://en.wikipedia.org/wiki/Mt._Gox

http://www.wired.it/attualita/tech/2014/02/26/mt-gox-fine-bitcoin/

http://www.investirebitcoin.com/

http://www.traderpedia.it/wiki/index.php/Bitcoin

http://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/virtualcurrencyschemes201210en.pdf

http://www.rethinkecon.it/il-bitcoin-e-la-dottrina-della-deflazione/

http://coinmarketcap.com/currencies/bitcoin/

http://www.thebitcointrader.com/2011/09/14-things-you-can-do-with-bitcoin-that.html

http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/12/28/bitcoin-is-evil/?_php=true&_type=blogs&_r=0 by

Paul Krugman

http://blog.cex.io/it/investimento-in-bitcoin/

http://dealbook.nytimes.com/2014/01/21/why-bitcoin-matters/ by Marc Andreessen

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http://www.tradingbitcoin24.com/

https://blockchain.info/it