S. Agnello, Macchine e tecnologia bellica: le armi di offesa e di difesa in età romana., in L'arte...

23
1 MACCHINE E TECNOLOGIA BELLICA: LE ARMI DI OFFESA E DI DIFESA NELLANTICA ROMA STEFANO AGNELLO La potenza dell’esercito romano fu in buona parte favorita anche dal fatto di avere a disposizione strumenti e mezzi meccanici, frutto di conoscenze provenienti dalla scienza alessandrina e dalle loro esperienze. Nel campo dell’ingegneria militare grande importanza ebbero le macchine belliche, comprendenti sia i meccanismi usati per il lancio di proiettili, dardi o pietre, sia l’insieme di quegli strumenti destinati ad agevolare l’approccio e l’assalto alle difese fisse nemiche 1 . Fu in genere costante abitudine quella di imprimere velocità ai proiettili di un arma utilizzando la forza di flessione (esempio tipico l’arco), mentre nelle macchine usate dai romani fu invece utilizzata la forza di torsione (usando fasci di nervi, tendini e crini di cavallo), per tale motivo esse furono chiamate tormenta (da torquere, “torcere”) 2 . Apollodoro di Damasco nella sua Poliorcetica fornisce precise direttive per l’assemblaggio delle varie macchine. Per esempio, in relazione all’aries pensilis (l’ariete) dice che nel caso si avesse avuto a disposizioni solo una trave di modeste dimensioni: “questa sia appesa in modo tale che il baricentro non sia perfettamente al centro, ma che sia più lunga la parte che infligge il colpo […] così avrà la forza e la potenza di un ariete lungo” 3 . Inoltre, secondo le sue indicazioni, le macchine destinate all’assedio dovevano essere “facilmente riparabili, difficili da neutralizzare, mobili, stabili, non infiammabili, invulnerabili, solide, smontabili” 4 . Le principali macchine da guerra dei romani furono: Ariete, Balista, Catapulta, Scorpione, Corvo, Muscolo, Onagro, Pluteo, Rampa d’assedio, Testuggine, Torre d’assedio. 1 A.M. LIBERATI, Note di tecnologia militare romana, p. 133. 2 Ibidem 3 APOLLODORO DI DAMASCO, Poliorketika, 158, 5. 4 Ibidem

Transcript of S. Agnello, Macchine e tecnologia bellica: le armi di offesa e di difesa in età romana., in L'arte...

1

MACCHINE E TECNOLOGIA BELLICA LE ARMI DI OFFESA

E DI DIFESA NELLrsquoANTICA ROMA

STEFANO AGNELLO

La potenza dellrsquoesercito romano fu in buona parte favorita anche dal fatto di avere a

disposizione strumenti e mezzi meccanici frutto di conoscenze provenienti dalla scienza

alessandrina e dalle loro esperienze Nel campo dellrsquoingegneria militare grande importanza ebbero

le macchine belliche comprendenti sia i meccanismi usati per il lancio di proiettili dardi o pietre

sia lrsquoinsieme di quegli strumenti destinati ad agevolare lrsquoapproccio e lrsquoassalto alle difese fisse

nemiche1

Fu in genere costante abitudine quella di imprimere velocitagrave ai proiettili di un arma

utilizzando la forza di flessione (esempio tipico lrsquoarco) mentre nelle macchine usate dai romani fu

invece utilizzata la forza di torsione (usando fasci di nervi tendini e crini di cavallo) per tale

motivo esse furono chiamate tormenta (da torquere ldquotorcererdquo)2

Apollodoro di Damasco nella sua Poliorcetica fornisce precise direttive per lrsquoassemblaggio

delle varie macchine Per esempio in relazione allrsquoaries pensilis (lrsquoariete) dice che nel caso si

avesse avuto a disposizioni solo una trave di modeste dimensioni ldquoquesta sia appesa in modo tale

che il baricentro non sia perfettamente al centro ma che sia piugrave lunga la parte che infligge il colpo

[hellip] cosigrave avragrave la forza e la potenza di un ariete lungordquo3 Inoltre secondo le sue indicazioni le

macchine destinate allrsquoassedio dovevano essere ldquofacilmente riparabili difficili da neutralizzare

mobili stabili non infiammabili invulnerabili solide smontabilirdquo4

Le principali macchine da guerra dei romani furono Ariete Balista Catapulta Scorpione

Corvo Muscolo Onagro Pluteo Rampa drsquoassedio Testuggine Torre drsquoassedio

1 AM LIBERATI Note di tecnologia militare romana p 133 2 Ibidem

3 APOLLODORO DI DAMASCO Poliorketika 158 5

4 Ibidem

2

ARIETE DrsquoASSALTO O ARIETE SOSPESO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno (abete frassino olmo)

cordami bronzo o ferro

MODELLO Ariete drsquoassalto o ariete sospeso

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Secondo quanto scritto da Vitruvio ingegnere militare al tempo di

Augusto lrsquo ariete drsquo assedio fu inventato dai Cartaginesi durante lrsquo assedio di Cadice In quella

occasione per demolire un forte presero una trave a braccia e martellarono le mura fino a

demolirle In seguito presero un tronco e posizionatolo verticalmente vi sospesero la trave

demolitrice facendola oscillare avanti e indietro con notevole forza drsquo urto Lrsquoariete era costituito

da una trave lunga e robusta di legno (abete frassino olmo) la cui estremitagrave a forma di testa di

ariete era rivestita di metallo di solito ferro o bronzo Tale nome deriva dallrsquoimpeto con il quale

gli arieti si affrontano fra loro e che somiglia allrsquourto drsquoazione della macchina contro le mura

Lrsquoariete era spinto fino alla base dellrsquoobbiettivo in vari modi ma nel sistema piugrave semplice e

primitivo era portato a spalla da soldati che dopo procedevano a colpire il muro In seguito la trave

venne sospesa per mezzo di funi ad una apposita incastellatura di legno e fatta oscillare ampliando

lrsquooscillazione acquistava anche forza drsquourto contro lrsquoobbiettivo (aries pensilis) Lrsquoincastellatura

per facilitarne il trasporto poteva essere montata su un carrello con ruote (aries subrolatus) o su

una specie di slitta a rulli (aries versatilis) Lrsquoopera demolitrice degli arieti trovava valida

collaborazione nella tenebra specie di grosso trapano con il quale venivano praticati dei fori nel

muro che doveva poi essere abbattuto dallrsquoariete e nella falx muraria costituita da una lunga asta al

cui estremo era posto un ferro piegato ad uncino con il quale si svellavano le pietre smosse

dallrsquoariete Inoltre per difendersi dallrsquoazione degli arieti veniva tra lrsquoaltro usato da parte degli

assediati uno strumento simile ad una grossa tenaglia o uncino detto lupus con cui si tentava di

intrappolare la testa dellrsquoariete e di tenerla sollevata impedendone senza troppi indugi il suo diretto

uso da parte degli assedianti e di chiunque altro Le dimensioni dellrsquo ariete e la sua potenza erano

in rapporto con lrsquo ostacolo da abbattere Ersquo scritto che nel corso della terza guerra punica i

Romani misero in azione due arieti mastodontici uno dei quali venne addirittura manovrato alle

corde da 6000 uomini che agivano di concerto al comando di un ufficiale con la precisione ritmica

di un solo soldato Gli arieti venivano costruiti sul posto dai legionari utilizzando in gran parte

materiali che si trovavano nelle vicinanze della cittagrave assediata

BIBLIOGRAFIA A Momigliano XXI I problemi delle istituzioni militari di Augusto in Id Nono

contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico p 442 Vitruvio De architectura X 13 1 Senofonte Elleniche 3 7 Flavio Giuseppe Bellum Iudaicum 3 284 Appiano Storia Romana 6 Procopio Bellum Gothicum I 21 V Graffeo Ariete drsquoassalto o ariete sospeso in D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 142

3

BALISTA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Balista

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La balista (dal latino ballista a sua volta derivato dal greco

ballistēs da ballo ldquotirarerdquo o meglio ldquolanciarerdquo) era unrsquoarma nevrobalistica che lanciava pietre e

dardi la cui propulsione era fornita dalla torsione (da cui il nome generico delle artiglierie romane

tormenta) di matasse di tendini di animali da crini di cavallo o da capelli In genere era formata da

una parte superiore costituita da un telaio in legno (capitulum) tenuto insieme da incastri a coda di

rondine che alloggiava le due matasse posizionate verticalmente entro le quali si inserivano due

robuste braccia in legno e ferro questa struttura costituiva il gruppo moto-propulsore della

macchina Fra le matasse trovava posto un affusto in legno dotato di una doppia cremagliera

laterale a denti di sega sul quale si alloggiava il carrello di propulsione dove si posizionava il

proiettile da lanciare un verricello alla sua estremitagrave consentiva la messa in tensione della corda

che univa i due bracci della macchina e quindi il caricamento dellrsquoarma Cosigrave azionando il

verricello e messe in tensione la corda si posizionava il proiettile e agendo su di un meccanismo di

scatto lo si liberava Lrsquointera struttura del fusto poggiava su un tre-piedi rotante su se stesso che

consentiva di puntare la macchina nella direzione voluta inoltre una quinta gamba regolabile su

una ghiera inclinata sul fusto permetteva le diverse inclinazioni dellrsquoarma La sua portata massima

era di oltre 460 m ma il raggio di precisione molto meno un giavellotto o dardo fino a m 350 una

pietra di 800 g fino a m 180 La leggerezza dei colpi della Ballista non ha avuto il successo delle

pietre gettate dagli onagri piugrave tardi trabucchi o mangani pesanti fino a 200-300 libre (90-135 kg)

La balista diventograve permanente nellrsquoesercito romano costantemente migliorata dagli ingegneri

militari Si sostituirono le parti in legno col metallo creando una macchina piugrave piccola e leggera

capace di una potenza maggiore dal momento che il metallo non si deforma come il legno e

richiede meno manutenzione anche se vulnerabile alla pioggia La struttura della balista era

mobile entro certi limiti sia nel piano orizzontale che in quello verticale in modo tale che il lancio

del proiettile poteva essere orientato secondo le necessitagrave Posta su un apposito carro trainato da

cavalli la balista era impiegata anche in battaglie campali e in tal caso era denominata

CARROBALISTA Questa macchina non egrave una invenzione romana dato che era giagrave conosciuta

dagli Assiri dai Greci e dagli Egiziani

BIBLIOGRAFIA D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 141-142 L

Rossi Rotocalchi di pietra Segni e disegni dei tempi su monumenti trionfali dellrsquoImpero romano p 256

4

CATAPULTA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Catapulta

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio

che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o

dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente

una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio

era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera

e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il

braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio

ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il

braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il

piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi

capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che

scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome

specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e

rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile

Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte

sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio

utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone

per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o

implementato nel sistema a gravitazione

Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave

del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come

una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che

affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente

BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6

5

CORVO PER QUINQUEREMI

CRONOLOGIA 260-255249 () aC

DIMENSIONE

MATERIALI legno metallo cordami

MODELLO Corvo o Passerella mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una

passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali

della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile

larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione

verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della

nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo

da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m

e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in

parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta

metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il

corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai

propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di

accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli

attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione

orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi

della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per

abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva

di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata

per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare

lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima

vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia

navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a

rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di

Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non

solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta

ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di

Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina

poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute

aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano

sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato

agganciato

BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10

Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147

6

MUSCOLO E VINEA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno mattoni e malta pelli di

animali

MODELLO Muscolo e Vinea

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e

pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi

Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso

montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la

demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile

Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva

pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da

uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di

cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni

La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia

mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini

Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i

soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli

assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi

inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei

pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi

Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei

Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui

lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete

Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio

Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi

BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186

Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22

T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610

7

ONAGRO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Onagro

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide

che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal

movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi

della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da

realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per

descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave

utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in

legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di

propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o

in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti

sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto

palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare

costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi

di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione

originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e

sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il

tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava

il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata

saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era

infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la

rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal

chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per

navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina

venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa

e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre

sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri

BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4

D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

2

ARIETE DrsquoASSALTO O ARIETE SOSPESO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno (abete frassino olmo)

cordami bronzo o ferro

MODELLO Ariete drsquoassalto o ariete sospeso

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Secondo quanto scritto da Vitruvio ingegnere militare al tempo di

Augusto lrsquo ariete drsquo assedio fu inventato dai Cartaginesi durante lrsquo assedio di Cadice In quella

occasione per demolire un forte presero una trave a braccia e martellarono le mura fino a

demolirle In seguito presero un tronco e posizionatolo verticalmente vi sospesero la trave

demolitrice facendola oscillare avanti e indietro con notevole forza drsquo urto Lrsquoariete era costituito

da una trave lunga e robusta di legno (abete frassino olmo) la cui estremitagrave a forma di testa di

ariete era rivestita di metallo di solito ferro o bronzo Tale nome deriva dallrsquoimpeto con il quale

gli arieti si affrontano fra loro e che somiglia allrsquourto drsquoazione della macchina contro le mura

Lrsquoariete era spinto fino alla base dellrsquoobbiettivo in vari modi ma nel sistema piugrave semplice e

primitivo era portato a spalla da soldati che dopo procedevano a colpire il muro In seguito la trave

venne sospesa per mezzo di funi ad una apposita incastellatura di legno e fatta oscillare ampliando

lrsquooscillazione acquistava anche forza drsquourto contro lrsquoobbiettivo (aries pensilis) Lrsquoincastellatura

per facilitarne il trasporto poteva essere montata su un carrello con ruote (aries subrolatus) o su

una specie di slitta a rulli (aries versatilis) Lrsquoopera demolitrice degli arieti trovava valida

collaborazione nella tenebra specie di grosso trapano con il quale venivano praticati dei fori nel

muro che doveva poi essere abbattuto dallrsquoariete e nella falx muraria costituita da una lunga asta al

cui estremo era posto un ferro piegato ad uncino con il quale si svellavano le pietre smosse

dallrsquoariete Inoltre per difendersi dallrsquoazione degli arieti veniva tra lrsquoaltro usato da parte degli

assediati uno strumento simile ad una grossa tenaglia o uncino detto lupus con cui si tentava di

intrappolare la testa dellrsquoariete e di tenerla sollevata impedendone senza troppi indugi il suo diretto

uso da parte degli assedianti e di chiunque altro Le dimensioni dellrsquo ariete e la sua potenza erano

in rapporto con lrsquo ostacolo da abbattere Ersquo scritto che nel corso della terza guerra punica i

Romani misero in azione due arieti mastodontici uno dei quali venne addirittura manovrato alle

corde da 6000 uomini che agivano di concerto al comando di un ufficiale con la precisione ritmica

di un solo soldato Gli arieti venivano costruiti sul posto dai legionari utilizzando in gran parte

materiali che si trovavano nelle vicinanze della cittagrave assediata

BIBLIOGRAFIA A Momigliano XXI I problemi delle istituzioni militari di Augusto in Id Nono

contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico p 442 Vitruvio De architectura X 13 1 Senofonte Elleniche 3 7 Flavio Giuseppe Bellum Iudaicum 3 284 Appiano Storia Romana 6 Procopio Bellum Gothicum I 21 V Graffeo Ariete drsquoassalto o ariete sospeso in D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 142

3

BALISTA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Balista

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La balista (dal latino ballista a sua volta derivato dal greco

ballistēs da ballo ldquotirarerdquo o meglio ldquolanciarerdquo) era unrsquoarma nevrobalistica che lanciava pietre e

dardi la cui propulsione era fornita dalla torsione (da cui il nome generico delle artiglierie romane

tormenta) di matasse di tendini di animali da crini di cavallo o da capelli In genere era formata da

una parte superiore costituita da un telaio in legno (capitulum) tenuto insieme da incastri a coda di

rondine che alloggiava le due matasse posizionate verticalmente entro le quali si inserivano due

robuste braccia in legno e ferro questa struttura costituiva il gruppo moto-propulsore della

macchina Fra le matasse trovava posto un affusto in legno dotato di una doppia cremagliera

laterale a denti di sega sul quale si alloggiava il carrello di propulsione dove si posizionava il

proiettile da lanciare un verricello alla sua estremitagrave consentiva la messa in tensione della corda

che univa i due bracci della macchina e quindi il caricamento dellrsquoarma Cosigrave azionando il

verricello e messe in tensione la corda si posizionava il proiettile e agendo su di un meccanismo di

scatto lo si liberava Lrsquointera struttura del fusto poggiava su un tre-piedi rotante su se stesso che

consentiva di puntare la macchina nella direzione voluta inoltre una quinta gamba regolabile su

una ghiera inclinata sul fusto permetteva le diverse inclinazioni dellrsquoarma La sua portata massima

era di oltre 460 m ma il raggio di precisione molto meno un giavellotto o dardo fino a m 350 una

pietra di 800 g fino a m 180 La leggerezza dei colpi della Ballista non ha avuto il successo delle

pietre gettate dagli onagri piugrave tardi trabucchi o mangani pesanti fino a 200-300 libre (90-135 kg)

La balista diventograve permanente nellrsquoesercito romano costantemente migliorata dagli ingegneri

militari Si sostituirono le parti in legno col metallo creando una macchina piugrave piccola e leggera

capace di una potenza maggiore dal momento che il metallo non si deforma come il legno e

richiede meno manutenzione anche se vulnerabile alla pioggia La struttura della balista era

mobile entro certi limiti sia nel piano orizzontale che in quello verticale in modo tale che il lancio

del proiettile poteva essere orientato secondo le necessitagrave Posta su un apposito carro trainato da

cavalli la balista era impiegata anche in battaglie campali e in tal caso era denominata

CARROBALISTA Questa macchina non egrave una invenzione romana dato che era giagrave conosciuta

dagli Assiri dai Greci e dagli Egiziani

BIBLIOGRAFIA D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 141-142 L

Rossi Rotocalchi di pietra Segni e disegni dei tempi su monumenti trionfali dellrsquoImpero romano p 256

4

CATAPULTA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Catapulta

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio

che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o

dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente

una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio

era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera

e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il

braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio

ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il

braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il

piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi

capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che

scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome

specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e

rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile

Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte

sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio

utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone

per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o

implementato nel sistema a gravitazione

Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave

del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come

una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che

affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente

BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6

5

CORVO PER QUINQUEREMI

CRONOLOGIA 260-255249 () aC

DIMENSIONE

MATERIALI legno metallo cordami

MODELLO Corvo o Passerella mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una

passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali

della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile

larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione

verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della

nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo

da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m

e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in

parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta

metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il

corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai

propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di

accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli

attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione

orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi

della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per

abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva

di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata

per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare

lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima

vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia

navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a

rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di

Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non

solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta

ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di

Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina

poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute

aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano

sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato

agganciato

BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10

Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147

6

MUSCOLO E VINEA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno mattoni e malta pelli di

animali

MODELLO Muscolo e Vinea

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e

pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi

Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso

montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la

demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile

Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva

pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da

uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di

cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni

La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia

mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini

Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i

soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli

assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi

inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei

pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi

Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei

Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui

lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete

Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio

Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi

BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186

Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22

T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610

7

ONAGRO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Onagro

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide

che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal

movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi

della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da

realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per

descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave

utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in

legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di

propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o

in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti

sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto

palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare

costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi

di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione

originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e

sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il

tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava

il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata

saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era

infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la

rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal

chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per

navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina

venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa

e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre

sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri

BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4

D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

3

BALISTA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Balista

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La balista (dal latino ballista a sua volta derivato dal greco

ballistēs da ballo ldquotirarerdquo o meglio ldquolanciarerdquo) era unrsquoarma nevrobalistica che lanciava pietre e

dardi la cui propulsione era fornita dalla torsione (da cui il nome generico delle artiglierie romane

tormenta) di matasse di tendini di animali da crini di cavallo o da capelli In genere era formata da

una parte superiore costituita da un telaio in legno (capitulum) tenuto insieme da incastri a coda di

rondine che alloggiava le due matasse posizionate verticalmente entro le quali si inserivano due

robuste braccia in legno e ferro questa struttura costituiva il gruppo moto-propulsore della

macchina Fra le matasse trovava posto un affusto in legno dotato di una doppia cremagliera

laterale a denti di sega sul quale si alloggiava il carrello di propulsione dove si posizionava il

proiettile da lanciare un verricello alla sua estremitagrave consentiva la messa in tensione della corda

che univa i due bracci della macchina e quindi il caricamento dellrsquoarma Cosigrave azionando il

verricello e messe in tensione la corda si posizionava il proiettile e agendo su di un meccanismo di

scatto lo si liberava Lrsquointera struttura del fusto poggiava su un tre-piedi rotante su se stesso che

consentiva di puntare la macchina nella direzione voluta inoltre una quinta gamba regolabile su

una ghiera inclinata sul fusto permetteva le diverse inclinazioni dellrsquoarma La sua portata massima

era di oltre 460 m ma il raggio di precisione molto meno un giavellotto o dardo fino a m 350 una

pietra di 800 g fino a m 180 La leggerezza dei colpi della Ballista non ha avuto il successo delle

pietre gettate dagli onagri piugrave tardi trabucchi o mangani pesanti fino a 200-300 libre (90-135 kg)

La balista diventograve permanente nellrsquoesercito romano costantemente migliorata dagli ingegneri

militari Si sostituirono le parti in legno col metallo creando una macchina piugrave piccola e leggera

capace di una potenza maggiore dal momento che il metallo non si deforma come il legno e

richiede meno manutenzione anche se vulnerabile alla pioggia La struttura della balista era

mobile entro certi limiti sia nel piano orizzontale che in quello verticale in modo tale che il lancio

del proiettile poteva essere orientato secondo le necessitagrave Posta su un apposito carro trainato da

cavalli la balista era impiegata anche in battaglie campali e in tal caso era denominata

CARROBALISTA Questa macchina non egrave una invenzione romana dato che era giagrave conosciuta

dagli Assiri dai Greci e dagli Egiziani

BIBLIOGRAFIA D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 141-142 L

Rossi Rotocalchi di pietra Segni e disegni dei tempi su monumenti trionfali dellrsquoImpero romano p 256

4

CATAPULTA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Catapulta

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio

che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o

dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente

una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio

era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera

e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il

braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio

ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il

braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il

piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi

capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che

scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome

specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e

rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile

Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte

sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio

utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone

per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o

implementato nel sistema a gravitazione

Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave

del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come

una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che

affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente

BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6

5

CORVO PER QUINQUEREMI

CRONOLOGIA 260-255249 () aC

DIMENSIONE

MATERIALI legno metallo cordami

MODELLO Corvo o Passerella mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una

passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali

della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile

larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione

verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della

nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo

da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m

e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in

parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta

metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il

corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai

propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di

accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli

attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione

orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi

della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per

abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva

di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata

per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare

lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima

vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia

navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a

rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di

Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non

solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta

ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di

Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina

poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute

aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano

sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato

agganciato

BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10

Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147

6

MUSCOLO E VINEA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno mattoni e malta pelli di

animali

MODELLO Muscolo e Vinea

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e

pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi

Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso

montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la

demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile

Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva

pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da

uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di

cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni

La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia

mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini

Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i

soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli

assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi

inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei

pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi

Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei

Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui

lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete

Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio

Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi

BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186

Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22

T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610

7

ONAGRO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Onagro

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide

che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal

movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi

della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da

realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per

descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave

utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in

legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di

propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o

in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti

sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto

palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare

costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi

di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione

originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e

sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il

tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava

il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata

saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era

infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la

rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal

chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per

navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina

venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa

e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre

sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri

BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4

D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

4

CATAPULTA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Catapulta

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio

che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o

dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente

una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio

era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera

e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il

braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio

ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il

braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il

piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi

capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che

scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome

specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e

rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile

Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte

sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio

utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre

elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo

stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra

estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza

propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del

meccanismo

Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone

per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o

implementato nel sistema a gravitazione

Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave

del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come

una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che

affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente

BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6

5

CORVO PER QUINQUEREMI

CRONOLOGIA 260-255249 () aC

DIMENSIONE

MATERIALI legno metallo cordami

MODELLO Corvo o Passerella mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una

passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali

della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile

larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione

verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della

nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo

da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m

e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in

parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta

metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il

corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai

propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di

accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli

attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione

orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi

della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per

abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva

di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata

per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare

lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima

vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia

navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a

rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di

Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non

solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta

ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di

Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina

poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute

aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano

sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato

agganciato

BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10

Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147

6

MUSCOLO E VINEA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno mattoni e malta pelli di

animali

MODELLO Muscolo e Vinea

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e

pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi

Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso

montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la

demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile

Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva

pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da

uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di

cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni

La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia

mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini

Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i

soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli

assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi

inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei

pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi

Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei

Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui

lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete

Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio

Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi

BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186

Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22

T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610

7

ONAGRO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Onagro

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide

che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal

movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi

della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da

realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per

descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave

utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in

legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di

propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o

in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti

sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto

palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare

costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi

di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione

originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e

sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il

tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava

il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata

saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era

infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la

rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal

chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per

navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina

venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa

e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre

sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri

BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4

D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

5

CORVO PER QUINQUEREMI

CRONOLOGIA 260-255249 () aC

DIMENSIONE

MATERIALI legno metallo cordami

MODELLO Corvo o Passerella mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una

passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali

della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile

larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione

verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della

nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo

da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m

e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in

parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta

metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il

corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai

propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di

accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli

attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione

orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi

della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per

abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva

di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata

per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare

lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima

vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia

navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a

rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di

Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non

solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta

ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di

Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina

poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute

aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano

sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato

agganciato

BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10

Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147

6

MUSCOLO E VINEA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno mattoni e malta pelli di

animali

MODELLO Muscolo e Vinea

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e

pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi

Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso

montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la

demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile

Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva

pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da

uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di

cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni

La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia

mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini

Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i

soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli

assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi

inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei

pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi

Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei

Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui

lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete

Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio

Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi

BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186

Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22

T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610

7

ONAGRO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Onagro

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide

che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal

movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi

della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da

realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per

descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave

utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in

legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di

propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o

in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti

sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto

palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare

costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi

di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione

originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e

sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il

tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava

il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata

saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era

infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la

rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal

chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per

navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina

venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa

e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre

sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri

BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4

D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

6

MUSCOLO E VINEA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno mattoni e malta pelli di

animali

MODELLO Muscolo e Vinea

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e

pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi

Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso

montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la

demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile

Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva

pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da

uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di

cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni

La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia

mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini

Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i

soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli

assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi

inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei

pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi

Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei

Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui

lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete

Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio

Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi

BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186

Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22

T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610

7

ONAGRO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Onagro

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide

che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal

movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi

della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da

realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per

descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave

utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in

legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di

propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o

in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti

sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto

palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare

costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi

di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione

originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e

sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il

tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava

il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata

saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era

infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la

rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal

chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per

navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina

venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa

e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre

sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri

BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4

D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

7

ONAGRO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Onagro

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide

che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal

movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi

della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da

realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per

descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave

utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in

legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di

propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o

in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti

sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto

palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare

costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi

di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione

originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e

sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il

tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava

il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata

saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era

infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la

rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal

chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per

navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina

venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa

e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre

sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri

BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4

D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

8

PLUTEO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno e pelli di bovino

MODELLO Pluteo

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato

dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno

ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a

questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con

spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare

nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile

La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti

ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi

ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della

campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad

Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di

bloccarvi Gneo Pompeo Magno

laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di

Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un

terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato

[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva

innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo

BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

9

RAMPA DrsquoASSEDIO

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI legno pietre e cumuli di terra

MODELLO Rampa drsquoassedio

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante

numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura

costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva

lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine

drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave

Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave

delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo

Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a

quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a

costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a

costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea

fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia

Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal

freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi

venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte

alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto

da renderli inutili per la difesa degli assediati

BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

10

SCORPIONE

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano

in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere

MATERIALI legno bronzo ferro cordami

tendini di bovino

MODELLO Scorpione

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a

differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato

sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente

costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari

romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione

lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era

composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi

bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul

calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e

potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o

abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od

inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da

assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse

maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli

Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente

sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno

vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema

importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento

ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave

BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit

p 140

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

11

TESTUGGINE ARIETATA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE 280 times 150 times 120

MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la

testuggine legno (abete frassino olmo) cordami

bronzo o ferro per la testudo arietata

MODELLO Testuggine arietata

LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello

tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo

della Civiltagrave Romana

BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina

militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla

demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote

costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di

argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli

assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura

avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata

al terreno

Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato

su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza

variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e

lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli

La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo

moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili

che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto

drsquoattacco

Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura

entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel

guscio

BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

12

TESTUGGINE ROMANA

CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC

DIMENSIONE

MATERIALI

MODELLO Formazione di combattimento (testudo

romana)

LUOGO DI CONSERVAZIONE

BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria

caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole

coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il

gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava

il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da

frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto

sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante

gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti

pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della

prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza

soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre

allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti

sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente

che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa

compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello

inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il

nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi

fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il

combattimento corpo a corpo

BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed

2004

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

13

TORRE OSSIDIONALE MOBILE

CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per

tutta la durata dellrsquoimpero

DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le

maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio

Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte

50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a

222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso

di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada

nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci

riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da

lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy

drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in

funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla

presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base

solitamente quadrata cambiavano in funzione

dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio

vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9

12 e 15 m)

MATERIALI travi e assi di legno per il telaio

corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte

drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna

del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi

bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave

da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli

per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato

rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili

della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo

alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta

una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di

acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale

principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco

Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne

con argilla non risultava efficace in quanto era

sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere

in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura

con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto

allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi

MODELLO Torre ossidionale mobile

LUOGO DI CONSERVAZIONE

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

14

BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre

ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la

base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre

quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei

due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi

(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete

incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano

superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua

azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe

che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di

perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del

perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un

percorso in salita dalla torre alle mura

Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia

essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo

appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non

coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a

un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un

piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato

opposto di quello superiore

Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire

torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a

contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre

fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da

espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini

vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi

dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre

In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto

declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il

sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene

avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta

estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il

cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli

ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di

ldquosistema a trazione integralerdquo

BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17

Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

15

ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO

Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli

ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano

partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio

grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le

armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti

i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di

Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana

Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla

sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio

collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre

mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave

I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta

spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana

furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da

piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave

leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una

nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro

contro i colpi delle lame del nemico

Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il

binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro

forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi

alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la

lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del

combattimento5

1 ARMI DIFENSIVE

ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o

celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come

ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi

furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso

presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma

emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo

conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e

pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di

piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e

fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che

sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di

proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello

o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare

5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero

Roma 2008 pp 160-161

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

16

stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione

nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di

migliaia di esemplari nei secoli6

CORAZZA (LORICA HAMATA) Era

prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si

adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta

trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli

8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I

Romani usavano indossare una o due grosse cinture in

cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno

comunemente anche cingulum che permettevano tra le

altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura

sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come

corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma

dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la

lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al

contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata

su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore

strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza

SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria

pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente

la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in

legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente

largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90

cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto

dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato

completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC

mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i

romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo

scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno

spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave

relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello

dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di

origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era

costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno

esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano

rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal

terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte

esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di

ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai

colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese

Editore 2006

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

17

Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o

legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un

incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una

singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura

Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi

monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum

(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle

esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore

di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm

Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro

quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per

reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto

proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso

Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava

era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato

danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e

propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva

essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere

quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio

2 ARMI OFFENSIVE

GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato

dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza

Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero

ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a

varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati

dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse

caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che

accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno

lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed

impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di

raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve

che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era

la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo

alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta

appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave

difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per

aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle

tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una

distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a

distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

18

I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di

infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma

dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da

ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave

inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa

risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani

GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata

dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni

Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la

campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in

cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave

famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per

equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)

Era fornito di una punta di eccezionale efficacia

capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i

lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75

cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto

ai successivi

I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel

combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece

richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e

rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani

erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di

punta

PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai

soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato

come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi

come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi

decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti

quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente

utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono

Giulio Cesare utilizzando dei pugi

3 INSEGNE

Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai

soldati

LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva

costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era

custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei

trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-

ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

19

portarla in battaglia ed a difenderla anche a

costo della propria vita la sua perdita era

segno di grave disfatta

Il Vexillum invece riportava i simboli della

legione stessa era costituito da un drappo

fissato ad una picca Sul drappo di colore

rosso () e di forma quadrata era ricamato in

oro il nome il numero e il simbolo

zoomorfo Il vexillum era portato dal

vexillifer

Il Signum insegna delle coorti manipoli e

centurie era unasta di legno con dei dischi

metallici (phalerae) posti lungo di essa e con

allapice uninsegna a forma di cuspide di

lancia sotto la quale vi era una piastra

metallica ansata con inciso il reparto di

appartenenza sotto ancora vi era una corona

di alloro Anche coorti manipoli e centurie

avevano un numero e un nome Ogni coorte

era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da

uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda

se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un

soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per

cercare il suo posto

LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a

trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo

sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che

indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un

portatore di vexillum chiamato vexillarius

4 SEGNALI

In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali

sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di

tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio

della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In

battaglia venivano utilizzati tre strumenti

La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli

uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della

ritirata come pure della partenza dal campo

Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata

da una barra metallica in battaglia esso suonava per i

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

20

portatori di signa

La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe

e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non

solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che

organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei

manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc

5 ABBIGLIAMENTO

Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna

fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i

mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute

mostrano soldati con tuniche di diversi colori

comprendendo anche il bianco ma non ci sono

elementi a sufficienza per pensare alla presenza di

una regola o di una codifica Al momento

comunque linterpretazione egrave che i legionari

portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni

colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave

probabilmente portavano tuniche bianche con gli

adatti clavi color porpora) In origine la tunica

indossata dai legionari romani consisteva

semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa

rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e

le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura

In seguito venne di moda per le tuniche essere

prodotte con le maniche e indossate insieme alle

braccae

Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito

romano solide al punto da resistere alle incessanti

e massacranti marce che caratterizzavano le legioni

e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano

formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo

Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per

proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche

tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma

rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua

forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota

di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi

colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90

cm) o una lunga striscia

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

21

Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula

Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze

pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di

olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a

diventare un pacco non ingombrante

Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito

semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola

Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale

6 IL CIBO

Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di

maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con

le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi

stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma

erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava

almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I

generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in

quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati

Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano

abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una

ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno

Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il

vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile

Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo

avrebbero protetto in battaglia

7 ATTENDAMENTO

Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)

Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda

a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5

piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare

la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo

conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il

mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno

usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore

di grano di pietra e cibo addizionale

Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento

che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti

ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani

(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due

disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

22

servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo

presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale

Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con

tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice

luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi

basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta

in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a

moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου

καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν

τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ

παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας

διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ

βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι

τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα

συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ

μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς

ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν

τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ

πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ

τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν

πυρσείαν7

I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni

delle notizie8

7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e

perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni

messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna

prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere

La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico

Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque

tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si

mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave

contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di

accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce

in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave

consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e

cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave

quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere

epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente

Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002

23

Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica

adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben

precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata

nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le

campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in

muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9

Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle

armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla

costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e

riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e

permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati

sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si

differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco

contributo ai grandi successi militari di Roma10

nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis

alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis

IV 6 10

GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002