18720 MIN. 48 Mq (personale di Gianmaria De Lisio) Catalogo della mostra all'Officina Solare di...

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18720 MIN. 48 Mq Gianmaria de lisio

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18720 MIN. 48 Mq

Gianmaria de lisio

Cominciamo col chiarire il titolo della mostra di Gianmaria De Lisio. 18720 min. e 48 mq si riferiscono rispettivamente ai minuti complessivi della durata dell’esposizione e ai metri quadri della galleria Officina Solare in cui si svolgerà; questi numeri apparentemente casuali, quindi, indicano precisamente il tempo e lo spazio dell’evento. Sinteticamente l’artista ha voluto subi-to sottolineare i due elementi con i quali si è rapportato per la realizzazione dei propri lavori. Tempo e spazio, considerati come i fondamentali principi relazionali che integrano la nostra esperienza sensibile, diventano nel processo creativo dell’autore stimoli performativi. Nella misura in cui queste categorie agiscono nel profondo della sensibilità personale si discostano da logiche accertate per aprirsi ad una dialettica del senso, producendo un sovraccarico di esperienze. Tali conoscenze sono acquisite solo esclusivamente da De Lisio che, nell’impos-sibilità di tramutarle in stimoli univoci, le imposta come impressioni sul limite di una catastrofe. L’esplorazione ottica dell’Universo cede allora il posto alla relazione e alla creazione di imma-gini distinte dalla natura seppur ancorate alla Storia. Se l’uomo (e ancor più l’artista) non è più modello e centro di tutte le cose diventa allora centro di se stesso, investigando il proprio tem-po e il proprio spazio, ovvero il ricordo e il vuoto. La mostra, quindi, è impostata come un’unica e organica installazione in divenire caratterizzata da differenti evidenze complesse e discor-danti che, per un sottile equilibrio che si può rintracciare solo nella mente dell’autore, non cede all’entropia bensì cerca di comunicare un modello ben preciso di scelta. E’ la scelta dell’artista capace di astrarre delle costanti dalla realtà vissuta nel tentativo di ricreare un ordine e pre-servare un racconto. Utopica rincorsa verso un traguardo che non può esistere poiché nell’as-senza di centro l’unico tentativo di individuare una direzione, dove sciogliere l’orizzonte della crisi, si riduce ad un gioco di assenze. Il tempo come limite e lo spazio come materia si relazio-nano sull’istante della percezione ma restano pur sempre isolati; solo l’interferenza produttiva dell’artista, allora, è capace di riconsiderare i due termini come contenitori energetici sperimen-tando sul limite della rappresentazione che non sceglie quasi mai la strada dell’astrazione. Per ritrovarsi in un perenne inizio? Probabilmente è nascosta nella mostra una certa idea ciclica di creazione che eliminando corsi e ricorsi arriva dentro l’essenza per impostare un tentativo di dialogo. Farsi vivere di impressioni. Questo, in fondo, lo strumento principale di De Lisio. Come il pittore adopera il pennello, lo scultore lo scalpello, il fotografo la selezione, lui utilizza ogni singola traccia e strumento per installare se stesso nella sua creazione mostrandoci il gioco delle evidenze. Non è una questione di sintesi ne tantomeno un voler complicare la visione. Di certo l’artista ci vuole fornire delle informazioni secondo il proprio sentire ma non sappiamo se voglia comunicare o semplicemente mostrare poiché non potremo mai entrare pienamente nei suoi schemi. Ci si propone di fare esperienza di tempo e di spazio ma è un riflettere mediato

“Che cos’è il tempo? Se nessuno me l0 do-manda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo do-manda, non lo so più ”.

Agostino d’Ippona

e meditato, e personale, su categorie fondamentali oggi profondamente differenti da come erano percepite in passato. Del resto il processo di cambiamento di relazioni tra il tempo e lo spazio nella scienza del XX secolo non può non influire anche sull’arte e sull’estetica. Per primo il filosofo Albert Einstein aveva compreso che considerare lo spazio come “contenitore” del mondo e il tempo come ciò “lungo cui scorre” l’esistenza non era più possibile a causa del-la costanza della velocità della luce. Forse il termine adatto per descrivere quest’unica opera totale è connessione poiché ogni lavoro, o serie, appare intimamente associato all’altro in una fitta rete di relazioni invisibili tessute con sapienza e poeticità in quanto materiali, azioni, gesti, raffigurazioni hanno un loro preciso posto nell’insieme, poli di attrazione e informazione. Per meglio chiarire però le dinamiche della mostra sarà bene descrivere le varie sezioni secondo un vero e proprio elenco, funzionale alla comprensione.

8 quadri sul Tempo sono riproduzioni a carboncino di opere tratte dalla storia dell’arte in cui si percepisce il tema della durata. Da Robert a Opalka, passando per Monet e Serusier, osser-viamo il passato che ha indagato sul tempo ricostruito e rielaborato a monocromo dall’artista. L’arte creando un gusto, o uno stile, ha prodotto, a posteriori, un periodo. La periodizzazione infatti è un creare una certa misura che De Lisio ripropone proiettandola al futuro.

8 quadri sullo Spazio realizzati ad acrilico su mdf sono flussi vitali di colori, gorghi che riempio-no determinate superfici impostate e che trasmettono un impulso di liberazione. Se il Tempo, in quanto regola, è raffigurato in nero, in connessione con una certa idea di perdita, lo Spazio, in quanto natura ed energia, è inteso colorato e dinamico, in divenire, colto nel momento della formazione e definizione della materia.

Disegni. 8 disegni a china, con il pennino, che raffigurano gli ulivi del suo bisnonno riprodotti su cartoncini trovati in libreria, dove De Lisio lavora, durante un carico di libri. Sono soggetti legati al Tempo e materializzano la spigolosità e la creatività degli alberi percepiti come assenza e ricordo, icone di un passato sommerso da sovrastrutture e che si può cogliere esclusivamente tramite un vero e proprio scavo sul foglio. 8 disegni a matita su carta, legati allo Spazio; la carta è di tribunale, vecchia di circa una trentina d’anni, ed è stata regalata all’artista da suo zio. In queste pagine vi sono degli studi energetici, ovvero delle ipotesi di materia che si configura quasi come fosse muscolo o tendine. Nel formarsi si queste conformazioni si percepisce una tensione pura che diventa estensione.“Con Amore”. E’ un’installazione su piedistallo che presenta dei fogli impilati. Questi fogli, in

numero di 60 (come i secondi, i minuti, ecc.) riproducono l’immagine di un letto disfatto de-sunta dalla copertina di un libro. De Lisio realizza una copia a china della foto e poi varie fotocopie in successione riproducendo sempre la fotocopia del momento e mai l’originale. In questo modo il disegno, man mano, svanisce diventando sempre più bianco. Tutti i fogli sono poi presentati in una pila. Nell’opera, quindi, percepiamo lo spazio occupato e anche il tempo in quanto le fotocopie in successione materializzano la durata dell’atto che è, soprattutto, un atto d’amore dell’artista. Questi ci vuol comunicare come l’amore sia un’energia potente che armonizza ed equilibra ogni cosa. E l’amore non inteso solo verso una persona ma proprio in quanto passione “del momento” che rapisce la persona e la porta lontano dal costruito per mostrarla all’eternità del qui e ora.

Il Diario della mostra. Un diario posto su un piedistallo sul quale l’artista ha annotato tutto ciò che è successo dal momento in cui è partito il progetto della mostra fino al giorno dell’inau-gurazione, con foto, vuoti, idee, pensieri, impressioni. Secondo le sue intenzioni è il cardine attorno al quale ruota la mostra in quanto contiene la spiegazione di molte delle singole opere. L’oggetto, che occupa materialmente uno spazio, permette quindi un’indagine sul tempo (in-terno) dell’artista e sulle dinamiche della sua creazione. Uno sguardo intimo e privilegiato per sfiorare l’intenzione che rimane pur sempre nascosta, e una vera e propria icona che definisce un punto di arrivo e un punto per una nuova partenza, o svolta.

Tommaso Evangelista

“Mi interessa ciò che è dietro, che è nascosto ma ha una luce diversa. Mi interessa ciò che è davanti agli occhi ma non si vede. La mia ricerca non si basa su un’unica idea immutabile, perché io credo, profondamente, nel continuo cambiamento come unica possibilità. Credo che la realtà sia simile ai sogni e come i sogni va interpretata, sia lei, la realtà, che ogni azione che in essa, per essa e su di essa agisce. Nella serie dei Bersagli senza centro, tramite la ricerca sul rapporto tra il nero e il giallo (la coesistenza del binomio cromatico nel bersaglio e nella segnaletica di pericolo), ho analizzato come la persona si interrelazioni con l’ambiente circostante come un costrutto difensivo: la verità spesso è un pericolo. Spingendomi oltre sono giunto al qui e ora come unica strada maestra per giungere o iniziare un cammino di compren-sione di sé. Vivere nel qui e ora è il metodo base per vivere con lucidità. La lucidità ci permette di vedere e analizzare la realtà per quella che essa è veramente, evitando di disperderci e di correre dietro a ciò che non ci serve. Molti credono che qui e ora significa eliminare dalla pro-pria mente il passato o il futuro e vivere solo nel presente. Io credo invece che l’unico modo sia trovare una dimensione in cui lo spazio (qui) e il tempo (ora) convivano in equilibrio. Ma ogni cosa è frutto, addizione e sottrazione di decine di altre. Il mio equilibrio è nel momento in cui ogni possibilità di spazio-materia convive con ogni possibilità di tempo-limite. Io sono un artista e posso parlare di ciò che sento e sono solo tramite il mio mezzo. Il lasciarmi fluire nel corso del tempo e dello spazio mi permette di guardare le mie idee modificarsi senza opporre resistenza. Io sono solo un mezzo, è la mia urgenza che conta. Nel mio lavoro fluisce e si condensa ogni cosa che mi circonda, ogni minuto, ogni battito, ogni spazio. Ogni forma è documentazione. La mia casa, il mio studio, il mio lavoro attuale (il libraio), la mia compagna, i miei amici artisti entrano nel mio lavoro così come tutto quello che sono stato e da dove vengo. La ripetitività è bandita. Il movimento è costante. Il tempo è misura e lo spazio è energia. È come partire contemporaneamente da due capi opposti e cercare di ritrovarsi, al buio, in unico punto comune. Tutto ciò è solo l’inizio”.

Pescara, nel mio studio, venerdì 7 settembre 2012 ore 18:15

Gianmaria De Lisio

“Sta nello spazio ciò a cui nel tempo devo arrivare,i n e l u t t a b i l m e n t e ”

James Joyce

Tempo

Tempo, tecnica mista su legno, cm 17,5 x 24

Tempo, tecnica mista su legno, cm 17,5 x 24 Tempo, tecnica mista su legno, cm 17,5 x 24

Spazio

Spazio, matita su carta, cm 25 x 37

Spazio, matita su carta, cm 25 x 37 Spazio, matita su carta, cm 25 x 37

Spazio, matita su carta, cm 25 x 37 Spazio, acrilico su mdf, cm, 2012

Ulivi

Senza titolo, cm 12 x 21, 2012

Senza titolo, cm 12 x 21, 2012 Senza titolo, cm 12 x 21, 2012

Diario

1 Settembre, diario, cm 15 x 21, 2012.

Pagina seguente: 24 Agosto, diario, cm 15 x 21, 2012

Con amore

# 91_ con amore, cm 21 x 29,5 , 2012

Graphic design: Valentina De Lisio