Etruschi e Romani a San Casciano dei Bagni. Le Stanze Cassianensi. Guida breve alla mostra.

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San Casciano dei BagniPalazzo Comunale3 agosto 2013

L’allestimento è stato voluto dal Comune di San Casciano dei Bagni e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Progettazione scientifica e progetto di allestimento: Monica Salvini (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana)

Allestimento: Maurizio Morini

Progetto realizzato con il contributo della Regione Toscana

Fotografie dei materiali archeologici: Alessandro Pareti (Gabinetto Fotografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana); immagini tratte dall’Archivio Fotografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Fotografie di scavo: David Tuci (S.A.C.I. Srl)

Redazione: Sara Faralli

Traduzione: Ada Salvi e Jill Gabriel

Grafica e impaginazione:Andrea Amadio

Stampato in edizione limitata da STIBU Arti Grafiche nel mese di Agosto 2013

The exhibition is promoted by the Comune di San Casciano dei Bagni and the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Scientific project and exhibition design: Monica Salvini, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

Exhibition set-up: Maurizio Morini

This project is funded by Regione Toscana

Photographs of archeological finds: Alessandro Pareti, Gabinetto Fotografico della Soprinten-denza per i Beni Archeologici della Toscana; images from the Archivio Fotografico of the Soprintendenza per i Beni Ar-cheologici della Toscana

Excavation photographs: David Tuci, S.A.C.I. Ltd

Editing: Sara Faralli

English translation: Jill Gabriel, Ada Salvi

Graphic Design: Andrea Amadio

Printed in limited edition on Stibu Arti GraficheAugust 2013

“Several cinerary vases uncovered whilst searching amongst those ruins, together with the enumerated ancient monuments and

the aforementioned fossils, form my small Museo Cassianense” (Annibale Bastiani, 1770)

Guida breve della esposizioneA cura di

Short guide to the exhibitionEdited by

Monica SalviniSara Faralli

Elisa Salvadori

Le prime notizie di ritrovamenti archeologici a San Casciano dei Bagni risalgono al Rinascimento. Nel 1585, il Canonico Schiavetti, lodando le acque mi-nerali che scaturiscono nei suoi pressi, ricorda il ritrovamento di una copia di epoca romana della Venere di Doidalsas presso il fosso del Bagno Doc-cia e di una dedica con invocazione a Aesculapius e Hygieia. Nello stesso periodo, presso Bagno Grande, furono messe in luce strutture e mosaici romani; la loro pre-senza è attestata ancora nel Settecento da Iacopo Fi-lippo e Annibale Bastiani, che ricordano anche una dedica ad Apollo da parte di personaggi romani di rango senatorio. Sculture, capitelli, dediche, statuette di bronzo, mo-nete e molti altri ritrovamenti andarono a costituire il Museo Cassianense, locale “camera delle meravi-glie”.Nell’ Ottocento il territorio fu esplorato da collezio-nisti chiusini, come il Capitano Federigo Sozzi, e da proprietari terrieri locali, come i fratelli Manciati. Gli oggetti recuperati (vasi greci ed etruschi, urne, vasi e idoletti di bronzo, monete) andarono dispersi tra collezionisti privati e musei nazionali ed esteri.Altri ritrovamenti di tombe etrusco-romane furono segnalati nel 1925 da Ranuccio Bianchi Bandinelli nella prima (e unica) Carta Archeologica del terri-torio, edita nel Clusium. Solo negli ultimi anni, grazie all’azione intrapresa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del-la Toscana, è stato possibile documentare e salvare quanto venuto in luce nel territorio.

L’ esposizione del Palazzo Comunale si svolge su due livelli e presenta ritrovamenti recenti sul territorio: la piccola necropoli di Balena, relativa ad un inse-

The earliest news of archaeological discoveries in San Casciano dei Bagni dates back to the Renais-sance. In 1585, while praising the thermal waters gushing out in the surroundings, parson Schiavetti mentioned the discovery, near Bagno Doccia, of a statue - a Roman copy of a Venus sculpted by the Greek artist Doidalsas - and of a votive inscription with a plea to the god of medicine Aesculapius and his daughter Hygieia.Roman walls and mosaics were brought to light near Bagno Grande in the same period. Their existence was further testified in the 1700s by Iacopo Filippo and Annibale Bastiani, who also mention a dedica-tion to the god Apollo by important Roman person-ages of senatorial rank. Sculptures, capitals, dedications, bronze statuettes, coins and many other objects were collected to form the Museo Cassianense - a local “cabinet of curios-ities”.The area was then explored in the 1800s by antique collectors from Chiusi, such as Captain Federico Sozzi, and local landowners like the Manciati broth-ers. The objects they found (Greek and Etruscan pottery, urns, vases, bronze “idols”, coins) were dis-persed among private collectors and museums, both in Italy and abroad.The discovery of other tombs, dating back to the Etruscan-Roman period, were mentioned by the ar-chaeologist Ranuccio Bianchi Bandinelli in the first (and only) archaeological map of the territory to this day (Clusium, published 1925).Only recently, thanks to the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana (i.e. the govern-ment office for Tuscan antiquities), the finds brought to light in this territory have been well documented and protected.

The exhibition in the Palazzo Comunale is displayed

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on two floors and shows recent discoveries from this area: the small necropolis at Balena, connected to a rural settlement dating to 150 - 30 B.C., excavated in 2007 to the west of San Casciano dei Bagni; and a votive deposit uncovered in the Doccia della Tes-ta springs, with Etruscan offerings and Roman coins displayed on the first floor.The exhibition also illustrates the natural environ-ment of the stratigraphical excavations at Balena and Doccia della Testa. The reconstruction of a tomb at the time of its dis-covery offers to the visitor an insight of an archae-ologist’s experience. The grave goods displayed in small showcases on the ground floor and on shelves on the first floor repeat the regular disposition of sin-gle burials in the long funerary corridors (Gr. dro-moi), so similar to the modern “cities of the dead”.

San Casciano dei Bagni lies in the southernmost part of Tuscany and borders the regions of Umbria and Lazio.It was densely populated during the prehistoric pe-riod, as witnessed by the retrieval, towards the end of 1800s, of stone tools from the southern side of the Monte di Cetona. During the Etruscan period this area marked the southernmost part of the territory controlled by Chiusi, bordering the land held by Or-vieto.From the 7th century B.C. onwards small settlements were established along main natural routes such as valleys, rivers and mountain passes, in order to gain control of the territory. Owing to the thermal springs abundant in the area, believed to have curative prop-erties, settlement was successful in Hellenistic and Roman times. Many shrines and thermal buildings were built in the vicinity. The necropolis at Balena was organized into long parallel corridors (Gr. dromoi) with lateral niches.

diamento rurale attivo tra la prima metà del II e l’a-vanzato I sec. a.C., scavata nel 2007 nelle campagne a ovest di San Casciano dei Bagni, e, al piano supe-riore, una stipe votiva, ritrovata dentro la sorgente di Doccia della Testa, costituita da ex-voto di epoca etrusca e da monete di epoca romana.L’ allestimento suggerisce ai visitatori l’ambiente nel quale sono stati eseguiti gli scavi stratigrafici di Ba-lena e Doccia della Testa. La ricostruzione di una tomba al momento del ri-trovamento offre la possibilità di calarsi nello scavo; la disposizione dei corredi in piccole vetrine e, al piano superiore, su lunghi gradini ricorda la regola-re disposizione delle singole tombe dentro i dromoi (termine greco per “corridoi”) collettivi, come nelle moderne città dei morti.

Il territorio di San Casciano dei Bagni si trova all’ estremità meridionale della Toscana e confina con Umbria e Lazio. Fu popolato intensamente fin da epoca preistorica, come indica il ritrovamento alla fine dell’ Ottocen-to di strumenti litici sul versante meridionale della montagna di Cetona. In epoca etrusca, esso faceva parte del territorio di Chiusi, segnando il suo confi-ne meridionale con la città di Orvieto.Fin dal VII sec. a.C. piccoli nuclei insediativi era-no distribuiti lungo le principali vie di comunica-zioni naturali (valli, fiumi, valichi), a controllo del territorio. L’ occupazione dell’area proseguì in epoca ellenistica e soprattutto romana, favorita dallo sfrut-tamento delle abbondanti sorgenti di acqua calda, a cui si attribuivano qualità salutari e presso le quali si trovavano luoghi di culto e edifici termali.La necropoli di Balena era articolata in strutture a corridoio “a nicchiotti”.

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Il rituale era quello dell’incinerazione; le ossa com-buste erano deposte in olle con ciotola-coperchio, cinerari a campana e urne a stampo di modesta qua-lità.Le tombe “a nicchiotti” (definite, in alternativa, “a loculi”) erano diffuse nelle necropoli urbane e suburbane di Chiusi e nel territorio che faceva ri-ferimento all’antica città etrusca. Quelle di Balena appartenevano al tipo di tomba con nicchiotti senza camera di fondo, che fu utilizzato tra II e I sec. a.C., con persistenze fino al I sec. d.C. Tali ipogei prevedevano l’esistenza di molti loculi scavati ai lati e, talvolta, sul fondo dei lunghi corri-doi; essi potevano trovarsi anche ad altezze diverse da terra e in ordini sovrapposti.I singoli nicchiotti erano chiusi con tegole che reca-no spesso il nome del defunto.

La presenza di una necropoli in località podere Ba-lena era nota agli abitanti del luogo sin dagli anni Venti del Novecento, quando alcune tombe furono rinvenute nel corso dello ‘scasso’ per l’impianto di un vigneto. Alla fine degli anni Settanta, epoca alla quale risalgono le prime notizie sulla necropoli, il sito si presentava fortemente compromesso, a segui-to delle sistematiche violazioni e di numerosi inter-venti moderni (lavorazioni agricole, cava di mate-riali, rimboschimento). Le prime indagini autorizzate sono state intraprese alla fine del 2007 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Toscana (Direzione scientifica dott. Mario Iozzo - Esecuzione lavori S.A.C.I. Srl).Complessivamente furono scoperte oltre cento se-polture, ricavate sui fianchi di sei corridoi tagliati nel compatto terreno locale. I dromoi, orientati in senso sud-ovest/nord-est e inclinati da nord a sud, hanno

Incineration was the custom. Cremated bones were placed in jars with upturned bowls as lids, or in bell-shaped ash urns, or in poor quality, relief moulded terracotta urns. The tombs with niches (It. “tombe a nicchiotti”, al-ternatively called “tombe a loculi”) were common in the urban and suburban necropoleis of Chiusi and of its surroundings.The tombs at Balena are of the type with niches with-out chamber at the end of the dromos, which was used between the 2nd and 1st centuries B.C., and per-sisted until the 1st century A.D. They have a large number of niches dug into the cor-ridor walls and sometimes also into its end wall. The niches were dug at varying heights and arranged in multiple rows; they were finally sealed with tiles, of-ten inscribed with the name of the deceased.

Local inhabitants have known of the existence of an ancient necropolis at Podere Balena at least since the 1920s, when several tombs were accidentally dis-covered while planting a vineyard. By the end of the 1970s, when this discovery was first reported, the site had been seriously damaged by persistent rob-bing, and also by intense activity such as cultivation, quarrying and reforestation. The first systematic re-searches were carried out at the end of 2007 by the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Tos-cana (Scientific Director dott. Mario Iozzo – works execution S.A.C.I. Ltd.).More than 100 burials were discovered in the sides of 6 corridors (Gr. dromoi) cut into the compact lo-cal soil. The SW/NE oriented dromoi, between 50 cm and 1 m wide, are not preserved in their original length.

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una larghezza compresa tra 0,50 e 1 m. circa, mentre non conservano la lunghezza originaria.

Il podere Balena si trova a ovest dell’abitato di San Casciano dei Bagni sulla sommità di un modesto ri-lievo ad una quota di circa 500 metri s.l.m., delimi-tato dai fossi dell’ Armatello e delle Assolate. L’ area di Balena si colloca in un contesto geologico particolare, caratterizzato dalla presenza di terreni limoso-argillosi di origine marina ed età Pliocenica (3-5 milioni di anni fa). Gli scavi dei clandestini e le altre lavorazioni, pro-tratti per decenni, hanno devastato la quasi totalità delle sepolture rinvenute: soltanto 15 loculi si pre-sentano sostanzialmente integri, mentre la grande maggioranza è stata depredata del corredo e della tegola di chiusura oppure è stata parzialmente di-strutta da tagli artificiali. I cinerari, talvolta rinvenuti sdraiati sul fianco, oc-cupavano quasi interamente la ristretta superficie dei loculi. Pochi erano gli oggetti di corredo delle sepolture, molti dei quali sono stati recuperati nel terreno di riempimento dei dromoi. Tra questi figu-rano balsamari ceramici e strigili in ferro con anelli di sospensione in bronzo, specchi bronzei e monete. Sono inoltre attestate ceramiche a vernice nera, tra cui un kantharos (coppa per bere) con anse decorate, e ceramiche a vernice rossa, tra cui una brocchetta con decorazione vegetale a rilievo di importazione orientale.

Le tombe (“nicchiotti”) che si aprivano lungo i fian-chi dei dromoi erano chiuse da tegole piane, utilizzate

Podere Balena is situated to the west of the town of San Casciano dei Bagni, at the top of a low hill, approximately 500 metres a.s.l., and is bordered by the creeks Armatello and Assolate. The land around Balena is situated in a particular geological context formed by silty-clay soil of marine origin dating back to the Pliocene (3-5 million years B.P.).Illicit excavations and agricultural cultivation went on for decades, devastating almost the whole necrop-olis. Only 15 burials were found more or less intact, while most grave goods and tiles had been plundered or heavily damaged. The cinerary urns, sometimes found reclining on one side, filled almost the whole available space in the niches. These contained only a few grave goods; others were found outside, in the filling of the dromoi. Among the grave goods were perfume vases and iron strigils with bronze suspending rings, bronze mirrors and coins. Black-glaze pottery, like a two handled drinking cup with decorated handles (Gr. kantharos), as well as red slip ware, such as a small jug with floral decoration, imported from the East, were also discovered.

The “nicchiotti”, dug in the corridor walls, were fi-nally sealed with flat roof tiles (pantiles). Tiles were placed upright, with the wider lower end inserted in the earth.The name of the deceased (or the names, if there was more than one burial in the same niche) was incised - generally after firing - on the upper, smoother side of the tile, often in rather inaccurate writing.Analysis of inscriptions on the sealing tiles at Bale-na proves the existence in the Chiusi countryside of small landowners, who had use of small/medium plots of land.The inscriptions can be divided into three groups: Etruscan inscriptions in Etruscan alphabet (200-150

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comunemente come laterizi di copertura dei tetti. Esse venivano alloggiate verticalmente nella terra appositamente sagomata, con la parte più larga in basso.Il nome del defunto (o i nomi, se più di uno) era in-ciso sulla parte superiore lisciata prima della cottura, o più spesso dopo, con grafie più o meno accurate.

La presenza di iscrizioni sulle tegole di chiusura delle tombe di Balena mostra l’esistenza dal III se-colo a.C., in tutto l’agro chiusino, di una piccola proprietà terriera che disponeva di lotti di terra, di piccole e medie dimensioni.Le iscrizioni si possono dividere in tre gruppi: iscri-zioni in lingua etrusca e alfabeto etrusco, iscrizioni in lingua etrusca e alfabeto latino, iscrizioni in lin-gua e alfabeto latini. I tre gruppi si possono distri-buire: il primo, nella prima metà del II sec. a.C.; il secondo, nella seconda metà dello stesso secolo; il terzo, nella prima metà del I sec. a.C.Le iscrizioni scritte in etrusco e latino si equivalgono numericamente, mentre quelle etrusche in alfabeto latino sono nettamente prevalenti, mostrando dalla seconda metà del II sec. a.C. la sovrapposizione del-le due culture (etrusca e latina).

Dallo studio dei nomi dei defunti di Balena, seppel-liti dalla prima metà del II sec. a.C. fino all’avanzato I sec. a.C., si deduce che essi appartenevano a grup-pi familiari e che talvolta i parenti erano deposti in loculi vicini.Si trattava di individui di condizione libera, per la maggior parte di origine locale. Alcuni di loro ave-vano rapporti con la vicina Bolsena (Capru/Capro, Presu, Nortina), mentre altri potevano venire da Pe-rugia (Aruseria) e dalla più lontana Tarquinia (Ani-nei).Le sepolture mostrano corredi nel complesso mo-desti. Ad ogni modo i coloni di Balena ambivano ad

B.C.), Etruscan inscriptions in Latin alphabet (150-100 B.C.) and Latin inscriptions in Latin alphabet (100-50 B.C.). There is an equal number of inscrip-tions in Etruscan and Latin. Etruscan inscriptions with Latin alphabet clearly predominate; cohabita-tion of Etruscan and Latin cultures was a fact by 150 B.C.

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esaltare la propria immagine pubblica: esibivano la capacità della scrittura, che consisteva nel tracciare la formula onomastica bimembre (nome individua-le e nome di famiglia) sulla tegola di chiusura del loculo, ed esponevano oggetti simbolici (strigili) o allusivi alla cerimonia funebre (lagynoi).

I 67 oggetti in metallo esposti nella piccola vetrina al piano superiore furono ritrovati nel 2004 in uno scavo stratigrafico eseguito sotto la Direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Tosca-na (dott. Mario Iozzo), durante i lavori di pulitura e sistemazione della Sorgente di Doccia della Testa, posta all’ interno della proprietà del Fonteverde Tu-scan Resort & Spa.I reperti si trovavano dentro la sorgente, inglobati nella terra smossa dalle stesse acque sorgive.Si trattava di una stipe votiva, ovvero di oggetti de-posti (o gettati) in onore o a scopo benaugurante per una divinità della fonte o del corso d’acqua, che rimane ancora da identificare. Sicuramente era at-testato un culto salutare (rivolto verso la sanatio o anche la fertilitas) come mostrano gli ex-voto ana-tomici.

Gli oggetti ritrovati nella stipe si datano dallo scor-cio del VI secolo a.C. fino a età romana avanzata e formano due gruppi distinti: ex-voto di bronzo e monete.Nel gruppo di ex-voto di bronzo, raffiguranti offe-renti e/o divinità e parti anatomiche umane, la figu-ra femminile che raffigura una devota con i capelli acconciati in un tutulus, mentre con le mani regge un lembo della veste e compie un gesto di orazione, è il reperto più antico (VI sec. a.C.). Tra epoca classica ed ellenistica si datano le statuette

Analysis of the names of the people buried at Bale-na from 200 to 50 B.C. suggests that they belonged to family groups, and that relatives were sometimes buried in adjacent niches. They were freeborn people mostly of local origins. Some of them had links with Bolsena (Capru/Capro, Presu, Nortina), while others may have come from Perugia (Aruseria) or the more distant city of Tar-quinia (Aninei).Grave goods are generally of modest quality. The settlers in Balena aimed, however, at exalting their public image by showing writing skills, and used to inscribe a double onomastic formula (individual first name + family name) on the sealing tile. They also exhibited symbolic objects, such as strigils (i.e. curved metal tools used by athletes to scrape dirt and sweat from their bodies) or vessels, such as wine pitchers (Gr. lagynoi), commonly used in funerals.

The 67 metal objects exhibited in the small showcase on the first floor were discovered in 2004 during a stratigraphic excavation carried out under the direc-tion of the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana (Dr. Mario Iozzo), during cleaning and restoring operations of the “Doccia della Testa” springs, situated on the property of the Fonteverde Tuscan Resort & Spa.The bronzes were found inside the spring, deeply em-bedded in the soil endlessly stirred by the spring wa-ter. They were part of a votive deposit – i.e. a group of objects deposited (or thrown) in the water to honour or please a deity of the spring or of the watercourse, whose cult has yet to be identified. Rituals to obtain healing (Lt. sanatio) and fecundity (Lt. fertilitas) were definitely performed here, as attested by the anatom-ical ex-votos.The finds from the votive deposit date from the late 6th century B.C. to the late Roman period and belong

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di atleta, di Ercole in riposo (con clava e pelle del leone di Nemea) e del falciatore, raffigurazione del dio Selvans, oppure immagine simbolica di un pro-prietario terriero e delle relative fruttuose e copiose attività agricole.Sono presenti anche eccezionali oggetti anatomici in bronzo: un orecchio destro, forse legato alla cura dei disturbi auricolari curati dalle acque termali locali, e una mammella con dedica in latino di una liberta dal nome greco Eutyche, schiava liberata di un Gaius Avidienus: AVIDIENA G. L. / EYTYCHE / V (S) L M. La dedica poteva essere una richiesta di guarigione o di fertilità, se non di lattazione, oppure di ringrazia-mento per averla ricevuta.

Tra le monete recuperate si segnala un aes formatum databile tra V e III sec. a.C., ovvero una porzione squadrata di lastrina di bronzo dedicata come ex-vo-to in alternativa a quelli figurati.Un singolo atto devozionale compiuto nell’inoltrato III sec. d.C. (probabilmente sotto l’imperatore De-cio) si riconosce in un tesoretto unitario di 59 mo-nete; è presente anche un follis di Massenzio, testi-mone di una frequentazione più tarda.

L’ uso di dedicare monete, singole o a gruppo, so-stituì lentamente in tutte le aree sacre d’Italia e in alcune province l’uso di offrire ex-voto anatomici.

to two different groups: bronze ex votos and coins.Among the bronze ex votos, representing offerers and/or deities and human anatomical parts, the ear-liest find (6th century B.C.) is a female figure portray-ing a worshipper with her hair arranged in a conical headdress (Lt. tutulus), who is holding up the hem of her dress while praying.Statuettes representing an athlete, a s.c. “Resting Her-cules” (with a club and the skin of the Nemean lion) and a reaper, probably embodying the Etruscan god Selvans or symbolizing a landowner and his fruitful and abundant agricultural activities, date from the Classical to the Hellenistic age.Other interesting bronze objects are shaped as a right ear, probably related to the healing of ear-diseases treated with the local thermal waters, and as a female breast with a dedication in Latin by a freed woman with a Greek name Eutyche, formerly a slave of one Gaius Avidienus: AVIDIENA G. L. / EYTYCHE / V (S) L M. The dedication could have been either a request or a thanksgiving for recovery, fertility or lactation.

A very interesting and early type of coin is a square portion of a bronze plate (Lt. aes formatum, i.e. “cast bronze”, 5th - 3rd century B.C.), that was dedicated as an ex-voto. A single act of devotion, which probably took place under emperor Decius in the late 3rd century A.D., de-posited a hoard of 59 coins; a follis of emperor Max-entius (306-312 A.D.) is the latest coin dedication.

The custom of dedicating coins gradually replaced the practice of offering anatomical ex-votos in all sa-cred areas in Italy and in some provinces.

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