La Rosa Bianca.

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Antonella Tiburzi LA RESISTENZA TEDESCA Il movimento della “Rosa Bianca” Merano-history©

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Antonella Tiburzi

LA RESISTENZA TEDESCA

Il movimento della “Rosa Bianca”

Merano-history©

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In copertina, da sx, sopra Hans Scholl, Sophie Scholl, prof. Kurt Huber

Christoph Probst, Alex Schmorell e Willi Graf.

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La verità! La verità vogliamo sapere1

Nella dimensione europea della Resistenza, il movimento antinazista tedesco

risulta essere forse il più ardito se non altro per la diversa articolazione che esso ha

avuto nel corso degli anni. La coscienza germanica anti o pro nazismo si è espressa in

modalità e circostanze differenti. Essa è stata intenzionale, funzionale o accidentale.

La prima significa che la partecipazione attiva al nazionalsocialismo è stata su base

volontaria, la seconda ha messo in conto gli eventuali guadagni (e non solo economici)

che la adesione o la resistenza al nazismo poteva comportare mentre la terza è stata

essenzialmente motivata dalla contingenza in cui il nazismo aveva fatto precipitare il

paese. Mi spiego meglio. L’opposizione al nazismo, in questa misura, è stata ispirata

dalla conoscenza della politica del governo e dalla conseguente presa di coscienza

(ammesso che si potesse avere in quella dimensione socio-politica) di migliaia di

tedeschi. Essa infatti interessa diverse fasi.

Diversamente dall’Italia, in cui già dai primi anni degli anni ’20 con l’avvento del

fascismo si ebbe un importante movimento antifascista non armato, in seguito

represso con il confino, in Germania la fiducia nel Nuovo ordine europeo di Hitler

coinvolse emotivamente e razionalmente milioni di tedeschi che, frustrati dalla crisi

economica e dal fallimento della Repubblica di Weimar,2 videro inizialmente nel

Nazionalsocialismo la soluzione ai loro problemi economici e sociali. In questa fase il

partito e il governo riuscirono molto abilmente a nascondere i crimini effettuati nel

territorio nazionale e per un primo periodo anche quelli compiuti nell’Ostgebiet ovvero

1 Dal diario di R. Andreas-Friedrich del 10 marzo 1943 2 La Repubblica di Weimar -1918-1933 - viene indicata come una democrazia parlamentare che era iniziata con la proclamazione della Repubblica il 9 Novembre 1918 e che concluse con la nomina di Adolf Hitler a cancelliere il 30 Gennaio 1933. La Repubblica di Weimar è stato istituito a seguito della Rivoluzione di novembre e venne scelta la città di Weimar dove collocare la prima riunione dell'Assemblea Nazionale Costituente tedesca. L’11 Febbraio 1919, l'Assemblea nazionale elesse Friedrich Ebert presidente del Reich. La Costituzione di Weimar entrò in vigore il 14 Agosto 1919. Essi costituivano l'Impero tedesco come una repubblica federale in cui il Capo dello Stato venivano eletto direttamente per sette anni come Presidente del Popolo. Negli anni della crisi che va dal 1919 al 1923, la Repubblica ha dovuto affrontare le conseguenze immediate della prima Guerra come l’iperinflazione, i numerosi tentativi di golpe e gli omicidi politici. Negli anni 1924-1929 invece si è vissuto un periodo di relativa stabilità con una ripresa economica e il riconoscimento della politica estera. Tuttavia la crisi economica mondiale del 1929 e la rottura della grande coalizione del 27 Marzo 1930 e la contingente ascesa dei nazisti, misero fine alla Repubblica.

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nei paesi dell’Europa orientale a partire dal 1939 con lo scoppio del secondo conflitto.

Cionondimeno con la creazione dei lager a partire dal marzo 1933,3 e con l’uso

sistematico della violenza inteso come unico strumento per affermare la propria

politica di repressione, si evidenzierà nel popolo tedesco anche una primissima

reazione. Non a caso i primi prigionieri dei lager e le vittime del nazionalsocialismo

furono proprio i tedeschi che si opposero a questo nuovo assetto. 4

In questa fase delicatissima in cui si decideranno le sorti della Germania, dell’Europa e

in parte anche del mondo intero, si inseriranno anche gli studenti tedeschi, di tutti i

gradi, che inizialmente saranno anch’essi “vittime” della politica di “salvataggio” con

cui Hitler voleva convincere i tedeschi che la vittorio del popolo germanico sugli altri

sarebbe stato un obiettivo richtig und gesund (giusto e sano). Essi infatti si iscriveranno

alla Hitlerjugend – Gioventù hitleriana – e anche loro parteciperanno alle

manifestazioni, ai comizi e ad alte iniziative volte ad affermare la politica del Führer.

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Che cosa facevano i ragazzi bavaresi della futura “Rosa bianca” in questo periodo?

Come molti loro coetanei anche loro furono inizialmente coinvolti dalle

organizzazioni giovanili che il nuovo regime gli offriva e furono anch’essi convinti

membri della Gioventù hitleriana ( HJ ) e della Federazione giovanile femminile

(BDM). Ad Ulm ad esempio tre sacerdoti cattolici, in una città a prevalenza

protestante, avevano cominciato a raccogliere attorno a sé un gruppo di circa 20

studenti che si riuniva, la sera, di nascosto, a leggere Goethe, Schiller, Hölderling,

Thomas Mann, Lessing e le opere che il nazismo aveva proibito. Ancora durante il loro

corso di studi di medicina, i fratelli Hans e Sophie Scholl della città di Ulm si

incontravano con il professore di filosofia Kurt Huber di Monaco per leggere insieme

3 Adolf Hitler viene elette il 30 gennaio 1933 e il primo campo di concentramento (e poi sterminio) di Dachau verrà inaugurato il 1 marzo 1933. 4 L'opposizione al regime, in Germania, era estremamente difficile, ma c'è stato e di dimensioni imponenti. I nazionalsocialisti ed i loro alleati uccisero più di 130.000 tedeschi, rinchiusero centinaia di migliaia di persone nei campi di concentramento o nelle carceri. La Gestapo, la famigerata polizia segreta, sottopose ad interrogatori più di un milione di persone, sui 66 milioni di abitanti della Germania di allora.

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testi critici e per discutere di diritti umani, umanità e società. Fino allo scoppio del

secondo conflitto, 1939, gli studenti non avevano ancora maturato una coscienza

critica in grado di capire le circostanze pericolose in cui si trovava la Germania e

l’Europa in quel periodo. Fu infatti l’invasione nazista in Polonia e successivamente in

Unione sovietica a risvegliare la consapevolezza.

Per Hans Scholl il periodo trascorso sul fronte orientale come medico dell’esercito, fu

un’esperienza sia devastante dal punto di vista umano ma fondamentale per avere la

vera cognizione della politica di Hitler. Nelle sue lettere

In seguito alla disastrosa sconfitta di Stalingrado5, nella prima estate del 1942 Hans e

Sophie Scholl, Willi Graf, Kurt Huber, Christoph Probst e Alexander Schmorell

fondarono il gruppo della “Rosa Bianca”. Il gruppo intendeva diffondere idee

democratiche, socialiste e spirituali attraverso la distribuzione di volantini, in cui si

chiedeva esplicitamente ai cittadini tedeschi di passare alla Resistenza contro la

dittatura nazista. I volantini furono inizialmente mandati per posta ad intellettuali, a

studenti e a persone che il gruppo credeva maggiormente inclini a recepire il loro

messaggio. Mentre nell'ultima fase furono distribuiti in diverse università come ad

esempio la loro di Monaco di Baviera.

I volantini6 in tutto furono 6 e ne vennero distribuiti a migliaia in tutto il territorio.

Il primo recitava come segue:

<< Non c'è nulla di più indegno per un popolo civile che lasciarsi "governare", senza

alcuna opposizione, da una cricca di irresponsabili dominati dai propri istinti. Non

è forse vero che ogni onesto tedesco oggi si vergogna del suo governo? E chi di noi ha

idea delle dimensioni dell'infamia che un giorno cadrà su di noi e sui nostri figli,

quando sarà caduto il velo dai nostri occhi e saranno venuti alla luce i crimini più

orribili, infinitamente superiori ad ogni misura? Se il popolo tedesco è già così

5 La battaglia di Stalingrado in cui l’esercito nazista venne ampiamente sconfitto dall’Armata rossa nel periodo che va

dall’estate 1942 e il febbraio 1943. 6 I volantini qui tradotti sono ovviamente solo un estratto del testo intero.

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corrotto e deteriorato nella sua più intima essenza, da rinunciare, senza alzare

neppure una mano e in una sconsiderata fiducia nella discutibile legittimità della

storia, al bene supremo che un uomo possiede e che lo eleva al di sopra di ogni

creatura, ovvero alla libera volontà; se rinuncia alla libertà dell'uomo di intervenire

sul corso della storia e sottoporlo alle proprie decisioni razionali; se i tedeschi, così

privi di ogni individualità, sono ormai diventati una massa tanto insulsa e vile,

allora davvero meritano la rovina>>.

Il secondo:

<< Non ci si può intendere con il nazionalsocialismo sul piano spirituale, perché esso non è

spirituale. È un errore parlare di una visione nazionalsocialista del mondo; infatti, se esistesse,

bisognerebbe tentare di dimostrarla o combatterla con mezzi spirituali. Ma la realtà ci offre

un'immagine completamente diversa: già al suo primo apparire, questo movimento era

indirizzato all'inganno del prossimo, già allora era profondamente corrotto e poteva salvarsi

solo attraverso continue menzogne. Lo stesso Hitler scrive in una delle prime edizioni del "suo"

libro (un libro che è stato scritto nel peggiore tedesco che io abbia mai letto; e, ciò nonostante

è stato elevato al rango della Bibbia dal popolo dei poeti e dei pensatori): «È incredibile come

si debba ingannare un popolo per poterlo governare». Se all'inizio questo tumore cancrenoso

del popolo tedesco non si è reso troppo visibile, ciò è accaduto soltanto perché esistevano forze

ancora buone, sufficienti al lavoro necessario a controllarlo. […] Della questione ebraica, […]

No, solo come esempio vogliamo ricordare brevemente il dato di fatto che, dalla occupazione

della Polonia, trecentomila ebrei sono stati assassinati in quel Paese nel più bestiale dei modi.

Qui noi vediamo il più orrendo delitto contro la dignità umana, un delitto che non ha

confronti in tutta la storia dell'umanità>>.

Il terzo:

<< l significato e lo scopo della resistenza passiva è di portare il nazionalsocialismo alla caduta

e in questa lotta non dobbiamo arretrare davanti a nessuna strada, a nessuna azione, in

qualsiasi ambito esse si collochino. Il nazionalsocialismo deve essere aggredito in tutti i luoghi

in cui è possibile farlo. Deve essere preparata al più presto una fine per questo non-Stato, una

vittoria della Germania fascista in questa guerra avrebbe conseguenze imprevedibili e

tremende. La prima preoccupazione di ogni tedesco non può essere la vittoria militare sul

bolscevismo, ma la sconfitta del nazionalsocialismo. Questa deve stare assolutamente al primo

posto. In uno dei nostri prossimi volantini Le dimostreremo la estrema necessità di questa

esigenza. Ed ora ogni convinto oppositore del nazionalsocialismo deve porsi questa domanda:

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come combattere nel modo più efficace lo "Stato" attuale, come infliggergli i colpi più duri?

Senza dubbio, con la resistenza passiva. È ovvio che non possiamo dare ad ognuno direttive per

il suo comportamento, possiamo solo indicarlo in linea di massima; ognuno, poi, deve trovare

la via della realizzazione>>.

Il quarto

<< Intanto, l'offensiva tedesca contro l'Egitto si è fermata, Rommel deve restare in una

posizione pericolosamente esposta, ma prosegue ancora l'avanzata verso Est. Questo apparente

successo è stato ottenuto al prezzo dei più orrendi sacrifici, tanto da non poter essere più

considerato in termini favorevoli. Per questo noi mettiamo in guardia da qualsiasi ottimismo.

[...] Chi ha contato i morti, Hitler o Goebbels? Probabilmente nessuno dei due. Ogni giorno in

Russia cadono in migliaia. È il tempo del raccolto e la falce passa con tutto il suo vigore nella

messe matura. Il dolore prende dimora nei caseggiati della nostra patria e non c'è alcuno che

asciughi le lacrime delle madri; Hitler inganna coloro che ha derubato del più caro dei beni

e lo ha gettato verso una morte senza senso. Ogni parola che proviene dalla bocca di Hitler è

una menzogna. […]. >>

Il quinto

<<Appello a tutti i tedeschi! La guerra si sta avviando verso la sua fine sicura. Come nel 1918,

il governo tedesco tenta di deviare tutta l'attenzione sul crescente pericolo rappresentato dai

sottomarini, mentre ad Est le armate retrocedono senza sosta, ad Ovest è attesa l'invasione.

L'armamento dell'America non ha ancora raggiunto il suo culmine, ma non trova precedenti

nella storia. Con certezza matematica Hitler conduce il popolo tedesco alla rovina. Hitler non

può vincere la guerra, può solo prolungarla! La responsabilità sua e dei suoi collaboratori ha

infinitamente superato ogni misura. La giusta pena si avvicina sempre di più.

Ma cosa fa il popolo tedesco? Non vede e non ascolta. Segue ciecamente i suoi seduttori verso la

rovina. "Vittoria ad ogni costo!", hanno scritto sulla loro bandiera. "Lotterò sino all'ultimo

uomo", dice Hitler, ma intanto la guerra è già persa.

Tedeschi! Volete, voi e i vostri figli, subire lo stesso destino toccato agli ebrei? Volete essere

giudicati secondo lo stesso criterio dei vostri seduttori? Dobbiamo essere per sempre un popolo

odiato e allontanato da tutto il mondo? […] Decidetevi, prima che sia troppo tardi!

Non credete alla propaganda nazionalsocialista che ha radicato nelle vostre membra la

paura per il bolscevismo! Non credete che la salvezza della Germania sia legata, per la vita e

per la morte, alla vittoria del nazionalsocialismo! Un sistema criminale non può portare ad

una vittoria tedesca. Separatevi in tempo da tutto ciò che è legato al nazionalsocialismo! Verrà

un terribile, ma giusto giudizio per coloro che, vili e indecisi, sono rimasti nascosti.>>

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Il sesto

<< Colleghe! Colleghi! Il nostro popolo resta sgomento dinanzi all'ecatombe di Stalingrado. La

geniale strategia del caporale della guerra mondiale, ha condotto alla morte ed alla rovina

trecentotrentamila tedeschi in modo folle e irresponsabile. Führer, ti ringraziamo! 7

Il popolo tedesco è in fermento: vogliamo ancora affidare il destino delle nostre armate ad un

dilettante? Vogliamo sacrificare ai più bassi istinti di potere di una cricca di partito ciò che

resta della nostra gioventù tedesca? Mai più! Il giorno della resa dei conti è venuto, il giorno

della resa dei conti della gioventù tedesca con la più abominevole tirannia che il nostro popolo

abbia mai sopportato. In nome di tutto il popolo tedesco reclamiamo dallo Stato di Adolf Hitler

la restituzione della libertà personale, il bene più prezioso dei tedeschi, sul quale egli ci ha

truffati nel più spregevole dei modi>>.

Alla fine di ogni volantino veniva sempre scritto:

<< Preghiamo di fare quante più copie possibile di questo scritto e di

diffonderle>>.

I testi si presentano in modo evidente nella loro fase evolutiva della coscienza critica.

Mentre inizialmente si limitano a rivolgere un energico invito al popolo tedesco a

reagire alla politica distruttiva hitleriana, nel corso degli altri scritti invece sembra che

maturino una vera e propria coscienza resistenziale dettata dalla autentica cognizione

degli orrori del nazionalsocialismo in Europa. Essi scrivono dello sterminio degli ebrei

in Unione sovietica come di un evento che non era stato mai perpetrato nella storia

fino a quel momento. Negli ultimi due volantini troviamo una effettiva cognizione del

dolore del vittime del nazismo in Europa.

Il 18 febbraio 1943 Hans e la sorella Sophie distribuirono copie del loro ultimo

volantino all'Università Ludwig Maximilian di Monaco. Un custode della struttura,

iscritto al partito nazista, li scoprì e chiamò subito la Gestapo. I fratelli assieme a

7 Führer Wir Danken Dir!" era lo slogan sempre presente in tutte le dimostrazioni di massa, e che compariva spesso

anche altrove, su enormi striscioni inneggianti a Hitler.

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Christopher Probst furono arrestati e dopo un breve processo furono condannati il 22

febbraio dal "Tribunale del Popolo" presieduto dal giudice Roland Freisler e

ghigliottinati8 dal boia Johann Reichhart lo stesso giorno, nel cortile della Prigione

Stadelheim di Monaco. Durante il breve processo “Nacht und Nebel”9 essi

denunceranno tutti i crimini del governo tedesco e dei loro collaboratori in Europa

direttamente in faccia al giudice totalmente corrotto dall’ideologia nazista. Non

taceranno infatti sull’esistenza dei lager, sui massacri in Unione sovietica e sulla

violenza che si consumava nelle città tedesche. Nell'aprile del 1943 la Gestapo arrestò

anche Willi Graf , Alexander Schmorell ed il professor Kurt Huber e senza processo

furono condannati a morte.

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I ragazzi della Rosa Bianca condividevano un nucleo di valori che si opponeva al regime

con l'arte, la musica, l'amicizia e il dialogo. All'università avevano cominciato a

diffondere anche un piccolo foglio clandestino, "Windlicht", la Lanterna, con saggi

letterari e storici, in opposizione alla cultura del regime.

Di fronte alla violenza dello Stato, la Rosa Bianca invocava il ripristino della legalità,

con un appello non violento alla coscienza del popolo: «Ognuno vuol liberarsi di questa

complicità, - dice un volantino - ciascuno cerca di farlo ma poi ricade nel sonno con la più grande

tranquillità di coscienza. Ma non può scagionarsi: ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole!».

Benché fossero una minoranza, essi erano convinti di riuscire a fare breccia nella

maggioranza silenziosa e indifferente o allineata al regime.

Un aspetto molto importante del pensiero della “Rosa bianca” consisteva nel rifiuto

degli oscuri e criminali “ideali” patriottici che il nazismo voleva professare e nel

8 La ghigliottina era un metodo usato dai nazisti in particolare per le vittime prigioniere nelle carceri tedesche. Un altro caso importante nella storiografia fu la vicenda di Marianne Golz, cfr. Marcella Filippa (a cura di) “Il grande giorno”, edizioni Città Aperta (2004) 9 In ted. “Notte e nebbia” indicava la sommaria condanna a morte che i nazisti infliggevano alle loro vittime. Si trattava infatti di condanne senza capi di accusa e senza un regolare processo pertanto tutto era avvolto nella notte e nella nebbia……

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ripristino invece del primato della persona, il principio di responsabilità e il diritto

inalienabile alla libertà.

«Noi affermavamo - dirà Franz Josef Müller*, un membro della Rosa Bianca scampato

alla morte -che il nazionalismo e il centralismo tedeschi erano stati il presupposto per il

nazionalsocialismo e la sua guerra. Uno dei nostri convincimenti più importanti era infatti quello che

gli stati nazionali, se nazionalisti e militaristi, avrebbero messo a rischio il futuro dell'Europa.

Bisognava pertanto trovare altre soluzioni, e sebbene ad un prezzo alto, le trovammo noi».

* Franz Josef Müller è l’unico superstite

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BIBLIOGRAFIA

Hans Fallada, “Ognuno muore solo”, Torino, Einaudi,

Paolo Ghezzi, “La Rosa bianca”, Ed. San Paolo, 1994

Inge Scholl, „Die Weiβe Rose“, Fischer Verlag, 1993 (prima edizione 1955)

Peter Steinbach e Johannes Tuchel, „Widerstand gegen die nationalsozialistische

Diktatur 1933-1945“, Bpb, 2004, pp. 375-396

AA.VV., „La resistenza tedesca 1933-1945“, a cura di Claudio Natoli, Franco Angeli,

Milano, 1989;

AA.VV., “La Rosa Bianca. La Resistenza degli studenti contro Hitler, Monaco 1942-1943”,

Catalogo dell’esposizione organizzata dalla Weisse Rose Stiftung di Monaco,

Venezia, 1991;

Jens Inge (a cura di), “Hans Scholl Sophie Scholl . Briefe und Aufzeichnungen“, Fischer

Verlag, Frankfurt, 1988