Il tempio indiano: Dimora Divina, Spazio Umano
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L’autore: Italo Casale Nato ad Arezzo nel 1954, laureato in lettere, è docente negli istituti superiori.Dedito al lavoro sociale fin dagli anni giovanili, ha svolto numerosi interventi formativi nel settore socioeducativo.
Dal 1989 è coordinatore e responsabileeducativo del Centro Accoglienza Minori presso la Comunità socio-educativa residenziale per minorenni dei Servizi Sociali del Comune di Arezzo.
E’ stato coordinatore del Centro studi del Coordinamento Nazionale Comunità per Minori presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze, contribuendo alla letteratura del settore.
Ha molto viaggiato in Asia e Medio Oriente. Durante i suoi frequenti e prolungati soggiorni in India ha approfondito diversi
aspetti della cultura e religiosità indiana, frequentando assiduamente i maggiori complessi templari, tra cui quelli del Karnataka e del Tamil Nadu, dedicandosi alla loro rappresentazione e narrazione fotografica.
Nel tempo libero legge, viaggia, cammina, osserva, fotografa.
Dimora Divina, Spazio Umano
Luogo di culto e dimora del divino, riproposizione della montagna cosmica, il tempio hindu assume valenze di tipo cosmogonico e cosmologico, simboleggiando il centro del mondo da cui viene emanata la realtà con i suoi universi in continuo divenire.
Il pellegrinaggio a questo luogo sacro, riproducendo le diverse tappe del cammino spirituale, simula per i fedeli il lungo viaggio verso la realizzazione della verità e la liberazione dai legami del samsara, il ciclo eterno di nascite e morti; la visita al santuario costituisce un’occasione di possibile trasformazione attraverso la lettura e l’interiorizzazione dei complessi simbolismi che lo compongono. Momento fondamentale è rappresentato dall’avvicinamento al sanctum (garbhagriha), un piccolo ambiente buio che custodisce l’icona venerata, il luogo sacro per eccellenza dell’intera struttura.
La progressione verso la cella, grembo della terra da cui si rinasce a nuova vita, avviene attraverso il passaggio graduale da luoghi aperti e spaziosi verso uno spazio ristretto, dalla luce verso l’oscurità.
La percezione visiva che si ha entrando nel santuario è che tutto converga verso un unico punto posto al centro del sanctum.
Questo progredire verso la grotta del tempio è preceduto da un movimento di purificazione e di avvicinamento graduale al sacro: il bagno purificatorio nelle acque di un fiume o di una piscina parte del complesso templare e il rito della pradakshina, o circumdeambulazione del monumento, che è un sostituto del cammino percorso dai pellegrini intorno ai monti sacri, nonché immagine dell’orbita del sole e degli astri intorno al monte Meru.
Dimora del divino, luogo di sospensione del vivere materiale e di rinascita, il tempio è inoltre spazio umano dell’incontro, delle relazioni sociali, dove la vita scorre naturalmente in una continua interconnessione tra esistenza spirituale e realtà quotidiana.
Le immagini di Italo Casale colgono tutto questo: la dimensione spirituale, devozionale, meditativa di coloro che si avvicinano al santuario, che entrano nel sanctum – un momento talora vissuto in solitudine, talora in coralità –, la dimensione del rito, quella dell’incontro, della socialità, dello studio, il tempo dedicato al riposo che all’ombra delle sacre mura si fa più profondo, rigenerando dalle fatiche giornaliere.
In questo spazio l’uomo trascorre il tempo della sua vita, scandita dalle cerimonie religiose e dalla ritualità del quotidiano.
I corpi si muovono liberamente sullo sfondo di strutture costruite per essere eterne, uomini e donne vestiti di colori si stagliano contro le masse scolpite del tempio e si mescolano alle icone delle divinità che da generazioni osservano simili scene, odono identiche voci, percepiscono medesimi odori, testimoni di un umano divenire, anch’esso eternamente uguale a se stesso.
RameshwaramRamanathaswamy temple, XII sec.
Tamil Nadu.
RameshwaramRamanathaswamy temple, XII sec.
Tamil Nadu.
Questo testo e le immagini relative non possono essere copiate o riprodotte, senza il permesso del titolare del copyright.
‘This text and associated images may not be copied or reproduced elsewhere without the copyright holders permission’.
Copyright 2014 © Italo Casale
Le immagini di
Dimora Dovina. Spazio Umanosono state esposte al
- Museo d’Arte Orientale “Tucci”, Roma, dal 6 maggio al 24 giugno ( con proroga fino alla metà di luglio) 2012;
- Museo d’Arte Orientale “Chiossone”, Genova, dal 10 maggio al 13 ottobre 2013.
Le foto sono state scattate con: una Nikon D7000 e una Pentax K10D
http://www.cultor.org
Dimora Dovina. Spazio Umano
di
Italo Casale