"La Casa Pacheco de Melo di Pedro Borges", in EdA, 2010.

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a cura di / edited by Bruno Pelucca VIAGGIO IN PORTOGALLO JOURNEY TO PORTUGAL DENTRO E FUORI I TERRITORI DELL ARCHITETTURA INSIDE AND OUTSIDE THE TERRITORIES OF ARCHITECTURE | ESEMPI DI ARCHITETTURA / 1

Transcript of "La Casa Pacheco de Melo di Pedro Borges", in EdA, 2010.

a cura di / edited by

Bruno Pelucca

VIAGGIO INPORTOGALLO

JOURNEY TO PORTUGAL

DENTRO E FUORII TERRITORI DELL’ARCHITETTURA

INSIDE AND OUTSIDETHE TERRITORIES OF ARCHITECTURE

| ESEMPI DI ARCHITETTURA / 1

a cura di / edited by

Bruno Pelucca

VIAGGIO INPORTOGALLO

JOURNEY TO PORTUGAL

DENTRO E FUORII TERRITORI DELL’ARCHITETTURA

INSIDE AND OUTSIDETHE TERRITORIES OF ARCHITECTURE

EDITORIALE / EDITORIALBruno PeluccaDentro e fuori i territori dell’architettura / Inside and outside the territories of architecture

INTERVISTA / INTERVIEWMaurizio MorandiIntervista a Manuel Salgado / Interview with Manuel Salgado

ESPERIENZE E RICERCHE / EXPERIENCES AND RESEARCHESGregorio Carboni MaestriDalla “Sé-cattedrale” al “Sé-Nazione”. Sull’architettura della città e del territorio lusitano: chiavi di lettura storico-antropologiche / From “Sé-Cathedral” to the “Self-Nation”. About the architecture of the city and the Lusitan territory: historical and anthropological clues Filippo TurchiL’ombra da nord: il progetto come esito applicativo di un percorso metodologico / The shadow from north: the project as a result of a methodological pathGiovanni Allegretti, Juliana Torquato RuizQuando lo spazio urbano si fa metafora di un cambiamento politico: la riscossa del territorio nel Piano di Urbanizzazione Carnide/Luz a Lisbona / When urban space becomes a metaphor for political change: the reconquest of territory in the Carnide/Luz Urbanisation Plan in LisbonCidália SilvaBeyond Buildings and Roads: An approach to the diffuse territory of Vale do Ave / Oltre Edifici e Strade: un approccio al territorio diffuso della Vale do AveVincenzo RisoGuimarães e la media valle dell’Ave: una città e il suo territorio visti attraverso le analisi e i progetti degli studenti della scuola di architettura che vi ha sede / Guimarães and the medium valley of the Ave river: a town and its territory as observed through the analysis and the designs of the students of the local school of architectureSara Angelini, Paride PiccininiRiconoscimento del paesaggio e progetto dello spazio pubblico nella città-territorio. Un parco lineare per la riqualificazione della Vale do Ave / Urban conditions and public space in the territorial city. A linear park for the regeneration of Vale do AveDaniel MonteiroReconstruindo o sítio / Reconstructing the SitePedro Maurício BorgesThree houses in São Miguel / Tre case a São MiguelJoão Francisco FigueiraLa Casa Pacheco de Melo di Pedro Borges / The Pacheco de Melo House by Pedro Borges

THE WORLD IS A VAMPIREPaulo Catrica

RECENSIONI LIBRI / BOOKS REVIEWSdi / by Alexandra Prado Coelho, André Tavares, Ricardo Gil e Joana Maia

AUTORI / AUTHORS

............ p. 5

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INDICE / CONTENTS

La Casa Pacheco de Melo di Pedro BorgesThe Pacheco de Melo House by Pedro Borges

João Francisco Figueira

Nel 2002 il Premio Portoghese di Architettura / Premio Secil è stato attribuito alla Casa Pacheco, un’ope-ra realizzata nelle lontane Azzorre e con dimensioni e budget limitati rispetto alla tradizione del Premio.La decisione della giuria è stata coraggiosa ma, fatalmente, fonte di alcuni malintesi e di una tacita perples-sità. In un primo momento mi è sembrato sintomatico di uno scollamento tra l’ambito in cui l’edificio siposiziona ed i criteri con cui i cronisti ed una parte degli architetti intendono la disciplina. Scrivendo que-sto breve saggio, mi sono fatto strada nelle qualità di questa casa, finendo col perdermi al suo interno.

The Portuguese Architectural Prize / Secil Prize was awarded in 2002 to the Pacheco House, located in the dis-tant Azores and relatively small in scale and budget in relation to the usual tradition of this Prize. The jury's deci-sion was courageous but unfortunately created misunderstandings and much perplexity, albeit tacit. At first, I feltthis was symptomatic of a split between the ground on which the foundations of the house were laid, and thecriteria used by chronicle makers and a part of the profession. However, the more I continued the writing of thisessay, the more I progressively penetrated the qualities of this house, until I seemed to loose myself within it.

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Il Premio Nazionale di Architettura delPortogallo / Premio Secil è stato asse-gnato ad opere come la Casa delle Arti aPorto (Arch. Eduardo Souto de Moura),l'edificio del Chiado a Lisbona e la Scuoladi Giornalisti a Santiago di Compostela

(Arch. Álvaro Siza Vieira), la Scuola Supe-riore di Comunicazione Sociale a Lisbona(Arch. Carrilho da Graça) e alla ScuolaSuperiore di Arte e Design di Caldas daRainha (Arch. Vítor Figueiredo). Nel 2002il Premio Secil è stato attribuito alla casa

che Pedro Maurício Borges ha proget-tato per la famiglia Pacheco de Melo, vi-cino a São Vicente Ferreira, nella costanord dell'isola di São Miguel, nelle Az-zorre.

� 1. Planimetria di impianto.

� 5. Pianta della copertura. � 6. L’accesso alla proprietà.

� 3-4. Facciata est.

� 2. Prospetto est.

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Experiences and researchesEsperienze e ricerche /

Risalendo la Canada1 dos Barões versoPico Grande, è possibile scorgere ad unacerta distanza, al termine della curva, il vo-lume bianco della Casa Pacheco. Piùavanti, nei pressi dell’accesso alla pro-prietà, la casa non è più visibile. Situata infondo alla proprietà, la casa scompare die-tro ai muri che fiancheggiano proprietà ecanada. Alti muri in basalto con funzione

di recinzione, a volte di contenimento, for-mati con le pietre di risulta dalla lavora-zione dei poderi.

Superato il portone d’ingresso allaproprietà, il fronte orientale si rivela intutta la sua spoglia ed astratta estensione.La casa è situata all’estremità occidentaledei due terrazzamenti che costeggiano lacanada. Il primo, più basso e stretto, col-

lega il portone verde d’accesso alla pro-prietà all’entrata principale della casa edal garage. Il secondo, più ampio e postoad una quota maggiore, era campagna etale rimane, pascolo per il cavallo, quartomembro del nucleo familiare. Lungo ilbordo di questo terrazzamento si allineail corpo delle camere da letto, con le fi-nestre aperte sul lato est del bianco vo-

� 7. Pianta piano terra. � 8. L’ingresso e il belvedere. � 9. Il corridoio al piano terreno vista dal garage.

� 10. Sala da pranzo, soggiorno e l’apertura verso il giardino di ponente. � 11. Prospetto ovest.

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João Francisco Figueira, La Casa Pacheco de Melo di Pedro Borges

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lume. Ma è, addentrandosi nella proprietà,il piccolo ed aereo corpo della costru-zione che sporge dal volume di fondo, chesi rivolge a noi. Si tratta del belvederedella casa, reminiscenza dei belvederedelle dimore del secolo XIX, segno di-stintivo dell’edificio; restituzione della ve-duta verso il portone verde d’accesso;veduta verso il mare in lontananza, di-stante. Le aperture sono contenute; l’ar-chitettura è difensiva; il belvedere la suagaritta.

Al di sotto il belvedere si entra nellacasa. Si attraversa il corridoio che distri-buisce il pianterreno, dal garage (a nord)alla scala per il primo piano (a sud), sinoad entrare nel soggiorno. Questo si apregenerosamente verso l’esterno; verso ilterzo terrazzamento della proprietà, a po-nente. Come nell’ingresso, la sala dapranzo si situa ad un livello superiore ri-spetto a quello del soggiorno. Superata lasala da pranzo troviamo la cucina ed altrilocali di servizio.

Nonostante il soffitto ostenti lo stessoastratto candore che caratterizza il fronteorientale, all’interno si scopre una casacon un soffitto inclinato. Il soffitto bianco,che dall’interno prosegue all’esterno nelsoggiorno, ci conduce verso il piccolo giar-dino a ponente. Lì si può constatare cheil soffitto inclinato corrisponde al dorso diuna copertura, a falda unica.

Con generosità e criterio l’interopianterreno, comprese le aree comunidella casa, si apre verso l’esterno: vetratemontate su infissi in legno ed alluminionel soggiorno; finestra quadrata in legnonella sala da pranzo; finestra orizzontalein alluminio nella cucina. I locali esterni,oltre a contribuire all’individualizzazionee alla caratterizzazione degli interni cor-

rispondenti, sono la dimostrazione piùevidente della competenza con cui que-st’opera è realizzata. Si noti che al pian-terreno non vi è alcuna porta che dividel’ingresso/corridoio dal soggiorno, o chesepara questi dalla sala da pranzo, dallacucina e dal corridoio dietro la cucina. Eancora: è la stessa falda che genera ununico soffitto inclinato che ricopre l’in-� 12. La sala da pranzo e l’ingresso.

� 13. Pianta piano primo.

� 14. Prospetto ovest, il corpo delle camere.

� 15. Il corridoio del piano primo, lato camere.

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tera casa. Il lavoro sui due livelli del pavi-mento (essendo il pavimento del primopiano, in forma di mezzanino, ed il belve-dere partecipi della spazialità del sog-giorno), il lavoro sulle pareti aperte/chiusee sul confine interno/esterno dell’edificioconferisce individualità e qualifica gliambienti che compongono il pianter-reno.

Se ad est la casa è difensiva, ad ovest èestroversa. Come abbiamo già osservato,la casa si apre verso il giardino contiguo aivani comuni, da dove si scorge la grandearaucaria che segnala il centro di São Vi-cente Ferreira; e, al primo piano, attraversoun ampio vano con telaio fisso in legno, ilcorridoio, che distribuisce le stanze, si apreverso un alto muro di pietra che partecipacosì alla spazialità dello stesso.

Alle due forme ben differenziate di re-lazionarsi con l’esterno corrispondonodue scale d’intervento e due distinte atti-tudini riguardo al linguaggio architettonico.Ad est il colmo si presenta alto e ben di-mensionato in rapporto agli ampi terraz-zamenti posti sul lato dell’entrata; illinguaggio è protettivo; predomina l’into-naco dipinto di bianco. Ad ovest, soprat-tutto nel giardino limitrofo ai vani comuni,l’ingombro è minuto, la casa si prolungaverso i contigui spazi esterni, la coperturaa falda unica è sempre presente. La dua-

lità è fortissima, ma non intimorisce né in-quieta. A proposito della misura con cui siaprono i vani delle aperture sul fronte est,Pedro Borges menziona (in Público, se-zione “Mil Folhas”, 1 febbraio 2003) lecase tradizionali delle Azzorre, poco fine-strate, costruite da coloni provenienti dal-l’Alentejo e dall’Algarve, a sud delPortogallo. E a proposito del lato ovest,

dove le aperture presentano dimensionivarie e molto più generose, e dove spun-tano la finestra orizzontale ed efficaci so-luzioni di continuità tra interno edesterno, l’autore del progetto rammental’eredità di Le Corbusier e di Mies. Ri-guardo ad un così vasto insieme di riferi-menti Pedro Borges afferma: «Io prendodai successivi patrimoni della cultura ar-chitettonica provenienti da quel comunefilone che è il modernismo e faccio un’ar-chitettura di continuità [rispetto alla cul-tura locale]» (ibid.). Nonostante iriferimenti non siano mai citati letteral-mente, la loro incidenza sull’opera è evi-dente. L’autore del progetto opera unasintesi creativa e molto personale. A dettadi Pedro Borges, durante i lavori il co-struttore avrebbe esclamato che «la casastava per essere costruita al contrario».Tra le altre cose, sempre per il costrut-tore, la copertura avrebbe dovuto essererivolta verso la canada. Nello stesso mo-

mento in cui approva il tipo di copertura,questo vivo rappresentante della tradi-zione locale dichiara che la soluzioneviene impiegata «al contrario». Quelloche stupisce il costruttore non è la solu-zione in sé ma la grammatica della sua ap-plicazione. Tanto in rapporto allatradizione popolare quanto all’eredità delmodernismo, Pedro Borges si pone in ma-niera creativa, come il bricoleur che riela-bora incessantemente i materiali di cuidispone e da cui è disposto, ricercandonuove possibilità di associazione deglistessi (cfr. Claude Lévi-Strauss, La Penséesauvage, Plon, Parigi, 1962, cap. 1; cfr. inol-tre Pier Carlo Palermo, Interpretazione del-l’analisi urbanistica, Franco Angeli, Milano,1995, p. 318, e Gianni Vattimo, «Abitareviene prima di costruire», in Casabella, n.485, 1982). L’autore del progetto ad uncerto momento rivela: «[In questo pano-rama] non mi sento affatto costretto afare esercizi d’avanguardia. Piuttosto ilcontrario.» (in Público, cit.). La casa rifletteproprio questo: è un incrocio; è meticcia.La prima impressione che se ne coglie,quando si entra in contatto con il suofronte orientale, è quella, in termini stret-tamente plastici, di un corpo astratto, datal’assenza di una copertura - giacché facil-mente, anche se erroneamente, si pre-sume che questa sia piana, o che, per lomeno, non sia com’è realmente di fatto -e data la predominanza dell’intonacobianco. Ma le finestre, di piccole dimen-sioni, lontanamente radicate nella tradi-zione locale, vengono da subito adisordinare questo supposto esercizio diformalismo astratto, modernista, vaga-mente lecorbusieriano. A ponente, le so-luzioni di continuità interno/esternorimandano ancora a lasciti di un altro mo-dernismo, tuttavia la copertura, liberata da

� 16. Prospetto est.

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João Francisco Figueira, La Casa Pacheco de Melo di Pedro Borges

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parecchie correnti moderniste, quelle ci-tate ed altre, non solo è presente ma dapure forma a tutto il soffitto. La coperturasi erge in continuità con la tradizione lo-cale ancora viva, ciò che costituisce unadeliberata scelta formale da parte dell’au-tore del progetto, orientata da aspetti dinatura pragmatica («…la mano d’operalocale sa fare tetti, ma non coperturepiane. L’unico lavoro che ho fatto a SãoMiguel con copertura piana continua afare acqua», ibid.). Si tenga presente chela Casa Pacheco è stata costruita con unbudget limitato, il che giustifica ampia-mente questa scelta formale e la granparte delle scelte costruttive: il tetto afalda unica che realizza interamente il sof-

fitto; l’assenza di controsoffitti o di qual-siasi artificio atto a mascherare gli ele-menti strutturali della costruzione, resiaccuratamente parte integrante della so-luzione finale.

Lo stesso pragmatismo che ha deter-minato la scelta del tetto-soffitto e la suamodellazione, ha determinato anche la si-stemazione del terreno, che è, evidente-mente, dove posa l’intera architettura.Pragmatismo che, come si vedrà tra poco,costituisce un’etica ed un’estetica. ComePedro Borges racconta, «a São Miguel èdifficile trovare un terreno che non abbiaforti caratteristiche formali» (ibid.), se-gnate dall’azione della natura e marcatedalle successive ondate di coloni che tra-

sformando il territorio se ne sono appro-priati. È il caso del terreno in cui è venutaa inserirsi la Casa Pacheco, con muri di re-cinzione e supporti in basalto, costituitoda tre terrazzamenti, due adiacenti alla ca-nada ed un terzo ad ovest, che si apronoverso São Vicente Ferreira. Interpellatodalla giornalista del Público sull’eventualitàdi livellare il terreno Pedro Borges ha ri-sposto: «Assolutamente no! Lì esisteva giàun disegno e non vedo perché non avreidovuto lavorare con questo?» (ibid.). L’at-tenzione alla topografia preesistente,spiega, è un valore che determina in ma-niera significativa il progetto, come nelpassato ha influenzato molta produzionearchitettonica popolare. L’autore del pro-

� 17. Sezioni longitudinali. � 18. Sezioni trasversali.

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getto precisa la propria posizione nei se-guenti termini: «Esiste anche un’esteticadell’economia di mezzi. Il riconoscimentodella preesistenza quale valore e non perpuro pragmatismo, perché la verità è chemolte volte è più facile giungere sul sito espianare il tutto» (ibid.).

L’ibrido atteggiamento di sintesi che laCasa Pacheco viene ad occupare nellevarie declinazioni della cultura architetto-nica, tra la tradizione popolare e le di-verse eredità moderniste, ci consente diinserirlo in un’altra corrente, profonda-mente radicata nella cultura architettonicaportoghese. Ci riferiamo al «regionalismocritico», cosi nominato da Kenneth Fram-pton (in Architettura Moderna, Thames &Hudson, London, 1992, parte III, cap. 5).Chiaramente questa scuola possiede ilproprio immaginario, ma quello che la ca-ratterizza, più che un repertorio di solu-zioni formali -aspetto sfortunatamenteincompreso dalla maggior parte di coloroche negli anni recenti si sono laureati allaScuola di Porto, oggi con sedi e delega-zioni anche a Guimarães e Coimbra-, è lasua posizione innanzi alla tradizione localee alle diverse correnti che provengonodal modernismo architettonico, riguardoa luogo, programma, committente, si-stema costruttivo, bilancio economico,ecc. Atteggiamento pragmatico, cultural-mente intenzionale e responsabile, checostituisce sintesi creativa. È in questa pro-spettiva, e solo in seconda istanza edeventualmente a partire dal risultato for-male raggiunto, che è legittimo associarela Casa Pacheco alla scuola del «regiona-lismo critico» -o meglio, alla scuola del re-gionalismo-internazionale creativo, indirizzopragmatico - ed accostarla ad alcune dellesue maggiori opere, come la Casa de Cháe le Piscine di Leça da Palmeira, di Álvaro

� 19. L’angolo della cucina.

� 20. Il patio sul lato sud della cucina.

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Siza Vieira, o a quella che, a mio parere,costituisce una delle opere che megliorappresenta la scuola, la Casa di Muurat-salo, di Alvar Aalto, autore che, com’ènoto, ha un ruolo determinante nella for-mazione di Siza Vieira. Anzi, la prossimitàtra la Casa Pacheco e la Casa di Muurat-salo è maggiore di quanto la distanza fi-sica che le separa possa far supporre.L’affiliazione della Casa Pacheco alla sud-detta scuola si legittima più alla luce deisuoi valori, principi e processi di proget-tazione (aspetti questi rispetto ai quali cisarebbe molto da dire…), che non dal ri-sultato formale raggiunto.

Comunque, al di là delle coordinateche vogliamo conferire alla Casa Pacheconella costellazione delle correnti e scuolearchitettoniche, la sua qualità maggiore ri-siede nella capacità di costituire un ade-guato contesto alle necessità della vita, ilche rappresenta la meta verso la quale ilprocesso progettuale ha puntato in ma-niera più insistente. Questa casa sottoli-nea l’importanza del lavoro, semprefaticoso ma forse intrinseco alla profes-sione dell’architetto, che occorre com-piere sulla tradizione locale e sul desideriocosmopolita di vivere il mondo, sul bilan-cio e sul programma, sul costruttore e sul

committente, sulla forma che genera lospazio dove si svolge la vita, sull’immagi-nario degli interlocutori dell’architetto esul proprio, insomma, il lavoro creativoche occorre concepire tra il pavimento(topos) ed il soffitto.

Traduzione di Teresa Visceglia, revisione diBruno Pelucca. Foto e disegni © Pedro MaurícioBorges.

NOTE

1 N.d.t.: la canada è un termine regionale in usonelle Azzorre per indicare un antico sentiero,generalmente murato almeno su di un lato.

� 21. Sezione su ingresso e belvedere.

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GIOVANNI ALLEGRETTIArchitetto e dottore in pianificazione all’Università di Firenze, è ricercatorepresso il Centro di Studi Sociali della Facolta’ di Economia dell’Università diCoimbra. Dirige l’Osservatorio delle Pratiche Partecipative (OPP) ed ècoordinatore esecutivo del dottorato “Democrazia nel secolo XXI”. È statoborsista in Danimarca, Giappone e Brasile, e presso l’Università IUAV diVenezia. Consulente di progetti europei nelle linee URBACT e URB-AL per icomuni di Roma e Venezia, ha coordinato il Piano Strutturale del Comune diDicomano. Tra gli scritti molti sono dedicati al Bilancio Partecipativo o allapianificazione territoriale condivisa, temi sui quali è stato formatore in varieamministrazioni locali (in Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra, Brasile,Capo Verde, Senegal) e mantiene una consulenza quadriennale conl’Associazione dei Comuni Svedesi. Ha collaborato con ONU-Habitat eBanca Mondiale in vari seminari formativi sul bilancio partecipativo per entilocali africani (in Sudafrica, Senegal, e Kenya) e per Transparency Internationalha svolto formazione in Marocco e Indonesia.

SARA ANGELINILaureata nel 2009 in Ingegneria Edile - Architettura presso l'Università degliStudi di Bologna con una tesi di laurea sviluppata presso la Escola deArquitectura di Guimarães.Abilitata alla professione di architetto nel settembre 2009. Collabora con lostudio P'arc, architettura del paesaggio di Cesena.

PEDRO MAURÍCIO BORGESLaureato presso la Faculdade de Arquitectura da Universidade Técnica diLisbona nel 1986. Premio Rivelazione ‘ex-aequo’ dei Premi Nazionali diArchitettura - Opera Prima, con l’ampliamento del Padiglione della SegreteriaRegionale di Agricoltura e Pesca delle Azzorre, S. Miguel, 1988.Premio Secil 2002 con la casa Pacheco de Melo, S. Vicente Ferreira, S. Miguel,Azzorre. Docente di Progettazione presso il Dipartimento di Architetturadella Faculdade de Ciências e Tecnologia da Universidade de Coimbra (Darq/ FCTUC) dal 1991. All’Università di Coimbra ottiene il dottorato di ricercain Storia e Teoria dell’Architettura, con la tesi “O Desenho do Território e aConstrução da Paisagem em S. Miguel, Açores, na segunda metade do séculoXIX, através de um dos seus protagonistas”, 2008.

GREGORIO CARBONI MAESTRICresciuto tra Belgio, Brasile e Italia, si forma come fumettista e pittore e studiaarchitettura a La Cambre-Bruxelles, Politecnico di Milano-Bovisa e Scuola diPorto. Si laurea con una tesi (“Tendenze Italiane, Vie Portoghesi”, rel. EduardoSouto de Moura) sui rapporti fra architettura italiana e portoghese, concontributi di Àlvaro Siza, Soutinho e molti altri. Lavora presso il Comune diPorto al Commissariato per il recupero del Centro storico e nel 2004 vincel’international RPBW Prize. A Parigi, con Renzo Piano, collabora alla nascita delprogetto ex-Falck, in un team interdisciplinare con personaggi di spicco comeil Nobel Rubbia e Ermanno Olmi, con il quale coopera a progetti di ampiorespiro culturale/democratico. È cultore della materia a Milano-Bovisa. Scrive,dipinge, canta e lavora come architetto libero professionista e come architettovolontario su progetti di eco-sviluppo territoriale.

PAULO CATRICADecember 1965 Lisbon, PortugalEducation and Grants1996/97 MA Image & Communication, Goldsmith’s College, University ofLondon.1986/92 Degree in History, Universidade Lusíada, Lisbon 1992.1985/86 Photography Studies at Ar.Co., Lisbon.Research grant award by Fundação da Ciência e Tecnologia, Lisbon(2006/09).Artist production grant, awarded by the Gulbenkian Foundation, London2001.Artist production grant, award by the Portuguese Center for Photography,Oporto 1999.Solo exhibitions (selection)2009 Re-Hospitalidade, H08, Silo Cultural, Oporto.2008 Images & Pictures, Arquivo Fotográfico, Lisbon / No Ruses, so to Speak,Galeria Quadrado Azul, Lisbon / Images & Pictures, Arquivo Fotográfico,Lisbon.2006 Fotografias 1997/2006, Gallery Carlos Carvalho Arte Contemporânea,Lisboa / Terrain Vague Centro das Artes, Calheta, Madeira.2004 The White Room Series, Middlands Art Center, Birmingham.2003 You are here, Arquivo Fotográfico, Lisbon.2001 Arquitecturas Recentes, Museu da Imagem, Braga.1999 Liceus de Portugal, Instituto Camões, Paris / English Photographs, CasaNobre da Rua de Burgos, Èvora / Euro SW, Valokuva Keskus, Tampe.1998 Periferias, Portuguese Center for Photography, Oporto / Winter Tracing,Siemens Uk, Tynemouth, Newcastle-upon-Tyne.

JOÃO FRANCISCO FIGUEIRAArchitect (FAUP, Porto, 1994), Master in Urban Design and Planning (FAUP /FEUP, Porto, 1998) and former student at the IUAV (Venice). PhD by TKK(Helsinki, 2009) with the dissertation "Images at Work - Holl's entry for Kiasmaand Lordi, the works of two over-determined images" partly developed at theGoldsmiths College (London), London School of Economics (London) andÉcole des Hautes Études en Sciences Sociales (Paris). Currently teaches atFAUTL (Lisbon). Among other competitions and commissions, the coordinatorof the team was awarded 1st prize for designing the plan and projects for thehouses, public spaces and facilities of the New Luz Village (1996-2002).

DANIEL C. MANGANA MONTEIRONasce em 11/7/63. Licencia-se em Arquitectura-Paisagísta na Universidadede Évora em 1986. Dos trabalhos realizados destacam-se: Projecto deinfraestruturas da Àrea de Paisagem Protegida da Lagoas de Bertiandos eS.P. d’Arcos Exteriores do Estádio Municipal de Braga, em colaboração comarqº E. Souto Moura Reimplantação do Cromleque do Xerez Adro da Séde Vila Real de Trás-os-montes. Em 2005 e 2007 vence o Prémio Nacionalde Arquitectura Paisagista com os trabalhos, Cemitério Municipal deMonchique, em Guimarães, e Estádio Municipal de Braga; em 2006 recebeMenção Honrosa no prémio “Alexandre Herculano” com o projecto derecuperação do Parque 25 de Abril, em Caminha. Actualmente participa emdiversos projectos e concursos, destacando-se Concurso do novo Hospitalde Évora, integrando a equipe do arqº E. Souto de Moura, Parque Integradodas Furnas em colaboração com a PROAP, Praça do Toural e Alameda emGuimarães, em colaboração com a arqª Maria Manuel Oliveira.

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