S. Agnello, Macchine e tecnologia bellica: le armi di offesa e di difesa in età romana., in L'arte...
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MACCHINE E TECNOLOGIA BELLICA LE ARMI DI OFFESA
E DI DIFESA NELLrsquoANTICA ROMA
STEFANO AGNELLO
La potenza dellrsquoesercito romano fu in buona parte favorita anche dal fatto di avere a
disposizione strumenti e mezzi meccanici frutto di conoscenze provenienti dalla scienza
alessandrina e dalle loro esperienze Nel campo dellrsquoingegneria militare grande importanza ebbero
le macchine belliche comprendenti sia i meccanismi usati per il lancio di proiettili dardi o pietre
sia lrsquoinsieme di quegli strumenti destinati ad agevolare lrsquoapproccio e lrsquoassalto alle difese fisse
nemiche1
Fu in genere costante abitudine quella di imprimere velocitagrave ai proiettili di un arma
utilizzando la forza di flessione (esempio tipico lrsquoarco) mentre nelle macchine usate dai romani fu
invece utilizzata la forza di torsione (usando fasci di nervi tendini e crini di cavallo) per tale
motivo esse furono chiamate tormenta (da torquere ldquotorcererdquo)2
Apollodoro di Damasco nella sua Poliorcetica fornisce precise direttive per lrsquoassemblaggio
delle varie macchine Per esempio in relazione allrsquoaries pensilis (lrsquoariete) dice che nel caso si
avesse avuto a disposizioni solo una trave di modeste dimensioni ldquoquesta sia appesa in modo tale
che il baricentro non sia perfettamente al centro ma che sia piugrave lunga la parte che infligge il colpo
[hellip] cosigrave avragrave la forza e la potenza di un ariete lungordquo3 Inoltre secondo le sue indicazioni le
macchine destinate allrsquoassedio dovevano essere ldquofacilmente riparabili difficili da neutralizzare
mobili stabili non infiammabili invulnerabili solide smontabilirdquo4
Le principali macchine da guerra dei romani furono Ariete Balista Catapulta Scorpione
Corvo Muscolo Onagro Pluteo Rampa drsquoassedio Testuggine Torre drsquoassedio
1 AM LIBERATI Note di tecnologia militare romana p 133 2 Ibidem
3 APOLLODORO DI DAMASCO Poliorketika 158 5
4 Ibidem
2
ARIETE DrsquoASSALTO O ARIETE SOSPESO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno (abete frassino olmo)
cordami bronzo o ferro
MODELLO Ariete drsquoassalto o ariete sospeso
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Secondo quanto scritto da Vitruvio ingegnere militare al tempo di
Augusto lrsquo ariete drsquo assedio fu inventato dai Cartaginesi durante lrsquo assedio di Cadice In quella
occasione per demolire un forte presero una trave a braccia e martellarono le mura fino a
demolirle In seguito presero un tronco e posizionatolo verticalmente vi sospesero la trave
demolitrice facendola oscillare avanti e indietro con notevole forza drsquo urto Lrsquoariete era costituito
da una trave lunga e robusta di legno (abete frassino olmo) la cui estremitagrave a forma di testa di
ariete era rivestita di metallo di solito ferro o bronzo Tale nome deriva dallrsquoimpeto con il quale
gli arieti si affrontano fra loro e che somiglia allrsquourto drsquoazione della macchina contro le mura
Lrsquoariete era spinto fino alla base dellrsquoobbiettivo in vari modi ma nel sistema piugrave semplice e
primitivo era portato a spalla da soldati che dopo procedevano a colpire il muro In seguito la trave
venne sospesa per mezzo di funi ad una apposita incastellatura di legno e fatta oscillare ampliando
lrsquooscillazione acquistava anche forza drsquourto contro lrsquoobbiettivo (aries pensilis) Lrsquoincastellatura
per facilitarne il trasporto poteva essere montata su un carrello con ruote (aries subrolatus) o su
una specie di slitta a rulli (aries versatilis) Lrsquoopera demolitrice degli arieti trovava valida
collaborazione nella tenebra specie di grosso trapano con il quale venivano praticati dei fori nel
muro che doveva poi essere abbattuto dallrsquoariete e nella falx muraria costituita da una lunga asta al
cui estremo era posto un ferro piegato ad uncino con il quale si svellavano le pietre smosse
dallrsquoariete Inoltre per difendersi dallrsquoazione degli arieti veniva tra lrsquoaltro usato da parte degli
assediati uno strumento simile ad una grossa tenaglia o uncino detto lupus con cui si tentava di
intrappolare la testa dellrsquoariete e di tenerla sollevata impedendone senza troppi indugi il suo diretto
uso da parte degli assedianti e di chiunque altro Le dimensioni dellrsquo ariete e la sua potenza erano
in rapporto con lrsquo ostacolo da abbattere Ersquo scritto che nel corso della terza guerra punica i
Romani misero in azione due arieti mastodontici uno dei quali venne addirittura manovrato alle
corde da 6000 uomini che agivano di concerto al comando di un ufficiale con la precisione ritmica
di un solo soldato Gli arieti venivano costruiti sul posto dai legionari utilizzando in gran parte
materiali che si trovavano nelle vicinanze della cittagrave assediata
BIBLIOGRAFIA A Momigliano XXI I problemi delle istituzioni militari di Augusto in Id Nono
contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico p 442 Vitruvio De architectura X 13 1 Senofonte Elleniche 3 7 Flavio Giuseppe Bellum Iudaicum 3 284 Appiano Storia Romana 6 Procopio Bellum Gothicum I 21 V Graffeo Ariete drsquoassalto o ariete sospeso in D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 142
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BALISTA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Balista
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La balista (dal latino ballista a sua volta derivato dal greco
ballistēs da ballo ldquotirarerdquo o meglio ldquolanciarerdquo) era unrsquoarma nevrobalistica che lanciava pietre e
dardi la cui propulsione era fornita dalla torsione (da cui il nome generico delle artiglierie romane
tormenta) di matasse di tendini di animali da crini di cavallo o da capelli In genere era formata da
una parte superiore costituita da un telaio in legno (capitulum) tenuto insieme da incastri a coda di
rondine che alloggiava le due matasse posizionate verticalmente entro le quali si inserivano due
robuste braccia in legno e ferro questa struttura costituiva il gruppo moto-propulsore della
macchina Fra le matasse trovava posto un affusto in legno dotato di una doppia cremagliera
laterale a denti di sega sul quale si alloggiava il carrello di propulsione dove si posizionava il
proiettile da lanciare un verricello alla sua estremitagrave consentiva la messa in tensione della corda
che univa i due bracci della macchina e quindi il caricamento dellrsquoarma Cosigrave azionando il
verricello e messe in tensione la corda si posizionava il proiettile e agendo su di un meccanismo di
scatto lo si liberava Lrsquointera struttura del fusto poggiava su un tre-piedi rotante su se stesso che
consentiva di puntare la macchina nella direzione voluta inoltre una quinta gamba regolabile su
una ghiera inclinata sul fusto permetteva le diverse inclinazioni dellrsquoarma La sua portata massima
era di oltre 460 m ma il raggio di precisione molto meno un giavellotto o dardo fino a m 350 una
pietra di 800 g fino a m 180 La leggerezza dei colpi della Ballista non ha avuto il successo delle
pietre gettate dagli onagri piugrave tardi trabucchi o mangani pesanti fino a 200-300 libre (90-135 kg)
La balista diventograve permanente nellrsquoesercito romano costantemente migliorata dagli ingegneri
militari Si sostituirono le parti in legno col metallo creando una macchina piugrave piccola e leggera
capace di una potenza maggiore dal momento che il metallo non si deforma come il legno e
richiede meno manutenzione anche se vulnerabile alla pioggia La struttura della balista era
mobile entro certi limiti sia nel piano orizzontale che in quello verticale in modo tale che il lancio
del proiettile poteva essere orientato secondo le necessitagrave Posta su un apposito carro trainato da
cavalli la balista era impiegata anche in battaglie campali e in tal caso era denominata
CARROBALISTA Questa macchina non egrave una invenzione romana dato che era giagrave conosciuta
dagli Assiri dai Greci e dagli Egiziani
BIBLIOGRAFIA D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 141-142 L
Rossi Rotocalchi di pietra Segni e disegni dei tempi su monumenti trionfali dellrsquoImpero romano p 256
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CATAPULTA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Catapulta
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio
che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o
dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente
una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio
era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera
e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il
braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio
ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il
braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il
piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi
capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che
scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome
specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e
rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile
Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte
sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio
utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone
per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o
implementato nel sistema a gravitazione
Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave
del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come
una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che
affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente
BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6
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CORVO PER QUINQUEREMI
CRONOLOGIA 260-255249 () aC
DIMENSIONE
MATERIALI legno metallo cordami
MODELLO Corvo o Passerella mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una
passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali
della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile
larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione
verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della
nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo
da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m
e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in
parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta
metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il
corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai
propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di
accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli
attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione
orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi
della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per
abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva
di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata
per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare
lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima
vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia
navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a
rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di
Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non
solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta
ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di
Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina
poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute
aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano
sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato
agganciato
BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10
Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147
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MUSCOLO E VINEA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno mattoni e malta pelli di
animali
MODELLO Muscolo e Vinea
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e
pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi
Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso
montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la
demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile
Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva
pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da
uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di
cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni
La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia
mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini
Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i
soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli
assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi
inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei
pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi
Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei
Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui
lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete
Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio
Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi
BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186
Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22
T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610
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ONAGRO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Onagro
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide
che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal
movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi
della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da
realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per
descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave
utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in
legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di
propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o
in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti
sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto
palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare
costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi
di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione
originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e
sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il
tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava
il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata
saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era
infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la
rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal
chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per
navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina
venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa
e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre
sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri
BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4
D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140
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PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
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RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
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SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
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TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
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TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
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portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
2
ARIETE DrsquoASSALTO O ARIETE SOSPESO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno (abete frassino olmo)
cordami bronzo o ferro
MODELLO Ariete drsquoassalto o ariete sospeso
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Secondo quanto scritto da Vitruvio ingegnere militare al tempo di
Augusto lrsquo ariete drsquo assedio fu inventato dai Cartaginesi durante lrsquo assedio di Cadice In quella
occasione per demolire un forte presero una trave a braccia e martellarono le mura fino a
demolirle In seguito presero un tronco e posizionatolo verticalmente vi sospesero la trave
demolitrice facendola oscillare avanti e indietro con notevole forza drsquo urto Lrsquoariete era costituito
da una trave lunga e robusta di legno (abete frassino olmo) la cui estremitagrave a forma di testa di
ariete era rivestita di metallo di solito ferro o bronzo Tale nome deriva dallrsquoimpeto con il quale
gli arieti si affrontano fra loro e che somiglia allrsquourto drsquoazione della macchina contro le mura
Lrsquoariete era spinto fino alla base dellrsquoobbiettivo in vari modi ma nel sistema piugrave semplice e
primitivo era portato a spalla da soldati che dopo procedevano a colpire il muro In seguito la trave
venne sospesa per mezzo di funi ad una apposita incastellatura di legno e fatta oscillare ampliando
lrsquooscillazione acquistava anche forza drsquourto contro lrsquoobbiettivo (aries pensilis) Lrsquoincastellatura
per facilitarne il trasporto poteva essere montata su un carrello con ruote (aries subrolatus) o su
una specie di slitta a rulli (aries versatilis) Lrsquoopera demolitrice degli arieti trovava valida
collaborazione nella tenebra specie di grosso trapano con il quale venivano praticati dei fori nel
muro che doveva poi essere abbattuto dallrsquoariete e nella falx muraria costituita da una lunga asta al
cui estremo era posto un ferro piegato ad uncino con il quale si svellavano le pietre smosse
dallrsquoariete Inoltre per difendersi dallrsquoazione degli arieti veniva tra lrsquoaltro usato da parte degli
assediati uno strumento simile ad una grossa tenaglia o uncino detto lupus con cui si tentava di
intrappolare la testa dellrsquoariete e di tenerla sollevata impedendone senza troppi indugi il suo diretto
uso da parte degli assedianti e di chiunque altro Le dimensioni dellrsquo ariete e la sua potenza erano
in rapporto con lrsquo ostacolo da abbattere Ersquo scritto che nel corso della terza guerra punica i
Romani misero in azione due arieti mastodontici uno dei quali venne addirittura manovrato alle
corde da 6000 uomini che agivano di concerto al comando di un ufficiale con la precisione ritmica
di un solo soldato Gli arieti venivano costruiti sul posto dai legionari utilizzando in gran parte
materiali che si trovavano nelle vicinanze della cittagrave assediata
BIBLIOGRAFIA A Momigliano XXI I problemi delle istituzioni militari di Augusto in Id Nono
contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico p 442 Vitruvio De architectura X 13 1 Senofonte Elleniche 3 7 Flavio Giuseppe Bellum Iudaicum 3 284 Appiano Storia Romana 6 Procopio Bellum Gothicum I 21 V Graffeo Ariete drsquoassalto o ariete sospeso in D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 142
3
BALISTA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Balista
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La balista (dal latino ballista a sua volta derivato dal greco
ballistēs da ballo ldquotirarerdquo o meglio ldquolanciarerdquo) era unrsquoarma nevrobalistica che lanciava pietre e
dardi la cui propulsione era fornita dalla torsione (da cui il nome generico delle artiglierie romane
tormenta) di matasse di tendini di animali da crini di cavallo o da capelli In genere era formata da
una parte superiore costituita da un telaio in legno (capitulum) tenuto insieme da incastri a coda di
rondine che alloggiava le due matasse posizionate verticalmente entro le quali si inserivano due
robuste braccia in legno e ferro questa struttura costituiva il gruppo moto-propulsore della
macchina Fra le matasse trovava posto un affusto in legno dotato di una doppia cremagliera
laterale a denti di sega sul quale si alloggiava il carrello di propulsione dove si posizionava il
proiettile da lanciare un verricello alla sua estremitagrave consentiva la messa in tensione della corda
che univa i due bracci della macchina e quindi il caricamento dellrsquoarma Cosigrave azionando il
verricello e messe in tensione la corda si posizionava il proiettile e agendo su di un meccanismo di
scatto lo si liberava Lrsquointera struttura del fusto poggiava su un tre-piedi rotante su se stesso che
consentiva di puntare la macchina nella direzione voluta inoltre una quinta gamba regolabile su
una ghiera inclinata sul fusto permetteva le diverse inclinazioni dellrsquoarma La sua portata massima
era di oltre 460 m ma il raggio di precisione molto meno un giavellotto o dardo fino a m 350 una
pietra di 800 g fino a m 180 La leggerezza dei colpi della Ballista non ha avuto il successo delle
pietre gettate dagli onagri piugrave tardi trabucchi o mangani pesanti fino a 200-300 libre (90-135 kg)
La balista diventograve permanente nellrsquoesercito romano costantemente migliorata dagli ingegneri
militari Si sostituirono le parti in legno col metallo creando una macchina piugrave piccola e leggera
capace di una potenza maggiore dal momento che il metallo non si deforma come il legno e
richiede meno manutenzione anche se vulnerabile alla pioggia La struttura della balista era
mobile entro certi limiti sia nel piano orizzontale che in quello verticale in modo tale che il lancio
del proiettile poteva essere orientato secondo le necessitagrave Posta su un apposito carro trainato da
cavalli la balista era impiegata anche in battaglie campali e in tal caso era denominata
CARROBALISTA Questa macchina non egrave una invenzione romana dato che era giagrave conosciuta
dagli Assiri dai Greci e dagli Egiziani
BIBLIOGRAFIA D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 141-142 L
Rossi Rotocalchi di pietra Segni e disegni dei tempi su monumenti trionfali dellrsquoImpero romano p 256
4
CATAPULTA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Catapulta
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio
che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o
dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente
una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio
era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera
e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il
braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio
ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il
braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il
piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi
capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che
scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome
specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e
rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile
Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte
sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio
utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone
per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o
implementato nel sistema a gravitazione
Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave
del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come
una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che
affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente
BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6
5
CORVO PER QUINQUEREMI
CRONOLOGIA 260-255249 () aC
DIMENSIONE
MATERIALI legno metallo cordami
MODELLO Corvo o Passerella mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una
passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali
della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile
larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione
verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della
nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo
da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m
e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in
parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta
metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il
corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai
propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di
accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli
attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione
orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi
della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per
abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva
di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata
per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare
lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima
vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia
navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a
rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di
Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non
solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta
ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di
Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina
poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute
aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano
sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato
agganciato
BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10
Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147
6
MUSCOLO E VINEA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno mattoni e malta pelli di
animali
MODELLO Muscolo e Vinea
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e
pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi
Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso
montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la
demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile
Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva
pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da
uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di
cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni
La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia
mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini
Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i
soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli
assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi
inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei
pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi
Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei
Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui
lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete
Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio
Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi
BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186
Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22
T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610
7
ONAGRO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Onagro
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide
che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal
movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi
della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da
realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per
descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave
utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in
legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di
propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o
in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti
sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto
palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare
costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi
di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione
originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e
sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il
tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava
il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata
saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era
infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la
rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal
chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per
navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina
venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa
e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre
sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri
BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4
D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140
8
PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
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portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
3
BALISTA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Balista
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La balista (dal latino ballista a sua volta derivato dal greco
ballistēs da ballo ldquotirarerdquo o meglio ldquolanciarerdquo) era unrsquoarma nevrobalistica che lanciava pietre e
dardi la cui propulsione era fornita dalla torsione (da cui il nome generico delle artiglierie romane
tormenta) di matasse di tendini di animali da crini di cavallo o da capelli In genere era formata da
una parte superiore costituita da un telaio in legno (capitulum) tenuto insieme da incastri a coda di
rondine che alloggiava le due matasse posizionate verticalmente entro le quali si inserivano due
robuste braccia in legno e ferro questa struttura costituiva il gruppo moto-propulsore della
macchina Fra le matasse trovava posto un affusto in legno dotato di una doppia cremagliera
laterale a denti di sega sul quale si alloggiava il carrello di propulsione dove si posizionava il
proiettile da lanciare un verricello alla sua estremitagrave consentiva la messa in tensione della corda
che univa i due bracci della macchina e quindi il caricamento dellrsquoarma Cosigrave azionando il
verricello e messe in tensione la corda si posizionava il proiettile e agendo su di un meccanismo di
scatto lo si liberava Lrsquointera struttura del fusto poggiava su un tre-piedi rotante su se stesso che
consentiva di puntare la macchina nella direzione voluta inoltre una quinta gamba regolabile su
una ghiera inclinata sul fusto permetteva le diverse inclinazioni dellrsquoarma La sua portata massima
era di oltre 460 m ma il raggio di precisione molto meno un giavellotto o dardo fino a m 350 una
pietra di 800 g fino a m 180 La leggerezza dei colpi della Ballista non ha avuto il successo delle
pietre gettate dagli onagri piugrave tardi trabucchi o mangani pesanti fino a 200-300 libre (90-135 kg)
La balista diventograve permanente nellrsquoesercito romano costantemente migliorata dagli ingegneri
militari Si sostituirono le parti in legno col metallo creando una macchina piugrave piccola e leggera
capace di una potenza maggiore dal momento che il metallo non si deforma come il legno e
richiede meno manutenzione anche se vulnerabile alla pioggia La struttura della balista era
mobile entro certi limiti sia nel piano orizzontale che in quello verticale in modo tale che il lancio
del proiettile poteva essere orientato secondo le necessitagrave Posta su un apposito carro trainato da
cavalli la balista era impiegata anche in battaglie campali e in tal caso era denominata
CARROBALISTA Questa macchina non egrave una invenzione romana dato che era giagrave conosciuta
dagli Assiri dai Greci e dagli Egiziani
BIBLIOGRAFIA D Iacono Balista in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 141-142 L
Rossi Rotocalchi di pietra Segni e disegni dei tempi su monumenti trionfali dellrsquoImpero romano p 256
4
CATAPULTA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Catapulta
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio
che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o
dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente
una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio
era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera
e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il
braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio
ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il
braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il
piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi
capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che
scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome
specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e
rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile
Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte
sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio
utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone
per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o
implementato nel sistema a gravitazione
Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave
del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come
una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che
affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente
BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6
5
CORVO PER QUINQUEREMI
CRONOLOGIA 260-255249 () aC
DIMENSIONE
MATERIALI legno metallo cordami
MODELLO Corvo o Passerella mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una
passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali
della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile
larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione
verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della
nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo
da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m
e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in
parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta
metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il
corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai
propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di
accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli
attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione
orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi
della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per
abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva
di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata
per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare
lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima
vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia
navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a
rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di
Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non
solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta
ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di
Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina
poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute
aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano
sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato
agganciato
BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10
Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147
6
MUSCOLO E VINEA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno mattoni e malta pelli di
animali
MODELLO Muscolo e Vinea
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e
pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi
Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso
montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la
demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile
Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva
pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da
uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di
cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni
La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia
mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini
Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i
soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli
assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi
inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei
pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi
Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei
Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui
lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete
Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio
Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi
BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186
Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22
T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610
7
ONAGRO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Onagro
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide
che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal
movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi
della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da
realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per
descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave
utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in
legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di
propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o
in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti
sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto
palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare
costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi
di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione
originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e
sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il
tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava
il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata
saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era
infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la
rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal
chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per
navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina
venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa
e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre
sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri
BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4
D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140
8
PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
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portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
4
CATAPULTA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Catapulta
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La parola catapulta egrave un termine generico per indicare una macchina da assedio
che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento duecento e piugrave libbre proiettili di metallo o
dardi e frecce Lrsquoimmagine tipica di catapulta egrave quella costituita da due montanti verticali disposta orizzontalmente
una matassa attorcigliata in mezzo alla quale era piazzata lrsquoestremitagrave di un braccio di legno Lrsquoaltro capo del braccio
era terminato da una specie di cucchiaio in cui si mettevano dei blocchi di legno o di metallo che formavano una vera
e propria mitraglia oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente Per far agire la macchina si abbassava il
braccio orizzontalmente piazzando il proiettile nella cucchiaio e poi lo si liberava per mezzo dello scatto Il braccio
ritornava con forza e scagliava il proiettile che continuando il movimento ricevuto dallrsquoimpulso abbandonava il
braccio e descriveva una parabola Il nome deriva dal greco ldquokatapeltardquo ovvero ldquoattraverso lo scudordquo il pelta egrave il
piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti schermagliatori greci Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi
capaci di trapassare le corazze meno robuste Con il tempo il termine egrave passato ad indicare una qualsiasi macchina che
scaglia un oggetto ma con catapulta generalmente ci si riferisce alla macchina da assedio medioevale il cui nome
specifico egrave onagro Le catapulte possono essere classificate secondo il concetto fisico usato per immagazzinare e
rilasciare lrsquoenergia necessaria alla propulsione del proiettile
Tensione Le prime catapulte erano tensionali sviluppate dal gastraphetes (sorta di balestra rudimentale) una parte
sotto tensione lancia il braccio che scaglia il proiettile in maniera molto simile ad una balestra gigante Un principio
utilizzato spesso nelle catapulte medioevali grazie alla sua semplicitagrave di realizzazione
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Torsione La balista fu la prima catapulta torsionale che sfruttava lrsquoelasticitagrave di torsione prodotta da fasci di fibre
elastiche A questo fine erano usati tendini crini e anche capelli Anche gli onagri costruiti dai Romani sfruttavano lo
stesso principio Queste armi avevano un braccio che terminava con una fionda contenente il proiettile Lrsquoaltra
estremitagrave del braccio era inserita in corde o fibre che venivano torte (nevrobalistica) fornendo al braccio la forza
propulsiva Il sistema torsionale egrave assai piugrave efficace del sistema tensionale ma di contro aumenta la complessitagrave del
meccanismo
Trazione Rudimentale sistema di lancio tipico del mangano che sfrutta la forza di trazione di un gruppo di persone
per imprimere forza in un proiettile Trovograve largo impiego nellrsquoAlto medioevo ma venne successivamente soppiantato o
implementato nel sistema a gravitazione
Gravitagrave Egrave il sistema utilizzato nel trabucco In questo caso il contrappeso in caduta spinge verso il basso unrsquoestremitagrave
del braccio mentre il proiettile viene scagliato da una lunga fionda collegata allrsquoaltra estremitagrave essenzialmente come
una fionda collegata ad una gigantesca altalena In questo congegno puograve essere utilizzata la trazione umana che
affianchi il pesantissimo contrappeso tramite corde tirate da decine o centinaia di uomini contemporaneamente
BIBLIOGRAFIA T Rihll The catapult A history pp 177-180 Marco Vitruvio Pollione De architectura X 10 1-6
5
CORVO PER QUINQUEREMI
CRONOLOGIA 260-255249 () aC
DIMENSIONE
MATERIALI legno metallo cordami
MODELLO Corvo o Passerella mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una
passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali
della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile
larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione
verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della
nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo
da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m
e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in
parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta
metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il
corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai
propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di
accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli
attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione
orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi
della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per
abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva
di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata
per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare
lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima
vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia
navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a
rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di
Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non
solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta
ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di
Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina
poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute
aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano
sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato
agganciato
BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10
Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147
6
MUSCOLO E VINEA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno mattoni e malta pelli di
animali
MODELLO Muscolo e Vinea
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e
pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi
Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso
montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la
demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile
Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva
pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da
uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di
cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni
La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia
mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini
Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i
soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli
assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi
inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei
pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi
Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei
Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui
lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete
Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio
Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi
BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186
Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22
T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610
7
ONAGRO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Onagro
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide
che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal
movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi
della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da
realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per
descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave
utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in
legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di
propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o
in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti
sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto
palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare
costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi
di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione
originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e
sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il
tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava
il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata
saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era
infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la
rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal
chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per
navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina
venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa
e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre
sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri
BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4
D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140
8
PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
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Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
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I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
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portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
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portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
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Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
5
CORVO PER QUINQUEREMI
CRONOLOGIA 260-255249 () aC
DIMENSIONE
MATERIALI legno metallo cordami
MODELLO Corvo o Passerella mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il corvo (dal latino corvus ldquocorvordquorarr dal greco korax) era una
passerella mobile per lrsquoabbordaggio delle navi nemiche utilizzato dai Romani nelle battaglie navali
della Prima Guerra Punica contro Cartagine Polibio (I 22 3-10) descrive una passerelle mobile
larga 120 m e lunga 1080 m protetta da bassi parapetti e legata ad un palo verticale a sezione
verticale a sezione circolare di 023 m di diametro emergente per 720 m dal piano del ponte della
nave Tale passerella egrave costituita da una scala sulla quale vengono inchiodate delle tavole in modo
da creare una superficie percorribile nella passerella egrave presente unrsquoapertura oblunga larga 025 m
e posta a circa 360 m dallrsquoestremitagrave della passerella un sistema di carrucole e funi chiaro solo in
parte ne permetteva lrsquoinnalzamento e lrsquoabbassamento Allrsquoestremitagrave egrave posizionata una punta
metallica destinata a conficcarsi nel ponte dellrsquoimbarcazione nemica al momento piugrave opportuno il
corvo veniva lasciato cadere permettendo il passaggio dei soldati protetti dal parapetto e dai
propri scudi Mentre tale sistema permetteva una rotazione verticale un diverso sistema di
accorgimenti tecnici non specificati permetteva una rotazione orizzontale utile a prevenire gli
attacchi ai fianchi Lrsquoinnalzamento del corvo era possibile grazie ad un argano mentre la rotazione
orizzontale era possibile grazie ad un sistema di carrucole poste sempre a prua quasi sui bordi
della nave e legate alle estremitagrave inferiori della passerella forse esisteva una leva di sgancio per
abbassare il corvo mentre una sbarra rimovibile posta allrsquoinizio dellrsquoapertura oblunga permetteva
di disfarsene scaricandolo in mare Polibio sottolinea che lrsquointroduzione del korakes venne ideata
per sopperire allrsquoinferioritagrave romana in quanto a ingegneria navale e capacitagrave di manovra in mare
lrsquoefficienza di questrsquoarma fu provata per la prima volta nella battaglia di Milazzo 260 aC la prima
vittoria navale romana Lrsquointroduzione di tale congegno determina lrsquoassimilazione della battaglia
navale ad un combattimento terrestre con un effetto sorpresa tale da costringere la flotta punica a
rinunciare allrsquoiniziativa drsquoattacco dopo aver subito pesanti perdite I successivi avvenimenti di
Capo Ecnomo del 256 aC stanno a dimostrare che la vittoria romana per mare egrave possibile non
solo grazie a questo strumento ma anche grazie ad una acquisita abilitagrave strategica ed a una flotta
ben strutturata Ma la sua paternitagrave non egrave da attribuire ai romani ma a Diane ingegnere di
Alessandro Magno che lo usa durante lrsquoassedio di Tiro per mare (quindi come macchina
poliorcetica) Un rapido abbandono del corvo egrave confermato dal fatto che la struttura di per seacute
aveva un peso notevole e poteva essere montata su navi di grosse dimensioni che dovevano
sopportare il peso delle truppe col compito di assaltare il nemico una volta che questo fosse stato
agganciato
BIBLIOGRAFIA Polibio Storie I 22 3-10
Polibio Storie I 25-28 A Ferri Corvo per quinquereme in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit pp 146-147
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MUSCOLO E VINEA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno mattoni e malta pelli di
animali
MODELLO Muscolo e Vinea
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e
pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi
Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso
montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la
demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile
Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva
pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da
uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di
cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni
La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia
mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini
Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i
soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli
assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi
inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei
pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi
Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei
Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui
lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete
Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio
Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi
BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186
Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22
T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610
7
ONAGRO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Onagro
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide
che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal
movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi
della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da
realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per
descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave
utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in
legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di
propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o
in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti
sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto
palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare
costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi
di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione
originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e
sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il
tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava
il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata
saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era
infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la
rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal
chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per
navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina
venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa
e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre
sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri
BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4
D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140
8
PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
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TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
6
MUSCOLO E VINEA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno mattoni e malta pelli di
animali
MODELLO Muscolo e Vinea
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il muscolo (dal latino musculus) era una struttura piugrave resistente e
pesante rispetto alle vinea utilizzata per gli assedi
Plinio il Vecchio ricollega il suo nome ad un animale marino che segue le balene Era spesso
montato su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la
demolizione delle stesse in sicurezza protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile
Poteva essere anche utilizzato per colmare un fossato o costruire una rampa drsquoassedio Doveva
pertanto resistere ai colpi degli assediati ed era dotata di una copertura molto resistente formata da
uno strato di mattoni cementati tra loro con malta sopra la quale era poggiato uno strato di pelli di
cuoio una sorta di materasso per affievolire i colpi dei macigni
La Vinea o Vigna era un mezzo di assedio che come ci racconta Vegezio consisteva in una tettoia
mobile alta circa 7 piedi larga 8 piedi e lunga 16 (21 X 24 X 48 metri) riparata sui lati da vimini
Se ne potevano unire numerose in modo da formare un corridoio protetto e coperto per proteggere i
soldati che si avvicinavano alle mura Il punto debole era il pericolo di incendio quando gli
assediati buttavano giugrave dalle loro mura materiale incendiabile Per ovviare in parte a questi
inconvenienti spesso si coprivano le vigne con pelli o coperte bagnate Alla base poi avevano dei
pali appuntiti per poterli fissare al terreno e consentire a chi li trasporta di riposarsi
Di queste opere ci racconta sia Tito Livio durante lrsquoassedio di Sagunto del 219 aC ad opera dei
Cartaginesi quando Annibale fu costretto ad utilizzarle per proteggere i suoi soldati dai continui
lanci degli assediati ed avvicinare alle mura un nuovo ariete
Sono usate anche durante lrsquoassedio di Avarico del 52 aC quando le armate romane di Gaio Giulio
Cesare riuscirono a battere quelle della popolazione gallica degli Biturigi
BIBLIOGRAFIA Plinio il Vecchio Naturalis Historia IX 186
Tito Livio Ab Urbe condita libri XXI VII Caio Giulio Cesare De bello gallico VII 17-VII 22
T Rice Holmes Caesarrsquos conquest of Gaul pp 606-610
7
ONAGRO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Onagro
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide
che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal
movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi
della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da
realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per
descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave
utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in
legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di
propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o
in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti
sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto
palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare
costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi
di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione
originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e
sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il
tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava
il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata
saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era
infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la
rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal
chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per
navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina
venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa
e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre
sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri
BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4
D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140
8
PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
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portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
7
ONAGRO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Onagro
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Lrsquoonagro egrave una macchina bellica destinata al lancio di masse solide
che rientra nella categoria di artiglieria a braccio unico a torsione Il suo nome deriva dal
movimento che la macchina faceva allrsquoistante del tiro una sorta di rinculo che provocava lrsquoalzarsi
della parte posteriore molto simile allo scalciare di un asino selvatico Molto semplice da
realizzare fu nel tempo preferito alle baliste Ammiano Marcellino utilizza il termine scorpione per
descrivere lrsquoonagro dicendo che quello era il suo nome tecnico mentre lrsquoaltro era quello piugrave
utilizzato ci fornisce inoltre una descrizione della macchina Era formata da un massiccio telaio in
legno a volte dotato di ruote nella cui parte centrale era disposto orizzontalmente lrsquoorgano di
propulsione formato da un unico e grosso fascio di materiale elastico (in genere corda di canapa o
in alcuni casi funi realizzate con lunghi capelli umani intrecciati oppure tendini animali formanti
sempre una grossa corda) Fra questa matassa al centro vi era un braccio costituito da un robusto
palo munito allrsquoestremitagrave superiore di una fionda nella quale veniva inserita la massa da lanciare
costituente il proiettile Il palo veniva abbassato mediante un argano munito di leve e meccanismi
di blocco Agendo su un congegno di scatto il palo suddetto tornava violentemente nella posizione
originaria secondo il moto di liberazione del potente fascio di corde ritorte - dette motore - e
sbatteva contro una superficie inclinata - piugrave o meno reclinabile e quindi in grado di correggere il
tiro in piugrave o meno arcuato nel senso della distanza - postagli di fronte ad esso Lrsquoimpatto bloccava
il palo e contemporaneamente imprimeva una spinta ancor piugrave veemente alla fionda che era legata
saldamente con una estremitagrave al palo mentre lrsquoaltra - dotata di un largo anello metallico - era
infilata a un grosso e lungo chiodo metallico ritorto posto proprio sulla punta del palo Quando la
rotazione della fionda arrivava al punto ottimale la stessa forza centripeta faceva uscire lrsquoanello dal
chiodo la fionda si apriva e il proiettile partiva Lrsquoonagro poteva essere di piccole dimensioni - per
navi e spalti di fortificazioni - oppure molto grande purcheacute le proporzioni della macchina
venissero riprodotte esattamente Il fascio di corde poteva avere un diametro dai 10 cm ai 30 circa
e pertanto poteva lanciare a seconda di questo fattore e quindi della grandezza dellrsquoonagro pietre
sferiche del peso fra i 4 e gli oltre 50 kg a distanze variabili fra i 600 e i 200 metri
BIBLIOGRAFIA Ammiano Marcellino Rerum Gestarum 23 4 4
D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit p 140
8
PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
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TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
8
PLUTEO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno e pelli di bovino
MODELLO Pluteo
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE Il pluteo era un piccolo riparo mobile dotato di tre ruote ed usato
dallrsquoesercito romano che poteva avere forma ad angolo retto o ricurva Era normalmente in legno
ricoperto da pelli per limitare al minimo il rischio di incendiarsi Le tre ruote davano quindi a
questo strumento di difesa per gli assedianti la possibilitagrave di una grande manovrabilitagrave con
spostamenti repentini verso le mura avversarie riparati dallo stesso come ci racconta Cesare
nellrsquoassedio di Marsiglia del 49 aC durante la guerra civile
La loro funzionalitagrave era quella di aiutare ad avvicinare macchine drsquoassedio piugrave grandi ed importanti
ai fini dello sfondamento o assalto delle mura nemiche In alcuni casi potevano diventare validi
ripari fissi come accadde durante la conquista della Gallia descritti da Cesare nel corso della
campagne del 51 aC quando lo stesso generale puntograve verso la regione che era appartenuta ad
Ambiorige per devastarla e far razzie oppure a protezione del porto di Brindisi nel tentativo di
bloccarvi Gneo Pompeo Magno
laquo Cesare temendo che Pompeo non giudicasse opportuno lasciare lrsquo decise di bloccare il porto di
Brindisi [] dove lrsquoimboccatura del porto era piugrave stretta fece gettare su entrambe le rive un
terrapieno [] piazzava poi sul prolungamento della diga coppie di zattere di trenta piedi per lato
[] sul davanti ed ai due lati le proteggeva con graticci e plutei mentre con quattro zattere faceva
innalzare due torri a due piani per difendersi meglio dallrsquoassalto delle navi e degli incendiraquo
BIBLIOGRAFIA Gaio Giulio Cesare De bello civili I 25
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
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I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
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portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
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portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
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Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
9
RAMPA DrsquoASSEDIO
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI legno pietre e cumuli di terra
MODELLO Rampa drsquoassedio
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La rampa drsquoassedio fu utilizzata dai legionari romani durante
numerosi assedi di cittagrave poste in luoghi particolarmente elevati come Masada Era una struttura
costituita da tronchi di legno pietre e terra messe insieme dai legionari con la quale si raggiungeva
lrsquoaltezza delle mura Su questa rampa potevano essere poi poste torri drsquoassedio o macchine
drsquoassedio di varia natura per attaccare le difese della cittagrave
Fu usata durante lrsquoassedio di Atene da parte di Lucio Cornelio Silla dellrsquo87-86 aC il quale si servigrave
delle pietre del grande muro che collegava Atene col Pireo
Nel 52 aC Gaio Giulio Cesare in prossimitagrave della cittagrave di Avarico pose il campo base di fronte a
quella parte della cittagrave dove alcuni fiumi e la palude lasciavano uno stretto passaggio e cominciograve a
costruire un ampio terrapieno di fronte alle mura dellrsquooppidum gallico ad avvicinare le vineae ed a
costruire due torri drsquoassedio La natura del luogo impediva infatti di cingere la cittagrave con una linea
fortificata continua come fece piugrave tardi ad Alesia
Sebbene vi fossero questi continui impedimenti per lrsquoesercito romano i legionari pur ostacolati dal
freddo e dalle frequenti piogge riuscirono a superare tutte le difficoltagrave ed a costruire nei primi
venticinque giorni di assedio un terrapieno largo quasi 100 metri ed alto quasi 24 metri di fronte
alle due porte della cittadella Cesare era cosigrave riuscito a raggiungere il livello dei contrafforti tanto
da renderli inutili per la difesa degli assediati
BIBLIOGRAFIA Appiano Guerre mitridatiche 36 Caio Giulio Cesare De bello Gallico VII 69-72
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
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TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
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TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
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I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
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portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
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portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
10
SCORPIONE
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE le dimensioni della macchina erano
in rapporto con lrsquoostacolo da abbattere
MATERIALI legno bronzo ferro cordami
tendini di bovino
MODELLO Scorpione
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE La macchina da guerra definita scorpione non sfruttava a
differenza di tutte le altre armi da getto lrsquoelasticitagrave di un arco Il suo principio di getto era basato
sulla elasticitagrave di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse Le gomene erano generalmente
costituite da crini di cavallo o da capelli specialmente di donne In seguito gli ingegneri militari
romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine Lo scorpione
lanciava con tiro teso dardi e frecce di medie dimensioni ricoperti di ferro ad una estremitagrave Era
composto da un calcio posto su di un telaio sul quale si trovavano le gomene e i corti e grossi
bracci di acciaio e di un sostegno al quale potrebbe assegnarsi il nome moderno di affusto Sul
calcio scivolavano il congegno di scatto ed il dardo Queste tre parti principali erano smontabili e
potevano essere portate separatamente Una sorta di vite di puntamento serviva ad alzare o
abbassare lrsquoaffusto a secondo che i dardi dovessero essere scagliati ad unrsquoaltezza superiore od
inferiore Da principio gli scorpioni non erano mobili ma fissi ed utilizzati come macchine da
assedio o da difesa Solo successivamente se ne consentigrave la mobilitagrave cambiando in diverse
maniere la forma dellrsquoaffusto a secondo dei tempi e dei popoli
Sulla Colonna Traiana si possono osservare due macchine da getto trainate da muli probabilmente
sono due scorpioni posti sopra un piccolo carro a due ruote Lrsquoatteggiamento dei soldati che stanno
vicini alla macchina fa supporre che essi li stiano puntando particolare questo di estrema
importanza giaccheacute dimostra che lo scorpione rimaneva sul carro anche durante il combattimento
ed era quindi dotata di notevole mobilitagrave
BIBLIOGRAFIA D Vitelli OnagroScorpione in M Galli-G Pisani Sartorio Machina cit
p 140
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
11
TESTUGGINE ARIETATA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE 280 times 150 times 120
MATERIALI legno argilla e pelli di animali per la
testuggine legno (abete frassino olmo) cordami
bronzo o ferro per la testudo arietata
MODELLO Testuggine arietata
LUOGO DI CONSERVAZIONE un modello
tuttrsquoora funzionante egrave conservato a Roma nel Museo
della Civiltagrave Romana
BREVE DESCRIZIONE Con testuggine (testudo in greco chelonegrave) si intendeva la macchina
militare che permetteva agli assedianti di avvicinarsi alle mura nemiche e poi lavorare alla
demolizione delle stesse protetti da questa struttura mobile Era di solito montata su ruote
costruita con robuste travi in legno inclinate e protette a loro volta da un tavolato ed uno strato di
argilla per evitare che i massi barili tronchi la pece infuocata o lrsquoolio bollente lanciati dagli
assediati potessero danneggiare la struttura Lrsquoestremitagrave inferiore della struttura opposta alle mura
avversarie era normalmente dotata di punte per fare in modo che la macchina rimanesse ancorata
al terreno
Per costruire la testudo arietata si utilizzava lrsquoariete (montato come un aries pensilis) posizionato
su rulli e ruote e collocato sotto una solida tettoia di travi di legno larga 3 o 4 m e di lunghezza
variabile La tettoia veniva poi coperta da pelli di animali umide e resistenti al fuoco del nemico e
lateralmente era chiusa da robuste tavole di legno che potevano anchrsquoesse essere ricoperte di pelli
La parte posteriore la testuggine era sempre aperta per permettere il rinculo della trave nel suo
moto oscillatorio ed anche la parte anteriore poteva essere libera o munita di ampi sportelli mobili
che venivano aperti allrsquoultimo momento quando la macchina era giagrave posizionata nel punto
drsquoattacco
Secondo Vegezio il nome deriva dal fatto che la testa dellrsquoariete oscillando per percuotere le mura
entrava e usciva dal riparo della tettoia proprio come fa la testuggine quando rientra la testa nel
guscio
BIBLIOGRAFIA Marco Vitruvio Pollione De architectura X 14 1 Vegezio Epitoma Rei Militaris IV 14
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
12
TESTUGGINE ROMANA
CRONOLOGIA tra il III sec aC ed il V sec dC
DIMENSIONE
MATERIALI
MODELLO Formazione di combattimento (testudo
romana)
LUOGO DI CONSERVAZIONE
BREVE DESCRIZIONE La testuggine (o Testudo) era una formazione di fanteria
caratteristica dellesercito romano Schieramento di grande complessitagrave richiedeva notevole
coordinamento collettivo Era ideato appositamente per un drappello di legionari armati con il
gladio e in particolare con lampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni Dava
il grande vantaggio di poter avanzare fino al contatto con le prime file nemiche riparandosi da
frecce e proiettili e occultando il reale numero dei componenti in modo da generare un effetto
sorpresa Grazie alla protezione che offriva questa formazione era particolarmente usata durante
gli assedi Nello schieramento di forma rettangolare o quadrata si susseguivano piugrave file di fanti
pesanti dotati dei caratteristici grandi scudi rettangolari e allineati spalla a spalla I soldati della
prima fila tenevano gli scudi a protezione frontale in modo da formare una barriera senza
soluzione di continuitagrave Lo stesso facevano i componenti laterali dello schieramento mentre
allinterno dello stesso a partire dalla seconda fila e a file alternate gli scudi venivano tenuti
sollevati in modo da proteggere in alto i fanti sottostanti sia della fila immediatamente precedente
che di quella immediatamente successiva In questo modo si presentava al nemico una massa
compatta e protetta in modo impenetrabile (gli unici lati vulnerabili erano quello posteriore e quello
inferiore corrispondente alle gambe dei soldati) somigliante al carapace delle tartarughe da cui il
nome di testuggine I legionari potevano cosigrave marciare in modo sicuro e agevole senza affaticarsi
fino a una distanza minima dalle linee nemiche quando lo schieramento veniva rotto e si iniziava il
combattimento corpo a corpo
BIBLIOGRAFIA Adrian Goldsworthy Storia completa dellrsquoEsercito Romano ndash Logos ndash Ed
2004
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
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BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
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Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
13
TORRE OSSIDIONALE MOBILE
CRONOLOGIA a partire dal II sec aC circa per
tutta la durata dellrsquoimpero
DIMENSIONE Per quanto riguarda lrsquoaltezza le
maggiori informazioni le ricaviamo da Flavio
Giuseppe (nel Bellum Judaicum) che parla di torri alte
50 piedi (assedio di Giotapana 67 dC 50 cubiti pari a
222 m assedio di Gerusalemme nel 70 dC con lrsquouso
di torri alte 60 cubiti pari a 266 m assedio di Masada
nel 73 dC Cesare (De bello gallico 8 32-40) ci
riferisce di una torre di 10 piani alta 60 piedi (18 m) da
lui impegnata per la presa di Uxellodunum (Puy
drsquoIssolu) nel 51 aC ma in genere lrsquoaltezza variava in
funzione dellrsquoaltezza delle mura da affrontare e dalla
presenza o meno dellrsquoagger Le dimensioni della base
solitamente quadrata cambiavano in funzione
dellrsquoaltezza della torre nella descrizione di Vegezio
vengono menzionate basi di 30 40 e 50 piedi (ossia 9
12 e 15 m)
MATERIALI travi e assi di legno per il telaio
corde e puleggio per azionare lrsquoariete e il ponte
drsquoassalto assi di legno e stuoie per la parte piugrave interna
del rivestimento esterno ferro o cuoio fresco e sacchi
bagnati per lo strato piugrave esterno del rivestimento cosigrave
da renderlo ignifugo peli di pecora o setole di cavalli
per la difesa delle frecce Oltre al giagrave citato
rivestimento di ferro presente in tutte le torri mobili
della guerra giudaica condotta dai Flavi un metodo
alternativo noto come sifone (σίΦων) prevedeva tutta
una serie di intestini di bue e sacchi di pelle riempiti di
acqua che strizzati avrebbero spento un eventuale
principio drsquoincendio (Apollodoro di Damasco
Poliorkegravetika 174) La tecnica di rivestire le assi esterne
con argilla non risultava efficace in quanto era
sufficiente dellrsquoacqua per sciogliere lrsquoargilla e mettere
in evidenza il legno sottostante Inoltre una copertura
con pelli umide non conciate appese in modo piuttosto
allentato poteva risultare utile contro frecce e dardi
MODELLO Torre ossidionale mobile
LUOGO DI CONSERVAZIONE
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BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
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stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
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Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
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portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
14
BREVE DESCRIZIONE Nella descrizione che ci fornisce Flavio Renato Vegezio la torre
ossidionale egrave composta da tre piani e si sposta tramite ruote imperniate alle basi che formano la
base Al piano inferiore era alloggiato un ariete a quello intermedio un ponte di assalto mentre
quello superiore ospitava arcieri e artiglierie destinati a fornire fuoco di copertura alle attivitagrave dei
due piani inferiori Lrsquoariete del piano inferiore era formato da una trave lunga allrsquoincirca 30 piedi
(9 m) la cui punta era rinforzata da un cappellotto di ferro o piugrave spesso da una protome di ariete
incastrata sempre di ferro o di bronzo La trave era agganciata tramite due corde al solaio del piano
superiore o a una o piugrave travi solidali ad esso risultando cosigrave sospesa e quindi piugrave efficace nella sua
azione di percussione Il ponte drsquoassalto (exostra) del secondo piano doveva consentire alle truppe
che stavano dentro la torre di passare sulle mura da conquistare Era fissato tramite una sorta di
perno al alto della torre che guardava il nemico e veniva inizialmente tenuto alto lrsquoaltezza del
perno non doveva essere inferiore a quella del muro per evitare agli assedianti gli svantaggi di un
percorso in salita dalla torre alle mura
Secondo Apollodoro di Damasco il ponte drsquoassalto era lungo 20 piedi (6 m) doveva tuttavia
essere solido e pienamente sicuro solo per il primo quarto della sua lunghezza per questo motivo
appena calato veniva ricoperto da una stuoia di vimini rinforzata con traverse nelle parti non
coperte da assi Il terzo piano doveva rimanere aperto superiormente limitandosi nelle protezioni a
un parapetto fornito di feritoie da cui scoccare proiettili e frecce il passaggio dei soldati da un
piano allrsquoaltro era regolato da delle scale che tagliavano la costruzione da un lato di un piano al lato
opposto di quello superiore
Sempre Vegezio spiega che per ingannare e cogliere alla sprovvista il nemico si potevano costruire
torri apparentemente basse contenenti allrsquointerno unrsquoaltra torre la quale quando la macchina era a
contatto delle mura veniva innalzata improvvisamente a mezzo di funi e carrucole Percheacute la torre
fosse efficace doveva essere portata a stretta distanza dal muro perimetrale del luogo fortificato da
espugnare per questo motivo venivano usate tutta una serie di macchine ausiliarie quali testuggini
vigne plutei i quali permettevano ai soldati di lavorare in sicurezza al riparo dai colpi
dellrsquoartiglieria nemica mentre creavano il miglior corridoio per lrsquoavanzata della torre
In caso di cittagrave fortificate costruite su pianori veniva costruito un agger ossia una rampa piuttosto
declive di terra calcinacci e legname che permetteva lrsquoascesa della torre alla quota utile Infine il
sistema di ruote che serviva a muovere la torre risultava composto da una coppia di grosse gomene
avvolte con numerose spire attorno a ciascun asse anteriore e posteriore della torre e con lrsquoopposta
estremitagrave vincolate allrsquoalbero di un cabestano per far muovere le ruote Bastava far girare il
cabestano per far si che le gomene avvolgendosi intorno si srotolino dai rispettivi assi facendoli
ruotare e con essi facendo ruotare le rispettive ruote ne deriva in questo modo una sorta di
ldquosistema a trazione integralerdquo
BIBLIOGRAFIA Vegezio Epitoma Rei Militaris 4 17
Apollodoro di Damasco Poliorkegravetika 174
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
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Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
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I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
15
ARMI E ARMATURE DELLrsquoESERCITO ROMANO
Nellesercito romano non egrave possibile fare dei paragoni perfettamente calzanti riguardo agli
ufficiali in quanto questo termine identifica uno status elitario che solo i tribuni avevano
partecipando al Consilio di Guerra Roma riuscigrave a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio
grazie a un esercito estremamente organizzato disciplinato ben addestrato ed equipaggiato Le
armi romane furono quindi di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti
i nemici che essa incontrograve durante la sua storia piugrave che millenaria La supremazia tecnologica di
Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superioritagrave romana
Larma da offesa meglio conosciuta fu sicuramente il gladio che per alcuni secoli unito alla
sapienza tattica romana rese temibile il legionario nel mondo conosciuto Tra le armi dassedio
collettive vale la pena invece ricordare tra le principali lo scorpione lariete la catapulta e la torre
mobile in questultima vi erano diverse balliste armi create per scagliare frecce ad alta velocitagrave
I legionari erano armati oltre che col gladio di lance e giavellotti (lancae hastae veruta
spicula pila) mutate nel corso dei secoli Gli scudi e le armature antiquate in etagrave repubblicana
furono modernizzati in etagrave imperiale dalle cotte di maglia si passograve poi a armature composte da
piastre di ferro sovrapposte La loro resistenza era uguale quella delle cotte di maglia ma erano piugrave
leggere rispetto ad esse del 30 Lo scudo ovaliforme rinforzato nella parte centrale da una
nervatura metallica o con al centro lumbone diventograve rettangolare reso resistente con bordi in ferro
contro i colpi delle lame del nemico
Nelle epoche successive durante lanarchia militare e poi il periodo del dominato perso il
binomio gladium-pilum i soldati dellesercito romano ripiegarono sulluso di lance e armi da tiro
forse in conseguenza di mutamenti strategici profondi che non richiedevano piugrave approcci offensivi
alla guerra come era stato ai tempi delle grandi conquiste Larmamento tipico del miles divenne la
lancia e lo scudo mentre la spatha dopo la carica con lhasta era utilizzata per la fase finale del
combattimento5
1 ARMI DIFENSIVE
ELMO DI BRONZO (CASSIS) di tradizione etrusco-italica o
celtica (la questione egrave ancora dibattuta) conosciuto come
ldquoMontefortinordquo (dal nome della necropoli marchigiana nei cui pressi
furono ritrovati alcuni esemplari) e divenuto lrsquoelmo piugrave comune in uso
presso le legioni romane Si distingue per la semplicitagrave della forma
emisferico-conica (forse conum era il nome allrsquoepoca) del bordo
conformato orizzontalmente paranuca leggermente accennato e
pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per lrsquoinserimento di
piume rosse o nere (crista) -di oca o cigno- alte 45 cm (un cubito) e
fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo In corrispondenza delle tempie le cerniere che
sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica permettevano di
proteggere guance zigomi e mento le paragnatidi erano anche fissate tramite cinghie ad un anello
o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini) anche allo scopo di dare
5 YANN LE BOHEC Armi e guerrieri di Roma antica Da Diocleziano alla caduta dellimpero
Roma 2008 pp 160-161
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
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I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
16
stabilitagrave allrsquoelmo Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione
nonostante la cospicua quantitagrave dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di
migliaia di esemplari nei secoli6
CORAZZA (LORICA HAMATA) Era
prevalentemente prodotta in acciaio talvolta si
adoperavano inserti in bronzo Era composta da una fitta
trama di anelli metallici di diametro variabile dai 6 agli
8 mm Il peso totale poteva raggiungere i 15 chili I
Romani usavano indossare una o due grosse cinture in
cuoio solitamente borchiato detto balteus o meno
comunemente anche cingulum che permettevano tra le
altre cose di scaricare una parte del peso dellarmatura
sulle anche La cotta di maglia realizzata con anelli di ferro detta lorica hamata si diffuse come
corazza a protezione del corpo del legionario nel I secolo aC in particolare dopo la riforma
dellesercito attuata da Gaio Mario che introdusse di fatto lrsquoesercito professionale Prima di allora la
lorica hamata veniva indossata solo dai militi piugrave facoltosi adottata sicuramente in seguito al
contatto con i celti maestri nella realizzazione di armi e armature in ferro La corazza era indossata
su una specie di veste imbottita e non direttamente sulla tunica questa veste offriva un ulteriore
strato protettivo e contribuiva ad attutire i colpi inferti alla corazza
SCUDO (SCUTUM) Nella formazione manipolare la fanteria
pesante (hastati principes e triarii) era munita dello scutum ovale mente
la fanteria leggera (velites) dello scudo tondo denominato parma in
legno e vimini ricoperto di cuoio Questrsquoultimo era sufficientemente
largo da difendere il soldato romano grazie al suo diametro di circa 90
cm Lo scudo argivo con il tempo scompare venendo sostituito in toto
dallo scutum Secondo Livio tale scudo venne abbandonato
completamente ai tempi dellrsquoassedio di Veio allrsquoinizio del IV sec aC
mentre secondo Dionigi di Alicarnasso e Plutarco egrave con Camillo che i
romani iniziano ad utilizzare lo scutum ovale di derivazione celtica Lo
scutum di superficie convessa misurava 120 x 75 cm e aveva uno
spessore di circa un palmo (10 cm anche se probabilmente tale misura egrave
relativa non solo allo spessore dello scudo ma anche a quello
dellrsquoumbone) La misura era standard Tale scudo probabilmente di
origine celtica (e non come descritto da Plutarco nelle Vite di origine sabina o sannita) era
costituito da due strati di legno incollati tra loro con colla di bue con un primo strato di lino e uno
esterno di pelle di vitello Le due parti ldquoesternardquo ed ldquointernardquo (rispetto a chi lo imbracciava) erano
rinforzati da un bordo di metallo per proteggerlo dai fendenti delle spade e dai danni provocati dal
terreno su cui poggiava Lo scudo poteva inoltre essere completamente ricoperto nella sua parte
esterna da un bordo rinforzato in ferro La parte centrale esterna era rinforzata da un umbone di
ferro (umbo) che poteva avere forma circolare o a farfalla con o senza puntale a protezione dai
colpi di pietra di lancia e di tutti gli oggetti capaci di colpire il legionario con violenza 6 SILVANO MATTESINI Le Legioni Romane Larmamento in mille anni di storia Roma Gremese
Editore 2006
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
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Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
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servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
17
Nella parte centrale esterna poteva avere un rinforzo lungo lrsquoasse verticale (spina) in ferro o
legno Allrsquointerno lo scudo poteva essere rinforzato da una armatura metallica Al centro aveva un
incavo per la mano che corrispondeva allrsquoesterno allrsquoumbone Lo scutum aveva normalmente una
singola impugnatura orizzontale anche se in alcuni casi si egrave potuto notare la doppia impugnatura
Il suo peso egrave stato stimato in circa 10 Kg Questo tipo di scudo egrave illustrato in numerosi
monumenti del periodo repubblicano Un esemplare egrave stato ritrovato a Kasr el Harit nel Fayum
(Egitto) nel 1900 Tale scudo era costruito con tre strati di strisce di betulla sovrapposti quelle
esterne orizzontali dello spessore di 2550 mm quella interna di 10 strisce verticali dello spessore
di 60100 mm Lo spessore al centro era maggiore che ai lati 12 cm invece di 1 cm
Questo tipo di scudo era utilizzato come riparo per il corpo dal lancio di frecce e altro
quando veniva caricato dal nemico il legionario poggiava tutto il peso del suo corpo sullo scudo per
reggere lrsquoimpeto e quindi colpire lrsquoavversario mentre quando avanzava teneva lo scudo diritto
proteggendosi Di seguito accucciato combatteva da dietro di esso
Lo scudo per il materiale con cui veniva costruito e per la sua leggerezza e forma concava
era estremamente flessibile ed in grado di ammortizzare i colpi che subiva evitando al soldato
danni per il contraccolpo Lo scudo era utilizzato non solo come arma di difesa ma come vera e
propria arma di attacco lumbone era utile per colpire i nemici mentre il bordo rinforzato poteva
essere utilizzato per colpi al volto ed anche per far perdere lequilibrio al nemico e permettere
quindi una maggiore facilitagrave nel colpirlo e nel penetrare le sue difese con il gladio
2 ARMI OFFENSIVE
GIAVELLOTTO (PILUM) era di tipo particolare ed utilizzato
dallesercito romano nei combattimenti a breve distanza
Normalmente ognuno dei soldati (pilani) ne portava due uno leggero
ed un secondo piugrave pesante Esiste una grande varietagrave di pila risalenti a
varie epoche e ritrovati un po in tutte le parti dei territori conquistati
dai Romani La lunghezza poteva variare in base anche alle diverse
caratteristiche costruttive da 150 a 190 centimetri Lelemento che
accomunava i diversi tipi di pilum era il gambo in ferro piugrave o meno
lungo inserito su unrsquoasta di legno (che costituiva corpo ed
impugnatura) che aveva lo scopo di attraversare lo scudo nemico e di
raggiungere il corpo del nemico che si proteggeva dietro di esso Ciograve
che invece poteva differire di molto tra un tipo di pilum e un altro era
la modalitagrave di raccordo tra la parte in legno e quella in ferro Secondo
alcune raffigurazioni scultoree pervenute il pilum era talvolta
appesantito con una sfera di metallo (bronzo ferro o piugrave
difficilmente piombo) appena sotto la giuntura tra il metallo e il legno probabilmente per
aumentarne la forza di penetrazione Dal punto di vista tattico il pilum era solamente una delle
tante armi da lancio a disposizione dei Romani e si presume che esso venisse lanciato da una
distanza variabile di 10-25 metri dal bersaglio inoltre si presume che potesse anche essere usato a
distanza ravvicinata anche se questo utilizzo egrave meno documentato
18
I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
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I lanci di pila se correttamente effettuati erano disastrosi per i nemici ed erano in grado di
infliggere numerose perdite al nemico prima che si venisse al contatto La conferma
dellingegnositagrave dellarma era nella sua progettazione La parte finale del pilum era costituita da
ferro dolce (tranne la punta) che dopo aver colpito il nemico poteva piegarsi rendendo cosigrave
inutilizzabile lo scudo e costringendo il nemico a farne a meno inoltre piegandosi larma stessa
risultava inutilizzabile onde evitare che un eventuale nemico pensasse di tirarla verso i Romani
GLADIO (GLADIUS) ha origine dalla spada corta usata
dai Sanniti e dagli Iberici modificata per luso delle legioni
Secondo una leggenda Scipione lAfricano durante la
campagna in Spagna dopo aver conquistato Cartago Nova in
cambio della salvezza della cittagrave chiese ai fabbri della cittagrave
famosi in tutta lIberia di costruirgli 100000 gladii per
equipaggiare le sue legioni (noti poi come gladii hispanici)
Era fornito di una punta di eccezionale efficacia
capace inoltre di colpire con violenza di taglio su entrambi i
lati poicheacute la lama egrave molto robusta Era lungo intorno ai 75
cm Questo gladio fu utilizzato per molto piugrave tempo rispetto
ai successivi
I Romani usavano il gladio percheacute era piccolo e poteva essere maneggiato piugrave facilmente nel
combattimento ravvicinato imposto da un muro di scudi rispetto ad una spada lunga che invece
richiede maggiore mobilitagrave e spazio Questa caratteristica egrave quella essenziale di questa arma e
rispecchia il metodo di combattimento dei romani in etagrave repubblicana e imperiale Infatti i romani
erano soliti combattere con gli scudi a contatto con formazioni molto fitte e colpivano soprattutto di
punta
PUGNALE (PUGIO) piccolo pugnale utilizzato in epoca antica dai
soldati romani come arma Sembra probabile che il pugio venisse utilizzato
come arma ausiliaria o arma di riserva oltre a trovare molti altri impieghi
come coltello I funzionari del regno presero labitudine di indossare pugi
decorati nello svolgimento dei loro uffici oltre a nasconderli sotto le vesti
quali difesa contro gli imprevisti Il pugio era unarma comunemente
utilizzata negli assassini e nei suicidi per esempio i cospiratori pugnalarono
Giulio Cesare utilizzando dei pugi
3 INSEGNE
Tra i simboli di ogni legione i due piugrave importanti sono lAquila e il Vexillum entrambi venerati dai
soldati
LAquila veniva donata o dal Senato o dallImperatore nel momento in cui la legione veniva
costituita unasta di legno con in cima lAquila Imperiale ad ali spiegate dorata LAquila era
custodita dalla prima coorte ed usciva dallaccampamento romano solo in occasione dei
trasferimenti dellintera legione Addetto alla sua sicurezza ed alla sua cura era un sotto-
ufficiale legionario lAquilifer il quale oltre a doverne custodire linsegna era incaricato di
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portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
19
portarla in battaglia ed a difenderla anche a
costo della propria vita la sua perdita era
segno di grave disfatta
Il Vexillum invece riportava i simboli della
legione stessa era costituito da un drappo
fissato ad una picca Sul drappo di colore
rosso () e di forma quadrata era ricamato in
oro il nome il numero e il simbolo
zoomorfo Il vexillum era portato dal
vexillifer
Il Signum insegna delle coorti manipoli e
centurie era unasta di legno con dei dischi
metallici (phalerae) posti lungo di essa e con
allapice uninsegna a forma di cuspide di
lancia sotto la quale vi era una piastra
metallica ansata con inciso il reparto di
appartenenza sotto ancora vi era una corona
di alloro Anche coorti manipoli e centurie
avevano un numero e un nome Ogni coorte
era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome i manipoli erano numerati da
uno a tre per ogni coorte mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda
se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione Un
soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per
cercare il suo posto
LrsquoImaginibus era unrsquoinsegna con lrsquoimmagine dellrsquoimperatore Queste insegne servivano a
trasmettere degli ordini visivi sul campo di battaglia i soldati dovevano seguire con lo
sguardo i loro stendardi Ogni centuria possedeva un signum affidato a un signifer che
indicava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia La cavalleria invece seguiva un
portatore di vexillum chiamato vexillarius
4 SEGNALI
In secondo luogo i soldati dovevano obbedire ai segnali
sonori alla voce dei loro superiori ma anche agli squilli di
tromba e di corno Questa segnava la sveglia e il cambio
della guardia ma serviva soprattutto per la tattica In
battaglia venivano utilizzati tre strumenti
La Tuba (tromba diritta) era destinata a tutti gli
uomini ai quali dava il segnale dellassalto o quello della
ritirata come pure della partenza dal campo
Il Cornu (corno) che egrave una tuba ricurva e rinforzata
da una barra metallica in battaglia esso suonava per i
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
20
portatori di signa
La Bucina una tuba piugrave corta e con un disegno leggermente arcuato Normalmente trombe
e corni suonavano insieme per avvertire che si doveva avanzare verso il nemico ma non
solo ogni istante della battaglia era segnalato e cadenzato da particolari squilli che
organizzavano cosigrave gli spostamenti e i movimenti sul campo delle truppe e lavvicendarsi dei
manipoli lo spostamento della cavalleria lattacco dei veliti o delle macchine da lancio ecc
5 ABBIGLIAMENTO
Tunica Sotto la corazza il legionario romano indossava una tunica di lana o lino Nessuna
fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i
mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poicheacute
mostrano soldati con tuniche di diversi colori
comprendendo anche il bianco ma non ci sono
elementi a sufficienza per pensare alla presenza di
una regola o di una codifica Al momento
comunque linterpretazione egrave che i legionari
portavano tuniche grezze (non tinte) e i centurioni
colorate di rosso (i tribuni e i legati piugrave
probabilmente portavano tuniche bianche con gli
adatti clavi color porpora) In origine la tunica
indossata dai legionari romani consisteva
semplicemente in due lunghi pezzi di stoffa
rettangolari cuciti tra loro con i buchi per la testa e
le braccia lasciati semplicemente privi di cucitura
In seguito venne di moda per le tuniche essere
prodotte con le maniche e indossate insieme alle
braccae
Caligae sono la calzatura classica dellrsquoesercito
romano solide al punto da resistere alle incessanti
e massacranti marce che caratterizzavano le legioni
e capaci di incollare i piedi al terreno cosa importante durante i combattimenti Erano
formata da cuoio con tagli laterali a strisce e chiodi sotto la suola per resistere al consumo
Focale il focale egrave letteralmente una fascia per il collo indossato dal legionario per
proteggergli questa parte del corpo dallarmatura che puograve pizzicare e alle volte anche
tagliare Apparentemente egrave stato introdotto nello stesso periodo della lorica segmentata ma
rapidamente divenne anche popolare con truppe che portavano altri tipi di corazza La sua
forma egrave difficile da determinare ma probabilmente egrave variegata e lunica pittura di colore nota
di un focale lo mostra di colore verde chiaro Potrebbe essere di lino o lana di qualsiasi
colore ragionevole e potrebbe essere triangolare (tagliato o piegato da un quadrato di 60-90
cm) o una lunga striscia
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
21
Mantello nellesercito romano si usavano due tipi di mantello il sagum ed il paenula
Entrambi sembrano essere di colore marrone o giallastro-marrone inoltre dalle evidenze
pittoriche appaiono ruvidi e non particolarmente raffinati (tipo lana cotta infeltrita) luso di
olio naturale rende poi la lana quasi impermeabile Il mantello si piega e si arrotola fino a
diventare un pacco non ingombrante
Il Sagum egrave rettangolare delle dimensioni di una coperta o piugrave grande Egrave unito
semplicemente con una fibula sulla spalla o sulla gola
Il Paenula poteva essere semi-circolare circolare od ovale
6 IL CIBO
Era in genere secco con farina e legumi carni secche formaggi stagionati pesce salato e grasso di
maiale o di montone per cucinare Di solito veniva integrato con verdure selvatiche del posto o con
le razzie nei villaggi fatte perograve con dei limiti per non esasperare la popolazione che sarebbe poi
stata asservita Se si trattava invece di popolazioni irriducibili le razzie diventavano saccheggi ma
erano rari Per bere si allungava lacqua con laceto che dava un sapore gradevole e la disinfettava
almeno in parte Laglio era usatissimo e come laceto era prescritto nel contratto di arruolamento I
generali sapevano quanto fosse importante il cibo per i combattenti ed era loro compito averne in
quantitagrave ogni giorno pena la rivolta dei soldati
Il cibo era anchesso portato almeno in parte a spalla percheacute in una fuga i carri venivano
abbandonati per cui un soldato doveva avere nello zaino cibo per diversi giorni e sui carri per una
ventina di giorni almeno Nellaccampamento non cerano cuochi ma i soldati cucinavano a turno
Solo dopo le vittorie si concedeva ai soldati di bere vino e gozzovigliare ma durante la ferma il
vino era proibito percheacute un vero soldato romano doveva essere sempre vigile
Nello stesso zaino il soldato si portava minuscole statuette dei Penati i geni degli antenati che lo
avrebbero protetto in battaglia
7 ATTENDAMENTO
Del Legionario La tenda che ospitava 8 uomini si chiamava contubernium (tenda comune)
Sembra che abbia formato lunitagrave di base dellesercito romano in tutta la sua storia La tenda
a base quadrata misura 10 piedi romani di lato (296 m) ed approssimativamente egrave alta 5
piedi romani (148 m) Ad ogni contubernium veniva assegnato di solito un mulo per portare
la tenda ed altra attrezzatura pesante almeno dai tempi di Mario in poi Uno schiavo
conduce il mulo durante la marcia e si preoccupa degli altri servizi per il contubernium Il
mulo trasporta i due pali della tenda una tenda piegata paletti corde due cesti che saranno
usati anche nello scavare la fossa del campo gli attrezzi per lo scavo un piccolo macinatore
di grano di pietra e cibo addizionale
Del Centurione Secondo piugrave fonti ogni centurione aveva la propria tenda Dal momento
che il centurione usava la propria tenda come un ufficio si doveva fare in modo che le pareti
ai lati e la tenda stessa fossero piugrave alte La tenda mostrata egrave anchessa di lato 10 piedi romani
(296 metri) ma occupa piugrave spazio a causa dei tiranti piugrave lunghi Ci sono inoltre piugrave pali due
disposti al centro e 4 agli angoli La tenda dellufficiale egrave trasportata da un mulo e ha un
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
22
servitore assegnato Il maggior numero di pali egrave dovuto alla grandezza della tenda Il mulo
presumibilmente doveva trasportare anche cibo e altro materiale per lufficiale
Il successo di ogni azione militare si fondava anche sulla possibilitagrave di poter trasmettere con
tempestivitagrave ordini e informazioni spesso pure su lunghe distanze Polibio realizzograve un codice
luminoso adattabile ad ogni circostanza escogitograve infatti il modo di inviare vere e proprie frasi
basate sullrsquouso dellrsquoalfabeto utilizzando le torce accese la cui posizione insieme al numero di volta
in volta impiegato indicava delle lettere le torri di segnalazioni a questo scopo servivano a
moltiplicare ed a trasmettere le informazioni Ὁ δὲ τελευταῖος (τρόπος) ἐπινοηθεὶς διὰ Κλεοξένου
καὶ Δημοκλείτου τυχὼν δὲ τῆς ἐξεργασίας διrsquo ἡμῶν (πάντη πάντως) μέν ἐστιν ὡρισμένος καὶ πᾶν
τὸ κατεπεῖγον δυνάμενος ἀκριβῶς διασαφεῖν κατὰ δὲ τὸν χειρισμὸν ἐπιμελείας δεῖ καὶ
παρατηρήσεως ἀκριβεστέρας Ἔστι δὲ τοιοῦτος Τὸ τῶν στοιχείων πλῆθος ἑξῆς δεῖ λαμβάνοντας
διελεῖν εἰς πέντε μέρη κατὰ πέντε γράμματα Λείψει δὲ τὸ τελευταῖον ἑνὶ στοιχείῳ τοῦτο δrsquo οὐ
βλάπτει πρὸς τὴν χρείαν Μετὰ δὲ ταῦτα πλατεῖα παρεσκευάσθαι πέντε τοὺς μέλλοντας ἀποδιδόναι
τὴν πυρσείαν ἀλλήλοις ἑκατέρους καὶ γράψαι τῶν μερῶν ἑξῆς εἰς ἕκαστον πλατεῖον κἄπειτα
συνθέσθαι πρὸς αὑτοὺς διότι τοὺς μὲν πρώτους ἀρεῖ πυρσοὺς ὁ μέλλων σημαίνειν ἅμα καὶ δύο καὶ
μενεῖ μέχρις ἂν ὁ ἕτερος ἀνταίρῃ Τοῦτο δrsquo ἔσται χάριν τοῦ διὰ ταύτης τῆς πυρσείας ἑαυτοῖς
ἀνθομολογήσασθαι διότι προσέχουσι Καθαιρεθέντων δὲ τούτων λοιπὸν (ὁ) σημαίνων ἀρεῖ μὲν
τοὺς πρώτους ἐκ τῶν εὐωνύμων διασαφῶν τὸ πλατεῖον ποῖον δεήσει σκοπεῖν οἷον ἐὰν μὲν τὸ
πρῶτον ἕνrsquo ἂν δὲ τὸ δεύτερον δύο καὶ κατὰ λόγον οὕτω τοὺς δὲ δευτέρους ἐκ τῶν δεξιῶν κατὰ
τὸν αὐτὸν λόγον ποῖον δεήσει γράμμα τῶν ἐκ τοῦ πλατείου γράφειν αὖ τὸν ἀποδεχόμενον τὴν
πυρσείαν7
I romani secondo Plinio conoscevano anche lrsquouso dei piccioni viaggiatori per le trasmissioni
delle notizie8
7 POLIBIO X 45 6 e sgg ldquoIl metodo piugrave recente escogitato da Cleosseno e Democleito e
perfezionato da me egrave assolutamente ben definito ed egrave in grado di trasmettere con precisione ogni
messaggio urgente ma richiede accuratezza ed attenzione nellrsquoutilizzo Funziona cosigrave bisogna
prendere tutte le lettere dellrsquoalfabeto in ordine e dividerle in cinque parti ciascuna di cinque lettere
La casella finale mancheragrave di una lettera questo perograve non comporta alcun danno allrsquoeffetto pratico
Dopo ciograve bisogna che coloro che intendono trasmettersi il segnale luminoso abbiano pronte cinque
tavolette per ciascuno e scrivano di seguito una divisione dellrsquoalfabeto su ciascuna tavoletta e poi si
mettano drsquoaccordo che colui che deve trasmettere i primi segnali luminosi leveragrave
contemporaneamente due torce ed aspetteragrave fincheacute lrsquoaltro non faragrave lo stesso Questo allo scopo di
accordarsi grazie a questo segnale sul fatto che sono entrambi pronti Una volta alzate queste torce
in seguito il trasmettitore leveragrave i primi segnali a sinistra indicando cosigrave quale tavoletta bisogneragrave
consultare ad esempio se bisogna consultare la prima una torcia se invece la seconda due torce e
cosigrave via poi alzeragrave la seconda serie di segnali a destra secondo il medesimo criterio indicando cosigrave
quale lettera di quelle della tavoletta dovragrave scrivere colui che riceve il segnalerdquo 8 PLINIO IL VECCHIO Naturalis Historiae libro X 110 Quin et internuntiae in magnis rebus fuere
epistola adnexas earum pedibus obsidione Mutinensi in castra consulum Decumu Bruto mittente
Quid vallum et vigil obsidio atque etiam retia amne praetenta profuere Antonio per caelum eunte
23
Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002
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Altro campo di applicazioni di conoscenze pratiche fu costituito dalla vera e propria tecnica
adoperata nella costruzione degli accampamenti frutto dellrsquoapplicazione di canoni e regole ben
precise A parte le strade e gli acquedotti occorre menzionare anche lrsquoabilitagrave dimostrata
nellrsquoattraversamento dei corsi drsquoacqua dai ponti di fascine fatti costruire da Cesare durante le
campagne galliche a tutti i vari ponti mobili di Traiano che culminano con il famoso ponte in
muratura sul Danubio (opera del famoso architetto e ingegnere Apollodoro di Damasco)9
Questa vasta e sapiente organizzazione di servizi tecnici che provvedeva al rifornimento delle
armi ai mezzi per il passaggio dei corsi drsquoacqua al modo di comunicare ordini e notizie alla
costruzione e riparazione di mezzi occorrenti per lrsquoespugnazione delle cittagrave alla costruzione e
riparazione di mezzi di trasporto che non facevano mancare lrsquoacqua agli accampamenti e
permetteva alle legioni di svernare al riparo dei rigori della stagione invernale entro adatti fabbricati
sempre tenuti in efficienza non si riscontra in nessuno degli altri eserciti dellrsquoepoca e non si
differenzia molto dal modo in cui sono organizzati gli eserciti moderni tutto ciograve portograve non poco
contributo ai grandi successi militari di Roma10
nuntio Et harum amore insaniut multi [hellip] non mutare sedem columbas quod et auro insectis
alarum articoli quaesivere aliqui non aliter innoxiis vulneri bus multivaga alioquin ave 9 CASSIO DIONE LXVIII 13 TZE-TZE Chiliades II 66-72 PROCOPIO DI CESAREA De aedificis
IV 6 10
GIOVANNI BRIZZI Il guerriero loplita il legionario Bologna Il Mulino 2002