Ancora alla fine degli anni‘50 le macchine agricole non erano presenti in tantissime zone, anche della montagna parmense. La forza lavoro era costituita dalle braccia di donne e uomini e dalla forza degli animali; chi poteva utilizzarne di più si poneva in una posizione di grande privilegio
Con l’industrializzazione e con l’emigrazione, diventa fondamentale il contributo delle donne che si dedicano al lavoro dei campi, abbandonando così i vecchi mestieri di casa…
Braccianti: per usanza si doveva fornire un giaciglio; potevano anche rinunciarvi pur di lavorare! Le braccianti andavano da Palanzano, Rigoso, Comano a Langhirano per fare la stagione…
Le attività legate alla emigrazione stagionale
la sfogliatura del gelso e la lavorazione del baco da seta
L’artigianato contadino…
Cestaio Moleta
Maniscalco
Artigiani…”la piodla”
Muratori Muratori
Nasce e si sviluppa con l’aumento della produzione agricola
L’utensile più usato; la macchina per dare l’acqua. Si usava per il verderame, per innaffiare i pidocchi di petrolio, per imbiancare….
Che alimenti di origine animale mangiavano i nostri antenati? Dagli scavi di vari periodi intorno alla pieve di Sorano sono stati ritrovati 71 elementi di cui 59 dimostrabili 1- Suini,macellati intorno ai 160/180 kg 2- Ovicaprini, macellati a fine carriera 3- Bovini, intorno ai due anni e mezzo 4- Altro… Che razze fossero, è ignoto; i resti sono esigui, solo ossa e denti.
Con l’affermarsi della meccanizzazione viene meno la necessità di vacche a triplice attitudine (lavoro, carne, vitello) e si affermano quegli animali in grado di produrre latte e carne in maggior quantità, ma in minor tempo e a costi contenuti. Si arriva alla globalizzazione zootecnica
Piemontese Aberdeen Angus
La Pezzata Nera olandese e la Bruna Alpina con tutte le loro evoluzioni genetiche, sostituiscono le antiche razze presenti in appennino e in pianura.
Pezzata rossa
Simmental
Grigio alpina
E’ difficile parlare delle razze primordiali come razze in purezza; il pascolo senza confini faceva sì che di frequente le vacche si mescolassero e fossero coperte da tori di razze diverse.
Pezzata rossa
Simmental
Cabannina, allevata nella montagna di Spezia e Genova; di taglia piccola taglia 118/120 cm latte Molto rustica; altezza 11
Si valorizza il formaggio
Vacca e toro di razza Reggiana, buona lattifera
Incrocio fra podolica e razza locale formentina
Recuperata
Il Parmigiano Reggiano: le mucche hanno un’alimentazione codificata; questo impedisce la fermentazione del formaggio che non necessita quindi di conservanti come la formalina o il lisozima
La Varzese, incrocio fra Podolica e locale, formentina
50/60 capi
Chiamata anche Ottonese o Tortonese
In estinzione
Garfagnina: di origine podolica, da latte, con vitello a mantello formentino. Forse derivata dalla maremmana
In estinzione
Le razze da carne più importanti sono francesi e inglesi. Oltre la velocità di accrescimento si valuta la resa al macello cioè il peso del quinto-quarto: pelle, ossa, testa, gambe, intestini e mammella, ovvero di tutto ciò che non è edibile
Limousine Aberdeen Angus
Da recenti ricerche genetiche sembra che il Chianino sia arrivato dall’Asia Minore (Anatolia) con gli Etruschi, mentre il Maremmano, simile all’Istriano, forse con gli Unni o dopo, via mare
Salvate
Razze da carne a mantello bianco derivate dalla razza Podolica; fu portata nel VI sec. dai Longobardi dalla Pannonia, attuale Ungheria
Mucca Chianina podolica, con vitello a mantello formentino Toro Chianino Il record era 17 qli a 7 anni Ora migliorato
Pastorina,
Estinte?
Modesto gruppo di bovini che si
trova nel Casentino (Arezzo), deriva
dall'incrocio della podolica locale
(Maremmana) con la Chianina con
sangue prevalente di questa. I
soggetti si presentano con
incornatura a lira, mantello bianco
tendente al grigio, arti abbastanza
corti e robusti, pelle scura.
Un tempo era diffusa nell'Appennino Toscano; oggi restano
pochi capi allevati fra i monti della Calvana e del Mugello, ad
est di Prato. Come la Perugina, è considerata un ecotipo della
Chianina, con una mole più ridotta rispetto a quest'ultima, a
causa dell'ambiente di allevamento più difficile.
Calvana
Burlina; portata dai Cimbri nel 102 a.C. Può produrre 50 qli di latte;a Bassano del Grappa
Razzetta d’Oropa, da latte,portata dai Burgundi nel V sec; vive nel biellese;
300 capi censiti
Il Bardigiano è, assieme al Maremmano, l’unica razza equina autoctona presente nel territorio; deriva forse dai cavallini celtici e della Camargue. Fu incrociato dagli anni ‘30 con razze più grandi a scopi militari snaturandone così le attitudini.
…o dall’Equus Prezwalky,
antenato dei ponies
…o dal cavallo della
Camargue…
Forse deriva dai cavallini celtici
…poi incrociato con il F.Montaignes, il Murgese e l’Arabo
Incrociato nel‘35 con l’Aveglinese…
Murgese
Il Maremmano, utilizzato
dai butteri della Maremma
a guardia delle mandrie
La sua origine potrebbe risalire a quando i celti superarono le Alpi e i loro cavalli germani incontrarono popolazioni equine di sangue orientale e africano che vivevano già sul territorio italiano: incrociandosi, questi cavalli avrebbero prodotto il maremmano. Quasi duemila anni dopo, in epoca rinascimentale, Lorenzo de' Medici introdusse in Toscana l'incrocio con l'arabo e la razza si divise in due tipologie: quella toscana e quella laziale che era rimasta più simile al tipo iniziale.
I suini erano allevati nei boschi, il cui valore era dato dal numero di animali che vi si potevano allevare. Professione riconosciuta, come rango, era quella del “porcaro” Il maiale si nutriva di querce, faggi, noccioli. Anche Strabone ricorda che le foreste della Cisalpina fornivano abbondanti quantità di ghiande. Nel XVII secolo, da Borgotaro, partivano mandrie di suinetti neri per la Val di Vara. Venivano sostituiti poi da quelli lucchesi
Le razze suine autoctone, nere,“àl ‘nìmel”, in Emilia, di buona attitudine alla produzione degli insaccati, vengono sostituite da quelle inglesi più rapide nell’accrescimento e più prolifiche, meno rustiche, ma adatte all’allevamento in box. Inizialmente si usavano anche verri neri di razza inglese
Romagnolo Nero di Parma
Verro e scrofa di Cinta Senese Per la produzione del suino pesante il peso di macellazione medio è di circa 150 kg e la sua carne viene prevalentemente trasformata in salumi tipici tradizionali, quali il prosciutto toscano, la spalla salata, le salsicce, la gola, il lardo, la pancetta o rigatino, il capocollo, la soppressata, la finocchiona, il buristo.
Verro e scrofa “Nero di Parma”; razza ormai recuperata e codificata, anche se estinta negli anni ’60 Culatello di Zibello Prosciutto di Parma
L’allevamento e la transumanza ovina sono già ricordate nella TAV del II secolo d.C. I pastori lucchesi portavano lungo la VIA REGIA, che lungo il crinale saliva da Zeri alla Foce dei Tre Confini, sino al grande “Saltus praediaque Bitunias” a Bedonia, di proprietà della “Res Publica Lucensium”, le proprie mandrie che trovavano larghi spazi di incolto per foraggiarsi. Le greggi assieme alle pelli, al miele ed a grandi fusti di alberi per le navi, venivano portate dai Liguri di montagna, verso il mare e scambiate con olio e vino
L’unica pecora autoctona sembra essere quella Massese, nera, buona lattifera, ma con lana di scarso pregio; e’ stata poi incrociata con altre varietà. La più utilizzata è la Bergamasca, da carne
Massese Cornigliese
Pecora Massese: può produrre anche 150 litri di latte. E’ l’unica a mantello nero, poco adatto a lana
Garfagnina: derivata dalla Massese
Nostrana, derivata dalla Garfagnina ed allevata sulla Cisa; in espansione
Pecora Bergamasca, la migliore razza italiana da carne
Cornigliese, o pecora mucca. Anche 160 litri di latte
Merinos x Bergamasca X locale
Columella consigliava anche l’allevamento degli animali da cortile, soprattutto dei polli, utili anche per il fertilizzante Oggi, si cerca di allevare il pollo a terra, dentro capannoni dove può, relativamente, muoversi
Nero Gigante d’Italia
Razza derivata nel 1929 dall’incrocio di tre razze diverse
Arriva a 6 kg Se ne è tentato il recupero in Val di Vara
Gallo di razza Livornese
Le origini non sono chiare (Italia centrale, selezionata usando polli leggeri allevati nelle campagne toscane): il nome deriva dal porto dal quale, nel 1828, questi animali partirono per l’America del Nord. Nel 1874 fu inserita nell'American Standard of Perfection nelle colorazioni bianca, nera e bruna. La bianca fu selezionata principalmente per la produzione di uova. Dall'America la Livorno rientrò in Europa e principalmente in Inghilterra nel 1870 per poi ritornare in Italia.
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