Il Rilievo di San Francesco in Rocca a Sassuolo

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Scienze e Tecnologie Studi e Ricerche Prospettive architettoniche conservazione digitale, divulgazione e studio VOLUME I a cura di Graziano Mario Valenti

Transcript of Il Rilievo di San Francesco in Rocca a Sassuolo

Scienze e Tecnologie

Studi e Ricerche

Prospettive architettonicheconservazione digitale, divulgazione e studio

VOLUME I

a cura di

Graziano Mario Valenti

Collana Studi e Ricerche 26

Scienze e Tecnologie

Prospettive architettonicheconservazione digitale, divulgazione e studio

VOLUME I

a cura di Graziano Mario Valenti

2014

Nome SottocollanaSerie Xxxxxxxxxxxxxx

Copyright © 2014 Sapienza Università Editrice Piazzale Aldo Moro 5 – 00185 Roma www.editricesapienza.it [email protected] Iscrizione Registro Operatori Comunicazione n. 11420 ISBN 978-88-98533-45-9

DOI 10.13133/ 978-88-98533-45-9

Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons 3.0 diffusa in modalità open access.

Distribuita su piattaforma digitale da: Centro interdipartimentale di ricerca e servizi Settore Publishing Digitale

In copertina: Matteo Flavio Mancini, Sala dei Cento Giorni, Palazzo della Cancelleria, Roma. Sovrapposi-zione del disegno di Vincenzo Fasolo con fotografia della sala.

A Vincenzo Fasolo,professore di disegno e di storia dell’architettura, fondatore della Facoltà di Architettura e della Scuola di perfezionamento per il restauro dei monumenti, presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca e architetto della Fabbrica di San Pietro, che, con il suo saggio sulla Sala dei Cento giorni, ha aperto la via a questi nostri studi sulle prospettive architettoniche.

Unità di ricerca

Esiti della ricerca triennale condotta in collaborazione tra le Unità operative degli Atenei di Cosenza, Firenze, Genova, Milano, Roma La Sapienza, Salerno, Torino, Udine, Venezia, con la partecipazione di ricercatori degli Atenei di Bari, della Basilicata, di Bologna, Bre-scia, Ferrara, Napoli ‘Federico II’ Palermo, della Seconda università di Napoli e di Trieste.

Partner internazionaliBartlett School of Architecture, London: Mario CarpoTechnischen Universität Kaiserslautern: Cornelie LeopoldUniversidade do Porto: João Pedro XavierJohannes Gutenberg University Mainz: Sören Fischer

Unità operativa di CosenzaCoordinatore: Aldo De SanctisRicercatori: Giuseppe Fortunato, Antonio LioUniversità di Palermo: Francesco Di Paola, Laura Inzerillo, Mario ManganaroCollaboratori. Cettina Santagati

Unità operativa di FirenzeCoordinatore: Maria Teresa BartoliRicercatori: Giovanni Anzani, Carlo Biagini, Giuseppe Conti, Fauzia Farneti, Stefano Giannetti, Alessandro MerloUniversità di Bologna: Roberto MingucciUniversità di Ferrara: Manuela Incerti

Prospettive architettonicheviii

Collaboratori: Giovanni Bacci, Carlo Battini, Vincenzo Donato, Erika Ganghereti, Simone Garagnani, Gaia Lavoratti, Monica Lusoli, Anna Maria Manferdini, Nevena Radojevic, Nicola Velluzzi

Unità operativa di GenovaCoordinatore: Maura BoffitoRicercatori: Cristina Candito, Luisa Chiara Cogorno, Maria Linda Falcidieno, Michela Mazzucchelli, Maria Elisabetta Ruggiero

Unità operativa di MilanoCoordinatore: Michela RossiRicercatori: Giuseppe Amoruso, Gabriele Pierluisi, Roberto de Paolis, Pietro Marani, Pompeiana Iarossi, Dario SigonaUniversità di Brescia: Ivana PassamaniUniversità e-Campus: Giampiero MeleUniversità di Trieste: Alberto SdegnoCollaboratori: Erika Alberti, Donatella Bontempi, Giorgio Buratti, Nadia Campadelli, Rita Capurro, Paola Cochelli, Laura Galloni, Silvia Masserano, Matteo Pontoglio Emili

Unità operativa di RomaCoordinatore: Riccardo Migliari (coordinatore nazionale)Ricercatori: Leonardo Baglioni, Flavia Cantatore, Laura Carlevaris, Andrea Casale, Anna Rosa Cerutti, Laura De Carlo, Tommaso Empler, Marco Fasolo, Marzia Mirandola, Leonardo Paris, Nicola Santopuoli, Graziano Mario Valenti, Andrea Vitaletti, Paola ZampaPolitecnico di Bari: Valentina Castagnolo, Vincenzo De Simone, Domenico Pastore, Gabriele RossiUniversità di Palermo: Francesco MaggioCollaboratori: Michele Calvano, Matteo Flavio Mancini, Jessica Romor, Marta Salvatore, Williams Trojano, Wissam Wahbeh

Unità operativa di SalernoCoordinatore: Vito CardoneRicercatori: Salvatore Barba, Barbara Messina, Alessandro NaddeoUniversità della Basilicata: Antonio Bixio, Antonio ConteUniversità di Napoli ‘Federico II’: Pierpaolo D’Agostino, Lia Maria Papa, Maria Ines Pascariello

Unità di ricerca ix

Seconda università di Napoli: Luigi Guerriero, Adriana RossiCollaboratori: Davide Barbato, Maria Rosaria Cundari, Saverio D’Auria, Fausta Fiorillo

Unità operativa di TorinoCoordinatore: Anna MarottaRicercatori: Serena Abello, Rita Binaghi, Laura Blotto, Ornella Bucolo, Chiara Cannavicci, Pia Davico, Mauro Luca De Bernardi, Gaetano De Simone, Daniela Miron, Rossana Netti, Ursula ZichCollaboratori: Ugo Comollo, Laura Facchin, Federico Manino, Roberto Mattea

Unità operativa di UdineCoordinatore: Roberto RanonRicercatori: Marc Christie, William Bares, Christophe Lino, Denis Pitzalis

Unità operativa di VeneziaCoordinatore: Agostino De RosaRicercatori: Malvina Borgherini, Massimiliano Ciammaichella, Giuseppe D’Acunto, Emanuele Garbin, Fabrizio Gay, Camillo TrevisanCollaboratori: Matteo Ballarin, Francesco Bergamo, Alessio Bortot, Cristian Boscaro, Antonio Calandriello, Stefania Catinella, Umberto Ferro, Alessandro Forlin, Ilaria Forti, Isabella Friso, Francesca Gasperuzzo, Andrea Gion, Gabriella Liva, Cosimo Monteleone, Paola Placentino, Maurizio Tarlà, ElenaTrevisan, Stefano Zoerle

Istituzioni nazionali e internazionali che hanno patrocinato il progetto

Ambasciata di Francia preso la Santa Sede, Roma

Archivio di Stato di Torino del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Archivio Generale dei Minimi, Roma

Associazione Trinità dei Monti, Roma

Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France con Sede al Louvre a Parigi (Francia)

Curia Arcivescovile di Venezia

Departamento de Historia del Arte y Mùsica della Universidad de Granada (Spagna)

Departamento de Urbanismo y Representación de la Arquitectura de la Universidad de Valladolid (Spagna)

Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara

Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo

Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale ‘Fausto Sacerdote’ dell’Università degli

Studi di Firenze

Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste

Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale ‘Antonio Ruberti’,della Sapienza Università di Roma

Dipartimento di Progettazione Urbana e Urbanistica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II’

Doutorado Interinstitucional em Urbanismo (Brasile)

EGRAFIA - Asociación de Profesores de Expresión Gráfica en Ingeniería, Arquitectura y Áreas Afines (Argentina)

Prospettive architettonichexii

Escuela Politécnica Superior della Universidad CEU San Pablo di Madrid (Spagna)

Escuela Tècnica Superior de Arquitectura dell’Univèrsitad Politecnica de València (Spagna)

Facoltà di Lettere dell’Università telematica e-Campus di Novedrate

Faculdade de Arquitectura di Porto (Portogallo)

Facultad de Geografia e Historia della Universitas Complutensis di Madrid (Spagna)

Laboratoire MAP-ARIA UMR CNRS-MCC 3495 Applications et Recherches en Informatique pour l’Architecture presso l’École Nàtionale Supérieure d’Architecture de Lyon (Francia)

Les Pieux Etablissements de la France à Rome et à Lorette (Francia)

Pontificia Università Gregoriana di Roma

Pontificio Comitato di Scienze Storiche, Città del Vaticano

Scuola internazionale di Dottorato di Ricerca ‘Architecture and Urban Phenomenology’ dell’Università della Basilicata con Sede a Matera

Technischen Universität Kaiserslautern (Germania)

Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Universitad de Belgrano a Buenos Aires (Argentina)

Universidade Federal De Minas Gerais Faculdade De Filosofia E Ciências Humanas di Belo Horizonte (Brasile)

Universidade Federal da Bahia / Universidade Federal da Paraíba, Programa Dinter -

Università degli Studi di Brescia

Indice

Le prospettive architettoniche: un ponte tra arte e scienza 1

Riccardo Migliari

Parte I. Le prospettive architettoniche e la loro interpretazione Europa

Albrecht Dürer’s contributions to the European Perspective Research project in the Renaissance 9

Cornelie Leopold

Vincenzo Bacherelli fra Firenze e Portogallo: la diffusione della quadratura alla corte di Giovanni V. L’uso della prospettiva e la sua diffusione teorica in seno alla cultura matematica dei Gesuiti nella prima metà del Settecento 23

Magno Moraes Mello

Prospettiva de’ pittori e architetti come Liber Veritatis di Andrea Pozzo 35

Sara Fuentes Lázaro

Italia meridionale

Un approccio innovativo allo studio delle prospettive architettoniche di Campania e Basilicata 49

Vito Cardone Il paliotto polimaterico dell’altare maggiore nella chiesa

della SS. Annunziata a Ficarra (ME) 61Mario Manganaro

Indice

Prospettive architettonichexiv

Lo spazio architettonico nelle rappresentazioni parietali ipogee del materano e negli affreschi dei luoghi di culto dell’entroterra lucano 69

Antonio Conte, Antonio Bixio

Metodologie di indagine applicate alla prospettiva solida nell’architettura in Sicilia. Un caso di studio: l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo 81

Francesco Di Paola

Dall’immagine al modello: le architetture virtuali del patrimonio archeologico campano 95

Barbara Messina

Lo spazio prospettico dell’Annunciazione di Antonello da Messina 107

Francesco Galletta, Francesco Sondrio

Prospettiva solida: il caso della Cattedrale di Palermo 115

Laura Inzerillo, Cettina Santagati

Capua antica. Pitture parietali del IV e III secolo. a.C. 135

Adriana Rossi

Per un repertorio delle prospettive architettoniche in Calabria tra Quattrocento e Ottocento 163

Antonio Agostino Zappani

Italia centrale

Le prospettive dipinte di Vignola nel Palazzo Farnese di Caprarola 183

Dora Catalano, Adele Trani

Brunelleschi e l’invenzione della prospettiva 201

Maria Teresa Bartoli I luoghi dell’illusione. Le pitture ‘proiettive’

dei Padri Emmanuel Maignan e Jean François Niceron a Trinità dei Monti (Roma) 223

Agostino De Rosa

Indice xv

Per una catalogazione del quadraturismo e della pittura di architettura nel Granducato di Toscana 243

Fauzia Farneti

Le tarsie prospettiche nella Sacrestia delle Messe del Duomo di Firenze. Prime considerazioni sulle indagini in corso 257

Carlo Biagini, Vincenzo Donato

Illusione e realtà. Galleria Spada: esperimento di un inganno 279

Andrea Casale, Marco Fasolo

La Sala del Mappamondo a Palazzo Venezia 283

Laura De Carlo, Matteo Flavio Mancini, Nicola Santopuoli

Il progetto originario sul quadraturismo: la Sala dei Cento Giorni nel Palazzo della Cancelleria 311

Marco Fasolo, Matteo Flavio Mancini

Jacopo Chiavistelli e Santa Maria Maddalena dei Pazzi a Firenze 333

Elena Fossi

Il disegno dell’atrio di Palazzo Spinelli: costruzione prospettica e inganno visivo. 345

Erica Ganghereti

Modellazione parametrica e semantica BIM Ricostruzione visuale della prospettiva in affresco nella Sala Urbana del Palazzo Comunale a Bologna 357

Simone Garagnani

La veduta della Città ideale di Urbino La pavimentazione come griglia regolatrice dello spazio 371

Gaia Lavoratti

Lo sfondato prospettico della Sala Urbana del Palazzo Comunale a Bologna. Appunti per una ipotesi interpretativa 379

Anna Maria Manferdini

Sperimentazioni di architettura parametrica sulla Galleria Spada 393

Riccardo Migliari, Andrea Casale, Michele Calvano

Prospettive architettonichexvi

La Trinità di Masaccio: dai primi studi all’animazione computerizzata 399

Nicola Velluzzi

Italia settentrionale

Decorazione prospettica a Genova tra il XVI ed il XVIII secolo 409

Maura Boffito

Il rilievo della chiesa di San Francesco in Rocca a Sassuolo. 417

Giuseppe Fortunato, Antonio Lio

Per una mappatura del quadraturismo in Piemonte. Una riflessione: luce, colore e materia. 439

Anna Marotta

Due esempi di “architettura picta” nel cuneese: Palazzo Muratori Cravetta e Villa Maresco. Studio di due facciate affrescate delle corti interne 457

Laura Blotto, Ornella Bucolo, Daniela Miron

Spazi statici e spazi dinamici a Palazzo Brignole-Rosso a Genova 467

Cristina Càndito

Prospettive architettoniche tardoseicentesce fra spazio sacro e luoghi domestici. Chiesa di San Pantalon a Venezia e ville venete della Riviera del Brenta 491

Massimiliano Ciammaichella, Stefania Catinella, Paola Placentino

Il paesaggio nelle prospettive architettoniche a Genova 503

Luisa Cogorno

Protagonisti, famiglie, ‘scuole’ tra Sei e Settecento. Il Piemonte sabaudo 511

Laura Facchin

L’approccio teorico-metodologico della lettura critica dell’esistente attraverso la rappresentazione: il caso di Genova 529

Maria Linda Falcidieno

Indice xvii

Le storie di Antonio e Cleopatra di Giovanni Battista Tiepolo e Girolamo Mengozzi Colonna in Palazzo Labia a Venezia: il rilievo e l’esplorazione di una scena ‘totale’ 541

Emanuele Garbin, Malvina Borgherini

Tra reliquia e teorema: l’oggetto prospettico all’epoca di Giovanni Bellini 547

Fabrizio Gay

Per un registro delle prospettive architettoniche a Genova 591

Michela Mazzucchelli

Prospettive architettoniche ed evoluzione del costruito storico genovese 605

Maria Elisabetta Ruggiero

Per un censimento del quadraturismo in Piemonte. Approccio metodologico ai Sacri Monti 617

Ursula Zich, Federico Manino

Parte II. Teorie e tecniche per lo studio, la documentazione e la divulgazione delle prospettive architettonich

La ‘prospettiva’ dell’architetto. Nuovi approfondimenti del rapporto tra arte e scienza 645

Rita Binaghi

La prospettiva e gli studi sulla rappresentazione architettonica. XVII e XVIII secolo 657

Aldo De Sanctis

Riflessioni sull’illuminazione artificiale di superfici con quadrature 679

Leonardo Baglioni, Marco Fasolo

Proposta di uno standard di acquisizione per il rilievo delle quadrature su superfici piane 687

Leonardo Baglioni, Matteo Flavio Mancini, Jessica Romor, Marta Salvatore

Panoramiche per immagini HD: dall’acquisizione alla rappresentazione dei dati: il caso della Trinità 712

Carlo Battini

Prospettive architettonichexviii

Una tecnologia per la rappresentazione interattiva: il Dense Matching 729

Mauro Luca De Bernardi

La restituzione prospettica: teoria e applicazioni 745

Laura Inzerillo

Il rilievo delle quadrature su superfici voltate: riflessioni intorno ad uno standard di acquisizione 793

Matteo Flavio Mancini, Marta Salvatore

Calcolo della risoluzione delle riprese panoramiche delle quadrature piane 809

Leonardo Baglioni, Riccardo Migliari, Marta Salvatore

Le prospettive architettoniche: paradigmi di un percorso di ricerca in Campania 817

Lia Maria Papa, Maria Ines Pascariello, Pierpaolo D’Agostino

Prospettive solide. La Galleria di Palazzo Spada 829

Leonardo Paris

Modelli interattivi per lo studio delle prospettive architettoniche 849

Graziano Mario Valenti, Jessica Romor

La scheda per la catalogazione della pittura di architettura e del quadraturismo 861

Monica Lusoli

Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ict)

Tecniche di image editing: un possibile ‘work flow’ per le architetture prospettiche 871

Salvatore Barba, Fausta Fiorillo, Alessandro Naddeo, Davide Barbato

Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nella divulgazione dei Beni Culturali. La Galleria prospettica di Palazzo Spada 887

Tommaso Empler, con la collaborazione di Alessio Appolloni

Premessa1

Il mecenatismo ha sempre avuto un ruolo cruciale nel campo dell’ar-te. Durante il XIV e il XV secolo, le rappresentazioni parietali si arric-chiscono per rispondere a nuove istanze: la committenza non è più principalmente ecclesiastica ma si arricchisce del contributo di fami-glie ricche, amministratori borghesi, corporazioni, confraternite, ecc. Determinante, spesso, la loro influenza nella scoperta di talenti, nella formazione degli artisti e, soprattutto, nella commissione di capolavo-ri. Un esempio importante in cui il committente si affida alle opere di vari artisti per riconquistare il prestigio della propria famiglia possia-mo rilevarlo nelle prospettive dipinte presenti nel Palazzo Ducale di Sassuolo e nella chiesa palatina, ad esso collegata.

Ci riferiamo al rapporto esistito nel XVII secolo tra i quadraturi-sti bolognesi e i principi d’Este e, in particolare, a quello con il duca Francesco I di Modena, unico nella pianura padana, ad uscire indenne dallo scontro di Francia, Spagna e Austria nel 1630. Appena insediato, si mostra subito sensibile al mondo dell’arte, merito anche dei nume-rosi viaggi che lo portano, per ragioni diplomatiche e non solo, in giro per le grandi corti europee. Mecenate di artisti e letterati, Francesco I arricchisce la Galleria estense portandola al livello delle più ricche d’Europa con l’acquisizione di opere dei maggiori artisti del suo tem-po. È molto attento a tutto quello che di artistico proveniva da Roma, tanto da mandarvi i suoi inviati per aggiornarsi, giacché a lui l’accesso

1 Il presente capitolo, per la prima parte è da attribuire ad Giuseppe Fortunato; per la seconda Tecniche per l’acquisizione fotografica ad Antonio Lio.

Il rilievo della chiesa di San Francesco in Rocca a Sassuolo

Giuseppe Fortunato, Antonio Lio

Prospettive architettoniche418

in città era negato: Francesco I porta un po’ di Roma al Nord; romane sono le statue in stucco dello scalone del Palazzo Ducale di Sassuolo, romano è il busto in marmo che lo ritrae e romani sono gli studi per alcune fontane di Sassuolo (Figure 1-3), per le statue di Nettuno e Ga-latea (presenti in facciata nel palazzo suddetto) e la Divinità marina con delfino (nel cortile). Per queste ultime e per il busto, ma non solo, incarica il massimo protagonista della cultura figurativa barocca, Gian Lorenzo Bernini2, che viene scelto da Francesco I non per soddisfare il suo gusto artistico ma per l’ambizione di riportare il prestigio degli estensi (costretti a Modena) all’altezza delle glorie degli antenati ferra-resi, riscoprendo il ruolo di grandi committenti, in grado di competere coi pontefici e con le grandi corti europee. Per la realizzazione del bu-sto arriva a spendere 3.000 scudi, la stessa cifra che il papa ha donato allo stesso Bernini per la realizzazione della fontana di piazza Navona.

Ma nonostante la generosità di Francesco I, Bernini non arriverà in Emilia e i suoi progetti saranno eseguiti su sue stesse indicazioni, da Antonio Raggi che presenta come suo migliore allievo.

Il progetto di rilancio3 si incardina nell’intervento di riqualifica-zione del Palazzo Ducale di Sassuolo che investe non solo la fabbri-ca, ma anche lo spazio urbano antistante (Figura 4). Con una serie di demolizioni e ricostruzioni, si realizza un nuovo viale d’ingresso sul

2 Cfr. Bacchi 2004, pp. 47-54.3 Cfr. Vandelli 2004, pp. 21-38.

Figg. 1, 2, 3. Gian Lorenzo Berini, studi per fontane. A sinistra Fontana di Nettuno, car-boncino su carta, mm 347x238, al centro Divinità marina con delfino, penna e inchiostro con tracce di carboncino su carta mm 406x273 e a destra Nettuno abbraccia Anfitrite, car-boncino su carta, mm 347x238.

Il rilievo della chiesa di San Francesco in Rocca a Sassuolo 419

prolungamento di un’antica strada d’accesso al paese, che introduce alla piazza-avancorte della residenza ducale, rimodulata nel tentativo di superare lo schema chiuso dell’impianto castellano e di conferire, con l’inserimento dell’ampio loggiato voltato (sviluppato a tridente se-condo precedenti esempi romani), una suggestiva fuga verso la corte centrale, frutto anch’essa di opere di demolizione e ricostruzione di fabbriche preesistenti.

La piazza-avancorte viene delimitata ad est da edifici di servizio, a sud dall’accesso ai giardini e a nord dalla nuova chiesa palatina dedi-cata a san Francesco di Assisi; quest’ultima riedificata sul lato opposto a seguito della demolizione di un’altra chiesa (sempre dedicata a san Francesco) sacrificata per consentire un accesso monumentale al parco. Francesco I commissiona il progetto al giovane architetto Bartolomeo Luigi Avanzini, proveniente da Roma, al quale si affianca lo scenografo e ingegnere ducale Gaspare Vigariani, reggiano. Il palazzo rinuncia così al suo aspetto originario di ‘macchina da guerra’, per cedere il posto a quello di residenza estiva della corte estense, incantando per la sua bellezza sia la regina Cristina di Svezia che il grande pittore del re di spagna Diego Velasquez. Per quanto attiene alla parte decorativa, Francesco I arruola Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli, noti quadraturisti che, affiancati dal pittore figurativo Jean Boulanger, for-matosi nella bottega di Guido Reni, trasformano il complesso ducale

Fig. 4. Immagine della configurazione attuale dello spazio urbano antistante il Palazzo Ducale, dedotta da nuvola di punti.

Prospettive architettoniche420

da castello a residenza per la villaggiatura. Essa è il frutto di un impor-tante cantiere, fortemente voluto da Francesco I, dove si avvicendano architetti, ingegneri, scenografi, pittori, stuccatori, scultori, per dar vita a quella ‘macchina teatrale’ che influenzerà tutta la pittura e l’architet-tura emiliana della seconda metà dei seicento.

Il duca vuole caratterizzare il suo palazzo con un ricchissimo re-pertorio di inganni prospettici, tanto che il visitatore viene catturato dal gioco illusionistico delle architetture dipinte, per tutto il percorso che dal vestibolo d’ingresso, conduce alla corte interna (anch’essa con prospettive dipinte in facciata) che passando dalla scala monumentale, giunge al Salone delle Guardie (Figure 5-6) e da lì ancora alle altre sale, attraversando una ricchissima esposizione di architetture dipinte.

Le quadrature a Sassuolo

L’Emilia (Bologna in particolare), ha un grande ruolo, grazie ai suoi esponenti più illustri, nella decorazione quadraturistica italiana del XVII secolo.

Tra i più importanti ricordiamo Girolamo Curti (Bologna 1575 - ivi 1632), detto il Dentone, considerato da molti il caposcuola dei quadra-turisti bolognesi. Si forma nella bottega di Cesare Baglione e lì in-traprende lo studio della prospettiva e degli ordini architettonici sui

Figg. 5, 6. Sassuolo, Palazzo Ducale. A sinistra la scala monumentale che conduce al Salone delle Guardie e a destra una delle pareti dipinte all’interno del salone stesso.

Il rilievo della chiesa di San Francesco in Rocca a Sassuolo 421

testi del Serlio e del Vignola, le cui regole egli applica rigorosamente, nonostante la disapprovazione dallo stesso maestro che lo invitava a discostarsi da rigide regole teoriche per assecondare invece, esigen-ze di natura più pratica. Caratteri del Vignola sono riconoscibili nella decorazione della sala del Casino Malvasia4, sul cui soffitto dipinge, a tempera, un cassettonato con apertura centrale quadrilobata, sostenu-to da una loggia di ordine dorico, riuscendo a creare all’interno della sala un rigoroso gioco di prospettive, che rimandano ad uno spazio unitario, idealmente percorribile tramite una loggia passante, come provano a fare i personaggi affacciati alle balaustre (Figura 7).

La decorazione del Casino Malvasia non è soltanto un’occasio-ne per il Curti di sperimentare un’architettura sostenuta dalla forza dell’illusione, ma è un’occasione per la sua squadra di giovani artisti per apprendere la sua capacità pittorica e l’organizzazione stessa del cantiere. In questa equipe spicca tra tutti Angelo Michele Colonna (Ro-venna, frazione di Cernobbio, Como 1660(?) - Bologna 1687) con il qua-le aveva già collaborato (1619-1621 circa) nella decorazione della Villa Paleotti a San Marino di Bentivoglio. Angelo M. Colonna, che ritro-veremo nel cantiere di Sassuolo assieme agli altri, sfrutta l’esperienza condotta al Casino Malvasia per mettere appunto lo studio della figura

4 Cfr. Giuliani 2006, pp. 51-56.

Fig. 7. Trebbo di Reno, Casino Malvasia, loggia.

Prospettive architettoniche422

in scorcio e un ricco repertorio di elementi decorativi: una malattia lo costringe ad allontanarsi dal cantiere e ad abbandonare momentanea-mente l’attività per trascorrere un periodo di convalescenza nel suo pa-ese natale, interrompendo il sodalizio con Curti. Alla morte di questi (1632), Colonna dà inizio a una lunga collaborazione (fino al 1660) con Agostino Mitelli5 (Battedizzo, Bologna, 1609 - Madrid 1660); assieme affinano la tecnica delle quadrature in prestigiosi cantieri come quelli di Palazzo Spada a Roma (dipingendo nella sala grande un ciclo cele-brante la politica temporale di Urbano VIII) e di Palazzo Pitti, nelle sale delle Udienze granducali (Figura 8).

Il periodo tra il 1646 e il 1648, vede la coppia Mitelli-Colonna nel-la decorazione del salone principale del Palazzo Ducale di Sassuolo, nel quale il Mitelli organizza l’ornamento quadraturistico riuscendo a ottenere, in particolare sui lati corti, uno straordinario effetto illusio-nistico. Analogamente ai suoi precedenti lavori fiorentini, ripresenta il motivo dei balconi da cui si affacciano figure in abiti contempora-nei, articolando lo spazio per la scena elaborata da Colonna, con le Muse che presentano ad Apollo opere letterarie patrocinate dagli Este. Collaborano con loro altri due importanti quadraturisti: Baldassarre

5 Cfr. Raggi 2006, pp. 43-50.

Figg. 8, 9. Un particolare delle sale delle Udienze granducali (Firenze, Palazzo Pitti, A. M. Colonna e A. Mitelli, 1640). Dettaglio della decorazione della volta centrale (Sassuolo, chiesa di san Francesco in Rocca , G.G. Monti e B. Bianchi, 1651).

Il rilievo della chiesa di San Francesco in Rocca a Sassuolo 423

Bianchi (Bologna 1614 - 1678) e Gian Giacomo Monti (Bologna 1620 - ivi 1692): il primo legato agli insegnamenti del Mitelli, dal cui figlio (divenuto nel frattempo anche cognato del Bianchi), ottiene “tutti i libri dè disegni”, un ricco campionario dei suoi disegni, di fregi e cornici in particolare. Il duo Monti - Bianchi (quadraturista il primo e figurista l’altro), è molto attivo nello scenario italiano della pittura illusionisti-ca. Nella residenza estense, insieme anche a Jean Boulanger, tutti e tre danno sfoggio della loro abilità, nella decorazione della vicina chiesa di San Francesco in Rocca, riprendendo alcune soluzioni decorative adottate precedentemente da Mitelli (Figura 9).

La chiesa di San Francesco in Rocca, cenni storici

L’attuale chiesa di San Francesco in Rocca nasce, come già accenna-to, su volere di Francesco I d’Este che, con il suo progetto ambizioso di trasformazione della Rocca, volle rilanciare l’immagine degli estensi, rinnovando non solo la sede di Modena, da poco capitale, ma soprat-tutto quella di Sassuolo, per la quale i lavori di trasformazione andaro-no speditamente perché si trattava di rinnovare un castello già esisten-te e di trasformarlo nella residenza estiva della corte.

La chiesa viene dedicata al santo di Assisi poiché questi, secondo una tradizione non suffragata da fonti documentarie, sarebbe passato da Sassuolo nel 1217 alloggiando nella rocca stessa. E grazie ad un miracolo operato dal santo, Francesco della Rosa, signore di Sassuolo all’epoca, fece erigere, nel 1360, una cappelletta in suo onore.

La parola ‘Rocca’ deriva dal fatto che il Palazzo Ducale insiste sullo spazio occupato da quello che una volta era il castrum vetus, organizza-to in torri o ‘Rocche’ collegate tra loro da solide mura.

La supremazia di Sassuolo dei Dalla Rosa cessa nel 1373 e il loro posto viene occupato, per volontà stessa dei sassuolesi, dagli Este, che tengono il castello apportandovi alcune modifiche strutturali fino alla completa trasformazione avvenuta sotto il duca estense Francesco I, subentrato nel 1629 al padre Alfonso II d’Este, a soli diciannove anni.

Come già detto, per il progetto di trasformazione voluto da France-sco I, viene incaricato l’architetto romano Bartolomeo Luigi Avanzini.

Il progetto ha previsto l’abbattimento di alcune costruzioni pre-senti nel cortile e la regolarizzazione dell’alzato degli edifici esistenti, in modo da creare un margine compatto, ai cui angoli pone quattro terrazze ricavate dalla trasformazione delle antiche torri del castello.

Prospettive architettoniche424

La trasformazione, inoltre, ha previsto l’abbattimento della chiesa col-locata sul lato meridionale della corte esterna, per far aprire il varco verso i giardini, e la costruzione dell’attuale chiesa di San Francesco in Rocca sul lato opposto, più ampia della precedente. Nonostante la posa della prima pietra avvengail 6 aprile 1650, i lavori della fabbrica sono già quasi ultimati nel 1651, anno in cui viene avviata la fase deco-rativa, la cui esecuzione viene affidata a Gian Giacomo Monti, Baldas-sarre Bianchi e Jean Boulanger.

Architettura e decorazione

La chiesa presenta una navata unica rettangolare, con sei cappelle laterali le cui centrali, di maggiore ampiezza, sono dedicate al San-tissimo Crocifisso (nella quale una tela raffigurante la Gloria di angeli con la Croce, custodisce un antico Crocifisso, detto anche Santo Tronco, che la tradizione vuole portato dall’Oriente musulmano) e alla Beata Vergine del Pellegrino (per via di un affresco staccato risalente al XV secolo e proveniente dal distrutto ospizio di Santo Stefano). Sull’altare maggiore è collocata una tela del 1654 di Michele Desubleo, formatosi nella bottega di Guido Reni, che ritrae l’Estasi di san Francesco. Un coro fu aggiunto nel 1667.

La chiesa è un’estensione del complesso ducale dal punto di vista fisico, stilistico e simbolico-celebrativo: un passaggio esclusivo consen-te l’accesso diretto della famiglia estense, dalla residenza a una tribuna interna della chiesa; la decorazione è affidata all’illusionismo prospet-tico degli stessi quadraturisti operanti nel Palazzo Ducale e, infine, le figurazioni simboliche e i riferimenti araldici sono un diretto rimando al governo estense.

Come cappella palatina6, nella controfacciata (Figura 10) è colloca-ta la tribuna ducale, qui risolta virtualmente poichè sostituita da una quadratura dipinta (probabilmente dal Monti) che riproduce una tri-buna accessibile da finte rampe e sulla quale viene raffigurato l’arazzo ducale con l’aquila bianca di Francesco I. Le architetture dipinte su ogni parete risolvono il problema delle ridotte dimensioni della chiesa, la cui altezza soprattutto viene dilatata virtualmente grazie all’affascinante decorazione della volta, sullo sfondato della quale è raffigurata, per mano di Boulanger, l’Apoteosi di san Francesco.

6 Cfr. Matteucci 1999, pp. 83-93.

Il rilievo della chiesa di San Francesco in Rocca a Sassuolo 425

Sulle pareti laterali sono dipinte delle giganti colonne corinzie (Fi-gura 11) che sorreggono una finta trabeazione che sovrasta gli archi di accesso alle cappelle centrali. Tramite indagine a luce radente si pos-sono leggere nitidamente le incisioni (Figure 12-13) e i ripensamenti (rari) dell’artista (Figura 14). L’architettura dipinta sulla volta è compo-sta da più livelli (Figura 15): il primo è retto da colonne che sorreggo-no a loro volta una balaustra continua che gira tutt’attorno al secondo livello, terminante con una ricca soffittatura con al centro una enorme apertura polilobata che rimanda ancora ad ulteriori livelli sovrapposti; livelli che si concludono con uno sfondato al centro del quale è colloca-ta la figura del santo. Per esaltare la simulazione plastica dell’architet-tura dipinta, gli autori la legano alle sorgenti di luce naturale presenti nell’ambiente in un gioco di ombre e di colori, che si rinforzano e si scuriscono progressivamente mentre ci si allontana dalle pareti della facciata. Il carattere celebrativo7 è affidato alle figure allegoriche e agli

7 Cfr. Righini 1999, pp. 95-103.

Figg. 10, 11. Sassuolo, chiesa di San Francesco in Rocca. A sinistra vista interna sulla parete d’ingresso ottenuta dalla fusione dei foogrammi ad alta risoluzione e a destra un particolare della parete occidentale.

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Fig. 14. Sassuolo, chiesa di San Francesco in Rocca. Particolari della controfacciata con individuazione di alcuni ripensamenti da parte dell’artista.

Figg. 12, 13. Immagini effettuate a luce radente per mettere in risalto i tracciati regolatori.

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Fig. 15. Sassuolo, chiesa di San Francesco in Rocca. Immagine dell’intera volta ottenuta da una foto panoramica ad alta risoluzione.

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stemmi araldici presenti sopra gli arconi delle cappelle maggiori. Di fianco agli stemmi giacciono delle figure allegoriche che rappresen-tano le virtù: Fortezza e Religione vengono personificate, sulla parete occidentale, da una figura femminile con ramo di alloro ed elmo per la prima, e da una figura femminile con libro, croce e fiamma.

Sul lato orientale vengono rappresentate la Fede e la Pietà tramite la figura di una donna con la mano destra sul petto mentre con l’altra solleva un calice, e quella di un’altra, alata e vestita di rosso, mentre sorregge una cornucopia. Tali personificazioni riprendono le prescri-zioni descritte nell’Iconologia di Cesare Ripa, che col suo ricco campio-nario di descrizioni iconografiche, ha contribuito alla formazione di un linguaggio allegorico universale, diffuso in tutta Europa.

Come detto, la decorazione della chiesa è affidata al duo Monti-Bianchi (quest’ultimo diventerà genero di Agostino Metelli) per le quadrature, e a Boulanger per il disegno delle figure. Essi lavorano incessantemente anche di notte, come testimonia una nota delle spese per l’acquisto di candele per illuminare il cantiere. Monti coglie l’occa-sione del cantiere per dimostrare la sua bravura nella sua più elevata prova di quadraturista, abilità che aveva già da poco dimostrato nel vicino cantiere del Palazzo Ducale e che svilupperà, in seguito, an-che in architettura quando la passione per il progetto lo allontanerà dall’architettura dipinta. La sua esperienza di quadraturista lo guiderà nell’estetica architettonica volta alla monumentalità scenografica e allo sperimentalismo progettuale. Il sodalizio Monti-Bianchi si interrompe nel 1665, alla morte di Carlo II Gonzaga, presso il quale sono a servizio a Mantova dal 1663.

La campagna di restauro delle decorazioni8, conclusasi verso la fine degli anni Novanta del secolo scorso, ha fornito importanti informa-zioni sulla tecnica pittorica (‘buon fresco‘, ‘mezzo fresco‘, ‘a secco‘) sul riconoscimento delle giunte di giornata e delle incisioni sottostanti, sui colori e materiali adottati. I due toni di base (luce e mezza ombra) sono quasi ovunque a buon fresco, eseguito sui grafiti dei cartoni, mentre i toni intermedi sono a mezzo fresco e a secco con legante a calce e a col-la. San Francesco e lo sfondato centrale sono realizzati a secco. Anche i tre archi sono realizzati a buon fresco con riprese a secco negli scuri mentre le lumeggiature sono applicate a guazzo.

8 Cfr. Melega 1999, p. 217.

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La campagna di rilevamento

La campagna di rilevamento ha riguardato l’acquisizione tramite strumentazioni avanzate. L’attività di acquisizione dati ha riguardato: - indagini termografiche (Figure 16-17), tramite ThermaCAM SC

3000, per l’individuazione di eventuali fenomeni di degrado e per la lettura della tessitura muraria celata dalla superficie intonacata;

- acquisizioni metriche ad alta risoluzione (Figure 18-19), tramite la-ser scanner a differenza di fase Leica HDS 7000;

- acquisizioni fotografiche ad alta definizione (Figure 20-21), tramite fotocamera Nikon D800 montata su testa panoramica motorizzata (Clauss, modello ‘Rodeon VR station HD’. L’acquisizione strumentale ha consentito, pertanto, di investigare la

chiesa in esame sotto diversi livelli conoscitivi e ha riguardato: - lo studio del supporto murario (individuazione di deformazioni, ana-

lisi dello scostamento tra modello ideale e modello numerico, inda-gini termografiche per lo studio della tessitura) (Figure 22-24).

- lo studio della prospettiva dipinta (simbolismo delle figure rappre-sentate, individuazione dei vari punti dei fuga, di alcune ‘deroghe’ dalle regole della prospettiva, dei tracciati regolatori adottati nella composizione, dei ripensamenti dell’artista, delle simmetrie, rico-struzione ed analisi dell’ambiente virtuale al quale le prospettive rimandano, ...) (Figure 25-29).Tali indagini hanno rilevato una depressione in mezzeria, nella vol-

ta a botte della navata centrale, di 12 cm rispetto alla figura ideale e un innalzamento rispetto alla stessa, in corrispondenza delle arcate di irrigidimento della volta (visibili da indagine termografica).

Per ogni prospetto interno, dedotto da nuvola di punti, si è pro-ceduto con il ribaltamento e la sovrapposizione tra la relativa parte destra e quella sinistra e, successivamente, tra le pareti opposte, per lo studio delle simmetrie. Ciò ha rilevato una corrispondenza piuttosto fedele delle figure rappresentate.

La ricostruzione dell’ambiente, al quale le illusioni prospettiche ri-mandano, ha consentito non solo la simulazione dello spazio virtuale, ma anche l’individuazione delle soluzioni adottate dall’artista per su-perare alcune difficoltà nella rappresentazione (in presenza di pareti confluenti, in prossimità di aperture e in alcune parti in aggetto) privi-legiando, a volte, più l’aspetto illusorio che il rigore geometrico.

Prospettive architettoniche430

Figg. 16, 17. Particolare della controfacciata. A sinistra una immagine del visibile e a destra un termogramma in scala di grigi per lo studio degli elementi costruttivi celati sotto l’intonaco.

Figg. 20, 21. A sinistra la fotocamera Nikon D800 adottata, montata su una ‘testa’ pano-ramica motorizzata (Clauss, modello ‘Rodeon VR Station HD’) e, a destra, il sistema di illuminazione impiegato.

Figg 18, 19. A sinistra il laser scanner a differenza di fase Leica HDS 7000 adottato nella campagna di rilevamento e, a destra, prime restituzioni della nuvola di punti.

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Fig. 22. Sovrapposizione della decorazione della volta centrale con il modello in falsi colori per l’individuazione degli scostamenti tra modello numerico e modello ideale.

Figg. 25, 26. A sinistra, vista della parete occidentale, dedotta da nuvola di punti, nella quale la parte destra è stata ribaltata sovrapposta alla sinistra per lo studio delle simme-trie. A destra ricostruzione virtuale della prospettiva dipinta.

Figg. 23, 24. A sinistra, rappresentazione in falsi colori per lo studio delle deformazioni. A destra, scostamento massimo riscontrato in mezzeria.

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Figg. 27, 28. A sinistra, studio degli allineamenti virtuali e, a destra, ricostruzione degli elementi con la corretta posizione degli interassi.

Fig. 29. Ricostruzione dell’ambiente virtuale raffigurato dalle quadrature.

Il rilievo della chiesa di San Francesco in Rocca a Sassuolo 433

Tecniche per l’acquisizione fotografica

Nel settore dei Beni Culturali, la fotografia ha avuto un ruolo im-portante sin dal suo primo apparire, rivelandosi uno strumento in-sostituibile per l’archiviazione, la conoscenza e la divulgazione degli stessi BB.CC.

Col tempo, le tecniche fotografiche si sono trasformate da semplice, se pur affascinante, dispositivo di natura chimico-meccanica, in una vera e propria disciplina: prima impiegata come mezzo di riprodu-zione ‘imparziale’ per la ripresa di monumenti e opere d’arte – basti pensare che le prime foto d’architettura in Europa si rivolgono quasi esclusivamente alla documentazione di antiche rovine, ai resti dei mo-numenti delle civiltà passate ed al loro coesistere nelle città moderne – poi come strumento per il Rilievo dell’Architettura, nelle modalità della stereofotogrammetria, della fotomodellazione e della fotogram-metria digitale. Oggi, sempre in relazione al rilievo dell’architettura, si utilizzano immagini formate da gigapixel, che impiegando la tecnica del photostitching – un’elaborazione che grazie a un modello matemati-co è in grado di riposizionare le centinaia di immagini acquisite come in un gigantesco puzzle e di calcolarne la corretta visione prospetti-ca – consentono di avere un elevato dettaglio su tutte le parti di un fotogramma, offrendo altresì la possibilità di creare tour virtuali, con l’osservatore posto nel punto di ripresa, come fosse al centro dell’am-biente reale. Grazie all’informatica, la tecnica fotografica si è ampliata ulteriormente e l’iter di formazione della stessa immagine può realiz-zarsi tramite software, anche senza l’impiego di una struttura ottico-meccanica.

Nella chiesa di San Francesco in Rocca, la ripresa fotografica è stata eseguita con una fotocamera Nikon D800, equipaggiata con differenti obiettivi, in funzione del tipo di acquisizione9. La macchina fotografica si è poi montata su una ‘testa’ panoramica motorizzata (Clauss, model-lo ‘Rodeon VR Station HD’) in grado di riprendere la scena a 360°: la te-sta panoramica, controllata passo passo, tramite un apposito software di controllo (‘Rodeon Preview Pro’), permette di gestire la sequenza di acquisizione in automatico, dando un input di scatto. L’impiego della

9 Gli obiettivi impiegati per le differenti acquisizioni sono stati: Nikon 16-35 mm f. 4 G AFS VR Nikkor, impiegato per le riprese panoramiche (360°) dell’intera aula della chiesa; Nikon 50 mm f. 1,4 G AF-S Kikkor e Nikon 70-200 mm f. 4 G AF-S VR Nikkor, impiegati per i particolari e le riprese ad alta definizione.

Prospettive architettoniche434

Nikon D800, con un obiettivo a focale lunga (nel nostro caso Nikon 70-200 mm f. 4 G AF-S VR Nikkor, con focale impostata a 200 mm) e l’uso integrato della testa panoramica Clauss hanno permesso di ottenere foto ad alta definizione di tutta l’area affrescata della chiesa.

Per le riprese fotografiche, tutta l’aula della chiesa è stata illuminata con ‘palloni’ di luce (Figura 30) che hanno consentito di avere una illu-minazione omogenea sulle parti interessate, in funzione delle esigenze di ripresa; tali palloni contengono lampade alogene ad elevata potenza (1000 o 2000W, in base al tipo di pallone impiegato) e, montati su per-tiche telescopiche o sospesi in aria, permettono di operare con bassi livelli di sensibilità ISO, consentendo di raggiungere un buon livello di nitidezza dell’immagine e di tenere sotto controllo il ‘rumore’ del sensore di ripresa.

Per garantire la resa cromatica, in fase di ripresa si è impiegato un target colore a 48 colori ed il formato digitale .RAW, a 16 bit; inoltre, tutti i fotogrammi (Figura 31) sono stati ripresi in modalità HDR (High Dynamic Range) per avere un’unica foto, come fusione di più immagi-ni: per ogni singolo scatto fotografico abbiamo ottenuto un file .RAW e tre file di tipo .jpg, a diversa esposizione.

Fig. 30. Sassuolo, chiesa di San Francesco in Rocca. Immagine della parete sinistra, ottenuta con la ‘fusione’ dei fotogrammi.

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Fig. 32. Sassuolo, chiesa di San Francesco in Rocca. Immagine della parete sinistra, ottenuta con la ‘fusione’ dei fotogrammi.

Fig. 31. Sassuolo, chiesa di San Francesco in Rocca. ‘Griglia’ di fotogrammi relativa all’intera parete di sinistra.

Prospettive architettoniche436

Incidentalmente, ricordiamo che la ripresa fotografica ad alta de-finizione prevede un elevato numero di scatti, ognuno calibrato su un determinato particolare da riprendere e da ricampionare in post-processing, mediante specifici modelli matematici e geometrici e con tecniche di photostitching. Nel caso specifico, si è suddivisa la scena in tredici parti, individuando per ognuna di esse le differenti zone da acquisire, per un totale di 1.640 fotogrammi.

Le singole sessioni di ripresa, suddivise per zone omogenee, ri-guardano: - la parete d’ingresso, ripresa in un’unica fase con 91 scatti; la sovrap-

posizione tra gli scatti del 25% e l’obiettivo 70-200 mm, con focale 200 mm;

- la superficie voltata dell’aula, ripresa in un’unica fase, posizionan-do la testa panoramica al centro dell’aula per l’intera acquisizione, che si è estesa sino all’attacco con le pareti; si sono scattati 420 foto-grammi, con obiettivo 70-200 mm e lunghezza focale 200 mm;

- la parete laterale sinistra (Figura 32) ripresa in tre sessioni indipen-denti, che rispettivamente riguardano l’intera parete laterale (156 scatti, eseguiti con l’obiettivo 70-200 mm, con focale 200 mm), la cappella della Madonna del Pellegrino (con 183 scatti, con l’obiet-tivo 70- 200 mm, con focale 105 mm) e la cappella di Sant’Andrea Avellino (con 42 scatti, con l’obiettivo 50 mm). Svuotando l’aula della chiesa dagli arredi mobili, si è eseguita una

foto panoramica dell’intera aula, scattando i 42 fotogrammi necessari, con un obiettivo 16-35 mm, focale di 30 mm ed una sovrapposizione tra gli scattidel 20%; in questo modo si è ottenuta una foto d’insieme ‘navigabile’ e con possibilità di dettaglio sulle differenti aree della ri-presa.

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Prospettive architettoniche438

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12. Disability in the Capability Space Federica Di Marcantonio

13. Filologia e interpretazione a Pergamo La scuola di Cratete Maria Broggiato

14. Facing Melville, Facing Italy Democracy, Politics, Translation edited by John Bryant, Giorgio Mariani, Gordon Poole

15. Restauri di dipinti nel Novecento Le posizioni dell’Accademia di San Luca 1931-1958 Stefania Ventra

16. The Renormalization Group for Disordered Systems Michele Castellana

17. La Battaglia dei Vizi e delle Virtú Il De conflictu vitiorum et virtutum di Giovanni Genesio Quaglia Lorenzo Fabiani

18. Tutela ambientale e servizio pubblico Il caso della gestione dei rifiuti in Italia e in Inghilterra Chiara Feliziani

19. Ruolo dell’HPV nell’infertilità maschile Damiano Pizzol

20. Hiera chremata Il ruolo del santuario nell’economia della polis Rita Sassu

21. Soil erosion monitoring and prediction Integrated techniques applied to Central Italy badland sites Francesca Vergari

22. Lessico Leopardiano 2014 a cura di Novella Bellucci, Franco D’Intino, Stefano Gensini

23. Fattori cognitivi e contestuali alle origini dei modelli di disabilità Fabio Meloni

24. Accidental Falls and Imbalance in Multiple Sclerosis Diagnostic Challenges, Neuropathological Features and Treatment Strategies Luca Prosperini

25. Public screens La politica tra narrazioni mediali e agire partecipativo a cura di Alberto Marinelli, Elisabetta Cioni

26. Prospettive architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio. Volume I a cura di Graziano Mario Valenti

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ISBN 978-88-98533-45-9

T Le prospettiva architettoniche sono un ponte che collega l’arte alla scienza, e la scienza all’arte; e questo ponte l’ha

costruito la Storia.

Perché, poi, questo ponte lo abbia gettato la Storia, è presto det-to: le prospettive di soggetti architettonici sono già ben presenti a Ercolano e Pompei, nonché a Roma, nelle case di Augusto e di Li-via e possono dirci molto sulle conoscenze ottiche e geometriche degli antichi. E sono ancora presenti in tutto il Medioevo, fino al Rinascimento, quando artisti-scienziati come Filippo Brunelleschi, Leon Battista Alberti e Piero della Francesca, sperimentano e teo-rizzano le leggi della ‘costruzione legittima’.

Da quel momento, Scienza e Prospettiva percorrono strade pa-rallele, con un continuo scambio di conoscenze teoriche e speri-mentali.

Le prospettive architettoniche sono diffuse in tutta Italia e in Eu-ropa. Quindi la trasversalità della Prospettiva comprende il territo-rio, oltre alla Storia e alla cultura artistica e scientifica, in generale.

Il primo obiettivo degli studi che questo volume presenta, è quel-lo di costruire un repertorio delle prospettive architettoniche in Italia. Un secondo obiettivo è quello di dimostrare, quanto ricco e suggestivo sia il paesaggio del quale ci occupiamo. Un terzo obiettivo, è quello di documentare le prospettive con le tecniche più avanzate di rilevamento. Un quarto obiettivo è quello di sve-lare i segreti delle prospettive dal punto di vista della scienza della rappresentazione.

Graziano Mario Valenti, professore associato del settore disci-plinare del Disegno, svolge attività di ricerca nell’ambito del rilievo architettonico, della rappresentazione - grafica e digitale - e della comunicazione visiva. Assieme a Riccardo Migliari ha sviluppato ampia attività di ricerca sul tema delle prospettive architettoniche, dedicandosi in particolare all’individuazione di soluzioni originale per il rilievo, lo studio e la consultazione delle opere prospettiche. Autore di contributi saggistici è anche relatore e revisore in con-gressi di carattere internazionale.

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