Investire nella progettualita delle APS. Compendium progetti 2007-2009

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DIREZIONE GENERALE PER IL TERZO SETTORE E LE FORMAZIONI SOCIALI INVESTIRE NELLA PROGETTUALITà DELLE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE COMPENDIUM PROGETTI LEGGE 383/2000 TRIENNIO 2007/2009 ISTITUTO PER LO SVILUPPO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DEI LAVORATORI

Transcript of Investire nella progettualita delle APS. Compendium progetti 2007-2009

DIREZIONE GENERALE PER IL TERZOSETTORE E LE FORMAZIONI SOCIALI

INVESTIRENELLA PROGETTUALITàDELLE ASSOCIAZIONIDI PROMOZIONESOCIALECOMPENDIUM PROGETTILEGGE 383/2000TRIENNIO 2007/2009

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Questo volume raccoglie le esperienze progettuali di Associazioni di Promozione Sociale at-

tuate rispondendo ai bandi emessi dal 2007 al 2009 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche

Sociali, secondo quanto previsto dalla Legge 383 del 2000 che prevede il finanziamento di

progetti sperimentali presentati dalle Associazioni di Promozione Sociale (art. 12, comma 3,

lett. d) ed f), legge 383/2000).

In continuità con il lavoro già svolto dall’ISFOL nel “Compendium progetti Legge 383/2000

triennio 2002/2004” (ISFOL, 2006), la Direzione Generale per il Terzo Settore e le Formazioni

Sociali e l’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo hanno voluto, con questo contributo,

valorizzare il lavoro svolto dall’associazionismo di promozione sociale che si è quasi sempre

tradotto in servizi offerti ai cittadini o a categorie di essi, ad integrazione o a compensazione

dei servizi pubblici locali. Nella prima parte troverete una breve analisi del fenomeno associa-

tivo, una sintesi dei dati aggregati e gli schemi elaborati sulla base delle attività prevista dai

progetti, divisi tra:

Lettera D art. 12, comma 3, L.383/2000: sostegno delle iniziative di formazione e di aggiorna-mento per lo svolgimento delle attività associative, nonché di progetti di informatizzazione e di banche dati in materia di associazionismo sociale;

Lettera F art. 12, comma 3, L.383/2000: progetti sperimentali elaborati, anche in collaborazio-ne con gli enti locali, dalle associazioni iscritte negli appositi registri di cui all’art. 7 della mede-sima legge 383/2000, per far fronte a particolari emergenze sociali e per favorire l’applicazione

di metodologie di intervento particolarmente avanzate.

Nell’ultima parte si è individuata una casistica di Buone Prassi su cui il gruppo di lavoro costi-

tuito ha voluto concentrare alcuni approfondimenti. La condivisione e la diffusione di buone

prassi è difatti di per se da considerare un progetto su cui investire tempo e risorse perché

costituisce l’implementazione di un percorso di mainstreaming che da compiutezza ai finan-

ziamenti pubblici, in questo come in altri settori di intervento.

ISTITUTO PER LO SVILUPPO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALEDEI LAVORATORI

INVESTIRE NELLA PROGETTUALITàDELLE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONESOCIALECOMPENDIUMPROGETTI LEGGE 383/2000TRIENNIO 2007/2009

ISTITUTO PER LO SVILUPPO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALEDEI LAVORATORI

DIREZIONE GENERALE PER IL TERZOSETTORE E LE FORMAZIONI SOCIALI

Il volume raccoglie i risultati di un’attività curata del Dipartimento Sistemi Formativi dell’ISFOL nell’ambito del progetto “Compendium e selezione di buone prassi di progetti finanziati ai sensi della L.383/2000” promosso e finanziato a valere su risorse Legge n° 383/2000 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per il Terzo Settore e le Formazioni Sociali.

L’attività è stata realizzata in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo attivato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la raccolta dati e le interviste sono state realizzate in collaborazione con la società Conform Srl.

Il volume è a cura di Sandra D’Agostino e Marco Marucci.

La prefazione è di Danilo Giovanni Festa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Sono autori del volume:Fabio Corbisiero, Simone Benvenuti, Flaviano D’Angelo (parte prima),

Simone Benvenuti, Fabio Corbisiero, Silvia Chiovelli, Valentina Criscuolo, Fabiola Ghergo, Marco Marucci (parte seconda, raccolta documentale),

Simone Benvenuti, Giovanni Bartoli, Andrea Carlini, Martina Cresci, Fabio Corbisiero, Marco Boccia, Flaviano D’Angelo, Marco Marucci (parte terza)

Si ringrazia la Div. II Associazionismo, diretta da E. Patrizi della DG per il Terzo Settore e le formazioni sociali – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per il supporto attivo nella realizzazione del progetto di ricerca.

Chiuso per la stampa il 15 marzo 2013

INDICE GENERALE

PRESENTAZIONE 5

Parte primaL’Associazionismo di Promozione Sociale 71.1. Introduzione storico-comparativa 91.2. I dati sulle APS a livello nazionale 151.3. Le attività delle APS nel triennio 2007-2009 17

Parte secondaSCHEDE PROGETTUALI Iniziative annualità 2007 ai sensi della lettera D 31Iniziative annualità 2007 ai sensi della lettera F 73Iniziative annualità 2008 ai sensi della lettera D 111Iniziative annualità 2008 ai sensi della lettera F 149Iniziative annualità 2009 ai sensi della lettera D 185Iniziative annualità 2009 ai sensi della lettera F 231

Parte terza I CASI STUDIO Premessa 283AIAB - Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica 285Associazione Parent Project 289Adiconsum 293Associazione Arcigay 295Tag Cloud delle Buone Prassi 299

Bibliografia 301

PRESENTAZIONE

L’articolo 12 della legge 383/2000 consente di finanziare progetti relativi alla formazione e aggior-namento professionale per lo svolgimento delle attività associative, lettera D), e interventi in ambito sociale, lettera F). Nella ricerca CNEL-ISTAT del 2009 sul mondo dell’associazionismo, buona parte del campione dei citta-dini intervistato voleva sapere come i soldi pubblici diretti al Terzo Settore siano utilizzati.Nello stesso tempo si registra una volontà da parte di tutta la società di scoprire, capire, conoscere il sistema della progettualità nell’ambito delle politiche sociali. Il lavoro dell’ISFOL va proprio in questa Direzione. Con un’analisi attenta e puntuale che riguarda il triennio 2007-2009 vengono esaminati cen-tonovantatre progetti complessivi per ambedue le lettere – D ed F. In continuità con il lavoro già svolto nel “Compendium progetti Legge 383/2000 triennio 2002/2004”1.Emerge all’occhio del lettore la vastità dell’oggetto progettuale sia su grandi tematiche come la disa-bilità, l’immigrazione, la famiglia, i minori, il turismo sociale il contrasto alla mafia e alla criminalità, il disagio giovanile, la cooperazione internazionale,l’assistenza sociosanitaria, la responsabilità sociale sia su sottotemi specifici rientranti nelle materie di cui sopra, come ad esempio progetti sulla distrofia muscolare, sulla gestione di impianti sportivi,sulla certificazione di qualità.Alla molteplicità dei temi toccati corrisponde in effetti, una molteplicità di richiedenti e di associazioni,testimonianza del fatto che ogni anno sono stati premiate diverse realtà presenti in tutto il territorio nazionale.Diversi sono gli output che emergono come risultato finale di questa multiforme progettualità: studi e ricerche di monitoraggio sul fenomeno, preparazione e organizzazione di corsi, campagne di formazione e informazione, pubblicazioni, interventi diretti con costruzioni di centri per minori, interventi a persone disagiate concorsi nelle scuole.In conclusione il lavoro dell’ISFOL consente di avere un quadro generale dell’utilizzo del denaro pubblico che va incontro alale richieste dei cittadini.

Danilo Giovanni FestaDirezione Generale Terzo Settore e formazioni sociali

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

1 ISFOL, “Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale : compendium progetti Legge 383/2000 triennio 2002/2004”; [a cura di Elena Caramelli ed Elisabetta Patrizi]. - Roma : ISFOL, 2006. (Temi & strumenti. Studi e ricerche ; 8)

http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/6937E2D0-BC22-4F44-9CF0-B8EB2DF064FC/0/Investire.pdf (visitato a marzo 2013)

Parte primaL’ASSOCIAZIONISMO

DI PROMOZIONE SOCIALE

9Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

1. Introduzione storico-comparativa

Il fenomeno dell’associazionismo di promozione sociale contribuisce a concretare una serie di principi sanciti dalla Costituzione [articolo 18 «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autoriz-zazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale»; articolo 2 «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale»; articolo 3, comma 2 «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese; articolo 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica». L’articolo 18 trova inoltre “attuazione” legislativa nel Libro I, Titolo II del Codice civile (artt. 11-47, precedenti alla Costituzione), che disciplina le associazioni (oltre alle le fondazioni). Di queste non viene data una definizione positiva].Il fenomeno variegato dell’associazionismo sociale si è strutturato nell’Italia del dopoguerra. La qualifica “sociale”, o di “promozione sociale”, vale a distinguerlo da altri tipi di associazionismo, come quello politico o quello sindacale. Tale differenza verrà poi esplicitata a livello legislativo e sancita in maniera chiara al momento del riconoscimento dell’associazione di promozione sociale come entità giuridica specifica. La vivacità dell’associazionismo sociale ha trovato un ostacolo nel contesto politico di riferimento del dopoguerra poiché in tale periodo «la ricomposizione degli organismi associativi fu [...] spesso polarizza-ta intorno alle due principali aree di riferimento: la Dc e il Pci»2: il contesto della Guerra fredda e i suoi risvolti sulla politica interna hanno l’effetto di precludere la via verso l’autonomia e la libertà di iniziativa al di fuori delle aree di riferimento. Ciò si combina con un mutamento “genetico” dell’associazionismo sociale che fiorisce in ambiti differenti («giovani, donne, lavoratori, cooperatori, studenti, consumatori») ma abbandona chiaramente «la pratica mutualistica, di auto-aiuto e di autogestione dell’intervento sociale, in ragione di una sussunzione del sociale nello statale, secondo la visione – tutta novecentesca – per la quale la gestione delle attività di assistenza e welfare spetta allo Stato e alle sue istituzioni»3. È solo negli anni ’50 che, proprio in concomitanza con la fine della fase più difficile della Guerra fredda, l’associazionismo e l’impegno sociale riacquistano maggiore autonomia dall’ambito partitico.Successivamente al quinquennio 1958-1963, durante il quale si definiscono in maniera irreversibile alcune trasformazioni della società italiana (industrializzazione e terziarizzazione, urbanizzazione), l’as-sociazionismo “sociale” di tipo volontaristico assurge a fenomeno di rilievo. Lo spettro di intervento dei nuovi enti (associazionistici e non) si allarga ad altri ambiti, dall’edilizia popolare allo sport. Entro un’a-nalisi unitaria che sotto il cappello generico della promozione sociale non opera una distinzione chiara tra le realtà differenti ivi attive – ad esempio tra enti pubblici ed enti propriamente associazionistici, né tra gli stessi enti associazionistici –, sono individuati ambiti distinti di intervento di quello che avrebbe

2 C. De Maria, L’evoluzione del Terzo settore dal Novecento ad oggi (1915-2011), in E. Rossi – S. Zamagni, Il Terzo settore nell’Italia unita, Bologna, 2011, p. 102.

3 Ibidem.

10 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

costituito il concetto di “promozione sociale”4. Quanto alle libere formazioni associative si evidenzia la bipartizione in due categorie: il «associazioni sorte per attività specifiche o per specifici problemi tecnico-amministrativi (es.: i gruppi ricreativi, condominiali, sportivi, culturali, etc.) e i gruppi sorti per affrontare i problemi della comunità, in particolare nell’ambito dei servizi sociali e sanitari (in quel pe-riodo nascono realtà importanti come il Gruppo Abele o la Comunità Capodarco)5. Negli anni ’70 il fenomeno inizia a ricevere un riconoscimento di tipo giuridico a partire dal concetto di promozione sociale, in coincidenza con l’avvio del processo di decentramento dello Stato, in un contesto nel quale assumono rilevanza forme di micro-attivismo democratico a livello comunale (come nel caso dei consigli di quartiere). Senza ripercorrere le vicende del regionalismo in Italia, basti ricordare l’affer-marsi di una concezione statalista dell’amministrazione regionale le cui strutture replicano quelle del livello di governo centrale.In questo contesto il d.P.R. 616/ 1977 include una lista variegata di enti, associazioni, fondazioni e istitu-zioni private di varia natura, alcuni dei quali impegnati in attività di tipo “sociale”, riconoscendo ad essi la natura di ente morale (vale a dire persona giuridica). Esso dispone l’erogazione sino al 31 dicembre 1979 di un contributo per il sostegno dell’attività associativa e prevede la possibilità per lo Stato, a datare dal 1° gennaio 1980, di sostenere l’attività di promozione sociale e di tutela degli associati con apposite leggi. Se da un lato si riconosce la rilevanza di alcuni enti operanti nell’ambito sociale, tale am-bito non è definito giuridicamente. Inoltre, il nuovo quadro permette il finanziamento delle associazioni in maniera discontinua e non trasparente. A tale situazione di “autonomia non regolata” si tenta di far fronte negli anni successivi a livello regionale. Proprio dalla legislazione regionale viene sempre in quegli anni un riconoscimento più esplicito dell’as-sociazionismo volontario, anche se risulta avere un carattere fortemente settoriale.Solo a partire dagli anni ’80 il fenomeno associazionistico volontario ottiene a livello regionale un ricono-scimento più generalizzato, seppure in maniera eterogenea: un aspetto rilevante di tali legislazioni è che vanno definendosi i diversi ambiti che avrebbero caratterizzato il concetto comprensivo di promozione sociale. In generale, l’ambito che attira la maggiore attenzione è quello sanitario e socio-assistenziale. È questo, un indice del ritrarsi dello Stato nell’ambito del welfare e del delinearsi del ruolo sussidiario dell’associazionismo e dell’economia sociale. Ciò avrebbe portato il decennio successivo alla istituziona-lizzazione del Terzo settore, alla riforma del sistema dei servizi sociali e alla costituzionalizzazione del principio di sussidiarietà. Tali legislazioni riconoscono un ruolo ai soggetti del privato sociale, istituendo albi o registri che abilitano all’erogazione di servizi sulla base di convenzioni, introducendo forme di con-tributo diretto e istituendo luoghi di confronto quali le consulte regionali del volontariato, che permetto-no anche la partecipazione di tali soggetti alla programmazione degli interventi sul territorio.L’assenza di una disciplina organica che indichi chiaramente le finalità e le aree di intervento della pro-mozione sociale come anche i requisiti per accedere ai finanziamenti comporta l’assenza di equità nella distribuzione degli stessi. In tale contesto già la proposta di legge n. 3119 tenta una prima sistematizza-zione organica dell’ambito dell’associazionismo volontario: si qualifica l’attività di volontariato in base: alla «disponibilità personale e [al]la partecipazione effettiva di cittadini singoli, di nuclei familiari e di

4 Nel testo menzionato si defferenzia ad esempio chiaramente tra le istituzioni assistenziali e di servizio sociale (Libere formazioni sociali, cit., p. 109 ss.) e quelli culturali ed educativi (p. 153 ss.).

5 P. Addis – Elena A. Ferioli – E. Vivaldi, Il Terzo settore nella disciplina normativa italiana dall’Unità ad oggi, in E. Rossi – S. Zamagni, Il Terzo settore, cit., p. 181.

11Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

associazioni allo svolgimento delle attività di cui al comma precedente»; alla «gratuità delle prestazioni personali», specificando che «le attività di volontariato non configurano rapporti di dipendenza contrat-tuale, né possono costituire titolo di qualsiasi genere per la partecipazione a concorsi pubblici». È prevista l’istituzione di un contributo annuo «alle associazioni che svolgano attività di promozione sociale e di tutela dei diritti degli associati, finalizzate al superamento di ogni forma di emarginazione». La legge n. 476 del 19 novembre 1987 è dunque il risultato di dieci anni di elaborazione parlamentare di fronte all’esigenza di sopperire a un sistema di finanziamento discontinuo di un universo associazionisti-co non chiaramente individuato. Tale legge costituisce un tentativo volto a dare concretezza normativa al concetto di “attività di promozione sociale” (locuzione riportata nel titolo della legge) e a riconoscerne la rilevanza con la previsione di un sistema di contributi statali. Gli anni ’90 costituiscono infatti il perio-do della regolamentazione incrementale del Terzo settore al di fuori di un progetto di riforma organico del Codice civile6, che ha inizio con la legge n. 49 del 26 febbraio 1987 relativa alla cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.La legislazione degli anni ’90 si collega evidentemente alla riflessione intrapresa nel decennio preceden-te: si realizza dunque un processo di istituzionalizzazione ma anche di frammentazione. Alla legge del 1987 seguono la legge quadro sul volontariato (legge n. 266 del 21 agosto 1991), la legge sulle cooperative sociali (legge n. 381 dell’8 novembre 1991), quella sulle fondazioni ex bancarie (legge n 461 del 23 dicembre 1998) e, in ultimo, la legge sulle associazioni di promozione sociale.La legge 266/1991 sul volontariato approfondisce l’intervento della precedente normativa del 1987, limitato al livello nazionale, definendo il ruolo del volontariato anche a livello regionale. Uno dei pun-ti rilevanti della legge è certamente quello relativo definizione di attività volontariato quale attività «prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontario fa par-te, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà» (articolo 2, comma 1) ma, soprattutto, di organizzazione di volontariato. In base all’articolo 2 (comma 4) «Le organizzazioni di volontariato possono assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo esclusivamente nei limiti necessari al loro regolare funzionamento oppure occorrenti a qualificare o specializzare l’attività da esse svolta». Nel medesimo articolo (comma 3) si specifica inoltre che «Le or-ganizzazioni possono assumere la forma giuridica che ritengono più adeguata al perseguimento dei loro fini, salvo il limite di compatibilità con lo scopo solidaristico».La ridefinizione che si approfondisce negli anni ’90 passa dunque attraverso la privatizzazione dei servizi pubblici e la loro presa in carico da parte di associazioni private e organismi del privato sociale. Sotto il profilo legislativo questo nuovo modello di welfare trova espressione nella legge n. 328 dell’8 novembre 20007, che non può essere disgiunta dall’analisi delle legge che l’hanno preceduta. L’attività legislativa che ha percorso gli anni ‘90 è anche indice dell’esigenza di definire ruoli differenti per rispondere a esi-genze specifiche con riferimento alla ridefinizione del welfare.È opportuno sgomberare il campo di analisi da possibili fraintendimenti di ordine concettuale: il feno-meno dell’associazionismo di promozione sociale si distingue storicamente da quello volontaristico di solidarietà sociale per una caratterizzazione mutualistica. Pur sotto lo stesso cappello organizzativo (quello dell’associazione privata) e ideale (in quanto espressione di partecipazione, pluralismo e solida-

6 P. Addis – Elena A. Ferioli – E. Vivaldi, Il Terzo settore, cit., p. 183 s.7 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

12 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

rietà), sono andate differenziandosi due prospettive differenti, la prima rivolta agli associati e da un’a-zione culturale e politica generale, e la seconda rivolta ai terzi attraverso azioni personali, spontanee e gratuite8. A partire da questa bipartizione ideale è stata comunque costruita la legislazione sulle APS, di cui si possono individuare differenze rispetto alle figure giuridiche esistenti (in particolare, rispetto alle associazioni di volontariato). Va però osservato che molto spesso queste due prospettive sono andate confondendosi nelle medesime realtà associative, proiettate a seconda dei casi o dei momenti della loro evoluzione verso l’interno o piuttosto verso l’esterno. Si è di riflesso osservato che «la classificazione delle APS come categoria autonoma nell’ambito del Terzo settore non sempre appare chiara»9.Al fine di poter ottenere lo status di associazione di promozione sociale la legge pone una serie di criteri distintivi: lo svolgimento di attività di utilità sociale (nelle associazioni di volontariato, il canone è invece quello della solidarietà sociale, che individua uno stato di svantaggio di qualsivoglia natura); l’assenza di fini di lucro.Il riconoscimento formale della qualifica di APS avviene con l’iscrizione presso i registri nazionale (per le associazioni a carattere nazionale, art. 7) e regionali (per quelle di rilievo regionale, art. 8). Tale iscrizione comporta anzitutto la possibilità di usufruire dei finanziamenti previsti per legge. Inoltre, essa consente di stipulare le convenzioni e per usufruire dei benefici previsti dalla legge nazionale e da quelli leggi regionali e provinciali.Per tale ragione si pone tuttora il problema dell’istituzione dei registri. L’”attivazione” del registro na-zionale è avvenuta con decreto ministeriale n. 471 del 14 novembre 2001, entrato in vigore il 9 febbraio 2002: vale a dire un anno e due mesi dall’entrata in vigore della legge 383/2000. Per i registri regionali (e delle province autonome di Trento e Bolzano), il termine per la cui istituzione era invece di 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, il ritardo è stato ancora maggiore. Nessuna regione ha istituito il regi-stro regionale entro il termine stabilito dalla legge. La prima ad adottare la legge regionale di attuazione è stata la Regione Veneto, nel settembre del 2001. Ad oggi, Sicilia e Calabria non hanno invece ancora emanato la normativa di attuazione della legge 383/2000.L’associazionismo di promozione sociale costituisce il fenomeno più significativo in termini numerici, comprendendo circa 200.000 associazioni.L’analisi comparata del settore non profit10 evidenzia chiare differenze a livello europeo, dovute alle diverse tradizioni di volontariato e non profit, che solo nell’ultimo scorcio del secolo scorso hanno cono-sciuto una certa convergenza. A livello teorico, la dottrina ha individuato quattro modelli di associazio-nismo non profit a finalità sociale, in base alle tradizioni associative e al livello di istituzionalizzazione11: il modello centro-europeo, caratterizzato da tradizioni associative risalenti e da un forte livello di isti-tuzionalizzazione; il modello mediterraneo, caratterizzando da forte istituzionalizzazione ma tradizioni associative più deboli; il modello anglosassone, caratterizzato da un basso livello di istituzionalizzazione e tradizioni associative risalenti; il modello scandinavo, caratterizzato da tradizioni associative deboli e da basso gradi di istituzionalizzazione12.

8 P. Addis – Elena A. Ferioli – E. Vivaldi, Il Terzo settore, cit., p. 200.9 A. Amodeo – N. Gioiello – M. Lia, Breve guida tecnico-giuridica alle organizzazioni di volontariato, Roma, 12 aprile

2006.10 Mi limito qui ai tre Paesi europei più importanti, Francia, Germania e Inghilterra, oltre all’Italia.11 C. Giorio – F. Volpi, Le associazioni sociali lungo la via europea, Roma, 2006, p. 90.12 Si limita qui l’analisi all’Inghilterra, alla Francia e alla Germania, Paesi rappresentativi dei modelli anglosassone,

francese e tedesco.

13Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

In Francia – così come in Italia, ma per motivi differenti – il fenomeno dell’associazionismo non profit è relativamente recente. Prima dell’adozione della legge sulle associazioni del 1901 le associazioni si trovavano ai margini della legalità. La Francia ha sviluppato tra il XIX e il XX secolo una forte tradi-zione statalista anche nell’ambito del welfare e dei servizi sociali. Ciononostante, negli ultimi decenni l’associazionismo in Francia ha raggiunto livelli inattesi eguagliando Paesi a tradizione associativa più consolidata come Germania e Inghilterra13. Rispetto a questi Paesi, l’Italia rimane quello con il settore non profit meno sviluppato, sebbene rilevante14. In Germania la tradizione associativa si radica nelle esperienze corporative della Prussia del XIX secolo, intrecciandosi inoltre con una tradizione di decentramento e sussidiarietà. Ciò ha comportato una mag-giore istituzionalizzazione del fenomeno associativo e una sua maggiore integrazione nel sistema del welfare, ma non ha evitato che, al pari di quanto si osserva in Italia e in Francia, il settore del non profit abbia conosciuto una crescita vertiginosa a partire dagli anni ’70 del secolo scorso. In Francia l’ambito predominante nelle attività del non profit sono i servizi sociali (come in Italia), in Germania la salute e in Inghilterra l’educazione. Inoltre, in Germania e in Francia lo Stato è la fonte principale di finanziamento degli enti non profit, il che riflette una sostanziale collaborazione tra di esso e lo Stato15.Per quanto riguarda l’ambito giuridico, in Inghilterra16 la differenza fondamentale corre tra organizza-zioni charitable e noncharitable17, dove la prima categoria, caratterizzata da trattamenti fiscali privile-giati in presenza dell’iscrizione all’albo delle charities, corrisponde al settore non profit/Terzo settore. Al suo interno si danno differenti tipologie organizzative. In realtà in Inghilterra la distinzione più rilevante non è tanto tra tipi di organizzazioni bensì tra finalità, charitable e non charitable che accomuna come detto i diversi tipi di enti che compongono il non profit e non solo le organizzazioni di volontariato. Si nota perciò da questo punto di vista una prospettiva unitaria che in Italia pare invece mancare – quanto alle finalità – per la presenza di concetti differenti come quelli di solidarietà sociale (tipica delle asso-ciazioni di volontariato) e di utilità sociale (tipica delle APS): concetti che necessitano ancora una chiara elaborazione teorica18. Nel 2004 è stata adottata una nuova normativa che ha specificato meglio le fina-lità dell’attività charitable orientandole chiaramente sul versante sociale e ridefinendone gli obbiettivi in relazione alle comunità locali. In particolare, è stato introdotto il concetto di public benefit delle attività associative e sono stati definiti gli più dettagliatamente gli ambiti di attività. In Francia gli enti non profit (a esclusioni di quelli politici e sindacali) si suddividono in quattro categorie che vanno a comporre il settore della économie sociale: mutuelles, cooperatives, associations e fonda-

13 Alla metà degli anni ‘90 si stimava che in questi Paesi il settore non profit generasse tra il 3% e il 4% del totale degli occupati, tra il 9% e il 10% degli occupati nel settore dei servizi e tra in 3% e il 5% del prodotto interno lordo, L. M. Salamon – H. K. Anheier, The emerging nonprofit sector, cit., pp. 82 e 89.

14 Nel 2001 il settore non profit in Italia contava 221.412 organizzazioni, di cui quasi l’80% si è costituito negli ultimi vent’anni, E. Rossi, Terzo settore, cit., p. 295.

15 L. M. Salamon – H. K. Anheier, The emerging nonprofit sector. An overview, Manchester, 1996, p. xix s.16 Vi sono alcune differenze tra la legislazione inglese e gallese e quella della Scozia e dell’Irlanda del Nord, L. M.

Salamon – H. K. Anheier, The emerging nonprofit sector, cit., p. 311 ss. In questa sede si considera solamente il caso inglese.

17 Charitable Uses Act 1601, Charities Act 1993.18 Sul punto v. ISFOL, L’inquadramento giuridico dell’associazionismo, cit.19 C. Giorio – F. Volpi, Le associazioni sociali, cit., p. 115.

14 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

tions. Le prime due hanno una caratterizzazione spiccatamente economica, mentre le associazioni si caratterizzano in senso prevalentemente volontaristico19. La legge del 1° luglio 1901 distingue, accanto alle associazioni “di fatto” (senza personalità giuridica) e alle associazioni “dichiarate” (formalmente riconosciute ma non sottoposte al controllo pubblico), le associazioni di utilità pubblica (d’utilité publi-que), che è essenzialmente uno status fiscale. Il concetto di utilità pubblica è si collega ad alcuni criteri definiti dalla giurisprudenza amministrativa: in particolare, il raggio d’azione non localistico, l’ambito di interesse pubblico o di eminente interesse morale collettivo20.Dalle associazioni di utilità pubblica vanno tenute distinte (seppure esse possano di fatto sovrapporsi) le associazioni certificate o autorizzate, che sono associazioni di uno dei tre tipi sopra indicate che svolgo-no attività pubbliche o rilevanti – a fini di beneficenza, assistenza, ricerca medica e scientifica, etc. – e caratterizzate da vincoli specifici21.Per quanto riguarda la retribuzione, la giurisprudenza ha stabilito che possano essere retribuite le perso-ne che svolgono un lavoro ben definito ed effettivo per il funzionamento dell’associazione, ma è esclusa la retribuzione ai membri per la loro attività nel raggiungimento delle finalità associative. È ammesso tuttavia che i membri possano essere impiegati (ricevendo salari) per lavori di natura tecnica (è esclusa dunque in linea di principio ogni retribuzione per i dirigenti associativi)22.In Germania gli enti non profit di carattere privato possono assumere la forma dell’associazione (Ideal-verein), della fondazione, del trust (con cui si intende una versione non riconosciuta della fondazione) e della impresa sociale. Tra le associazioni, la cui regolamentazione è contenuta in una legge federale del 5 agosto 196423,esiste una differenziazione definita dal Codice fiscale generale del 16 marzo 1976 (Abgabenordnung) tra quelle che perseguono un fine di utilità sociale (o pubblica, gemeinnnützige Zwe-cke), quelle di volontariato che perseguono finalità di beneficenza (mildtätige Zwecke) e le associazioni di natura religiosa. In base al paragrafo 52 del Codice fiscale, il fine di utilità sociale comprende quelle finalità che, materialmente, spiritualmente o moralmente, promuovono il benessere generale e non solo quello esclusivo degli associati. Esso può riguardare ambiti eterogenei: ricerca ed educazione, arte e cultura, salute, welfare, attività giovanili... Tutte le associazioni non profit tedesche possono retribuire impiegati, funzionari o consulenti per servizi specifici, purché non in maniera irragionevolmente eccessiva. È anche ammissibile l’esercizio di attività commerciali nella misura in cui esse siano funzionali alle finalità dell’organizzazione (Nebenzweckprivileg). Pur ammissibili, le attività commerciali non direttamente correlate alle finalità dell’associazione che generano accumulo di capitale, distribuzione di profitti (è il caso attività commerciali quale i negozi nei musei o i ristoranti), sono sottoposte a normale tassazione come qualunque altra attività commerciale.Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 vi sono stati alcuni interventi normativi (in particolare, la legge di sostegno alle associazioni e la legge di sostegno alla cultura e alle fondazioni) che hanno allar-gato i privilegi fiscali alle organizzazioni non profit attive nell’ambito del welfare. Tuttavia, questa nuova legislazione ha contribuito a frammentare la disciplina in materia, laddove sarebbe stata opportuna una riforma generale della normativa fiscale.

20 Le associazioni di utilità pubblica sono circa 2.000, oltre a 650 congregazioni che godono del medesimo status, C. Giorio – F. Volpi, Le associazioni sociali, cit., p. 118.

21 Art. 6 Loi du 1er juillet relative au contrat d’association. Le associazioni certificate sono oltre 10.000.22 L., M. Salamon, The International Guide, cit., p. 110.23 La disciplina generale delle associazioni (e delle fondazioni) è contenuta nel Codice civile (Bürgerlichesgesetzbuch-

BGB), che distingue tra le associazioni che possono svolgere attività di lucro e quelle che non possono. La legge dell’agosto 1964 rimanda alla legislazione dei Laender (che tra l’altro istituiscono i registri associativi) per una disciplina più dettagliata.

15Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

2. I dati sulle APS a livello nazionale

Come si è visto nelle pagine precedenti, il riconoscimento legislativo delle Associazioni di Promozione Sociale, quale forma associativa specifica di organizzazione non profit, rappresenta un fenomeno recen-te. La legge n. 383/00 – insieme alla legge quadro n. 328 dello stesso anno 2000 – costituisce il portato giuridico di tale forma associativa che, in tendenza rispetto al dato di crescita del settore non profit dell’ultimo decennio (Istat, 2008), è in progressiva aumento.Con entrambi gli interventi normativi il Legislatore ha fornito una regolamentazione omogenea e speci-fica ad una pluralità di organismi già attivi nel mondo giuridico e sociale, i quali, sino ad allora, risulta-vano oggetto di interventi perlopiù settoriali se non disorganici.Rispetto ai dati del Cnel/Istat del 2009 che registravano un numero di iscritti al registro nazionale pari a 141 organizzazioni, il numero delle organizzazioni attualmente iscritte è pari a 178 (MLPS, 2012) con un incremento medio di 7,4 APS registrate ogni anno. In effetti, la tendenza alla formalizzazione della struttura organizzativa delle APS rappresenta un processo che contribuisce all’apertura di nuovi scenari sulle prospettive di crescita e sviluppo dei nostri territori. Storicamente legato ad attività caritatevoli e volontaristiche, l’analisi longitudinale mostra qual è il contributo che il Terzo settore fornisce alla coe-sione sociale, economica e territoriale del nostro Paese. Una delle caratteristiche attuali che connotano le Associazioni di Promozione sociale è il loro porsi nei “gangli sociali” tra reciprocità, solidarietà e svi-luppo economico. Si tratta, in fondo, di organizzazioni formate da un insieme di attori che, associandosi e cristallizzando la loro motivazione in una delle diverse forme di cui si compone il settore non profit, contribuiscono, da una parte, alla creazione di attività economiche e di posti di lavoro, e, dall’altra, rafforzano coesione e capitale sociale attraverso progetti ed attività implementati sui territori. Nel mare magno del Terzo settore le APS rappresentano l’anima più giovane e innovativa del non profit italiano.

I dati relativi alla distribuzione territoriale delle APS registrano la presenza di queste organizzazioni in prevalenza nel Centro-Italia; la quota di queste organizzazioni è pari al 70,2%; al Nord (25,5%) e al Sud (4,3%) l’incidenza percentuale di tali organizzazioni è decisamente inferiore.La forma giuridica prevalente è quella dell’“associazione non riconosciuta” che in termini percentua-li rappresenta il 56,7% del totale (80 unità). Da rilevare la completa assenza delle “associazioni non riconosciute” nel Mezzogiorno, area del Paese in cui si registra, in valore assoluto, anche la più bassa presenza di “associazioni riconosciute” (6 unità) (tab. 2).

Tab. 1 – APS per ripartizione geografica. Anno 2007 (v.a. e %)

Area geografica v.a. %

Nord 36 25,5 Centro 99 70,2 Mezzogiorno 6 4,3 Italia 141 100

Fonte: Cnel-Istat, Primo Rapporto sull’Economia Sociale, 2009.

16 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Guardando al settore di attività prevalente, circa l’80% delle associazioni di promozione sociale si distri-buisce lungo tre ambiti di intervento;

1. “Cultura, sport e ricreazione” (42,6%);2. “Tutela dei diritti e attività politica” (20,6%);3. “Servizi socio-assistenziali” (16,3%); 4. “Altro” (20,5%)

La principale fonte di finanziamento di cui si avvale l’85,8% delle APS è di natura privata. A fare ricorso a risorse finanziarie private sono soprattutto le “associazioni non riconosciute” (91,3%), mentre tra le “associazioni riconosciute” la quota di organizzazioni che finanzia la propria attività con fondi privati scende al 78,7%; le stesse indicazioni che provengono dalle fonti Istat (2009) segnalano tale residuale dipendenza delle APS dai finanziamenti pubblici e, per converso, un ricorso più strutturato alle quote associative e alla vendita di beni e servizi agli stessi associati. La maggiore autonomia dal pubblico si risolve in una presenza meno radicata nelle funzioni “tradizionali” del welfare state e in un maggiore coinvolgimento nei campi classici delle APS come lo sport, la cultura, la ricreazione, in uno spazio del radicamento sociale più vicino alla sfera originaria della “vita comunitaria”. Rispetto alla ripartizione ge-ografica, tanto al Nord quanto al Centro e al Sud la provenienza privata dei finanziamenti resta la fonte economica prevalente (rispettivamente 91,7%, 84,8%, 66,7%). Tradotto in termini economici, l’ammon-tare complessivo dei finanziamenti, sia di natura pubblica sia privata, forma un volume di entrate equi-valente a circa 600milioni di euro, con un importo medio per organizzazione pari a 4,3milioni (tab. 28).

Tab. 2 – APS per ripartizione geografica e forma giuridica. v.a. - %

Forma giuridica

Associazione riconosciuta Associazione Totale riconosciuta non riconosciuta

v.a. % v.a. % v.a. %Nord 9 14,8 27 33,75 36 25,5Centro 46 75,4 53 66,25 99 70,2Mezzogiorno 6 9,8 0 0 6 4,3Italia 61 100 80 100 141 100

Fonte: Cnel-Istat, Primo Rapporto sull’Economia Sociale, 2009.

Tab. 3 – APS per tipo di finanziamento, forma giuridica e area geografica. Anno 2007 v.a. - %

Tipo di finanziamento

Finanziamento Finanziamento Totale prevalentemente prevalentemente pubblico privato

Forma giuridica v.a. % v.a. % v.a. %

Associazione riconosciuta 13 21,3 48 78,7 61 100Associazione non riconosciuta 7 8,8 73 91,3 80 100Totale 20 14,2 121 85,8 141 100

17Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

Le attività in cui sono impegnate le associazioni di promozione sociale sono realizzate da un numero complessivo di risorse umane stimato intorno a 48.500 unità (ibidem); si tratta, in prevalenza, di religiosi (37,5%) e volontari (30,4%); due categorie in cui rientra il 70% circa delle risorse umane impegnate. Sul fronte occupazionale, il numero di lavoratori occupati è stimato in 11.782 unità, che in termini per-centuali equivalgono al 24,3% delle risorse umane impiegate. Si tratta in netta prevalenza di lavoratori dipendenti (8.078 unità), di cui il 98,4% presta la propria attività lavorativa a tempo pieno (7.952 unità).

Osservando la stima del numero degli occupati rispetto alla ripartizione territoriale, la distribuzione del dato mostra un’elevata concentrazione dei lavoratori nell’area del Centro Italia (98%) – valore d’al-tronde ampiamente ipotizzabile dal momento che gran parte delle associazioni ha sede in quell’area. Al Nord è presente l’1,9% del totale degli occupati mentre nel Mezzogiorno le associazioni assorbono un numero decisamente esiguo di lavoratori (0,1%). Un’ultima considerazione va fatta in merito al settore di impiego. Circa il 90% degli occupati opera nel campo della “assistenza sociale”. In termini assoluti, i lavoratori dipendenti occupati in questo settore ammonta a 7.789 unità, più del doppio dei collabo-ratori e dei lavoratori distaccati (3.285 unità). Quest’ultima tipologia di impiego è presente in misura significativamente maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti nel settore “ambiente” e nel campo della “cooperazione e solidarietà internazionale”.

3. Le attività delle APS nel triennio 2007-2009

In continuità con l’analisi longitudinale delle attività implementate dalle APS lungo un intero triennio,

Tipo di finanziamento

Finanziamento Finanziamento Totale prevalentemente prevalentemente pubblico privato

Area geograficaNord 3 8,3 33 91,7 36 100Centro 15 15,2 84 84,8 99 100Mezzogiorno 2 33,3 4 66,7 6 100Totale 20 14,2 121 85,8 141 100

Fonte: Cnel-Istat, Primo Rapporto sull’Economia Sociale, 2009.

Tab. 4 – Lavoratori occupati nelle APS per tipologia di impiego. Anno 2007 V.a. - %

Tipologia di impiego

Dipendenti Collaboratori e lavoratori Totale distaccati sul totale dei lavoratori v. a. % v. a. % v. a. %

8.078 68,6 3.704 31,4 11.782 100

Fonte: Cnel-Istat, Primo Rapporto sull’Economia Sociale, 2009.

18 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

l’obiettivo di questo paragrafo è quello di descrivere il portato quantitativo e qualitativo dei progetti delle Associazioni di Promozione Sociale finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. L’analisi dei progetti presentati e finanziati dal Ministero LPS tra il 2007 e il 2009, si incentra su due funzioni generali che la legge 383/00 assegna alle APS:a. Sostegno alle iniziative di formazione e aggiornamento professionale per lo svolgimento delle attività

associative, nonché supporto ai progetti di informatizzazione e banche-dati in materia di associazio-nismo sociale (art. 12; lett. D);

b. Ideazione e applicazione di metodologie di intervento particolarmente innovative e avanzate (art. 12, lett. F), nell’ambito di progetti sperimentali, attuati anche in collaborazione con Enti locali.

L’analisi complessiva dei dati fornisce un quadro che ha visto la presentazione di una doppia tipologia di progetto, afferenti alle aree D e F. Più specificamente, i progetti appartenenti alla categoria F sono quelli per cui le APL hanno proposto di intervenire in ambiti specifici, al fine di risolvere problematiche riguardanti particolari categorie sociali svantaggiate; quelli di tipologia D, invece, hanno perlopiù puntano alla formazione degli operatori e dei dirigenti delle associazioni, all’informatizzazione delle sedi e alla creazione di banche dati utili allo svolgimento delle attività associative. Ciò che emerge con evidenza dal canovaccio analitico è che le Associazioni di promozione sociale hanno risposto in maniera più consistente rispetto alla possibilità di poter accrescere le competenze dei propri membri e di poter digitalizzare e informatizzare le sedi. Questo può essere indicatore della scelta delle associazioni di voler cogliere la possibilità offerta loro di potersi migliorare: soltanto potenziando le proprie competenze e specificità queste possono essere in grado di offrire servizi sempre migliori ed efficienti, per territori spesso afflitti da problemi di ordine sociale. Non mancano comunque progetti ed iniziative volte già a rispondere a bisogni delle categorie sociali più disagiate. In primis giovani ed adolescenti, a cui seguono disabili ed immigrati. Un dato da segnalare, inoltre, è l’attenzione crescente nel corso del triennio rivolta alla categoria dei disabili, che è l’unica che ha visto crescere negli anni il numero dei progetti ad essa dedicata. Da segnalare, per entrambe le tipologie di progetti, la grande compartecipazione delle istituzioni, soprattutto a livello comunale e provinciale, che, radicate nel territorio, riescono a fornire una lettura più critica e profonda delle problematiche avvertite dalle comunità territoriali. I finanziamenti pubblici concessi dallo Stato alle APS vanno infatti proprio sulla incentivazione a proget-ti e attività che possano essere ripetute nel tempo con efficienza organizzativa; si tenta cioè di conciliare sia la necessità della singola organizzazione di rendere più efficiente la propria struttura organizzativa, sia la necessità per i territori di avere progetti efficaci in termini di coesione sociale. Parte di tali finan-ziamenti è stata utilizzata dalle APS per ampliare e diversificare il proprio bacino di competenze tecnico-professionali, puntando in particolar modo sulla formazione della dirigenza e degli operatori, al fine di offrire servizi qualitativamente migliori. I dati presentati nel grafico 1 indicano che nel corso del triennio 2007-2009 il numero dei progetti approvati ha subìto un decremento dal 2007 al 2008, per poi crescere nuovamente, ed in maniera con-siderevole, nel 2009. Si è passati, infatti, da un totale di 83 progetti approvati nel 2007 (tra quelli di tipologia D e quelli di tipologia F) a 78 nel 2008, per poi arrivare a 103 nel 2009. La tendenza è la stessa per entrambe le tipologie di progetti. Per quanto riguarda quelli di tipologia D, infatti, le approvazioni sono passate da 45 del 2007 a 42 del 2008, per poi diventare 50 nel 2009. Per quanto riguarda i progetti di tipologia F, invece, si è passati da 38 approvazioni del 2007 a 36 nel 2008, per poi aumentare nell’anno successivo (53 nel 2009). Durante il triennio 2002-2004, invece, l’an-damento del numero di progetti approvati aveva registrato un incremento annuo progressivo.

19Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

GRAFICO 1 - ANDAMENTO DEL NUMERO DI PROGETTI APPROVATI NEL TRIENNIO 2007-2009

La tabella 2 indica il numero di progetti avanzati da ogni Regione, nonché il peso percentuale dei pro-getti sul territorio nazionale, rappresentato con un indice cromatico anche in fig. 1. Come si osserva nel ranking generale sono le regioni del Centro-Sud a beneficiare di un quantum maggiore di finanziamenti; dato in linea rispetto al triennio 2002-2004 in cui l’analisi della distribuzione territoriale dei progetti rilevava un grado di distribuzione simile (cfr. Isfol, 2006). In ordine al triennio di cui si discute, il de-stinatario del quantum più elevato di risorse economiche è la Regione Lazio che presenta un peso sul territorio nazionale pari al 76,5% sul totale. Seguono la regione Campania, con il 72,3% dei progetti totali finanziati, la regione Sicilia (68,2%). In generale c’è stato per tutte le Regioni dal 2007 al 2009 un aumento del numero dei progetti finanziati.

FIG. 1 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEI PROGETTI SUL TERRITORIO NAZIONALE

Tipologia D 45 42 50 Tipologia F 38 36 53 Tot. Progetti 83 78 103

Fonte: ISFOL 2012

Fonte: ISFOL 2012

20 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

TABELLA 2 - DISTRIBUZIONE DEI PROGETTI PER REGIONE, ANNI 2007-2009

Nella quasi totalità dei casi l’aumento è stato graduale; Campania, Sicilia, Puglia, Piemonte ed Abruzzo in questo rappresentano un’eccezione. Infatti, le suddette Regioni hanno visto decrescere il numero dei progetti implementati dal 2007 al 2008, per poi subire anch’esse un aumento. Solo la Regione Veneto si è vista approvare lo stesso numero di progetti sia nel 2007, sia nel 2008. A chiudere la graduatoria ci sono il Molise (il cui peso percentuale dei progetti rispetto al territorio nazionale è pari al 34,1%) e la Valle d’Aosta (con un peso pari al 22,3%), che sono anche le Regioni con minore estensione territoriale. La tabella 3 ed il grafico 2 mostrano la natura delle collaborazioni avviate nel triennio 2007-2009 con altre istituzioni, pubbliche e private. Un peso rilevante è occupato dalle amministrazioni comunali e pro-vinciali, che hanno stipulato 49 accordi per la cooperazione le prime, 42 le seconde. Bassa appare, inve-ce, la collaborazione con ASL, Municipi e piccole e medie imprese, che hanno stipulato, rispettivamente, in totale nel triennio 8, 4 e 4 accordi per collaborazioni. Totalmente assenti nel 2007 e nel 2008, infine, quelli con le Comunità montane, che figurano soltanto in due accordi per collaborazione nel 2009.

Regione Totale Peso % dei progetti Annualità su territorio nazionale

2007 2008 2009

Lazio 60 63 79 202 76,5%Campania 59 55 77 191 72,3%Sicilia 59 56 65 180 68,2%Puglia 56 55 76 187 70,8%Lombardia 51 56 76 183 69,3%Piemonte 48 47 67 162 61,4%Toscana 46 52 72 170 64,4%Veneto 49 49 60 158 59,8%Emilia Romagna 38 53 63 154 58,3%Marche 36 41 60 137 51,9%Liguria 31 44 55 130 49,2%Calabria 43 49 63 155 58,7%Sardegna 32 43 45 120 45,5%Umbria 34 35 57 126 47,7%Friuli Venezia Giulia 30 38 52 120 45,5%Abruzzo 37 33 64 134 50,8%Trentino Alto Adige 20 27 33 80 30,3%Basilicata 30 36 39 105 39,8%Molise 22 31 37 90 34,1%Valle d’Aosta 13 20 26 59 22,3%

Fonte: ISFOL 2012

21Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

GRAFICO 2 - ACCORDI PER COLLABORAZIONI CON ALTRE ISTITUZIONI,PUBBLICHE E PRIVATE, ANNO 2007-2009

La volontà di collaborazione tra associazioni ed Enti locali (in particolare quella con Comuni e Province) risulta particolarmente avvertita per la capacità dei progetti di giovare in maniera significativa al benes-sere dell’intera comunità locale, i cui bisogni sono avvertiti in maniera più immediata dalle istituzioni.

Ente o Istituzione Annualità Totale

2007 2008 2009

Comune 18 13 18 49Provincia 13 12 17 42Regione 8 4 14 26Società private 14 5 1 20Enti di formazione 7 10 0 17Università 7 5 4 16Consorzi 6 7 4 17Congregazioni religiose 3 6 1 10Centri culturali 7 3 3 13ASL 5 2 1 8Municipio 1 2 1 4Piccole e medie imprese 1 0 3 4Comunità montana 0 0 2 2

TABELLA 3 - ACCORDI PER COLLABORAZIONI CON ALTRE ISTITUZIONI,PUBBLICHE E PRIVATE, PER ANNUALITA’

Fonte: ISFOL 2012

Fonte: ISFOL 2012

22 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

La tabella 4 permette di comprendere la distribuzione degli accordi tra i progetti di tipologia D e quelli di tipologia F. Scomponendo la distribuzione degli accordi, è possibile osservare che questi sono richiesti, per ogni ente o istituzione, sempre in maniera maggiore, seppure con scarti variabili da caso a caso, per le iniziative di tipologia F, ossia quelle inerenti la realizzazione diretta di servizi socio-assistenziali. Unica eccezione è rappresentata dagli accordi con i Centri Culturali (7 per i progetti di tipologia D, 6 per quelli di tipologia F). Nessun accordo per i progetti di tipologia D con ASL e Comunità Montane.

GRAFICO 5 - NATURA GIURIDICA DELL’ENTE ATTUATORE, ANNI 2007-2009

Il grafico 5 esprime il peso percentuale e il valore numerico assoluto dei progetti condotti dalle associa-zioni sia singolarmente, sia in collaborazione. Dal grafico a torta è possibile evincere che le associazioni nel triennio 2007-2009 hanno preferito riservarsi l’intera gestione delle iniziative, evitando, dunque, il ricorso ad accordi di partenariato con altre associazioni. La gestione condivisa, infatti, riguarda soltanto il 13% dei progetti. In termini assoluti le associazioni che hanno optato per il partenariato sono 34 su 264.

Ente o Istituzione Tipologia Totale

Tipologia D Tipologia F

Comune 4 45 49Provincia 6 36 42Regione 5 21 26Società private 4 16 20Enti di formazione 6 11 17Università 6 10 16Consorzi 7 10 17Congregazioni religiose 1 9 10Centri culturali 7 6 13ASL 0 8 8Municipio 1 3 4Piccole e medie imprese 1 3 4Comunità montana 0 2 2

TABELLA 4 - DISTRIBUZIONE DEGLI ACCORDI CON ALTRI ENTI PER TIPOLOGIA DI PROGETTO

Singola associazione 230Partenariato 32 264

Singola associazione 87%Partenariato 13% 100%

Fonte: ISFOL 2012

Fonte: ISFOL 2012

23Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

Come abbiamo detto nell’Introduzione, progetti presentati all’attenzione del MLPS sono di tipologia D ed F (infra).Bisognerà qui ricordare che ciascun progetto presentato e implementato non può insistere su entrambe le aree di intervento, ma deve esercitare soltanto una delle due dimensioni tematiche.Guardando alla ripartizione dei progetti per tipologia di intervento (Tab. 5), ciò che chiaramente emerge è che quelli riguardanti la tipologia D sono in numero superiore rispetto a quelli di tipologia F. Un’oc-chiata agli obiettivi specifici che le singole associazioni si sono proposte, per la categoria D, ci dice che queste organizzazioni sono maggiormente interessate alla formazione dei propri operatori. Seguono l’informatizzazione delle sedi e la creazione di banche dati.

TABELLA 5 - RIPARTIZIONE DEI PROGETTI PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO, ANNI 2007-2009

N° progetti Peso % Peso % sul totale su D o F dei progetti Tipologia DFormazione operatori 127 48,1% 92,7%Informatizzazione sedi 61 23,1% 44,5%Banche dati in materia di associazionismo sociale 54 20,5% 39,4%Altro 0 0,0% 0,0%Totale 242 Tipologia FPromozione dei diritti e delle opportunità per favorire 27 10,2% 21,3%la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza 35 13,3% 27,6%e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone 29 11,0% 22,8%in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane 4 1,5% 3,1%alla vita della comunità e per garantire loro la dignitàe la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti 12 4,5% 9,4%di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità 10 3,8% 7,9%e non discriminazione Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo 9 3,4% 7,1%colpita dal terremoto Altro (*) 0 0,0% 0,0% Totale 126

Totale progetti D 137

Totale progetti F 127

Totale progetti 264

Fonte: ISFOL 2012

24 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Per quanto riguarda, invece, la tipologia F, le tipologie di intervento di sostegno presentati riguardano, in primo luogo, la “Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani” (il peso per-centuale degli interventi previsti per questa area sul totale dei progetti è del 13,3%). Seguono progetti di “Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico” (con un peso percentuale sul totale dell’11%) e interventi “Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità” (con un peso del 10,2%). La tabella 6 riporta la distribuzione regionale dei progetti per tipologia. Appare evidente che quelli affe-renti alla tipologia D sono numericamente superiori quasi in tutti gli ambiti territoriali, benché gli scarti variabili siano diversi tra Regione e Regione. Rappresentano un’eccezione Marche, Friuli ed Abruzzo, in cui la situazione è inversa.

La tabella 7 mostra in valori assoluti la distribuzione dei progetti per tipologia di destinatari.L’analisi comparata dei dati mostra che i progetti finanziati si concentrano principalmente sulla forma-zione e l’aggiornamento degli “operatori” sociali, per un totale di 127 nel corso dell’intero triennio e in coerenza con la tipologia D.

Regione Tipologia Totale

Tipologia D Tipologia F

Lazio 114 88 202Campania 106 85 191Sicilia 100 80 180Puglia 102 85 187Lombardia 109 74 183Piemonte 97 65 162Toscana 98 72 170Veneto 96 62 158Emilia Romagna 92 62 154Marche 56 81 137Liguria 84 46 130Calabria 85 70 155Sardegna 77 43 120Umbria 75 51 126Friuli Venezia Giulia 49 71 120Abruzzo 60 76 136Trentino Alto Adige 51 29 80Basilicata 62 43 105Molise 54 36 90Valle d’Aosta 40 19 59

TABELLA 6 - DISTRIBUZIONE DEI PROGETTI PER REGIONE E TIPOLOGIA, ANNI 2007-2009

Destinatari Annualità Totale

2007 2008 2009

Operatori 39 38 50 127Altro 21 30 48 99

TABELLA 7 - DISTRIBUZIONE DEI PROGETTI PER TIPOLOGIA DI DESTINATARI, ANNI 2007-2009

Continua Tabella 7

Fonte: ISFOL 2012

25Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

Per quanto riguarda le categorie sociali destinatarie dei progetti, giovani ed adolescenti sono quelli che hanno ottenuto la considerazione maggiore nell’investimento progettuale; la categoria “giovani/adole-scenti” ha mantenuto una considerazione pressoché costante durante il triennio in considerazione; altre categorie, invece, hanno ottenuto nel corso del triennio un’attenzione altalenante. Tra il 2007 ed il 2009, ad esempio, il numero di progetti dedicati a disabili ed anziani è diminuito durante il secondo anno, per poi crescere nel 2009; per quanto riguarda, invece, i progetti per i disagiati sociali, il loro numero è anda-to gradualmente intensificandosi. Specularmente, quelli destinati agli svantaggiati socio-economici, ca-tegoria che ha ottenuto in generale l’attenzione minore, sono gradualmente decresciuti anno dopo anno. La tabella 8, di seguito riportata, mostra la distribuzione dei progetti per destinatario e tipologia in valori assoluti. I progetti sono rivolti per entrambe le tipologie in larga misura agli operatori sociali, primi de-stinatari per i progetti di tipologia D e secondi, dopo i giovani e gli adolescenti, per quelli di tipologia F.

Nel ranking generale, dunque, gli “operatori” hanno un peso specifico maggiore. Sono, infatti, la catego-ria a cui i progetti delle APS maggiormente si rivolgono, soprattutto per l’investimento in aggiornamento e formazione professionale (come risulta chiaramente anche dalla proporzionalità tra tipologia D ed F pari a 86/41). Una quota consistente è poi appannaggio della categoria “Altro” che è caratterizzata da soggetti indirettamente coinvolti nei progetti finanziati. Anche in questo caso osserviamo una quota consistente di interesse verso la categoria dei “giovani/adolescenti” (54 progetti dedicati) e dei disabili (33 progetti finanziati).

Destinatari Annualità Totale

2007 2008 2009

Giovani/adolescenti 17 19 18 54Disabili 10 7 16 33Immigrati/nomadi/minoranze 10 10 6 26Disagiati sociali 5 7 9 21Formatori 5 3 9 17Anziani 5 3 7 15Svantaggiati socio-economici 4 3 2 9

Destinatari Tipologia Totale

Tipologia D Tipologia F

Operatori 86 41 127Altro 62 37 99Giovani/adolescenti 4 50 54Disabili 2 31 33Immigrati/nomadi/minoranze 2 24 26Disagiati sociali 1 20 21Formatori 10 7 17Anziani 0 15 15Svantaggiati socio-economici 1 8 9

TABELLA 8 - DISTRIBUZIONE DEI PROGETTI PER DESTINATARIO E TIPOLOGIA

Fonte: ISFOL 2012

Fonte: ISFOL 2012

26 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

GRAFICO 6 - DISTRIBUZIONE DEI PROGETTI PER DESTINATARIO E TIPOLOGIA

Il grafico 6 aggrega le diverse tipologie appena descritte, mostrando efficacemente l’andamento cre-scente, in termini di progetti dedicati, del target di riferimento che va dai cosiddetti “svantaggiati socio-economici” (9 progetti in totale) che comprende, cioè, tutti i soggetti nella cosiddetta marginalità eco-nomica e sociale, agli operatori della dimensione socio-assistenziale (127).

GRAFICO 7 - DISTRIBUZIONE DEI PROGETTI PER DESTINATARI E ANNUALITA’

La ripartizione dei finanziamenti tra destinatari e annualità di riferimento, riportata nel grafico 7, ci indica che, lungo triennio 2007-2009, il numero totale dei progetti finanziati è cresciuto. Invero, in linea di tenenza tutti i progetti presentati subiscono un sensibile aumento nel triennio, eccezion fatta per la curva degli immigrati che, al contrario, rileva un segno negativo (da 10 del 2007 a 6 del 2009), così come per quella dei soggetti che vivono in condizioni socio-economiche svantaggiate (da 4 a 2).

Passando all’analisi dei finanziamenti medi annui concessi alle APL (cfr. tabella 9), si rileva un leggero scarto tra il quantum di finanziamenti per la lettera D (122,354) e quelli per la lettera F (129,097). Il dato è, proporzionalmente, in linea con i dati dei finanziamenti del triennio 2002-2004 (cfr. Isfol, 2006).

Fonte: ISFOL 2012

Fonte: ISFOL 2012

27Parte prima. L’associazionismo di promozione sociale

Si riporta infine il prospetto relativo ai finanziamenti medi per durata temporale dei progetti (cfr. tabella 10).L’analisi dei dati riportati in tabella mostra che la quasi totalità dei finanziamenti è concessa ai progetti di durata non superiore ai 12 mesi. I progetti di durata compresa tra i 12 ed i 18 mesi appartengono tutti alla tipologia F (si tratta, in totale, di 49 progetti su 264). Questo è dovuto con molta probabilità al fatto che la natura delle situazioni trattate può richiedere un tempo di implementazione più lungo. Nessun progetto, per ambedue le tipologie, ha avuto durata superiore ai 18 mesi, nonostante ci fosse la possibilità di derogare al limite temporale, per un periodo compreso tra i 18 ed i 24.

Tipologia di progetto Annualità Finanziamento medio annuo N° progetti

Iniziativa di cui alla lettera D 2007 129.528 45 2008 140.096 42 2009 97.439 50 Totale D 122.354 137

Iniziativa di cui alla lettera F 2007 148.219 38 2008 138.495 36 2009 100.576 53 Totale F 129.097 127

Totale 2007 138.874 83 2008 139.296 78 2009 99.008 103 Totale 125.726 264

TABELLA 9 - FINANZIAMENTI MEDI CONCESSI, ANNI 2007-2009

Continua Tabella 10

Annualità Tipologia Durata Finanziamento N° progetti di progetto del progetto medio annuo

2007 Tipologia D < 12 mesi 129.528 45 12-18 mesi - 0 18-24 mesi - 0 Totale 129.528 45

Tipologia F < 12 mesi 130.235 11 12-18 mesi 155.827 27 18-24 mesi - 0 Totale 143.031 38

Totale < 12 mesi 129.882 56 12-18 mesi 77.914 27 18-24 mesi - 0 Totale 103.898 83

TABELLA 10 - FINANZIAMENTI MEDI CONCESSI PER DURATA DEI PROGETTI

Fonte: ISFOL 2012

28 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Annualità Tipologia Durata Finanziamento N° progetti di progetto del progetto medio annuo

2008 Tipologia D < 12 mesi 140.095 42 12-18 mesi - 0 18-24 mesi - 0 Totale 140.095 42

Tipologia F < 12 mesi 135.778 14 12-18 mesi 141.712 22 18-24 mesi - 0 Totale 138.745 36

Totale < 12 mesi 137.937 56 12-18 mesi 70.856 22 18-24 mesi - 0 Totale 104.396 78

2009 Tipologia D < 12 mesi 97.439 50 12-18 mesi - 0 18-24 mesi - 0 Totale 97.439 50

Tipologia F < 12 mesi 105.722 53 12-18 mesi - 0 18-24 mesi - 0 Totale 35.241 53

Totale < 12 mesi 101.581 103 12-18 mesi - 0 18-24 mesi - 0 Totale 101.581 103

TOTALEIniziativa di cui alla lettera D < 12 mesi 122.354 137 12-18 mesi - 0 18-24 mesi 0 Totale 61.177 137Annualità Tipologia Durata Finanziamento N° progetti di progetto del progetto medio annuo

Iniziativa di cui alla lettera F < 12 mesi 123.912 78 12-18 mesi 99.180 49 18-24 mesi 0 Totale 111.546 127

Totale < 12 mesi 123.133 215 12-18 mesi 49.590 49 18-24 mesi 0 Totale 86.361 264

Fonte: ISFOL 2012

Parte secondaSCHEDE PROGETTUALI

Iniziative annualità 2007 ai sensi della lettera D 31

Iniziative annualità 2007 ai sensi della lettera F 73

Iniziative annualità 2008 ai sensi della lettera D 111

Iniziative annualità 2008 ai sensi della lettera F 149

Iniziative annualità 2009 ai sensi della lettera D 185

Iniziative annualità 2009 ai sensi della lettera F 231

Iniziative annualità 2007ai sensi della lettera D

33Parte seconda. Schede progettuali

“Per una formazione di prossimità”

Ente ACLICodice D/2007/ACLIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa intende fare dell’attività formativa uno dei principali ambiti di com-petenza regionali attraverso la creazione di responsabile regionale alla formazione, al fine di sostenere le province medio-piccole e realizzare una formazione maggiormente integrata e condivisa fra le organizzazioni che compongo il sistema ACLI.

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia, Veneto.

Obiettivi 1) Accompagnare la strutturazione della funzione formazione regionale delle ACLI e mettere tutte le regioni in grado di potere compiutamente operare in ambito formativo; 2) accrescere il patrimonio di compe-tenze formative e di ricerca sperimentale; 3) incrementare l’utilizzo degli strumenti informatici per migliorare la fruibilità dei materiali didattici, incentivare l’autoformazione, condividere i saperi e le esperienze, promuo-vere una comunità di pratiche.

Metodologia e strumenti utilizzati Sono previsti incontri in presenza (lezioni frontali, lavori di gruppo, si-mulazioni /esercitazioni, sperimentazioni di azioni formative nelle regioni, workshop) e formazioni a distanza con apprendimento cooperativo attraverso strumenti messi a disposizione dalla piattaforma informatica, au-toformazione su moduli predisposti ad hoc, capitalizzazione dei saperi attraverso un “magazzino” condiviso.

Risultati attesi 1) Sviluppo di una funzione formazione di regionale in grado di attivare percorsi formativi per rispondere alle esigenze del territorio; 2) consolidamento a livello locale delle figure dei responsabili formativi; 3) sviluppo e approfondimento delle competenze formative presenti nel sistema ACLI soprattutto a livello territoriale; 4) acquisizione di competenze nella progettazione e nell’utilizzo di strumenti informatici per la formazione a distanza.

Aspetti innovativi La sperimentazione di percorsi formativi è organizzata a livello regionale e non più svilup-pata centralmente e poi trasmessa alla periferia. Tale modello è sostenuto da moduli a distanza appositamente studiati e sperimentati dai partecipanti nel proprio contesto territoriale, monitorati dai formatori nazionali.

Trasferibilità La sperimentazione regionale della formazione riguarda due regioni ma può essere estesa anche alle restanti regioni grazie alle buone pratiche e ai materiali formativi approntati e al supporto della piattafor-ma informatica per la condivisione dei materiali didattici.

“Comunicare per crescere insieme. Comunicare le Associazioni - le Associazioni al servizio del cittadino”

Ente ACSICodice D/2007/ACSIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Lo scopo dell’iniziativa consiste nel creare un luogo sia fisico che virtuale dove le realtà associative e i circoli aderenti all’Acsi possano confrontarsi e ascoltare i bisogni del cittadino. Esse infatti hanno bisogno di farsi conoscere, comunicare all’esterno le proprie iniziative e attività, di avere un luogo dove

D/2007/ACLI; D/2007/ACSI

34 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

incontrarsi anche per scambiare esperienze con le altre associazioni.

Ambito territoriale Abruzzo (l’Aquila), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Molise (Campobasso), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Agrigento), Toscana (Lucca), Veneto (Padova).

Obiettivi a) Creazione di sei redazioni che fungano da vere e proprie agenzie di stampa e nel contempo da “centrali” dove ascoltare i cittadini e dare informazioni sulle attività svolte dalle associazioni e dai circoli; la realizzazione di quest’obbiettivo include la formazione di un gruppo di dirgenti e volontari per la gestione delle redazioni; c) costruzione di un portale ad hoc per lo scambio e la diffusione di informazioni tra i cittadini e le associazioni stesse; alle associazioni che lo desiderano viene data a titolo gratuito una casella e-mail e un sito web con relativo software per l’auto-aggiornamento facilitato.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede la creazione di una banca dati che racchiuda tutte le attività e i corsi svolti dalle associazioni e la realizzazione di un corso di formazione di base e gestione dello spazio web rivolto ai dirigenti. È prevista anche la selezione e formazione dei volontari che faranno servizio presso le “centrali” di ascolto. Infine sarà realizzato un periodico web in grado di raccogliere le iniziative svolte sul territorio meritevoli di particolare attenzione.

Risultati attesi Il risultato generale atteso è quello di aumentare la visibilità delle associazioni e dei circoli nella società, di aumentare le conoscenze informatiche e soprattutto le capacità di gestione dei siti web e della navigazione internet, di stimolare il dialogo tra le associazioni stesse.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto è trasferibile ad altri Enti o forme associative che abbiano sedi periferiche sparse sul territorio nazionale.

“Seminario di formazione su consumo responsabile e accesso alla giustizia e realizzazione di una banca dati online su “promozione social e diritti del consumatore”

Ente ADICONSUMCodice D/2007/ADICONSUMArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto La necessità di attuare un seminario di formazione e di creare una banca dati online nascono dalla necessità di formare e aggiornare in modo continuo e costante gli operatori che operano presso le sedi territoriali, in particolar modo quelle più periferiche. La banca dati consultabile online consente l’acces-so a schede utili a fornire al consumatore e all’operatore informazioni di carattere normativo, suggerimenti su come comportarsi per presentare un reclamo o una procedura di conciliazione, etc.

Ambito territoriale Lazio (Roma).

Obiettivi Il progetto mira a organizzare un percorso di formazione continua attraverso l’aggiornamento della banca dati online anche per i cittadini meno preparati pensata per aree tematiche con relative schede formu-late per fornire suggerimenti, istruzioni, riferimenti legislativi, etc.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto fa ricorso alle seguenti metodologie formative: lezioni fron-tali con esperti, gruppi problem solving, focus group, supervisioni individuali per i partecipanti che chiedono supporto dei docenti, questionari per le verifiche relativi alla valutazione delle competenze dei partecipanti e sul gradimento dell’iniziativa.

D/2007/ADICONSUM

35Parte seconda. Schede progettuali

Risultati attesi a) Implementazione delle conoscenze degli operatori riguardo ai temi dei diritti del consu-matore/utente; b) facilitazione dell’accesso alle informazioni per le sedi territoriali meno attrezzate e aggior-namento continuo delle informazioni tramite la banca dati; c) miglioramento delle procedure di reclamo e di accesso alla giustizia.

Aspetti innovativi Il seminario permette la valorizzazione delle singole esperienze maturate dagli operatori degli sportelli provinciali e regionali, la messa in rete e la condivisione delle informazioni e l’attuazione di una formazione di alto livello attraverso l’uso di gruppi di lavoro e metodologie non tradizionali.

Trasferibilità Le competenze consolidate durante il corso saranno trasferite agli altri operatori e volontari che operano nelle sedi regionali e territoriali. Inoltre, possibilità di accedere alla banca dati online permetterà a chi non ha partecipato al seminario di fruire delle informazioni e degli aggiornamenti.

“Una storia in rete: confutabilità e condivisione in rete web di database di memoria storica ed as-sociativa”

Ente AGESCICodice 2007/D/AGESCIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce dall’idea di rendere visibile e fruibile da parte dei soci e di persone esterne all’Associazione (per motivi ad esempio di studio o di lavoro) la consultazione delle banche dati dello scoutismo cattolico in Italia. A tal fine è previsto un percorso di formazione rivolto ai soci dei Centri Studi regionali scout e delle segreterie regionali per la consultazione del sito e al personale della sede nazionale per la gestione e implementazione dello stesso.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi Obiettivo principale dell’iniziativa è quello di creare un sito web agganciato a quello ufficiale dell’As-sociazione che proponga all’utente in un’unica schermata i database e i cataloghi relativi alle diverse attività svolte dall’associazione, e che consenta allo stesso un approccio facilitato a tutto ciò che attiene la “memoria storica” della vita associativa. La realizzazione del progetto include la predisposizione di meccanismi di ricerca parallela tra i vari database.

Metodologia e strumenti utilizzati La realizzazione del progetto prevede il ricorso a una formazione specifica sulla consultazione dei dati storici, di tipo archivistico e bibliotecario, e la formazione per la creazione di data-base. È prevista la progettazione dell’architettura server/web, l’aggancio dei vari database, la creazione grafica del sito, orientata alla consultabilità secondo gli standard di massima accessibilità.

Risultati attesi a) Creazione di un’interfaccia unica per la consultabilità dei dati storici; b) condivisione con le realtà regionali della memoria associativa.

Aspetti innovativi Nell’ambito del volontariato educativo non esiste una realtà documentale e un’attenzione di investimenti pari a quella che l’Agesci ha fortemente programmato con caratteristiche di standard informa-tici, archivistici e bibiliotecari internazionali.

Trasferibilità ---

2007/D/AGESCI

36 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Bio, formi@moci: lo studio e la realizzazione di un apposito e strutturato corso di formazione per tutte le articolazioni territoriali abbinato alla messa in rete di un sito internet specifico”

Ente AIABCodice D/2007/AIABArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto I mutamenti normativi degli ultimi quindici anni e le esigenze del mercato hanno reso necessaria l’acquisizione di competenze fiscali, contabili e amministrative nell’ottica di una gestione più efficiente dell’Associazione. A tal fine, il progetto prevede un corso di formazione e aggiornamento per tutti i dirigenti delle AIAB regionali da realizzare in maniera virtuale tramite piattaforma di formazione a distanza.

Ambito territoriale Non specificato.

Obiettivi L’iniziativa mira a realizzare: a) un intervento formativo tramite piattaforma virtuale con la suddi-visione in tre moduli – amministrativo, tecnico-gestionale, tecnico-manageriale; b) due momenti seminariali conclusivi di confronto di tipo frontale per la discussione dei principali approfondimenti del corso, l’analisi dei risultati ottenuti e la loro valutazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto utilizza il metodo didattico per obbiettivi, facendo ricorso alla tassonomia di Bloom: conoscenza, comprensione, esposizione, applicazione, analisi, sintesi, valutazione. Esso mira inoltre a rendere lo strumento virtuale metodologia didattica a distanza.

Risultati attesi a) Aumento delle competenze dei dirigenti associativi di tutto il territorio nazionale, in par-ticolare in materia amministrativa, fiscale e contabile, e delle loro capacità organizzative e direzionali; b) aumento della capacità dei dirigenti periferici di gestire efficacemente ogni realtà associativa con riguardo agli strumenti informatici e alle procedure informatizzate, così da sviluppare un network reale e virtuale tra le varie sedi regionali.

Aspetti innovativi Il maggiore aspetto innovativo del progetto consiste nella realizzazione di una piattaforma formativa a distanza in continuo aggiornamento che rappresenti uno strumento funzionale al rinnovamento permanente dei dati fruibili degli utenti.

Trasferibilità La flessibilità dell’impianto progettuale e della metodologia didattica fanno sì che l’intervento di formazione possa essere riprodotto e trasferito con facilità in altri contesti

“La pratica sportiva come cultura del benessere sociale sul territorio e come promozione della salute. Percorsi formativi del dirigente regionale AICS”

Ente AICSCodice D/2007/AICSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto esprime l’esigenza di sensibilizzare gli associati sulle dimensioni etiche, sociali e di salute delle pratiche sportive in un contesto culturale sempre più orientato sulle prestazioni fisiche individuali e in cui le competizioni sportive subiscono l’influenza di logiche economico-finanziarie. L’iniziativa intende offrire ai dirigenti regionali strumenti per declinare il proprio “fare” in “competenza” trasferibile agli ope-ratori del settore sportivo con cui interagiscono. Obbiettivo generale del progetto consiste quindi nel “generare sul territorio nazionale una cultura della promozione della salute e del benessere”.

D/2007/AIAB; D/2007/AICS

37Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campagna, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio (Roma), Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Napoli, Piemonte (Torino), Puglia, Sardegna, Sicilia (Palermo, Tra-pani), Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Padova).

Obiettivi a) Realizzazione di interventi formativi in aula (42 ore) e a distanza (40 ore); b) valutazione dell’ef-ficacia dell’intervento formativo per mezzo di appositi protocolli di valutazione prima e dopo il percorso for-mativo; c) a partire da tale valutazione, stesura di un report sull’efficacia del progetto e presentazione dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia formativa comprende la formazione d’aula costruita in modo tale da coinvolgere i destinatari nell’attività di formazione attraverso “produzioni discorsive” dei ruoli degli stessi nella promozione della salute e dell’etica nello sport. Tali “produzioni discorsive” sono realizzate per mezzo della compilazione di schede, dalla cui successiva lettura emergono criticità e punti di forza che ogni destinata-rio attribuisce al proprio ruolo, all’associazione, allo sport e al territorio in cui è inserito. Successivamente, sono proposti percorsi gestionali della relazione con il cliente attraverso la creazione di una “cultura” di squadra con-divisa. È previsto l’utilizzo di metodologie formative a distanza con il ricorso alla piattaforma costruita da AICS con i finanziamenti ottenuti nelle annualità precedenti. Essa si configura come una piattaforma di consulenza a distanza per l’implementazione delle competenze maturate in aula. Per quanto riguarda la fase di valutazione, i dati testuali raccolti attraverso i protocolli sono sottoposti all’analisi numerica e discorsiva MADIT (Metodologia di Analisi dei Dati Informatizzati Testuali). L’analisi numerica è effettuata attraverso SPSS (Software per l’analisi statistica dei dati numerici), mentre l’analisi discorsiva è effettuata attraverso una procedura di analisi che consente di rilevare le aree semantiche che caratterizzano le risposte ottenute in relazione a ogni domanda sia in termini di contenuti, sia in termini di processi discorsivi utilizzati per fondare la propria collocazione di ruolo.

Risultati attesi Risultato atteso dell’azione progettuale è lo sviluppo delle competenze dei dirigenti provinciali e dei soci nella promozione della cultura del benessere e della salute e l’incremento nel corso dei due anni successivi, alla conclusione del progetto formativo, delle iniziative organizzate dai dirigenti AICS volte a pro-muovere la cultura della salute e del benessere a livello nazionale.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto riguarda principalmente aspetti di natura metodologi-ca. Il percorso formativo è costruito dopo la definizione delle competenze di ruolo dei dirigenti, al fine di mas-simizzarne l’efficacia. Inoltre, la valutazione dell’efficacia del percorso è effettuata con metodologia MADIT, costruita e sperimentata come efficace presso l’Università di Pavia.

Trasferibilità Il progetto è trasferibile a tutti i ruoli dell’Associazione e a tutti gli attori del territorio interessati a sviluppare competenze di gestione delle relazioni in ambito sportivo in un’ottica di promozione della salute e del benessere.

“AIG Intranet. Realizzazione di un sistema per l’informatizzazione delle procedure di tesseramento e di registrazione dei pernottamenti dei soci presso le strutture dell’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù”

Ente AIGCodice D/2007/AIGArea di intervento Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’esigenza di unificare e informatizzare le procedure relative alla gestione dei dati al fine di garantire un maggiore controllo sulle attività dell’associazione e migliori servizi per

D/2007/AIG

38 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

l’utenza finale relativamente alla gestione del tesseramento dei soci e alla registrazione dei pernottamenti che prima avvenivano con procedura manuale e su supporto cartaceo.

Ambito territoriale Nazionale

Obiettivi a) Realizzazione di una banca dati informatizzata online relativa a tutti i soci tesserati o registrati per il pernottamento nelle singole strutture, con eliminazione degli errori di trascrizione; b) formazione del personale AIG per la gestione del sistema informatizzato.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede la costituzione di una equipe tecnica costituita da personale AIG e da esperti esterni con competenze informatiche per progettare la banca dati informatizzata e sviluppare un sistema intranet per il dialogo informatizzato tra tutti i livelli dell’Associazione.

Risultati attesi L’iniziativa consente di: a) disporre di una banca dati aggiornata e consultabile in tempo reale, ridurre i costi di gestione delle procedure riguardanti il tesseramento annuale dei soci e riduzione dell’attesa per i soci; b) realizzare strategie promozionali delle strutture a partire dai dati disponibili in tempo reale sui pernottamenti dei soci.

Aspetti innovativi Il progetto apporta cambiamenti innovativi permettendo il superamento di una gestione obsoleta e l’utilizzo effettivo delle informazioni da un punto di vista conoscitivo e strategico.

Trasferibilità Il modello proposto può essere utilizzato da qualsiasi associazione con strutture periferiche che sia interessata a informatizzare le procedure di tesseramento.

“Da presidente a leader: formazione leader associativi”

Ente AIPDCodice D/2007/AIPDArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Al pari di altre associazioni che operano nel campo della disabilità l’AIPD ha imparti-to per i suoi quadri una formazione di tipo contenutistico. Nel 2006 e nel 2007 la sede nazionale dell’Associa-zione ha organizzato un corso di introduzione alla progettazione per dirigenti e operatori delle sezioni locali, durante il quale sono emersi i bisogni formativi dei presidenti per la gestione delle sezioni, non solo dal punto di vista della progettazione ma più in generale del reperimento dei fondi, della contabilità e della gestione del personale. Sono inoltre frequenti le richieste alla sede nazionale di intervento per risolvere problemi di natura relazionale all’interno di alcune sezioni. Infine, è sorta l’esigenza di pensare alle quaranta sezioni locali dell’As-sociazione come a punti nodali di una rete. Per tali motivi si rende necessario agevolare le comunicazioni tra la sede centrale e le sezioni e favorire il dialogo trasversale tra le sezioni sotto forma di mutuo aiuto, di scambio di esperienze e materiali e sotto forma di progetti comuni.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Teramo), Basilicata (Potenza, Matera), Calabria (Cosenza, Vibo Valen-tia), Campania (Caserta, Avellino), Lazio (Roma, Viterbo, Latina), Lombardia (Bergamo), Marche (Macerata), Molise (Campobasso), Piemonte (Cuneo), Puglia (Bari, Brindisi, Lecce, Foggia, Taranto), Sardegna (Oristano, Nuoro), Sicilia (Catania, Messina, Caltanissetta, Trapani, Palermo), Toscana (Pisa, Livorno, Arezzo, Grosseto), Trentino-Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Veneto (Venezia, Belluno, Treviso).

Obiettivi a) Costruzione e trasmissione dei modelli di gestione tramite seminari di base sulla progettazione e la gestione associativa (tre moduli di 20 ore ciascuno), consulenza telematica (Help desk e piattaforma multi-mediale di dialogo) e consulenza sul campo (peer counseling sotto forma di venti incontri “a domicilio” nelle

D/2007/AIPD

39Parte seconda. Schede progettuali

sedi dei partecipanti); b) attivazione di una rete di collaborazione trasversale tra le sezioni, tramite predispo-sizione della rete di computer e relativi archivi, alfabetizzazione informatica e costruzione di una piattaforma di dialogo Moodle (Modular Object-Oriented Learning Environment); c) organizzazione di dieci incontri di supervisione e tutoraggio “a domicilio” da parte di un esperto su nuovi progetti locali; d) organizzazione di un seminario di aggiornamento comprendente una discussione di gruppo su casi concreti; e) realizzazione di stru-menti operativi messi a disposizione sotto forma di un DVD e tramite la piattaforma multimediale di dialogo da avviare nel corso del progetto.

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione è articolata secondo varie modalità. La formazione in pre-senza tramite seminari iniziali e di aggiornamento ha la funzione di cementare il gruppo, stabilire un contatto con il docente e trasmettere un bagaglio minimo di conoscenze tecniche. La formazione a distanza assume il carattere di consulenza individualizzata o di gruppo – anche di tipo telematico – che potrà essere accompa-gnata da incontri face to face di supervisione e/o dal peer counseling. In particolare, la consulenza telematica tramite piattaforma multimediale di dialogo risulta indispensabile per un target, quale quello dei presidenti, che sono volontari e svolgono tale ruolo in aggiunta a quello di lavoratori e di genitori. È previsto infine attività di tutoraggio da parte di esperti sui progetti locali.

Risultati attesi a) Incremento delle capacità di management e leadership dei presidenti delle sezioni parteci-panti; b) maggiore efficacia dell’azione dell’AIPD sul territorio nazionale, grazie a una maggiore competenza delle sezioni non solo sui temi attinenti alla sindrome di Down ma anche in materia di gestione delle risorse. Nello specifico, il progetto dovrebbe portare alla realizzazione di almeno quindici attività condivise da più sezioni (eventi pubblici, progetti, scambi di materiali, attrezzature e personale), di almeno quindici richieste di finanziamento presentate dalle sezioni a enti vari, e alla conclusione dell’iter formativo da parte di almeno venti presidenti formati sugli aspetti gestionali.

Aspetti innovativi Dopo una prima fase di formazione seminariale è prevista la realizzazione di una piattafor-ma multimediale di dialogo con l’obbiettivo di proseguire la formazione a distanza dei presidenti.

Trasferibilità Il modello è trasferibile a qualsiasi realtà associativa nazionale operante in ambito sociale o culturale in quanto l’idea perseguita è quella di fornire una formazione alla progettazione e alla gestione indipendentemente dai contenuti associativi. A tal fine può essere assai utile la documentazione prodotta e il pacchetto base con gli strumenti operativi elaborato a partire dall’esperienza del progetto.

“Archeoclub: formazione un bene da valorizzare”

Ente ArcheoclubCodice 2007/D/ ArcheoclubArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Negli ultimi anni si è avuta un’evoluzione legislativa per gli enti no profit che fa esigere ai dirigenti delle articolazioni territoriali dell’Associazione, un approfondimento delle materie legate specificata-mente alle competenze contabili e fiscali. Da qui nasce l’idea di progettare seminari di aggiornamento e di realiz-zazione, a supporto, un sito internet di approfondimento al fine di potenziare la complessa gestione burocratica di ognuna delle sedi locali, consolidando in tal modo il ruolo dell’associazione sul territorio.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Veneto.

Obiettivi Obiettivo del progetto è quello di aggiornare i soci dirigenti delle diverse sedi territoriali sulle tema-tiche relative all’amministrazione delle associazioni no profit sui temi legislativi, fiscali e contabili.

2007/D/ Archeoclub

40 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Metodologia e strumenti utilizzati I corsi/seminari sono realizzati tramite la combinazione delle seguenti metodologie: metodi front-office, tavole rotonde, attività di gruppo, focus groups. Il percorso formativo è stabilito mediante un orientamento a “tematiche”, anche attraverso la valorizzazione delle risorse competenze personali e delle motivazioni dei singoli dirigenti dell’Associazione.

Risultati attesi a) Avanzamento delle competenze e della professionalità tecnica ed amministrativa dei par-tecipanti ai corsi/seminari; b) specializzazione continua dei soggetti giovani i quali, a causa di un normale turnover generazionale, si succederanno nella gestione di Archeoclub; c) continuazione del percorso di qualità avviato in precedenza per mezzo di un più efficace ed efficiente uso delle procedure e degli strumenti infor-matici, al fine di ricercare le soluzioni migliori ai problemi che si verificano in sequenza; d) consolidamento di una rete di cooperazione tra organismi istituzionali, sociali, associativi e formativi che favorisce la massima integrazione tra il sistema formativo ed il mondo del no profit.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto, per l’idea da cui nasce e per gli obiettivi che si prefigge, è caratterizzato da una riproducibilità e trasferibilità totali. In particolare, la flessibilità dell’impianto progettuale e quella della me-todologia didattica fanno si che l’intervento possa essere facilmente riprodotto e trasferito con facilità anche in altri contesti.

“MutAzioni – Percorso di formazione e affioramento per l’innovazione e l’evoluzione del Sistema ARCI di fronte al quadro normativo che cambia”

Ente ARCICodice D/2007/ARCIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto In risposta alla crescente complessità delle trasformazioni sociali in atto ARCI vuole innovare il proprio tessuto associativo nazionale e la strategia che ne caratterizza l’azione. Con il progetto l’Associazione ha l’opportunità di promuovere un processo di rinnovamento del sistema, valorizzando la pro-pria identità associativa e al tempo stesso ricollocandosi in modo competente nel nuovo scenario sociale e legislativo in via di definizione.

Ambito territoriale Campania, Lazio, Piemonte.

Obiettivi a) Formare e aggiornare i quadri dirigenti ARCI rispetto ai mutamenti del quadro normativo; b) coinvolgere nel percorso i cinque principali settori di intervento in cui si articola l’attività dell’ARCI (welfare e politiche sociali, immigrazione, cultura, politiche internazionali, osservatorio legislativo).

Metodologia e strumenti utilizzati Il metodo è improntato alla definizione di spazi di condivisione tra tutti coloro che partecipano all’iniziativa: non quindi allievi o docenti/esperti, ma soggetti diversi, ciascuno con le proprie competenze specifiche. Alcune fasi del progetto si articolano in seminari con metodologie parteci-pative; altre si strutturano con l’ alternanza di momenti di plenaria e workshop, facendo uso di metodologie partecipative quali i focus group. Inoltre, dato il numero dei partecipanti e la loro distribuzione territoriale diffusa, sono a disposizione del progetto alcune tecnologie informatiche particolarmente sofisticate: alcuni workshop, focus group, seminari formativi vengono registrati su DVD per essere diffusi capillarmente. Viene poi sviluppata la messa in rete degli archivi delle banche dati locali con quella nazionale.

Risultati attesi Il principale risultato atteso consiste nella riorganizzazione dei principali settori di intervento in cui si articola l’attività ARCI.

D/2007/ARCI

41Parte seconda. Schede progettuali

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Con il progetto, ARCI si prefigge di riflettere sul proprio sistema associativo, coinvolgendo nella discussione e nell’auto-formazione l’intera rete associativa in una sorta di apprendistato collettivo e coopera-tivo i cui risultati nascono sin dall’inizio per essere diffusi in tempo reale a tutte le centrali territoriali.

“Interventi formativi e di creazione di rete per i telefoni amico Arcigay”

Ente ARCIGAYCodice D/2007/ARCIGAYArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto rappresenta la continuazione e la fase conclusiva di una parte del pro-getto “ARCIGAY-Net” (2006) volto a mettere a disposizione dell’Associazione attrezzature, hardware e assetti organizzativi (i centri servizi integrati) in grado di erogare servizi qualificati. Nel quadro dell’ampliamento e dell’implementazione della rete dei telefoni amico che porta alla creazione di un numero telefonico unico, il progetto prevede la realizzazione di interventi formativi non più finalizzati a gestire processi e dinamiche organizzative interne ed esterne, bensì rivolti agli operatori in diretto contatto con gli utenti esterni.

Ambito territoriale Calabria (Cosenza); Campania (Napoli, Salerno, Caserta); Emilia-Romagna (Bologna, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Rimini); Friuli Venezia Giulia (Udine, Trieste); Lazio (Roma); Liguria (Genova); Lombardia (Milano, Brescia, Cremona, Mantova); Marche (Pesaro, Ancona); Piemonte (Torino, Verbania); Puglia (Bari); Sardegna (Carbonia-Iglesias); Sicilia (Messina, Catania, Palermo, Siracusa, Ragusa); Toscana (Pisa, Livorno, Grosseto, Pistoia, Firenze); Trentino Alto Adige (Trento, Bolzano); Umbria (Perugia); Valle D’Aosta (Aosta); Veneto (Padova, Verona).

Obiettivi L’iniziativa mira a implementare e ampliare il servizio dei telefoni amico attraverso: a) la realizzazio-ne di interventi di formazione diversificati diretti agli operatori volontari; b) il monitoraggio della funzionalità degli strumenti tecnologici e informatici e l’eventuale adeguamento del sistema; c) la sperimentazione dei servizi di risposta per via telematica (e-mail e chat) e del numero unico nazionale.

Metodologia e strumenti utilizzati Le attività di formazione consisteranno in: corsi calibrati per il personale che ha già maturato esperienza nel settore in una chiave di aggiornamento e specializzazione, con la logica del life-long learning; seminari nazionali frontali con un massimo di 100 partecipanti, finalizzati alla creazione di competenze base; attività di tutoring e affiancamento “on the job” da implementare con il principio del “learning by doing”.

Risultati attesi I principali risultati attesi riguardano la diffusione uniforme a livello nazionale del servizio dei telefoni amico attraverso la creazione del numero unico nazionale, gestito in sedi diversificate, che farà da punto di riferimento e di smistamento per l’utenza in tutta Italia.

Aspetti innovativi Attraverso la presente iniziativa, i membri dell’associazione sono inseriti in una logica di rete nazionale con la stimolazione di sinergie che vanno oltre la tradizionale collaborazione a livello locale.

Trasferibilità Il modello adottato è trasferibile a tutti gli altri soggetti del terzo settore, in particolare alle Associazioni di promozione sociale: a) che operano a livello nazionale con articolazione territoriale e che erogano servizi complessi e plurimi e dispongono di dotazioni tecnologiche; b) che si occupano di tematiche di discriminazione e/o emarginazione. I soggetti coinvolti per un possibile trasferimento del modello possono essere di natura sia pubblica sia privata.

D/2007/ARCIGAY

42 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Formazione in rete”

Ente ARCIRAGAZZI NAZIONALECodice D/2007/ARCIRAGAZZIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto vuole attivare un percorso di formazione e aggiornamento di dirigenti ed educatori dell’Associazione che consenta di porre in rete competenze, abilità, saperi e in generale il patrimonio associativo, che rischia di restare confinato ad appannaggio di pochi. La necessità è quella di creare compe-tenze e linguaggi comuni tra dirigenti ed educatori, di passare know how ai soci più giovani, di valorizzare le competenze interne e di ampliarle attraverso risorse formative esterne.

Ambito territoriale Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Formazione dei quadri associativi a livello nazionale con competenze ad ampio spettro e specifi-che legate al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza; b) creazione di nuovi modus operandi per la costruzione di efficaci interventi sul territorio; c) promozione di attività di formazione continua sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza.

Metodologia e strumenti utilizzati La partecipazione attiva nella definizione e nella costruzione del progetto è realizzata attraverso lavori in piccoli gruppi con sintesi e confronto in plenaria, valutazione in itinere rispetto all’intera proposta formativa. Per non disperdere quanto elaborato dai partecipanti vengono predisposte rac-colte di dispense arricchite da approfondimenti, riflessioni e valutazioni che nascono nel confronto attivato durante momenti formativi.

Risultati attesi Formazione di quadri territoriali con acquisizione di competenze nel campo della tutela e della promozione dell’infanzia e dell’adolescenza; b) formazione dei dirigenti territoriali per le attività di go-vernance; c) sviluppo delle rete di informatori interna ed esterna all’associazione; d) miglioramento grazie a formazione e aggiornamenti delle abilità nello svolgimento delle attività associative sul territorio, diffusione, oltre all’aspetto metodologico, di conoscenze e saperi acquisiti durante l’intero percorso formativo a tutte le realtà associative dell’APS.

Aspetti innovativi L’innovazione riguarda il fatto di porre l’associazione quale soggetto del proprio percorso formativo consentendo ad ogni partecipante di diventare risorsa e non solo destinatario dell’intervento grazie alla valorizzazione delle singole competenze-esperienze.

Trasferibilità Competenze e sapere vengono trasmesse su tutto il territorio nazionale dai soci mediante un processo di diffusione interno legato al coinvolgimento diretto delle realtà associative territoriali.

“Formanager”

Ente ASICodice D/2007/ASIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione ha tra i suoi compiti istituzionali la cura della formazione dei quadri dirgenziali e tecnici. La crescita del raggio d’azione dell’Associazione e l’ampliamento esponenziale delle sue

D/2007/ARCIRAGAZZI; D/2007/ASI

43Parte seconda. Schede progettuali

competenze ha suggerito l’ideazione di un progetto di preparazione dei dirigenti da impiegare nella gestione degli impianti sportivi affidati all’Associazione.

Ambito territoriale Lazio (Roma), Veneto (Verona).

Obiettivi L’obiettivo del progetto è fornire una formazione professionale a tutti gli operatori associati vi, sia-no essi dirigenti o tecnici, che abbiano interesse a gestire professionalmente un impianto sportivo. Ciò verrà realizzato tramite: a) un corso iniziale di base in cui saranno trasmesse le conoscenze giuridiche e sportive; b) tre corsi di specializzazione (manutentore piscine e tecnico impianti; controllo budget e gestione; marketing, comunicazione e fund-raising), per un totale di 220 ore di formazione; c) sperimentazione pratica presso gli impianti del circuito associativo, per un totale di 100 ore di stage; d) fase finale di raccordo tra corso e speri-mentazione pratica al fine di chiarire dubbi in merito alle attività svolte, per un totale di 66 ore di formazione.

Metodologia e strumenti utilizzati La fase d’aula prevede il ricorso a tutte le metodologie di apprendimento che fanno specifico riferimento alla formazione per gli adulti (applicazione diretta delle nozioni apprese, cre-azione e discussione dei casi studio, case work, etc.). La fase di sperimentazione consiste in un vero e proprio training on the job.

Risultati attesi a) Approfondimento da parte degli associati delle tecniche manageriali applicate ai centri e impianti sportivi; b) ottimizzazione dei costi di gestione degli impianti associativi; c) sviluppo di adeguate strategie di comunicazione e ricerca sponsor; d) miglioramento delle capacità di programmazione e gestione di eventi sportivi.

Aspetti innovativi Il corso propone una gamma di attività formative di elevato valore aggiunto per le fasi di programmazione e gestione tecnologica degli impianti e permette di creare tre figure professionali specializ-zate.

Trasferibilità I diplomati del corso avranno la possibilità di lavorare o insegnare presso tutti gli impianti gestiti dall’Associazione.

“Formazione e informatizzazione Rete associativa bambini Chernobyl”

Ente Bambini ChernobylCodice 2007/D/Bambini ChernobylArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto nasce in risposta allo sviluppo crescente del sistema del welfare cui fa seguito la necessità per l’Associazione di qualificarsi quale importante interlocutore della rete di solidarietà che esso intende realizzare. Le nuove tecnologie forniscono numerosi strumenti per realizzare l’obiettivo di agevolare una costante comunicazione di rete tra gli associati, nonché per diffondere in modo sistematico ed efficace le informazioni in merito agli interventi e alle azioni promozionali dell’Associazione stessa. Informatiz-zare quindi l’Associazione fornendola degli strumenti più moderni di comunicazione, nonché formare in modo appropriato i suoi membri diventa un’esigenza imprescindibile.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Campania, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Ammodernare l’Associazione sia in termini strutturali che di competenze, rispetto alla realizzazio-ne di una rete Associativa in grado di confermare a pieno titolo la sua mission all’interno del sistema di welfare più innovativo cui costantemente si tenta di giungere; b) fornire le sedi territoriali dei più moderni strumenti

2007/D/Bambini Chernobyl

44 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

e servizi delle ICT al fine di favorire la comunicazione tra i soci e la rete esterna e sviluppare le competenze professionali di manager e operatori interni all’associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede la progettazione e la realizzazione di: banche dati de-gli iscritti e dei progetti, un portale web, percorsi formativi per gli operatori e volontari nel settore informatico/telematico anche tramite FAD; percorsi formativi per i manager e i responsabili delle sedi territoriali in materia organizzativa e gestionale, sia dal punto di vista amministrativo che di sviluppo dei servizi e degli interventi sociali promozionali e progettuali da mettere in atto.

Risultati attesi a) Miglioramento delle attività di gestione da parte dei differenti livelli di responsabilità attra-verso l’attività formativa a più livelli; b) realizzazione di una rete di comunicazione tra operatori che operano nelle diverse regioni a sostegno di un’interazione di contenuti e un aumento di competenze; c) facilitazione dei percorsi e utilizzo delle opportunità da parte degli associati e dei cittadini; d) rafforzamento della propria mission associativa; d) possibilità di ottimizzare l’utilizzo delle risorse esistenti contribuendo ad attivare le reti territoriali di riferimento.

Aspetti innovativi La realizzazione di una rete associativa costituisce per l’Associazione, da una parte un im-portante mezzo di scambio e di comunicazione reale verso gli Enti pubblici e/o privati che operano nei diversi contesti locali di sviluppo progettuale, dall’altra un beneficio in termini di fruibilità per tutti gli associati e per tutti i cittadini che con bisogni e motivazioni diverse approcciano l’Associazione.

Trasferibilità Il modello di rete inter-associativa, basato su un sistema informatico e telematico centrale, può essere trasferito ad altre realtà che desiderano utilizzare la rete come strumento di confronto, sviluppo, diffondendo gli interventi attuati e le buone prassi.

“Realizzazione di una comunità della produzione dei saperi”

Ente ATTAC ITALIACodice 2007/D/ATTACArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’idea di rendere l’attività di ricerca, elaborazione e comunicazione dell’Associazione un insieme intercomunicante in grado di assumere il carattere di comunità della coscienza e dei saperi. Il punto di partenza è la rilevazione della complessità crescente della realtà sociale in cui opera l’As-sociazione, che sviluppa la propria azione per campagne nazionali, interventi territoriali e progetti di ricerca. Tale complessità, pertanto, richiede una riprogettazione e un adeguamento dell’apparato informatico di gestione delle attività associative.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Lazio (Roma), Liguria (Imperia), Lombardia (Milano), Piemonte (Tori-no), Sicilia (Catania), Toscana (Firenze), Umbria (Perugia), Veneto (Verona).

Obiettivi Se l’obiettivo generale è quello di creare una comunità dei saperi, gli obiettivi specifici sono quelli di: a) creare l’infrastruttura tecnica necessaria; b) produrre le regole generali di utilizzo di tale infrastruttura; c) formare dei singoli e dei gruppi di lavoro per condividere tale metodologia; d) costruire una capacità di coordi-namento dell’attività complessiva ed una capacità riflessiva del network sul carattere di comunità.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia che sottende l’iniziativa si avvale del metodo della ri-cerca-azione per il quale il processo conoscitivo e di ricerca diventa azione sociale. Si tratta dunque di una

2007/D/ATTAC

45Parte seconda. Schede progettuali

progettazione “partecipata” dove il gruppo di lavoro, costituito per la realizzazione del progetto, coinvolge sin da subito i soggetti destinati a svolgere la propria attività nel contesto del sistema collaborativo.

Risultati attesi a) Costruzione di un apparato tecnologico e strumentale con caratteri effettivamente col-laborativi, articolato nelle diverse componenti di sistema, di applicativi finalizzati alla pubblicazione e alla comunicazione; b) maggiore capacità di riflessione dei gruppi sulla propria metodologia ed i propri obiettivi; c) approfondimento del metodo di ricerca-azione e dei nessi tra ricerca, azione e formazione.

Aspetti innovativi Gli aspetti innovativi dell’iniziativa riguardano essenzialmente lo sviluppo integrato di metodologie organizzativo-collaborative e di soluzioni tecnologiche a loro supporto.

Trasferibilità La possibilità che il modello offre di una personalizzazione totale della struttura del sito, dell’in-terfaccia verso gli utenti, assieme a una semplicità di costruzione dei diversi componenti del sito, rende tale piattaforma fortemente trasferibile ad altri contesti.

“Facility Manager”

Ente FIS CDOCodice D/2007/FIS CDOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Per rispondere ai bisogni delle ONP l’Associazione propone una modalità di aggior-namento e formazione che non offra solo nozioni ma anche maggiori opportunità di confronto e di sviluppo per chi opera nel Terzo Settore. Si mette a disposizione una risorsa umana – il “facility manager” – con co-noscenze e competenze negli specifici ambiti di intervento sociale (famiglia e minori, disabilità, dipendenze e psichiatria, cittadini stranieri e carcerati). Il facility manager può promuovere quel confronto che spesso risulta carente sulle problematiche riscontrate dai soci e proporre risposte puntuali.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Offrire forme di aggiornamento e formazione innovative per i propri associati; b) creare strumenti di informatizzazione utili a semplificare e approfondire la conoscenza tra i soci e gli associati; c) offrire ai soci un punto di riferimento diretto all’interno di aree di intervento; d) individuare gli ambiti più problematici e quelli con maggiori risorse e potenzialità; e) potenziare la circolazione delle informazioni e delle risorse all’interno della rete.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa sviluppa di tavoli lavoro suddivisi per area di intervento diretti dal facility manager che diffondono ordini del giorno e documenti di lavoro. Il facility manager e il Tavolo di area sviluppano il nuovo database capace di integrare le informazioni già in possesso relative alle realtà associative.

Risultati attesi a) Incremento della capacità di managerialità della rete e della sua efficacia al fine di una piena e corretta utilizzazione delle risorse esistenti attraverso l’aggiornamento e la formazione; b) creazione di un data base che fornisca informazioni dettagliate in merito agli associati; c) incremento della capacità di coordinamento interno; d) avanzamento a livello nazionale delle proposte culturali e normative in merito alle aree di intervento individuate.

Aspetti innovativi Il data base ha il pregio di introdurre innovativi elementi di catalogazione utili per essere incrociati con il data base associativo e con i tavoli di lavoro delle singole aree. Viene incentivato lo scambio tra i soci e incrementata una responsabilità diffusa di auto-aiuto tra gli associati.

D/2007/FIS CDO

46 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Trasferibilità Il ruolo del facility manager può essere replicato a livello locale soprattutto in alcune regioni in cui la percentuale di associati è tale da renderne necessaria la presenza.

“Rifondazione. Percorso di formazione e informatizzazione per potenziare le associazioni di promozione sociale”

Ente CDS CDOCodice D/2007/CDS CDOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Il ruolo della Federazione è quello di supportare le attività dei singoli Centri di Solidarietà (CdS) cercando di offrire strumenti volti al potenziamento delle attività sviluppate a livello locale. L’iniziativa progettuale è volta allo sviluppo delle attività attraverso il potenziamento delle risorse umane dei CdS. Nel settore dei servizi di assistenza ed educazione particolare importanza assumono infatti la formazione e l’aggiornamento di coloro che svolgono mansioni operative e gestionali. L’attività formativa proposta mira a preparare soprattutto gli operatori più giovani a gestire progetti di comunicazione e multimedialità e a formare figure professionali che affianchino quelle esistenti nella conoscenza dei processi e degli strumenti di comunicazione, nella capacità di utilizzo delle più moderne tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni.

Ambito territoriale Basilicata (Matera), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bo-logna, Forlì, Ravenna, Ferrara), Puglia (Foggia, Lecce), Sicilia (Palermo, Trapani), Veneto (Venezia).

Obiettivi Obbiettivo generale del progetto è la sperimentazione di metodologie innovative di intervento so-ciale da parte degli operatori delle sedi locali della Federazione Centri Solidarietà. Obbiettivi specifici sono: a) l’organizzazione di un percorso di formazione per 30 operatori (due moduli didattici per un totale di 60 ore, un momento formativo sul campo di 300 ore e una fase di consulenza e formazione a distanza di 100 ore) e di giornate di aggiornamento (dieci workshops di quattro ore ciascuno) per 230 operatori per l’utilizzo di strumenti informatici, multimediali e digitali; b) la dotazione dei CdS locali di strumenti informatici (hardware e software) volti a potenziare le attività svolte.

Metodologia e strumenti utilizzati Nel percorso di formazione sono adottate le seguenti metodologie: lezioni fron-tali in aula con esemplificazione e verifica pratica delle competenze acquisite per i due moduli didattici; formazione sul campo per la messa in pratica degli strumenti e delle metodologie apprese in aula; formazione a distanza ai fini di consulenza e di verifica delle competenze apprese; workshops e laboratori per le giornate di aggiornamento.

Risultati attesi a) Sviluppo di buone pratiche relative all’utilizzo virtuoso delle nuove tecnologie; b) Creazione di strumenti di comunicazione dell’esperienza efficaci e stabili che supportino le attività sociali svolte nei CdS locali e il coinvolgimento delle realtà locali e nazionali in una rete sociale per lo sviluppo e il trasferimento di buone pratiche.

Aspetti innovativi Gli aspetti innovativi dell’iniziativa riguardano il coinvolgimento attivo dei partecipanti, realizzato a partire da una procedura di manifestazione d’interesse per la stessa, e l’applicazione di nuovi strumenti ai fini della comunicazione e trasferibilità delle buone pratiche.

Trasferibilità Si prospetta l’estensione dell’iniziativa – sperimentata inzialmente a dieci realtà locali – all’in-tera rete delle sedi locali delle associazioni promotrici, e la verifica dell’efficacia delle singole attività previste e della trasferibilità dell’iniziativa.

D/2007/CDS CDO

47Parte seconda. Schede progettuali

“Formazione in rete. Percorso formativo rivolto agli operatori socio-sanitari impegnati in servizi che si occupano di persone di AIDS gestiti dal pubblico, dal privato e dal volontariato”

Ente CICACodice 2007/D/CICAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il profondo cambiamento dello scenario dell’AIDS avvenuto in questi ultimi anni sta mettendo in luce come alcuni ambiti tematici relativa all’assistenza di persone con AIDS e alle politiche di integrazione dei servizi, necessitino di un approfondimento formativo presso le strutture di assistenza extra-ospedaliera in genere come presso i servizi pubblici. Il progetto nasce dunque dalla consapevolezza di alcune difficoltà relative al modello organizzativo delle Case Alloggio che si caratterizza per risposte individuali e frammentate ai bisogni delle persone affette da AIDS e dalla conseguente necessità di fornire all’Associazione modelli di intervento assistenziali programmati in rete per meglio integrare le caratteristiche organizzative e strutturali delle diverse agenzie presenti sul territorio.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Lombardia (Milano), Toscana (Firenze).

Obiettivi L’iniziativa si pone l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio offerto alle persone affette da AIDS, sia residenti in Casa Alloggio che seguite territorialmente, attraverso: a) l’individuazione delle conoscenze e dei bisogni formativi degli operatori socio-sanitari della Casa Alloggio e dei servizi territoriali in rete; b) la realizzazione di corsi di formazione agli operatori di cui sopra, di un seminario finale e di un convegno nazio-nale; l’individuazione dei nodi problematici relativi alle strategie di integrazione fra i servizi che si occupano di persone con AIDS, nonché ipotesi di lavoro e possibili metodologie di valutazione.

Metodologia e strumenti utilizzati In termini metodologici, l’insieme degli interventi formativi prevedono l’applicazione di diversi strumenti: lezione frontale e dibattito; esercitazioni di gruppo; discussioni di “casi studio”; role playing; metodo autobiografico. In particolare, le esercitazioni di gruppo hanno visto la parteci-pazione multidisciplinare di operatori di diversa formazione, facilitando così il confronto di esperienze e la par-tecipazione incrociata. Nel seminario conclusivo i partecipanti hanno sperimentato un metodo che, partendo dai lavori di gruppo su alcune domande iniziali, hanno fatto poi confluire le riflessioni in plenaria, rendendole “materia prima” sulla quale il relatore ha strutturato il suo intervento.

Risultati attesi a) Aumento delle competenze dei partecipanti (rispetto all’individuazione dei bisogni degli ospiti e dei percorsi di reinserimento socio-lavorativo); b) produzione di strumenti condivisi di valutazione e verifica delle competenze residue; c) coinvolgimento dei vari soggetti pubblici e privati nell’integrazione socio sanitaria, promozione dell’idea della fattibilità del lavoro in rete.

Aspetti innovativi Il lavoro di rete che occorre instaurare e che costringe sia la componete interna alla Casa Alloggio, ossia ospiti ed operatori, sia la componente esterna, ossia operatori dei servizi gestiti dal pubblico, dal privato sociale e dal volontariato che si occupano di persone con HIV/AIDS, ad una collaborazione su più fronti è la modalità operativa innovativa che questa iniziativa intende portare nel panorama italiano dell’assistenza alle persone con HIV/AIDS.

Trasferibilità I risultati di tale iniziativa si prevede possano avere una ricaduta su diversi soggetti, quali: il Coordinamento Italiano Case Alloggio/AIDS che trova un ulteriore strumento di misurazione della qualità dei servizi erogati; i sevizi socio-sanitari del territorio, per la realizzazione di piani individuali con il contributo e le competenze specifiche di tutti i servizi coinvolti; gli operatori delle Case Alloggio, stimolati a guardare “da vicino” gli ospiti per individuare il percorso possibile tra progetti e opportunità; ricercatori che potranno di-sporre di un riferimento innovativo in relazione a materiale di studio sull’esperienza dell’assistenza residenziale e domiciliare a persone con HIV/AIDS in Italia.

2007/D/CICA

48 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“S.P.S. – Spazi di Professionalizzazione Sociale”

Ente CNCACodice D/2007/CNCAArea di intervento Sostegno delle iniziative di formazione e aggiornamento per lo svolgimento delle attività associative

Descrizione del progetto Il progetto intende capitalizzare le competenze specifiche delle diverse aree di intervento dell’associazione mediante l’orientamento verso modelli e approcci comuni al sistema di welfare. Si mira anche a valorizzare la capillarità geografica delle associazioni, a rispondere all’esigenza di una visione nazionale con il radicamento territoriale delle diverse organizzazioni, al sostegno dell’affermazione di soluzioni formative basate su setting a distanza e/o aperti in rete, alla promozione di forme innovative di partecipazione e democrazia virtuale all’interno dell’associazione.

Ambito territoriale Nazionale, a esclusione di Umbria e Val d’Aosta.

Obiettivi L’obiettivo generale è la promozione di iniziative e servizi molto duttili che, pur se pensati per rag-giungere un target estremamente ampio d’utenza, possono conformarsi alle sue specifiche esigenze. In parti-colare, si intende: a) progettare e promuovere l’elaborazione di risposte adeguate rispetto ad esigenze strate-giche delle imprese no-profit anche mediante l’elaborazione dei modelli di analisi dei bisogni; b) promuovere l’accessibilità, l’efficienza e la qualità delle iniziative condotte dall’associazione mettendo a loro disposizione strumenti per i quali non hanno opportunità e professionalità interne per attingerne; c) valorizzare il credito professionale degli operatori e dei volontari.

Metodologia e strumenti utilizzati L’impostazione metodologica ha come punto di partenza l’adozione di una logica bottom-up, cioè mediante coinvolgimento diretto dei destinatari in ogni singola fase. Per adeguare il sistema di servizi rispetto alle esigenze di formazione dei destinatari la metodologia adottata consiste nel per-sonalizzare gli interventi sulla base di bisogni espressi e impliciti, attraverso l’offerta di servizi formativi fruibili modularmente. Si mira anche a implementare servizi innovativi al fine di identificare i bisogni e acquisire com-petenze per il soddisfacimento degli stessi direttamente da parte dell’utenza. La realizzazione delle attività è integrata dall’utilizzo di strumenti innovativi, in particolare la realizzazione del sito internet per erogazione di pacchetti formativi specifici in base a esigenze dell’utenza con in aggiunta un servizio di tutorship a distanza e in loco. In sintesi l’approccio metodologico prevede: rilevazione dei fabbisogni formativi attraverso tecniche di focus group e di EASW, formazione di tipo blended, esperienze formative di tipo laboratoriale, e-knowledge management utile per la costruzione di banche dati.

Risultati attesi a) Valorizzazione del patrimonio in termini di esperienza e competenza; b) costruzione di un linguaggio comune; c) costruzione di una vision nazionale e sistematizzazione e modellizzazione dell’approc-cio formativo sperimentato nell’ambito del progetto.

Aspetti innovativi Gli elementi innovativi riscontrabili nella presente iniziativa riguardano la costruzione di percorsi di tipo blended per l’integrazione di metodologie eterogenee, il focus specifico posto sull’analisi dei fabbisogni formativi delle SPS associate e i contenuti sui quali si procede a organizzare i workshop e la FAD.

Trasferibilità I risultati dei workshop formativi vengono messi a disposizione su una adeguata piattaforma online per essere fruibili da un più ampio sistema di destinatari. Inoltre, la piattaforma per la formazione a distanza potrà essere implementata in sistemi informativi di altre organizzazioni con esigenze analoghe e tutti i materiali didattici e formativi elaborati nell’ambito del progetto possono essere consultabili gratuitamente dall’esterno.

D/2007/CNCA

49Parte seconda. Schede progettuali

“COCIS.NET - Sistema permanente e aperto di formazione a distanza “e-learning” sulla cooperazione internazionale per volontari e collaboratori di organismi associati”

Ente COCISCodice 2007/D/COCISArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Negli ultimi decenni le attività di cooperazione internazionale sono diventate sem-pre più complesse e tecnicamente impegnative. La federazione COCIS, anche per ovviare ad una struttura organizzativa con scarsi collegamenti interni e con la difficoltà di raggiungere persone geograficamente lon-tane al luogo di svolgimento dei corsi, fra cui il personale all’estero, ha ritenuto opportuno realizzare una rete formativa fruibile a distanza in cui si possa anche condividere i propri specifici saperi e le proprie esperienze.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Pie-monte, Puglia, Sicilia Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Creare un sistema di apprendimento a distanza economico e permanente, integrativo o sostitutivo della formazione in presenza, che consente di formare e aggiornare il personale in Italia o all’Estero tagliando le spese di spostamento e di locazione di aule e di materiali didattici; b) dar vita ad una rete fra le Ong e fra queste e altri soggetti delle cooperazione e della formazione; a tal fine è prevista la formazione di un nucleo di autori e tutor che costituiscono la base permanente di tale rete.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto definisce il lavoro collegiale delle Ong federate e lo porta a sintesi con la funzione di coordinamento e promozione. Accanto a competenze specifiche, il progetto contiene una serie di elementi tecnici dell’e-learning relativi all’utilizzo della piattaforma didattica digitale, soprattutto per gli autori e i tutor in modo che nelle Ong sia presente l’intera competenza necessaria per realizzare e gestire corsi on-line.

Risultati attesi a) Creazione di una rete e una piattaforma di formazione a distanza nell’ambito della coo-perazione e del terzo settore funzionante, aperta a nuovi corsi e in condizione di mantenersi aggiornata; b) sviluppo di una maggiore coesione e collaborazione fra le Ong della federazione nell’attività di formazione del personale cooperante.

Aspetti innovativi Nel campo della formazione del personale della cooperazione solo poche organizzazioni del settore si sono cimentate nell’utilizzo dell’e-learning e spesso in via sperimentale, mentre l’esigenza di coprire bacini di utenza vasti rende questo strumento molto efficace.

Trasferibilità La progettualità di tale iniziativa attraverso l’utilizzo della formazione a distanza già contiene in sé il concetto di trasferibilità; infatti gli attori esterni coinvolti sono enti formativi per il no profit. Inoltre, il web utilizzato anche come costituzione di una rete fra gli autori arricchisce i contenuti della trasferibilità.

“Centro Studi CSI”

Ente CSICodice D/2007/CSIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto La nascita del Centro studi CSI è motivata dall’esigenza di riportare l’attenzione

2007/D/COCIS; D/2007/CSI

50 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

del mondo dello sport sui valori etico-pedagogici della pratica sportiva. Il Centro studi si configura come una struttura che possa riflettere stabilmente sulla realtà associativa e in generale sulla cultura sportiva in Italia, progettare e realizzare esperienze di formazione continua, sperimentare innovazione in ambito associativo. In questo scenario sono proposte soluzioni quali il Learning Center e il Learning Point, che si configurano entram-bi come luoghi di apprendimento decentrato, ricavati all’interno della realtà e pertanto accessibili facilmente da tutti. Questi sono gestiti da e-tutor con il compito di orientare i destinatari, di supportarli nella definizione del percorso formativo e di monitorare le attività realizzando report qualitativi e quantitativi.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Pie-monte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Monitorare in modo costante il sistema associativo e la realtà sportiva italiana; b) mettere in dialogo costruttivo il CSI con il sistema sportivo italiano; c) realizzare un nuovo itinerario formativo per i dirigenti met-tendo a loro disposizione un kit articolato in guide specifiche sulla formazione ai ruoli dirigenziali; d) entrare in dialogo con i centri di cultura nazionali per la realizzazione di approfondimenti culturali sul tema della pedagogia dello sport; e) realizzare convegni sull’educazione attraverso lo sport.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia privilegiata è l’Action Learning, che si fonda sulla parte-cipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti.

Risultati attesi a) Elaborazione di una ricerca sulla pedagogia dello sport e la qualità dell’attività sportiva, b) redazione di un bilancio di responsabilità; c) costruzione ed erogazione di percorsi formativi per il reclutamen-to, la formazione, l’aggiornamento continuo dei dirigenti.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo risiede nelle modalità di gestione e di realizzazione delle attività di ricerca, studio e approfondimento che il Centro studi propone all’Associazione. Si tratta di un sistema di raccolta che consente di mettere a punto il patrimonio culturale sviluppato a livello territoriale e centrale, valorizzando il livello regionale dell’associazione, in un ruolo di protagonismo e di cerniera fra il livello terri-toriale e quello centrale.

Trasferibilità La trasferibilità è data dalla funzione stessa di un Centro studi che ha come finalità quella di portare a sistema di evidenze le buone pratiche dell’associazione, avvalendosi anche di tecnologie accessibili e messe a disposizione di tutta l’associazione. Anche l’utilizzo di piattaforme web anche per la formazione a distanza consentono la trasferibilità dei moduli somministrati.

“Rinnovare il CTG”

Ente CTGCodice 2007/D/CTGArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Con tale iniziativa l’Associazione intende rinnovare le proprie strutture periferiche dal punto di vista dei contenuti, delle metodologie e delle proposte formative. Si parte pertanto da una ricerca sulla realtà attuale degli operatori, quadri e dirigenti periferici, sulla loro conoscenza di alcuni temi, e sulle loro aspettative, per poi successivamente progettare e realizzare momenti formativi sui temi emersi dalla ricerca. Parallelamente a tale attività, è prevista la sperimentazione di interventi educativi/formativi di ampia portata rivolto a diverse fasce di giovani associati, con lo scopo di farli crescere attraverso i valori dell’Associazione.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Progettazione e realizzazione di una ricerca sulla realtà attuale dei quadri e dirigenti locali; b)

2007/D/CTG

51Parte seconda. Schede progettuali

progettazione e realizzazione di interventi formativi su diversi temi (tecniche di comunicazione, utilizzo di Internet, turismo religioso, ambiente e turismo); 3) sperimentazione di un intervento formativo per la crescita educativa di piccoli gruppi di giovani associati (dagli 8 ai 29 anni).

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione multitematica rivolta agli operatori e ai dirigenti dell’As-sociazione viene realizzata attraverso l’alternanza di momenti seminariali con momenti d’aula. La sperimenta-zione degli interventi educativo-formativi viene invece realizzata con moduli differenti per fasce di età (8-14; 15-18, 19-29) e attuata tramite un accorto tutoraggio di gruppo.

Risultati attesi a) Consolidamento delle competenze generali degli operatori e dei dirigenti dell’Associazione; b) Aumento dell’autostima e del senso di responsabilità nei giovani destinatari degli interventi educativi.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Tanto i contenuti, i materiali e le metodologie delle attività formative sono progettati, realizzati e sottoposti a monitoraggio proprio nella logica della trasferibilità, tanto all’interno della rete dell’Associazione che a beneficio dei partner associativi.

“PASS - Potenziamento Abilità Struttura Associativa”

Ente CTSCodice D/2007/CTSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’iniziativa si propone di elaborare un percorso formativo che punti ad aggiornare le competenze tecniche degli operatori CTS e a potenziare il livello complessivo dell’Associazione in tutte le sue articolazioni, anche territoriali. Ai percorsi formativi si affianca la realizzazione di un ambiente online nel por-tale intranet dedicato alla formazione interna e volto a promuovere idee, spunti, suggerimenti e in definitiva una cultura di formazione continua.

Ambito territoriale Nazionale, a esclusione del Trentino-Alto Adige.

Obiettivi Rafforzare le competenze gestionali dei dirigenti dell’Associazione; b) fornire allo staff strumenti di gestione organizzativa che garantiscano un corretto governo dell’intera struttura associativa; c) aggiornare le competenze tecniche di base degli operatori delle sedi territoriali; d) creare un portale internet dedicato alla formazione e all’aggiornamento dello staff.

Metodologia e strumenti utilizzati L’intero percorso formativo fa riferimento a due strumenti che sono contemporaneamente metodologici ed interpretativi: l’approccio centrato sulla persona e il concetto guida di “qualità totale”. Il primo favorisce la partecipazione e il contributo individuale dei partecipanti, il secondo con-sente di ricondurre a logica e unitarietà le molteplici esperienze dei partecipanti. L’attività formativa si realizza secondo criteri di formazione-intervento che hanno lo scopo di inserire efficacemente nel momento formativo l’aspetto applicativo delle conoscenze e delle competenze acquisite. Viene applicata una didattica che non si limita al tradizionale intervento in aula, ma prevede un accompagnamento dell’utente durante il suo lavoro: una didattica orientata al feedback che tiene conto dei risultati di volta in volta raggiunti dai singoli associati per ricalibrare gli interventi sugli stessi dirigenti e quadri associativi.

Risultati attesi a) Maggiore propensione a sviluppare la capacità di comunicazione interpersonale per lo svi-luppo di corretti rapporti con l’esterno e verso l’interno; b) maggiore consapevolezza di lavorare in equipe e di assumere la qualità del servizio come valore fondante della attività associative

D/2007/CTS

52 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Aspetti innovativi L’iniziativa contiene significativi aspetti di innovazione quali: la realizzazione di un portale dedicato alla formazione accessibile online da parte di tutta la struttura dell’Associazione, non solo come strumento per veicolare contenuti ma soprattutto come spazio di discussione e lavoro; l’erogazione di una formazione specialistica riservata allo staff territoriale e ai referenti per l’educazione ambientale, materia considerata strategica per lo sviluppo delle future attività dell’associazione.

Trasferibilità Il modello formativo adottato risulta vocato alla trasferibilità ad altri soggetti del terzo settore, le cui caratteristiche possano accomunarsi per dimensioni e finalità a quelle del CTS.

“Formazione addetti in gestione del turismo sostenibile e degli eventi aggregativi culturali, sociali e sportivi. Creazione banca dati del turismo Endas”

Ente ENDASCodice 2007/D/ENDASArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’idea progettuale nasce dalla constatazione che l’associazionismo no profit si sta evolvendo per rispondere ai vecchi e nuovi bisogni sociali in maniera sempre più professionale. A tal fine appare necessario per l’Endas aumentare la qualità dei servizi offerti tramite la formazione, sia agli operatori che ai dirigenti, relativa all’ideazione e alla gestione delle attività ambientali, sociali e culturali. In particolare viene data attenzione alla gestione del turismo sostenibile, ossia un turismo compatibile con l’ambiente e con i beni culturali visitati e che sia rispettoso delle comunità locali; è prevista inoltre la creazione di una banca dati nel portale Endas relativa alle iniziative turistiche realizzate dall’Associazione.

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Creazione di una banca dati dell’offerta turistica Endas; b) formazione tramite modalità FAD di operatori qualificati in un settore strategico dell’Associazione quale è il turismo sostenibile, finalizzato a co-niugare turismo e ambiente; c) formazione diffusa della dirigenza Endas attraverso il cd-rom multimediale; d) realizzazione di un convegno finale di diffusione dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati Per la progettazione della banca dati dell’offerta turistica viene utilizzata una scheda di rilevazione dati delle strutture turistiche associative e di quelle che normalmente collaborano con l’Associazione, delle iniziative turistiche più significative e di quelle organizzate a livello locale. In relazio-ne alla formazione, la progettazione si avvale di esperti per l’elaborazione dei contenuti tecnico-scientifici dei corsi. I corsi sono rivolti in una prima fase a un campione di operatori tramite modalità FAD e successivamente ai dirigenti tramite un cd-rom multimediale, indirizzato a tutte le strutture territoriali dell’Associazione per permettere una formazione dei quadri più diffusa possibile. La formazione è costantemente monitorata al fine di misurare la sua validità.

Risultati attesi a) Sviluppo all’interno dell’Associazione di una nuova cultura turistica a misura d’uomo e d’ambiente; b) sensibilizzazione di soci e cittadini sulla necessità di un turismo responsabile; c) ampliamento dei servizi con valenza sociale erogati dall’Associazione in tutto il territorio nazionale.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo riguarda i destinatari delle attività che non verranno semplicemente selezionati tra i quadri dell’Endas, ma saranno scelti fra coloro che potenzialmente sono intenzionati a svol-gere l’attività per cui saranno formati in maniera professionale creando così nuova occupazione. L’innovazione riguarda anche la metodologia scelta per l’erogazione della formazione a distanza, che prevede un alto grado

2007/D/ENDAS

53Parte seconda. Schede progettuali

di interazione docente-allievo e una continua valutazione e monitoraggio del grado di preparazione raggiunto, propedeutico al passaggio ad altri gradini del percorso formativo.

Trasferibilità Il progetto utilizza, dal punto di vista tecnologico, sistemi di facile implementazione e strumenti che sono alla portata di tutti (PC e Internet). Risulta pertanto trasferibile su tutte quelle realtà che, come l’Endas, si interessano al settore del turismo sociale.

“Educare al tempo della complessità. Sperimentazione di un modello formativo territoriale per la rete SCS/CNOS”

Ente SCS CNOSCodice D/2007/SCS CNOSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce dalla necessità di sostenere il compito sociale degli operatori che si sentono inadeguati e impotenti nel comprendere, interpretare e fornire risposte al disagio dei minori e dei giovani in difficoltà. Le azioni svolte prevedono la realizzazione di un percorso formativo organizzato in mo-menti di studio seminariale, attività sul campo, supporto fad.

Ambito territoriale Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Tosca-na, Veneto.

Obiettivi L’obiettivo generale è sperimentare, valutare e diffondere un modello formativo territoriale in grado di abilitare gli operatori socio-educativi e le organizzazioni della rete SCS a collocarsi in modo positivo all’in-terno della complessità socio-culturale per rispondere in modo efficace all’evoluzione dei bisogni giovanili, realizzando percorsi di inserimento e protagonismo sociale dei giovani.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa prevede l’utilizzo di distinte metodologie in relazione alle specifiche azioni del progetto: i laboratori di apprendimento utilizzano metodologia che valorizza l’esperienza diretta dei partecipanti e i materiali da essi prodotti durante il lavoro sul campo; il lavoro sul campo che con-siste nello svolgimento di un periodo di tirocinio presso le organizzazioni di provenienza; accompagnamento organizzativo, cioè un progetto in cui si ha un confronto diretto tra coach e gruppi ristretti di partecipanti. Inoltre sono previsti la creazione di uno specifico sito che deve accogliere documentazione didattica prodotta e l’attivazione di una piattaforma di formazione online.

Risultati attesi a) Sperimentazione, valutazione e diffusione di un sistema formativo territoriale in grado di avviare e sostenere nelle organizzazioni della rete SCS/CNOS percorsi di miglioramento sia dell’azione educa-tiva sia della partecipazione socio-politica degli operatori.

Aspetti innovativi Le attività si svolgono quasi esclusivamente sui singoli territori e valorizzano i bisogni formativi e le risorse espresse da ciascun territorio. I destinatari sono gli operatori socio-educativi (volontari e collaboratori) delle organizzazioni federate. Anche la metodologia è innovativa perché si adotta il metodo di lavoro del laboratorio che valorizza l’esperienza diretta dei partecipanti e i materiali da essi prodotti e il contributo innovativo che ciascun partecipante può apportare.

Trasferibilità Il modello adottato nell’iniziativa di formazione è trasferibile perché non necessita di particolari sovrastrutture in quanto utilizza ambienti e strumenti didattici facilmente reperibili sul mercato e presso i singoli enti/associazioni. Inoltre il modello organizzativo dell’iniziativa e la documentazione didattica prodotta verranno messi a disposizione di altre associazioni ed operatori interessati.

D/2007/SCS CNOS

54 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“M.E.S.O.L.A. Migliorare l’efficienza e sviluppare l’organizzazione del lavoro degli associati”

Ente FEDERPARCHICodice 2007/D/FEDERPARCHIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il mondo del no profit e degli enti non commerciali è stato arricchito negli ultimi anni da una consistente produzione normativa tesa a regolamentare, indirizzare e professionalizzare un settore in forte crescita. In particolare, gli aspetti legati all’amministrazione, gestione e fiscalità e contabilità di questi enti sono stati specificatamente normati introducendo particolari obblighi. In tale contesto si inserisce tale progetto che si rivolge ai dirigenti di Federparchi al fine di fornire nozioni, strumenti, tecniche e normative che permettano loro di migliorare l’organizzazione e lo sviluppo dei progetti e delle attività dell’Associazio-ne. Il corso, inoltre, viene “affiancato” da pagine web appositamente strutturate per facilitare approfondire il materiale didattico tramite il confronto e la condivisione dei partecipanti e per migliorare le conoscenze informatiche dei partecipanti.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Sicilia (Catania).

Obiettivi Obiettivo principale è quello di realizzare un corso formativo per i dirigenti dell’Associazione in grado di potenziare le competenze relative alle aree civilistico-amministrativa, fiscale-contabile e organizzativo-manageriale.

Metodologia e strumenti utilizzati A livello metodologico la formazione si avvale dei seguenti approcci: il coaching individuale rivolto ai dirigenti che vogliono realizzare uno specifico percorso individuale di “crescita individuale”; la metodologia esperienziale che analizza i fabbisogni di un determinato contesto organizzativo attraverso l’outdoor training, ossia la risoluzione di problemi in gruppo; seminari di approfondimento delle te-matiche oggetto del corso; sito internet dell’associazione attraverso il quale è possibile individuare il materiale didattico alla preparazione, confrontarsi con gli altri partecipanti e supplire delle informazioni circa il corso ed i suoi obiettivi.

Risultati attesi a) Creazione di figure professionali che siano sempre di più un concreto e valido punto di riferimento per gli enti di partnership e per i cittadini; b) rendere il corpo dirigente partecipe e tecnicamente capace di comprendere i continui mutamenti normativo-contabili al fine di orientare in maniera sempre più mirata ed efficace l’azione politico-sociale di Federparchi; c) sviluppo di una più efficiente utilizzazione dei mezzi informatici, la fine di ottimizzare la gestione delle singole sedi in relazione all’espletamento delle pra-tiche più frequenti.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“in DIRECTION”

Ente FENIARCOCodice D/2007/FENIARCOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’idea progettuale vuole focalizzare l’attenzione sul complesso ruolo del Direttore di coro la cui preparazione non deve essere puramente di didattica musicale. Il progetto infatti nasce dalla neces-

2007/D/FEDERPARCHI; D/2007/FENIARCO

55Parte seconda. Schede progettuali

sità di dare ai direttori strumenti per “governare” situazioni di natura non-musicale all’interno del proprio coro acquisendo le capacità per motivare i coristi nei momenti di maggiore frustrazione, individuare strategie che facilitino l’apprendimento e il mantenimento della concentrazione, dissipare contrasti interni tra coristi e attac-chi che hanno come bersaglio il direttore stesso, gestire l’ansia del gruppo nel momento dell’esibizione pubblica. Inoltre l’iniziativa prevede un corso di alto perfezionamento per direttori di coro cui viene messo a disposizione un coro laboratorio di alto livello e al cui termine è previsto un concerto finale diretto dai migliori allievi.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Il progetto mira a progettare e realizzare corsi di formazione per direttori di coro che possano poten-ziare le abilità di leadership e la gestione delle dinamiche di gruppo.

Metodologia e strumenti utilizzati Si intendono realizzare Focus group online per consentire un approccio de-territorializzato al tema della ricerca e un corso formativo classico formale destinato a diciotto direttori di coro della durata di 8 giorni.

Risultati attesi a) Promuovere una cultura della direzione corale che racchiuda anche gli aspetti psicologici e relazionali; b) migliorare la qualità dell’ambiente di gruppo nei cori con ricadute positive in termini musicali.

Aspetti innovativi L’innovatività dell’iniziativa è insita nell’impostazione di un corso virtuale improntato su tematiche nuove e sperimentali per direttori di coro finora aggiornati solo ed esclusivamente sugli aspetti mu-sicali e di tecnica di direzione. Il corso infatti dà competenze rispetto alle complesse dinamiche psicologiche che animano un gruppo complesso come quello dei cori.

Trasferibilità L’iniziativa è ideata pensata e impostata secondo un modello virtuale facilmente mutuabile e quindi esportabile in altre realtà similari.

“Diritti umani delle persone con disabilità: una risorsa informativa per tutti”

Ente FISHCodice D/2007/FISHArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’approvazione alla fine del 2006 da parte dell’ONU della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, sottoscritta dall’Italia nel marzo del 2007, pone il problema delle conseguenze concrete che questo strumento giuridico può portare nella vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie Essa impone una riflessione sui diritti delle persone con disabilità e l’impegno per la diffusione delle fonti, delle informazioni e delle analisi relative a questa tematica che vada anche oltre la Convenzione del 2006. L’obbiettivo generale del progetto è perciò la diffusione presso un’ampia platea di potenziali interessati di un’informazione: corretta (basata su fonti certe e su buone prassi selezionate con criteri condivisi); autorevole (riconoscibile come corretta, perché presenta fonti, dati e riferimenti); stratificata (nel senso di consentire diversi livelli di lettura da parte di soggetti con caratteristiche professionali e personali diverse, attraverso il ricorso a strumenti e linguaggi differenti); integrata (collegata a strumenti già disponibili e passibile di lettura unitaria quanto ai contenuti dei diritti umani e civili); fruibile (accessibile e comprensibile con l’elasticità che i diversi strumenti di disseminazione consentono).

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Lametia Terme, Reggio Calabria), Campania (Caserta, Sa-lerno), Emilia-Romagna (Forlì-Cesena, Ferrara), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano, Brescia, Sondrio), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Siracusa, Palermo), Toscana (Firenze), Umbria (Terni), Veneto (Padova, Treviso).

D/2007/FISH

56 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Obiettivi L’obbiettivo primario del progetto consiste nell’offrire strumenti informativi sui diritti umani e civili alle associazioni delle persone con disabilità, agli stakeholders, agli operatori sociali, nell’ottica della costruzione di politiche sociali attive e di buone prassi. Ai fini del suo raggiungimento, l’iniziativa si propone di: a) raccogliere tutte le fonti relative ai diritti umani e civili in un unico contenitore che consenta anche una ricerca per parola chiave e per temi e una navigazione ipertestuale con rimandi a norme correlate e a disposizioni di carattere nazionale; b) individuare e indicizzare (correlandole alla banca dati normativa) le buone prassi previa definizione di criteri di valutazione esplicitati e condivisi, con il coinvolgimento di attori anche esterni alla rete della FISH; c) potenziare e integrare gli strumenti informativi afferenti alla rete della FISH nell’ottica di una fruibilità differenziata delle informazioni, attraverso il ricorso a quattro tipologie di strumenti – sito web con caratteristiche di banca dati (integrato nel sito HandyLex.org), sito web con carat-teristiche informative generaliste di ambito prevalentemente nazionale (Superando.it), sito web con caratte-ristiche targettizzate di ambito prevalentemente europeo e internazionale (cnditalia.it), rivista su carta con caratteristiche generaliste e divulgative (Mobilità); d) realizzare tre incontri (Nord, Centro e Sud) relativi alla nuova offerta informativa.

Metodologia e strumenti utilizzati L’implementazione dell’iniziativa mira soprattutto nella fase di start-up al coinvolgimento degli esperti della rete FISH e CND e di esperti esterni (programmazione partecipata), in un’ottica di coprogettazione e di lavoro di gruppo coordinato finalizzato. L’expertise sarà inoltre formata da persone con disabilità e familiari e tecnici delle associazioni con esperienza consolidata.

Risultati attesi Il maggiore risultato atteso dall’implementazione dell’iniziativa consiste nel rendere dispo-nibile una comune piattaforma di fonti, esperienze e informazioni utili a un confronto e a una successiva elaborazione di politiche attive a favore dei diritti umani e civili, grazie anche al raggiungimento di un pubblico sempre più ampio e diversificato di utenti.

Aspetti innovativi L’approccio normativo e di pratiche sui diritti umani implica un cambiamento radicale nelle dinamiche informative. Si tratta di spostare l’ottica da informazioni di carattere legislativo e di azioni centrate sugli obblighi della parte pubblica e di quella privata a un quadro sui diritti individuali di cui sono portatrici le persone con disabilità. Le informazioni messe a disposizione dei cittadini con disabilità e delle loro famiglie dalla FISH e dal CND attraverso gli strumenti indicati seguono questo cambiamento anche nella struttura dei termini informatici, comunicativi e partecipativi.

Trasferibilità Come già accaduto per www.handylex.org, www.superando.it, www.cnditalia.it e per la rivista Mobilità sui temi dei diritti previsti dalle norme nazionali e sulle relative pratiche, la capacità della rete asso-ciativa è tale da garantire l’utilizzo dei modelli da parte di reti sociali e dei soggetti pubblici. Il caso handylex.org è indicativo in tal senso: il 70% degli accessi proviene da soggetti della pubblica amministrazione nazio-nale e territoriale. I relativi modelli informativi hanno trovato riproduzioni della medesima natura sul web.

“La Fitel e l’associazionismo: nuovi bisogni e nuove proposte”

Ente FITELCodice 2007/D/FITELArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto I cambiamenti sociali, economici e culturali che hanno condotto alle ristrutturazioni aziendali e organizzative durante l’epoca post-industriale hanno avuto notevole influenza sul ruolo storica-mente riscoperto dai CRAL, dedicati a gestire nella dimensione aziendale le attività ricreative, culturali ed

2007/D/FITEL

57Parte seconda. Schede progettuali

assistenziali per i lavoratori. L’iniziativa è finalizzata, pertanto, a una riqualificazione e un riposizionamento dei CRAL attraverso, da una parte, una ricerca sull’attuale stato dei Cral in modo da avere una più chiara situazione delle realtà e poter intervenire attivamente al rilancio degli stessi, e dall’altra, attraverso interventi formativi di aggiornamento sull’associazionismo, sulle tecnologie informatiche e di comunicazione, sugli aspetti contabili.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

Obiettivi L’obiettivo strategico del progetto è costituto dal rilancio dell’intero mondo Fitel, basato su quattro direttrici: a) una ricerca che approfondisca lo stato reale dei Cral e evidenzi buone pratiche, opportunità e rischi della situazione attuale; b) un rafforzamento del ruolo dei dirigenti periferici tramite attività di forma-zione sull’associazionismo e sulle tecnologie informatiche e di comunicazione; c) un’azione formativa ampia che vada oltre gli iscritti alla Fitel, di aggiornamento e adeguamento di un software specifico per la contabilità delle associazioni e la formazione su detto software; d) l’aggiornamento del sito Internet finalizzato alla crea-zione di un’area che permetta l’interazione delle Fitel locali lo scambio di informazioni atte alla realizzazione di un bilancio consolidato.

Metodologia e strumenti utilizzati Per il raggiungimento dei risultati il progetto utilizza i seguenti strumenti: seminario di lancio dell’iniziativa; convegni nazionali rispettivamente, sulla diffusione dei risultati della ricerca sui Cral e sulla diffusione dei risultati dell’iniziativa.

Risultati attesi a) Ottenere un rafforzamento e una rivalutazione territoriale delle varie sedi Fitel e di tutte le associazioni aderenti; b) formare operatori in grado di gestire tutti gli aspetti legati all’associazione, nonchè fornire le nozioni necessarie per facilitare le comunicazioni utilizzando piattaforme informatiche e telematiche.

Aspetti innovativi L’aspetto innovativo dell’iniziativa è sicuramente la ricerca sulle attività specifiche dei Cral e la diffusione di un programma contabile pensato e realizzato da un’associazione no profit che consenta di pervenire a bilanci consolidati di associazioni anche attraverso la costruzione di una banca dati nell’area Intranet.

Trasferibilità Il modello è basato sulla logica della flessibilità e d è, pertanto, trasferibile con gli opportuni adattamenti ad ogni realtà associativa. Nel contempo, lo stesso modello garantisce la massima adattabilità anche in senso temporale per il raggiungimento di un nuovo e più elevato livello di crescita delle associazioni e dei circoli ricreativi coinvolti.

“Nuovi bisogni e nuove risposte dalla rete FITus”

Ente FITUSCodice D/2007/FITUSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Al fine di essere concorrenziale con una offerta turistica globalizzata presente su internet e fortemente competitiva, l’Associazione pianifica un piano di rafforzamento delle dotazioni infor-matiche, un forte piano di comunicazione e un continuo aggiornamento dei volontari e dei dipendenti delle strutture federate. È prevista anche una ricerca sul turismo sociale in Italia ai fini dell’analisi dei fabbisogni formativi e di servizio realizzabili attraverso la rete Fitus

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Le parole chiave per riassumere l’obiettivo strategico dell’iniziativa sono: internet, comunicazione e formazione, in un’ottica di identità e competitività.

D/2007/FITUS

58 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Metodologia e strumenti utilizzati La presente iniziativa si sviluppa sulla base di una precisa metodologia chiamata “ricerca/intervento”: i primi risultati della ricerca influenzano la progettazione esecutiva delle atti-vità di formazione e degli strumenti informatici.

Risultati attesi Acquisizione della rete Fitus di una identità e competitività significativamente maggiori.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Campus on line. Laboratorio virtuale di condivisione della conoscenza sulle metodologie e tecniche di progettazione sociale”

Ente FOCSIVCodice 2007/D/FOCSIVArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa permette all’Associazione di ampliare l’offerta di servizi di assistenza e consulenza tecnica alle ONG Federate, attraverso la messa in rete di tutti gli strumenti di lavoro, i materiali acquisiti sul campo, le esperienze in loco dei volontari e di tutti gli operatori che gravitano intorno alle associa-zioni federate. Attraverso un processo integrato di condivisione si rendono così disponibile i migliori approcci ai problemi e le pratiche più vantaggiose emerse dal lavoro di anni nei PVS nell’ambito dei progetti di sviluppo e in Italia in ambito di formazione ed educazione allo sviluppo, creando un vero e proprio patrimonio collettivo di best practices attraverso la creazione di una banca dati specifica. Inoltre, il progetto prevede la realizzazione di un “campus interattivo virtuale” nel quale vengono sperimentati degli incontri formativi/informativi per discutere di tematiche di particolare rilevanza.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Bologna, Parma), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Piemonte (Torino).

Obiettivi L’iniziativa proposta ha l’obiettivo di sistematizzare tutte le esperienze positive delle singole orga-nizzazioni federate e fare in modo che l’esperienza di ognuna possa essere riprodotta e usata come spunto per attività simili di altre organizzazioni federate, in modo da rafforzare la vera essenza del lavoro in networking della Federazione Focsiv. Gli obiettivi specifici prevedono: 1) la produzione di una banca dati delle best prac-tices; 2) la creazione del Campus interattivo virtuale; 3) la formazione seminariale agli operatori e volontari sulle modalità di accesso e di fruizione alle informazioni della banca dati.

Metodologia e strumenti utilizzati Per la produzione di una banca dati delle best practices, la metodologia utilizzata prevede le seguenti fasi: diffusione online di materiale promozionale e informativo dell’iniziativa; definizione di un paradigma comune sulle modalità di raccolta dati ed elaborazione degli strumenti di richiesta e raccolta dati; sistematizzazione del materiale raccolto nel database realizzato. Inoltre, è stata prevista anche l’elaborazione di una guida interattiva all’uso di tali strumenti nel sito dell’Associazione.

Risultati attesi a) Aumento della capacità di sviluppo e gestione delle tipiche attività di una Ong; b) maggiore omogeneità metodologica nei processi di progettazione di un intervento di sviluppo; c) potenziamento opera-tivo del sito dell’associazione.

Aspetti innovativi L’aspetto innovativo consiste nel rendere funzionale ed efficiente l’effettiva condivisione di strumenti analitici tra le Ong Federate alla Focsiv, in modo da sostenere le piccole dimensioni, i mezzi limitati

2007/D/FOCSIV

59Parte seconda. Schede progettuali

e un personale a volte poco specializzato. Il modello metodologico di raccolta, selezione critica delle informa-zioni di contesto è in grado infatti di ridurre i margini di errore nell’ideazione, nella gestione e nella valutazione degli interventi, garantendo inoltre migliori standard di sostenibilità ed impatto di lungo periodo.

Trasferibilità Il portale virtuale rappresenta una struttura di moltiplicazione dei risultati ad alta trasferibilità in quanto trattasi di software “freeware”, ossia disponibile in modo gratuito per tutti i potenziali utenti.

“Imparare ad aiutare”

Ente GLI ANELLI MANCANTICodice D/2007/GLI ANELLI MANCANTIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla volontà di migliorare l’efficienza dei servizi erogati dall’As-sociazione promuovendo la formazione e la partecipazione di tutti i suoi membri, con particolare attenzione alla sensibilizzazione ed inclusione dei volontari stranieri, solitamente considerati come meri destinatari. I volontari stranieri possono infatti mettere a disposizione le loro competenze passando da un ruolo di utenza a uno di collaborazione attiva nell’aiuto e nell’offerta dei servizi. Il progetto si articola in due fasi, la prima incentrata sulla formazione e organizzazione di servizi relativi all’alfabetizzazione, la seconda sulla forma-zione e organizzazione di servizi relativi alle attività di accoglienza, segretariato sociale e orientamento al lavoro.

Ambito territoriale Toscana.

Obiettivi a) Promuovere la formazione teorica e pratica dei volontari italiani al fine di renderli operativi nella realizzazione di corsi di alfabetizzazione per immigrati adulti; b) promuovere la formazione teorica e pratica dei volontari stranieri e italiani per renderli operativi nell’erogazione di servizi di accoglienza, segretariato sociale e orientamento al lavoro; c) inserire nello sportello accoglienza accoglienza e orientamento al lavoro un corpo di volontari stranieri.

Metodologia e strumenti utilizzati Le due fasi del progetto, alfabetizzazione e segretariato sociale, sono precedute da un momento di ricerca sul campo e raccolta di best practices e creazione di un data base. Es-senziale è inoltre la creazione di network di contatti e scambio informativo tra le associazioni che si occupano di tematiche affini. I laboratori e corsi di formazione vengono suddivisi in ore destinate a lezioni frontali, ore destinate alle testimonianze di esperti sul campo e di operatori italiani e stranieri provenienti da realtà asso-ciative affini, e infine metodologie proprie dell’educazione non formale (lavoro di gruppo, brainstorming, role playing, studio dei casi).

Risultati attesi a) Realizzazione di un database sulle migliori esperienze di alfabetizzazione e di segretariato sociale rivolto agli immigrati; b) organizzazione di percorsi di alfabetizzazione destinati ad adulti semi o del tutto analfabeti nella propria lingua madre; c) incremento della partecipazione dei volontari immigrati all’interno delle attività e servizi dell’associazione d) il miglioramento di un servizio quale quello dello sportello di accoglienza e orientamento al lavoro.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo della proposta progettuale risiede nella sua capacità di coinvolgere e valorizzare tutti i soggetti che frequentano a vario tipo l’Associazione, prevedendo interventi formativi rivolti agli operatori volontari dell’Associazione e altri destinati a cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia da più di tre anni che contribuiranno a loro volta all’interazione linguistica e socio-culturale dei propri connazionali.

D/2007/GLI ANELLI MANCANTI

60 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Trasferibilità Il progetto può essere trasferito in numerosi contesti di volontariato con particolare riguardo per i Centri servizi destinati agli immigrati. Gli elementi di replicabilità derivano dalla possibilità di avvalersi di professionalità e competenze presenti in tutto il territorio nazionale, di usare beni o strumenti tecnologici alla portata di tutti e di essere previste per una tipologia di utenza che ha caratteristiche comuni su tutto il territorio italiano.

“Formare il non-profit”

Ente LEGAMBIENTECodice 2007/D/LEGAMBIENTEArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa, rivolta al personale dirigente di Legambiente, consiste nello studio e nella realizzazione di un corso di formazione attuato sull’intero territorio nazionale e abbinato alla messa in rete di un sito internet specifico. Essa nasce dalla concreta necessità di avere dirigenti in grado di coordinare le complesse politiche sociali e ambientali effettuate dall’Associazione e nello stesso tempo di analizzare i cambiamenti politico-economici ed implementare iniziative eco-ambientali utili al raggiungimento dei fini statuari.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Fornire ai dirigenti tramite un corso strumenti nozionistici relativi alla disciplina civilistica del no profit, alla normativa amministrativa, fiscale e contabile; b) realizzazione di un sito internet al fine di apprendere più velocemente le nozioni del corso; c) realizzare un seminario finale allo scopo di effettuare un’approfondita disamina dei contenuti e dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati A livello metodologico la formazione si avvale dei seguenti strumenti: lezioni frontali, esercitazioni in aula, approfondimenti mediante strumenti virtuali, lavori di gruppo, seminari .

Risultati attesi a) Miglioramento della formazione fiscale e contabile dei dirigenti regionali; b) creazione nelle varie fasi del progetto di modelli operativi esportabili ad altri ambiti di attività del sociale; c) fornire mezzi adeguati per implementare e far sviluppare al massimo l’attività di promozione sociale di Legambiente, favo-rendo la nascita di nuove progettualità tra vari Enti, istituzioni e l’Associazione; d) sviluppare ulteriori iniziative mirate ad una più rapida identificazione delle problematiche; e) fornire le conoscenze normative adeguate per ben gestire i rapporti tra Associazioni, cittadini e varie tipologie di Enti.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto, per le finalità, le metodologie e gli strumenti di realizzazione, è capace di innescare sin da subito meccanismi automatici di trasferibilità in altri ambiti del sociale e per altri soggetti del vasto e composito mondo del Terzo Settore.

“L’antimafia dello Stato e lo stato dell’antimafia”

Ente LIBERACodice 2007/D/LIBERAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Dopo aver promosso lo studio dei diversi tipi di mafie e analizzato i loro variegati

2007/D/LEGAMBIENTE; 2007/D/LIBERA

61Parte seconda. Schede progettuali

settori di attività, l’esigenza che si pone Libera tramite questo progetto è quella di affrontare in modo diretto la conoscenza degli organi preposti al loro contrasto. La formazione che ne deriva risulta così indispensabile ai coordinatori locali dell’Associazione per affrontare ed organizzare in modo completo, anche nei loro territori, interventi di animazione e sensibilizzazione avvalendosi della collaborazione dei diversi soggetti impegnati nel contrasto alle mafie.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Organizzare momenti formativi rivolti ai coordinatori locali e animatori territoriali durante i quali approfondire il ruolo dei soggetti e degli Enti istituzionalmente costituiti per contrastare le organizzazioni criminali (prefetture, agenzia del demanio, polizia di stato, commissione parlamentare antimafia, dipartimento giustizia minorile, ecc.); b) creare una banca dati dove condividere il materiale messo a disposizione dagli esperti relatori e che consenta di condividere trai corsisti suggerimenti ed esperienze.

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione avviene tramite: un ciclo di seminari su base nazionale at-traverso lezioni frontali lavori di gruppo, esercitazioni, metodologie simulative e quant’altro idoneo a realizzare modalità interattive; un seminario di formazione congiunta, rivolta agli uffici centrali di Libera, ai referenti locali e ad una selezione di animatori della legalità che nel corso degli anni hanno seguito i percorsi promossi dall’Associazione.

Risultati attesi a) Rafforzamento della conoscenza sulla funzione di organismi istituzionali preposti a con-trastare l’azione delle organizzazioni mafiose; b) consolidamento delle competenze formative dei coordinatori territoriali di Libera e di quelle figure individuate localmente come “animatori della legalità”; c) ampliamento delle capacità di progettazione e gestione dei percorsi per l’educazione alla legalità e per il riutilizzo sociale dei beni confiscati a livello locale; d) attivazione locale dei contatti con organismi decentrati per favorire percorsi locali ed interventi mirati.

Aspetti innovativi L’aspetto innovativo riguarda il coinvolgimento diretto degli organi istituzionali costituiti per contrastare le organizzazioni criminali.

Trasferibilità Il modello formativo permette di essere riproposto in ogni contesto territoriale dove si trovano ad operare i soggetti deputati istituzionalmente al contrasto delle organizzazioni mafiose.

“Rete Europa Giovani”

Ente MCLCodice D/2007/MCLArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’intenzione dell’iniziativa è creare una rete informativa sulle tematiche relative all’Unione europea con particolare riferimento ai diritti della cittadinanza europea e ai diritti della cittadi-nanza dei giovani. In questo modo si crea l’occasione per formare ed aggiornare su questi temi gli operatori dell’Associazione coinvolgendoli attivamente nell’elaborazione dei relativi materiali informatici. La rete in-formativa realizzata a livello nazionale e i prodotti creati nell’ambito dell’iniziativa saranno utilizzati anche nell’attività di sportello informativo e consulenza su tematiche europee che l’Associazione intende predisporre nelle regioni dell’Italia meridionali.

D/2007/MCL

62 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Ambito territoriale Nazionale, a esclusione di Valle d’Aosta e Molise.

Obiettivi L’iniziativa ha una finalità educativa. Essa mira a: a) implementare la realizzazione di una rete in-formativa su tematiche legate all’unione europea formando gli operatori ed i volontari su precise tematiche, realizzando materiale destinato ad un servizio di informazione rivolto anche ad utenti esterni all’associazione; b) contribuire alla diffusione dell’informazioni sull’unione europea per rafforzare la partecipazione dei giovani sia alla vita civile della propria comunità sia al sistema della democrazia partecipativa.

Metodologia e strumenti utilizzati Per attuare un servizio di assistenza agli operatori con la trasmissione in tempo reale di notizie relative alle tematiche dell’iniziativa e alle problematiche giovanili in Italia, gli stru-menti utilizzati consistono in un servizio di informazioni inviate via email e un sito web e/o rete intranet per la condivisione delle informazioni all’interno della rete MCL. Per favorire la circolazione delle informazioni sulle tematiche giovanili all’interno dell’Associazione stessa si procede monitorando le attività degli addetti ai lavori al fine di accrescere le loro capacità organizzative e di trasmettere le istanze provenienti dalla società civile. Le informazioni vengono raccolte in sistemi specifici al servizio dei livelli istituzionali preposti alla funzione di indirizzo politico legislativo; inoltre, viene creata una banca dati che raccolga l’esigenze degli utenti di volta in volta registrate. Per favorire la circolazione delle informazioni tra l’associazione ed il mondo esterno occorre sviluppare le potenzialità comunicative offerte dal livello globale dei canali di informazione, sfruttando la pos-sibilità di costruire un network internazionale garantito dalla presenza internazionale dell’Associazione. Sono previste attività di formazione a distanza, tramite piattaforma software appositamente studiata, degli operatori che prendono parte all’iniziativa.

Risultati attesi a) Creazione di una rete di informazione costantemente aggiornata, su temi relativi alle politiche giovanili dell’Unione europea; b) formazione ed aggiornamento degli operatori dell’associazione e creazione di un cd-rom e di una banca dati su temi quali le politiche giovanili dell’Unione europea.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello di servizio di assistenza alle politiche giovanili sarà preso in considerazione e speri-mentato in una prima fase nelle sede provinciali e zonali e sarà poi trasferito con una formazione propedeutica alle sedi regionali. Solo in un periodo successivo il lavoro concettuale sarà esteso all’intero territorio nazionale.

“Movimento inForma”

Ente MDCCodice D/2007/MDCArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Il percorso formativo precedentemente intrapreso dal MDC con il progetto InfoCon-sumatori, improntato principalmente sull’apprendimento a distanza, ha evidenziato l’esigenza di un contatto diretto sul territorio degli esperti messi a disposizione dalla Sede nazionale con i responsabili delle sedi locali e i volontari. Da questa esigenza è nata l’idea di un progetto che si sviluppa attraverso incontri formativi in-terregionali presso alcune sedi locali sui temi dell’amministrazione, della progettazione, della comunicazione/ufficio stampa e dell’utilizzo dei sistemi informatici e che, dando continuità al progetto precedente, inserisce nuovi corsi di approfondimento basati su metodologie e-learning.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Lombar-dia (Milano), Marche (Ancona), Puglia (Lecce), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze).

D/2007/MDC

63Parte seconda. Schede progettuali

Obiettivi a) Organizzazione di nove workshops diretti ai cinquantasei responsabili delle sedi provinciali indivi-duate e ai loro collaboratori stretti; l’organizzazione dei workshops comprende la realizzazione di un vademe-cum a fini formativi e di un incontro con tutti i responsabili locali a fini di confronto sui temi oggetto dell’ini-ziativa; b) Realizzazione e inserimento sulla piattaforma e-learning di cinque nuovi corsi di approfondimento destinati a trecento tra responsabili e collaboratori locali; c) organizzazione di un incontro finale con tutti i cinquantasei responsabili locali; d) dotazione dell’associazione di nuovi strumenti per mettere in contatto diretto la realtà nazionale con le realtà locali.

Metodologia e strumenti utilizzati In una fase iniziale del progetto sono analizzati i bisogni formativi delle sedi locali e delle tecnologie presenti presso le sedi locali attraverso questionari elaborati ad hoc. I workshops tenuti nelle sedi locali sono realizzati mediante lezioni frontali e lavoro di gruppo, attraverso l’ausilio di quat-tro vademecum tematici e di slides e attraverso l’utilizzo delle strumentazioni hardware e software. È infine previsto l’aggiornamento della piattaforma e-learning con l’inserimento di cinque nuovi corsi.

Risultati attesi a) Miglioramento delle capacità delle sedi locali nell’ambito della gestione economico-finan-ziaria, della progettazione, della comunicazione e dell’utilizzo degli strumenti informatici; b) stimolo dello scambio diretto di informazioni, esperienze e materiali dal livello nazionale ai livelli regionali e provinciali grazie all’ausilio di nuove strumentazioni.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Questa iniziativa progettuale è facilmente replicabile qualora si renda necessario formare e aggiornare i responsabili di sedi locali, grazie all’aggiornamento delle strumentazioni delle sedi. L’iniziativa è inoltre rimodulabile poiché i corsi presenti sulla piattaforma e-learning e i temi dei workshops possono essere successivamente rivisitati e aggiornati, o anche semplificati (ad esempio, al fine di rendere fruibili tali corsi anche a personale meno esperto, come i volontari).

“Corso di formazione per operatori dei servizi all’immigrazione ed alla cooperazione internazionale”

Ente MODAVICodice D/2007/MODAVIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il processo di globalizzazione sta mutando profondamente il sistema delle relazioni internazionali e sta generando un aumento importante dei flussi migratori. Lo sviluppo di percorsi formativi al vo-lontariato e alla cooperazione internazionale è stato perciò sollecitato a livello nazionale e internazionale, mentre l’esigenza di una formazione specifica in materia di immigrazione deriva dalla considerazione che il processo di inserimento degli immigrati comporta criticità che richiedono di essere affrontate in modo organico. In tale ottica è stato sviluppato un progetto volto alla formazione propedeutica per chi intenda operare o già operi senza competenze specifiche nel settore dei Servizi all’immigrazione e nel mondo della cooperazione internazionale.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Campania (Napoli), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Roma).

Obiettivi L’obbiettivo principale del progetto consiste nella organizzazione di un Corso di formazione itinerante di dieci mesi, per un totale di 224 ore, rivolto a 40 operatori; il corso è strutturato su due percorsi didattici parallei – rispettivamente concettuale e tecnico-progettuale – in materia di Servizi all’immigrazione e di Cooperazione internazionale. Nella fase finale del progetto è prevista la pubblicazione degli atti del Corso di formazione.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia formativa consiste anzitutto nell’acquisizione dei concetti base in chiave interdisciplinare con il costante richiamo alla pubblicistica e al dibattito internazionale; questo ap-

D/2007/MODAVI

64 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

proccio nozionistico mira a creare una base omogenea di conoscenza tra partecipanti con percorsi e competenze differenziati. Successivamente, si ricorre a tecniche più interattive e al “racconto” da parte di alcuni operatori dei progetti realizzati o in fase di realizzazione. Tutto il percorso formativo è inoltre supportato dalla consultazione di banche dati e dall’accesso ai documenti ufficiali di enti, organismi e istituzioni nazionali e internazionali

Risultati attesi a) Creazione di esperti in grado di fornire, organizzare e gestire servizi culturali, sociali, educa-tivi e informativi per un’utenza straniera, con particolare attenzione a donne e minori; b) creazione di esperti di progetti di cooperazione internazionale dotati di un solido bagaglio di conoscenze così come di una capacità progettuale operativa che permetta di disegnare, realizzare, monitorare e valutare progetti di cooperazione e volontariato internazionale.

Aspetti innovativi Nell’ambito delle associazioni di promozione sociale la figura di un esperto nella gestione dei Servizi all’immigrazione e nella cooperazione internazionale è ancora poco diffusa, e la sua preparazione non è sufficiente ad affrontare con professionalità e competenza progetti di ampio respiro.

Trasferibilità ---

“P.O.P. - Parents Online Project”

Ente Parent ProjectCodice 2007/D/Parent ProjectArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Il progetto propone la creazione di una vera e propria comunità di rete sulla distro-fia muscolare Duchenne e Becker attraverso l’ammodernamento delle strutture informatiche e telematiche (postazioni multimediali distribuite in tutto il territorio coperto dalla diverse sedi associative con relativo col-legamento di rete e un’importante azione di coordinamento tecnico), nonché l’empowerment di competenze professionali e meta-professionali a rinforzo dello sviluppo associativo con lo scopo di qualificare l’offerta di servizi ai soci e alla comunità Duchenne e Becker ed incidere culturalmente su tutto il sistema locale e nazionale.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Veneto.

Obiettivi La creazione di una comunità di rete sulla Duchenne e Becker è realizzabile attraverso: a) l’ammoder-namento delle strutture operative tramite l’utilizzo delle ICT; b) la realizzazione di servizi di counselling online sociale e sanitario, help online per i genitori (dove far richiesta di informazioni specifiche), forum degli operatori per i servizi dell’Associazione; c) la realizzazione di azioni formative rivolte a soci, operatori, responsabili territo-riali sull’utilizzo della rete associativa e di corsi di aggiornamento.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia formativa si basa sull’utilizzo di una serie di dispositivi: corsi di informatica e di utilizzo delle ICT rivolti ai soci; corso di formazione all’utilizzo di un apposito software di supporto per la gestione degli interventi dell’Associazione per gli operatori interni; corsi di aggiornamento volti ai responsabili di tutte le regioni sedi dell’Associazione sulla gestione dei processi organizzativi e deci-sionali di un’organizzazione no-profit e ai genitori su aspetti informativi, organizzativi e tematici relativi alla distrofia muscolare Duchenne e Becker.

Risultati attesi a) Costituzione di un rete associativa formata e attrezzata capace di fornire servizi efficaci ed efficienti; b) genitori-soci competenti e formati a sostenere la rete associativa; c) sviluppo di un’organizzazio-ne strutturata e rafforzata in termini organizzativi e gestionali.

2007/D/Parent Project

65Parte seconda. Schede progettuali

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Grazie a tale progetto viene costituita una vera e propria comunità di rete che garantisce la possibilità di trasferire il modello di intervento e di azione realizzato a coloro che intendono avvicinarsi e partecipare attivamente a questa rete. Gli stessi soci-genitori, che vengono effettivamente formati e che hanno la possibilità di diventare anche punti di riferimento territoriale, sono infatti il canale privilegiato per la promozione e diffusione degli scopi associativi. Inoltre, gli strumenti informatici messi in campo permettono di rispondere alle esigenze di un numero sempre maggiore di utenti dislocati in più territori, distribuendo le risorse ed economizzando sui costi.

“Pazzi in rete”

Ente Pax ChristiCodice D/2007/Pax ChristiArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Per rispondere alla richiesta sempre più pressante di un continuo aggiornamento di coloro che fanno parte integrante del Movimento (collaboratori, referenti locali, redattori, formatori) e di colo-ro che al Movimento si rivolgono per essere informati, formati ed educati nasce la necessità di informatizzare i centri vitali del Movimento e di potenziare gli strumenti informativi in proprio possesso. Si mira inoltre al potenziamento del sito dell’Associazione attraverso la creazione di cinque banche dati per recuperare, catalo-gare e rendere fruibile una serie di materiali visionabili a un ridotto numero di persone.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Veneto.

Obiettivi L’obiettivo prioritario è la realizzazione di un’adeguata struttura informatica all’interno dell’associa-zione che prevede l’acquisto di attrezzature, la messa in rete dei computer, la realizzazione di 5 data base, la formazione del personale interno per l’apprendimento di nuovi linguaggi informatici e dei metodi di raccolta dati.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iter formativo e di realizzazione dei data base contempla la produzione di dispense online, cd-rom a tema.

Risultati attesi a) Informatizzazione delle sedi e messa in rete di computer; b) realizzazione di 5 data base; c) formazione dei dipendenti, collaboratori, volontari; d) catalogazione e messa in rete dei materiali attualmente non fruibili.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello di realizzazione del progetto e le persone coinvolte diventano sui territori soggetti attivi e propositivi di ulteriori percorsi formativi attivi nelle scuole, nei gruppi, nelle comunità per realizzare ulteriori raccolte dati su esperienze, storie e progetti.

D/2007/Pax Christi

66 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Formazione Servizio Sociale TGS”

Ente TGSCodice 2007/D/TGSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto mira a favorire la creazione all’interno del circuito associativo del TGS di una rete in grado di coordinare, progettare e realizzare strategie mirate all’incremento della partecipazione giovanile alle attività di volontariato e in particolare dei ragazzi che vivono in condizioni di marginalità e disagio. Da qui la necessità di un aggiornamento qualificato e continuo dei dirigenti, quadri e operatori culturali e sociali, per rispondere in maniera adeguata alla complessità delle attuali problematiche giovanili. L’elaborazione di nuove competenze professionalizzanti consentirà la progettazione e la gestione di interventi innovativi in collaborazione con enti pubblici e del terzo settore.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto.

Obiettivi Nello specifico il progetto si pone un duplice obiettivo: a) socio-educativo, ossia sviluppare, da una parte, percorsi di formazione di educatori, dirigenti e quadri per qualificare le competenze educative, con par-ticolare attenzione alle politiche sociali, turistiche e ambientali, e dall’altra qualificare le capacità di intervento dei dirigenti dell’Associazione TGS; b) organizzativo-gestionale, ossia attivare un modello di rete territoriale attraverso la condivisione di esperienze, metodologie di intervento, scambio di buone prassi tra i gruppi TGS e incrementare conoscenze in merito agli aspetti giuridici e fiscali degli enti no profit ed in particolare dell’as-sociazionismo del turismo sociale.

Metodologia e strumenti utilizzati Il metodo di intervento è un approccio integrato socio-pedagogico: si parte dalla conoscenza e dall’analisi delle strutture e delle risorse disponibili (mappatura) e si procede all’analisi dei bisogni tramite strumenti di ricerca scientifica secondo il modello della ricerca-azione, con una particolare attenzione al fine di rendere ì destinatari i veri protagonisti del percorso. Nell’integrazione di varie metodologie formative (seminari, lezioni frontali, a lavori di gruppo) si privilegerà il lavoro con focus group e case-story per approfondire situazioni specifiche sulla base di esperienze realmente vissute. Il progetto prevede un monitoraggio in itinere ed una valutazione finale.

Risultati attesi I principali risultati attesi, rispetto ai destinatari diretti riguardano: a) l’incremento di conoscen-ze relative al Terzo Settore, all’Associazionismo e al turismo sociale; b) l’incremento delle competenze in ambito organizzativo e gestionale; c) una maggiore conoscenza e sensibilità rispetto alle tematiche sociali, in particolar modo quelle che riguardano i fenomeni di turismo giovanile e alle modalità più appropriate di intervento; d) lo sviluppo di conoscenze e abilità per realizzare un positivo lavoro di rete.

Aspetti innovativi Fino ad oggi tutti gli interventi posti in essere per l’inclusione giovanile e la lotta contro la marginalità e il disagio non hanno fatto riferimento ai principi insiti nel concetto di cittadinanza sociale. Inol-tre la maggior parte degli interventi vengono realizzati nell’ambito scolastico, non prevedendo il rapporto con enti esterni del privato sociale. Il progetto in questione, al contrario, pone il giovane al centro di un processo attivo nel quale essi stessi possono partecipare alle attività in modo critico e propositivo.

Trasferibilità Il modello formativo adottato può essere trasferito in altri contesti ed altri target di destinatari in quanto non necessita di particolari strutture. Inoltre, i materiali di documentazione del progetto (descrizione del progetto e documentazione) vengono messi a disposizione attraverso: il sito web, online, in un sezione del sito; un sussidio formativo di raccolta sistematica dei diversi materiali didattici utilizzati nel corso dell’inizia-tiva.

2007/D/TGS

67Parte seconda. Schede progettuali

“La Fabbrica della memoria. Modelli di formazione e innovazione per la realizzazione di documenti audiovisivi sulla memoria del territorio”

Ente UCCACodice D/2007/UCCAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa si propone di coinvolgere i dirigenti associativi di UCCA e in particolare i giovani in un percorso di formazione/aggiornamento in grado di qualificarne il ruolo di “catalizzatori” della memoria dei territori e dei movimenti sociali, attraverso gli strumenti del linguaggio audiovisivo.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Modena), Lazio (Roma), Puglia (Bari).

Obiettivi a) Sperimentare una metodologia formativa che consenta ai giovani dirigenti di svolgere un’attività di inchiesta socio-antropologica sul territorio finalizzata alla raccolta di documentazione audiovisiva della memoria sociale dei cittadini, utilizzando le forme dell’intervista/testimonianza dei soggetti protagonisti della storia sociale locale; b) consentire l’acquisizione da parte dei corsisti di elementi relativi alle procedure di conservazione e catalogazione dei documenti filmici e sulla gestione di archivi audiovisivi in rete; c) favorire le condizioni per la diffusione degli elementi esperienziali e simbolici che costituiscono la memoria di un ter-ritorio; d) sviluppare l’accesso delle comunità locali ai prodotti della memoria.

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione si svolge mediante lezioni frontali di carattere teorico attraverso la fruizione di documenti filmici, interviste e testimonianze di particolare rilievo nel settore dell’in-chiesta socio-antropologica. Le lezioni frontali sono tenute da registi-filmmaker, archivisti, esperti audiovisivi.

Risultati attesi a) Aggiornamento e potenziamento della banca dati nazionale relativa ai prodotti e ai do-cumenti audiovisivi che raccontano la storia del territorio; b) sviluppo all’accesso delle comunità locali ai prodotti della memoria; c) formazione dei dirigenti UCCA affinché siano in grado di svolgere inchieste socio-antropologiche sul territorio relative alla sua storia sociale e di documentarne l’esito mediante il linguaggio audiovisive di individuare e documentare gli aspetti socio-culturali di valenza territoriale.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo dell’iniziativa risiede nella sperimentazione delle nuove tecnologie audiovisive al fine di avviare nei territori un’attività permanente di recupero e conservazione della memoria sociale. Si punta inoltre a sperimentare una modalità partecipata di realizzazione degli obiettivi progettuali, sia in relazione al coinvolgimento dell’intera rete nazionale e dei singoli dirigenti/operatori sia in relazione anche alla rete dei soggetti pubblici e privati con i quali UCCA collabora.

Trasferibilità Il coinvolgimento strutturale dei soggetti locali e degli altri soggetti operanti nel settore della diffusione della cultura cinematografica e degli audiovisivi pone le basi per l’assunzione del modello da parte di altri soggetti associativi, nonché da parte delle scuole.

D/2007/UCCA

68 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Creazione di sistema di archivio associativo informatico accessibile”

Ente UICCodice D/2007/UICArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Perché la creazione di documenti informatici e la loro lettura sia consentita ai di-sabili visivi attraverso le moderne tecnologie è necessario che il sistema informatico utilizzato sia accessibile. Questo requisito è riscontrato solo in alcuni casi, e parzialmente, nei sistemi attualmente a disposizione. Un sistema di protocollo e archivio completamente accessibile consentirebbe ai dirigenti associativi, disabili visivi nella quasi totalità, la formazione diretta dei documenti digitali “autentici” e la consultazione diretta degli atti associativi senza la intermediazione di persone normodotate.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Analisi dei requisiti e dei livelli di accessibilità necessari, previo esame dei sistemi di gestione do-cumentale informatica disponibili; b) realizzazione del programma accessibile di creazione, protocollazione e archiviazione dei documenti informatici; c) installazione e collaudo del sistema presso la struttura centrale e quelle regionali.

Metodologia e strumenti utilizzati Per la creazione del sistema verranno seguite le metodologie e i criteri di valutazione stabiliti con decreto ministeriale dell’8 luglio 2005 (G.U. 08/08/2005) per l’accessibilità dei sistemi informatici. È prevista la realizzazione di sistemi di archivio digitale presso le strutture regionali dell’Unione che potranno essere utilizzati anche dalle strutture provinciali mediante collegamento su banda larga. La struttura nazionale e quelle regionali saranno dotate delle più moderne e sofisticate apparecchiature, anch’esse acces-sibili, in modo da realizzare una serie di archivi accessibili, tutti collegati fra loro, in modo da provvedere alla digitalizzazione di tutta l’Unione.

Risultati attesi Il principale risultato atteso è la autonoma possibilità da parte dei disabili di accedere e gestire archivi digitali. La presenza di un sistema di archivio digitale accessibile costringe tutti i produttori di tali sistemi ad adeguare i propri prodotti ai requisiti di accessibilità previsti dalla legge n. 4 del 9 gennaio 2004 e dal Codice dell’amministrazione digitale. Il sistema realizzato è suscettibile di essere utilizzato anche presso aziende private in modo da consentire l’uso ai disabili visivi, con evidenti riflessi positivi sul piano della collocazione al lavoro.

Aspetti innovativi I sistemi di protocollo e archivio digitale attualmente a disposizione non presentano i necessari requisiti di accessibilità, mentre il sistema da realizzare li garantirà pienamente, consentendo così l’utilizzo ai disabili visivi.

Trasferibilità Il sistema realizzato è suscettibile di essere utilizzato in tutti gli enti tenuti all’osservanza della legge n. 4 del 9 gennaio 2004 e anche presso aziende private in modo da consentirne l’utilizzo ai disabili visivi. Il sistema realizzato sarà inoltre messo a disposizione della pubblica amministrazione per la realizzazione di archivi digitali utilizzabili autonomamente dai disabili.

D/2007/UIC

69Parte seconda. Schede progettuali

“Allenare le competenze all’innovazione in una moderna Associazione di sport per tutti”

Ente UISPCodice D/2007/UISPArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla riflessione sul ruolo dirigenziale al fine di individuare punti di forza e debolezza che caratterizzano i 160 comitati e le diverse leghe di una realtà complessa quale la UISP. L’obbiettivo di medio periodo è il rafforzamento delle “competenze relazionali e applicative di ruolo” del diri-gente associativo. L’esperienza degli ultimi anni ha infatti messo in evidenza l’esigenza di accentuare profili più solidi nell’ambito del project management e delle capacità relazionali, al fine di dare impulso e dinamismo a una situazione gestionale interna che rischia talvolta difficoltà di rinnovamento e adeguamento a livello organizzativo.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi L’obiettivo del progetto è l’organizzazione di due percorsi didattici: a) il primo a livello nazionale per una durata complessiva di 50 ore; b) il secondo a livello interregionale per una durata complessiva di 150 ore, finalizzato al coinvolgimento del maggior numero di utenti possibile e alla promozione di un approfondimento applicativo funzionale a quanto sviluppato nel percorso didattico nazionale. c) È prevista inoltre la redazione di un manuale di formazione basato sui risultati e sulle esperienze dei due percorsi didattici.

Metodologia e strumenti utilizzati I percorsi didattici sono organizzati ricorrendo alle seguenti metodolo-gie: lezioni frontali in aula centrate sulla componente teorica; metodologie interattive quali focus groups, outdoor e role playing; formazione a distanza intesa tramite e-learning puro, realizzato attraverso il sito web http://legge383.uisp.it.

Risultati attesi a) Formare (futuri) dirigenti e quadri in aree di fondamentale importanza per lo svolgimento delle funzioni associative, nell’ottica del rafforzamento della cultura organizzativa della UISP; b) promuovere un modello di formazione a carattere nazionale che rafforzi i caratteri di sistema dell’Associazione sul piano identitario e valoriale e le conseguenti scelte operative.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto è rappresentato dalla costruzione di un “processo for-mativo partecipato” basato sull’utilizzo di metodologie diversificate.

Trasferibilità Le componenti proprie della formazione sono coniugate con la lettura della realtà organizzativa e la definizione di un modello partecipato altamente personalizzato che può quindi essere facilmente trasferito e riprodotto.

“UNIAMOci e clicchiamo”

Ente UNIAMOCodice D/2007/UNIAMOArea di intervento Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’esperienza associativa evidenzia che le persone affette da malattie rare non solo incontrano difficoltà comuni nel percorso verso la diagnosi, ma soffrono anche di una forte vulnerabilità sul piano fisico, psicologico, sociale, economico, culturale, relazionale. Da queste considerazioni si sviluppa l’idea progettuale, che mira a costruire attraverso una rete di tutela che consenta a pazienti e famiglie di accedere alle informazioni necessarie tramite un sito internet che contenga, tra l’altro, una banca dati delle malattie

D/2007/UISP; D/2007/UNIAMO

70 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

rare. Lo strumento informatico consente di soddisfare una domanda inevasa di servizi e consente di mettere in rete e condividere le informazioni delle singole sedi.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Dopo una fase di promozione e comunicazione dell’iniziativa, si procede alla progettazione, allesti-mento e messa in rete del portale, che comprende anche una banca dati comprendente non solo informazioni sulle malattie ma anche riferimenti normativi. Nel corso del progetto il portale è aggiornato in maniera conti-nuativa, attraverso il ricorso a materiale di studio e approfondimento che guardi non solo alla realtà nazionale ma anche a quella europea.

Metodologia e strumenti utilizzati L’implementazione del progetto prevede che si ponga attenzione al pro-cesso di ricezione e dunque agli utenti, stimolando l’autoapprendimento consapevole, incentivando le dina-miche di gruppo e l’utilizzo di tecniche di problem solving. Un ruolo importante anche la didattica breve e le mappe riaggregative, al fine di meglio determinare una necessaria riduzione dei tempi di apprendimento e comprensione dei contenuti del testo.

Risultati attesi a) Fornire la capacità di rispondere alla domanda di informazioni reali nell’ambito delle ma-lattie rare; b) consolidare la qualità e l’efficienza delle iniziative dell’Associazione tramite un sistema sempre più organizzato; sviluppo e sperimentazione di modalità integrative e pertinenti di coinvolgimento e collabo-razione degli attori del sistema.

Aspetti innovativi L’utilizzo dello strumento virtuale consente di fornire in tempo reale informazione e consu-lenza nell’ottica della costruzione di un patrimonio dell’Associazione acquisito e trasmissibile.

Trasferibilità Il progetto è in grado di innescare meccanismi di mutua riproponibilità dello strumento virtuale in altri ambiti ascrivibili all’universo del Terzo Settore.

“UNPLI Futura: una nuova frontiera tra metodologie formative e organizzative

Ente UNPLICodice D/2007/UNPLIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto La responsabilità dell’UNPLI quale espressione del volontariato turistico a livello na-zionale e le aspettative dei diversi stakeholders hanno stimolato l’idea di organizzare un corso di formazione in grado di inserire nel quotidiano dibattito culturale nuovi elementi di approfondimento, quali l’impresa sociale, il project management, le pari opportunità nel sociale, lo sviluppo sostenibile. L’iniziativa mira a trasformare il tradizionale corso di formazione frontale in un corso di formazione virtuale a distanza (FAD), attraverso la progettazione e messa in rete di un sito internet su cui caricare i contenuti e gli approfondimenti, suscettibili di successiva integrazione.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara, L’Aquila), Campania (Avellino), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Roma), Piemonte (Torino), Puglia (Lecce), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Catania), Veneto (Padova).

Obiettivi L’obbiettivo dell’iniziativa è la realizzazione di un percorso formativo virtuale attraverso una fase preparatoria dell’intervento (annuncio, pubblicità, promozione, elaborazione tecnica e operativa della piat-taforma FAD), una fase di implementazione del corso – che comprende quattro moduli tematici (impresa sociale, project management, miglioramento della partecipazione di genere, sviluppo sostenibile) – e una fase di monitoraggio e di disseminazione dei risultati. Per garantire la qualità dei contenuti del corso e per una loro

D/2007/UNPLI

71Parte seconda. Schede progettuali

continua aderenza ai bisogni formativi sono organizzati appositi forum tramite l’utilizzo dei quali è garantita una partecipazione condivisa e dinamica e contenuti arricchiti dal contributo degli utenti.

Metodologia e strumenti utilizzati Il corso si avvale della metodologia dell’apprendimento a distanza, che implica l’implementazione di una piattaforma web dedicata. Essa prevede un approccio individuale solo in una prima fase, ma consente in seguito di dialogare e di condividere le esperienze. Nella gestione dei percorsi di ap-prendimento si procede nell’erogazione dei servizi più tecnici secondo uno schema step by step che garantisce all’utente di accedere al sito e ricercare i contenuti di cui necessita nel più breve tempo possibile.

Risultati attesi I risultati attesi dal percorso di formazione a distanza sono: a) una maggiore e continua accessibilità dei contenuti del corso, nonché una sua maggiore flessibilità grazie alla piattaforma FAD; b) il potenziamento della preparazione dei dirigenti e dei collaboratori e delle capacità organizzative e direzionali.

Aspetti innovativi L’utilizzazione della piattaforma FAD è rilevante ai fini dell’implementazione dell’intero sistema di comunicazione interno sia verticale che orizzontale.

Trasferibilità ---

D/2007/UNPLI

Iniziative annualità 2007ai sensi della lettera F

75Parte seconda. Schede progettuali

“Anziani risorsa sociale.Laboratori per lo sviluppo di una comunità propositiva, solidale e competente”

Ente ACLICodice F/2007/ACLIArea di intervento Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto Il progetto si impegna nella realizzazione di attività sperimentali rivolte ad anziani e pensionati secondo tre direttive. La prima consiste nella progettazione di un percorso formativo e informativo per presentare ai pensionati il mondo del volontariato al fine di offrire opportunità di impegno e utilità nello stesso; la seconda attività consiste in una serie di incontri di alfabetizzazione informatica per avvicinare gli anziani alle nuove tecnologie e fornire gli strumenti per conoscere e usufruire dei servizi web;infine è la pro-mozione del dialogo intergenerazionale per costituire un ponte di trasmissione tra le generazioni ed educare alla cultura della differenza.

Ambito territoriale Lazio, Sardegna, Sicilia, Toscana.

Obiettivi a) Riduzione del numero delle persone anziane tra i cittadini in condizioni di disagio sociale; b) attivazione di canali stabili di comunicazione tra generazioni diverse.

Metodologia e strumenti utilizzati Le iniziative previste dal progetto sono realizzate nell’ottica di rendere partecipi le persone anziane coinvolte,coniugando la dimensione dell’apprendere con la dimensione del fare, realizzando attività formative finalizzate dagli stessi destinatari. Alcune attività specifiche sono realizzate anche attraverso la partecipazione diretta dei giovani in maniera da stimolare il dialogo inter-generazionale. Inoltre vengono utilizzati strumenti di rilevazione per monitoraggio e rilevazione del progetto.

Risultati attesi a) Trasformazione degli anziani da fruitori di servizi in promotori di sviluppo sociale; b) acqui-sizione di conoscenze informatiche per fornire ai destinatari strumenti per usufruire dei servizi offerti dal web e creare, attraverso il computer, uno spazio di dialogo e scambio con le nuove generazioni; c) attivazione di una struttura territoriale dove sviluppare attività e servizi per anziani e pensionati attraverso la valorizzazione della relazione inter-generazionale; d) costruzione di un piccolo modello articolato di intervento, raccolto in una pubblicazione.

Aspetti innovativi La metodologia per avvicinare gli anziani al mondo del terzo settore e del volontariato fa sì che i destinatari delle attività progettuali divengano soggetti attivi di sviluppo sociale. Il coinvolgimento diretto e congiunto di giovani e anziani ricrea un rapporto di comunicazione e scambio tra generazioni diverse.

Trasferibilità L’insieme delle attività e dei servizi proposti dai laboratori di sperimentazione rappresentano un modello per tutte le realtà territoriali ACLI intenzionate a realizzare attività per la promozione dell’anziano quale risorsa sociale. La costruzione del sistema di monitoraggio e valutazione viene utilizzato per monitorare iniziative simili in altre realtà locali.

F/2007/ACLI

76 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Agricoltura sociale e detenzione: un percorso di futuro”

Ente AIABCodice F/2007/AIABArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto La crescita dei fenomeni di microcriminalità e l’aumento della popolazione car-ceraria, collegati tra le altre cause ai massicci processi migratori, richiede interventi fondati sull’inclusione sociale anziché sui processi esclusivamente e prevalentemente repressivi. Il progetto si propone la creazione di occasioni di lavoro e inserimento lavorativo nel settore agricolo. Il lavoro nel settore primario, per le sue caratteristiche di flessibilità, è particolarmente inclusivo per soggetti socialmente deboli e marginali. Il lavoro in ambito agricolo e zootecnico è particolarmente idoneo a ricreare un senso di sé e della propria autostima, e quindi a delineare un percorso di recupero sociale e civile di persone soggette a un regime di restrizione della libertà personale. Le azioni previste sono inoltre funzionali alle tendenze di riforma del processo penale e dell’ordinamento giudiziario, nell’ottica di una revisione del concetto di pena e di una rivalutazione dei pro-cessi di comunicazione tra il mondo della detenzione e le comunità locali.

Ambito territoriale Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Sicilia (Siracusa), Veneto (Padova).

Obiettivi a) Attività di ricerca: censimento del patrimonio agricolo delle strutture carcerarie e indagine sul suo utilizzo produttivo; indagine sulle cooperative agricolo/sociali e le aziende agricole che impiegano detenuti ed ex detenuti, al fine di individuare problematicità e aspetti positivi; b) attività di formazione e studio: organiz-zazione di tre corsi di formazione finalizzati al conseguimento di una maggiore professionalità nell’esplicazio-ne dell’attività di inserimento e inclusione di detenuti; organizzazione di una giornata di studio per esaminare i risultati delle due indagini e di un convegno nazionale pubblico; c) attività di divulgazione e promozione: promozione dei prodotti dei detenuti in manifestazioni culturali e fieristiche e mercatini biologici e promozio-ne delle cooperative di detenuti; realizzazione di due quaderni sui risultati delle indagini, di un dossier, di una sezione dedicata alle esperienze di inserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti sul sito dello Sportello Agricoltura sociale, di un video sulle esperienze più significative delle cooperative agricole e sociali; invio per un anno in tutte le biblioteche delle carceri della rivista Bioagricoltura.

Metodologia e strumenti utilizzati Sotto il profilo della didattica, la metodologia utilizzata è finalizzata al coinvolgimento attivo dei partecipanti. Alle lezioni frontali sono perciò affiancati lavori di gruppo e discussioni, analisi di caso e delle buone prassi, esercitazioni e simulazioni operative. Queste ultime in particolare preve-dono sia sperimentazioni sul campo che l’organizzazione di eventi.

Risultati attesi a) Utilizzo produttivo ed eventuale riconversione biologica del patrimonio agricolo censito e creazione ove possibile di piccole strutture di prima riconversione e commercializzazione dei prodotti; b) coo-perazione tra operatori economici che si occupano o intendono occuparsi di carcerati ed ex detenuti, al fine di fornire nuove competenze professionali all’interno degli istituti detentivi e offrire uno sbocco professionale; c) individuazione delle possibilità di occupazione nel settore agricolo per le persone in regime di misure alternative alla detenzione; d) contribuire a rendere la pena meno afflittiva e più rieducativa e sensibilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nella promozione di una cultura senza pregiudizi e della non discriminazione nei confronti dei detenuti ed ex detenuti; e) concorrere alla creazione di un clima di maggior sicurezza attraverso pratiche di inclusione che stimolino la coscienza civile dei detenuti.

Aspetti innovativi Il censimento del patrimonio agricolo delle strutture carcerarie a livello nazionale implica un intervento su risorse eventualmente non pienamente utilizzate dall’amministrazione penitenziaria e potrebbe

F/2007/AIAB

77Parte seconda. Schede progettuali

essere alla base di una successiva proposta di sviluppo da presentare all’Amministrazione penitenziaria. Inoltre, l’individuazione e la messa in rete delle cooperative sociali/aziende agricole che operano nel variegato mondo della detenzione, nonché la predisposizione di un servizio informatico ad hoc sulle procedure amministrative per l’inserimento lavorativo in aziende agricole costituiscono anch’esse attività sino ad ora mai realizzate.

Trasferibilità ---

“Piccoli passi: attività culturali e sportive per una integrazione delle persone straniere”

Ente AICSCodice F/2007/AICSArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce da una ricerca pregressa all’interno dei territori riguardo la presen-za di immigrati di prima e seconda generazione, la quale metteva in luce l’assenza di un’effettiva integrazione. Le differenze culturali sono solo una delle cause che non favoriscono una reale integrazione, essendovene altre tra cui una cultura della diffidenza e del pregiudizio. Il progetto guarda dunque alla strutturazione di forme di solidarietà attiva attraverso attività di tipo culturale e sportivo che valorizzino l’identità dei partecipanti.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Campania (Salerno, Caserta, Napoli), Emilia-Romagna (Forlì, Bolo-gna), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Roma), Liguria (Savona), Piemonte (Torino), Puglia (Lecce), Sicilia (Trapani, Agrigento, Palermo), Toscana (Grosseto), Veneto (Padova, Vicenza, Rovigo, Treviso).

Obiettivi a) Sperimentazione di percorsi di integrazione e di convivenza civile attraverso l’organizzazione di attività culturali (danza, musica e spettacolo) e sportive che permettono la condivisione del bagaglio culturale e di esperienza di ciascuno dei partecipanti; b) organizzazione di seminari in ognuna delle città coinvolte al fine di presentare i risultati dell’iniziativa e di un seminario conclusivo di riflessione sulle tematiche alla base della stessa, con relativa produzione di report locali e di un report conclusivo.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia di realizzazione prevede: la gestione/condivisione tra i partners progettuali e la impostazione di una strategia di intervento e cooperazione che permetta di far con-fluire il potenziale collettivo di ciascuno; la realizzazione di percorsi di integrazione qualitativa basata sulla sensibilizzazione, sul confronto e sullo scambio fra i beneficiari finali circa i temi dell’accoglienza, dell’integra-zione, della partecipazione e della cittadinanza attiva (tecnica della peer education).

Risultati attesi a) Contributo all’abbattimento delle barriere culturali e dei pregiudizi; b) sensibilizzazione di animatori, volontari ed educatori degli enti coinvolti rispetto ai temi dell’immigrazione, del diverso e della solidarietà attiva; c) promozione e sviluppo di reti sociali in grado di sostenere e continuare l’opera di sensibi-lizzazione e di reale integrazione anche dopo il periodo di durata del progetto.

Aspetti innovativi L’innovatività del progetto riguarda principalmente la realizzazione di gruppi di lavoro basati sullo scambio/confronto tra cittadini italiani e migranti di esperienze e tradizioni culturali secondo la tecnica della peer education. Ciò consente un’integrazione fondata sul mantenimento della identità culturale dei partecipanti e la creazione di uno spazio di vicinanza sociale tra migranti e cittadini nell’ottica della par-tecipazione e della cittadinanza attiva.

Trasferibilità La trasferibilità del progetto riguarda la promozione di forme di inserimento attraverso attività che fungano da base per futuri percorsi. Le metodologie utilizzate verranno divulgate all’interno di tutti i Comitati dell’Ente capofila sull’intero territorio nazionale, che permetteranno di definire e migliorare le strategia adottate dalla rete dei soggetti coinvolti per ulteriori azioni di promozione dell’integrazione dei soggetti migranti.

F/2007/AICS

78 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Dal «sospetto della sindrome» alla «realtà della persona»”

Ente AIPDCodice F/2007/AIPDArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Il progetto mira a focalizzare maggiormente l’attenzione dell’AIDP sui bambini affetti da sindrome di Down compresi nella fascia da 0 a 6 anni, ripensando rispetto ai minori l’attività di in-formazione dell’associazione. Esso si collega alla recente nascita di diverse sezioni dell’Associazione a opera di genitori con figli piccoli e per lo più all’interno di piccoli centri urbani (i cui ospedali operano ancora diagnosi di “sospetta sindrome di Down” e dove permane un certo disorientamento quanto agli interventi riabilitativi ed educativi). Alla base del progetto è anche la constatazione che le tecniche di peer counseling e ascolto attivo ai fini dell’“accoglienza” di nuovi genitori e famiglie come forma di mutuo aiuto è pratica episodica e ancora poco sviluppata all’interno dell’AIDP, laddove tale pratica può rivelarsi strategica anche in mancanza di risorse professionali.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Teramo), Basilicata (Potenza, Matera), Calabria (Cosenza, Vibo Valen-tia), Campania (Caserta, Avellino), Lazio (Roma, Viterbo, Latina), Lombardia (Bergamo), Marche (Macerata), Molise (Campobasso), Piemonte (Cuneo), Puglia (Bari, Brindisi, Lecce, Foggia, Taranto), Sardegna (Oristano, Nuoro), Sicilia (Catania, Messina, Caltanissetta, Trapani, Palermo), Toscana (Pisa, Livorno, Arezzo, Grosseto), Trentino Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Veneto (Venezia, Belluno, Treviso).

Obiettivi L’obbiettivo dell’azione progettuale riguarda l’elaborazione e la diffusione alle famiglie e agli ope-ratori di orientamenti per la comunicazione della diagnosi e per i controlli di salute, per la riabilitazione e per l’educazione in famiglia. Tale obbiettivo è raggiunto attraverso: 1) la raccolta materiali audio e video e la mappatura dei centri sociosanitari di eccellenza); 2) l’organizzazione di 3 focus group – uno per ciascun ambito – comprendenti esperti (medici, psicologi e pedagoghi) per l’adattamento e l’integrazione delle linee guida della European Down Sindrome Association e della American Academy of Paediatrics sulla diagnosi e sulla riabilitazione e per la stesura delle linee guida sull’educazione familiare; 3) l’organizzazione di sei gruppi di genitori per l’individuazione dei bisogni e per la validazione degli orientamenti delineati dagli esperti, con incontri su ciascuno dei tre ambiti; l’avvio dello sportello medico nazionale, tramite potenziamento del servizio Telefono D; 4) l’impostazione e avvio di un database online e di una piattaforma di dialogo tra genitori ed esperti; 5) l’organizzazione di un seminario di formazione per operatori e peer counselors, comprendente una fase comune sui contenuti specifici degli orientamenti e due sessioni parallele, una per i genitori e rivolta alle tecniche di peer counseling e ascolto attivo e l’altra per gli operatori concentrata sull’acquisizione/consolida-mento di competenze in materia di informazione e costruzione della rete territoriale; 6) la costruzione di una rete territoriale di professionisti e servizi pubblici e del privato sociale che adottino gli orientamenti attraverso incontri con le istituzioni chiave (ASL e pediatri di base).

Metodologia e strumenti utilizzati L’elaborazione degli orientamenti è effettuata attraverso focus group di genitori ed esperti e sulla base della condivisione tra gli stessi tramite piattaforma di dialogo interattiva e database informatico con documentazione direttamente scaricabile. Per la diffusione degli orientamenti alle famiglie si ricorre alla tecnica del peer counseling per gli argomenti che le toccano maggiormente, quali i controlli di salute e l’educazione, oltre che alla stipula di accordi con le istituzioni chiave e al consolidamento dello sportello nazionale di consulenza medica. Sotto il profilo metodologico, si fa molta attenzione al princi-pio della condivisione/collaborazione tra esperti, operatori e genitori, dagli aspetti di base (individuazione dei bisogni) alle materie più tecniche.

F/2007/AIPD

79Parte seconda. Schede progettuali

Risultati attesi I risultati attesi riguardano lo sviluppo: a) di un corretto approccio degli operatori sociali, sanitari ed educativi alla relazione con le famiglie e con i bambini stessi, e di un approccio consapevole delle famiglie, anche attraverso la stipula di almeno 20 protocolli entro la fine del progetto; b) di una maggiore con-sapevolezza degli operatori e dei genitori delle sezioni AIPD – specialmente quelle di nuova fondazione – circa le questioni riguardanti i bambini da 0 a 6 anni; c) di un corretto approccio dei centri nascita alla formulazione e comunicazione della diagnosi, con riduzione del numero di diagnosi di “sospetta Sindrome di Down” nei centri raggiunti dal progetto.

Aspetti innovativi L’innovatività del progetto riguarda la diffusione di corretti comportamenti e prassi al di là delle poche famiglie e istituzioni di punta, attraverso la condivisione di ciò che è stato scoperto o sperimentato in un determinato luogo italiano o determinato in occasioni internazionali. Inoltre, il progetto consente la diffusione in Italia – sinora mai realizzata – delle linee guida dell’EDSA e dell’AAP.

Trasferibilità L’approccio del progetto è facilmente trasferibile a tutte le associazioni, poiché l’informazione/documentazione, il mutuo aiuto/peer counseling e la consulenza degli specialisti sono dimensioni proprie di qualsiasi associazione che si occupi della difesa dei diritti e della promozione umana di un determinato target di popolazione.

“Valorizzazione dei siti archeologici locali per favorire l’inclusione sociale - VARCHI”

Ente ArcheoclubCodice F/2007/ArcheoclubArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Il patrimonio culturale locale è alla base della coesione di una società. Un membro della comunità si riconosce in quanto tale perché condivide un bagaglio di conoscenze e credenze comune agli altri individui. Tali conoscenze e credenze formano l’identità culturale e sociale di una comunità, oggi in crisi a causa della crescente massificazione della cultura e della mancanza di aggregazione culturale. In quest’ottica il progetto intende diffondere la conoscenza del patrimonio culturale locale per favorire un senso di apparte-nenza che contrasti i fenomeni di emarginazione e ghettizzazione.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Lazio (Roma), Marche (Ancona), Puglia (Bari), Sicilia (Catania), Veneto (Verona).

Obiettivi a) Analisi delle opportunità economiche e di sviluppo del patrimonio culturale locale, dei bisogni e dei fruitori; b) elaborazione di linee guida per lo sviluppo di strategie di adeguamento funzionale, fruizione polisensoriale, valorizzazione e sfruttamento economico; sperimentazione su casi studio individuati; c) valuta-zione e monitoraggio dei risultati; d) diffusione dei risultati attraverso un seminario conclusivo e realizzazione di un CD per la divulgazione della metodologia e delle strategie messe a punto.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa prevede il coinvolgimento diretto (partecipazione attiva nell’apportare suggerimenti, modifiche e valutazione) dei beneficiari nella sperimentazione delle strategie elaborate e utilizzo dell’analisi comparata delle migliori pratiche nazionali e internazionali nell’adeguamento delle infrastrutture, nella valorizzazione e nel coinvolgimento di target differenti.

F/2007/Archeoclub

80 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Risultati attesi a) Favorire l’inclusione sociale ed economica delle donne, dei diversamente abili, degli immi-grati, degli svantaggiati e degli emarginati attraverso specifiche iniziative di coinvolgimento nella valorizza-zione e fruizione dei siti archeologici locali, base dell’identità culturale, fondamento della coesione sociale; b) individuazione di strategie di adeguamento funzionale e delle infrastrutture per favorire la fruizione di specifici target con particolari esigenze e necessità e a permettere loro di sviluppare opportunità economiche.

Aspetti innovativi Il progetto propone il tema della cultura per favorire l’inclusione. Ulteriore carattere inno-vativo riguarda il coinvolgimento diretto dei beneficiari nella sperimentazione.

Trasferibilità Il progetto è realizzato nell’ottica di favorire una diffusione dei metodi e degli approcci su tutto il territorio nazionale, innanzitutto sfruttando la rete delle sedi locali dell’Associazione.

“La Città delle Donne. Azioni innovative e di sistema in materia di pari opportunità e non discrimina-zione, come tutela e promozione dei diritti delle donne italiane e di nuova immigrazione nel contesto della rete ARCI e nelle comunità locali”

Ente ARCICodice F/2007/ARCIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto ARCI si propone di rileggere la propria identità associativa in chiave di genere, valo-rizzando l’impegno delle donne attualmente impegnate nei comitati e nei circoli e coinvolgendo nel dibattito e nelle sperimentazioni il territorio, le istituzioni partners e le comunità locali. Lo scopo di tale azione è indi-viduare e rimuovere le cause della sottorappresentazione femminile all’interno del contesto associativo e nei contesti territoriali di cui l’Associazione è motore di sviluppo locale.

Ambito territoriale Campania, Piemonte, Sardegna, Toscana.

Obiettivi a) Rafforzare il ruolo dell’associazionismo di promozione sociale come soggetto in grado di intercet-tare e interpretare i bisogni del territorio e attivare le risorse e le capacità di risposta adeguate; b) coinvolgere l’intera rete nazionale ARCI in un percorso di sperimentazione di modelli di intervento innovativi finalizzati a promuovere le Pari Opportunità e lo “specifico femminile”; c) valorizzare il Circolo ARCI quale laboratorio di sensibilizzazione e sperimentazione di relazioni, linguaggi e azioni positive in grado di assumere pienamente la prospettiva di genere; d) promuovere azioni positive nell’ambito di interventi di sviluppo locale “dal basso”, partecipato dai diversi stakeholders.

Metodologia e strumenti utilizzati Si dà vita ad un sistema di governo a rete, articolato in tre tempi: ricerca con ricognizione e analisi delle esperienze target all’interno del tessuto ARCI, azione attraverso la sperimenta-zione di azioni positive e pratiche innovative presso le quattro realtà territoriali diffusione dei risultati attra-verso realizzazione di un convegno, la diffusione dei prodotti e dei risultati del progetto.

Risultati attesi a) Mappatura e messa a sistema del patrimonio di esperienze ARCI sul territorio nazionale in

F/2007/ARCI

81Parte seconda. Schede progettuali

materia di promozione delle pari opportunità; b) capacità di promuovere azioni positive volte ad affermare pienamente la prospettiva di genere nel contesto associativo e nei territori; c) sperimentazione e validazione della strategia e dei modelli di intervento ARCI replicabili e trasferibili.

Aspetti innovativi L’innovatività del progetto è evidenziata dall’opportunità straordinaria di coinvolgere per la prima volta l’intera rete associativa nella rilettura della propria identità associativa e la propria mission in chiave di genere, avviando un lavoro di sistema teso a valorizzare lo “specifico femminile”. La prospettiva di genere può dunque trasformare il tessuto associativo e innescare un processo di rinnovamento organico dell’assetto organizzativo dell’Associazione.

Trasferibilità I risultati e le valutazioni conclusive le elaborazioni condivise in Associazione e le sperimenta-zioni attivate nei territori avranno il compito di innescare ulteriori percorsi di sviluppo. L’apertura di spazi e luoghi di incontro e confronto saranno risorse preziose da valorizzare e non disperdere. Effetto moltiplicatore avrà il modello ricerca-azione-diffusione quale modalità validata e flessibile a disposizione dei territori, dei soggetti partner e delle comunità locali.

“Interventi di prevenzione contro il bullismo a sfondo omofobico”

Ente ARCIGAYCodice F/2007/ARCIGAYArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Il progetto si propone di intervenire per prevenire il disagio degli studenti omosessuali. Fe-nomeni di esclusione sociale possono riguardare in generale tutta la popolazione giovanile e studentesca vittima di uno stigma di origine omofobica, indipendentemente dal proprio reale orientamento sessuale. Una parte dell’inter-vento, pertanto, sarà basato sul cosiddetto “approccio orizzontale” alla lotta alle discriminazioni, mirante ad accre-scere la consapevolezza tra tutta la popolazione giovanile e studentesca di quali siano le origini di un atteggiamento discriminatorio e a modificarlo. L’analisi del contesto, in cui si inserisce il presente progetto, parte dal presupposto che la scuola è il luogo deputato alla prevenzione del disagio e alla valorizzazione della dimensione relazionale.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Obiettivo principale è realizzare un progetto formativo rivolto agli studenti di scuola media inferiore e superiore e agli istituti scolastici interessati a promuovere sul proprio territorio, interventi di riduzione del pregiudizio e di promozione del rispetto delle persone nelle loro diversità. Nello specifico le finalità sono: a) fornire ai giovani contenuti cognitivi e modalità interpretative dell’omosessualità come fenomeno sociale; b) pervenire il disagio adolescenziale favorendo un armonico sviluppo della personalità nei soggetti con proble-matiche relative all’orientamento sessuale; c) contribuire al miglioramento del dialogo e del benessere relazio-nale nella vita scolastica, favorendo l’integrazione degli studenti nel gruppo dei pari.

Metodologia e strumenti utilizzati Le attività sono state ideate per ottenere risultati il più possibile efficaci contro qualsiasi forma di bullismo, indipendentemente dalle sue motivazioni. Nello specifico sono utilizzati i seguenti strumenti: indagine mediante intervista sul bullismo omofobico tra i giovani; seminari di formazione per educatori; seminari e laboratori, su territorio nazionale, sull’educazione alla diversità rivolti ai giovani; pubblicazione di un report su supporto cartaceo dei risultati dell’indagine; realizzazione di materiale informa-tivo e divulgativo; valutazione dei risultati e definizione follow-up (implementazione).

F/2007/ARCIGAY

82 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Risultati attesi a) Realizzazione di un report che metta in luce la vastità e gli impatti sul bullismo di origine omofobica; b) maggiore consapevolezza tra i giovani sui contenuti cognitivi e modalità interpretative dell’o-mosessualità come fenomeno sociale; c) ampia partecipazione ai laboratori di educazione alla diversità; d) costituzione di un gruppo di educatori che trasmettano le conoscenze acquisite sul territorio; e) produzione di materiale informativo sul tema delle differenze di orientamento sessuale e sul bullismo.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo riguarda l’utilizzo del metodo di educazione tra pari attraverso la metodologia dell’educazione non formale, così come delineata dai profili e dall’esperienza del Consiglio d’Eu-ropa (Manuale Compass). Inoltre, non esiste ad oggi materiale informativo sul tema del bullismo omofonico, né specifiche ricerche sull’argomento che investono il territorio nazionale.

Trasferibilità Tutte le attività ed i prodotti del progetto sono concepiti in modo da essere riproducibili nel tem-po e in contesti diversi da quelli raggiunti dal progetto. In particolare, il modello di educazione non formale, mediante la formazione di educatori/moltiplicatori, sviluppa competenze che possono essere trasferibili a tutti quei soggetti sia di natura pubblica (Asl, Scuole, ecc.), sia privata (Associazioni, Enti morali, ecc.) che operano a contatto con la popolazione giovanile ed erogano servizi per la prevenzione di fenomeni di discriminazione nei confronti di gruppi marginalizzati.

“Il Diritto di avere dei Diritti. Percorsi e laboratori per l’infanzia e l’adolescenza per la scrittura e la realizzazione di brevi film sul tema dei diritti e della condizione dei piccolo nelle diverse geografie del paese”

Ente ARCIRAGAZZI NAZIONALECodice F/2007/ARCIRAGAZZIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dal riconoscimento di un fenomeno consolidato e diffuso quale quello dell’espressione giovanile attraverso le nuove tecnologie, i media e i linguaggi audiovisivi. Lavorare sui diritti dell’infanzia significa sia lavorare coi bambini abituandoli a modalità relazionali che ne valorizzino la partecipazione e lo sviluppo, utilizzando strumenti e linguaggi a loro familiari e garantendo loro protezione e tutela che consentano lo sviluppo dell’autonomia, sia divulgare i principi generali necessari per il benessere del bambino descritti nella Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’attenzione è centrata non sul diritto di cui il bambino è oggetto, ma sulla sua soggettività; infatti i principi cardine della Convenzione cambiano accezione in relazione al luogo, al contesto e per dare corpo a visione complessiva delle diverse aree il progetto promuove la realizzazione di documentazione video e la produzione di veri e proprio corti sul tema dei diritti in varie regioni d’Italia, che si rivela uno strumento utile per liberare le energie positive dei ragazzi con obiettivo di coinvolgere i ragazzi alla comprensione e creazione di nuovi linguaggi, nonché di offrire uno spazio di socializzazione ricco, stimolante non tradizionale.

Ambito territoriale Campania, Lombardia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Radicare il progetto nei territori che devono essere privi di barriere fisiche, simboliche o culturali; b) rendere flessibili le tipologie e metodologie di intervento; c) favorire l’integrazione nei singoli territori e nel contempo l’integrazione e la conoscenza tra territori diversi; d) lavorare con e per i ragazzi sull’espressività attraverso il mezzo audiovisivo; e) condurre la valutazione avendo come punto di vista privilegiato quello dei

F/2007/ARCIRAGAZZI

83Parte seconda. Schede progettuali

minori; e) condurre una costante azione di documentazione perché di ogni cosa resti traccia per una eventuale riflessione ed elaborazione delle esperienze vissute.

Metodologia e strumenti utilizzati Per permettere ai bambini e ai giovani di “capire”, “sentire” ed “agire” viene attribuito un grande valore alla riflessione, al dialogo, alla negoziazione, al fare comune attraverso la realizzazione di attività di gruppo o comunitarie quali i lavori e i giochi, la realizzazione di prodotti artistici che richiedono lavoro di squadra, l’organizzazione di eventi.

Risultati attesi a) Contribuire a costruire una comunità educante; b) favorire l’espressione e la produzione; c) sostenere identità e autostima attraverso l’acquisizione di abilità nel corso delle attività del progetto.

Aspetti innovativi Aspetto innovativo è l’utilizzo del mondo delle immagini in movimento come pratica di realizzazione e di espressione, come coesione verso risultati che nascono soltanto con un lavoro di gruppo sono caratteristiche innovative che affermano il protagonismo dei piccoli, bambini e ragazzi in quanto soggetti attivi capaci di espressione, pensiero, abilità e autonomia.

Trasferibilità ---

“Itinerari giovani”

Ente ASI CIAOCodice F/2007/ASICIAOArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce da un’indagine sociologica che ha evidenziato il forte disagio degli adolescenti soprattutto a livello familiare che porta molti di loro a non avere una socialità compiuta. Questa tendenza è assai più accentuata nelle realtà metropolitane rispetto a quelle di provincia dove, pur in presenza di problematiche relative alla famiglia, i ragazzi riescono a relazionarsi tra di loro con più facilità. L’idea del progetto è di creare “pretesti” affinché i giovani trovino momenti per rompere l’isolamento nel quale spesso si trovano, attraverso il ricorso allo sport e al teatro. Sia lo sport che il teatro presuppongono infatti ruoli precisi e forme di interrelazione, la cui compresenza permette di includere un ampio raggio di ragazzi con interessi differenziati e anche opposti.

Ambito territoriale Campania (Napoli, Avellino), Lazio (Roma, Latina, Rieti, Viterbo), Lombardia (Milano, Bre-scia), Marche (Ascoli, Macerata), Piemonte (Torino), Sardegna (Sassari, Olbia), Sicilia (Agrigento), Veneto (Verona).

Obiettivi a) Individuare 40 scuole in 8 regioni nelle periferie più disagiate e dei ragazzi da coinvolgere nel pro-getto; b) organizzare progetti in ambito sportivo (tornei) e artistico-culturale (laboratori teatrali o di lettura), con la collaborazione di registi e autori teatrali, esperti di organizzazione sportiva ed educatori, nonché, anche in fase di preparazione, degli stessi studenti; b) raccogliere le impressioni dei giovani tramite questionari da sottoporre a conclusione delle iniziative.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia progettuale è quella della progettazione partecipata, che prevede il coinvolgimento diretto di insegnanti e studenti nella programmazione, attuazione e verifica delle at-tività svolte. Il luogo privilegiato dell’approccio educativo è la dimensione comunitaria delle esperienze teso a sviluppare una relazione d’aiuto e sostegno, posto che il disagio porta l’individuo verso l’isolamento. L’approc-cio prevede presupposti operativi di flessibilità, modificabilità, adeguamento alla realtà e verifica continua.

Risultati attesi I risultati attesi dell’iniziativa consistono nello sviluppo della capacità relazionale dei ragazzi destinatari e nella loro motivazione, nella maturazione di una capacità decisionale e di assunzione della re-sponsabilità, nel recupero dei valori di solidarietà e cooperazione.

F/2007/ASICIAO

84 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Aspetti innovativi Il progetto determina un modello flessibile e innovativo, mettendo assieme due percorsi apparentemente molto diversi – il percorso sportivo e quello teatrale – nel tentativo di raggiungere e compren-dere ogni tipologia di ragazzo/a. I ragazzi devono poter scegliere volontariamente la via privilegiata a seconda della propria specifica propensione e la tipologia di relazione con gli altri e con il mondo esterno.

Trasferibilità Il modello è facilmente reiterabile in ogni regione del Paese, attraverso l’adattamento alle spe-cificità territoriali e al loro retroterra culturale, sportivo e linguistico.

“N.O.A. - Nuove Opportunità di Accoglienza”

Ente Bambini ChernobylCodice F/2007/Bambini ChernobylArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce per supportare i minori con disagi sociali o sanitari e i loro nuclei familiari di origine, nonché “contesti temporanei di accoglienza e di vita del minore”, incentrandosi sull’in-tegrazione personale e familiare attraverso un aiuto dal punto di vista sociale e psicologico, per creare op-portunità, luoghi e spazi concreti di inclusione e di cura. Grande attenzione viene data alla relazione adulto-bambino e soprattutto a quella fra adulti, sia tra familiari che con i collaboratori esterni, in quanto la positività e la serenità delle relazioni che si creano fra gli adulti rappresentano elementi estremamente significativi sulle cause scatenanti del disagio minorile.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Calabria (Cosenza), Campania (Napoli).

Obiettivi Il progetto mira a lavorare in maniera approfondita sui minori attraverso, da una parte, la creazione e/o l’allargamento della rete di famiglie che accolgono temporaneamente il minore e che il progetto sostiene per non lasciarle sole nel delicato percorso di accoglienza, e dall’altra nella facilitazione delle relazioni tra il contesto di origine e il nuovo contesto seppur temporaneo di vita del minore. Obbiettivi specifici sono: a) la realizzazione di tre Punti di accoglienza (nell’ambito delle tre regioni sopra indicate) dove operatori predi-spongono Piani individualizzati di accoglienza e orientamento per la cura e l’inclusione dei minori e delle loro famiglie di origine; b) la realizzazione di laboratori locali rivolti ai minori (sull’espressività, abilità manuali, socializzazione, etc. al fine di sviluppare percorsi personalizzati con i servizi sociali e/o sanitari di competenza), alle loro famiglie e agli operatori sociali e formatori (percorsi di approfondimento sul tema specifico dell’ac-coglienza); c) la creazione di una rete di lavoro con istituzioni ed enti per far emergere i bisogni sommersi incontrati ed utilizzare le risorse disponibili; d) la realizzazione di materiale informativo al fine di diffondere le attività svolte dai Punti di accoglienza.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Utilizzare in modo integrato approcci metodologici eterogenei (sociale, socio-sanitario ed educativo); b) messa in rete dei partner del progetto per gestire attività di problem solving su questioni comuni e per elaborare strategie condivise in risposta ai rapidi cambiamenti; c) elaborazione di modelli e strumenti innovativi per l’offerta di servizi di accompagnamento; d) possibilità di essere inseriti in tavoli stabili di coor-dinamento e programmazione territoriale.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto riguarda principalmente l’approccio integrato tra so-ciale, socio-sanitario ed educativo che consenta di ricondurre le azioni sperimentate all’interno di un quadro di riferimento univoco, capace di assicurarne l’efficacia e valorizzare le potenziali sinergie reciproche. Tale modalità risulta innovativa non solo per l’Associazione ma anche per i contesti locali che, in alcuni casi, stanno ancora organizzandosi rispetto al cambiamento legislativo e programmatorio su piano nazionale.

F/2007/Bambini Chernobyl

85Parte seconda. Schede progettuali

Trasferibilità La trasferibilità del modello è garantita da: sviluppo di un progetto su contesti locali differenti estesi poi a livello nazionale; presenza di un tavolo tecnico di progetto a valenza nazionale; scambio con altri soggetti, anche pubblici, nei singoli contesti locali.

“C.A.R. SICUREZZA STRADALE. Contrasto dei comportamenti a rischio”

Ente Associazione Carta GiovaniCodice 2007/D/Carta GiovaniArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il progetto si rivolge ai giovani dai 15 ai 35 anni e interviene sull’emergenza sociale della sicurezza stradale e della prevenzione dei comportamenti a rischio che causano migliaia di morti e di infortuni. Nel progetto sono previste azioni di sensibilizzazione rivolte alle comunità locali e l’attivazione di focus group mirati a rilevare i significati e la percezione dell’emergenza sociale vissuta dai giovani cittadini, dalle istituzioni e delle agenzie preposte a fronteggiare tale problematica. Il progetto è stato anche strutturato per favorire la coesione sociale tra cittadini italiani e stranieri al fine di fronteggiare le diverse emergenze collegate alla sicurezza stradale. Sono previste, quindi, azioni integrate tra giovani, cittadini italiani e stranieri, operatori della Polizia Municipale, della Sanità, delle scuole e di altre istituzioni.

Ambito territoriale Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria.

Obiettivi Il progetto si propone di promuovere ed accrescere la sicurezza stradale e la prevenzione dei compor-tamenti a rischio. L’intervento ha l’obiettivo di offrire ai cittadini coinvolti l’opportunità di responsabilizzarsi e di partecipare direttamente alla costruzione di strategie territoriali a sostegno di comportamenti per la prevenzione della salute e la promozione dei diritti di cittadinanza.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede l’organizzazione di focus groups per favorire la co-noscenza e la condivisione dei fabbisogni più urgenti e per evidenziare i comportamenti sociali messi in atto. Nei contesti scolastici e di apprendimento è utilizzata la metodologia della ricerca/intervento con la quale i giovani hanno la possibilità di raccontare i comportamenti messi in atto e ricevono informazioni corrette per la prevenzione dei comportamenti a rischio. Il progetto mette in atto il metodo interculturale producendo il materiale informativo in lingue straniere.

Risultati attesi a) Promozione dei contenuti del progetto attraverso la produzione di supporti informativi e canali web da cui è possibile scaricare un questionario appositamente realizzato per rilevare la percezione dei giovani relativamente alla sicurezza delle strade; b) coinvolgimento di cittadini italiani e stranieri nei focus groups e produzione di materiale informativo in diverse lingue; c) realizzazione di un report per diffondere le linee guida utili all’implementazione di servizi innovativi e di buone prassi sul territorio.

Aspetti innovativi Il progetto prevede attività di comunicazione e sensibilizzazione sul target tra i 15 e i 35 anni che superano la semplice soglia emotiva e offrono ai cittadini coinvolti l’opportunità di responsabilizzarsi e di partecipare direttamente alla costruzione di strategie territoriali a sostegno di comportamento corretti e congrui per la prevenzione della salute e la promozione dei diritti di cittadinanza.

Trasferibilità La metodologia e gli strumenti applicati nelle diverse fasi del progetto possiedono la necessaria flessibilità per essere utilizzati e trasferiti nelle altre regioni italiane garantendo la coerenza degli obiettivi e l’efficacia dell’impatto dato dalle attività già sperimentate nelle città campione.

2007/D/Carta Giovani

86 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Chi è dentro è dentro. Chi è fuori è fuori. Indagine relativa agli effetti delle trasformazioni nella gestione dei servizi pubblici e del welfare locale sulle pari opportunità e sulle fasce deboli della po-polazione”

Ente ATTAC ITALIACodice F/2007/ATTACArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto mira ad analizzare tramite una ricerca/inchiesta gli effetti dei processi di privatizzazione e di esternalizzazione della gestione dei servizi pubblici e del welfare locale in relazione alla qualità della vita di alcune fasce deboli della popolazione, ossia: le donne, i disabili, gli anziani e gli immigrati. La finalità è quella di acquisire gli strumenti conoscitivi utili per l’analisi dei bisogni sociali e dei contesti di inclusione/esclusione, e per favorire, nei cittadini e nelle amministrazioni locali, la costruzione di una cultura dei diritti dei cittadini fondata sulla consapevolezza e sulla partecipazione sociale.

Ambito territoriale Sicilia (Catania), Campania (Napoli), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Toscana (Firenze).

Obiettivi a) Promuovere una conoscenza adeguata delle modalità di gestione dei servizi pubblici e del wel-fare locale nelle città interessate; b) analizzare la qualità dei servizi e le modalità di fruizione degli stessi da parte delle fasce deboli della popolazione oggetto dell’indagine; c) analizzare in termini di efficacia sociale le variazioni intercorse con le modifiche della modalità di gestione negli ultimi dieci anni; d) promuovere buone pratiche per l’azione pubblica nel settore dei servizi pubblici locali, a partire dalla partecipazione dei cittadini.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede: una fase di formazione degli operatori e dei volontari che realizzano l’inchiesta, attraverso appositi corsi inerenti l’organizzazione dei servizi pubblici e del welfare locale; la predisposizione dell’inchiesta sociale e l’individuazione di testimoni privilegiati e di campioni so-cialmente significativi; una fase di restituzione dei dati attraverso l’organizzazione di eventi e convegni in ognuna delle città oggetto dell’indagine, la produzione di una pubblicazione e la realizzazione di un convegno nazionale per la sua diffusione.

Risultati attesi a) Produrre una conoscenza approfondita relativa al funzionamento e alla gestione dei servizi pubblici e del welfare locale da mettere a disposizione degli amministratori, operatori del settore e dei cittadini al fine di promuovere buone prassi basate sulla partecipazione e l’inclusione sociale; b) formare esperti sulle tematiche relative alla gestione dei servizi pubblici e del welfare locale al fine di istituire in ognuna delle città oggetto della ricerca un Osservatorio Comunale permanente sui servizi pubblici e il welfare locale; c) promuo-vere una cultura dei diritti dei cittadini fondata sulla consapevolezza e sulla partecipazione.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto riguarda sia i contenuti che la metodologia. Per quanto riguarda i contenuti, si considera la novità di provare a osservare i mutamenti nell’organizzazione delle comu-nità locali e dei servizi da queste erogate dal punto di vista delle fasce della popolazione che, per motivi eco-nomici e culturali, sono quelle che meno hanno possibilità di partecipare alle scelte e alle decisioni intraprese. Dal punto di vista metodologico, il ricorso all’inchiesta sociale consente di utilizzare una modalità di indagine che introduce la realtà laddove da molto tempo lo spazio era stato interamente occupato dall’interpretazione, precostituita o meno che fosse.

Trasferibilità Uno degli obiettivi del progetto è la costruzione di un modello di inchiesta sociale e di istituzione di Osservatorio Comunale sui servizi pubblici e il welfare locale replicabile in qualsiasi territorio urbano.

F/2007/ATTAC

87Parte seconda. Schede progettuali

“IN.NE.S.T.I. In (inserimento) ne(lla) s(società) t(ramite) i(mprese)”

Ente FIS CDOCodice F/2007/FIS CDOArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto La richiesta di non esclusione di persone affette da disabilità gravi ha spinto a creare occasioni per accompagnare tali persone ad affrontare i normali luoghi della vita sociale. Tra le grandi aspira-zioni di normalità dei disabili c’è il desiderio di un’occupazione; molte persone disabili esprimono un desiderio di realizzazione di sé, di utilità sociale e di realizzazione nel lavoro che va oltre la risposta squisitamente assistenziale. Le iniziative realizzate nel quadro del progetto mirano a conciliare il “diritto al lavoro” di perso-ne disabili con le esigenze organizzative delle imprese, promuovendo e sviluppando una cultura d’impresa a favore dell’inserimento lavorativo delle persone disabili. In particolare si intende fare cogliere che, con i dovuti accorgimenti e la necessaria attenzione, le persone disabili possono rappresentare una risorsa.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Rendere efficace l’inserimento lavorativo come forma di promozione dei diritti e delle opportunità dei disabili; b) sensibilizzare e attivare il coinvolgimento di reti territoriali integrate e il coinvolgimento delle aziende profit nello scambio con gli enti nonprofit che si occupano di disabilità; c) fare emergere scientificità e replicabilità delle metodologie di inserimento lavorativo; d) favorire il consolidamento e lo sviluppo delle modalità di inserimento lavorativo delle persone disabili in atto tra alcune realtà coinvolte nel progetto; e) sensibilizzare e coinvolgere tutti gli attori dei contesti territoriali (imprese profit, servizi pubblici e imprese non profit) al fine di favorire una cultura che attraverso l’inserimento lavorativo sostenga le persone disabili e le opportunità presenti sul territorio

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede il ricorso ai seguenti strumenti e metodologie: mo-dellizzazione delle esperienze di inserimento lavorativo; protocolli che descrivano l’avvio, la costruzione e il monitoraggio di percorsi personalizzati di emancipazione professionale delle persone disabili; protocolli tra cooperative di tipo A e cooperative di tipo B e sistemi integrati; tutoraggio in loco.

Risultati attesi a) Valorizzazione del ruolo e delle competenze del privato sociale nel favorire l’integrazione delle persone disabili; b) integrazione tra i soci della Federazione rispetto a strumenti, metodologie e sperimen-tazioni, in un’ottica di rete; c) miglioramento delle competenze professionali di coloro che operano nell’ambito dell’inserimento lavorativo per le persone disabili; d) individuazione di strategie che possano rimuovere alcuni ostacoli che rendono problematico l’inserimento lavorativo; e) costituzione di un tavolo di imprese sociali che si occupano dell’inserimento lavorativo.

Aspetti innovativi L’approccio progettuale favorisce lo scambio di competenze e l’incontro di esigenze tra i soggetti della filiera. Tale modalità costituisce uno strumento adeguato alla sensibilizzazione perché mette a diretto contatto i disabili con il mondo del lavoro rappresentato dalle aziende noprofit.

Trasferibilità Nell’elaborazione dei risultati dell’indagine per conoscere e monitorare le realtà nazionale e le problematiche legate alla fase di inserimento lavorativo dei disabili sarà possibile stabilire in quali aree repli-care le azioni di tutoring necessarie per l’implementazione di servizi di inserimento lavorativo e reinserimento formativo.

F/2007/FIS CDO

88 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Freestyle. Libere iniziative per la valorizzazione e l’innovazione delle associazioni di promozione sociale”

Ente CDS CDOCodice F/2007/CDS CDOArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce dal tentativo di alcuni soci della FCS di trovare nuove strade per la piena promozione delle persone in situazione di disagio e marginalità accolte nei centri locali dell’Associazio-ne. L’esperienza maturata nel lavoro quotidiano ha mostrato come una reale promozione sia possibile metten-do in gioco la creatività dei soci e i loro rapporti. Il progetto prevede lo sviluppo di collaborazioni con i soggetti pubblici e/o privati presenti sul territorio e l’ideazione di nuove modalità e strumenti per la promozione delle persone appartenenti alle categorie deboli.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Ferrara, Rimini), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Lombardia (Milano), Marche (Ascoli Piceno), Puglia (Foggia, Lecce), Sicilia (Palermo, Trapani), Toscana (Arezzo), Veneto (Venezia).

Obiettivi a) Sperimentazione di un welfare partecipato capace di coinvolgere più soggetti; b) ideazione di stru-menti per la comunicazione dell’esperienza in atto (ad es., videoclip); c) creazione di una linea di abbigliamento da lavoro per le persone accolte nei centri dell’Associazione che svolgano attività all’aperto o in contesti visibili. Sono inoltre previste una fase di monitoraggio dell’esperienza, l’organizzazione di un evento pubblico nel corso dello sviluppo progettuale per dare visibilità al progetto e, in una fase finale, l’organizzazione di workshops locali e di un convegno nazionale quale momenti di incontro e di scambio tra gli attori che partecipano alle azioni sperimentali.

Metodologia e strumenti utilizzati Le azioni sperimentali sono dettate da una metodologia volta al coinvol-gimento dei soggetti presenti sul territorio.

Risultati attesi a) Creazione di collaborazioni stabili tra enti nonprofit, soggetti privati, enti pubblici ed enti di formazione; b) valorizzazione dei contesti territoriali più svantaggiati (tra cui quattro Regioni Obbiettivo 1); c) individuazione – in particolar modo attraverso il monitoraggio e valutazione dell’esperienza – di evidenze scientifiche di una metodologia d’azione per evidenziare buone prassi da diffondere e replicare sul territorio.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto riguarda i contenuti del progetto, con lo sviluppo di un modello di welfare partecipato e la collaborazione tra una pluralità di soggetti locali, e i risultati attesi, data la prospettiva di lungo periodo del progetto che si pone come “inizio” per lo sviluppo e la continuazione di un modello di azione a favore delle persone svantaggiate o emarginate.

Trasferibilità La sperimentazione delle azioni progettuali costituisce il primo passo per una futura estensione su base territoriale dell’iniziativa e per il consolidamento e lo sviluppo della stessa nei territori in cui ha otte-nuto risultati positivi. La ricchezza della rete tra soggetti locali già attiva al Nord è messa al servizio e studiata per favorirne la trasferibilità presso i territori più svantaggiati.

F/2007/CDS CDO

89Parte seconda. Schede progettuali

“Le radici e le ali. Intervento a favore delle seconde generazioni di migranti”

Ente CNCACodice F/2007/CICAArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Le seconde generazioni di immigrati costituiscono una categoria sociale molto importante, dovendo mediare tra culture diverse, ma spesso hanno difficoltà a trovare modelli con cui iden-tificarsi. Gli studi in Italia sulle seconde generazioni di immigrati sono tuttora dispersivi e poco comparabili, nonostante il fenomeno sia in continua ascesa. Da qui l’idea per di realizzare un intervento ad hoc in vista del mantenimento di un’adeguata e reale coesione sociale, attraverso lo sforzo di coinvolgimento degli attori istituzionali e sociali con la costruzione di una rete allargata di consenso e di partecipazione.

Ambito territoriale Calabria (Catanzaro), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Pie-monte (Torino), Puglia (Bari), Sicilia (Messina).

Obiettivi Obiettivo principale del progetto è realizzare un intervento a favore delle seconde generazioni di migranti in Italia, focalizzando l’attenzione sugli adolescenti e i giovani, con particolare attenzione a quelli di etnia rom, poiché attraverso questo gruppo è possibile studiare comportamenti e bisogni significativi in relazione alla loro integrazione socio-culturale.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia che sottende il progetto consiste in un approccio fon-dato su strategie mirate, impostate su una precisa scelta di linguaggi e strumenti specifici per gli immigrati, attraverso la formazione mirata di opinion leader dotati di credibilità presso il gruppo dei pari (metodologia della peer education), i quali si trovano “costretti”a fare opera di mediazione e di negoziazione, prima di tutto all’interno della loro stessa realtà esperenziale e del loro vissuto personale, e successivamente trasferendo tale esperienza e presa di coscienza presso il gruppo dei pari.

Risultati attesi a) Favorire il dialogo fra le seconde generazioni, senza distinzioni di origine nazionale, credo religioso, età, in modo da cogliere gli aspetti identitari delle reti etniche e del popolo rom; b) contribuire a creare un ambiente culturale che permetta un sano sviluppo dell’identità; c) creare spazi e percorsi di parte-cipazione per i giovani immigrati e rom affinchè mirino ad agevolare un senso di appartenenza al territorio e non si sentano estranei alla costruzione stessa dei percorsi; d) l’attivazione di “tavoli di cittadinanza”, network permanenti in grado di coinvolgere attori sociali pubblici e privati al fine di promuovere il coinvolgimento dei giovani in percorsi di impegno civico.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto riguarda principalmente la sperimentazione di processi di peer education in grado di promuovere l’empowerment dei giovani immigrati, valorizzandone un ruolo di agenti di inclusione. In particolare un laboratorio di cittadinanza che coinvolga come peer educators giovani di etnia rom è un aspetto assolutamente innovativo a livello nazionale. Altro aspetto innovativo è la valorizz-zione del ruolo della comunità locale e delle reti etniche, non solo in qualità di potenziali fruitori di servizi di prevenzione, ma anche come risorse e agenti di sviluppo, in grado di farsi carico dei bisogni che emergono dal territorio.

Trasferibilità La modellizzazione della sperimentazione condotta è stata elaborata con l’intento preciso di trasferirla in altri contesti e verso i diversi attori del territorio, al fine di agevolare la programmazione e la gestione degli interventi di inclusione sociale dei giovani immigrati di seconda generazione.

F/2007/CICA

90 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“MediAttori - Media e territori per l’inclusione sociale dei cittadini migranti”

Ente COSPECodice F/2007/COSPEArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Uno dei fenomeni più importanti per il futuro della società multiculturale consiste nella “presa della parola” da parte delle seconde generazioni che sempre più scelgono di utilizzare gli strumenti della comunicazione per dare voce alle loro istanze sui temi dell’identità e dell’accesso ai diritti di cittadinanza. In questo contesto, in seguito a una prima serie di incontri territoriali tenutisi a partire dal 2001 tra professio-nisti immigrati dell’informazione e promotori di iniziative mediatiche multiculturali è emersa l’esigenza di un rafforzamento del settore da realizzarsi anche attraverso una forma organizzativa più strutturata nell’ottica non semplicemente di “dare voce agli immigrati”, bensì di riconoscere pari opportunità di accesso allo spazio mediatico e ai suoi strumenti nell’ottica di una reale inclusione. A tal fine è stato ideato il presente progetto, che intende promuovere l’inclusione sociale e la partecipazione attiva dei migranti di prima e seconda gene-razione che operano nel settore del giornalismo e della comunicazione.

Ambito territoriale Campania (Napoli, Salerno), Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia (Udine, Trieste), Lazio (Roma), Piemonte (Torino), Puglia (Bari, Lecce), Sicilia (Palermo, Messina, Trapani), Toscana.

Obiettivi a) Mappatura delle competenze e delle professionalità di origine migrante di prima e seconda gene-razione nel settore dei media e della comunicazione e delle iniziative di comunicazione realizzate da cittadini migranti nei vari territori coinvolti; b) organizzazione di 20 incontri territoriali indirizzati a migranti di prima e seconda generazione attivi nell’ambito della comunicazione e degli attori chiave del territorio nel medesimo ambito; c) realizzazione e pubblicazione di prodotti mediatici frutto della collaborazione tra media a larga diffusione e i professionisti immigrati; d) organizzazione di un evento finale per la presentazione della pub-blicazioni e realizzazione di un video che documenta i processi avviati; e) monitoraggio su base semestrale e analisi da parte di un valutatore esterno dell’impatto dell’attività progettuale e produzione di un rapporto di valutazione.

Metodologia e strumenti utilizzati La mappatura delle competenze e delle professionalità è realizzata tra-mite raccolta dati e interviste strutturate. Gli incontri territoriali sono svolti sulla base di un approccio par-tecipativo e di concertazione sulla base del modello delle “coalizioni locali”, già sperimentato con successo in altri contesti. La produzione di progetti mediatici si articola attraverso uno scambio personale, in una sorta di redazione multiculturale policentrica. Il monitoraggio semestrale è realizzato tramite somministrazione di questionari ad hoc ai beneficiari dell’attività progettuali.

Risultati attesi a) Maggior accreditamento e utilizzo nei vari territori delle competenze e delle professionalità di origine migrante nel settore della comunicazione, anche attraverso lo sviluppo di forme di auto-organiz-zazione; b) costituzione di un’associazione nazionale o gruppo di specializzazione dei giornalisti/operatori dei media di origine straniera; c) aumento della consapevolezza dell’importanza di una corretta informazione sull’immigrazione e diffusione di strumenti di lavoro concreti tra giornalisti autoctoni; d) consolidamento e avvio di possibili nuove collaborazioni tra media a larga diffusione e immigrati; e) ampliamento del dibattito pubblico sull’importanza del riconoscimento delle professionalità immigrate di prima e seconda generazione nel settore della comunicazione e della corretta informazione sui temi dell’immigrazione.

Aspetti innovativi Il riconoscimento delle professionalità degli immigrati in settori quali quello della co-municazione tramite attività concrete di sostegno rappresenta un elemento di novità nei territori coinvolti

F/2007/COSPE

91Parte seconda. Schede progettuali

dall’azione progettuale. Inoltre, l’emergere di bisogni specifici in tal senso testimonia il fatto che ci troviamo in una nuova fase dei processi di inclusione sociale cui il progetto intende rispondere andando oltre logiche di intervento legate all’accoglienza e alla pura rivendicazione per mettere al primo posto la facilitazione di processi di piena cittadinanza. A ciò si aggiunga che l’attivismo delle donne immigrate nel settore dei media multiculturali è un elemento di innovazione e rottura per il settore della comunicazione in Italia, tradizio-nalmente caratterizzato da voci e rappresentazioni “maschili”. Infine, nell’ambito degli incontri territoriali tra giornalisti immigrati e autoctoni si sperimenta una dinamica di concertazione all’insegna della comune appartenenza a una medesima categoria progessionale, in cui su base paritaria si negoziano modi e strumenti nuovi per fare informazione.

Trasferibilità Le collaborazioni professionali nel settore del giornalismo e media a larga diffusione attivate nel quadro dell’attività progettuale possono essere estese e replicate da altri media a larga diffusione.

“Ragazzi in sport. Laboratorio di studio e di approfondimento di un progetto culturale sportivo del Centro Sportivo Italiano per la promozione delle attività sportive per ragazzi e preadolescenti”

Ente CSICodice F/2007/CSIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto si muove verso una sperimentazione su larga scala che possa essere da stimolo per approdare alla definizione di alcuni principi di osservazione delle buone pratiche nell’ambito dell’e-ducazione attraverso lo sport, con particolare attenzione alle fasce di età dei ragazzi e dei preadolescenti. La sperimentazione è eseguita e osservata da un laboratorio costituito da dirigenti, allenatori, esperti, provenienti dalle società sportive e dal mondo accademico e ha come obiettivo la valutazione della qualità complessiva della proposta sportiva e della sua capacità di essere garante di una tutela del diritto al gioco e allo sport. Grazie a uno specifico itinerario sportivo-educativo lo sport deve essere in grado di incrementare la percezione di qualità di vita per approdare a un adeguato benessere psicologico.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Costituire un laboratorio, cioè una comunità di persone in grado di sostenere e osservare la sperimentazione nel suo complesso; b) elaborare un progetto di attività sportiva da sottoporre a opportuna validazione; c) attivare percorsi di rafforzamento dell’identità dei ragazzi coinvolti nel progetto; d) attivare circuiti di solidarietà e fair play e garantire il diritto al gioco e allo sport come diritto irrinunciabile dei ragazzi e preadolescenti; e) valutare e documentare gli approcci innovativi utilizzati nella realizzazione delle differenti attività; f) favorire lo scambio tra atleti di diverse regioni attraverso la proposta di un circuito nazionale di attività; g) realizzare un documentario che illustri le metodologie adottate e la loro efficacia; h) realizzare un kit per gli educatori sportivi che illustri le attività da promuovere e le metodologie da adottare durante l’anno; i) realizzare un sussidio destinato ai ragazzi che illustri i benefici della pratica sportiva

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto ricorre a metodologie finalizzate all’osservazione, alla rifles-sione, alla definizione ed elaborazione personale delle differenti esperienze, alla validazione interna della sperimentazione con individuazione delle best practices.

Risultati attesi a) Individuazione di un nuovo approccio culturale e pedagogico alla pratica sportiva per ragazzi e preadolescenti; b) connessione in rete di educatori-operatori sociali e acquisizione da parte loro di conoscenze e metodologie che possano essere utilizzate nelle singole realtà in modo autonomo e ricreativo; c) partecipazione al progetto di almeno 300 società sportive in tutta Italia; d) rilancio del dibattito scientifico

F/2007/CSI

92 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

e culturale a livello nazionale sul valore della pratica sportiva giovanile; e) realizzazione di un documentario con valenza didattica e scientifica.

Aspetti innovativi Il progetto presenta i seguenti aspetti innovativi: sperimentazione delle qualità della pra-tica sportiva educativa attraverso una validazione scientificamente sostenuta; adozione per la prima volta in Italia di un sistema di misurazione delle qualità dell’attività sportiva; evidenziazione delle potenzialità del territorio attraverso la valorizzazione del ruolo delle società sportive come nuclei educativi e di aggregazione; integrazione dei processi formativi/informativi all’azione sperimentale; misurazione dei processi di cambia-mento rispetto ai differenti attori coinvolti.

Trasferibilità I progetto sperimenta condizioni di correttezza delle azioni promosse dagli educatori sportivi nei confronti di ragazzi e preadolescenti. Il fatto stesso che tale sperimentazione sia condotta e valutata da attori specializzati a livello nazionale rappresenta un fattore di garanzia della trasferibilità del modello. Inoltre la predisposizione di un documentario con finalità didattiche consente di sussidiarne l’implementazione in diversi contesti.

“Un turismo per tutti, di tutti, con tutti. Diffusione di buone prassi per la realizzazione di interventi di turismo”

Ente CTACodice F/2007 /CTGArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Per il turismo i disabili rappresentano un target relativamente poco sviluppato. Una politica del turismo attenta ai soggetti svantaggiati deve garantire, insieme a qualità e affidabilità dell’offerta, la più ampia possibilità di movimento e di accessibilità, che le aziende di promozione turistica non sono in grado di offrire. L’idea alla base di questo progetto è dunque di coniugare i servizi di informazione e consulenza per l’organizzazione di vacanze accessibili a tutti e la costruzione di proposte turistiche con la giusta attenzio-ne alla solidarietà e all’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Puglia (Bari), Veneto (Padova).

Obiettivi L’obbiettivo generale del progetto è la promozione dell’inclusione sociale delle persone con disabilità attraverso la sperimentazione di servizi innovativi di informazione e consulenza e la costruzione di proposte di turismo accessibile. In vista di tale obbiettivo, il progetto si propone: a) l’organizzazione di azioni di infor-mazione e sensibilizzazione svolte in raccordo con le agenzie turistiche e gli enti partners; b) la creazione di un sito internet quale punto di visibilità e informazione del progetto oltre che luogo di contatto diretto con le persone disabili; c) l’attivazione di un laboratorio interistituzionale per il turismo accessibile per facilitare la diffusione delle buone pratiche e un costante monitoraggio delle iniziative promosse dal progetto; d) la creazione di una guida online sulle opportunità per le persone disabili e sulle buone prassi dirette agli enti pubblici e privati per la pratica del tempo libero; e) la realizzazione di tre azioni seminariali di diffusione delle buone prassi volte a sensibilizzare l’azione pubblica e di un convegno finale per illustrare i risultati raggiunti dal progetto.

Metodologia e strumenti utilizzati Per la realizzazione delle azioni previste si utilizza la metodologia del lavoro di rete; pertanto, ogni soggetto partner è in grado di dare informazioni relative al progetto e rendersi elemento di diffusione delle esperienze e delle buone pratiche di ogni territorio. Tale metodo è particolarmente efficace in relazione alla diffusione in tutto il territorio nazionale delle 110 sedi associative. Sul piano dell’ac-

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93Parte seconda. Schede progettuali

cessibilità al territorio sono realizzati percorsi turistici ad hoc per le persone disabili. Elemento essenziale è poi l’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione per consentire una più ampia diffusione delle informazioni.

Risultati attesi Tra i risultati attesi dalla realizzazione del progetto è la riduzione del numero delle persone con disabilità in condizione di disagio ed esclusione sociale attraverso la diffusione di informazioni garantite sui servizi turistici per i disabili e la diffusione, nel settore turistico, di una cultura dell’integrazione. In particolare, si calcola in 120 il numero degli utenti che accederanno alle informazioni messe a disposizione dalle sedi di sperimentazione, in 150 il numero delle persone coinvolte nelle iniziative di sensibilizzazione e informazione e in 32.500 il numero degli associati che parteciperanno alla diffusione delle buone pratiche e delle esperienze sul turismo accessibile.

Aspetti innovativi Le principali caratteristiche innovative del progetto risiedono nel ricorso alle nuove tecno-logie, e in particolare al sistema software “totem” di accesso pubblico (Internet access point) al fine di rendere accessibili le informazioni sul turismo e diffondere le informazioni sulle buone prassi. Un ulteriore elemento di innovazione è la sperimentazione di una rete interistituzionale di soggetti che consente una riflessione e un’attenzione diffusa alle tematiche affrontate dal progetto. La logica che la rete sottende è quella dell’ap-proccio integrato dei servizi territoriali.

Trasferibilità Il servizio di Internet access point può essere esteso alle altre sedi del CTA attive sul territorio. Il sito internet può diventare punto di riferimento per l’intera rete delle sedi e per le altre agenzie intenzionate a operare nel settore del turismo accessibile. La costruzione del sistema di monitoraggio e valutazione costitu-isce un modello strutturato e codificato in una serie di metodologie di definizione di indicatori e di strumenti di rilevazione specifici del settore turistico, che potrà essere utilizzato per monitorare iniziative simili in altre realtà locali.

“Ambientiamoci! L-educazione ambientale come strumento di coesione sociale”

Ente CTSCodice F/2007/CTSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Utilizzando lo strumento dell’educazione ambientale, il progetto si rivolge alle scuo-le con l’obbiettivo di sostenere queste ultime nella lotta alla dispersione scolastica e nell’inclusione sociale di bambini e ragazzi di aree particolarmente svantaggiate. L’intento è di coinvolgere attivamente gli studenti in azioni concrete di conoscenza, sensibilizzazione e tutela ambientale, con finalità aggreganti e di stimolo mo-tivazionale. Il coinvolgimento è inquadrato nella cornice di un programma di conservazione della biodiversità che l’Associazione porta avanti da diversi anni e al cui scopo ha creato e gestisce alcuni centri deputati alla ricerca applicata alla conservazione di specie della fauna selvatica, che saranno coinvolti nel progetto assieme ad altri centri esterni al CTS.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria, Catanzaro), Puglia (Brindisi, Lecce), Sardegna (Sassari, Olbia), Sicilia (Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Catania).

Obiettivi Gli obbiettivi principali del progetto sono: a) la realizzazione di un’analisi territoriale attraverso incontri con e interviste a dirigenti scolastici, operatori sociali e uffici competenti, per rilevare i bisogni e le risorse che caratterizzano le aree di intervento e i target di riferimento; b) l’organizzazione di incontri di aggiornamento delle competenze del personale locale ai fini del progetto; c) la predisposizione e la distribu-zione di materiali e strumenti informativi (pieghevole in 5.000 copie, locandina in 100 copie e sito web); d)

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94 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

organizzazione di una serie di incontri per la presentazione del progetto con gli stakeholders; e) realizzazione di un ciclo di laboratori integrativi presso le scuole per circa 45 classi (circa 900 ragazzi), comprendenti 6-8 incontri per classe e una visita al Centro di Ricerca e Recupero della Fauna Selvatica più vicino; f) monitoraggio e valutazione periodica e finale delle attività.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto dà il massimo spazio alle modalità partecipative di definizione e attuazione delle attività rivolte ai destinatari finali, in particolare – nella fase di preparazione – attraverso la mappatura delle necessità e delle risorse di ciascun territorio e attraverso un processo di progettazione comune e condivisa tra personale dei Centri e insegnanti. Nella fase di realizzazione degli interventi si prevede un per-corso di laboratori integrativi pomeridiani con lo scopo di “creare” con i ragazzi un’azione o un prodotto. Ogni laboratorio prevede attività pratiche in aula o all’aperto con giochi, simulazioni e attività di tipo artistico e/o tecnico-scientifico. Al termine del percorso ogni classe organizza una presentazione finale mediante cui si dà risalto al lavoro realizzato e al senso del progetto per la comunità locale. Sempre in una prospettiva di condi-visione e comunicazione, il sito web è utilizzato come strumento per far comunicare scuole e ragazzi in modo da dare la possibilità di conoscersi e scambiare esperienze e materiali informativi e didattici. Il monitoraggio del progetto è operato per mezzo di questionari da somministrare ai ragazzi all’inizio e alla fine del percorso e ai docenti alla fine del percorso.

Risultati attesi a) Sostegno della scuola nella lotta alla dispersione e al disagio; b) sviluppo del ruolo sociale dei Centri di Ricerca e Recupero della Fauna Selvatica come luoghi aperti al territorio e a servizio della scuola e della comunità; c) sensibilizzazione delle comunità locali sui temi dell’ambiente e rafforzamento del “senso di appartenenza” al territorio.

Aspetti innovativi I Centri di ricerca e recupero diventano punto di partenza per azioni educative e di crescita che puntano a motivare i ragazzi coinvolgendoli in qualcosa di concreto.

Trasferibilità Il fatto di avviare in parallelo l’azione in contesti regionali e territoriali molto diversi dà la pos-sibilità di confrontare un gran numero di variabili e di situazioni, e quindi di verificare possibilità di risposta dei ragazzi e dei territori interessati, in maniera da avere già al termine del progetto uno spettro più ampio di strumenti per la sua replicabilità e trasferibilità.

“Un prato per Lavagna. Tempo libero e misure di sostegno per l’inclusione sociale”

Ente ENDASCodice F/2007/ENDASArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto L’idea progettuale nasce dalla constatazione che gran parte della popolazione immi-grata ha una forte esigenza di inclusione sociale. È in questo contesto che l’Endas attraverso la sua fitta rete di strutture territoriali si propone di mettere al sevizio dei giovani migranti a rischio di esclusione sociale la propria esperienza nella gestione del tempo libero e della pratica sportiva. Questi sono intesi come attività di promo-zione sociale e sempre più considerati come elementi in grado di modificare il modo di pensare e di relazionarsi con gli altri, mettendo i giovani nella condizione di vivere il proprio vissuto non in termini individualistici bensì in termini di squadra o di gruppo.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli, Salerno), Piemonte (Torino),Puglia (Bari, Brindisi, Taranto), Sicilia (Enna), Toscana (Carrara).

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95Parte seconda. Schede progettuali

Obiettivi Obiettivo principale del progetto è creare un circuito nazionale, regionale e provinciale dell’Endas per coinvolgere giovani migranti (frequentanti la scuola media inferiore e superiore) in condizioni di esclusione sociale in attività sportive e di tempo libero . Obiettivi specifici riguardano: a) la formazione di volontari a un più ampio e qualificato approccio ai concetti di flussi migratori, inclusione e marginalità sociale; b) la creazio-ne di momenti di incontro che permettano la condivisione delle esperienze vissute dagli individui protagonisti del progetto; c) l’organizzazione di eventi informativi rivolti alle strutture territoriali dell’Endas per favorire il successo del progetto attraverso la diffusione e la valorizzazione delle best practices.

Metodologia e strumenti utilizzati Gli strumenti e le metodologie utilizzate riguardano: l’individuazione dei destinatari del progetto attraverso il circuito dell’Endas, le scuole medie superiori ed inferiori, etc.; lo svolgimento a livello regionale delle attività di tempio libero e sportive precedentemente progettate che rap-presentano lo strumento privilegiato attraverso il quale pervenire a forme più intense e concrete di inclusione sociale; la creazione di un apposito Forum sul Portale Endas; la realizzazione di seminari e convegni sul tema dell’inclusione sociale e sull’incentivazione allo scambio inter-culturale.

Risultati attesi a) Recupero e reinserimento sociale e professionale dei giovani destinatari; b) creazione e condivisione all’interno dell’intera struttura nazionale di un insieme di buone pratiche sul problema dei flussi migratori; c) creazione di un Forum all’interno del portale ufficiale all’interno del quale i soggetti possano condividere le proprie esperienze personali..

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto consiste nel di rendere i destinatari finali potenziali fornitori del processo di formazione dei servizi che loro stessi hanno utilizzato in modo sperimentale durante il periodo dello stage. Infatti, attraverso l’instaurazione di rapporti solidi con gli altri partecipanti essi stessi fungeranno da volano per il successivo instaurarsi di una fitta rete di relazioni che porteranno a loro volta ad azioni di inclusione sociale.

Trasferibilità Sia i volontari che i giovani destinatari fungeranno da veicolo di diffusione delle buone prassi acquisite nel progetto. Si può pertanto parlare di una trasferibilità di tipo orizzontale, frutto della rete sociale messa in atto dai volontari e dai fruitori stessi e di una trasferibilità di tipo verticale, assicurata dalla pubbli-cazione di un report finale e dal portale dell’Endas che può essere fruibile da tutti gli interessati alle tematiche trattate attraverso la realizzazione di un Forum sull’argomento.

“Oltre la comunità terapeutica per leggere i comportamenti trasgressivi. Strada e gruppo: luoghi di sperimentazione di strategie preventive delle dipendenze”

Ente SCS CNOSCodice F/2007/SCS CNOSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’idea di mettere in comunicazione tre realtà – la comunità terapeutica, la scuola e i gruppi informali di adolescenti, triade che difficilmente realizza progettualità comu-ni – al fine di attuare una sperimentazione in grado di attivare processi formativi-comunicativi simmetrici e superando il concetto di prevenzione intesa solo come informazione. L’ottica è quella di considerare strumento di prevenzione del territorio la comunità terapeutica, valorizzando allo stesso tempo il protagonismo giovanile nelle sue diverse espressioni e concentrandosi non solo sui fattori di rischio ma anche sui fattori protettivi, con un approccio che tuttavia riconosce l’autonomia e la competenza nelle scelte dei giovani.

F/2007/SCS CNOS

96 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti), Puglia (Foggia), Sicilia (Catania).

Obiettivi L’obiettivo del progetto è la sperimentazione, la valutazione e la diffusione di un modello di prevenzione primaria all’uso di sostanze psicoattive nella fase adolescenziale attraverso: a) un’indagine esplorativa tesa alla mappatura dei significati e dell’immaginario degli adolescenti rispetto al tema della trasgressione e il confronto con il territorio sui risultati dell’indagine esplorativa; b) la realizzazione di laboratori con le classi superiori, gli adolescenti dell’associazionismo/centri giovanili e con gli ospiti delle comunità; c) la divulgazione dei risultati del progetto tramite incontri pubblici, un seminario nazionale e una pubblicazione finale.

Metodologia e strumenti utilizzati L’approccio utilizzato è di tipo bottom up e orizzontale, privilegiando l’au-tonomia delle scelte dei giovani con modalità non giudicanti che riconoscono il rischio e la trasgressione come tappe normali di un percorso di crescita. In tale prospettiva, all’interno del progetto il gruppo è valorizzato come dimensione terapeutica privilegiata, poiché aiuta a realizzare un sano distacco dalla famiglia, facilita la nascita di affetti, incoraggia nuove esperienze e può animare la comparsa di ideali, diventando una palestra di elaborazione di significati e di costruzione o ricostruzione della propria identità. È così implementato un modello di peer education che– attraverso il metodo della comunicazione e dello scambio orizzontale – rende i ragazzi soggetti attivi della conoscenza e perciò più consapevoli delle proprie scelte e azioni.

Risultati attesi a) Aumento della autonoma consapevolezza tra i giovani dell’appartenenza e della pressione di gruppo come fattori di rischio e di protezione; b) diffusione della cultura del divertimento consapevole; c) sviluppo di luoghi di confronto tra adolescenti sulle tematiche della trasgressione; d) valorizzazione delle responsabilità educative di tutti i soggetti coinvolti in un’ottica attenta alle dinamiche di gruppo e ai meccani-smi che influenzano le rappresentazioni e i comportamenti degli adolescenti; e) incremento diretto dei fattori protettivi per parte dei giovani coinvolti nel progetto.

Aspetti innovativi L’innovatività del progetto riguarda: le modalità di gestione e di realizzazione, con la foca-lizzazione sul gruppo quale strumento e destinatario dell’intervento, l’approccio non solo di testimonianza ma attivo degli adolescenti dentro e fuori le comunità terapeutiche e la previa indagine esplorativa sul territorio fi-nalizzata a una maggiore comprensione del contesto oggetto del progetto; b) l’impatto sulle competenze e le co-noscenze dei singoli e dei gruppi del territorio, nell’ottica della creazione di una rete di sostegno sociale allargata.

Trasferibilità La trasferibilità del progetto riguarda le singole attività, che pongono le basi per una relazione continuativa tra i soggetti coinvolti, i materiali prodotti nei laboratori, che contribuiranno al dibattito sui temi di riferimento, e la pubblicazione finale, che potrà essere utilizzata per avviare altri interventi di prevenzione.

“GU.F.I. - Guide per la Fruizione Indipendente”

Ente FEDERPARCHICodice F/2007/FEDERPARCHIArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto L’impegno di Federparchi è di organizzare attività di formazione e di educazione ambientale a cui tutti possano accedere. All’interno di questa attività si è evidenziata la necessità di creare un sevizio aggiuntivo e complementare come le audio guide per gli ipovedenti e per le altre persone diversamente abili sensorialmente. Il progetto consiste nella realizzazione di un percorso di visita guidata ma autonoma, tecnologicamente supportata da apparecchiature non invasive, finalizzato al migliore utilizzo del patrimonio del parco sotto il profilo ambientale e in tutte le sue declinazioni.

F/2007/FEDERPARCHI

97Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Sicilia.

Obiettivi a) Sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori del settore turistico sulle problematiche del turi-smo accessibile; b) supportare con logiche commerciali e di comunicazione il “turismo per tutti” in modo che acquisisca una propria “autonomia commerciale” e non venga relegato all’assistenzialismo; c) fare emergere il concetto di “clienti con bisogni speciali” e non di “utenti disabili”

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia di base prevede la creazione di una in grado di rendere possibile uno scambio duttile e ramificato garantendo il trasferimento di pratiche innovative per una gestione integrata ed allargata.

Risultati attesi a) Maggiore consapevolezza tra i visitatori dei parchi dell’importanza e del valore dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità; b) trasmissione e ac-cettazione di una metodologia di inclusione sociale non invasiva; c) validazione di attrezzature e metodologie innovative in ambiti sensibili; d) aumento degli accessi ai parchi naturali da parte dei cittadini diversamente abili; e) aumento della consapevolezza dei temi legati all’accessibilità da parte degli operatori e dei dirigenti degli enti associati a Federparchi.

Aspetti innovativi Il progetto ha caratteristiche di innovazione dei contenuti basandosi essenzialmente sull’u-tilizzo di strumentazioni hardware e software non invasive la cui applicazione è stata per la maggior parte dei casi destinata ad ambienti chiusi . Altra caratteristica di innovazione è la stesura e la messa in atto di un piano di qualità incentrato su un livello di qualità interna e una di qualità esterna.

Trasferibilità La realizzazione del format in termini di modello standard di erogazione del servizio, la conse-guente metodologia di realizzazione del progetto, la strumentazione e i materiali che si intendono produrre conferiscono al progetto ampia replicabilità.

“Diritti umani e inclusione: Azioni di rete per il superamento di vecchie e nuove forme di segregazione”

Ente FISHCodice F/2007/FISHArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Nell’ambito delle disabilità (mentali, intellettive e relazionali, motorie e sensoriali) sono diffuse sul territorio esperienze che si ispirano a modelli opposti: da un lato quelle che pur in presenza di differenze non si discostano da modelli considerati “segreganti”, mantenendo processi, linguaggi, assetti gestionali e operativi, stili di intervento improntati a modelli molto lontani dall’approccio dei diritti umani e della non discriminazione; dall’altro esperienze di vita indipendente e autodeterminata e sperimentazioni innovative, spesso promosse dalle stesse associazioni di persone con disabilità. Nell’ottica di questo secondo modello, considerato espressione di buone prassi, l’iniziativa progettuale intende porre al centro la persona con la propria dignità e diritto a rimanere a vivere e abitare nell’ambito delle proprie reti familiari, affettive e sociali. La persona non è qui oggetto del sistema di prestazioni e servizi, bensì soggetto attivo che contribu-isce e partecipa al processo di inclusione sociale, anche laddove la condizione di disabilità fosse di notevole entità, ed è inserito in interventi volti a generare processi di trasformazione dell’organizzazione sociale, culturale ed economica delle comunità.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Lametia Terme, Reggio Calabria), Campania (Caserta, Sa-lerno), Emilia-Romagna (Forlì-Cesena, Ferrara), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Brescia, Sondrio), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Siracusa, Palermo),

F/2007/FISH

98 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Toscana (Firenze), Umbria (Terni), Veneto (Padova, Treviso).

Obiettivi a) Raccogliere dati quantitativi e qualitativi (anche tramite focus group e interviste) sulle normative e le caratteristiche degli interventi sociali a favore delle persone con disabilità, e sui nodi critici rilevati nei territori coinvolti; b) Organizzare una campagna nazionale che preveda azioni di ricerca, raccolta di esperienze, eventi per la sensibilizzazione conferenze stampa, pubblicazione dati e risultati; c) realizzare percorsi infor-mativi aggiornati ed efficaci tramite strumenti web e FAD per la comunicazione e l’informazione su diritti, bisogni e servizi, rivolti a famiglie, operatori, volontari; d) organizzare un convegno conclusivo e una mostra di chiusura della campagna-concorso; e) pubblicare un quaderno di approfondimento con l’Agenzia nazionale EmpowerNet da distribuire in quindici regioni.

Metodologia e strumenti utilizzati In termini generali, l’azione progettuale è fondata sulla partecipazione e sulla capacità di raccogliere contributi e sollecitazioni al fine di far emergere elementi positivi e criticità. A tale scopo, sia in fase di avvio dell’iniziativa che in fase di realizzazione sono organizzate riunioni, attività seminariali e iniziative formative a distanza (FAD), e sono predisposti strumenti web ad hoc. Sulla base del principio della co-progettazione, si tende anche alla piena e attiva partecipazione dei destinatari del progetto, evitando procedure meramente consultive. Tramite il coordinamento dell’Agenzia EmpowerNet,le associazioni locali e nazionali possono realizzare attività di scambio e approfondimento tematico, anche qui tramite FAD (ricorrendo in particolare a forum telematici in videoconferenza), dando luogo a modalità di lavoro di gruppo o di rete. Infine, come già avvenuto in precedenti iniziative, l’impianto di riferimento delle azioni di ricerca individuato dalla rete FISH è quello della “Action-Research”, anch’esso concepito quale strumento di parteci-pazione dei destinatari del progetto.

Risultati attesi a) Promozione nelle regioni coinvolte di una nuova cultura dei diritti e di nuove competenze progettuali nell’elaborazione di risposte alle esigenze delle persone con disabilità; b) sensibilizzazione di as-sociazioni e cittadinanza per segnalare e far emergere esempi di vecchie e nuove forme di segregazione; c) aumentare la capacità di formulare ipotesi progettuali e d’intervento per sostenere localmente le associazioni nelle loro attività di documentazione e animazione territoriale.

Aspetti innovativi Con le azioni di ricerca previste e lo sviluppo di una campagna-concorso si intende contri-buire a diffondere un approccio inclusivo dei diritti umani rispetto alle offerte attuali di servizi diurni e resi-denziali. Al momento tale approccio è ampiamente sconosciuto e non viene praticato negli interventi attuati per le persone con disabilità.

Trasferibilità Il progetto si caratterizza per un alto gradi di trasferibilità perché l’Agenzia EmpowernNet e la rete dei Centri EmpowerNet sono dotati di competenze e capacità di networking indispensabili per realizzare il trasferimento di informazioni, conoscenze, schemi di intervento ed esperienze di progettazione. Il trasfe-rimento del modello e dell’impianto metodologico è assicurato dalla rete FISH sia sul versante interno – con oltre 1200 articolazioni – che su quello esterno grazie alle relazioni di partnership che la Federazione ha con EE.LL., Università, aziende, reti (ad esempio, CSVNET, centri studi e organizzazioni sindacali). Sempre ai fini della trasferibilità è prevista la realizzazione di supporto per animare e informare realtà territoriali “nuove” o per sostenere l’avvio di reti locali.

99Parte seconda. Schede progettuali

“Inclusione sociale e culturale degli immigrati”

Ente FITELCodice F/2007/FITELArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il presente progetto, partendo dalle migliori esperienze già attuate in campo cul-turale, sportivo e del turismo sociale della Fitel, intende favorire lo sviluppo di proposte e modelli per favorire l’integrazione degli immigrati e dei loro figli e la comprensione delle culture degli altri popoli. Particolare attenzione viene data ai progetti rivolti all’integrazione degli immigrati in condizioni di marginalità o disagio socio-economico. Sono coinvolte in tale progetto le diverse strutture Fitel presenti sul territorio nazionale, numerose Associazioni sportive, le Associazioni del tempo libero, dello spettacolo, le cooperative sociali, i circoli aziendali, le scuole.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio,Liguria, Lom-bardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

Obiettivi Obiettivo prioritario del progetto è quello di individuare percorsi, linguaggi e rapporti capaci di fa-cilitare l’incontro e il dialogo, attraverso attività di tipo culturale, sportive e del turismo sociale tra le diverse comunità degli stranieri e i cittadini italiani, al fine di contenere e contrastare i comportamenti intolleranti e xenofobi e ogni altra manifestazione di violenza e illegalità.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia utilizzata prevede principalmente: la raccolta di buone prassi interne ed esterne alla rete Fitel relative agli eventi culturali, sportivi, al turismo sociale, da utilizzare per la progettazione esecutiva degli interventi, in grado di coinvolgere gli immigrati; l’organizzazione di cicli formativi a livello nazionale in grado di fornire strumenti conoscitivi, didattici e di comunicazione agli opera-tori delle comunità degli stranieri in Italia, agli insegnanti, ai giovani del Servizio Civile, ai dirigenti e volontari dei Circoli Aziendali coordinati dalla Fitel; la realizzazione di un portale Internet articolato per fornire servizi a più livelli (informazioni di base per gli stranieri, link ragionati verso siti utili per gli stranieri e gli italiani che vogliono approfondire le altre culture, materiali didattici, etc.).

Risultati attesi a) Coinvolgimento di tutte le strutture regionali Fitel e maggior coordinamento con le organiz-zazioni sindacali che rappresentano gli immigrati; b) realizzazione di un portale che raggiunga tutti gli iscritti e dirigenti; diffusione di una cultura della collaborazione e della tolleranza nei successivi eventi dell’associa-zione; c) trasferibilità della metodologia e del modello di intervento.

Aspetti innovativi Il protocollo FTS per la realizzazione dei materiali didattici, predisposto per la formazione blended del settore culturale e turistico, è tuttora innovativo rispetto al segmento che solitamente fruisce di materiali cartacei.

Trasferibilità Nello specifico la trasferibilità del modello è garantita dallo sviluppo di un progetto su contesti locali differenti estesi poi a livello nazionale e da una conferenza finale di diffusione dei risultati del progetto e del modello di intervento.

F/2007/FITEL

100 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Il nuovo cittadino. La famiglia protagonista dell’inclusione sociale”

Ente FOCSIVCodice F/2007/FOCSIVArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Al pari di altri Paesi europei l’Italia si configura sempre più come una società multietnica all’interno della quale il migrante non è più solo un mero lavoratore , ma un “nuovo cittadino” a cui fornire concreti strumenti di inclusione sociale e azioni di accompagnamento e sostegno attraverso la creazione di reti di persone e associazioni nel paese di partenza e in quello di arrivo. Il progetto è a sostegno degli immigrati di prima e seconda generazione e intende fornire loro la reale conoscenza del nuovo contesto in cui si inseriscono e la consapevolezza di quelle che sono le eventuali difficoltà relazionali e familiari a cui possono andare incontro in modo da poterle prevedere e risolvere prima che si tramutino in drammi personali, familiari e sociali.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Il progetto ha l’obiettivo di dotare gli operatori delle Ong federate di strumenti e competenze ade-guate rispetto alla progettazione di servizi orientati all’accompagnamento e sostegno nelle situazioni di diffi-coltà familiare del migrante, in modo da sostenere il percorso di inclusione sociale e il benessere del migrante e della sua famiglia in Italia ed eventualmente nel paese di origine.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia utilizzata ha come punto di inizio la mappatura delle associazioni che sia nel paese di partenza sia nel paese di accoglienza si occupano delle problematiche e delle criticità legate alle relazioni sociali in generale e familiari in particolare. Il percorso progettuale continua con la raccolta della documentazione e della normativa giuridica sul tema in esame per fornire alle associazioni dei due paesi e agli operatori delle associazioni federate due kit contenenti schede sintetiche delle norme da applicare ai singoli casi che si presentano. Successivamente all’elaborazione e distribuzione delle schede viene proposto un percorso formativo rivolto agli operatori delle federate dell’associazione.

Risultati attesi a) Realizzazione di una mappatura delle associazioni in Ecuador e in Italia; b) messa in rete delle associazioni–ponte nord-sud; c) realizzazione di una raccolta di norme giuridiche sul diritto di famiglia in Ecuador e Italia; d) la realizzazione di un tool-kit contenente schede sintetiche esplicative della normativa di entrambi i paesi e di un corso di formazione professionale per gli operatori delle Ong.

Aspetti innovativi Sono da considerarsi aspetti innovativi l’implementazione di un modello di lavoro ai fini dell’inclusione degli immigrati che abbia alla base la conoscenza del mondo di origine e del contesto italiano in merito al tema della famiglia e la sperimentazione di scambi di esperienze tra volontari che all’estero e in Italia si occupano delle problematiche familiari e delle tipologie di servizi ideati quale risposta al bisogno/problema familiare.

Trasferibilità Il progetto fa emergere le buone pratiche di inclusione sociale e integrazione degli immigrati nella nostra società, che possono essere facilmente trasferite alle 61 ong associate le quali a loro volta possono utilizzare il modello formativo sperimentato con tutte le associazioni di e per immigrati con cui collaborano in Italia e all’estero.

F/2007/FOCSIV

101Parte seconda. Schede progettuali

“Sembra un gioco. Attività nelle scuole di prevenzione della pedofilia”

Ente IREFCodice F/2007/IREFArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto “Sembra un gioco” è un progetto di formazione per la prevenzione e il contrasto del-la pedofilia che opera secondo una strategia di intervento “diretta” di tipo formativo per i bambini delle scuole primarie (che i dati rivelano essere maggiormente coinvolti dal fenomeno) e “indiretta” di tipo informativo/formativo per gli insegnati, i genitori, gli educatori e la comunità locale. La scelta metodologica si basa sulla premessa che la sola informazione nel caso dei bambini è inefficace in quanto diretta alle figure “prossime” al bambino che nell’80% dei casi si rivelano responsabili dell’abuso, poiché i bambini “imparano facendo”.

Ambito territoriale Lazio, Molise, Puglia.

Obiettivi a) Formazione dei bambini attraverso in programma di prevenzione basato sui “campi gioco”, in cui i bambini vengono immersi in contesti di simulazione simili ai contesti reali in cui si consuma l’abuso e vengono condotti a riconoscere la minaccia, resistere e riferire le situazioni; b) formazione specifica sulla tematica dell’abuso sessuale rivolta a operatori selezionati e successivo loro affiancamento al team esperto nell’appli-cazione del progetto al fine di rendere il team locale di formazione autonomo nelle successive applicazioni del modello; c) realizzazione di un seminario conclusivo per la presentazione e la divulgazione dei risultati ottenuti sul territorio.

Metodologia e strumenti utilizzati L’attività formativa rivolta ai bambini utilizza per lo più la metodologia della simulazione. Accanto a momenti informativi (informazioni che servono per controllare il grado di co-noscenza del fenomeno della pedofilia e l’efficacia del percorso di ogni singolo bambino) e momenti di pro-iezione attraverso il disegno, vengono vissuti momenti di simulazione dell’abuso in ambiente extradomestico e intradomestico. Inoltre propedeutico ai momenti di formazione è un incontro preliminare di presentazione del progetto, del team di formazione e della metodologia utilizzata, con i genitori, insegnanti e tutti i cittadini interessati ad approfondire la tematica della pedofilia.

Risultati attesi a) Informazione, prevenzione e sensibilizzazione diffusa su tutto il territorio oggetto della sperimentazione; b) sviluppo, radicamento e stabilizzazione delle attività e delle professionalità sul territorio di destinazione dell’intervento.

Aspetti innovativi L’innovatività del progetto coinvolge due aspetti: quello metodologico, in quanto è la prima volta che si utilizza la simulazione tramite i “campi gioco” come strumento di apprendimento delle forme e del-le strategie di evitamento del rischio; quello della scelta dei destinatari, poiché il gioco è rivolto direttamente ai bambini. Nel caso della pedofilia questo aspetto è estremamente importante in quanto la pedofilia nell’80% dei casi si consuma nella cerchia familiare o amicale vicina al bambino. Indirizzare i programmi di prevenzione alle figure prossime al bambino significa dunque “tagliare” la possibilità di controllare il fenomeno.

Trasferibilità Il modello progettuale, sia per la metodologia rivolta ai bambini, sia per lo sviluppo della attività formative rivolte ai formatori, può essere trasferibile sia in altri contesti territoriali in cui ancora non è stato sperimentato, sia in altre iniziative nell’ambito della pedofilia e della tutela dei minori.

F/2007/IREF

102 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Un parco a misura di bambino”

Ente LEGAMBIENTECodice F/2007/LEGAMBIENTEArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Nell’ambito delle attività mirate a favorire la fruizione delle aree naturali protette a una utenza ampliata, il progetto si propone di realizzare azioni di intervento indirizzate ai minori di quattordici anni al fine di rendere disponibili nelle aree protette servizi e strutture in grado di offrire una migliore fruizione e partecipazione di queste aree.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania.

Obiettivi a) Favorire la fruizione ampliata delle aree protette, la funzione educativa/sociale delle stesse, la partecipazione attiva degli under 14 nella gestione del territorio; b) avviare un monitoraggio nazionale per verificare la coerenza tra l’attenzione rivolta dai parchi italiani all’infanzia e le politiche nazionali.

Metodologia e strumenti utilizzati Gli obiettivi del progetto sono raggiunti attraverso la costituzione di un tavolo di lavoro di coordinamento permanente, il monitoraggio sui servizi offerti agli under 14 dai Parchi nazionali e dalle Aree marine protette, la verifica sul campo dei progetti più significativi dedicati agli under 14, la produzione di un dossier sulla fruibilità delle aree protette da parte degli under 14, la realizzazione di interventi strutturali in due aree campione.

Risultati attesi a) Sensibilizzazione degli enti gestori delle aree protette e delle categorie interessate sulla necessità di favorire l’accessibilità a categorie con esigenze specifiche; b)Promozione della fruizione e della partecipazione nelle aree naturali protette da parte degli under 14, realizzare degli interventi pilota e riprodu-cibili in altri contesti, per migliorare la fruizione delle aree protette dagli under 14; c) diffusione tra il grande pubblico di informazioni sul tema dell’accessibilità e del turismo sociale.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto si collega alla sperimentazione di un’economia sociale legata all’accoglienza e alla gestione di turisti appartenenti a categorie sociali diverse.

Trasferibilità Gli interventi pilota per le due aree protette possono essere riprodotti in altre aree naturali protette.

“In viaggio sui beni confiscati”

Ente LIBERACodice F/2007/LIBERAArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’idea di accrescere l’importanza e la valenza sociale dell’asse-gnazione per uso sociale dei beni confiscati tramite la diffusione di attività economiche sane e inclusive. In

F/2007/LEGAMBIENTE; F/2007/LIBERA

103Parte seconda. Schede progettuali

particolare si mira alla creazione di percorsi e itinerari per un turismo alternativo e responsabile che valorizzino specialmente le esperienze delle cooperative sociali che gestiscono beni immobili confiscati alle mafie e opera-no nel settore turistico. Il progetto mira anche a creare nuove opportunità formative legate ai temi del turismo responsabile che permettano ai giovani locali di spendere le competenze acquisite nel mondo del lavoro.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria, Catanzaro), Campania (Napoli, Salerno, Caserta), Lazio (Roma, Latina, Rieti), Puglia (Lecce Brindisi), Sicilia (Palermo, Trapani, Agrigento, Siracusa).

Obiettivi a) Professionalizzazione dei giovani dei territori in cui si hanno esperienze di riutilizzo sociale di beni confiscati; b) valorizzazione delle esperienze legate al riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso la conoscenza diretta e la definizione di percorsi di turismo responsabile e di comunità, con particolare attenzione alle persone con disabilità e in condizioni di marginalità o disagio socio-economico; c) creazione della rete “Libera Turismo” mediante la connessione delle diverse unità operative costituite presso tutti i siti di gestione dei beni confiscati.

Metodologia e strumenti utilizzati Gli strumenti e le metodologie utilizzate riguardano: la realizzazione di una ricerca finalizzata alla conoscenza dei territori su cui esistono beni confiscati attraverso interviste foca-lizzate a membri della comunità locale e decision makers, focus group e analisi dell’esistente; la realizzazione di momenti di formazione sul campo, lezioni d’aula, incontri con esperti.

Risultati attesi a) sensibilizzazione ed educazione ai temi della legalità e della giustizia sociale; b) parteci-pazione delle persone anziane alle attività di promozione e valorizzazione dei diversi contesti storico-cultu-rali-ambientali, favorendo così l’inclusione nella vita delle comunità locali; coinvolgimento della comunità locale per la definizione dei pacchetti e dei percorsi di turismo responsabile; c) valorizzazione del lavoro delle cooperative sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie attraverso la promozione turistica; d) creazione di sinergie con organizzazioni che si occupano di turismo responsabile mediante la costituzione della rete nazionale “Libera Turismo”.

Aspetti innovativi Con il presente progetto si sperimenta per la prima volta il coinvolgimento, dei giovani, persone con disabilità e anziani nell’elaborazione e gestione di iniziative finalizzate, da un lato, a favorire un approccio conoscitivo/turistico di tutti quei luoghi in cui sono presenti beni confiscati ai mafiosi e in cui operano cooperative sociali, e dall’altro a valorizzare le ricchezze che gli stessi territori presentano a livello storico, architettonico e naturalistico.

Trasferibilità La collocazione di beni confiscati in Italia dimostra che in tutte le regioni della penisola si trovano immobili (terreni, strutture, aziende) confiscati alle organizzazioni criminali, le quali molto spesso hanno preferito investire i proventi dei traffici illeciti non solo nelle regioni meridionali ma in tutta il resto della penisola. Ne consegue il carattere di trasferibilità di tale esperienza di turismo sociale anche alle regioni del nord e del centro Italia.

“I giovani protagonisti”

Ente MCLCodice F/2007/MCLArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce con l’intenzione di dare un contributo per migliorare la situazione giovanile nelle regioni dell’Italia meridionale che secondo gli standard previsti dall’Unione Europea presentano

F/2007/MCL

104 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

condizioni socio-economiche svantaggiate. Esso mira a mettere a disposizione degli utenti un servizio infor-mativo e di orientamento sulle iniziative a favore dei giovani

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia.

Obiettivi Il progetto ha principalmente una finalità educativa proponendosi come strumento per offrire ai giovani un apprendimento non formale (che si realizza al di fuori delle strutture formative tradizionali) e informale (frutto dell’esperienza quotidiana). Nello specifico si mira a: 1) educare i giovani alla cittadinanza europea facendo conoscere le caratteristiche dell’Unione Europea e dando informazioni sulle opportunità di mobilità internazionale; 2) incoraggiare a partecipare attivamente alla vita sociale culturale e politica dell’U-nione Europea e alle iniziative proposte.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede l’attuazione di una serie di attività di informazione, consulenza, assistenza e formazione attraverso i seguenti strumenti: sportello informatico, punto di acco-glienza e consulenza, attività di orientamento e formazione per i giovani e per tutti gli interessati (laboratori, conferenze), spazi di incontro e socializzazione per i giovani.

Risultati attesi a) Sviluppo del significato di cittadinanza attiva nei giovani; b) informazione e orientamento dei giovani sulle tematiche relative alla cittadinanza, alle istituzioni, alle opportunità formative e lavorative offerte dall’Unione Europea

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’attività del progetto serve per la realizzazione di un modello che sperimentato nelle città scelte può essere trasferito in altre province delle regioni dell’Italia meridionale così da potere avere in tutte le sedi uno sportello in grado di garantire l’assistenza ai giovani per quanto riguarda le opportunità a livello europeo.

“Cittadini d’argento”

Ente MDCCodice F/2007/MDCArea di intervento Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto Il presente progetto ha l’obiettivo di stimolare la partecipazione degli anziani alla vita sociale, rendendoli protagonisti di una vigilanza civica attraverso il monitoraggio quotidiano del territo-rio per segnalare problemi dei servizi e delle strutture pubbliche. Si cerca dunque di fornire agli anziani uno strumento di partecipazione civica “sostenuta” che contribuisca a renderli protagonisti attivi della vita sociale. Da ricerche sull’invecchiamento della popolazione è emerso in effetti come l’allungamento dell’età ha com-portato anche l’allargamento della platea delle persone con un alto grado di autonomia e con uno stile di vita dinamico, ricco di stimoli e libertà.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a)Favorire la susssidarietà orizzontale, assicurando una rete quotidiana ed efficace di monitoraggio del territorio che faccia emergere problematiche di carattere civico (panchine rotte, segnaletiche stradali insufficienti, randagismo,etc.), servizi carenti, emergenze sociali (prostituzione, abbandono di minori, spaccio di stupefacenti, etc.) e successivamente instaurare punti di contatto con le istituzioni locali; b) facilitare lo scambio intergenerazionale e in particolare tra anziani e bambini attraverso l’esempio di partecipazione civica; c) favorire l’associazionismo degli anziani.

F/2007/MDC

105Parte seconda. Schede progettuali

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede: l‘apertura di trentasei punti di contatto presso le di-verse sedi territoriali delle due associazioni proponenti, ossia luoghi fisici a cui gli anziani fanno riferimento per entrare in contatto con le associazioni ed effettuare le segnalazioni civiche; la realizzazione di una campagna di informazione e comunicazione (tour del “pulmino d’argento” su territorio nazionale, eventi locali di promozione dove ogni PC organizza al fine di promuovere il progetto sul territorio, delle iniziative pubbliche presso i centri di aggregazione degli anziani, distribuzione di materiale informativo e pubblicizzazione dell’iniziativa tramite il sito dell’Associazione); attivazione di un numero verde di informazione e raccolta delle segnalazioni (informazioni richieste sull’ubicazione dei PC).

Risultati attesi a) Maggiore partecipazione degli anziani alla vita del territorio in cui vivono; b) incremento dell’associazionismo tra la popolazione anziana del territorio su cui gravitano i punti di contatto e le sedi territoriali delle due associazioni proponenti, con la creazione di una rete trasversale tra le associazioni; c) miglioramento del territorio e della qualità della vita della cittadinanza.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Non cadere nella rete. Interventi volti alla sensibilizzazione degli adulti sui rischi inerenti un utilizzo non consapevole di internet da parte dei minori nelle problematiche relative alla pedofilia e allo sfruttamento sessuale”

Ente MODAVICodice F/2007/MODAVIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla necessità di monitorare l’uso di internet tra i minori attra-verso la responsabilizzazione dei genitori e degli educatori che interagiscono quotidianamente con i minori, offrendo le conoscenze tecnologiche per consentire un accesso sicuro alla rete e stimolare una maggiore consapevolezza del proprio ruolo nell’attività di prevenzione rispetto a un uso non filtrato del computer. Paral-lelamente, vista l’estensione territoriale e il coinvolgimento di enti pubblici e privati nelle attività progettuali, si intende costituire una rete di lavoro comune e specializzata.

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti), Lazio (Viterbo, Roma, Latina), Lombardia (Milano), Puglia (Foggia), Toscana (Siena), Umbria (Perugia).

Obiettivi a) Sensibilizzare e formare gli adulti in materia di siti web, porno chat lines, video chats, programmi p2p, protocolli di instant messaging, procedure di filtraggio per il personal computer; b) realizzare un portale e attivare un numero telefonico dedicato che consentano il contributo interattivo degli utenti finalizzato alla costituzione di una black list dei siti web e chat line con contenuti pericolosi e promiscui; c) aggiornamento della guida pratica del “parental control” a uso familiare e realizzazione di un vademecum da distribuire nei territori oggetto dell’iniziativa progettuale che descriva le procedure da seguire per impostare filtri di sicurezza sul computer, aggiornare la black list e monitorare l’utilizzo delle chat line; d) costruire una rete virtuale e territoriale tra le autorità coinvolte nei processi di controllo e intervento sui reati che coinvolgono i minori.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie utilizzate nella pianificazione e nella realizzazione delle fasi progettuali mirano a superare la dicotomia tra area cognitiva e affettiva delle persone per stimolarne la parteci-pazione e a valorizzare la capacità di coinvolgimento delle stesse nella proposizione di una relazione interattiva.

Risultati attesi a) Diffusione di una cultura della consapevolezza rispetto ai rischi inerenti l’utilizzo degli

F/2007/MODAVI

106 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

strumenti multimediali da parte dei minori, attraverso la sensibilizzazione e la formazione degli adulti; b) re-sponsabilizzazione dei gestori dei maggiori siti della rete riguardo a un impegno costante ad attuare politiche a tutela dell’infanzia.

Aspetti innovativi Emerge dagli studi più recenti l’esistenza di una forte distanza tra le conoscenze infor-matiche dei genitori e quelle dei minori, distanza che il progetto mira a colmare anche attraverso strumenti formativi e di sensibilizzazione non informatici.

Trasferibilità ---

“La rete di ascolto DMD: una risorsa per il sostegno del minore affetto da DMD”

Ente Parent ProjectCodice F/2007/Parent ProjectArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Le famiglie di bambini affetti da Distrofia muscolare Duchenne e Becker (DMD e DMB) si trovano spesso di fronte a una rete di servizi territoriali sempre più complessa e articolata, diversa-mente governata a livello dei sistemi locali, ma poco informata in merito alle reali necessità e possibilità di affrontare le gravi problematiche legate a questa malattia rara. Le opportunità di trattamento per questi sog-getti sono state identificate e verificate da Parent Project nell’arco di dieci anni. Si tratta di approcci e percorsi riabilitativi e terapeutici ricercati, studiati e sperimentati che non possono restare patrimonio dell’associazione ma devono essere diffusi e condivisi a livello nazionale e internazionale. L’idea progettuale nasce da questi presupposti ed evidenzia la necessità di definire nuovi servizi specialistici (i Centri di Ascolto sulla malattia rara DMD) gestiti dall’Associazione, che siano in grado di raccogliere e monitorare le problematiche inerenti la malattia e affrontare percorsi di aiuto idonei per le famiglie in collaborazione stretta con i servizi territoriali.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Lazio (Roma), Sicilia (Ragusa).

Obiettivi L’obbiettivo generale del progetto è la realizzazione di un modello di intervento territoriale integrato tra servizi pubblici e servizi della società civile in favore della DMD. Gli obbiettivi specifici sono così riassumi-bili: a) studiare, monitorare, uniformare e diffondere le informazioni utili per la programmazione e l’erogazione di servizi di qualità ai soggetti con DMD e alle loro famiglie, operando attraverso la realizzazione di una rete di Centri di Ascolto DMD che lavora in stretta collaborazione con i servizi territoriali; b) validare i risultati della ricerca SMA della Fondazione IARD sulla DMD; c) elaborare, sperimentare e standardizzare un modello di supporto alle famiglie dei minori affetti da distrofia di Duchenne e Becker sulla base dei dati raccolti; d) promuovere i risultati ottenuti attraverso l’organizzazione di un evento pubblico.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto è sostenuto da una metodologia basata su una scomposizione dettagliata delle azioni in fasi e in microattività associate a indicatori specifici al fine di consentirne la veri-ficabilità empirica e poter agire agevolmente nel percorso di attuazione. I percorsi formativi progettati per gli operatori sono volti a cogliere la complessità degli interventi attraverso un approccio multidisciplinare. Per la gestione dei Centri di Ascolto è previsto l’utilizzo di un sistema informativo del lavoro sociale via web di supporto per la realizzazione degli interventi e dei servizi previsti, acquisito dalla SocialNet s.r.l. Il progetto di ricerca fonda il proprio approccio metodologico sul contributo scientifico della action-research di K. Lewin nel quale il rapporto tra ipotesi teoriche e applicazione, tra ricerca e intervento, è di tipo circolare.

Risultati attesi a) Creazione di due nuovi Centri di Ascolto sulla DMD Calabria e in Sicilia, che si aggiungono a quello già esistente nel Lazio; b) massima divulgazione delle informazioni sulla DMD; c) strutturazione di una

F/2007/Parent Project

107Parte seconda. Schede progettuali

stretta collaborazione tra pubblico e privato su questo specifico settore di intervento.

Aspetti innovativi Il progetto si concentra sulla famiglia e i suoi bisogni partendo dal presupposto che l’au-tonomia e l’equilibrio psicologico della stessa costituiscono garanzia per lo sviluppo di un’identità autonoma del minore disabile. Un altro elemento innovativo riguarda la sperimentazione da parte dell’associazione di percorsi di intervento integrato pubblico-privato sociale.

Trasferibilità Il progetto, pur disegnato sulla base del panorama del mondo DMD, tiene presente criteri di trasferibilità su altre patologie, con particolare riguardo al modello di intervento dei Centri di Ascolto. La tra-sferibilità riguarda inoltre i metodi di indagine, con l’individuazione di strumenti e indicatori per l’analisi dei bisogni e delle aspettative dei soggetti coinvolti.

“Avviamento al nuoto dei bambini disabili visivi”

Ente UICCodice F/2007/UICArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Il progetto si basa sul principio che l’attività di formazione natatoria, essenziale per i bambini disabili visivi, ha il vantaggio di produrre risultati di notevole importanza. Estremamente limitato è il numero dei disabili visivi che si cimentano nell’attività sportiva del nuoto, per la falsa convinzione che si tratti di attività pericolosa e non adatta ai disabili visivi. Eppure il nuoto in piscina è di per sé un’attività che molto poco richiede della funzione visiva e che è in grado di perfezionare il senso dell’orientamento e di uso dei sensi residui. Per questo il progetto prevede oltre all’attività di avviamento al nuoto anche una azione collaterale di supporto psicologico nei confronti dei familiari dei bambini in modo da rimuovere pregiudizi e dannosi comportamenti di iperprotezione.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi L’obbiettivo dell’iniziativa progettuale e l’organizzazione di un corso di avviamento al nuoto per i disabili visivi.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa riguarda gli alunni delle scuole medie inferiori. Il corso di av-viamento al nuoto ha una durata di 7 giorni e si svolge in una struttura dotata di palestra con annessa piscina. La formazione viene effettuata da docenti abilitati all’avviamento al nuoto dei disabili visivi. All’iniziativa parte-cipano 5 docenti di educazione fisica che, ad iniziativa conclusa, potranno impegnarsi allo sviluppo di iniziative consimili. I genitori degli studenti vengono intrattenuti da psicologi esperti nelle problematiche di minoranza visiva sui corretti comportamenti da tenere nei confronti dei loro figli per rimuovere i pregiudizi che intralciano la integrazione sociale dei loro figli.

Risultati attesi a) Aumento del livello di autonomia e di capacità fisica di studenti disabili visivi attraverso l’apprendimento del nuoto; b) diffusione fra i docenti di educazione fisica della piena conoscenza delle capa-cità dei bambini disabili visivi spesso esclusi dalle loro lezioni; c) rimozione delle remore delle famiglie a fare impegnare i bambini disabili visivi in attività erroneamente ritenute loro precluse.

Aspetti innovativi Non è mai stata svolta una iniziativa di avviamento al nuoto dei bambini disabili visivi

Trasferibilità Una volta realizzata l’iniziativa e dimostrata l’attitudine dei minorati visivi al nuoto, i docenti di educazione fisica intervenuti quali tutor trasferiranno nelle varie sedi scolastiche le conoscenze acquisite aprendo ai disabili visivi attività da cui spesso sono esclusi per erroneo giudizio.

F/2007/UIC

108 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Ragazzi fuori: percorsi di contrasto alla devianza minorile e di prevenzione delle dipendenze”

Ente UISPCodice F/2007/UISPArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla constatazione della scarsa attenzione generalmente prestata alla delinquenza minorile – nonostante la sua costante crescita, in particolare tra i giovani al di sotto dei quattordici anni – e dell’indebolirsi di contesti educativi – in primis quello familiare – che tradizionalmente rappresentavano sistemi sociali primari di socializzazione, sostegno ed educazione. Rivolgendosi ai giovani nella fase dell’adolescenza (considerata tra le più delicate della crescita), il progetto mira a neutralizzare i fattori di rischio attraverso la responsabilizzazione e il coinvolgimento nella costruzione di progetti di vita con la pratica dello sport, la cui importanza è evidenziata anche nel Libro Bianco sullo Sport della Commissione Europea del 2007. Lo sport è dunque considerato non solo come attività psicofisica bensì nella sua funzione sociale (esistenza di regole da condividere, responsabilità e impegni da accettare) e di valorizzazione del tempo “non protetto”.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Varese), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze).

Obiettivi a) Costruzione in fase di sperimentazione di percorsi individuali nell’ambito sportivo come intervento preventivo primario nei confronti del fenomeno della devianza e delle dipendenze giovanili, non finalizzato alla performance ma all’aggregazione e al divertimento; b) capitalizzazione della metodologia di intervento attra-verso seminari regionali e un convegno finale sulla sperimentazione, sui risultati ottenuti e sugli sviluppi futuri.

Metodologia e strumenti utilizzati Da un punto di vista metodologico, il progetto prevede la definizione del target all’interno delle aree a rischio individuate, il coinvolgimento del target attraverso educatori di strada ma anche attraverso figure riconosciute come autorevoli in quel territorio, il coinvolgimento degli attori inte-ressati (scuola, associazionismo, enti locali, servizi sociali). L’attuazione del progetto mira a sostenere iniziative anche auto-organizzate dai ragazzi, e la sperimentazione è basata sulla co-progettazione con i ragazzi e gli attori presenti sul territorio.

Risultati attesi a) Strutturazione di un intervento educativo basato sulle esperienze sul campo, in grado di influenzare lo sviluppo individuale e l’integrazione; b) influenzare lo sviluppo individuale e l’integrazione per i ragazzi tra i 14 e i 21 anni nelle aree più difficili delle grandi città; c) creazione di contesti socio-educativi finalizzati alla costruzione di autonomie positive e di relazioni significative attraverso lo sport; d) promozione di spazi di collaborazione tra i soggetti del territorio impegnati nel mondo dell’adolescenza.

Aspetti innovativi L’innovatività del progetti si situa su cinque livelli: a) l’iniziativa propone di uscire dagli spazi educativi già strutturati e di inserire i ragazzi in gruppi non necessariamente costituiti da soggetti pro-venienti dal medesimo contesto; b) il recupero dell’idea dello sport come gioco libero, autonomo e non orga-nizzato; c) il coinvolgimento di un gruppo diversificato e non limitato di attori sul territorio (scuole, associazio-nismo, società sportive, servizi sociali, Centri di Giustizia Minorile); d) attribuzione nella progettazione e nella sperimentazione di un ruolo attivo ai giovani, che non sono considerati solo come target bensì anche come attori principali dell’azione progettuale; e) l’attività consiste in interventi fortemente individualizzati, ma tiene conto allo stesso tempo dell’aspetto “comunitario” nell’ottica di far rifiutare posizioni di pregiudizio e rifiuto.

Trasferibilità Il carattere trasferibile del progetto si connette principalmente all’integrazione dello stesso con le politiche e i servizi del territorio.

F/2007/UISP

109Parte seconda. Schede progettuali

“Molla le ossa. Attività fisico-sportiva per mantenere lo stato di salute e prevenire l’osteoporosi”

Ente USACLICodice F/2007/USACLIArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto Il progetto consiste in azioni di prevenzione medico-sociale dell’osteoporosi at-traverso attività sportiva e di educazione alimentare. L’attività motoria, che viene proposta ad un target di anziani, nasce dallo studio di dati medici sull’osteoporosi dove emerge che tale malattia non rappresenta solo un danno fisico per il paziente, ma con il tempo, a seguito dei continui rischi di fratture, produce sulla psiche dei pazienti un effetto di isolamento e di auto-emarginazione provocati dal sentirsi diverso. Ne consegue che un’attenta attività di prevenzione della malattia evita o quantomeno ritarda il verificarsi dei problemi citati e favorisce lo sviluppo relazionale dei partecipanti.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombarda, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto.

Obiettivi a) Prevenire la perdita ossea nel corso dell’invecchiamento, le fratture e il deterioramento micro-strutturale dello scheletro; b) ottimizzare le capacità funzionali e la qualità della vita; c) prevenire il rischio di emarginazione sociale degli individui affetti da malattia.

Metodologia e strumenti utilizzati Vengono previsti seminari formativi per gli operatori del progetto (istrut-tori, animatori e volontari). Le persone coinvolte nell’attività fisico-sportiva lavorano in gruppi e sono seguite da un equipe medica. Oltre all’attività sportiva ogni gruppo partecipa a diversi seminari condotti da medici riguardanti l’alimentazione e i corretti stili di vita. I risultati attesi vengono verificati tramite test finali. A conclusione delle attività progettuali è previsto un seminario conclusivo e diffusione di una guida pratica.

Risultati attesi a) migliore movimento delle articolazioni in generale; b) presa di coscienza dei limiti imposti dallo stato di salute; c) conoscenza del proprio stato di salute rapportato all’età e sua accettazione; d) solida-rietà tra i componenti del gruppo.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo è nella finalità dell’attività sportiva, ossia non quella generica del mantenimento e del benessere delle persone anziane, ma per un’azione di prevenzione ad una specifica malat-tia che può produrre effetti devastanti sul piano sociale.

Trasferibilità Il modello è sicuramente trasferibile ad altre azioni mirate in quanto presenta un format abba-stanza standardizzato da essere facilmente adattato alle esigenze delle diverse realtà del territorio e soprat-tutto a quelle delle persone di volta in volta coinvolte.

F/2007/USACLI

Iniziative annualità 2008ai sensi della lettera D

113Parte seconda. Schede progettuali

“Leaders nel servizio, per un’azione sociale creativa”

Ente ACLICodice D/2008/ACLIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione ACLI è impegnata in un ripensamento delle proprie strutture orga-nizzative, entro il quale alla formazione è riconosciuto un ruolo essenziale. Da un lato è la base associativa a richiamare il livello nazionale al suo compito educativo, ma dall’altro sono i rapidi cambiamenti di contesto che impongono chiavi di lettura nuove. Negli ultimi anni l’Associazione ha perciò realizzato interventi forma-tivi rivolti ai dirigenti territoriali sulle trasformazioni del welfare, sulla progettazione sociale, sulla gestione locale di un sistema complesso, sull’esercizio di autorità. È dunque cruciale non disperdere questi percorsi. Da un lato, la rete dei presidenti provinciali e regionali necessita di iniziative finalizzate all’approfondimento e alla “manutenzione” della rete stessa. Dall’altro, i cambiamenti sociali richiedono ai consigli e alle presiden-ze provinciali e regionali di diventare veri e propri osservatori del territorio. Per questo è necessario portare ancora avanti un lavoro formativo con i dirigenti di primo livello dell’Associazione. La funzione di formazione regionale deve essere ulteriormente rafforzata sia a livello di competenze che di strumentazione informatica, in particolare attraverso la creazione e diffusione di un database.

Ambito territoriale Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Sardegna, Toscana.

Obiettivi Nell’ambito dell’obiettivo generale dello sviluppo di conoscenze e competenze associative al servi-zio delle comunità locali, rientrano i seguenti obiettivi specifici: a) realizzazione di diversi percorsi formativi nell’arco di sette mesi, rivolti rispettivamente a: dirigenti provinciali e regionali (tre sessioni nazionali di due giorni l’una per un totale di 125 presidenti); responsabili locali allo sviluppo associativo (due sessioni nazionali di due giorni l’una e una territoriale e workshops tematici per un totale di 100 partecipanti); formatori regio-nali (ai fini anche dell’utilizzo del data-base – una sessione di due giorni per un totale di 40 partecipanti e tre percorsi regionali da tre sessioni di una giornata l’una per un totale rispettivamente di 150 partecipanti); b) creazione di un database per la formazione comune per tutto il sistema ACLI che presenti l’attività formativa programmata, lasci una memoria accessibile e strutturata dell’attività di formativa fatta, permetta di disporre di dati e contenuti utili; sono predisposte giornate formative specifiche per preparare le sedi locali all’utilizzo del database; c) il sostegno di tre sperimentazioni regionali.

Metodologia e strumenti utilizzati I percorsi formativi prevedono lo svolgimento di lezioni frontali e lavori di gruppo, che includono simulazioni, esercitazioni e, workshops. Nel corso delle lezioni si ricorre all’ausilio del supporto informatico. Vengono inoltre utilizzati metodi di formazione a distanza attraverso la piattaforma “Xfor-mare”. L’approccio è quello della “blended education”, ossia un mix di azioni in presenza e a distanza; per quanto riguarda questa seconda modalità, si prevede l’utilizzo di forme e strumenti diversificati che possano favorire la personalizzazione dei percorsi, lo scambio delle esperienze e dei saperi, l’apprendimento cooperativo. Si intende promuovere tra i formatori e i responsabili regionali alla formazione una vera e propria comunità professionale.

Risultati attesi a) Consolidamento di figure di responsabilità a livello locale e sperimentazione delle nuove competenze del responsabile provinciale allo sviluppo associativo; b) aggiornamento dei dirigenti territoriali dell’associazione sui temi di politica sociale, lavoro, immigrazione, stili di vita e mantenimento della rete dei presidenti provinciali e regionali al fine di promuovere un lavoro sempre più coordinato e integrato; c) imple-mentazione di un software per la formazione e l’acquisizione di competenze nella progettazione e nell’utilizzo di strumenti informatici per la formazione a distanza; d) sostegno ai cambiamenti organizzativi in atto nell’As-sociazione e all’agire di rete all’interno del “Sistema ACLI” e sul territorio con le Istituzioni e gli altri attori sociali; e) accrescimento del patrimonio di competenze formative e di ricerca dei territori dirette a innovare pensiero, azioni, metodologie

D/2008/ACLI

114 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Aspetti innovativi Il progetto intende realizzare azioni formative verso e con i responsabili delle unità locali dell’Associazione, accompagando il cambiamento organizzativo con un cambiamento di approccio e di mentalità. Per far questo non si ritiene utile riproporre i modelli formativi tradizionali basati sulla trasmissione di saperi teorici. L’azione formativa muove da una visione che mette al centro la persona con il suo contesto territoriale.

Trasferibilità Le sperimentazioni regionali, oggetto di valutazione, vengono sistematicamente restituite a tutti i territori in termini di buone prassi. Al termine del progetto i materiali dei percorsi formativi rimarranno nella disponibilità dei partecipanti e saranno ulteriormente aggiornati e riorganizzati al fine di consentire la riproposizione degli stessi in altri contesti locali. I materiali prodotti si configureranno concretamente come modelli di azione formativa territoriale, strutturata per diversi livelli e per argomenti, per i quali si offriranno anche supporti informatici.

“Infolearning Agesci 2009 – Informazione e apprendimento dei fenomeni di penetrazione sociale della proposta educativa scout”

Ente AGESCICodice D/2008/AGESCIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa che nasce dall’esigenza di definire meglio sia i progetti educativi nei confronti degli associati sia i percorsi formativi degli operatori alla luce dei risultati stessi.

Ambito territoriale Non specificato.

Obiettivi La ricerca ha l’obiettivo di dare una lettura alle dinamiche sociali e della pressione ambientale in-terno ed esterne all’Associazione al fine di rispondere in maniera adeguata alle evoluzioni che si presentano.

Metodologia e strumenti utilizzati L’analisi viene effettuata sui dati relativi ai censimenti degli associati e si avvale del software SPSS, programma leader mondiale nel settore che sviluppa soluzioni complete e persona-lizzate atte a sfruttare il potenziale informativo e predittivo dei dati.

Risultati attesi Produzione di una banca dati che raccolga elementi sia numerici sia pedagogico-metodologici e relazionali emersi negli ultimi anni, il tutto in relazione al contesto giovanile attuale.

Aspetti innovativi È la prima volta che l’Associazione si cimenta in un’approfondita revisione del contenuto delle informazioni raccolte e relative ai propri soci con l’obiettivo di dargli un taglio sociale per consentire più facili letture dei mutamenti e conseguenti adeguamenti della proposta educativa/formativa.

Trasferibilità ---

“F@rmaiabilmente”

Ente AIABCodice D/2008/AIABArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Dall’analisi dei bisogni formativi dell’Aiab sono risultate evidenti esigenze infor-mative della classe dirigente e dei soci in genere sul piano fiscale, legislativo e amministrativo relative alla disciplina nonprofit. Il progetto si propone, pertanto, di realizzare sull’intero territorio nazionale un corso di

D/2008/AGESCI; D/2008/AIAB

115Parte seconda. Schede progettuali

formazione rivolto ai dirigenti e ai soci abbinato alla messa in rete di un’apposita piattaforma formativa con-tenente contenuti formativi specifici.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Fornire strumenti nozionistici relativi alla disciplina civilistica, amministrativa e fiscale del nonprofit; b) rendere possibile una corretta azione di orientamento e comprensione da parte dei dirigenti e dei soci del variegato mondo del Terzo Settore; 3) fornire nozioni e competenze utili a permettere una maggiore sensibilizzazione al confronto gestionale, legale e amministrativo di tipo interregionale.

Metodologia e strumenti utilizzati L’attività formativa viene svolta attraverso lezioni frontali, lavori di grup-po e seminari. I moduli formativi riguardano le seguenti materie: costituzione e amministrazione dell’ente nonprofit, fiscalità e contabilità, autofinanziamento e attività d’impresa nel nonprofit, gestione di un’attività agro-sociale. A conclusione dell’attività formativa viene realizzato un seminario con lo scopo di effettuare un’approfondita disamina dei contenuti e dei risultati.

Risultati attesi a) Miglioramento della formazione fiscale e contabile dei dirigenti regionali; b) creazione nelle varie fasi del progetto dei modelli operativi esportabili ad altri ambiti di attività del sociale; c) fornire i mezzi adeguati per implementare e far sviluppare al massimo l’attività di promozione sociale AIAB, favorendo la na-scita di nuove progettualità tra gli enti associati; d) miglioramento delle conoscenze informatiche dei dirigenti e dei soci e sviluppo della comunicazione on line tra i fruitori del corso.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“La formazione degli operatori territoriali sportivi finalizzata all’utilizzo delle pratica motoria come valorizzazione dell’etica dello sport”

Ente AICSCodice D/2008/AICSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Con questa iniziativa progettuale l’Associazione intende rivolgere lo sguardo al pro-prio interno, interrogandosi sulle competenze oggi necessarie per la promozione effettiva della cultura dell’eti-ca dello sport. Nell’annualità precedente è stato intrapreso un percorso di sviluppo di competenze manageriali da parte dei dirigenti regionali e provinciali. Il progetto attuale concerne invece il coinvolgimento di altri ruoli che sono a diretto contatto con gli associati e con il territorio, ossia gli operatori sportivi dell’associazione. Gli operatori costituiscono l’interfaccia tra i “valori” che l’Associazione vuole diffondere e il territorio/comunità in cui l’operarore si colloca.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Reggio Emilia), Lombar-dia (Cremona), Puglia (Lecce), Sardegna (Nuoro), Sicilia (Siracusa), Toscana (Lucca), Veneto (Verona, Rovigo).

Obiettivi a) Implementare percorso formativo in aula articolato a seconda dei contenuti, da svolgersi in quat-tro giorni per un totale di 24 ore, e rivolto a 20 persone; b) implementare un percorso formativo e di consulen-za a distanza per un totale di 50 ore di formazione per ciascun operatore, da sviluppare in circa 20 settimane; c) organizzare un incontro con tutti i partecipanti al percorso formativo al fine di condividere i risultati relativi all’efficacia del progetto, la cui valutazione è realizzata per mezzo di protocolli di valutazione somministrati prima e dopo il percorso formativo.

D/2008/AICS

116 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione risulta tanto più efficace quanto più vengono coinvolti di-rettamente i formandi. In aderenza a tale presupposto, la fase di formazione in aula prende avvio dalle produzioni discorsive dei ruoli in merito agli aspetti critici che caratterizzano la funzione dell’operatore sportivo, attraverso la compilazione da parte dei formandi di apposite schede. Solo successivamente vengono proposte modalità ge-stionali ottimali. La formazione in aula prevede dunque l’utilizzo di varie strategie: discussione generale, lavoro di gruppo, simulazioni sulla gestione delle relazioni di gruppo e sulla comunicazione efficace dei valori dello sport. Per quanto riguarda la FAD, si utilizza la piattaforma informatica costruita da AICS con i finanziamenti ottenuti negli anni scorsi attraverso la legge 383/00.

Risultati attesi a) Implementazione di competenze relative a una cultura di squadra che promuova negli asso-ciati l’adesione alle regole proprie dell’etica dello sport e la generazione di un processo di responsabilizzazione negli operatori sportivi con riguardo all’etica dello sport; b) incremento della partecipazione dei tesserati delle singole sezioni alle attività dell’Associazione; c) incremento delle occasioni di interlocuzione tra le associazioni e gli enti presenti sul territorio di riferimento dell’Associazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto formativo è trasferibile ai ruoli interni dell’organizzazione e ad altre realtà associative che fanno parte di AICS.

“Gestire la cultura”

Ente ArcheoclubCodice D/2008/ArcheoclubArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’idea progettuale è formare il corpo dirigente e i soci dell’Associazione nell’ambito della salvaguardia del patrimonio culturale attraverso un apposito corso di sull’intero territorio nazionale. Al corso, strutturato sotto forma di seminari, seguirà una raccolta di tutto il materiale didattico elaborato e realizzato allo scopo di renderlo disponibile e utilizzabile in futuro. La formazione specializzata mira ad appro-fondire il ruolo di supporto alle autorità competenti nella salvaguardia del patrimonio culturale.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Organizzare incontri seminariali e formativi sui temi della fiscalità, contabilità e giurisprudenza in materia di associazioni nonprofit e di promozione sociale, nonché sulla tutela e la promozione dei beni culturali; b) analizzare risultati e organizzare un seminario conclusivo.

Metodologia e strumenti utilizzati La strategia didattiva utilizzata si richiama a quella del Problem Solving Learning ed è definita “Le organizzazioni che apprendono”. Si pone dunque l’accento sull’idea che l’apprendi-mento quale fulcro dell’intero percorso risiede nella capacità di riconoscere da soli le strategie e le metodolo-gie adatte al contesto di riferimento.

Risultati attesi a) Sviluppare capacità organizzative e direzionali dei direttivi associativi; b) proseguire il pro-cesso di costruzione della rete di integrazione nazionale.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

D/2008/Archeoclub

117Parte seconda. Schede progettuali

“InnovArci. Aggiornamento del sistema ARCI nel quadro delle trasformazioni sociali in atto mediante formazione della nuova figura di Agente di Sviluppo Associativo”

Ente ARCICodice D/2008/ARCIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale mira a favorire innovazione e sviluppo associativo in una fase di grandi trasformazioni. È importante investire in un lavoro di formazione dei quadri dirigenti seguendo due direzioni: approfondimento/aggiornamento per dirigenti che ricoprano ruoli politici elettivi e abbiano responsabilità di rappresentanza; organizzazione di cicli annuali di formazione rivolta ai nuovi quadri in in-gresso. L’esisgenza di formazione si intreccia inoltre con l’obbiettivo specifico di favorire l’emersione di una nuova figura all’interno del sistema ARCI, quella degli “Agenti di Sviluppo Associativo”, in grado di diffondere e disseminare nel territorio e nel corpo associativo conoscenze, pratiche e strumenti.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Puglia (Bari), Sardegna (Ca-gliari), Toscana (Firenze).

Obiettivi a) Formazione dei formatori a livello nazionale mediante cinque seminari (per un totale di 60 ore) ri-volti a un gruppo di venti quadri dirigenti provenienti dai comitati regionali allo scopo di prepararli per il ruolo di “Agenti di Sviluppo Associativo”; i nuovi Agenti sono impiegati nel corso di una prima sperimentazione sul territorio; b) formazione locale permanente per mezzo di sei seminari per area geografica (per un totale di 48 ore) rivolti a cento quadri dirigenti provenienti dai comitati provinciali e dai circoli, mediante l’impiego come formatori degli “Agenti di Sviluppo Associativo”; c) valorizzazione del “Piano di Offerta Formativa”.

Metodologia e strumenti utilizzati Il metodo impiegato nella proposta formativa è improntato alla definizio-ne di spazi di condivisione e rielaborazione tra tutti coloro che partecipano all’iniziativa, ciascuno con le sue specifiche competenze, che collaborano al risultato finale. Il setting d’aula mira a una vera e propria “comunità di apprendimento” in grado di concertare e ricalibrare in corso d’opera obiettivi e strumenti didattici, curando una trasmissione flessibile e non meramente frontale delle conoscenze, così da facilitare modalità di appren-dimento collettivo e cooperativo. I percorsi sono strutturati nell’alternanza di momenti di plenaria e workshop, con l’uso di metodologie partecipative quali il focusgroup mediante cui si intende far emergere la dimensione dello scambio, dell’apprendimento cooperativo e dell’autoformazione. Infine, si fa ricorso ad alcune tecnologie informatiche, con registrazione integrale su DVD degli incontri formativi e relativa diffusione.

Risultati attesi a) Formazione di 20 quadri dirigenti per il ruolo di “Agenti di Sviluppo Associativo” e di 100 quadri dirigenti nell’ambito dei cambiamenti sociali in atto e della nuova offerta formativa da implementare nei prossimi anni; b) avviamento del processo di innovazione del Sistema ARCI alla luce delle trasformazioni in atto; c) valorizzazione del “Piano di Offerta Formativa” dell’Associazione.

Aspetti innovativi Il processo di ridefinzione del ruolo dell’Associazione non si limita infatti a formare e aggiornare i singoli dirigenti, ma punta a operare in profondità fino alla dimensione organizzativa nazionale attraverso la formazione e l’impiego della figura dell’“Agente di Sviluppo Associativo”.

Trasferibilità L’iniziativa progettuale prevede l’implementazione di un modello di monitoraggio/valutazione ex-ante, in itinere e finale dell’iniziativa che ha tra i suoi obbiettivi espliciti l’individuazione delle problemati-che relative alla trasferibilità.

D/2008/ARCI

118 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Arcigay E-cademy. Sviluppo di competenze tecnico-specialistiche, manageriali e relazionali per la ge-stione di associazioni di promozione sociale, attraverso metodologie blended”

Ente ARCIGAYCodice D/2008/ARCIGAYArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’iniziativa consiste nella realizzazione di un progetto formativo rivolto a operatori e gestori di associazioni di promozione sociale utilizzando una metodologia “blended”, ossia una modalità didat-tica mista aula/FAD). Nello specifico, per gli operatori si tratta di acquisire conoscenze tecnico specialistiche in merito al servizio specifico di cui si occuperanno e strumenti per la gestione dei servizi con i clienti. Per i gestori, invece, l’attenzione è focalizzata sull’acquisizione di competenze tecnico-specialistiche di natura giuridica e amministrativo-finanziaria sul funzionamento dell’Associazione e di competenze di natura organizzativa per la programmazione del lavoro e la gestione delle risorse umane.

Ambito territoriale Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto.

Obiettivi a) Definire un bilancio di competenze necessarie per il presidio dei ruoli di gestore, operatore e associato semplice all’interno dell’Associazione, valorizzando il patrimonio di esperienze già esistente; b) svi-luppare un programma per lo sviluppo continuo delle risorse umane dell’Associazione; c) realizzare vari moduli formativi; d) svilupare di una piattaforma informatica di supporto alla formazione d’aula.

Metodologia e strumenti utilizzati Per la realizzazione dell’intero impianto formativo si ricorre alla formazio-ne “blended”: parte delle attività vengono svolte in aula, parte a distanza attraverso piattaforme informatiche in cui la natura comunicativa dell’allestimento didattico prevede forum, sessioni in chat, scambio di risorse ipermediali e di materiali didattici.

Risultati attesi a) Elevazione complessiva delle competenze generali sulla popolazione destinataria dell’inter-vento; b) validazione di un bilancio delle competenze strategiche dell’Associazione che individui per i ruoli di gestione/coordinatore di APS le conoscenze necessarie a ricoprire il proprio ruolo.

Aspetti innovativi L’innovatività dell’iniziativa risiede principalmente nella metodologia formativa “blended”, essendo la maggior parte delle esperienze sull’associazionismo disponibili in Italia orientate in modo esclusivo sulla formazione d’aula o sulla formazione a distanza.

Trasferibilità ---

“…Dirigenti non si nasce…”

Ente ASICodice D/2008/ASIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale nasce dalla constatazione che nel campo del management delle organizzazioni sportive non sono diffuse figure caratterizzate da alte competenze e preparazione speci-fica. Allo stesso tempo, si osserva che a una grande offerta di corsi, seminari e master per tecnici non corri-sponde una altrettanto importante richiesta e offerta di formazione e aggiornamento per i dirigenti. Si è infine determinato un progressivo invecchiamento dei quadri dirigenziali in mancanza di un adeguato ricambio. Con la precedente iniziativa “Formanager” l’ASI aveva già affrontato il problema della formazione manageriale

D/2008/ARCIGAY; D/2008/ASI

119Parte seconda. Schede progettuali

della propria classe dirigente. La richiesta di proseguire, estendere e migliorare i processi manageriali è stata espressa dagli stessi dirigenti che hanno partecipato alle iniziative precedenti. A tal fine il presente progetto prevede un’alta qualificazione formativa funzionale allo sviluppo di più elevate capacità applicative e profes-sionali e a una migliore preparazione agli esiti occupazionali dei destinatari del progetto.

Ambito territoriale Lazio (Roma, Frosinone), Veneto (Verona).

Obiettivi a) Realizzazione di un incontro conoscitivo, anche previo utilizzo di questionari per verificare il livello di competenze e preparazione dei dirigenti; b) organizzazione di un corso di formazione di primo livello, per un totale di 220 ore di formazione, destinato ai nuovi dirigenti appena nominati al fine di fornire le conoscenza di base necessarie a svolgere il ruolo; c) organizzazione di un corso di formazione di secondo livello, per un totale di 220 ore di formazione, rivolto ai dirigenti che operano in tale veste da 2/3 anni; d) organizzazione di un corso di formazione di terzo livello, per un totale di 100 ore di formazione, rivolto ai dirigenti cheoperano in tale veste da più di tre anni, ricoprendo ruoli di rilievo decisionale; e) verifica dell’apprendimento e delle competenze acquisite, attraverso un esame finale per ogni livello; d) organizzazione di un workshop finale in cui si discutono i risultati complessivi del progetto.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie formative utilizzate variano in funzione dei differenti cor-si previsti: per il corso di primo livello si privilegiano esercitazioni pratiche e simulazioni, allo scopo di fornire metodi e tecniche immediatamente utilizzabili nel lavoro quotidiano di dirigente, e sarà fornito “Il manuale del dirigente” come materiale didattico specifico; il secondo corso, considerato il carattere di specializzazione e aggiornamento di conoscenze già acquisite, privilegia le tecniche basate sulle esperienze volte a favorire l’interazione fra i partecipanti e un intenso lavoro di gruppo; il terzo corso è impostato sul modello delle lezioni frontali, ma viene dato spazio anche all’interscambio di conoscenze.

Risultati attesi Il programma formativo permette agli associati di rispondere in modo adeguato alle esigenze dirigenziali delle organizzazioni sportive e delle imprese collegate all’Associazione. In particolare, se il dirigen-te che svolge il primo corso svilupperà competenze nel campo basilare delle affiliazioni e dei tesseramenti, il dirigente che svolge il secondo corso potrà occuparsi anche della organizzazione di eventi e dello sviluppo di rapporti con gli enti locali, mentre il dirigente del terzo corso sarà in grado di ricercare sponsor, di impostare iniziative efficaci di fund raising e di instaurare rapporti con i mass media.

Aspetti innovativi Uno degli aspetti innovati del progetto è quello di tentare una uniformazione territoriale nella formazione dei dirigenti, rispetto alla quale si rilevano tuttora eccessive differenze. Inoltre, l’obiettivo generale del progetto è ampio, poiché non si limita a formare i dirigenti per l’Associazione, bensì propone una gamma di attività formative dirette a coloro che vogliano intraprendere una carriera nel settore sportivo.

Trasferibilità Coloro che seguiranno i corsi possono trovare spazio, oltre che presso tutti gli impianti dell’Asso-ciazione, anche presso società sportive ad essa esterne, organizzazioni nazionali e internazionali, enti pubblici, agenzie di comunicazione sportiva, etc. È inoltre ipotizzabile una loro affermazione quali esperti dei problemi giuridici, gestionali e della comunicazione riguardanti il mondo dello sport.

“Formazione. Prodotto di formazione ed aggiornamento anche con il sistema FAD”

Ente ASI CIAOCodice D/2008/ASICIAOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’idea di promuovere il territorio di alcune regioni italiane attraverso una formazione specifica che arricchisca le competenze di alcuni operatori nel campo del turismo sociale della cultura e dello sport.

D/2008/ASICIAO

120 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Ambito territoriale Campania, Friuli, Piemonte, Sardegna, Veneto.

Obiettivi L’Associazione intende fornire agli operatori del terzo settore e aspiranti tali un vademecum comple-to, facile ed efficace per costruire e gestire eventi e attività.

Metodologia e strumenti utilizzati I contenuti vengono inseriti in un portale web interattivo con possibilità di videoconferenze, chat, forum. La formazione degli operatori avviene anche tramite seminari in aula e for-mazione a distanza.

Risultati attesi Attraverso il corso di formazione si possono formare professionalità pronte ad operare nel terzo settore ed aggiungere competenze specifiche agli operatori, dando in questo modo una risposta alla domanda costante di aggiornamento di settore.

Aspetti innovativi Il progetto deve la sua innovatività alla combinazione di FAD e seminari in aula.

Trasferibilità Il progetto di formazione a distanza rende il progetto replicabile in ogni regione.

“ALECRIM - Opere sociali in formazione”

Ente Associazione Santa Caterina da SienaCodice D/2008 /Santa CaterinaArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Santa Caterina è l’espressione nazionale di una molteplicità di realtà che operano in un contesto locale le quali, incontrandosi haenno scelto di condividere idee, professionalità, strumenti e metodologie. Con l’ iniziativa si vuole dare vita a un processo di sostegno, condivisione, tutoraggio rivolto alle realtà associate più piccole e meno strutturate, attraverso l’insieme degli strumenti, delle competenze e delle professionalità messe a disposizione delle opere già consolidate.

Ambito territoriale Calabria, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto

Obiettivi L’obiettivo generale del progetto risulta essere la crescita in termini di professionalità e competenze delle realtà meno consolidate associate alla Santa Caterina.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa si sviluppa secondo le seguenti modalità: visite alle realtà “Ale-crim” destinatarie dell’iniziative con lo scopo di individuare le esigenze di carattere formativo e conseguentemente la tipologia di intervento specifico adatto ad ogni realtà visitata; creazione di strumenti informativi e di comuni-cazione, quali una newsletter periodica inviata tramite e-mail a tutte le realtà associate; costituzione dei Centri di interesse che rappresentano un luogo in cui approfondire argomenti legati a settori specifici di intervento, a competenze amministrative e gestionali.

Risultati attesi Il risultato prioritario atteso è la crescita e lo sviluppo delle realtà associative attraverso le attività formative predisposte dall’iniziativa

Aspetti innovativi La possibilità di creare un “luogo” di raccolta delle professionalità, delle competenze, dei rapporti e delle abilità maturate dalle singole realtà associate risulta essere l’aspetto innovativo più evidente. Ciò significa rendere partecipe ogni singola realtà associata del patrimonio di tutti.

Trasferibilità “Alecrim” è un esempio di formazione partecipata tra soci di un ente nazionale replicabile anche a livello territoriale, riproponendolo alle sedi locali.

D/2008 /Santa Caterina

121Parte seconda. Schede progettuali

“Progetto sperimentale di scuola Auser di formazione per il rafforzamento delle competenze di Dire-zione e tecnico-specialistiche dei Presidenti territoriali e regionali”

Ente AUSERCodice D/2008/AUSERArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla necessità di sostenere il processo di rafforzamento dei grup-pi dirigenti territoriali e regionali Auser nella loro funzione di direzione, rappresentanza, coordinamento e supporto. Si tratta dunque di avviare un percorso di alta formazione che contribuisca a consolidare la realtà operativa dell’Associazione.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) rafforzare le competenze manageriali (processo di direzione, rappresenta e coordinamento) e quelle tecnico-specialistiche (processi di supporto nella progettazione, comunicazione, raccolta fondi, for-mazione, contabilità, ricerca volontari); b) formazione-inserimento di alcune figure specialistiche su attività trasversali di supporto a livello inter-regionale, regionale o territoriale; c) rafforzamento della cultura della pari opportunità che favorisca l’inserimento della presenza femminile nelle strutture dirigenti Auser.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia utilizzata nella progettazione formativa si avvale di un quadro sinottico dei processi direzionali e delle relative attività lavorative e di una mappa delle competenze relative ai profili professionali dei dirigenti individuati. Il percorso formativo prevede un’alternanza di momenti in presenza, frontali e di gruppo e di attività di approfondimento a distanza.

Risultati attesi a) Rafforzamento della “rete” interna Auser; b) aumento della coesione del gruppo dirigente; c) sviluppo qualitativo dell’intervento di Auser verso e con gli anziani; d) sviluppo qualitativo della collaborazione con gli Enti locali sulle problematiche del welfare.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità del modello è garantita dalle metodologie utilizzate quali il modello di ricerca centrata sulle competenze, già ampiamente utilizzato nel mercato del lavoro, e da una metodologia di proget-tazione formativa già sperimentata con efficacia sia internamente ad Auser che in altre organizzazioni. Inoltre, la flessibilità dell’offerta formativa si struttura in moduli componibili in base ai bisogni e alle caratteristiche dei destinatari, mentre la modalità di formaziione a distanza favorisce la diffusione del materiale didattico e della documentazione prodotti per il corso.

“Lavori in corso. Le Organizzazioni Non profit costruiscono il Terzo settore”

Ente FIS CDOCodice D/2007/FIS CDOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione intende sostenere i propri associati nel processo di crescita qualita-tiva in termini organizzativi, gestionali ed educativi, offrendo un supporto agli operatori impiegati nelle orga-nizzazioni nonprofit associae che, spesso sorte da esigenze sperimentate direttamente nell’ambito familiare o da rapporti amicali, non possiedono una specifica professionalità. L’esperienza degli ultimi anni e un’indagine svolta sui soci hanno mostrato la necessità di operare su due livelli: quello del consolidamento di un rapporto one-to-one tra i soci e gli esperti nel settore nonprofit per poter sostenere operativamente le imprese sociali

D/2008/AUSER; D/2007/FIS CDO

122 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

in loco (livello locale) e la costruzione di una trama di rapporti che favorisca una condivisione delle problema-tiche e delle possibili soluzioni sia operative sia politiche (livello nazionale).

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Calabria (Catanzaro), Campania (Napoli), Emilia Romagna (Bologna, Forlì, Modena, Rimini, Ravenna), Friuli-Venezia Giulia (Trieste, Udine), Lazio (Roma, Frosinone), Liguria (Geno-va), Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio, Varese), Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Urbino), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino, Verbania), Puglia (Bari, Foggia, Lecce), Sardegna (Sassari), Sicilia (catania, Palermo), Toscana (Firenze), Trenitno-Alto Adige (Trento), Veneto (Verona, Padova, Rovigo).

Obiettivi a) Consolidare il sostegno associativo attraverso due tipologie di attività: da un lato lo scambio di buone prassi con gli operatori locali dell’Associazione, tramite incontri stabili tra la Sede nazionale e gli opera-tori locali, lo scambio di informazioni tra la segreteria organizzativa nazionale e le sedi locali e più in generale il supporto di queste ultime; dall’altro l’attività di mentoring tra gli associati, tramite riunioni, incontri di aggiornamento, attività di informatizzazione (in particolare la creazione di una database delle organizzazioni associate a fini di approfondimento conoscitivo); b) organizzare attività di formazione e consulenza, in parti-colare un ciclo di seminari tematici rivolti ai soci, di cui sei a livello nazionale e diciotto a livello locale, consu-lenza in loco per elaborare modalità di sostegno personalizzato, attività di formazione online al fine di rendere fruibile la formazione per tutti gli associati, anche quelli che si trovano in luoghi difficilmente raggiungibili.

Metodologia e strumenti utilizzati Al fine di offrire un supporto in grado di rispondere a una pluralità di associati, diversi per dimensione, ambito e organizzazione (dalla cooperativa di inserimento lavorativo all’asso-ciazione di volontariato) sono stati pensati approcci metodologici differenti: le lezioni frontali possono offrire una conoscenza di base o di approfondimento a coloro che vogliono acquisire maggiori competenze in un determinato settore gestionale e/o organizzativo;il percorso personalizzato per mezzo di consulenze facilita la conoscenza di strumenti ad hoc per ogni organizzazione nonprofit; il lavoro di gruppo svolto nei tavoli di lavoro e negli incontri con i referenti locali favorisce la crescita di un rapporto tra i vari interlocutori e la co-noscenza e condivisione delle problematiche. Inoltre, il ricorso a strumenti informatici facilita il collegamento su tutto il territorio nazionale con i soci.

Risultati attesi L’iniziativa progettuale mira a sostenere e supportare nella loro attività le imprese associate sia sotto il profilo educativo che sotto il profilo tecnico (almeno 350 operatori formati o aggiornati), incremen-tandone la professionalità e stimolando la relazioni tra queste e le istituzioni pubbliche, le imprese private, le fondazioni bancarie e la cittadinanza. Ciò consentirà l’ampliamento e la maggiore efficacia dei servizi rivolti ai soci. Tra i risultati attesi vi è anche lo sviluppo di sinergie tra le imprese sociali ai fini di un più efficace trasferimento di informazioni tra le stesse e di condivisione delle problematiche.

Aspetti innovativi L’iniziativa vuole essere un reale percorso di accompagnamento per sviluppare la professio-nalità degli associati; perciò oltre alle lezioni in aula vengono proposte riunioni e workshop di aggiornamento e di condivisione delle problematiche locali.

Trasferibilità L’iniziativa intende favorire il trasferimento a livello locale delle modalità di lavoro nazionali. L’informatizzazione costituisce a tal fine uno strumento aggiuntivo per raggiungere tutti gli associati e un canale aggiuntivo di comunicazione per lo scambio di informazioni.

123Parte seconda. Schede progettuali

“SHARING - Iniziativa formativa per favorire la crescita e lo sviluppo delle opere sociali”

Ente CDS CDOCodice D/2008/CDS CDOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa formativa “Sharing” parte dal presupposto che le esperienze in atto nelle realtà aderenti alla Federazione CdS rappresentano strumenti eccellenti per svolgere attività formative volte a garantire l’acquisizione di competenze e conoscenze specifiche da parte dei giovani che intendono investire il proprio tempo e le proprie capacità nel verificare se il settore sociale possa essere un ambito lavorativo futuro. L’idea progettuale è quella di indicare alcune realtà sociali e formative associate che operano in territori e contesti diversi come luoghi dove sia possibile fare esperienze formative o lavorative significative: una sorta di “Officina in rete” che ha “cantieri” aperti ai giovani in tutto il territorio nazionale. Attraverso l’iniziativa “Sha-ring si vuole dunque evidenziare come ogni singola realtà sociale coinvolta sia capace di offrire una forma-zione mirata e valida in determinati settori (attività educative, attività formative e di inserimento lavorativo, gestione e amministrazione) ai giovani che intendono lavorare nelle imprese sociali.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Ferrara, Forlì, Rimini), Liguria (Genova), Lombardia (Brescia), Marche (San Benedetto del Tronto), Puglia (Foggia), Sicilia (Palermo), Toscana (Arezzo), Veneto (Chioggia).

Obiettivi a) Attività formativa centrale: realizzazione di tre attività formative di 40 ore ciascuna da realizzarsi a livello centrale (dedicate rispettivamente alla gestione delle imprese sociali, a interventi educativi rivolti a minori e a interventi di formazione e inserimento lavorativo) e rivolte a 45 giovani delle aree territoriali coinvolte; b) formazione in mobilità geografica: favorire la nascita e lo sviluppo di dieci cantieri formativi di dieci mesi per 60 ragazzi di età compresa tra i 21 e i 30 anni, al fine di offrire un’opportunità di formazione in contesti territoriali diversi dalla regione di residenza e di favorire le competenze tecnico-professionali relative alla gestione di attività sociali e di accoglienza, educative o amministrative, verificando sul campo eventuali ipotesi lavorative future; per ogni giovane viene predisposto un progetto di tirocinio formativo e assegnato un tutor; c) attività trasversali: sviluppo di un modello sperimentale attraverso cui creare sinergie e collaborazioni efficaci tra realtà del privato sociale e le amministrazioni pubbliche che aderiscono al progetto in qualità di partner, al fine di favorire la tra-sferibilità da un territorio a un altro di buone pratiche; parte sostanziale delle attività trasversali sarà relativa alle azioni di monitoraggio e valutazione. È prevista inoltre una fase di comunicazione dell’esperienza tramite pubblicazione finale.

Metodologia e strumenti utilizzati Le attività formative sono realizzate principalmente attraverso tirocini. Si prevedono tuttavia alcuni momenti formativi meno strutturati dove è possibile coinvolgere un maggior numero di giovani per approfondire temi particolari, incontrare realtà significative e confrontare le esperienze in atto.

Risultati attesi a) Aumentare il grado di occupabilità dei giovani destinatari del progetto attraverso l’incre-mento delle loro capacità e la messa a disposizione delle professionalità presenti nelle singole opere aderenti al progetto; b) valorizzare i servizi educativi esistenti nei territori coinvolti e migliorare la strutturazione delle attività formative rivolte ai giovani tra i 21 e i 30 anni; c) sviluppare di metodologie innovative relative alla dinamica di tutoraggio individuale rivolto a giovani inseriti in contesti lavorativi specifici; d) creare un siste-ma virtuoso di scambio di esperienze a livello locale tra i Centri di solidarietà e le realtà sociali operanti sul territorio.

Aspetti innovativi Il principale aspetto innovativo dell’iniziativa consiste nella metodologia attraverso cui l’attività formativa è svolta. L’iniziativa non intende infatti sviluppare una dinamica assistenzialistica attra-verso cui le realtà associate usufruiscono delle opportunità formative studiate dalla sede centrale. Un altro

D/2008/CDS CDO

124 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

aspetto innovativo riguarda l’applicazione di metodologie nuove reltive alla comunicazione dell’esperienza e alla trasferibilità di “buone pratiche”. L’esistenza di una rete nazionale di CdS che già da tempo collaborano tra loro attraverso lo scambio di buone pratiche, il trasferimento delle attività e la condivisione degli strumenti assicurano una elevata efficienza in termini di acquisizione di un bagaglio di competenze professionali speci-fiche spendibili sul territorio.

Trasferibilità Il modello predisposto per l’iniziativa rappresenta un tentativo che per dimensioni ha carattere nazionale. La modalità di intervento proposta ha caratteristiche che lo rende replicabile nei contesti locali. Le sedi locali della Federazione costituiscono infatti un punto di riferimento a livelllo locale, non soltanto per le opere associate, ma anche per le realtà sociali e gli enti pubblici che collaborano con esse.

“Tutela dei diritti, informatica avanzata e cittadinanza attiva”

Ente CittadinanzattivaCodice D/2008/ CittadinanzattivaArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Con l’iniziativa progettuale si mette a disposizione dei cittadini su tutto il territorio nazionale un sistema reticolare di raccolta delle segnalazioni nel settore della sanità, dei servizi di pubblica utilità e della giustizia, che permette un duplice effetto: l’attivazione di politiche civiche mirate a risolvere le situazioni generali che i cittadini segnalano ai punti di rete dell’Associazione dislocati sul territorio da un lato; dall’altro, attraverso l’informatica avanzata, un miglior livello di risposta e di scambio di informazioni all’interno dell’organizzazione in merito alla tutela dei cittadini.

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi Il progetto ha come obiettivo generale quello di mettere a disposizione dei cittadini una rete diffusa e competente di tutela dei diritti in grado di fornire orientamento, consulenza qualificata e informazioni atten-dibili in forza delle competenze maturate e di un supporto tecnologico e organizzativo adeguato. Gli obiettivi specifici riguardano: a) l’insediamento di una piattaforma informatica unificata, interattiva accessibile dalle sedi locali; b) l’aggiornamento e formazione di una rete di operatori.

Metodologia e strumenti utilizzati L’attività di formazione rivolta agli operatori prevede formazione residen-ziale (lezioni teoriche in aula sulla struttura dell’interfaccia del software e sue possibili applicazioni, esercitazioni pratiche all’utilizzo degli strumenti informatici aggiornamento sulle tecnologie di tutela e sul quadro normativo) integrata con azioni a distanza. Viene previsto anche un ciclo di seminari formativi di approfondimento dei temi trattati durante la formazione residenziale e la redazione di un report conclusivo del progetto.

Risultati attesi a) Messa a punto della piattaforma informatica; b) rafforzamento culturale e operativo della rete di tutela; c) ampliamento della rete di tutela delle associazioni dei malati cronici; d) aumento della riso-luzione dei casi rispetto alle richieste rivolte ai servizi di tutela.

Aspetti innovativi L’associazione, proponendo di ri-orientare i servizi di tutela al cittadino attraverso una capillare e sistematica rete su tutto il territorio nazionale, accessibile dalle diverse sedi locali, mai realizzata in precedenza.

Trasferibilità Il modello adottato è trasferibile ad altre sedi e ad altre organizzazioni in virtù della standardiz-zazione delle operazioni e della contemporanea flessibilità garantite dalla piattaforma informatica.

D/2008/ Cittadinanzattiva

125Parte seconda. Schede progettuali

“Arrivati! Strumenti per la partecipazione nelle comunità”

Ente CNCACodice D/2008/CNCAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto La Federazione intende dotare gli operatori membri degli strumenti necessari a promuovere essi stessi occasioni di partecipazione a favore dei cittadini delle comunità locali in cui operano. Il ruolo politico rivestito dalle organizzazioni aggregate si sostanzia infatti non solo nei servizi e interventi messi in campo a favore della comunità, ma anche nei percorsi di formazione e animazione in grado di sviluppare dibattito partecipativo nelle comunità stesse. Le organizzazioni federate si pongono perciò come servizio in grado di anticipare le risposte ai bisogni emergenti e come promotori di reti interistituzionali che collegano il cittadino agli enti locali. L’idea progettuale intende dunque realizzare un percorso formativo rivolto agli operatori delle organizzazioni aderenti alla Federazione volto a dotare gli operatori stessi delle conoscenze, strumenti e metodologie indispensabili per poter promuovere percorsi di partecipazione adottando il modello della democrazia deliberativa nelle proprie comunità di riferimento.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara), Basilicata (Matera), Calabria (Cosenza, Catan-zaro, Reggio Calabria), Campania (Napoli, Salerno), Emilia-Romagna (Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Reggio Emilia), Friuli-Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine), Lazio (Roma, Latina), Liguria (Genova), Lom-bardia (Bergamo, Cremona, Lecco, Milano, Mantova), Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro-Urbino), Molise (Campobasso), Piemonte (Cuneo, Novara, Torino, Verbania), Puglia (Bari, Foggia), Sardegna (Cagliari, Sassari), Sicilia (Catania, Messina, Palermo), Toscana (Firenze, Livorno), Trentino-Alto Adige (Bolzano), Veneto (Padova, Rovigo, Vicenza, Venezia, Treviso, Verona).

Obiettivi L’obiettivo dell’iniziativa progettuale è la realizzazione di un percorso formativo in grado di sviluppa-re presso gli operatori delle organizzazioni aderenti le competenze necessarie ad avviare, animare e sostenere processi di democrazia deliberativa nelle comunità locali di riferimento.

Metodologia e strumenti utilizzati Il percorso formativo prevede l’adozione di una metodologia didattica attiva che include: formazione di tipo laboratoriale caratterizzata dagli approcci del cooperative learning e EASW; apprendimento autogestito fondato sull’esperienza; case management; formazione individuale a distanza tramite piattaforma web.

Risultati attesi a) Contribuire a rinnovare la democrazia e le sue istituzioni integrandola con pratiche, processi e strumenti di democrazia partecipativa; b) sostenere il dialogo e il confronto diretto tra cittadini e ammi-nistrazioni locali; c) rafforzare la capacità di costruzione delle politiche pubbliche; d) favorire l’inclusione di soggetti deboli e l’emersione di interessi diffusi o scarsamente rappresentati.

Aspetti innovativi L’innovativià del progetto può essere ricondotta ai seguenti fattori: sviluppo del capitale sociale inteso quale promozione di competenze in grado di attivare collegamenti stabili tra i diversi attori ter-ritoriali per la sperimentazione e l’acquisizione di modelli partecipativi fondati sulla democrazia deliberativa; implementazione di reti multidisciplinari in grado di coinvolgere i diversi attori socio-economici pubblici e privati al fine di elaborare obiettivi comuni e strategie condivise.

Trasferibilità La trasferiibilità è garantita dai seguenti fattori: la metodologia adottata, che favorisce la presa in carico degli obbiettivi progettuali da parte di tutti i soggetti coinvolti; l’attivazione di laboratori territoriali sperimentali, che permette di testare il modello partecipativo in contesti tematici e territoriali eterogenei, favorendo la possibilità di standardizzare il modello stesso e di trasferirlo ad altri territori e replicarlo in altri ambiti tematici.

D/2008/CNCA

126 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Essere dirigente sportivo”

Ente CSICodice D/2008/CSIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto In un quadro generale di emersione di criticità nella classe dirigente italiana (invec-chiamento, eccessiva tecnicizzazione delle competenze, mancanza di una visione generale, etc.), anche il CSI osserva una difficoltà manageriale al quale occorre porre rimedio attraverso la formazione di giovani dirigenti capaci di aggiornare i linguaggi e di ripensare ed elaborare formule organizzative in grado di riqualificare la proposta sportiva dell’associazione.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Basilicata (Matera), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Marche (Ancona), Molise (Campobasso), Pie-monte (Torino), Puglia (Foggia), Sicilia (Palermo), Sardegna (Cagliari), Toscana (Prato), Umbria (Perugia).

Obiettivi L’obbiettivo principale dell’iniziativa progettuale è l’attivazione di una campagna di relcutamento, selezione, formazione e riqualificazione dei dirigenti sportivi – soprattutto per quelli aventi meno di 35 anni –, e in particolare la sperimentazione di moduli formativi multimediali efficaci che integrino la formazione perio-dica. In particolare, si propongono quindici tour formativi di 75 minuti l’uno sotto forma di talk-show registrato su dvd, un percorso di formazione residenziale (per un totale di 35 ore) e un ciclo di nove videoconferenze. Ci si prefigge inoltre la costituzione di un albo dei dirigenti sportivi strutturato per verificare le competenze acquisite e per classificare i dirigenti sportivi sulla scorta di una descrizione orientata al profilo di ciascuno di essi. Ulterio-re obbiettivo consiste nella capitalizzazione dell’iniziativa attraverso un’azione di monitoraggio e di valutazione finalizzata a individuare buone pratiche. È prevista l’organizzazione di un convegno finale di due giorni.

Metodologia e strumenti utilizzati Sono privilegiate le seguenti metodologie formative: formazione d’aula come metodologia prevalente, integrata dalla formula del talk show; formazione a distanza; formazione in affiancamento/coaching; formazione attraverso piccoli gruppi su tematiche specifiche e per la risoluzione di problematiche concrete. Il Centro Sportivo Italiano ha sviluppato un sistema di videoconferenza su piatta-forma Sky meeting che consente un’ottima interazione. Le modalità utilizzate saranno One-to-One, One-to-Many (un conduttore e fino a 40 partecipanti) o Many-to-Many (5 persone in videoconferenza).

Risultati attesi Al termine dell’iniziativa, si auspica la sensibilizzazione alla formazione dei dirigenti sportivi sul territorio e l’iscrizione all’albo di almeno 600 dirigenti;.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il sistema di monitoraggio e di valutazione che si intende adottare rappresenta un elemento a favore della trasferibilità del modello adottato. L’utilizzo di tecnologie web-based e la formula accessibile che si intendono promuovere rispondono per se stesse alla possibilità di trasferire e ripetere l’iniziativa.

“NAT – Nuovo Applicativo Tesseramento. L’innovazione tecnologia al servizio della mobilità giovanile”

Ente CTSCodice 2008/D/CTSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Con questa iniziativa l’Associazione si impegna a studiare un nuovo applicativo in-

D/2008/CSI; 2008/D/CTS

127Parte seconda. Schede progettuali

formatico dedicato al tesseramento e alla sua gestione statistica e funzionale da integrarsi al Sistema Gestione Qualità dell’Associazione.

Ambito territoriale Nazionale, a esclusione del Trentino-Alto Adige

Obiettivi a) Realizzazione di un software gestionale delle attività legate al tesseramento CTS integrato con il Sistema di Gestione per la qualità dell’Associazione e creazione di un nuovo data base di analisi delle esigenze degli associati; b) formazione dei componenti dello staff CTS in virtù dei cambiamenti operati dal nuovo ap-plicativo informatico sulle procedure interne e sulla cultura associativa stessa.

Metodologia e strumenti utilizzati Le attività di progettazione della struttura e dello schema della base dati si svolge in modo “stratificato”, ossia per successivi rilasci di versioni test, attività di monitoraggio del funzionamento, eventuale adeguamento delle funzionalità dell’applicativo. Al fine di consentire all’intera rete il rapido transito dal vecchio al nuovo sistema, vengono realizzati gli incontri formativi in aula sull’utilizzo del sistema e manuali d’uso.

Risultati attesi a) utilizzo razionale delle nuove tecnologie, in particolare di quelle legate all’informatica e alla rete internet; b) potenziamento della fruibilità del patrimonio associativo in campo turistico, culturale, ambientale e sociale tra i giovani.

Aspetti innovativi L’applicativo sviluppato è il primo sistema gestionale integrato in un Sistema di Gestione per la Qualità certificato in uso presso un’associazione di promozione sociale attiva nell’ambito della promo-zione della mobilità giovanile e dell’utilizzo consapevole e responsabile del tempo libero.

Trasferibilità Per le sue caratteristiche tecnologiche e funzionali , l’applicativo si presta a essere trasferito con gli opportuni adeguamenti del caso a qualsiasi realtà di tipo associativo che abbia come obiettivo la gestione sistematizzata di tutte le attività e le informazioni connesse alla gestione del tesseramento.

“Formazione dirigenti addetti all’attività di comunicazione sociale e aggiornamento del portale Endas per l’erogazione della formazione a distanza”

Ente ENDASCodice D/2008/ENDASArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Il progetto nasce per formare quadri associativi in grado gestire le attività istitu-zionali ma anche promuovere un avvicinamento dei cittadini a quei valori, diritti, attività e servizi di interesse sociale promossi al no profit che, senza una seria attività di comunicazione, non avrebbero una adeguata diffusione. Essenziale per l’Associazione è anche l’aggiornamento del portale per adeguarlo alle nuove esigenze della formazione a distanza e permettere così le diffusione dei corsi intrapresi.

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria.

Obiettivi a) Formare gli operatori all’utilizzo di tutti gli strumenti per aumentare la visibilità dell’Associazione; b) promuovere la ristrutturazione e aggiornamento del sito web e inserimento di una banca dati sulla comuni-cazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede lo sviluppo di corsi di formazione con la collaborazione di esperti di settore per l’elaborazione dei contenuti tecnico-scientifici incentrati sui temi formativi e inseri-mento dei corsi nel sistema di formazione a distanza presente nel portale Endas.

D/2008/ENDAS

128 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Risultati attesi a) Ampliamento dei servizi offerti dall’Associazione ai propri circoli e soci; b) sviluppo della capacità di aggregare nuovi soci e coinvolgere maggiormente quelli esistenti in campagne sociali,

Aspetti innovativi L’innovazione riguarda la previsione di una alto grado di interazione docente-allievo ed una continua valutazione e monitoraggio del grado di preparazione raggiunto.

Trasferibilità Al fine di assicurare un’ampia trasferibilità il progetto utilizza, sistemi di facile implementazione o che sono già in possesso di altre realtà associative simili all’Endas.

“Un salto di qualità per la rete ETSI: integrazione tecnologica e teleconferenza più crescita profes-sionale”

Ente ETSICodice D/2008/ETSIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Con tale iniziativa l’Associazione vuole fare un salto di qualità organizzativo e co-municativo che coinvolga tutta la rete associativa. L’obiettivo strategico è quello di favorire una più completa integrazione tra telefonia, Internet e gestione quotidiana delle attività lavorative e di ridurre gli spostamenti e i relativi costi implementando, almeno in parte, sistemi di videoconferenza e di lavoro diffuso, in una eventuale logica futura di parziale telelavoro.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Realizzare una ricerca sulle modalità applicative dell’integrazione tra i sistemi di comunicazione e telefonia e sulle differenti tecnologie per la videoconferenza; realizzare in quest’ottica tanto gli interventi formativi dedicati all’aggiornamento periodico di dipendenti e collaboratori che interventi formativi ad hoc.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia formativa prevede: un seminario nazionale iniziale e uno finale; tre corsi nazionali dedicati all’aggiornamento della rete e all’introduzione di nuove tecnologie e delle nuove modalità di lavoro e di comunicazione; corsi regionali e provinciali per la formazione multidisciplinare degli operatori territoriali. A supporto dell’attività formativa viene previsto un dvd interattivo e la sperimenta-zione di alcune postazioni di videoconferenza.

Risultati attesi a) Rafforzamento della capacità di collaborazione, tecnologiche e di comunicazione dei dipen-denti e collaboratori Etsi; b) ottimizzazione della rete associativa in relazione ai servizi offerti.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’utilizzo del DVD interattivo, come strumento didattico, favorisce la trasmissione dei contenuti e dell’intero modello.

D/2008/ETSI

129Parte seconda. Schede progettuali

“Pole position. Famiglie in prima linea”

Ente Famiglie per l’accoglienzaCodice D/2008/Famiglie per l’accoglienzaArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’obiettivo del progetto è la formazione capillare delle famiglie affidatarie membri dell’Associazione al fine di mantenere tramite le tecnologie multimediali un rapporto elevato tra efficacia dell’intervento formativo e carico degli oneri economici, organizzativi e di gestione per le famiglie associate. “Pole position” in altre parole riconosce alle famiglie affidatarie una posizione di primo piano anche in quegli ambiti che generalmente la vede esclusivamente fruitrice di un servizio. Non sono quindi più solo destinatarie di azioni di counseling o sostegno ma diventano esse stesse con la propria esperienza portatrici di un contri-buto importante per tutta la rete associativa (gli educatori, i manager, i servizi sociali, le scuole, etc.)

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia,Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Avviamento di percorsi di crescita dei responsabili provinciali; b) implementazione di un linguag-gio e di strumenti comuni; c) accompagnamento alla progettualità delle famiglie che si uniscono; d) avviamen-to di azioni positive di rete con le realtà del privato sociale che svolgono attività educative e di accoglienza rivolte ai minori; e) predisposizione di una banca dati contenente i contributi derivati dalle esperienza in atto.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto tende a sviluppare azioni formative basate su tre dinamiche fondamentali di relazione e condivisone quali: “fare con” attraverso interventi di counseling e coaching; la rete tra famiglie e le Opere appartenenti a Famiglie per l’Accoglienza; la messa in comune del bagaglio di espe-rienze acquisito da parte delle famiglie accoglienti con le professionalità di chi lavora nel settore educativo.

Risultati attesi a) Potenziamento del processo formativo interno per l’emersione delle potenzialità e delle risorse locali; b) circolazione dell’esperienza in tutto il territorio nazionale; c) contributo a una maggiore conti-nuità dell’esperienza dell’accoglienza e ampliamento della rete di Famiglie per l’Accoglienza; d) miglioramento delle capacità di risposta alla proposte dei Servizi Sociali in caso di minori in stato di abbandono o in condizioni di affidamento; e) miglioramento dei sistemi di comunicazione tra il territorio e l’Associazione mediante la sensibilizzazione all’uso di tecnologie informatiche (internet, skype, messanger, ecc.).

Aspetti innovativi L’innovazione riguarda il coinvolgimento attivo della famiglia nell’educazione dei figli affidati, soprattutto nella condivisione delle proprie esperienze con la rete di riferimento dell’Associazione (gli educatori, i manager, i servizi sociali, le scuole, etc.)

Trasferibilità Il progetto è un percorso nato da Famiglie per l’Accoglienza ma destinabile a tutte le realtà caritative. Il metodo e il percorso sviluppato sono infatti facilmente applicabili a tutte quelle realtà che si occupano di aiuto ai bisognosi, inclusione degli emarginati o inclusione lavorativa di fasce deboli. Per ognuna di queste realtà è infatti possibile mettere in rete progetti che nascono sia dall’iniziativa privata e volontaria di persone che si mettono in moto per andare a fondo di una problematica viva nella propria famiglia e nel proprio territorio, sia da organismi strutturati che in maniera organizzata fanno della risposta ai bisogni il proprio lavoro.

D/2008/Famiglie per l’accoglienza

130 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Educatori locali in società globali. Iniziative per la qualificazione dei servizi socio-educativi della rete SCS/CNOS”

Ente SCS CNOSCodice D/2008/ SCS CNOSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa mira a realizzare una proposta formativa unitaria per educatori e figure dirigenziali in diverse aree – educativa, gestionale-organizzativo, etico-valoriale. La necessità di qualificare l’azione socio-educativa di questo tipo rappresenta anche una risposta ad alcuni pericoli per il Terzo Settore denunciati dalla Ricerca Censis 2008. Alcuni dei motivi che hanno infatti portato all’elaborazione della presen-te iniziativa sono il fatto di considerare la formazione un punto cardine per le organizzazioni del Terzo Settore e la necessità di pensare e sperimentare modelli formativi efficaci.

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti), Campania (Napoli), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sardegna (Sassari), Sicilia (Catania), Veneto (Venezia).

Obiettivi L’obiettivo generale dell’iniziativa è la realizzazione di un percorso formativo per livelli di progressivo coinvolgimento, dai responsabili/dirigenti agli operatori/collaboratori (educatori). Esso comprende diverse azio-ni formative, ciascuna delle quali è concentrata su particolari aree tematiche, rispettivamente etico-valoriale, organizzativo-gestionale e socio-educativa: a) un seminario nazionale della durata di due giorni per 75 dirigenti; b) laboratori interregionali di formazione provvisti di strumentazione FAD per 75 dirigenti (per un totale di 48 ore), c) workshops regionali per 450 operatori e collaboratori (per un totale di 32 ore); d) è previsto inoltre il mo-nitoraggio in itinere e finale delle attività formative e la diffusione dei risultati attraverso report multimediali e la pubblicazione di un quaderno che descrive il modello formativo elaborato e raccoglie la documentazione didattica.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie utilizzate possono essere suddivise in metodologie didat-tiche e metodologie organizzative. Le metodologie didattiche utilizzate sono: il lavoro in situazione (svolgi-mento di compiti presso le organizzazioni di provenienza e applicazione di quanto appreso in aula in contesti lavorativi reali); analisi degli incidenti critici (evoluzione del più conosciuto metodo dei casi); comunità di pratica, che si caratterizza per la necessità di condivisione del sapere e delle scelte di lavoro nella prospettiva del Knowledge Management. Le metodologie organizzative sono: il seminario nazionale, inteso come esperien-za formativa intensiva e residenziale che favorisce lo scambio di esperienze e il confronto tra i partecipanti; i laboratori di formazione interregionali condotti attraverso l’utilizzo di una metodologia partecipativa; i wor-kshop, volti a porre l’accento sul lavoro di gruppo.

Risultati attesi a) Strutturazione e implementazione di un sistema formativo per favorire il cambiamento organizzativo degli enti federati e renderli in grado di rispondere efficacemente alle nuove sfide delle po-vertà giovanili e ai fenomeni di devianza e disagio giovanile; b) formazione di dirigenti e operatori in grado di coniugare efficacemente le dimensioni organizzativo-gestionali, etico-valoriali, pedagogico-educative; c) miglioramento dell’organizzazione del lavoro e della gestione dei processi comunicativi interni.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’attività di monitoraggio del progetto consente di modellizzare l’esperienza formativa e il per-corso formativo; i contenuti verranno organizzati in moduli tematici e resi replicabili da parte di soggetti interessati. Inoltre, il modello formativo adottato utilizza ambienti e strumenti didattici facilmente reperibili. I materiali formativi verranno resi facilmente fruibili e accessibili. Infine, la partecipazione al progetto di reti di collegamento e organizzazioni regionali, nazionali e internazionali consente di creare attorno all’iniziativa un’ampia rete in grado di diffondere finalità, metodologie, attività, contenuti didattici a un numero rilevante di possibili utenti/operatori.

D/2008/ SCS CNOS

131Parte seconda. Schede progettuali

“Datapark”

Ente FEDERPARCHICodice D/2008/FEDERPARCHIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale consiste in una campagna divulgativa rivolta ai dirigenti Federparchi allo scopo di informare i destinatari su aspetti fiscali e giuridici.

Ambito territoriale Lazio.

Obiettivi a) Rispondere alle necessità di crescita professionale e di miglioramento delle risorse umane dell’asso-ciazione; b) realizzare una banca dati e cicli/seminari formativi mirati a raccogliere e sistematizzare informazioni e dati su temi fiscali e giuridici e su temi legati alla protezione delle aree naturali protette.

Metodologia e strumenti utilizzati Organigramma step by step; formazione graduale on line; gruppi di lavo-ro; database; campagna divulgativa.

Risultati attesi a) Avanzamento delle conoscenze e competenze tecniche; b) specializzazione dei giovani.

Aspetti innovativi Piattaforma formativa on line sui temi delle lezioni frontali.

Trasferibilità ---

“Comunicare la comunicazione”

Ente FENALCCodice D/2008/FENALCArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Tramite questa iniziativa la Fenalc vuole prevedere un ampliamento strutturale e dinamico delle proprie risorse di comunicazione per interagire più capillarmente con il “mondo del sociale”, dando un apporto formativo ed informativo. Dal punto di vista formativo viene previsto un costante aggiorna-mento formativo dei membri della Fenalc e, in parte, del corpo dirigente, sia in relazione alla conoscenza e alla comprensione del settore dell’associazionismo sia alla normativa che ne regola il funzionamento. Dal punto di vista informativo, viene realizzato un aggiornamento del sito web, un aumento di foliazione e digitalizzazione della rivista proposta da anni dall’Associazione e la realizzazione di un programma televisivo.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto.

Obiettivi a) Rivisitare il portale con l’implementazione di un notiziario quotidiano; b) aumentare della foliazione del periodico “Tempo Libero” in sinergia con il portale Fenalc, anche attraverso la digitalizzazione e la conseguen-te pubblicazione on-line; c)ideare e realizzare un programma televisivo dedicato al sociale e al tempo libero, a periodicità mensile, per la durata dell’iniziativa; d) realizzare un sistema di emissione elettronica centralizzata delle tessere di affiliazione; e) realizzare un vademecum digitale destinato ai presidenti provinciali e ai dirigenti dei circoli contenente normativa associativa; f) organizzare corsi telematici di formazione per dirigenti nazionali e territoriali; g) organizzare un corso di comunicazione sociale rivolto ai futuri operatori dell’informazione della pubblica amministrazione e del Terzo Settore.

D/2008/FEDERPARCHI; D/2008/FENALC

132 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Metodologia e strumenti utilizzati Per il raggiungimento degli obiettivi ci si avvale dei seguenti strumenti: per le azioni formative viene predisposto e organizzato un calendario di convegni nazionali su temi socio-culturali, in collaborazione con altre sigle di associazioni sociali; l’architettura e l’aggiornamento tecnologico del sito web viene attuato tramite l’ausilio di giornalisti che in tempo reale possono aggiornare tutte le at-tività, informazioni relative all’Associazione e in generale al mondo del Terzo Settore. Infine, la creazione di una banca dati è funzionale sia per catalogare normative nazionali e regionali che regolano il settore, sia per organizzare l’anagrafica dei circoli affiliati e dei rispettivi presidenti, nonché dei soci iscritti ai singoli circoli e al rilascio del certificato di affiliazione e della tessera in via telematica.

Risultati attesi Il risultato principale è quello formativo, educativo ed informativo. Attraverso l’informazione quotidiana via telematica, il corso di formazione per comunicatori sociali, la rivista digitalizzata “Tempo Libero”, il programma televisivo, ci si attende: un’adeguata conoscenza e comprensione delle dinamiche e del linguaggio del Terzo Settore; una maggiore velocità dell’informazione e della comunicazione sia interna che esterna alla FENALC e di conseguenza una maggiore visibilità dell’Associazione stessa; una maggiore efficienza di tutta la struttura FENALC consentendo un abbattimento dei tempi, dei costi e delle distanze per la gestione dell’associazione e dei circoli affiliati grazie all’innovazione tecnologica.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità I sistemi telematici e i format televisivi sono di per sé facilmente trasferibili. Nello specifico, i contenuti relativi alla normativa e alle procedure sono trasferibili a livello nazionale mentre quelli culturali e comportatali possono essere trasferiti anche in altri Paesi nazioni. L’attenzione dell’Associazione si rivolge verso quei Paesi particolarmente interessati alle problematiche di carattere sociale e che hanno manifestato un vivo interesse a stabilire un rapporto di collaborazione con la Fenalc.

“Archivicorali.net”

Ente FENIARCOCodice D/2008/FENIARCOArea di intervento Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce dall’esigenza di mettere le strutture periferiche della FENIARCO nelle condizioni di poter accedere in modo rapido e poco dispendioso a tutto il patrimonio di informazioni e al materiale di studio e approfondimento accumulato nei decenni grazie al lavoro di tutta la coralità italiana. A tal fine viene proposta la creazione di un database degli “archivi” della coralità amatoriale, organizzato secondo criteri omogenei e funzionali da mettere a disposizione di tutti gli operatori del settore e non solo.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Dare alle strutture periferiche la possibilità di accedere in un unico luogo virtuale per la consultazione delle raccolte di materiali musicali editoriali e discografici; b) consentire a tutta la base associativa di avere a dispo-sizione strumenti “tecnici” adeguati a rendere più efficace la realizzazione delle attività istituzionali; c) creare un ar-chivio musicale biblio-discografico comune contenente un’enorme mole di materiale in continua implementazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Tale iniziativa di informatizzazione prevede: l’acquisizione del materiale con procedura informatica facilitata, organizzata a schede con continui richiami per l’imputazione dei dati e la successiva immissione del materiale audiovisivo da parte dei referenti delle sedi territoriali; la creazione dell’archivio centralizzato della produzione corale italiana collegato con altre banche dati.

D/2008/FENIARCO

133Parte seconda. Schede progettuali

Risultati attesi a) raccolta, catalogazione e conservazione della “storia” della coralità italiana con una procedura digitale a garanzia di una sicura e veloce trasmissione nello spazio e nel tempo; b) stimolazione dei giovani allo studio e all’approfondimento mediante l’utilizzo di strumenti più moderni e più vicini al loro quotidiano.

Aspetti innovativi L’iniziativa presenta carattere di innovatività in quanto mai prima d’ora in Italia è stato pen-sato un archivio digitalizzato della produzione corale nazionale. Le modalità di gestione presentano altresì aspetti innovativi in quanto prevedono l’utilizzo di sistemi informatici di ultima generazione e la creazione di un database specifico da rendere disponibile in rete e fruibile da tutti gli appassionati di musica corale, sia in ambito nazionale che internazionale.

Trasferibilità Il modello di informatizzazione si presta a essere replicabile anche in ambiti diversi da quello in cui si muove Feniarco, ad esempio da parte di enti di promozione sociale che perseguono analoghe finalità istituzionali o comunque operanti all’interno del mondo nonprofit.

“Comunicare i diritti”

Ente FISHCodice D/2008/FISHArea di intervento Informatizzione delle sedi

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla necessità di ampliare il numero degli strumenti informativi e divulgativi a disposizione della rete delle organizzazioni aderenti sui temi dei diritti umani delle persone con disabilità. A tale scopo viene istituito anche uno strumento cartaceo per destinatari non raggiungibili con gli strumenti telematici e allo stesso tempo vengono mantenuti e implementati gli strumenti online.

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Pie-monte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi Obiettivo principale dell’iniziativa è offrire nuovi cluster informativi sui diritti umani e civili alle persone con disabilità e alle loro organizzazioni, agli stakeholder, agli operatori coinvolti.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie sono la programmazione partecipata (coinvolgimento di esperti espressi dalla rete FISH e del CND), la coprogettazione con persone con disabilità assieme ai familiari e tecnici con esperienza consolidata, il lavoro di gruppo coordinato finalizzato al raggiungimento degli obiettivi preliminari del progetto.

Risultati attesi a) Miglioramento della consultazione e navigazione del sito handylex.org, rafforzato nella sua funzione di generatore e custode di banche dati di carattere legale; b) creazione all’interno del sito superando.it di un forum di informazione orientato sulla convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità; c) nascita della rivista HandyLexPress che tratta di diritti e opportunità dedicata alle persone con disabilità, ai loro familiari e a quanti operano in questo settore.

Aspetti innovativi È fattore di innovatività del progetto la costruzione di una rete di esperti interna ed esterna al mondo dell’associazionismo della FISH.

Trasferibilità La generazione di moduli condivisi e coprogettati – informativi e formativi – e le piattaforme tecnologiche che li rendono efficaci sono trasferibili verticalmente alle associazioni aderenti e orizzontalmente alle declinazioni territoriali più periferiche.

D/2008/FISH

134 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“La nuova Fitel: più iscritti, più servizi, più tecnologia”

Ente FITELCodice D/2008/FITELArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’Associazione realizza il progetto per rispondere alla necessità di formare i volontari periferici e per disporre di sempre maggiori strumenti di comunicazione. A tale scopo l’iniziativa si incentra su due ricerche, una sul tema dei servizi e degli strumenti delle associazioni periferiche e sul ruolo dei CRAL come realtà di aggregazione sociale, l’altra sulla implementazione di tecniche video e audio conferenza tra gli associati.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

Obiettivi a) Implementare il portale internet e il servizio intranet; b) aggiornare il software contabile; c) realizzare una ricerca sulla possibilità di implementare gli strumenti tecnici e tecnologici quali la videoconfe-renza e l’audio conferenza; d) formare volontari e dirigenti centrali e periferici attraverso l’organizzazione di tre moduli seminariali (aggiornamento fiscale, applicazione del software contabile, informatica e telematica)

Metodologia e strumenti utilizzati La ricerca prevede una metodologia basata sulla raccolta di dati, la rie-laborazione e la produzione di due tipologie di risultati: quelli direttamente derivanti dai dati raccolti e quelli derivanti da possibili scenari evolutivi derivanti dalla ricerca stessa. L’intera iniziativa si basa sulla metodologia della ricerca/intervento che presuppone che ogni attività abbia un obiettivo pratico e che ogni intervento non venga visto e realizzato come qualcosa di scollegato, bensì faccia parte di un percorso in cui gli obiettivi di ciascuna parte siano connessi con gli obiettivi dell’intera iniziativa.

Risultati attesi L’iniziativa intende realizzare un forte adeguamento tanto telematico dei servizi delle struttu-re associate quanto formativo dei dirigenti e dei volontari periferici e centrali.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Tanto le metodologie che i risultati delle ricerche saranno trasferibili verso il basso in analoghe possibili iniziative di diffusione tecnologica e di riflessione a livello regionale e locale. I moduli formativi pos-sono essere riproposti a livello locale.

“FITus: il valore aggiunto della rete interassociativa”

Ente FITUSCodice D/2008/FITUSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’Associazione intende svolgere un lavoro di formazione dei dirigenti e degli ope-ratori della rete interassociativa agendo su più direttrici quali la formazione tradizionale, la formazione a distanza e la predisposizione di materiali di studio e di approfondimento.

Ambito territoriale Nazionale.

D/2008/FITEL; D/2008/FITUS

135Parte seconda. Schede progettuali

Obiettivi L’obiettivo finale è quello di disporre degli strumenti e delle risorse umane per creare e veicolare nuovi prodotti di turismo sociale o ampliare la fruibilità dei prodotti esistenti

Metodologia e strumenti utilizzati Le azioni di formazione si basano su piattaforma informatica realizzata per l’apprendimento collaborativo intranet, con accesso riservato e messa a disposizione per le esercitazioni degli operatori, mentre nella fase finale dell’iniziativa si concentrano i momenti di seminario in aula per mi-gliorare il livello di consapevolezza e di feedback dei partecipanti riguardo ai temi affrontati.

Risultati attesi Il risultato strategico per Fitus è costituito dalla formazione di almeno venti dirigenti e ope-ratori della rete interassociativa. Sono risultati altrettanto importanti, soprattutto per la trasferibilità e prose-cuzione delle attività, la creazione della piattaforma autodidattica, l’elaborazione di materiali e strumenti, la elaborazione di prodotti di turismo sociale interassociativo.

Aspetti innovativi L’iniziativa è innovativa perché sviluppa una nuova piattaforma di apprendimento collabo-rativo e nuovi materiali fruibili tanto via internet quanto via DVD interattivo.

Trasferibilità Le modalità di formazione seminariale e autodidattica sono trasferibili ad altre reti del terzo settore e l’integrazione tra formazione e realizzazione di nuovi prodotti può essere trasferita in altri segmenti del turismo sociale.

“ConNETtiamoci. Le nuove tecnologie per la condivisione di buone pratiche.”

Ente FOCSIVCodice D/2008/FOCSIVArea di intervento Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’iniziativa permette di favorire l’uso e la diffusione delle Nuove Tecnologie di Infor-mazione e Comunicazione (NTIC) in grado di facilitare lo scambio, la condivisione e la sistematizzazione delle particolari esperienze che ogni singolo aderente realizza, siano esse ancora in fase di definizione, in corso, concluse o nei fondamentali momenti di monitoraggio e verifica-valutazione.

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi L’iniziativa proposta ha come obiettivo generale quello di migliorare le capacità e possibilità di scambio e interrelazione tra i vari aggregati della federazione, sia a livello nazionale che internazionale. Come obiettivo specifico essa si prefigge di applicare un protocollo di comunicazione con metodi e strumenti idonei a favorire la capitalizzazione delle esperienze e attività della federazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il lavoro è organizzato su tre assi. Il primo è l’identificazione di bisogni in materia di protocolli comunicativi di rete attraverso la raccolta di questionari e interviste a testimoni d’eccel-lenza delle Ong federate. Il secondo è la ricerca di una soluzione ai bisogni identificati attraverso un apposito team di lavoro multisettoriale. In questo caso viene adottata la metodologia classica del problem solving ovvero la identificazione dei problemi, la messa in ordine e la proiezione delle ipotetiche soluzioni con l’analisi costi-benefici, con un occhio sempre attento alla fattibilità e alla sostenibilità. Infine il trasferimento alle asso-ciazioni federate delle procedure, delle tecniche e degli strumenti, realizzato on–line con l’accompagnamento di tutor specifici e la realizzazione di almeno tre workshop di presentazione.

Risultati attesi a) Dotazione di un protocollo di comunicazione gestibile e funzionale ai particolari bisogni delle associate; b) sistematizzazione di buone pratiche e miglioramento della qualità delle comunicazioni tra le associazioni federate, riducendo il rischio di dispersione delle informazioni e delle buone pratiche grazie ad

D/2008/FOCSIV

136 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

un protocollo di comunicazione gestibile on-line e con accessibilità diretta; c) aggiornamento di duecento operatori in merito all’utilizzo delle NTIC; d) potenziamento operativo del sito funzionale www.focsiv.it.

Aspetti innovativi La scelta di un modello che garantisca la condivisione di informazioni in networking per-mette alle federate di rivestire un ruolo complementare e integrato. Inoltre la forte caratterizzazione nell’uso delle NTCI con scopi sociali garantisce una maggiore accessibilità alle informazioni agli operatori delle federate.

Trasferibilità L’utilizzo di nuovi strumenti informatici fa si che l’iniziativa presenti un buon livello di trasferibilità in quanto basata sulla sperimentazione di nuovi modelli di condivisione delle esperienze e delle conoscenze. Il modello adottato, basato sull’uso delle NTIC è facilmente trasferibile in quanto disponibile per tutti i potenziali utenti e risponde alle nuove definizioni in materia di networking quali openspace, virtual office, net and direct work, open access.

“FAMILIARISDATA – Sistema integrato di banche dati sulla legislazione e sulla normativa nazionale e regionale di politica familiare e formazione dei membri al Drafting legislativo e alla Legimatica”

Ente Forum delle Associazioni FamiliariCodice D/2008/FAAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’assenza di una stabile produzione normativa squisitamente familiare obbliga a un approfondimento che permetta di leggere le norme di politica sociale in senso ampio e quelle relative agli ambiti con cui la famiglia si confronta. Per fare fronte a una mole così ampia di dati e informazioni occorre avvalersi di strumenti tecnologici avanzati. Diventa fondamentale la creazione di una banca dati federata ad aggiornamento continuo e condiviso. A tal fine, è anche necessaria una formazione specifica per chi voglia imparare a utilizzare la banca dati e che permetta di affrontare il testo di legge con spirito critico. Il fine ultimo è infatti di rendere i Forum Regionali e le associazioni aderenti al Forum in grado di sviluppare proposte di legge in tema di politiche familiari e di metterli nella condizione di cogliere le problematiche e le incongruenze della normativa vigente.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bo-logna), Friuli-Venezia-Giulia (Udine), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Marche (Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Trentino-Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Val d’Aosta (Aosta), Veneto (Padova).

Obiettivi a) Creazione di una banca dati (“Familiarisdata”) da collocare all’interno di un portale dedicato che favorirà accesso e condivisione unitaria a dati di carattere giuridico; l’architettura della banca dati sarà tale da contenere oltre alla normativa vigente anche le note di commento, la dottrina più autorevole, la prassi e le buone pratiche rilevabili; b) acquisizione e studio dei dati inerenti la normativa familiare a livello nazionale e regionale attraverso l’individuazione delle banche dati on-line già disponibili e la ricognizione sul territorio delle fonti normative; c) formazione al drafting legislativo di alcuni membri per ogni sede regionale del Forum attraverso seminari di formazione sul linguaggio normativo; d) formazione sull’utilizzo della banca dati e in materia di informativa per la legislazione (Legimatica) attraverso incontri di studio e e-learning.

Metodologia e strumenti utilizzati La banca dati sarà alimentata sia a livello centrale (webmaster, Ufficio giuridico del Forum Nazionale) che ai livelli periferici-regionali tramite segnalazioni. La formazione è svolta sia in aula che con modalità interattive.

Risultati attesi a) Conoscenza da parte delle associazioni degli strumenti teorici e metodologici relativi alla

D/2008/FAA

137Parte seconda. Schede progettuali

gestione del patrimonio normativo e alla sua condivisione; b) capacità da parte degli associati di applicare le tecniche informatiche necessarie nell’inserimento delle informazioni giuridiche, di impostare e condividere banche dati e sistemi di gestione; c) creazione di esperti locali (drafters) per ogni Forum dell’Associazione; d) sviluppo di rapporti di collaborazione scientifica con analoghe banche dati straniere.

Aspetti innovativi Con la creazione di una banca dati comune ad aggiornamento continuo viene realizzato uno strumento tecnologico innovativo e ad alta specializzazione che consente l’integrazione dell’esperienza associativa dei Forum regionali. Particolarmente innovativa è inoltre la formazione alla tecnica del drafting legislativo.

Trasferibilità Al termine del progetto è possibile aprire l’uso della banca dati a tutti coloro che in vario modo sono interessati alle politiche familiari. Inoltre il modello può essere utilizzato successivamente per indagare, studiare e fissare politiche sociali e familiari.

“L’organizzazione che apprende”

Ente LEGAMBIENTECodice D/2008/LEGAMBIENTEArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione sente l’esigenza di avere dirigenti e soci in grado di affrontare problemi legati alle difficoltà della burocrazia, di comunicare in modo chiaro la propria attività amministrativa, di adem-piere in maniera competente ai numerosi obblighi fiscali, contabili, organizzativi e tecnici. Un settore pubblico sempre meno capace di garantire un sostegno finanziario certo e continuo e la conseguente necessità degli enti no profit di programmare azioni di fund raising rendono più urgente la razionalizzazione dell’organizzazione amministrativo/contabile. Questo progetto vuole quindi organizzare un ciclo formativo da sviluppare con l’ausilio delle nuove tecnologie.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Organizzazione di un percorso formativo rivolto a circa mille partecipanti e strutturato in più cicli, al fine di permettere un’articolazione degli argomenti e la possibilità di variare la platea dei potenziali parte-cipanti.

Metodologia e strumenti utilizzati Nella implementazione del corso si propone un mix di strategie didattiche diverse da adottare per l’intervento formativo in questione. La prima strategia – definita “Le organizzazioni che apprendono” (Senge, 1994) – si richiama al più generale modello del Problem Solving Learning, ma ne affina le tecniche e ne calibra le azioni su uno specifico target di destinatari. In base a questa metodologia, la chiave per risolvere situazioni problematiche non è tanto trovare qualcuno in grado di illustrare “come si fa”, ma riconoscere da soli le strategie appropriate al caso specifico.

Risultati attesi a) Sviluppare le capacità organizzative e direzionali delle rappresentanze associative diffuse in tutto il territorio nazionale; b) rendere flessibili e dinamiche le strutture periferiche attraverso il ricorso a strumenti informatici, ottimizzando il network reale e virtuale già esistente; c) rafforzare il processo di costru-zione e implementazione della rete di integrazione nazionale fornendo gli opportuni strumenti metodologici, applicativi e conoscitivi; d) aumentare le capacità dei dirigenti periferici nel fornire assistenza ai singoli circoli per una efficace gestione dell’Associazione.

Aspetti innovativi L’innovatività riguarda l’offerta di uno strumento efficace per facilitare la trasmissione di competenze soprattutto durante i processi di ricambio alle posizioni di vertice dell’organizzazione.

D/2008/LEGAMBIENTE

138 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Trasferibilità Il progetto propone un modello formativo facilmente trasferibile e riproducibile nel contesto ter-ritoriale di riferimento a beneficio di altre associazioni o enti di promozione sociale che operino nel medesimo settore o perseguano finalità istituzionali analoghe.

“Libera il territorio. Temi e metodi per una rinnovata antimafia sociale”

Ente LIBERACodice D/2008/LIBERAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Per continuare a potenziare ed ampliare le risorse e le esperienze di cui dispone nei territori, l’Associazione mira a realizzare una serie di momenti di formazione finalizzati all’aggiornamento, oltre che dei coordinatori e dei referenti locali, anche di tutti i soci dell’associazione attraverso l’adozione di due diversi approcci: metodologico, da destinare ai referenti locali e agli animatori già formati in corsi precedentemente realizzati; contenutistico, da destinare a tutti i soci (cittadini, scuole, associazioni, Enti) in cui vengono trattate tematiche specifiche (doping e narcotraffico, ecomafie, dipendenze, informazione, educazione legalità) attraverso lezioni registrate e inserite all’interno della piattaforma informatica Libera.net.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria, Cosenza), Campania (Napoli, Caserta), Emilia Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Liguria (Genova, Imperia), Lombardia (Milano), Piemonte (Torino, Asti, Cuneo, Ivrea, Novara), Puglia (Bari, Lecce, Taranto), Sardegna (Cagliari, Nuoro), Sicilia (Palermo, Catania, Trapani), Toscana (Firenze), Trentino Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia, Terni), Valle D’Aosta (Aosta).

Obiettivi a) Favorire la formazione e l’aggiornamento dei referenti locali e dei soci di Libera sulle metodologie dell’intervento sociale; b) creare percorsi di sinergia e processi di lavoro comuni tra Libera e le sedi territoriali; c) sensibilizzare i soci e i territori su tematiche che direttamente o trasversalmente li coinvolgono offrendo oc-casioni di riflessione nell’ambito di un processo di prevenzione, responsabilizzazione e intervento sul territorio più ampio.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia formativa rivolta ai referenti dei coordinamenti territoriali prevede un ciclo di seminari con lezioni frontali, lavori di gruppo, esercitazioni analogiche, metodologie simu-lative e quant’altro idoneo a realizzare modalità interattive. La formazione diretta invece a tutti i soci di Libera è costituita da percorsi di formazione a distanza attraverso il ripristino e l’aggiornamento della piattaforma informatica Libera.net. Nella fase finale dei progetto vengono realizzati anche momenti di formazione congiunta, di tipo residenziale, in cui sono coinvolti i membri dei coordinamenti territoriali di Libera, lo staff progettuale, i membri dell’ufficio di presidenza, i collaboratori, i rappresentanti delle associazioni aderenti per condividere quanto emerso dagli incontri nei territori.

Risultati attesi a) Sviluppo di metodologie comuni di intervento da far adottare ai coordinamenti locali; b) migliore e maggiore conoscenza della tematica del contrasto dell’azione delle organizzazioni criminali; c) dif-fusione a livello nazionale delle buone prassi adottate territorialmente sul tema dello studio, della prevenzione e del contrasto alle organizzazioni criminali.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

D/2008/LIBERA

139Parte seconda. Schede progettuali

“Una marcia in più per i giovani”

Ente MCLCodice D/2008/MCLArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce da un bisogno espresso dalle sedi periferiche dell’Associazione che nella loro attività hanno riscontrato una serie di problematiche particolarmente sentite dai giovani e, allo stesso tempo, la carenza di risorse informative appropriate. Di qui la necessità di impostare una serie di atti-vità con l’obbiettivo di offrire una risposta adeguata in termini di informazione e formazione per gli operatori locali dell’Associazione, affinché siano in grado di fornire servizi adeguati agli associati e agli utenti dei servizi.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Salerno), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Trieste), Lazio (Roma, Rieti), Liguria (Genova), Lombardia (Milano, Mantova), Marche (Ancona), Piemonte (Novara, Torino), Puglia (Bari, Lecce, Taranto), Sicilia (Palermo, Messina, Catania), Toscana (Firenze, Arezzo), Veneto (Vicenza, Padova).

Obiettivi L’iniziativa intende mettere a disposizione degli associati un’attività di informazione e formazione con interventi di orientamento sui temi relativi al mondo dei giovani, con particolare riferimento alle proble-matiche sociali più diffuse, alla conoscenza delle politiche giovanili nazionali ed europee, alla comunicazione interculturale, alle opportunità di lavoro e tirocinio. Nello specifico si intende: a) realizzare schede da parte degli associati e degli operatori sulle iniziative per l’orientamento scolastico e professionale e creare una banca dati di informazioni sulle tematiche relative alle problematiche giovanili che registri le esigenze degli utenti del servizio; b) realizzare momenti di formazione (incontri, conferenze, lezioni, formazione a distanza) rivolte agli operatori dell’Associazione; tale fase include altresì l’analisi dei bisogni formativi; c) estendere la rete informatica già esistente per assicurare un più efficace collegamento tra le sedi dell’Associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il percorso di formazione degli operatori comprende una varietà di stru-menti, tra cui l’utilizzo di una piattaforma di formazione a distanza. Inoltre, si ricorre agli strumenti informatici e in particolare al sito web e alla rete intranet per la condivisione delle informazioni.

Risultati attesi a) Creazione di una rete di informazioni costantemente aggiornata su temi relativi alle proble-matiche giovanili, utilizzabile dagli operatori dell’Associazione per aiutarli nelle loro attività di orientamento, consulenza e assistenza ai giovani; b) contributo alla diffusione più generale di informazioni sulle tematiche di interesse giovanile.

Aspetti innovativi La realizzazione delle azioni progettuali prevede il ricorso a specifici software per la con-divisione delle informazioni fra tutti gli operatori della rete, che agiscono quindi in modalità di continuo collegamento, usufruendo delle possibilità più innovative offerte dalle tecnologie di knowledge management.

Trasferibilità L’iniziativa intende dar luogo a un modello di servizio di assistenza ai giovani; esso sarà speri-mentato in una prima fase nelle sedi provinciali e poi trasferito alle sedi regionali e, in un terzo momento, all’in-tero territorio nazionale. La documentazione realizzata è messa a disposizione delle sedi presenti nelle regioni Obiettivo 1 per fornire un servizio di informazione e orientamento che sarà implementato nell’ambito di un altro progetto dell’Associazione.

D/2008/MCL

140 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Corso di orientamento in Comunicazione Sociale e Fund Raising per Organizzazioni Non Profit”

Ente MODAVICodice D/2008/MODAVIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il fund raising rientra tra le attività di “management” che consentono a una or-ganizzazione nonprofit di svilupparsi secondo logiche di efficacia, efficienza ed economicità. La necessità di favorire la continua crescita qualitativa e quantitativa dei fund raiser all’interno delle organizzazioni nonprofit al fine di diversificare le fonti di finanziamento è legata alla drastica diminuzione dei fondi pubblici disponibili, all’aumento della concorrenza tra i soggetti nonprofit e alla crescita di responsabilità sociale delle aziende.

Ambito territoriale Lazio (Roma), Puglia (Bari), Veneto (Padova).

Obiettivi L’iniziativa progettuale mira a fornire ai partecipanti la capacità di comunicare il sociale per promuo-vere la solidarietà, ricercare donatori potenziali ed effettivi, costruire azioni, coinvolgere e gestire volontari. A tal fine, è prevista l’organizzazione di un percorso formativo articolato in due aree tematiche (Comunicazione sociale e Fund raising per il non profit) e otto moduli didattici di 16 ore ciascuno, per un totale di 128 ore di aula. Il corso si svolge in due edizioni in tre diverse sedi, ed è rivolto a un minimo di 30 e un massimo di 35 partecipanti per sede. Alla fine del corso è prevista la pubblicazione degli atti del corso di formazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il percorso formativo si avvale di una metodologia didattica di tipo inte-rattivo tesa a valorizzare le competenze e le esperienze tra i discenti, in modo da trasformarle in competenze esplicite trasferibili in contesti professionali specifici. Gli interventi dei docenti sono tarati sulla composizione dell’aula e sulle esigenze del progetto formativo. Essi sono proposti in modo da fornire strumenti e tracce per la riflessione e l’approfondimento teorico, nonché elementi critici finalizzati a tentare di coniugare i costrutti teorici con i vari ambiti di applicazione. Si fa inoltre ricorso a esercitazioni di gruppo e individuali, a simulazioni, giochi di ruolo e analisi dei casi già realizzati.

Risultati attesi A breve termine, l’iniziativa progettuale tende a fornire ai partecipanti strumenti operativi per definire una strategia di fund raising efficace che tenga conto delle caratteristiche di un’organizzazione e del suo ambiente di riferimento. In prospettiva più lunga, tra i risultati attesi è l’aumento delle capacità di sostenibilità economica delle organizzazioni nonprofit e la diffusione di una cultura della solidarietà sociale.

Aspetti innovativi Rispetto all’offerta formativa di altri enti che operano nel settore, l’innovatività del proget-to deriva dall’accostamento tra due discipline distinte ma complementari: il fund raising e la comunicazione sociale. Infatti, nel campo del fund raising una comunicazione sociale debole o appiattita sulla retorica dell’a-iuto paternalistico e dell’assistenza, oltre a fornire una rappresentazione di basso profilo dell’impegno degli enti nonprofit, rischia di rendere inefficace una qualsivoglia campagna di reperimento fondi.

Trasferibilità L’organizzazione, i contenuti e la metodologia didattica del corso proposto rappresentano un modello formativo in grado di rispondere con maggiore efficacia alle esigenze delle organizzazioni nonprofit.

D/2008/MODAVI

141Parte seconda. Schede progettuali

“Consumatore informato, mezzo salvato - percorso di formazione degli operatori e dei soci-consu-matori del Movimento Consumatori”

Ente MDCCodice D/2008/MDCArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Con l’iniziativa progettuale l’Associazione intende professionalizzare, formare e aggiornare i propri collaboratori e volontari su aspetti che caratterizzano la vita di una realtà di Terzo Settore nell’ottica di una sempre migliore gestione, di una maggiore sostenibilità economica, sviluppo interno e radi-camento nel territorio in cui opera. Movimento Consumatori intende altresì fornire ai propri soci attraverso una formazione proattiva su tematiche consumeristiche per favorire una più autonoma tutela dei propri inte-ressi e diritti come consumatori e coinvolgerli maggiormente nel tessuto associativo.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemon-te, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) realizzare una campagna di comunicazione tramite newsletter, sito web e azione di direct mailing, rivolta ai soci per coinvolgerli nelle attività formative; b) sviluppo tecnico del sistema e-learning all’interno della piattaforma intranet dell’Associazione per accentuarne le caratteristiche multimediali e l’interattività finalizzate alla formazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede un’attività di formazione condotta secondo due mo-dalità: e-learning e formazione in aula. La formazione viene preceduta da un test di valutazione per misurare il grado di professionalizzazione relativa ai temi della formazione, di tarare sui risultati di tali test la formazione (in e-learning e in aula) e di verificare il livello di competenze acquisite alla fine dell’intervento formativo. Inoltre, viene messo a disposizione di tutti coloro che partecipano alla formazione e-learning un servizio di tutoraggio tramite un forum dei docenti.

Risultati attesi a) Professionalizzazione dei collaboratori e dei volontari sui temi che caratterizzano la gestio-ne e la vita della realtà del Terzo Settore attraverso specifici test di misurazione delle competenze acquisite; b) coinvolgimento dei soci nelle attività dell’associazione e nel suo tessuto associativo attraverso la misurazione del numero di accessi all’area riservata del sito dell’Associazione.

Aspetti innovativi L’aspetto innovativo del progetto risiede nel coinvolgere i soci in maniera attiva nelle tematiche legate al consumo, integrandoli nel tessuto associativo e fornendo loro strumenti di autotutela.

Trasferibilità ---

“Heptavium -Eutanasia e testamento biologico”

Ente Movimento per la vita italianoCodice D/2007/MPVArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa consiste in un progetto formativo per associati e non sul tema dell’euta-nasia e del testamento biologico. Si tratta di accompagnare giovani e adulti attraverso una proposta educativa

D/2008/MDC; D/2007/MPV

142 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

capace di informare adeguatamente alla conoscenza del fenomeno e di promuovere la capacità di interrogarsi verso orizzonti di senso, opportunità e responsabilità.

Ambito territoriale Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sicilia.

Obiettivi a) Informare in modo corretto e chiaro sui termini del dibattito in tema di eutanasia, accanimento terapeutico, cure palliative e testamento biologico, sia dal punto di vista medico che giuridico; b) promuovere una cultura che favorisca la rimozione delle cause psicologiche e sociali che possono indurre il malato a guar-dare alla morte come ultima via di uscita; c) contrastare la tendenza a suggerire direttamente o indirettamente l’idea che la vita a certe condizioni di disabilità o di malattia non sia più degna di essere vissuta; d) intervenire a livello sociale affinché si incrementi l’accesso dei malati alle cure palliative e alla terapia del dolore.

Metodologia e strumenti utilizzati L’approccio metodologico di questo itinerario formativo utilizza: un se-minario estivo per giovani e un seminario adulti dei Centri di Aiuto alla Vita e dei Movimenti per la Vita locali; tavole rotonde su sette ambiti di approfondimento (etica/bioetica, antropologia, filosofia, diritto, medicina, psicologia, politica/legislazione) realizzate nelle 5 regioni prescelte; convention finale con le istituzioni.

Risultati attesi a) Diffusione della cultura non solidaristica in favore della vita in tutti coloro che partecipe-ranno al progetto; b) facilitazione di un confronto continuo con la realtà e la viva prassi sulle questioni del fine vita quando si dovrà decidere sul testamento biologico; c) maggiore capacità di rispondere alle nuove domande poste dalla scienza attraverso criteri sicuri ed un’accurata riflessione scientifica ed etica; d) formazione di operatori sociali competenti e impreparati su questa complessa tematica di grande attualità.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto non è granché trasferibile.

“Calamità e rischio quotidiano: conoscenza e controllo”

Ente MSPCodice D/2008/MSPArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione intende formare tra i propri quadri dirigenziali e tecnici persone capaci di rispondere in maniera efficace ai rischi naturali e non e di intervenire direttamente nelle attività di protezione civile.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Rimini), Lazio (Roma), Molise(Campobasso).

Obiettivi Il progetto intende svolgere un intervento preventivo e di sensibilizzazione sui soggetti destinatari dell’iniziativa circa i rischi che quotidianamente si possono correre attraverso un’informazione capillare e chiara che permetta di preparare meglio costoro ad affrontare i rischi.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto ricorre alla metodologia dell’apprendimento attraverso espe-rienza e collaborazione, tramite dunque una didattica non statica tradizionale bensì dinamica (web learning, simulazione eventi, etc.).

Risultati attesi Permettere una maggiore capacità di gestione dei rischi.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

D/2008/MSP

143Parte seconda. Schede progettuali

“Gioco di squadra. Percorso di ricerca e formazione per la costruzione del patto di corresponsabilità educativa tra famiglia e associazioni sportive”

Ente PGSCodice D/2008/PGSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Nella proposta progettuale si vuole porre attenzione al ruolo degli allenatori e dei dirigenti sportivi quali figure cardine per attivare strategie che facilitino la collaborazione coi genitori. Il pro-getto mira alla formazione e aggiornamento degli stessi, compiendo un’analisi rappresentativa del campione nazionale per rilevare le aspettative reciproche di genitori, allenatori e dirigenti circa i compiti educativi di ciascuno all’interno delle associazioni sportive salesiane e trasferendo ai territori le modalità organizzative e procedurali per la costruzione del patto di corresponsabilità educativa.

Ambito territoriale Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia.

Obiettivi Il progetto si propone come obiettivo la definizione di un modello organizzativo e procedurale in-terno all’Associazione per la costituzione del patto di corresponsabilità educativa tra famiglia e associazione sportiva attraverso un percorso di ricerca, intervento partecipato e formazione che fornisca un know-how condiviso in ordine al tema e la definizione delle linee guida comuni per l’applicazione del patto nelle realtà associative.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto segue la metodologia della ricerca-azione, che prevede un’in-dagine conoscitiva qualitativa e quantitativa. L’indagine si compie attraverso gli strumenti tipici della ricerca sociale: interviste in profondità a un panel di testimoni privilegiati, questionario semi-strutturato da sommini-strare face to face a un campione nazionale rappresentativo di allenatori e dirigenti delle associazioni sportive nonché ad un campione nazionale rappresentativo di genitori di giovani atleti; tavoli di lavoro di progettazione partecipata con il coinvolgimento attivo dei beneficiari potenziali nelle diverse fasi di progetto.

Risultati attesi a) Costituzione di una Laboratorio nazionale famiglia e sport che si prenda carico del tema “il ruolo educativo della famiglia nello sport” all’interno delle PGS, promuovendo e coordinando gli aggiornamenti teorici e di riflessione, nonché i progetti di formazione e attivazione di volontari e famiglia; b) trasferimento di nuove competenze ai volontari che operano in prima linea con genitori e famiglia.

Aspetti innovativi Il progetto proposto inserisce il patto educativo in un contesto extrascolastico, dove mag-giormente è necessaria una restituzione di ruoli e funzioni agli adulti di riferimento. Inoltre il progetto intende elaborare non tanto i contenuti del patto educativo ma la metodologia di lavoro e le linee guida per attivare i processi di cambiamento per l’applicazione operativa del patto educativo all’interno delle specificità locali. Innovativa è anche la riflessione su un codice etico dell’Associazione.

Trasferibilità Le metodologie di progetto applicate consentono il trasferimento del modello di ricerca-inter-vento sperimentato poiché la metodologia della progettazione partecipata consente un approccio bottom up per il raggiungimento degli obiettivi,valorizzando la struttura organizzativa dell’Associazione che ha la possi-bilità di trasferire “a cascata” a dirigenti regionali, provinciali, locali, metodi e strumenti.

D/2008/PGS

144 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Media Education. Modelli di formazione e innovazione per la promozione della cultura cinemato-grafica nella scuola italiana”

Ente UCCACodice D/2008/UCCAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto si propone di sostenere quadri e dirigenti nell’acquisizione e/o nel po-tenziamento di competenze specifiche finalizzate alla promozione della cultura audiovisiva all’interno della scuola italiana. A tal fine viene sperimentata una metodologia formativa che consenta costruire e programma-re “laboratori di educazione all’immagine” nelle scuole, con il coinvolgimento diretto delle istituzioni aderenti all’iniziativa, anche mediante la formalizzazione di protocolli di intesa. Inoltre, viene previsto anche l’aggior-namento della banca dati nazionale UCCA contenente i dati e le documentazioni relativi alle esperienze di collaborazione tra cinema e scuola e agli strumenti educativi e didattici.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Lazio ( Roma).

Obiettivi a) Realizzare un ciclo di seminari di formazione rivolti ai dirigenti e quadri con la presenza di te-stimoni locali ed esperti; b) programmazione locale di “laboratori di educazione all’immagine” nelle scuole in stretta collaborazione con dirigenti scolastici e docenti degli istituti che hanno aderito all’iniziativa; c) aggior-namento e potenziamento della banca dati nazionale UCCA contenente gli strumenti educativo-didattici e le documentazioni relative alle esperienze di collaborazione tra cinema e scuola; d) scambio e comparazione dei risultati dell’iniziativa formativa tra tutti i partecipanti provenienti dalle differenti aree geografiche, grazie al sistema di monitoraggio e valutazione attivato sin dall’inizio del progetto.

Metodologia e strumenti utilizzati Le attività d’aula sono gestite in modalità blended learning, con una metodologia esperienziale e collaborativa in grado di attivare nei partecipanti un processo di crescita alimen-tato dalle proprie esperienze e costruito attraverso le interazioni e il confronto con gli altri. Nello specifico, la formazione si svolge mediante un intreccio flessibile di lezioni frontali di carattere teorico, sia pur improntate a uno stile partecipativo ed interattivo, e momenti più propriamente esperienziali. La relazione tra cinema e scuola viene esplorata e approfondita in una prospettiva interdisciplinare: italiano per il soggetto, disegno per elaborare la disposizione dei mobili e dei punti di ripresa (story-board), storia dell’arte per analizzare la costruzione delle immagini (colori, prospettive. ecc), musica per la colonna sonora, matematica per stendere un preventivo dei costi.

Risultati attesi a) Formazione di almeno 30 dirigenti e quadri UCCA; b) stipula di accordi e protocolli di intesa tra UCCA e i soggetti pubblici/privati coinvolti nell’iniziativa; c) consolidamento del rapporto di UCCA con le scuole, gli archivi audiovisivi e gli enti locali, in funzione della promozione attiva della cultura cinematografica presso le nuove generazioni; d) attivazione di una banca dati nazionale contenente i dati e le documentazioni relativi alle esperienze di collaborazione tra cinema e scuola, e agli strumenti educativi e didattici.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

D/2008/UCCA

145Parte seconda. Schede progettuali

“UISP e ambiente: un processo formativo per uno sport sostenbile”

Ente UISPCodice D/2008/UISPArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce nel contesto di sperimentazioni di azioni formative nell’ottica della promozione di politiche sociali promosse all’interno della UISP nel corso degli ultimi anni e che hanno ha con-tribuito a favorire un cambiamento nella cultura organizzativa dell’Associazione. Il focus di questo progetto è posto sul tema della sostenibilità al fine di incrementare competenze di tipo innovativo tese alla ricerca di connessioni tra le attività associative e la valorizzazione e il rispetto dei territori di riferimento. Obiettivo gene-rale è pertanto lo sviluppo di un intervento formativo capace di rafforzare il sistema UISP nella sua complessità costruendo una cultura progettuale orientata alla logica dello sviluppo sostenibile, con un’azione che non si esaurisca al termine delle attività, ma sia capace di “promuovere rete ed iniziative” valorizzando il contesto in cui i componenti della rete agiscono.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Bologna, Reggio-Emilia, Modena e Rimini), Friuli-Venezia Giulia (Porde-none), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Sicilia (Messina), Umbria (Perugia).

Obiettivi a) Fare sperimentare ai dirigenti e quadri la progettazione di iniziative concepite in maniera sostenibile; b) formare gruppi di dirigenti con competenze atte a valutare sperimentalmente la sostenibilità delle iniziative realizzate; c) consentire ai dirigenti formati sui temi della sostenibilità di costituire una rete nazionale di “esperti; d) consentire l’acquisizione su base nazionale di materiali sperimentali sui quali costruire una banca dati da uti-lizzare come guida per favorire una migliore definizione delle politiche ambientali dell’Associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia formativa segue un’impostazione flessibile con il ricorso a metodologie didattiche diversificate. A seguito di una didattica nazionale comune con un’attività formativa tradizionale, frontale, sui temi della sostenibilità e sulla applicazione di tali basi teoriche in ambito associativo sono previsti specifici momenti di approfondimento tecnico-sperimentale su specifiche tematiche a carattere interregionale, attraverso la costituzione di piccoli gruppi accompagnati ciascuno da un tutor. Tale lavoro sarà basato sia su incontri per i quali si ricorrerà a metodologie formative alternative (focus group, outdoor, role playing), sia sulla partecipazione a manifestazioni ed eventi legati al territorio, prevedendo anche visite in aree, impianti, parchi oggetto di studio. L’attività formativa si conclude con l’elaborazione e la redazione di una guida netodologica dell’iniziativa che, oltre alla presentazione dei lavori dei gruppi, ripercorre l’intero iter formativo.

Risultati attesi a) Aumento delle capacità di dirigenti, quadri e operatori dell’Uisp per permettere loro di agire consapevolmente come agenti di una cultura progettuale comune, orientata alla logica dello sviluppo sostenibile; b) sviluppare innovazioni in grado di rendere più qualificati dirigenti, quadri dell’Associazione e conseguentemente capaci di assumere le nuove e più complesse funzioni connesse ai cambiamenti del conte-sto di riferimento; c) sviluppo delle capacità relazionali e trasversali; d) rafforzamento del sistema formativo dell’Associazione e del suo carattere di sistema sul piano identitario e valoriale.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo risiede in due elementi: da un lato la scelta della tematica, ossia la strutturazione di un percorso formativo mirato allo sviluppo, alla promozione e alla diffusione di una comune cultura progettuale basata sul concetto di sostenibilità; dall’altro la strutturazione di un’iniziativa formativa basata sull’utilizzo di molteplici metodologie, che si configura come percorso mirato a preparare i destinatari non solo fornendo loro competenze, ma come specifico momento teorico che accompagna la concreta progettazione e realizzazione di iniziative attuate e verificate con i criteri della sostenibilità.

Trasferibilità ---

D/2008/UISP

146 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Momo – L’Empowerment che fa la differenza”

Ente UNIAMOCodice D/2008/UNIAMOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto La finalità dell’iniziativa è quella di creare occasioni di incontro-confronto tramite un ciclo di seminari tra i diversi “attori” della federazione (dirigenti nazionali, presidenti e dirigenti delle as-sociazioni dei pazienti delle diverse malattie rare, esperti), i quali spesso si ritrovano, a causa di uno scarso raccordo con le altre associazioni, isolati, emarginati e incapaci di proporre strategie nuove e di incidere nel tessuto sociale di appartenenza.

Ambito territoriale Emilia Romagna (Bologna), Lombardia (Milano), Puglia (Bari), Sicilia (Messina), Toscana, (Firenze), Veneto (Venezia).

Obiettivi a) Studio e approfondimento delle diverse “configurazioni giuridiche” degli enti nonprofit; b) fornire di dati conoscitivi e informativi utili a colmare eventuali lacune relativamente ai poteri e alle competenze delle istituzioni territoriali in merito alle problematiche delle “malattie rare”; c) sensibilizzare l’opinione pubblica e responsabilizzare la collettività in merito alle problematiche delle malattie rare.

Metodologia e strumenti utilizzati Gli obiettivi vengono raggiunti tramite: la realizzazione di una campagna informativa per la partecipazione ai seminari rivolta a tutta la rappresentanza associativa dei pazienti affetti da patologia rara; lo svolgimento di tre seminari formativi, sia tramite i contributi tecnici di professionisti appositamente invitati, sia attraverso momenti di work-shop e di brainstorming in cui i diretti interessati ri-cevono chiarimenti in merito a dubbi e domande, condividono esperienze e avanzano proposte. A conclusione dei seminari formativi tutto il materiale prodotto è raccolto in un supporto digitale sul sito dell’associazione per favorire il proseguimento dei necessari approfondimenti e degli ulteriori contributi.

Risultati attesi a) Aumento delle conoscenze tecnico-gestionali sugli enti non profit da parte dei dirigenti e dei soci; b) offrire ai partecipanti una base di discussione ampia e condivisa, con il contributo di specifici esperti, con lo scopo di far capire l’importanza della costituzione di un contenitore giuridico ampio e compren-sivo di tutte le associazioni e di approfondirne tempistiche ed adempimenti; c) creazione di una federazione nazionale con strutture e ramificazioni territoriali professionalizzate e adeguate ad affrontare con efficacia le diverse “sfide” istituzionali.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Improving. Azioni di miglioramento dei sistemi di apprendimento permanente”

Ente UNIEDACodice D/2008/UNIEDAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto è finalizzato ad acquisire una migliore conoscenza dell’offerta formativa dell’Associazione in tutte le sue articolazioni, con una particolare attenzione alle modalità con le quali l’offerta viene erogata in termini di qualità, di efficacia, di efficienza nonché di soddisfazione degli utenti. A tal fine viene realizzata un’attività di ricerca per rilevare le caratteristiche e la qualità della formazione permanente in Italia e un’attività formativa rivolta ad operatori e dirigenti di strutture territoriali Unieda.

D/2008/UNIAMO; D/2008/UNIEDA

147Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Nazionale, a esclusione di Molise e Valle D’Aosta.

Obiettivi a) Conoscere e approfondire i fabbisogni di formazione inespressi che possono essere convertiti in domanda esplicita; b) individuare e acquisire le modalità più efficaci di coinvolgimento degli attori chiave dei sistemi locali, istituzionali e sociali più significativi; c) favorire l’acquisizione di competenze necessarie da par-te dei docenti e formatori coinvolti nei processi di apprendimento permanente; favorire lo sviluppo nella rete Unieda di un sistema informativo in grado di rendere disponibile a gruppi mirati tutte le informazioni relative sia alle opportunità formative che a quelle di lavoro.

Metodologia e strumenti utilizzati L’attività di ricerca viene svolta tramite analisi desk e realizzazione di fo-cus group costituiti da testimoni significativi dell’universo dell’Educazione degli adulti (EDA) e da attori chiave dei sistemi locali istituzionali e sociali. Sulla base dei risultati di tale ricerca vengono progettati e realizzati gli interventi formativi svolti tramite lezioni frontali, analisi di casi, esercitazioni, testimonianze di formatori e rappresentanti che operano nel campo dell’apprendimento non formale.

Risultati attesi a) Realizzazione di una rete stabile di specialisti della formazione permanente diffusa su tutto il territorio attraverso le articolazioni settoriali e territoriali di Unieda; b) predisposizione di un manuale operativo sulle procedure di formazione e aggiornamento per i soggetti coinvolti nelle attività e iniziative di apprendimento permanente; c) stimolo alla cooperazione interistituzionale per la condivisione di efficaci misure per la convalida dei risultati dell’apprendimento acquisito.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità è garantita dalla possibilità di individuare specifici indicatori di trasferibilità attraverso cui possono essere selezionati i casi potenzialmente eccellenti nei cui confronti adottare sia le tecniche di benchmarking, sia le strategie di mainstreaming orizzontale.

“Strategie e obiettivi UNPLI tra continuità e innovazione”

Ente UNPLICodice D/2008/UNPLIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto si propone l’organizzazione e la realizzazione di un apposito e strutturato corso di formazione sull’intero territorio nazionale. Un corso capace di venire incontro alle esigenze di una formazione continua e di mettere i dirigenti ed i soci dell’associazione nelle condizioni di affrontare i problemi, le scadenze, la quotidianità con un modus operandi lineare, strutturato e coerente.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Obiettivi a) Stimolare nei destinatari interventi diretti a partire dalle loro capacità ed attitudini; b) rendere partecipi di un determinato processo tutti i membri dell’organizzazione affinché sia percepito il proprio lavoro in una dimensione orizzontale e allo stesso tempo fortemente responsabilizzante; c) acquisire capacità di “rischio” successive a capacità di ricerca e rielaborazione di dati e risultati

Metodologia e strumenti utilizzati Il processo di apprendimento tramite lezioni frontali, laboratorio di appro-fondimento, uso di test psico-attitudinali è largamente considerato centrale nella progettazione di un percorso formativo e richiede che la metodologia di insegnamento, attraverso strategie appositamente strutturate, sia capace di rispettare e stimolare apprendimenti complessi e superiori. Grande rilievo è dato all’uso della FAD

D/2008/UNPLI

148 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

(Formazione a distanza) con somministrazione di test d’ingresso e di uscita.

Risultati attesi a) Acquisizione di una maggiore comprensione da parte dei soci del proprio ruolo nell’UNPLI e nella società; b) incremento di azioni e attività relazionali interne ed esterne; c) favorire la crescita professio-nale e motivazionale dell’intero sistema UNPLI.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

Iniziative annualità 2008ai sensi della lettera F

151Parte seconda. Schede progettuali

“Crescere insieme. Tutela e promozione dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani attraverso il coivnolgimento di famiglia, comunità e scuola”

Ente ACLICodice F/2008/ACLIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Partendo dalla constatazione della vulnerabilità e del disagio crescenti nell’infanzia e nell’adolescenza, la presente iniziativa mira a incentivare la creazione di luoghi sociali di aggregazione e percorsi collettivi di tutela e promozione, favorendo la relazione tra gruppi giovanili e la comunità locale di ap-partenenza. Essa è strutturata lungo due direttrici: da un lato il sostegno alla tutela e promozione dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso attività specifiche rivolte agli educatori; dall’altro, lo stimolo dell’impegno e della partecipazione costruttiva da parte dei giovani rispetto ai problemi del proprio territorio.

Ambito territoriale

Calabria (Cosenza), Lombardia (Bergamo), Puglia (Bari), Toscana (Siena).

Obiettivi a) Organizzare due corsi formativi rivolti a operatori e volontari impegnati nelle sperimentazioni a livello locale.Implementare attività sperimentali nelle quattro sedi indicate: b) incontri e seminari di approfon-dimento su tematiche relative all’educazione, alla genitorialià e alla formazione (Salute, Ambiente e società, Scuola, Comunicazione/Mass media, Rapporti extra-familiari e costruzione di rete, Raporti intra-familiari); c) realizzazione di un sito web comprendente forum di discussione; d) iniziative finalizzate alla realizzazione di momenti di socialità (ad. es., attività di recupero aree pubbliche); e) un percorso formativo per i giovani fina-lizzato alla realizzazione di un cortometraggio/documentario sulla realtà del proprio contesto territoriale, che verrà successivamente presentto e diffuso.

Metodologia e strumenti utilizzati Tutte le attività all’interno del processo educativo sono organizzate con l’obiettivo di coinvolgere attivamente tutti i soggetti rappresentativi della comunità; sia il processo di pro-gettazione che la fase esecutiva sono perciò costruiti in modo partecipato attraverso la metodologia della co-progettazione. Nella realizzazione delle attività destinate ai giovani è utilizzata una metodologia capace di valorizzare le modalità espressive fondate sulla informalità e sulla creatività. Strumenti di uso comune nelle fasce di età coperte dal progetto – come video, internet, blog – garantiscono la partecipazione attiva e consapevole dei destinatari.

Risultati attesi L’iniziativa progettuale mira anzitutto a costruire in ciascuna delle quattro sedi di sperimen-tazione un luogo di socializzazione dove famiglia, scuola e comunità possano realizzare attività educative co-muni. Secondo risultato atteso è il coinvolgimento dei giovani in un percorso di cittadinanza attiva che stimoli il rispetto delle regole della convinenza civile e la costruzione di relazioni intergenerazionali e interculturali.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Anziché realizzare un progetto in una singola realtà, si è scelto di sperimentare un intervento articolato in più territori in modo da poter confrontare, al termine delle attività, le esperienze maturate e indi-viduare le pratiche che portano i risultati migliori. La raccoltà delle buone pratiche è la base per la costruzione di un modello riproducibile, da proporre e diffondere nelle realtà territoriali dove l’Associazione è presente. Le buone pratiche emerse dalla realizzazione dell’inziativa sono diffuse attraverso la rete di 4000 strutture di base ACLI e tra i più di 40.0000 associati.

F/2008/ACLI

152 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Compro Bio. Compro etico. Promozione e marketing dei prodotti della bio agricoltura sociale per un consumo responsabile”

Ente AIABCodice F/2008/AIABArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto si propone di favorire la realizzazione di canali commerciali ad hoc per i prodotti dell’agricoltura bio-sociale al fine di facilitare la collocazione sul mercato dei prodotti delle fatto-rie sociali e di promuovere un consumo etico e responsabile. I canali di commercializzazione che il progetto intende promuovere sono improntati alla pratica della filiera corta con l’obiettivo di favorire un rapporto diretto e “partecipativo” fra produttori agricoli e consumatori, nonché pratiche commerciali ambientalmente ed economicamente sostenibili.

Ambito territoriale Nazionale, a esclusione della Valle d’Aosta.

Obiettivi a) Ampliare gli sbocchi commerciali per i prodotti delle aziende agri-sociali attraverso canali im-prontati alla pratica della filiera corta e dello sviluppo locale; b) formare operatori specializzati in marketing sociale, con particolare riferimento a persone disabili delle cooperative sociali addette alle vendite, a dirigenti e collaboratori AIAB, al personale di associazioni di consumatori e produttori interessati ad inserirsi in canali commerciali diversi da quelli convenzionali; c) facilitare il rapporto tra produttori agri-sociali e consumatori attenti alla sostenibilità sociale e ambientale.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto si avvale di: attività di ricerca finalizzata, attraverso l’utilizzo di questionari e casi studio specifici, a verificare lo spazio di mercato dei prodotti dell’agricoltura bio-sociale, la conoscenza dei consumatori di tale attività e a verificare il target dei consumatori che scelgono di acquistare i prodotti dell’agricoltura sociale e le loro motivazioni all’acquisto; b) attività formativa, rivolta alla creazione della figura di promoter dei prodotti dell’agricoltura sociale attraverso due seminari; c) tre casi di studio sui prodotti dell’agricoltura sociale e il consumo responsabile finalizzati ad acquisire informazioni sulla figura dei cittadini-consumatori e le loro motivazioni all’acquisto.

Risultati attesi a) Dare visibilità ai prodotti delle fattorie sociali e al loro elevato valore etico; b) costruire una rete per la promozione e vendita dei prodotti agri-sociali sul territorio nazionale delle bio-fattorie sociali, aperta anche alle fattorie sociali di nuova costituzione; c) creare nuove occasioni di lavoro per soggetti svan-taggiati nelle strutture di commercializzazione dei prodotti agri-sociali.

Aspetti innovativi Il progetto si presenta come innovativo in quanto si prefigge la costruzione di un canale specifico di promozione dei prodotti dell’agricoltura sociale finalizzato alla realizzazione di reti commerciali attualmente non esistenti.

Trasferibilità Il modello si presta ad essere esteso in particolar modo alle associazioni, enti, organizzazioni afferenti la tutela del territorio ma anche ad altre realtà del Terzo Settore su tematiche differenti.

F/2008/AIAB

153Parte seconda. Schede progettuali

“I valori dello sport solidale come prevenzione della cultura del doping e come strumento di inclusio-ne dei giovani nelle reti sociali”

Ente AICSCodice F/2008/AICSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla constatazione dell’insufficienza delle campagne di sensibiliz-zazione sui rischi del doping, fenomeno in crescita costante anche tra i giovani.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Salerno, Napoli), Emilia-Ro-magna (Forlì), Lazio (Roma), Liguria (Savona), Piemonte (Torino), Sardegna (Sassari), Sicilia (Palermo), Veneto (Padova, Vicenza).

Obiettivi Dopo un’indagine conoscitiva sulle esigenze dei giovani in merito alla pratica sportiva con e senza l’utilizzo delle sostanze dopanti e delle rappresentazioni dei giovani sull’uso di sostanze condierate dopanti, delle possibili motivazioni e sui rischi connessi – indagine che è condivisa con la comunità attraverso un convegno – il progetto si pone i seguenti obiettivi: a) organizzare dibattiti che abbiano come filo conduttore i temi del doping come rischio per la salute e contravvenzione ai principi dell’etica sportiva; b) organizzare focus group per l’individuazione di azioni locali per l’integrazione dei giovani, per un totale di 20 incontri della du-rata di quattro ore ciascuno, con la partecipazione di giovani e operatori territoriali dell’AICS. Nella fase finale è prevista l’organizzazione di una giornata di convegno durante la quale sono presentate le azioni realizzate a livello territoriale e viene conferito un riconoscimento al miglior progetto di peer education.

Metodologia e strumenti utilizzati Nella fase iniziale del progetto relativa all’indagine conoscitiva si utiliz-zano questionari a domande aperte rivolti non solo ai giovani ma anche agli allenatori, ai cittadini e agli altri rappresentanti della comunità. Le risposte sono sottoposte all’analisi MADIT- Metodologia di analisi dei dati informatizzati testuali. In un secondo tempo, l’utilizzo dei focus groups permette di far luce sui punti critici e sui punti di forza relativamente alla diffusione di pratiche sportive “etiche”. Tale metodologia di lavoro co-stituisce per il progetto uno strumento per rilevare il maggior numero possibile di idee/proposte da parte dei partecipanti, e per garantire che queste non siano calate dall’alto bensì condivise dalla comunità di apparte-nenza degli operatori. Il progetto si dota inoltre di un Comitato scientifico quale strumento di validazione a cui partecipano anche docenti dell’università di Sassari e rappresentanti del Dipartimento di giustizia minorile.

Risultati attesi a) Favorire una cultura dell’etica sportiva, della legalità e della sana partecipazione sportiva quali valori che precedono quello della competizione;b) creare l’occasione per la costruzione di una rete sociale fra gli attori del territorio che si occupano delle prassi rivolte ai giovani per la promozione della salute in am-bito sportivo e occasioni di confronto e cambiamento per i giovani residenti in aree disagiate.

Aspetti innovativi Il progetto propone una metodologia della ricerca azione che permette di ottimizzare l’azione dei focus groups.

Trasferibilità Il progetto risulta trasferibile sia ad altre associazioni che ai ruoli interni dell’organizzazione.

F/2008/AICS

154 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Conosceteci meglio: un ufficio relazioni esterne per promuovere i diritti delle persone con sindrome di Down”

Ente AIPDCodice F/2008/AIPDArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Dopo vari anni di esperienza di fund raising e di comunicazione con i media con-dotta in maniera episodica e non sistematica al fine di promuovere la figura della persona Down e dei suoi diritti, l’Associazione si pone l’obiettivo di dare coerenza alle iniziative di raccolta fondi, istituendo un ufficio di relazioni esterne con personale appositamente e permanentemente dedicato a tale funzione, unitamente al potenziamento di un efficace ufficio stampa. Il progetto prevede anche una formazione della dirigenza e di tutto il personale interno della sede nazionale al fine di impedire che le materie in oggetto siano appannaggio di un ristretto gruppo di personale interno ed esperti esterni, affinché la promozione dall’associazione nonché dell’immagine delle persone che essa rappresenta siano sentite come patrimonio condiviso.

Ambito territoriale

Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto, Trentino-Alto Adige.

Obiettivi a) Pianificazione e lancio di una campagna di promozione immagine della persona con sindrome down e di raccolta fondi; b) costituzione di un ufficio relazioni esterne a regime; c) redazione del “Documento di Buona Causa”, al fine di riassumere la missiondell’AIPD e gli obiettivi strategici e operativi, e al fine di raf-forzare il senso di appartenenza associativa da parte dei soci e degli operatori, nonché per la produzione dei materiali promozionali destinati all’”esterno”; d) elaborazione di “linee guida”per le sedi locali su un efficace e corretta promozione dell’immagine della persona con sindrome di down, nonché sulla raccolta fondi.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia formativa prevede l’affiancamento di esperti con funzione di tutor, consulenti e validatori esterni per far “crescere” il personale interno dell’AIPD. Tale affiancamento avviene sia on line, attraverso il tutoraggio e con l’utilizzo di schede di monitoraggio, sia attraverso incontri periodici per monitorare l’esperienza in itinere e in fase conclusiva. È prevista anche la distribuzione a tutte le sezioni dell’associazione di un pacchetto formativo sul sito e tramite CD.

Risultati attesi a) Messa a regime dell’ufficio relazioni esterne con personale interno ed eventuali accordi con enti esterni per consulenza e sostegno in particolari occasioni; b) re-styling del sito e del materiale pro-mozionale; c) formazione e coinvolgimento della dirigenza e del personale interno della sede nazionale nella gestione coordinata e condivisa delle relazioni esterne; d) creazione di una stretta sinergia tra ufficio stampa e ufficio fund raising,al fine di istituire un ufficio relazioni esterne accreditato all’esterno e che funga da modello presso le sezioni locali.

Aspetti innovativi L’aspetto più innovativo del progetto consiste nel formare e coinvolgere non solo il per-sonale addetto alle relazioni esterne ma anche la dirigenza e tutto il personale interno della sede centrale, in modo da uniformare i principi di raccolta fondi e l’immagine della persona con sindrome di down da veicolare all’esterno.

Trasferibilità ---

F/2008/AIPD

155Parte seconda. Schede progettuali

“Io sono perché siamo. Azioni innovative e di sistema per la promozione del dialogo tra diversità, con il coinvolgimento di giovani e anziani, persone in condizioni di marginalità e cittadini migranti di prima e seconda generazione, all’interno della rete ARCI e nelle comunità locali”

Ente ARCICodice F/2008/ARCIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto In continuità con i precedenti progetti sperimentali e come fase successiva di un percorso organico teso all’innovazione e all’empowerment associativo, il progetto individua il proprio scopo prin-cipale nella definizione e nella prima sperimentazione delle “buone pratiche per ricostruire il senso di comunità nel XXI secolo”. Al centro delle azioni progettuali, a livello nazionale e nei territori sedi di sperimentazione, è il rapporto e il dialogo tra le diversità (intergenerazionale, intergenere, interculturale) che arricchiscono le comu-nità locali, per ricostruire la capacità di riconoscersi tra diseguali, siano essi giovani e anziani, donne e uomini, italiani e migranti.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Basilicata (Potenza), Emilia-Romagna (Reggio-Emilia), Toscana (Firen-ze), Veneto (Padova).

Obiettivi a) Analisi del ruolo associativo giocato dall’ARCI nel contesto attuale previa ricognizione delle espe-rienze target effettuata per mezzo di somministrazione di questionari semi-strutturati e approfondimenti telefonici; b) definizione e condivisione del modello associativo ARCI tra dirigenti e operatori della rete tramite seminari, workshops e focus groups tematici volti alla elaborazione partecipata di strumenti e azioni positive; c) sperimentazione e disseminazione del modello attraverso percorsi di sperimentazione locale a beneficio di almeno 150 destinatari e con la partecipazione di diversi stakeholders locali (Regioni e altri enti locali, sindacati, associazioni e comitati, rappresentanze giovanili e della terza età, comunità del territorio e degli immigrati, etc.) e implementazione delle azioni positive e delle pratiche innovative nelle cinque sedi territoriali prescelte; d) organizzazione di un convegno allo scopo di presentare pubblicamente e diffondere la strategia di intervento dell’Associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede l’utilizzo di questionari semi-strutturati e approfon-dimenti telefonici per la ricognizione delle esperienze target ai fini dell’analisi del ruolo associativo attuale e il ricorso a diverse modalità di condivisione del modello associtivo tra dirigenti e operatori (seminari, workshops e focus groups).

Risultati attesi a) Valorizzazione dell’Associazione e della rete associativa quale laboratorio di sensibilizzazio-ne e sperimentazione di relazioni, linguaggi, e azioni innovative, come spazio aperto di incontro, conoscenza e dialogo fra diversi; b) coinvolgimento dell’intera rete nazionale ARCI in un percorso di auto-valutazione, empowerment, sperimentazione di modelli di intervento innovativi finalizzati a promuovere il dialogo tra le diversità; c) rafforzamento del ruolo dell’associazionismo di promozione sociale come soggetto in grado di interpretare i bisogni del territorio e attivare le risorse e le capacità di risposta adeguate tra giovani, anziani, migranti di prima e seconda generazione, persone in condizioni di marginalità o disagio.

F/2008/ARCI

156 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’iniziativa progettuale è concepita ai fini della diffusione dei suoi risultati all’interno dell’Associa-zione, attraverso la costruzione di un paradigma di azione. Nel corso del progetto si sperimentano perciò alcune pratiche che fungeranno da esempio per le centinaia di altre iniziative che l’Associazione gestisce sul teritorio nazionale.

“Approdi negati: interventi di riduzione dell’alta marginalità delle persone lesbiche, gay, bisex e trans gender LGBT”

Ente ARCIGAYCodice F/2008/ARCIGAYArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Lo scopo del, progetto è quello di arginare il fenomeno dell’esclusione sociale dei “sex workers” e degli “homeless” LGBT (persone lesbiche, gay, bisex e trasgender), attraverso la creazione di un rete tra Arcigay e le strutture operanti nel settore, al fine di effettuare percorsi formativi rivolti agli operatori delle strutture stesse e di metterli in grado di accogliere l’utenza LGBT e di affrontare le problematiche speci-fiche di questo target d’utenza.

Ambito territoriale Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

Obiettivi a) raccolta attraverso due differenti indagine conoscitive delle informazioni sulle strutture esistenti che si occupano di problematiche relative ai sex workers e sulle strutture di accoglienza per i senza fissa dimora; b) costruzione di una rete tra Arcigay e le strutture individuate finalizzata al trasferimento delle in-formazioni necessarie per arginare i fenomeni sociali oggetto dell’iniziativa progettuale; c) predisposizione di percorsi formativi rivolti agli operatori non solo dell’Associazione ma anche delle strutture di sostegno ai sex workers e agli homeless, finalizzati al trasferimento di competenze; predisposizione degli strumenti necessari a fornire il sostegno adeguato al target di riferimento; d) elaborazione di buone prassi .

Metodologia e strumenti utilizzati I moduli formativi, a carattere residenziale, sono calibrati attraverso i risultati delle ricerche, le competenze di Arcigay, le professionalità operanti sui temi LGBT e la letteratura scientifica internazionale. La disseminazione e la valorizzazione dei risultati e delle competenze avvengono per mezzo del sito web, della pubblicazione di materiale informativo, della produzione e diffusione di un manuale e dei pacchetti formativi a disposizione di ulteriori operatori.

Risultati attesi a) Ottenere dati sulle strutture che si occupano di problematiche relative ai sex workers e sulle strutture di accoglienza per homeless al fine di individuare i bisogni formativi degli operatori; b) fornire agli operatori le competenze opportune per predisporre approcci più efficaci per accogliere gli utenti LGBT; c) creare una rete di soggetti operanti sui diversi aspetti dei fenomeni in oggetto.

Aspetti innovativi L’innovatività relativa ai contenuti del progetto risulta evidente dal fatto che in Italia non sono mai state affrontate su scala nazionale ricerche relative al fenomeno dei sex workers e homeless LGBT, né la formazione di operatori di questi settori, né interventi di riduzione del disagio sociale per queste categorie di persone. Inoltre, la modalità di gestione presenta un elevato livello di innovatività derivato dalla creazione di una rete che coinvolge tutte le strutture di Arcygay e di quelle, pubbliche e private, che effettuano servizi di assistenza e supporto a sex workers e homeless.

F/2008/ARCIGAY

157Parte seconda. Schede progettuali

Trasferibilità La struttura del modello progettuale, articolato in ricerca, formazione, applicazione e feedback e applicato su scala nazionale, risulta trasferibile ad interventi finalizzati ad affrontare anche altre tipologie di problematiche.

“Sport senza frontiere”

Ente ASICodice F/2008/ASIArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto L’idea che anima l’iniziativa progettuale è di creare opportunità per quanti inten-dano l’attività sportiva come strumento di integrazione sociale e razziale. L’obiettivo è dunque l’attuazione di iniziative di integrazione rivolte non solo ai cittadini stranieri ma anche a quelli italiani allo scopo di promuovere la conoscenza reciproca, il riconoscimento e il rispetto delle diverse indentità culturali. A fini di integrazione, lo sport rappresenta un’occasione unica di incontro, conoscenza e scambio tra culture, e di crescita personale; esso costituisce dunque un’attività particolarmente funzionale al raggiungimento degli obiettivi del progetto, che implicano il coinvolgimento delle federazioni sportive e dei comitati provinciali e regionali dell’Associazione.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Frosinone, Latina), Lombardia (Milano), Umbria (Perugia), Veneto (Rovigo).

Obiettivi Obbiettivo principale del progetto è l’organizzazione di campionati di calcio a cinque, basket, pal-lavolo e rugby che vedano la partecipazione di un totale di seicento atleti italiani ed extracomunitari. Ogni singolo torneo, svolto in parallelo con gli altri e della durata di quattro mesi ciascuno, prevede la presenza di sedici squadre, di cui otto omposte per metà da ragazzi italiani e per metà da ragazzi stranieri, quattro rappresentative di altrettanti circoscrizioni di Roma e altre quattro rappresentative delle comunità di stranieri più consistenti. I giudici di gara sono arbitri ASI. La fase finale del torneo è anche l’occasione per convegni, dibattiti e per conoscere atleti stranieri che testimonino come lo sport abbia facilitato l’integrazione in Italia.

Metodologia e strumenti utilizzati Il principale strumento metodologico riguarda il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei concorrenti non solo nella fase centrale dei campionati, ma anche nella promozione dell’evento, nel reclutamento dei partecipanti e in generale nell’organizzazione delle attività.

Risultati attesi a) Aiutare l’integrazione degli immigrati extracomunitari attraverso lo sport; b) Sensibilizzare i cittadini italiani al fine di creare una nuova coscienza della società multirazziale.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto si basa sulla formula dell’organizzazione del torneo, che prevede squadre a composizione mista. Questa soluzione favorisce il senso di appartenenza a un gruppo a prescindere dalle origini. Un ulteriore elemento innovativo è nella combinazione della competizione sportiva con iniziative di carattere culturale, nell’ottica di favorire una maggiore conoscenza e rispetto delle abitudini socioculturali e religiose di altre comunità rispetto a quella italiana.

Trasferibilità L’Associazione può contare su una rete di comitati e iscritti estesa su tutto il territorio; gli aspetti di integrazione descritti saranno perciò successivamente estesi alle diverse realtà delle province italiane. La formula proposta delle squadre miste sarà successivamente trasferita ai vari comitati dell’Associazione, tenen-do conto dei risultati ottenuti e delle tematiche relative all’integrazione specifiche di ogni regione e provincia in cui operano i comitati ASI.

F/2008/ASI

158 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Vivere la notte”

Ente ASI CIAOCodice F/2008/ASI CIAOArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto è rivolto ai giovani ed evidenzia il disagio giovanile legato all’uso ed abuso di sostanze stupefacenti e di alcool e di come queste sostanze siano causa di incidenti stradali.

Ambito territoriale Lazio, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Veneto.

Obiettivi a) Sensibilizzare e informare i giovani sulle problematiche legate all’uso ed abuso degli alcolici e delle sostanze stupefacenti e sui possibili danni neurologici e psicologici che provocano queste sostanze; b) prevenire e contenere il fenomeno delle stragi del sabato sera.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia applicata prevede l’approccio partecipato, attraverso il coinvolgimento di insegnanti, dirigenti di istituti scolastici, studenti e “operatori della notte”. È prevista inoltre la realizzazione di un opuscolo ricco di informazioni riguardo alle droghe e l’abuso di alcool per far riflettere ogni ragazzo e la progettazione e realizzazione del sito internet interattivo.

Risultati attesi Il principale risultato atteso è quello di innescare processi di sensibilizzazione e prevenzione, con l’obiettivo di un uso consapevole del tempo libero e di una valorizzazione maggiore di se stessi e della propria vita.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello del progetto è facilmente replicabile in ogni regione.

“I wonder”

Ente Associazione Santa Caterina da SienaCodice F/2008 /Santa CaterinaArea di intervento tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto L’Associazione intende coinvolgere minori disagiati e famiglie in un percorso di auto-organizzazione e auto-determinazione fondato sui valori comuni della libertà, della solidarietà, della coesione sociale, del rispetto della vita e del bene comune.

Ambito territoriale Calabria, Emilia-Romagna, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto.

Obiettivi a) Potenziare le risorse familiari, professionali e comunitarie in grado di farsi carico di minori vulne-rabili; b) prevenire il disagio e il rischio di devianza dei nostri minori attraverso il lavoro in rete di realtà con maturata esperienza in tale settore.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto fonda il suo percorso sull’utilizzo delle seguenti metodologie: for-mazione permanente e differenziata secondo le tipologie dei destinatari; processi comunitari di sensibilizzazione e sviluppo di sinergie con la creazione di luoghi di accoglienza e di offerta rivolti ai minori e alle loro famiglie.

Risultati attesi a) Incremento delle offerte di sostegno a favore dei minori in situazione di vulnerabilità; b) im-

F/2008/ASI CIAO; F/2008 /Santa Caterina

159Parte seconda. Schede progettuali

plementazione della capacità di risposta del tessuto comunitario e territoriale; c) maggiore interazione tra in-terventi attivati dalle reti formali e informali; d) trasferibilità dei percorsi innovativi sperimentati sul territorio.

Aspetti innovativi Il progetto si caratterizza non come semplice intervento subito dai destinatari ma come intervento nel quale i destinatari siano loro stessi i soggetti attivi.

Trasferibilità ---

“AD PERSONAM - Azioni Dirette, Percorsi E Reti Sociali: Offrire Nuove Alternative e Modelli”

Ente FIS CDOCodice F/2007/FIS CDOArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Molti servizi pubblici e privati sulterritorio si occupano della risposta ai bisogni di persone in condizione di marginalità sociale. Due sono le strade per il potenziamento di questa risposta:la creazione di nuovi servizi o il coordinamento dei servizi già esistenti. Il progetto intende incrementare le esperienze volte a questa seconda soluzione – auspicabile per agioni economiche e di efficienza – facendo particolare attenzione ai territori svantaggiati dell’Obiettivo 1 ma guardando anche ad altri ambiti territoriali in cui sia possibile creare sinergie tra organizzazioni non profit, associazioni di promozione sociale e ammi-nistrazioni locali.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Calabria (Catanzaro), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna, Folrì, Modena, Rimini, Ravenna), Friuli-Venezia Giulia (Trieste, Udine), Lazio (Roma, Frosinone), Liguria (Geno-va), Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio, Varese), Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Urbino), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino, Verbania), Puglia (Bari, Foggia, Lecce), Sardegna (Sassari), Sicilia (Catania, Palermo), Toscana (Firenze), Trentino-Alto Adige (Trento), Veneto (Verona, Padova, Rovigo).

Obiettivi Dopo una fase di predisposizione dell’iniziativa progettuale, comprendente anche la mappatura dei servizi presenti nei singoli territori e funzionali agli obbiettivi del progetto, si mira ad attivare percorsi riabi-litativi di giovani e adulti.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa intende sperimentare percorsi personalizzati, che siano cioè costruiti attorno alla persona che si rivolge al servizio.

Risultati attesi a) Creazione di un servizio stabile e integrato di educazione, aiuto, sostegno, orientamento, presa in carico di giovani e adulti con problematiche di emarginazione legati a problemi esistenziali, patologici, etc.; b) attivazione effettiva di 90 percorsi personalizzati; c) diffusione di un modello di approccio all’emargina-zione perfezionato da alcune organizzazioni nonprofit associate verso altre che sul territorio stanno avviando servizi di risposta al bisogno; d) sensibilizzazione delle comunità locali sui temi, le metodologie e i risultati del progetto.

Aspetti innovativi Le persone che si rivolgono agli sportelli attivati presso alcune imprese sociali non vengono semplicemente avviate ai servizi, ma piuttosto accompagnate nella ricerca di soluzioni che devono essere assunte dalla rete locale. Il punto di partenza è l’intercettazione del bisogno da parte di un servizio, a cui fa

F/2007/FIS CDO

160 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

seguito l’attivazione di una rete di solidarietà che cerca di individuare le priorità e le risposte specifiche al fine di adottare un percorso personalizzato.

Trasferibilità Il modello che permette di realizzare i percorsi personalizzati è per sua natura replicabile e può quindi essere diffuso in seguito alla sperimentazione sull’intero territorio nazionale attraverso le 1449 imprese sociali associate alla Compagnia delle Opere Impresa Sociale. Tutto il know-how sarà a disposizione dei soci gra-zie al materiale di lavoro prodotto e alla pubblicazione dei risultati distribuita nelle fasi conclusive del progetto.

“Men at work. Percorsi innovativi per la promozione e il sostegno all’inclusione sociale delle persone svantaggiate e in condizioni di marginalità e disagio socio-economico”

Ente CDS CDOCodice F/2008/CDS CDOArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto nasce dal desiderio di promuovere e valorizzare la dinamica sussidiaria e di “popolo” che caratterizza la vita dei Cdssperimentando un processo di inserimento lavorativo in cui il con-tributo del “popolo” sia valorizzato in ogni fase: per questo motivo si prevede la partecipazione di cooperative sociali di tipo B, realtà del nonprofit, imprese ed enti pubblici. Il progetto “Men at work” permette di definire e sperimentare sul territorio un processo per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate che preveda le fasi dell’incontro, dell’inserimento in un’opera di transizione, della stabilizzazione nel mondo del lavoro (nel profit o non profit), della comunicazione. “Men at work” avvia questo modello in alcuni territori, allo scopo di sperimentarlo per 10 mesi e garantirne la trasferibilità in altri contesti territoriali.

Ambito territoriale Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto.

Obiettivi a) Realizzazione di un processo di inserimento lavorativo rivolto alle categorie svantaggiate ed emar-ginate; b) realizzazione e diffusione di strumenti di comunicazione per la promozione dell’inclusione sociale e la tutela delle categorie svantaggiate; c) realizzazione di iniziative innovative per favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità, migranti in condizioni di marginalità e disagio, tossicodipendenti etc.

Metodologia e strumenti utilizzati Il percorso sperimentale, pur essendo declinato in diverse azioni, è carat-terizzato da una metodologia comune che consiste nel coinvolgimento e nella collaborazione con i soggetti presenti sul territorio e nella valorizzazione di alcune figure (il “facilitatore”, il tutor ) che possano accompa-gnare la persona incontrata ed introdurla nel rapporto con il contesto sociale e lavorativo.

Risultati attesi a) Sperimentazione di un processo innovativo di inserimento lavorativo rivolto alle categorie svantaggiate ed emarginate; b) valorizzazione e coinvolgimento di tutti i soggetti vivi della società (imprese, enti locali, enti nonprofit) all’interno di un processo per il sostegno all’inclusione sociale; c) individuazione di buone prassi e metodologie efficaci per la trasferibilità dei modelli sperimentati anche in altri contesti territoriali.

Aspetti innovativi Il progetto ha diversi aspetti innovativi tra cui il riconoscimento delle dinamiche di aiuto reci-proco che avvengono in maniera informale come fattore di costruzione del bene comune e lo sviluppo di una mo-dalità partecipata che investe la creazione di una “rete” per favorire e sostenere concretamente l’inclusione sociale delle persone accolte.

F/2008/CDS CDO

161Parte seconda. Schede progettuali

Trasferibilità Il modello adottato presenta numerosi fattori che ne determinano la trasferibilità quali: lo svi-luppo di nessi organici con le istituzioni affinché il modello sperimentato diventi “sistema”, lo sviluppo delle azioni progettuali in numerosi territori del sud Italia per fare emergere fattori positivi che contribuiscano alla costruzione del bene comune per tutti, il lavoro di monitoraggio e di valutazione delle azioni progettuali teso a testarne l’efficacia e la trasferibilità.

“I luoghi della carità”

Ente Centro culturale Umana AvventuraCodice F/2008/Umana AvventuraArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto sviluppa azioni di sostegno alle persone in condizione di disagio creando veri e propri laboratori accessibili a tutti: i Luoghi della Carità.

Ambito territoriale Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia To-scana, Veneto.

Obiettivi a) Per innestare dinamiche di collaborazione e condivisione si prevede l’organizzazione di momenti di lavoro nazionali itineranti sul territorio italiano con la partecipazione degli enti della rete nazionale del progetto, dei rappresentati delle istituzioni territoriali, di imprese, associazioni di categoria e scuole; durante questi momenti si svolgeranno visite sui vari territori di luoghi significativi della carità in azione; b) si prevede inoltre l’allestimento dei Luoghi della carità e la creazione di una newsletter dal nome “Buona Notizie” conte-nente gli eventi e le scoperte significative.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Creazione di strumenti innovativi di promozione dell’attività sociale; b) allargamento della base sociale attiva, attraverso incontri e workshop itineranti che coinvolgano istituzioni, associazioni e singoli; b) stimolo dello sviluppo delle associazioni che localmente possono diventare veri e propri Luoghi della carità, attraverso la proposta di laboratori con attività educative rivolte ai giovani e per offrire aiuto alimentare alle famiglie in stato di difficoltà.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’individuazione di buone prassi funzionali attraverso una costante azione di monitoraggio per-mette l’individuazione di un modello da poter trasferire in altre situazioni territoriali.

“Il Labirinto. Simbolo della ricerca e della confusione, ma anche simbolo della volontà di affrontare e superare le difficoltà”

Ente COCISCodice F/2008/COCISArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il presente intervento progettuale ha lo scopo di valorizzare la promozione e la diffusione della cultura d’origine dei migranti, favorendo l’incontro e dunque l’integrazione fra mondi diversi. Esso inoltre promuove la cultura e i diritti come fattori di sviluppo economico e integrazione sociale. Le attività sono suddivise in una serie di moduli operativi.

F/2008/Umana Avventura; F/2008/COCIS

162 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Ambito territoriale Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena, Ferrara, Bologna), Lazio (Roma), Marche (Macerata, Ascoli Piceno, Ancona, Fermo), Sicilia (Palermo)

Obiettivi a) Realizzazione di quattro laboratori teatrali; 2) ricerca su “Diritti in movimento per un’inclusio-ne stabile e sicura” e relativo convegno; 3) un seminario su “Sicurezza alimentare e flussi migratori; 4) un workshop su “I servizi sociali orientati all’inclusione: fra diritti fondamentali e diversità”; 5) creazione di una community on line in cui far confluire i risultati del workshop.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede una metodologia formativa che si realizza attraverso tre moduli operativi e un approccio multidimensionale: cognitivo, affettivo e comportamentale. Nel modulo “teatro” attraverso la pratica dell’auto-narrazione l’immigrato ricostruisce la propria identità culturale ar-ricchendola di elementi propri della cultura del paese che lo ospita. Il modulo “ricerche ed eventi” prevede l’organizzazione di un seminario volto all’inclusione socio-culturale attraverso la diffusione di una cultura dei diritti e della compartecipazione e una ricerca sociale grazie alla quale far emergere i risultati delle politiche di accoglienza degli immigrati finora adottate. Infine, nel modulo “l’inclusione partecipata” attraverso laboratori tematici/workshop/seminari si confrontano e valorizzano le esperienze, gli approcci e gli strumenti di interven-ti locali che coinvolgono i migranti come soggetti facilitatori o promotori di inclusione sociale.

Risultati attesi a) Realizzazione di un coordinamento interregionale attivo ed efficiente; b) miglioramento del livello di informazione e conoscenza delle problematiche dei migranti, sia da parte della popolazione che dei referenti istituzionali; c) coinvolgimento attivo dei migranti in attività culturali, di ricerca e divulgazione.

Aspetti innovativi Un primo elemento innovativo è rappresentato dall’individuazione di un canale comuni-cativo che prescinde dalla conoscenza delle lingua italiana e che mette in primo piano la potenzialità dell’uso dei vari linguaggi (es. teatro) per abbattere barriere e paure. Un secondo elemento è riferibile alla metodologia partecipata, utilizzata non solo nella fase di ricerca ma anche di individuazione e disseminazione dei risultati.

Trasferibilità Il progetto è replicabile in qualsiasi territorio geografico da associazioni culturali, Ong, Ammini-strazioni locali che realizzano progetti dedicati ai migranti.

“Too Sport”

Ente CSICodice F/2008/CSIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il crescente disagio giovanile, che si declina in diverse forme di dipendenza, non solo da sostanze, e non è limitato solo alle periferie delle città rende opportuno elaborare una risposta da parte dell’associazionismo di promozione sociale. Un particolare contributo in tal senso può esser dato da quel concentrato di aggregazione, vitalità, partecipazione e inclusione che è l’attività sportiva. Il progetto consiste nel promuovere nei territori più “difficili” le società sportive come avamposto e concreta esperienza di gestione e risoluzione del malessere. La presenza sul territorio nazionale dell’Associazione con oltre 13.000 società sportive affiliate risulta a tal fine di primaria importanza. Il progetto propone la sperimentazione di possibili modelli di società sportiva nell’ottica del confronto con le problematiche di disagio sociale in alcuni quartieri delle città.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna) Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Molise (Campobasso), Puglia (Foggia), Sicilia (Palermo).

F/2008/CSI

163Parte seconda. Schede progettuali

Obiettivi Dopo una fase di promozione e comunicazione del progetto (allestimento pagine web e organizza-zione di un evento promozionale trasmesso in videoconferemza presso i comitati territoriali, attivazione di ser-vizio di counseling), l’iniziativa progettuale mira alla implementazione sperimentale in cinque città finalizzata all’insediamento di un modello di società sportiva, in grado di dare risposta alle esigenze di inclusione sociale nei quartieri sensibili delle città medesime anche attraverso momenti di condivisione comune e assemblee con i ragazzi coordinati dall’educatore sportivo; l’insediamento della società sportiva implica anche la formazione degli operatori delle società sportive (40 ore totali) e la pianificazione di un intervento specifico sul territorio. Il progetto prevede l’elaborazione delle buone pratiche con la stesura di un manuale e la proposizione del modello sperimentato in tre altre città. Infine, è organizzato un convegno finale di due giorni di restituzione dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati Al centro del progetto è il concetto di socializzazione come processo di apprendimento sociale di abilità, atteggiamenti, valori e comportamenti. Il progetto intende allontanarsi da quelle iniziative di inclusione attraverso lo sport spesso occasionali e che raramente danno opportunità reali di inserimento stabile dei partecianti nelle organizzazioni sportive. Nel corso del progetto particolare attenzione è data alle fasi del monitoraggio e della valutazione a fini di replicazione del modello sperimentato.

Risultati attesi a) Sviluppo e sperimentazione di modelli di società sportiva a forte connotazione di promo-zione e di integrazione/inclusione sociale in grado di accogliere le istanze di partecipazione dei quartieri favo-rendo un processo di virtuoso interventi e inziative; b) delineazione di un contributo della promozione sociale sportiva alle rinnovate politiche di welfare.

Aspetti innovativi Il progetto insiste sulla sperimentazione di un modello dinamico di promozione sociale capace di realizzare una sussidiarietà reale ed efficace. Il progetto offre l’opportunità di una sperimentazione adeguatamente condotta, anche in termini di monitoraggio e valutazione, fornendo tutti gli opportuni dati in uscita. Si tratta di una novità, in quanto le azioni di ricerca di sperimentazione sociale fondate sulla pratica sportiva sono sempre state condotte in contesti specifici, senza una ricollocazione dei risultati nella costruzione complessiva di una teoria sociale dello sport.

Trasferibilità Uno dei punti di forza del progetto è nel carattere sperimentale dei modelli adottati che viene os-servato attraverso un sistema di monitoraggio e di valutazione. Ciò consente di individurare le buone pratiche che saranno condensate in uno specifico manuale. Tale manuale costituisce lo strumento per la trasferibilità del modello adottato.

“TUR FORMANDO. CTG ed ETSI: formare i quadri del turismo sociale”

Ente CTGCodice F/2008/CTGArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla necessità di formare operatori del turismo sociale partendo dalla constatazione della carenza o quasi assenza di percorsi specifici di formazione terziaria per questo set-

F/2008/CTG

164 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

tore. L’obiettivo strategico è pertanto quello di avviare una forte professionalizzazione tanto dei volontari che dei collaboratori di CTG e di ETSI, anche attraverso la predisposizione di puntuali percorsi autodidattici e di formazione a distanza.

Ambito territoriale Lazio (Roma).

Obiettivi a) Definizione di percorsi formativi derivanti da una precisa analisi dei bisogni; b) analisi dell’attuale situazione delle reti tecnologiche, degli strumenti e dei prodotti con cui viene venduto il turismo sociale; c) rea-lizzazione di un primo catalogo di strutture del turismo sociale per l’accoglienza dei disabili.

Metodologia e strumenti utilizzati Nella realizzazione dei materiali di formazione a distanza viene utilizzato anche un DVD interattivo tramite l’innovativo protocollo FTS, standard dell’EBNT. La metodologia dell’intero intervento si basa sulla ricerca/intervento in quanto i risultati delle ricerche influiscono sulle sperimentazioni.

Risultati attesi ---

Aspetti innovativi Il progetto è innovativo nelle metodologie didattiche basate sull’utilizzo dello standard per la formazione a distanza e autodidattica FTS. Innovativa è anche la metodologia della ricerca/intervento. Infatti, sulle decine di master in scienze del turismo attivate, nessuno si focalizza sul turismo sociale.

Trasferibilità I risultati del progetto sono trasferibili tanto alle strutture regionali CTG ed ETSI che alle reti del turismo sociale. Il convegno finale, insieme alle riviste istituzionali delle Associazioni proponenti, il catalogo finale e il sito internet dedicato sono validi strumenti di diffusione.

“Park for kids”

Ente CTSCodice F/2008/CTSArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto nasce con l’intento di mettere al centro della dimensione formativa in età preadolescenziale la possibilità di avere un contatto diretto con la natura attraverso approcci didattici ed educativi integrati e multisettoriali, sia per i ragazzi normodotati sia per i diversamente abili, per italiani e stranieri, per ragazzi con disagio sociale, etc. Per fare ciò vengono coinvolti quattro Parchi Nazionali per por-tare a vivere le aree protette in modo non solo “scolastico” ma attivo e diretto.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Molise, Sardegna, Toscana.

Obiettivi Obiettivo del progetto è la promozione dei diritti dei giovani e l’inclusione sociale attraverso la fa-cilitazione della fruizione delle aree protette e lo sviluppo della funzione sociale dei Parchi come luoghi aperti al territorio e alla comunità.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto si avvale di strumenti che hanno un forte ascendente presso i giovani. Tutte le esperienze proposte sono caratterizzate da una forte componente di partecipazione, di sco-perta e di relazione tra ragazzi. I percorsi educativi sono organizzati come una “caccia al tesoro” che porta a i ragazzi a confrontarsi per raggiungere gli obiettivi. Le classi selezionate possono avvalersi di guide esperte e di un apposito sito web fornito di supporti e materiali didattici.

F/2008/CTS

165Parte seconda. Schede progettuali

Risultati attesi Il risultato che si punta ad ottenere prevede la diffusione di modalità di fruizione delle aree protette direttamente sperimentabili dai bambini secondo criteri che li stimolino a riappropriarsi dei propri tempi e spazi nella natura. Ciò al fine di incrementare le possibilità di partecipazione diretta sia a ragazzi con forme di disagio e situazioni di emarginazione, sia ai loro insegnanti come supporto nel reintrodurre la natura come luogo di socialità e di crescita inclusiva per tutti.

Aspetti innovativi Il progetto non si presenta come un percorso classico di educazione ambientale, ma unita-mente a questa recupera e valorizza una dimensione del gioco e della fruizione libera del parco.

Trasferibilità ---

“L’associazionismo di base. Strumento per la tutela e la promozione dell’adolescenza e della gioventù”

Ente ENDASCodice F/2008/ENDASArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Endas si propone come un soggetto attivo nell’ambito di un progetto di tutela e promozione di adolescenti e giovani per sviluppare azioni e interventi finalizzati alla qualificazione morale e lavorativa destinatari del progetto.

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria.

Obiettivi Obiettivo finale del progetto è la tutela sociale dei giovani realizzata attraverso il rispetto reciproco e la condivisione delle buone prassi. Obiettivi generali sono la formazione dei volontari e la creazione di orga-nismi stabili atti a favorire un sistema integrato e continuativo di interventi a favore della promozione e della tutela di giovani e adolescenti.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia seguita prevede: la realizzazione di incontri formativi tra i volontari e gli addetti ai lavori (assistenti sociali, psicologi, esperti in materia di legalità ambiente e turismo) per preparare i primi allo svolgimento delle attività del progetto; la partecipazione attiva dei destinatari del progetto; l’azione di promozione sul fenomeno tramite seminari, convegni, incontri e dibattiti; la creazione nel sito ENDAS di un Forum attraverso cui gli interessati possono dibattere il problema chiedendo informazioni e fornendo suggerimenti.

Risultati attesi Il principale risultato atteso è la creazione di un circolo virtuoso in cui i giovani, in un primo momento destinatari dell’intervento progettuale, diventano in un secondo momento quadri dell’ente e quindi soggetti in grado di innescare meccanismi a catena finalizzati al recupero sociale e professionale di altri giovani.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto sta nel perseguire la tutela e la promozione dell’a-dolescenza e della gioventù attraverso azioni che al contempo mirano anche alla rimozione di fattori socio-ambientali che potrebbero minare la dimensione sociale di altri soggetti della comunità.

Trasferibilità ---

F/2008/ENDAS

166 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Oltre il carcere per educale al(la) città. Percorsi di reinserimento dei minori deviati. Quale coinvol-gimento delle istituzionie del territorio”

Ente SCS CNOSCodice F/2008/ SCS CNOSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Di fronte alla crescita nelle dimensioni e nella complessità del fenomeno della cri-minalità minorile il progetto vuole dare una risposta intervenendo nei confronti di minori inseriti nel circuito penale. Esso mira ad analizzare e utilizzare il capitale sociale dei minori al fine di promuovere i life skills valorizzando in tal modo la soggettività e il protagonsimo dei ragazzi, ad abbattere lo stigma di separazione creando luoghi educativi accoglienti, a valorizzare il ruolo della comunità locale territoriale nei percorsi di prevenzione e recupero.

Ambito territoriale Calabria (Cosenza), Campania (Napoli), Lazio (Roma),Piemonte (Torino).

Obiettivi L’obbiettivo generale del progetto è la sperimentazione di un modello di intervento per contrastare i comportamenti minorili devianti/criminali e per promuovere il recupero personale e il resinserimento sociale dei destinatari. A tal fine nel corso del progetto si prevede di: a) realizzare un laboratorio di formazione/ag-giornamento (tre incontri di quattro ore ciascuno) sulla comprensione dei fenomeni della devianza minorile rivolto a operatori pubblici e provati del territorio; b) realizzare un’azione di sostegno psico-sociale rivolta ai nuclei familiari o alle reti amicali dei minori beneficiari, con l’obbiettivo di riattivare percorsi di responsabilità genitoriale e migliorare le dinamiche familiari; c) elaborare un percorso educativo per i minori, comprendente attività di recupero/sostengo scolastico, di formazione professionale e inserimento lavorativo, socializzazione e tempo libero, sostegno psico-educativo di gruppo e individuale; d) realizzare laboratori di educazione alla legalità da svolgersi presso le scuole e i centri giovanili del territorio e definire protocolli di intesa con enti pubblici e privati per favorire l’inserimento socio-lavorativo dei minori; e) realizzare quattro report multime-diali sulle attività svolte, i risultati raggiunti, le metodologie utilizztae, comprendenti interviste a operatori e desinatari; è prevista anche l’organizzazione di un seminario conclusivo.

Metodologia e strumenti utilizzati L’implementazione del progetto prevede il ricorso alle seguenti metodo-logie: Ricerca-Intervento (tesa a comporre la produzione di conoscenza scientifica con il cambiamento della situazione e l’efficacia dell’intervento, e basata sulla necessità di creare la collaborazione e il confronto tra i ricercatori, esperti e operatori); consulenza di processo (con cui si mira ad “accompagnare” gli operatori nel loro percorso operativo per riflettere sull’efficacia dei metodi e degli interventi utilizzati). Per quanto riguarda il lavoro con i minori, si utilizzano metodologie partecipative in cui i minori non sono considerati soggetti passivi dell’intervento bensì protagonsiti attivi. Rispetto alla comunità locale, si fa riferimento alla tradizione dell’empowerment di comunità, che implica la valorizzazione della funzione educativa di tutti gli adulti che quotidianamente si rapportano a vario titolo con il minore deviante, nonché la promozione e l’attivazione delle risorse del territorio.

Risultati attesi a) Riduzione del tasso di abbandoni nei progetti rieducativi e promozione dei life skills dei de-stinatari; b) incremento della qualità delle relazioni familiari e delle reti amicali di riferimento; c) abbattimento dello stigma della separazione e sviluppo nella comunità allargata di una conoscenza e di una nuova sensibilità della comunità locale rispetto alla devianza/criminalità minorile; d) realizzazione di un’azione preventiva e riduzione dei tassi di criminalità minorile; e) affinamento da parte degli operatori dei centri dei metodi e delle strategie per operare con ragazzi dell’area penale.

F/2008/ SCS CNOS

167Parte seconda. Schede progettuali

Aspetti innovativi Il progetto adotta modalità gestionali innovative rispetto agli altri progetti già attuati, in particolare con il ricorso alle metodologie dellla Ricerca-Intervento e della consulenza organizzativa. L’impat-to del progetto è innovativo perché non si limita a un unico target di destinatari specifici (i minori devianti dell’area penale), bensì prevede un target complesso (singoli minori, famiglie e reti amicali, comunità locale).

Trasferibilità La modellizzazione dell’intervento consentita dal monitoraggio del progetto rende trasferibile e replicabile non solo l’idea progettuale ma le stesse modalità di lavoro. Inoltre, l’ampia partnership costituita con le diverse realtà locali permette un duraturo rapporto di collaborazione e garantisce al progetto una ef-fettiva continuità sia in termini di lavoro di rete che di intervento in favore dei destinatari. La trasferibilità è accentuata anche dal fatto che il progetto non necessita di strutture o strumentazioni particolari.

“E.C.C.O Educazione Conoscenza Cittadinanza Occupazione”

Ente FEDERPARCHICodice F/2008/FEDERPARCHIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto intende evidenziare la specificità di vivere in un parco, valorizzando gli aspetti di appartenenza e di senso civico, di legalità e di rispetto per la cosa pubblica. I ragazzi coinvolti potranno apprendere informazioni utili per il loro futuro occupazionale di cittadini e lavoratori in armonia con il contesto in cui vivono.

Ambito territoriale

Basilicata (Matera, Potenza), Calabria (Cosenza, Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone), Campania (Napoli, Sa-lerno), Puglia (Bari, Foggia), Sardegna (Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Sassari).

Obiettivi a) Educare i giovani residenti nei parchi; b) facilitare e consolidare rapporti di collaborazione con il mondo della scuola; c) rafforzare il senso di appartenenza tra persone, comunità, Area Protetta; d) migliorare la preparazione professionale del personale AA.PP.

Metodologia e strumenti utilizzati Alla base del progetto c’è la metodologia a Rete-Network. Tale sistema, mettendo le diverse Aree Protette del Mezzogiorno in relazione tra loro, permette di condividere obiettivi strategici comuni.

Risultati attesi a) Aumento nei giovani residenti nei parchi del Sud del senso di identità; b) sviluppo del senso civico dei giovani del Sud; c) diffusione della cultura della cura per la qualità del proprio ambiente; d) amplia-mento dell’educazione ambientale di operatori e dirigenti degli enti associati a Federparchi; e) creazione di una banca dati virtuale.

Aspetti innovativi La metodologia adottata si propone di affrontare la marginalizzazione dei giovani del Sud dal mondo produttivo attraverso la conoscenza del proprio territorio e l’educazione alla cittadinanza.

Trasferibilità La realizzazione del format in termini di modello standard di erogazione del servizio, la meto-dologia di realizzazione del progetto, la strumentazione e i materiali conferiscono al progetto una valenza facilmente replicabile, potenzialmente applicabile a tutto il territorio nazionale.

F/2008/FEDERPARCHI

168 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Armonia di voci”

Ente FENIARCOCodice F/2008/FENIARCOArea di intervento Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Le presenze linguistiche minoritarie sono un’eredità storica e in quanto tale espri-mono elementi di identità culturale. Il progetto, attraverso l’organizzazione di un Festival corale da svolgere individuando alcuni poli-vetrina nel territorio nazionale, intende dare un significativo contributo alla valoriz-zazione e alla conoscenza più ampia di cori e gruppi che si rifanno ad un’antichissima e minoritaria tradizione di musica corale.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Il progetto con tale manifestazione si propone l’obiettivo di valorizzare le comunità di minoranza etno-linguistica alla luce di un processo di conoscenza delle culture sommerse che costituiscono modelli di valori della cultura italiana.

Metodologia e strumenti utilizzati L’evento viene organizzato attraverso il coinvolgimento di territori se-lezionati in virtù delle caratteristiche peculiari della manifestazione. In altri termini, la scelta di portare sul palcoscenico cori e gruppi che si rifanno a un’antica tradizione di musica corale (con testi e musiche particolari ed identitarie) presuppone una scelta dei luoghi e delle modalità di esecuzione condivisa e partecipata allo scopo di creare un risultato capace di garantire la giusta dignità d importanza alle singole performance. La mancanza di finalità competitive determina, in questo senso, un approccio di ricerca e realizzazione di un’im-portante contaminazione culturale.

Risultati attesi a) Creazione delle condizioni affinché le “espressioni musicali” minori entrino a pieno titolo nel patrimonio culturale nazionale pur conservando un “marchio” di qualità e di identità preservandole e impedendone la progressiva estinzione; b) favorire il processo di trasmissione dei saperi e l’aggiornamento di talune forme di cultura popolare salvaguardandone l’identità storica primaria.

Aspetti innovativi L’innovatività del progetto non risiede tanto nell’originalità dei contenuti, quanto nelle mo-dalità di realizzazione attraverso la contestuale presenza durante il festival di diverse minoranze linguistiche allo scopo di realizzare una contaminazione culturale consapevole.

Trasferibilità Tale progetto può essere facilmente riproducibile in altre realtà, contesti e situazioni perché in grado di rispondere alle esigenze dei territori, qualsiasi sia la loro collocazione geografica.

“Report. Strumenti e percorsi per il monitoraggio della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”

Ente FISHCodice F/2008/FISHArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla necessità di elaborare e diffondere nuove ed efficaci capacità delle rete associativa e di sviluppare azioni strategiche a partire dal livello regionale, per riconoscere e superare le forme di discriminazione rilevabili in tutti i campi di vita come conseguenza della disabilità.

F/2008/FENIARCO; F/2008/FISH

169Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Ideare e sperimentare impostazioni di lavoro che facciano proprio l’approccio dei diritti umani e siano centrate su modalità di collaborazione tra la parte pubblica e il mondo associativo; b) favorire la cono-scenza dei contenuti della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite approfonden-done i temi generali e i singoli articoli; c) promuovere la formazione dei leader associativi e degli operatori; d) attivare una rete di esperti che possano intervenire sia in campo legale sia in campo culturale.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto “Report” utilizza la metodologia della ricerca-intervento per assicurare tramite l’utilizzo di focus groups, questionari, interviste e casi di studio la più ampia attivazione, sollecitando tutti i partecipanti, in presenza e a distanza (con gli strumenti web dedicati: sito web Superando.it e la FAD) a formulare idee, presentare dati, confrontare e analizzare percorsi regionali per il superamento delle varie forme di discriminazione.

Risultati attesi Il progetto intende partire dall’analisi della normativa nazionale e regionale in materia di politiche rivolte alle persone con disabilità, per arrivare a definire tecniche di rilevazione e interpretazione dei dati, nonché strumenti di monitoraggio e valutazione delle politiche e degli interventi basati sull’approccio ai diritti umani, e tali da permettere l’identificazione dei diversi livelli di discriminazione esistenti nei confronti delle persone con disabilità.

Aspetti innovativi Il progetto contribuisce a modificare le modalità di raccolta, analisi e interpretazione dei dati relativi alle condizioni di vita dei disabili e a elaborare strumenti nuovi per riconoscere e contrastare la discriminazione e la mancanza di pari opportunità.

Trasferibilità Il progetto, attraverso l’utilizzo del sito Superando.it come articolato contenitore di informazioni sulla Convenzione ONU, garantisce un alto livello di trasferibilità verso la rete esterna alle associazioni aderen-ti a FISH, in particolare verso gli operatori della scuola, dei servizi, del terzo settore.

“Culture a confronto”

Ente FITELCodice F/2008/ FITELArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Per rispondere a una problematica emergente quale il bisogno di integrazione degli immigrati di seconda e terza generazione nella comunità di origine e nella comunità italiana, l’Associazione propone una ricerca approfondita da svolgersi in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Cassino e vuole preparare metodologie che favoriscano il dialogo culturale, l’integrazione ma soprattutto la valorizzazione di questi giovani, che possono divenire un importante elemento di sviluppo economico e culturale dell’Italia del futuro.

Ambito territoriale Nazionale, a esclusione di Campania, Sardegna, Trentino-Alto Adige.

Obiettivi a) Sperimentazione rivolta ad animatori e immigrati di interventi pilota di valorizzazione ed inte-

F/2008/ FITEL

170 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

grazione; a seconda delle scelte del comitato di pilotaggio, si favoriranno interventi di aggregazione basati su interessi (teatro, scrittura, culture, ecc.), oppure agli obiettivi (auto imprenditorialità, comunicazione a basso costo, condivisione di esperienze, etc.); b) creazione di strumenti come blog, forum, siti, videoconferenze e pubblicazione su Internet dei risultati; c) una ricerca, in collaborazione con docenti del Dipartimento di Socio-logia dell’Università di Cassino per raccogliere esperienze e buone prassi.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto consiste in una ricerca/intervento in cui la ricerca parte dalle considerazioni e dagli indirizzi dei responsabili dell’intervento, e i risultati della ricerca condizionano l’attua-zione pratica dell’intervento stesso. Rilevante rispetto all’analisi delle metodologie è anche l’utilizzo di un dvd interattivo per la raccolta dei materiali di stimolo alla creazione degli interventi di aggregazione. Il dvd interattivo, fruibile tanto sul computer che su televisore collegato a lettore, consente il coinvolgimento anche di soggetti con bassa alfabetizzazione informatica.

Risultati attesi L’obiettivo strategico del progetto è di dotarsi degli strumenti teorici e operativi per coinvol-gere le Fitel regionali e i CRAL associati in una grande operazione culturale di valorizzazione e integrazione degli immigrati di seconda e terza generazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello può essere trasferibile verso le strutture regionali Fitel, verso le associazioni di immi-grati e anche verso enti locali più sensibili al problema.

“Il turismo sociale un bisogno delle società moderne”

Ente FITUSCodice F/2008/FITUSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Per identificare in maniera precisa la radice del problema relativo alla riduzione di persone che vanno in vacanza, l’Associazione, in partenariato con AIG, realizza un progetto specifico di ricerca e intervento rivolto all’analisi approfondita dell’offerta di turismo sociale, degli ostacoli alla sua fruizione e della situazione specifica in un numero significativo di comuni italiani.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Disporre di dati aggiornati e affidabili sulla domanda e sull’offerta di turismo sociale per fotogra-fare la situazione e proporre servizi specifici; b) predisporre strumenti che, veicolati tramite l’intera rete Fitus, diano risposte concrete e semplici alla domanda di turismo sociale espressa dalle persone con disagio econo-mico, anziani, giovani e immigrati; lo scopo è l’individuare non solo offerte turistiche di prezzo ragionevole, ma anche strumenti di pagamento agevolativi.

Metodologia e strumenti utilizzati Il presente progetto si sviluppa sulla base di una precisa metodologia

F/2008/FITUS

171Parte seconda. Schede progettuali

chiamata “ricerca/intervento”. Si crea un circolo virtuoso nel quale i primi risultati della ricerca influenzano la progettazione esecutiva tanto delle attività di promozione che degli strumenti previsti e il feedback pro-veniente dalla rete condiziona le proposte operative definitive. I principali risultati vengono inseriti in un dvd interattivo che consente una partecipazione attiva dei fruitori e degli attori coinvolti. La ricerca è basata su questionari e interviste.

Risultati attesi a) Disporre tramite la ricerca di uno strumento aggiornato e affidabile per poter favorire lo sviluppo del turismo sociale a livello locale; b) proporre nuovi strumenti e incentivi per misurare gli effetti di detti interventi; c) disporre di informazioni che consentano un aumento delle proposte turistiche effettivamente utilizzabili dalle categorie economicamente svantaggiate, a cominciare dagli immigrati, dai giovani, dagli anziani e dalle famiglie.

Aspetti innovativi La ricerca alla base del progetto è innovativa perché il mondo del turismo sociale presenta una carenza di dati tanto sull’offerta sociale che sulla domanda.

Trasferibilità La trasferibilità è alla base del progetto visto che i modelli mirati allo sviluppo locale e allo svi-luppo del turismo sociale devono servire per successive proposte operative locali e di segmento.

“Immigrati Boliviani e Peruviani: cittadini attivi attraverso una concreta inclusione sociale”

Ente FOCSIVCodice F/2008/FOCSIVArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il progetto mira a dotare gli operatori delle Ong federate delle competenze e di tutti gli strumenti essenziali per la progettazione dei servizi necessari per l’accompagnamento e il sostegno del mi-grante che si trova in una situazione di difficoltà familiare e che vuole avviare un percorso di inclusione sociale per il benessere di se stesso e della propria famiglia, sia nel caso in cui la famiglia sia in Italia, sia nel caso sia rimasta nel paese di origine. Il lavoro deve dare quindi informazioni reali prima della loro partenza su quella che sarà la situazione che troveranno nel paese di accoglienza, in termini di regole e norme, ma anche in ter-mini di opportunità, aiuto e supporto non solo a livello di bisogni primari ma soprattutto a livello relazionale. Le comunità straniere oggetto di interesse del progetto sono la comunità peruviana e la comunità boliviana.

Ambito territoriale

Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Pie-monte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Realizzazione di una mappatura delle associazioni in Bolivia e Perù e delle associazioni in Italia; b) messa in rete delle associazioni–ponte nord-sud; c) realizzazione di una raccolta di norme giuridiche sul diritto di famiglia in Bolivia e Perù; d) realizzazione di una raccolta di norme giuridiche sul diritto di famiglia e del diritto all’unità familiare in Italia; e) realizzazione di un tool-kit contenente schede sintetiche esplicative della normativa in Bolivia e Perù e Italia; f) corso di formazione professionale per gli operatori delle Ong federate.

Metodologia e strumenti utilizzati La mappatura mira alla creazione di due data base che saranno messi a disposizione delle nostre Ong Federate.

Risultati attesi a) dotare gli operatori delle Ong federate delle competenze e di tutti gli strumenti essenziali per la progettazione dei servizi necessari per l’accompagnamento e il sostegno del migrante che si trova in una situazione di difficoltà familiare e che vuole invece avviare un percorso di inclusione sociale per il benessere di

F/2008/FOCSIV

172 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

se stesso e della propria famiglia, sia nel caso in cui sia in Italia, sia nel caso in cui sia rimasta nel paese d’o-rigine; b) lavorare sulle competenze individuali relazionali, sociali e giuridiche degli operatori e attraverso essi dei singoli membri della famiglia (sia in Italia sia nei Paesi di partenza), risulta essere strategico per favorire percorsi di migrazione consapevole, di tutela dell’unità familiare (da intendersi sia sotto il profilo relazionale che giuridico) e di inclusione sociale; c) favorire la convivenza nella nostra società tra cittadini stranieri e cittadini italiani mediante la formazione e la diffusione di informazioni che garantiscano l’avvio di percorsi di una integrazione sociale effettiva e consapevole.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del presente intervento progettuale risiede nell’implementazione di un modello di lavoro che ai fini di una più concreta e reale inclusione degli immigrati ha alla base la cono-scenza approfondita sia del contesto italiano in cui i migranti sono inseriti sia del contesto e delle regole della società di origine.

Trasferibilità La presente proposta progettuale crea le basi per l’emersione delle buone pratiche di inclusione sociale e di integrazione degli immigrati nella società, che attraverso i canali privilegiati della federazione possono essere facilmente trasferite alle 64 Ong federate.

“Contatto familiare. Dalla società multiculturale alla comunità interculturale”

Ente Forum delle Associazioni FamiliariCodice F/2008/FAAArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazionesostegno allapopolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto L’associazionismo per gruppi nazionali è strumento di forte di coesione e protezione per le persone e le famiglie migranti, ma non sempre diventa veicolo per una migliore integrazione sociale, in quanto può generare percorsi di separazione/ghettizzazione. L’idea progettuale è di attivare e valorizzare l’associazionismo familiare autoctono e quello nazionale perché promuovano forme di inclusione, integrazione e cittadinanza delle persone e delle famiglie straniere, riducendone i rischi di vulnerabilità sociale. La famiglia può infatti lavorare sulle relazioni e attraverso le relazioni, pertanto può agire nei processi di integrazione e inclusione sociale con meno condizionamenti rispetto ad altri soggetti istituzionali che devono basare i propri interventi su precondizioni di ordine normativo. Inoltre, la famiglia può essere soggetto di mediazione interculturale, quindi veicolo di integrazione, perché già naturalmente si configura come luogo di mediazione.

Ambito territoriale Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto.

Obiettivi Il progetto mira a costituire un network di famiglie italiane e straniere in rete, quale luogo di co-municazione, apprendimento e confronto. A tal fine, esso prevede l’organizzazione di: a) seminari formativi congiunti (due per ogni regione) rivolti alle Associazioni familiari italiane e straniere per promuovere l’in-tegrazione; b) momenti formativi per la progettazione di “azioni di comunità” (feste, mostre, convegni) con particolare attenzione alla mediazione interculturale; c) moduli formativi sperimentali di alfabetizzazione/conoscenze culturali di base per le persone immigrate. Si prevedono anche attività di ricognizione e mappatura delle Associazioni costituite da stranieri e un’indagine su come l’elemento familiare o di genere caratterizzi queste associazioni.

Metodologia e strumenti utilizzati L’indagine sulle Associazioni costituite da stranieri è realizzata facendo

F/2008/FAA

173Parte seconda. Schede progettuali

ricorso a strumenti qualitativi. Per valutare le attività svolte si ricorre a questionari di soddisfazione individuali per i partecipanti alle iniziative e questionari indirizzati alle singole associazioni.

Risultati attesi a) Costruzione di competenze nelle comunità locali per la realizzazione, lo sviluppo e il conso-lidamento di pratiche di dialogo, ospitalità e convivialità in collaborazione con gli enti locali, le associazioni, i gruppi informali, le parrocchie, i centri sociali; b) miglioramento dell’integrazione sociale delle persone e delle famiglie immigrate; c) promozione del ruolo delle associazioni costituite di stranieri e della loro collaborazione stabile con l’associazionismo familiare (Forum Associazioni Familiari); d) elaborazione di un modello operativo per la promozione e l’integrazione delle persone immigrate, con particolare attenzione alle famiglie e all’as-sociazionismo.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto consiste nella costruzione di ambiti di confronto e dia-logo interculturale attraverso la collaborazione delle Associazioni familiari e di stranieri e nell’affermazione del diritto delle famiglie di fare assegnamento su una adeguata politica familiare senza discriminazione di sorta.

Trasferibilità La trasferibilità è orientata in tre direzioni complementari: regioni non partecipanti alla attuale fase del progetto (orizzontalità geografica); associazioni membri del Forum che per storia e cultura manife-stano un ritardo nell’approccio sistematico al tema del contratto interculturale (orizzontalità associativa); associazioni esterne al Forum che vengono sensibilizzate al tema del contatto.

“Vivere i Parchi”

Ente LEGAMBIENTECodice F/2008/LEGAMBIENTEArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se incondizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto Ancora oggi, la possibilità di compiere una visita in un’area protetta è preclusa in molti casi a persone affette da disabilità permanenti e temporanee. Il progetto vuole dare un contributo perché la visita di questi territori non sia un priviegio per pochi, ma un diritto esteso a tutta la cittadinanza. Esso mira a monitorare a livello nazionale quali sistemi, iniziative e progetti innovativi siano stati messi in campo da parchi nazionali, regionali e riserve a favore dell’accessibilità delle aree, e quali progetti sono in cantiere. Esso intende inoltre sperimentare sistemi di fruizione innovativi in due aree naturali protette e gestite dall’Asso-ciazione, replicabili in realtà simili, e organizzare una campagna di partecipazione e coinvolgimento delle aree naturali protette sul tema del turismo naturalistico accessibile e sulla funzione sociale dei parchi.

Ambito territoriale Nazionale

Obiettivi a) Costituzione di un tavolo di coordinamento composto da referenti nazionali e locali dell’associa-zione; b) realizzazione di un’indagine nazionale e stesura di un dossier su progetti e iniziative innovative e/o sperimentali mirate a favorire la fruibilità delle aree naturali protette da parte di persone con disabilità; c) realizzazione di materiali di promozione del progetto, inclusa una Guida sul turismo naturalistico accessibile in 3000 copie e creazione di una pagina dedicata sul sito www.legambientenatura.it; d) realizzazione di inter-venti concreti (abbattimento di barriere architettoniche, sistemazione dei sentieri, introduzione di tabelloni-

F/2008/LEGAMBIENTE

174 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

stica multisensoriale per ipovedenti, sistema di audioguide) per favorire l’accessibilità e la fruibilità delle aree protette; gli interventi coinvolgono la Riserva naturale di Monte Genzana, Alto Gizio (provincia dell’Aquila) e l’Oasi di protezione faunistica di Polverina (Procincia di Macerata).

Metodologia e strumenti utilizzati L’indagine di cui all’obbiettivo b) è realizzata mediante interviste telefoni-che e l’invio di questionari agli enti gestori dei parchi nazionali, regionali e riserve naturali. Per quanto riguarda la realizzazione di un sistema di audioguide di cui all’obbiettivo d), il sistema utilizzato permette un’alta inte-roperabilità fra le periferiche in dotazione dei visitatori e i trasmettitori; grazie all’utilizzo di sofisticati micro-processori l’unità ricevente è in grado di elaborare i segnali in codice sia in Radio Frequenza che in Infrarossi, senza alcuna particolare configurazione preliminare. Ciò consente di usare questo innovativo sistema di visite guidate anche in un percorso misto, al chiuso e all’aperto. Attraverso un semplice trasmettitore installato in modo non invasivo e un ricevitore che consente la riproduzione di brani audio in formato mp3, in prossimità dei punti di interesse il visitatore potrà fruire dei contributi audio relativi.

Risultati attesi a) Favorire la fruizione delle aree naturali protette da parte delle persone con disabilità; b) ottimizzare e promuovere tra la cittadinanza e le istituzioni la funzione sociale delle aree naturali protette.

Aspetti innovativi Gli aspetti innovativi riguardano: a) l’utilizzo, al fine di garantire la fruibilità delle aree, di sistemi tecnologici di audio guida altamente innovativi, che consentono di rendere indipendente il visitatore, ipovedente o non, nella scelta del proprio itinerario di visita; c) la possibilità di pianificare e visualizzare una visita attraverso un portale interattivo.

Trasferibilità Gli interventi concreti previsti per le due aree naturali protette potranno essere riprodotti in altre aree. Inoltre, gli interventi e le esperienze oggetto dell’indagine effettuata su tutto il territorio nazionale saranno trattate come buone pratiche da sperimentare anche in altre aree naturali protette.

“Un salvagente per i giovani”

Ente MCLCodice F/2008/MCLArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce da un bisogno espresso dalle sedi periferiche dell’Associazione, in particolare quelle presenti nelle Regioni dell’Obbiettivo 1, consistente nella impostazione di una serie di attività di informazione, consulenza e sostegno per i giovani (termine che ai fini dell’iniziativa progettuale comprende studenti entro una fascia tra i 15 e i 18 anni di età) per far fronte alle diverse forme di disagio gio-vanile (problematiche familiari, mancanza di modelli etici, criminalità, dispersione scolastica, bullismo, etc.).

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Calabria (Reggio Calabria, Lamezia Terme), Campania (Salerno), Lazio (Roma, Rieti), Lombardia (Milano, Mantova), Puglia (Bari, Lecce, Taranto), Sicilia (Catania, Messina, Palermo).

Obiettivi a) Costruzione di una banca dati dei siti internet che si occupano di tematiche giovanili e realizzazio-ne di una ricerca della documentazione di tali tematiche; b) apertura di uno spazio informativo accessibile sia direttamente che per via informatica e predisposizione di materiali informativi e di un punto di accoglienza e consulenza; c) organizzazione di incontri intra- ed extra-scolastici e conferenze con fini educativi e di promo-zione del senso civico, rivolti agli operatori dell’Associazione o al pubblico di utenti del servizio; d) predisposi-zione di un intervento formativo continuo degli operatori. È infine prevista la redazione di una relazione sulle attività svolte, la realizzazione di un cd-rom che raccolga i dati statistici sulla situazione socio-economica dei giovani residenti nelle aree interessate dal progetto e un documento che riepiloghi le esigenze di assistenza.

F/2008/MCL

175Parte seconda. Schede progettuali

Metodologia e strumenti utilizzati Le iniziative di cui al punto c) comprendono una varietà di situazione di incontro, tra cui laboratori, lezioni frontali e conferenze aperte al pubblico. Si riccorre allo strumento informa-tico per la parte del progetto finalizzata alla informazione e consulenza sulle problematiche giovanili.

Risultati attesi Tra i risultati attesi vi sono: a) sviluppare nei cittadini il senso civico di appartenenza auna comunità e sesnsibilizzarli all’utilizzo di una parte del tempo libero al volontariato; b) favorire il benessere dei giovani e, indirettamente, delle famiglie e della comunità in cui essi vivono; c) favorire forme d associazioni-smo giovanile, studentesco e intergenerazionale

Aspetti innovativi Il progetto è innovativo nella misura in cui affronta le problematiche dei giovani secondo unapproccio che coinvolge in maniera attiva gli operatori dell’Associazione in preliminari attività i ricerca e in percorsi di formazione e che prevede un’azione di informazione sul territorio.

Trasferibilità L’attività proposta serve alla realizzazione di un modello del quale, dopo la sperimentazione nelle città scelte, è previsto il trasferimento in altre regioni dell’Obbiettivo 1.

“Intervento di orientamento, integrazione sociale ed educazione alla salute a favore di donne immi-grate”

Ente MODAVICodice F/2008/MODAVIArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Negli ultimi decenni l’immigrazione verso l’Italia è profondamente cambiata. A la-sciare la terra d’origine non sono più in prevalenza uomini molto giovani che arrivano da soli nei Paesi di accoglienza per spedire le rimesse con l’idea di non trasferirsi stabilmente. Oggi la percentuale delle donne che affronta il viaggio della speranza è cresciuta vertiginosamente, tanto che nel nostro Paese l’immigrazione femminile aumenta di continuo e costituisce il 54% del fenomeno complessivo. Mentre per il migrante uomo è più facile trovare percorsi di socializzazione, anche solo attraverso il lavoro, per molte donne si pone il problema del riadattamento in un contesto in cui non c’è più la rete di protezione della famiglia allargata. Il progetto qui propostoha il fine di intraprendere un processo di inserimento, integrazione e accompagnamento specifico per donne immigrate, attraverso un percorso che prevede la stimolazione della coscienza di genere in un senso emancipativo e di consapevolezza dei diritti.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Campania (Napoli), Friuli-Venezia Giulia (Gorizia), Lazio (Roma), Lom-bardia (Milano), Sardegna (Olbia).

Obiettivi a) Predisposizione e diffusione di materiale per informare sulle attività degli interventi di strada, tra cui di un vademecum che contenga informazioni sui principali servizi offerti e altre informazioni necessarie per la vita quotidiana, e incentivazionedell’utilizzo dei servizi che verranno posti in essere; b) organizzazione in sei città italiane di interventi di strada composti da team di psicologi, esperti legali, operatori sociali e mediatori culturali, con funzione informativa, di orientamento, di analisi e di sostegno-accompagnamento; c) monitoraggio attraverso la distribuzione a tutti gli utenti dei Punti Informativi di una scheda di rilevazione e di un questionario e la divulgazione dei risultati raggiunti attraverso l’organizzazione di sei conferenze stampa.

Metodologia e strumenti utilizzati Per le diverse azioni previste si ricorre alle seguenti metodologie: attività

F/2008/MODAVI

176 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

di ascolto effettuata dall’operatore sociale e indirizzamento a successivi colloqui individuali con operatori di area; attività di counsellingindividuale con indirizzamento ad altre strutture o sportelli messi a disposizione dal territorio; visite gratuite senza appuntamento. Gli strumenti utilizzati consistono in colloqui individuali a fini di orientamento e distribuzione di materiale informativo.

Risultati attesi Il progetto mira a far uscire dalle mura domestiche situazioni di oppressione di genere e ad aiutare le donne straniere residenti in Italia nell’acquisizione di conoscenze e nello sviluppo di competenze ne-cessarie alla conduzione di una vita dignitoa e autonoma. Nello specifico, esso mira a: a) rafforzare le politiche di prevenzione del disagio e dell’emarginazione delle donne immigrate, incentivando la collaborazione tra enti pubblici e privati e sviluppando la conoscenza del fenomeno migratorio femminile; b) facilitare l’interazione delle donne straniere con il tessuto sociale, incrementando nelle donne straniere la consapevolezza dei propri diritti; d) promuovere l’accesso ai servizi pubblici e i percorsi di educazione alla salute tra la popolazione straniera femminile.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo dell’iniziativa progettuale risiede anzitutto nella scelta del target dell’intervento, vale a dire le donne immigrate.Inoltre, la possibilità di effettuare visite ginecologiche gratui-tamente durante l’intervento di strada rappresenta un ulteriore innovamento di innovatività con riguardo ai servizi offerti. In terzo luogo, l’innovatività si collega al carattere itinerante dell’iniziativa, che permette di stabilire un contatto immediato con le donne che per vari motivi non possono allontanarsi da circuiti imposti loro da una cultura discriminante e restrittiva.

Trasferibilità La realizzazione di un modello itinerante di assistenza è facilmente sostituibile con altre tipolo-gie di intervento e facilmente trasferibile in altri contesti geografici.

“Missione: infanzia sicura! Campagna itinerante informativa di prevenzione contro gli abusi”

Ente MOIGECodice F/2008/MOIGEArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla necessità di creare un nuovo approccio per affrontare il tema degli abusi nei confronti dei minori. L’empowermentche implica la capacità di crescere e la possibilità di avere un controllo e incidere positivamente sul corso della propria vita rappresenta appunto la modalità scelta per presentare ai minori l’argomento, riconoscerne i pericoli connessi e rispondere in maniera attiva attraverso la ricerca di nuove opportunità di scambio dove poter trovare delle risposte sicure ai dubbi ed aiuto.

Ambito territoriale Campania (Napoli, Caserta), Lazio ( Roma, Rieti), Lombardia (Milano, Como), Piemonte (Torino, Vercelli), Puglia (Bari, Foggia), Veneto (Padova, Verona).

Obiettivi a) Rendere i bambini soggetti attivi del processo di prevenzione degli abusi attraverso varie me-todologie; b) creare un’azione di sistema e di coordinamento con la scuola e le famiglie per contrastare il perpetuarsi degli abusi.

Metodologia e strumenti utilizzati La struttura metodologica adottata si basa sul raggruppamento di diversi strumenti operativi scelti per soddisfare le peculiari necessità dei destinatari quali: teatrino dei burattini; mo-stra con pannelli mobili; materiale informativo per insegnanti e genitori; fumetto per i ragazzi; numero verde per coloro che vogliono ricevere informazioni sul tema degli abusi e sull’iniziativa specifica del Moige; sito web al fine di fornire informazioni sull’argomento; valutazione d’impatto sociale attraverso la distribuzione di que-stionari ai ragazzi quali principali destinatari del progetto per indagare cambiamenti nei livelli di conoscenza inerenti gli abusi e agli insegnanti per conoscere la loro opinione in merito all’iniziativa.

F/2008/MOIGE

177Parte seconda. Schede progettuali

Risultati attesi a) maggior livello di consapevolezza degli studenti unito a un incremento delle possibilità com-portamentali di fronte a situazioni rischiose; b) acquisizione da parte di insegnanti e genitori di informazioni dettagliate su come riconoscere e sostenere gli studenti vittime di abusi; c) aumento, grazie al sito e alla cam-pagna promozionale, del livello di attenzione sociale sugli abusi nei confronti dei minori; d) raccolta, tramite questionari, delle informazioni per poter valutare sia il grado di attenzione dei destinatari (valutazione ex ante) sia l’efficacia dell’intervento realizzato (valutazione ex post).

Aspetti innovativi L’innovatività del progetto riguarda i contenuti e le metodologie. Il primo riguarda l’accento posto sul concetto dell’empowerment che offre ai bambini e ragazzi strumenti in grado di renderli “soggetti attivi” capaci di incidere positivamente sul corso degli eventi, ossia non esserne esclusivamente travolti ma provare ad avere controllo. L’altro aspetto consiste nell’utilizzo congiunto del teatrino dei burattini e della mostra con i pannelli mobili: è dall’interazione di questi due strumenti che si realizza un’ “azione progettuale partecipata”, portando i ragazzi a riflettere su determinati argomenti e favorendo la discussione ed il confronto con gli altri.

Trasferibilità Il progetto è dotato di versatilità metodologica (il teatro dei burattino, la mostra con i pannelli, il fumetto per i giovani studenti, il sito web) che ne consente un’implementazione su tutto il territorio nazionale. Dunque, l’iniziativa può essere ripetuta in tutte le scuole primarie italiane.

“Giovani e week-end: una strage infinita”

Ente MSPCodice F/2008/MSPArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla volontà di sensibilizzare ed educare i giovani con una cam-pagna tesa a contrastare il fenomeno delle stragi del sabato sera.

Ambito territoriale Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Molise, Toscana.

Obiettivi Gli obiettivi principali del progetto sono la possibilità di essere presenti nei punti di incontro e nelle discoteche per intraprendere un’azione diretta con i giovani e per offrire un momento di de-briefing soft dopo ore passate in un ambiente chiuso con musica assordante, mediante il quale prendere coscienza delle proprie condizioni fisiche.

Metodologia e strumenti utilizzati Per il progetto è prevista la produzione di materiale informativo, l’inter-vento di esperti per approfondire problematiche attinenti alla sicurezza stradale e l’utilizzo di mezzi itineranti, presenti davanti i luoghi pubblici dove adibire aree di de-briefing.

Risultati attesi a) rendere più coscienti i giovani sui rischi che si corrono quando ci si mette al volante sotto l’uso di sostanze alcoliche o stupefacenti; b) risvegliare l’attenzione del giovane concedendogli un tempo do de-briefing mediante il quale potere prendere consapevolezza delle sue condizioni fisiche.

Aspetti innovativi L’utilizzo della informazione attiva permette una penetrazione incisiva alle problematiche trattate e la interazione con i soggetti interessati.

Trasferibilità ---

F/2008/MSP

178 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Sportiva…mente: lo sport per tutti per la qualità della vita delle persone nell’area del disagio men-tale”

Ente UISPCodice F/2008/UISPArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto si rivolge ai soggetti affetti da disabilità mentale con l’intento di rico-noscere pienamente i diritti e la necessità di una vita di qualità di questi pazienti. A tal fine vengono pevisti laboratori sperimentali finalizzati alla loro socializzazione e integrazione. In questo senso, il coinvolgimento di Enti locali e del privato sociale territoriale rappresenta un elemento essenziale, caratterizzando questo progetto su un duplice livello: interno ed esterno. Infatti, se per un verso si procede allo scambio e alla ar-monizzazione delle iniziative interne alla Uisp, dall’altro si favorisce l’ampliamento delle cooperazioni con le realtà locali, siano queste i luoghi formali di assistenza (CSM, ASL ecc.) o gli enti locali responsabili delle scelte politiche di settore.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Modena), Lazio (Roma), Piemonte (Torino), Sardegna (Sassari).

Obiettivi a) Identificazione di un modello metodologico di intervento sul disagio mentale centrato sull’iden-tificazione e validazione delle buone pratiche, con particolare riferimento ad iniziative che abbiano o abbiano avuto come obiettivo la promozione dell’integrazione e della socializzazione di persone affette da disagio mentale; b) creazione di contesti di partecipazione rivolti agli affetti da disagio mentale basati su reti multi-settoriali finalizzati alla socializzazione e all’integrazione del target identificato.

Metodologia e strumenti utilizzati Data la natura del progetto sono state individuate differenti metodo-logie, fortemente interconnesse tra loro, legate ai diversi obiettivi che le singole azioni si prefiggono. Per quanto riguarda la realizzazione del modello, esso prevede una mappatura delle iniziative di intervento sul disagio mentale e l’individuazione di buone pratiche da parte di soggetti non solo interni all’Associazione ma anche esterni al fine di favorire la messa in comune frontale delle esperienze, l’acquisizione di nuove idee e l’approfondimento delle conoscenze relative agli interventi nel settore trattato. Relativamente alla “rete”, intesa come contesto capace di produrre benefici diffusi a tutto il sistema, la metodologia prevede processi di auto-apprendimento, di auto-formazione e processi che attribuiscano alla rete stessa la capacità di operare in sinergia con le reti esterne (via e-mail, forum, chat).

Risultati attesi a) sperimentazione su territorio del modello al fine di realizzare un effetto “volano” moltipli-catore di iniziative e azioni che abbiano come obiettivo quello di sviluppare un’azione di sistema nei confronti di un target affetto da disagio mentale; b) prevenzione dei fattori di rischio per la salute, con particolare rife-rimento all’integrità psichica, promuovendo la salute mentale, intervenendo sulla società al fine di aumentare i fattori predittivi positivi per la sanità del soggetto, quali ad esempio il sostegno sociale e l’eliminazione dei pregiudizi; c) definizione dell’efficacia del modello nei percorsi di cura e di reintegro delle persone affette da malattia mentale.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La capillare diffusione dell’Associazione e l’individuazione delle buone pratiche relative al mo-dello metodologico rappresentano elementi significativi per quanto concerne il potenziale di trasferibilità del progetto. Inoltre il modello ed i relativi prodotti sviluppati possono essere utilizzati anche dalle reti esterne coinvolte. Anche la creazione di un’area dedicata al progetto all’interno del sito web rappresenta un luogo virtuale stabile finalizzato alla maggior contaminazione possibile.

F/2008/UISP

179Parte seconda. Schede progettuali

“Il codice di Atlantide. Promozione di una cultura della ricerca sulle Malattie Rare differenza”

Ente UNIAMOCodice F/2008/UNIAMOArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Nonostante l’aumentata attenzione delle Istituzioni verso il problema delle malattie rare, la sua conoscenza presso le strutture sanitarie che prendono in carico i pazienti e anche tra gli specialisti è tutt’oggi in moltissimi casi limitata. Tramite la realizzazione di questo progetto l’Associazione mira a realizzare un’analisi dettagliata e approfondita sulle modalità di attuazione delle ricerca scientifica nel campo delle ma-lattie rare e conseguentemente a promuovere una maggiore conoscenza di modelli efficaci di investimento e di gestione della ricerca stessa.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Obiettivo principale del progetto è quello di effettuare un’approfondita analisi condivisa ed effettua-ta “sul campo” con l’ausilio di dati conoscitivi e informativi utili anche per contribuire a colmare le inevitabili lacune epistemologiche, i dubbi e le incertezze che assillano la maggior parte dei malati affetti da malattia rara.

Metodologia e strumenti utilizzati L’indagine conoscitiva rivolta alle associazioni di malattie rare prevede la somministrazione di un questionario ad hoc al fine di valutare le aree ove si rendono necessari interventi formativi da erogare nella forma di incontri seminariali. L’attività seminariale è realizzata sia tramite i contri-buti tecnici di professionisti appositamente invitati, sia attraverso momenti di workshop e di brainstorming in cui i diretti interessati ricevono chiarimenti in merito a dubbi e domande, condividono esperienze e avanzano proposte.

Risultati attesi a) sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni pubbliche e private riguardo alle problema-tiche sociali, sanitarie e terapeutiche connesse alle malattie rare; b) promuovere maggiori interazioni/collabo-razioni tra i ricercatori e favorire la partecipazione dei ricercatori italiani alle sperimentazioni cliniche organiz-zate all’estero, allo scopo di includere i pazienti italiani nei suddetti studi; c) sviluppare rapporti operativi, per il perseguimento delle finalità menzionate, con le istituzioni pubbliche competenti a livello locale e nazionale e con strutture cliniche pubbliche e private; d) creare sinergie con altre associazioni ed enti senza scopo di lucro, in Italia e all’estero, aventi scopi analoghi e capitalizzare sulle reciproche esperienze e competenze.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto risiede essenzialmente nel tentativo di fare un’opportu-na “ricognizione” per il tramite di un’accurata indagine ed analisi sullo stato dell’arte della ricerca scientifica legata alle malattie rare e tematiche connesse.

Trasferibilità Il modello individuato fornisce un valido strumento di confronto, interscambio e propagazione culturale che si presta ad essere ottimamente rinnovato soprattutto in ambiti d’interesse medico-sanitario e scientifico.

F/2008/UNIAMO

180 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Sapere. Interventi per il recupero, la valorizzazione del capitale umano a rischio di espulsione dal mercato e lo sviluppo dell’associazionismo”

Ente UNIEDACodice F/2008/UNIEDAArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla consapevolezza che senza una nuova progettualità sostenu-ta da un utilizzo massiccio di nuove tecnologie, le azioni di contrasto dei processi di marginalizzazione e di espulsione di lavoratori dai luoghi di lavoro non producono l’efficacia attesa.Pertanto il progetto, attraverso un gamma integrata di interventi mira alla necessaria adattabilità sia delle persone ancora occupate ma esposte al rischio di espulsione, sia quelle ai margini dei mercati del lavoro, al fine di favorirne in graduale reinserimento.

Ambito territoriale Lazio (Roma), Marche (Ancona), Puglia (Taranto), Sicilia (Palermo).

Obiettivi a) Conoscere in maniera dettagliata e approfondita le persone che intraprendono i percorsi di ripo-sizionamento lavorativo attraverso azioni di diagnostica individuale, rilevandone i tratti distintivi personali e professionali; b) trasferire alle persone che hanno completato il percorso di riposizionamento le conoscenze acquisite, con il fine di supportarne l’autoprogettazione di un rinnovato itinerario professionale; c) rilevare i fabbisogni professionali dei sistemi d’impresa e l’eventuale esistenza di gap significativi tra questi e il profilo professionale rilevato; d) fornire una mappa ragionata delle opportunità formative per colmare, mediante percorsi altamente personalizzati, gli eventuali gap rilevati.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie fanno riferimento sia a tecnologie consolidate sia a quelle innovative. Le prime riguardano: assessment, bilancio di competenze, bilancio del passato formativo, empowe-ment, schede individuali, giochi di ruolo, T group, sito web. Sul versante dell’innovazione, il progetto utilizza: la piattaforma tecnologica IBTV, che permette di distribuire da una postazione centrale materiali audiovisivi di contenuto mirato e definibile di volta in volta, in maniera capillare, personalizzata e automatizzata; il modello VPL (Validation Prior Learning), in grado di rendere visibili, riconoscere e validare i saperi professionali pregressi e appresi sia da persone occupate che da persone fuori dal mercato del lavoro.

Risultati attesi a) documentazione provante i punti di forza e le aree di miglioramento rilevati nelle persone che hanno compiuto i percorsi di riposizionamento professionale; b) conoscenza di eventuali gap da colmare per allineare il proprio profilo con quello potenzialmente raggiungibile attraverso percorsi formativi altamente personalizzati; sperimentazione di un modello di sviluppo di orientamento, informativo e pre-formativo capace di diffondersi presso i sistemi locali dell’Unieda.

Aspetti innovativi L’aspetto innovativo è costituito principalmente dalle tecnologie utilizzate quali il modello VPL (Validation Prior Learning) e la piattaforma IBTV (Interactive Business Tele Vision).

Trasferibilità Il progetto grazie alla piattaforma IBTV (Interactive Business Tele-Vision) è in grado di assicurare la trasferibilità delle sperimentazioni migliori del progetto, offrendo la possibilità di gestire più punti di diffu-sione (postazioni periferiche) distribuiti sul territorio e interessati dal progetto.

F/2008/UNIEDA

181Parte seconda. Schede progettuali

“Volere volare”

Ente UNITALSICodice F/2008/UNITALSIArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto L’Associazione attraverso tale progetto ha pensato di far conoscere e sperimentare ai propri soci disabili il volo sportivo come mezzo ulteriore per superare le barriere fisiche e culturali e attivare percorsi di crescita personale.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Sicilia (Palermo, Catania), Toscana (Firenze, Arezzo), Veneto (Venezia, Vicenza).

Obiettivi a) accrescere l’opportunità di una piena integrazione sociale dei soci disabili; b) offrire ai propri soci disabili, tramite il volo, la possibilità di intraprendere un percorso di crescita personale per raggiungere o riconquistare la propria autostima; c) dare ai propri soci disabili la possibilità di frequentare corsi di pilotaggio su aerei ultraleggeri e Boeing 747 opportunamente adattati; d) far apprezzare ai propri soci disabili l’aspetto ludico e socializzante del volo; e) favorire la creazione di una rete di contatti tra gli appassionati al volo sportivo dell’Unitalsi e delle altre realtà associative, ricreative e culturali per favorire lo scambio di esperienze; f) organizzazione di incontri e raduni e apertura di un forum su tutto quello che riguarda il mondo del volo.

Metodologia e strumenti utilizzati Per il raggiungimento degli obiettivi il progetto prevede la realizzazione di una campagna di informazione sul mondo del volo attraverso incontri da tenersi presso le sezioni e sottosezio-ni dell’UNITALSI, l’individuazione dei campi di volo idonei ad accogliere le persone diversamente abili, insieme ai loro accompagnatori, l’organizzazione di una giornata informativa presso i campi di volo selezionati. È pre-vista inoltre la stipula di accordi con le scuole scelte e standardizzazione dei mezzi e metodi di addestramento, la selezione dei candidati e l’assegnazione alle scuole di volo più vicine alla loro residenza. L’attività didattica prevede lezioni in aula con ausilio di testi e audio visivi; familiarizzazione con l’aereo e lezioni pratiche di volo svolte a doppio comando; lezioni pratiche della durata di circa 40 minuti preceduta e seguita da un briefing con l’istruttore (per un totale di 16 ore di volo).

Risultati attesi a) accrescimento delle possibilità di inclusione sociale dei soci disabili che partecipano al pro-getto; b) superamento delle barriere fisiche e culturali nella convinzione che la disabilità fisica non preclude a priori la possibilità di impegnarsi in attività che sembrano a prima vista prerogativa delle persone normodotate come pilotare un aereo; c) potenziamento dei rapporti sociali attraverso la partecipazione alle occasioni ricre-ative e culturali che sorgono nel mondo del volo; d) conseguimento dell’attestato di volo da diporto e sportivo con acquisizione della competenza specifica al pilotaggio di aerei ULM.

Aspetti innovativi Il carattere innovativo del progetto è fornito dal ricorso a una attività, il volo sportivo, con-siderata prerogativa delle persone normodotate, per accrescere la piena integrazione sociale dei soci disabili dell’Associazione.

Trasferibilità La sperimentazione del ricorso al volo sportivo per i disabili come terapia psicosociale è senz’altro una pratica che può essere adottata da tutti i soggetti che hanno come mission quella della cura e assistenza ai disabili.

F/2008/UNITALSI

182 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Abbraccia l’Italia – Antichi Saperi e Nuovi Linguaggi”

Ente UNPLICodice F/2008/UNPLIArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Il progetto mira a stimolare le comunità locali affinché si rendano protagoniste del proprio futuro in uno spirito di cooperazione e di inclusione di tutte le categorie sociali. Si punta alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale per produrre risorse in grado di contribuire alla crescita sociale e economica del territorio, donando ai residenti una maggiore consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità. Un momento importante è anche il confronto con culture diverse che si radicano nel territorio nazionale, portate da migranti di prima e seconda generazione. Per questo, parte delle attività del progetto sono dedicate alla valorizzazione dei patrimoni culturali dei cittadini migranti, contribuendo all’inte-grazione della diversità e dando così risalto all’interscambio culturale come risorsa importante per la crescita e la convivenza.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Promuovere, raccogliere ed archiviare il patrimonio immateriale legato alla memoria degli anziani e tramandato ancora oralmente, per evitarne la progressiva scomparsa; b) sensibilizzare le amministrazione locali al fine di creare piccoli laboratori di artigianato dove gli anziani possano trasmettere i propri saperi, la propria manualità e la propria esperienza ai giovani fornendo loro anche possibilità di un futuro lavoro; c) diffondere all’interno delle scuole delle località prescelte il forte messaggio sociale di “Abbraccia l’Italia”, stimolando apposite ricerca sul tema dell’inclusione sociale e dalle cultura orale e favorendo la tutela promo-zionale dell’infanzia, l’adolescenza e dei giovani grazie ai contenuti del progetto; d) garantire accessibilità ai principali luoghi prescelti per una completa fruizione da parte dei diversamente abili; e) dare alle informazioni e al materiale raccolto la massima diffusione e garantire l’accessibilità ai dati attraverso lo strumento del web (www.abbracciolitalia.it).

Metodologia e strumenti utilizzati Le comunità locali sono stimolate ad una partecipazione attiva e ad una condivisione degli obiettivi di recupero e di sviluppo sostenibile. La tecnica del bottom up si rivela in questa fase di fondamentale importanza mentre l’Unpli (a tutti i livelli della sua capillare struttura) svolge un’azione di coordinamento e di promozione. Ogni località è spinta a collaborare con tutti i comuni del territorio per mettere in rete conoscenze, esperienze e saperi al fine di incrementare azioni e attività relazionali interne ed esterne. Uno degli strumenti più utili per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali è rappresentato da una serie di contenitori (Bibliomediateca, sito web, ecc..) che costituiranno la “casa” dello sterminato materiale che l’UNPLI grazie alle sue associate sta raccogliendo. Il progetto è dotato di un sito internet che, oltre a fornire tutte le informazioni, è un punto di promozione delle best practices riscontrate e rilevate durante i lavori. Tra le metodologie adottate c’è anche lo strumento del bookcrossing. Infatti, la pubblicazione finale, contenente

F/2008/UNPLI

183Parte seconda. Schede progettuali

un forte messaggio alla cooperazione sociale, sarà distribuita su tutto il territorio nazionale, in luoghi adatti per una loro ideale diffusione (stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, ecc.).

Risultati attesi a) Costituire un archivio del patrimonio culturale immateriale a livello nazionale in uno dei borghi in cui sono particolarmente radicati i valori contenuti nel progetto; b) aumento dell’inclusione sociale delle fasce più deboli (adolescenti, donne, anziani) e riconoscimento dell’importante ruolo svolto all’interno delle comunità locali, abbattendo i fenomeni di marginalità sociale; c) sensibilizzazione nazionale sui temi dell’integrazione, della diversità culturale e dell’inclusione sociale attraverso una campagna nazionale; d) affi-dare il recupero e la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale ai soggetti attivi delle comunità locali attraverso un supporto tecnico dell’UNPLI; elaborazione di itinerari turistici che possano fungere da stimolo al tessuto socio-economico dell’area interessata dal progetto; e) incremento delle opportunità per i soggetti locali di lavorare e quindi di vivere nel territorio.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Ci sono anch’io. Costruire opportunità, superare il disagio, allenare alla cittadinanza attiva: quando lo sport è sociale”

Ente US ACLICodice F/2008/ US ACLIArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto La finalità del progetto è quella di costruire un percorso in cui la cultura e la pratica sportiva rappresentino, oltre che un mezzo di attrazione e di confronto sportivo per i giovani, uno strumento di diffusione dei valori positivi dello sport tesi all’inclusione e alla coesione sociale, attraverso il superamento delle barriere rappresentate dalla povertà, dal disagio sociale, dalla diversità comunque rappresentata. Attra-verso la realizzazione di percorsi specifici, i partecipanti acquisiscono capacità socio-relazionali in modo da sconfiggere le diverse forme di emarginazione. I programmi e le attività del progetto, inoltre, mirano a creare tra i partecipanti la nascita di forme stabili di relazioni, quali ad esempio la società sportiva o il gruppo di interesse specifico.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Calabria (Catanzaro), Campania (Napoli, Caserta, Benevento), Lazio, (Roma, Latina), Lombardia (Milano), Piemonte (Alessandria, Torino), Puglia (Bari), Sicilia (Catania, Caltanisset-ta, Palermo, Messina, Agrigento), Trentino-Alto Adige (Trento).

Obiettivi Obiettivo principale è quello dell’integrazione sociale dei partecipanti, del superamento di ogni fon-te di emarginazione (culturale, di religione, legate all’integrità fisica/psichica, alle condizioni economiche) e quello di contribuire alla formazione di una cultura dell’accoglienza che sappia valorizzare le diversità e a non considerarle elemento di marginalità.

Metodologia e strumenti utilizzati In questa proposta progettuale l’Associazione individua tre aree di pos-sibile disagio: l’area dell’immigrazione, della disabilità, del disagio sociale (rappresentata dall’abbandono sco-lastico, dal degrado urbano delle periferie, dal bullismo, dal rischio criminalità,ecc.). Si tende a valorizzare lerisorse soggettive del ragazzo, anche in relazione alle risorse oggettive dell’ambiente (contesto familiare, rete sociale, ecc.). Tutti i partecipanti di età compresa tra i 10 e i 18 anni (scuola media e media superiore), vengono

F/2008/ US ACLI

184 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

divisi in gruppi e coinvolti in prima persona nella gestione delle attività. Il progetto è costruito in modo da far lavorare assieme tutto il territorio: i servizi sociali territoriali, le scuole, le parrocchie e le altre agenzie che lavorano con tali destinatari di giovani, al fine di creare una rete in grado di intersecare le difficoltà e i bisogni spesso inespressi del giovane e costruire le risposte al bisogno primario di socialità.

Risultati attesi a) Aiutare a far crescere la cultura dell’accettazione come prevenzione al crearsi di situa-zioni irrecuperabili di emarginazione; b) promuovere e favorire un sano sviluppo psicofisico dei partecipanti; promuovere la vita di gruppo come momento di relazione con gli altri, momento di crescita, di confronto, di conoscenza, di autonomia; c) creare opportunità per prevenire la dispersione scolastica e fenomeni di emar-ginazione e devianza dei soggetti in situazione di disagio, anche promuovendo la nascita di gruppi sportivi studenteschi; d) promuovere momenti di crescita della cultura della legalità, a partire da un corretto rapporto con sé e con gli altri e dal rispetto delle norme e delle regole sociali.

Aspetti innovativi L’innovazione consiste nell’affrontare i diversi disagi dell’emarginazione utilizzando lo sport come strumento principale della crescita di autostima, facilitando dunque la relazione con gli altri.

Trasferibilità Il progetto può essere trasferito in altre realtà territoriali nella misura in cui ogni realtà provin-ciale, attraverso l’ausilio del vademecum prodotto dalla verifica finale, trova le indicazioni utili di progettazio-ne dell’intervento specifico al proprio contesto.

Iniziative annualità 2009ai sensi della lettera D

187Parte seconda. Schede progettuali

“Pensiero in azione. Percorsi educativi per una cittadinanza consapevole”

Ente ACLICodice D/2009/ACLIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’associazione si trova impegnata in un complesso lavoro di rinnovamento orga-nizzativo e di ricambio generazionale. In un momento nel quale il contesto nazionale è caratterizzato da una profonda crisi educativa, le Acli vogliono sentirsi pronte a accogliere e a rispondere a questa sfida attraverso un’azione formativa rivolta agli adulti e ai giovani dell’Associazione. I fabbisogni formativi individuati all’in-terno delle Acli ruotano attorno ai concetti di famiglia ed educazione, formazione e accompagnamento allo svolgimento del ruolo di autorità dei Presidenti provinciali e regionali, individuazione e formazione dei nuovi giovani dirigenti, continuità nella formazione dei responsabili della funzione sviluppo associativo.

Ambito territoriale Nazionale

Obiettivi Obiettivo generale del progetto è sostenere ed accompagnare con una formazione continua i dirigenti apicali dell’associazione nelle sue articolazioni locali. Obiettivi specifici del progetto sono: a) diffondere e con-dividere gli orientamenti che l’associazione prenderà nella conferenza organizzativa di metà mandato; b) offrire ai presidenti provinciali e regionali e ai responsabili dei Punti famiglia contenuti utili alla letture delle politiche familiari, del welfare, del fisco, dei processi di integrazione ed educazione; c) sostenere l’acquisizione di ruoli di responsabilità nell’associazione da parte dei giovani in ingresso; d) favorire l’impegno formativo diretto dei territori; e) garantire l’aggiornamento dei responsabili alla funzione sviluppo associativo a fronte delle recenti novità legislative.

Metodologia e strumenti utilizzati La fase di progettazione esecutiva degli interventi si realizzerà attraverso riunione di staff e focus group. Alcune riunioni saranno svolte in teleconferenza per agevolare la partecipazione dei membri dello staff e per diminuire i costi. La fase di promozione del progetto e individuazione dei destinatari prevede l’attivazione di tutti i canali comunicativi dell’associazione; l’ individuazione dei destinatari sarà realizzata attraverso dei colloqui motivazionali su tutto il territorio nazionale. La fase di “Funzionamento e gestione” prevede il ricorso a tecniche formative in presenza (lezioni frontali, lezioni di gruppo, lezioni con supporto informatico, workshop) e a distanza (apprendimento cooperativo attraverso strumenti messi a disposizione dalla piattaforma MOODLE, autofor-mazione, capitalizzazione dei saperi). La valutazione dei percorsi accompagna tutto il processo formativo in itinere

Risultati attesi a) Aggiornamento dei dirigenti territoriali dell’associazione sui temi delle politiche familiari e dell’educazione; b) acquisizione di competenze e di consapevolezza del ruolo da parte degli attuali e dei futuri dirigenti dell’associazione; c) tenuta della rete dei responsabili territoriali alla formazione a supporto del percorso formativo per futuri dirigenti e di una ulteriore autonoma iniziativa formativa territoriale; d) imple-mentazione del software per la formazione, dotato di funzione database e certificazione delle attività svolte, oltre che facilitazione nel rilascio di attestati.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

D/2009/ACLI

188 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Performing Media Lab, un laboratorio per lo sviluppo tecnologico, la formazione e la creazione di social network”

Ente ACMOSCodice D/2009/ACMOSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’idea da cui nasce l’iniziativa progettuale è di fornire l’Associazione di strumenti lavorativi e di condivisione efficaci (mailing list, forum, servizi di messaggistica, newsletters, calendari con-divisi, etc.).

Ambito territoriale Lazio (Roma), Marche (Pesaro e Urbino, Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno), Pie-monte (Torino, Cuneo, Asti, Biella, Vercelli, Alessandria, Novara, Verbania), Puglia (Lecce), Trentino-Alto Adige (Trento).

Obiettivi a) Fornire una formazione specifica dei membri dell’équipe impegnata nell’iniziativa e degli altri soci; b) predisporre uno spazio/laboratorio tecnologicamente attrezzato (Performing Media Lab) rivolto agli attori impegnati sul territorio, con particolare attenzione alla crescita di una nuova imprenditorialità nel settore culturale, sociale ed educativo; c) formare all’utilizzo di una piattaforma di social networking per favorire la partecipazione attiva degli agenti, dei soci e dei cittadini.

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione verrà effettuata principalmente sotto forma seminariale. Verrà anche approntato un tutorial per guidare il nuovo utente all’utilizzo e alla comprensione della piattafor-ma web e dei suoi strumenti partecipativi, organizzativi e di comunicazione.

Risultati attesi Il principale risultato atteso è il consolidamento della formazione dei membri dell’associazione e la realizzazione di uno strumento di inclusione democratica con la registrazione di 500 utenti in 12 mesi sulle piattaforme web e di 1000 utenti alla newsletter informativa, e con la pubblicazione di almeno 800 contenuti multimediali (articoli, video, album fotografici etc.).

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il Performing Media Lab vuole essere un laboratorio permanente la cui funzione non si esaurisca nei 12 mesi dell’iniziativa. Per perseguire la stabilizzazione dell’iniziativa è prevista la possibilità di imprendi-torializzare alcune attività del Performing Media Lab con finalità di autofinanziamento.

“Formare e comunicare”

Ente ACSICodice D/2009/ACSIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’Associazione sente di non essere rappresentata in modo soddisfacente nei mezzi di comunicazione. Il miglioramento degli aspetti comunicativi deve essere legato al rafforzamento degli stru-menti informatici e telematici e a un’attività sempre maggiore di formazione gestionale. Con questa iniziativa l’Associazione intende promuovere una piattaforma per la formazione e l’aggiornamento dei propri dirigenti e volontari, realizzare un primo gruppo di seminari e corsi e porre le base di un programma pluriennale di

D/2009/ACMOS; D/2009/ACSI

189Parte seconda. Schede progettuali

crescita nella presenza sui mezzi di comunicazione.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli, Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Lecce, Foggia), Sardegna (Cagliari), Toscana (Lucca, Pisa), Umbria (Perugia), Valle d’Aosta (Aosta).

Obiettivi L’iniziativa progettuale si articola in: a) un seminario iniziale di approfondimento degli aspetti co-municativi e organizzativi rivolto a 50/70 dirigenti periferici; b) sei interventi formativi regionali e multiregio-nali, ciascuno rivolto a 20 volontari e dirigenti; c) progettazione di una piattaforma per lo scambio di buone pratiche e dei materiali di comunicazione, l’erogazione di moduli di formazione a distanza e l’apprendimento collaborativo; d) realizzazione di un dvd interattivo in 3.000 esemplari; e) un seminario finale per la diffusione di risultati raggiunti e dei nuovi obbiettivi condivisi.

Metodologia e strumenti utilizzati La costituzione di gruppi di lavoro regionali nella fase iniziale del progetto di progettazione esecutiva garantisce un approccio bottom-up relativo alle necessità e alle soluzioni proposte. La piattaforma di autoapprendimento e comunicazione interna promuove in particolare forme di apprendi-mento collaborativo.

Risultati attesi Il principale risultato atteso è costituito da una maggiore presenza di ACSI, delle sue iniziative e del suo logo sui mezzi di comunicazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità I moduli formativi potranno essere riproposti a livello locale, mentre la scelta di produrre 3000 dvd e altri strumenti di formazione interattiva garantiscono la riproducibilità della formazione senza ulteriori finanziamenti.

“Formare per informare”

Ente ADICONSUMCodice D/2009/ADICONSUMArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’assistenza ai cittadini offerta negli sportelli dell’Associazione distribuiti sul ter-ritorio nazionale è realizzata da quadri volontari che necessitano continui aggiornamento e formazione. Allo stesso modo è necessario migliorare il livello di informatizzazione delle strutture al fine di rendere maggior-mente fruibile i servizi da parte di consumatori immigrati o portatori di handicap fisico. Le presenti iniziative di formazione e informatizzazione partono dal presupposto che un operatore formato e aggiornato è anche in grado di informare in modo puntuale gli utenti, e che in questo processo di informazione è necessario avvalersi di nuovi strumenti tecnologicamente avanzati e di chiara efficacia comunicativa.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Basilicata (Matera), Calabria (Catanzaro), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Mar-che (Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Alessandria), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Trentino (Trento), Umbria (Perugia), Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Venezia)

Obiettivi a) incrementare i contenuti della banca dati dell’Associazione e renderla accessibile ai non vedenti attraverso la traduzione vocale dei contenuti; b) aggiornare il sito dell’Associazione rendendo i contenuti più accessibili e organizzati con la realizzazione di un motore di ricerca interno, di un’area faq, di pagine di sup-

D/2009/ADICONSUM

190 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

porto alla consulenza aggiornate quotidianamente e pagine con contenuti in inglese; c) realizzare Adiconsum Web Tv, concepita come free Tv online comprendente anche una banca dati video che permetterà di visionare in tempo reale conferenze e convegni, conferenze stampa, interviste a esperti e altri materiali ; d) realizzare un Conference Call Network tra la sede nazionale e le sedi regionali che permetta una rapida e immediata consultazione con i massimi responsabili dell’Associazione, e acquistare le relative strumentazioni; e) realiz-zare tre corsi di formazione di due giorni rivolti ai quadri Adiconsum (30/40 operatori)al fine di incrementare le conoscenze e la qualità del servizio offerto dagli operatori sul territorio. A tal fine sono state costruite sinergie con altre associazioni di promozione sociale al fine di migliorare il know-how attraverso lo scambio di materiali formativi e autodidattici e la partecipazione a eventi realizzati nell’ambito di diverse iniziative; f) informatizzazione delle sedi (acquisto programmi per impaginazione grafica, pc portatili e altre apparecchia-ture; assistenza tecnica).

Metodologia e strumenti utilizzati Il percorso di formazione prevede il ricorso a: lezioni frontali con esper-ti, gruppi di problem solving, analisi di casi, supervisione individuale da parte dei docenti. Saranno inoltre costruiti questionari ad hoc relativi alla valutazione delle competenze dei partecipanti e sul gradimento dell’iniziativa. I risultati saranno illustrati in un report che evidenzierà i bisogni formativi e le aree tematiche che necessitano di approfondimento. Il progetto prevede l’ampio ricorso agli strumenti informatici (banca dati, web tv, etc.).

Risultati attesi a) Abbattimento dei costi (spostamenti, consulenze esterne, etc.) attraverso la costruzione di una rete di comunicazione efficace e la formazione sull’utilizzo di specifici programmi informatici; b) im-plementazione delle conoscenze degli operatori e miglioramento del servizio di informazione per categorie svantaggiate quali immigrati e ipovedenti; c) facilitazione dell’accesso alle informazioni per le sedi territoriali periferiche e meno attrezzate; d) maggiore circolarità delle informazioni e delle esperienze positive tra gli operatori in regioni diverse; e) miglioramento della visibilità delle iniziative e della comunicazione esterna.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Gli strumenti realizzati nel corso del progetto (banca dati, web tv, etc.) permetteranno l’ag-giornamento e la fruizione anche in una fase successiva al progetto, e dunque la loro replicabilità. Inoltre, ai partecipanti dei corsi saranno forniti materiali informativi per il trasferimento presso i territori di appartenenza di quanto appreso tramite ulteriori corsi di formazione a livello locale.

“Promozione responsabilità personale, familiare e civile nel mondo scolastico”

Ente AGESCICodice D/2009/AGESCIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’idea iniziale consiste nello sviluppare attività di formazione e aggiornamento dei membri dell’Associazione a diversi livelli nazionale e territoriale coinvolgendo almeno 30 gruppi provinciali in 19 regioni. Il progetto si articola in attività di formazione e promozione. Attraverso tali attività saran-no raggiunti oltre 20000 membri dell’Associazione mentre un gruppo di coordinamento garantirà unitarietà nell’esecuzione del progetto.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara, L’Aquila), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli, Salerno), Emilia Romagna (Bologna, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone, Udine), Lazio (Roma, Latina), Liguria (Genova, Imperia, Savona), Lombardia (Bergamo, Bre-scia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Sondrio, Varese), Marche (Pesaro-Urbino), Piemonte (Alessandria,

D/2009/AGESCI

191Parte seconda. Schede progettuali

Cuneo, Novara, Torino, Asti, Biella, Vercelli), Puglia (Bari, Taranto), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Ragusa, Palermo, Caltanissetta), Toscana (Livorno, Firenze, Prato, Lucca, Massa-Carrara), Umbria (Perugia), Veneto (Padova, Tre-viso, Venezia, Verona, Vicenza, Belluno), Trentino-Alto Adige (Trento), Val d’Aosta (Aosta).

Obiettivi a) Formazione di ottanta tra quadri e referenti dell’Associazione sul tema del rafforzamento orga-nizzativo dell’Associazione; b) Formazione sul territorio dei soci per approfondire tematiche proprie della vita di genitore/educatore, condividere problematiche culturali, individuare e approfondire il rapporto famiglia-scuola nel processo educativo; c) con il progetto si prevede di rafforzare l’interattività del sito web. Sino ad ora l’Associazione non ha programmato in senso organico l’utilizzo del proprio portale per favorire attività di formazione e informazione a distanza.

Metodologia e strumenti utilizzati Il processo formativo si basa sulla valorizzazione delle esperienze in corso delle associazioni e dei rispettivi membri. I percorsi formativi sono articolati in forma modulare, in particolare per i corsi territoriali. Il progetto prevede anche il potenziamento del sito web a fini formativi, tramite motore di ricerca interno, meccanismo di registrazione utenti, forum, chat.

Risultati attesi a) Miglioramento del livello di partecipazione e rappresentanza dei soci AgeSC a livello centra-le e territoriale; b) miglioramento delle competenze e rafforzamento dell’organizzazione dei gruppi territoriali; c) promozione di un’attività di formazione e comunicazione specifica sul tema della responsabilità per aiutare genitori, famiglie e gruppi associativi a divenire soggetti attivi e propositivi nel cantiere dell’educazione sco-lastica.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello di intervento formativo e trasferibile verticalmente alle diverse sezioni provinciali del-le associazioni a prescindere dalla complessità organizzativa e dal volume di attività specifico nei singoli terri-tori. Le azioni specificamente orientate a favorire la trasferibilità del modello sono: il monitoraggio in itinere e la valutazione finale, la sistematizzazione e lo scambio di esperienze, la formalizzazione e la presentazione de un modello riproducibile in un incontro nazionale conclusivo, la creazione di un gruppo di coordinamento in costante confronto con le esperienza realizzate sul territorio. Infine, la documentazione didattica sarà messa a disposizione di altre associazioni e operatori interessati alle tematiche attraverso la segreteria nazionale e i siti web dell’Associazione.

“La comunicazione come metodologia e strumento operativo: processi formativi per una cultura di rete”

Ente AICSCodice D/2009/AICSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’idea progettuale scaturisce dalla volontà dell’Associazione di continuare un per-corso di crescita professionale che ha già visto coinvolti buona parte dei dirigenti regionali e provinciali. Da un lato si intendono creare percorsi di formazione dedicati alla conoscenza dei principali strumenti tecnologici; dall’altro si vuole continuare un percorso di condivisione con i propri associati degli obbiettivi e dei valori dell’associazione.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Basilicata (Potenza), Calabria (Crotone), Campania (Napoli), Emilia-Romagna(Forlì), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Roma), Liguria (Savona), Lombardia (Brescia), Pie-monte (Torino), Puglia (Lecce), Sardegna (Sassari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Veneto (Padova)

D/2009/AICS

192 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Obiettivi Il principale obiettivo dell’iniziativa consiste nell’organizzazione di un percorso di formazione di quat-tro giornate in aula più due giornate di consulenza a distanza. È prevista una fase la valutazione dell’efficacia dell’intervento formativo, a cui seguirà un convegno di chiusura per la condivisione del percorso formativo svolto.

Metodologia e strumenti utilizzati Il percorso di formazione prevede il ricorso a formazione in aula, a workshops su strumenti informatici per la comunicazione di rete e alla formazione a distanza da realizzarsi sotto forma di consulenza. La formazione d’aula e nei workshops si avvale di metodologie didattiche di tipo interattivo tese a valorizzare le esperienze dei partecipanti. La valutazione dell’efficacia del percorso forma-tivo è effettuata tramite somministrazione di questionari successivamente sottoposti ad analisi numerica e discorsiva MADIT e SPSS.

Risultati attesi Dall’iniziativa progettuale si attende l’incremento delle competenze nella gestione di strumen-ti per la comunicazione di rete (blog, forum, webTV, intranet).

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Next AIG: certificazione di qualità internazionale”

Ente AIGCodice D/2009/AIGArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto AIG intende promuovere la certificazione di qualità delle strutture associate per offrire un’omogenea e sempre maggiore qualità dei servizi offerti attraverso l’attivazione di un percorso di informazione e formazione dei propri dirigenti, dipendenti e volontari e un supporto alle prime iniziative pilota di certificazione.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Chieti), Basilicata (Matera), Calabria (Cosenza), Campania (Napoli, Sa-lerno), Emilia-Romagna (Ferrara, Ravenna, Bologna, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Parma), Friuli-Venezia Giulia (Udine, Pordenone), Lazio (Roma, Frosinone, Rieti, Latina), Liguria (Genova, Savona), Lombardia (Como, Bergamo, Sondrio, Milano, Mantova), Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro-Urbino), Piemonte (Alessandria, Cuneo, Torino, Verbania), Puglia (Lecce, Taranto, Bari), Sardegna (Sassari, Nuoro, Cagliari), Sicilia (Messina, Catania, Siracusa, Palermo, Enna), Toscana (Pistoia, Siena Firenze, Arezzo Livorno), Lucca, Massa-Carrara), Trentino-Alto Adige (Trento), Umbria (Terni, Perugia), Val d’Aosta (Aosta), Veneto (Verona, Venezia, Padova, Rovigo, Belluno).

Obiettivi a) Tradurre e adattare alla realtà italiana i materiali di certificazione di qualità per gli ostelli della gioventù prodotti a livello internazionale; b) realizzare un percorso formativo di base e un percorso formativo specialistico; c) effettuare una sperimentazione pilota in un primo gruppi di ostelli.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa ricorre alla metodologia della ricerca-intervento. Essa prevede inoltre la predisposizione dvd interattivo con funzione autodidattica che favorisca e accompagni l’apprendi-mento.

Risultati attesi a) Avviamento di un significativo processo di certificazione di qualità per gli ostelli della gio-ventù; b) coinvolgimento di tutta la struttura nazionale negli aspetti informativi e raccolta di buone pratiche nazionali e internazionali.

Aspetti innovativi ---

D/2009/AIG

193Parte seconda. Schede progettuali

Trasferibilità La sperimentazione ha carattere di trasferibilità poiché negli anni successivi si applicherà a tutti gli ostelli italiani di dimensioni maggiori e minori. La trasferibilità va oltre l’ambito degli ostelli grazie alle sinergie previste in termini di scambio di materiali e di diffusione finale con altre importanti associazioni nazionali.

“Amici sul web”

Ente AIPDCodice D/2009/AIPDArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto si basa sull’idea che la nascita di una comunità virtuale e la creazione di un internet point in alcune sedi dell’associazione che partecipano al progetto possa favorire l’inserimento sociale nonché professionale di soggetti con sindrome Down, grazie anche ai nuovi strumenti di e-learning che favori-scono forme di apprendimento collaborativo e pongono la persona al centro di una molteplicità di relazioni, ren-dendola un partecipante attivo. Le persone con sindrome di Down (sD) presentano spesso difficoltà linguistiche nella forma e/o nel contenuto verbale che ne condizionano la capacità espressiva e di comunicazione. L’utilizzo di una comunità virtuale può rappresentare uno strumento per valorizzare queste capacità comunicative, relazio-nali ed espressive, migliorando la qualità dell’inclusione sociale. Inoltre attraverso strumenti telematici si miglio-rerebbero le capacità di auto-organizzazione delle persone sD, aumentandone l’autonomia personale e sociale.

Ambito territoriale Lazio (Roma)

Obiettivi Obiettivo generale del progetto è l’integrazione sociale e professionale delle persone adulte con sD attraverso tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). Obiettivo specifico è l’incremento delle capacità di socializzazione di un gruppo di 60 soci con sD di AIDP, attraverso la formazione in informatica e la creazione di una comunità telematica specialmente dedicata. Obiettivi operativi del progetto sono: a) forma-zione in presenza, in situazione e a distanza di operatori e soci con sD; b) attivazione di una rete telematica tra i partecipanti delle varie sezioni; c) avvio di una comunità di dialogo virtuale.

Metodologia e strumenti utilizzati La fase di progettazione operativa dell’intervento sarà sviluppata at-traverso una ricerca di tipo desk. La fase di elaborazione del percorso formativo sarà realizzata attraverso la produzione di strumenti di facile uso e comprensione e di moduli didattici. La Fase di selezione dei partecipanti avverrà tramite comunicazione data dalla sede centrale ai coordinatori/responsabili delle sezioni sparse sul territorio i quali indicheranno un operatore sulla base di criteri quali l’esperienza di lavoro con giovani/adulti con sD, diploma di scuola media superiore, competenze informatiche di base (sarà data precedenza ad opera-tori in possesso di Lauree socio psicopedagogiche) . Gli stessi operatori selezionati, individueranno i giovani/adulti con sD che parteciperanno al progetto sulla base dei seguenti criteri: età compresa tra i 15 e i 30 anni, competenza di letto scrittura di base, competenze di autonomia sociale e personale di base. Potranno parte-cipare tre soci con sD a sezione, eterogenei rispetto al sesso. La fase IV di formazione” si svolgerà attraverso differenti tipologie di formazione: formazione frontale nazionale per operatori e per soci con sD; formazione frontale locale per soci con sD (lezioni, esercitazione web 2.0 e youtube); formazione “in situazione” locale per soci con sD; formazione a distanza, sincrona e asincrona. La fase conclusiva prevede la messa in rete dei computer e la creazione e l’animazione della comunità virtuale.

Risultati attesi a) Formazione di venti operatori all’insegnamento dell’informatica a persone con disabilità intellettiva; b) alfabetizzazione di sessanta soci (15-30 anni) con sD dal punto di vista informatico e della comu-

D/2009/AIPD

194 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

nicazione telematica; c) elaborazione di otto moduli informatici e avvio di un internet point facilitato per persone con sD all’interno di almeno un terzo delle sezioni partecipanti; d) incremento della capacità di socializzazione e incremento della rete tra i soci con sD di AIDP almeno tre interventi in chat per un terzo della popolazione target.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello progettuale sarà diffuso in diversi ambiti; gli strumenti operativi, così come i mate-riali e le esperienze relativi ai corsi di formazione, potranno essere utilizzati e saranno diffusi in tutte le sedi AIDP. Inoltre il coinvolgimento di persone con differenti livelli cognitivi e culturali mira alla costituzione di un modello riproducibile in altri contesti, e dunque trasferibile ad altre condizioni di disabilità intellettiva. Infine si prevede la diffusione del pacchetto formativo all’interno delle scuole per essere messo a disposizione di studenti con disabilità intellettiva.

“Accorciamo le distanze”

Ente ANFASSCodice D/2009/ANFASSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’idea da cui nasce l’iniziativa progettuale è di dare concreta attuazione ai contenuti della legge n. 18 del 3 marzo del 2009 con cui è stata recepita la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Alla luce della Convenzione vi è la piena consapevolezza che gli strumenti e i paradigmi utilizzati necessitano una rivisitazione. L’esigenza primaria è di coinvolgere le famiglie, gli operatori e le persone con disabilità in un processo che esplori nuovi percorsi e ricerchi strumenti tesi a valorizzare le famiglie delle per-sone con disabilità sulla base dei bisogni reali rilevati.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Chieti, Pescara, Teramo), Calabria (Cosenza, Catanzaro), Campania (Na-poli, Salerno), Emilia-Romagna (Bologna, Forlì-Cesena, Ferrara, Modena, Parma, Ravenna), Liguria (Genova, Imperia, La Spezia, Savona), Friuli-Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Udine), Lazio (Latina, Roma, Viterbo), Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Milano, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese), Marche (Anco-na, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro), Molise (Campobasso), Piemonte (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli), Puglia (Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani), Toscana (Grosseto, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pisa, Prato, Siena), Trentino-Alto Adige (Trento), Veneto (Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Ve-nezia, Vicenza, Verona).

Obiettivi a) Realizzazione di un percorso formativo di otto mesi rivolto ai leader associativi e agli operatori della rete associativa; b)realizzazione di manuali in formato cartaceo, informatico e video e di una banca dati che rendano fruibili le informazione e gli esiti del progetto.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto farà ampio ricorso agli strumenti informatici (portale associa-tivo, newsletter, Banca dati open source online, teleconferenze, Cd-rom, etc.)

Risultati attesi a) Dare concreta attuazione ai contenuti della Convenzione sui diritti delle persone con di-sabilità; b) agevolare il processo di empowerment per le persone con disabilità, in particolare intellettive e/o relazionale, di cui ANFASS prioritariamente si prende cura e carico e i loro familiari; c) consolidare il sistema formativo dell’Associazione al fine di aumentarne l’efficacia nell’ambito del suo ambito di azione.

D/2009/ANFASS

195Parte seconda. Schede progettuali

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità dell’iniziativa è resa possibile dalla ampia rete delle associazioni aderenti alla Federazione FISH e CND cui ANFASS appartiene.

“Informatica solidale: C.R.M della solidarietà”

Ente ANMILCodice D/2009/ANMILArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto nasce per accrescere le competenze professionali degli operatori dell’as-sociazione attraverso percorsi di formazione volti anche alla creazione di una comunità di pratica in cui scambiare casi ed esperienze.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Basilicata (Potenza), Calabria (Catanzaro), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Bergamo), Mar-che (Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Trentino-Alto Adige (Bolzano, Trento), Umbria (Terni), Val d’Aosta (Aosta), Veneto (Venezia).

Obiettivi a) Incrementare le competenze progettuali degli operatori ANMIL; b) rendere fruibile il know how progettuale a tutte le sedi ANMIL; c) informatizzare la banca dati relativa agli utenti ANMIL; d) applicare l’utilizzo del sistema per orientare le attività di progettazione della struttura.

Metodologia e strumenti utilizzati In una fase iniziale è prevista la rilevazione delle problematiche principali emergenti al front office e, tramite focus group, delle esigenze degli associati ANMIL, degli operatori e della dirigenza. Per l’informatizzazione delle informazioni si seguono metodologie di realizzazione delle strategie e delle tecniche di Customer Relationship Management. Per le attività di consulenza e training on the job è prevista un’integrazione di attività in presenza e a distanza per un totale di otto ore a sede.

Risultati attesi a) Realizzazione di un report di un’esperienza formativa personale e collettiva da trasferire a livello nazionale; b) aumento della capacità degli operatori di gestire l’attività organizzativa interna applican-do le logiche della qualità; c) incremento e diffusione nell’associazione delle competenze progettuali; d) atti-vazione di un sistema Customer relationship; e) elaborazione di un piano di marketing volto alla soddisfazione e fidelizzazione dell’associato.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello di utilizzo e adattamento della logica e del sistema di Customer relationship manage-ment (CRM) alle esigenze e alle attività di un’organizzazione associativa può essere trasferito agilmente nelle sue linee guida anche ad altre associazioni operanti nello stesso settore o in settori analoghi.

D/2009/ANMIL

196 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Buen Vivir. Aggiornamento del sistema ARCI mediante formazione della nuova figura di Agente di Comunità per la promozione della coesione sociale e del benessere comunitario”

Ente ARCICodice D/2009/ARCIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa formativa nasce con l’intento di formare i quadri associativi al tema della promozione della coesione sociale e del benessere comunitario. Il percorso formativo fornisce ai quadri dirigenti strumenti e competenze per assumere il ruolo di “Agenti di Comunità”, per poi avviare un processo capillare e permanente di trasferimento di saperi e pratiche nei diversi territori. L’iniziativa punta, inoltre, su spazi interattivi e strumenti formativi on line.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Veneto (Padova).

Obiettivi a) Formare quindici dirigenti ARCI all’inedito ruolo di “Agente di Comunità”; b) formare e aggiornare cento quadri dirigenti alle pratiche per la coesione sociale.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa progettuale si fonda sulle metodologia della riflessione collet-tiva, dell’apprendimento cooperativo e dell’autoformazione.

Risultati attesi a) Formazione dei quadri dirigenti alla promozione del benessere comunitario; b) realizzazione e diffusione di un DVD informativo; c) attivazione di uno spazio interattivo sul sito web dell’ARCI; d) aggior-namento della Banca Dati associativa.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità è garantita dal confronto tra le realtà locali diverse, dalla partecipazione di esperti e formatori esterni e dall’obiettivo di diversificare le strategie di sviluppo associativo adattando la formazione ai contesti territoriali.

“Arcigay SMC - Social Media Communication: Sviluppo e sperimentazione di metodologie di comu-nicazione diffusa e interattiva per favorire la circolazione di informazioni, la consapevolezza e la partecipazione”

Ente ARCIGAYCodice D/2009/ARCIGAYArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Arcigay nel corso della propria esperienza ha costruito una rete di assistenza giuri-dica, consulenza sul diritto del lavoro, sulle malattie sessualmente trasmissibili, etc. Non è stato però sempre possibile realizzare servizi per la popolazione omosessuale abitante in contesti rurali o in aree ove non sono disponibili servizi ad accesso diretto. È inoltre necessario prestare attenzione all’utenza che vive con difficoltà la propria situazione per paura della discriminazione e limita la propria socialità ad ambienti informali e di sva-go e a mezzi comunicativi interattivi basati sul web 2.0. Raggiungere le persone LGBT in questi contesti meno

D/2009/ARCI; D/2009/ARCIGAY

197Parte seconda. Schede progettuali

formali e sulla Rete necessita di metodologie innovative di comunicazione e consulenza anche informale. A questo fine, l’Associazione intende sperimentare attraverso un’azione mirata in tre aree nazionali (nord, centro, sud) la creazione di un circuito di comunicazione audiovisiva che operi sia via web sia nei luoghi di aggrega-zione sociale rivolti alle persone LGBT. Nei medesimi territori sarà avviata anche una sperimentazione per la creazione di punti di accesso internet per i soci nelle sedi dei Comitati Provinciali e delle associazioni affiliate per favorire un accesso diretto e immediato alle centrali operative dell’Associazione e ai servizi da essa erogati.

Ambito territoriale Calabria (Cosenza), Campania (Napoli), Emilia Romagna (Bologna, Reggio Emilia, Parma, Modena, Rimini), Friuli-Venezia Giulia (Trieste), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano, Brescia, Bergamo), Marche (Pesaro, Ancona), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sicilia (Catania), Toscana (Pisa, Firenze), Trentino-Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Veneto (Padova, Verona).

Obiettivi a) Individuazione, raccolta, produzione di strumenti di comunicazione audiovisiva rivolti alla popola-zione LGBT su temi di interesse al fine di costituire un database nazionale: b) sviluppo di modalità innovative basate sulla social media communication per informare l’utenza relativamente al proprio benessere psicofisi-co, alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, ai servizi istituzionali di assistenza, agli eventi culturali nel territorio; c) sperimentazione di momenti di divulgazione/disseminazione dei prodotti di comuni-cazione audiovisiva e virtuale in tre aree geografiche allo scopo di affinare le modalità e gli approcci, racco-gliendo un apposito feedback dall’utenza; d) dotare l’Associazione della necessaria strumentazione Hardware e Software per sviluppare prodotti di comunicazione audiovisiva originali e per creare punti di accesso per i soci ai servizi online erogati dall’Associazione disponibili come il servizio legale nazionale, le linee telefoniche e le e-mail di aiuto/consulenza, i moduli di formazione a distanza; e) formare una rete di operatori su temi, strumenti e metodologie di social media communication.

Metodologia e strumenti utilizzati Nel corso del progetto è effettuata un’analisi dei bisogni formativi attra-verso una serie di interviste telefoniche e questionari. Nella fase di formazione si ricorre a metodi tradizionali, sia frontali che basati sul working group. Nella sperimentazione e ottimizzazione del sistema è prevista una sperimentazione reale, e non una simulazione, da realizzarsi attraverso l’applicazione dei prodotti in un cam-pione di luoghi di aggregazione, controllata sia attraverso interviste e questionari, sia attraverso osservatori/testimoni privilegiati localmente presenti. Per il circuito video saranno utilizzati monitor a player dedicati e non utilizzabili quindi come televisori generici alimentati con contenuti tramite la rete intranet amministrata dall’Associazione, oltre ad accessori hardware per la produzione dei palinsesti. Si utilizzeranno inoltre stru-menti informatici generici per l’accesso a internet su postazione dedicata o tramite accesso wi-fi, scanner, tablet per l’acquisizione di firme digitali e la piattaforma informatica di acquisizione compatibile con altre dotazioni ICT in uso presso l’associazione.

Risultati attesi a) Maggiore livello di informazione e preparazione della popolazione LGBT con conseguente maggiore partecipazione sociale e democratica; b) minore esposizione al rischio di emarginazione, discrimi-nazione e passiva assoggettazione a soprusi e/o violenze verbali e fisiche delle persone LGBT; c) superiore capacità di comunicazione, auto-aggiornamento, informazione e fruizione di servizi pubblici e privati da parte dell’utenza LGBT, tramite maggiore comunicatività interattiva; d) maggiore partecipazione e utilizzo dei servizi erogati dall’associazione a soci e utenti esterni (consultori, telefoni amici, assistenza legale, informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili).

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’analisi e la valutazione dei prodotti di comunicazione permette di ricavare indicazioni per rea-lizzare prodotti più efficaci che potrebbero essere in seguito divulgati tramite diversi mezzi di comunicazione; inoltre i risultati raccolti sulla valutazione dell’efficacia delle modalità di disseminazione adottate potranno essere riutilizzati da altre associazioni o enti preposti all’erogazione di servizi pubblici di assistenza alle per-

D/2009/ARCIGAY

198 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

sone LGBT. Per quanto riguarda la tecnologia hardware, i costi contenuti del circuito di comunicazione visiva creano i presupposti non solo della stabilizzazione dei risultati del progetto ma anche dell’allargamento e della sua diffusione al resto dei Comitati provinciali dell’Associazione. In ultima analisi, il sistema proposto non ha costi per la semplice manutenzione e l’aggiornamento dei dati, e ha costi molto puntuali e affrontabili di volta in volta nel caso di un possibile allargamento del numero di punti d’accesso e/o punti video.

“Sì! - Sicuramente insieme”

Ente ARCIRAGAZZI NAZIONALECodice D/2009/ARCIRAGAZZIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’idea del progetto è di preparare trenta responsabili locali dell’Associazione all’a-deguamento alle normative vigenti sul tema della sicurezza (D.Lgs. 81/2008), sottolineandone l’importanza culturale e attivando processi e procedure di condivisione nei territori con i soci che partecipano alle attività e vivono gli spazi associativi.

Ambito territoriale Campania (Napoli, Salerno, Caserta), Emilia-Romagna (Ferrara, Imola), Lazio (Roma), Ligu-ria (Genova), Lombardia (Milano, Brescia), Puglia (Foggia, Taranto), Sicilia (Palermo, Siracusa, Trapani), Toscana (Firenze, Prato), Trentino-Alto Adige (Bolzano), Umbria (Terni), Veneto (Vicenza).

Obiettivi Obiettivo principale del progetto è organizzare due seminari indirizzati a trenta soci che, grazie alle competenze acquisite, organizzeranno localmente processi di controllo e adeguamento riferiti al tema della sicurezza. Verrà a tal fine anche realizzato un documento che raccolga le buone pratiche e gli strumenti utili e sarà reso fruibile gratuitamente attraverso il sito web dell’associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto fa ricorso alle strategie della partecipazione, considerando i fruitori degli spazi e delle attività associative (spazi e luoghi oggetto delle normative sulla sicurezza) come soggetti attivi e protagonisti e quindi da coinvolgere nelle strategie applicative delle suddette norme. I seminari includono momenti formativi frontali e discussione in gruppi di lavoro. Nei seminari si farà ricorso a presentazioni multimediali e colle-gamenti in videoconferenza.

Risultati attesi Dall’iniziativa progettuale ci si attende una promozione della cultura della sicurezza all’interno dell’Associazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto è lo startup di un’azione permanente di life-long learning che struttura un percorso permanente di acquisizione delle competenze, diffusione delle informazioni, aggiornamento e coordinamento.

“Contabilità in rete FAD: formazione a distanza per Dirigenti Terzo Settore”

Ente ASICodice D/2009/ASIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’idea nasce dall’esigenza di proseguire il percorso di ammodernamento delle proce-dure organizzative e gestionali intrapreso dalla Associazione sin dal 2003, che ha consentito la digitalizzazione della comunicazione tra le sede centrale e gli uffici periferici e la creazione di una rete intranet accessibile ai

D/2009/ARCIRAGAZZI; D/2009/ASI

199Parte seconda. Schede progettuali

Comitati Provinciali dell’ASI. Il progetto vuole trovare soluzione alle necessità contabili e di rendicontazione emerse tra le realtà associative, dando a queste l’opportunità di tenere la propria contabilità on line, rispon-dendo agli obblighi di legge e riducendo costi di gestione e manutenzione dei tradizionali sistemi contabili.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Chieti), Calabria (Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria), Campa-nia (Caserta, Benevento), Emilia Romagna (Bologna, Forlì, Piacenza), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Frosinone, Latina, Rieti, Roma), Liguria (Genova, Imperia, La Spezia), Marche (Ancona, Ascoli Piceno), Molise (Campobasso, Isernia), Puglia (Bari, Brindisi), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Agrigento, Caltanissetta, Messina, Trapani), Toscana (Arezzo, Grosseto, Livorno), Umbria (Terni, Perugia), Veneto (Padova, Rovigo, Vicenza).

Obiettivi a) Rispondere agli obblighi legislativi di rendicontazione; b) rispondere adeguatamente a eventuali obblighi fiscali; c) approntare strumenti idonei a seguire il bilancio preventivo, la certificazione delle spese etc.; d) attivare forme di controllo contabile e amministrativo al fine di ottimizzare le risorse.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Riduzione dei costi di gestione e manutenzione del sistema contabile; b) riduzione report cartacei; c) eliminazione attività di inserimento e manutenzione di dati analoghi in più sistemi; d) ottimiz-zazione dei costi di supporto organizzativo, tecnologico ed operativo dei processi contabili; e) superamento delle tradizionali barriere – tecnologiche e fisiche – che limitano le opportunità di fare efficienza sui processi contabili.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ----

“ISACCO: sistema informativo per la produzione e gestione distribuita della banca dati associativa”

Ente ANFMCodice D/2009/ANFMArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto La distribuzione dell’Associazione sull’intero territorio nazionale è oggi contempora-neamente suo punto di forza e di debolezza. La debolezza nasce dalla difficoltà di produrre sinergia tra le tante forze disponibili sparse sul territorio. La sola gestione del ricco patrimonio di dati ricade sulle spalle di pochi. Il rischio che si produca una situazione di “collasso gestionale” diventa sempre più concreta. L’idea è perciò di dotarsi di strumento informatici che permettano di far fronte a queste difficoltà.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Ve-neto.

Obiettivi a) Dotare tutti i responsabili associativi di uno strumento unico che permetta di decentrare la gestio-ne dei dati prodotti nei singoli territori di competenza; b) organizzare un corso di alfabetizzazione informatica da erogare alle famiglie più carenti di conoscenza specifica.

Metodologia e strumenti utilizzati Lo sviluppo di ISACCO sarà improntato a una metodologia agile, che per-metta un forte coinvolgimento dell’Associazione nelle operazioni di controlli. In fase di progettazione e stesura delle specifiche sarà privilegiato l’utilizzo non ambiguo del formalismo UML. Il sistema sarà implementato secondo le specifiche PHP/AJAX su database relazionale di mercato (Oracle, SQLServer o MySql).

D/2009/ANFM

200 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Risultati attesi a) Colmare il divario tra la struttura interna dell’Associazione e la sua capacità gestionale; b) rendere possibile lo scambio di richieste, informazioni e conoscenze in ambito di politiche familiari tra i coordinatori della stessa regione e delle regioni vicine; c) permettere la gestione delle casse delocalizzate con indicazione in tempo reale dello stato della cassa nazionale; d) supportare la gestione degli ordini dei gruppi di acquisto familiare.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità È intenzione dell’associazione rendere disponibile a terzi il software che verrà realizzto secondo modalità Open Source con licenza GPL. A tal proposito uno studio effettuato dall’Università di Bologna ha rilevato l’assenza sul mercato italiano di pacchetti software adeguati per la gestione delle associazioni, ciò che va ad aumentare il valore aggiunto della trasferibilità del progetto.

“Vivere il Paese. Percorso di sensibilizzazione ad una responsabilità educativa per lo sviluppo di op-portunità sociali”

Ente Associazione Santa LuciaCodice D/2009/ASLArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’idea progettuale si inserisce nell’ambito dell’accoglienza e dell’ospitalità nel set-tore del turismo sociale. L’indubbio valore del turismo sociale è di permettere di accedere ai tradizionali servizi turistici anche a persone che hanno difficoltà economiche o comunque svantaggiate. Ma questa valenza so-ciale non è l’unico fattore in gioco, essendo presente il valore della crescita culturale insito nel viaggio, nell’in-contro e nella conoscenza di un’altra realtà. In questo senso è significativa nella compagine associativa dei soggetti proponenti il progetto la presenza di realtà cooperative che svolgono attività socio-educative rivolte alla prima infanzia, ai minori e giovani e ad anziani. L’idea del progetto ha dunque lo scopo di valorizzare le persone coinvolte nell’associazione attraverso un percorso formativo ed educativo che permetta di rispondere in maniera più adeguata alle persone e ai loro bisogni. Nello specifico, le esigenze rilevate riguardano: com-petenze su tematiche del turismo sociale; competenze su tematiche di comunicazione sociale; competenze sull’utilizzo di tecnologie informatiche; informatizzazione.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Ferrara, Forlì), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Marche (Ascoli Pice-no), Puglia (Foggia), Toscana (Firenze), Umbria (Perugia).

Obiettivi È prevista l’organizzazione delle seguenti attività formative: a) sette seminari sul turismo sociale per un totale di 84 ore rivolti a 70 membri delle associazioni; b) sette seminari sulle tecnologie informatiche per un totale di 56 ore rivolti a 70 membri delle associazioni; c) sette seminari sulla comunicazione sociale per un totale di 56 ore rivolti a 35 membri delle associazioni; sei workshops sul turismo sociale per un totale di 48 ore rivolti a 60 membri delle associazioni. d) Ulteriore obbiettivo dell’iniziativa progettuale è inoltre la creazione e gestione di una banca dati, che prevede l’organizzazione di sei seminari per un totale di 24 ore rivolti a 30 membri delle associazioni. Sono previste attività di monitoraggio e valutazione finale dell’iniziativa.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa ricorre alle seguenti metodologie: metodologia d’impatto, volta a cogliere l’impatto che la promozione del capitale umano riesce a sviluppare nel sistema del turismo sociale in termini di soluzioni adottate rispetto alle criticità emerse; metodologia di rete, volta a costituire una vasta partnership come strumento di governance progettuale e di valorizzazione delle diverse competenze ed esperienze; metodologia di integrazione, volta a programmare con sistematicità e obbiettività le attività previste in una logica unitaria con ciò

D/2009/ASL

201Parte seconda. Schede progettuali

che è già presente, non partendo da ciò che manca, ma da ciò che è, evitando la sovrapposizione di attività e valo-rizzando e potenziando le risorse presenti; le attività di informatizzazione sono totalmente integrate con le attività formative; metodologia di comunicazione. Gli strumenti informatici utilizzati nello svolgimento del progetto saran-no il blog, gli strumenti didattici informatici (proiezione video, slides, etc.), Skype, Newsletter online, piattaforma di formazione a distanza, Database.

Risultati attesi a) Formare gli operatori sociali attraverso l’acquisizione di conoscenze e competenze negli am-biti indicati; b) consolidare la rete territoriale attraverso l’introduzione di strumenti innovativi volti a facilitare la formazione degli utenti e dotare alcune sedi delle associazioni di strumenti informatici volti a potenziare le attività svolte; c) elaborare metodologie, strumenti e approcci capaci di promuovere e sostenere lo sviluppo del turismo sociale; d) ampliamento delle rete delle associazioni proponenti attraverso collaborazioni sia con operatori che svolgono la propria attività nei settori strettamente collegati al turismo, sia con operatori che svolgono la propria attività nell’ambito del recupero e della valorizzazione dei beni culturali e nel turismo am-bientale e culturale, sia con gli operatori che svolgono la propria attività nell’ambito dei servizi socio-educativi rivolti alla persona; e) incremento delle opportunità di viaggi per soggetti svantaggiati ai fini dell’integrazione sociale; f) contributo alla promozione del turismo sociale come fonte di cittadinanza attiva e di educazione all’accogliere, diffusione di una cultura della vacanza come incontro e socializzazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La valorizzazione della dimensione interregionale del progetto contribuisce ad attribuire ad esso una prospettiva ampia e rappresentativa, presupposto per assicurare validazione e trasferibilità all’intervento complessivo.

“Formazione permanente degli aderenti dell’Associazione ATTAC Italia”

Ente ATTAC ITALIACodice D/2009/ATTACArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Con questo progetto l’Associazione intende realizzare lo strumento per la formazio-ne continua degli aderenti utilizzando le conoscenze predisposte in un ambiente e-learning.

Ambito territoriale

Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto.

Obiettivi L’obiettivo principale dell’iniziativa e la progettazione ed erogazione di un corso di formazione a distanza rivolto a 400 tra soci e simpatizzanti dell’associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati La progettazione del corso è effettuata in maniera partecipata attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro. Si ricorre alla metodologia dell’e-learning per la sua maggiore flessibilità.

Risultati attesi a) Miglioramento della partecipazione individuale e collettiva all’azione concreta per il cam-biamento della società; b) ampliamento dell’influenza dell’Associazione e di efficacia della sua azione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’iniziativa di formazione ha l’intento di essere permanente. È previsto il successivo aggiorna-mento dei contenuti del corso e il loro ampliamento al fine di replicare il corso indirizzandolo agli altri soci.

D/2009/ATTAC

202 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“SCOOP - Saper Comunicare e Offrire Opportunità Professionali”

Ente FIS CDOCodice D/2009/FIS CDOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto intende promuovere in modo sistematico strategie di formazione che emergono soprattutto dal confronto quotidiano con gli associati. In particolare, risulta fondamentale per i soci dell’Associazione iniziare a utilizzare in modo efficace la comunicazione, da non considerarsi un aspetto se-condario, ed esser dotati – ciascuno nella propria specializzazione – di competenze integrate e non nettamente settoriali. Da un lato risulta infatti che la comunicazione rimane affidata a un certo dilettantismo; dall’altro, particolare attenzione va riservata ai coordinatori delle équipe educative quali figure chiave di gran parte delle organizzazioni nonprofit. Il contributo del progetto è dunque quello di intervenire attraverso un’offerta for-mativa a favore del coordinatore in ambiti diversi e con particolare attenzione al campo della comunicazione, mostrando che la vera professionalità risiede in una esperienza unitaria di organizzazione, amministrazione ed educazione.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Basilicata (Matera), Calabria (Catanzaro), Campania (Napoli), Emilia Romagna (Bologna, Forlì, Modena, Rimini, Ravenna), Friuli Venezia Giulia (Udine), Lazio (Roma, Frosinone), Liguria (Genova), Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio, Varese), Mar-che (Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Urbino), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino, Verbania), Puglia (Bari, Brindisi, Foggia, Lecce), Sardegna (Sassari,), Sicilia (Catania, Palermo), Toscana (Firenze), Trentino Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Veneto (Verona, Padova)

Obiettivi a) Attuazione di due percorsi formativi: il primo sulla comunicazione e comprendente due moduli di una giornata ciascuna, diretto a cento responsabili delle organizzazioni non profit; il secondo consistente in un corso residenziale di cinque giorni per trenta coordinatori educativi; b) attuazione di un piano di comunicazio-ne; c) monitoraggio dell’attività, da svolgersi periodicamente da parte di una équipe appositamente stabilita.

Metodologia e strumenti utilizzati I due corsi utilizzano due metodologie differenti per rendere più efficace il percorso formativo: a) nel caso del percorso sulla comunicazione si ricorre a lezioni frontali al fine di fornire una serie di elementi a partire dai quali possono essere sviluppati momenti formativi di apprendimento a richiesta e successivi al progetto; b) nel caso del corso residenziale si prevede un’alternanza di momenti didattici tradizio-nali (relazioni di esperti di management nelle organizzazioni socio-educative non profit, seguire da discussioni) e momenti di didattica attiva che coinvolgono l’intero gruppo dei partecipanti; la residenzialità favorisce l’in-tegrazione del gruppo dei partecipanti permettendo loro di sperimentare le dinamiche di gruppo tipiche della équipe che si troveranno a coordinare. Una piattaforma informatica consente ai partecipanti di entrambi i corsi di accedere a materiale pregresso in tema e ne è previsto l’utilizzo per la diffusione di nuovi materiali. In ge-nere, la formazione si avvale, per brevi consulenze o per approfondimenti, delle nuove modalità di trasmissione (streaming, e-learning, skype). L’attuazione del piano di comunicazione comporta l’uso degli strumenti quali le newsletter e l’house organ e la pubblicazione dei documenti di lavoro sul sito specializzato Knowledge Center. Il progetto prevede l’utilizzo di un portale nato per rendere accessibile a chiunque ne sia interessato materiale specializzato per il Terzo settore, che consente la consultazione on-line per tematica e autore.

Risultati attesi a) Sviluppo delle capacità del personale impegnato nelle organizzazioni non profit nell’orga-nizzazione del proprio lavoro di coordinamento educativo; b) Potenziamento della capacità di comunicazione dell’organizzazione di appartenenza, soprattutto nella prospettiva del fund raising; c) raggiungimento di un numero ampio di associati grazie all’ausilio di strumenti di comunicazione di nuova generazione.

Aspetti innovativi ---

D/2009/FIS CDO

203Parte seconda. Schede progettuali

Trasferibilità La trasferibilità del progetto è garantita dalla diffusione dei moduli formativi in altri territori attraverso diramazioni territoriali dell’Associazione diverse da quelle che partecipano al progetto. Le modalità attraverso cui si potranno diffondere ulteriormente i contenuti dei percorsi formativi sarà il sito utilizzato per la formazione stessa (Knowledge Center).

“IDE.A.L.E. - Identità - Accoglienza - Lavoro - Educazione”

Ente CDS CDOCodice D/2009/CDS CDOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale propone alle realtà associate un percorso formativo volto alla riscoperta del valore aggiunto che le stesse rappresentano per il territorio dove operano. Le realtà associa-te della Federazione sono nate e si sono sviluppate secondo modalità determinate da fattori specifici, umani e territoriali di ogni zona. Quale limite comune si rileva un aspetto in particolare, vale a dire la scarsa attenzione delle realtà che operano nel territorio alla comunicazione della propria mission; ciò fa così perdere ad esse nel tempo la caratteristica dell’appartenenza e genera tra soci, volontari, dipendenti e collaboratori una graduale mancanza di attenzione rispetto ai fini propri delle attività.

Ambito territoriale Basilicata (Matera), Calabria (Napoli), Emilia-Romagna (Ferrara, Forlì, Rimini, Ravenna), Friuli-Venezia Giulia (Udine, Gorizia), Liguria (Genova), Lombardia (Brescia, Pavia), Marche (Pesaro, Urbino, Fermo, Ascoli Piceno), Piemonte (Torino), Puglia (Lecce, Foggia), Sicilia (Trapani, Siracusa, Palermo), Toscana (Arezzo), Veneto (Venezia, Rovigo).

Obiettivi L’iniziativa progettuale si pone come obiettivo generale la crescita delle capacità di comunicazione di sé e della propria mission. A tal fine, essa si propone di realizzare: a) cinque workshops di otto ore ciascuno e cinque percorsi formativi specifici di venti ore ciascuno in ogni macrozona con la finalità di far acquisire alle realtà associate competenze specifiche volte alla comunicazione di sé; b) cinque workshops di otto ore ciascuno e cinque percorsi formativi specifici di venti ore ciascuno in ogni macrozona volti all’acquisizione da parte delle realtà associate di competenze specifiche relative alla comunicazione esterna e alla promozione delle realtà stes-se rivolta al territorio in cui esse operano; c) attività di monitoraggio da svolgersi in sinergia con l’Associazione Famiglie per l’Accoglienza a partire dai primi mesi di avvio della formazione. È prevista inoltre la produzione di un Quaderno su base multimediale che presenta le competenze e le conoscenze acquisite nel percorso formativo, e la realizzazione di una mostra con lo scopo di illustrare e promuovere la realtà associata nel territorio in cui opera.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologia di formazione comprendono prevalentemente il ricorso a workshops.

Risultati attesi a) Formazione dei responsabili delle realtà associate attraverso l’acquisizione di competen-ze specifiche volte alla valorizzazione dell’esperienza in atto, alla comunicazione dell’identità, della mission, delle metodologie e degli strumenti utilizzati per rispondere al bisogno incontrato; b) formazione delle realtà associate al fine di realizzare strumenti innovativi di comunicazione interna ed esterna; c) formazione delle realtà associate nella realizzazione di strumenti volti allo sviluppo e al mantenimento dei rapporti virtuosi con il territorio, in particolare con enti pubblici, enti del terzo settore, singole persone.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La formazione oggetto dell’iniziativa permette di costruire rapporti stabili ed efficaci con il terri-torio in cui le realtà associate operano. In particolare, è possibile instaurare e rafforzare i rapporti con gli enti pubblici locali, al fine di potenziare la rete di servizi offerti e creare nuove sinergie con gli enti pubblici e privati.

D/2009/CDS CDO

204 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Analisi Servizi Interni Associativi - ASIA”

Ente CIFCodice D/2009/CIFArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione proponente mira a fornire alle proprie associate strumenti per fron-teggiare il fenomeno dell’instabilità familiare e formarle in materia di mediazione familiare con uno sguardo particolare alla successiva problematica dell’affidamento condiviso. Si mira in particolare a fornire competenze di risoluzione dei conflitti familiari che prevedono l’esplicitazione dei conflitti stessi attraverso il ricorso a tecniche di role-playing e la ritualizzazione dei momenti di dialogo costruttivo.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria.

Obiettivi a) Organizzare un percorso di formazione di 80 ore in modalità e-learning rivolto a sessanta socie dell’Associazione e centrato sulla mediazione familiare e l’affidamento condiviso. Sono previste attività di valutazione dell’impatto del progetto.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa ricorre principalmente alla formazione a distanza (e-learning) nell’ottica di un taglio dei costi e di una maggiore flessibilità. Sono previsti anche incontri seminariali monote-matici. Si utilizza inoltre la metodologia dei Learning objects. Questi costituiscono un nuovo modo di concepire l’apprendimento, costituendo unità d’apprendimento di piccole dimensioni – quindici minuti circa – del tutto indipendenti tra loro ma che possono essere raggruppati in sistemi più ampi fino ad arrivare alle strutture dei corsi tradizionali. Il vantaggio risiede nel fatto di essere modellabili sulle esigenze dei fruitori.

Risultati attesi I risultati attesi dall’iniziativa progettuale consistono nella: a) creazione presso le sedi locali dell’Associazione di un servizio di mediazione familiare quale strumento di alternative dispute resolution ri-volto alle coppie di coniugi che, pur avendo deciso di separarsi o divorziare, non riescono a raggiungere un accordo sulle relative condizioni, ma non vogliono intraprendere un lungo e costoso procedimento giudiziario; b) formazione di mediatori familiari esperti nell’affido condiviso in grado di affrontare assieme ai coniugi i problemi insorti in sede di separazione e divorzio; c) diffusione nell’Associazione dell’istituto della mediazione familiare quale intervento professionale rivolto alle coppie e finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di separazione e/o divorzio.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il percorso formativo strutturato in learning objects potrà essere riutilizzato dalle associate e diffuso capillarmente su tutto il territorio nazionale. L’obbiettivo del progetto è far sì che lo staff diventi a sua volta veicolo di trasferimento dei contenuti appresi.

“Fare i cittadini è il modo migliore di esserlo”

Ente CittadinanzattivaCodice D/2009/CittadinanzattivaArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Diffusione e uso di piattaforme e programmi informatici funzionali alla coprogettazione a distanza di interventi di formazione/aggiornamento, allo scambio di materiale didattico e alle interattività della rete dei soggetti formati

Descrizione del progetto Il progetto riguarda la costituzione, formazione e attivazione di una rete di volunteer

D/2009/CIF; D/2009/Cittadinanzattiva

205Parte seconda. Schede progettuali

managers radicati sul territorio che affianchino le attività delle segreterie regionali e delle assemblee territo-riali nei settori dell’accoglienza, mobilitazione, formazione, cura e gestione dei volontari.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Ligu-ria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto.

Obiettivi La finalità generale del progetto è promuovere una cultura interna all’organizzazione che riconosca come essenziale un’attività di programmazione rispetto alla gestione e allo sviluppo dei volontari.

Metodologia e strumenti utilizzati Nella fase di programmazione appaiono centrali metodologie partecipati-ve funzionali a una progettazione partecipata, quali focus group, facilitazione e discussione on line. Nella fase operativa, sia nella formazione residenziale sia in quella a distanza, la metodologia utilizzata fa riferimento ai fondamenti della adult education, privilegiando la centralità dell’esperienza dei partecipanti. Nella fase conclusiva centrali sono metodologie di valutazione e progettazione partecipata.

Risultati attesi a) Sperimentazione di un percorso partecipato di progettazione di strategie organizzative; b) produzione di un documento condiviso dai responsabili di CA sul ruolo e sulle competenze dei volunteer ma-nagers; c) costituzione, e avvio di una rete di cinquanta volunteer managers; d) aggiornamento e formazione dei volontari; e) creazione di una piattaforma informatica per i volunteer managers.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’iniziativa e i risultati sono trasferibili e moltiplicabili non solo in altre sedi locali di Cittadinan-zattiva, ma risultano anche ripetibili nell’arco dello stesso anno e negli anni successivi.

“Coesione sociale. Verso un nuovo modello di “competizione” sociale”

Ente CNCACodice D/2009/CNCAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’idea progettuale nasce da una diffusa esigenza di investire sui quadri dirigenti della Federazione nazionale e delle APS regionali associate al fine di costruire percorsi sostenibili di qualificazione dei propri interventi, sia sul versante politico-elaborativo e di proposta che su quello operativo e funzionale. Le orga-nizzazioni del privato sociale hanno sempre più bisogno di persone che sappiano essere “agenti del cambiamento”, ovvero interpretare il proprio ruolo in modo innovativo e promuovere il cambiamento e innovazione nell’ambito dei processi che gestiscono.

Ambito territoriale Calabria (Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria), Campania (Napoli, Salerno), Emilia Ro-magna (Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Reggio Emilia), Piemonte (Cuneo, Novara, Torino, Verbania), Umbria (Perugia, Foligno, Terni), Veneto (Padova, Rovigo, Vicenza, Venezia, Treviso, Verona).

Obiettivi Obbiettivo generale dell’iniziativa è quello di strutturare una proposta di incontro di persone ed esperienze. Tale obbiettivo è raggiunto attraverso: a) interventi di formazione tematica in situ (tre workshops); b) sei iniziative di formazione intervento con attivazione di laboratori territoriali di apprendimento e realiz-zazione di azioni pilota per il learning by doing; c) attivazione di una comunità di pratica online; d) attività di counselling individuale e organizzativo (venti interventi); e) interventi di diffusione. Sono previste anche attività di promozione e diffusione dell’iniziativa (seminario finale).

Metodologia e strumenti utilizzati Gli approcci metodologici utilizzati comprendono: il counselling indi-viduale, che ha come obbiettivo il potenziamento e lo sviluppo delle risorse umane partendo dal singolo

D/2009/CNCA

206 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

lavoratore, che non sarebbero resi possibili dal mero inserimento del soggetto in percorsi di orientamento e formazione tradizionali; al counsellor spetta dunque il compito di integrare la dimensione organizzativa con quella del singolo operatore; b) il cooperative learning,che costituisce una specifica metodologia di insegna-mento attraverso la quale i discenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi cor-responsabili del reciproco percorso; l’insegnante assume un ruolo di facilitatore e organizzatore delle attività in cui gli studenti trasformano l’apprendimento in un processo di problem solving di gruppo; c) l’applicazione delle ICT all’apprendimento attraverso l’utilizzo della piattaforma di e-learning del CNCA per la creazione di una comunità di apprendimento online; d) metodologie di formazione-azione.

Risultati attesi L’intervento formativo mira a potenziare le capacità e le competenze individuali dei dirigenti regionali e territoriali, con particolare riferimento alle competenze di ruolo, alle capacità personali e relazio-nali, alle competenze di analisi e intervento organizzativo.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Gli elementi che contribuiscono ad assicurare la trasferibilità dell’intervento in contesti orga-nizzativi, geografici e settoriali eterogenei possono essere ricondotti: all’analisi dei fabbisogni formativi degli operativi degli operatori e volontari che potrà essere adottata come struttura condivisibile per un più ampio paniere di destinatari.; ai risultati degli interventi formativi, i cui materiali didattici e servizi di tutorship utiliz-zati verranno messi a disposizione su un’adeguata piattaforma online al fine di renderli fruibili da un più ampio sistema di destinatari; alla piattaforma per la formazione a distanza, che può essere utilizzata non solo per gestire molteplici iniziative ma anche per l’implementazione del sistema informativo di altre organizzazioni con esigenze analoghe; all’estrapolazione dei risultati delle iniziative di counselling condotte in “study case”, con l’obbiettivo di agevolare il problem solving da parte di organizzazioni che si trovano ad affrontare que-stioni analoghe a quelle oggetto dell’intervento; alla fruibilità di tutti i materiali didattici e formativi elaborati nell’ambito del progetto, che saranno consultabili gratuitamente dall’esterno.

“Reti Internet del CNGEI per la gestione delle attività formativa e di comunicazione ed informatizza-zione delle sedi regionali della formazione”

Ente CNGEICodice D/2009/CNGEIArea di intervento Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Per superare le difficoltà legate al radicamento di CNGEI su tutto il territorio na-zionale (14 coordinamenti regionali e 78 sezioni) è indispensabile informatizzare l’associazione così da per-mettere in tempo reale e in qualsiasi momento a tutti di poter accedere alle informazioni, potersi formare ed aggiornare, contribuire alle attività. Il progetto, inoltre, prevede la realizzazione di una INTRA-CNGEI (rete interna associativa che utilizza i protocolli e gli standard Internet).

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi L’obiettivo generale del progetto è un significativo miglioramento della capacità organizzativa e gestionale delle attività informative, formative e progettuali attraverso un più diffuso e maturo utilizzo delle tecnologie informatiche.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede: l’organizzazione di forum dedicati fra i progettisti della INTRANET, i referenti territoriali, i consiglieri nazionali, i responsabili nazionali e regionali delle branche; la standardizzazione dei programmi; attività di formazione e di valorizzazione delle competenze degli ope-

D/2009/CNGEI

207Parte seconda. Schede progettuali

ratori; collaudo del sistema; seminario pubblico per la presentazione dei risultati; avvio di procedure per il riconoscimento di crediti formativi agli studenti con le principali università italiane.

Risultati attesi a) realizzazione dell’intranet ed avvio delle procedure per il riconoscimento dei crediti forma-tivi agli studenti con le principali università italiane; b) dotazione di apparecchiature informatiche delle sedi CNGEI; c) formazione dei membri sul funzionamento dell’intranet e sul trattamento dei dati e relativi adempi-menti; d) integrazione su un’unica piattaforma interattiva della rete intranet, del portale e della piattaforma E-learning con la gestione condivisa degli archivi e dei database.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Ong Files: spazio virtuale e condiviso”

Ente COCISCodice D/2009/COCISArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto IL COCIS nel 2008 ha dato vita all’Archivio della Cooperazione, un database onli-ne che ha permesso alle Ong associate di condividere il proprio bagaglio progettuale, permettendo anche il reciproco aggiornamento su iniziative concluse e in fase di realizzazione. A partire da questa esperienza il COCIS vuole realizzare l’”Ong Files”, una community rivolta alle Associate dove capitalizzare e diffondere le esperienza accumulate e approfondire la coesione tra le Ong federate. L’idea progettuale nasce dalla volontà di informatizzare le notizie relative Associazioni federate alla loro storia e alle risorse umane, innovando quanto già è stato fatto con la messa in rete dei progetti (Archivio), creando una banca dati incentrata solo sulle Ong associate, ma costruita in virtù del web 2.0. Le sezioni esclusive dedicate alle Ong all’interno dell’Archivio, dedicate al caricamento dei progetti, saranno trasformate in un portale dinamico capace di mettere in condi-visione le informazioni, in un flusso e scambio continui.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria); Campania (Napoli); Emilia-Romagna (Bologna); Lazio (Roma); Lombardia (Milano, Bergamo); Marche (Ancona); Piemonte (Asti, Torino); Puglia (Bari, Lecce); Sicilia (Palermo); Toscana (Firenze); Veneto (Padova).

Obiettivi Il progetto si pone due obiettivi principali. a) Il primo mira al rafforzamento delle sinergie e della capacità di rete tra le Associazioni federate, dando vita ad una vera comunità che metta in condivisione le esperienze in tempo reale e in modo permanente; in particolare l’obiettivo è di dar vita ad un nuovo portale all’interno del database Archivio, detto “Ong Files”, pensato come modifica dell’Area riservata. B) Il secondo obiettivo riguarda l’aggiornamento delle competenze informatiche delle Associate attraverso percorsi formati-vi focalizzati su gestione e manutenzione di un portale, e sulle proprietà e potenzialità di Internet 2.0.

Metodologia e strumenti utilizzati La fase di pianificazione delle attività avverrà attraverso una serie di in-contri nei quali si stabilirà la qualità degli strumenti e che saranno introdotti e dei corsi di formazione. La fase di progettazione del software sarà affidata all’esterno a Binario Etico, che provvederà a seguire le Linee Guida stabilite nella fase di pianificazione. La fase relativa ai corsi di formazione” sarà incentrata su: lezioni frontali in aula per favorire relazioni tra operatori formati e formatori; b) potenzialità dell’e-learning; c) project work e simulazione che precede l’operatività effettiva sul portale. La fase di messa in rete del portale Ong Files avverrà attraverso la creazione del profilo della Ong sotto il costante monitoraggio del gestore Binario Etico e del Cocis.

D/2009/COCIS

208 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Risultati attesi a) Creazione di un portale dinamico che metta in rete le associazioni federate; b) nascita dell’area informativa su “Ong Files” rivolta al pubblico esterno; c) rafforzamento del network e dello scambio di informazioni individuale tra le Ong associate; d) formazione di diciannove operatori (Filers) formati su Joombla e su tecniche di gestione del portale; e) formazione su Web 2.0 di almeno dodici operatori; f) formazione di almeno cento operatori coinvolti nella Community; h) adesione di almeno altri 5 soggetti esterni; i) definizione di nuovi contenuti internet e produzione di nuove iniziative sul tema.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Le capacità apprese potranno essere infatti facilmente condivise tra tutti gli operatori delle as-sociazioni federate. Inoltre, l’innovazione di un progetto già originale e unico nel suo genere potrebbe fungere da “precedente” e modello guida per la creazioni di altre banche dati interattive e dinamiche.

“Ri-progetto Mielina”

Ente Comitato Italiano Progetto MielinaCodice D/2009/CIPMArea di intervento Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce dall’analisi delle esperienze maturate nel corso dell’ultimo decennio e dai cambiamenti che le tecnologie informatiche hanno prodotto anche nel settore sociale. Da qui l’idea di riprogettare l’Associazione con l’adozione di soluzioni informatizzate che permettano una gestione più efficace ed efficiente dei processi di funzionamento. Sino ad oggi tutti i processi dell’Associazione sono stati infatti gestiti senza l’ausilio di supporti tecnologici e con il metodo “fai da te”, che ha prodotto discreti risultati ma con un gran dispendio di risorse.

Ambito territoriale Friuli-Venezia Giulia (Trieste), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Pie-monte (Torino), Toscana (Firenze).

Obiettivi L’obbiettivo del progetto è dotare l’associazione di strumenti informatici di supporto alla gestione delle funzioni ordinarie e straordinarie. A tal fine verrà creato anche un laboratorio sull’utilizzo delle nuovo sistema informatico e sull’inserimento dati.

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione del personale associativo per l’utilizzo del sistema informa-tico segue la metodologia della formazione on the job.

Risultati attesi a) Produrre un cambiamento nella cultura organizzativa dell’Associazione con la creazione di un sistema informatico che uniformi le procedure di gestione amministrative e contabili e di archiviazione elettronica dei documenti; b) consentire una maggiore interazione tra gli associati e le loro famiglie, oltre che possibili collaborazione e condivisione di informazioni ed esperienze con altre associazioni che operano su tematiche simili.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

D/2009/CIPM

209Parte seconda. Schede progettuali

“Competenze in rete”

Ente CapodarcoCodice D/2009/CapodarcoArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’idea progettuale consiste nello sviluppare attraverso il contributo e le potenzia-lità offerte dalle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione un sistema di intervento sociale maggiormente incisivo sotto l’aspetto della trasferibilità dei modelli, della capacità di produrre innovazione e sedimentazione dei servizi rivolti alle persone, evitando dispersione di informazioni e conoscenze. Ciò è reso possibile dalla organizzazione e sistematizzazione dei flussi formativi, da rendere più trasparenti e tempestivi; dalla promozione dell’innovazione attraverso forme di partecipazione e democrazia virtuale all’interno delle comunità locali coinvolgenti utenti e familiari partecipanti a vario titolo alle attività dell’Associazione; dalla realizzazione di nuove soluzioni di formazione a distanza e in rete.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Calabria (Catanzaro, Reggio Calabria), Campania (Caserta, Beneven-to, Napoli), Lazio (Roma, Latina, Frosinone), Lombardia (Bergamo), Marche (Ancona, Macerata, Fermo), Puglia (Lecce), Sardegna (Oristano, Cagliari), Sicilia (Catania, Palermo), Trentino-Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Veneto (Vicenza, Treviso).

Obiettivi a) Sviluppare un sistema innovativo basato sulla informatizzazione dei flussi formativi e sull’orga-nizzazione di cinque database tematici in cui raccogliere tutti i dati e le conoscenze che transitano attra-verso le Associazioni proponenti; b) organizzare interventi formativi; in particolare verrà implementata una piattaforma open source di formazione aperta in rete e verranno organizzati due corsi formativi a distanza, due workshops e ventisei servizi di accompagnamento consulenziale erogati dalle associazioni aderenti alla Comunità Capodarco.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa ricorre a metodologie di service processes reingeneering per l’esplicitazione dei processi e dei flussi formativi. Il percorso formativo prevede il ricorso a metodologie di formazione a distanza o di formazione aperta in rete, nonché di accompagnamento consulenziale. È prevista anche l’attivazione di esperienze formative di laboratoriali centrate sul principio del cooperative learning. Il progetto fa ampio ricorso a strumenti tecnologicamente avanzati e interattivi.

Risultati attesi a) Migliorare l’efficacia e l’efficienza delle attività delle Associazioni proponenti attraverso l’innovazione tecnologica dei modelli organizzativi e l’informatizzazione dei processi operativi; b) promuovere lo sviluppo delle competenze dei membri attraverso l’erogazione di un’offerta formativa mirata e flessibile e implementare un gruppo di lavoro strutturato e organizzato a livello nazionale capace di garantire un’opera-tività permanente per la realizzazione di un sistema organico di intervento sociale tra le realtà aderenti alla Comunità Capodarco.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Uno degli obbiettivi dichiarati del progetto è il trasferimento a tutte le realtà affiliate all’As-sociazione del modello implementato e sperimentato, al fine di definire un primo assetto di un “sistema di intervento sociale” sotto il profilo della comunicazione, della promozione sociale e della proposta di servizi.

D/2009/Capodarco

210 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Formazione autodidattica e seminariale dei dirigenti e dei volontari CTG”

Ente CTGCodice D/2009/CTGArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto L’Associazione intende formare una nuova classe dirigente a partire dai militanti più giovani con l’obbiettivo di ampliarne le capacità tecnologiche e informatiche e le capacità comunicative. A tal fine essa intende organizzare momenti di autoformazione e seminariali.

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti), Calabria (Cosenza), Campania (Salerno), Emilia-Romagna (Reggio Emi-lia), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Liguria (Savona), Lazio (Roma), Marche (Ascoli Piceno), Lombardia (Cremona), Puglia (Lecce, Bari, Foggia), Sicilia (Messina), Toscana (Lucca), Trentino-Alto-Adige (Trento), Umbria (Terni), Veneto (Rovigo).

Obiettivi a) Realizzare otto percorsi di crescita e accompagnamento e seminari di aggiornamento e formazione dei volontari; b) realizzare una breve ricerca sulle attuali forme di comunicazione e proporre forme per migliorarla; c) realizzare due strumenti autodidattici sotto forma di dvd interattivi di supporto alla formazione informatica e alle capacità comunicative; d) realizzare due seminari nazionali di lancio dell’iniziativa e di diffusione die risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto è basato sulla metodologia della ricerca-intervento. È prevista la realizzazione di un supporto dvd interattivo con finalità autodidattiche.

Risultati attesi Il progetto mira a sostenere percorsi locali di formazione dei dirigenti a partire dalla responsabi-lizzazione dei giovani.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Web, we can”

Ente CTSCodice D/2009/CTSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto mira a potenziare i già presenti strumenti web di interrelazione con i soci al fine di dotare l’Associazione di un sistema completo di rilevamento delle tendenze ed esigenze del corpo sociale e del target dei giovani in particolare. Ciò permette all’Associazione di rispondere con rinnovata efficacia ai nuovi bisogni emergenti in tema di turismo sociale e dei servizi ad essi collegati. Il potenziamento dello strumento web di relazione con i soci e la creazione di un database dinamico costituiranno la piattaforma funzionale e contenutistica di un sistema formativo “peer to peer” innovativo e gratuito a disposizione dei soci dell’Associazione.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila), Basilicata (Matera), Calabria (Cosenza, Reggio Calabria), Campania (Avellino, Benevento, Napoli, Caserta, Salerno), Emilia-Romagna (Rimini, Reggio-Emilia, Ravenna, Piacenza, Parma, Bologna, Modena), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Lazio (Viterbo, Latina, Rieti, Roma),

D/2009/CTG; D/2009/CTS

211Parte seconda. Schede progettuali

Liguria (Savona, La Spezia), Lombardia (Varese, Milano, Bergamo, Brescia, Como, Pavia), Marche (Pesaro-Ur-bino, Ascoli Piceno, Ancona, Macerata), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino, Alessandria), Puglia (Bari, Brindisi, Lecce, Taranto), Sardegna (Cagliari, Nuoro, Sassari), Sicilia (Trapani, Siracusa, Messina, Agrigento, Cal-tanissetta, Catania, Palermo), Toscana (Pisa, Pistoia, Arezzo, Grosseto, Livorno, Siena, Lucca, Massa-Carrara), Umbria (Perugia, Terni), Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza).

Obiettivi a) Realizzazione di momenti formativi e informativi sia peer to peer che guidati finalizzati a dotare la comunità virtuale dei soci di strumenti di valutazione consapevole del proprio vissuto; b) costruzione di una piattaforma che raccolga in una banca dati esperenziale il vissuto della comunità web.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia prevalente nel progetto formativo si basa sulla comuni-cazione interpersonale peer-to-peer. L’iniziativa prevede la costruzione di una piattaforma multicanale carat-terizzata dal lato utente di quattro interfaccia principali: sito community, pagine personali degli utenti iscritti, pannello di controllo delll’utente e CMS. Le interfaccia saranno dotate di strumenti interattivi quali motori di ricerca, tag, geotag, widget, chat/instant messaging, forum, live feed, servizi sharing, upload contenuti multi-mediali, wall to wall. La piattaforma sarà dotata di una banca dati che registrerà i contenuti e ne consentirà l’analisi, catalogazione, estrazione in forma statistica, ricerca e fruizione.

Risultati attesi a) Strutturare di una comunità web di giovani viaggiatori, soci o potenziali soci del CTS; b) stimolare nei corsi la riflessione condivisa sui temi del viaggio e sulla sua funzione formativa e favorire la crescita della consapevolezza personale; c) sviluppare le capacità dell’Associazione di dialogare con i propri soci, recependone maggiormente le istanze e facilitando la realizzazione di servizi maggiormente aderenti alle loro esigenze.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il format, così come il modello tecnologico e informatico realizzato, è facilmente replicabile e trasferibile a tutte le realtà associative di promozione sociale che nell’erogazione di servizi ai propri soci trovano la loro principale ragione di esistenza.

“Formazione operatori addetti al contrasto del disagio sociale e creazione banca dati Endas sulle attività nel sociale”

Ente ENDASCodice D/2009/ENDASArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto La crisi economica sta indebolendo sempre più fasce di popolazione che già ver-sano in situazione di disagio e possibile emarginazione, minando la coesione sociale di gruppi quali giovani, immigrati ed anziani. Il progetto vuole intervenire in questo contesto tramite azioni formative concrete volte a contrastare questi nuovi fattori di crisi sociale e favorire lo sviluppo di una rete di servizi solidali a supporto di ciò che viene già fatto da enti pubblici o altri operatori del terzo settore. L’azione formativa permetterà agli operatori di realizzare attività di sostegno che contribuiscano alla risoluzione delle problematiche rilevate nei territori di riferimento. L’attività di formazione sarà integrata dalla creazione di una banca dati che raccoglierà tutte le iniziative svolte dall’Associazione nel sociale.

Ambito territoriale Basilicata (Matera), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli, Salerno), Emilia-Roma-gna (Bologna, Forlì, Cesena, Ravenna, Modena, Piacenza), Friuli Venezia Giulia (Trieste), Lazio (Roma, Viterbo), Liguria (Genova), Lombardia (Milano, Como), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino, Novara), Puglia (Bari,

D/2009/ENDAS

212 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Brindisi, Taranto), Sardegna (Cagliari, Sassari), Sicilia (Palermo, Ragusa), Toscana (Massa Carrara, Firenze, Pisa), Umbria (Perugia, Terni), Veneto (Padova, Rovigo, Vicenza).

Obiettivi a) Formare operatori in grado di operare per contrastare il disagio sociale, favorire l’aggregazione, la partecipazione, l’integrazione e combattere le nuove povertà attraverso l’azione sociale dell’associazioni-smo organizzato; b) aumentare le capacità dell’Endas di coinvolgere i propri soci in campagne di solidarietà sociale; d) potenziare i legami di cittadinanza e di senso civico all’interno delle comunità dove opera l’Endas. Formare figure professionali interne nuove che possano, all’occorrenza, trasformare l’attività di volontariato in un lavoro permanente.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie utilizzate in questo progetto sono: lavoro di staff nella progettazione, nello sviluppo e nella realizzazione del corso; ampio coinvolgimento delle strutture locali attra-verso la loro partecipazione attiva allo sviluppo del progetto e nella sua successiva trasferibilità.

Risultati attesi a) Formazione di operatori qualificati; b) formazione diffusa della dirigenza e dei volontari dell’Endas attraverso il cd-rom multimediale; c) ampliamento dei servizi offerti dall’Associazione; d) creazione di nuova occupazione nell’ambito sociale.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità del progetto è garantita dall’utilizzo di sistemi di facile implementazione o che sono già in possesso di altre realtà simili all’Endas (portale, banche dati, formazione) e strumenti alla portata di tutti (pc, internet, cd-rom). Gli interventi formativi sono funzionali alla trasferibilità così come le metodologie utilizzate, pertanto il progetto può essere trasferito a tutte le realtà associative che si occupano di sociale.

“Iniziativa DOMINO - La formazione come spinta al cambiamento”

Ente ENSCodice D/2009/ENSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto consiste nella realizzazione di una serie di programmi e strategie forma-tive tenute da insegnanti sordi qualificati per favorire una migliore integrazione sociale, educativa, scolastica, familiare e culturale delle persone sorde. Parallelamente all’avvio di progetti di formazione specifica, si è rile-vata altresì la necessità di censire, aggiornare e selezionare tutti coloro che sono già operativi.

Ambito territoriale Campania, Lazio, Lombardia.

Obiettivi a) Favorire la piena inclusione sociale degli operatori coinvolti per la promozione della lingua e della cultura dei sordi in diversi ambiti socio-culturali e contesti lavorativi; b) aggiornare gli operatori; c) formare docenti dei corsi di formazione sulla Lingua e Cultura dei Sordi promossi dall’ENS; d) implementare e informa-tizzare il Registro Nazionale Docenti istituito nel 2009.

Metodologia e strumenti utilizzati L’intervento formativo consta di una serie di lezioni frontali in aula inte-grate con formazione a distanza attraverso la piattaforma software dedicata. Al termine di tutte le iniziative è previsto da parte dei docenti l’invio di una relazione finale e per gli studenti la somministrazione di un que-stionario di gradimento, nonché l’elaborazione e la divulgazione dei risultati.

Risultati attesi a) Snellimento delle procedure relative ai corsi LIS; b) selezione agevole e mirata di operatori qualificati: c) standardizzazione dell’offerta formativa su tutto il territorio nazionale; d) adeguata formazione di formatori per operatori di servizi; e) implementazione di un monitoraggio sistematico dei corsi di LIS.

D/2009/ENS

213Parte seconda. Schede progettuali

Aspetti innovativi Nell’ambito della comunità sorda la strutturazione di questa iniziativa serve a dare in-formazioni corrette e aggiornate su metodologie, programmi e contenuti per proporre in maniera efficace i percorsi formativi che possono stimolare molte persone sorde ad intraprendere la carriera di “docente/coordinatore per i Corsi di LIS”.

Trasferibilità La trasferibilità è garantita dalla creazione di una banca dati informatizzata che offre in primo luogo la possibilità di avere elenchi aggiornati di docenti/coordinatori e, in secondo luogo, di individuare quelle aree che necessitano di futuri interventi mirati al fine di garantire – su tutto il territorio nazionale – un ventaglio di offerte formative fruibili dai destinatari indiretti dell’iniziativa.

“Nuove tecnologie e formazione per la rete ETSI CISL”

Ente ETSICodice D/2009/ETSIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto risponde all’esigenza di formazione di quadri e volontari nell’ambito dell’informatizzazione e implementazione delle dotazioni tecnologiche dell’Associazione. Non è infatti più sufficiente l’utilizzo di un sito internet o della posta elettronica, ma è necessario fornire nuove tecnologie e competenze per l’utilizzo di strumenti quali la videoconferenza, la telefonia via internet, le banche dati, intra-net. L’obiettivo strategico è costituito da un significativo miglioramento dell’efficacia dei servizi.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Organizzare tre corsi nazionali dedicati ad argomenti specifici di aggiornamento dell’Associazione; b) organizzare di sei seminari provinciali o regionali sull’associazionismo, sugli aspetti fiscali e sull’uso delle nuove tecnologie telematiche e informatiche; c) preparare un dvd interattivo di supporto all’utilizzo delle tecnologie; d) aggiornare la rete Intranet e del sito internet e implementare le attrezzature di videoconferenza e telefonia internet dell’Associazione; e) organizzare due seminari nazionali, uno di lancio iniziale e uno finale, dedicati al sostegno dell’iniziativa;

Metodologia e strumenti utilizzati Per quanto riguarda le attività di formazione, il Consorzio Lavoro e Am-biente ha garantito il proprio supporto per un’eventuale trasformazione dei materiali formativi perché soddi-sfino i protocolli FTS predisposti per la formazione blended del settore turistico e adottati quali standard anche dall’Ente bilaterale nazionale del turismo.

Risultati attesi a) Integrazione tramite sistemi telefonici e telematici delle attività operative delle strutture locali dell’Associazione; b) riduzione degli spostamenti e dei relativi costi.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La realizzazione di un dvd interattivo favorisce la trasmissione dei contenuti della formazione oltre i limiti dell’iniziativa progettuale.

D/2009/ETSI

214 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“In rete! Percorsi di formazione e informatizzazione per il consolidamento delle associazioni e dei suoi associati”

Ente EUROSPORTCodice D/2009/EUROSPORTArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla consapevolezza che lo sviluppo e la crescita associativa in termini di qualità dei servizi offerti avviene attraverso il coinvolgimento di coloro che prestano le proprie ca-pacità personali e il proprio tempo per rispondere a un bisogno incontrato. Ciò suggerisce di rafforzare la rete di relazioni tra le varie sedi attraverso il coinvolgimento personale e individuale di coloro che vi lavorano che favorisca la condivisione delle esperienze e di potenziare il capitale umano attraverso un’attività formativa sull’utilizzo di mezzi e strumenti innovativi, informatici e multimediali.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Emilia-Romagna (Ferrara, Rimini, Bologna, Imola, Parma), Friuli-Vene-zia Giulia (Pordenone), Lazio (Rieti, Frosinone), Liguria (Genova), Lombardia (Brescia), Marche (Pesaro, Urbino), Napoli (Campania), Piemonte (Torino, Cuneo), Puglia (Taranto, Bari), Sardegna (Cagliari, Oristano), Toscana (Prato, Firenze, Arezzo, Livorno, Siena, Pisa, Pistoia), Umbria (Perugia, Terni), Veneto (Padova).

Obiettivi a) Realizzare attività di formazione del personale delle associazioni nell’ambito delle tecnologie informatiche(circa duecento operatori); b) mettere a disposizione delle associazioni strumenti informatici e multimediali; c) dotare le associazioni di una rete “intranet” per gestire al meglio le pratiche e gli adempimenti (attività di tesseramento, gestione dei campionati e altre manifestazioni sportive) e creare un portale web per veicolare le informazioni verso l’esterno.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Rafforzamento della rete di relazioni delle associazione proponenti al fine di creare sinergie operative; b) potenziamento delle risorse umane associative sotto il profilo della cultura digitale e informatica; c) valorizzazione del programma formativo interno annuale delle associazioni.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello sarà sperimentato inizialmente in otto sedi dell’Associazione proponente, ma in futuro il progetto sarà sviluppato per l’intera rete delle sedi locali.

“Crescere nell’accoglienza. Formazione permanente per opere e case di accoglienza”

Ente FAACodice D/2009/FAAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Da alcuni anni alcune le famiglie dell’Associazione hanno avvertito l’esigenza di migliorare la loro pratica dell’accoglienza. In particolare, si rende necessario che l’azione della famiglia non rimanga puro gesto di generosità e volontarismo. L’Associazione ha dunque individuato alcune esigenze che queste famiglie implicate in maniera strutturata hanno manifestato: know-how relativamente agli aspetti

D/2009/EUROSPORT; D/2009/FAA

215Parte seconda. Schede progettuali

giuridici, amministrativi e gestionali di realtà che non sono più semplicemente famiglia ma non ancora organizzazione; risorse economiche per il sostentamento delle case e degli impegni che l’attività comporta; migliore gestione dei rapporti con i tribunali, i servizi sociali e altri organi in merito al corretto svolgimento delle pratiche burocratiche; migliore percezione dell’utilità e del posizionamento della propria opera nel contesto sociale, culturale e politico.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Emilia-Romagna (Ravenna, Bologna, Rimini, Ferrara), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Liguria (Genova), Lombardia (Milano, Bergamo), Marche (Ascoli Piceno, Pesaro Urbino), Pie-monte (Torino), Puglia (Taranto, Foggia), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Trentino-Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Venezia, Verona).

Obiettivi a) Creazione e sviluppo di banche dati per l’organizzazione e la conservazione delle esperienze po-sitive e dei contatti con enti pubblici, istituzioni e altri soggetti del privato sociale; b) organizzazione di tavoli tematici e gruppi di lavoro; c) informatizzazione e formazione all’utilizzo di nuove tecnologie per la comunica-zione e l’interazione; d) organizzazione di cicli di formazione presso le case di accoglienza. È prevista una fase di monitoraggio e valutazione dell’efficacia della formazione.

Metodologia e strumenti utilizzati L’attività formativa è fondata sulla trasmissione di esperienze e sulla loro sistematizzazione, su forme innovative in parte già sperimentate quali la formazione congiunta e la formazio-ne condivisa, su processi comunitari di sensibilizzazione e sviluppo di sinergie. Non tutte le sessioni formative prevedono il radunarsi nello stesso luogo dei destinatari. Per tale ragione si ricorre a strumenti di comunica-zione a distanza quali la videoconferenza (sistema Aethra) e Skype con webcam. Per facilitare l’interazione durante il lavoro saranno introdotti strumenti quali palmari, smartphone e laptop.

Risultati attesi a) Sviluppo della comunicazione e dell’interazione tra le Case famiglia e le Comunità per lo scambio di know-how; b) miglioramento delle capacità di fund raising; c) miglioramento delle capacità rela-zionali con i servizi sociali e altri enti di riferimento (tribunali, centri affidi, etc.); d) sviluppo e sostegno del ruolo attivo della famiglia nella società; e) adeguamento tecnologico dell’Associazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Tra gli obiettivi del progetto vi è quello di far crescere in ciascuna casa famiglia o opera di ac-coglienza una figura professionale in grado di trasmettere a sua volta la formazione ricevuta. Dove questo non sia possibile è prevista l’attivazione di dinamiche di collaborazione in rete affinché le risorse a disposizione di una realtà diventino sinergiche . Altro obiettivo progettuale è la definizione di buone prassi per la realizzazione di percorsi formativi ad hoc.

“Cittadinanza educante. Strumenti di formazione socio-educativa per le organizzazioni e gli operatori SCS/CNOS”

Ente SCS CNOSCodice D/2009/SCS CNOSArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto mira a realizzare percorsi formativi sul significato della partecipazione civica per operatori e responsabili delle organizzazioni asssociate. La finalità è quella di sviluppare nelle orga-nizzazioni associate un nuovo ruolo di promozione dei valori civili e sociali nell’impegno quotidiano. In questo senso il percorso di formazione mira a supportare l’operatività dell’Associazione tramite una riflessione sulla sua stessa responsabilità civica.

D/2009/SCS CNOS

216 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti), Calabria (Catanzaro), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Marche (Ancona), Piemonte (Torino), Puglia (Foggia), Sardegna (Sassari), Sicilia (Catania), Toscana (Firenze), Veneto (Venezia).

Obiettivi L’obiettivo principale del progetto è la realizzazione di quindici percorsi formativi di cinque giorni per otto ore al giorno basti sulla esplicitazione dei problemi e delle necessità dei corsisti (in numero di 375). A tal fine verranno preventivamente formati quindici coordinatori locali competenti per i singoli percorsi. In seguito si organizzerà un seminario nazionale realizzato in sinergia con l’Associazione TGS rivolto a cinquanta responsabili e dirigenti delle due Associazioni con l’obiettivo di formare i partecipanti rispetto ai principi e della partecipazione nelle sue dimensioni strategico-gestionali connesse al ruolo dirigenziale. Al termine sarà elaborato un manuale operativo con un cd interattivo di autoformazione.

Metodologia e strumenti utilizzati La progettazione formativa segue due principi metodologici: l’approccio formativo a responsabilità condivisa, basato sull’attivazione dei corsisti rispetto alla definizione delle proprie necessità e all’utilizzo in ambito lavorativo delle competenze trasmesse; l’approccio formativo a trasferibilità orizzontale, basato sull’utilizzo consulenziale, formativo e informativo delle indicazioni provenienti dalle orga-nizzazioni e sulla condivisione a livello nazionale delle migliori pratiche. All’interno del sito della Federazione SCS/CNOS sarà creata una piattaforma di formazione a distanza basata sul sistema moodle.

Risultati attesi a) Aumento della consapevolezza del valore della partecipazione civile nelle organizzazioni della Federazione e come dimensione di ruolo per operatori e responsabili; b) crescita delle competenze per la lettura dei bisogni sociali nei territori di appartenenza.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il tema della responsabilità sociale è relativamente nuovo nel mondo dell’associazionismo, ma riguarda tutta la società in questa fase storica, non solo alcuni contesti locali. Il progetto costituisce perciò una sperimentazione potenzialmente utilizzabile da altri attori del sistema a livello nazionale. In secondo luogo, il metodo non è fondato sulla semplice formazione, bensì sulla abilitazione di quindici coordinatori locali re-sponsabili per ciascun progetto di formazione. Tali risorse si inseriranno nelle progettazioni formative costan-temente svolte dalle organizzazioni federate e potranno replicare il percorso formativo negli anni successivi.

“Formapark”

Ente FEDERPARCHICodice D/2009/FEDERPARCHIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’idea del progetto nasce dalla constatazione della necessità di attuare un migliora-mento verso una corretta gestione e amministrazione dei Parchi naturali - enti preposti alla salvaguardia am-bientale che svolgono anche una funzione culturale relativamente alla diffusione di una coscienza ambientale e sociale, stimolando la partecipazione delle comunità locali e di altri organismi alla elaborazione di strategie innovative per la salvaguardia ambientale. Il progetto propone la realizzazione di un percorso di formazione rivolto ai dirigenti e al personale amministrativo di tutti i soggetti associati. Si articola in quattro unità volte ad approfondire tematiche proprie della vita associativa, con particolare attenzione all’attività di gestione e amministrazione dell’Associazione stessa.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Sicilia (Catania), Toscana (Firenze).

Obiettivi a) Favorire la crescita professionale dei partecipanti; b) stimolare nei corsisti la capacità di iniziativa

D/2009/FEDERPARCHI

217Parte seconda. Schede progettuali

e di problem solving; c) migliorare, attraverso l’acquisizione di nuove tecniche e conoscenze, la gestione e la valorizzazione delle aree protette; d) promuovere un elevato livello di coordinamento ed integrazione tra gli associati; e) favorire lo scambio e la condivisione di conoscenze ed esperienze.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia adottata pone grande attenzione alla qualità delle rela-zioni interpersonali e privilegia una forma attiva di apprendimento che impegna i partecipanti nell’esperienza diretta dei concetti e delle abilità insegnate. I moduli formativi prevedono lezioni suddivise in tre giornate per un totale di venti ore. Al termine di ogni lezione saranno realizzati momenti di interazione tra i partecipanti, allo scopo di lasciare spazio a riflessioni e bisogni di chiarimento degli stessi. Oltre a ciò il progetto prevede la possibilità di continuare l’azione formativa oltre il termine del corso attraverso l’utilizzo di strumenti interat-tivi quali pagine web, forum e community.

Risultati attesi a) Dotare i destinatari di competenze necessarie a svolgere le funzioni amministrative e di consulenza per la conservazione e tutela della biodiversità; b) conoscenza approfondita degli aspetti della contabilità pubblica; c) capacità di affrontare problematiche tributario-fiscali dell’Ente parco; d) maggiori capacità di iniziativa, comunicazione e relazione; e) piena consapevolezza del proprio ruolo all’interno dell’as-sociazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Per la struttura semplice e lineare del percorso formativo, il progetto può essere facilmente adattabile ad altre realtà associative, poiché non necessità di particolari accorgimenti.

“Choral Management Today”

Ente FENIARCOCodice D/2009/FENIARCOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa proposta nasce dall’esigenza di una formazione dei quadri dirigenti dell’Associazione che sia in grado di garantire il superamento del solo spontaneismo e di azioni di corto re-spiro. Essa si inserisce nel contesto dei mutamenti con cui si sta confrontando il settore dello spettacolo e del consumo culturale e delle opportunità che ne derivano in termini di sperimentazione di strategie e operazioni innovative.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi L’iniziativa progettuale mira all’organizzazione di due percorsi di formazione, il primo destinato a 150 tra soci e responsabili territoriali dell’associazione e il secondo a 20/25 giovani manager in ambito corale-musicale. Nel primo caso, che prevede l’organizzazione di cinque incontri a carattere regionale, viene svilup-pato un programma capace di fornire competenze di natura gestionale, artistica, amministrativa. Il modulo afferente alla formazione dei giovani manager propone due stage finalizzati alla comprensione critica della complessità che articola il settore e offrirà gli strumenti operativi per intervenire sui processi di gestione e comunicazione dei contenuti musicali. È prevista anche una fase di monitoraggio dell’iniziativa.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia utilizzata consisterà in: lezioni frontali, lavoro di gruppo, discussioni guidate e analisi di casi studio. È prevista anche una fase di formazione sul campo presso enti e l’utilizzo di materiali multimediali. Particolare attenzione sarà data all’approccio digitale alla promozione e alla comunicazione, attraverso l’analisi di siti web ufficiali, l’analisi e l’utilizzo di nuove piattaforme di social networking e l’utilizzo di strategie di marketing virale, la gestione degli User Generated Contents.

D/2009/FENIARCO

218 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Risultati attesi L’iniziativa progettuale mira a potenziare la preparazione dei dirigenti e dei soci, approfonden-done le capacità organizzative e direzionali nonché di sviluppo delle realtà associative. Particolare attenzione è data agli aspetti economici e dell’autofinanziamento. Essa mira anche a creare modelli operativi esportabili in altri ambiti dell’attività del sociale e a fornire le conoscenze normative adeguate per ben gestire i rapporti tra Associazione, cittadini e le varie tipologie di enti.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’iniziativa è capace di innescare sin da subito meccanismi automatici di trasferibilità in altri ambiti del sociale. Inoltre, essa rappresenta la fase propedeutica a un progetto di lungo respiro che vedrà im-pegnata l’Associazione nei prossimi anni in un’azione di stabilizzazione e replica dell’intervento di formazione.

“Le parole dei diritti. Le associazioni si confrontano con il linguaggio della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”

Ente FISHCodice D/2009/FISHArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla consapevolezza che la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità richieda un cambiamento radicale nell’approccio alle questioni inerenti le disabilità. L’azione progettuale intende favorire occasioni di studio, confronto ed elaborazione con i principi della Convenzione ONU da parte dei dirigenti delle associazioni, prevedendo specifici momenti rivolti ai tecnici e agli operatori, alle persone con disabilità e ai loro familiari. Si tratta anche dell’occasione per iniziare un confronto fra quanto realizzato dalle politiche nazionali e locali e le indicazioni della Convenzione, nell’ottica della redazione di rapporti sullo stato di applicazione della stessa.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Pescara), Basilicata (Potenza), Calabria (Lamezia Terme, Cosenza), Cam-pania (Napoli, Caserta, Salerno), Emilia-Romagna (Bologna, Piacenza, Parma, Forlì, Ferrara), Friuli-Venezia Giu-lia (Trieste, Udine), Lazio (Roma, Rieti, Viterbo), Liguria (Genova, Savona), Lombardia (Milano, Brescia, Varese, Pavia, Cremona), Marche (Ascoli Piceno, Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino, Biella, Alessandria), Puglia (Bari, Taranto), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Palermo, Caltanissetta), Toscana (Firenze, Siena, Livorno), Umbria (Terni, Perugia), Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Venezia, Verona, Vicenza, Treviso, Padova).

Obiettivi a) Realizzare attività di studio e ricerca attraverso: l’attivazione di gruppi di lavoro interassociativi sui temi della diffusione della Convenzione ONU, del diritto al lavoro, all’educazione, all’accessibilità e al tu-rismo, della non discriminazione; la realizzazione di diciannove focus group composti di leader associativi per la prima diffusione dei materiali predisposti e la raccolta di ulteriori contributi; b) realizzare attività formative e di comunicazione attraverso: la realizzazione di moduli formativi rivolti a operatori sociali di presentazione della Convenzione (dodici eventi formativi su base regionale); l’organizzazione di dieci eventi di informazio-ne e sensibilizzazione e comunicazione rivolti alla generalità dei cittadini; la realizzazione di un percorso di formazione a distanza sul sito e la predisposizione di un bollettino informativo a disposizione delle realtà associative territoriali, nonché la mappatura dei servizi territoriali di carattere informativo. È prevista anche una fase di monitoraggio e disseminazione dei risultati (pubblicazione di quaderni tematici e altri materiali di divulgazione).

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede il ricorso a una piattaforma tecnologica per la forma-zione a distanza e l’utilizzo dei siti associativi per la comunicazione delle attività e la diffusione dei risultati

D/2009/FISH

219Parte seconda. Schede progettuali

del progetto. È prevista la realizzazione di una banca dati delle risorse informative associative.

Risultati attesi a) Rafforzamento della capacità politica e tecnica delle organizzazioni e dei loro dirigenti di rappresentare le condizioni di vita delle persone con disabilità e le loro richieste; b) attivazione di processi di ricerca e confronto capaci di generare nuovi saperi sui temi delle modalità di comunicazione dell’approccio alla disabilità; c) raccolta, selezione e diffusione delle situazioni di massima criticità e di buone prassi a livello territoriale; d) sperimentazione di moduli formativi e comunicativi per avvicinare al tema dei diritti umani delle persone con disabilità sia il mondo degli operatori sociali che i cittadini; e) potenziamento degli strumenti informativi della rete fish, sia informatici che sul campo.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità I gruppi di lavoro tematici possono divenire al termine del lavoro progettuale gruppi di lavoro permanenti che forniscano agli organismi direttivi della federazione dati, informazioni e analisi utili per orien-tare attività e scelte politiche. I moduli formativi sono predisposti in forma sperimentale con la possibilità di ricavarne proposte formative da proporre successivamente in forma sistematica e capillare anche in collabo-razione con gli enti e le istituzioni che si occupano specificamente di formazione. L’insieme degli strumenti elaborati (pubblicazioni, piattaforma FAD, etc.) hanno la caratteristica di essere utilizzabili da tutti i soggetti interessati alla tematica progettuale, pur non essendo direttamente coinvolti nell’iniziativa. Nel suo insieme, i processi di trasferibilità sono rafforzati dalla vasta articolazione territoriale dell’Associazione e dalla visibilità e diffusione dei suoi canali di comunicazione e informazione.

“La FITeL : nuove attività per crescere e consolidarsi”

Ente FITELCodice D/2009/FITELArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’idea progettuale nasce dalla volontà di aggiornare la propria offerta formativa e consulenziale tramite l’utilizzo di nuove tecnologie, ma nasce anche per dare risposta alla crescente richiesta di assistenza dovuta a nuovi adempimenti amministrativi. A livello locale, infatti, sorge una grande richiesta di attività di formazione specifica sulla normativa fiscale e sui nuovi adempimenti, accanto alla richiesta di forma-zione informatica e telematica, nonché al continuo sviluppo del portale internet, dei servizi intranet e dei sistemi di audio, video conferenza. Il progetto si articolerà attraverso un seminario locale e alcuni seminari locali con moduli formativi dedicati

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Basilicata (Matera), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Trieste), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Marche (Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Reggio Calabria (Cosenza), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Paler-mo), Toscana (Firenze), Umbria (Perugia), Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Venezia).

Obiettivi a) Percorso formativo per dirigenti e volontari in materia fiscale, contabile e di nuove tecnologie; il percorso è strutturato per seminari locali; b) aggiornamento della rete intranet e la dotazione informatica di tre sedi FITeL.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa si avvarrà delle nuove tecnologie didattiche informatiche e telematiche. Essa prevede inoltre l’aggiornamento della dotazione tecnologica comprendente le attrezzature per la creazione della rete di audio/videoconferenza.

D/2009/FITEL

220 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Risultati attesi a) Consolidamento della Rete FITeL; b) maggiore capacità di gestione da parte dei dirigenti centrali e periferici e dei volontari degli aspetti legati all’associazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’iniziativa è trasferibile con gli opportuni adattamenti a ogni realtà associativa.

“Europa e volontariato. Percorso di valorizzazione del volontariato come contributo per rafforzare una comune cittadinanza attiva”

Ente FOCSIVCodice D/2009/FOCSIVArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale risponde a due tipi di esigenze. La prima riguarda il bisogno costante di formazione e aggiornamento per gli operatori delle associazioni federate al fine di qualificare sempre meglio il proprio impegno nei confronti dei destinatari delle azioni associative. La seconda è relativa all’analisi dell’impegno dei cittadini in azioni di volontariato e all’attivazione di percorsi che facciano conosce-re meglio l’esperienza di volontariato come strumento concreto di impegno personale.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Lombardia (Milano).

Obiettivi a) Realizzazione di quattro percorsi formativi in aula (per un totale di sedici giornate formative) e di un percorso di formazione on-line nell’ambito delle quattro aggregazioni programmatiche: formazione e volontariato, selezione, progettazione, comunicazione; b) realizzazione di una ricerca sulle norme e sugli stru-menti adottati dagli Stati europei per il sostegno al volontariato.

Metodologia e strumenti utilizzati Tramite tecniche di lavoro di gruppo e cooperative learning verranno con-divise le buone pratiche attive in tema di volontariato e progettazione, formazione e selezione, comunicazione, e allo stesso tempo individuate possibili linee di lavoro futuro.

Risultati attesi a) Rafforzamento delle competenze tecnico professionali delle organizzazioni non governative associate; b) contributo alla promozione del ruolo del volontariato come strumento per l’acquisizione di una cittadinanza europea.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità del progetto e la sua replicabilità in quanto buona pratica è garantita da un sistema di rete consolidato. La formazione impartita alle organizzazioni federate è sempre intesa come forma-zione di formatori e rivolta quindi a operatori sociali con ruoli di responsabilità nei propri contesti di apparte-nenza, che potranno poi trasferire quanto sperimentato a nuovi operatori.

“Famiglia-lavoro: nuova frontiera”

Ente FAACodice D/2009/FAAArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto si propone di studiare e analizzare la difficile situazione lavorativa attuale, in un’ottica di collaborazione e concertazione con il mondo dell’imprenditoria, delle organizzazioni

D/2009/FOCSIV; D/2009/FAA

221Parte seconda. Schede progettuali

sindacali e delle istituzioni politiche. Esso è inoltre volto a una formazione informatica dei destinatari, affin-chè acquisiscano la capacità per utilizzare appieno le banche dati disponibili in materia di buone pratiche di conciliazione famiglia-lavoro.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Analizzare l’attuale situazione del lavoro; b) prefigurare scenari prossimi venturi; c) formare all’u-tilizzo delle banche dati esistenti; d) elaborare proposte e modelli psico-sociali favorevoli alla conciliazione famiglia-lavoro.

Metodologia e strumenti utilizzati In ambito formativa, l’iniziativa progettuale si propone la realizzazione di due seminari e la costituzione di gruppi di lavoro. È prevista la redazione di un piano di monitoraggio dei risultati.

Risultati attesi a) Elaborare un pensiero condiviso tra le associazioni afferenti al Forum delle associazioni familiari; b) attivare percorsi di formazione permanenti interdisciplinari; c) formare all’utilizzo degli strumenti telematici e delle Banche Dati; d) estendere l’intervento tematico su un ampio orizzonte di destinatari.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il gruppo di studio costituito con l’iniziativa si propone di mantenere, anche dopo la conclusione del progetto, la pubblicazione periodica di un “quaderno” sulle proposte formative, sociali e politiche del fo-rum, al fine di garantirne la trasferibilità.

“Formazione in corso”

Ente LEGAMBIENTECodice D/2007/LEGAMBIENTEArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione intende dar vita già da anni a un percorso di formazione continua per fornire a coloro che prendono le decisioni la capacità di seguire le evoluzioni della legislazione e della sua implementazione. L’esigenza è di organizzare un percorso formativo che dia risultati duraturi, fornendo ai soci non (solo) nozioni, ma modalità operative. L’Associazione, per dimensioni e articolazione territoriale, deve affrontare problematiche di natura gestionale legate allo svolgimento delle proprie attività. Gli obbiettivi sono l’ampliamento e il consolidamento delle competenze dirigenziali.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Marche (Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Trentino Alto Adige (Trento), Umbria (Perugia), Veneto (Rovigo).

Obiettivi Il progetto mira ad avviare un percorso di formazione continua e aggiornamento rivolto a cinquanta responsabili locali dell’Associazione. La formazione verterà sull’amministrazione delle associazioni no profit e su problematiche legislative, fiscali e contabili.

Metodologia e strumenti utilizzati Il percorso di formazione prevede il ricorso a lezioni frontali, laboratori di apprendimento e tavole rotonde. Un forte accento sarà messo sull’aspetto collettivo degli incontro.

Risultati attesi a) Aumento delle capacità organizzative e direzionali, delle le conoscenze e delle competenze dei dirigenti dell’Associazione; b) qualificazione permanente dei giovani che entreranno in futuro nella gestio-ne dell’Associazione.

D/2007/LEGAMBIENTE

222 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Con questo progetto si vuole perseguire un processo di formazione continua, dando vita alla stabilizzazione dell’aggiornamento.

“Università dei consumatori”

Ente Movimento ConsumatoriCodice 2009/D/MCArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Per un maggiore coinvolgimento dei cittadini-consumatori e dei soci dell’associa-zione e nella convinzione dell’importanza della formazione continua e dell’aggiornamento nasce l’idea di una Università dei consumatori.

Ambito territoriale Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemon-te, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Organizzare un ciclo di dieci moduli formativi in aula di due ore ciascuno da proporre in quindici città diverse, destinati a collaboratori dell’Associazione, soci e consumatori, su tematiche legate al consumo; b) realizzazione di una rivista didattica online con i contenuti dei moduli formativi in aula, i risultati della successiva discussione e pertinenti notizie di attualità, da inviare a tutti i collaboratori e soci dell’Associazione (circa 6.000).

Metodologia e strumenti utilizzati Oltre alla formazione in aula, la formazione prevede la realizzazione di una rivista didattica online a cadenza mensile. I contenuti dei moduli formativi potranno essere accessibili anche tramite radio web.

Risultati attesi Il progetto intende favorire una più autonoma tutela dei propri interessi e diritti e un maggiore coinvolgimento nel tessuto associativo.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La rivista didattica online costituisce uno strumento che permette una semplice condivisione dei contenuti formativi anche al di fuori della ristretta platea dei destinatari diretti del progetto e costituisce un patrimonio in grado di sopravvivere oltre la fine dell’iniziativa formativa. I moduli formativi potranno essere facilmente riprodotti in altre città non coinvolte nel presente progetto.

“Il movimento accelera le pari opportunità”

Ente MCLCodice D/2009/MCLArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce dalla necessità delle sedi periferiche dell’Associazione di avere maggiori conoscenze sull’argomento delle pari opportunità nel mondo del lavoro (politiche della UE, normati-va, iniziative istituzionali di tutela, opportunità imprenditoriali per le donne, etc.).

2009/D/MC; D/2009/MCL

223Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Avezzano), Calabria (Catanzaro), Campania (Salerno, Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma, Rieti), Liguria (Genova), Lombardia (Milano, Mantova), Piemonte (Novara, Torino), Puglia (Bari), Sicilia (Messina, Catania), Toscana (Firenze, Arezzo), Veneto (Vicenza, Padova).

Obiettivi a) Organizzazione di momenti di formazione per gli associati sul tema delle pari opportunità (incontri, conferenze, lezioni tenute da esperti); aggiornamento del personale sull’utilizzo degli strumenti informatici funzionali alla implementazione del progetto; b) il corso di formazione è integrato dalla creazione di una rete informatica a livello nazionale che permetta di organizzare un servizio di informazione e orientamento sulle medesime tematiche; c) realizzare materiale destinato all’informazione di tutti gli associati, incluso un cd-rom; d) costruzione di una banca dati di siti web che si occupano di temi legati alle pari opportunità e di informazioni e novità sul tema delle pari opportunità.

Metodologia e strumenti utilizzati La formazione verrà erogata in modalità FAD con l’utilizzo di apposite piattaforme di e-learning e videoconferenza. Per la gestione delle attività sarà necessario utilizzare specifici software per la condivisione delle informazioni fra i destinatari dell’iniziativa.

Risultati attesi a) Fornire ai membri dell’Associazione impegnati nelle attività di informazione sportello compe-tenze negli ambiti relative alle pari opportunità (principali problematiche, pubbliche istituzioni e normativa, co-municazione interculturale); b) contribuire al raggiungimento di obbiettivi previsti dai documenti delle Istituzioni Europee (Trattato di Amsterdam, Direttiva sull’eguaglianza razziale ed etnica, Direttiva quadro sull’impiego).

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto sarà sperimentato nelle sedi provinciali e trasferito successivamente alle sedi regio-nali e a tutto il territorio nazionale.

“MIR - Movimento in rete”

Ente MDCCodice D/2009/MDCArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’esigenza di migliorare il sistema gestionale interno e di creare siti web regionali che permettano l’interazione dei cittadini tramite post e commenti. Ciò consente di far emergere maggiormente sul proprio territorio le iniziative promosse dalle sedi locali che altrimenti sui canali nazionali avrebbero limitati spazi a disposizione per ovvie esigenze di alternanza con le altre sedi territoriali. L’uso sempre maggiore del sito internet dell’Associazione, confermato dall’aumento del 30% degli accessi dal 2008, e l’aumen-to del numero delle sedi porta a considerare un ampliamento del sito attraverso l’inserimento della possibilità di interazione per i cittadini.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara, Chieti), Calabria (Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia), Campania (Avellino, Salerno, Benevento, Caserta, Napoli), Emilia-Romagna ( Bologna, Ferrara, Parma, Reggio Emilia), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Lazio (Roma, Civitavecchia), Liguria (Imperia, Genova, La Spezia, Savona), Lombardia (Cremona, Milano, Varese, Monza), Marche (Ancona, Ascoli Piceno), Molise (Campobasso, Isernia), Piemonte (Cuneo, Torino), Puglia (Lecce, Brindisi, Foggia), Sicilia (Messina, Trapani, Ragusa, Siracusa, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna), Toscana (Grosseto, Lucca, Pistoia, Massa-Carrara, Firenze, Siena), Umbria (Pe-rugia, Terni), Veneto (Rovigo, Padova, Vicenza).

Obiettivi a) Creazione di diciassette siti web regionali; questo obbiettivo include la realizzazione di corsi di

D/2009/MDC

224 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

formazione diretti per i responsabili locali dei siti web; b) ampliamento del sito nazionale dell’Associazione; c) miglioramento dello strumento gestionale già in uso nelle sedi territoriali in modo da semplificarne l’utilizzo e renderlo completo; d) ampliamento della piattaforma di e-learning attraverso l’arricchimento con nuovi corsi (Web e comunicazione esterna, Carte dei servizi e Turismo: diritti e doveri del viaggiatore). Il progetto include una fase finale di monitoraggio di tutte le iniziative progettuali.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede per se l’ampio ricorso a strumenti informatici.

Risultati attesi a) Consolidamento della comunicazione esterna delle sedi territoriali e rafforzamento della promozione delle iniziative locali sul web, diffusione delle attività territoriali e possibilità di raccogliere istanze dei cittadini attraverso modalità interattive; b) miglioramento della formazione professionale degli operatori delle sedi locali; c) semplificazione del lavoro quotidiano di tutti i collaboratori nazionali e locali attraverso l’implementazione dello strumento del gestionale.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità I corsi presentati sulla piattaforma e-learning possono essere riutilizzati e integrati in una fase suc-cessiva alla conclusione del progetto. Il progetto può inoltre essere esteso in futuro alle regioni in cui l’Associazione non è ancora presente con una propria sede (Sardegna, Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta).

“Bilancio sociale Touring”

Ente TCICodice D/2009/TCIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto TCI intende sviluppare un sistema di conoscenza, gestione e razionalizzazione delle informazioni centrali e periferiche per ottimizzare le proprie attività attraverso un Bilancio Sociale evoluto. Parallelamente intende aumentare la capacità dei propri operatori attraverso una formazione sulla cultura del dato e della reportistica, oltre che sugli strumenti di gestione dati.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, Veneto.

Obiettivi a) Realizzare un Bilancio Sociale Touring evoluto; b) realizzare un modello di gestione delle attività; c) sviluppare il confronto e il percorso partecipativo per un Bilancio Sociale evoluto; d) aumentare la capacità di progettazione da parte dell’associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede di utilizzare i seguenti strumenti: albero gerarchico analitico delle attività; Program Evaluation and Review Technique; diagramma di Gantt di dettaglio; riunioni periodiche del gruppo di lavoro; realizzazione di documentazione; analisi e reportistica di progetto; realizza-zione di una piattaforma web based, su tecnologia LAMP (Linux, Apache, MySQL, PhP); interazione online e sessioni di formazione in loco per i volontari del territorio; utilizzo dello strumento SMART.

Risultati attesi a) Bilancio Sociale di TCI; b) aumento della base di conoscenza condivisa della struttura; c) sviluppo e diffusione della cultura del dato, della misurazione delle attività, dell’analisi e della reportistica utili alla progettazione successiva; d) sviluppo dell’applicativo SMART, piattaforma e database.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

D/2009/TCI

225Parte seconda. Schede progettuali

“Creazione di un sistema associativo condiviso di comunicazione”

Ente UICCodice D/2009/UICArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Informatizzazione delle sedi Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’Associazione intende attuare un sistema di comunicazioni VOIP tra le proprie sezione provinciali e consigli regionali che integri il collegamento telefonico presso i gestori tradizionali. Ciò consente una forte riduzione delle spese per le comunicazioni telefoniche, quantificate attualmente in 100.000,00 euro l’anno. Ciò implica anche il miglioramento delle connessioni delle singole sedi (non tutte dispongono di collegamento a banda larga). Altra esigenza non più derogabile e connessa all’implementazione del collegamento in rete delle sedi è la realizzazione di una banca dati interattiva che contenga tutte le basi dati dell’associazione (soci, bilanci, patrimonio, documenti principali, etc.).

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Formazione di 900 dirigenti e di 450 impiegati dipendenti all’uso della tecnologia VOIP; b) Acqui-sizione e installazione di materiale telefonico e informativo; c) realizzazione di una banca dati interattiva che contenga tutte le basi dati dell’associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Per la formazione all’uso della tecnologia VOIP si farà ricorso alla piat-taforma didattica online già disponibile, che prevede l’utilizzo di streaming audio delle relazione formative, introduzione testi in piattaforma didattica e interattività tramite forum; in aggiunta sarà realizzato un pron-tuario con le istruzioni per l’uso. Per l’implementazione del sistema di comunicazione VOIP si farà ricorso a strumenti e prodotti tecnologicamente avanzati.

Risultati attesi a) Abbattimento del costo delle comunicazioni telefoniche e fax; b) condivisione da parte di tutte le strutture dell’Associazione della stessa rete anche per la condivisione della banca dati comune.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Lampi e impronte dello sport in strada: formazione per nuovi operatori”

Ente UISPCodice D/2009/UISPArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’iniziativa nasce dalla lettura di un bisogno di aggiornamento e formazione degli operatori UISP che quotidianamente operano nei confronti del target dei giovani. La UISP è un’associazione caratterizzata da una qualificata presenza di tecnici sportivi che si trova nella necessità di sviluppare compe-tenze sempre più specifiche in merito alla capacità di incontrare i bisogni giovanili, in particolare laddove si faccia riferimento ai contesti più difficili. L’iniziativa mira pertanto a intervenire su tale bisogno di formazione e aggiornamento, al fine di implementare le competenze attraverso riferimenti teorici e pratici allo street-working, all’animazione di strada, alla mediazione culturale e sociale.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Lombardia (Cremona), Mar-che (Ancona), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Toscana (Firenze).

D/2009/UIC; D/2009/UISP

226 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Obiettivi a) Organizzazione di tre moduli formativi (area sociologica, area tecnica e area esperenziale) per un totale di cento ore che, al fine di facilitare la partecipazione dei corsisti, sarà ripetuto in tre macroaree (Nord, Centro e Sud). Ciascun modulo è indirizzato a un totale di 150 tra dirigenti, operatori e quadri dell’Associa-zione, tra i 25 e i 50 anni. È prevista anche la realizzazione di una guida metodologia riportante l’esperienza formativa nel suo complesso.

Metodologia e strumenti utilizzati I percorsi formativi prevedono il ricorso a lezioni d’aula centrate sulla componente teorica, a momenti pratici centrati su focus group ed esperienze pratiche guidate che permettono di sviluppare la componente sperimentale. Rilevante durante tutto l’arco dell’iniziativa è il sito http://leg-ge383.uisp.it/, che garantirà sia momenti di formazione a distanza sia la diffusione dei contenuti trattati nella didattica, non solo ai corsisti direttamente coinvolti, ma all’Associazione nel suo complesso.

Risultati attesi a) Dotare gli operatori UISP delle competenze adeguate e necessarie per intercettare quei gio-vani che lasciano il mondo dello sport “strutturato” alla ricerca di realtà diverse; b) realizzare una mappatura e una conseguente “messa a sistema” di tutte le realtà territoriali, e relative esperienze e competenze, che nell’ambito dell’Associazione o in collaborazione con essa operano su queste realtà; c) rafforzare il processo di innovazione della cultura organizzativa UISP come Learning Organization; d) promuovere un modello di formazione a carattere nazionale che rafforzi i caratteri di sistema dell’Associazione sul piano identitario e valoriale e le conseguenti scelte operative.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Le componenti proprie della formazione sono coniugate con la lettura della realtà organizzativa e definiscono un modello partecipato altamente personalizzato in funzione di quella stessa realtà. Ciò dà luogo a un modello che può essere facilmente trasferito e riprodotto. Inoltre, il modello basato sul considerare l’Associa-zione come organizzazione che auto-apprende è di per sé volto alla trasferibilità. Al fine di garantire la diffusione dell’’iniziativa e dei suoi risultati e la stabilizzazione del modello formativo, i contenuti dell’iniziativa saranno resi disponibili attraverso la redazione di una Guida metodologica, in formato cartaceo ed elettronico.

“Mercurio”

Ente UNIAMOCodice D/2009/UNIAMOArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale mira a implementare una banca dati che consenta ai pazienti e alle loro famiglie, ai medici di medicina generale e ai pediatri la possibilità di accedere alle informazioni necessarie. Ciò risponde a due esigenze in particolare. Da un lato, l’adeguata classificazione e codificazione delle malattie rare al fine di conferire loro la visibilità e il riconoscimento necessari. Dall’altra, la responsa-bilizzazione del paziente, che l’OMS stessa ritiene prerequisito per la salute e per la possibilità di affrontare efficacemente la malattia.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Obiettivo del progetto è la realizzazione di una banca dati delle malattie rare più completa e aggior-nata rispetto a quella esistente.

Metodologia e strumenti utilizzati Per l’implementazione della banca dati si seguiranno le indicazioni del protocollo3 Open Archive Initiative Protocol for Metadata Harvesting (OAI-PMH), all’interno della quale ver-

D/2009/UNIAMO

227Parte seconda. Schede progettuali

ranno effettuati la raccolta delle risorse dalle basi di dati e il mapping dei metadati specifici. Per garantire la consultazione di informazioni e dati che non hanno una codificazione secondo l’individuazione del metadato verranno utilizzate le tecniche del Dublin Core.

Risultati attesi a) Mettere a disposizione di medici e pazienti informazioni più complete sulle malattie rare; b) aumentare il livello di empowerment dei singoli, delle organizzazioni e della comunità.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Il computer in un batter d’occhi – Inclusione sociale e lavorativa di persone diversamente abili, anche con handicap motori gravi, attraverso un computer costruito su misura”

Ente UNITALSICodice D/2009/UNITALSIArea di intervento Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale mira a implementare una banca dati che consenta ai pazienti e alle loro famiglie, ai medici di medicina generale e ai pediatri la possibilità di accedere alle informazioni necessarie. Ciò risponde a due esigenze in particolare. Da un lato, l’adeguata classificazione e codificazione delle malattie rare al fine di conferire loro la visibilità e il riconoscimento necessari. Dall’altra, la responsa-bilizzazione del paziente, che l’OMS stessa ritiene prerequisito per la salute e per la possibilità di affrontare efficacemente la malattia.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi Obiettivo del progetto è la realizzazione di una banca dati delle malattie rare più completa e aggior-nata rispetto a quella esistente.

Metodologia e strumenti utilizzati Per l’implementazione della banca dati si seguiranno le indicazioni del protocollo3 Open Archive Initiative Protocol for Metadata Harvesting (OAI-PMH), all’interno della quale verranno effettuati la raccolta delle risorse dalle basi di dati e il mapping dei metadati specifici. Per garantire la consul-tazione di informazioni e dati che non hanno una codificazione secondo l’individuazione del metadato verranno utilizzate le tecniche del Dublin Core.

Risultati attesi a) Mettere a disposizione di medici e pazienti informazioni più complete sulle malattie rare; b) aumentare il livello di empowerment dei singoli, delle organizzazioni e della comunità.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Orientamento e formazione: strategie e obiettivi per un’alternanza generazionale che favorisca le pari opportunità e le politiche giovanili nell’UNPLI e nella società”

Ente UNPLICodice D/2009/UNPLIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto L’Associazione ha l’esigenza di migliorare la formazione e l’aggiornamento orien-

D/2009/UNITALSI; D/2009/UNPLI

228 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

tando i dirigenti e i quadri a comprendere operativamente la potenzialità della tecnologia. A tal fine si intende definire un modello di formazione continua che permetta di dotare i quadri, in particolare donne e giovani, di una qualificazione adeguata alle trasformazioni delle attività sociali derivanti dall’impiego di tecnologie informative avanzate nelle APS.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Campania (Avellino), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Roma, Viterbo), Lombardia (Milano), Piemonte (Alessandria), Puglia (Lecce).

Obiettivi L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un percorso didattico diretto a giovani e donne sotto i 38 anni con esperienza di almeno un anno nella gestione di una struttura territoriale dell’Associazione. I con-tenuti verteranno sulla trattazione approfondita delle tematiche di maggiore attualità e interesse in materia di volontariato turistico (profili tecnico-amministrativo, gestionale, manageriale, turistico). È prevista l’orga-nizzazione di un workshop finale di valutazione del progetto e la pubblicazione successiva di un report finale.

Metodologia e strumenti utilizzati Oltre al percorso formativo standard (lezione frontale e laboratorio) si farà ricorso alle nuove tecnologie della comunicazione in rete. In particolare, sarà messo a disposizione degli utenti uno spazio virtuale all’interno del sito istituzionale dell’UNPLI in grado di rispondere in tempo reale in maniera professionale a tutte le istanze e bisogni conoscitivi della base associativa.

Risultati attesi a) Formare e qualificare i nuovi soggetti affinché migliorino le capacità di iniziativa, respon-sabilità e flessibilità; b) stimolare il processo di ricambio generazionale e di genere alle posizioni di vertice dell’associazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“La progettualità: uno strumento per vivere e far vivere il territorio”

Ente US ACLICodice D/2009/US ACLIArea di intervento Formazione e aggiornamento dei membri dell’associazione

Descrizione del progetto Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di formazione continua interno all’Associazione. Esso prende le mosse dalle esigenze formative che l’unione sportiva ACLI ha rilevato nel corso del proprio percorso di crescita. Tali esigenze sono riconducibili innanzitutto alla capacità di dare risposte ai bisogni del contesto socio-territoriale attraverso la formazione di un pool progettuale attivo a livello locale, capace di trasformare i bisogni in attività progettuali. Altra importante esigenza riguarda la necessità di stabi-lizzare le iniziative di formazione all’interno di un sistema di formazione continua interno tramite l’introduzio-ne di una piattaforma e-learning, capace di veicolare le competenze legate alla progettualità, in modo diffuso.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Sviluppare le capacità degli operatori di lettura ed analisi del proprio contesto, funzionale alla progettazione di iniziative coerenti ai bisogni rilevati; b) Creare sul territorio un pool progettuale capace di rispondere ai bisogni territoriali che utilizzi l’approccio progettuale come metodo di lavoro e come processo generativo e innovativo; c) creare un sistema di formazione continua e-learning e una comunità di pratica in grado di condividere metodologie e proposte per diffondere nell’Associazione la progettualità come strumento flessibile di risposta ai bisogni del territorio.

Metodologia e strumenti utilizzati Nella fase di progettazione esecutiva l’approccio metodologico si rifà al

D/2009/US ACLI

229Parte seconda. Schede progettuali

modello dialogico-discorsivo; si tratta di un approccio flessibile capace di integrare nuovi elementi nel piano originario. Nella fase di selezione dei partecipanti e di analisi del fabbisogno formativo sarà effettuata una selezione delle candidature provenienti dalle strutture coinvolte nell’iniziativa. L’analisi del fabbisogno invece sarà realizzata attraverso interviste a dieci testimoni privilegiati e la sottoposizione di questionari elettronici per tutti i partecipanti delle sedi coinvolte, per realizzare una mappatura dei bisogni formativi, raccogliere le aspettative relative al progetto e testare le competenze informatiche dei partecipanti. La fase di realizzazione dei percorsi formativi si svolgerà attraverso due moduli formativi, il primo dei quali sarà svolto con ACLI in-crociando l’iniziativa “Pensiero in azione. Percorsi educativi per una cittadinanza consapevole”. Le metodologie didattiche sono di tipo blended e derivano dalla combinazione di approcci più tradizionali e altri maggiormente innovativi e legati all’uso dell’e-learning. La fase di monitoraggio e valutazione prevede l’utilizzo di sistemi che si ispirano ad un approccio funzionalista centrato sulla verifica del raggiungimento/scostamento degli obiettivi del progetto. La fase di stabilizzazione iniziativa prevede la stabilizzazione del risultato principale del progetto (un sistema prototipale di formazione continua interna) e la sua messa a regime. È prevista infine una fase di follow up a distanza di 30 giorni dal termine della formazione, al fine di rilevare le esperienze applicative personali dei partecipanti alla formazione, e un intervista ai Presidenti provinciali per registrare cambiamenti osservati nel personale a seguito della formazione.

Risultati attesi a) Attivazione di un pool di progettisti attivi in tutti i territori coinvolti nell’iniziativa; b) incremento qualitativo e quantitativo del lavoro progettuale della rete US ACLI (crescita numero progetti pre-sentati, numero progetti attuati, aumento numero e tipologia reti territoriali e partnership attivate, capacità intercettare fonti e risorse economiche aumentate); c) attivazione di un sistema di formazione continua e di collaborazione online di supporto alla crescita organizzativa di US ACLI.

Aspetti innovativi ----

Trasferibilità La trasferibilità e la replicabilità dell’iniziativa si collegano: all’erogazione di nuove edizioni dei due percorsi formativi per le ulteriori sedi provinciali US ACLI; all’accessibilità a tutto il sistema US ACLI dei materiali e delle risorse disponibili per la formazione a distanza

Iniziative annualità 2009ai sensi della lettera F

233Parte seconda. Schede progettuali

“LINK – Ricerca e azione sociale per favorire l’inclusione delle persone in condizioni di marginalità o di disagio”

Ente ACLICodice F/2009/ACLIArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto L’inidividuazione e il monitoraggio costante dei fenomeni che danno origine alla marginalità e al disagio sociale costituisce la base conoscitiva necessaria per operare efficacemente sui ter-ritori, consentendo la progettazione e l’organizzazione di azioni e servizi mirati. Dal bisogno evidenziato è scaturita l’idea di sperimentare una nuova e più stretta modalità di lavoro fra funzioni e unità organizzative già attive nel sistema Acli nella fase conoscitiva dei problemi con quelle attive nel dare risposte concrete agli stessi. L’idea alla base della proposta è di realizzare connessioni stabili e sinergie fra le realtà interne ed esterne alle Acli che si occupano dell’analisi e dello studio dei fenomeni di marginalità e disagio sociale e quelle che lavorano sul campo per rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone una piena inclusione sociale, al fine di incrementare il livello qualitativo e la rispondenza al bisogno dei servizi.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Si-cilia, Toscana, Veneto.

Obiettivi a) Raccogliere, anche in collaborazione con enti e istituzioni locali, dati di contesto e studiare i trend principali dei fenomeni di disagio sociale, marginalità ed esclusione ; b) individuare gli attori che sul territorio sono coinvolti nell’erogazione di servizi e iniziative per le persone in condizoone di marginalità e disagio socia-le; c) realizzare una sessione plenaria di formazione per gli operatori che si troveranno a realizzare sul campo le attività di sperimentazione, al fine di condividere gli obbiettivi e le metodologie del progetto. Sono previste anche attività di valutazione e monitoraggio, oltreché diffusione dei risultati dell’iniziativa, da realizzarsi tramite una pubblicazione specifica.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto esecutivo è reallizzato seguendo la metodologia della co-progettazione: i referenti locali lavoreranno assieme alla rete di partenariato attivata in ciascun territorio. Attraverso tale metodologia sarà possibile mettere in dialogo territori e realtà diverse fornendo alle attività sperimentali un’impronta comune in grado di facilitare lo scambio di esperienze e l’individuazione delle buone pratiche. Il progetto prevede l’utilizzo di un software che consentirà la creazione di una piattaforma Intranet in grado di mettere in connessione le strutture dedicate alla raccolta di dati e allo studio dei fenomeni della di marginalità con le attività che operano per contrastare tali fenomeni.

Risultati attesi a) Realizzazione di connessioni stabili e sinergie tra le realtà delle regioni coinvolte che si occupano dell’analisi e dello studio dei fenomeni di marginalità e disagio sociale e le realtà impegnate sul territorio in attività e servizi, nell’ottica di un miglioramento dell’efficacia delle iniziative di promozione, tutela e sostegno a favore dell’inclusione sociale delle persone in condizioni di marginalità o disagio; b) facilitazione dell’accesso delle persone in condizioni di marginalità alla rete degli interventi e dei servizi sociali presenti sul territorio; c) supporto, attraverso le attività di monitoraggio del progetto,delle capacità di valutazione interna delle azioni intraprese, alimentando circuiti informativi virtuosi e l’individuazione e la diffusione di buone pratiche.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’insieme delle attività svolte e degli strumenti utilizzati nelle sedi di sperimentazione porteran-no alla fine del progetto alla costruzione di un modello di intervento da proporre a tutte le realtà territoriali

F/2009/ACLI

234 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Acli intenzionate a realizzare iniziative per fronteggiare il disagio e la marginalità sociale. Inoltre, il sistema di monitoraggio e valutazione costituirà un modello strutturato e codificato in una serie di metodologie di definizione di indicatori e strumenti di rilevazione che potrà essere utilizzato per monitorare iniziative simili in altre realtà locali. Il coinvolgimento diretto delle istituzioni è stato proposto affinché metodologie e strumenti per la promozione, tutela e sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o disagio, sperimentati nel cosro del progetto, possano diventare patrimonio della comunità ed essere diffusi e utilizzati anche in altre realtà territoriali non coinvolte nel progetto. Ai fini della trasferibilità è prevista anche la pubblicazione finale di un volume formato tascabile da inviare a tutte le strutture territoriali delle Acli e alle organizzazioni e istituzioni partner del progetto.

“VESPA: Valutazione Esperienza Scolastica Partecipata Attivamente. Promuovere la partecipazione e il senso di cittadinanza degli adolescenti e dei giovani”

Ente ACMOSCodice F/2009/ACMOSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto VESPA rappresenta uno strumento per coinvolgere i giovani nella ri-flessione e nella valutazione dell’esperienza scolastica, intesa come momento significativo nella formazione e nello sviluppo del senso di cittadinanza. L’idea di fondo è che la scuola non rappresenti solo il luogo della trasmissione dei saperi ma anche un complesso sistema di competenze e di valori che influiscono sulla par-tecipazione al contesto sociale e sull’assunzione di responsabilità. A partire dalle proposte dei ragazzi sarà possibile costruire uno strumento in grado di calutare l’esperienza scolastica a 360°, da somministrare a un campione di giovani e studenti di diverse regioni d’Italia.

Ambito territoriale

Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia.

Obiettivi a) Coinvolgere i giovani e gli adolescenti in percorsi di riflessione sul tema della cittadinanza, attra-verso percorsi di animazione educativa in quattordici scuole superiori tenuti dagli educatori dell’associazione; b) costruire con i ragazzi uno strumento (questionari) per valutare l’esperienza scolastica in senso ampio e sua somministrazione a 12.000 giovani

Metodologia e strumenti utilizzati L’elaborazione dello strumento avverrà attraverso focus group e percorsi di animazione e di discussione supportati da materiali e ricerche scientifiche in grado di aiutare nella realiz-zazione di una traccia condivisa di lavoro. Anche nell’analisi e nell’interpretazione dei risultati è prevista la partecipazione dei gruppi di discussione che con l’ausilio di espertipotranno organizzare eventi di rilevanza pubblica per socializzare e informare la cittadinanza del percorso svolto. Le riflessioni dei gruppi saranno so-cializzate attraverso il portale ACMOS

Risultati attesi a) Coinvolgimento dei giovani in percorsi di riflessione sui temi della cittadinanza, della lega-lità e dell’inclusione sociale; b) maturazione nei ragazzi di capacità critica e di osservazione, interpretazione e giudizio della realtà.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

F/2009/ACMOS

235Parte seconda. Schede progettuali

“No al bullismo, sì all’integrazione”

Ente ACSICodice F/2009/ACSIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti diprima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale si inscrive in un’ottica di prevenzione del fenomeno del bullismo, da preferire rispetto a ipotesi di repressione che consentono solo di eliminare le punte più violente del fenomeno ma non di riportarlo a una totale marginalità. La prevenzione deve mirare a introdurre politiche condivise con adolescenti e genitori di lotta al bullismo e a creare un clima culturale che spinga gli adolescenti a cercare un supporto psicologico al disagio e alle insicurezze che sono alla base dei fenomeni di bullismo. Lo sport sociale costituisce un momento ideale per la lotta al bullismo, e per questa ragione l’Associazone ha progettato un intervento pilota mirato ai giovani immigrati di seconda generazione e agli adolescenti.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Molise (Cambobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Lecce, Foggia), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Agrigento), Toscana (Lucca), Toscana (Pisa), Umbria (Perugia), Valle d’Aosta (Aosta).

Obiettivi a) Preparazione di strumenti per l’animazione sportiva sulla base delle buone pratiche nazionali e straniere e realizzazione di 87 interventi di sperimentazione; b) realizzazione di una ricerca sul bullismo e lo sport; c) organizzazione di un seminario intermedio per fare il punto del progetto e favorire la raccolta di nuove partnership nelle scuole e negli enti locali; d) realizzazione di un dvd di presentazione di buone pratiche e di un seminario nazionale per la disseminazione dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa si basa sulla metodologia della ricerca/intervento. I primi risultati della ricerca influenzeranno la relizzazione degli interventi di sperimentazione e gli stessi interventi di sperimentazione guideranno gli approdfondimenti della ricerca. Verrà realizzato un dvd interattivo di supporto per i volontari e i dirigenti impegnati nelle attività di integrazione dei giovani immigrati di seconda generazio-ne e degli altri giovani a rischio bullismo.

Risultati attesi a) Individuazione di buone prassi nella lotta la bullismo attraverso lo sport; b) integrazione dei giovani immigrati; c) rafforzamento del rapporto tra l’Acsi, il mondo della scuola e gli enti locali

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’intervento tenderà alla creazione di un modello verificabile e implementabile. La trasferibilità è resa possibile tanto dall’attenzione posta alle attività di disseminazione dei risultati dell’intervento, quanto dall’interesse che per questo tema dimostrano numerose amministrazioni locali.

F/2009/ACSI

236 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Badanti informate, famiglie protette”

Ente ADICONSUMCodice F/2009/ADICONSUMArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone condisabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se incondizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Con questo progetto si intende fornire a colf e badanti strumenti validi per miglio-rare le proprie conoscenze e le proprie capacità di autotutela, informandoli dei loro diritti come cittadini e consumatori. In tal modo si favorisce indirettamente l’integrazione sociale e si aiutano indirettamente anziani e disabili.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Basilicata (Matera), Calabria (Lamezia Terme), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Mi-lano), Marche (Ancona). Molise (Campobasso), Piemonte (Alessandria), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Palermo), Toscana (Firenze), Trentino (Trento), Umbria (Perugia), Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Venezia).

Obiettivi a) Organizzazione di trentasei sportelli informativi per colf e badanti straniere presso le sedi delle associazioni coinvolte nel progetto e predisposizione di un numero verde nazionale; b) organizzazione di venti corsi di formazione, per un massimo di 20/25 persone a corso, rivolti anche agli anziani e alle famiglie che si avvalgono della collaborazione di colf e badanti. c) Le attività saranno pubblicizzate attraverso una campagna informativa tramite volantini promozionali multilingue, locandine, informazione a parte dell’ufficio stampa delle testate nazionali e la predisposizione di una pagina web.

Metodologia e strumenti utilizzati I corsi di formazione prevedono lezioni frontali con esperti intervallate da esercitazioni con studio di casi e lavoro di gruppo, anche al fine di valutare i bisogni formativi e le difficoltà dell’utenza che partecipa al corso. Verrà inoltre predisposta una pagina web dedicata al progetto da cui gli utenti potranno scaricare gratuitamente i materiali. Il progetto prevede una fase di monitoraggio da realizzarsi con indagine conoscitiva attraverso la somministrazione di un questionario qualitaivo e quantitativo al target del progetto. L’analisi effettuata confluirà in un dossier finale.

Risultati attesi a) Favorire l’integrazione sociale di colf e badanti immigrate; b) rafforzarne il ruolo e il livello di assistenza all’interno delle famiglie in cui svolgono attività lavorativa; c) favorire indirettamente la qualità della vita di anziani e disabili assistiti da colf e badanti immigrati.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

F/2009/ADICONSUM

237Parte seconda. Schede progettuali

“Non più soli”

Ente ADOCCodice F/2009/ADOCArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto L’iniziativa progettuale nasce dalla considerazione del fenomeno crescente dello stalking. L’obbiettivo primario è quello di creare una rete di primo intervento che garantisca informazioni ade-guate e professionali in materia alle vittime degli abusi nonché la possibilità di difendersi sia sul piano legale che su quello psicologico.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria.

Obiettivi a) formare trenta operatori attraverso un percorso in parte residenziale in parte a distanza; b) apertura di tredici sportelli territoriali per fornire informazioni su diritti, risorse, servizi e prestazioni inerenti il sistema integrato di sostegno alle vittime di stalking; c) realizzare una campagna di informazione dell’opi-nione pubblica sulla punibilità e sulle possibilità di prevenzione dello stalking, inclusiva di una pubblicazione sul tema e la realizzazione di un sito internet; d) monitorare i casi attraverso un formulario che aiuti anche gli operatori dello sportello a conoscere meglio le caratteristiche del fenomeno; e) organizzare una conferenza finale di disseminazione dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati L’approccio formativo degli operatori è basato sulle teorie di psicologia cognitiva applicata. La formazione include le tecniche di colloquio, elementi di psicolinguistica e tecniche per l’alleviamento dell’ansia. La formazione sarà inoltre fornita anche attraverso lezioni a distanza (e-learning), che uniscono a flessibilità alla possibilità di risparmiare tempi e costi. Al termine del progetto si chiederà all’operatore locale un giudizio attraverso questionario a risposta chiusa e aperta sull’esperienza fatta. Il progetto sarà infine supportato da un sito web dedicato.

Risultati attesi a) Sensibilizzare la comunità su un tema di forte impatto sociale, stimolando il livello di consapevolezza su un fenomeno riconosciuto da breve tempo come reato; b) porre le vittime in condizione di denunciare le azioni subite, in casa e fuori, fornendo consulenza a un bacino potenziale di migliaia di interes-sati (almeno trecento cittadini nei dodici mesi di attività operativa); c) attivare a medio termine un dialogo permanente con attori sociali privati e pubblici per lo sviluppo incrementale della rete di progetto.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Progetto Fenice. Sport e comunità”

Ente AESCodice F/2009/AESArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto A seguito dell’evento sismico abruzzese del 2009 si rende necessaria la ricostruzione del tessuto sociale e il reinserimento degli individui nelle comunità maggiormente colpite. Le azioni intraprese dovrebbero coinvolgere in particolare le fasce giovanili della popolazione. Il soggetto proponente intende rea-

F/2009/ADOC; F/2009/AES

238 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

lizzare un intervento che utilizzi la pratica sportiva come agente di cambiamento sociale. I soggetti privilegiati saranno gli alunni delle scuole primarie de L’Aquila.

Ambito territoriale Abruzzo.

Obiettivi a) Organizzazione di un corso di formazione di ottanta ore rivolto agli a quaranta operatori sportivi e a trenta volontari dei comitati territoriali dell’ente di promozione sportiva CSAIN e ai docenti degli istituti scolastici interessati; successivamente è prevista una fase di formazione tecnico-pratica sul campo; b) orga-nizzazione di laboratori (per un totale di quaranta ore) rivolti a duecento studenti under 14 degli istituti sco-lastici de L’Aquila e realizzazione di incontri sul territorio con le società sportive per la realizzazione di attività sportive con i ragazzi; c) è prevista la stesura di un report conclusivo e la pubblicazione di una guida operativa attraverso cui rendere possibile la replicabilità del progetto.

Metodologia e strumenti utilizzati In una fase precedente alla implementazione degli interventi proget-tuali è prevista una fase preparatoria di analisi delle esigenze attraverso la somministrazione di questionari a duecento giovani de L’Aquila. I questionari prevedono il ricorso a strumenti scientificamente validati come lo “Strenghts and Difficulties Questionnaire”, lo “Youth Coping Index” e la “Post-Traumatica Syntom Scale-30. Il percorso di formazione verrà svolto, oltre che tramite lezioni frontali in aula, anche attraverso piattaforma di formazione a distanza e tramite formazione sul campo. Il progetto prevede anche il ricorso al progetto di ricer-ca educativa Second Learning dell’Università “La Sapienza” di Roma, che ha come obbiettivo l’individuazione di nuove metodologie didattiche attraverso l’utilizzo dei mondi virtuali.

Risultati attesi a) Sostegno alla popolazione del territorio della provincia dell’Aquila colpita dal terremoto, in particolare la popolazione più giovane; b) sviluppo delle competenze degli operatori sportivi nell’utilizzo della pratica sportiva come strumento di intervento sociale; c) coinvolgimento diretto del tessuto associativo spor-tivo nell’opera di ricostruzione sociale e reinserimento degli individui all’interno delle comunità sensibilmente colpite dal sisma

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il principio ispiratore del progetto del ricorso allo sport può essere replicabile in altri contesti caratterizzati da disagio e degrado sociale, pur non collegati a eventi catastrofici naturali.

“Tutti i colori del buio: i contenuti pedagogici dell’azione associativa come risposta al bullismo e alla disgregazione giovanile”

Ente AICSCodice F/2009/AICSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto L’idea progettuale mira a prevenire il bullismo e in generale i comportamenti vio-lenti tra i giovani attraverso lo sviluppo di competenze, risorse e strategie nelle comunità di appartenenza. La strategia che si intende adottare per contrastare il bullismo è quella di intervenire sui meccanismi quotidiani e ordinari di vita, nella convinzione che interventi estemporanei e straordinari sono in contraddizione con la necessità di produrre cambiamenti stabili e calati nel tessuto sociale. Il progetto prevede pertanto il coinvolgi-mento di tutte quelle figure che a diversi livelli – istituzionali e non – svolgono nella comunità di appartenenza un importante ruolo educativo e che possono costituire risorse fondamentali per intercettare, prevenire e contrastare la violenza tra i giovani.

F/2009/AICS

239Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) produzione di materiale multimediale e non sul bullismo con finalità di prevenzione; b) realizza-zione di accordi con enti e istituzioni a livello locale per un intervento effcace nella prevenzione di situazioni di disagio; c) formazione di personale dell’Associazione; c) organizzazione di seminari per ogni realtà locale destinati a educatori delle reti informali e degli enti istituzionali.

Metodologia e strumenti utilizzati L’intervento si fonda su una metodologia di lavoro in cui è centrale il lavo-ro di rete ovvero la consapevolezza della necessità di un lavoro sinergico fra i diversi referenti istituzionali, nel rispetto della diversità di ruolo. Tutti gli interventi sono coordinati da un comitato tecnico-scientifico al fine di garantire omogeneità alle azioni progettuali. Lo scambio a livello locale è reso possibile dalla costituzione di focus groups.

Risultati attesi a) promuovere una maggiore consapevolezza nella comunità locale di appartenenza (rete locale informale e agenzie istituzionali del territorio) al fine di comprendere e intervenire più efficacemente nelle situazioni di disagio che coinvolgono molti bambini, adolescenti e giovani; b) migliorare le conoscenze sulle problematiche del bullismo; c) promuovere la cultura delle legalità e del rispetto reciproco; d) favorire lo scambio di buone prassi tra i diversi contesti locali.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il materiale prodotto e fruibile a livello nazionale rende possibile un confronto e uno scambio effettivo di buone prassi sugli interventi proposti a livello locale.

“Sviluppare il turismo sociale nel sud”

Ente AIGCodice F/2009/AIGArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizion di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se incondizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il turismo sociale non solo è un importante fattore di integrazione ma è anche un grande fattore di sviluppo. La richiesta di turismo sociale si concentra nelle città d’arte e nelle località termali e balneari, trascurando tante opportunità presenti in piccoli centri e intere aree del sud. È evidente la neces-sità di predisporre un’adeguata offerta di turismo sociale nel mezzogiorno che comprenda non solo gli aspetti ricettivi ma anche la creazione di una vera e propria offerta di turismo locale che valorizzi i beni culturali e ambientali del Sud e li faccia conoscere in Italia e all’estero. Il primo riferimento devono proprio essere i gio-vani e gli anziani per i quali si possono e si devono pensare soluzioni che favoriscono l’integrazione tramite il turismo. L’AIG, con la sua rete di ostelli per la gioventù, e FITUS, con la sua rete che sta già lavorando per la promozione del turismo sociale per gli anziani, sono partner ideali per aiutare le proprie strutture periferiche e gli enti locali nella creazione di proposte di turismo sociale che valorizzino aree specifiche del mezzogiorno d’Italia e favoriscano l’inclusione, per il tramite del turismo, di giovani e anziani, disabili, persone in condizione

F/2009/AIG

240 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

di disagio e anche stranieri di prima e soprattutto di seconda generazione. Si è rilevata pertanto la necessità di formare sul territorio dei veri e propri “animatori territoriali” che sappiano raccogliere l’offerta e coniugarla con la domanda. Altrettanto è necessario predisporre schemi di “portali locali di turismo sociale” e anche pro-muovere adeguatamente l’importanza dello sviluppo del turismo locale basato su interventi di turismo sociale.

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti, L’Aquila), Basilicata (Matera), Calabria (Cosenza), Campania (Napoli, Sa-lerno), Emilia-Romagna (Ferrara, Ravenna, Bologna, Piacenza, Reggio-Emilia, Modena), Friuli-Venezia Giulia (Udine, Pordenone), Lazio (Roma, Latina, Viterbo, Frosinone, Rieti), Liguria (Genova, Savona, Imperia), Lombardia (Bergamo, Como, Sondrio, Milano, Mantova), Marche Ascoli Piceno, Ancona, Macerata), Piemonte (Alessandria, Cuneo, Torino, Verbania), Puglia (Lecce, Taranto, Bari), Sardegna, Sassari, Nuoro, Cagliari, Oristano), Messina, Catania, Siracusa, palermo, Enna), Toscana (Pistoia, Siena, Arezzo, Firenze, Livorno, Llucca, Massa), Trentino (Trento), Umbria (Terni, Perugia), Val d’Aosta (Aosta), Veneto (Rovigo, Verona, Venezia, Padova, Belluno).

Obiettivi a) Realizzare una ricerca/intervento sulle modalità per migliorare le relazioni tra gli ostelli della gioventù e le altre strutture del turismo sociale e gli enti locali; b) predisporre una formazione specifica di un gruppo selezionato di volontari, dirigenti e dipendenti AIG e FITUS e delle proprie strutture associate sulle modalità di collaborazione con gli enti locali per favorire lo sviluppo turistico locale; c) predisporre strumenti autodidattici e di approfondimentograzie all’uso di materiali metodologicamente avanzati e di facile frui-zione (dvd interattivo); d) predisporre linee guida per la creazione di offerte di turismo sociale locale rivolte prevalentemente a giovani, anziani, disabili in condizione di disagio e anche stranieri soprattutto di seconda generazione; e) organizzare un convegno finale di presentazione dei risultati del progetto e lancio di nuove offerte “Per il turismo sociale nel sud”.

Metodologia e strumenti utilizzati Il presente progetto si avvale della metodologia della ricerca-intervento. Pertanto gli interventi saranno accompagnati dalle attività di ricerca e di gruppi di lavoro che garantiscano tanto un supporto scientifico che organizzativo al lavoro svolto. Per la realizzazione del dvd interattivo è pre-visto il ricorso alla metodologia FTS per i materiali dei formazione a distanza, metodologia elaborata dall’ente nazionale bilaterale del turismo. L’autodidattico, basato su dvd interattivo, verrà realizzato con una metodo-logia che consenta un approccio particolarmente amichevole per i soggetti con scarsa familiarità con l’uso di internet, privilegiando una comunicazione semplice e chiara. Il dvd interattivo potrà essere fruito tanto via computer che tramite un televisore collegato a un lettore.

Risultati attesi Al termine del progetto ci si attende di aver generato un grande interesse intorno allo sviluppo di sistemi di turismo sociale del mezzogiorno come motori di sviluppo e integrazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto si incentra sulla predisposizione di metodologie e materiali propedeutici alla trasfe-ribilità a livello locale, per il tramite delle reti interassociative aderenti a FITUS.

“Down Town - Vicini Lontani”

Ente AIPDCodice F/2009/AIPDArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Ad oggi molte famiglie italiane che annoverano al loro interno bambini, giovani o adulti con sindrome di Down non risultano pienamente coscienti dei diritti esigibili e delle prestazioni utili e necessarie. Obiettivo del progetto è intervenire per avviare un processo di empowerment grazie ai contatti con

F/2009/AIPD

241Parte seconda. Schede progettuali

le associazioni di categoria. Le sezioni dell’AIPD in Italia non godono di uno stesso livello di esperienze e non sono tutte ben radicate nel territorio, alcune registrano una frequentazione da parte di persone down, o loro familiari, di appena il 2 %. Per perseguire gli obiettivi del progetto risulta indispensabile che le sezioni AIDP, e quindi gli operatori che vi lavorano, siano formati, siano presenti sul territorio e siano messi in grado di elargire consulenza tramite uno sportello dedicato, alle famiglie e ai soggetti con sindrome di down nei territori di competenza, e che le varie sezioni AIDP inizino a fare “rete” fra loro.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Teramo), Basilicata (Potenza, Matera), Calabria (Catanzaro, Reggio Ca-labria, Vibo Valentia, Cosenza), Campania (Caserta, Avellino), Lazio (Latina, Roma, Viterbo), Lombardia (Pa-via, Bergamo, Mantova), Marche (Macerata), Puglia (Foggia, Bari, Lecce, Brindisi, Taranto), Sardegna (Nuoro, Oristano), Sicilia (Messina, Trapani, Palermo, Caltanisetta, Catania), Toscana (Lucca, Grosseto, Pisa, Livorno, Arezzo), Umbria (Perugia).

Obiettivi Obiettivi generali del progetto sono l’integrazione sociale della persona con sindrome di Down e l’empowerment delle famiglie di persone con sindrome di Down. Obiettivo specifico del progetto è l’incre-mento da parte del target di riferimento della consapevolezza dei diritti della persona con sindrome di Down e dell’utilizzo dei servizi sociali, sanitari e formativi forniti dall’associazione e da altre strutture pubbliche e private presenti nella realtà locale.

Metodologia e strumenti utilizzati L’individuazione dei problemi delle sezioni AIDP di recente istituzione e/o in difficoltà nella penetrazione del territorio sarà attuata attraverso interviste strutturate ai presidenti di sezione. La formazione dei referenti locali avverrà attraverso attività di formazione frontale per un gruppo nazionale, un’analisi dei casi rilevati dalle interviste e l’elaborazione di linee guida per il potenziamento dei contatti. Il supporto della sede nazionale alle sezioni in difficoltà si svilupperà attraverso l’organizzazione di incontri presso la sede locale, attività di consulenza a distanza, teleconferenze etc. L’avvio del network fra le sezioni AIPD di una stessa regione si realizzerà attraverso incontri di peer counseling tra presidenti e staff della stessa regione. Lo sportello locale di accoglienza e consulenza per la famiglie del territorio si attuerà mediante colloqui individuali e incontri di gruppo.

Risultati attesi a) Formazione di diciannove operatori sociali responsabili degli sportelli locali di consulenza; b) avvio di coordinamenti regionali delle sezioni AIPD operanti nelle stesse regioni; c) attivazione per due giorni alla settimana di uno sportello locale per le consulenza per le famiglie; d) incremento della capacità di fare rete da parte delle sezioni AIPD presenti nella stessa regione e del numero di famiglie socie di almeno il 10%.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto vuole produrre modelli di azione e documentazione del lavoro e degli interventi svolti. Vi sarà così la possibilità di trasferire tali modelli in altri contesti territoriali, data in particolare la crescente domanda di associazionismo nel sud del Paese.

“L’emergenza sociale”

Ente AISECodice F/2009/AISEArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Il progetto dell’AISE si rivolge ai disabili con ritardo mentale al fine di inserirli all’interno di percorsi educativi di judo-adattato. L’associazione si impegna a utilizzare la disciplina ai fini dell’integrazione sociale, cioè a utilizzare il judo per inserire i disabili nella società. Senza mirare ai Campionati,

F/2009/AISE

242 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

si avverte il bisogno di mettere a punto gare locali perché, ogni volta che i disabili mentali attirano l’attenzione degli altri, si impegnano maggiormente.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Forlì-Cesena), Lombardia (Milano), Piemonte (Novara), Puglia (Bari), Sicilia (Ragusa), Trentino-Alto Adige (Trento).

Obiettivi a) stabilire dei rapporti con medici, psicologi e psichiatri; b) ampliare il numero degli enti, degli inse-gnanti e dei praticanti di judo-adattato; c) organizzare attività competitive e dimostrative specifiche e miste.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa prevede: la pubblicazione di un opuscolo sul mondo dei disa-bili mentali in relazione al judo contenente informazioni, risultati, testimonianze di vario livello, regolamenti, indirizzi utili e consigli medici (anche in inglese); dimostrazioni pratiche di judo-adattato; organizzazione di settimane residenziali estive e di Congressi sull’argomento.

Risultati attesi a) Accrescere il numero di praticanti di judo-adattato; b) migliorare le tecnologie e i risultati dell’insegnamento; c) offrire possibilità di consulenza; d) sfruttare le conoscenze scientifiche disponibili in Europa.

Aspetti innovativi Gli aspetti innovativi del progetto riguardano: l’organizzazione di dimostrazioni di judo-adattato con l’aiuto dei judoisti locali, nelle regioni del Centro e del Sud Italia, dove la disciplina è poco co-nosciuta; la messa in atto di settimane residenziali estive comuni per l’integrazione tra normodotati e disabili.

Trasferibilità Il progetto può essere trasferito sia in ambito associativo regionale e nazionale, sia in ambito extra-associativo, rivolgendosi a quegli enti che condividono l’obiettivo di favorire l’integrazione del disabile attraverso la pratica motoria.

“Tesori nascosti… percorsi di ricerca e sviluppo delle competenze professionali e personali di infor-tunati sul lavoro”

Ente ANMILCodice F/2009/ANMILArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto L’idea progettuale è di costruire un servizio on-line per l’orientamento e la consulen-za diretto ai lavoratori infortunati associati incentrato su strumenti e supporti di tipo psicologico per aiutarli a riappropriarsi di un nuovo e positivo rapporto con il proprio corpo – ancorché deformato o mutilato – e con le proprie personali risorse in termini di conoscenze, competenze e potenzialità.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Pescara), Calabria (Catanzaro, Reggio), Campania (Napoli, Caserta), La-zio (Roma, Frosinone), Lombardia (Milano, Bergamo), Marche (Ancona, Macerata), Toscana (Livorno, Grosseto), Veneto (Venezia, Treviso).

Obiettivi a) Fornire agli infortunati uno strumento informatico per acquisire consapevolezza e fiducia nelle proprie risorse; b) implementare le competenze degli operatori ANMIL sul territorio per consentire loro di agire come mediatori/facilitatori nei confronti degli associati nel percorso progettato per loro.

Metodologia e strumenti utilizzati Gli obiettivi precedentemente descritti sono raggiunti mediante diverse metodologie: analisi dei fabbisogni e delle competenze da parte di un team di esperti; orientamento; costru-zione di un “viaggio on line” per gli utenti; formazione degli operatori; presentazione del servizio all’utenza; redazione di un piano di monitoraggio dei risultati.

F/2009/ANMIL

243Parte seconda. Schede progettuali

Risultati attesi a) Sviluppo di un nuovo servizio per i lavoratori infortunati soci ANMIL per aiutare i lavoratori infortunati a recuperare la consapevolezza delle proprie risorse e capacità; b) crescita professionale degli operatori ANMIL coinvolti; d) la definizione di un modello di intervento estendibile a tutte le sedi associative.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità è resa possibile grazie al modello del servizio proposto che sfrutta le potenzialità della rete e delle nuove tecnologie. Il progetto è altresì estendibile anche ad altri target di fasce deboli.

“SEAS - Navigare nei mari della solidarietà. Gli sportelli delle età attive e solitali per l promozione di una cultura della fraternità”

Ente ANTEASCodice F/2009/ANTEASArea di intervento Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se incondizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto L’idea progettuale nasce dalla considerazione che sia sempre più urgente, in un Paese che invecchia sempre di più, affrontare in maniera nuova il tema dell’invecchiamento nell’ottica della valorizza-zione delle competenze e del tempo libero dal lavoro. L’Associazione intende promuovere con questo progetto una serie di attività integrate all’interno di un percorso di ampio respiro e innovato (pratiche di volontariato sociale, impegno civile e culturale, attività di formazione per la terza età). L’obiettivo è dunque quello di prolungare la funzione sociale di soggetti in età avanzata e mettere a disposizione delle comunità locali risorse che rimarreb-bero altrimenti inutilizzate.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Emilia-Romagna (Cesena), Lazio (Latina), Liguria (Genova), Marche (Ancona), Molise (Campobasso), Puglia (Brindisi), Sicilia (Palermo), Toscana (Massa e Carrara), Umbria (Terni), Veneto (Treviso, Padova).

Obiettivi a) Realizzazione e gestione degli sportelli delle età attive e solidali per la promozione di una cultura della fraternità; b) elaborare una banca dati di buone pratiche e di un dvd interattivo per la gestione di unità di apprendimento con modalità autodidattiche; c) organizzazione di otto seminari sul tema dell’invecchiamento attivo e di otto eventi partecipativi che coinvolgeranno il tessuto sociale in maniera attiva; d) realizzazione di un percorso formativo rivolto ai responsabili dell’Associazione e agli operatori volontari che gestiranno gli sportelli delle associazioni coinvolte; i corsisti verranno formati con riguardo agli aspetti organizzativi, alle informazioni legislative e fiscali per l’organizzazione di attività negli sportelli, alle linee guida di ascolto e dialogo, all’utilizzo delle nuove tecnologie. È prevista una fase di monitoraggio e valutazione dell’iniziativa.

Metodologia e strumenti utilizzati Nei percorsi formativi sono utilizzate metodologie che favoriscono il lavoro di gruppo (cooperative learning). Nella gestione dei colloqui si utlizzano strumenti quali il colloquio di orientamento, il bilancio di competenza, l’approccio narrativo, mentre il coinvolgimento della comunità locale utilizzerà metodologie proprie del lavoro di comunità. Ai fini del monitoraggio e della valutazione dell’inizia-tiva, saranno utilizzati questionari di gradimento del servizio.

Risultati attesi a) Incanalare il lavoro “liberato” dell’anziano verso attività che producono beni (relazionali e di merito, alcune categorie di beni pubblici e di uso collettivo) che né il settore dell’economia né il settore pubblico hanno interesse o risorse per produrre; b) sviluppo di processi di empowerment e di cittadinanza attiva degli anziani nell’ottica della prosduzione di buone pratiche relative ad azioni di invecchiamento attivo replicabili in altri contesti.

F/2009/ANTEAS

244 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’elaborazione di un protocollo che consenta di realizzare la sperimentazione con modalità co-muni in contesti differenti da valutare al fine di validare la pratica in “buona pratica” consente la trasferibilità dell’esperienza. In particolare, la validazione degli strumenti e delle metodologie a disposizione degi sportelli grazie alle sperimentazioni pilota consente di trasferire l’esperienza gradualmente a tutte le associazioni af-filiate all’Anteas nell’ottica della promozione della welfare community, quindi in rete con le altre associazioni del territorio e con le istituzioni pubbliche.

“Laboratorio L’Aquila – Promozione sociale e ricostruzione del tessuto comunitario nei territori col-piti da calamità naturali”

Ente ARCICodice F/2009/ARCIArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto Con il progetto “Laboratorio L’Aquila” l’Arci intende offrire un contributo concreto alle azioni di sostegno alla comunità abruzzese duramente colpita dal terremoto del 2009. L’iniziativa si prefigge di contribuire alla ricostruzione sociale del territorio mettendo a disposizione il patrimonio di esperienze e stru-menti maturati dall’Associazione. Contestualmente, il progetto avvierà un confronto comparativo tra gli eventi sismici e le catastrofi che hanno colpito diverse località italiane allo scopo di individuare buone pratiche espor-tabili e definire modelli positivi di riattivazione ed empowerment sociale da mettere a disposizione della comu-nità aquilana. Il progetto mirerà sin dall’inizio al coinvolgimento pieno delle Istituzioni della Regione Abruzzo.

Ambito territoriale Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Sperimentare un modello di ricostruzione sociale nella provincia de L’Aquila; b) programmare in sei aree regionali colpite da calamità naturali un ciclo di seminari e convegni pubblici in grado di coinvolgere le comunità e le amministrazioni locali intorno al tema generale: “prevenzione dei disastri naturali, modelli di empowerment comunitario e ruolo dell’associazionismo”. È prevista anche l’organizzazione di un convegno a L’Aquila per assicurare continuità all’intervento.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto punta a valorizzare le metodologie Aeci improntate al mutuali-smo e all’auto-aiuto, tali da promuovere partecipazione responsabile e auto-organizzazione. In una prima fase, la metodologia prescelta si evidenzierà nel coinvolgimento diretto della comunità in un percorso di analisi dei bisogni, consultazione e progettazione partecipata (anche mediante la somministrazione di questionari semi-strutturati). Allo scopo di operare il confronto comparativo tra le situazioni delle diverse zone d’Italia colpite da calamità naturali verrà attivato un percorso di ricerca ad hoc con interviste e questionari a testimoni privilegiati della comunità locale, dirigenti di associazione e volontariato, amministratori locali ed esperti della ricostruzione socio-urbanistica. In una seconda fase, il paradigma partecipativo troverà applicazione nella sperimentazione di attività e servizi condivisi e quindi già assunti dalla comunità locale. Nell’ottica dell’utilizzo di particolari strumenti interattivi, il progeetto trova un suo centro di gravità nell’attivazione del “camper dei diritti”, quale servizio informativo e orientativo itinerante. Il sito web dell’Associazione costituità un punto di riferimento costante per la raccolta di dati e informazioni e per l’aggiornamento in tempo reale sugli interventi legati al progetto.

Risultati attesi a) Contributo alla ricostruzione sociale del territorio dell’Aquila con il coinvolgimento di al-meno 10.000 destinatari nelle azioni di animazione territoriale e 1.000 destinatari nelle azioni di assistenza, informazione e orientamento; b) individuazione di buone pratiche e modelli positivi di ricostruzione sociale da

F/2009/ARCI

245Parte seconda. Schede progettuali

mettere a disposizione della comunità abruzzese; c) sottoscrizione di almeno un protocollo d’intesa tra l’Arci, le amministrazioni locali e i soggetti della rete, quale base per rendere strutturale e permanente la collaborazionetra soggetti diversi.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il soggetto proponente individua l’opportunità di analizzare le modalità attraverso cui le diverse comunità italiane colpite da calamità naturali siano state in grado di ricompattarsi e ricostruirsi, alla ricerca di buone pratiche validabili – e quindi di modelli trasferibili – da sperimentare e portare in dote prima nel con-testo dell’intervento in Abruzzo e poi quali elementi replicabili in altri contesti. Il progetto mirerà al massimo coinvolgimento delle istituzioni e a una connessione sistematica e non occasionale con gli altri progetti che verranno implementati nell’area; nello specifico, sarà attivata una sinergia con le attività svolte sul territorio dal progetto presentato dalle Acli dal titolo “LINK”.

“Lotta all’omofobia e promozione della non discriminazione sui luoghi di lavoro come strumento di inclusione sociale”

Ente ARCIGAYCodice F/2009/ARCIGAYArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto In base a recenti ricerche, i lavoratori gay, lesbiche e trans risultano maggiormente esposti al rischio di stress, costretti a una condizione di invisibilità a causa del timore di rivelare i propri orien-tamenti sessuali sul posto del lavoro. La registrazione di un incremento dei casi di discriminazione, offesa e vio-lenza in ragione del proprio orientamento sessuale, insieme alla constatazione che questi atti di discriminazione possano avvenire proprio nel contesto lavorativo e alla difficoltà con cui a livello sociale vengono condivisi i concetti di omofobia e omonegatività, impone di effettuare uno studio nazionale che permetta di comprendere in profondità il numero di episodi di omofobia e discriminazione sul posto di lavoro, la loro frequenza, le causa, le prassi di intervento, gli strumenti esistenti e i servizi maggiormente ricercati e utilizzati da chi è discriminato. Il progetto prevede dunque un’osservazione su tre città pilota (nord, centro e sud) i cui esiti daranno indicazioni per la formazione di un gruppo di “mediatori” provenienti dall’associazionismo gay e lesbico che siano in grado di intervenire presso tutti i soggetti al presentarsi di episodi di discriminazione o violenza omofobica.

Ambito territoriale Calabria (Cosenza), Campania (Napoli), Emilia Romagna (Bologna, Piacenza, Parma, Reg-gio Emilia, Modena, Ferrara, Rimini), Friuli-Venezia Giulia (Udine, Trieste), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lom-bardia (Milano, Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova), Marche (Pesaro), Piemonte (Torino, Verbania, Cuneo), Puglia (Bari), Sicilia (Messina, Catania, Palermo, Ragusa), Toscana (Pisa, Livorno, Grosseto, Pistoia, Firenze), Trentino-Alto Adige (Trento, Bolzano), Umbria (Perugia), Valle D’Aosta (Aosta), Veneto (Padova, Verona).

Obiettivi a) Comprendere il quadro entro il quale si manifesta il fenomeno della violenza di origine omofobica e transfobica e della discriminazione sul luogo di lavoro mediante uno studio che si basa sull’osservazione di tre città pilota; b) sviluppare una prassi per l’osservazione e la registrazione dei casi di violenza e discrimina-zione per orientamento sessuale e identità di genere, che definisca standard uniformi per la catalogazione in un database nazionale; c) mappare le prassi esistenti che datori di lavoro, rappresentanti dei lavoratori e asso-ciazioni possono adottare e attuare per prevenire la discriminazione sul posto di lavoro e per promuovere un clima di lavoro più accogliente e inclusivo per tutti i lavoratori; d) formare volontari/operatori provenienti da tutto il territorio nazionale che diventino mediatori con il mondo del lavoro, gli enti pubblici, le forze dell’or-

F/2009/ARCIGAY

246 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

dine, al presentarsi di episodi di violenza e discrimazione per orientamento sessuale, allo scopo di assicurare un corretto intervento di tutti i soggetti coinvolti, assistenza alla vittima e ai suoi familiari, sperimentando l’attivazione di reti sul territorio

Metodologia e strumenti utilizzati Nella fase di creazione del gruppo di coordinamento e di gestione progettuale sono previste riunioni di staff e l’incarico di specifici compiti a collaboratori che possiedano le corrispondenti com-petenze professionali. Nella fase di creazione dello steering committee si prevedono contatti telefonici e diretti (tramite focus-group allargati) per elaborare piani di lavoro e strategie di rete. Nella fase di attivazione sperimen-tale in tre città italiane il metodo previsto utilizza una sperimentazione reale on the job monitorata attraverso questionari e interviste. Nella fase di sviluppo dello studio su omofobia, omonegatività e discriminazione sul posto di lavoro si ricorre a professionisti interni ed esterni coordinati da un gruppo di supervisori. Nella Fase di realizza-zione del percorso di formazione di una rete di mediatori si ricorre a metodi di formazione tradizionale frontale e a gruppi di lavoro. Per la fase di verifica, valutazione e diffusione dei risultati e delle buone prassi si prevede l’utilizzo di questionari per la valutazione ed eventi di presentazione dei risultati a testimoni ed opinion-leaders.

Risultati attesi a) Realizzazione di un report di studio nazionale con l’analisi del fenomeno della violenza/discriminazione sul posto di lavoro, gli strumenti esistenti, i comportamenti delle vittime, l’individuazione di buone prassi; b) realizzazione di strumenti di informazione e comunicazione di buone prassi che ogni soggetto può adottare per prevenire fenomeni di omofobia/omonegatività sul posto di lavoro; c) realizzazione modello formativo modulare per “mediatori culturali” in materia di prevenzione e intervento su fenomeni discriminatori sul luogo di lavoro e in altri contesti; d) sperimentazione di una collaborazione in rete con le associazione lgbt italiane, associazioni di rappresentanza dei lavoratori, alcune aziende italiane e professionisti risorse umane, per un tavolo di confronto permanente.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Le attività sono concepite per essere interamente trasferibili nel tempo e in contesti diversi. La tipologia di formazione sviluppa competenze facilmente trasferibili a soggetti sia di natura pubblica (Asl, scuo-le, etc.) che privata (associazioni) che operano a contatto con persone omosessuali ed eterosessuali erogando servizi volti a combattere fenomeni di discriminazione.

“Dall’acqua in giù…”

Ente ASICodice F/2009/ASIArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto La disciplina sportiva subacquea prevede la presenza di due persone affinché essa si possa praticare in sicurezza; i due soggetti sono indispensabili l’uno all’altro e data l’assenza del peso del corpo immerso in acqua possiamo definire l’attività sportiva subacquea un’opportunità per un disabile fisico, che può superare i limiti fisici imposti dalla sua disabilità e sentirsi uguale e indispensabile così come il normodotato. L’idea del progetto è proprio quello di sviluppare percorsi che permettano alle persone diversamente abili di acquisire un elevato grado di autonomia, sicurezza e benessere e di superare i gap psicologici che pesano su atleti diversamente abili attraverso la pratica delle attività sportive subacquee. Si creeranno dunque occasioni di socializzazione e partecipazione a iniziative aperte anche alle realtà normo per favorire l’integrazione socia-le di bambini, ragazzi e adulti disabili. (dimostrazioni pratiche, proiezioni di filmati e di convegni).

F/2009/ASI

247Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli (Pordenone), La-zio (Roma), Liguria (Genova, Imperia, La Spezia), Marche (Ancona, Ascoli Piceno), Toscana (Arezzo, Grosseto, Livorno), Umbria (Perugia, Terni), Veneto (Verona).

Obiettivi a) Realizzare percorsi che favoriscano l’acquisizione di un elevato grado di autonomia, sicurezza e benessere psico-fisico; b) incoraggiare l’integrazione sociale di bambini, giovani e adulti disabili attraverso la pratica dell’attività sportiva subacquea; c) favorire il più possibile l’inserimento degli utenti disabili in percorsi normo; d) accrescere l’autostima dei diversamente abili a partire dall’uguaglianza e dal livello di responsabilità di ciascun atleta che pratica immersione.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie utilizzate s’ispirano ai principi di integrazione e par-tecipazione delle persone diversamente abili alla realtà dello sport e, più precisamente, della subacquea. Le procedure si sostanzieranno in: processo di accoglienza e valutazione delle singole situazioni; individuazione degli istruttori abilitati che operano nel settore della subacquea; dimostrazioni pratiche, proiezione di filmati e convegni volti a sensibilizzare gli enti pubblici locali, i cittadini, il mondo della politica della esclusività e della particolarità dell’approccio alla subacquea nel superamento e nell’abbattimento delle barriere esistenti con i diversamente abili; incontri periodici per la valutazione di ogni singola operazione.

Risultati attesi a) Aumento della partecipazione di ragazzi e adulti disabili all’attività subacquea e conse-guente promozione dell’integrazione e della socializzazione; b) creazione di uno spazio di incontro che possa rappresentare anche un’attività di supporto per le famiglie; c) abbattimento delle barriere del mondo dei diversamente abili al fine di aiutarli ad affrontare i limiti fisici, sensoriali e cognitivi imposti dalla disabilità; d) creazione di un’occasione per i disabili per esprimere le proprie capacità e relazionarsi con persone in un contesto sportivo, valorizzando al meglio l’aspetto umano oltre che l’attività fisica.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto potrà essere trasferito a tutte le realtà territoriali. L’attività di networking e di pro-mozione consentirà a ogni realtà provinciale interessata di trovare indicazioni per progettare l’intervento, utilizzandole come linee guida per l’interpretazione della realtà, per verificarne la specificità e avviare un progetto coerente con la stessa.

“Topografia della memoria”

Ente Associazione Carta GiovaniCodice F/2009/Carta GiovaniArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto Dopo l’evento sismico abruzzese il ritorno a una vita normale deve prevedere oltre alla ricostruzione delle case e altre strutture anche il recupero di un bagaglio immateriale di valori che per-mettano di riconoscere nuovamente i songoli individui come comunità. L’iniziativa progettuale si propone di ricreare un percorso a tappe per l’elaborazione del trauma vissuto dalla popolazione, che si è vista privata an-che degli spazi deputati alla socialità. Si chiederà ai cittadini di “ricostruire” attraverso ricordi e testimonianze i luoghi così come erano vissuti prima del terremoto. Attraverso le testimonianze sarà ricostruita una nuova città della memoria vitale e condivisa.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila).

Obiettivi a) Realizzazione di un archivio sugli effetti del sisma sui cittadini e sulle loro vite attraverso le testi-monianzae dirette; la realizzazione dell’archivio prevede un ampio lavoro di raccolta delle testimonianze dei cittadini; b) organizzazione di tre focus group rivolti a docenti universitari, studenti e cittadini, organizzazioni

F/2009/Carta Giovani

248 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

e associazioni, amministratori locali, psicologi, esperti di comunicazione; c) organizzazione di incontri pubblici per il trasferimento dei racconti dei singoli in una storia comune; d) pubblicazione di un reportage frutto delle interviste effettuate.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia per le attività formativae è ispirata al lavoro di gruppo (cooperative learning), all’interattività e al confronto orientato all’ascolto attivo e alle tecniche di rilevazione delle informazioni ivi comprese le competenze tecniche per effettuare le riprese e le registrazioni. Gli incontri pubblici di cui al punto c) degli obiettivi prevedono l’intervento della figura di un facilitatoreesperto in grado di favorire la partecipazione e l’interazione attiva tra i presenti. La sezione web dedicata al progetto ospiterà quanto prodotto nel corso dell’iniziativa: video, racconti, gallerie fotografiche, materiale promozionale, mappa virtuale dei luoghi, etc. Altro strumento che si intende utilizzare è il podcasting.

Risultati attesi a) Favorire l’aggregazione e il ripristino degli “spazi sociali” da parte di chi ancora vive pre-cariamente gli spazi personali, in particolare i giovani; b) favorire rapporti intergenerazionali contribuendo a ridurre il senso di solitudinde degli anziani; c) costituire un archivio digitale delle memorie.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Ogni intervento ripreso durante interviste o pubblici incontri sarà fissato su un supporto adatto messo a disposizione di chiunque per la consultazione e l’integrazione. Questo sarà reso possibile dal ricorso alla partecipazione condivisa e dall’utilizzo di piattaforme informatiche di facile utilizzo e a costi contenuti.

“Centro laboratoriale Sagittario”

Ente Associazione MaieuticaCodice F/2009/MaieuticaArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone condisabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto La proposta mira a una concreta promozione dei diritti e delle opportunità per la piena inclusione sociale delle persone con disabilità e intervenire adeguatamente per la tutela dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani. Da alcuni dati statistici rilevati dalla Caritas nel 2007 emerge infatti che circa 950 minori del quartiere San Paolo – Stanic di Bari sono stati segnalati ai servizi sociali per assistenza, tutorag-gio, forme di bullismo, microcriminalità, etc. In questo quartiere si rileva inoltre un alto tasso di disoccupazione e di analfabetizzazione. Si intende dunque supportare con altre azioni gli interventi sui minori organizzati dal comune di Bari, che risultano oggi del tutto insufficienti.

Ambito territoriale Puglia (Bari)

Obiettivi Dopo una prima fase di promozione e sensibilizzazione dell’iniziativa da realizzarsi anche attraverso incontri con i genitori delle scuole, si procederà alla realizzazione di un’azione di consulenza con l’intervento di professionisti e di un’azione laboratoriale destinata ai giovani.

Metodologia e strumenti utilizzati Ai fini della realizzazione del progetto saranno utilizzati nuovi software didattici per il consolidamento dei processi cognitivi.

Risultati attesi a) Creazione di una nuova rete di servizi sociali e socio-sanitari, promuovendo l’efficienza e l’efficacia delle prestazioni erogate in collaborazione con la scuola; b) diminuzione delle difficoltà legate all’apprendimento attraverso la promozione del diritto all’istruzione soprattutto dei ragazzi affetti da DSA e/o disturbi generici dell’apprendimento; c) valorizzazione delle regole di vita attraverso un’efficace pratica

F/2009/Maieutica

249Parte seconda. Schede progettuali

educativa e realizzare una maggiore inclusione nel contesto scolastico dei bambini disabili.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Io con gli altri. Attività nelle scuole di ricerca, prevenzione e contrasto del bullismo”

Ente Associazione Mondo NuovoCodice F/2009/Mondo NuovoArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto, partendo da un’indagine conoscitiva del fenomeno del bullismo, mira a sperimentare nelle scuole forme di prevenzione quali l’educazione alla relazione e la diffusione di una cultura antibullistica. L’azione formativa è dunque rivolta agli alunni delle scuole primarie e secondarie ed è finalizzata all’acquisizione di consapevolezza sul problema da parte degli studenti e alla elaborazione di strategie perso-nali e collettive per la riduzione del fenomeno. A ciò si aggiunge un’azione indiretta di tipo informativo diretta ai genitori e al personale docente e non docente.

Ambito territoriale Puglia (Foggia), Molise (Campobasso).

Obiettivi a) Rilevare attraverso un’indagine conoscitiva il livello di consapevolezza del fenomeno del bullismo; b) realizzare un percorso formativo destinato a circa sessanta alunni di classi primarie e secondarie ispirato ai modelli della pedagogia attiva e dell’animazione relazionale e di gruppo; c) organizzare due incontri di in-formazione, uno iniziale e conoscitivo e uno restitutivo con i genitori e il personale docente e non docente. Il monitoraggio dell’iniziativa sarà effettuato da una società esterna.

Metodologia e strumenti utilizzati Si prevede la realizzazione di un sito web per la pubblicizzazione e la comu-nicazione del progetto. È inoltre prevista la realizzazione di un dvd per la disseminazione dei risultati del progetto.

Risultati attesi a) Accrescimento della consapevolezza e della responsabilità degli alunni al fine di prevenire e contrastare i casi di bullismo; b) sensibilizzazione e informazione dei genitori e del personale scolastico sulla tematica del bullismo.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Ai fini della realizzaizone del progetto è prevista la realizzazione di un corso di formazione per tre formatori. Ciò consente la stabilizzazione e la replicabilità del progetto in una fase successiva alla realiz-zazione del progetto e in contesti anche differenti.

“A.P.E. - Azioni per (fare) esperienza”

Ente Associazione Santa Caterina da SienaCodice F/2009/Santa Caterina da SienaArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto muove da un’attenta analisi delle esigenze del territorio in cui sono collocate le varie sedi operative dell’associazione che già operano a favore di soggetti che per collocazione

F/2009/Mondo Nuovo; F/2009/Santa Caterina da Siena

250 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

economica, territoriale e sociali sono a rischio di marginalità ed esclusione sociale. L’idea progettuale consiste nello sperimentare la presenza di una nuova figura, un tutore all’interno delle opere dell’associazione al fine di promuovere servizi innovativi e percorsi di sostegno che possano rispondere ai fabbisogni di soggetti con problemi relazionali, di socializzazione e comportamentali. Il tutore dovrà avere competenze ed esperienze in campo socio educativo per diventare un punto di riferimento costante e supportare il minore affiancandolo e programmando interventi in stretta collaborazione con opere dell’associazione, con la scuola, con la famiglia e con i servizi sociali territoriali.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Basilicata (Matera), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì), Friuli-Venezia Giulia (Udine, Gorizia), Lombardia (Milano, Brescia), Marche (Ascoli Piceno, Pesaro), Puglia (Foggia, Lecce), Sicilia (Palermo, Trapani, Siracusa), Toscana (Arezzo), Veneto (Venezia, Rovigo).

Obiettivi a) Sostenere le attività attraverso alcune figure professionali (i tutori); b) favorire il confronto tra diverse realtà familiari e minorili.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Prevenzione di situazioni di disagio relazionale; b) coordinamento di vari interventi di sostegno per migliorare la qualità di vita dei singoli soggetti e dei rispettivi nuclei familiari; c) supporto alla famiglia come orientamento e modello educativo; d) predisposizione di interventi ad personam e non generici capaci di orientare i soggetti deboli; e) facilitazone delle relazioni interpersonali; f) stimolo dell’apprendimento attivo, partecipativo e propositivo.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La metodologia di base, quella del tutoraggio, è un metodo di lavoro sociale orami scientifica-mente affermato e verificato attraverso studi e ricerche e può essere utilizzato con risultati positivi in diverse situazioni sociali (anziani, minori, operatori). In un’ottica di trasferibilità, il progetto prevede un monitoraggio in itinere ed una verifica finale.

“L’uovo di Colombo. Esperienze innovative a servizio della comunità”

Ente Associazione Santa LuciaCodice F/2009/ASLArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se incondizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto L’idea da cui nasce l’iniziativa è di sperimentare con il concorso di più soggetti del privato sociale un modello innovativo di assistenza ai minori che coinvolga nel suo farsi uno specifico interven-to per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità. Lo scopo della strutturazione di tale modello è di coinvolgere i bambini in un rapporto educativo con gli anziani e allo stesso tempo di favorire la possibilità per gli anziani di attivare relazioni sociali stimolanti. Si tratta quindi di valorizzare le esperienze sul territorio che vedano, accanto ai tradizionali servizi di cura e promozione dei minori (asili nido e centri sportivi), la realizzazione di servizi accessori attuati e promossi con il concorso di persone anziane. L’esigenza da cui si sviluppa l’idea progettuale è da un lato di sostenere le famiglie nel difficile compito di conciliare il tempo del lavoro con le cure domestiche e dei figli e dall’altro di rispondere alle forme di disagio degli anziani.

F/2009/ASL

251Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Campania (Napoli), Marche (Ascoli Piceno, Fermo), Piemonte (Torino), Puglia (Foggia, Taranto),Toscana (Firenze), Umbria (Città di Castello).

Obiettivi Obbiettivo principale dell’iniziativa consiste nell’attivazione di centri aggregativi sperimentali per minori realizzati da persone della terza età opportunamente coordinati presso servizi all’infanzia presenti sul territorio e aderenti al progetto(asili nido, centri giochi educativi, ludoteche, centri sportivi). È previsto un lavoro dentro i servizi all’infanzia in orario di attività; in orario ulteriore è prevista la realizzazione di laboratori al fine di sostenere le famiglie con servizi flessibili. In fase preventiva, è prevista un’attività di promozione sul territorio e tre giornate di attività formativa indirizzate ai tutor e agli operatori (anziani e volontari) coinvolti nel progetto. Verranno infine strutturati strumenti specifici di monitoraggio e valutazione, quali indicatori e questionari. A conclusione della attività è prevista la realizzazione di workshop locali e di un convegno finale di pubblicizzazione dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati Le azioni sperimentali sono dettate da una metodologia comune che consiste nel coinvolgimento e nella collaborazione con i soggetti presenti sul territorio, certi che da un lavoro comune possa nascere un valore aggiunto e un contributo per tutti gli attori che partecipano alle azioni. In particolare, si farà ricorso a: metodologie di rete volta a costruire una vasta partnership come strumento di governance progettuale e valorizzazione delle diverse competenze ed esperienze significative; metodologie di integrazione, volta a programmare con sistematicità e organicità le attività previste in una logica unitaria con i servizi all’infanzia e i centri sportivi già presenti; metodologie impostate su un’azione partecipata, al fine di individuare un ipotesi comune di intervento.Verrà attivato un portale per la promozione del progetto e uno sportello informativo virtuale che interconnetta le sperimentazioni a livello di territorio, realizzando una comunità virtuale che fornisca suggerimenti e promuova la formazione continua. Nel portale troverà anche spazio una piattaforma informatica per l’erogazione della formazione a distanza. Infine, ogni asilo nido o centro sportivo coinvolto nel progetto verrà dotato di un computer con connessione a internet e stampante.

Risultati attesi a) Creazione di un modello di servizi all’infanzia innovativo; b) sostegno delle famiglie e in par-ticolare delle donne nel difficile problema della conciliazione tra vita lavorativa e familiare; c) miglioramento della qualità della vita degli anziani.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Le sperimentazioni attivate su diversi contesti territoriali, l’attenta mobilità di monitoraggio e la struttura del progetto permette di verificare la riproducibilità del modello in altri contesti territoriali. La rete informativa virtuale realizzata potrà rimanere a servizio delle successive esperienze, così come potranno essere stabilizzate, con il concorso di enti pubblici e soggetti del privato sociale, le sperimentazioni in quelle realtà che più di altre hanno conseguito risultati evidenti. Proprio ai fini della riproducibilità dell’iniziativa ampia attenzione sarà data alla diffusione dei risultati, realizzata con il concorso di reti nazionali del privato sociale, enti pubblici locali e soggetti del territorio.

252 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Non di solo pane. Indagine sugli effetti delle trasformazioni del tessuto sociale sulle fasce deboli della popolazione (infanzia, adolescenza, giovani, anziani, disabili e migranti) e sulla condizione delle donne della province di L’Aquila a distanza di un anno dal terremoto e dall’inizio degli interventi di ricostruzione”

Ente ATTAC ITALIACodice F/2009/ATTACArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione social delle persone con disabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizionidi marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se incondizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti diprima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto Di fronte alla devastazione del terremoto, gli interventi e le politiche immediate sono naturalmente orientate sulla priorità della ricostruzione fisica e sulla messa in campo delle condizioni per una ripresa delle attività produttive. Ci sono tuttavia alcune fasce della popolazione più deboli che richiedono un’at-tenzione particolare in quanto più dipendenti da quei legami più faticosamente costruiti nel tessuto sociale di intere esistenze (giovani, disabili, anziani, migranti, donne). Da questo focus nasce l’idea del presente progetto di indagine/ricerca, attraverso cui si intende comprendere i bisogni delle categorie menzionate e le risposte neces-sarie alla loro soddisfazione.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila).

Obiettivi a) Mappare attraverso raccolta di dati e di documentazione gli interventi e la qualità del tessuto so-ciale nella fase precedente al terremoto e i mutamenti avvenuti nella fase successiva; b) realizzare un’indagine sociale attraverso interviste a un campione della popolazione; c) realizzare una formazione degli operatori e dei volontari coinvolti (quattro lezioni di quattro ore ciascuna); d)restituire i dati raccolti con il coinvolgimento di cinquanta persone in qualità di amministratori locali e di alcune centinaia di cittadini; e) pubblicare un rapporto finale sul sito dell’Associazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Le interviste i cui al punto b) sono realizzate tramite somministrazione a un campione di quattrocento persone di questionari e tramite interviste a dieci testimoni per ogni fascia della popola-zione individuata, per un totale di sessanta interviste. L’analisi dei dati sarà di ordine sia qualitativo che quantitativo.

Risultati attesi a) Fotografare la condizione sociale delle fasce deboli della popolazione della prinvincia di L’Aquila a un anno di distanza dal terremoto e le iniziative e buone pratiche prodotte dalle politiche istituzionali o autono-mamente attivate dalle reti del tessuto sociale; b) mettere a disposizione delle istituzioni locali e delle reti sociali territoriali elaborazioni e strumenti che possano concorrere all’attuazione di interventi per la ricostruzione del tessuto sociale nell’area colpita dal terremoto; c) favorire la partecipazione attiva delle reti sociali e dei cittadini al fine di promuovere buone pratiche per l’azione pubblica nel settore dei servizi e negli interventi sociali e culturali; d) consolidamento della metodologia della ricerca sociale come strumento permanente di indagine da parte delle istituzioni locali e delle reti sociali territoriali; e) aumentare la interazione tra le istituzioni locali e le reti sociali territoriali nella definizione dei bisogni e degli interventi in direzione delle fasce deboli della popolazione.

F/2009/ATTAC

253Parte seconda. Schede progettuali

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La raccolta di dati e documentazione prevista nelle diverse fasi del progetto costituisce un patrimonio di conoscenze che può essere utilizzato dalle istituzioni locali e dalle reti sociali territoriali per la produzione di interventi e iniziative che esulino dallo specifico del presente progetto. Lo stesso progetto può costituire il primo passo verso la costituzione di un osservatorio sociale territoriale.

“Esperienze per crescere”

Ente FIS CDOCodice F/2009/FIS CDOArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto La crisi economico-finanziaria mondiale ha avuto tra i suoi effetti la crescente emar-ginazione di soggetti portatori di disabilità e socialmente emarginati, esclusi da una logica di integrazione in particolare nel mondo del lavoro. Il progetto vuole sostenere le singole persone disabili e in situazioni di disagio attraverso percorsi di inclusione sociale favorendo opportunità lavorative. Partendo dalla constatazione della difficoltà di rendere l’inserimento di soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro un’opportunità per il profit, piuttosto che la mera attuazione degli obblighi derivanti dalla legge 68/99 e al fine di favorire l’incontro tra il profit e il nonprofit, si intende approfondire la conoscenza dello stato dell’arte dei percorsi di sostegno partire da esperienze positive in atto nell’ambito di CDO Opere Sociali, sviluppandone gli aspetti di imprenditorialità relativi all’inserimento lavorativo di persone in situazione di disagio. Verranno quindi studiate e diffuse le esperienze di quattro associati di eccellenza nelle attività di inserimento lavorativo e verrà offerto gratuitamente alle imprese un servizio di accompagnamento all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e disabili. Il progetto prevede infine tavoli di confronto tra imprenditori locali, opere sociali, associazioni di categoria etc., al fine di creare una nuova cultura cooperativa incentrata sulla valorizzazione dei benefici derivanti dalla collaborazione tra mondo nonprofit e imprese.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Emilia-Romagna (Ferrara, Rimini), Lombardia (Milano, Varese, Como, Brescia), Sicilia (Palermo, Trapani), Toscana (Arezzo), Veneto (Rovigo).

Obiettivi a) Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone in condizioni di marginalità o di disagio; c) creazione di partnership operative.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie utilizzate consistono; nella learning experience e nella modellizzazione di esperienze positive in atto in quattro associati CDO Opere Sociali; nella creazione di una rete operativa tra più organizzazioni al fine della messa in rete le singole competenze tramite l’utilizzo di metodo collaborativo.

Risultati attesi a) Sostegno di cento persone disabili e in situazione di marginalità sociale; b) Creazione di almeno quindici partnership profit/nonprofit; c) sviluppo di un rapporto stabile tra gli attori sociali in almeno dieci territori italiani; d) sensibilizzazione di oltre 10.000 cittadini, in particolare imprenditori.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il ciclo di vita del progetto (ideazione, progettazione, realizzazione e ricaduta), prevedendo la verifica del raggiungimento degli obiettivi tra gli attori del progetto, permette l’elaborazione di un modello reale e trasferibile.

F/2009/FIS CDO

254 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Custodi della Carità”

Ente CDS CDOCodice F/2009/CDS CDOArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto La crisi economico-finanziaria mondiale sta contribuendo a creare nuove sacche di povertà e disoccupazione, aggravando le condizioni di persone svantaggiate ed emarginate dal mondo del lavoro. L’idea del progetto è di sviluppare e testare nuove modalità e strumenti che permettano alle realtà che fanno capo all’Associazione di far fronte alle sfide che la crisi economica sta ponendo, sopratutto alla luce dell’inadeguatezza del sistema di sicurezza sociale. Al fine di rispondere in maniera adeguata ai bisogni sociali che la crisi economico finanziaria sta ponendo nel territorio nazionale, il progetto prevede l’inserimen-to di nuovi figure professionali (custodi della carità, facilitatori e “charity scout”), la realizzazione di servizi innovativi e la creazione di collaborazioni e partenariati che possano favorire la costituzione di un contesto sociale solidale.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Basilicata (Matera, Potenza), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Fer-rara, Forlì-Cesena, Rimini), Friuli-Venezia Giulia (Udine), Liguria (Genova), Lombardia (Brescia, Milano, Pavia), Marche (Ascoli Piceno, Pesaro Urbino, Macerata), Piemonte (Torino), Puglia (Foggia, Lecce), Sicilia ( Palermo, Trapani, Siracusa, Catania, Messina), Toscana (Arezzo), Veneto (Venezia, Rovigo).

Obiettivi a) Sostegno dell’inclusione sociale delle persone in condizioni di marginalità o di disagio e delle persone con disabilità; b) realizzazione di percorsi e servizi innovativi e virtuosi rivolti alle persone in con-dizioni di emarginazione, disagio psichico e fisico, difficoltà economiche ed esclusione sociale; c) dotazione delle associazioni federate coinvolti nel progetto di strumenti e nuove figure professionali affinché possano sviluppare nel proprio territorio interventi efficaci in risposta ai bisogni incontrati; d) sviluppo di collaborazioni e partenariati con i soggetti del territorio (istituzioni, enti locali, imprese, associazioni, realtà del terzo settore, parrocchie, scuole etc.); e) verifica dell’efficacia degli interventi e delle azioni progettuali e individuazione delle buone prassi al fine di studiarne la trasferibilità in altri contesti territoriali.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Ideazione, strutturazione e start-up di dieci servizi innovativi per l’accompagnamento e l’inclusione sociali dei destinatari; b) realizzazione di interventi e attività mirate all’inclusione sociale che coin-volgeranno cinquecento persone svantaggiate; c) sviluppo di rapporti e collaborazione tra i soggetti territoriali dei contesti locali coinvolti; d) allargamento dei rapporti con i soggetti locali e con le esperienze significative presenti nel nostro Paese; e) individuazione di modelli innovativi e buone prassi trasferibili in altri contesti territoriali; f) comunicazione dell’esperienza e dei risultati raggiunti.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

F/2009/CDS CDO

255Parte seconda. Schede progettuali

“Lo Sport e le sue storie: i giovani protagonisti nella costruzione del tessuto sociale attraverso lo sport”

Ente CNS LibertasCodice F/2009/CNSArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto All’indomani del sisma che ha colpito L’Aquila e le zone adiacenti, passata la fase acuta di emergenza, il tessuto sociale, il sistema delle relazione e i punti di riferimento di un gran numero di cittadini sono stati modificati. Il progetto vuole ricostruire il tessuto sociale dei giovani delle scuole secondarie di primo e secondo livello attraverso lo sport. Per raggiungere tale obiettivo i ragazzi che parteciperanno alle diverse attività sportive saranno chiamati a realizzare un evento finale – “Lo sport e il benessere” – consistente in un atelier interattivo e museale. I ragazzi rappresenteranno la storia del proprio sport grazie a interviste a giocatori e testimoni privilegiati, raccoglieranno materiali e realizzeranno cortometraggi, saggi, mostre foto-grafiche. La preparazione di queste attività permetterà ai ragazzi di intessere rapporti interpersonali non solo con coetanei ma anche con altri soggetti, contribuendo alla ricostruzione di quel tessuto sociale devastato dall’evento sismico dell’aprile 2009. Per organizzare e gestire l’evento finale i ragazzi saranno accompagnati da moderatori, che agevoleranno lo svolgersi delle attività di preparazione dell’evento attraverso l’organizzazione di laboratori per ciascuna disciplina sportiva. Al fine di facilitare e agevolare la partecipazione dei giovani alle attività sportive il progetto prevede un supporto logistico per semplificare gli spostamenti dei ragazzi.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila).

Obiettivi Obiettivo generale del progetto è favorire la ricostruzione del tessuto sociale in seguito all’evento sismico dell’Aprile 2009. Obiettivi specifici del progetto sono : a) sensibilizzare i giovani, i genitori e le scuole sull’importanza che la pratica sportiva assume nel facilitare la creazione e/o sviluppo delle relazioni sociali; b) coinvolgere i giovani nelle attività sportive; c) creare momenti di aggregazione tra ragazzi; d) promuovere il protagonismo giovanile e valorizzare l’utilizzo del tempo libero in maniera sana e divertente; e) favorire il mas-simo dell’integrazione sociale dei ragazzi supportando le famiglie in difficoltà; f) valutare gli effetti prodotti dall’intervento sulle rappresentazioni e i comportamenti dei diversi partecipanti nell’ottica della condivisione di una cultura della partecipazione sociale.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede per ogni singola fase una metodologia che risponda agli obiettivi contribuisca alla buona riuscita del progetto. La fase di sensibilizzazione e promozione sarà realizzata attraverso un piano comunicativo locale che permetterà di raggiungere i destinatari del progetto. È prevista la distribuzione di materiale comunicativo nelle scuole così come nelle tendopoli allestite e nei nuovi punti di aggregazione. La fase riguardante le attività sportive prevederà un primo momento di orien-tamento alle differenti discipline sportive e poi la realizzazione delle stesse discipline sportive nelle strutture e nei canali Libertas. L’evento finale sarà realizzato grazie alle attività dei laboratori durante i quali i ragazzi raccoglieranno testimonianze, documentazione e autorappresentazioni degli sport praticati e le esporranno per mezzo di varie tecniche artistiche. Infine le attività di monitoraggio e valutazione saranno espletate con strumenti di rilevazione qualitativi e quantitativi (questionari iniziali, intermedi e finali) che permetteranno di valutare l’andamento delle attività progettuali.

Risultati attesi a) Incremento della conoscenza e della fruizione delle attività sportive; b) sensibilizzazione degli abitanti dell’Aquila sull’importanza che lo sport assume nella ricostruzione del tessuto sociale. Si prevede una frequenza stabile alle attività sportive e ai laboratori dell’80% dei soggetti coinvolti, uno sviluppo, nel 50% dei ragazzi coinvolti nei laboratori, delle capacità di proposta e di elaborazione critica, una aumento nel 30% dei ragazzi di rapporti interpersonali ed una valutazione positiva di almeno il 70% delle attività svolte.

F/2009/CNS

256 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità del progetto è data dal livello di diffusione dell’associazione Libertas, che con-sente un’attività di comunicazione, organizzazione e sensibilizzazione allargata. Inoltre la presenza diffusa su tutto il territorio nazionale di sedi associative permette la ripetibilità dell’intervento su scala nazionale. Tutte le realtà regionali che potranno usufruire di fondi istituiti per realizzare progetti volti all’inclusione sociale di persone in condizione di marginalità o disagio potranno quindi replicare l’intervento.

“Salus”

Ente CNCACodice F/2009/CNCAArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Numerosi studi riferiscono che tra il 10 e il 25% dei giovani italiani con meno di 18 anni hanno problemi di salute mentale (depressione, ansia, disturbi alimentari, abuso di sostanze, etc.). Il gruppo “Giovani” della Federazione ha attivato agli inizi del 2009 una riflessione interna che ha portato a maturare obbiettivi, contenuti e articolazione della presente proposta. Le esigenze rilevate fanno in particolare riferimento: ai processi di dispersione e drop-out scolastico dei ragazzi che evidenziano situazione di disagio mentale e relazionale; alla forte sanitarizzazione delle risposte, che troppo spesso implicano un ricorso ec-cessivo agli psicofarmaci e non lavorano sulle cause del problema; alla inadeguatezza del sistema scolastico nell’affrontare le singole situazioni; alla diffusa carenza di competenze all’interno delle famiglie, la cui consa-pevolezza spesso non va oltre la generica richiesta di servizi di sollievo; alla carenza delle infrastrutture sociali nel territorio e di un sistema in grado di mettere in rete tutti gli attori (scuola, famiglia, associazionismo, servizi sociali e sanitari).

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo, L’Aquila, Pescara, Chieti), Lazio (Roma), Lombardia (Milano, Mantova, Bergamo), Puglia (Bari, Foggia, Brindisi).

Obiettivi La proposta mira a prevenire le diverse forme di devianza e disagio giovanili. A tal fine si inten-de attivare un processo di ricerca-azione utile a generare cambiamenti nei territori di intervento ma anche a validare metodologie efficacemente trasferibili. Verranno attivati laboratori territoriali di sperimentazione ponendo particolare attenzione a tre specifici fattori causali: disagio in ambito familiare; disagio derivante da calamità naturali e conseguente sradicamento dal proprio contesto di vita; disagio sviluppato in contesti ad alta intensità mafiosa in cui vi è una quotidiana discrasia culturale tra modelli di vita e valori di riferimento. Verranno anche effettuate azioni di sostegno ed empowerment delle famiglie.

Metodologia e strumenti utilizzati Si prevede l’utilizzo delle infrastrutture telematiche dei CNCA e della relativa piattaforma per assicurare la messa in rete dei diversi attori oinvolti, supportare la gestione dei flussi informativi e attivare l’e-community di progetto.

Risultati attesi a) Contrastoalle forme di discriminazione precoce di minori derivanti da diagnosi standardiz-zate e da pesanti percorsi di sanitarizzazione; b) valorizzazione del ruolo delle principali agenzie educative (scuola, associazionismo, famiglia); c) sostegno di forme attive di volontariato attraberso lo sviluppo di un comunità territoriale educante.

Aspetti innovativi ---

F/2009/CNCA

257Parte seconda. Schede progettuali

Trasferibilità La trasferibilità è favorita dalle iniziative di formazione degli operatori di tutte le organizzazione federate che lavorano in questo settore di intervento, che potranno perciò implementare l’iniziativa negli specifici contesti di riferimento. L’elaborazione di un handbook operativo al termine dell’iniziativa metterà a disposizione indicazioni operative, metodologiche e tutti gli strumenti utili per adottare il modello di interven-to validato. Le attività di awareness raising e di mainstreaming condotte nella fase di diffusione consentono di creare un contesto culturale fecondo per la replicabilità dell’iniziativa.

“Olimpiade della diversità. Educare al benessere, alla socialità, all’accoglienza”

Ente CSENCodice F/2009/CSENArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto Il progetto intende promuovere la conoscenza del territorio nazionale, stimolare l’apprendimento delle storie locali e intrecciare le diverse competenze nella realizzazione di un’Olimpiade misurata su diverse discipline: accoglienza, pratica sportiva, narrazione.

Ambito territoriale Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio (Roma), Lazio, Liguria,

Puglia, Umbria, Val D’Aosta.

Obiettivi a) Promuovere scambi giovanili tra le diverse Regioni nazionali; b) coinvolgere persone diversamente abili ed anziane; c) valorizzare le storie e i racconti delle persone anziane; d) promuovere l’attività sportiva come forma di educazione al rispetto dell’altro; e) promuovere le forme della narrazione come stimolo alla socializzazione, al rapporto intergenerazionale e alla trasmissione dei saperi.

Metodologia e strumenti utilizzati Le metodologie previste utilizzano le tecniche della narrazione e del coin-volgimento diretto dei partecipanti nelle singole attività per l’acquisizione di saperi e competenze.

Risultati attesi Il progetto intende far conoscere e relazionare un gran numero di giovani e di persone. Attraverso le relazioni individuali stabilite e la capacità dei comitati locali ci si aspetta un ulteriore impulso positivo a livello sociale nell’inclusione delle persone con disabilità. Possono successivamente stabilirsi legami sia locali che nazionali ulteriori attività nella costruzione di una società basata sull’inclusione e l’interesse per la pratica sportiva.

Aspetti innovativi Alla base della proposta vi è la funzione educativa dello sport e della conoscenza di luoghi diversi combinata con la valorizzazione del racconto di storie orali e l’inserimento sociale.

Trasferibilità La propostapuò essere trasferita a diversi settori, sia giovanili (modulando il progetto in funzione dell’età), sia sportivi (scegliendo diverse discipline), sia culturali (optando per diversi moduli di narrazione), sia generazionali (selezionando fasce d’età diversificate), sia di inserimento sociale (prefigurando diverse tipolo-gie).

F/2009/CSEN

258 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“La sfida educativa. Circoli, parrocchie e gruppi in un progetto di rete”

Ente CTGCodice F/2009/CTGArea di intervento Tutela e promozione diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migrati di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione

Descrizione del progetto In questo momento di crisi economica immigrati di prima e seconda generazione d giovani rappresentano le “categorie del disagio” che più difficilmente riescono ad entrare nel mondo del lavo-ro. Il progetto si propone di fornire loro le conoscenze che ne consentano una cittadinanza attiva attraverso alfabetizzazione informatica e telematica, rialfabetizzazione della lingua italiana ed educazione ai diritti e ai doveri dei cittadini.

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti); Calabria (Cosenza); Campania (Salerno); Emilia-Romagna (Bologna); Friuli Venezia Giulia (Udine); Liguaria (Savona); Lazio (Roma, Latina); Marche (Fermo); Lombardia (Cremona); Puglia (Lecce, Bari, Foggia); Sicilia (Messina); Toscana (Lucca); Trentino-Alto Adige (Trento); Umbria (Terni); Veneto (Rovigo).

Obiettivi a) Coinvolgere gli attori locali; b) formare gli operatori di contatto; c) predisporre strumenti di rial-fabetizzazione linguistica e alfabetizzazione informatica; d) diffondere i materiali e le esperienze all’interno delle reti; e) realizzare un convegno finale.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto si rifà al metodologia di lavoro ricerca/intervento.

Risultati attesi a) Coinvolgimento di un gran numero di strutture della rete CTG e di quella Etsi nella rial-fabetizzazione linguistica e alfabetizzazione informatica di giovani ed immigrati; b) produzione di strumenti metodologici e didattici che consentano una moltiplicazione delle iniziative.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità è garantita dalla predisposizione di due dvd interattivi e dalla formazione degli operatori di contatto.

“Gioventù in viaggio”

Ente CTSCodice F/2009/CTSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il progetto si propone di aiutare i giovani tra i 18 e i 25 anni ad affrontare situazioni di disagio ed esclusione attraverso il viaggio quale strumento per andare incontro a culture diverse e per su-perare le barriere. I destinatari saranno sensibilizzati e aiutati anche atteaverso la possibilità di sperimentare

F/2009/CTG; F/2009/CTS

259Parte seconda. Schede progettuali

proposte di viaggio elaborate secondo precisi criteri di valenza sociale. Le diverse proposte saranno messe a confronto, valutate e selezionate, e la proposta maggiormente rispondente ai criteri indicati sarà premiata permettendo al gruppo ideatore di compiere la propria esperienza di viaggio.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Salerno), Lazio (Roma), Puglia (Lecce), Sicilia (Catania).

Obiettivi a) Organizzazione in sei città di 48 workshops di animazione a livello locale sul tema del viaggio finalizzati all’elaborazione di proposte di viaggio e organizzazione di un concorso per la loro valutazione; b) pubblicazione di una Guida per giovani viaggiatori redatta dai destinatari del progetto per la diffusione del messaggio e dei risultati del progetto stesso; c) pubblicazione di un Libro bianco del viaggio come strumento di promozione sociale finalizzato a restitire alle Istituzioni il punto di vista dei giovani sulle loro esigenze e le loro idee sui modi di viaggiare e sull’integrazione sociale attraverso il viaggio e la mobilità.

Metodologia e strumenti utilizzati Nel corso degli incontri a livello di animazione localesi adotteranno meto-dologie partecipative e inclusive, come ad esempio le tecniche di gestione dei gruppi, il gioco e la simulazione, la scrittura collettiva. Si prevede lo sviluppo di un confronto online attraverso l’ampliamento della community IoGiro già cretaa dal CTS come social network tematico, che attraverso la rete mette in comunicazione 10.000 ragazzi in tutta Italia.

Risultati attesi Il principale risultato atteso è la creazione di occasioni di confronto tra i giovani attraverso cui favorire l’inclusione e prevenire il disagio e l’emarginazione.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Lo scambio intergenerazionale: strumento privilegiato per il sostegno della partecipazione alla vita della comunità”

Ente ENDASCodice F/2009/ENDASArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto Il progetto mira alla risoluzione dei disagi di due categorie, gli anziani che spesso non trovano nella pratica del tempo libero un’opportunità di integrazione sociale e quindi una maggiore partecipazione alla vita di comunità, e i giovani colpiti sempre più da un disagio sociale causato anche dalla mancanza di interrelazioni generazionali. Il progetto propone la formazione di volontari provenienti dall’Endas i quali, attraverso un confronto diretto con gli anziani beneficiari del progetto, realizzino un’analisi puntuale delle esigenze degli anziani e creino servizi personalizzati che riqualificano l’offerta dei servizi nel settore delle attività ricreative, sportive e culturali, mettendo a punto un modello operativo inerente la fruizione delle attività del tempo libero organizzate dai centri preposti Endas.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria, Cosenza), Campania (Napoli, Salerno), Emilia-Romagna (Ravenna), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Lecco), Piemonte (Torino), Puglia (Brin-disi, Bari, Taranto), Sicilia (Palermo, Enna, Ragusa), Toscana (Carrara), Umbria (Terni).

F/2009/ENDAS

260 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Obiettivi Il progetto si pone come obiettivi generali il monitoraggio delle esigenze degli anziani riguardo la fruizione di attività di tempo libero e la creazione di una serie di servizi riqualificando così l’offerta nel set-tore delle attività ricreative, sportive, culturali e turistiche. Gli obiettivi particolari sottesi al progetto sono il coinvolgimento degli anziani interessati al progetto in attività di tempo libero sperimentali, la possibilità di costruire un programma di attività di tempo libero e una serie di servizi ad essi connessi, la possibilità di gestire attività di tempo libero con gli stessi anziani, la prevenzione e il superamento del disagio sociale degli anziani, avviandoli nuovamente verso una serena partecipazione alla vita di comunità.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto intende utilizzare metodologie operative innovative come la costituzione di un partenariato sociale tra i destinatari dell’intervento e i giovani volontari dell’Endas che avrà come elemento fondante lo scambio intergenerazionale. Si utilizzeranno momenti di studio e riflessione insieme a momenti di pratica attiva a stretto contatto con gli anziani destinatari, mirati alla comprensione delle esigenze degli anziani nel settore del tempo libero attraverso interventi flessibili e personalizzati, e mirati alla motivazione e qualificazione dei volontari-operatori attraverso l’individuazione e l’assemblaggio di una serie di servizi relativi alla fruizione del tempo libero con la conseguente ricaduta in termini di prevenzione del disagio sociale.

Risultati attesi a) Maggiore partecipazione degli anziani alla vita della comunità grazie alla creazione di una se-rie di strumenti d’intervento nel tempo libero; b) superamento del disagio sociale dei giovani con l’incentivazione dello scambio intergenerazionale che avverrà grazie al serrato incontro-confronto tra i destinatari e i giovani volontari dell’Endas sulle tematiche di fruizione del tempo libero, partendo dalle reali esigenze degli anziani.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Data la natura del progetto si prevede la riproducibilità delle sue attività in tutto il Paese al di là delle peculiarità locali o regionali. Le esperienze maturate all’interno del circuito di progetto di ciascuna delle strutture locali impegnate, potranno essere trasferite da una struttura all’altra, creando così un modello ope-rativo adottabile man mano da tutte le strutture dell’Endas. La trasferibilità inoltre sarà garantita dall’utilizzo del portale dell’Endas nel quale confluiranno i dati relativi al progetto e dalla gestione del forum dell’Endas Promozione Sociale, aperto ad associati e non. Il progetto prevede una trasferibilità di tipo orizzontale frutto della rete sociale e dell’azione di diffusione svolta dai beneficiari coinvolti nelle attività di progetto verso altri anziani, e una trasferibilità di tipo verticale assicurata dalla diffusione dei dati di progetto attraverso la rivista Endas Progetto, stampata in 12.000 copie e distribuita presso tutte le associazioni di base Endas, e attraverso la pubblicazione nel portale internet.

“L’altra città. Strategie di inclusione sociale dei giovani a rischio con pratiche di sviluppo di comu-nità”

Ente SCS CNOSCodice F/2009/SCS CNOSArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto Il progetto prende le mosse da un’attenta analisi delle esigenze emergenti in specifi-ci contesti locali. Le politiche di promozione della coesione sociale centrate sui minori e i giovani non possono essere approcciate con una cultura tradizionale di erogazione delle prestazioni. L’idea guida del presente pro-getto è quella di investire sui processi virtuosi dell’associazionismo in contesti comunitari critici mettendo al

F/2009/SCS CNOS

261Parte seconda. Schede progettuali

centro il protagonismo dei giovani stessi. Assieme ad altre aree il contesto dell’Abruzzo, a seguito degli effetti del teremoto dell’aprile 2009, è sembrato fin da subito particolarmente funzionale alla sperimentazione delle idee progettuali e delle relative metodologie.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Piemonte (Cuneo), Sicilia (Palermo).

Obiettivi Obbiettivo generale dell’iniziativa è quello di sperimentare un modello di intervento a livello nazio-nale e dal forte radicamento locale che favorisca l’inclusione dei giovani a rischio e in condizioni di marginalità e di disagio in comunità locali svantaggiate. A tal fine si provvederà a: a) studiare il tessuto sociale delle aree individuate e mappare le risorse e opportunità di aggregazione ed educazione rivolte ai giovani; b) attivare forme di confronto e coordinamento sia all’interno delle reti formali che nell’integrazione con le reti infor-mali legate al disagio giovanile; c) realizzare azioni di aggregazione e socializzazione a cadenza settimanale attraverso attività di tipo socio-culturale (teatro, musica, arte, etc.). Per la diffusione dei risultati è prevista l’organizzazione di tre seminari tenuti nei territori di intervento e la realizzazione di una pubblicazione.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto si basa sul metodo della ricerca-azione. Per la mappatura sa-ranno utilizzati strumenti di intervista a campione e questionari a livello sia istituzionale sia del privato sociale e, per lo studio del tessuto sociale, focus group che vedono il coinvolgimento di giovani e adolescenti. La map-patura prevede inoltre un’attività di osservazione partecipante nei luoghi di vita maggiormente frequentati dai minori e dai giovani della comunità.

Risultati attesi a) Contrastare i processi di disgregazione e disimpegno ricorrenti nei contesti comunitari in crisi, coinvolgendo e sostenendo gruppi di adolescenti e giovani locali in una prospettiva di impegno nel pro-prio contesto di vita; b) favorire il consolidamento di forme di associazionismo giovanile.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto prevede una fase di valutazione della sostenibilità futura dei processi attivati nel con-testo di azione. L’ampia partnership costituita dalle diverse realtà locali potrà garantire un’effettiva continuità al progetto sia in termini di lavoro di rete che di intervento in favore dei destinatari.

“Cantare è giovane”

Ente FENIARCOCodice F/2009/FENIARCOArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto La crescita dell’Associazione in termini di affiliazione e presenza sul territorio, assieme alla constatazione che il livello medio di educazione musicale del Paese è generalmente piuttosto modesto, stimola un impegno nella costruzione di sistemi di sostegno in grado di realizzare un’indispensabile e generalizzata professionalizzazione delle attività. In particolare, nella scuola dell’obbligo tale educazione è occasionale, mentre in quella superiore non esiste tranne in rari casi.

Ambito territoriale Nazionale.

Obiettivi a) Organizzare un concorso per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado per borse di studio che ha come tema il coro, da affrontare secondo diverse forme artistiche e di espressione; b) realizzare un bando per compositori che guardano con interesse alla creazione di nuove opere per la coralità giovanile

F/2009/FENIARCO

262 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

e scolastica; c) organizzare un festival per voci bianche e giovanili da organizzare a Torino in concomitanza con i festeggiamenti legati ai 150 anni dell’Unità d’Italia, con la partecipazione di cori provenienti da tutte le regioni italiane. Oltre a esibirsi nella location principale del festival, i cori porteranno le loro voci attraverso la città (scuole, ospedali, strutture residenziali per anziani, chiese, piazze, teatri); d) allestimento della mostra fotografica relativa al “Progetto NESSI – Necropoli di Fossa: i segni del sisma prima e dopo” realizzata dall’As-sociazione Archeoclub d’Italia Onlus.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia di riferimento si inseriscce in quella che è definita didat-tica della musica e che comprende strumenti quali la pedagogia della musica e in particolare le tecniche di insegnamento corale.

Risultati attesi a) Avvicinare il mondo della musica corale all’universo giovanile; b) valorizzare la funzione educativa della musica; c) favorire la produzione di nuove opere musicali destinate ai giovani individuando le tematiche e i generi da essi preferite.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Monitor - Strumenti per applicare la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”

Ente FISHCodice F/2009/FISHArea di intervento Pomozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità Produzione e/o aggiornamento delle banche dati

Descrizione del progetto L’entrata in vigore ella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità delle del 3 maggio 2008 ha segnato un passaggio storico da un welfare centrato sugli interventi di cura e assistenza e sulla protezione sociale a un welfare capace di sostenere l’inclusione sociale e promuovere le pari opportunità e la non discriminazione. Questo passaggio comporta l’esigenza di costituire nuovi servizi, in cui gli operatori e i “tecnici” svolgano la funzione di facilitatori rispetto alla possibilità di creare una vita indipendente e la massima autodeterminazione possibile del disabile. È a tale esigenza che intende rispondere la presente iniziativa progettuale.

Ambito territoriale Calabria (Lamezia Terme, Cosenza), Campania (Napoli, Caserta, Salerno), Friuli-Venezia Giulia (Trieste, Udine), Lazio (Roma, Rieti, Latina), Liguria (Genova, Savona), Lombardia (Milano, Sondrio), Mar-che (Ascoli Piceno, Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari, Brindisi, Taranto), Toscana (Firenze, Siena, Livorno), Umbria (Terni, Perugia), Valle d’Aosta (Aosta), Veneto (Vicenza, Treviso, Padova).

Obiettivi a) Organizzazione di azioni di formazione per un totale di sette incontri di otto ore ciascuno rivolti a 250 tra leader associativi, volontari, operatori, persone con disabilità e loro familiari; b) organizzazione di attività di ricerca e inchiesta al fine di analizzare l’attuale rispondenza dei servizi pubblici e provati ai nuovi approcci al tema delle disabilità stabiliti dalla Convenzione ONU; c) organizzazione di un Seminario nazionale conclusivo e di una serie pubblicazioni relative ai temi trattati.

Metodologia e strumenti utilizzati La coporogettazione costituisce il metodo più coerente ed efficace per garantire la piena e consapevole partecipazione di persone con disabilità e loro familiari. Il presente progetto prevede che siano promosse attività di coprogettazione anche con enti pubblici e privati nazionali, regionali e locali. L’iniziatva progettuale utilizzerà inoltre la metodologia della ricerca-intervento. Questa metodologia

F/2009/FISH

263Parte seconda. Schede progettuali

ha il pregio di produrre cambiamento e di innescare nuovi processi. Il progetto ricorre dunque all’utilizzo di focus group, questionari, interviste e casi di studio con la più ampia attivazione di tutti i partecipanti. Esso ricorre inoltre alle tecnologie per la formazione a distanza che contribuiranno a implementare le informazioni diffuse in corso d’opera.

Risultati attesi a) Realizzazione di azioni di informazione dirette; b) maggiore efficacia del mondo dell’asso-ciazionismo rispetto ai nuovi approcci definiti dalla Convenzione ONU.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Le numerose partnership previste dal progetto danno la possibilità di innescare sperimentazioni efficaci in ambito locale e di trasferire buone pratiche. Oltre a ciò, gli obbiettivi previsti, le azioni e le metodo-logie adottate possono efficacemente “attivare” le associazioni e le reti per contribuire a innescare esperienze trasferibili al loro interno, in termini di consapevolezza, conoscenze e capacità di analisi.

“Immigrazione e tutela della salute. Un’esigenza di solidarietà umana per un’equa inclusione sociale”

Ente FOCSIVCodice F/2009/FOCSIVArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione

Descrizione del progetto Il progetto nasce dalla volontà di garantire il rispetto del diritto alla salute per la popolazione immigrata. In particolare, nasce dalla volontà di superare gli ostacoli, spesso di tipo comunicativo, culturale e socio-linguistico, che impediscono alle comunità immigrate un equo e facile accesso ai servizi socio-sanitari. Punto fondamentale dell’intervento è quindi facilitare la conoscenza delle regole e dei luoghi utili alla tutela della salute sia per gli immigrati che per gli operatori sociali del Terzo settore. Spesso gli stessi operatori non sono infatti a conoscenza di tutte le opportunità presenti sul territorio e incontrano difficoltà nel fornire i servizi.

Ambito territoriale Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Piemonte (Torino).

Obiettivi a) Mappare almeno venticinque realtà pubbliche e private che operano per la tutela del diritto alla salute per gli immigrati e realizzare un seminario di presentazione della mappatura; b) raccogliere le norme vigenti sul diritto alla salute per gli immigrati in Italia; c) realizzare schede didattiche in italiano e spagnolo a partire dalle azioni sub a) e b); d) realizzare un percorso formativo di otto giornate per sesanta operatori sociali a diretto contatto con gli immigrati; e) realizzare un percorso formativo di sedici giornate per un gruppo target di centoventi immigrati (con particolare attenzione alle donne e mamme). È prevista la realizzazione di una pubblicazione finale di approfondimento e una fase finale di valutazione dell’iniziativa.

Metodologia e strumenti utilizzati I documenti prodotti relativamente ai punti a) e b) della sezione obiettivi saranno sintetizzati in schede didattiche distribuite nei corsi di formazione e utilizzate per la pubblicazione finale.

Risultati attesi a) Concorrere a una maggiore tutela del diritto alla salute e l’inclusione sociale della popola-zione immigrata di prima e seconda generazione; b) favorire una maggiore e migliore conoscenza da parte del-la popolazione immigrata dei luoghi presenti sul territorio per la tutela della salute, attraverso l’abbattimento delle barriere culturali, burocratiche e di comunicazione.

Aspetti innovativi ---

F/2009/FOCSIV

264 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Trasferibilità La presente proposta crea le basi per l’emersione delle buone pratiche di inclusione sociale e integrazione degli immigrati, che attraverso i canali privilegiati della Federazione possono essere facilmente trasferite ai 64 organismi federati. Questi a loro volta possono replicare il modello di formazione sperimentato e i materiali prodotti utilizzando i contatti con le associazioni di e per immigrati con cui collaborano.

“FUOCO: Famiglia Utente Occasionale Comunicatore Organizzato”

Ente Forum delle Associazioni FamiliariCodice F/2009/FAFArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto nasce da due considerazioni: da un lato la crescente marginalità sociale con riferimento alle situazioni di disagio minorile (violenza, dispersione scolastica, bullismo), indotta anche da una certa rappresentazione della realtà da parte dei media; dall’altro la cura costante che la famiglia pone in essere nel comunicare ai figli. Nonostante la pervasività dei mezzi di comunicazione di massa, se la famiglia è un utente occasionale, in quanto soggetto attivo può trasformarsi in forme di rete associata (“comunicazione organizzata”) per scegliere interventi nel mondo della comunicazione sotto molteplici forme capaci di preve-nire il disagio dei minori. Tale “messa a fuoco” dei due temi prevede che si ponga l’attenzione anzitutto sui soggetti più deboli ed esposti ai media, curando le chiavi di comprensione familiare del tema e accertando i principali strumenti di intervento a disposizione.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Sicilia (Palermo), Friuli (Udine), Lazio (Roma),Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Marche (Ancona), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Toscana (Fi-renze), Umbria (Perugia).

Obiettivi a) Realizzazione di un’azione di formazione sul piano familiare nell’ottica della promozione dei minori, da realizzarsi attraverso il potenziamento dell’associazionismo familiare scolastico e culturale e l’at-tivazione di strumenti auto-formanti (giornalino di classe, uso di internet e dell’e-learning, gruppi di lettura aperta); b) costituzione di gruppi di ascolto-monitoraggio dei media e attivazione di gruppi di auto-aiuto familiare; c) realizzazione di due seminari di studio e la pubblicazione di un quaderno di sintesi. È previsto il monitoraggio delle attività svolte.

Metodologia e strumenti utilizzati La principale metodologia utilizzata consiste nei gruppi di ascolto e di auto-aiuto. Tra gli strumenti utilizzati vi sono i canali di formazione e-learning, con creazione di appositi spazi interoperativi sul sito istituzionale (Forum di discussione).

Risultati attesi a) Promozione di modelli di auto-aiuto familiare nella gestione dei media al fine di promuo-vere la prevenzione del disagio ed evitare dispersione scolastica e micro-fenomeni di devianza (bullismo); b) promozione e sensibilizzazione delle realtà associative di rete del Forum delle associazioni Familiari in ragione della responsabilità verso i minori; c) attivazione di canali associativi di monitoraggio di situazioni di depau-peramento culturale dei minori.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Sono elementi di trasferibilità: l’istituzione di un gruppo di monitoraggio permanente sul tema dei media all’interno del Forum; l’interazione con i centri di ascolto e gli osservatori ACLI; l’istituzione di un’attività di rete tra i media associativi; la presentazione tramite seminari e quaderni dei risultati ottenuti.

F/2009/FAF

265Parte seconda. Schede progettuali

“Centra l’ascolto”

Ente Gruppo Umana Solidarietà G. PulettiCodice F/2009/GUSArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto Il recente sisma che ha colpito l’Abruzzo ha coinvolto il GUS in attività specifiche di natura psicosociale. Mantenere la presenza dei volontari nella zona colpita dal sisma è indispensabile per dimostrare concretamente alla popolazione una vicinanza continua alle loro esigenze e per aiutarli a liberarsi di ansie e paure dopo la chiusura da parte del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale della fase dell’e-mergenza.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Marche (Macerata).

Obiettivi Il progetto mira a consolidare l’offerta psico-sociale dei centri d’ascolto fissi e mobili nel territorio. A tal fine si intende organizzare ciclidi formazione di nuovi volontari residenti nell’area colpita e implementare la collaborazione della rete costituita con le ASL e le associazioni del territorio. È prevista anche la realizzazione di una ricerca sulle variabili oggettive e sulle risposte agli interventi effettuati con la collaborazione dell’U-niversità dell’Aquila e di Camerino. È previsto il monitoraggio e la disseminazione dei risultati della ricerca attraverso incontri seminariali.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Miglioramento della situazione generale psicosociale della popolazione colpita dal sisma in Abruzzo; b) formazione di un gruppo di volontari residenti adeguati a rispondere alle esigenze di ascolto della popolazione colpita dal sisma; c) implementazione della ricerca con i dati in possesso di tutti gli attori coinvolti.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Biodiversità per tutti”

Ente LEGAMBIENTECodice F/2009/LEGAMBIENTE

Area di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone condisabilità Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni

Descrizione del progetto Promuovere il turismo naturalistico accessibile a un’utenza ampliata attraverso due specie simbolo della biodiversità italiana: il cervo e la tartaruga marina Caretta caretta. Da quest’idea nasce il progetto, basato sulla consapevolezza che due specie protagoniste della fauna italiana possano rappresentare il veicolo di promozione di un turismo accessibile nelle aree naturali protette. La loro fruizione non è infatti oggi garantita a tutti. Il progetto nasce dunque da due esigenze: favorire la promozione di un turismo ac-cessibile delle aree naturali protette e promuovere il ricco patrimonio di biodiversità di cui disponde il Paese.

Ambito territoriale Nazionale.

F/2009/GUS; F/2009/LEGAMBIENTE

266 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Obiettivi a) Realizzare interventi pilota in due aree naturali protette per favorire il turismo accessibile (siste-mazione di sentieri, pannelli divulgativi per ipovedenti, audioguide, allestimento di spazi didattici per favorire la partecipazione dei più giovani, etc.); b) creare un osservatorio nazionale sull’accessibilità delle aree naturali protette che permetterà di verificare e monitorare quali azioni, interventi e servizi queste aree continuano a garantire alle categorie oggetto del progetto; c) organizzazione di un convegno finale di presentazione dei risultati raggiunti.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede l’implementazione del sito www.legambiente.eu con una specifica sezione dedicata.

Risultati attesi a) Sostegno al turismo accessibile nelle aree naturali protette italiane a un’utenza ampliata, con particolare riguardo alle persone con disabilità e ai più giovani (under 14); b) promozione della tutela della biodiversità; c) sostegno alla funzione socio-educativa delle aree protette

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Gli interventi e le esperienze più significative individuate dall’attività dell’osservatorio saranno trattate come buone pratiche da sperimentare anche in altre aree naturali protette.

“S.O.S. Giustizia. Servizio di ascolto e assistenza allle vittime della criminalità organizzata”

Ente LIBERACodice F/2009/LIBERAArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’esigenza di potenziare i servizi forniti dall’Ufficio Legale che da qualche anno opera dentro Libera per offrire un servizio e accompagnare nella burocrazia amministrativa e nella complessa legislazione in materia i familiari delle vittime di mafia e le vittime del racket e dell’usura.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Modena),Lazio (Roma), Lombardia (Milano), Sicilia (Palermo).

Obiettivi a) Attivazione di una linea telefonica e realizzazione di sportelli di ascolto come servizio non fina-lizzato unicamente a dare sostegno e assistenza tecnica alle persone in difficoltà, bensì rivolto a trattare ogni situazione avendo come riferimento la persona e non il caso; quest’obbiettivo include anche la formazione degli operatori; b) Implementazione dell’ufficio legale dell’Associazione, del suo ruolo in collegamento con gli sportelli legali e le sue capacità di intervento presso le istituzioni.

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia di intervento prevede lo stretto collegamento tra la linea SOS giustizia, gli sportelli di ascolto e l’ufficio legale. Gli operatori della linea diretta dopo aver effettuato un primo ascolto indirizzeranno gli utenti verso gli sportelli più vicini, che incontreranno periodicamente i membri dell’ufficio legale per concordare insieme il tipo di intervento da attuare.

Risultati attesi Dalla realizzazione del progetto si attende un servizio di accoglienza e sostegno legale a quan-ti vivono in situazioni di disagio collegate a situazioni di oppressione criminale. L’ufficio legale dovrà essere di stimolo e impulso verso gli organi istituzionali al fine di promuovere una legislazione nazionale e regionale più vicina alla vita delle vittime di tutte le mafie e per questo cercherà di farsi promotore di modifiche legislative in materia di vittime delle mafie, di testimoni di giustizia, di vittime di usura e racket.

Aspetti innovativi ---

F/2009/LIBERA

267Parte seconda. Schede progettuali

Trasferibilità Il progetto presentato in via sperimentale sarà attuato inizialmente soltanto in alcuni territori in cui sono presenti coordinamenti dell’Associazione. Si prevede di esportare il modello successivamente anche in altre realtà al fine di estendere il servizio e favorire gli utenti nel raggiungimento degli sportelli più vicini ai luoghi di residenza.

“Futuro presente”

Ente Movimento Apostolico CiechiCodice F/2009//MACArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Le persone in condizione di disabilità sensoriale grave presentano una combinazione di deficit associati spesso a ritardo mentale. La disabilità grave riduce la capacità di acquisire autonomamente anche competenze minime come mangiare, controllare gli sfinteri, vestirsi, svestirsi, etc. Attualmente si tende a privilegiare sempre più un modello di intervento tempestivo, rivolto al soggetto come appartenente al nucelo fa-miliare e sociale. Tutte le attività previste dal progetto si pongono in un’ottica di continuum e non di sostituzione dei servizi già esistenti. Si è rilevata in particolare: la scarsità di punti di riferimento che garantiscano uno specifi-co e qualificato supporto ai genitori dal punto di vista psicopedagogico; l’assenza di percorsi formativi strutturati che tengano in considerazione la funzione rilevante dei genitori nella programmazione e nella progettazione del progetto di vita; la carenza di servizi che aiutino la persona a incrementare le abilità di vita quotidiana.

Ambito territoriale Basilicata (Potenza), Campania (Salerno), Emilia-Romagna (Bologna), Liguria (Genova), Marche (Ancona), Puglia (Taranto), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Siracusa).

Obiettivi a) Organizzazione di agenzie pedagogiche in sei regioni, rivolte a non vedenti e pluriminorati in età scolare (consulenza psicopedagogica, percorsi formativi e laboratoriali); b) organizzazione di agenzie pro-mozionali rivolte a operatori dei servizi territoriali (consulenza e supporto metodologico-operativo); c) orga-nizzazione delle attività laboratoriali e di formazione rivolte ai genitori sul tema dell’educazione dei figli; d) organizzazione in due regioni di una settimana di formazione per l’autonomia per le persone con minorazione visiva in situazione di disagio.

Metodologia e strumenti utilizzati ---

Risultati attesi a) Incrementare la qualità di vita delle persone e delle loro famiglie; b) incrementare le sinergie e il coordinamento tra l’Associazione e i servizi pubblici e privati; c) favorire l’inclusione scolastica e sociale.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Ricostruiamo il domani”

Ente MCLCodice F/2009/MCLArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto L’Associazione intende con il presente progetto contribuire alla ricostruzione della vita sociale e della normalità nelle zone colpite dal sisma in Abruzzo. A tal fine non bastano solo le case, ma è

F/2009//MAC; F/2009/MCL

268 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

necessario ricostruire un tessuto sociale di spazi di incontro. L’idea è perciò di creare di luoghi di incontro per le famiglie e per i tanti immigrati, anziani, giovani, che fungano anche da punti di ascolto, supporto formativo e psicologico, animazione sociale.

Ambito territoriale Abruzzo (Avezzano, L’Aquila), Calabria (Cosenza), Campania (Salerno), Emilia-Romagna (Bologna), Lazio (Roma), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Piemonte (Torino), Puglia (Bari),

Toscana (Firenze, Arezzo), Umbria (Terni), Veneto (Vicenza).

Obiettivi Obbiettivo generale del progetto è l’avviamento di interventi a sostegno della popolazione della provincia aquilana colpita dal sisma. In particolare, si mira a: a) fornire informazioni e consulenza alle famiglie nell’espletamento delle pratiche quotidiane sulle normative e i decreti post-terremoto attraverso l’attivazione di un social point mobile (camper); b) realizzare attività formative, culturali, ludico-sportive finalizzate al ri-conoscimento e alla valorizzazione delle identità individuali e di squadra attraverso la creazione di uno spazio funzionale alle attività. A tal fine è prevista la formazione degli animatori sociali attraverso incontri nazionali.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa privilegia una metodologia di tipo interattivo: ciò significa che l’interventò evolverà da un ruolo di sostegno e impulso diretto a un ruolo di accompagnamento nella ricostruzione del tessuto sociale. L’iniziativa prevede la creazione di un sito come strumento di visibilità e comunicazione per le attività realizzate. È prevista una fase finale di diffusione dei dati con l’organizzazione di un convegno e la redazione di un report.

Risultati attesi a) Contribuire a ridurre lo stato di emarginazione e isolamento sociale; b) favorire l’inte-grazione tra i gruppi culturali all’interno dei vari campi con la finalità di promuovere una convivenza basata sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione delle etnie e delle tradizioni; c) valorizzare e rafforzare i legami intrafamiliari e le relazioni interpersonali considerati come risorse fondamentali per far fronte all’incertezza, alla precarietà e alla perdita di punti di riferimento

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il percorso sociale creato attraverso il progetto può essere trasferito in altri ambiti caratterizzati da catastrofi naturali, ad esempio nella zona sud di Messina e nella fascia ionica colpiti nel 2009 da un violenta ondata di maltempo. Il report finale e tutta la documentazione prodotta saranno lo strumento di presentazione per un eventuale intervento dell’Associazione nella regione Sicilia.

“Lavorabruzzo - Interventi per favorire il sostegno all’occupabilità dei soggetti svantaggiati, colpiti dal sisma”

Ente MODAVICodice F/2009/MODAVIArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto Nel settore sportivo cresce la necessità di impiegare figure professionali polivalenti e capaci di unire gestione economica e amministrativa ad aspetti più connessi con l’organizzazione e la dire-zione di attività connesse a iniziative di marketing territoriale attraverso lo sport (eventi sportivi di rilevanza nazionale o anche internazionale). In questo scenario il progetto intende concretizzare le potenzialità sociali e occupazionali del volontariato sportivo all’interno della società civile e del Terzo Settore attraverso la creazio-ne di un incubatore di consulenza sociale turistico-sportivo che favorisca lo sviluppo di soluzioni per accom-pagnare alla flessibilità del mercato del lavoro, acuita dall’evento sismico, i destinatari del progetto. Il progetto prevede la definizione di percorsi innovativi che consentano di ridurre i rischi di precarietà.

F/2009/MODAVI

269Parte seconda. Schede progettuali

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo, L’Aquila, Pescara).

Obiettivi Obiettivo generale è accompagnare alla flessibilità del mercato del lavoro, aggravata dall’evento sismico. Il progetto si propone di far emergere, sostenere e implementare le potenzialità di un diffuso volon-tariato sportivo attraverso l’acquisizione di competenze interdisciplinari che consentano di proporsi all’interno del Terzo Settore con specifiche capacità di direzione, organizzazione programmazione, gestione risorse umane etc., al fine di migliorare, in un ottica turistico - territoriale la fruibilità di servizi esistenti oltre che di offrire servizi turistico-sportivi. Saranno organizzati dieci tirocini retribuiti di tre mesi al fine di sperimentare un sistema di flessibilità sostenibile e rilanciare in un ottica turistico economica, le zone colpite dal sisma nella regione Abruzzo

Metodologia e strumenti utilizzati La metodologia utilizzata per la definizione del progetto è il Project Ma-nagement Culturale che meglio si adatta alla pianificazione, sviluppo e controllo di un evento sportivo. Per la fase di analisi e mappatura delle realtà turistico-sportive del territorio si prevedono le seguenti attività: con-ferenza stampa, mappatura, studio del territorio, modello 5 forze di Porter, punti di forza e debolezza. La fase di Elaborazione degli strumenti per la flessibilità sostenibile (incubatori) si prevede l’organizzazione di summer school e seminari di approfondimento, con il ricorso a testimonianze di esperti del settore e casi aziendali di successo; La fase di valutazione e diffusione prevede la realizzazione di un report finale e l’organizzazione di una conferenza stampa.

Risultati attesi a) Favorire il sostegno all’occupabilità dei soggetti svantaggiati colpiti dal sisma; b) promuove-re la ricostruzione del tessuto sociale leso dall’evento sismico; c) aumentare il tasso di crescita degli occupati del settore coerentemente con l’andamento positivo dello stesso; d) assistenza tecnica per la creazione di network tra soggetti, imprese, istituzioni interessate a riconoscerle, attraverso la costituzione di incubatore di consulenza sociale turistico-sportiva; e) implementazione del trend evolutivo del settore turistico-sportivo poiché l’intervento vuole rendere operativo un personale specializzato determinando le condizioni per un ser-vizio qualitativamente elevato per i fruitori interessati

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La ripetibilità dell’iniziativa è assicurati dalla diffusione tra tutte le associazioni affiliate e dall’u-tilizzo di strumenti quali la piattaforma e-learning e la radio della Fondazione Università degli studi di Teramo.

“Media con prudenza. Campagna itinerante e interattiva per un corretto utilizzo dei media da parte dei minori”

Ente MOIGECodice F/2009/MOIGEArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’esigenza di far assimilare a bambini, genitori ed insegnanti delle scuole, informazioni importanti e consigli utili per un corretto utilizzo dei media. L’idea progettuale è di garantire un godimento responsabile dei media da parte dei bambini attraverso una campagna itinerante rivol-ta a venticinque scuole elementari sparse sul territorio target, coinvolgendo direttamente alunni, insegnanti e genitori. Nelle ore mattutine alunni e insegnanti assisteranno a rappresentazioni di burattini che tratteranno i temi della campagna; di seguito operatori del MoIGE testeranno la comprensione dei messaggi e distribuiranno materiali informativo; nel pomeriggio sono previsti incontri con i genitori ed insegnanti, tenuti da operatori del MoIGE per promuovere un corretto approccio dall’utilizzo dei media, attraverso innanzitutto il dialogo ge-nitori-figli. Nel corso degli incontri verrà presentato un corso e-learning fruibile dai sito dedicato al progetto.

F/2009/MOIGE

270 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

Ambito territoriale Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto.

Obiettivi a) Sensibilizzare i bambini sull’importanza di una fruizione responsabile dei media, veicolando i messaggi chiave della campagna attraverso la forma recitata del teatro dei burattini e l’intervento di operatori qualificati; b) fornire ai più piccoli gli strumenti necessari a interpretare il linguaggio dei principali mezzi di comunicazione che prevede un’interazione coinvolgente dal punto di vista intellettivo ed emotivo; c) generare attenzione da parte dei media su un tema delicato che riguarda la vita quotidiana di milioni di bambini e ragazzi.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa progettuale prevede il ricorso al corso e-learning per genitori e a questionari di valutazione dell’iniziativa.

Risultati attesi a) Oltre 7500 alunni avranno maturato una maggiore consapevolezza dell’importanza di una fruizione responsabile dei media; b) oltre 15000 genitori saranno sensibilizzati sull’importanza di condividere l’esperienza emotiva che i propri figli vivono utilizzando i media; c) più di 250 insegnanti avranno acquisito suggerimenti per promuovere un corretto approccio all’utilizzo dei media da parte di minori; d) coinvolgimento diretto di oltre 850.000 persone attraverso il sito, la campagna promozionale e attraverso l’effetto moltiplica-tore del passaparola; e) grazie ai questionari di valutazione verranno raccolte informazioni per valutare il grado di attenzione dei destinatari (valutazione ex ante) sia l’efficacia dell’intervento realizzato (valutazione ex post).

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La versatilità metodologica del progetto (teatrino burattini, materiale informativo per inse-gnanti, fumetto per gli alunni, attività dell’ufficio stampa, sito web, indagine demoscopica, corso e-learning, valutazione impatto sociale) consente l’implementazione dello stesso su tutto il territorio nazionale.

“Linea d’argento. Sperimentazione della nuova figura dell’Informatore Civico per migliorare la qua-lità della vita delle persone anziane e favorirne la partecipazione attiva nel contesto della comunità locale”

Ente Movimento ConsumatoriCodice F/2009/MCArea di intervento Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane alla vita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se in condizione di non autosufficienza

Descrizione del progetto Il progetto intende sostenere i cittadini e le cittadine della fascia superiore ai 60 anni d’età nell’accesso alle informazioni e ai servizi che li riguardano, favorendone la partecipazione alla vita della comunità e incrementandone la qualità della vita. Si evidenzia infatti nella fascia di popolazione in oggetto una complessiva disinformazione su incentivi e facilitazioni messi a disposizione dalle istituzioni e/o dalle aziende. A tale scopo, il progetto mette a disposizione delle persone anziane un insieme integrato di servizi e strumenti informativi ad hoc.

Ambito territoriale Abruzzo (Chieti), Calabria (Cosenza, Reggio Calabria), Campania (Caserta, Napoli, Bene-vento), Emilia-Romagna (Modena, Parma, Forlì), Lazio (Roma), Liguria (Genova, Imperia, Savona), Lombardia (Brescia, Lecco, Milano, Pavia, Varese, Bergamo), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino, Cuneo, Biella), Puglia (Barletta Andria Trani, Bari, Fooggia, Brindisi), Sardegna (Cagliari), Sicilia (Catania, Palermo, Messina, Siracusa, Trapani), Toscana (Livorno, Firenze, Lucca, Pistoia, Prato, Massa-Carrara), Umbria (Perugia), Veneto (Padova, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza).

F/2009/MC

271Parte seconda. Schede progettuali

Obiettivi a) Sperimentare la figura dell’informatore civico attraverso il ricorso a sei operatori qualificati di supporto; b) attivare un call center con numero verde condiviso in forma sinergica con il progetto “Badanti informate, famiglie protette” promosso da Adiconsum; c) realizzare una “Guida ai servizi per i cittadini e le cittadine della terza età” in 10.000 copie; d) costituire una banca dati contenente informazioni circa prodotti, opportunità e servizi a beneficio dell’intera popolazione anziana del Paese; e) realizzare una campagna nazio-nale che utilizzi anche gli strumenti comunicativi quali la web radio.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto è caratterizzato da metodologie di contatto e comunicazione interattive (quali la web radio) tali da favorire una partecipazione diretta e consapevole delle cittadine e dei cittadini della terza età (notoriamente l’ascolto delle web radio è assai diffuso tra la popolazione anziana).

Risultati attesi a) Offrire servizi di informazione, orientamento e assistenza ad almeno 15.000 cittadini e cittadine anziane.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La banca dati mette a disposizione della rete associativa e dei territori un patrimonio attivo e non occasionale in grado di sopravvivere alla fine del percorso progettuale e di alimentare ulteriori iniziative e attività.

“La responsabilità dell’accoglienza”

Ente Movimento per la VitaCodice F/2009/MVPArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizioni di marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Il progetto nasce dall’esigenza di analizzare l’organizzazione e il funzionamento in-terno delle Case di Accoglienza federate con il Movimento per la Vita. Scopo del progetto è monitorare le azio-ni e gli interventi attuati a favore delle donne in gravidanza e dei loro bambini ospiti delle case di accoglienza al fine di valutarne i risultati e le iniziative atte al loro inserimento sociale. Analizzati i dati provenienti dalla ricerca, saranno studiati alcuni interventi strategici volti al miglioramento della struttura e al reinserimento sociale delle madri attraverso percorsi formativi. Attraverso l’analisi dello stato dell’arte sarà possibile svilup-pare un modello di buone prassi adottate dalle Case di accoglienza da offrire alle Istituzioni per favorire un sistema di protezione della madre e del bambino articolato ed efficace per il reinserimento sociale di entrambi.

Ambito territoriale Abruzzo (Pescara), Emilia-Romagna (Forlì, Reggio Emilia), Lazio (Viterbo), Liguria (Imola), Lombardia (Pavia), Piemonte (Biella), Sardegna (Cagliari), Toscana (Massa Carrara, Prato), Trentino-Alto Adige (Trento), Veneto (Vicenza, Verona).

Obiettivi a) Verificare la tipologia delle strutture, l’organizzazione interna, i risultati del progetto educati-vo e il percorso adottato verso l’autonomia delle madri per valutarne la qualità del servizio; b) promuovere percorsi alternativi di reinserimento sociale; c) valorizzare la responsabilità educativa materna e il rapporto madre-bimbo per una esperienza positiva di realtà familiare; d) attivare gruppi di volontari/famiglie vicini alla casa di accoglienza secondo un ottica promozionale e preventiva (Comunità solidale); e) avviare un processo formativo a favore di una maggiore competenza nella ricerca di fondi e finanziamenti per le attività della casa (fund raising).

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa progettuale prevede il ricorso a un comitato tecnico-scienti-fico per l’elaborazione degli strumenti di indagine da utilizzare nel progetto, l’elaborazione di questionari per

F/2009/MC;

272 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

gli operatori delle case di accoglienza e per le utenti e la realizzazione di interviste per gli operatori pubblici del settore. Si opereanno anche indagini esplorative per la scelta delle strutture di accolgienza, mentre il collegamento con la rete dei servizi territoriali avverrà attraverso interviste a testimoni privilegiati degli enti locali, dei tribunali e dei servizi sociali. È prevista la realizzazione di una convention di chiusura per presentare i risultati finali del progetto.

Risultati attesi a) Miglioramento della qualità del servizio delle case di accoglienza; b) rimozione di eventuali problemi organizzativi per un ottimale funzionamento della struttura; c) consolidamento di una metodologia rivolta a favorire un processo di rimozione di eventuali disagi psicologici delle utenti; d) sviluppo di un modello di buona prassi delle Case di Accoglienza da offrire alle istituzioni per favorire un sistema di protezione della madre e del bambino articolato ed efficace.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“La conoscenza delle proprie capacità motorie: migliorarsi aiuta l’inserimento nella società”

Ente Movimento Sportivo PopolareCodice F/2009/MSPArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto nasce da un lato dall’idea di guidare i giovani nella corretta gestione della pratica motoria e sportiva; dall’altra dall’idea di fornire uno strumento informativo a docenti e genitori al fine di trasmettere ai giovani input adeguati nella cultura e pratica dello sport, anche come coadiuvante al corretto inserimento nella società e deterrente naturale ai rischi che essa stessa nasconde nell’età evolutiva.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila), Campania (Napoli), Lazio (Roma), Molise (Termoli), Puglia (Taranto), Toscana (Arezzo).

Obiettivi Il progetto si prefigge l’obiettivo di recuperare attraverso la cultura delle attività motorie quei valori che spesso sfuggono e/o sono filtrati in maniera poco corretta, esasperando aspetti della società che portano a una visione distorta della realtà.

Metodologia e strumenti utilizzati In collaborazione con le scuole l’associazione intende acquisire informa-zioni circa l’avviamento delle attività motorie attraverso screening mirati di tipo fisico-psicologico, in modo da agire successivamente sui soggetti trasferendo le informazioni proprie del progetto per mezzo delle pratiche che più si addicono per specificità fisica e grado di penetrabilità.

Risultati attesi Il progetto mira al graduale coinvolgimento dei destinatari nel corretto inserimento nel mondo sociale e al riempimento dei “tempi vuoti”, al di fuori delle attività scolastiche ed extra scolastiche, attraverso la pratica motorio-sportiva.La presa di coscienza delle proprie capacità fisiche è finalizzata all’innalzamento del rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente circostante, nonché all’abbassamento della soglia di perico-losità per l’inserimento nella società, rispetto ai “pericoli” del quotidiano.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il modello può essere adattato ad altre fasce anagrafiche e/o sociali considerate “potenzialmen-te a rischio”.

F/2009/MSP

273Parte seconda. Schede progettuali

“Via del Campo. Esperienze innovative per l’inserimento lavorativo di soggetti con disagio psichico”

Ente Associazione Nuove IdeeCodice F/2009/Nuove IdeeArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con Disabilità Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizionidi marginalità o di disagio socio-economico

Descrizione del progetto Attraverso l’iniziativa progettuale si intende collaborare nella realizzazione dell’ob-biettivo comune di garantire un lavoro e un’autonopmia economica ai soggetti con disagio mentale. Il pro-getto prevede l’implementazione di percorsi di inserimento lavorativo nei singoli territori, anche attraverso la sperimentazione innovativa nel campo dell’agricoltura e della produzione di prodotti tipici locali, nonché la creazione di una rete tra tutti gli operatori del settore a livello interregionale. Ciò consente di superare la frammentarietà dei singoli interventi effettuati a livello locale. Il progetto si articola a livello nazionale (crea-zione di una rete tra gli operatori) e a livello locale (implementazione dei percorsi di inserimeto). L’obiettivo è spostare l’attenzione dalla malattia alla progettualità come tentativo di risposta a domande di cura per inse-gnare a convivere con il disagio mentale, sviluppare l’autonomia personale e creare relazioni con la comunità.

Ambito territoriale Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Parma), Friuli-Venezia Giulia (Trieste), Puglia (Brin-disi, Foggia), Sicilia (Catania), Toscana (Prato).

Obiettivi a) Sperimentare un modello di lavoro in rete attraverso la costituzione di un Consorzio sociale e l’individuazione di un marchio di qualità; b) sperimentare un modello di accompagnamento e inserimento al lavoro per trentasei persone con disagio mentale, anche attraverso una formazione tecnica e motivazionale; c) formazione degli operatori; d) organizzazione di un convegno finale per la diffusione dei risultati.

Metodologia e strumenti utilizzati Sito web, videoconferenze, macchine spremiagrumi.

Risultati attesi a) Formazione e acquisizione di abilità lavorative da parte di chi vive il disagio mentale al fine di garantire entrate economiche provenienti da un’attività lavorativa e non da interventi assistenziali e di prevenire o recuperare situazioni di solitudine ed emarginazione; b) promozione di momenti di confronto e scambio di informazioni sulle pratiche della salute; c) sviluppo di una cultura sociale delle imprese sui temi connessi all’inserimento lavorativo di soggetti con disagio psichico e di nuove forme di responsabilità sociale delle associazioni e imprese con effetti di lunga durata.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La trasferibilità è garantita dalla creazione di un consorzio a struttura aperta quale organismo permanente di rappresentanza della rete dei soggetti partners e dalla possobilità per altre associazioni, enti o cooperative di aderire al medesimo.

F/2009/Nuove Idee

274 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Scuola – famiglia Duchenne in rete. Sperimentazione di un modello di intervento per l’integrazione scolastica dei minori con distrofia muscolare”

Ente Parent ProjectCodice F/2009/ Parent ProjectArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto I ragazzi malati da distrofia vanno incontro alla decadimento della efficienza fisica e autonomia durante l’età scolastica. È proprio la scuola quale luogo di apprendimento e socializzazione di primaria importanza nell’integrazione e inclusività di soggetti portatori di disabilità a trovarsi spesso impre-parata ad accoglierli e sostenerli. Per rispondere a questa carenza si è pensato di sostenere specifici piani di intervento e attività di consulenza. Lo scopo del progetto è di realizzare un modello di integrazione scolastica per minori affetti da distrofia muscolare di Duhcenne attraverso un’azione di intervento di rete territoriale che coinvolga scuola, famiglie e servizi socio-sanitari territoriali. Nello specifico, il progetto intende realizzare un intervento in cui le famiglie siano viste come partecipanti attive e gli operatori coinvolti siano perfettamente a conoscenza della singolarità della patologia e delle possibilità d’intervento. Saranno realizzati percorsi specifici di intervento in tre aree obiettivo specifiche – scolastica, socio-sanitaria e familiare – nonché una consulenza attraverso i servizi regionali CAD (centri di Ascolto Duchenne) con diffusione di apposito materiale informativo sul tema della integrazione scolastica.

Ambito territoriale Calabria (Reggio Calabria), Lazio (Roma), Lombardia (Bergamo), Marche (Pesaro-Urbino), Puglia (Bari), Sicilia (Ragusa).

Obiettivi a) Informare e formare in modo dettagliato sulla patologia specifica; b) migliorare la qualità dell’in-tegrazione degli alunni disabili con patologia di Duchenne (e/o patologie affini); c) qualificare gli interventi degli insegnanti (di classe e di sostegno) e quello degli operatori socio-sanitari e rafforzare la progettualità integrata per il piano di intervento a favore del minore; d) far partecipare concretamente le famiglie al pro-getto di vita dei propri figli a partire dal mondo della scuola; e) rendere funzionale e collaborativo il rapporto delle famiglie con la scuola e i servizi territoriali; f) attivare una rete auto mutuo aiuto che promuova amicizia, solidarietà, informazione, sostegno psicologico e aiuto materiale tra le famiglie Duchenne della comunità del territorio scolastico di riferimento; g) favorire l’emergere delle competenze a delle abilità di problem solving che le famiglie sviluppano nel quotidiano attraverso gruppi di auto mutuo aiuto e promuoverne la diffusione sottoforma di “buone prassi”

Metodologia e strumenti utilizzati L’intero progetto sarà curato da un capo progetto responsabile dell’atti-vità complessiva in collaborazione con i referenti regionali di progetto. È prevista un’attività di assistenza tec-nica da parte della SocialNet s.r.l., che collaborerà principalmente alle attività di monitoraggio e valutazione del lavoro svolto a livello locale e alla valutazione dell’attività progettuale nel suo complesso. Le metodologie usate per ogni singola fase di progetto sono:

Risultati attesi a) Progettazione e implementazione di percorsi specialistici sull’integrazione scolastica nelle aree obiettivo scuola, socio-sanitaria, famiglia. b) pssobilità di consulenza specialistica sul tema dell’integra-zione scolastica di minori affetti da patologie di Duchenne e Becker a operatori scolastici, socio-sanitari e fa-miglie presso i centri di ascolto e anche online; c) diffusione del progetto all’interno dei servizi territoriali com-petenti in materia di disabilità; d) produzione e diffusione di linee guida sull’integrazione scolastica Duchenne

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità La sperimentazione di percorsi specialistici sul tema dell’integrazione scolastica Duchenne per-

F/2009/ Parent Project

275Parte seconda. Schede progettuali

metterà di formare operatori scolastici e socio-sanitari e le famiglie interessate dal progetto che saranno in grado di trasferire le buone prassi anche ad altre contesti connessi a differenti tipologie di disabilità, andando a creare unmodello di buona prassi nel settore disabilità. L’associazione Parente Project Onlus si impegna a diffondere il modello e le buone prassi anche in altre province e regioni, attraverso nuovi progetti e all’interno dei nuovi CAD della rete nazionale.

“VivAbruzzo, per lo sviluppo turistico-ambientale dei piccoli Comuni dell’entroterra abruzzese”

Ente Touring Club ItalianoCodice F/2009/TCIArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto Touring Club Italiano ha sviluppato un Modello di Analisi Territoriale (M.A.T) che da oltre dieci anni viene applicato in Italia per stimolare la crescita sociale ed economica nei piccoli comuni dell’entroterra attraverso la valorizzazione delle risorse locali. Il progetto si propone di applicare il M.A.T nelle aree della Regione Abruzzo colpite dal sisma ed elaborare un Piano integrato di valorizzazione turistica fonda-to sulla partecipazione della comunità locale.

Ambito territoriale Abruzzo, Campania, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria.

Obiettivi a) Stimolare nei piccoli comuni abruzzesi l’imprenditorialità e favorire l’occupazione locale; b) soste-nere la qualificazione delle competenze degli operatori in materia di offerta turistica; c) incentivare le sinergie tra gli attori che operano sul territorio; d) favorire il confronto e lo scambio di esperienze a livello nazionale con altri piccoli comuni italiani che, a seguito di calamità naturali, hanno perseguito uno sviluppo turistico di qualità.

Metodologia e strumenti utilizzati Gli strumenti funzionali al project management sono: work break down structure, la gantt di dettaglio, program evaluation and review technique. L’applicazione del M.A.T è resa possibile grazie al coinvolgimento diretto dei comuni e ad attività desk (elaborazione e incrocio di dati, inter-pretazione dei risultati) e field (verifica dell’organizzazione dei servizi, sopralluoghi sul campo, compilazione delle check-list quali-quantitative, documentazione fotografica). Per la formazione sono organizzati seminari e sono coinvolte altre regioni italiane testimoni del rilancio del proprio territorio a seguito di calamità naturali.

Risultati attesi a) Realizzazione di un importante strumento per lo sviluppo di un’offerta turistica alternativa alle destinazioni classiche, attraverso la realizzazione di circuiti e percorsi di qualità in sinergia con le località circostanti; b) contributo alla rivitalizzazione del tessuto sociale e dell’attività imprenditoriale con l’obiettivo di contenere lo spopolamento dei piccoli Comuni e dare un’opportunità di rilancio del territorio anche a se-guito del sisma.

Aspetti innovativi L’attuazione del progetto consente la creazione dei presupposti adeguati per incentivare la ripresa a seguito del sisma dei piccoli Comuni dell’entroterra abruzzese e agevolare lo sviluppo economico e sociale attraverso la pianificazione di uno sviluppo turistico che punti alla creazione di un prodotto turistico complementare e duraturo e attivi nuova imprenditorialità e occupazione locale, soprattutto giovanile.

Trasferibilità L’operazione è potenzialmente replicabile in località dell’entroterra nelle quali la marginalità sia aggravata da calamità naturali di vario genere e che vogliano puntare s4llo sviluppo turistico come leva per un rilancio sociale ed economico del territorio.

F/2009/TCI

276 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

“Il corpo amico nell’educazione ai sentimenti e al rispetto”

Ente Unione Italiana Sport per TuttiCodice F/2009/UISPArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani

Descrizione del progetto Il progetto si propone di entrare nelle scuole attraverso azioni di prevenzione riguar-danti la violenza, con particolare attenzione la violenza di genere.

Ambito territoriale Calabria (Bologna), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Trieste), Lazio (Roma), Lombardia (Varese), Marche (Pesaro), Piemonte (Torino), Sardegna (Sassari), Toscana (Firenze), Umbria (Terni).

Obiettivi Organizzazione di nove laboratori sperimentali diretto a d4ecent6 tra studenti e studentese tra i 13 e i 18 anni. Ciascun laboratorio precede un percorso strutturato basato sull’alternarsi di attività realizzate all’interno delle scuole con altre realizzate in contresti esterni funzionali alle proposte.

Metodologia e strumenti utilizzati L’iniziativa fa ricorso a momenti di formazione a carattere teorico al-ternati a momenti a carattere pratico, finalizzati alla scoperta delle potenzialità del proprio corpo. Ragazze e ragazzi si troveranno ad assumere diversi ruoli e responsabilità lavorando prevalentemente in gruppo e acquisendo una migliore e più integrata competenza e sensibilità nei confronti delle dimensioni relazionali e comunicative.

Risultati attesi a) Realizzazione di un modello metodologico di intervento nella fascia d’età tra i 13 e i 18 anni finalizzato alla prevenzione e alla riduzione del fenomeno della violenza sulle donne; b) Educazione delle giovani generazioni a una corretta e positiva relazionalità, promuovendo la cultura della differenza di genere a partire dal mondo della scuola; c) promozione di spazi di collaborazione fattiva tra i diversi soggetti che sul territorio sono impegnati nel mondo dell’adolescenza.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“I luoghi della disabilità in un click”

Ente Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari InternazionaliCodice F/2009/UNITALSIArea di intervento Promozione dei diritti e delle opportunità per favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità

Descrizione del progetto Il progetto si propone di implementare una banca dati informatica che possa costi-tuire un’utile base di partenza per i comuni e gli altri enti Locali chiamati a realizzare un efficace piano per la gestione delle emergenze. All’interno del database sono inseriti infatti i dati di tutti i soci disabili dell’UNITALSI e informazioni sulle competenze dei volontari della Protezione Civile che fanno parte dell’associazione.

Ambito territoriale Abruzzo (Avezzano), Basilicata (Potenza), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia Romagna (Bologna, Parma), Friuli-Venezia Giulia (Triste), Lazio (Frosinone, Rieti, Roma), Liguria (Sa-vona), Lombardia (Milano), Marche (Ascoli Piceno), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Foggia, Barletta-Andria-Trani), Sardegna (Sassari, Cagliari), Sicilia (Palermo, Catania), Toscana (Pisa), Trentino-Alto Adige (Bolzano), Umbria (Perugia), Veneto (Venezia).

F/2009/UISP; F/2009/UNITALSI

277Parte seconda. Schede progettuali

Obiettivi a) Creare una banca dati informatizzata contenente informazioni sui soci dell’associazione e sui volontari di Protezione Civile; b) fornire tramite corsi di formazione competenze ai soci disabili sull’utilizzo dei dispositivi informatici.

Metodologia e strumenti utilizzati Il progetto prevede il ricorso a strumenti informatici attraverso la crea-zione ed sistematizzazione di una banca dati.

Risultati attesi a) Realizzare un sistema in grado di fornire ai comuni e agli altri enti locali informazioni utili per la preparazione di Piani di Emergenza; b) consentire all’UNITALSI di individuare con lo stesso sistema i volontari con competenze specifiche utili in caso di emergenza; c) formare i soci dell’associazione all’uso dei mezzi informatici; d) facilitare l’accessibilità alle persone con disabilità ai sistemi informatici.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’esperienza ottenuta con tale progetto può essere trasferita a tutte le altre sottosezioni dell’As-sociazione.

“Lanciamo il futuro: dal consumismo al benessere sociale”

Ente Unione Nazionale Pro Loco d’ItaliaCodice F/2009/UNPLIArea di intervento Tutela e promozione dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e dei giovani Sostegno per favorire l’inclusione sociale alle persone in condizionidi marginalità o di disagio socio-economico Interventi per favorire la partecipazione delle persone anziane allavita della comunità e per garantire loro la dignità e la qualità della vita se incondizione di non autosufficienza Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti di prima e seconda generazione Sostegno ad iniziative in materia di pari opportunità e non discriminazione Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto L’attività dell’Associazione si è articolata in una serie di progetti sulle piccole lo-calità. In questi luoghi si è potuta verificare anche l’esistenza numerose problematiche sociali. Questo ha spinto l’Associazione a operare nella direzione di una tutela e salvaguardia del patrimonio rappresentato dalle molteplici espressioni antropologiche e culturali delle comunità locali. Il progetto prende inoltre spunto dallo sviluppo del nuovo indicatore di Benessere Interno Lordo che definisce la qualità della vita e il benessere socia-le effettivo in opposizione all’attuale indicatore PIL. Il progetto si prefigge dunque di stabilire ambiti operatici e possibili sviluppi di tali metodiche.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila, Teramo), Molise (Isernia), Basilicata (Potenza), Piemonte (Asti, Tori-no), Calabria (Reggio Calabria), Puglia (Lecce), Campania (Salerno), Sardegna (Olbia-Tempio), Emilia-Romagna (Forlì-Cesena), Sicilia (Trapani), Friuli (Udine), Toscana (Massa Carrara), Lazio (Roma), Trentino-Alto Adige (Trento), Liguria (Imperia, La Spezia), Umbria (Perugia), Lombardia (Mantova), Valle d’Aosta (Aosta), Marche (Macerata), Veneto (Belluno).

Obiettivi a) Implementare la raccolta e l’archiviazione del patrimonio culturale immateriale delle località selezionate; b) raccogliere tramite questionari dati ed esperienze relativi al modello di sviluppo BIL da inserire in una pubblicazione; c) realizzazione di un intervento in almeno una località per ogni regione italiana e di quattro interventi per l’Abruzzo; d) diffusione del progetto all’interno delle scuole medie ed elementari attra-

F/2009/UNPLI

278 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

verso ricerche e incontri; creazione di una classe laboratorio costituita da studenti di scuola elementare; e) realizzazione di un convegno finale di discussione dei risultati ottenuti.

Metodologia e strumenti utilizzati Nella fase di diffusione del progetto all’interno delle scuole elementari saranno utilizzate metodologie che prevedono un approccio graduale degli alunni ai valori del progetto, prima sotto forma di semplici favole, in seguito come storia del territorio. È previsto anche l’intervento degli anziani per illustrare antichi saperi (giochi, artigianato, etc…). “Nonni e computer” è la ricetta per rispondere a tanti problemi di tutti i giorni. Nel corso del progetto sarà creato un sito internet completamente interattivo dove sarà possibile seguire il progetto in ogni sua fase. Il social network Facebook sarà utilizzato attraverso la cre-azione di un gruppo a cui tutti potranno iscriversi e dove sarà possibile confrontarsi e scambiare informazioni e metodologie.

Risultati attesi a) Diffusione capillare dei valori rappresentati dal nuovo modello di sviluppo BIL; b) individua-zionedi possibili nuovi parametri che tengano nella giusta considerazione alcuni ambiti delle aree prioritarie di intervento in campo sociale; c) diffusione delle buone pratiche e delle metodologie che hanno portato in determinati luoghi a raggiungere obbiettivi significativi nel benessere sociale di tutta la comunità; d) elabora-zione di un modello di località ideali che potrebbe essere preso a esempio dai comuni italiani per l’elaborazione di progetti di sviluppo sociale sostenibili, anche in accordo con le indicazioni dell’Agenda 21.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità ---

“Cittadini attraverso lo sport”

Ente Unione Sportiva ACLICodice F/2009/US ACLIArea di intervento Sostegno per favorire l’inclusione sociale dei cittadini migranti diprima e seconda generazione

Descrizione del progetto Le politiche sull’immigrazione adottate dai governi difficilmente prevedono il ricorso allo sport come mezzo di inclusione e coesione sociale per i migranti di prima e seconda generazione, spesso ai margini della vita sociale. Il quotidiano e capillare lavoro dell’US Acli sul territorio nazionale evidenzia in-vece la presenza di gruppi sportivi composti da stranieri che risultano coesi ma isolati, gruppi spontanei che faticano a completare il percorso di inserimento nel Paese e che potenzialmente potrebbero rendersi volano di sviluppo dei processi di integrazione, anche esternamente al proprio gurppo.

Ambito territoriale Abruzzo (Teramo), Calabria (Cosenza), Campania (Benevento), Emilia-Romagna (Bologna), Friuli-Venezia Giulia (Trieste), Lazio (Roma), Liguria (Imperia), Lombardia (Milano, Como), Piemonte (Torino, Cuneo), Puglia (Bari), Sicilia (Palermo, Agrigento), Umbria (Terni), Veneto (Padova, Treviso).

Obiettivi a) Organizzare percorsi di sostegno per la nascita e la crescita di associazioni e società sportive che possano integrare attraverso lo sport tutti, anche i “ragazzi difficili”, attraverso un’accoglienza che non sia solo passiva; b) creare e aggiornare una banca dati dei percorsi e delle esperienze specifiche realizzate nei territori al fine di creare una rete tra le realtà associative US Acli impegnate in modo specifico su questi temi e di diffondere buone pratiche. Il lavoro svolto per la banca dati costituirà un’azione progettuale svolta in modo sinergico all’interno di quanto previsto dal progetto LINK presentato dalle Acli. È prevista una fase di monitoraggio e diffusione dell’impatto dell’iniziativa progettuale.

Metodologia e strumenti utilizzati Il sito dell’US Acli ospiterà uno spazio web riservato al progetto. Lo spazio

F/2009/US ACLI

279Parte seconda. Schede progettuali

web avrà funzione di vetrina informativa e canale di comunicazione provilegiato per l’utenza più ampia per interagire con lo staff progettuale.

Risultati attesi a) Diffusione nel tessuto sociale di una visione positiva e propositiva degli immigrati quali come soggetti portatori di elementi culturali positivi legati alla dimensione sportiva; b) promozione di una migliore comprensione dell’altro attraverso la coonoscenza diretta delle pratiche sportive e del tempo libero in uso presso i Paesi di provenienza degli immigrati; c) favorire l’integrazione sociale degli immigrati attraverso la stabilizzazione nei territori delle associazioni sportive che organizzano attività per cittadini e immigrati.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità Il progetto ha come suo fine quello di promuovere, stimolare e verificare sul campo una buona pratica e fare da “volano” per promuovere altre esperienze di gemellaggio e accompagnamento a migranti. Il fine dichiarato del progetto è che le attività di gemellaggio nascano all’interno del progetto e abbiano, successivamente alla fine dello stesso, una loro naturale prosecuzione nella quotidiana delle attività sportive territoriali.

“Stare insieme”

Ente VitattivaCodice F/2009/VitattivaArea di intervento Sostegno alla popolazione del territorio della regione Abruzzo colpita dal terremoto

Descrizione del progetto L’iniziativa vuole affrontare le problematiche di tipo psico-sociale insorte nei bam-bini che hanno subito l’evento sismico abruzzese del 2009. Lo scopo è di fornire l’occasione, gli strumenti e una prassi per il superamento del trauma psicologico di tale evento. L’iniziativa è composta da due momenti essenziali: l’azione di psicologi dell’infanzia per la valutazione e l’intervento di supporto al superamento delle paure; l’azione di uno specifico laboratorio tematico di gruppo all’interno del quale i bambini possano ripren-dere a “stare insieme” non solo per motivi ludico-ricreativi ma anche per pensare una nuova idea di vita che li liberi dalla paura del vissuto traumatico.

Ambito territoriale Abruzzo (L’Aquila).

Obiettivi a) Intervento sulla elaborazione del trauma e sull’eventuale disturbo post-traumatico in soggetti dai 6 agli 11 anni colpiti dal sisma; organizzazione di laboratori sul campo in materia di biodiversità; b) attività di ascolto e orientamento e di consulenza e assistenza psicologica ai bambini, alle famiglie e agli insegnanti; c) costituzione di una rete di unità operative sul territorio; d) realizzazione di ricerche e pubblicazioni sul tema del disturbo post-traumatico.

Metodologia e strumenti utilizzati Le attività didattiche sono caratterizzate da una forte impronta operativa e pongono il partecipante al centro della comprensione degli eventi. Saranno inoltre utilizzati strumenti di-dattici di tipo multimediale e interattivo e sarà realizzato un sito internet come sipporto alle attività previste.

Risultati attesi Evitare la cronicizzazione del trauma al fine di permettere al bambino e ai loro familiari di riprendere una progettualià di vita.

Aspetti innovativi ---

Trasferibilità L’esperienza produrrà nella fase di valutazione finale un documento di analisi di tipo quantita-tivo e qualitativo che rappresenterà un capitolo di azioni, metodo e risultati utili all’eventuale trasferimento dell’esperienza in possibili casi analoghi.

F/2009/Vitattiva

Parte terzaI CASI STUDIO

283Parte terza. I casi di studio

PREMESSA

1. Nota metodologica

L’approfondimento effettuato parte dall’individuazione di 4 casi studio tra i progetti finanziati dal Mini-stero del Lavoro e delle Politiche sociali ai sensi della Legge 383/2000 (art. 12 lettera D e lettera F) nel triennio 2007-09 che, dall’analisi delle schede progettuali presentate, sono risultati essere maggiormen-te significativi in termini di raggiungimento degli obiettivi ed innovatività dei contenuti. Per la selezione dei progetti è stata utilizzata un’apposita griglia di valutazione al fine di evidenziare alcune caratteri-stiche dei progetti presentati e approvati. In particolare si è considerata l’efficacia di questi attribuendo una valutazione su alcuni fattori che caratterizzavano (a) l’efficacia che il progetto dimostrava nei suoi intenti (b) l’impatto sui destinatari e sugli stakeholder (c) l’innovazione e la capacità di creare reti (d) la trasferibilità orizzontale e verticale.Le associazioni cosi individuate dal gruppo di esperti che ha valutato le schede progettuali risultano es-sere: ARCIGAY, AIAB, PARENT PROJECT, ADICONSUM. Per ogni singolo caso è stata condotta un’intervista approfondita volta a raccogliere caratteristiche operative della Associazione (struttura e reti) e l’impatto dei benefici sul territorio (destinatari, stakeholder).L’attività svolta nei mesi di luglio e settembre 2012 ha previsto l’individuazione degli attori-chiave rela-tivi a ciascuno dei progetti specifici cui rivolgersi per la fase di interviste; la predisposizione di una griglia omogenea e sintetica per comporre il questionario per le interviste agli attori-chiave al fine di assumere le informazioni dai referenti rispetto ai progetti candidabili come buone pratiche.Attraverso le interviste, (avvenute sia in presenza dei referenti, sia attraverso il contatto Skype), è stata parametrata la presenza degli elementi caratterizzanti. In particolare si è scelto di focalizzare i seguenti item: • l’efficacia delle azioni (in termini di raggiungimento degli obiettivi previsti)• l’orientamento all’innovazione e la capacità di “modellizzare” l’innovazione per consentire un’elevata

flessibilità e riproducibilità anche in contesti diversi• l’elevata qualità delle azioni e del processo di attuazione (che comprende quindi attività di analisi dei

bisogni, di monitoraggio e autovalutazione, di controllo della qualità)• la capacità di creare, valorizzare e rafforzare partnership con il coinvolgimento di nuovi attori (impre-

se, parti sociali, terzo settore, associazioni) sia a livello locale che multilivello (regionale, nazionale e transnazionale) per facilitare il mainstreaming orizzontale

• l’attenzione sin dalla fase di progettazione alle necessità di diffusione e il trasferimento delle espe-rienze e alla sostenibilità nel tempo attraverso il coinvolgimento e l’attivazione degli attori rilevanti e la diffusione delle azioni

• la capacità di coinvolgimento dei promotori/attuatori per facilitare il mainstreaming verticale;• le elevate competenze professionali dei promotori/attuatori, e le eventuali esperienze di partecipa-

zione a retiLa lettura aggregata dei dati emersi è stata effettuata attraverso lo strumento della SWOT Analisys (Strenghts, Weaknesses, Opportunities, Threats), come strumento di percezione del rapporto con le Isti-tuzioni e con le questioni legate al perseguimento della propria mission. L’utilizzo di tale strumento di analisi permette l’identificazione di tutti i fattori, siano essi positivi che negativi, che ogni associazione deve prendere in considerazione per effettuare un’attività sul territorio. Si è voluto infine affiancare a questo strumento un Tag Cloud, una tecnica che permette di rappresentare graficamente le parole maggiormente utilizzate in un testo – nel nostro caso le interviste dattiloscritte

284 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

– attribuendo una grandezza maggiore ai sinonimi più frequenti, anch’essa condotta in modo aggregato sull’insieme delle quattro interviste. Si auspica che gli spunti emersi da questa ricerca possano costituire un buon punto di partenza per offrire un quadro del rapporto tra il lavoro portato avanti dall’associazionismo e i benefici che ricadono sul territorio, anche al fine di poter meglio indirizzare la capacità di programmazione in questo ambito.

285Parte terza. I casi di studio

2. AIAB - Associazione Italiana per l’Agricoltura BiologicaProgetto “Agricoltura sociale e detenzione: un percorso di futuro”, anno 2007.

AIAB è una associazione di produttori, tecnici e cittadini-consumatori.AIAB è la messa in rete del movimento biologico e rappresenta prioritariamente gli interessi dei produt-tori biologici, attraverso la promozione dell’agricoltura biologica quale modello di sviluppo sostenibile, basato sui principi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse, rispetto dell’ambiente, del benessere animale e della salute di chi consuma. L’agricoltura biologica è, infatti, un modello di sviluppo per le cam-pagne italiane alternativo all’agricoltura industriale, capace di indirizzare in senso ecologico i comportamen-ti degli operatori e dei cittadini e, in particolare, il loro approccio al metodo di produzione e al consumo. Gli interessi dei produttori biologici riguardano gli interessi dei cittadini-consumatori ed esaltano il ruolo e la funzione dei tecnici specializzati in agricoltura biologica.

Riferimenti anagrafici:AIABvia Piave, 14 - 00187 Romaemail: [email protected] - Tel: 06/45437485 - Fax: 06/45437469sito http://www.aiab.it

Intervistadata: 19 luglio 2012Referenti: Anna Ciprioni (Responsabile Agricoltura sociale); Livia Ortolani (Comitato Scientifico).

Descrizione dell’Associazione e della mission.Siamo una associazione di promozione sociale con l’obiettivo della produzione del biologico in termini non solo di metodo produttivo, ma anche culturale, quindi anche in riferimento agli stili di vita. Siamo diffusi sul territorio nazionale e siamo presenti in 18 Regioni. Siamo un società federale, nel senso che ogni Regione ha la sua autonomia finanziaria e amministrativa, pur rispettando le regole generali. Ci occupiamo di una serie di iniziative, in particolare della rappresentanza nella tutela degli interessi dei consumatori biologici, abbiamo rapporti con il Ministero e siamo dentro ad associazioni internazionali, una è l’IQUAM e l’altra è la Via Campesina.

Quali sono le principali attività?AIAB nasce negli anni ‘80 dall’idea di alcuni produttori che iniziano a discutere su regolamenti e norma-tive intorno al tema del biologico e alla sua standardizzazione. Queste organizzazioni in giro per l’Europa hanno contribuito ad avere una normativa europea sull’agricol-tura biologica. AIAB è stato uno dei primi organismi con il compito di certificazione del biologico, questo fino al 2000, dopo di che si è fatta la scelta di abbandonare il ruolo di organismo di controllo, attribuendo quest’ultimo all’ICEA, muovendosi più sulla promozione sociale perché c’era sovrapposizione; di fatto l’o-peratore agricolo non può essere controllato e contemporaneamente controllare, quindi l’idea è stata di creare l’ICEA come organismo di certificazione da cui siamo totalmente indipendenti. AIAB è diventata APS, occupandosi di promozione culturale e assistenza ai produttori, oltre che di rappresentanza politica. Evoluzione che ha determinato un nuovo modo per le risorse di essere gestite. È stata totalmente staccata dalla parte di controllo, gestita ora da privati. AIAB non fa attività di commercializzazione, ma di promo-zione di tale attività attraverso i produttori, la filiera corta, la vendita diretta. AIAB è un’associazione sen-za fini di lucro. Una volta che abbiamo fatto un progetto, noi non vendiamo e non acquistiamo, facciamo

286 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

delle vetrine telematiche dove mettiamo gli indirizzi dei produttori. Attività molto importanti sono quelle delle campagne di promozione: abbiamo due campagne a livello nazionale, una in città che è la Biodo-menica (la prima domenica di ottobre), con mercati di produttori biologici aperti contemporaneamente in tutte le città italiane; l’altra la Primavera biologica in cui sono le aziende ad aprire le porte ai consumatori. Accanto a questo si fa tutta un’attività di ricerca nazionale e internazionale legata alla promozione di un determinato approccio all’agricoltura biologica. A livello internazionale noi rappresentiamo l’Italia in network internazionali, con la Via Campesina e con l’IQUAM, così anche nei progetti di ricerca in cui ci sono network universitari. Raccogliamo dati, raccogliamo campioni. Nel 2006/2009 ci siamo occupati del coordinamento del progetto Rewine, un progetto sul vino perché il vino è entrato per ultimo nel biologico, un tema che è stato alla base della discussione politica sul nuovo regolamento. Anche con il Ministero dell’agricoltura facciamo attività di ricerca.

Chi sono gli organismi associati alla rete AIAB?Aziende agricole, private e anche consumatori. In questa evoluzione da organismo di controllo ad asso-ciazione, abbiamo incluso anche la possibilità di soci - consumatori, noi associamo tutto il mondo che è interessato al biologico fatto in una certa maniera. Attraverso i progetti elaboriamo idee e le proponiamo ai nostri associati. Le nostre campagne si rivolgono ai produttori, ai tecnici, ai consumatori. Il settore è in crescita soprattutto negli ultimi 10 anni: oggi un’azienda agricola apre le porte ai consumatori, 10 anni fa questo già si faceva ed era un’idea innovativa. Noi continuiamo a farlo anche oggi perché comunque è legato alla produzione e molte aziende nascono da queste proposte. I nostri progetti ci consentono di elaborare idee da proporre ai nostri associati, che possono anche riguardare le tecniche agronomiche. Lavoriamo tantissimo sul tema delle semenze, della selezione per l’agricoltura biologica, un tema molto sentito perché in Italia non ci sono molte ditte sementiere certificate, così i produttori per prendere una semenza certificata comprano dall’Olanda. Ma non essendosi adattata al nostro clima, dal punto di vista agronomico questo crea dei problemi. Ci occupiamo di questo tema sotto diversi punti di vista, stando dietro anche all’aspetto normativo.

Quali sono i principali enti con cui collaborate?Ministeri, Università, Enti locali. Un esempio riguarda la promozione dell’agricoltura biologica nei parchi da un punto di vista ambientale, per usare l’agricoltura biologica come metodologia agricola all’interno delle aree protette. Sembra una cosa scontata, ma non lo è perché c’è una richiesta sulla legge, ma in realtà non è vincolante per i produttori. Abbiamo anche lavorato molto sulla promozione del biologico nelle mense scolastiche, attraverso azioni all’interno di progetti più grandi. Il ruolo nostro è quello di far passare il modello dell’agricoltura biologica, un modello organizzato in maniera diversa da quello industrializzato, il nostro modello mette al centro l’uomo e l’ambiente. Nell’agricoltura industriale il produttore ha solo rapporti in verticale con i commer-cianti, compra i semi dalla multinazionale, fa la tua attività, senza tener conto in alcun modo dell’am-biente. L’agricoltura biologica invece promuove la produzione locale e il territorio. L’azienda biologica si basa sull’idea di avere molte produzioni integrate tra di loro, l’idea migliore sarebbe quella di avere anche gli animali. Noi abbiamo un’idea di sviluppo del territorio tramite le reti e l’organizzazione di network e sviluppo dell’ informazione, la multifunzionalità è l’unico modo per la sostenibilità. Questo modello sta avendo successo culturalmente. Siamo stati fra i primi a progettare reti di fattorie didattiche. Noi siamo l’unica associazione specializzata su questo, il punto di riferimento più aggiornato sul tema, naturalmente ora ci sono altre realtà che se ne occupano perché l’argomento è culturalmente molto sen-tito e cresciuto.

287Parte terza. I casi di studio

Le Regioni, anche se l’interesse al biologico varia da regione a regione, a seconda della sensibilità o meno al tema. Recentemente sono andata a Macerata a fare un incontro, qui ho scoperto che alla mensa dell’Università è tutto biologico, neanche l’ AIAB delle Marche lo sapeva. Questo è potuto accadere perchè nelle Marche c’è una sensibilità notevole verso il biologico.[…] Abbiamo creato la rete delle fattorie biologiche, individuando 107 cooperative sociali biologiche cer-tificate, abbiamo fatto quasi un censimento. L’anno successivo siamo andati avanti su questa linea per capire l’efficacia dell’impiego in agricoltura per i soggetti svantaggiati, con un progetto nel 2006 e un altro nel 2008.Anche su questo abbiamo individuato una serie di procedure e protocolli perché per fare l’agricoltura sociale è necessario avere un rapporto con un ente inviante, può essere una Asl, un Comune o le scuole. Abbiamo fatto “Compro bio” e “Compro etico” per capire le potenzialità sul mercato della domanda dei consumatori, mettendo in rete le aziende. Poi un progetto negli Istituti minorili. Tutti progetti sono spe-rimentali nel senso che non esiste a livello statistico alcun dato su quante siano queste realtà che fanno agricoltura sociale, esiste solo un dato dell’istat sulla cooperazione sociale, ma non è completo. Tutti i progetti fatti con il Ministero del lavoro in realtà sono progetti pilota.[…] Sull’agricoltura sociale nel 2010 abbiamo aggiornato un’indagine in cui sono state individuate più di 200 aziende rispetto alle 107 cooperative sociali biologiche certificate, con l’INEA, l’Istituto nazionale di economia agraria. Si tratta di un’indagine piuttosto approfondita, su quali servizi offrono, che tipo di soggetti svantaggiati sono coinvolti. Questo studio lo abbiamo diffuso alla rete dei nostri rapporti pro-fessionali, sia quelli scaturiti da un primo censimento fatto con il Ministero del lavoro che riguardava la costruzione di una rete, sia ad altri contatti che nel frattempo si erano stabiliti, anche ad alcune realtà sommerse che lavorano sul territorio, che già esistevano, ma che dovevano emergere, cercando in tal modo di creare una rete di soggetti aventi linee operative comuni. La caratteristica di queste realtà è che pur essendo aperte, non sono collegate tra di loro. In Emilia ci sono cooperative con terreni contigui, ma che non si sono mai incontrate. Sono realtà abituate ad arrangiarsi da sole, a sobbarcarsi dei problemi, in cui l’idea dell’auto-rappresentanza non c’è. Molte di queste realtà sono nate negli anni ’70 dopo Basaglia, realtà chiuse e aperte contemporaneamente, aperte con i loro interlocutori, ma chiuse con la cittadi-nanza. Quindi il nostro lavoro è stato quello di creare delle reti collaborative, anche a livello segretariale. Descrizione del Progetto e delle sue potenzialità.Importante è stato soprattutto il fatto che il progetto abbia suscitato interesse, aldilà dei numeri che si sono registrati. Il rapporto tra agricoltura e carcere è antichissimo, anche se all’inizio era da considerarsi una doppia pena per i detenuti perché erano lavori pesanti di bassa manovalanza. Quando sono state chiuse le colonie nel ‘900 questa attività era decaduta, prima invece era considerato un ambito importan-te: il Ministero della giustizia utilizzava un proprio gruppo di agronomi. AIAB ha fatto un lavoro per cercare di capire l’attività in corso in 205 istituti penitenziari sul territorio na-zionale. Poi abbiamo cercato di vedere le aziende agricole biologiche che accoglievano a lavorare detenuti in articolo 21, che possono quindi uscire durante la giornata. All’inizio del 2000 il Ministero dell’agricoltu-ra aveva cercato di rilanciare l’attività agricola biologica. Abbiamo raccolto testimonianze, fatto incontri, organizzato una giornata di studio all’interno del carcere di Milano Opera coinvolgendo magistrati di sorveglianza, direttori e detenuti. Ci sono voluti tre mesi per organizzare questo incontro. In Sardegna con le colonie penali, abbiamo fatto un progetto di conversione al biologico perché in genere nelle carceri non usano i prodotti di sintesi chimici perché è pericoloso. L’AIAB ha fatto un lavoro di assi-stenza tecnica e di tutoraggio per la certificazione del biologico. Nel minorile abbiamo creare un orto pensile al centro di prima accoglienza di Roma. A Bergamo abbiamo

288 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

realizzato un progetto importante, finanziato dal Ministero dell’agricoltura, con una formazione di 400 ore e l’assunzione di 9 detenuti in una cooperativa che ha collaborato con noi in borse lavoro. È finito nel 2010. A lavorare in carcere sono pochissimi, il 22% dei soggetti, impiegati soprattutto in lavori domestici. Sono pochi quelli che lavorano in agricoltura, solo il 3%. Tale dato è comunque in linea con la tendenza gene-rale del mercato del lavoro agricolo. In un istituto penitenziario, ad esempio Rebibbia femminile, lavorano in agricoltura non più di 2-3 persone. I nove assunti grazie al nostro progetto quindi sono tantissimi. Il finanziamento dell’assunzione è venuto dal Ministero della giustizia quello per la formazione del Mini-stero dell’agricoltura. Un’azienda privata di cosmetici ci finanzierà in autunno per impiantare un uliveto nel carcere di Casal del Marmo. Sempre col Ministero del lavoro parte a settembre “Ricomincio dal bio” un’attività di formazione per giovani in 5 istituti penitenziari e una comunità di accoglienza sempre per persone condannate che non sono obbligate a stare in carcere.[…] Questo progetto è quello che ci ha dato più soddisfazioni. La difficoltà è stata la burocrazia, conci-liare l’attività produttiva con la sicurezza è uno dei punti deboli che riguarda ogni attività in carcere. Per entrare e uscire, c’è tutta una procedura, dei tempi per ottenere i permessi necessari. Abbiamo comunque trovato una disponibilità enorme perché è un mondo chiuso e anche gli operatori hanno bisogno di re-lazioni. Ci hanno messo in contatto con persone straordinarie, soprattutto con donne, con le direttrici di questi istituti. Abbiamo riscontrato più realtà legate all’agricoltura di quanto ufficialmente dicano i loro dati. Noi ne abbiamo stimate una cinquantina, loro circa quaranta. Questo perché l’indagine è stata fatta sul campo, quindi abbiamo visto l’orto che nasceva in quel momento o magari per iniziativa di un educa-tore che è anche agronomo. Abbiamo trovato più realtà che poi a loro volta hanno registrato nei loro dati.[…] A novembre organizzeremo nell’ambito del Progetto internazionale Maie, un meeting a Roma fina-lizzato a costruire un percorso formativo. per l’accreditamento, con un seminario conclusivo. La durata è di tre anni, si conclude l’anno prossimo con un campo estivo di una settimana per produttori agricoli in Portogallo. Poi è stato fatto un expert test in cui ci siamo noi con la nostra agricoltura sociale. Continuano a chiederci materiale; il Ministero dell’agricoltura utilizza i nostri dati nella sua Rete rurale nazionale, una struttura che serve per promuovere lo sviluppo del rurale attraverso un sito, un magazine. Nell’ultimo numero monografico sull’agricoltura sociale, sono stati pubblicati alcuni dati emersi grazie al nostro progetto.

289Parte terza. I casi di studio

3. Associazione Parent project

Parent Project onlus è un progetto nato da genitori con figli affetti da Distrofia muscolare Duchenne e Becker. Dal 1996 lavora per accelerare il raggiungimento di una terapia ed insieme garantire e diffondere le migliori opportunità di trattamento necessarie a far crescere la qualità della vita dei ragazzi affetti da tale patologia.Il suo impegno è rivolto a restituire speranza e fiducia alla comunità Duchenne e Becker.Parent Project è Socio Fondatore dell’UPPMD (United Parent Projects for Muscolar Dystrophies Ltd.) una federazione internazionale nata per diffondere le corrette procedure di terapia e per finanziare la ricerca scientifica.Informare e sostenere, anche psicologicamente, le famiglie, promuovere ed incentivare la ricerca scien-tifica per sconfiggere la Distrofia Muscolare Duchenne e Becker rappresentano le attività principali dell’associazione. Parent Project onlus è iscritta al Registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale dal Novem-bre 2005, ai sensi dell’art.2, 3°comma, del D.M. 14 novembre 2001, n. 471, in attuazione della legge n. 383/2000. Tale iscrizione consente all’associazione di stipulare convenzioni con lo Stato, per lo svolgi-mento di attività connesse agli scopi istituzionali e presentare progetti sperimentali o che assicurino il sostegno ad iniziative formative e di informatizzazione.Inoltre, le amministrazioni possono concedere in comodato beni mobili ed immobili di loro proprietà alle associa-zioni di promozione sociale, per lo svolgimento di manifestazioni e iniziative temporanee.

Riferimenti anagrafici:Parent Project Via Aurelia, 1299 00166 Roma tel 06.66182811fax 06.66188428 email [email protected]; [email protected] http://www.parentproject.org

IntervistaData: 6 settembre 2012Referenti: Filippo Buccella (Presidente); Barbara Sarro (sostituisce Francesca Buontempi responsabile dei progetti).

Descrizione dell’Associazione e della mission.La mission della nostra associazione è articolata in due canali tematici: finanziare la ricerca scientifica per sostenere progetti che possano portare a una terapia della distrofia muscolare di Duchenne e Becker; dare supporto alle famiglie attraverso il supporto alla vita quotidiana, all’integrazione nella società, alla difesa e alla tutela dei diritti per l’ottenimento dei supporti sociali e sanitari che già esistono. Dalla legge abbiamo avuto strumenti più professionali per poter portare avanti la nostra mission, strumen-ti generati grazie ai progetti che sono stati fatti con il Ministero del lavoro e che ci hanno messo in condizione di fare meglio il nostro lavoro, ma è esattamente quello che facevamo prima. Siamo nati con determinati scopi e continuiamo a fare esattamente questo.[…] La formalizzazione di quello che già facevamo attraverso la progettualità e la verifica di questa pro-gettualità a fine progetto ci ha consentito di formalizzare tutte le nostre azioni, ovviamente svolgerle

290 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

meglio, implementarle, farle crescere e aumentare quindi le possibilità di fare rete, di collaborare e di arrivare alla erogazione dei servizi che noi ci siamo sempre riproposti.

Quali sono le principali attività?È stato possibile realizzare le attività le “grazie” alla l. 383 perché altrimenti da soli non saremmo riusciti a farlo. Noi abbiamo sempre fatto il grosso sforzo di mantenere la progettualità che abbiamo con il Ministero all’interno della nostra mission. Forse l’unico grosso cambiamento, ma neanche un cambiamento, è che comunque quello che facciamo per la nostra patologia, che è estremamente ristretta, cerchiamo sempre di proporlo come modello per le patologie simili, ma questo lo abbiamo sempre fatto sin dalla nascita della nostra associazione. […] Un ulteriore fattore normativo intervenuto nel processo di crescita della vostra attività è senz’altro il 5 per mille, certo, speriamo lo mantengano.Qual è il peso delle APS nel processo di costruzione ed erogazione dei servizi di welfare, e – nello spe-cifico qual è il ruolo assunto dall’associazioni di promozione sociale nella definizione degli assetti del cosiddetto “welfare a rete”?Fondamentale. Di sicuro oggi le APS hanno un’occasione e nello stesso tempo un compito che gli viene comunque delegato dal Ministero, di frapporsi tra i bisogni dei cittadini e la possibilità dello Stato di intervenire nei confronti di tali bisogni. È un ruolo estremamente complesso e quindi per le associazioni è un momento assai delicato soprattutto perché secondo noi c’è un grosso spazio in questo momento per noi. L’approccio da parte del nostro sistema di welfare però è ancora complesso: da una parte ci considera partner, dall’altra non si fida di noi. Ci viene richiesta una quantità di burocrazia, di documentazione che di fatto limita leggermente la quantità di azioni che possono essere portate avanti perché la produzione cartacea richiesta è elevatissima, probabilmente un 20-30 % delle nostre risorse sono destinate a ottem-perare a tutte queste burocrazie.

A livello territoriale, quali sono i vostri principali interlocutori?Di fatto abbiamo progetti con le scuole, sicuramente tra i partner più sensibili. Di solito anche relazioni importanti con le strutture sanitarie, le Asl, le Università e centri di ricerca. È più difficile trovare colla-borazioni che non siano semplicemente patrocini con Comuni, Regioni e Province. A questo livello c’è un’adesione più che altro formale. Le reti vere e proprie le attiviamo con le scuole, le strutture sanitarie, le Università e gli istituti di ricerca, con i quali riusciamo ad approfondire il grado di coinvolgimento dei soggetti implicati. […] I servizi sono proprio condivisi. Nella Regione Marche abbiamo siglato un protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico grazie al quale diamo consulenza sull’integrazione scolastica; lo stesso con la Regione Piemonte, dove abbiamo firmato un protocollo di intesa con un’azienda sanitaria. Non ci servono i grandi numeri, la nostra infatti è un’associazione che si occupa di una malattia rara. Intervenendo su un singolo territorio, noi riusciamo a erogare un servizio a livello nazionale. Abbiamo bisogno di specializzazione, ma limitata nella parte numerica. Quindi la rete attivata in Piemonte e nella Marche ci ha permesso di erogare un servizio nazionale.In Piemonte, dove abbiamo questa collaborazione molto forte con la Asl regionale, è stato siglato un protocollo di intesa che vale non solo a livello regionale, ma anche nazionale. I ragazzi vengono seguiti a livello nazionale dal Piemonte che fornisce loro tutte le risposte a ogni loro necessità. […] Ci sono elementi di innovatività, soprattutto rispetto agli strumenti utilizzati, privilegiando in modo particolare la rete internet in modo che l’accesso fosse semplificato al massimo per tutti. […] Quest’anno abbiamo realizzato nella parte del bilancio sociale, la possibilità di farne uno online, quin-

291Parte terza. I casi di studio

di i nostri stakeholder possono essere intervistati in maniera remota attraverso il sito web. Tutte queste testimonianze vengono poi raccolte, analizzate e vanno a diventare fonte del bilancio sociale. Lo abbiamo fatto contemporaneamente al bilancio sociale “reale”, alla fine verificheremo i due risultati per vedere se è un metodo utilizzabile. Se lo fosse, sarebbe più semplice farlo in maniera produttiva, avendo il massimo numero di stakeholder che partecipano. Lo stesso lo abbiamo fatto per esempio nel progetto di integra-zione scolastica e lavorativa dei ragazzi con la Duchenne, utilizzando delle Commissioni di valutazioni in remoto che realizzano un portfolio per i ragazzi interessati a lavorare, in cui vengono registrate tutte le loro competenze. Lo abbiamo fatto sia con il metodo “reale” che “virtuale” in modo che se il metodo funziona, poi possono essere fatte delle valutazioni in remoto, abbattendo in tal modo gli spostamenti di famiglie che hanno il figlio in carrozzina a 20 anni, il cui spostamento per effettuare il colloquio diventa complicato.[…] Protocolli con l’Università di Ferrara e altre Università sono serviti a dare la possibilità alle circa 20.000 persone che ruotano attorno alla nostra associazione di poter accedere a informazioni che prima mancavano. Un lavoro molto importante che stiamo facendo ad esempio è sugli ausili per la riabilitazione e sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Per esempio sulle case c’è un servizio di consulenza da parte della Facoltà di architettura di Ferrara, accessibile attraverso la nostra rete informativa, in grado di mettere a disposizione degli utenti tutte le competenze dell’ateneo. […] Ci sono aziende che ci sostengono e che vengono intervistate per poter dare un’opinione sulla nostra associazione, su quanto si sentano rispettati nella loro collaborazione con noi, quali siano le loro aspet-tative. Una forte collaborazione c’è stata con l’Istituto Vaccari di Roma che ha una storia di integrazione scolastica molto antica. La loro collaborazione con noi e con la Regione Marche ha permesso di creare delle linee guida che sono state poi distribuite a circa 4000 istituti scolastici in Italia. Credo che questa sia l’esemplificazione delle collaborazioni di rete che noi abbiamo. È stata anche una sperimentazione molto proficua. Siamo passati attraverso la conferenza di Eriksson che ci ha consentito di arrivare a 4000 istituzioni scolastiche con le linee guida che sono state individuate per l’integrazione scolastica che ov-viamente sono state pensate guardando al Duchenne ma che di fatto sono poi estese direttamente dagli insegnanti a tutti i bambini con disturbi di deambulazione. Le nostre linee guida sono state quindi utiliz-zate per tutte le malattie in cui c’è una compromissione neuromotoria. […] Purtroppo non c’è una visione omogenea sul territorio nazionale, tutto dipende dalla volontà delle persone di collaborare, tutto è in mano alle persone. Dove abbiamo trovato terreno fertile, le reti si sono sviluppate. Manca una governance a livello locale.[…] Noi speriamo siano la corrispondenza tra le aspettative della comunità per la quale lavoriamo e i risultati che otteniamo. Di fatto per noi quella è l’unica valutazione di eccellenza il fatto che con la nostra attività riusciamo a soddisfare le aspettative della nostra popolazione di interesse. A quanto pare finora ci siamo riusciti perché comunque la collaborazione con la scuola che si è dimostrata più sensibile dall’ini-zio, ha dato ottimi risultati. Rispetto a problemi che si affrontavano dieci anni fa con le scuole, oggi è più semplice cercare delle soluzioni soprattutto perché esistono degli strumenti.

Descrizione del Progetto e delle sue potenzialità.Abbiamo avuto due progetti nel 2010, due nel 2011 e due quest’anno. Per il 2011 “Diritti verso l’autono-mia” e “Mission is possibile”. L’innovatività in questi due progetti è simile e riguarda il voler trasferire a tecnologie informatiche delle metodologie che invece prima non lo erano, questo perchè consentono in una popolazione in cui la mobilità è fondamentale, di abbattere i problemi legati alla necessità di spo-stamento.[…] Queste tecniche possono essere utilizzate da tutti, il bilancio sociale online una volta che funziona

292 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

e che diventa una tecnica convalidata, può essere utilizzata da tutte le associazioni se vogliono, non è legata all’attività che facciamo noi. Potrebbe essere anche multilingue.[…] Il nostro progetto sulla realizzazione di un portfolio sulle competenze dei ragazzi è uno strumento che consente di creare un incrocio tra offerta e domanda in maniera più produttiva di quanto sia stato fatto fino ad ora. Non dimentichiamoci che tutte le leggi sull’occupazione dei disabili sono state solamente utilizzate per coprire in maniera formale una necessità burocratica. Ci raccontano dalle Asl che arrivano telefonate come ad esempio “Hai un disabile che mi serve perché mi obbligano ad averne uno, no il cieco non lo voglio..”. Siamo a questo livello. Noi auspichiamo un approccio più civile in cui le persone vengo-no valutate per le loro competenze, dove il disabile non venga preso perché lo dice la legge, ma perché rappresenta una risorsa fondamentale lavorativa che può comunque portare qualcosa alla tua azienda perché è una persona con la P maiuscola.[…] Senz’altro ci siamo allargati notevolmente, prima di iniziare a progettare con il Ministero sicuramente eravamo un decimo rispetto a oggi, anche sviluppo locale perché comunque abbiamo sostenuto e man-tenuto le nostre sedi locali che sono le nostre diramazioni in cui è possibile creare una comunità e fornire servizi a livello territoriale. […] Poco, sempre troppo poco rispetto a cui davvero abbiamo bisogno, ma ci aiuta ad avere interlocutori che considerano il lavoro che abbiamo fatto in questo ambito. Vorremmo più fiducia da parte del Ministe-ro, che i controlli siano fatti a posteriori. Meno burocrazia, meno paletti iniziali, se no tra piani preventivi, piani quindicinali, abbiamo una produzione ingente di documentazione cartacea che rallenta di fatto le nostre attività. I controlli vengano fatti dopo.

293Parte terza. I casi di studio

4. AdiconsumProgetto ”Badanti informate, famiglie protette”, anno 2009.

Adiconsum è un’associazione di consumatori con oltre 149.375 associati costituita nel 1987 su iniziativa della CISL. È presente su tutto il territorio nazionale, con sedi locali, provinciali e regionali ove i propri operatori, i propri volontari ed i propri dirigenti forniscono assistenza e tutela individuale e collettiva ai consumatori ed alle famiglie.Adiconsum negozia e concerta condizioni di difesa individuale e collettiva dei consumatori per l’elimi-nazione delle vessazioni, delle pratiche commerciali scorrette, delle truffe che le persone e le famiglie quotidianamente subiscono da aziende senza scrupoli.Adiconsum lavora in stretta sinergia con le Authority e con le Istituzioni che hanno la tutela del consu-matore come propria missione.Adiconsum pone al centro del proprio agire: la formazione, l’informazione, la conciliazione paritetica dei contenziosi tra consumatori ed aziende e le buone pratiche quali strumenti di difesa e di riscatto dei consumatori.

Riferimenti anagrafici:AdiconsumViale Degli Ammiragli n. 91 00136 Romatel. 06 4417021email [email protected] http://www.adiconsum.it

IntervistaData: 14 settembre 2012Referente: Flavio Biondi (responsabile del progetto)

Descrizione dell’Associazione e della mission.Purtroppo l’effetto della crisi ha portato l’associazione ad occuparsi sempre più di problematiche legate al sociale, e sempre più in maniera drammatica. […] Il gruppo di operatori che lavorano nella struttura associativa diffusa in modo capillare su tutto il territorio nazionale attraverso la presenza di circa 300 sportelli, ha acquisito nel corso di questi anni una notevole esperienza e cultura su numerose tematiche relative alla difesa dei diritti del cittadino, riguardo ai rapporti con le imprese di servizio e produttrici di beni di consumo ecc. che ha permesso di gestire le centinaia di pratiche che ogni anno vengono gestite presso le nostre sedi. L’assistenza ai cittadini consumatori negli sportelli territoriali è realizzata da qua-dri volontari i quali, pur avendo acquisito una formazione attraverso l’esperienza sul campo, anche in considerazione della continua evoluzione legislativa sul consumo dovuta alle nuove direttive europee, necessitano di continuo aggiornamento e formazione. In conseguenza di ciò, l’operatività sul territorio dei volontari e degli operatori, si sta sempre più connotando di una conoscenza multidisciplinare che rende sempre più necessario un aggiornamento continuo ed approfondito.[…] La struttura si è dovuta adattare alle nuove esigenze e anche a far fronte alla mancanza progressiva di finanziamenti.

Quali sono le principali attività?Adiconsum, a partire dal 2009 ha realizzato 7 progetti in risposta a questi bandi, 2 dei quali sono in corso d’opera:

294 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

• seminario di formazione su consumo responsabile e accesso alla giustizia e realizzazione di una banca dati online su promozione sociale e diritti dei consumatori (annualità 2008)

• badanti informate, famiglie protette (annualità 2009)• formare per informare (annualità 2009)• linea terza età, insieme contro la povertà (annualità 2010)• training in progress (annualità 2009)• social networking (annualità 2010) - in corso• lavoro sicuro (annualità 2010) - in corso

Il livello di professionalizzazione e specializzazione dei servizi offerti è mutato. Ci siamo dovuti specializ-zare molto nei settori più delicati come il sovra-indebitamento e l’assistenza alle fasce più deboli.Oltre allo sportello in orari prestabiliti, organizzano iniziative locali nelle piazze o all’interno di fiere ed av-venimenti, organizzano incontri con le scuole anche per la formazione dei docenti, incontri con le istituzioni.

A livello territoriale, quali sono i vostri principali interlocutori?Siamo contattati oltre che dai consumatori singoli anche da piccoli imprenditori e professionisti in soffe-renza quindi i settori di intervento sono piuttosto ampi dal settore strettamente economico a quello più logistico e di organizzazione.[…] Soprattutto con i comuni e le province diamo know-how e sostegno alle loro iniziative formando i loro operatori e aiutandoli nell’approccio al mondo consumeristico in chiave istituzionale.Abbiamo aperto sportelli antiusura con la Provincia di Roma o con i comuni finanziati dalla Regione Lazio. Incontri con i condomini nel nord-Italia per il risparmio energetico e il risparmio in bolletta. Descrizione del Progetto e delle sue potenzialità.La creazione di strumenti utili e innovativi per l’aggiornamento continuo degli operatori e maggiore in-formazione per i consumatori, quali conference call, network, banche dati e web tv. La conference call ha reso inoltre possibile attivare corsi di aggiornamento e di formazione in e-learning, ha migliorato il livello di assistenza attraverso corsi di formazione.Abbiamo raggiunto un notevole numero di utenti a cui è stato possibile fornire informazioni e strumenti per essere cittadini più consapevoli dei propri diritti di consumatori. Ciò ha permesso di fare una raccolta di dati utili per approfondire le tematiche oggetto delle iniziative, da dibattere con le istituzioni, al fine di trovare soluzioni alle problematiche rilevate.[…] Le sinergie con le altre realtà - Associazioni che operano nel sociale anche blasonate [ndr] - sono sempre molto faticose, ognuno tende a conservare il proprio giardino senza avere veramente la volontà di condividere.[…] Già ci applichiamo per la trasferibilità di progetti, abbiamo progetti comunitari in atto sull’inclusione dei soggetti diversamente abili anche sui temi della sensibilizzazione ed educazione finanziaria, questo scambio di informazioni tra livello nazionale ed europeo crediamo sia molto utile per individuare le buone pratiche sia per l’Europa, ma anche per portare nel nostro paese sensibilità e modalità operative poco conosciute. Capita spesso che ci siano sinergie con la Commissione Europea in tal senso, anche perché Adiconsum gestisce il Centro Europeo Consumatori che è una rete informativa della Commissione europea che lavora in sinergia con tutte le altre reti nazionali ed europee presenti. […] sicuramente è importante ribadire che l’azione deve essere non limitata ad un livello nazionale e territoriale ma essere condivisa e scambiata anche con il livello europeo.

295Parte terza. I casi di studio

5. Associazione ArcigayProgetto “Interventi formativi e di creazione di rete per i telefoni Amico Arcigay”, anno 2007

L’Arcigay - Associazione lesbica e gay italiana è un’associazione di promozione sociale, costituitasi come associazione locale a Palermo nel 1980 e, a livello nazionale, a Bologna nel 1985. Si prefigge come scopo sociale quello di tutelare i diritti LGBT in Italia. Al 2009 l’Arcigay dichiara 182.764 associati.L’associazione ha sede a Bologna ed è strutturata in circoli su tutto il territorio nazionale; il suo presi-dente è, dal 2010, Paolo Patanè.L’associazione, attraverso i comitati provinciali, le associazioni affiliate ed i comitati promotori, offre • differenti tipi di servizi:• tutela giuridica;• prevenzione, informazione, e sensibilizzazione contro AIDS e malattie sessualmente trasmissibili;• socializzazione;• prevenzione e lotta al bullismo;• attività culturali.

Riferimenti anagrafici:Associazione ArcigayVia Don Minzoni 18 40121 Bolognatel. 051.0957200email [email protected] sito www.arcigay.it

IntervistaData: 25 settembre 2012Referente: Rosario Murdica. Responsabile area progetti.

Descrizione dell’Associazione e della mission.La nostra mission è legata a quei processi di avanzamento della conquista dei diritti della comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans). Arcigay è un’associazione che promuove e tutela il diritto all’uguaglianza tra ogni persona, sia essa gay, bisessuale, lesbica, transessuale o eterosessuale. L’associazione è organiz-zata attraverso una sede nazionale e i comitati territoriali, unità locali di lavoro diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Rispondiamo a bandi le cui tematiche sono finalizzate alla realizzazione della totale parità tra individui, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. […] Innanzitutto la legge 438/1998 con i contributi statali a favore delle associazioni nazionali di pro-mozione, e naturalmente la 383/2000 che ha aperto un’ulteriore linea di finanziamento. Riuscire a ri-spondere bandi ministeriali, a presentare dei progetti e a superare i complessi controlli ministeriali sulla loro rendicontazione è il frutto di un lungo percorso della nostra associazione da qualche anno. La 383 è una grande legge che dà l’opportunità di svolgere attività di ricerca, di misurarsi con altre realtà su grandi temi. Soprattutto dà l’opportunità alla nostra associazione di realizzare lavori ad ampio spettro, permettendo una maggiore sinergia con i livelli territoriali attraverso un’azione di sistema che permette di far partire un progetto sia al Nord, che al Centro o al Sud, permettendo ad esempio che il socio che sta a Cosenza possa partecipare alla stessa attività formativa del socio di Milano. Importanti elementi di innovatività con la L.383, ma anche una notevole pesantezza burocratica, un “mondo faticoso”, un

296 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

iter amministrativo complesso quello della rendicontazione dei progetti in cui sono coinvolte moltissime risorse, costituite in larga parte da volontari.

Qual è il peso delle Aps nel processo di costruzione ed erogazione dei servizi di welfare, e – nello specifico qual è il ruolo assunto dall’associazioni di promozione sociale nella definizione degli assetti del cosiddetto “welfare a rete”.Partendo dalla forza propulsiva della l.383, la costruzione delle reti è stata fondamentale. Enti pubblici e ministeri finanziano progetti specifici che ci vedono impegnati con diverse associazioni che come noi lavorano con tematiche contro la discriminazione, ad esempio l’associazione Telefono rosa, le Acli o il Telefono azzurro. Il peso delle APS è soprattutto un problema di governance, ma è anche una questione di sensibilità e interesse al tema, laddove Comuni e Regioni si mettono in rete, esistono gli statuti degli enti locali che fanno riferimento proprio a quelle azioni contro le discriminazioni di cui la nostra Associazione è portavoce da sempre.

A livello territoriale, quali sono i vostri principali interlocutori?Noi lavoriamo in rete con altre associazioni e abbiamo lavorato anche con l’UNAR su molti progetti in-sieme ad altre associazioni. Lo scambio di buone pratiche viene effettuato nei tavoli di lavoro nei quali si individuano strategie e modelli formativi e informativi. […] Ci sono situazioni nelle quali c’è partecipazione ai tavoli, in alcune Regioni di più, in altre di meno. Dipende come abbiamo già detto anche dalla sensibilità verso le nostre tematiche. Direttive dell’UE che in Italia fanno ancora fatica ad attecchire, stanno comunque creando aperture verso le comunità lgbt, nonostante ostilità e impedimenti legati a fattori culturali discriminanti.

Descrizione del Progetto e delle sue potenzialità.Il progetto sulla creazione di rete per i telefoni amico Arcigay ha dato vita ad occasioni d’incontro, di crescita e di confronto per gli operatori già attivi a livello nazionale e per quanti si sono avvicinati per la prima volta all’esperienza del counselling telefonico e della relazione di aiuto. Tutto questo attraver-so l’organizzazione di formazione a carattere nazionale, di attività di tutoring e formazione individuale. Beneficiari del progetto sono gli utenti dei servizi di telefonia amica lgtb, e gli stessi operatori e operatrici di telefono amico che hanno avuto modo di mettere in pratica e sperimentare le nozioni apprese e le tecniche basilari dell’ascolto attivo attraverso momenti di simulazione e role playing. La formazione degli operatori per noi è un elemento di eccellenza. Il progetto Task Force Management del 2010 è nato proprio dall’esigenza di mettere i nostri soci, la maggior parte dei quali volontari, in condizione di avere quel ba-gaglio di conoscenze di base per ciò che riguarda gli aspetti di gestione dal punto di vista civilistico, legale e fiscale. Da un punto di vista metodologico, in questa formazione abbiamo coinvolto sia i docenti, quindi gli esperti che hanno sviluppato le tematiche, ma anche diversi facilitatori interni all’associazione, il cui apporto è stato fondamentale per creare una coesione d’aula, accompagnando il percorso dei discenti nella costituzione del gruppo di lavoro. La 383 dà la possibilità di sviluppare delle tematiche precise e permette una replicabilità dei progetti interna all’associazione, ma anche esterna. L’esperienza viene rac-colta, documentata e quindi diffusa. Noi lavoriamo molto con le scuole, ad esempio con il progetto “Bull-lismo a sfondo omofobico” abbiamo realizzato materiali e strumenti per la progettazione di interventi didattici sui nostri temi. Con il vademecum “Zaino in spalla” abbiamo dato l’opportunità ai partecipanti di esercitare le abilità di conduzione di laboratori di educazione alle differenze attraverso delle attività di simulazione guidata. Il lavoro con le scuole ha dato ottimi risultati, in 2-3 anni siamo entrati in 50 scuole. Può sembrare un numero esiguo, ma non lo è se si pensa alle difficoltà che riscontriamo ad entrare in

297Parte terza. I casi di studio

certe realtà con le nostre tematiche legate ai diritti umani delle persone lgtb, quando proponiamo i nostri argomenti ai presidi delle scuole o ai genitori. […] La replicabilità dei progetti c’è, anche se spesso è molto faticoso sul piano della loro disseminazione. Lavorando nel sociale, interveniamo sui fabbisogni, cerchiamo di dare senso a quelle politiche sociali che individuiamo come buone prassi, anche se laddove la buona prassi può essere diffusa, le associazioni “sof-frono” perché tutto è a loro carico. L’innovatività, l’occupabilità, e tutti gli altri indicatori si ritrovano in prodotti che noi riusciamo a costruire laddove possiamo disseminarli, dati i temi che trattiamo. Il grandissimo lavoro fatto con la l. 383 è lo sbocco di un lungo percorso reso possibile da tutti coloro che l’hanno sostenuto con il proprio impegno, con la serietà, la capacità di lavorare in squadra e il rispetto del ruolo di ognuno.

6. Una sintesi Attraverso la SWOT analysisL’analisi dei casi studio che abbiamo presentato in queste pagine viene sintetizzata attraverso la tecnica della SWOT analysis, ovvero attraverso una sistematizzazione degli spunti raccolti nelle interviste all’in-terno di una griglia che indica, sotto il profilo dell’articolazione interna, punti di forza e di debolezza, arrivando poi a contestualizzare le dinamiche in atto anche dal punto di vista del contesto nel quale avvengono: opportunità e minacce. I risultati dell’analisi sono evidenziati nel prospetto successivo. Le “buone pratiche” individuate corrispondono a 4 progetti virtuosi di altrettante 4 APS scelte sulla base dei seguenti indicatori:• Orientamento all’innovazione e capacità di “modellizzare” l’innovazione per consentire un’elevata

flessibilità e riproducibilità anche in contesti diversi;• Elevata qualità delle azioni e del processo di attuazione (che comprende quindi attività di analisi dei

bisogni, di monitoraggio e autovalutazione, di controllo della qualità);• Efficacia delle azioni (in termini di raggiungimento degli obiettivi previsti)• Capacità di creare, valorizzare e rafforzare partnership con il coinvolgimento di nuovi attori (imprese,

parti sociali, terzo settore, associazioni) sia a livello locale che multilivello (regionale, nazionale e transnazionale) per facilitare il mainstreaming orizzontale

• Diffusione e trasferimento delle esperienze e sostenibilità nel tempo attraverso il coinvolgimento e l’attivazione degli attori rilevanti e la diffusione delle azioni

• Capacità di coinvolgimento dei promotori/attuatori per facilitare il mainstreaming verticale;• Elevate competenze professionali dei promotori/attuatori, e le eventuali esperienze di partecipazione

a reti.

Punti di forzaTra i punti di forza del lavoro promosso dalle organizzazioni intervistate, ci sono concetti fondanti dello spirito filantropico e dello sviluppo territoriale attraverso l’innovazione tecnologica: l’implementazione “virtuosa” su cui, secondo gli intervistati, si fondano le buone prassi delle loro attività sta nella filiera del finanziamento ministeriale che permette di alimentare reti di integrazione pubblico-privato, formazione agli operatori, implementazione di piattaforme e reti informatiche. Sono, globalmente intese, organiz-zazioni che si basano su un’idea di sviluppo del territorio (tramite le reti e organizzazione di network) il cui obiettivo è lo sviluppo sostenibile del territorio su cui i loro stessi progetti insistono. Un modello che sta riscuotendo successo come nel caso delle “reti di fattorie didattiche” del progetto dell’Aiab. Il richiamo alla crescente “professionalizzazione” delle APS rappresenta un altro pilastro rubricato dai nostri attori nei punti di forza; il reclutamento di operatori professionalizzati (o attraverso percorsi accademici o attraverso formazione continua) non soltando rinforzano i modelli organizzativi delle loro

298 Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale

strutture, ma colmano lacune anche nell’ente pubblico, sempre più depauperato sotto questo profilo.

Punti di debolezzaTrattandosi di pratiche virtuose, i punti di debolezza elencati dagli intervistati sono abbastanza ridotti. Si lamenta lo “schiacciamento” dell’organizzazione sotto il peso della burocrazia ministeriale. Le quattro associazioni individuate concordano nel ritenere la burocrazia (e la richiesta continua di documentazio-ne per la verifica amministrativa del progetto) un impedimento all’efficienza organizzativa del progetto. Come viene sottolineato da un intervistato. “La difficoltà è stata la burocrazia, conciliare l’attività pro-duttiva con la sicurezza è uno dei punti deboli dei progetti”. A questo fattore si associa la limitatezza temporale delle risorse disponibili.

MinacceTra i fattori rubricati come “minacce”, quelle che emerge con maggior frequenza nell’analisi delle inter-viste è il disallineamento con l’orientamento europeo dell’innovazione sociale; secondo gli intervistati le APS, pur nell’ambito di progetti efficienti ed efficaci come quelli che presentiamo, potrebbero entrare in concorrenza con dimensioni economico-organizzative più strutturate. Sono le imprese internazionali con cui siamo in conflitto concorrenziale, perché non c’è differenza con l’offerta turistica nostra con quella del mercato. Ci possono essere differenze qualitative, grandi organizzazioni non profit europee che cominciano a fare rete tra loro e si pongono anche in Italia. Sotto questo profilo viene lamentata una governance debole da parte dello Stato italiano che non è (ancora) in grado di aiutare le APS ad emergere a livello dell’UE.

OpportunitàLe opportunità che favoriscono le APS sono fondamentalmente riconducibili alla capacità, di ciascuna organizzazione, di fare attività di networking. Reti territoriali, reti transnazionali e reti virtuali sono tutte insieme risorse di capitale sociale che, se intercettate dall’APS, possono favorire la diffusione della buona pratica progettuale oltre il territorio di riferimento.

299Parte terza. I casi di studio

ANALISI SWOT dei casi di studio

FATTORIINTERNI

FATTORIESTERNI

Punti di forza

Finanziamento ministeriale l. 383

Protocolli d’intesacon attori territoriali

Bilancio sociale/Portfolio competenze

Opportunità

Reti territoriali e organizzative

Reti virtuali/Canali on line

Reti transnazionali

Punti di debolezza

Limiti temporali finanziamento l. 383

Burocrazia e prassi amministrativa

Minacce

(Debole) coordinamento dellagovernance

(Mancato) allineamentocon prassi UE

7. TAG CLOUD dei casi di studio

Rappresentazione grafica delle parole chiave emerse durante i colloqui con i rappresentanti delle Asso-ciazioni intervistate

301Parte seconda. Schede progettuali

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