L. Pesante, La ceramica in vendita nelle botteghe romane del Cinquecento, "STUDI ROMANI", LXI...

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Anno LXI - NN. 1-4 Gennaio-Dicembre 2013 STUDI ROMANI RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE ROMA - PIAZZA DEI CAVALIERI DI MALTA, 2 - TEL. 06/574.34.42 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB - ROMA

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ISSN 0039 - 2995

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Anno LXI - NN. 1-4 Gennaio-Dicembre 2013

S T U D IR O M A N I

RIVISTA TRIMESTRALEDELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEROMA - PIAZZA DEI CAVALIERI DI MALTA, 2 - TEL. 06/574.34.42

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STUDI ROMANIRIVISTA TRIMESTRALE DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI

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SOMMARIO

SAGGI E STUDI

GiovAnni colonnA, Sacriportus (con le tavv. I-II f.t.) . . . . . . . . . . .

vincenzo De cAprio, L’età dell’oro e la catastrofe. L’epilogo dell’Umanesimo curiale .

FeDerico bellini, La civitas pia e le fortificazioni vaticane di Pio IV (con le tavv. III-VIII f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

lucA cAlenne - AlFreDo SerAnGeli, Una nuova datazione per il ritrovamento del Lao­coonte da un incunabolo conservato a Segni (con le tavv. IX-XI f.t.) . . . .

lucA peSAnte, La ceramica in vendita nelle botteghe romane del Cinquecento . . .

SimonA cApelli, Le copie pittoriche della Pietà di Michelangelo per Vittoria Colonna: Marcello Venusti e i copisti anonimi. Attribuzioni e precisazioni (con le tavv. XII-XVII f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mASSimiliAno GhilArDi, Un miniatore senese nella «Roma sotterranea»: Sante Avan­zini (1580/1581 ­ 1649) (con le tavv. XVIII-XXXII f.t.) . . . . . . . . .

AleSSAnDro mAzzA, La scomparsa Villa Costaguti a Roma: il giardino, le mura e l’an­tico (con le tavv. XXXIII-XXXVI f.t.) . . . . . . . . . . . . . .

SteFAno pierGuiDi, Niccolò Maria Pallavicini e tre “nobili gare” tra i suoi pittori (con le tavv. XXXVII-XL f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mAriA ADelAiDe Allo mAnero, Il catafalco di Giacomo II Stuart in S. Lorenzo in Lu­cina (1702): disegni inediti di Sebastiano Cipriani (con le tavv. XLI-XLIX f.t.) .

mAriA bArbArA Guerrieri borSoi, I Cavalletti e i Rossi nel territorio tuscolano: Vil­la Cavalletti e Santa Maria di Capocroce a Frascati (con le tavv. L-LIV f.t.) . .

renAtA SAbene, La grascia a Roma: approvvigionamento, distribuzione e prezzo delle carni nel XVIII secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

leAnDro polverini, Moderno e antico nel cinquantenario dell’Unità d’Italia . . . .

AnnA mAriA liberAti, Il Museo della Civilità Romana tra imperi antichi e moderni. A proposito della nuova collocazione della V Carta di via dell’Impero (con le tavv. LV-LVIII f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mArio cASellA, Roma cattolica negli anni di passaggio dal fascismo alla nascita demo­cratica. Il magistero di Pio XII e del cardinale vicario Marchetti Selvaggiani . .

Domenico rocciolo, La «messa degli artisti» a Roma dalla fondazione al ventesimo anniversario (1941­1961) . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

PREMIO «CULTORI DI ROMA» 2013

lA reDAzione, Jacques Fontaine . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Vita dell’Istituto Nazionale di Studi Romani: Corpo accademico e organi direttivi al 30 dicembre 2013 – Nuovamente su Angelo Caroselli. Una postilla chiarificatri­ce – Assemblee dei Soci – Il «Premio Cultori di Roma» – Il «Certamen Capitoli­num»: l’esito del LXIV e il bando del LXIV – L’LXXXVII anno accademico dei Corsi – Nuove pubblicazioni (lA reDAzione) . . . . . . . . . . . .

LUCA PESANTE

LA CErAmiCA iN vENdiTA NELLEboTTEghE romANE dEL

CiNqUECENTo

Estratto da: STUdi romANiAnno LXi, nn. 1-4 - gennaio-dicembre 2013

La ceramica in vendita neLLebotteghe romane deL

cinquecento

Surge et descende in domum figuli et ibi audies verba mea

Ier. 18,2

nel CinqueCento roma è tra i maggiori centri in italia per la pro- duzione e il consumo di ceramica. La moltitudine di artigiani di provenienze ed esperienze differenti tra loro, attivi nel lavoro dell’ar-gilla o nel commercio di oggetti importati, diffonde sul mercato roma-no una straordinaria varietà di ceramiche – in grado di rappresenta-re gran parte delle manifatture della Penisola – ma determina anche la trasmissione di nuove tecniche e di gusti prima ignoti, con speri-mentazioni originali che resero possibile, tra le altre cose, la realizza-zione nella seconda metà del secolo della ceramica decorata a lustro e perfino della « vera porcellana » (1).

dietro le storie dei vasai si intravede una città in piena crescita economica, e proprio attraverso di essi è possibile cogliere la grande complessità della società romana nel corso del secolo. attori di una forma d’artigianato tutt’altro che “minore” alcuni di loro vivono in stretta connessione con i massimi protagonisti dell’arte contempora-nea, come antonio del Francese: un vasaio di casteldurante che pri-ma di gestire due botteghe in via di Panico e in borgo, poi una nel rione monti, fu per un decennio famulo di michelangelo buonarro-ti, fino alla morte del grande maestro (2).

molti vasai sono coinvolti nell’attività di vendita, non solo del-

(1) cfr. infra, alla nota 34.(2) c. leonardi, Michelangelo, l’Urbino, il Taruga, città di castello 1995.

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le ceramiche da loro stessi prodotte ma anche di quelle importate, un ruolo preminente tuttavia è svolto dai bicchierari: essi controlla-no una parte importante della vendita di ceramiche, a volte in con-correnza diretta con i vasai. tra la fine del Xv secolo e la metà cir-ca del successivo le botteghe si spostano dall’area di piazza navona, fin dal medioevo luogo prescelto per l’impianto di strutture produt-tive, per localizzarsi in specie nel quartiere di trastevere. ma anche altre aree urbane, come il quartiere monti, le pendici di trinità dei monti, il quartiere di borgo o ripa, sono scelte dai vasai per la loro attività. Più o meno al tempo stesso il polo delle botteghe destinate esclusivamente alla vendita si sposta dalla piazza giudea verso piaz-za navona (3). La vendita era svolta entro locali generalmente in affit-to, alcuni in grado di contenere fino a 20/25000 pezzi, come appare nel caso della bottega grande di antonio tassi (4).

il contenuto di quattro botteghe di vendita situate in piazza navo-na, annotato in un periodo compreso tra il 1581 e il 1591, mostra ol-tre alla netta prevalenza delle ceramiche prodotte a roma, tra le qua-li vanno con ogni probabilità comprese gran parte di quelle registrate senza riferimento alla provenienza, anche l’assoluta superiorità nume-rica di due centri produttivi rispetto agli altri: montelupo e deruta. non c’è traccia di ceramiche di urbino e solo due volte, a proposito di tazze e saliere, ritroviamo citate ceramiche di Faenza. ma nei decen-ni precedenti, ancora sulla base dei documenti d’archivio, la situazione appare totalmente differente. La società tra gli urbinati antonio balbi e ottaviano cirioni viene stipulata a roma nel settembre 1570 super exercitio vendendi vasa terre porcellane faventin[ensis], urbinaten[sis] et diversorum aliorum locorum (5). nel 1562 la bottega di bartolomeo bicchieraro conteneva quasi esclusivamente ceramica di urbino e po-chissimi pezzi di deruta e montelupo (6). all’anno precedente (14 apri-le 1561) data invece un documento in cui un noto vasaio di urbino, Luca baldi, vasario in suburbio Sancti Petri de Urbe (cioè in borgo,

(3) Per una “geografia” delle botteghe romane nel Xvi secolo si veda P. Güll, L’in-dustrie du quotidien. Production, importations et consommation de la céramique à Rome en-tre XIV et XVI siècle, roma 2003, pp. 49-85; una puntuale analisi degli spazi di vendita ibi-dem, pp. 247-277.

(4) v. appendice, doc. 6.(5) v. appendice, doc. 3.(6) v. appendice, doc. 1.

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dove resterà fino al 10 settembre 1569, giorno della sua morte) figura come creditore di 70 scudi circa per aver fornito ceramiche di Faenza e di urbino alla mensa di papa Paolo iv (creditor occasione patinarum fictilium faventinarum et urbinatensium per eum superioribus annis da-tarum per usum mense felicis recordationis Pauli pape IIII (7)).

risalendo ancora il secolo a ritroso troviamo un altro elemento di grande interesse: tra alcune disposizioni stabilite pro Universitate vassellariorum nel 1544, vi sono puntuali interventi mirati a regolare l’importazione di ceramiche sul mercato romano: si stabilisce il pa-gamento ai signori consoli di due carlini per ogni soma di cerami-che di Faenza e di urbino, e si prescrive inoltre che tutta la cerami-ca di deruta sia presentata ai consoli al momento del suo arrivo a roma « accio ogni homo de larte ne resti contento e partecipe, li si-gnori consoli possano decti lavori distribuire et darne una cesta per mastro pagandola alhora […], – inoltre – hano statuito et ordinato che nesuno possa comprare decti lavori de deruta in lo loco de de-ruta o vero per strada » (8). emerge pertanto, fino almeno agli anni ’60 del secolo, una netta prevalenza di ceramiche di Faenza, urbino e deruta, mentre dagli anni ’80 la gran parte dei prodotti importati è costituita soprattutto da vasellame di montelupo e deruta.

La varietà tipologica delle ceramiche di deruta, montelupo e ur-bino vendute nelle botteghe romane corrisponde in linea generale al quadro già noto sulla base degli stessi materiali (9). tuttavia alcuni og-

(7) documento citato in C. ravanelli Guidotti, Faenza-faïence. Bianchi di Faenza, Fer-rara 1996, p. 9 (la cui corretta segnatura è archivio di Stato di roma [d’ora in poi a.S.r.], Mandati Camerali, vol. 907, f. 188).

(8) a.S.r., CNC, 1301, cc. 225r-234r, l’intero documento è trascritto in P. Güll, L’indu-strie du quotidien, cit., pp. 422-426.

(9) Sono numerosi gli scavi archeologici svolti a roma che hanno restituito ceramiche del Xvi secolo, in pochissimi casi tuttavia si è cercato di mettere in relazione i materiali rin-venuti con la storia del lavoro dei vasai dell’urbe. i principali nuclei di materiali sono edi-ti in Archeologia nel centro storico. Apporti antichi e moderni di arte e cultura dal Foro del-la Pace, catalogo della mostra a cura di r. meneghini - r. Santangeli valenzani, roma 1986; Roma: lo scavo dei Fori Imperiali (1995-2000). I contesti ceramici, a cura di r. meneghini - r. Santangeli valenzani roma 2006; L’antica Basilica di San Lorenzo in Damaso: indagini archeo-logiche nel Palazzo della Cancelleria (1988-1993). I materiali, a cura di ch. L. Frommel - m. Pentiricci, roma 2009; H. Broise - v. Jolivet, Pincio I. La Villa Médecis et le couvent de la Trinité-des-Monts à Rome, roma 2009; P. Güll, La ceramica dei contesti bassomedievali e ri-nascimentali di via del Foro Romano (con contributi di antonella Sveva gai e Pierluigi Fe-liciati), in « bullettino della commissione archeologica comunale di roma », cXi (2010), pp.

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getti descritti negli inventari appaiono estremamente insoliti, se non addirittura finora ignoti. È il caso, ad esempio, degli « archibusetti di terra » di deruta (10) o degli « animali istoriati » di urbino (11). il pro-blema cruciale nell’interpretazione degli inventari è infatti la ricono-scibilità: non sarà inutile ripetere che la nostra capacità di riconosce-re una ceramica e di riferirla ad un determinato centro produttivo è infinitamente inferiore a quella di chi era incaricato di redigere gli in-ventari. messi a parte gli inutili (per ora) tentativi di distinguere ce-ramiche da fuoco o d’uso comune di bassanello, rieti, tivoli o mor-lupo – sono citati persino centri di lavoro dei quali nemmeno ci era nota l’esistenza di attività produttive –, anche per oggetti destinati alla mensa in molti casi ci si trova a che fare con ceramiche che ancora attendono di essere riconosciute, ad esempio il « bronzo negro » di ac-quapendente (12), o correttamente attribuite, come la ceramica « bian-ca con l’arme » prodotta da Francesco durantino (per citare uno dei grandi e celebri maestri attivi a roma per la gran parte della secon-da metà del secolo) ancora oggi attribuita per la qualità dello smalto e del decoro compendiario ad anonime botteghe faentine (13).

Per alcuni centri produttivi ricorrono speciali tipi ceramici: co-perchi, lucernini e lucerne « da uccellare » da tivoli (14); coperchi e pi-gnatte da isola del Liri (15); scaldini da nepi (16); scaldini e tegami da bassanello (17); bottiglie e brocche da morlupo (18); pignatte e saliere da anversa degli abruzzi (19); bacili e « bronzo negro » da acquapenden-

157-224; M. riCCi - l. vendittelli, Museo Nazionale Romano. Crypta Balbi. Ceramiche me-dievali e moderne. II. Il Cinquecento (1530-1610), roma 2013.

(10) appendice, docc. 6-7. (11) appendice, doc. 1.(12) appendice, docc. 1, 6. Forse da identificare nella ceramica definita « servizio mar-

morizzato » rinvenuta nello scavo della crypta balbi, v. M. riCCi - l. vendittelli, Museo Na-zionale Romano. Crypta Balbi, cit., pp. 180-183.

(13) l. Pesante, Francesco Durantino « vasaro ». A Perugia, Nazzano, Roma e Torino, in « Faenza », Xcviii (2012), p. 20.

(14) appendice doc. 5.(15) Ibidem.(16) appendice doc. 6.(17) Ibidem.(18) appendice doc. 5.(19) appendice docc. 1, 4.

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te (20); catini da Pontorme (empoli) (21). al contrario, la ceramica pro-dotta a roma sembra sfuggire ad ogni tentativo di definizione di una “specializzazione” tecnica o tipologica. a roma si produce in questi anni anche ceramica a lustro, come a deruta: accanto ai « piatti ala-catalana de deruta » troviamo in vendita anche « piatti alacatalana ro-maneschi » (22). nelle botteghe romane si potevano del resto anche ac-quistare piatti « romaneschi bianchi alla fogia di urbino » o « bronzi da bacili alla fogia d’urbino fatti in roma » o ancora « piatti romane-schi alla foggia di montelupo » (23). nelle medesime botteghe si trova-no anche ceramiche totalmente estranee al ciclo dell’alimenteazione: è il caso dei « vasetti cioè bicchiere da cavar sangue », delle « campane da stillare », « condotti da destro » o dei « coccioli da depintore » (24).

un altro elemento di rilievo che gli inventari mettono in luce – forse finora un po’ troppo trascurato dagli storici della ceramica (25) – riguarda la vendita di piatti, bacili o scodelle con « l’arme ». Sembra che le ceramiche contrassegnate con armi gentilizie (come era anche nei secoli finali del medioevo (26)) fossero destinate non solo a pre-cise committenze ma anche ad un mercato in cui evidentemente lo stemma avrebbe rivestito la sola funzione di semplice tema decora-tivo. Pertanto non dovrà essere considerata insolita la presenza nelle botteghe romane di « un fiasco de marostica con l’arme del cardinal delfino » (27) o di « piatti catalani di doruta con l’arme » (28).

nei documenti si trova a volte utilizzato il termine « Porcella-na ». un tale milano del fu giovanni nel suo testamento del novem-

(20) appendice, docc. 1, 6. (21) appendice, docc. 5-7. (22) appendice, doc. 4. (23) appendice, doc. 1. (24) appendice, doc. 6.(25) Per una valida trattazione critica del tema si veda C. FioCCo - G. GHerardi, Cerami-

che medicee, in Ceramica e araldica medicea, a cura di g. c. bojani, monte San Savino 1992, pp. 21-23.

(26) Per limitare tale abitudine nel 1378 un emendamento allo Statuto dei vascellari di orvieto proibiva ai vasai di decorare il vasellame con armi gentilizie se non in caso di precise committenze, v. a. satolli, Fortuna e sfortune della ceramica medioevale orvietana, in Cerami-che medioevali dell’Umbria, a cura di g. guaitini, Firenze 1981, p. 68 e nn. 51 e 119.

(27) appendice, doc. 6. (28) appendice, doc. 5.

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bre 1522 è chiamato « venditor porcellane », vi sono anche annotati i crediti che deve avere « pro certa porcellana » o « occasione porcel-lane » (29). molti anni dopo, nel 1570, la già citata società tra anto-nio balbi e ottaviano cirioni è stipulata – si è visto – super exercitio vendendi vasa terre porcellane faventin[ensis], urbinaten[sis] et diver-sorum aliorum locorum. nell’atto è inserita anche una « Lista de tutti li vassi de porcelana quali sono in botega dantonio ». in nessuno dei due casi si tratta ovviamente di vere porcellane.

La porcellana cinese diviene nel corso del cinquecento uno de-gli oggetti ceramici da tavola più costosi e ricercati: a Firenze nella seconda metà del secolo un piatto d’argento valeva come 10 piatti di porcellana e come 120-180 piatti di maiolica bianca (30). La nuova rot-ta marittima aperta dai Portoghesi l’aveva comunque resa più acces-sibile rispetto ai decenni precedenti, ed infatti dalla metà del seco-lo la presenza di porcellane negli inventari delle grandi corti diviene sempre più rilevante. nel 1536 il fiorentino giulio Strozzi acquista a roma uno « scodellino » di porcellana al prezzo di mezzo fiorino d’oro circa (31). molti anni dopo il cardinale Ferdinando de’ medici acquista sempre a roma, siamo nel 1568, da un certo virgilio magi di Perugia, tre scodelle di porcellana al prezzo di poco meno di uno scudo d’oro ciascuna (tra gli inventari qui presentati i pezzi più cari sono due « bacili storiati di maiolica », senza specificazione di prove-nienza, valutati 80 baiocchi ciascuno (32)). nel 1581, lo stesso cardinale compra cinquanta porcellane cinesi direttamente dalla camera apo-stolica (33). circolava pertanto a roma nel Xvi secolo la preziosissima porcellana cinese, ma sembra che la sua vendita non fosse controllata dai vasai o dai bicchierari, cioè coloro che gestivano nell’urbe la ven-dita di maiolica, della ceramica d’uso comune e dei vetri.

il successo della porcellana indusse a numerosi tentativi di imita-zione nel nostro Paese. a venezia con ogni probabilità già nei primis-

(29) a.S.r., NTAC, 3302, cc. 372r-373r, documento citato in P. Güll, L’industrie du quo-tidien, cit., p. 251.

(30) M. sPallanzani, Ceramiche alla Corte dei Medici nel Cinquecento, modena 1994, p. 134.

(31) M. sPallanzani, Ceramiche orientali a Firenze nel Rinascimento, Firenze 1997 (19781), p. 114.

(32) appendice, doc. 6.(33) Ibidem, pp. 123-124.

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simi anni del secolo si riuscirono ad ottenere risultati concreti, men-tre è tra il 1565 e il 1575 che a Firenze i medici svilupparono quella manifattura che oggi è testimoniata da circa sessanta pezzi sparsi nel-le raccolte di tutto il mondo. anche a roma, almeno durante il pon-tificato di Pio iv (1560-1565), era stato prodotto con buoni risultati vasellame di porcellana: ci informano su questo alcune lettere di Se-bastiano manzoni « destillatore de Sua Santità » inviate da roma, tra aprile e maggio del 1564, all’arcivescovo di Firenze antonio altoviti, forse in quel momento a Padova, insieme ad alcune porcellane scel-te « a caso » da lui stesso realizzate. qualche anno dopo, nel 1571, il cardinale Ferdinando de’ medici spedisce da roma una lettera al fra-tello Francesco i in Firenze presentando lo stesso Sebastiano che da poco aveva lasciato roma desideroso di entrare a lavorare presso la corte medicea, scrive il cardinale: « egli conduce seco un giovane da urbino, che lavora la porcellana, sì come per certi saggi che porta seco si può vedere, li quali ha fatti in tre o quattro giorni non pos-sono essere in quella perfettione come quelli che vengono dall’indie […] ». Sembra esistere pertanto un fitto scambio di informazioni, di uomini e di prodotti tra roma e Firenze nell’ambito della produzione della prima porcellana. tra le stesse lettere studiate e edite da mar-co Spallanzani vi è anche un’altra importante prova della produzio-ne di porcellana a roma in questi anni: in una striscia di carta priva di data e di destinatario è annotata una ricetta preceduta dal titolo: « bestugio della porcellana del maestro di roma » (34).

Si può inoltre aggiungere a questo riguardo un’informazione che cipriano Piccolpasso dà su Francesco durantino, il grande maestro dell’istoriato e della ceramica bianca che trascorre quasi metà del-la propria vita tra roma e il borgo di nazzano: cipriano scrive che Francesco oltre a fare maiolica « con tutta quella perfetione et dili-gentia che si richiede » era solito anche « far ottimamente la vera por-cellana » (35), tuttavia finora nessuna prova materiale esiste a questo ri-guardo.

Le botteghe di piazza navona e dintorni rappresentavano soltanto una delle diverse possibilità di acquisto di ceramiche a roma. non era

(34) tutte le informazioni qui riportate sulla porcellana romana sono tratte dall’articolo di M. sPallanzani, Porcellana medicea e porcellana romana, in « Faenza », LXXXviii (2002), pp. 123-131.

(35) l. Pesante, Francesco Durantino « vasaro », cit., p. 16.

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necessaria una particolare ricchezza per poter ordinare una credenza di piatti istoriati con il proprio stemma direttamente ad una bottega di urbino: l’agente di Federico, duca di mantova, nel 1530 ne acqui-sta una, formata da 100 pezzi circa, al prezzo di 2,5 giuli a pezzo (36). nel 1535 un conte romano intenzionato all’acquisto di « una credenza con figure al modo che si fanno in urbino » si rivolge all’agente del duca d’urbino a roma, giovanmaria della Porta, quest’ultimo inol-tra la richiesta nientemeno che al figlio del duca, guidobaldo (37). Lo stesso agente qualche anno prima, all’indomani del Sacco di roma, nel 1528, dopo essersi informato sulle abitudini di papa celemente vii (in quel periodo con tutta la sua corte a viterbo) scrive alla du-chessa di urbino sollecitando l’invio di una credenza di piatti per il pontefice (38). Sono questi casi tutt’altro che insoliti e mostrano bene come sia molto spesso il dono (non soltanto tra personaggi di asso-luto rilievo come quelli appena citati) all’origine della circolazione di ceramiche tra centri e Stati diversi per tutto il Xvi secolo.

gli inventari qui presentati offrono molte informazioni sulla cera-mica che circolava a roma nel Xvi secolo, al contempo essi metto-no in chiara luce alcuni fenomeni legati ai principali centri produttivi italiani. tuttavia appare evidente come il grande potenziale informa-tivo di tali documenti possa esprimere pienamente il proprio valore soltanto quando si sarà almeno abbozzato il quadro della storia cera-mica per tutti quei centri ancora noti in modo estremamente superfi-ciale, se non addirittura totalmente ignoti, che pure molto sembrano aver contribuito alla storia della ceramica italiana in età moderna.

luCa Pesante

(36) J. v. G. Mallet, Mantua and Urbino: Gonzaga Patronage of Maiolica, in « apollo », cXiv (1981), p. 167.

(37) t. Wilson, Committenza roveresca e committenza delle botteghe maiolicarie del duca-to di Urbino nell’epoca roveresca, in I Della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano, a cura di P. dal Poggetto, milano 2004, p. 204.

(38) M. sPallanzani, Ceramiche alla Corte dei Medici, cit., pp. 128-129.

aPPendice

Documento 1

1562 aprile 14(archivio di Stato di roma [a.S.r.], NTAC, 532, cc. 246v-247v)

in apotheca et in diversis locis [di bartolomeo bicchieraro]:

pigniate sane 40pigniatte intronate conti 20 in circalavor bestoso conti 100coperchi da pignatte 120dinaroli 230brattolini di terra rossa 50saliere bianche e nere a navicella fatte in roma 70saliere bianche e nere a fongi fatti in roma 19saliere bianche con fregio a navicella d’urbino 26calamari negri fatti in roma con la testa e senza 10animali storiati diversi d’urbino 10un putto fatto a candeliero d’urbinoconfettiere mezzane storiate d’urbino 7concoline d’urbino storiate 2bauli istoriati d’urbino 5una sottocoppa istoriata d’urbinotre boccali istoriati d’urbinobrochette con dui pizzi historiate d’urbinoscudelle da infantata con il coperchio 4brochette con dui pizzi bianche d’urbino 5bacili bianchi con fregio d’urbino 2bacili d’acqua pendente negri 3un calamaro istoriato d’urbinouna fontana istoriata d’urbinouna scudella de rifiuto figurata et di più pezzi d’urbinouna scudella d’urbino da infantata biancha con fregio di 9 pezzicanestrelle piccole d’urbino fatte a rete 11tazzette con piede et con frescio bianchi d’urbino 14tazzette con piede e figurate d’urbino piccole 9tazzoni grandi con frescio bianchi d’urbino 11

Luca PeSante108

confettiere bianche con frescio romanesche 6piatti di genoa diversi dozzine 14½ scudelle da brodo d’urbino 66ciotole d’urbino da monache di maiolica bianche 80piatti mezzani d’urbino 57tondi d’urbino 28concoline grandi con fregio 9concoline mezzane bianche 5piatti grandi d’urbino 24catine bianche romanesche alla fogia d’urbino 6ungareschi d’urbino 34piatti mezzani romaneschi bianchi alla fogia d’urbino 88piatti simili piccoli 82scudelle da brodo con manichi d’urbino 5brochette bianche e negre di più sorte fatte in roma 50bronzi da bacili alla fogia d’urbino fatti in roma bianchi con fregio et figura 16simili bronzi piccoli 13piatti di diruta conti 193piatti di montelupo grandi da dodici 13piatti di montelupo da 24piatti romaneschi alla foggia di montelupo da 24 n. 60piatti simili da 36 n. 200piatteletti con altri pezzi piccoli d’aversa 100bicchieri bassi 100

Documento 2

1569 aprile 1(a.S.r. NTAC, 3557, cc. 440r-445r)

Contratto stipulato tra il « magister Io. Antonius filius magistri francisci q. ber-nardini de Castro durantis ducatus Urbini vascellarius sive fornacciarius et fabricator vasorum » e Raffaele da Montaione e alcuni commercianti romani.

Giovanni Antonio e Francesco si obbligano a cedere « omnia vasa cuiuscumque generis et speciei ac qualitatis per ipsos Io. Antonium et eius patrem eorumque fa-mulos tam in Urbe quam extra fabricanda et facienda et ad urbem conducenda in-fra octo menses proximos futuros vendidit d. Raphaeli […]. Al contratto è allegato il seguente foglio:

Lista con li prezzi delli lavori:

baccile col boccale b. 70 cattine grande, luno b. 22cattine mezzane, luno b. 13 cattine piccole, luno b. 10 piatti grandi, luno b. 13

La ceramica in vendita neLLe botteghe romane deL cinquecento 109

piatti mezzani, luno b. 9piatti e tondi ordinarii, luno b. 6 piattarini e piadanine, luno b. 3tazze col piede alto dela grandezza de li tondi, luno b. 13 tazze mezane formate, luno b. 10 tazzoni grandi formati, luno b. 15tazzoni lisci, luno b. 10scodelle da infantata, luno b. 8 scodelle da bruodo, luna b. 3 saliere, luno b. 7 e mezzobrocche grande, luno b. 10brocche piccole, luno b. 7 e mezzoogliaruoli, luno b. 4

La robba de rifiuto se ne cava un terzo del prezzo, come è il solito ne larte.

Documento 3

1570 settembre 26(a.S.r., NTAC, 3560, cc. 268r-269r)

Antonio di Simone Balbi di Urbino e Ottaviano Cirioni di Urbino costituisco-no per cinque anni una « societatem super exercitio vendendi vasa terre porcellane faventin[ensis], urbinaten[sis] et diversorum aliorum locorum ». Nei documenti è in-serita una « Lista de tutti li vassi de porcelana quali sono in botega dantonio » (l’in-ventario è compilato il 24 agosto 1570).

Prima doi vassoni de porcelana da confetione con li sua coperchi de quali vene uno rincolato in boccha de prezzo di scudi nove, tutti doi dicho 9.

item doi urne grande da tenere acque hodorifere de quali vene una rincolata in boccha de prezzo di 8.

item catini tre grande lauorato doro de prezzo 18 tuti 3. item uno catin grande schieto de prezo 6. item catini mezani doi de prezo 5 tuti 2. item catini piccoli otto de prezo di 16 tuti 8. item piatti et tazze grande nove di prezo di 18 tuti 9. item scodellotti grande, quattro con doi piatti 9 tuti 6. item scodelle grande undici de prezo de 13 tuti 11. item scodelle hordenarie quaranta seii de prezzo 29 tuti 46. item piatti piccoli et hongaresche vinti quatro 18 tuti 24. item patti et hongaresche et tazzetti sesantuno 29 tuti 61. item doi caraffoni grandi cio e uno verde e laltro hordenarie de prezzo 5 tutti 2. item doi urne piccole una rencolata in bocha 4 tutti 2. item uno bocale grande con manicho et pizzo coperchiato di prezzo di 5. item tre zine da ber acqua de prezzo 4 tutti 3. item quatro boccali con manichi et pizi de prezzo 10 tuti 4.

Luca PeSante110

item doi caraffe piccole et un bocalle con la boccha tonda 3 tutti 3. item doi ampolline da holio et aceto et 4 vassetti da pomata de prezo 3 tuti 6. item doi anetrine per holio et acito 1 tuti 2. / item quatro scodellini et una tazzeta piccola 2 b. 50. item uno vassone verde da confezzione 3. item uno bacille verdognio de prezzo 2. item quattro piatte piccole verde de prezzo 1 tutti 4.

Lista de vassi de faenza et de urbino qui sotto scrittabacili sette dico n. 7 de prezzo 3 tuti 7. catini grande quatro 4 de prezzo b. 80 tutti 4. catini mezani quatro n. 4 de prezzo b. 60 tutti 4. Piatti mezzani quarantotto 48 de prezzo 3 b. 60 tutti 48. Piatti et tondi n. tre cento 32 n. 332 de prezo 13 tutti 332. Piatti grandi vinti doi n. 22 de prezzo 2 tutti 22. tazze, formate, grande 24 de prez 2 b. 50 tutti 24. Saliere formate cinquanta 7 n. 57 de prezzo 2 b. 50 tutti 57. Saliere tonde cinquanta n. 50 de prezzo 1 b. 50 tutti 50. brochetti quatordici n. 14 de prezo 1 b. 50 tutti 14. bocali per bacili sesi n. 6 de prezzo 1 b. 20 tuti 6. Summa la detta lista de vassi de faenza 32 b. 20.

Documento 4

1581 agosto 20(a.S.r., NTAC, 2358, f. 1011 e sgg.)

Inventario della bottega, in piazza Navona, di Francesco di Domenico Barbiani vascellario in Roma.

scudelle da infantata n. 15 – 1,50bacili boni n. 4 – 2sotto cope bone n. 2 – 0,36scudelle de maiolica bone n. 25 – 0,75tazette da bevere bone n. 25 – 0,62bocchali da bacili boni n. 4 – 0,80catine granne bone n. 4 – 0,80tazette picoline da moniche n. 35 – 0,70piatti mezani boni n. 18 – 1,2piatti granni boni n. 38 – 4,56piatti picoli boni n. 312 – 18,12catine mezane bone n. 2 – 0,30vasetti da fiori picoli n. 29 – 0,95saliere n. 11 – 0,66Lavoro de maiolica de refutoprima piatti granni n. 28 – 2,24

La ceramica in vendita neLLe botteghe romane deL cinquecento 111

piatti mezani n. 36 – 2,16piatti picoli de maiolica de refuto n. 236 – 9,44piatanzole picole n. 12 – 0,24bocchaletti picoli n. 40 – 1,33brocche mezane n. 1 – 0,42bocchali da bacili n. 6 – 0,84saliere de Faenza n. 50 – 2sotto coppe de refuto n. 9 – 1,08taze mezane de Faenza n. 11 – 0,71scudelle da infantate n. 11 – 0,73scudelle da brodo n. 33 – 0,66bacili de maiolica de refuto n. 4 – 1,4bocchali da bacili de refuto n. 4 – 0,60brocche granne de refuto n. 9 – 0,12vasi da fiori picoli n. 16 – 0,53catinela mezana de refuto n. 1 – 0,10scudellette da brodo de refuto n. 136 – 2,12piatti e catine da cordigiulii n. 165 – 1,65lavoro de deruta de refuto n. 53 – 3,44catinelle de deruta bone n. 33 – 2,81calamari de deruta boni n. 10 – 0,85brocche de deruta granne n. 7 – 0,56bacili de deruta boni n. 10 – 2,50saliere de deruta n. 39 – 3,31saliere de deruta n. 7 – 0,57piatti de deruta da refuto n. 44 – 2,86piatti de deruta boni n. 31 – 3,14taze mezane de deruta n. 10 – 0,50taze picole de deruta n. 12 – 0,48piatti de deruta boni n. 111 – 9,94piatti de deruta boni n. 154 – 13,9piatti granni de deruta boni n. 16 – 1,41pigniatte de lisola lacordo n. 53 – 0,53piatti alacatalana de deruta n. 58 – 4,91lavoro di deruta bono n. 38 – 3,23catinelle de montelupo bianche n. 4 – 0,30calamari de montelupo n. 6 – 0,48gruscioli granni e mezani n. 200 – 1,20scudelle de deruta bone n. 9 – 0,16gruscioli conzortiti n. 500 – 0,60cocioli n. 500 – 1,50pitali e brocche bianche n. 34 – 4,16bocchaloni n. 20 – 4baratoli granni n. 22 – 3,96fogliaroli granni n. 7 – 1,36

Luca PeSante112

damaschino n. 95 – 9,2baratoli e fogliaroli dozinali n. 62dozinale piatti da tre et da quatro et da mezo et catine n. 363piatti alacatalana romaneschi n. 114 – 3,99gruppo de montelupo n. 134 – 7,81damaschino n. 64 – 6,8dozinale n. 79dozinale n. 11repieno n. 54 – 1,35foconi picoli n. 25 – 2,50foconi granni n. 13 – 1,95ogliaroli bastardi n. 4 – 0,48scudelle aporcielana n. 20 – 1,30repieno n. 100 – 2,50repieno n. 330 – 8,25canali dogni sorta n. 110 – 6,60condutti n. 160 – 1,60mortali n. 40 – 1,50mortali granni n. 10 – 7,50scudelette grosse n. 290canele hordinarie n. 800 – 4fecia, libre n. 200 – 2,60vettine, some n. 49 – 9,90piatti de Pontolmo n. 40 – 3saliere di Pontolmo n. 4 – 0,14scudelle di Pontolmo n. 50 – 3,75catinelle di Pontolmo n. 48 – 4,85piatti di Pontolmo n. 48 – 3,60sporte romanesche n. 19 – 1,95cimicoli n. 26 – 1,17sporte hordinarie n. 161 – 3,36scope, mancosi n. 18 – 2,16bossolotti n. 800 – 0,80sepie n. 700 – 0,40pomece da cordogiuli n. 12 – 1,20portiere n. 10 – 1store n. 5 – 0,55storoni n. 3 – 0,60gruscioli picoli n. 1000 – 1,20fusaroli rosci n. 2000 – 1,20fusaroli da montelupo n. 240 – 0,48refrescatori hordinarii n. 23 – 3,45refrescatori fogliame n. 5 – 1,10comigli da montelupo n. 8 – 0,24barattoli granni de montelupo n. 16 – 2,88

La ceramica in vendita neLLe botteghe romane deL cinquecento 113

montelupo n. 315 – 14,43montelupo n. 630 – 28,81taze granne storiate n. 6 – 1,80taze mezane storiate n. 8 – 1,40taze mezane ordinarie n. 12 – 1,20fontanelle de montelupo n. 16 – 1,20gruppo n. 216 – 12,60montelupo hordinario n. 116 – 5,31figurato n. 32 – 2,68taze picole de montelupo n. 12 – 0,90taze granne de montelupo n. 4 – 0,60bossolotti de montelupo n. 100 – 0,30gruppo n. 14 – 0,81pigniatte mezane bianche n. 53 – 0,10pigniattini picoli daversa n. 26 – 0,11pigniatte daversa con doi manici n. 31 – 0,40saliere daversa n. 52 – 0,91pizaroli verdi da puti n. 17 – 0,15brocchette daquapente n. 36 – 2,16bocchali da bacili daquapente n. 16 – 0,72canelieri picoli daquapenente n. 21 – 0,40pigniatte n. 151 – 7,85pigniatte n. 218 – 10,90campane da stilare n. 3 – 0,45lucerne da […] n. 30 – 0,45pigniattini da centonaro n. 100 – 0,30bossolotti da largiento vivo n. 50 – 0,95

Stimate per me menico di rosa et visto, et Franciescho di riguzi bolognie-se detto per la parte de brecita et presente domenico di cipriano fiorentino et io domenico di rosato di gallese, mano propria.

Documento 5

1589 novembre 24(a.S.r., NTAC, 6911, cc. 564r-565v)

conto et stima della bottega di vaselleria [posta sulla via che da piazza na-vona conduce a piazza madama] communo delli eredi del q. ms. cesare ungaret-to de gravina et biasio tasso da gallese esercitata da Lorenzo del m.ro da S. ca-sciano et al presente reconsegnata dal detto Lorenzo et contata et stimata da ms. nicolò naldi et guglielmo giovane franzese ambedui vascellari in piazza navona, homini comunemente eletti daccordo a contare et stimare detta bottega:

lavoro di montelupo ordinario dozzine 84 e tre conti per baiocchi 57 [la dozzina]lavoro di montelupo scarso dozzine 9 et un conto per b. 55 la dozzina

Luca PeSante114

calamari quadri di montelupo 4 per b. 7½ l’unofontanelle grande di montelupo 14 per b. 7½ l’unafontanelle piccole di montelupo dodici per b. 6 l’unalavoro di montelupo a gruppo dozzine 17 per b. 70 la dozzinalavoro figurato di montelupo conti 15 e ½ per b. 7½ il contocatine di Puntormo conti 31 a b. 10 il contocatine bianche di montelupo conti 10 a b. 7½ il contodozzinale con le scudellette quartaroni 15 a g.li 13 il quartaronedozzinale senza scudellette conti 160 a b. 6 il contodamaschino conti dugentocinque a b. 8½ il contolavoro di doruta conti 597 a pagamento a 97 b. 75pignatte conti 343 a b. 5 il contorepieno conti 400 quartaroni a b. 2½ il contolavoro di genova dozzine 23 e mezza a b. 30 la dozzinapeparole di genova 14 a b. 3 l’unaluminelli di terra dugento a b. 18 il centoscatolette bianche dugento quarantatre a g.li 10 il centococcioli de tivoli 140 a b. il cento 30calamari romaneschi bianchi dicidotto a b. 2 l’unotazze grande di montelupo figurate doi a b. 16 l’unatazze mezzane di montelupo figurate doi a b. 12 l’una tazze grande di montelupo ordinarie una per b. 15tazze piccole di montelupo ordinarie tre a b. 7½ l’una tazze di montelupo a gelosia piccole 4 a b. 7½ l’unarefrescatori piccoli di montelupo ordinari 11 a b. 10 l’unorefrescatori grandi ordinarii di montelupo tre a b. 15 l’unorefrescatori grandi a pampani di montelupo tre a b. 20 l’unotazze mezzane di montelupo ordinarie doi a b. 10 l’unarefrescatori di montelupo piccoli a pampani uno a b. 12 l’unosaliere di maiolica bone vinticinque a b. 6 l’unasaliere di maiolica de refuto quarantuna a b. 4 l’unadenaroli piccoli dugento a b. 25 il centocoperchie da pignatte 580 a b. 20 il centotazzette grosse bianche con el iesu 28 a b. 1 l’unaboccali da conto dicisette a b. 20 il contoboccali da tre per doi otto a b. 20 il contobarattoli bianchi da conto uno per b. 20campane di terra da stillare tre a b. 15 l’unafoconi da nepe ordinarii 57 a b. 10 l’unovischio da vignanello libre 44 a b. 8 la libracoperchie de tivoli piccole 100 per b. 10condotti da destro 153 a b. 1 l’unocannelle da sciaquatore conti dugento20 a b. 1 il contogrigioli de ogni sorte 360 a b. 15 il centocanali de ogni sorte pezzi 90 a b. 6 l’uno

La ceramica in vendita neLLe botteghe romane deL cinquecento 115

bussolotti rossi 100 per b. 10buttiglie di morlupo conti 5 a b. 9 il contopignattini da centinaro de tivoli 100 per b. 30sporte da riete conti 11 a b. 8 il contofoconi da bassanello 8 a b. 5 l’unopiatti catalani di doruta con l’arme conti 22 a b. 14 il contoun bacile di doruta con il boccale con l’arme per b. 40una catinella con la brochetta di doruta con l’arme per b. 20vertecchie rosse 500 a b. 8 il centovertecchie bianche dugento a b. 20 il centopiatti catalani romaneschi de refuto 35 a b. 3 l’unomisura di terra cioè mezzi et fogliette 36 a b. 2 l’unabuttiglie di morlupo vetriate conti 4 a b. 14 il contolucerne de tivoli da uccellare 46 a b. 2 l’unacoperchie depente dell’isola 35 per b. 17baccalucci de aqua pendente piccoli vinti per b. 1 l’unobuttiglie piccole di terra rossa 4 per b. 6lucernini de tivoli 50 per b. 10pitali bianchi de refuto conti 3 a b. 10 il contopitali bianchi boni conti 33 a b. 14 il contobroche bianche bone conti 11 a b. 14 il contobroche bianche de refuto conti cinque a b. 10 il contomortari di marmoro di ogni sorte 73 a b. 17 l’unopignatte dell’isola da 2 b. 24pignatte del’isola da 4 b. cinqueuna pignatta dell’isola da 6 b.pignatte da 6 quatrini dell’isola quindicipignatelle da un b. et mezzo b. tutte per b. 95muffole da bassanello 9 per b. 10vettine di ogne sorte some 158 per b. 20 la somabacili de maiolica boni doi a b. 55 l’unobacili de doruta boni 4 a b. 25 l’unocatine grande di maiolica bone 7 a b. 20 l’unacatine mezzane di maiolica bone 23 a b. 15 l’unapiatti piccoli di maiolica boni dugento47 a b. 6 l’unopiatti mezzani di maiolica boni 29 a b. 9 l’unocatine piccole di maiolica bone 6 a b. 10 l’unafontanelle di maiolica 3 a b. 7½ l’unatazze da frutti di maiolica bone diece a b. 10 l’unatazze da frutti di maiolica piccole bone 6 a b. 5 l’unauna tazza di maiolica storiata bona per b. 15scudelle da infantata di maiolica bone 7 a b. 10 l’una tazzette piccoline di maiolica a gelosia 5 a b. 5 l’unaboccali da bacili di doruta 7 a b. 15 l’unoboccali da bacili di maiolica boni 4 a b. 20 l’uno

Luca PeSante116

broche grande di maiolica bone 16 a b. 10 l’unabroche mezane di maiolica bone dicidotto a b. 8 l’unavasetti da fiori piccoli di maiolica boni 4 a b. 5 l’unopiatti grandi di maiolica de refuto 36 a b. 8 l’unopiatti mezzani di maiolica de refuto 114 a b. 6. l’unopiatti piccoli di maiolica de refuto 582 a b. 4 l’unobacili de maiolica de refuto diece a b. 35 l’unobacili de doruta de refuto 9 a b. 20 l’unocatine grande di maiolica de refuto 9 a b. 14 l’unacatine mezzane di maiolica de refuto 13 a b. 10 l’unacatine piccole di maiolica de refuto 3 a b. 6½ l’unascudelle da infantata de refuto 4 a b. 7 l’unasottocoppe di maiolica de refuto 11 a b. 12 l’unatazze da frutti de maiolica de refuto 14 a b. 6½ l’unasaliere di maiolica storiate bone 18 a b. 10 l’unaboccali da bacili de maiolica de refuto 15 a b. 13½ l’unobroche grandi di maiolica de refuto 60doi a b. 7 l’unabroche mezzane di maiolica de refuto 15 a b. 5½ l’unascudellette tonde di maiolica de refuto 68 a b. 2 l’unapizzarelli et boccaletti de maiolica de refuto 45 a b. 3½ l’unouna scudella dozzinale con il becco per fare orzate per b. 5feccia libre mille et 200 per g.li 15 il 100pomice per b. 25una statera per b. 50una cassa grande di abeto per g.li 16una tenda di tela grosa stimata da ms. ascanio matarazzaroSomma di tutte le stime scudi 425 di moneta et b. 90

Documento 6

1590 dicembre 19

(a.S.r., CNC, 867, cc. 158r-160v)

Inventario della « Bottega maggiore de vascellaria in piazza Navona nel cantone che va a piazza Madama, nelle case di Mons. Arcivescovo di Trani » di proprietà del q. Antonio Tassi di Gallese.

bacili di doruta colli boccali brutti e belli, n. 19 a b. 35 l’uno, 6-65bacili storiati di maiolica, n. 2 a b. 80 l’uno, 1-60bronzo storiato di maiolica, uno per b. 24, 0-25bronzi di maiolica boni, otto a b. 20 l’uno, 1-60bronzi di maiolica de refuto, vintuno a b. 14 l’uno, 2-94bacili di maiolica boni, otto a b. 55 l’uno, 4-40bacini di maiolica de refuto, trentadoi a b. 35 l’uno, 11-20broche di maiolica bone, sessantotto a b. 10 l’una, 6-80

La ceramica in vendita neLLe botteghe romane deL cinquecento 117

broche grande di maiolica di refuto, n. 148 a b. 7 l’una, 10-36broche mezane di maiolica bone, n. 48 a b. 8 l’una, 3-84broche mezane di maiolica di refuto, n. 30 a b. 5,5 l’una, 1-65boccaletti di maiolica boni, n. 89 a b. 5 l’uno, 4-45boccaletti di maiolica de refuto, n. 29 a b. 3,5 l’uno, 1-1,5bacilotti piccoli di maiolica boni, n. 13 a b. 30 l’uno, 3-90bronzo negro di aqua pendente, uno per b. 20, 0-20brochette mezane di maiolica coll’arme, n. 20 a b. 9 l’una, 1-80 baratoli verdi dozinali, sedici a b. 2 l’uno, 0-32broche bianche dozinale, conti trenta a b. 14 il conto, 4-20broche bianche simile de refuto, conti 3,5 a b. 10 il conto, 0-35boccali da conto et da 3 per 2, conti n. 105 a b. 20 il conto, 21boccaloni da doi conti, l’uno doi sonno conti 4, 0-80bichieretti da sciroppi colla croce di Santo Spirito di terra piccoli, mille et cento

sessanta a b. uno l’uno, 11-60bottiglie di morlupo, conti sei a b. 10 il conto, 0-60bottiglie piccole di terra rossa, n. 12 a b. 1,5 l’una, 0-18barattoli bianchi dozinali, conti n. 14 di refuto a b. 3 il conto, 0-42catine grande di maiolica bone, n. 10 a b. 20 l’una, 2catine grande di maiolica de refuto, n. 10 a b. 14 l’una, 1-40catine mezane di maiolica bone, n. 19 a b. 15 l’una, 2-85catine mezane di maiolica de refuto, n. 24 a b. 15 l’una, 3-60catine de Puntormo, conti sette a b. 10 il conto, 0-70campane da stillare, vinti doi a b. 15 l’una, 3-30coperchie depente rosse dell’isola, n. 150 a b. 50 il cento, 0-75coperchie rosse ordinarie, n. 980 a b. 20 il cento, 2coperchini rossi de tivoli, cento per b. diece, 0-10candelieri di terra cruda, mille a b. 20 il cento, 2coccioli rossi da depintore, n. 66 per b. 20, 0-20canali torti et deritti, pezzi n. 183 a b. 6 l’uno, 10-98condotti da destro, n. 567 a b. uno l’uno, 5-67cannelle da sciaquatore, conti n. 278 a b. uno il conto, 2-79condottelli bastardi da fontane, n. 70 a b. 4,5 l’uno, 3-15cannelle grosse da fontane, n. 85 a b. 2 l’una, 1-70cannelle piccole da fontane, n. 330 a g.li 15 il cento, 4-95cannelle più piccole da fontane, n. 483 a g.li 12 il cento, 5-80cannellini da fontane piccolini, n. 60 a b. uno l’uno, 0-60condotti grossi da fontane, n. 18 a b. 9 l’uno, 1-62lavoro di doruta, conti n. 1094,5 a pagamento a b. 8 la soma, 87-56damaschino, conti n. 776,5 a b. 9 il conto, 69-88,5dozinale colle scudellette quartaroni, 63 a g.li 13 il quartarone, 81-90infantate di maiolica bone, nove a b. 10 l’una, 0-90infantate di maiolica de refuto, otto a b. 7 l’una, 0-56figurato di montelupo, conti n. 80 a b. 7,5 il conto, 6un fiasco de marostica coll’arme del cardinal delfino, per b. 20, 0-20

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fontanelle grande de montelupo, n. 24 a b. 7,5 l’una, 1-80fontanelle piccole de montelupo, n. 29 a b. 5 l’una, 1-45fontanelle di maiolica bone, sei a b. 7,5 l’una, 0-45foconi di nepe ordinarii, n. 87 a b. 10 l’uno, 8-70foconi de bassanello, nove a b. 7,5 l’uno, 0-67,5fondelli bianchi dozinali, n. 90 a b. uno l’uno, 0-90feccia de ripa, libbre n. 800 a g.li 16 il cento, 12-80feccia forestiera, libbre n. 300 a g.li 10 il cento, 3genovese, dozine n. 27,5 a b. 30 la dozina, 8-25gruppo di montelupo, dozine n. 14 et conti 5 a b. 70 la dozina, 10-10uno archibusetto di terra di doruta, 0-10grigioli grandi e mezani di bassanello, n. 55 per b. 20, 0-20grigioli piccolini di bassanello, n. 400 a b. 10 il cento, 0-40montelupo ordinario, dozine n. 199 et sconti a b. 56 la dozina, 111-67misure di terra cioè boccali e mezi, n. 52 a b. 2 l’una, 1-4mortari mezani di marmoro, n. 40 a b. 35 l’uno, 14mortari grandi, n. 14 a g.li 11 l’uno, 15-40mortari piccoli ordinarii, n. 70 a b. 18 l’uno, 12-60piatti grandi romaneschi bianchi, n. 303 a g.li 55 il cento, 16-66,5piatti sotto a grandi catalani romaneschi, n. 234 a g.li 40 il cento, 9-36piatti catalani romaneschi ordinari, n. 300 a g.li 30 il cento, 9pignatte depente dell’isola, per g.li 37 l’uno, 3-75pignattini de Portugallo piccolini, n. 10 a b. 3 l’uno, 0-30piatti da 4 grossi colla croce di Santo Spirito, n. 660 a b. 1 l’uno, 6-60pitali bianchi romaneschi, conti n. 71 a b. 14 il conto, 9-94una zingara di doruta, per b. 10, 0-10pignatte et tegami, n. 667,5 a b. 5,25 il conto, 35piadanine piccoline di maiolica, n. 190 a b. 2,5 l’una, 4-75pignattini da centinaro, n. 57 per b. 16, 0-16piatti mezani di maiolica boni, n. 433 a b. 9 l’uno, 38-97,5piatti mezani di maiolica de refuto, n. 195 a b. 6 l’uno, 11-70piatti grandi di maiolica boni, n. 134 a b. 13 l’uno, 17-12piatti grandi di maiolica de refuto, n. 204 a b. 8,5 l’uno, 17-34piatti piccoli di maiolica boni, n. 643 a b. 6 l’uno, 38-58piatti piccoli di maiolica de refuto, n. 835 a b. 4 l’uno, 33-40piattelloni grandi di maiolica, tre a b. 30 l’uno, 0-90piadanine piccole di maiolica, n. 90 a b. 3 l’una, 2-70pomice, per b. 15 cossi stimata, 0-15piombo vecchio in canale, libbre n. 1185 a g.li 27 il cento, 32refrescatoi grandi di montelupo a pampani, n. 18 a b. 20 l’uno, 3-60refrescatoi grandi ordinarii, doi a b. 15 l’uno, 0-30repieno di più sorte, conti n. 303 a b. 2,5 il conto, 7-57,5refrescatori piccoli de montelupo, uno per b. 10, 0-10scatolette da zuccaro rosato, n. 875 a g.li 8 il cento, 8-75sottocoppe di maiolica de refuto, n. 37 a b. 12 l’una, 4-44

La ceramica in vendita neLLe botteghe romane deL cinquecento 119

sottocoppe di maiolica bone, n. 15 a b. 18 l’una, 2-70sottocoppe di doruta, dodici a b. 10 l’una, 1-20scaldavivande rosse piccole, otto a b. 2 l’una, 0-16stufaroli rossi piccoli, cento a b. 1 l’uno, 1saliere di maioloica bone, n. 85 a b. 6 l’una, 5-10saliere di maiolica de refuto, n. 77 a b. 4 l’una, 3-08scudelle di maiolica tonde coll’urechie, n. 11 a b. 5 l’una, 0-55saliere storiate di maiolica, quattro a b. 10 l’una, 0-40saliere storiate di doruta a drago, doi a b. 15 l’una, 0-30scudellette tonde di maiolica bone, n. 100 a b. 3 l’una, 3scudellette tonde di maiolica de refuto, n. 116 a b. 2 l’una, 2-32storoni grandi de palmi 9 et 13, 3 a b. 30 l’uno, 0-90storoncelli de palmi 9 et 12, n. 15 a b. 22,5 l’uno, 3-35store de palmi 7 et 12, n. 7 a b. 20 l’una, 1-40store portiere ordinarie, n. 34 a b. 11 l’una, 3-74store ordinarie de palmi 7 et 9, n. 52 a b. 12, 6-24storette cimiciole da letti piccole, n. 40 a b. 4 l’una, 1-60sportoni grandi, cinque a b. 15 l’uno, 0-75sportoncelli più piccoli, otto a b. 12 l’uno, 0-96sporte mezane, diece a b. 6 l’una, 0-60sporte più picole, sedici a b. 4,5 l’una, 0-72sporte più picole, tredici a b. 4 l’una, 0-53sportelline piccoline, sei a b. 2,5 l’una, 0-15scudellette grosse dozinale, conti n. 155 a b. […] il cento, 3-75taze grande di montelupo, doi a b. 15 l’una, 0-30taze mezane di montelupo, una per b. 10, 0-10taze da frutti di maiolica bone, n. 63 a b. 10 l’una, 6-30taze da frutti di maiolica de refuto, n. 45 a b. 7 l’una, 3-15taze di maiolica a gelosia de refuto, n. 3 a b. 13 l’una, 0-39taze di maiolica a gelosia bone, sette a b. 20 l’una, 1-40taze di maiolica a gelosia picole bone, n. 4 a b. 10 l’una, 0-40tondi romaneschi bianchi, cento a b. 1 l’uno, 1tondi romaneschi boni, n. 157 a g.li 15 il cento, 2-35,5tazette grosse da bevere, n. 255 a b. uno l’una, 2-55tegametti dab[…] senza colore di bassanello, n. 80 a b. 1 l’uno, 0-80tazette di doruta, a b. 3 l’una n. 28, 0-84vasi azzurri da mostarda coperchiati, doi per g.li 15, 1-50vasi a grottesche di doruta, tre a b. 30 l’uno, 0-90vasetti tondi bianchi da aqua santa, n. 21 a b. 1 l’uno, 0-21vasetti cioè bicchiere da cavar sangue, n. 90 a b. 1 l’uno, 0-90bussolotti grossi bianchi, quaranta per b. 20. 0-20vasi da tener aqua di Portugallo, n. 58 a b. 8 l’uno, 4-64un vaso di doruta piccolo con il coperchio, per b. 10, 0-10vettine di più sorte, some n. 154,5 a b. 20 la soma, 30-90visco bono, libre n. 43 a b. 10 la libbra, 4-30

Luca PeSante120

vettine, some n. 76 alla fornace della fontana, a b. 20 la soma, 15-20scatolette da zuccaro rosato, n. 115 a b. uno l’una, 1-15lavoro di doruta, conti otto a b. 8 il conto, 0-64

Documento 7

1591 gennaio 12(a.S.r., CNC, 867, c. 316 e sgg.)

Inventario della bottega piccola, anch’essa sulla via che da piazza Navona condu-ce a piazza Madama, degli eredi del q. Antonio Tassi di Gallese che Antonio ha te-nuto dal 1 maggio 1590 fino al 12 gennaio 1591 in società con Marcantonio di Lo-renzo Porcelli da Montelupo.

Lavoro di monte lupo ordinario dozzine novantatre et conti otto a b. 57 dozzina. Figurato di monte lupo dozzine tre et conti doi a b. 90 la dozzina. gruppo di monte lupo dozine vinti et conti cinque a b. 70 la dozina.Piatti catalani romaneschi venticinque a b. 3 l’uno.tondi romaneschi bianchi cinquecento trentadoi a g.li quindici il cento.calamari tondi romaneschi cinquantasei a b. 2½ l’uno.dozinale con le scudellette quartaroni dicisette a g.li 13 il 4.ne.catine di puntormo conti tredici a b. 10 il conto. Lavoro di doruta conti quattrocento e quattro a s. otto ognio cento conti. Lavoro di genova dozine dicisette a b. trenta la dozina.Peparole di genova diece per b. trenta tutte Pitali bianchi conti ventiquattro a b. 14 il conto.broche bianche di refuto conti cinque a b. 10 il conto.broche bianche bone conti undici a b. 14 il conto.broche bianche con doi manichi doi a b. 20 l’una.refrescatori grandi a pampani cinque a b. 20 l’uno.refrescatori grandi ordinari doi a b. 15 l’uno.refrescatori piccoli ordinari undici a b. 10 l’uno.tazzette grosse romanesche bianche vinti a b. 1 l’una.damaschino conti trecentocinquantanove delli quali sene mette conti dugento a b.

9 il conto, et conti centocinquantanove a b. 8.boccali da conto et bastardi in tutto conti n. 48½ a b. 20 il conto.Fontanelle grande di monte lupo dicinove a b. 7½ l’una.Fontanelle piccole di monte lupo dicinove a b. 5 l’una.tazze mezane di monte lupo figurate doi a b. 12 l’una.tazze grande di monte lupo figurate una a b. 18.tazze grande di monte lupo ordinarie una per b. 15.tazze mezzane di monte lupo ordinarie doi a b. 10 l’una.tazze piccole di monte lupo tre a b. 7½ l’una.tazzette a gelosia di monte lupo piccole doi a b. 10 l’una.tazze di maiolica figurate una per b. 20.

La ceramica in vendita neLLe botteghe romane deL cinquecento 121

dozinale senza scudellette conti otto a b. 5 il conto.tazze di maiolica de refuto da frutti n. ventitre a b. 7 l’una.tazette da frutti di maiolica piccole di refuto quattro a b. 5 l’una.tazette a gelosia di maiolica piccoline cinque a b. 5 l’una.misure di terra cioè mezzi et fogliette n. ventidoi a b. 2 l’una.Scatolette da zuccaro rosato quattrocentonovantacinque a b. 1 l’una.Foconi de bassanello ventisette a b. 7½ l’uno.Pignatte depente stimate per scudi doi.campane da stillare cinque a b. 15 l’una.Pignatte de ogni sorte conti trecentosessanta a b. 5 il conto.Lucerne da uccellare de tivoli dicidotto a b. 2 l’una.repieno conti centoquarantadoi a b. 2½ il conto.coperchie ordinarie da pignatte n. 340 a b. 25 il cento.coperchie grande trentaquattro per b. 17.Luminelli de terra cento per b. vinti.denaroli dugento cinquantaa b. 25 il cento.Pomice stimata per b. 15.bussolotti bianchi quattrocento a b. 20 il cento.vettine di più sorte some novanta a b. 20 la soma.condotti da destro centoquaranta a b. uno l’uno.canali de ogni sorte pezzi ottanta a b. 6 l’uno.cannelle da sciaquatore conti cento trenta a b. 1 il conto.cannelle da fontane quindici a b. 1½ l’una.grigioli piccolini cinquecento a b. 10 il cento.grigioli mezani dugento a b. 25 il cento.grigioli grandi cinquanta a b. 2 l’uno.brocche da buturo di morlupo tre a b. 5 l’una.Sporte di più sorte per giuli sedici e mezzo.ceste di doruta para cinque a b. 15 il paro.coperchie depente cinquanta a b. 60 il cento.archibusetti de terra de doruta doi a b. 20 l’uno.Saliere di maiolica bone ventiquattro a b. 6 l’una.Saliere di maiolica de refuto quarantanove a b. 4 l’una.Scudellette di maiolica di refuto cento a b. 2 l’una.Scudellette di maiolica bone sette a b. 3 l’una.boccalucci de aqua pendente tredici a b. 1 l’uno.Scudelloni da orzata bianchi grandi cinque a b. 10 l’uno.Sotto coppe di maiolica bone cinque a b. 18 l’una.tazze da frutti di maiolica bone dodici a b. 10 l’una.catine mezzane di maiolica bone diece a b. 15 l’una.catine grande di maiolica bone tre a b. 20 l’una.tazette di maiolica bone piccole da frutti tre a b. 6 l’una.Sotto coppe di maiolica de refuto dicidotto a b. 12 l’una.tazze a gelosia di maiolica bone doi a b. 20 l’una.tazze da frutti mezzanelle di doruta quattrodici a b. 5 l’una.

L. PeSante : La ceramica in vendita neLLe botteghe romane122

Piadanelle di maiolica de refuto dicidotto a b. 2½ l’una.catine mezane di maiolica de refuto undici a b. 10 l’una.catine grande di maiolica de refuto otto a b. 14 l’una.broche grande di maiolica bone venticinque a b. 10 l’una. broche grande di maiolica de refuto settanta a b. 7 l’una.broche mezane di maiolica bone vinti a b. 8 l’una.broche mezane di maiolica de refuto quarantacinque a b. 5½ l’una.bronzi di maiolica boni sei a b. 20 l’uno.bronzi di maiolica de refuto dodici a b. 14 l’uno.bronzi di doruta doi a b. 12 l’uno.boccaletti di maiolica boni trenta a b. 5 l’uno.boccaletti di maiolica de refuto settanta a b. 3½ l’uno.infantate di maiolica bone doi a b. 10 l’una.una giarra di maiolica per bever aqua per b. 10.infantate di maiolica de refuto otto a b. 7 l’una.bacili di maiolica de refuto otto a b. 35 l’uno.bacili di maiolica de refuto, volsi dire de doruta con li boccali 4 a 1-40.Piatti piccoli di maiolica boni n. dugento trentadoi a b. 6 l’uno.Piatti mezani di maiolica boni venticinque a b. 9 l’uno.Piatti grandi di maiolica boni otto a b. 13 l’uno.Piatti piccoli di maiolica de refuto trecentocinquantaquattro a b. 4 l’uno.Piatti mezani di maiolica de refuto settantaquattro a b. 6 l’uno.Piatti grandi di maiolica de refuto vinti a b. 8½ l’uno.Feccia libre quattrocentocinquanta per g.li quindici il cento.mortari de marmoro di più sorte n. settantadoi a b. 20 l’uno.condotti grossi da fontane dugento a b. 9 l’uno.vertechie bianche et rosse n. 250 per b. 35 tutte.Scope de paglia mancosi tre a b. 10 il mancoso.doi store da portiera a b. 10 l’una.una statera per b. 50.

Finito di stampare il 15 settembre 2014