Guida Formazione CAAF cap 2

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Cenni al sistema tributario italiano | Guida operativa 2014 13 2.1 IMPOSTE - TASSE - CONTRIBUTI E LORO RISCOSSIONE 2.2 I SOGGETTI: CONTRIBUENTE - AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA - SOSTITUTO 2.3 CLASSIFICAZIONE DEI REDDITI 2.4 LA DICHIARAZIONE DELLE PERSONE FISICHE 2.5 I REDDITI DA DICHIARARE 2.6 IRPEF – ADDIZIONALI – IMPOSTE SOSTITUTIVE 2.7 LA STRUTTURA DELL’IRPEF 2.8 LA STRUTTURA DELLE ADDIZIONALI 2.9 CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ 2.10 IMPOSTA SOSTITUTIVA: CEDOLARE SECCA 2.11 IMPOSTA SOSTITUIVA SUGLI INCREMENTI DI PRODUTTIVITÀ 2.12 IMPOSTE SUL PATRIMONIO n 2.12.1 L’IMU: Imposta Municipale Propria n 2.12.2 L’IVIE: Imposta sul Valore degli Immobili Esteri n 2.12.3 L’IVAFE: Imposta sulle Attività Finanziarie Estere Cenni al sistema tributario italiano Capitolo 2 SISTEMA TRIBUTARIO ITALIANO

Transcript of Guida Formazione CAAF cap 2

Cenni al sistema tributario italiano | Guida operativa 2014 13

2.1 IMPOSTE - TASSE - CONTRIBUTI E LORO RISCOSSIONE

2.2 I SOGGETTI: CONTRIBUENTE - AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA - SOSTITUTO

2.3 CLASSIFICAZIONE DEI REDDITI

2.4 LA DICHIARAZIONE DELLE PERSONE FISICHE

2.5 I REDDITI DA DICHIARARE

2.6 IRPEF – ADDIZIONALI – IMPOSTE SOSTITUTIVE

2.7 LA STRUTTURA DELL’IRPEF

2.8 LA STRUTTURA DELLE ADDIZIONALI

2.9 CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ

2.10 IMPOSTA SOSTITUTIVA: CEDOLARE SECCA

2.11 IMPOSTA SOSTITUIVA SUGLI INCREMENTI DI PRODUTTIVITÀ

2.12 IMPOSTE SUL PATRIMONIO

n 2.12.1 L’IMU: Imposta Municipale Propria

n 2.12.2 L’IVIE: Imposta sul Valore degli Immobili Esteri

n 2.12.3 L’IVAFE: Imposta sulle Attività Finanziarie Estere

Cenni al sistematributario italiano

Capitolo

2

SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

Guida operativa 2014 | Cenni al sistema tributario italiano

2.1 IMPOSTE - TASSE - CONTRIBUTI E LORO RISCOSSIONE

Il sistema tributario italiano è l’insieme delle norme, attualmente in vigore, che regolano i tributi

e si ispira ad alcuni principi contenuti nella Costituzione.

La nostra Costituzione, prevede che:

n tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge (art.3);n tutti sono tenuti all’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e

sociale (art. 2);n tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva

(art. 53 comma 1);n il sistema tributario è informato a criteri di progressività (art. 53 comma 2);n i tributi sono dovuti solo in base alla Legge (art. 23 principio della legalità).

Tutte le Leggi che vengono promulgate in materia tributaria, devono uniformarsi ai “principi costituzionali” citati.

L’attività finanziaria statale di un anno viene esposta in maniera sintetica in un documento giuridico - contabile:

il Bilancio.

Tale documento, comprendendo tutte le spese e le entrate statali, esprime in cifre tutta la vita dello Stato, de-

terminando l’indirizzo economico e i fini politici che intende perseguire.

Le Spese pubbliche sono le somme di denaro che vengono spese dallo Stato e dagli Enti pubblici, in beni e

servizi pubblici finalizzati al perseguimento di fini collettivi. Si tratta quindi delle uscite da parte dello Stato e

dunque una voce di passività all’interno del bilancio. La copertura finanziaria di queste uscite avviene tramite

le entrate pubbliche.

Le Entrate Pubbliche sono costituite da tutte le somme che, a qualunque titolo, affluiscono alle casse della Pub-

blica Amministrazione.

Nella “Legge finanziaria” che dal 2010 è stata sostituita dalla “Legge di stabilità” varata ogni anno, viene indi-

cato il modo per reperire le entrate, e viene indicata la loro destinazione sulla base delle scelte che il Governo

si pone come obiettivo.

Le Entrate Pubbliche si dividono in:

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Cenni al sistema tributario italiano Capitolo

2

STATO BILANCIOLEGGE

DI STABILITÀ

USCITE

ENTRATE

Si rinnovano regolarmente ad ogni esercizio(esempio: entrate IRPEF)

ENTRATE ORDINARIE

Trovano la loro causa nella necessità di fronteggiaredeterminate situazioni eccezionali

(esempio: per finanziare spese a causa di calamità naturali)

ENTRATESTRAORDINARIE

I tributi sono sottrazioni di ricchezza alle economie private, operate dallo Stato in virtù della sua potestà d’im-

perio o dagli Enti pubblici a cui lo Stato ne ha attribuito le facoltà.

Cenni al sistema tributario italiano | Guida operativa 2014 15

LA TASSAÈ una somma di denaro dovuta dal privato cittadino come corrispettivo per la prestazione a suofavore di un servizio pubblico offerto da un Ente pubblico.La tassa è relativa ad un servizio di cui ciascun contribuente può decidere di avvalersi o meno e, ingenerale, non dipende né dal reddito né dal costo del servizio richiesto.

Esempio di tasse: n Tasse scolastiche per frequentare la scuola pubblica.

L’IMPOSTAÈ una somma di denaro dovuta allo Stato o ad un Ente locale destinata a finanziare il complesso dellaspesa pubblica.

Esempi di imposte dirette:n IRPEF e le addizionali IRPEF, trattenute ai dipendenti dai datori di lavoro; oppure versate in au-

totassazione al momento della dichiarazione dei redditi;n IMU dal 2012 pagata dal proprietario di immobili (terreni o fabbricati con alcune esclusioni/

esenzioni).

Esempi di imposte indirette:n Imposta di registro pagata al momento dell’acquisto di un immobile;n IVA pagata al momento di ogni acquisto.

IL CONTRIBUTOÈ un versamento a favore di Enti pubblici che viene effettuato per ottenere servizi e/o prestazionierogati in futuro.

Esempio di contributi:n Previdenziali e assistenziali, si tratta di versamenti, di norma obbligatori, effettuati per ottenere

una prestazione pensionistica, oppure la copertura dei rischi legati all’invalidità, alla malattia, agliinfortuni. In alcuni casi, ai fini pensionistici si possono effettuare anche versamenti volontari.

DIRETTEL’imposta è diretta quando gravasu un reddito o su un patrimonio

ad esempio:Irpef, Addizionali all’Irpef, Imu

LE ENTRATE ORDINARIESONO I TRIBUTI

TRADIZIONALMENTECLASSIFICATI IN:

INDIRETTEL’imposta è indiretta quando grava

su un’azione nel momento in cui la si compie

ad esempio:Iva, Imposta di registro

TASSE

IMPOSTE

CONTRIBUTI

SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

Guida operativa 2014 | Cenni al sistema tributario italiano

La riscossione dei tributi

I tributi vengono riscossi dallo Stato o dagli altri Enti impositori con tre diverse modalità:

2.2 I SOGGETTI:CONTRIBUENTE - AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA E SOSTITUTO

La norma tributaria deve indicare su chi grava la responsabilità patrimoniale del pagamento del tributo, cioè

il soggetto passivo (contribuente).

La legge non individua solo i soggetti passivi con riferimento al nesso diretto tra soggetto e presupposto, ma

allarga la cerchia dei soggetti che il fisco può considerare responsabili del pagamento del tributo, ponendo de-

gli obblighi a carico di terzi che si trovano in una relazione indiretta con il presupposto stesso.

È il caso del sostituto d’imposta, la cui figura nel diritto tributario è giustificata dalla cosiddetta “ragione fiscale”,

in quanto il legislatore prevede il prelievo dell’imposta al momento in cui questa operazione risulta più facile.

A tal fine viene quindi coinvolto, nel rapporto tra Amministrazione Finanziaria e contribuente un terzo soggetto:

il sostituto d’imposta.

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AUTOTASSAZIONEIl contribuente calcola l’imposta dovuta e versa all’Erario le somme così determinate (autoli-quidazione) tramite un istituto di credito, con versamento postale o con versamento al concessio-nario per la riscossione competente per territorio.➜ Oltre all’IRPEF, alle Addizionali IRPEF e alla Cedolare secca, che scaturiscono dalla dichiarazio-

ne dei redditi, rientra in questa fattispecie di riscossione anche l’IMU.

RUOLII ruoli sono elenchi di contribuenti tenuti a pagare un certo tributo ad una determinata sca-denza. La riscossione avviene a seguito di notifica di cartella esattoriale, tramite la quale il singolocontribuente debitore viene a conoscenza dell’ammontare dell’imposta o tassa dovuta, del motivo,dei tempi e delle modalità di pagamento.➜ Viene riscossa con questa modalità l’IRPEF eventualmente ancora dovuta sui redditi a tassazione

separata (ad esempio sul trattamento di fine rapporto di lavoro dipendente).

RITENUTA ALLA FONTEIl soggetto che eroga un compenso, calcola l’imposta dovuta sullo stesso e la versa all’Erario.Rientrano in questa fattispecie le ritenute effettuate dal datore di lavoro e dagli enti pensionistici,i quali corrispondono gli emolumenti già al netto delle imposte dovute.

Le ritenute alla fonte possono essere versate a titolo di acconto o a titolo d’imposta:n Ritenute a titolo di acconto = sono trattenute effettuate solo a titolo d’acconto sull’imposta dovuta,

per le quali il rapporto tributario potrebbe non essere concluso: l’eventuale saldo a debito o a credi-to risulterà dalla dichiarazione annuale dei redditi in cui verrà effettuato il conguaglio relativo all’in-tero anno, oppure a seguito di riliquidazione dell’imposta da parte dell’Amministrazione Finanziaria.➜ Sono di questo tipo, ad esempio: le ritenute sui redditi di lavoro dipendente o autonomo e

sulle pensioni.n Ritenute a titolo d’imposta = sono ritenute definitive, che esauriscono il rapporto tributario. Sui

redditi soggetti a tali ritenute nessuna imposta è più dovuta pertanto non vanno evidenziati nella di-chiarazione annuale.➜ Sono di questo tipo, ad esempio: gli interessi su conti correnti bancari e postali, libretti di

risparmio, obbligazioni, vincite derivanti da concorsi a premi, giochi, pronostici, interessi dibuoni del Tesoro, CCT, ecc.

Il sostituto d’imposta è il soggetto che, in forza di disposizioni di legge, è obbligato al prelievo/versamento dell’imposta, anche a titolo di acconto,

in luogo di altri, per fatti o situazioni a questi riferibili.

In pratica, il sostituto d’imposta viene coinvolto nella riscossione del tributo in quanto tra lui ed il contribuente,

esiste una connessione giuridica data, ad esempio, da un sottostante contratto di lavoro subordinato o di la-

voro autonomo, che permette allo Stato d’incassare parte dell’imposta già al momento della corresponsione

del compenso al lavoratore/pensionato.

Il datore di lavoro nei confronti del lavoratore dipendente e l’Ente pensionistico rispetto al pensionato sono due “tipici” sostituti d’imposta. Nel momento in cui viene corrisposta laretribuzione o la pensione, il datore di lavoro o l’Ente pensionistico, trattengono le imposte

dovute e le versano all’Erario. I redditi erogati, le ritenute operate e tutti gli altri elementi utili al calcolo dell’imposta vengono certificati dal sostituto d’imposta nel modello CUD

2.3 CLASSIFICAZIONE DEI REDDITI

Le categorie di reddito sono definite nel TUIR “Testo Unico delle Imposte sui redditi” (DPR 917/1986) che con

la nuova formulazione in vigore dal 1.1.2004 le distingue in:

Cenni al sistema tributario italiano | Guida operativa 2014 17

SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

I redditi fondiari, sono quelli inerenti i beni immobili: terreni e fabbricati, situati nel territoriodello Stato, che sono o devono essere iscritti, con attribuzione di rendita, nel catasto dei terrenio nel catasto edilizio urbano.Fino all’anno d’imposta 2011I redditi fondiari concorrevano, indipendentemente dalla percezione, a formare il reddito com-plessivo ai fini IRPEF dei soggetti che li possedevano; quindi ad esempio un fabbricato a dispo-sizione era sottoposto a tassazione essendo del tutto ininfluente la circostanza che tale fabbricatonon producesse un reddito effettivo.Dall’anno d’imposta 2012L’IMU sostituisce l’ICI e, per la componente immobiliare, l’IRPEF e le relative addizionali dovutein riferimento ai redditi fondiari relativi ai beni non locati o non affittati con alcune eccezioni.

Redditi Fondiariartt. da 25 a 43(capitolo n. 4)

Sono redditi di lavoro dipendente (anche se prestato all’estero) quelli derivanti dal lavoro pre-stato con qualsiasi qualifica alle dipendenze e sotto la direzione di altri. Costituiscono altresì, redditi di lavoro dipendente:n le pensioni;n i compensi per lo svolgimento di pubbliche funzioni;n tutte le somme o i valori percepiti in sostituzione di redditi di lavoro dipendente o equiparati;n gli assegni periodici corrisposti al coniuge separato o divorziato per il suo mantenimento; n i compensi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa a progetto

senza vincoli di subordinazione.Per i redditi di lavoro dipendente vale il principio di cassa: è al momento del pagamento,infatti, che viene effettuata la ritenuta a titolo d’acconto da parte del sostituto d’imposta.

Redditi di Lavorodipendentee assimilati

artt. da 49 a 52(capitolo n. 5)

Caratteristiche: autonomia, natura non imprenditoriale, abitualità e professionalità. Sono redditi di lavoro autonomo quelli derivanti dall’esercizio di professione abituale anche senon esclusiva, di attività artistiche, intellettuali e di servizio (redditi di avvocati, medici,ingegneri, geometri, ragionieri, ecc.).Sono inoltre redditi di lavoro autonomo:n i compensi derivanti dalla utilizzazione economica, da parte dell’autore o inventore, di marchi

di fabbrica, di opere d’ingegno e invenzioni industriali;n i redditi derivanti da associazione in partecipazione con esclusivo apporto di lavoro;n le partecipazioni agli utili spettanti ai promotori e ai soci fondatori di S.p.a., S.a.p.a., S.r.l.;n i compensi derivanti dall’attività di levata dei protesti esercitata dai segretari comunali.Lo stesso principio di cassa si applica per i redditi di lavoro autonomo: le prestazioni, anchese fatturate, non sono soggette a tassazione se non effettivamente incassate.

Redditi di Lavoroautonomo

artt. da 53 a 54(capitolo n. 6)

(segue)

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2.4 LA DICHIARAZIONE DELLE PERSONE FISICHE

Ai fini IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) ogni anno, se esiste l’obbligo, occorre presentare una

dichiarazione che riepiloghi tutti i redditi prodotti e posseduti nell’anno precedente. Nella dichiarazione dei red-

diti si fanno valere anche tutti i versamenti dell’imposta effettuati a titolo di acconto (ritenute alla fonte, versa-

menti diretti) e tutte le spese e/o tutte le condizioni personali che danno diritto ad agevolazioni fiscali.

Il risultato della dichiarazione può dar luogo ad un debito o ad un credito d’imposta.Sono previste due tipologie di dichiarazione:

Il contribuente che possiede i requisiti per compilare il modello 730, può in alternativa compilare il modello

Unico. Al contrario, nella maggioranza dei casi, chi presenta il modello Unico potrebbe non possedere i requisiti

per accedere al modello 730.

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Sono redditi di capitale:n i redditi derivanti da capitali dati a mutuo o altrimenti impiegati; gli interessi si presumono

percepiti alle scadenze e nella misura pattuite per iscritto;n i redditi dell’associazione in partecipazione, con apporto di capitale o capitale e lavoro (non

esclusivamente di lavoro);n i compensi per prestazioni di fideiussione;n gli utili corrisposti da società ed enti che hanno per oggetto la gestione di masse patrimoniali;n le rendite perpetue derivanti dall’impiego di capitali;n i redditi derivanti da partecipazioni in società di capitali, enti, associazioni e altre organizzazioni

non sottoposti all’imposta cedolare secca (esclusi i redditi derivanti da S.s., S.n.c., S.a.s.).Per i redditi di capitale vale il principio di cassa: un interesse non percepito non deve essere dichiarato.

Redditi di Capitaleartt. da 44 a 48(capitolo n. 7)

Derivano dall’esercizio in modo abituale e continuativo di attività commerciali, industriali, ditrasporto, di servizio ad imprese.Per i redditi di impresa vale, come regola generale, il principio di competenza.

Redditi d’Impresa artt. da 55 a 66

Raggruppano alcune categorie di reddito che non appartengono propriamente a nessuna dellecategorie precedenti.Sono redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono conseguitinell’esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società in nome collettivo e inaccomandita semplice, né in relazione alla qualità di lavoro dipendente:n quelli derivanti da operazioni speculative (plusvalenze);n quelli derivanti da attività occasionali di tipo commerciale o di lavoro autonomo;n quelli di natura fondiaria non determinabili catastalmente;n quelli derivanti dal possesso di immobili situati all’estero. Per i redditi diversi vale il principio di cassa.I redditi diversi sono tassativamente quelli indicati nell’articolo 67 del TUIR.

Redditi Diversiartt. da 67 a 71(capitolo n. 8)

MODELLO UNICOMODELLO 730

Dal 1993 è stato introdotto, come tipo di dichiarazione dei redditi, oltre al modello Unico, anche il modello 730, che si inseriscenel quadro dell’assistenza fiscale. L’assistenza fiscale è il sistema che consente al contribuente di semplificare i propri adempimenti fiscali rivolgendosi ad un CAAFper l’elaborazione del Modello 730.Il C.A.A.F. - Centro Autorizzato di Assistenza Fiscale - elabora il mod. 730 e provvede a:n effettuare i calcoli delle imposte, n comunicare al Sostituto d’imposta, direttamente o per il tramite dell’Agenzia delle entrate, il risultato contabile della

dichiarazione. Il sostituto provvede poi a trattenere o rimborsare le imposte, nella busta paga o pensione, di competenza delmese di luglio.

n presentare la dichiarazione in via telematica all’Amministrazione Finanziaria.

MODELLO 730

(segue Classificazione dei redditi)

(segue)

Cenni al sistema tributario italiano | Guida operativa 2014 19

SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

Quando (e come) si può utilizzare il modello 730n fino al 2013 poteva essere utilizzato da lavoratori dipendenti, pensionati, collaboratori coordinati e continuativi o a progetto

che avevano un sostituto d’imposta almeno nei mesi di giugno e luglio;n deve essere presentato ad un CAAF o ad un professionista abilitato, soggetti che hanno l’obbligo di apporre il visto di

conformità;n i redditi che si possono dichiarare sono:

n redditi di lavoro dipendente e/o assimilatin redditi fondiarin redditi di capitalen redditi di lavoro autonomo senza partita IVAn alcuni redditi diversi

n può essere presentato in forma congiunta dai coniugi: in questo caso il coniuge dichiarante può non avere un sostitutod’imposta; il conguaglio verrà effettuato dal sostituto del dichiarante;

n può essere presentato per conto di persone incapaci, compresi i minori, se per questi ricorrono le condizioni sopra indicate.

Chi non può utilizzare il modello 730Non possono utilizzare il modello 730 e devono presentare Modello Unico i contribuenti che:n nel 2013 hanno posseduto redditi d’impresa, anche in forma di partecipazione o redditi di lavoro autonomo;n devono presentare anche una delle seguenti dichiarazioni: IVA, Irap, sostituti d’imposta Modelli 770 semplificato e ordinario;n non sono residenti in Italia nel 2013 e/o nel 2014;n devono presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti.

MODELLO 730

A partire dal 2014 la platea dei soggetti che possono utilizzare il 730 è stata estesa anche a coloro che, pur non avendo unsostituto d’imposta tenuto ad effettuare le operazioni di conguaglio nei mesi di giugno e luglio 2014, hanno percepito nel 2013redditi di lavoro dipendente o solo alcuni redditi assimilati.Se nel 2013 sono stati percepiti solo redditi assimilati al lavoro dipendente, compresi tra quelli non ammessi, dovrà esserepresentato il Modello UNICO (vedi capitolo 5 punto 5.6).

I contribuenti interessati potranno quindi presentare il modello 730 sempre se risultano soddisfatti i restanti requisitiprecedentemente illustrati per usufruire dell’assistenza fiscale.n Se il risultato contabile della dichiarazione è a credito riceveranno il rimborso direttamente dall’Agenzia delle Entrate.n Se il risultato contabile della dichiarazione è a debito dovranno effettuare il versamento delle imposte entro le scadenze.

In tal caso il CAAF dovrà consegnare al contribuente, entro 10 giorni dalla scadenza dei termini di pagamento, il modello F24per il versamento.

In anticipo sul 2014 già nel 2013 per dichiarare i redditi 2012, è stato concesso ai contribuenti sprovvisti di sostitutod’imposta di presentare nel mese di settembre 2013 il 730 - Situazioni Particolari, alle stesse condizioni di cui sopra, ma soloed esclusivamente: n se il risultato contabile complessivo della dichiarazione si era concluso con un credito, al netto di eventuali debitin se non era stato presentato in precedenza un 730 o un Unico validoNella Guida 2 l’argomento sarà trattato in modo più approfondito.

MODELLO 730 DAL 2014/2013 NOVITÀ

(segue)

In tutti i casi il modello 730 può essere presentato:

n richiedendo assistenza: il contribuente si avvale del CAAF o di una società ad esso convenzionata per lacompilazione del modello in ogni sua parte. In questo caso il servizio è a pagamento.

n autocompilato: il contribuente provvede ad esporre correttamente tutti i dati personali, reddituali e dispesa negli appositi quadri. In questo caso il servizio è gratuito.

Guida operativa 2014 | Cenni al sistema tributario italiano20

Il modello UNICO è un modello unificato tramite il quale è possibile presentare più dichiarazioni fiscali.

Il modello è differenziato in base alla tipologia dei soggetti interessati ed è codificato in base alle sotto elencate lettere:PF caratterizzano il modello UNICO riservato alle persone fisiche;ENC quello riservato agli enti commerciali ed equiparati;SC quello riservato alle società di capitali , enti commerciali ed equiparati;SP quello riservato alle società di persone ed equiparate.

Il saldo a debito di IRPEF e delle addizionali risultante dal Modello UNICO, deve essere versato in banca o in postadirettamente dal contribuente (versamenti in autotassazione) utilizzando il Modello F24.

Il saldo a credito di IRPEF e delle addizionali può essere:n chiesto a rimborso;n lasciato a credito per essere utilizzato in diminuzione di imposte eventualmente dovute per l’anno in corso o per l’anno

successivo (eccedenze).

Quando (e come) si deve utilizzare il modello UNICO:n non esiste un Sostituto d’imposta nei mesi di giugno e luglio 2014 o il datore di lavoro è un soggetto che non riveste tale

qualifica e non ricorrono le condizioni per poter presentare il 730 in assenza di Sostituto come precedentemente rappre-sentato;

n si è fiscalmente residenti all’estero nell’anno d’imposta e/o nell’anno di presentazione della dichiarazione dei redditi;n si è titolari di partita IVA;n si è soci di una società di persone;n per la dichiarazione del contribuente deceduto presentata da uno degli eredi.

Può essere presentato ad un CAAF, ad un intermediario abilitato, tramite internet o all’ufficio postale: variano i termini discadenza in relazione alle modalità di presentazione.Se presentato ad un CAAF, quest’ultimo non ha l’obbligo del visto di conformità.

Non può essere presentato in forma congiunta.

MODELLO UNICO

Cenni al sistema tributario italiano | Guida operativa 2014 21

SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

Provengono da:terreni

fabbricatilavoro dipendente e pensione

lavoro autonomoattività d’impresa

partecipazione in società commercialiimpiego di capitali monetari

oppure da altre circostanze o attivitàalle quali la legge ricollega un aumento

della capacità contributivae un obbligo di pagamento

(operazioni speculative su titoli o immobili,vendita di partecipazioni sociali, ecc.)

REDDITI ASSOGGETTABILI ALL’IRPEFda dichiarare

formanoil reddito complessivo

(ad esclusione di quelli assoggettati ad imposta sostitutiva e degli immobili

non locati assoggettati ad IMU)

Sono esclusi da ogni imposizione.Generalmente non si tratta di veri e propri

“redditi” ma di indennità a carattererisarcitorio o assistenziale quali:

rendite INAIL per invalidità permanenteassegno sociale

assegni per il nucleo familiarealcune borse di studio

ecc.

REDDITI ESENTIda non dichiarare

Sono colpiti alla fonteda un’imposta definitiva,

che assorbe ogni imposta dovuta,comprese le addizionali.Si tratta ad esempio di:interessi su BOT o BTP

interessi bancari e postaliecc.

REDDITI SOGGETTI A RITENUTAALLA FONTE A TITOLO D’IMPOSTA

da non dichiarare

2.5 I REDDITI DA DICHIARARE

Tutti i contribuenti che hanno percepito nel 2013 redditi assoggettabili all’imposta devono dichiararli attraverso

il modello 730 o il modello Unico (da presentare nel 2014 entro le date stabilite dalla norma).

Le eccezioni (redditi esenti o già colpiti alla fonte da un’imposta definitiva, esoneri dall’obbligo di dichiarazione)

sono definite dalla legge.

Guida operativa 2014 | Cenni al sistema tributario italiano22

2.6 IRPEF - ADDIZIONALI - IMPOSTE SOSTITUTIVE

Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche: è l’imposta principale del nostro ordinamen-

to tributario, è personale e progressiva per scaglioni di reddito con aliquota crescente

(maggiore è il reddito, maggiore è l’imposta dovuta). L’IRPEF è un’imposta che segue i

principi costituzionali della capacità contributiva e della progressività (art. 53 della Co-

stituzione) ed è uguale su tutto il territorio dello Stato.

Imposta introdotta da una legge dello Stato che ha previsto inizialmente un’aliquota ordi-

naria uguale per tutti: successivamente alcune Regioni l’hanno aumentata, altre l’hanno

differenziata a seconda della tipologia di reddito prodotto dal contribuente. Il contribuente

dovrà versare in base all’aliquota deliberata dalla regione in cui ha il domicilio fiscale.

Imposta introdotta da una legge dello Stato secondo la quale sono i Comuni che deci-

dono se deliberarne l’applicazione; conseguentemente non è dovuta in tutti i Comuni.

Il contribuente dovrà versare in base all’aliquota stabilita dal Comune in cui ha il domi-

cilio fiscale.

Imposta Sostitutiva è definita tale dal Legislatore l’imposta che grava su un determi-

nato reddito e che si sostituisce a tutte le imposte che normalmente graverebbero sul

reddito stesso.

Dal periodo d’imposta 2011, la CEDOLARE SECCA può, se più conveniente, sostituire

l’IRPEF e le relative addizionali che graverebbero sul reddito delle abitazioni e relative

pertinenze locate.

Dal periodo d’imposta 2012, l’IMU, pur non essendo una imposta sul reddito ma bensì

sul patrimonio immobiliare, sostituisce oltre che l’ICI anche l’IRPEF e le relative addizio-

nali che gravavano fino al 2011 sul reddito fondiario generato dagli immobili non locati.

IRPEF

AddizionaleRegionale

IRPEF

AddizionaleComunale

IRPEF

ImposteSostitutive

L’IRPEFl’addizionale regionale IRPEF l’addizionale comunale IRPEF

sono dovuteper anno solare

colpiscono le personefisiche residenti in Italia

per i redditi derivanti da tuttele loro attività

colpiscono le persone fisiche nonresidenti in Italia peri redditi qui prodotti

si determina il reddito da assoggettare a tassazione

REDDITO IMPONIBILE

su cui applicare le aliquote IRPEF

IMPOSTA LORDA

L’IMPOSTA NETTA

se il risultato è negativo deve essere ricondotto a zero

2.7 LA STRUTTURA DELL’IRPEF

Cenni al sistema tributario italiano | Guida operativa 2014 23

SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

REDDITO COMPLESSIVOsomma dei:

Redditi fondiari assoggettabili all’Irpef Redditi di lavoro dipendente

Redditi d’impresaRedditi di lavoro autonomo

Redditi di capitaleRedditi diversi

(redditi posseduti e prodotti nell’anno)

ONERI DEDUCIBILISpese sostenute nell’anno

che la legge consente di portare in diminuzione del reddito complessivo

Scaglioni Aliquota Imposta sui redditi intermedifino a €15.000 23% sull’intero importo corrispondente a € 3.450

da € 15.001 fino a € 28.000 27 % € 3.450 + 27% sulla parte eccedente a € 15.000

da € 28.001 fino a € 55.000 38 % € 6.960 + 38% sulla parte eccedente a € 28.000

da € 55.001 fino a € 75.000 41 % € 17.220 + 41% sulla parte eccedente a € 55.000

da € 75.001 43% € 25.420 + 43% sulla parte eccedente a € 75.000

Detrazioni per carichi di famiglian spettano se il contribuente ha dei familiari “fiscalmente a carico”

Detrazioni per lavoron spettano in relazione alla tipologia e all’entità dei redditi

Detrazioni per oneriQuota percentuale di determinate spese sostenute quali ad esempio:

n Il 19% di spese sanitarie, interessi passivi per mutui ipotecari, spese funebri ecc,n Il 20% - 50% di spese finalizzate all’arredo di immobili in ristrutturazione,

n Il 36%-41%-50%-65% per spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio,n Il 55% - 65% per spese sostenute per la riqualificazione energetica di edifici,ecc.

=

=

=

Guida operativa 2014 | Cenni al sistema tributario italiano

2.8 LA STRUTTURA DELLE ADDIZIONALI

La base imponibile è uguale a quella IRPEF

si determina il reddito da assoggettare a tassazione

REDDITO IMPONIBILE

su cui applicare le aliquote deliberate da Regioni e Comuni tenendo conto dei seguenti criteri:

2.9 CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ

Il D.L. 138/2011 ha previsto che: “In considerazione della eccezionalità della situazione economica internazionale

tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede eu-

ropea, a decorrere dal 1 gennaio 2011 e fino al 31 dicembre 2013 sul reddito complessivo, di importo superiore a

300.000 euro lordi annui, è dovuto un contributo di solidarietà del 3% sulla parte eccedente il predetto importo.”

Il contributo di solidarietà costituisce quindi un’imposta straordinaria, istituita per l’eccezionalità della situazione

determinata dalla crisi economica.

Il contributo è deducibile dal reddito complessivo ai fini dell’Irpef e delle addizionali all’IRPEF

Per i titolari di redditi da lavoro dipendente:

➜ Il sostituto d’imposta, in occasione delle operazioni di conguaglio individua il reddito da lavoro dipendente

imponibile e calcola il 3% sulla parte che eccede i 300.000 €;

➜ trattiene in busta paga, in unica soluzione, l’importo del contributo in occasione del conguaglio di fine anno.

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REDDITO COMPLESSIVOsomma dei:

Redditi fondiari assoggettabili all’Irpef Redditi di lavoro dipendente

Redditi d’impresaRedditi di lavoro autonomo

Redditi di capitaleRedditi diversi

(redditi posseduti e prodotti nell’anno)

ONERI DEDUCIBILISpese sostenute nell’anno

che la legge consente di portare in diminuzione del reddito complessivo

=

ADDIZIONALE REGIONALE

L’aliquotan è istituita dalla Stato tuttavia la Re-

gione può deliberare in variazione;n può essere compresa tra l’1,23% e

l’1,73% (può anche essere maggiore incaso di mancato raggiungimento degli ob-biettivi di bilancio regionale).

L’impostan La Regione definisce le modalità di calcolo:

può essere effettuato per scaglioni di red-dito (come l’Irpef) e prevedere esenzioniper determinate fasce e/o tipologie di red-diti o per condizioni soggettive del contri-buente;

n va calcolata con l’aliquota stabilita dalla re-gione in cui il contribuente ha il domiciliofiscale al 31 dicembre dell’anno di riferi-mento.

ADDIZIONALE COMUNALE

L’aliquotan viene deliberata dal Comune (che può an-

che non prevederla); n può arrivare allo 0,8% può anche essere

maggiore in caso di mancato rispetto dideterminate norme.

L’impostan Il Comune definisce le modalità di calcolo;

può essere effettuato per scaglioni di red-dito (come l’Irpef) e prevedere esenzioniper determinate fasce e/o tipologie di red-diti o per condizioni soggettive del contri-buente;

n va calcolata con l’aliquota stabilita dal co-mune in cui il contribuente ha il domiciliofiscale al 1° gennaio dell’anno di riferi-mento.

Per i titolari anche di altri redditi

➜ Il contribuente o il Caaf quantificano il contributo in dichiarazione dei redditi (Unico o 730) sul totale com-

plessivo dei redditi dichiarati (dipendente + altri redditi), sottraendo dall’importo dovuto quanto già tratte-

nuto dal sostituto d’imposta sui redditi da lavoro dipendente.

2.10 IMPOSTA SOSTITUTIVA: CEDOLARE SECCA

L’art. 3 del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. 23 “Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale”, ha

previsto che a decorrere dall’anno 2011, in alternativa facoltativa al regime ordinario per la tassazione del red-

dito fondiario ai fini dell’Irpef, il proprietario o il titolare di diritto reale di godimento di unità abitative locate ad

uso abitativo può optare per un’imposta operata nella forma di cedolare secca.

Della cedolare secca si possono avvalere esclusivamente le persone fisiche che risultano proprietarie o titolari

di diritti reali di godimento di immobili ad uso abitativo e relative pertinenze se congiuntamente locate.

Deve trattarsi quindi di un immobile di categoria da A1 a A11 locato per un uso abitativo e le relative pertinenze;

sono esclusi gli immobili di categoria A10 (uffici o studi privati), immobili strumentali o relativi all’attività di im-

presa o di arti e professioni.

L’imposta dovuta nella forma della cedolare secca sostituisce:

➜ l’Irpef e le addizionali relative al reddito fondiario prodotto dalle unità immobiliari alle quali si riferisce, per

il periodo d’imposta relativo alla durata dell’opzione;

➜ l’imposta di registro dovuta per le annualità contrattuali o per il minor periodo di durata del contratto per i

quali si applica l’opzione;

➜ l’imposta di bollo dovuta sul contratto di locazione.

Base imponibile e aliquoteSul canone di locazione annuo stabilito dalle parti, che costituisce la base imponibile, la cedolare secca si ap-

plica in ragione di un’aliquota pari al 21%. Per determinate tipologie di contratti di locazione, l’aliquota è ridotta

al 19% e, dall’anno d’imposta 2013, al 15%.

Il reddito assoggettato a cedolare:

➜ è escluso dal reddito complessivo;

➜ sul reddito assoggettato a cedolare e sulla cedolare stessa non possono essere fatti valere rispettivamente

oneri deducibili e detraibili;

➜ il reddito assoggettato a cedolare deve essere compreso nel reddito ai fini del riconoscimento della spettanza

e/o della determinazione di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo collegati al possesso di requisiti

reddituali (ad esempio determinazione del reddito: per essere considerato fiscalmente a carico, da conside-

rare per l’ISEE, da considerare per l’eventuale soglia di esenzione stabilita per l’Addizionale Comunale)

L’OPZIONETrattandosi di un regime di tassazione opzionale, prima di scegliere la “cedolare secca”,

dovrà essere fatta un’analisi attenta di tutti gli elementi che possono condizionare tale scelta, al fine di offrire al contribuente la soluzione a lui più conveniente.

2.11 IMPOSTA SOSTITUTIVA SUGLI INCREMENTI DI PRODUTTIVITÀ

L’art. 2 comma 1 del Decreto Legge 27.05.2008 n. 93 aveva introdotto, in via sperimentale e limitatamente al pe-

riodo dal 1 luglio al 31 dicembre 2008, una tassazione agevolata sui redditi derivanti da lavoro straordinario,

lavoro supplementare e incrementi di produttività a favore dei lavoratori dipendenti del settore privato che ne

avessero richiesto l’applicabilità secondo un criterio di convenienza (con esclusione dei titolari di redditi di la-

voro assimilato a quello di lavoro dipendente).

L’agevolazione si concretizzava con l’applicazione ai suddetti redditi, di una imposta sostitutiva dell’IRPEF e

delle relative addizionali regionali e comunali pari al 10% (fino ad un determinato limite di importi percepiti).

Tale disposizione è stata poi prorogata negli anni successivi, modificandone in parte i contenuti iniziali, fino ad

arrivare alle disposizioni previste per l’anno d’imposta 2013.

Il Decreto interministeriale del 22 gennaio 2013 ha disposto che anche per l’anno 2013 le somme erogate ai di-

pendenti del settore privato in attuazione di quanto previsto da accordi collettivi territoriali o aziendali, correlate

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SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

Guida operativa 2014 | Cenni al sistema tributario italiano

a incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa e collegate ai risultati riferiti

all’andamento economico e agli utili dell’azienda o ad ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento

della competitività aziendale, saranno soggette ad una imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regio-

nale e comunale.

L’agevolazione per il periodo d’imposta 2013 consiste nell’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e

delle addizionali pari al 10% su un massimo di € 2.500 lordi a condizione che il lavoratore sia titolare, nell’anno

2012, di redditi da lavoro dipendente non superiori a € 40.000 (al netto dei contributi previdenziali versati e al

lordo di eventuali somme per incremento di produttività assoggettate ad imposta sostitutiva).

Sono esclusi dalla possibilità di scegliere l’imposta sostitutiva i dipendenti delle pubbliche amministrazioni e

i titolari di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.

Il lavoratore ha la facoltà:

➜ di scegliere se su tali somme deve essere applicata la tassazione sostitutiva da parte del sostituto d’imposta;

➜ di rivedere tale scelta in sede di dichiarazione dei redditi, ossia modificare l’opzione effettuata con il sosti-

tuto: passare da sostitutiva a ordinaria o viceversa.

Il Sostituto ha comunque l’obbligo di indicare nel CUD gli importi corrisposti a titolo di incremento della pro-

duttività indipendentemente dalla scelta effettuata dal lavoratore.

Gli importi assoggettati ad imposta sostitutiva non saranno compresi nel reddito complessivo del contribuente,

stabilendo in tal modo condizioni diverse ai fini del riconoscimento del diritto a deduzioni, detrazioni o benefici

di qualsiasi genere collegati al possesso di requisiti reddituali, quali ad esempio la determinazione del reddito

per essere considerato fiscalmente a carico, e la determinazione del reddito ai fini ISEE (in questo caso solo

entro il limite di € 2.500 per l’intero nucleo familiare).

L’OPZIONETrattandosi di un regime di tassazione opzionale, prima di scegliere l’imposta sostitutiva

sugli importi percepiti per incremento della produttività, dovrà essere fattaun’analisi attenta di tutti gli elementi che possono condizionare tale scelta,

al fine di offrire al contribuente la soluzione a lui più conveniente.

Al solo fine di sottolineare come una norma può cambiare nel tempo le modalità di tassazione di un reddito,

modificando requisiti, limiti, ecc., di seguito viene rappresentato un riepilogo di quanto è stato previsto negli

ultimi cinque anni sulla tassazione delle somme per incremento della produttività.

Riepilogo tassazione somme per incremento della produttività

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Anno Somme erogate Importo massimo Limite di reddito detassabile

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Reddito da lavoro dipendente nel 2007≤ € 30.000

Reddito da lavoro dipendente nel 2008≤ € 35.000

Reddito da lavoro dipendente nel 2009≤ € 35.000

Reddito da lavoro dipendente nel 2010≤ € 40.000

Reddito da lavoro dipendente nel 2011≤ € 30.000

Reddito da lavoro dipendente nel 2012≤ € 40.000

n Lavoro straordinarion Lavoro supplementaren Premi di produttività

n Premi di produttività

n Somme correlate con parametri di produttività

In attuazione a quanto previsto dai contrattiterritoriali o aziendali correlate a incrementi di produttività e collegate ai risultati dell’andamento economico e agli utili dell’azienda.

€ 3.000

€ 6.000

€ 6.000

€ 6.000

€ 2.500

€ 2.500

2.12 IMPOSTE SUL PATRIMONIO

Il patrimonio è l’insieme dei beni mobili, immobili e delle rendite appartenenti ad una persona fisica o giuridica.

L’imposta sul patrimonio è una imposta diretta che colpisce il patrimonio del contribuente.

L’imposta sul patrimonio è giustificata dal principio di equità orizzontale, infatti il patrimonio conferisce a chi

lo possiede dei vantaggi economici rispetto a coloro che usufruiscono ad esempio del solo reddito da lavoro.

La tassazione del patrimonio, affiancata a quella del reddito, dovrebbe ristabilire un certo equilibrio nella po-

sizione economica dei diversi contribuenti.

Le imposte patrimoniali possono essere classificate nelle seguenti categorie:

➜ Imposta sul patrimonio ordinaria. Sono imposte applicate ogni anno sul patrimonio del contribuente. Esem-

pi di imposta sul patrimonio ordinaria sono l’IMU, l’IVIE, l’IVAFE.

➜ Imposta sul patrimonio straordinaria. Sono imposte applicate una tantum in situazioni particolari di estrema

emergenza sociale. Una eventuale imposta straordinaria sul patrimonio può essere applicata, ad esempio,

per ridurre il debito pubblico nazionale.

➜ Imposta sul trasferimento del patrimonio. Sono imposte applicate soltanto nel momento in cui ha luogo il

trasferimento di proprietà del patrimonio (Vedi Capitolo 4).

2.12.1 IMU: IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIADal 2012 l’art. 13 del D.L. 201/2011 ha anticipato per il triennio 2012/2014 l’applicazione in via sperimentale del-

l’imposta municipale propria (IMU), già prevista dagli artt. 8 e 9 del D.Lgs. 23/2011 “Disposizioni in materia di

federalismo Fiscale Municipale”.

La normativa in vigore al momento della stesura della presente guida, prevede che al termine del periodo di

sperimentazione, ovvero dal 2015, l’IMU sarà “a regime”.

È un’imposta che grava sul patrimonio immobiliare (terreni e fabbricati) situato nel territorio dello Stato e de-

tenuto a titolo di proprietà, usufrutto o qualsiasi diritto reale (Vedi Capitolo 4).

➜ L’IMU sostituisce l’ICI e, per la componente immobiliare, l’IRPEF e le relative addizionali dovute in relazione

ai redditi fondiari derivanti da immobili non locati.

➜ L’IMU non sostituisce invece l’IRPEF e le relative addizionali sui redditi fondiari relativi agli immobili locati

per i quali rimangono immutate le regole di tassazione.

La base imponibile dell’IMU è costituita:

➜ Per i fabbricati

dalla rendita catastale rivalutata del 5% alla quale vengono applicati dei moltiplicatori diversi a seconda del-

la categoria catastale del fabbricato.

➜ Per i terreni agricoli

dal reddito dominicale risultante in catasto rivalutato del 25% al quale vengono applicati dei moltiplicatori

diversi a seconda di chi li possiede e li conduce.

Ai fini della determinazione dell’imposta, il legislatore ha stabilito le aliquote da applicare alla base imponibile

dei diversi immobili. I Comuni, nell’ambito della propria potestà regolamentare, possono variarle in aumento

o diminuzione entro i limiti definiti dalla legge.

Per il 2012 allo Stato era riservata una quota di imposta, calcolata su tutti gli immobili, pari allo 0,38%, ad ec-

cezione di quella riferita all’abitazione principale e relative pertinenze nonché ai fabbricati rurali ad uso stru-

mentale per i quali l’intera imposta era destinata al Comune.

Dal 2013 allo Stato spetta la quota di imposta pari allo 0,76%, solo sugli immobili ad uso produttivo.

2.12.2 IVIE: IMPOSTA SUL VALORE DEGLI IMMOBILI ESTERILo stesso provvedimento legislativo che ha anticipato l’IMU, D.L. 201/2011, all’art. 19 ha previsto l’introduzione,

a decorrere dall’1.1.2011, dell’IVIE: imposta sul valore degli immobili (fabbricati e terreni) detenuti all’estero

dalle persone fisiche residenti in Italia ancorché cittadini non italiani, a qualsiasi uso destinati. La decorrenza è

stata poi rinviata all’1.1.2012, considerando in acconto gli importi già pagati per l’anno 2011.

L’imposta, di natura patrimoniale, è dovuta dalle persone fisiche residenti in Italia (sono quindi escluse le so-

cietà di qualsiasi tipo) proprietarie dell’immobile ovvero titolari di altro diritto reale sullo stesso.

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SISTEMA TRIBUTARIO

ITALIANO

Guida operativa 2014 | Cenni al sistema tributario italiano

La base imponibile è costituita, nella generalità dei casi, dal costo d’acquisto dell’immobile risultante dal rela-

tivo atto o dai contratti da cui risulta il costo complessivamente sostenuto per l’acquisizione di diritti reali di-

versi dalla proprietà (es.: usufrutto).

L’imposta è determinata applicando alla base imponibile, l’aliquota dello 0,76% (0,4 per gli immobili adibiti ad

abitazione principale) e deve essere versata proporzionalmente alla quota di possesso e ai mesi dell’anno nel

quale si è protratto il possesso.

Se l’imposta determinata sul valore complessivo dell’immobile, senza tenere conto della quota e del periodo

di possesso, non supera € 200, il versamento non è dovuto.

2.12.3 IVAFE: IMPOSTA SULLE ATTIVITÀ FINANZIARIE ESTEREA decorrere dall’1.1.2011 è stata istituita l’IVAFE, imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero

dalle persone fisiche residenti in Italia ancorché cittadini non italiani (art. 19 co. 18 D.L. 201/2011). La decorrenza

è stata poi rinviata all’1.1.2012, considerando in acconto gli importi già pagati per l’anno 2011.

L’imposta, di natura patrimoniale, è dovuta dalle persone fisiche residenti in Italia (sono quindi escluse le so-

cietà di qualsiasi tipo) che detengono attività finanziarie in paesi esteri a titolo di proprietà o di altro diritto reale

e indipendentemente dalle modalità dello loro acquisizione.

Sono quindi soggette all’IVAFE anche le attività finanziarie estere pervenute al residente in Italia per successione

o donazione.

La base imponibile è costituita dal valore di mercato, rilevato al termine di ciascun anno solare o al termine del

periodo di detenzione nel luogo in cui sono detenute le attività finanziarie, anche utilizzando la documentazione

dell’intermediario estero di riferimento per le singole attività ovvero dell’impresa di assicurazione estera.

L’imposta è determinata applicando alla base imponibile l’aliquota che è stabilita, in via generale, nella misura

dell’1 per mille per il 2012, e dell’1,5 per mille, a decorrere dal 2013.

Esclusivamente per i conti correnti e i libretti di risparmio detenuti in qualsiasi Paese (e non solo in quelli ap-

partenenti all’Unione europea o in Paesi aderenti allo Spazio economico europeo che garantiscono un adegua-

to scambio di informazioni come prevedeva la norma in origine), l’imposta è stabilita nella misura fissa di €

34,20 pari all’imposta di bollo attualmente in vigore in Italia e va applicata con riferimento a ciascun conto cor-

rente o libretto di risparmio detenuto all’estero.

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